Polonia1

Page 1

Onda nera e boom economico le due facce della Polonia Dopo l’ingresso nell’Unione europea, l’ex Paese comunista ha conosciuto un’autentica rinascita, che oggi è messa in discussione dall’esistenza di un forte movimento fascista e un governo di estrema destra. Le preoccupazioni di Lech Wałęsa l Testo e foto di Flaviana Frascogna

La spiaggia nella penisola di Hel, un lembo di terra sabbioso che si estende sul Mar Baltico ed oggi popolare destinazione turistica


Flaviana Frascogna

P

olonia, una generazione dopo.

Dall’oblò dell’aereo che si prepara ad atterrare si possono già scorgere villette a schiera, case unifamiliari, palazzine del nuovo ceto medio e operaio, autostrade in costruzione e la ferrovia ad Alta velocità. Più lontano i grattacieli delle multinazionali, simbolo del trionfo pacifico sul vecchio sistema, si tengono a debita distanza da Stare Miasto, la splendida città vecchia di Varsavia, rasa al suolo da Hitler e fedelmente ricostruita. Oggi palazzi moderni, banche e compagnie internazionali convivono accanto ad antichi castelli. Perché la Polonia non è più quella immaginata fino a pochi anni fa, i campi irrigati non sono più il simbolo del Paese, soppiantati – nell’immaginario – da eleganti centri storici, infrastrutture rinnovate, nuovi quartieri con giardini pubblici e asili nido. Operai, naturalmente, ce ne sono ancora, così come moltissimi colletti bianchi, ma si possono incontrare anche giovani poliglotti e qualificati, molti di loro emigrati dopo la fine dell’impero sovietico ed ora tornati a casa.

Dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, una giovane coppia per le strade di Varsavia, i giardinieri nell’orto botanico di Poznan, due bambine nel Cytadela Park, una ragazza durante la fiera di San Domenico di Danzica, due lavoratrici all’esterno di un supermercato nel centro di Poznan, due giovani venditori di palloncini nelle strade di Danzica

La città di Poznan La rinascita della Polonia, cominciata intorno alla metà degli anni Novanta, non la si vede soltanto nei dati economici e sociali (vent’anni fa i reddito pro-capite polacco era un quarto di quello tedesco, oggi è più della metà), ma anche dal modo in cui sono vissuti gli spazi pubblici e le ore libere. C’è un grande desiderio di migliorare il proprio stile di vita, voglia di divertirsi e molta ambizione per approfittare delle nuove opportunità offerte dall’ingresso nell’Unione Europea, avvenuto nel 2004. I sindaci delle città aprono i numerosi parchi ai propri cittadini che in passato avevano il divieto di camminare nelle aree verdi. Un esempio di cambiamento in questo senso? La città di Poznan è sempre stata “solo” la capitale fieristica del Paese, ma negli ultimi anni ha mutato completamente volto, i cittadini hanno riscoperto il lago di Malta, diventato un luogo ideale per passeggiare o fare il bagno, un’area in continua crescita con nuove attrazioni e strutture. La vita quotidiana assomiglia a quella dei centri urbani dell’Europa occidentale, molti i negozi appartenenti a grandi catene commerciali, i canali televisivi trasmettono fiction americane e quasi tutti sono al passo con le nuove tecnologie, così come sono numerose le pubblicità per le strade di corsi di inglese e di programmazione informatica. È quasi

54

numero 33

numero 33

55


Flaviana Frascogna

impossibile nella Polonia contemporanea individuare un’icona in grado di rappresentare il paese. Talenti e personalità proliferano a tutti i livelli della società, dallo sport, all’imprenditoria, all’urbanistica. Design e architettura sono il simbolo della riscossa di Varsavia, vetrina del nuovo capitalismo polacco, come l’intero distretto post-industriale “Praga”, una zona un tempo poco rassicurante che ospitava il più grande bazar d’Europa, sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale. Il futuro, paradossalmente, vi è arrivato quando Roman Polanski scelse questo quartiere per girare il film “Il pianista”. Qui poteva trovare case e strade autentiche, l’antica Varsavia non rimpiazzata – dopo i bombardamenti – da costruzioni funzionali del periodo socialista (l’amministrazione comunista voleva lasciarlo andare in rovina). Molti abitanti

I sindaci delle città aprono i numerosi parchi ai propri cittadini che in passato avevano il divieto di camminare nelle aree verdi 56

numero 33

abbandonarono il quartiere per trasferirsi dall’altra sponda della Vistola. Oggi il distretto sta subendo una forte gentrificazione: gallerie, negozi di design, bar ricavati da vecchi siti di produzione di vodka, crescono a vista d’occhio e numerosi sono i festival all’aperto nel quartiere. A poco a poco Praga sta riacquistando colore e fascino. Speciale è il piccolo museo “Neon Muzeum” sorto all’interno di un magazzino, nell’ambito del complesso della Soho Factory, in cui sono state raccolte diverse insegne al neon che caratterizzavano Varsavia fino agli anni 80; ogni neon è contrassegnato da una targhetta che ne dice l’uso e la provenienza. Una testimonianza di volontà di frivolezza e colore dopo la dominazione sovietica è il neon che segnalava un Milkbar, bar del latte, il caffè era proibito poiché prodotto d’importazione.

Infrastrutture e trasporti Grazie spesso ai fondi dell’Unione europea, da una decina d’anni anche le infrastrutture e i trasporti sono in rapido sviluppo. L’esigenza è collegare i pochi grandi centri, i moltissimi villaggi e la vasta foresta di Bialowieza, situata al confine con la Bielorussia. Perché anche qui la coabitazione fra passato e presente si ripropone con forza. Le grandi città godono di un impeccabile sistema di trasporto pubblico, un ottimo livello di sicurezza urbana, di

numero 33

A sinistra in alto, alcuni ragazzi giocano a basket ai piedi del palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia; sotto, un palazzo risalente al periodo comunista nella zona industriale di Danzica. Qui sopra, l’ingresso di una stazione della metropolitana nel centro di Varsavia

57


Flaviana Frascogna

Nella foto in alto, una casa di campagna del villaggio di Leba in Pomerania; sotto, una madre gioca con le figlie sulla spiaggia del Parco Nazionale di Slowinski. A destra grande, una bella ragazza in un tram di Poznan

58

sfruttamento delle tecnologie, soprattutto digitali, mentre nelle campagne lo stile di vita è ancora quello di un tempo, anche se nelle nuove generazioni c’è la consapevolezza di dover guardare più lontano: numerosi i giovani, figli di contadini, che oggi affittano ai turisti la loro stanza della casa di campagna, su siti come Booking.com o Airbnb, sia per incrementare l’economia domestica che per entrare in contatto con viaggiatori e altri giovani europei. Questo ha reso possibile conoscere paesini polacchi completamente sprovvisti di infrastrutture turistiche, come Wizna, un comune rurale della Podlachia, la regione con la più bassa densità di popolazione del Paese e vanta un ambiente naturale in gran parte incontaminato. Le proiezioni demografiche più aggiornate, tuttavia, registrano un decremento della popolazione: si stima che nei

numero 33

prossimi anni si ridurrà ulteriormente di 117mila abitanti a causa dei decessi e della migrazione dei giovani verso i centri cittadini.

Il turismo interno Un altro dato di crescita è l’aumento del turismo interno: le famiglie polacche, durante i mesi estivi, trascorrono le vacanze a Danzica, uno dei centri urbani più innovativi e multiculturali. Insieme alle città di Sopot e Gdynia, con cui costituisce la “Tripla città”, Danzica sperimenta, dopo gli anni delle rivolte dei cantieri operai contro Jaruzelski, una nuova dimensione baltica. In particolare, le famiglie più abbienti trascorrono le loro vacanze ad Hel, una stretta penisola coperta da conifere che chiude la baia. Qui non s’incontrano che fitti boschi di pini alternati a betulle, paesi balneari spesso deserti,

spiagge lunghe piatte da ambo i lati. Sebbene il tasso di occupazione sia ancora relativamente basso, la “nuova” Polonia – che comunque resta sempre cattolicissima e tradizionalista – deve in particolare la sua crescita alle privatizzazioni e all’ingresso nell’Unione europea, che ha obbligato il Paese ad adeguarsi agli standard europei. Ciò nonostante ha scelto di restare fuori dall’euro: i due terzi dei polacchi, nei sondaggi, respinge questa prospettiva, temendo di tornare a una condizione di semipovertà dopo l’uscita dal comunismo. Insomma, le contraddizioni non mancano, così come i pregiudizi. Ma il rischio più grande è costituito, da due anni, da un governo di estrema destra, nazionalista e xenofobo, che sta smantellando la democrazia e che potrebbe rapidamente allontanare la Polonia dall’Europa occidentale. Non

è un caso se l’11 novembre scorso, la Festa dell’indipendenza polacca ha attirato a Varsavia 60mila militanti dell’estrema destra da tutta Europa (presenti per l’Italia i capi di Forza Nuova), che – tra gli altri slogan neonazisti – hanno gridato “Polonia pura, Polonia bianca”. Ottenendo in questo modo l’elogio del governo (presidente della Repubblica e primo ministro, una donna, fanno capo al partito Diritto e Giustizia), che parlando della piazza l’ha definita “una splendida vista”. Ha dichiarato il “vecchio” Lech Wałesa, l’ex leader di Solidarnosc, giudicato un autentico nemico: “Le azioni di questo governo vanno contro la Polonia, contro quello che abbiamo conquistato, contro la libertà e la democrazia, oltre al fatto che ci mettono in ridicolo agli occhi del resto del mondo. Oggi, quando vado all’estero, mi vergogno”. Con buona pace del nuovo corso.

numero 33

59


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.