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neo-Eubios 82 - Editoriale
EDITORIALE
Liberi professionisti: bilancio lavorativo 2022, buoni propositi e opportunità per il 2023
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Caparbietà, forza di volontà, passione per il proprio lavoro e una sana dose di follia; sono queste le doti che possiamo riconoscere ai liberi professionisti che lavorano nell’ambito dell’efficienza energetica. Voi, soci individuali della nostra associazione che siete tra questi, avete condotto egregiamente la vostra barca Superbonus verso il porto sicuro (?) del 110 e tutto prima entro il 25 novembre, sapendolo solo pochi giorni prima, poi, entro il 31 dicembre sapendolo con certezza il 31 dicembre stesso... quindi, a tutti, chapeau!
La graduatoria tra le regioni vede in testa la Lombardia con il numero di asseverazioni pervenute, seguita da Veneto e Lazio:
• Lombardia con 56.182 asseverazioni e un totale di 10,846 miliardi di investimenti ammessi a detrazione nel 2022;
• Veneto con 44.551 asseverazioni e 6,086 miliardi;
• Lazio con 30.172 asseverazioni e 5,671 miliardi;
• Emilia Romagna con 29.718 asseverazioni e 5,363 miliardi;
• Toscana con 28.431 asseverazioni e 3,899 miliardi di investimenti ammessi a detrazione nel 2022.
La mole di lavoro quindi c’è stata ed è consistente, di certo, fa sorridere ma riflettere un quadro di scadenze temporali così serrato e incerto che ha portato a far saltare i portali SUED dei vari comuni il 25 novembre e quindi in preda agli isterismi e al panico ha portato all’irrefrenabile voglia di mollare tutto e iscriversi al primo concorso disponibile per l’ambito posto fisso.
Si scherza… perché l’ironia ci è rimasta, e proprio l’ironia possiamo e dobbiamo mettercela sempre nella nostra vita lavorativa. Ma non sono stati tempi facili: tante responsabilità senza nessuna certezza, in un groviglio legislativo fatto di decreti leggi, conversioni in legge e legge di Bilancio. E allora eccoci a fare riflessioni per i buoni propositi del 2023, l’anno è iniziato con la notizia tanto discussa e chiacchierata della Direttiva Europea, “Direttiva Green”, che potrebbe imporre di adeguare tutti gli immobili residenziali a una determinata classe energetica entro il 2030: classe energetica E, entro il 1° gennaio 2030 e classe D, entro il 2033.
Non entro nel merito della discussione con un taglio, negativo o positivo che sia, per diverse ragioni:
1. il testo della Direttiva non è ancora ufficialmente pubblicato;
2. l’applicazione della Direttiva europea richiede necessariamente un processo di adattamento al contesto sociale ed economico del paese membro, e l’Italia sicuramente è il paese più problematico per via della storicità e vetustà del proprio patrimonio edilizio esistente, ma anche perché è lo stato membro con l’intero territorio in zona sismica, per cui non si può ragionare solo in un’ottica di efficientamento energetico disgiunto dalla sicurezza statica di quanto si va a efficientare;
3. alla base dell’applicazione e del recepimento della Direttiva stessa, occorre fare dei ragionamenti sensati sull’uniformità del sistema di classificazione energetica tra i vari stati membri, altrimenti, dire genericamente che occorre obbligatoriamente avere edifici in classe D, ha più il carattere di slogan che di obiettivi concreti di riduzione dei consumi che ci si pone.
Però, alcune riflessioni sui possibili indirizzi che il nostro Governo deve porsi ci sono e vanno fatte: in primis occorre ragionare sulla stabilizzazione (almeno fino al 2030) della misura di detrazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici, mediante l’estensione delle agevolazioni fiscali vigenti, ragionando su meccanismi di premialità per gli
interventi caratterizzati da maggiore efficacia in termini di risparmio energetico. L’Unione Europea stessa riconosce l’importanza dei sistemi incentivanti e delle misure che possano garantire l’accessibilità delle ristrutturazioni sotto il profilo economico, per questo è importante lavorare in sede europea per definire e individuare misure uniformate per il raggiungimento degli obiettivi di ristrutturazione ed efficientamento energetico del parco immobiliare nazionale, anche in vista dell’obiettivo di neutralità climatica al 2050. Occorre ragionare bene sullo strumento della cessione del credito, vera leva di questi incentivi, e affiancarlo anche ad altre misure, ad esempio fondi e mutui a tasso agevolato.
Meglio non sprecare il tempo in polemiche, ma cogliere le opportunità e i punti di forza che questi obblighi legislativi, se modulati e ragionati sul contesto in cui operiamo, possono dare. Inoltre, noi professionisti siamo pronti, temprati proprio dal Superbonus, ma ora occorrono chiarezza, stabilità e semplicità. Da parte nostra, possiamo e dobbiamo metterci preparazione e competenza, non improvvisazione e superficialità.
Noi professionisti abbiamo anche il compito di fare da comunicatori giusti ed equilibrati della questione; abbiamo il dovere di riconquistare la fiducia del privato che si rivolge a noi e fargli comprendere che è arrivato il momento di adempiere agli impegni presi, firmati e sottoscritti dal nostro paese per i cambiamenti climatici e l’efficienza energetica, frutto di anni di trattative e discussioni di carattere e livello mondiale, ma che poi hanno delle ricadute nella vita quotidiana di tutti noi. Dobbiamo far comprendere che questi investimenti, fatti nell’ottica dell’efficienza energetica, sono tangibili nel comfort e nella qualità di vita degli ambienti che viviamo e nelle nostre tasche, visto il costo dell’energia in bolletta.
Daniela Petrone, Vice-Presidente ANIT.