Archivi di Architettura

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ARCHITETTURE DEGLI INTERNI, ARREDI E ALLESTIMENTI NEL NOVECENTO ITALIANO

Pa d i g l i o n i all'Esposizione d i To r i n o del 1 9 2 8 : architettura e interni

politecnico di torino


VII GIORNATA NAZIONALE DEGLI ARCHIVI DI ARCHITETTURA 2017

POLITECNICO DI TORINO

BIBLIOM - Area Bibliotecaria e Museale DIST - Laboratorio di storia e beni culturali del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio


ARCHITETTURE DEGLI INTERNI, ARREDI E ALLESTIMENTI NEL NOVECENTO ITALIANO

PADIGLIONI ALL'ESPOSIZIONE DI TORINO DEL 1928: ARCHITETTURA E INTERNI

POLITECNICO DI TORINO


Mostra virtuale a cura di: Enrica Bodrato, Sergio Pace Testi: Chiara Baglione, Enrica Bodrato, Elena Dellapiana, Sandra Poletto Realizzazione grafica: Luisa Montobbio


LE FONTI PER L’ESPOSIZIONE NAZIONALE DEL 1928 A TORINO DAGLI ARCHIVI DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI TORINO Enrica Bodrato La breve indagine sulle fonti per l’Esposizione Nazionale del 1928, tenutasi a Torino negli spazi del parco del Valentino a celebrazione del decennale della vittoria, trae spunto da un positivo in bianco e nero presente tra le fotografie del fondo Dezzutti, che ritrae di fronte al padiglione della Casa degli architetti il gruppo dei Giovani Architetti Novatori Torinesi (GANT), singolarmente coinvolti nella progettazione e realizzazione dei padiglioni e degli stand dell’Esposizione e collettivamente autori di un modello di abitazione, disegnata dall’architettura all’arredo, nella quale «hanno voluto portare […] l’intero corredo professionale di idee, di esperienze, di coltura e di tecnica che accompagna oggi nella mente di un Architetto moderno la concezione della casa», come scrive Giò Ponti su «Domus» dedicando al progetto tutte le pagine del numero di settembre di quell’anno.

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Il progetto coinvolge Pietro Betta, Maurizio De Rege, Mario Dezzutti, Gino Levi Montalcini, Armando Melis de Villa, Arturo Midana, Sandro Molli, Domenico Morelli, Ettore Pittini, Paolo Perona, Mario Passanti, Giuseppe Pagano, Antonio Pogatschnig, Natale Reviglio, Gianni Ricci e Giuseppe Rosso. Di tre di loro si conservano, al Castello del Valentino, gli archivi professionali, di alcuni altri tracce documentarie dovute a progetti in collaborazione. Documenti sull’Esposizione emergono dai fondi Dezzutti e Melis de Villa, cui si aggiungono alcune interessanti minute di lettere e preventivi provenienti dal fondo della ditta Carlo Musso. Nulla è invece emerso dall’archivio di Domenico Morelli i cui documenti, tuttavia, non sono ancora completamente ordinati e descritti. Il fondo dell’architetto Mario Dezzutti (1892-1975) conserva 35 positivi fotografici dei padiglioni realizzati e 10 tavole grafiche di progetto. Le fotografie documentano l’ambiente studio con disimpegno, arredato da Dezzutti, nella Casa degli Architetti, gli ingressi all’Esposizione realizzati in collaborazione con Arturo Midana e il Padiglione Bisleri Campari Isolabella Ramazzotti del solo Dezzutti; le tavole grafiche propongono invece ipotesi progettuali per i padiglioni della Croce Rossa Italiana e della Casa degli Architetti, firmati nel 1927 da Alessandro Protto e per il palazzo delle Feste, datati al 1926, senza firma. Più numerosi, 63, i disegni del fondo Armando Melis de Villa (1889-1961),

relativi a sette diversi padiglioni di cui da conto con maggiore dettaglio Sandra Poletto. Ci si limita qui a richiamare la collaborazione tra Armando Melis e i pittori Gigi Chessa e Teonesto Deabate rispettivamente per il Padiglione della Comunità dei Fotografi e per il Padiglione dei Ceramisti e Vetrai e la collaborazione con l’ingegner Giovanni Bernocco, con il quale Melis condividerà l’intera carriera professionale, per il Padiglione Cooperazione Mutualità e Previdenza. Infine emergono da copialettere e brogliacci presenti nel fondo della ditta di decorazione Carlo Musso, attiva dal 1886 al 1936, le minute di preventivi e richieste di pagamento per la fornitura e posa in opera di elementi decorativi realizzati su commissione di Giovanni Chevalley e del pittore Felice Casorati, questi ultimi per gli stand Mira Lanza e Snia Viscosa. Le minute di Carlo Musso permettono di intravvedere anche modi e tempi di realizzazione e allestimento dei padiglioni. L’Esposizione aprì al pubblico il 1 maggio del 1928 e il 30 marzo Carlo Musso scrive all’Ufficio di Direzione dell’Esposizione chiedendo il rilascio di tessere di riconoscimento da fornire ai decoratori ed operai incaricati dell’esecuzione degli stand Mira Lanza e Snia Viscosa da allestirsi all’interno del Padiglione della Chimica le cui strutture dovevano essere state appena terminate. Integrano la documentazione d’archivio tre pubblicazioni a stampa, coeve, conservate dalla biblioteca “Roberto Gabetti”, consultabili in bibliografia.


L’ESPOSIZIONE NAZIONALE DEL 1928 A TORINO Chiara Baglione Inaugurata il 1° maggio e conclusa – dopo essere stata visitata da più di due milioni di persone – l’11 novembre dello stesso anno, l’Esposizione del 1928 tenutasi a Torino, nel parco del Valentino, fa parte di una serie di manifestazioni civili, militari ed economiche promosse per celebrare il decimo anniversario della Vittoria e il quarto centenario della nascita di Emanuele Filiberto. La doppia commemorazione mette in luce come il compimento dell’unità nazionale sia strettamente legato al processo unitario iniziato in un lontano passato dalla dinastia sabauda. La manifestazione torinese è anche un’occasione per collegare le glorie di casa Savoia con la “rivoluzione” fascista.


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Nel parco del Valentino professionisti affermati, giovani architetti, pittori e scultori sono dunque chiamati a dare immagine alla rinascita dell’Italia dopo la Vittoria, al mito sabaudo e a quello di Torino città industriale, da un lato, affrontando temi celebrativi e didascalici, dall’altro, misurandosi con i nuovi mezzi comunicativi dell’architettura pubblicitaria. L’incarico di studiare la collocazione delle varie mostre e i disegni di massima dei padiglioni è affidato nei primi mesi del 1926 a una commissione consultiva tecnica, presieduta da

Giovanni Chevalley, il quale propone di assegnare a un ufficio tecnico diretto da Giuseppe Pagano, e formato da Gino Levi Montalcini, Ettore Pittini e Paolo Perona, la definizione progettuale degli edifici principali. Nel disegno dei padiglioni delle feste e della moda, della chimica, della caccia e della pesca, delle miniere e delle ceramiche, delle colonie, della marina e dell’aeronautica, dell’alimentazione e dell’agricoltura, i progettisti devono tenere conto di criteri adottati nelle precedenti manifestazioni di questo tipo, ma hanno anche


la possibilità di trasformare l’esposizione torinese in un’occasione per sperimentare e proporre al pubblico nuovi linguaggi architettonici in edifici reali anche se provvisori. Accanto alle strutture progettate dall’ufficio tecnico per le esposizioni di maggiori dimensioni, sorge poi nel parco una serie di piccoli padiglioni autonomi: alcuni – in cui prevale il carattere retorico e monumentale – sono destinati a rappresentare organizzazioni create dal regime e istituzioni “fascistizzate” (come l’Opera nazionale combattenti, il movimento cooperativo, i Sindacati fascisti e l’Ente nazionale per le piccole industrie), altri – commissionati da ditte private –sono esperimenti di “tecnica propagandistica”. Spicca tra questi il padiglione futurista, progettato da

Enrico Prampolini, che si propone come vera e propria operazione di autopromozione ed esempio di “arte pubblicitaria”. Un gruppo di artisti vicini all’industriale Riccardo Gualino – Gigi Chessa, Teonesto Deabate, Felice Casorati, Alberto Sartoris – è impegnato, oltre che in interventi decorativi nelle costruzioni maggiori, nel disegno di piccoli padiglioni, alcuni studiati in collaborazione con l’architetto Armando Melis, per la mostra dell’artigianato, volta a mettere il pubblico a contatto con i metodi di lavoro e con le tecniche artigianali e a far conoscere i risultati della collaborazione tra artisti e artigiani. Nell’alloggio modello, infine, allestito nella Casa degli architetti, Pagano, i suoi collaboratori e altri giovani

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architetti, formatisi al Politecnico di Torino, si confrontano con il tema dell’abitare, proponendo un’immagine di “professionista moderno�

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e inserendosi nel processo di trasformazione che segna in quegli anni il rapporto tra arti applicate e architettura.


GLI INTERNI: ARCHITETTI/DESIGNER Elena Dellapiana I fondi Dezzutti e Melis dell’archivio, oltre a offrire una serie di dati grafici su diversi padiglioni dell’esposizione al Valentino, presentano esempi di allestimenti interni e uso degli arredi in consonanza con la ricerca in corso in quegli anni. Gli interni della Casa degli architetti, documentati anche nel numero di “Domus” del settembre 1928 (9), evidenziano una mescolanza tra lo studio delle piccole serie appositamente realizzate, i multipli provenienti da aziende italiane e

la sperimentazione sui materiali che anticipa le leggi autarchiche del 1936. La Casa degli architetti vede l’intervento di Dezzutti per lo studiolo e relativo disimpegno. Qui mobili, tappezzerie, carte da parati, pavimentazioni e attrezzature risentono del gusto Novecento, dell’accuratezza delle esecuzioni e, ancora, della mescolanza tra elementi unici e piccole serie. I mobili realizzati dalla falegnameria Daniele di Torino, le ceramiche di Ponti per Richard Ginori

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(ma commercializzate da Venini), le manifattire locali che intervengono nei diversi settori, si accompagnano ad attrezzature industriali all’avanguardia, come le macchine per scrivere Olivetti, i telefoni SATIS, i parquet Domenighetti e Bianchi di Milano. In altri ambienti dello stesso padiglione, firmati da Pagano, Melis e altri, compaiono vetri per illuminazione e soprammobili di Venini, oggetti Lenci pavimentazioni e superfici di mobili di Linoleum (Milano), anfore da giardino dai cataloghi di Laveno, oltre alle lavorazioni in Buxus per la mobilia. Richard Ginori, Laveno, Venini, Cartiere Bosso, Olivetti sono tutte realtà in cui la produzione viene via via

avocata ad un’azione progettuale (del 1926 è le direzione artistica di Ponti e Andlovitz rispettivamente a Sesto fiorentino e a Laveno, dal 1928 si avvia l’articolata sperimentazione del Buxus e la collaborazione tra Pagano, Levi-Montalcini e le cartiere Bosso, nel 1932 Figini e Pollini faranno il loro ingresso in Olivetti). Nel Palazzo delle feste e della moda (Pagano e Levi Montalcini), documentato in Sette padiglioni d’esposizione. Torino 1928 (dal fondo Pagano?), oltre agli allestimenti di Dezzutti per alcuni espositori di tessuti, in linea con le innovazioni fieristiche riferibili a Luciano Baldessarri e alle Biennali di Monza, è riscontrabile l’interscambiabilità di linguaggi e del passaggio tra

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scale di progettazione: architettura, arredi e decorazioni vengono prese in carico da architetti (Pagano e LeviMontalcini) e artisti (Deabate) senza nette distinzioni: Levi-Montalcini si occupa di tutto l’apparato scultoreo e decorativo, insieme a Deabate ed in maniera complementare.

Si ripete, e in qualche modo si affina, quanto verificatosi l’anno precedente alla Mostra internazionale di Arti decorative di Monza, dove la sezione piemontese, forte della “via dei negozi� aveva presentato progettisti, prodotti e matieriali che trovano ulteriore e disteso sbocco nella mostra torinese.


GLI INTERVENTI PROGETTUALI DI ARMANDO MELIS ALL’ESPOSIZIONE DEL 1928 Sandra Poletto Nel 1928 Armando Melis (Iglesias 1889-Torino 1961) ha 38 anni, ma la sua carriera di architetto e urbanista è agli esordi. Collaboratore dell’architetto Pietro Betta - con il quale nel 1927 scrive il testo Torino qual è e quale sarà e nel 1928 realizza

gli edifici economici di Corso Re Umberto a Torino - Melis partecipa all’Esposizione con alcuni progetti individuali e come co-progettista della Casa dell’Architetto, opera corale del GANT (Giovani Architetti Novatori Torinesi).

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Nell’Archivio privato dell’architetto conservato presso il Dipartimento di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (DIST), che documenta in modo continuativo l’opera di Melis e del suo studio professionale con Giovanni Bernocco, i pochi disegni relativi all’Esposizione non rappresentano solo una testimonianza della sua partecipazione alla manifestazione ma anche il suo legame con il panorama culturale torinese e il rapporto con soggetti forti che si riveleranno determinanti per il suo futuro professionale. I padiglioni progettati da Melis, messi in relazione alle varie fasi della carriera dell’architetto, rappresentano tappe simboliche del lungo dipanarsi del suo percorso, dalle origini allo sviluppo, orientato a committenze significative quali la Società Reale Mutua Assicurazioni che, con la sua politica di investimenti edilizi, è protagonista delle importanti realizzazioni architettoniche e urbanistiche della Torino tra le due guerre. Il disegno del Padiglione Sardo (1 tavola), un piccolo nuraghe posto al limite di una recinzione in pietra a secco che si chiude con un edificio ispirato alle costruzioni agricole dell’isola, ci riporta alle origini di Melis stesso, nato a Iglesias da dove si trasferisce a Torino, per frequentare il Politecnico.

Con il Padiglione di Mutualità e Previdenza (1 tavola) si avvia l’inizio 17 della collaborazione con la Società Reale Mutua di Assicurazioni, committente principale del futuro Studio Melis e Bernocco (cfr. i progetti per la Sede della Società Reale Mutua, della “Torre Littoria” in piazza Castello, la riqualificazione del quartiere Furia a Vercelli). Il magniloquente Padiglione dei Sindacati Fascisti (10 tavole), un grande obelisco ottagonale alto 40 m che si erge su un semplice basamento coronato da scritte simboliche, testimonia la sua adesione al Partito Fascista, al quale si iscrive nel 1927. Nell’archivio sono inoltre conservate le tavole relative al Ristorante dell’Alleanza Cooperativa torinese (1 tavola) e al Padiglione dei Fotografi Artigiani (1 tavola), firmato con Gigi Chessa. Più documentato (7 tavole) è il progetto per La “Camera del Giovanotto”, un piccolo spazio all’interno della Casa dell’Architetto a firma GANT, uno spazio irregolare, arredato con mobili in ebano che si posano su un pavimento in linoleum, ambiente che concorre al disegno della casa “manifesto” del movimento “pacatamente modernizzatore” dei giovani progettisti torinesi.


PLANIMETRIA GENERALE DELL'ESPOSIZIONE

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Torino Esposizione 1928, planimetria generale, scala 1:2000, in: Le esposizioni di Torino 1928, Torino : s.n, 1927. Biblioteca "Roberto Gabetti", sezione Rari.


DOCUMENTI DAGLI ARCHIVI DEL POLITECNICO DI TORINO LA CASA DEGLI ARCHITETTI

20 Alessandro Protto, Studio per il Padiglione degli Architetti, vista, ottobre 1927, inchiostro e acquerello su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


21 Alessandro Protto, Studio per il Padiglione degli Architetti, pianta e prospetto, ottobre 1927, inchiostro e acquerello su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.

Alessandro Protto, Padiglioni: Casa degli Architetti, Industria del freddo, prospetto, scala 1:100, ottobre 1927, eliocopia su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


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Casa degli Architetti, vista dello studiolo e relativo disimpegno, progetto di Mario Dezzutti, 1928, positivo monocromo. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


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Armando Melis, Padiglione Architetti – Camera n.° 15, progetto di arredo in scala 1:10, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.


INGRESSI

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Ingresso alla Mostra da corso Moncalieri, progetto di Mario Dezzutti e Arturo Midana, 1928, positivo monocromo. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


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Piazzale d’ingresso da corso Bramante alla Mostra delle Colonie, progetto di Mario Dezzutti e Arturo Midana, 1928, positivo monocromo. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.

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Ingresso alla Mostra delle Colonie, riproduzione fotografica di una vista prospettica datata 29 febbraio 1928, progetto di Mario Dezzutti e Arturo Midana, 1928, positivo monocromo. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


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Scultura posta accanto all’Ingresso alla Mostra delle Colonie, scultura di Ugo Vannucci, 1928, positivo monocromo. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


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Ingresso di fianco al Castello del Valentino, pianta e prospetto, scala 1:100, s.d., eliocopia su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


PADIGLIONI

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Sala dei festeggiamenti, pianta, scala 1:500, 31 ottobre 1926, eliocopia su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


Sala dei festeggiamenti, prospetto principale, scala 1:200, 31 ottobre 1926, eliocopia su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.

33 Sala dei festeggiamenti, sezione trasversale, scala 1:200, 31 ottobre 1926, eliocopia su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


Giovanni Bernocco e Armando Melis, Padiglione Cooperazione MutualitĂ e Previdenza, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, viste prospettiche senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.

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Giovanni Bernocco e Armando Melis, Padiglione Cooperazione MutualitĂ e Previdenza, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, viste prospettiche senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.


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Giovanni Bernocco e Armando Melis, Padiglione Cooperazione MutualitĂ e Previdenza, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, viste prospettiche senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.


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Giovanni Bernocco e Armando Melis, Padiglione Cooperazione MutualitĂ e Previdenza, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, viste prospettiche senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.


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Giovanni Bernocco e Armando Melis, Padiglione Cooperazione MutualitĂ e Previdenza, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, viste prospettiche senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.

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Giovanni Bernocco e Armando Melis, Padiglione Cooperazione MutualitĂ e Previdenza, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, viste prospettiche senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.

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Giovanni Bernocco e Armando Melis, Padiglione Cooperazione MutualitĂ e Previdenza, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, viste prospettiche senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.


Armando Melis, Padiglione dei Sindacati Fascisti, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, viste prospettiche senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido, matita su carta. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.

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Armando Melis, Padiglione dei Sindacati Fascisti, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, viste prospettiche senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido, matita su carta. DISTLaboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.


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Armando Melis, Ristorante Alleanza Cooperativa Torinese, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.


Armando Melis, Ristorante Alleanza Cooperativa Torinese, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.

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Armando Melis, Ristorante Alleanza Cooperativa Torinese, piante, prospetti e sezioni in scala 1:100, particolari in scala 1:20 e 1:10, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.


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Alessandro Protto, Padiglione della Croce Rossa italiana, pianta e prospetti, scala 1:50, 10 aprile 1928, eliocopia su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.

Alessandro Protto, Padiglione della Croce Rossa italiana, pianta e prospetti, scala 1:50, 5 aprile 1928; 7 aprile 1928, eliocopia su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


Alessandro Protto, Padiglione della Croce Rossa italiana, pianta e sezione, scala 1:50, 8 aprile 1928, eliocopia su carta. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.

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Armando Melis, Padiglione Sardo, prospetti in scala 1:50, vista prospettica senza scala, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.

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Teonesto Deabate e Armando Melis, Padiglione dei Ceramisti e Vetrai, prospetti e sezione, scala 1:50, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.


Gigi Chessa e Armando Melis, Padiglione della ComunitĂ dei Fotografi, piante, prospetti e sezione, scala 1:50, s.d., inchiostro su carta da lucido. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Melis de Villa.

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Padiglione Bisleri Campari Isolabella Ramazzotti, vista diurna e notturna, progetto di Mario Dezzutti, 1928, positivo monocromo. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


64 Padiglione Bisleri Campari Isolabella Ramazzotti, Vetrina Bisleri, progetto di Mario Dezzutti, 1928, positivo monocromo. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti. Padiglione Bisleri Campari Isolabella Ramazzotti, Vetrina Isolabella, progetto di Mario Dezzutti, 1928, positivo monocromo. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti. Padiglione Bisleri Campari Isolabella Ramazzotti, Vetrina Ramazzotti, progetto di Mario Dezzutti, 1928, positivo monocromo. Sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Dezzutti.


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Carlo Musso, Minuta di richiesta del saldo per i lavori di decorazione eseguiti per conto di Felice Casorati nel padiglione della Chimica, stand SNIA-Viscosa, 1928. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Musso Clemente.


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Carlo Musso, Minuta di richiesta del saldo per i lavori di decorazione eseguiti per conto di Felice Casorati nel padiglione della Chimica, stand Mira Lanza, 1928. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Musso Clemente.


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Carlo Musso, Minuta di lettera indirizzata all’Ufficio di Direzione dell’Esposizione con richiesta di rilascio di tessere di riconoscimento da fornire ai decoratori e operai incaricati dell’esecuzione degli stand Mira Lanza e Snia Viscosa presso il Padiglione della Chimica, 30 marzo 1928. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Musso Clemente.


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Carlo Musso, Minuta di lettera inviata al Comitato per l’Esposizione con richiesta di pagamento per l’esecuzione, su richiesta di Giovanni Chevalley, di un modello in scala 1:200 di un pilastro del Padiglione della Chimica. Si chiede che l’importo dovuto sia convertito in azioni dell’Esposizione, 4 marzo 1928. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Musso Clemente.


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Carlo Musso, Minuta di preventivo indirizzato all’Ufficio Tecnico dell’Esposizione per la fornitura di modelli ornamentali da collocare sulla facciata del Padiglione di Rodi, 7 marzo 1928. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Musso Clemente.


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Carlo Musso, Minuta di richiesta di pagamento, indirizzata all’Ufficio Tecnico dell’Esposizione, per la provvista e posa in opera di parti ornamentali eseguite su richiesta di Giovanni Chevalley, 1928. DIST-Laboratorio di Storia e Beni culturali, Fondo Musso Clemente.


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Le esposizioni ed i festeggiamenti di Torino nel 1928, a cura della Commissione di propaganda, Torino 1928. Torino 1928. Catalogo ufficiale Esposizioni Permanenti. Maggio-Novembre. Parco del Valentino, a cura della Commissione di propaganda, Torino 1928. «Domus», I, n. 9, settembre 1928, numero dedicato alla “Casa degli Architetti” alla Esposizione di Torino. Plinio Marconi, Commento all’Esposizione di Torino, in «Architettura e Arti Decorative”, VIII, fasc. 4, dicembre 1928, pp. 155-181. G. Pagano Pogatschnig, G. Levi Montalcini, E. Pittini, P. Perona, Sette padiglioni d’esposizione. Torino 1928, prefazione di Roberto Papini, Buratti, Torino 1930. Chiara Baglione, Torino 1928: architetti e architetture all’Esposizione del Valentino, relatore prof. Giorgio Ciucci, tesi di laurea, Università Iuav, Venezia, a.a. 1987-88. Valeria Garuzzo, Torino 1928. L’architettura all’Esposizione nazionale italiana, 71 Testo & Immagine, Torino 2002. Annalisa Dameri, Torino Barcellona (1928-1929). Architettura e arti decorative tra tardo eclettismo e prodromi razionalisti, in Architettura dell’Eclettismo. Il rapporto con le arti nel XX secolo, a cura di Loretta Mozzoni e Stefano Santini, Liguori Editore, Napoli 2008, pp. 259-314.


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