Livro Luigi Segnini versão 1 italiano

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LUIGI SEGNINI: CRONOLOGIA ILLUSTRATA E COMMENTATA

Maria Emília Segnini Bossolan Nelma Regina Segnini Bossolan


Maria Emília Segnini Bossolan Nelma Regina Segnini Bossolan

LUIGI SEGNINI: CRONOLOGIA ILLUSTRATA E COMMENTATA

1a. Edizione Traduzione: Elena Luppichini

São Carlos Nelma Regina Segnini Bossolan 2013


Scheda Catalografica

Luigi Segnini: Cronologia Illustrata e Comentata / Maria Emília Segnini Bossolan, Nelma Regina Segnini Bossolan; traduzione: Elena Luppichini.— São Carlos, 2013. 78 pagg.; il.

ISBN

1. Biografia. 2. Luigi Segnini


PRESENTAZIONE Sono nata nella Fazenda Algodoal, comune di Brotas (San Paolo) e fui registrata all’anagrafe della vicina città di Riberao Bonito (San Paolo). Con il tempo mi sono resa conto che alcuni ricordi del passato meriterebbero di essere trascritti, in particolare quelli della mia famiglia paterna –Segnini- della quale, infatti, ho intenzione di parlare in questo libro. Oggi sono consapevole di quanto siano stati importanti molti fatti familiari che ho vissuto e che ho sentito raccontare, per portare avanti questo tentativo di salvare una parte della storia della famiglia Segnini. Ho iniziato questa scrittura con il desiderio che questa storia fosse conosciuta. Le fonti sono state la mia stessa memoria, le parole di miei genitori e dei miei parenti brasiliani e italiani, libri, documenti legali. Continuo a pensare che avrei voluto avere più informazioni sui miei nonni Emilia Paolini e Luigi Segnini, che erano emigrati italiani provenienti dall’isola d’Elba. Soprattutto su mia nonna Emilia, della quale si sa poco perché è morta nel 1918, quando aveva solo 42 anni. Di mio nonno ho dei ricordi che riporterò in questo libro. Qui in Brasile lo chiamavano Luis invece di Luigi, nonostante non avesse mai cambiato il suo nome nei documenti (non arrivò a naturalizzarsi brasiliano). Per non confonderlo con altri parenti della nostra famiglia che si chiamano Luis, in questo libro mi riferirò a lui come “nonno” o “nonno Luigi” o “Luigi Segnini”. Non posso trascurare di menzionare la nostra amata “zia” Emilia e suo marito, lo “zio” Napoleone, anche loro arrivati dall’Elba, che noi chiamiamo zii nonostante fossero nostri cugini. Dedicherò loro un capitolo perché sono stati parte importante della famiglia. Emilia è stata infatti il collegamento principale tra i parenti italiani e brasiliani fino alla sua morte nel 1984. Tutto questo mi ha fatto nascere il desiderio di scrivere perché penso che anche le future generazioni avranno il desiderio di conoscere le proprie origini, siano essi nipoti, bisnipoti eccetera…. Questo interesse è aumentato dopo la mia prima visita nella terra d’origine della famiglia Segnini a Poggio, isola d’Elba, nell’aprile del 2002. L’emozione fu così grande e meravigliosa che non ho parole per descriverla. Era un sogno che dopo tanti anni finalmente si realizzava! Il legame con le origini della propria famiglia è importante e rafforza il proprio senso di identità nel caso si tatti di persone che dimostrarono estremo coraggio e audacia, che lasciarono la propria patria per affrontare un futuro incerto in Brasile nel 1893. Senza conoscere la lingua e senza un impiego questi impavidi eroi affrontarono il duro lavoro nei campi e con grande dignità si adattarono al nuovo paese senza tuttavia superare mai completamente la tristezza dovuta all’abbandono della propria terra nativa. Oggi, dopo aver conosciuto il percorso compiuto da questi emigrati mossi dalla necessità di sopravvivenza, posso valutare il loro coraggio grandioso.

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APRESENTAÇÃO La situazione all’isola d’Elba era molto difficile a quel tempo: non c’erano prospettive di lavoro nell’estrazione del ferro delle miniere e neanche nell’agricoltura, non c’era altra strada se non quella di emigrare. Le difficoltà incontrate da queste persone furono immense ma il contributo per lo sviluppo di questo nostro Brasile lo è stato ancora di più e non lo potremo mai dimenticare. I miei ringraziamenti a questi valorosi!! Le fonti che ho utilizzato per questo lavoro sono diverse: cartoline e foto ricevute da nonno Luigi e da zia Emilia dall’Italia gentilmente concesse da mio cugino José Luiz Segnini; foto della collezione personale di zia Emilia, carte e certificati di battesimo e matrimonio ritrovati a Poggio (comune di Marciana); racconti orali dei nostri parenti che vivono all’isola d’Elba; il libro “Jovis, Giove, Podium, Poggio” di Paolo Ferruzzi che traccia gli alberi genealogici delle famiglie che vivevano a Poggio e alcune delle quali emigrarono in Brasile insieme a nonno Luigi (oltre ai Segnini, i Paolini, i Provenzali, i Mazzarri, i Mazzei ecc…); diverse guide turistiche sull’Elba. Vorrei ringraziare tutti i parenti che vivono all’isola, che ho avuto la possibilità di conoscere e che ci hanno accolto molto gentilmente condividendo con noi le vicende della loro vita. In modo speciale e uguale tra loro: Romana, suo marito Elvio e il loro figlio Fabrizio; Lido, sua moglie Silvana, i loro figli Lia, Liviano e Adriano e il loro nipote Gabriele; Anna, sua nipote Elena e i suoi figli Patrizia e Marco con le rispettive famiglie; Isaura, Giovanna, Adele, Ilia e famiglia. Voglio ringraziare Nelson, mio marito, che ha condiviso con me il felice viaggio del 2002, per avermi aiutato, con la sua buona memoria, a ricordare le informazioni ottenute e a ricercare alcuni documenti. Ringrazio Nelma, mia figlia, con la quale sono andata all’Elba nel 2004 e che ha condiviso con me il sogno di scrivere parte della storia della nostra famiglia. Lei è responsabile della revisione, edizione, illustrazione e traduzione di questo libro che senza il suo contributo non sarebbe stato realizzato.

Maria Emília Segnini Bossolan São Carlos, settembre di 2012

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BREVE STORIA DELL’ISOLA D’ELBA L’isola d’Elba si trova nel Tirreno settentrionale. Con una superficie di 224 Km2 è l’isola più estesa dell’Arcipelago Toscano, la terza per estensione dopo Sicilia e Sardegna.. è separata dal continente dal canale di Piombino, un braccio di mare largo approssimativamente 12 Km. L’isola è molto generosa nello sviluppo litoraneo con spiagge e insenature alcune delle quali quasi irraggiungibili che si estendono per 147 Km. Il territorio è molto montuoso e raggiunge, con il Monte Capanne l’altezza di 1019m. è ricoperta in gran parte da una rigogliosa vegetazione che la classifica tra le isole più verdi del Mediterraneo. L’Elba è conosciuta in tutto il mondo per la sua ricchezza di minerali e per questo fu chiamata “isola del ferro” e “isola mineraria”. Abitata fin dall’Età del Bronzo, fu visitata da diversi popoli antichi del Mediterraneo: Greci, Etruschi, Liguri, Romani e, in tempi più recenti, dai Saraceni, Pisani, Barbari, dalla famiglia Medici e altre famiglie europee. Il destino dell’Elba fu sempre determinato da due fattori: la sua posizione strategica nel Tirreno e la ricchezza di minerali nel suo sottosuolo, oltre che dalla mitezza del suo clima. Una svolta importante fu determinata dal passaggio di Napoleone Bonaparte sull’isola. Con il Trattato di Fontainbleu (11 aprile 1814) l’Elba, con Pianosa e Palmaiola, vennero a costituire un principato indipendente che fu ceduto a Napoleone per il suo esilio, dopo che egli fu destituito come imperatore di Francia. Nonostante l’esilio, egli conservò il titolo di Imperatore e divenne reggente dell’isola . Napoleone restò all’Elba dal 3 maggio 1814 al 26 febbraio 1815. In questi intensi dieci mesi di permanenza l’imperatore promosse miglioramenti per modernizzare l’isola: l’apertura di strade, l’incremento dell’agricoltura e della pesca ne sono degli esempi. Quando Napoleone lasciò l’Elba, questa tornò a far parte del Granducato di Toscana e poi del Regno d’Italia (1860). Seguirono anni di grave miseria, emigrazione, guerra e l’esperienza tragica delle invasioni. Ma, all’inizio del 1950 i primi turisti scoprirono l’Elba. Cominciò allora un periodo di pace che in alcuni decenni trasformò l’isola in quella che conosciamo oggi. L’Elba è attualmente divisa in otto comuni: Portoferraio, Marciana, Marciana Marina, Campo nell’Elba, Capoliveri, Porto Azzurro, Rio nell’Elba e Rio Marina (figura 1). Il territorio fa parte amministrativamente della provincia di Livorno e gran parte dell’isola è sotto la tutela del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. L’economia è basata sul turismo ma sono sviluppate anche la pesca e la cantieristica da diporto. Sta rifiorendo la coltura della vite che un tempo caratterizzò buona parte del territorio agricolo. Non molto resta invece dell’attività estrattiva, come quella millenaria, del ferro. Oggi il turismo è la principale fonte dell’economia elbana con una forte organizzazione, un’estesa rete alberghiera, camping e affitto di case.

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BREVE STORIA DELL’ISOLA D’ELBA La popolazione è di circa 30.000 abitanti ma durante la stagione estiva, con l’arrivo dei turisti provenienti da tutta Europa (in particolare dalla Germania) e da tutto il mondo, raggiunge le 200.000 unità. L’aumento del turismo è dovuto al fatto che l’isola conserva edifici storici, musei, chiese, parchi, fortezze e ovviamente bellezze naturali.

Figura 1: Vista aérea da Ilha de Elba, com o continente na parte superior da foto. Ao lado a figura com a divisão geopolítica da Ilha (oito “comune”). A seta indica a localização aproximada de Poggio. 4


BREVE STORIA DELL’ISOLA D’ELBA L’ISOLA OGGI Ho fatto due viaggi all’isola d’Elba, il primo di una settimana con Nelson, mio marito, nell’aprile del 2002, il secondo di due settimane con mia figlia Nelma nel luglio del 2004.

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La mia prima impressione era che l’isola sembrava un giardino! Nell’estate del 2004 potei confermare questa idea, in tutte le piccole piazze c’erano molti fiori di tutti i colori, le case avevano dei giardini ben curati (figura 2). Uno spettacolo! Il progresso era arrivato ma non aveva distrutto le caratteristiche originali del territorio. Le case hanno preservato il loro aspetto esteriore (le persiane sono tinte di verde, aspetto tipico della Toscana) ma all’interno di esse tutto è moderno. Non ci sono grandi condomini perché viene regolato sia lo stile che l’altezza delle costruzioni. La vita è intensa nei mesi estivi con molti ristoranti, pizzerie, bar, hotel, yacht e barche. In estate il sole tramonta dopo le 21 e il turista può approfittare delle acque calde del Tirreno. Gli abitanti conservano la cucina tradizionale, quindi si mangia molto bene, non manca nessun tipo di pasta , frutti di mare, pesci, vini rossi e bianchi, aleatico, moscato e tutti i tipi di frutta. L’olio prodotto da loro non manca mai sulla tavola. La “schiaccia briaca” è un tipico dolce tradizionale (quadro 1). Posso dire che l’Elba è un paradiso nel mar Tirreno, dove ho potuto osservare da vicino le mie radici tanto che avevo l’impressione di esserci già stata. I parenti sono stati ospitali, amabili, di una gentilezza unica, non ho parole per ringraziare dell’accoglienza che abbiamo ricevuto durante la nostra permanenza.

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Figura 2: Em sentido horário: a) Campo all’Aia (Procchio), b) Marciana Marina, c) videira e oliveira no pomar da casa de Lido Segnini, d) Forte Stella (Portoferraio).

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BREVE STORIA DELL’ISOLA D’ELBA Quadro 1: Receita da Torta Briaca, por Isaura Paolini (sobrinha da tia Emília). Torta Briaca (“Schiaccia Briaca”) Ingredientes: 2 ovos grandes; 100 gr de manteiga (derretida naturalmente); 8 colheres de sopa de azeite de oliva; 300 gr de açúcar; 1 copo pequeno (180ml) de vinho moscato ou licoroso (doce); 16 gr de fermento (químico ou biológico); 100 gr de uva passa preta sem semente; 100 gr de nozes picadas; 100 gr de amêndoas picadas; 100 gr de pinole (pode substituir por castanha do pará ou pinhão); 2 1/2 xícara de farinha de trigo tipo A. Modo de Preparo: Bater o ovo, o açúcar e o azeite, até dissolver o açúcar. Acrescentar a manteiga derretida e bater (se quiser substituir o azeite, colocar 150gr de manteiga). Acrescentar o vinho. Misturar aos poucos a farinha peneirada até obter-se uma massa densa (não muito mole). Acrescentar o fermento e misturar (se usar o fermento biológico é melhor dissolvê-lo antes em água morna, ainda que na embalagem diga que não é preciso reidratá-lo). Por fim, acrescentar a noz, amêndoa, pinole e uva passa (esta deve ser reidratada e escorrida antes de usar). Colocar a massa em forma redonda. Pode-se forrar a forma com papel manteiga besuntado com óleo. Assar a 180oC por 1 hora.

POGGIO Poggio è un tranquillo paese elbano del comune di Marciana. Si trova a 330m sul livello del mare, ai piedi del monte Capanne, in mezzo al verde di castagneti secolari (figura 3). Le strade sono molto strette. Nelle immediate vicinanze di Poggio c’è una fonte di acqua oligominerale chiamata Fonte Napoleone (già Fonte dell’Acqua Viva N.D.T.) indicata per la cura dei calcoli renali e altri disturbi. Il nome si deve al fatto che Napoleone Bonaparte1 durante il suo esilio sull’isola nel 1814, andava quotidianamente a bere l’acqua della fonte cercando sollievo da un’uricemia (eccesso di acido urico nel sangue). Oggi l’acqua della fonte è anche imbottigliata e venduta con il nome “Fonte di Napoleone”. Nella mappa dell’isola d’Elba è contenuto anche il luogo dove si trovava la popolazione dei Segnini. Lì nacquero i nostri ascendenti inseriti nell’albero genealogico dal 1650. Nella chiesa di San Niccolò sono stati ritrovati i documenti dei nostri antenati: certificati di nascita, battesimo, matrimonio. 1

Questa fu in realtà una trovata commerciale di Giuseppe Cacciò, proprietario dell’Hotel Fonte Napoleone a Poggio aperto intorno al 1950 che cercò di promuovere l’interesse turistico verso il paese. Egli ribattezzò l’isola Procchietta con il nome di Paolina, e ne fece una spiaggia privata per i clienti del proprio albergo. (N.D.T.) vedi anche: Luppichini E. “Isola d’Elba: l’invenzione del turismo. Memorie locali e sguardi curiosi”, tesi di laurea in geografia, facoltà di Scienze della Formazione Primaria, Università degli Studi di Firenze, relatore prof. Bruno Vecchio, a.a. 2010/2011 .

Figura 3: Vista de Poggio, comune de Marciana. 6


POGGIO Poggio conserva un aspetto medievale con piazzette dove si affacciano le porte delle case. Costituisce anche il luogo di partenza per escursioni sul Monte Capanne e sul Monte Perone. La chiesa di San Niccolò risale al XIII secolo ed è costruita in un antico forte (figura 4). Nel 2004 io e Nelma conoscemmo il parroco –don Gianfranco Bersani- che lavorava là dal 1969. A Poggio si trovano altre chiese come la Cappella di San Rocco del secolo XVII, la chiesa di San Defendente (soldato martire, protettore di Poggio) del secolo V e l’Eremo di San Cerbone, antico luogo di culto risalente anch’esso al Vsecolo. Quest’ultimo fu restaurato dal signor Franco Segnini (figura 5) di Poggio, sotto la supervisione dell’architetto Paolo Ferruzzi.

Figura 4: Paróquia de San Niccolò , Poggio (foto de 2004).

Figura 5: Eu e o Sr. Franco Segnini, em Poggio (março de 2002). 7

Figura 6: Detalhe de uma rua de Poggio (2004).


POGGIO L’impressione che si ha visitando Poggio è che il tempo si sia fermato, sembra di essere in una scenografia! Il silenzio delle strade, i fiori ovunque, le ortensie magnifiche, un luogo unico! L’emozione di conoscere questo posto fu indescrivibile! (figure da 6 a 8)

Figura 8: Marciana Marina, vista do alto de Poggio (julho de 2004).

Figura 7: Acima, eu, Elena e Anna, em uma piazza de Poggio . Abaixo, Nelma, Anna e Elena junto às belas hortênsias, em Poggio (julho de 2004). 8


POGGIO Nel suo libro “Jovis, Giove, Podium, Poggio” l’autore Paolo Ferruzzi, nato a Poggio, ha ricostruito gli alberi genealogici delle prime famiglie che abitarono il paese. Nel suo lavoro Ferruzzi ebbe anche il contributo del parroco Bersani. I documenti trovati nella chiesa di San Niccolò sono successivi al 1640. Quelli sulla famiglia Segnini risalgono al periodo compreso tra il 1650 e il 1922 (figura 9). I documenti precedenti furono distrutti durante l’invasione dei Turchi nel 1553. Un’altra fonte suggerisce che la famiglia Segnini fosse originaria del continente, e provenisse da Firenze in quanto sostenuto sia da Ugolino Verino in “De Illustratione Urbis Florentiae” che da Eusebio Cirri, autore del “Necrologio Fiorentino”. (fonte: http://www.carnesecchi.eu/baldesi.htm)

Figura 9: Árvore genealógica de Luigi Segnini. No detalhe, a capa do livro Jovis Giove Podium Poggio (ambos retirados de Ferruzzi, 1990). 9


LUIGI SEGNINI Il documento che riporta la sua nascita il 04/12/1863 e quello del battesimo, avvenuto nella chiesa di San Niccolò a Poggio il 06/12/1863. Figlio di Abdon Segnini e Emilia Pavolini, entrambi contadini (figura 10). I nonni materni erano Pietro Paolo Pavolini e Maria Segnini. Il padrino fu Laurizio Provenzali e la madrina Letizia Pavolini. Don Luigi Mazzarri, parroco della chiesa di San Niccolò, celebrò il battesimo (figura 11).

GENITORI DI LUIGI SEGNINI Abdon Segnini nacque nel 1833 e morì nel marzo del 1916 a 83 anni. Emilia Pavolini nacque nel 1839 e morì nel dicembre 1913 a 74 anni. Si erano sposati nel 1861 a Poggio e avevano avuto tre figli: Annunziata (nata 01/12/1861 e morta 15/04/1952), Luigi (04/12/186310/12/1946) e Marco (12/03/1866 e morto il 20 giugno 1943). I tre figli nacquero a Poggio e lì furono seppelliti, ad eccezione di Luigi, la cui tomba si trova a Riberão Bonito (figure 12 e 13).

LA VITA DI LUIGI A POGGIO Alberto “Lido” Segnini, nostro cugino residente a Procchio, in una lettera per me datata 26/04/2003, diceva che nonno Luigi aveva trascorso la sua infanzia, adolescenza e parte della gioventù a Poggio con i genitori Abdon e Emilia e con i fratelli Annunziata e Marco. I fratelli e il padre lavoravano a Redinoce (4 Km circa da Poggio) tutta la settimana come contadini seminando grano e lavorando le vigne. Il raccolto era poi conservato in un magazzino. In questa stessa lettera Lido mi ha inviato una foto di questo posto, dove c’è ancora questo magazzino anche se è ormai abbandonato da 40 anni (figura 14). Il fine settimana i fratelli e il padre tornavano a Poggio. La casa dove vivevano c’è ancora e l’ho vista nel 2004. Nonno Luigi all’epoca del suo primo matrimonio con Maria Barsalini (1863-1902) nel 1887 (figura 15) era contadino alle Solane, un posto vicino dove coltivava vigne e grano. Quando emigrò in Brasile a le Solane c’era suo fratello Marco (padre di zia Emilia) che lavorò lì per 19 anni insieme a Abdon (suo padre). Poi Marco acquistò dei terreni a Campo all’Aia (Procchio), dove vivono ancora oggi i parenti.

Figura 10: Abdon Segnni e Emilia Pavolini (data desconhecida). 10


Figura 11: Cópia do livro de batismo de Luigi Segnini, emitida pelo pároco da Igreja de San Niccolò, Poggio (à direita). Acima, o verso da certidão.

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Figura 13: Os filhos de Abdon e Emilia: Annunziata, Marco e Luigi. À direita, lápide de Luigi no cemitério de Ribeirão Bonito (SP).

Figura 12: Foto dos túmulos de Abdon Segnini e Emilia Paolini (Pavolini), no cemitério de Poggio. 12


Figura 14: Cartão e fotos enviados por Lido Segnini, em novembro de 2002. As fotos mostram uma construção que foi um “magazzino”que pertenceu a Luigi e Marco. Este “magazzino” localiza-se na costa de Redinoce, Procchio (seta amarela). A seta vermelha indica Campo all’Aia, onde Lido e outros parentes moram.

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Figura 15: Segunda via da certid達o de casamento de Luigi Segnini e Maria Barsalini. 14


L’EMIGRAZIONE DI LUIGI IN BRASILE Luigi Segnini (1863-1946) emigrò in Brasile nel 1893. La data del passaporto è 29/09/1893 (figura 16). Era sposato con Maria Barsalini (1863-1902) figlia di Pietro Barsalini e Filomena Segnini. Il matrimonio avvenne a Poggio il 10 ottobre 1887 quando entrambi avevano 24 anni. Avevano 30 anni e 3 figli quando emigrarono: Domenico di 3 anni (1890), Romelia di 2 (1891) e Luigi di due mesi (1863). La data d’imbarco sul passaporto è illeggibile. Si possono leggere solo la data dello sbarco a Santos (San Paolo) e i numeri di posto 33 e 37 sul retro, i timbri di Genova, Las Palmas e Santos. Nota: Nelma ha sollecitato una ricerca al Memorial do Imigrante di San Paolo ma non fu trovata nessuna traccia dell’arrivo di Luigi nella data fornita. Secondo mio padre Livio, loro sono andati direttamente a Jundiaì, dove rimasero poi alcuni anni lavorando alla manutenzione della ferrovia “SantosJundiaí”. Poco o niente si sa di questo periodo. Da Jundiaì si trasferirono poi nella regione di Dourado e Riberão Bonito dove lavorarono in alcune fazendas senmpre come contadini. Luigi e Maria Barsalini ebbero altri due figli: Emilio (1896) e Nello Cerbone (1897) (figura 17).

Figura 16: Cópia do passaporte emitido por ocasião do embarque de Luigi segnini com a família para o Brasil, em 1893. 15


Figura 16 (cont.): Partes aumentadas do passaporte. Passaporte expedido em Portoferraio em 29/08/1893. NĂşmero do registro 20, nĂşmero do passaporte 216. Luigi: 30 anos, altura 1,61m; cabelos, sobrancelhas e olhos castanhos; nariz regular, rosto oval, barba castanha, sem sinais particulares. ProfissĂŁo agricultor, natural de Poggio (Marciana).

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Figura 17: Filhos de Luigi com Maria Barsalini. (a) Domenico (10/10/1890, 29/07/1974), casado com Isabel Mazzari. b) Luigi (19/02/1893, 18/04/1974), casado com Amalia Provenzali (na foto, os filhos Domingos, Assunta, Higino e Alberto). (c) Nello (10/10/1897, 29/03/1993), casado com Luiza Paolice. (d) Emilio (6/03/1896, 11/11/1967), casado com Isabel Romeiro.

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L’EMIGRAZIONE DI LUIGI IN BRASILE Nel 1902, gia a Riberão Bonito, Maria Barsalini morì a soli 39 anni lasciando Luigi con quattro igli maschi; la figlia Romelia era già morta probabilmente poco dopo il loro arrivo in Brasile e poco o nulla si sa di lei (figura 18). Nota: Procurei no Cartório de Registro Civil de Ribeirão Bonito os atestados de óbito de Romélia Segnini e Maria Barsalini, mas não há registros dessa época.

Figura 18: Provável santinho da morte de Romelia, sem data (esquerda). À direita, foto da lápide de Maria Barsalini, no túmulo de Luigi Segnini, em Ribeirão Bonito (seus restos mortais não foram encontrados neste cemitério, apesar de ela ter sido ali sepultada).

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MATRIMONIO DI LUIGI CON EMILIA PAOLINI Nel 1905 Luigi vedovo ritornò in Italia per sposarsi con Emilia Paolini (figure da 19 a 21) che non conosceva di persona. Emilia era sorella di una vicina di casa in Brasile, sposata con un Mazzei, che proveniva dall’isola d’Elba. Fu questa vicina a proporre sua sorella a nonno Luigi. Nel periodo in cui Luigi rimase in Italia per sposarsi la vicina si occupò dei figli fino al suo ritorno (questa informazione fu raccontata a mia madre Regina da zia Amalia Provenzali). Luigi e Emilia si sposarono a Marciana il 10 dicembre 1905 (figura 22) e nello stesso anno si imbarcarono per il Brasile (figura 23). Luigi aveva 42 anni e Emilia 29. Da questa unione nacquero quattro figli: Ernesto Stefano (1906), Amedeo Luciano (1909), Maria (1911) e Livio Palmiro (1914) (figure 24 e 25).

Figura 19: Emilia Paolini, com idade provável de 30 anos. Esta é a única foto dela da época que esteve no Brasil. 19


Figura 21: Casa que pertenceu a Mansueto Paolini, pai de nonna Emilia. Em julho de 2004, Lido Segnini (na foto) me levou para conhecer a casa, que fica em Marmi, localidade próxima à Procchio. Figura 20: Segunda via da certidão de batismo de Emilia Elisabetta Paolini, segunda esposa de Luigi Segnini e minha avó.

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Figura 22: Segunda via da certid達o de casamento de Luigi Segnini e Emilia Paolini, ocorrida em 1905, na Comune de Marciana (Ilha de Elba). 21


Figura 23: Passaporte de Emilia Paolini, emitido por ocasi達o da sua vinda ao Brasil.

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Figura 24: Foto tirada em RibeirĂŁo Bonito, 1907. Da esquerda para a direita, EmĂ­lio, Domingo , nonna Emilia com Ernesto no colo, nonno Luigi, Nello e Luigi Filho. 23


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(a) (d) Figura 25: Filhos de Luigi com nonna Emilia. (a) Meu pai Livio (05/04/1914, 23/02/2000 ), com Regina Bianchini, minha m達e; (b) Ernesto (26/12/1906, 17/07/2000 ), com sua esposa Joana Mortarelli; (c) Maria (26/03/1911, 18/08/1993); (d) Amadeu (07/01/1909, 21/11/2007), casado com Antonia Pegatin. 24


LA VITA DI LUIGI E EMILIA IN BRASILE Sposati, Luigi e Emilia tornarono nel comune di Riberão Bonito, e abitarono in diverse fazendas: Luiz Barros, Casa Branca, Água Virtuosa e Monte Alto. Con i quattro figli già nati si trasferirono a nella piccola azienda di Sao Vicente, che fu la prima proprietà che nonno Luigi comprò (figura 26). Il contratto (figura 27) è datato 1917 ma non sappiamo se abitassero lì già da prima. Sao Vicente si trova a circa 8 Km da Riberão Bonito. Luigi viveva lì con la moglie e gli otto figli: quattro del primo matrimonio e quattro del secondo. Sfortunatamente Emilia morì il 23 settembre 1918 (figura 28). La sua permanenza in Brasile fu breve: solo 13 anni. Quando lei morì Livio (mio padre), il figlio minore, aveva 4 anni e 5 mesi. La famiglia abitò in quel posto dal 1917 al 1930/1931. Abaixo segue a transcrição de trechos da escritura indicada na figura 27. “Escritura Pública de 16 de julho de 1917, feita pelo 2º Tabelião, Coronel Amancio de Camargo Neves, de compra e venda que Antonio Maglione, sua mulher e outros fazem a Luigi Segnini, como se declara, no valor de R/S 26.000#000 (Vinte e seis mil contos de réis)”. Valor esse pago da seguinte forma: Luigi pagou no ato da e s c ri t ur a em m oe d a c o rr e n te R/ S11000#000 (onze mil contos de réis) e o saldo de R/S16.000#000 (dezesseis mil contos de réis) pago através de empréstimo efetuado pelo Capitão Gabriel Marcondes Machado, com cheque da Banca Francesa e Italiana per L'América del Sud (agência de São Carlos), pagável ao outorgante Antonio Maglione, parte em dinheiro e parte em cheque, deu ao comprador Luigi Segnini plena e geral quitação do mesmo, conforme consta na escritura N0.3800 pag.46 do 2º Tabelionato da Comarca de Ribeirão Bonito em 18 de julho de 1917. A dívida contraída de R/S 16000#000 em favor do Capitão Gabriel M. Machado, teve como garantia a hipoteca do sítio adquirido com juros estipulados a 1% ao mês, pagos anualmente, sendo a 1ª prestação de R/S2.480$000 no dia 31 de Outubro de1918 e a 2ª prestação de R/S 1.920$000 no dia 31 de Outubro de 1919, Figura 26: Casa principal do Sítio São Vicente, localizado no município de Ribeirão Bonito (SP). Foto tirada juntamente com o capital.

em 1998 por Lívio P. Segnini Filho (Ivo). 25


LA VITA DI LUIGI E EMILIA IN BRASILE Il terreno di Sao Vicente aveva una superficie di circa 186 ettari e vi fu annessa una parte dell’antica fazenda Água Virtuosa, la cui superficie era di 90 ettari e 18.000 piante di caffè. Il terreno aveva anche case di legno, due case di mattoni coperte di tegole, magazzino, granaio, stalla (10 capi di bestiame), porcile, frutteto, etc.

Figura 27: Escritura de compra e venda do Sítio São Vicente, Ribeirão Bonito. Continua na próxima página.

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Figura 27 (continuação): Escritura de compra e venda do Sítio São Vicente, Ribeirão Bonito.

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Figura 28 : Segunda via da certid茫o de 贸bito de Emilia Paolini.

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Nota: nella lettera per il fratello Luigi datata 10/11/1918 marco si complimenta per la raccolta di 600 sacchi di caffè. In questa lettera Marco parla della sua tristezza per la morte del figlio Alberto a Siracusa (era militare). E’ molto probabile che Marco ancora non sapesse della morte di nonna Emilia, dato che non fa nessun accenno a lei (figura 29).

Figura 29: Trechos da carta enviada por Marco Segnini ao seu irmão Luigi, datada de 10/11/1918 (continua na próxima página).

“Solane li. 10. 11. 18 Carissimo fratello annunciandoti la triste mia disgrazia della morte del mio caro Alberto. Carissimo fratello non so quello che scrivo Devi sapere che dopo 36 mesi di soldato ora che aveva finito il servizio mi è giunto un telegramma che è morto all’ospedale di Siracusa Mi dici che era più di un anno che non ricevevi mie notizie io diedi risposta alla lettera che mi annunziavi la compra che avevi fatto che è per l’appunto un anno preciso mi dici che hai fatto 600 pacche di caffè io ne ho provato una consolazione nel sentire questo speriamo che Iddio vi dia salute e fortuna e che presto tu possa venirtene in Italia a consolarci noi caro fratello.”

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Figura 29 (continuação): Trechos da carta enviada por Marco Segnini ao seu irmão Luigi, datada de 10/11/1918.

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1917-1946 LA VITA NELL’AZIENDA DI SÃO VICENTE E NELLA FAZENDA ALGODOAL

Secondo quanto raccontava mio padre, ogni volta che nonno Luigi andava in città portava con sé un figlio. In uno di questi viaggi scattò una foto alla stazione ferroviaria di Ribeirão Bonito recentemente inaugurata (figura 30). Gli amici di Luigi a quell’epoca erano quelli che erano emigrati dall’Elba: Paolo Mazzarri (padre di zia Isabela), Virgilio Provenzali (padre di zia Amalia), Italo Mazzei (cugino), Paolo Gasperoto, Francesco Retali (di Jaù). Mio padre raccontava che nonno Luigi aveva anche un amico italiano che emigrò insieme a lui e che abitava a San Paolo. Andava sempre a trovarlo e veniva ospitato a casa sua in Rua Cachoeira (mio padre non ricordava il nome di questo amico). Nell’azienda di Sao Vicente i Segnini fecero alcuni miglioramenti: la luce elettrica, le piantagioni, il mulino ecc… Avevano anche un camion Ford 29 e una macchina Ford 29 (figure 31-32). I figli di Luigi e Maria Barsalini si sposarono tutti quando abitavano ancora a Sao Vicente e credo che i matrimoni fossero stati celebrati nella parrocchia di “São Bom Jesus da Cana Verde” a Ribeirão Bonito (figura 33). Domenico si sposò con Isabela Mazzarri, Luigi figlio si sposò con Amalia Provenzali, Emilio con Isabel Romeiro e Nello Cerbone con Luiza Paolice. Là si sposò anche il primo figlio di nonna Emilia, Ernesto Stefano, con Joana Mortarelli. Con l’allargamento della famiglia penso che sia stato difficile per tutti lavorare e vivere in un posto piccolo. Fu allora che nonno Luigi comprò la fazenda Algodoal nel comune di Brotas. Non so l’anno di preciso, ma credo tra il 1930 e il 1932. A São Vicente rimasero Emilio e Nello. Domenico si trasferì nella città di Ribeirão Bonito, dove aveva un magazzino. Luigi figlio e famiglia, nonno Luigi, zia Maria, zio Ernesto, zio Amedeo, mio padre Livio e gli zii Napoleone e Emilia andarono alla fazenda Algodoal, abitando lì fino alla morte di nonno Luigi nel 1946.

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Figura 30: Estação Ferroviária de Ribeirão Bonito, em 1916 (?). No destaque, nonno Luigi e meu pai Lívio, provavelmente com 2-3 anos.

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Figura 31: Sítio São Vicente, 1930. Da esquerda para a direita: tio Ernesto (de costas); tio Napoleão no cavalo; no centro à frente está Luiz Filho; à frente do caminhão está meu pai Lívio e ao seu lado está Nello; sobre o cavalo está Amadeu e em pé, nonno Luigi. Foto de 1930. 33


Figura 32: Sítio São Vicente, 1998. Da esquerda para a direita, tio Ernesto , meu pai Lívio e tio Alberto (Berto). Foto tirada por Lívio P. Segnini Filho (Ivo).

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Figura 33: Igreja de São Bom Jesus da Cana Verde, em Ribeirão Bonito. Foto tirada em 2007.


1917-1946 LA VITA NELL’AZIENDA DI SÃO VICENTE E NELLA FAZENDA ALGODOAL LA FAZENDA ALGODOAL NELLA CITTA’ DI BROTAS (SAN PAOLO) L’origine del nome è dovuta alle piantagioni di cotone dei tempi precedenti. La fazenda aveva una superficie di circa 485 ettari dove si coltivava un po’ di tutto: caffè, miglio, manioca, fagioli, riso, ortaggi ecc. Il caffè era il principale prodotto per la vendita e la fazenda arrivò a contenere 64.000 piante di caffè, secondo le informazioni di mio zio Fidelis Bianchini che nacque e lavorò lì. Il caffè era coltivato, lavato e poi sistemato in un cortile per essere seccato. Questo cortile era tutto ricoperto di pietre sulle quali veniva sparso il caffè, in pieno sole, e rivoltato spesso con speciali rastrelli, protetto dalla pioggia con teli incerati. Il caffè era lavorata nella stessa fazenda (separazione dei grani dalla polpa secca e la buccia), la maggior parte era venduta e quello che era consumato veniva tostato e poi macinato con dei macinini domestici. Anche l’allevamento del bestiame era una delle principali fonti di rendita ma vendevano anche il latte alla Cooperativa de Laticinos di São Carlos. La notte il bestiame era ricoverato nella stalla e la mattina veniva fatta la mungitura (a quel tempo manuale). Il latte era travasato in contenitori di latta di 50 o più litri ed era prelevato quotidianamente da un camion che passava da tutte le aziende della regione. I maiali erano allevati per il consumo della carne e per la produzione del grasso usato per la preparazione del cibo e nella conservazione degli alimenti. C’era un mulino per la farina di mais, alimentato ad acqua, con una grande ruota di legno e le persone di tutta la zona scambiavano miglio per la farina di mais. Con la farina di mais cucinavano la polenta, facevano torte ecc. Secondo mio padre questo mulino apparteneva loro già da quando abitavano a São Vicente. Nella fazenda c’era anche una sorgente che riforniva tutte le case. Fu lo zio Ernesto a realizzare l’impianto idraulico della mia e delle altre case e anche del mulino per far girare la ruota. A quell’epoca non esistevano i tubi in PVC, quelli di ferro erano rari e costosi e per questo si realizzava una specie di canaletta di mattoni o di argilla. Nonno Luigi costruì la casa-sede dell’azienda, che era grande e si trovava nella parte alta del terreno, con una bella vista sulla proprietà che lui controllava con il binocolo (figura 34 - piantina della casa). Mentre la casa veniva costruita da Joaquim Alfonso, il signor Floriano, padrone della fazenda Retiro (vicina a Algodoal) dette una casa a nonno perché ci abitasse (secondo quanto raccontava mio padre). A quell’epoca a Algodoal c’erano un gruppo di case doppie e 2 semplici. Furono costruite anche due grandi magazzini: in uno erano conservati i sacchi di caffè e nell’altro gli attrezzi e i macchinari. Furono costruiti anche dei garage perché la famiglia possedeva già un camioncino e una macchina. Oltre al caffè si coltivavano fagioli, riso, miglio e tuberi per il consumo privato. Fu creato anche un caseificio per la produzione e la vendita del latte. Nonno Luigi visse per altri 28 anni (1918-1946) e in questo periodo abitò sempre con il figlio Luigi, sposato con Amalia Provenzali. Zia Amalia era una donna intelligente e insegnò a leggere e scrivere a molti parenti e abitanti della fazenda, anche con l’aiuto di suo figlio Berto (Alberto Segnini 1923-2011) che insegnava matematica (figure 35-36). Quando avevo sette anni mi ricordo che vedevo sempre il mio caro nonno seduto nella sala della casa-sede, vicino alla finestra, che leggeva il giornale con una lente d’ingrandimento. Nello stesso posto si sedeva la sera per ascoltare le notizie alla radio, generalmente insieme ai figli. Sono sicura che in questa fazenda nonno Luigi visse molto felice perché aveva realizzato il suo grande sogno. Per un immigrato venuto dall’Italia con estreme difficoltà, aver ottenuto queste terre con tanto lavoro fu una grande e meritata vittoria. 35


Figura 34: Planta da casa da Fazenda Algodoal, feita pela Regina Célia (minha irmã), que se baseou nas minhas lembranças para desenhá-la. 36


Figura 35: Fazenda Algodoal (Brotas, SP), por volta de 1940. Esta foto pertence à Margarida Bianchini (mia tia materna) e sua qualidade não está boa, permitindo que eu identificasse apenas algumas pessoas. 1. Tio Amadeu; 2. Nonno Luigi; 3. Bertininha?; 4 e 5.Vô Guerino (comigo ou com a Margarida no colo?); 6.Nello; 7.Domingos; 8.Tia Joana; 9.Tio Ernesto; 10.Silvio; 11.Dina, 12.Ana. Ao fundo estão a casa principal (à esquerda) e as duas tulhas. 37


Figura 36: As mulheres da família. Fazenda Algodoal (Brotas, SP), foto tirada por volta de 1946. 1.Dina; 2.Assunta; 3.Lia; 4.Antonia; 5.Margarida; 6.Iva; 7.Madrinha Amalia; 8.Mariquinha; 9.Ines; 10.Tia Joana; 11. Tia Emilia; 12.Regina, minha mãe; 13.Eu, Maria; 14.Luiz Pedro; 15.Fidélis. 38


IL VIAGGIO DI LUIGI SEGNINI IN ITALIA NEL 1926

Nel 1926 nonno Luigi tornò nell’amata isola d’Elba per rivedere i suoi parenti, la sorella Annunziata, il fratello Marco e tutti i suoi nipoti. I suoi genitori erano già morti. Nonno aveva 63 anni e fece questo viaggio da solo. A quell’epoca si viaggiava in nave e molto scomodamente ma penso che per rivedere la sua amata isola questo non fu un sacrificio per lui. L’isola, come tutta l’Europa, era in una situazione difficile anche in seguito alla Prima Guerra Mondiale. Secondo le date del passaporto egli restò in Italia circa 5 mesi (figura 37). Durante la sua battezzò Roberto Mazzei, allora neonato, figlio di sua nipote Dina (figlia della sorella Annunziata). Quando andai là nel 2004 conobbi Roberto, che mi raccontò questa storia (figura 38). Nonno Luigi, al ritorno da questo viaggio portò con sé sua nipote Emilia Segnini di 28 anni (figlia del fratello Marco) e suo marito Napoleone Murzi (di 30 anni). Nonno Luigi li convinse a venire a trascorrere un periodo in Brasile perché grazie al clima più caldo lei avrebbe potuto stare meglio. Emilia era sempre malata e gli anni precedenti erano stati difficili per lei perché sua cognata Lida Murzi (sorella di Napoleone) e sua madre Adele erano morte. Nonno Luigi, zia Emilia e zio Napoleone si imbarcarono a Genova sulla nave “Duca d’Aosta” il 22 dicembre 1926 e arrivarono a Santos il 9 gennaio 1927. Fecero scalo a Barcellona e a Rio de Janeiro. La figura 39 mostra il biglietto d’imbarco di nonno Luigi. La durata del viaggio prevista era di 17 giorni. Il biglietto di Luigi dava diritto all’imbarco gratuito di 100 Kg di bagaglio. Nota 1: mio padre Livio, ancora in ospedale poco prima di morire, parlava dei suoi ricordi di questo viaggio. Mi raccontò che suo padre aveva portato 2 botti di vino, 3 bauli pieni di frutta secca (noci, nocciole, mandorle, uva passa, fichi secchi ecc…), panforte (tipico dolce toscano con frutta secca) e funghi da usare per condire la pasta. Mi disse che aveva portato anche i fiaschi per imbottigliare il vino, che sarebbe stato venduto al magazzino di zio Domenico (figlio maggiore di nonno Luigi) a Ribeirão Bonito. Nota 2: Lido, nipote di Marco (fratello di nonno Luigi) mi disse che ricordava quando nonno Luigi venne in Italia nel 1926 nonostante avesse solo 3 anni. Ancora secondo Lido, in una lettera a me inviata il 18 settembre 2003, suo nonno parlava spesso di nonno Luigi “…era forte, era alto 1,72, e il più coraggioso, aveva messo al mondo 7 maschi, 2 femmine e due volte vedovo, e ha fatto anche fortuna…”.

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Figura 37: Passaporte de Luigi Segnini emitido à época de sua viagem à Itália em 1926.

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Figura 37 (continuação): Passaporte de Luigi Segnini emitido à época de sua viagem à Itália em 1926.

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Foto 38: Roberto (afilhado de nonno Luigi), eu e Beppino Nesti (sobrinho-neto de tia Amália Provenzali). Foto tirada em julho de 2004, na casa de Isaura Paolini e suas irmãs, em Campo all’Aia.

Figura 39: Bilhete de embarque de Luigi Segnini, rumo ao Brasil em 1926. 42


LA MORTE DI LUIGI SEGNINI E LA VENDITA DELLA FAZENDA ALGODOAL Nel 1926 nonno Luigi morì (figura 40). Aveva 83 anni, 9 figli e 35 nipoti. La fazenda Algodoal venne venduta nel 1947. Zio Emilio e zio Nello continuarono a vivere nell’azienda São Vicente per alcuni anni. Dal 1949 tutti gli altri figli di nonno si trasferirono a São Carlos dove abitava già zio Domenico. A São Carlos cominciò una storia che merita anch’essa di essere raccontata!

Figura 40: Segunda via da certidão de óbito de Luigi Segnini (à direita). Acima, foto do nonno com cerca de 80 anos.

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LA FAMIGLIA DI LUIGI IN ITALIA E I SUOI DISCENDENTI IN BRASILE La figura 41 mostra l’albero genealogico degli antenati di nonno Luigi. Le figure dalla 42 alla 45 mostrano gli alberi genealogici dei discendenti di nonno Luigi e dei suoi fratelli Annunziata e Marco. Le date di nascita, morte e matrimonio riportate le ho ricavate dalle informazioni di parenti già morti e di quelli che ancora vivono all’Elba oltre che dalla visita al cimitero di Poggio.

Figura 41: Ascendentes de Luigi Segnini, que pertencem ao ramo de Niccolaio Segnini. Esta árvore foi adaptada do livro de Paolo Ferruzzi (já citado), que organizou-a a partir dos livros de registros de casamento pertencentes à Paróquia de San Nicollò, em Poggio, na Ilha de Elba. Os anos indicados referem-se às datas de matrimônio. 44


Figura 42: Descendentes de Luigi Segnini e Maria Barsalini, atĂŠ seus netos. Os filhos Domenico, RomĂŠlia e Luigi Filho nasceram em Poggio. 45


Figura 43: Descendentes de Luigi Segnini e Emilia Paolini, atĂŠ seus netos. Todos seus filhos nasceram em RibeirĂŁo Bonito (SP). 46


Figura 44: Filhos de Annunziata Segnini e Primino Mazzei, nascidos todos na Ilha de Elba. 47


Figura 45: Filhos de Marco Segnini e Adele Paolini, nascidos todos na Ilha de Elba. 48


LA NOSTRA ZIA DEL CUORE Emilia Segnini Murzi era molto amata e stimata da tutti (figura 46). Era la dolce zia Emilia. In realtà non era nostra zia bensì cugina di mio padre, figlia di Marco Segnini, fratello di nonno Luigi. Ma per me era molto di più di una zia, era come una seconda madre. Nonostante tutti i suoi problemi di salute zia Emilia non si lamentava mai. Il suo candore era invidiabile, era sempre di buon umore e sul suo viso c’era un sorriso gentile e mite, aveva sempre una parola conciliante. Era anche un’amica perché noi “nipoti” le portavamo sempre grande rispetto e nutrivamo per lei un affetto speciale. Ha convissuto molti anni con la nostra famiglia. La sua religiosità era grande e questo mostrava com’era il suo cuore. La sua è stata una vita semplice dove ha dato i migliori esempi di dignità e amore. In tutte le difficoltà della sua vita trovò conforto nella fede. Zia Emilia era nata a Poggio il 7 maggio 1898, figlia di Marco Segnini e Adele Paolini; fu battezzata il 25 maggio 1898 nella chiesa di San Niccolò a Poggio, con il nome di Emilia Leonilda Segnini. Questo secondo nome è solitamente dato dalla madrina ma non è obbligatorio usarlo in altri documenti (figura 47). Era la terza figlia di quattro fratelli: Livio, Alberto e Iva (figura 48). Alberto morì ancora giovane, quando era militare (figura 49: cartolina inviata a zia Emilia dal fratello Alberto). Visse la sua infanzia e giovinezza a Poggio nella località de Le Solane. Da ragazza si fidanzò con Napoleone Murzi, un giovane che lavorava nelle miniere. Erano tempi difficili sull’isola. La sorte sorprese zia Emilia: dopo alcuni esami le confermarono che aveva un tumore all’utero. Lei mi raccontava che il medico (figura 50) nell’esaminarla le chiese se fosse incinta perché aveva la pancia un po’ gonfia. Alla sua risposta negativa e con la conferma degli esami non ci fu altra soluzione: la rimozione totale dell’utero. Fu una notizia tragica per lei! Il suo sogno di sposarsi stava svanendo. Mi raccontava che disobbligò Napoleone dal suo fidanzamento con lei, giacché non avrebbe potuto dargli dei figli. Napoleone, al contrario, volle sposarla anche così perché era molto innamorato di lei. Così si sposarono nel 1922 (figura 51).

Figura 46: Emilia Segnini Murzi (São Carlos, ~1962). 49


Figura 47: Segunda via da certid達o de batismo da Tia Emilia. 50


LA NOSTRA ZIA DEL CUORE Nel 1926 nonno Luigi tornò all’isola d’Elba per rivedere i parenti, zia Emilia era già sposata da 4 anni e abitava a Campo all’Aia (Procchio). La sua salute era stata sempre fragile e stava vivendo anche un periodo di tristezza familiare: sua cognata Lida (moglie di suo fratello Livio e anche sorella di Napoleone) era morta dando alla lice Lido (1923) e poco tempo dopo sua madre, Adele, morì di polmonite. Nonno Luigi la convinse ad andare in Brasile per un po’ che il clima era più caldo e si sarebbe potuta rimettere in salute. Lasciò la casa tutta ammobiliata e partì con l’obiettivo di ritornare. Si imbarcarono nel dicembre del 1926. Quando arrivarono qui vissero un po’ nell’azienda São Vicente a Ribeirão Bonito (figura 52). restarono lì per poco e poi si trasferirono alla fazenda Algodoal (Brotas) che nonno aveva comprato. Lì abitavano in una casa doppia indipendente vicino a zio Ernesto e zia Joana. Anche se era distante dai suoi parenti non abbandonò mai la corrispondenza con loro. Scriveva sempre ai fratelli Livio e Iva, ai nipoti, ai cognati e alle amiche. Dalle lettere, alcune delle quali ancora conservate, possiamo vedere quanto fosse amata e stimata da tutti. Nella fazenda Algodoal Napoleone si occupava delle mucche tutti i giorni: montando a cavallo le portava al pascolo e la sera le radunava nella stalla, pronte per la mungitura della mattina (figura 53). Mio padre raccontava che Napoleone amava questo lavoro. Era allegro e gli piaceva cantare, era un uomo bello e forte. Nonostante questa forza si ammalò di cancro e dopo una lunga sofferenza morì il 19 aprile 1945 a 49 anni. Durante la malattia abitò a São Carlos dallo zio Domenico e dalla zia Isabel che accolsero la coppia in questo momento difficile. Vedova, zia Emilia restò a São Carlos dove abitò per un po’ con lo zio Ernesto e la zia Joana. Nel 1950-1951 venne ad abitare da noi dove restò più di 30 anni fino alla sua morte il 18 marzo 1984 (allegato 9). Dopo la morte del marito non smise mai di portare l’abito a lutto. Andava sempre al cimitero a trovare la tomba dello zio Napoleone. Già anziana, quando non poteva più prendere l’autobus, Luizinho, mio fratello, la accompagnava. Zia Emilia è stata in casa nostra durante l’infanzia e la giovinezza mia, di Luizinho e di Dino. Ha visto nascere Ivo e Célia e li ha visti crescere. Fu un periodo di grande lavoro e zia fu il braccio destro di mia madre. Si dedicava con grande impegno alle mansioni di casa. Mia madre aveva una grande stima di lei e la trattava come “comadre” perché lei e Napoleone erano stati testimoni di nozze dei miei genitori. La mia convivenza più stretta con lei fu nel periodo tra il 1950 e il 1963 fino al mio matrimonio. Dormivamo nella stessa stanza. Ricordo e ho l’immagine nitida di lei che pregava prima di coricarsi e la mattina appena sveglia. Si svegliava alle 5.30 per andare alla messa. Fu anche seguace dell’associazione del “Sacro Cuore di Gesù”. Dopo il mio matrimonio, anche se vivevo a San Paolo, è stata sempre presente nella mia vita e in quella di tutta la famiglia Segnini. Diceva che nelle sue preghiere si ricordava di tutti noi. Non posso non parlare dell’affetto che aveva per la zia Marquinha (sorella di mia madre) che veniva a casa mia tutti i venerdì sera: era un divertimento e le due si adoravano. Un momento in cui sentii forte la sua presenza fu quando conobbi la sua casa all’Elba nel 2004: mi passò un film per la testa, fu emozionante, io e Nelma non siamo riuscite a trattenere le lacrime. Lei ora è sicuramente vicino a Dio e io chiedo sempre il suo aiuto nelle difficoltà, tanta era la sua dolcezza in vita. Sono sicura che anche tutti i miei cugini che l’hanno conosciuta provano per lei questo stesso affetto. La nostra cara zia Emilia resterà per sempre nei nostri cuori!

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Figura 48: Irmãos da tia Emilia. Da esquerda para a direita: Lívio (*11-10-1893, †21-12-1989), Alberto (*1895, †1918) e Iva (*19-01-1906, †-02-03-2003). Alberto faleceu em Siracusa (Itália), logo após ter estado em Trípoli (Líbia). Por ocasião da minha visita à Elba em abril de 2002, Iva me disse que ele morreu de gripe e não em combate.

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Figura 49: Cartão enviado à tia Emilia por seu irmão Alberto, quando ele estava em service militar na Líbia, que à época era colônia italiana. Segue transcrição do texto do cartão, feita por Elena Luppicchini: “Ricevi i più cari saluti te e tutti in famiglia e tutti chi domanda di me amatissimo tuo aff (affezionato?) fratello Segnini Alberto e se stai qualche più di tempo senza ricevere posta non stare in pensiero che prima........ passa qualche più di tempo.....". 53


Figura 50: Emma (foto menor ao alto), irm達 de Napole達o Murzi, escreve em carta datada em 13-08-1939 que estava no hospital de Pisa, em repouso para n達o correr o risco de abortar. Ela comenta na carta que estava sob os cuidados do m辿dico Dino Biagi, o mesmo que havia feito a cirurgia da tia Emilia. 54


Figura 51: Tia Emilia e seu marido Napole達o, em foto de seu casamento (1922). 55


Figura 52:: Foto da casa que o casal viveu no sítio São Vicente, tirada em 1998 por Livio P. Segnini Filho (Ivo).

Figura 53: Tio Napoleão, provavelmente na Fazenda Algodoal (~ 1936). 56


... E, INFINE, LE ULTIME FOTO

Figura 54: Ribeirão Bonito, ~1934. Em sentido horário: Napoleão Murzi, Italo Mazzei (primo), os irmãos Amadeo, Ernesto e Lívio (meu pai). 57


Figura 55: CertidĂŁo de registro de estrangeiro da Tia EmĂ­lia, 1940. 58


Figura 56: São Paulo, Parque da Independência, ~ 1948. Da esquerda para a direita: Tia Emília, Antonieta (esposa do Aldo Pierini), Isaura (filha do tio Domingos Segnini), Nicola Cilla (esposo da Isaura), Luiz (irmão da Isaura). As crianças: Luiz e Domingo (filhos de Isaura).

Figura 57: São Carlos, ~ 1953. Da esquerda para a direita: Dina, Domingos, Tia Mariquinha, Lurdes, Tia Emília, Isaura (com a filha Sonia) e Ana Maria. 59


Figura 58: São Carlos, ~ 1962. Célia e Dino, meus irmãos, e Tia Emília.

Figura 59: São Carlos, ~ 1971. Da esquerda para a direita: Regina e Lívio (meus pais), Tia Emília, eu, Nelson (com Nilton, meu filho, no colo). Sentados: Nelsinho (meu filho), Célia e Ivo, meus irmãos. 60


Figura 60: Tia Emilia, Nilton e Daniela. S達o Carlos, Natal de 1979.

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Figura 61: Luizinho, meu saudoso irm達o (2007).


ANEXO 1 - INVENTÁRIO DE EMILIA PAOLINI

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ANEXO 2 - ESCRITURA DE COMPRA DO SÍTIO SÃO VICENTE

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ANEXO 2 - ESCRITURA DE COMPRA DO SÍTIO SÃO VICENTE

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ANEXO 2 - ESCRITURA DE COMPRA DO SÍTIO SÃO VICENTE

65


ANEXO 2 - ESCRITURA DE COMPRA DO SÍTIO SÃO VICENTE

66


ANEXO 2 - ESCRITURA DE COMPRA DO SÍTIO SÃO VICENTE

67


ANEXO 2 - ESCRITURA DE COMPRA DO SÍTIO SÃO VICENTE

68


ANEXO 2 - ESCRITURA DE COMPRA DO SÍTIO SÃO VICENTE

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ANEXO 3 - ESCRITURA DE CONFISSÃO DE DÍVIDA

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ANEXO 4 - ESCRITURA DE QUITAÇÃO DE DÍVIDA

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ANEXO 5 - ESCRITURA DE COMPRA DA FAZENDA ALGODOAL

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ANEXO 6 - ESCRITURA DE COMPRA DE PARTES DA FAZENDA ALGODOAL

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ANEXO 7 - ESCRITURA DE VENDA DA FAZENDA ALGODOAL

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ANEXO 8 - CERTIDÃO NEGATIVA DE NATURALIZAÇÃO DE LUIGI SEGNINI

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ANEXO 9 - CERTIDÃO DE ÓBITO DA TIA EMÍLIA

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ANEXO 10 - MAPA DA ILHA DE ELBA

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CREDITI E RIFERIMENTI CONSULTATE

CREDITI FOTOGRAFICI E DELLE FIGURE Todas as fotos, certidões e cartas deste livro pertencem a acervos pessoais de integrantes da família Segnini, exceto as figuras e fotos cujas fontes são indicadas abaixo. Figura 1: Foto aérea do site http://www.lifeinitaly.com/tourism/tuscany/arcipelago-toscano-park; mapa das comune da Ilha, do site http://www.alberghielba.org/i-comuni-dell-isola-d-elba/ Figura 3: Foto do site http://www.elbaisola.net Anexo 10: Mapa da Ilha de Elba, do livro “Elba um giardino nel blu” (Giubelli, 1988).

RIFERIMENTI CONSULTATE Ferruzzi, Paolo. Jovis Giove Podium Poggio: storia di uma comunità dell’Elba. Italia: Il Libraio Editore, 1990. Giubelli, Giorgio. Elba um giardino nel blu. Italia: PRO.GRA.MS, 1988. Giubelli, Giorgio; Anselmi, Rossano et al.

Isola d'Elba - storia, natura, cultura. Italia: PRO.GRA.MS, 2006.

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