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neo-Eubios 76 - Editoriale

È TEMPO DI COMFORT ACUSTICO?

L’esperienza del lockdown, associata alla conseguente attivazione di smart working e didattica a distanza, ha sensibilizzato l’opinione pubblica sull’importanza di disporre di ambienti abitativi adeguatamente isolati rispetto ai rumori provenienti da altri locali e dall’esterno, ed in grado di tutelare la privacy di chi li sta utilizzando.

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Visto che smart working e DAD continueranno in varie forme anche nel futuro, ritengo di estremo interesse per la collettività incentivare in modo decisivo la realizzazione di interventi volti a migliorare le prestazioni di comfort acustico degli ambienti abitativi.

Come raggiungere questo obiettivo? Un primo strumento incentivante potrebbe essere uno specifico bonus fiscale dedicato all’acustica edilizia. In realtà già il “Bonus Casa” prevede una detrazione del 50% per gli interventi finalizzati al contenimento dell’inquinamento acustico, ma questo incentivo è stato preso in considerazione in modo marginale. Probabilmente perché la richiesta legittima dell’Agenzia delle Entrate di certificare il raggiungimento degli standard di legge, richiede valutazioni preliminari e misurazioni fonometriche che comportano un aggravio dei costi, dei tempi e delle responsabilità nella realizzazione degli interventi.

Questi ostacoli potrebbero essere superati incrementando significativamente l’incentivo. Ad esempio passando dal 50% al 65%, in coerenza con la percentuale già prevista per gli interventi di efficientamento energetico.

Anche il Superbonus 110% può diventare uno strumento per migliorare il comfort acustico delle abitazioni. Interventi sulle facciate possono contribuire a migliorare l’isolamento ai rumori esterni, e lavorazioni sugli impianti possono ridurre la rumorosità dei sistemi di generazione e distribuzione. A prescindere dalle considerazioni riportate in varie circo- lari ministeriali e leggi regionali, relative alla necessità di adeguare i requisiti acustici passivi in caso di opere su edifici esistenti, ogni intervento di questo tipo è una occasione da non perdere per migliorare il comfort delle abitazioni.

Infine una attività che risulterebbe di estrema importanza per rilanciare il tema dell’acustica edilizia nel nostro Paese, è la ridefinizione delle prescrizioni obbligatorie per legge. Oggi il principale riferimento legislativo per i requisiti acustici passivi è ancora il DPCM 5-12-1997, un decreto che richiede prestazioni di isolamento non più attuali. È giunto il momento di aggiornarlo, per adeguarlo alle nuove esigenze dei cit- tadini e definire finalmente in modo chiaro i limiti da rispettare per nuove costruzioni e interventi su edifici esistenti, e le procedure da seguire per raggiungere uno specifico obiettivo di isolamento. Inoltre, a mio avviso, il nuovo decreto dovrà contribuire a promuovere la realizzazione di ambienti abitativi ad elevato comfort acustico.

Concludo con un’ultima considerazione. Le esperienze citate all’inizio di questo editoriale hanno portato all’attenzione di molti l’importanza di disporre di adeguato isolamento acustico ai rumori aerei anche tra ambienti della medesima unità immobiliare residenziale, pur non esistendo prescrizioni legislative in tal senso. Forse è finalmente giunto il tempo di progettare e costruire edifici in grado di garantire un reale comfort acustico abitativo e non il semplice rispetto dei limiti imposti per legge.

Matteo Borghi, Staff ANIT.

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