Pad - Dossier
Come diventare protagonisti della trasformazione digitale
MaaS, l’infrastruttura industriale diventa cloud-based
Il rinascimento delle applicazioni per un’impresa interconnessa
Infrastruttura, Software e Servizi
Pentaconsulting, il partner di valore per un vantaggio competitivo nello sviluppo del business, dell’organizzazione e delle persone
Mind Up – Mappe Mentali e Concettuali Organizzare e sviluppare contenuti, esporre idee, innovazione e cambiamento, prendere decisioni, preparare e condurre riunioni, strutturare e gestire presentazioni di lavoro, sviluppo vendite, comunicare e comprendere. Un unico strumento che facilita un approcio strutturato e organizzato che utilizza le nostre capacità cognitive
Pentaconsulting Srl - P.zza Caiazzo 2 - 20124, Milano - Tel. 0292958990 pentaconsulting@pentaconsulting.it www.pentaconsulting.it
Maggio2018
Anno VIII Supplemento a www.newsimpresa.it diffusione gratuita
Direttore Responsabile Massimo Fucci massimo.fucci@pentaconsulting.it
Editore Pentaconsulting Srl Piazza Caiazzo, 2 20124 Milano pentaconsulting@pentaconsulting.it Tel. 02 92958990
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Edittoriale
Il Software: un vero asso piglia tutto, io lo avevo capito 40 anni fa…… di Massimo Fucci
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i interesso di software per le aziende manifatturiere dal 1976, in quegli anni, quelli che come me si interessavano di computer graphics erano considerati dei visionari. Erano gli albori di ciò che sarebbe diventato C.A.D. (Computer aided design) - la progettazione assistita da calcolatore e poi C.A.x (CAE,CAM,CAS…). Noi Italiani - come al solito- pur avendo da subito delle egregie eccellenze siamo riusciti a perdere le aziende nazionali in questo settore e, furbescamente, a far acquisire le nostre migliori risorse umane dalle maggiori società del settore. Due casi eclatanti. Il primo è Olivetti e risale agli anni 80 quando a Marcianise un gruppo di visionari, capitanati dal solito genio, risolve un problema industriale sviluppando un software CAD per la realizzazione delle testine a margherita per le macchine da scrivere di alto livello. Di quel progetto forse sono rimaste le dispense in una mia libreria
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polverosa di campagna. I concorrenti non sapevano nemmeno cosa fosse tale tecnologia. Il secondo quello di IRI Finmeccanica che si trova in eredità da SELENIA-ELSAG, una delle migliori compagnie ITALIANE di sviluppo di software per le aziende manifatturiere: ITALCAD. Un software, quest’ultimo, utilizzato da aziende di riferimento per lo sviluppo di camion (IVECO), in piattaforme offshore (SNAM) in grandi impianti e macchine speciali. Un successo, certo! Poi per uno strano e incomprensibile motivo (io c’ero…) l’azienda viene ceduta a un concorrente e, qualche anno dopo, da un altro concorrente ancora. In Italia il mercato del software per l’industria cresce a due cifre anno su anno (a una cifra il comparto sofware in generale). Il software è una componente che i costruttori attenti considerano l’elemento specifico della configurazione di prodotto e quindi delle BOM di produzione. Il Software è un vero asso piglia tutto, io lo avevo capito 40 anni fa…...
Un’occasione imperdibile per valorizzare l’offerta di Industrial Security per il mondo industriale
Pentaconsulting Srl - P.zza Caiazzo 2 - 20124, Milano - Tel. 0292958990 pentaconsulting@pentaconsulting.it www.pentaconsulting.it
Sommario
Branded Content ACCELONIX, l’automazione della produzione elettronica 6
Accelonix
La soluzione Beckhoff-Vitrociset per la Cyber Security Industriale Beckhoff Automation
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Un ambiente integrato di soluzioni e software per il mondo industriale Siemens PLM Software
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Migliorare la comunicazione con l’omnicanalità di GMDE GMDE
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32 Con HMS la comunicazione cloud è sicura ed efficiente HMS Industrial Networks
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Altair, innovazione e valore nello Sviluppo Prodotto Altair
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La produzione del software ai tempi dell’Internet of Things 62 Emerasoft
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Sommario
Edittoriale
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Il Software: un vero asso piglia tutto, io lo avevo capito 40 anni fa…… 2
Scenario Come diventare protagonisti della trasformazione digitale
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Security Nell’era delle minacce informatiche serve una difesa attiva 22
Mercato del Lavoro
Come creare un efficace piano di security per l’Industrial IoT
Trasformazione e competenze digitali 16
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Tech Economy
Argomenti Il rinascimento delle applicazioni per un’impresa interconnessa
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La tecnologia blockchain si estende al mondo IoT
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Cloud, nuovo paradigma elaborativo tra presente e futuro
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Focus MaaS, l’infrastruttura industriale diventa cloud-based
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Accelonix
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ACCELONIX, l’automazione della produzione elettronica Il Gruppo europeo di società indipendenti rende disponibile una vasta gamma di soluzioni software e hardware per garantire massima efficienza e controllo dell’ambiente di test e produzione.
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ttimizzare l’ambiente di produzione, rendere più efficienti i processi e garantire una qualità del prodotto sempre più elevata. In un contesto sempre più competitivo le aziende la cui attività si contestualizza nel mondo della produzione elettronica sono alla ricerca di tecnologia che possa abilitare un continuo e costante miglioramento. E’ in questa logica che opera ACCELONIX, gruppo europeo partner ufficiale di Siemens che fornisce macchinari e software per l’assemblaggio e il test di schede elettroniche e per la microelettronica. ACCELONIX fornisce, inoltre, pieno supporto dei differenti applicativi, la formazione, l’assistenza e la manutenzione dei macchinari e del software, la fornitura di pezzi di ricambio e di materiali di consumo. I clienti sono tipicamente produttori di prodotti a vocazione commerciale, militare o aereospaziale. Test e fabbricazione schede elettroniche - TEST EXPERT è il modulo della suite software NPI di Siemens per la creazione di letti ad aghi e di programmi di test per i produttori di schede elettroniche.
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Questa soluzione permette di gestire più di 75 tester differenti, tra cui i tester SPEA. Per generare i programmi per le macchine di posa/produzione Accelonix rende invece il modulo UNICAM FX di Siemens. L’utilizzo di quest’ultimo strumento garantisce semplicità di utilizzo, massima automazione nella creazione dei programmi e riduzione dei rischi di errore. Integra più di 65 formati di input CAD differenti e dispone di avanzati e potenti strumenti come l’editor di libreria schede e l’assistente all’import delle nomenclature permettendo di gestire più di 80 macchine di diversi costruttori. Creazione di documentazione - UNIDOC, soluzione integrata nella suite software NPI di Siemens, è il modulo dedicato alla creazione della documentazione per la fabbricazione di schede elettroniche. Permette con pochi click di ottenere una documentazione con il layout della scheda, una nomenclatura e un modello di documentazione. Basato sulla suite UNICAM FX, integra più di 65 formati di ingresso CAD. Un documento creato con UNIDOC può essere visualizzato con UNIVIEW la soluzione per la visualizzazione di SIEMENS.
Solution to Watch
Analisi e valutazione della copertura del test - CoverageXpert, soluzione nata dall’esperienza di Acelonix, permette l’analisi interattiva della copertura del test di schede elettronica e la generazione di rapporti dettagliati sulla copertura. La logica operativa del software si basa sulla comparazione di CAD e BOM con l’insieme cumulativo dei programmi e degli altri mezzi di test associati come AOI, ICT, FPT, ispezione manuale ed SPI. I vantaggi derivano innanzitutto dall’automazione del processo di analisi della copertura di test partendo dai dati CAD e dai dati del tester.
Software di supporto all’ispezione visiva manuale - Il Software Inspection Xpress, sviluppato da Accelonix, permette d’ispezionare la prima scheda/prototipo uscite dalla linea di produzione. Basato sulla cattura di un’immagine della scheda e di un processo unico e innovativo di visualizzazione delle immagini dei componenti (brevettato), Inspection Xpress permette un’analisi della scheda al 100% estremamente rapida, sicura e che limita il tempo di attesa e di arresto della linea di produzione. L’offerta software è completata dagli strumenti per la cattura delle immagini ad alta e altissima risoluzione.
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Accelonix Monitoraggio, tracciabilità e controllo dei siti di produzione - In ambito tracciabilità Accelonix rende disponibili le soluzioni di Cogiscan. L’obiettivo è eliminare gli errori associati alla manutenzione dei materiali e al setup dei macchinari in occasione dei cambi e dei riapprovigionamenti, automatizzando il processo e eliminando l’intervento umano quando possibile. Le soluzioni sono sviluppate per ottimizzare l’utilizzo dei materiali e delle risorse lungo il processo di produzione. Analisi statistica dei dati di produzione - Il software StatXpert di Accelonix è di tipo interattivo ed è costruito intorno ad una base dati relazionale che permette di globalizzare i dati provenienti da diverse fonti. Offre degli strumenti di analisi statistica sotto forma di calcoli di CP, CpK ed uno strumento grafico interatti-
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vo che visualizza le evoluzioni delle misurazioni nel tempo, senza la necessità di un lavoro di configurazione preventivo. E’quindi possibile controllare la stabilità dei programmi, la precisione, l’evoluzione nel tempo e l’impatto di un cambiamento in corso di produzione Sistemi per l’assemblaggio Per il conteggio dei componenti in bobina, Accelonix rende disponibili i sistemi XRHCount di Visiconsult basati su tecnologia a raggi X che permettono di contare tutti i componenti SMT in bobina fino a 400mm con un ciclo inferiore ai 10 secondi. I vantaggi che derivano dall’utilizzo di questi sistemi consistono nell’ottimizzazione e acquisizione di velocità dei processi di assemblaggio. I risultati possono essere utilizzati per misurare il consumo dei materiali a fine contabile e di gestione del magazzino.
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Scenario
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Come diventare protagonisti della trasformazione digitale
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Processi digitali e convergenza Information Technology - Operational Technology. Il Dossier di NewSImpresa dedicato all’Infrastruttura al Software e ai Servizi per l’Industria Manifatturiera.
’affermazione di tecnologie e piattaforme emergenti associate in primis al mondo del Mobile, dell’IoT, dell’Analytics e del Cloud - sta creando le condizioni per poter avviare iniziative volte alla creazione di processi digitali, una prospettiva di rinnovamento in grado di aiutare l’impresa a raggiungere nuovi livelli di efficienza e competitività. Sono obiettivi che sollecitano le direzioni IT a stabilire un rapporto più stretto con il business e a dare risposta alle priorità strategiche delle aziende. Significa puntare a una razionalizzazione e consolidamento delle risorse esistenti e, nello stesso tempo, introdurre una logica che potremmo definire di Business Technology ovvero di allineamento tra tecnologia e business. Possiamo tradurre il tutto in termini di Industria 4.0, Smart Factory o Digital Manufacturing, ma il denominatore comune riamane sempre lo stesso: la trasformazione digitale, che può essere declinata sotto molteplici e specifici aspetti che intersecano le diverse aree di business. Al di là dei termini marketing che servono ad enfatizzare
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di Piero Macrì
la proposta tecnologica emergente, una considerazione è d’obbligo: per la prima volta le aziende sono nella condizione di utilizzare l’informatica in modo trasversale alle macro aree d’impresa, quella di produzione e quella tradizionale, creando opportunità di rinnovamento inedite. Il sogno dell’interoperabilità e dell’integrazione diventa oggi una realtà. Siamo immersi in una nuova dimensione che rende possibile mettere in relazione dati generati da una molteplicità di sorgenti di business e di produzione superando i tradizionali limiti di un’organizzazione a silos o a compartimenti stagni. Il nuovo scenario Cloud, Mobile, Big Data, IoT diventano i tasselli che permettono la creazione di un tessuto digitale in grado di permeare l’intero spettro delle applicazioni aziendali, ottimizzando e rendendo più efficiente l’ambiente di produzione, grazie alla possibilità di analizzare i dati in una logica di intelligence una volta appannaggio della sola componente transazionale d’impresa. Non solo. Quello che oggi cambia in modo radicale è la velocità di
Scenario reazione ed esecuzione, sia in rapporto alla trasformazione dell’esistente, sia in rapporto alla creazione di nuove applicazioni e servizi. Significa avvicinarsi progressivamente all’idea di un’impresa real time o near real time, dove dati e informazioni possono essere acquisiti e fruiti a velocità un tempo inimmaginabili. Ma attenzione, la trasformazione digitale non è una tecnologia. E’ piuttosto una modalità di gestire processi innovativi con l’utilizzo congiunto di più elementi, di profilo logico e fisico, nonché di servizio e applicativo, che concorrono alla definizione di un modo diverso di fare impresa. Ottimizzare le performance di produzione, migliorare lo standard qualitativo, la supply
chain e l’interazione con partner e collaboratori in un contesto B2B. L’obiettivo è sempre lo stesso: essere più competitivi. Obiettivi di ottimizzazione delle performance di produzione così come di miglioramento dello standard qualitativo del prodotto finale possono altresì essere estesi per impostare e dare vita a nuovi modelli di business che associano il prodotto a un servizio. E’ bene però sottolineare, che affinché il passaggio e l’introduzione progressiva di nuova tecnologia ispirata alla convergenza d’impresa possano essere pienamente realizzati, si deve fare proprio uno stato mentale che è quello che ha contraddistinto le imprese da sempre orientate ad assorbire
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Scenario l’innovazione: avere un obiettivo di un progressivo aggiornamento e rinnovamento delle tecnologie a supporto del business aziendale e dell’ambiente di produzione.
la base dati che alimenta i flussi operazionali e transazionali. La nuova prospettiva infrastrutturale fondata sul paradigma software defined aggiunge, inoltre, vantaggi senza precedenti: grazie alla logica di disaccoppiamento dalla componente hardware, è possibile Infrastruttura - In ambito infatti creare un ambiente altamente infrastrutturale la grande opportunità flessibile, coerente con l’evoluzione del è riuscire a definire un modello di business. In questo contesto la creazione architettura in grado di rendere sostenibile la creazione di nuovi processi di nuovi servizi, applicazioni, progetti e iniziative ispirate al Big Data, al e servizi coerenti con le esigenze di Mobile e all’IoT business. Allo alimentano la stesso tempo propensione al significa cloud. Una scelta, Cloud, Mobile, Big poter creare quest’ultima, un’infrastruttura Data e IoT sono i nuovi che oggi può improntata tasselli che permettono essere presa in alla più ampia la creazione di un tessuto digitale considerazione flessibilità trasversale all’intera organizzazione, con sempre con capacità rendendo più efficiente l’ambiente maggiore di integrare di produzione grazie alla possibilità fiducia nella dispositivi e consapevolezza di analizzare i dati in una logica di sistemi del che il sourcing mondo della intelligence una volta appannaggio tecnologico produzione e del della sola componente business. è ormai mondo industriale ampiamente alla dimensione diffuso e dell’Information differenziato, sia nella dimensione Technology. In questo contesto appare public cloud, sia nella dimensione di altrettanta capitale importanza la private cloud con caratteristiche disponibilità di soluzioni wireless, in di sicurezza che superano quelle grado di supportare l’automazione comunemente adottate nelle e la flessibilità sia nell’ambiente di produzione, sia per esempio nell’ambito infrastrutture di data center proprietarie. Per le piccole e medie della logistica. L’opportunità è quella di aziende esistono opportunità realizzare un ambiente infrastrutturale di intraprendere un percorso di fortemente automatizzato, scalabile e modernizzazione che minimizza la sicuro che soddisfi la convergenza tra complessità estendendo la fruibilità le due macro-dimensioni aziendali, tecnologica coerentemente con gli quella industriale e quella d’impresa tradizionale mettendo a fattor comune obiettivi di business.
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Scenario
Big Data & Analytics - La raccolta e analisi dei dati sono la materia prima più preziosa di oggi e di domani. Dalla basilare conoscenza dei fatti, propria della business intelligence tradizionale, si passa alla comprensione del perché le cose accadono. Nascono così modelli capaci di ipotizzare i futuri comportamenti grazie al sempre più accelerato utilizzo di logiche di intelligenza artificiale e di machine learning. Obiettivo è creare i presupposti per un’automazione decisionale sempre più marcata, sia per quanto riguarda le decisioni che sono tradizionalmente afferibili alla componente umana, sia per quanto riguarda i funzionamenti di sistemi eterogenei. Obiettivo cui tendere è diventare una Data Company ovvero usare i dati come materia prima in tutti i processi decisionali e conoscitivi,
modificando l’articolazione stessa dell’organizzazione e dei processi. Significa riconoscere il valore potenziale contenuto nei dati e farne un ingrediente fondamentale nel progettare prodotti, servizi e processi. Il nuovo approccio deve prevedere soprattutto il superamento del “modello a silos” informativo che ha caratterizzato il passato: i dati devono diventare una risorsa condivisa, passando dal concetto di Possesso a quello di Accesso. Significa utilizzare i dati per comprendere i fenomeni in modo migliore, diverso, nuovo. Applicazioni - La sempre più marcata accelerazione verso un mercato digitale implica il ripensamento di una strategia per le applicazioni d’impresa caratterizzata da un forte orientamento all’accesso e fruizione in stile mobile.
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Scenario
Molte piccole e medie aziende, a fronte determinando una diversa allocazione della sollecitazione del business, e delle risorse: sistemi troppo chiusi l’avvio di nuovi progetti nati sull’onda possono infatti limitare attuali e future dell’affermazione delle tecnologie evoluzioni. Ecco, quindi, la necessità emergenti, stanno valutando quali scelte di considerare attentamente i passi da compiere in merito all’evoluzione delle compiere in merito alla conservazione applicazioni d’impresa per eccellenza, o meno delle attuali risorse applicative quali Erp, Crm e Supply Chain d’impresa. Management. Per queste applicazioni il momento di discontinuità più profondo Sicurezza - Secondo quanto evidenziato lo si è avuto in passato con il passaggio dall’ultima edizione del Rapporto Clusit all’anno duemila, momento che segnò è allarme rosso. In termini di evoluzione l’avvento di una nuova generazione delle minacce e dei di soluzioni relativi impatti gestionali. Sono sia da un punto di passati quasi Se da una parte continua vista quantitativo vent’anni e ora la a esservi la costante sia, e soprattutto, storia di ripete con da un punto di necessità di modernizzare rinnovate esigenze vista qualitativo le risorse esistenti dall’altra si deve di cambiamento, - il 2016 è stato questa volta riuscire a immaginare la propria l‘anno peggiore di alimentate, in organizzazione come una struttura sempre. Il crimine primis, dalla digitale il cui elemento costitutivo informatico è necessità di è rappresentato dai dati, dalla diventato una vera mettere a punto capacità di acquisirli e integrarli industria, eclettica un’organizzazione e molto prolifica, in flussi informativi abilitanti altamente ben strutturata, soluzioni di nuova generazione. industrializzata. con una sua Da una parte vi gerarchia e un suo è la possibilità modello di business, di cogliere l’opportunità del software capace di arrecare danni seri a qualsiasi as a service, con tutte le implicazioni organizzazione. Il cybercrime è peraltro di semplificazione che il modello un fenomeno sommerso, difficilmente cloud porta con sé; dall’altra si inizia tracciabile: la maggior parte delle a sentire l’esigenza di avere un sistema aggressioni non diventa di dominio più industrializzato, capace di evolvere pubblico tanto è vero che si ritiene che nel tempo abilitando l’integrazione le aziende si possano dividere in due con componenti aggiuntivi o grandi gruppi: al primo appartengono complementari di derivazione on e off le aziende che hanno subito un attacco, premise. La ricerca di flessibilità è il fattore che, più di ogni altro condiziona al secondo quelle che lo hanno subito ma non ne sono a conoscenza. Stiamo l’evoluzione dell’investimento
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Scenario
parlando di un fenomeno del quale c’è relativa consapevolezza, basti pensare che secondo una recente ricerca di Allianz l’economia del cybercrime vale l’1,6% del PIL tedesco, dato che potrebbe essere in qualche modo esteso anche ad altre economie. Quali misure adottare per contrastare e minimizzare i rischi? Innanzitutto è bene osservare che il sistema di difesa deve essere coerente con il tipo di settore in cui opera l’azienda poiché la tipologia di attacchi varia in funzione del target. In termini generali un’azienda deve essere in grado di rilevare e reagire efficacemente alle vulnerabilità, alle intrusioni informatiche e ad ogni tipologia di malware che siano orientati al blocco dei sistemi o alla sottrazione di dati, all’interno o all’esterno della rete. Servizi - Se da una parte continua a esservi la costante necessità di modernizzare le risorse esistenti dall’altra le aziende devono riuscire a immaginare la propria organizzazione come una struttura digitale il cui elemento costitutivo deve essere
rappresentato dai dati, dalla capacità di acquisirli, elaborarli là dove opportuno per poi integrarli in flussi informativi abilitanti soluzioni legate alle più svariate iniziative che possono essere immaginate dalle differenti line of business. Queste sfide comportano sempre più spesso la capacità di acquisire nuove competenze e risorse che non sono disponibili al proprio interno. Diventa quindi di primaria importanza relazionarsi con interlocutori capaci di avere una visione complessiva e competenze differenziate, in grado di individuare rapidamente le possibilità di modernizzazione ed evoluzione definendo in partnership con l’azienda un percorso di crescita digitale strategico. System Integrator, Var, Software House, Service Provider, società di consulenza. Tutti i soggetti che operano nella filiera informatica possono aiutare le imprese a individuare le scelte più opportune per tradurre con successo un percorso di trasformazione digitale rendendo al tempo stesso più efficiente l’organizzazione interna, grazie a servizi gestiti e in outsourcing.
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Mercato del Lavoro
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Mercato ICT, nuove competenze e propensione al cambiamento Quali le tendenze che si stanno imponendo nel mercato del lavoro ICT? Una delle sostanziali differenze rispetto al passato è rappresentata dall’estrema volatilità delle skill, che nascono, si sviluppano e muoiono con cicli molto più brevi rispetto al passato.
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ata economy, App Economy, Mobile Economy, siamo davvero nel bel mezzo di un cambiamento epocale. Quali sono gli effetti reali di queste emergenti tendenze sul mercato del lavoro? Secondo gli analisti, il mercato è strutturalmente connotato da una domanda superiore all’offerta tanto è vero che il numero dei laureati che ogni anno entrano nel mercato del lavoro dalle facoltà scientifiche legate all’IT è significativamente inferiore alle posizioni aperte dagli operatori del settore. Mobile, trasformazione digitale, Internet delle cose, le competenze richieste sono diametralmente diverse da quelle del passato con il risultato che la domanda è ormai diventata superiore all’offerta. Difficile reperire competenze. Per le aziende diventa quindi importante trattenere a bordo figure professionali con queste caratteristiche. E’ il fenomeno del talent retention su cui si devono confrontare quotidianamente le organizzazioni.
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di Piero Macrì Le aziende hanno, quindi, il compito importante di reperire e inserire in organico persone sempre più competenti su tecnologie che cambiano in modo molto rapido, garantendo formazione e aggiornamento costanti, per evitare ogni eventuale gap o rallentamenti nei piani di sviluppo. Quali le figure più richieste? Nell’ambito dello sviluppo vi è una fortissima attenzione sul mobile e cloud. Conoscere le tecnologie mobile e i nuovi linguaggi di sviluppo è del resto inevitabile, dato che oggi ogni applicazione di produttività deve essere disponibile anche su smartphone o tablet. E poi solution architect, una funzione completare alla prima, tesa alla creazione di infrastrutture a supporto delle nuove mobile apps, ed esperti in DevOps e metodologie di sviluppo agile, in quanto il ciclo del software necessita di rapidità di sviluppo ed è soggetto ad aggiornamenti e frequenti rilasci. In ultimo, data analyst con competenze nell’ambito del trattamento dei big data. In quest’ultima dimensione i data scientist
Mercato del Lavoro sono il profilo più difficile da reperire sul mercato. Esistono nuovi programmi di formazione, ma la complessità dell’argomento e i tempi lunghi per la formazione implicano che la battaglia per accaparrarsi questi talenti durerà a lungo. Da molte parti si osserva poi che il maggiore problema che si va oggi evidenziando non è tanto trovare specialisti in una particolare tecnologia, quanto piuttosto quelli in grado di fare lavorare insieme molte applicazioni diverse. Ma al di là delle competenze strettamente tecniche quali sono le attitudini che vengono preferite? In generale, alle competenze elevate in ambito tecnico, si richiede disponibilità al cambiamento, flessibilità, doti che consentano di accogliere cambiamenti tecnologici. Le aziende hanno bisogno di persone che siano competenti e preparate sulle tecnologie, ma che abbiano allo stesso tempo uno spirito di innovazione e pronto al cambiamento, che possa consentire di seguire l’evoluzione dei trend IT e di capire quindi come operare al meglio. Un’ulteriore richiesta nata da
questo nuovo contesto è la necessità di figure che sappiano interfacciarsi con responsabili di dipartimenti differenti, non solo appartenenti al segmento ICT. Sono esigenze che derivano, per esempio, dalla convergenza IT-OT. È fondamentale quindi che chi si occupa di tecnologia sia in grado di confrontarsi con altri manager non strettamente IT, di capire le loro esigenze e di poter rispondere in modo adeguato. Le competenze digitali non sono perciò tutto. Le persone oltre ad avere una forte propensione all’innovazione devono anche avere voglia di mettersi in gioco e acquisire ottime capacità di problem solving e di team working. E se da una parte si ricercano nuove competenze, dall’altra chi ambisce a trovare spazio sul mercato del lavoro deve sempre tenere presente che il cambiamento è l’unica certezza. Una delle sostanziali differenze rispetto al passato è data, infatti, da una maggiore volatilità delle competenze, che nascono, si sviluppano e muoiono con cicli molto più brevi delle tecnologie che hanno contraddistinto i primi anni 2000.
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Beckhoff Automation
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La soluzione Beckhoff-Vitrociset per la Cyber Security Industriale
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Dalla collaborazione delle due aziende nasce Cycube, una soluzione innovativa per risolvere specifiche vulnerabilità di Sistemi di Controllo Industriale (ICS), di Internet delle Cose (IoT) e di Reti Interne.
Mirko Vincenti, Infrastructure & Building Automation Manager
difici intelligenti e necessità di interconnessione legata alla domotica, all’IoT, alla modalità di progettazione condivisa dei sottosistemi, al fine di realizzare Building Management System (BMS) sempre più efficienti, sollevano crescenti problemi di Cyber Security che devono essere affrontati e risolti con alta professionalità e competenza. Non solo, in ambienti Industry 4.0 e con la progressiva e conseguente affermazione dell’IoT, diventa indispensabile mettere a punto sistemi per la protezione dei sistemi di controllo industriali basati su tecnologie SCADA, DCS e PLC. Sistemi, questi ultimi, che essendo stati originariamente progettati per monitorare processi locali e automatizzati non prevedevano una protezione dalle mi-
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nacce esterne. Oggi i sistemi SCADA sono invece interconnessi, gestiti in remoto e non più localmente, operano in ambienti aperti e sono vulnerabili alle minacce originate dall’interno e dall’esterno della loro rete. Il tema della Cyber Security è dunque di estrema attualità: ormai gli attacchi ai sistemi di domotica o di sicurezza informatica sono veramente all’ordine del giorno, basti pensare che le perdite economiche globali per le aziende in seguito agli attacchi informatici, compresi i costi di gestione, le spese per rimediare ai danni e la perdita di produttività e di immagine, ammontano a cifre altissime. Cresce sempre più la necessità di proteggere i cosiddetti “Industrial Control Systems”, che includono o sono basati su tecnologie SCADA, DCS e PLC. La situazione, sempre più critica, è aggravata dal fatto che questo tipo di sistemi è spesso presente nelle Infrastrutture Critiche di un paese. In questa ottica Beckhoff risponde con una soluzione integrata insieme a un partner di tutto rispetto in ambito Cyber Security, quale è Vitrociset SpA.
Product to Watch Una partnership per la nuova sicurezza Vitrociset SpA è un’azienda fondata nel 1992 grazie alla fusione di Vitroselenia SpA (industria elettronica e della difesa) con Ciset srl (soluzioni per il controllo del traffico aereo). Con circa 1000 dipendenti sul territorio nazionale e internazionale, offre soluzioni e prodotti leader nel campo della Difesa & Sicurezza, Spazio & Big Science, Trasporti e Infrastrutture. Tradizione e innovazione, talento e passione sono i principi che guidano Vitrociset nello sviluppo di soluzioni e nella fornitura di servizi a organizzazioni pubbliche e società private impegnate in aree critiche, dove la continuità operativa e la capacità di decidere tempestivamente richiede sistemi tecnologicamente avanzati che sono disponibili, affidabili, manutenibili e sicuri. La collaborazione tra le due aziende risulta vincente: l’espe-
rienza unica di Vitrociset in campo di Difesa e Sicurezza in combinazione con il Know How di Beckhoff, che, con la sua ampia offerta di soluzioni per automazione industriale, è ampiamente riconosciuto dal mercato a livello mondiale, consente di proporre un prodotto di alta qualità e ad alte prestazioni. Tale connubio ha unito la solidità del design tedesco della piattaforma HW ai vantaggi unici derivanti dall’esperienza Vitrociset in campo di Cyber Security. La soluzione Cycube Vitrociset, per fronteggiare le minacce in materia di sicurezza, ha creato un Centro di Competenza di Cyber Security e, insieme a Beckhoff, propone una soluzione innovativa e altamente tecnologica chiamata Cycube. Dalla sinergia tecnologica delle due aziende nasce dunque Cycube, oggetto preposto alla protezione di reti
La piattaforma hardware Cycube è basata sul PC industriale di Beckhoff C6015
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Beckhoff Automation di sistemi SCADA, per risolvere il problema ancora irrisolto degli attacchi cyber perpetrati dall’interno delle reti o tali da penetrare le tradizionali difese poste sul loro perimetro. Cycube è un prodotto sviluppato per soddisfare l’esigenza di proteggere i sistemi SCADA dagli attacchi informatici esterni e interni alle reti. Un singolo PLC o un’intera porzione di una rete ICS può essere protetto da Cycube, comprese le minacce originate dall’interno della rete stessa, caratteristica esclusiva di Cycube. Cycube, oltre a rafforzare le difese cibernetiche è anche di grande ausilio per la conformità alle normative EU applicabili alla Cyber Security quali il GDPR (General Data Protection Regulation, EU 679/2016) e la NIS (Network & Information Security, EU 1148/2016), anche stante la possibilità di registrare le anomalie o attacchi per cui la legislazione impone tempestiva comunicazione alle autorità di vigilanza preposte.Cycube è in grado quindi di risolvere problemi legati alla presenza di dipendenti infedeli o accesso alla rete da parte di personale non autorizzato; ad azioni non intenzionali condotte da personale autorizzato dall’interno della rete ma che ne inficiano la sicurezza; ad azioni erronee o all’utilizzo di strumenti inadeguati alle esigenze di sicurezza da parte degli amministratori di rete. La piattaforma hardware Cycube è basata sul PC industriale di Beckhoff C6015 che garantisce elevate prestazioni e installazione in spazi ristretti. L’IPC multi-core C6015, grande solo 82 x 82 x 40 mm, è difatti adatto a molteplici applicazioni industriali e dimostra ancora una volta la scalabilità della tecnologia di controllo basata su PC di Beckhoff. Nonostante la
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realizzazione estremamente compatta ed economica, l’IPC ultracompatto C6015 dispone di elevata potenza di calcolo della CPU Intel Atom con processori fino a quattro core e di un design compatto che, dotato di raffreddato passivo, in un alloggiamento in alluminio e zinco pressofuso, consente disponibilità a lungo termine. Inoltre il C6015 mostra tutta la sua estrema flessibilità per quanto riguarda il montaggio: è possibile sia il fissaggio verticale, sia orizzontale, sia alla parete posteriore del quadro elettrico, sia su guida DIN. Questo consente i più svariati scenari di montaggio anche negli spazi di montaggio più stretti, con un orientamento libero al livello di connessione, il che, considerando le dimensioni minime, rappresenta una caratteristica importante.
La soluzione Cycube per la protezione di ambienti industriali
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Piccolo formato, massima versatilità C6015: IPC ultracompatto
www.beckhoff.it/C6015 Con il PC industriale C6015 ultracompatto, Beckhoff amplia le possibilità applicative del controllo PC-based, offrendo un eccellente rapporto qualità-prezzo in un alloggiamento estremamente compatto. Dotato di CPU fino a 4 core, peso ridotto e flessibilità di installazione senza precedenti, il C6015 può essere utilizzato universalmente per compiti di automazione, visualizzazione, comunicazione e per applicazioni basate su EtherCAT. È inoltre IoT ready. Processore: Intel® Atom™, 1, 2 o 4 core Interfacce: 2 Ethernet, 1 DisplayPort, 2 USB Main memory: fino a 4 GB DDR3L RAM Housing: Lega pressofuso di alluminio e zinco Dimensioni (W x H x D): 82 x 82 x 40 mm
Installazione flessibile con montaggio a pannello posteriore o laterale.
Parma, 22 – 24 Maggio Padiglione 5, Stand L026 – M025
Security
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Nell’era delle minacce informatiche serve una difesa attiva Anticipare gli attacchi e le minacce, rispondere in tempo reale, impostare trappole per contenerli e proteggere le risorse in base al loro valore, può aiutare le aziende a fermare criminali informatici sempre più sofisticati. di Piero Macrì
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computer solo dietro pagamento di un riscatto - è un vettore di attacco che si è iniziato ad utilizzare in modo massiccio negli ultimi due anni e il suo utilizzo è incentivato dalle elevatissime opportunità di profitto.
A hard rain is gonna fall, profetizzava negli anni sessanta Bob Dylan in una delle sue più celebri canzoni. Se ai tempi il pericolo era quello di un fallout atomico oggi l’incubo è il crimine informatico. E il diluvio si manifesta con azioni massive e devastanti come nel caso di attacchi ransomware e Ddos. Wannacry ha per esempio messo sotto assedio strutture informatiche critiche come ospedali e impianti produttivi di circa un centinaio di Paesi in tutto il mondo. Russia e Uk le aree geografiche più colpite. Risparmiata l’Italia dove i danni sono stati marginali. Il ransomware - malware che rende virtualmente possibile riprendere il controllo dei propri
Nel caso dei due più importanti attacchi ransomware del 2017 si è trattato di una perturbazione prevedibile. All’inizio dell’anno tutte le aziende di security si erano espresse infatti molto chiaramente, affermando che il ransomware si stava imponendo come il malware più diffuso e temibile. “Il 2017 sarà l’anno del ransomware”, si era ripetutamente dichiarato. Così è stato. Si deve peraltro aggiungere come si è appreso dalle note informative rilasciate dalle security companies - che il malware era stato individuato in tempo utile e reso inoffensivo grazie a tempestivi aggiornamenti delle soluzioni di sicurezza. Gli innumerevoli episodi che si sono susseguiti a ritmo crescente negli utlimi cinque anni confermano l’estrema pericolosità delle attuali organizzazioni criminali e dimostrano che nulla deve essere
onostante tutte le risorse dedicate al miglioramento della sicurezza informatica, i livelli di minaccia continuano a crescere più rapidamente delle capacità di difesa. Gli attacchi perpetrati con ransomware - vedi gli episodi più eclatanti come WannaCry e NotPetya riscontrati nel corso del 2017 - sono casi esemplari.
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Security sottovalutato; che i sistemi informatici vanno protetti, attenuando i possibili rischi. E’ indispensabile, come spesso più volte affermato dagli esperti, mettere in atto tutte le misure più adeguate, aggiornando innanzitutto i sistemi di sicurezza perimetrale e di endpoint ed eliminando, dove necessario, il parco macchine non più difendibile, in quanto obsoleto o non più supportato da aggiornamenti. Come si afferma nell’ultimo Rapporto Clusit la situazione è diventata da allarme rosso, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche dal punto di vista qualitativo: “Mai avremmo potuto immaginare che nel giro di un così breve tempo la situazione avrebbe raggiunto i livelli di gravità che si sono oggi evidenziati. Senza mezzi termini, il quadro che emerge dai dati è disastroso, e siamo ormai giunti ad una condizione di costante, quotidiano allarme rosso”.
Molte delle organizzazioni meglio protette del mondo sono state attaccate negli ultimi anni. A causa della proliferazione dei botnet e alla facile condivisione degli strumenti sul dark web, gli hacker stanno acquisendo una comprensione sempre più profonda dei potenziali bersagli e di come violarne le difese, riducendo contemporaneamente i costi da sostenere per realizzare gli attacchi. L’aspetto positivo della situazione è che gli attacchi, come quello di WannaCry, hanno permesso di concretizzare una minaccia che è sempre sembrata lontana e astratta. Piuttosto che continuare in una posizione passiva, le organizzazioni devono adottare un modello di “difesa attiva”: dovrebbero anticipare gli attacchi, rilevare e rispondere in tempo reale, stabilire trappole e allarmi per contenere gli attacchi e adottare un approccio a più livelli per proteggere le risorse critiche.
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Security
Capire le sfide Nonostante l’ambiente e la modalità delle minacce cambino costantemente, il modo in cui le aziende hanno risposto è rimasto sostanzialmente lo stesso, e si possono identificare tre principali motivi per cui questo non è più sufficiente: La maggior parte delle organizzazioni non è impostata per contrastare gli errori dei dipendenti, una delle principali cause di violazioni. La propagazione di virus è infatti ancora largamente causata dall’apertura di e-mail apparentemente innocue o dal download di allegati dall’aspetto legittimo. È stimato che circa un terzo dei dipendenti tenda a cadere in queste trappole, e che circa il 15% di loro ripeterà l’errore. Le aziende devono monitorare l’intera rete e prevedere le possibili vulnerabilità. Ma la maggior parte delle organizzazioni non ha questa capacità. Le difese del perimetro e la crittografia non sono sufficienti, perché inutili qualora gli intrusi siano già all’interno. I criminali sanno che i migliori obiettivi sono ben difesi, quindi tendono a sfruttare i punti deboli nella rete di clienti e fornitori di un’azienda. Il livello di spesa richiesto è sostenibile da poche organizzazioni, quindi le organizzazioni IT sono quasi sempre sovraccariche e dotate di risorse insufficienti. Dopotutto, gli hacker hanno solo bisogno di un singolo strumento di attacco e di poche risorse focalizzate per centrare i propri obiettivi. Le organizzazioni IT devono invece stare attente a migliaia di potenziali minacce esterne provenienti da molteplici fonti. Devono essere in grado di filtrare le informazioni più pertinenti e avere una comprensione sufficientemente dettagliata di dove sono archiviati i loro dati più importanti e di cosa potrebbe metterli a rischio, per tentare di proteggerli in modo appropriato, il tutto continuando a supportare le esigenze dell’intera azienda. Cercare di gestire tutte queste richieste può portare a indecisioni e conflitti di priorità. Una risposta efficace richiede esperienza e capacità per rilevare, scoraggiare e difendersi da questi rischi.
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Security
Il modello di difesa attiva La difesa attiva consente alle organizzazioni di coinvolgere e deviare gli aggressori in tempo reale, combinando le risorse di intelligence e di analisi delle minacce all’interno della funzione IT. Negli ultimi anni, alcune grandi organizzazioni hanno applicato questo modello operativo per rafforzare le proprie difese. Adottare un modello più proattivo, quindi un processo basato sull’intelligence in grado di anticipare gli attacchi prima che si verifichino. È importante coinvolgere esperti di sicurezza informatica, in grado di monitorare un’ampia gamma di fonti. Rilevare e rispondere agli attacchi in tempo reale. La diagnosi precoce dipende anche dalla capacità di tracciare modelli di traffico e di comportamento degli utenti che si discostano dalla norma. Rilevare intrusioni e anomalie sono due approcci ampiamente utilizzati. I sistemi di rilevamento delle intrusioni identificano le intrusioni in base a modelli di attacco noti. I modelli di rilevamento delle anomalie funzionano al contrario, cercando comportamenti che si discostano dai tipici pattern di rete. Stabilire trappole e allarmi per contenere gli attacchi. I server e i sistemi esca sono un altro strumento che le aziende possono implementare come parte della loro difesa attiva, attirando gli attaccanti in un ambiente fittizio in cui possono essere studiati per ottenere ulteriori informazioni. È necessario però che siano sufficientemente convincenti da tenere gli intrusi all’interno abbastanza a lungo da permettere all’organizzazione di raccogliere informazioni utili. A lungo termine, le aziende devono costruire strati di difesa per tenere al sicuro le risorse più critiche dell’azienda. Le architetture ad anello consentono di archiviare i dati in diversi livelli a seconda del valore e della sensibilità di tali risorse. Ogni livello richiede una chiave specifica e un protocollo di autorizzazione per gestire l’accesso. La penetrazione in uno qualsiasi dei livelli attiva allarmi specifici. Insieme queste misure possono fare una profonda differenza. Una migliore intelligence e maggiore collaborazione possono aiutare le organizzazioni a sviluppare le capacità di difesa attiva di cui hanno bisogno per rispondere in modo più efficace a cyber-minacce sempre più pervasive e avanzate. 25
Siemens PLM Software
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Un ambiente integrato di soluzioni e software per il mondo industriale L’obiettivo di Siemens PLM Software è orientare i clienti nella definizione e realizzazione di una digital enterprise in grado di sostenere le sfide del nuovo mercato. Al centro di questa strategia una gamma completa di soluzioni end-to-end per soddisfare esigenze di produzione diversificate. Intervista a Federica Gilardi, Senior Marketing Manager di Siemens Industry Software.
Federica Gilardi, Senior Marketing Manager di Siemens Industry Software
Come si posiziona la vostra azienda nel settore in oggetto? Siemens PLM Software business unit della divisione Siemens Digital Factory, è leader mondiale nella fornitura di software, sistemi e servizi per la gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM, Product Lifecycle Management) e la gestione della produzione (MOM, Manufacturing Operations Management), con oltre 140.000 clienti in tutto il mondo. Con sede centrale a Plano, in Texas, Siemens PLM Software collabora con i propri clienti per offrire soluzioni software industriali che aiutano le aziende di tutto il mondo a conseguire un vantaggio competitivo sostenibile, realizzando le loro innovazioni.
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Quali sono gli ambiti applicativi e quali sono benefici tangibili che possono derivare dall’utilizzo delle vostre soluzioni? Siemens PLM Software ha ormai da alcuni anni un approccio consolidato per industry. I settori industriali nei quali siamo in grado di proporre soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate sono: Aerospace & Defence, Energy & Utilities, Automotive & Transportation, Industrial Machinery & Heavy Equipment, Consumer Product & Retail, Electronics & Semiconductors, Marine e Medical Device & Pharmaceuticals. In Italia, in particolare ci focalizziamo sui primi sei settori, in quanto gli ultimi due non hanno un bacino particolarmente ampio di aziende. In ogni specifico settore, siamo in grado di aiutare i nostri clienti a realizzare una digital enterprise sviluppando una soluzione software ad hoc in linea con le loro esigenze. Oltre dieci anni fa, infatti, abbiamo iniziato a costituire team di orientamento per settori specifici composti da gruppi clienti lungimiranti, considerati leader nei propri settori e innovatori nell’uso della nostra tecnologia.
Intervista Quali sono le caratteristiche differenzianti della vostra offerta? Siemens PLM Software è in grado di offrire una vera e propria Digital Enterprise Suite, che rappresenta il portfolio più completo e integrato di soluzioni e software per il mondo industriale esistente sul mercato. La nostra azienda è riconosciuta sia dal mercato che dagli analisti come un player di riferimento e come il fornitore con la più vasta gamma di soluzioni per la digitalizzazione end-to-end di aziende di produzione. In particolare, la proposta di Siemens PLM Software al mercato è da tempo basata sull’utilizzo esteso di modelli digitali o “digital twin”, ossia la possibilità di creare un gemello digitale non solo del prodotto, ma anche di tutti processi produttivi e di performance che sono l’essenza dei processi di trasformazione in chiave “Industria 4.0”. Uno dei vantaggi più significativi è il raccordo e l’integrazione tra le diverse soluzioni che Siemens ha nel proprio portafoglio e che coprono in modo integrato dalla fase di “concept”, con la gestione dei requisi-
ti, fino alla produzione e al service con la piattaforma di Cloud industriale Mindsphere e di Data Analytics Omneo. Un altro importante differenziatore viene dal nostro modello di business ed approccio al mercato che ci vede non solo come fornitore di applicazioni software, ma anche partner dei clienti nell’implementazione delle applicazioni stesse. Siemens PLM Software supporta i propri clienti attraverso la propria struttura di Professional Services che svolge un ruolo consulenziale molto importante fornendo linee guida e best practice che sono supportate da consolidate metodologie progettuali. I nostri clienti possono contare su un impegno di Siemens PLM Software mirato allo sviluppo a lungo termine delle loro attività e del loro business. La tutela dei loro investimenti ora e in futuro è uno dei cardini su cui poggia la nostra strategia aziendale che mira a creare valore aggiunto, permettendo agli utenti di aumentare la produttività in ogni fase del processo di sviluppo e realizzazione dei prodotti.
Siemens PLM Software
Gli ingredienti Siemens per l’impresa digitale Tutte le industrie sentono la pressione della trasformazione digitale. Per alcune, il rischio di perturbazioni del mercato minaccia la loro stessa esistenza, mentre per altre crea opportunità di crescita senza precedenti. Le aziende manifatturiere devono adattarsi al cambiamento. La chiave per essere in grado di innovare e rimanere competitivi è sfruttare le tendenze tecnologiche che stanno trasformando l’industria e modellando l’impresa digitale. Teamcenter di Siemens PLM Software, la piattaforma PLM più diffusa al mondo, offre un ambiente collaborativo per lo sviluppo prodotto, permettendo ai team sparsi in tutto il mondo di lavorare insieme facilitando una produzione flessibile su scala globale e consentendo alle aziende di sfruttare il know-how all’interno del processo di sviluppo prodotto. Grazie a Teamcenter, le aziende possono collaborare a livello globale con i fornitori, collegando senza interruzioni il loro lavoro all’interno del ciclo di vita indipendentemente dalla loro posizione geografica e ridurre il time-to-market. Per quanto riguarda la produzione, Siemens PLM Software mette a disposizione la soluzione Tecnomatix, una suite di digital manufacturing, in grado di aiutare i progettisti a realizzare innovazione sincronizzando ingegneria di prodotto, ingegneria di produzione e la produzione. Tecnomatix permette l’innovazione dei processi, collegando la progettazione a tutte le discipline legate alla produzione, incluse le attività di progettazione dei processi e simulazione, e quelle di gestione della produzione. NX trasforma l’intero processo di sviluppo prodotto con soluzioni integrate di progettazione, simulazione e produzione ad alte prestazioni.
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FOCUS
Supporta ogni aspetto dello sviluppo prodotto, dall’ideazione del progetto all’ingegnerizzazione alla produzione, NX è molto più di un set di strumenti integrato CAD/CAM/CAE in quanto rende anche possibile la collaborazione tra progettisti, ingegneri e personale dell’intera azienda, tramite la gestione integrata dei dati, l’automazione dei processi, il supporto decisionale e altri strumenti intesi a perfezionare i processi di sviluppo. Il portfolio Simcenter combina funzionalità uniche, come simulazione dei sistemi, CAE 3D e test per supportare nella previsione anticipata delle prestazioni su tutti gli attributi critici e per l’intero ciclo di vita dei prodotti. Abbinando simulazioni basate sulla fisica a informazioni ricavate dall’analisi dei dati, Simcenter permette di ottimizzare, progettare e offrire innovazioni in tempi più rapidi e con maggior fiducia. Grazie a Simcenter, Siemens PLM Software aiuta le aziende ad abbracciare un approccio basato appunto sull’ingegneria predittiva (predictive engineering). Solid Edge costituisce, invece, il portafoglio di strumenti software a prezzo accessibile, facile da usare che affronta tutti gli aspetti del processo di sviluppo prodotto - progettazione 3D, simulazione, produzione, gestione del design e molto altro grazie a un crescente numero di app. Solid Edge combina la velocità e la semplicità di modellazione con la flessibilità e il controllo della progettazione parametrica - resa possibile con la tecnologia sincrona. Siemens PLM Software è infine impegnata anche nella gestione delle operazioni di produzione, chiamata anche MOM (Manufacturing Operations Management). La proposta dell’azienda si traduce in una suite completa di soluzioni MOM che collega il PLM all’automazione fornendo la possibilità di adottare strategie per ottenere una completa digitalizzazione e integrazione dei loro processi e cicli di vita di produzione.
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Tech Economy
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La tecnologia blockchain si estende al mondo IoT Una nuova ricerca di Kaleido Insights rivela che le tecnologie blockchain possono aiutare le implementazioni IoT a estendere i limiti di scalabilità, in termini sia di sicurezza sia di monetizzazione.
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nche se è una tecnologia ancora agli albori, le aziende dovrebbero cominciare a interessarsi ai ledger distribuiti. Secondo lo studio The Internet of Trusted Things, - progetto di ricerca durato un anno e mezzo, durante il quale sono stati esaminati casi d’uso di tecnologie blockchain al di fuori del mondo dei servizi finanziari - l’architettura riferibile alla tecnologia blockchain permetterebbe di supportare soluzioni IoT sicure e scalabili. Se in prima battuta l’architettura a supporto del bitcoin è diventato il paradigma attraverso il quale interpretare il mercato fintech o la trasformazione digitale del mondo bancario, vediamo che ora l’attenzione e l’applicabilità si estende ad ambiti operativi del tutto diversificati dove esiste l’esigenza di implementare soluzioni di sicurezza in merito all’identità e agli accessi, anche in ambito IoT. Ricordiamo a questo proposito che l’architettura cui fa riferimento la blockchain è una rete peer to peer che permette di mettere in condivisione un registro delle
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di Piero Macrì transazioni (Distributed Ledger) tra tutte le parti (nodi) che interagiscono nel network senza che vi debba essere una parte terza che agisca come certificatore, in quanto questa funzione è embedded by design. Ragionando in termini di soluzioni di sicurezza ciò significa che l’utilizzo di soluzioni blockchain rende implicito by design la gestione degli accessi e delle identità. In Italia una esperienza in questo senso è quella che può essere raccontata da Uniquid. Da una prospettiva IoT, la supply chain, la logistica e la movimentazione delle merci, nonché i veicoli a guida autonoma e monitoraggio e utilizzo di sistemi di produzione, sono diventati le aree più importanti per la convergenza di blockchain e IoT. Ciò che ancora manca, sono protocolli comuni per soddisfare gli attributi unici degli ambienti IoT e l’esecuzione di blockchain, tra cui interoperabilità, sicurezza, scalabilità, autenticazione dell’identità ed esecuzione di contratti intelligenti su più catene. La risposta che il mercato sta dando a questa necessità è quella di creare consorzi mirati a promuovere ambienti collaborativi per lo sviluppo
Tech Economy di questi standard. Per ora, i consorzi, che comprendono fornitori e utenti finali, stanno lanciando progetti pilota con pochi partecipanti per verificare il potenziale dell’IoT e della convergenza blockchain. Ad esempio, IBM sta lavorando con importanti aziende come Walmart, Dole e Nestlé su un pilota basato su blockchain per consentire una migliore visibilità nella catena di approvvigionamento alimentare globale. SAP sta lavorando per integrare le tecnologie blockchain nel suo software di supply chain, partendo da cinque prodotti diversi. Quando si parla di ‘tokenizzazione’ dei dati condivisi su una blockchain, l’entusiasmo per la criptotecnologia non è mai stato più caldo. Ci sono
un sacco di criptovalute che vale la pena monitorare, ma per le aziende la questione della tokenizzazione dovrebbe essere focalizzata su come sfruttare questa tecnologia a supporto delle micro transazioni che una macchina potrebbe generare o utilizzare per trasmettere dati. Se il futuro del bitcoin e più in generale della sostenibilità delle criptovalute è del tutto imponderabile - per il momento appare un fenomeno meramente speculativo, privo dei fondamentali e delle regolamentazioni che sostengono le dinamiche valutarie tradizionali - una cosa appare sempre più certa: la progressiva affermazione della blockchain come architettura tecnologica pervasiva a supporto delle identità e degli accessi.
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GMDE
Migliorare la comunicazione con l’omnicanalità di GMDE
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Grazie alla facilità di fruizione data da un archivio centralizzato e dalla sua semplicità di utilizzo e di integrazione con i sistemi aziendali esistenti, la soluzione permette di configurare infiniti canali di comunicazione, gestire la pubblicazione in multilingua e ridurre al minimo le possibilità di errore.
Carlo Caporizzi, CEO di GMDE, System Integrator e Solution Provider
uando si parla di omnicanalità l’elemento che si trova al centro di tutto non è l’azienda stessa ma il cliente finale, un cliente che vuole scegliere di informarsi e/o acquistare attraverso il canale a lui più congeniale. Dall’altra parte però, il personale che si deve occupare di mantenere aggiornati tutti i canali aziendali utilizzati dai clienti, ha la necessità di gestire l’informazione ottimizzando i tempi e riducendo la possibilità di errore. Con l’aumento dei canali di pubblicazione a disposizione delle aziende (si pensi che fino a qualche anno fa il consumatore era raggiunto, al massimo, attraverso la televisione, la radio e la carta stampata), sono cresciute la difficoltà di controllare la coerenza delle informazioni pubblicate e la quantità di tempo necessario per la loro gestione. Tutto ciò
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ha dato vita a nuove problematiche reali quali informazioni in formato digitale che essendo residenti sui diversi computer o tablet aziendali possono venire smarriti, la mancanza di tempestività nell’aggiornamento delle informazioni al pubblico, può portare alla vendita di grandi quantità di prodotti ad un prezzo svantaggioso per l’azienda, o anche generare un disagio per il cliente finale che a seguito dell’acquisto non riceve il prodotto desiderato o peggio nemmeno l’assistenza adeguata a questo e altri tipi di situazioni. Per ovviare a tutto ciò e quindi essere gestita al meglio, la comunicazione omnicanale deve pretendere tre cose fondamentali dalle soluzioni utilizzate: coerenza, velocità e flessibilità. Coerenza del dato Scontato è che i dati aziendali non debbano mai essere duplicati in più database o istanze, in modo che quelli pubblicati, che decidiamo di mettere a disposizione dei nostri utenti, finali o della rete vendita a ogni livello, rimangano assolutamente sempre congruenti con quelli presenti all’interno dell’azienda. Una connessione attiva tra il gestionale azien-
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dale, il sistema di information management proposto da GMDE e il sito web o di e-commerce, in cui vengono proposti i prodotti, permette di non avere nessuna interferenza fra la progettazione di un prodotto e la sua messa a disposizione sul sito con le informazioni relative allo stesso. Viaggiando nel tessuto produttivo nazionale GMDE ha potuto constatare che molto più frequentemente da quanto si possa immaginare, le aziende comunicano al loro interno con scambi infiniti di email. Email in cui, ad esempio, la parte progettistica comunica variazioni di informazione sui prodotti agli addetti alla comunicazione. Email in cui questi ultimi richiedono dettagli oppure modifiche alle agenzie che curano l’impaginazione dei cataloghi. O ancora, quando si passa a gestire le informazioni sulle traduzioni delle descrizioni dei prodotti e richieste delle foto o video degli stessi… un mare di comunicazioni in cui tutto è confusionario, assolutamente non gestibile e per ultimo nemmeno tanto sicuro, se pensiamo anche all’avvento del GDPR fra poche settimane. Dall’invio della mail in cui si comunica una variazione, alla modifica della stessa può accadere di
tutto: messaggi non letti, confusione sul prodotto realmente modificato, mancata tempestività nel recepire le modifiche, fino all’erronea ribattuta di un valore. In merito a questo stato di reale confusione, ecco un esempio, forse un pochino fuori dal contesto di questo dossier, della capacità di GMDE di essere flessibile e poliedrica nella soluzione di problematiche che presuppongo l’analisi e l’ottimizzazione dei flussi produttivi: GMDE è di supporto da anni nella maggioranza dei centri stampa di quotidiani italiani in cui, a causa della costante riduzione delle copie stampate e del aumentare delle testate prodotte per compensare il fatturato, l’intervento umano è stato via via sempre più considerato “dannoso”. Si è quindi deciso di affidare la movimentazione delle lastre di stampa alle macchine e rendere automatizzati tutti quei processi che prima venivano affidati all’uomo, processi fra cui i controlli di registro e di qualità di stampa. Alle persone è stato demandato il controllo e la supervisione di questi sistemi, per una maggiore professionalità e qualità del lavoro. Come nei centri stampa o nelle redazioni, anche qui la proposta di GMDE è quella di ridurre al minimo le operazioni ripetitive e quindi le possibilità d’errore in carico al personale, lasciando spazio alla creatività e alla innovazione nella comunicazione. Abbattimento del time to market Complici la velocità a cui viaggiano le informazioni nel web e i touch point scelti dai clienti per tenersi informati, il tempo per l’aggiornamento dei canali di pubblicazione è sempre più ridotto al minimo. La variazione di prezzo o la rimozione di un prodotto dal mercato possono infatti determinare la buona 33
GMDE riuscita di una vendita, se fatte nel momento corretto e su tutti i canali in cui il prodotto è pubblicato. Anche in questo caso GMDE è stata testimone di un esempio lampante. Chiudere la vendita di una quantità rilevante di uno stesso prodotto per una catena di alberghi, può diventare un incubo quando si scopre che quel prodotto è stato ritirato dal mercato ma l’area riservata alla forza vendite non era ancora stata aggiornata al momento della creazione dell’offerta. Flessibilità di configurazione Organizzare tutti i dati aziendali all’interno di un repository centralizzato, alimentato dai gestionali interni e da lì pubblicare su tutti i canali configurati è un processo alla portata di tutti. Le informazioni più importanti di un prodotto possono essere principalmente le caratteristiche tecniche, il prezzo e la giacenza disponibile.
Nella maggior parte dei casi queste tre tipologie di informazioni arrivano da fonti diverse. Metterle insieme per poi pubblicarle sul sito web, nella app aziendale o per la produzione di un catalogo cartaceo è un procedimento che GMDE conosce bene. L’editoria, campo in cui GMDE opera da 25 anni, ha anticipato le aziende nella gestione dell’informazione. Contributi redazionali che arrivano da collaboratori e reporter esterni alla redazione, materiale pubblicitario e foto o video, sono convogliati in un archivio da cui poi vengono ripubblicati nell’edizione cartacea, sul sito web, sullo sfogliatore digitale. Con alcuni progetti aperti e altri in fase di analisi, GMDE è in grado di confermare l’alta flessibilità di configurazione della piattaforma dedicata alla comunicazione in omnicanalità. Flessibilità legata alla fonte dei dati, alla loro strutturazione e alla gestione dei canali di pubblicazione esistenti e/o futuri.
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Chi è GMDE GMDE è fornitore di soluzioni dedicate alla gestione della comunicazione. Un’esperienza di 25 anni maturata all’interno delle maggiori redazioni italiane, sia quotidiane che periodiche, e a fianco degli operatori dei centri stampa ha portato GMDE alla consapevolezza di saper supportare le aziende nella gestione e nella comunicazione delle informazioni. Come per l’editoria, dove lo sviluppo di canali di comunicazione differenti ha reso infatti necessaria una gestione centralizzata delle informazioni, così anche le aziende devono operarsi per rendere coerenti i dati pubblicati riducendo la possibilità di errore. Pubblicare in modo tempestivo le informazioni relative ai prodotti presenti in azienda su tutti i canali di comunicazione configurati (sito web, catalogo cartaceo, app e video ad esempio) è una operazione che comporta un grande dispendio di tempo e un alto rischio di errore. GMDE offre il suo supporto sia alle aziende che hanno già iniziato la loro trasformazione digitale sia a quelle che stanno ancora valutando come e cosa fare per rendere il loro cambiamento più indolore possibile. La proposta di GMDE inizia infatti da un’accurata analisi della situazione attuale aziendale utile per capire quali siano le fasi di introduzione della soluzione, integrando automazione nei processi di lavoro aziendali senza interrompere l’operatività giornaliera e senza creare aggravio di lavoro per gli operatori coinvolti durate l’implementazione del progetto stesso. Valore aggiunto di GMDE è inoltre quello di affiancare le aziende durante l’integrazione delle nuove soluzioni fino alla loro messa in produzione e, a seguire, un’adeguata assistenza per ogni eventuale necessità.
GMDE è anche: “Publishing” grazie a nuovi sistemi per la gestione dei contenuti, possibilità di pubblicare in multicanalità e di gestire sinergie in ambito multimediale che aiutano ad organizzare al meglio il lavoro di redazione. Integriamo le migliori applicazioni in un flusso unico di lavoro, dalla pianificazione del timone editoriale e pubblicitario, all’acquisizione dei contenuti e impaginazione, fino alla pubblicazione multicanale. “Printing” con soluzioni selezionate fra le migliori realtà del settore, proposte per ridurre i tempi di produzione e i costi di gestione, ma con un maggiore controllo qualità, sempre più integrate e solide con supporto 365 giorni l’anno e tecnologie sempre aggiornate per supportare qualsiasi tipologia di stampa, da quella in rotocalco a quella commerciale.
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Security
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Come creare un efficace piano di security per l’Industrial IoT
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Definire processi che consentano di individuare, proteggere e garantire la resilienza dei sistemi. La necessità di un approccio tecnico e insieme organizzativo che vede nella collaborazione IT e OT la chiave del successo. di Piero Macrì
li ambienti di produzione sono sempre più interconnessi, una tendenza che si va via via estendendo in virtù dell’applicazione della logica IoT al mondo industriale, che implica l’acquisizione di dati per la gestione e controllo real time dell’operatività così come una massiva elaborazione degli stessi in infrastrutture e piattaforme cloud dedicate. Uno scenario che rende necessario impostare una politica di sicurezza coerente con le nuove coordinate tecnologiche. Obiettivo non semplice poiché, tranne che per eccezioni, l’ambiente di produzione è sempre stato poco propenso a definire regole e metodi così come invece si è andato nel tempo realizzando nella parte più propriamente informatica o business delle organizzazioni. Perché un cambiamento possa concretizzarsi devono cambiare le regole del gioco all’interno delle strutture organizzative delle aziende. Significa che i responsabili delle operation devono trovare un terreno comune di discussione con la componente IT, andando così a creare le premesse per l’applicazione
di una logica di sicurezza trasversale a tutte le componenti d’impresa. Nel corso dell’ICS Forum è stato questo il tema centrale su cui si sono alternate le riflessioni, i commenti e le esperienze di utenti e fornitori. Andrea Zapparoli, membro del Clusit è stato lapidario: “Continuiamo a riscontrare un progressivo aumento dei vettori di attacco e una sempre più elevata capacità delle organizzazioni nel mettere a rischio assett e risorse aziendali, fenomeno che si è andato amplificando nel corso degli ultimi anni e che sta interessando settori di industry, una volta immuni da rischio”. Il messaggio è chiaro: “Nelle imprese deve affermarsi una nuova cultura e la consapevolezza che la sicurezza non può e non deve essere considerata un costo, ma un investimento strategico per la sostenibilità dell’IoT Industry”. Un commento su cui sono pienamente allineati i fornitori di soluzioni di sicurezza che hanno partecipato a ICS e che ricordano come l’investimento in sicurezza debba essere visto come un abilitatore della business continuity. “In uno scenario di totale connessione
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Security
come quello delineato dall’Industry 4.0 si deve sempre e comunque orientare l’operatività in base a un modello security first. La sicurezza non può e non deve essere un collaterale dell’ambiente di produzione – ha sottolineato Roberto Zuffada di Siemens - ma deve essere embedded a livello applicativo ed operativo”. Traslare l’approccio IT al mondo Operational non è immediato. In termini di sicurezza le componenti d’infrastruttura tradizionali devono essere pensate ad hoc così come la gestione degli aggiornamenti del software necessita di un adattamento ulteriore che spesso – come testimoniato da ABB - deve prevedere una certificazione mirata prima che
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il nuovo codice possa essere immesso in ambiente di produzione. Una considerazione ulteriore, emersa nelle più diverse discussioni che si sono svolte nel corso della giornata milanese è che le componenti di Operational Technology presenti nelle grandi infrastrutture non sono sempre e comunque di ultima generazione. Nella gran maggioranza dei contesti operativi ci si confronta con apparati tra i più diversi, spesso incompatibili con il ciclo di vita del software. Significa avere in casa sistemi che utilizzano embedded sistemi operativi che non sono più supportati e non possono essere aggiornati con patch di sicurezza in grado di contrastare virus e malware di ultima generazione, per non parlare di attacchi zero day.
Security In definitiva, tecnologie ethernet e Ip fanno ormai parte di un mondo diventato sostenibile, tecnologicamente ed economicamente, anche nel perimetro OT. Per grandi infrastrutture come Enel, si è rivelata per esempio strategica e indispensabile l’adozione di un framework di sicurezza che è stato definito in base a una collaborazione costante e coerente tra IT e OT e che sottende un superamento della logica a silos, non più sostenibile alla luce dell’evoluzione del mercato. “Devono essere definiti processi che servono a individuare, proteggere e garantire resilienza ovvero capacità di ripristino delle condizioni originali dei sistemi in tempi rapidi, adottando un approccio tecnico e insieme organizzativo”, afferma Gian Luigi Pugni di Enel.Quello che emerge è che l’Operational Security deve poter essere codificata in veri e propri processi e policy aziendali. Tuttavia
non basta mettere in atto processi e tecnologia. Si deve sempre ragionare in termini di riduzione e attenuazione del rischio poiché la sicurezza tout court è un’utopia. Ecco, quindi, la necessità di poter disporre di soluzioni di monitoraggio a tutti i livelli in grado di supervisionare l’intero spetto delle soluzioni complessive d’infrastruttura. Indicazioni, queste ultime, che però si rivelano applicabili soprattutto in infrastrutture complesse ed estese. Diverso il discorso - non tanto da un punto di vista logico, ma applicativo - che può essere attuato in ambienti di piccole e medie dimensioni dove, al di là delle soluzioni tecnologicamente più appropriate, vale innanzitutto la capacità di diffondere la consapevolezza dei rischi abilitando regole di comportamento e di buon senso che non possono essere però lasciate alla spontaneità o volontà dei singoli.
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HMS Industrial Networks
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Con HMS la comunicazione cloud è sicura ed efficiente La tecnologia Industrial IoT di HMS permette di implementare soluzioni per l’ambiente di produzione sfruttando i vantaggi della logica as a service del cloud.
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a proposizione di nuovi modelli di business basati sui dati trova difficoltà ad essere implementata in modo efficace. Certo, il cloud ha un valore innegabile in quanto permette, attraverso modalità pay-per-use, di gestire i dati raccolti in ambiente di produzione per ottimizzare i processi di riferimento o per abilitare funzioni e servizi di manutenzione predittiva. Eppure, nonostante gli espliciti vantaggi, molti utenti continuano a sollevare perplessità per quanto riguarda la sicurezza in termini di trasmissione e protezione dei dati. HMS Industrial Networks si è da anni impegnata nello sviluppo di soluzioni per la connettività industriale (certificate ISO 27001 e STAR - Security Test Audit Report) e sono ormai numerosi i prodotti che permettono una comunicazione cloud sicura sia per impianti nuovi che esistenti. Le ultime novità riguardano i moduli di comunicazione Anybus - che supportano anche protocolli OPC UA e MQTT - nonché il gateway IIoT eWON Flexy 205, tecnologie che mettono gli utenti nella condizione di implementare soluzioni abilitanti il monitoraggio e la manutenzione predittiva degli impianti.
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Nell’Industrial Internet of Things si parla meno di cose e più di dati
Product to Watch Molti vantaggi gliato, ma attendere e restare inattivi è la Durante la produzione, nell’impianto peggiore scelta che si possa fare. Anche fluisce un volume enorme di dati che, nella comunicazione cloud vale infatti il opportunamente raccolti e analizzati, proverbio “Chi dorme non piglia pesci”. permettono di ottimizzare i processi di Certo, esiste sempre il rischio di scegliere produzione. Per i costruttori di macchi- la tecnologia sbagliata, ma acquisendo ne la memorizzazione sul cloud e l’ana- competenza e conoscenza è possibile rilisi dei dati danno inoltre la possibilità durre questi rischi e acquisire una nuodi adattare i cicli di manutenzione in va posizione competitiva nei confronti maniera ideale alle esigenze degli utenti, della concorrenza. Un’altra difficoltà rendendo altresì possibile il monitorag- iniziale sta nel fatto che negli impianti gio remoto. In questo modo è possibile industriali si utilizzano unità di controllo e bus di rete evitare molti arcompletamente resti degli imdiversi e trovare pianti o quanto HMS è da anni impegnata una soluzione meno ridurre nello sviluppo di soluzioni adeguata per la drasticamente i per la connettività comunicazione tempi di downindustriale (certificate ISO 27001 e cloud non è per time. Non solo. STAR Security Test Audit Report) niente facile. Un Grazie alla loe sono ormai numerosi i prodotti che freno all’utilizgica di utilizzo permettono una comunicazione cloud zo del cloud è applicativo paydettato inoltre per-use i fornisicura sia per impianti nuovi che dai costi che si tori di servizi o esistenti. devono sostenedi strumenti di re, ma a questo lavoro possono proposito è bene ricordare che gli invegarantire ai consumatori di pagare solo per l’effettivo utilizzo. Altri vantaggi che stimenti nelle soluzioni di comunicaziosi possono ottenere riguardano i riforni- ne vengono ampiamente ripagati con un menti di beni di consumo in quanto è aumento immediato dell’efficienza. possibile attivare in modo automatizzato gli ordini, rendendo così più efficiente la Siamo veramente sicuri? logistica. La trasmissione dati sul cloud è davvero sicura? Non si corre il rischio di rendere Molte riserve gli ambienti di produzione un bersaglio A produttori di apparecchi, costruttori per gli hacker? A chi appartengono i dati di impianti e macchine, e integratori di di processo? Al gestore dell’impianto o al sistemi i vantaggi di implementare servizi costruttore delle macchine e del disposie sistemi che possano sfruttare la potenza tivo o agli integratori di sistemi? Per podel cloud appaiono chiari, ma continua ter dare delle risposte a queste domande, a esistere una serie di perplessità. Molti HMS ha costantemente migliorato la hanno paura di puntare sul cavallo sba- propria tecnologia di comunicazione
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HMS Industrial Networks industriale, ottenendo infine le certificazioni ISO27001 e STAR (Security Test Audit Report) e dando così agli utenti la certezza che i dati vengano trasmessi e memorizzati in modo davvero sicuro. Soluzioni pratiche per gli impianti nuovi ed esistenti I gateway IIoT eWON Flexy di HMS possono essere utilizzati sia in impianti nuovi che esistenti in quanto si adattano alle diverse unità di controllo: non solo dominano i nuovi standard di comunicazione - OPC UA, MQTT o TSN - ma comunicano anche attraverso gli standard di comunicazione precedenti (ad es. MPI) permettendo così di integrare
le diverse unità di controllo nel progetto complessivo. Ai produttori di macchine, grazie alle nuove soluzioni multiprotocollo della famiglia Anybus CompactCom, HMS offre invece la possibilità di sfruttare il protocollo OPC UA e MQTT in aggiunta alla comunicazione in tempo reale tramite PROFINET ed EtherNet/IP. E’ possibile inoltre procedere all’aggiornamento dei singoli dispositivi ai moderni standard di comunicazione mediante la semplice sostituzione del modulo. Il tutto consente da un lato di ottenere una comunicazione in tempo reale e dall’altro di assecondare l’integrazione nei sistemi IT industriali mediante un collegamento Ethernet.
Comunicazione IIoT per l’installazione a posteriori: Il modulo di comunicazione Anybus supporta ora anche l’OPC UA e MQTT
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Product to Watch Gateway IIoT per la costruzione delle macchine Il router eWON 205 Flexy è un gateway versatile per l’Industria 4.0 e l’IIoT (Industrial Internet of Things). Il gateway è appositamente progettato per i costruttori di macchine che desiderano offrire ai propri clienti un valore aggiunto rispetto all’accesso remoto tradizionale utilizzando i dati della macchina. Tra le funzioni vi sono la gestione degli allarmi, il rilevamento dati delle macchine nonché la storicizzazione dei dati. Inoltre il router può rilevare importanti indicatori di performance (KPI) per l’analisi e la manutenzione predittiva. Dotato di serie di un collegamento Ethernet, all’occorrenza possono essere inserite due schede di espansione aggiuntive (ad esempio per Wi-Fi, LTE, MPI, seriale ecc.). Inoltre è possibile l’integrazione dei dati nei propri sistemi o piattaforme cloud mediante interfacce di programmazione (API). Anche lo scripting HTTPS o MQTT sono opzioni, solo per citare alcuni dei protocolli supportati. Interfaccia embedded con OPC UA e MQTT La famiglia di soluzioni embedded Anybus CompactCom supporta anche il protocollo IoT OPC UA e MQTT. In questo modo i produttori di dispositivi e i costruttori di macchine che utilizzano Anybus CompactCom, hanno la possibilità di scambiare dati in modo sicuro in ambito Industria 4.0 o IIoT. Ma il modulo CompactCom offre altre possibilità di collegamento dell’hardware industriale ai sistemi IT e IoT offrendo supporto per servizi web, e-mail e FTP. Per gli utenti
che hanno esigenze particolari in termini di comunicazione tra produzione e IT, CompactCom – grazie all’interfaccia Socket ed il canale Ethernet trasparente – offre la massima flessibilità e adattabilità rispetto alle funzioni IT – permettendo di continuare comunque a gestire l’intera comunicazione con la rete di produzione industriale.
Ideale per i costruttori di macchine e i gestori di impianti: Il nuovo gateway IIoT eWON Flexy 205
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Focus
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MaaS, l’infrastruttura industriale diventa cloud-based
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Si va progressivamente affermando un diverso paradigma di infrastruttura industriale che deriva dalla possibilità di gestire remotamente un insieme di risorse attraverso il controllo che viene abilitato dai dati IoT. Il cloud diventa il mezzo attraverso il quale realizzare questa inversione di rotta, rendendo possibile una diversa logica di investimento - pay-per-use - che riduce drasticamente il costo di accesso a importanti tecnologie.
ttraverso analisi selettive una componente sempre più ampia di workload applicativi ha intrapreso la strada verso il cloud, andando ad alimentare la capacità computazionale fruibile in una logica as a service. Un processo che implica il passaggio da investimenti CAPEX a investimenti OPEX così come l’outsourcing della gestione della manutenzione e aggiornamento tecnologico, rendendo così le aziende più flessibili in termini di provisioning infrastrutturale. Accanto alla dimensione computazionale si va contemporanemaente affermando la dimensione dei dati, il cui driver è il big data, ovvero la possibilità da parte delle aziende di convogliare in cloud grandi quantità di dati da elaborare in forma innovativa per riuscire a estrarre da essi nuova conoscenza utile allo sviluppo del business. Tendenza quest’ultima che viene amplificata dall’affermazione dell’Internet of Things, ovvero dalla
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di Piero Macrì
Focus metabolizzazione in rete di oggetti di ogni genere e grado equipaggiati con sensori che consentono di inviare dati e informazioni sul proprio stato operativo. E’ uno scenario, quello di cui sopra, che è ormai diventato realtà per tutte le organizzazioni il cui approccio si differenzia soltanto in termini di percentuale di utilizzo chi più chi meno - in quanto è ormai più che assodato che una quota di servizi in cloud è un tratto comune in tutte le organizzazioni. All’interno del perimetro aziendale rimangono strutture IT importanti - legacy e non - destinate a essere progressivamente
neutralizzate dal coud. E quel che rimane viene re-ingegnerizzato secondo le nuove regole architetturali software defined di nuova generazione che vanno a comporre quel che comunemente viene definito come cloud privato, in antitesi alla dimensione pubblica off-premise. Si afferma un mondo ibrido in cui convivono - in virtù di esigenze applicative e di valutazioni economiche - risorse server e di storage fisiche e virtuali, declinate nelle forme private o pubbliche as a service. In sintesi si tende ad affermare l’informatica come servizio, declinabile a livello Software, di Infrastruttura e
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Focus di Piattaforma che contiene in sè tutti gli elementi abilitanti lo sviluppo e la gestione di applicazioni e servizi.
dipendenti da un investimento in conto capitale, acquisendo al tempo stesso una logica più aderente alle evoluzioni delle singole realtà aziendali. Quello che ci si inizia ora a domandare è se sarà mai possibile proiettare una stessa identica fruizione infrastrutturale al mondo dell’Operational Technology ovvero a quella dimensione infrastrutturale fatta di sistemi e macchinari dedicati alla produzione di beni industriali e di consumo.
I driver di mercato Quali i driver primari dell’affermazione del cloud? Se in un primo tempo tutta l’attenzione era focalizzata sulla possibile riduzione dei costi, oggi il cloud viene visto in primis come un acceleratore della velocità del business, ovvero come una modalità di messa in esercizio delle applicazioni che assicura rapidità di MaaS, da prodotto implementazione e flessibilità di utilizzo a servizio senza dover essere La questione ha Se in un primo dipendenti da un assunto una sua tempo tutta investimento in conto precisa connotazione l’attenzione era capitale, acquisendo nella formulazione focalizzata sulla posssibile al tempo stesso una del termine riduzione dei costi, oggi il logica più aderente Manufacturing As A cloud viene visto in primis alle evoluzioni Service (MaaS) e sta come un acceleratore della future. L’aderenza diventando oggetto di a questo modello velocità del business, in grado discussione, non solo varia in funzione e non più in quelli di aiutare le aziende nel della specificità che possono essere percorso evolutivo digitale. di ogni singola considerati i salotti organizzazione: se si buoni dell’innovazione parte da tabula rasa, tecnologica, vale a vedi start-up, il modello d’infrastruttura dire centri ricerca e università, ma nel sarà nativamente as a service, se al mondo reale. Da parte dei fornitori contrario ci si confronta con realtà significa pensare di rendere sostenibile aziendali con una storia pregressa sarà da un punto di vista business l’utilizzo uno scenario ibrido a prevalere. Se in di un’infrastruttura in modalità as un primo tempo tutta l’attenzione era a serivce, ovvero in funzione del suo focalizzata sulla posssibile riduzione dei utilizzo: non vendo la macchina, vendo costi, oggi il cloud viene visto in primis il servizio, in base a una serie di indici di come un acceleratore della velocità del operatività. Il nucleo abilitante questo business, ovvero come una modalità di diverso paradigma di infrastruttura messa in esercizio delle applicazioni che industriale deriva dalla possibilità di assicura rapidità di implementazione gestire remotamente un insieme di e flessibilità di utilizzo senza essere risorse attraverso il controllo che viene
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Focus
abilitato dai dati acquisibili grazie alla logica IoT. Il cloud diventa il mezzo attraverso il quale realizzare questa inversione di rotta, rendendo possibile una diversa logica di investimento pay-per-use che implica la riduzione dei costi di accesso a importanti tecnologie, una volta appannaggio delle sole grandi aziende. L’evoluzione di tutto ciò che può essere riferibile al Manufacturing as a Service avrà un grande impatto nella dimensione della produzione industriale. Dalla vendita del prodotto in sé si aprono nuovi e interessanti percorsi che prefigurano modelli di business associati a Key Performance Indicator resi disponbili dalla sensoristica. Un esempio? In
ambito aeronautico Rolls-Royce intende trarre vantaggio dall’IoT per fatturare in base al numero di ore di operatività di una singola componente/prodotto rendendo implicita l’affermazione di una logica di servizio pay-as-you-go il cui fattore abilitante è il cloud manufacturing. Uno scenario che raccoglie in sé tutta una serie di variabili di servizio abilitanti funzioni di monitoraggio e diagnostica, assistenza remota e manutenzione proattiva. Scenario che nella sua evoluzione può prevedere una sinergia con le applicazioni business, si pensi alla logistica e alla supply chain, andando così a creare un valore competitivo superiore.
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Tech Economy
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Cloud, nuovo paradigma elaborativo tra presente e futuro
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La capacità di raggiungere maggiori livelli di produttività, in altre parole fare di più con meno, è la sfida con cui si confrontano tutte le organizzazioni e il cloud si candida a essere una leva strategica nell’assecondare il perseguimento di questi obiettivi.
a vita di ciascuno di noi è immersa, consapevolmente o inconsapevolmente, nel cloud: servizi di posta elettronica e collaboration, social networking… Una qualsiasi delle applicazioni che quotidianamente utilizziamo risiede al di fuori del perimetro aziendale, in un qualche data center distribuito su una geografia globale. L’affermazione del cloud non è più un qualcosa che appartiene al futuro. E’ il presente e convive in parallelo alle infrastrutture e servizi delle organizzazioni IT tradizionali. Quali i vantaggi che fanno progressivamente decidere le aziende nel considerare investimenti over the cloud? Come sempre accade, la motivazione è soprattutto legata ai costi e alla diminuzione della complessità da gestire. Il tutto è comunque in divenire e potremmo considerare l’attuale fase di sviluppo come espressione di un modello ibrido dove si coniuga presente e futuro, una dimensione all’interno della quale si sperimentano nuove tecnologie senza per questo rinunciare alle fondamenta dell’IT tradizionale.
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Tech Economy I driver di mercato Come definire il cloud? Molto semplicemente come lo stato dell’arte dell’evoluzione informatica. Dopo il mainframe, il client-server, internet, la virtualizzazione, siamo arrivati a un nuovo inflection point, ovvero a un’ennesima rottura degli schemi consolidati. E’ tuttavia un fenomeno che si manifesta in modo del tutto diverso rispetto al passato. Il cloud non è associato a una singola tecnologia ed è innescato per lo più da una
concomitanza di fattori che attengono soprattutto allo scenario competitivo. Il difficile contesto economico in cui si trovano ad operare le aziende, e la progressiva trasformazione delle regole di mercato, obbligano infatti le organizzazioni a intervenire per riconquistare nuova efficienza e competitività. Questi obiettivi sollecitano le direzioni IT a stabilire un rapporto più stretto con il business e a dare risposta alle priorità strategiche delle aziende. Significa puntare a una
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Tech Economy razionalizzazione e consolidamento delle intrapresi nel tempo per risolvere risorse esistenti e, nello stesso tempo, problemi strutturali dell’IT, quali introdurre una logica che potremmo duplicazione e ridondanza delle definire di Business Technology ovvero risorse, inefficienze, aumento di costi di allineamento tra tecnologia e e mancanza di flessibilità. Se si pensa business. Non esistono progetti IT, ma che la maggioranza dei budget IT è progetti business che vengono abilitati ancora prevalentemente dedicata al dalle tecnologie. mantenimento In risposta a dell’esistente ci uno scenario si rende conto E’ possibile considerare economico sempre che esistono l’attuale fase di sviluppo più complesso condizioni come espressione di un e competitivo che devono la ricerca di necessariamente modello ibrido dove si coniugano un aumento presente e futuro. Una dimensione essere sanate di produttività per restituire all’interno della quale si appare alle aziende all’IT efficienza e sperimentano nuove tecnologie come uno degli supporto adeguato così come un’estensione a risorse elementi decisivi alo sviluppo del off premise, senza per questo per rendere più business aziendale. efficienti le proprie rinunciare alle fondamenta del L’esigenza da organizzazioni parte di tutti è data center tradizionale. e migliorare oggi riprendere la redditività. il controllo Obiettivo, dell’infrastruttura quest’ultimo, strettamente legato determinando maggiore efficienza ed alla capacità di ottimizzare i processi efficacia delle risorse in utilizzo. La attraverso investimenti orientati all’IT. virtualizzazione è il concetto che si è rivelato determinante nell’affermazione Data Center 4.0, la nuova centrale di di un diverso modo di gestire gli effetti distribuzione dell’IT perversi dell’informatica distribuita: tra questi, innanzitutto, l’eccessivo La capacità di raggiungere maggiori incremento del numero di server, livelli di produttività, in altre parole una sotto utilizzazione della capacità fare di più con meno, è la sfida con cui elaborativa, una rigidità nella gestione si confrontano tutte le organizzazioni dei cambiamenti. Applicare nuove e il cloud si candida a essere una regole e ragionare in termini di leva strategica nell’assecondare il virtualizzazione ha significato gestire perseguimento di questi obiettivi. Gli dinamicamente più sistemi operativi e interventi propedeutici all’affermazione applicazioni con conseguente drastica del cloud – consolidamento, riduzione del numero dei server, minore virtualizzazione, automazione e self consumo energetico e una maggiore provisioning – sono del resto stati
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Tech Economy flessibilità nella distribuzione dei carichi NIST in cui si afferma che il cloud è di lavoro. Stessa logica si è applicata alla un modello di elaborazione che abilita dimensione storage nei confronti della un accesso in rete a risorse di calcolo quale è sempre più opportuno trovare (CPU, storage, reti sistemi operativi), modalità di gestione centralizzata servizi e/o applicazioni, condivise rendendo dati e informazioni e configurabili, che possono essere disaccoppiati dalle piattaforme server acquisite e rilasciate in modo dinamico. applicative. Il E’ inoltre bene percorso che ricordare che il ha portato cloud non è una Il difficile contesto a un impiego vera e propria economico in cui si trovano nuova tecnologia, diffuso della ad operare le aziende, e la virtualizzazione ma piuttosto un porta quindi ad diverso approccio progressiva trasformazione delle accreditare il cloud regole di mercato, obbligano le all’utilizzo di come strategia di tecnologie esistenti organizzazioni a intervenire per efficientamento quali internet, la riconquistare nuova efficienza di medio e lungo virtualizzazione e e competitività. Obiettivi che periodo. il web. L’obiettivo sollecitano le direzioni IT a è creare una Commodity stabilire un rapporto più stretto e piattaforma di on-demand strategico con il business aziendale. elaborazione che Dal punto di prescinde da una vista tecnologico localizzazione il cloud è la fisica e che astrae le convergenza di una serie di innovazioni risorse hardware e software impiegate. che sono state realizzate a più livelli, Si possono distinguere tre tipologie di di sistema e infrastrutturale. Lo si cloud in base al tipo di risorsa remota: può in definitiva considerare come un nuovo modo di fornire e utilizzare la IaaS (Infrastructure as a Service) tecnologia, una naturale evoluzione – mette a disposizione dell’utente dell’esistente che mette a fattor comune risorse e servizi infrastrutturali come una molteplicità di ingredienti con un server, storage e connettività. Tipico livello di omologazione, o commodity, esempio IaaS è l’infrastruttura EC2 sempre più spinto. Un metodo per di Amazon potere abilitare applicazioni onPaaS (Platform as a Service) – Una demand, fruibili attraverso la rete piattaforma software composta da indipendentemente dalla collocazione servizi, programmi e librerie. In fisica dell’infrastruttura di riferimento, genere si tratta di un complesso di condividendo un ampio numero di API specializzate per la realizzazione risorse a basso costo. La definizione di applicazioni. comunemente accettata è quella del
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Tech Economy SaaS (Software as a Service) – Prevede l’utilizzo di un’applicazione remota. Esempi sono le applicazioni di Salesforce, le Google Apps o Microsoft Office Live Motivazioni all’investimento Qual è la ragione di fondo che può spingere le aziende a prendere in considerazione il cloud come forma di approvvigionamento IT? Per rispondere a questa domanda da un punto di vista di economia dei costi si torna a una discussione che non è certo nuova, ovvero quella legata all’outsourcing. Quali sono le componenti IT che possono essere esternalizzate, quale logica di provisioning può essere presa in considerazione? Questa discussione
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diventa oggi ancora più interessante poiché l’erogazione e l’accettazione di servizi cloud comporta il vantaggio di esternalizzare lo stack completo della componente informatica complessiva con potenziali vantaggi in termini di riduzione di costo, o quanto meno in una serie di benefici che derivano dal passaggio da un investimento in capitali e un investimento operativo. L’approccio cloud all’acquisizione di risorse di elaborazione offre indubbi vantaggi. La fornitura come servizio evita all’azienda di fare investimenti hardware e software e di occuparsi della loro manutenzione ed evoluzione. Si possono, inoltre, utilizzare le risorse soltanto per il tempo che si ritiene necessario.
Tech Economy Vi è poi la possibilità di poter aumentare o diminuire la richiesta di risorse in base alla effettiva necessità del momento consentendo una elevata scalabilità. Se, infine, un’azienda vuole realizzare un nuovo servizio il cloud le consente di concentrarsi sulla realizzazione del servizio, evitando di doversi dotare dell’infrastruttura idonea e di occuparsi della relativa gestione e manutenzione. Vi sono poi una serie di ragioni che prescindono da considerazioni puramente economiche e che sono direttamente legate all’implementazione di applicazioni e servizi che vengono ormai pensati nativamente in rapporto al cloud, basti pensare alla dimensione IoT, nelle sue diverse declinazioni.
E’ il caso dell’Industrial IoT dove si va ad incidere in termini di informatizzazione dell’ambiente di produzione in una prospettiva di Industry 4.0. Infine, la possibilità di accelerare, e rapidamente implementare, servizi che una volta richiedevano tempi di gran lunga superiori. Last but not least vi è un aspetto, che deve essere tenuto in debita considerazione: il cloud ha in qualche occasione democratizzato l’accesso all’informatica da parte delle piccole e medie aziende in quanto queste ultime possono oggi acquisire servizi che una volta erano ad appannaggio delle soli grandi aziende, andando così ad estendere possibili vantaggi competitivi e di innovazione.
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Altair, innovazione e valore nello Sviluppo Prodotto
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Per riuscire ad essere più competive in termini di sviluppo prodotto le aziende devono fare affidamento su tecnologia solida e affidabile in grado di metabolizzare e integrare innovazione all’interno di processi end-to-end. Intervista ad Andrea Maria Benedetto, dal primo gennaio di quest’anno Amministratore Delegato di Altair Italia.
Andrea Maria Benedetto, CEO di Altair Italia
ndrea Benedetto approda in Altair dopo l’esperienza nel Gruppo Piaggio di Pontedera dove ricopriva la carica di Executive Vice President dello sviluppo dei veicoli a due ruote con la responsabilità dello sviluppo prodotto globale del Gruppo. Prima di entrare in Piaggio ha ricoperto varie posizioni strategiche a livello globale in Pininfarina, Toyota ed FCA. Vanta al proprio attivo un’esperienza consolidata nello sviluppo e nell’innovazione dei prodotti in settori altamente tecnologici. Dopo la laurea in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Torino, ha conseguito ulteriori specializzazioni attraverso i programmi Toyota Executive Development presso la Wharton University di Philadelphia
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negli Stati Uniti e il Mikkabi Toyota Learning Center di Mikkabi in Giappone. Quali sono gli insegnamenti che derivano dalla sua lunga esperienza all’interno di grandi e importanti aziende globali e quali crede che siano le sfide con cui oggi le organizzazioni si confrontano per sostenere il cambiamento e rimanere competitivi? Quale il ruolo di Altair nel sostenere questa trasformazione? Sicuramente sono molto grato alle aziende che mi hanno professionalmente formato nell’arco di oltre 27 anni di esperienza nel mondo dell’automotive. Ho avuto la possibilità di fare esperienze diverse in contesti con culture industriali importanti e variegate. Se devo fare una sintesi estrema, è la centralità del valore delle risorse umane e delle loro competenze nell’interpretare i processi aziendali il tratto che più porto con me. Le competenze delle nostre persone, in momenti di grande cambiamento tecnico, tecnologico, organizzativo, sono quindi i valori che Altair può e sa mettere a di-
Intervista sposizione del mondo dello Sviluppo Prodotto. Quali sono le richieste che vengono oggi sollevate dai clienti? Si può affermare che le imprese italiane stiano veramente accelerando nello sviluppo di nuove soluzioni smart riferibili alla dimensione Industry 4.0? Entrando in contatto con molte realtà industriali italiane ho chiaramente colto la necessità di trasformare concetti che sono di patrimonio ormai comune in azioni mirate e concrete volte a garantire un vantaggio competitivo. E’ proprio qui il core del posizionamento Altair. Noi non vendiamo solamente software a non abbandoniamo i nostri clienti, noi forniamo a loro, anzi il più delle volte sviluppiamo insieme a loro le applicazioni che innovano i loro processi. Ormai tutti
parlano di 3D printing, noi trasformiamo la necessità in competenze di progettazione ottimizzata, di processo, di interfaccia con le macchine di stampa, di valutazione dei componenti. Analogamente nel mondo dell’IoT mettiamo a disposizione dei nostri clienti strumenti SW affidabili e riconosciuti, sia come base dati che come analytics, ma non ci fermiamo a questo, supportiamo i nostri clienti in tutto il processo, dalla progettazione delle logiche di sistema, fino alle scelte hardware. Solo grandi aziende o la trasformazione del mercato può favorire l’adozione di nuova tecnologia da parte delle PMI? No, non penso. La capacità di fare sistema, le collaborazioni e le reti di azienda, il ruolo dei centri di innovazione e di ricerca, quali i nascituri Competence Center avranno un ruolo fondamentale.
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Altair L’IoT sta ridefinendo l’approccio al bile e consolidato, con un potentissimo PLM. In quale modo Altair intende Analytics per elaborare e comprendere i aiutare le aziende nel sostenere questa dati. Perché non dimentichiamoci che lo evoluzione? scopo dell’IoT e del Digital Twin sono Noi siamo ingegneri, conosciamo lo svi- la comprensione e il miglioramento del luppo prodotto, abbiamo grande espe- prodotto e del servizio, non sono mai rienza tecnica e tecnologica, da sempre fini a sé stessi. queste solo le nostre solide competenze core. Abbiamo quindi competenze al Manifattura additiva, l’ambiente di tempo stesso trasversali e profondissime progettazione proposto da Altair è che sono in grado di aiutare le aziende allineato alle nuove esigenze sollevate a comprendere come meglio utilizzare le dall’affermazione del nuovo scenario differenti tecnoloapplicativo? In gie necessarie. linea generale Soprattutto, poiquali sono le Per le aziende ché non c’è una opportunità e interessate all’additive unica soluzione le criticità della manufacturing, Altair che vada bene per manifattura tutte le aziende, mette a disposizione strumenti additiva? la nostra chiave è di modellazione matematica e di Il grande vantagquella della com- sistema per valutare fedelmente gio dell’Additive prensione delle re- carichi e sollecitazioni, strumenti Manufacturing è ali esigenze, lo svi- per generare forme topologicamente la possibilità di coluppo di soluzioni struire forme ideali ottimizzate e strumenti per che siano compadifficilmente reavalidarne le prestazioni, anche tibili con la strutlizzabili con altre tura industriale all’interno di complessi modelli tecnologie produtaziendale dei no- multibody. tive. stri partner, il supIl nostro focus, porto continuo al come sempre, miglioramento ed all’integrazione. non è sulla tecnologia in sé ma sul suo sfruttamento per ottenere prodotti inQuali sono le modalità attraverso novativi, più performanti, più leggeri, le quali le aziende possono trarre meno costosi, con un lead time ridotto. vantaggio dalla nuova tecnologia di Ecco che per noi, quindi, la capacità di piattaforma IoT eredita con la recente supportare i nostri clienti con un prol’acquisizione di Carriots? cesso di concept di prodotto basato su Innanzitutto occorre precisare come innovazione, ottimizzazione, concurrent Carriots venga ad inserirsi in una offerta engineering di prodotto e di processo di prodotto completa, sistemica, struttu- è l’aspetto primario. All’interno delle rata ed aperta, in continua evoluzione. nostre unit di prodotto il nostro clienE’ un prodotto solido, maturo, affida- te può quindi trovare gli strumenti per
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Intervista fare una modellazione matematica e di sistema per valutare fedelmente carichi e sollecitazioni, strumenti per generare forme topologicamente ottimizzate, per trasformarle in modelli matematici esteticamente piacevoli, costruibili con tecnologie additive, strumenti per validarne le prestazioni, anche all’interno di complessi modelli multibody. Insomma non solo siamo pronti, ma siamo precursori. Collaboriamo infine attivamente con le aziende leader del mercato, sia con i costruttori di macchine per la stampa additiva, sia con aziende produttrici di pezzi in ALM, per migliorare continuamente la tecnologia e per fornire servizi completi ai nostri clienti. In quale modo le soluzioni proposte da Altair possono aiutare la definizione di nuovi modelli di business non più basati esclusivamente sul prodotto ma sul servizio?
Siamo già pienamente in un mondo in cui il servizio è diventato centrale, con il prodotto spesso solo come elemento strumentale. Pensiamo alle varie forme di sharing cui siamo oramai abituati e delle quali apprezziamo capillarità del servizio, economicità, semplicità di utilizzo. Immaginiamo a quanto tutto ciò diventerà ancora più semplice, conveniente, naturale con l’autonomia e la completa connessione dei prodotti. Il car sharing autonomo, per esempio, sarà in grado di prelevare le persone presso la propria casa e portarle a destinazione, annullando completamente le esigenze di parcheggio, liberando così aree cittadine per creare parchi, aree verdi o servizi. E Altair sarà stata partner fondamentale di questo sviluppo con le sue capacità di ottimizzazione multi-obiettivo e di simulazione multi-fisica, alla base di ogni vera Innovazione.
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Argomenti
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Il rinascimento delle applicazioni per un’impresa interconnessa Cloud, mobile, big data e IoT rendono possibile avviare un processo di rinnovamento complessivo delle applicazioni d’impresa. Ma per cogliere con successo le opportunità si deve avere una chiara visione di business, progettualità e capacità di indirizzare gli investimenti nella giusta direzione. di Piero Macrì
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el corso dell’ultimo decennio cloud e mobile si sono rivelati essere i driver di trasformazione delle applicazioni d’impresa e costituiscono oggi l’asse del cambiamento attorno al quale sviluppare la nuova informatica. Cloud e mobile sono di fatto l’alter ego della logica client-server che ha caratterizzato l’era pregressa quando l’end point per antomasia, il personal computer, interagiva e si interfacciava con un cluster di server in una dimensione esclusivamente on premise. Dal mondo delle web application si è traghettati a quello dell’app economy dove dati, servizi e applicazioni possono essere utilizzati e fruiti anywhere, anytime on any device. La mobilità diventa la premessa per la creazione e disponibilità di un mondo digitale, essenziale e irrinunciabile per competere in un mondo sempre più complesso e globale. Non di meno, l’eredità del passato sopravvive e cambia in funzione delle esigenze che vengono espresse dal management aziendale, che deve riuscire a rendere più efficiente
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la propria organizzazione creando occasioni e opportunità di business. Un cambiamento, quello descritto, che è stato accompagnato da una vera e propria rivoluzione in merito alle capacità di acquisire e analizzare i dati. Da una parte la possibilità di avere una visione real o near real time dei singoli processi, dall’altra la possibilità di accedere a dati in una logica di open data, secondo il paradigma delle application programming interface (Api), e di Industry 4.0, quest’ultima trainata dalla promettente affermazione dell’Internet of Things (IoT). Le organizzazioni sono oggi nella condizione di poter acquisire dati da un numero infinito di risorse e oggetti che vengono introdotti nei contesti d’impresa coerentemente al modello di un ecosistema digitale. Significa confrontarsi e trarre vantaggio da quello che comunemente viene descritto come il mondo del Big Data, vera fonte di ispirazione di nuove iniziative di business e di efficientamento di ogni attività imprenditoriale. Evoluzioni il cui denominatore comune è
Argomenti dettato dalla consapevolezza che i dati rappresentano il nuovo petrolio, la materia dalla quale è possibile estrarre, grazie a tutta una serie di raffinatissime sofisticazioni elaborative, vedi machine learning e intelligenza artificiale, informazioni in grado di creare conoscenza e, in ultima analisi, valore. In estrema sintesi significa dare velocità al business automatizzando capacità decisionali, offrendo insight su processi e attività una volta inimmaginabili. Quanto descritto sono regole generali ascrivibili a un qualsiasi contesto organizzativo, si potrebbe obiettare. Quanto c’entra tutto ciò con le applicazioni d’impresa? La risposta è semplice: cloud, mobile, big data, IoT sono la materia magmatica che rende possibile avviare un processo di rinnovamento complessivo capace di sostenere l’evoluzione del business
nel medio e lungo termine. Cloud, mobile, big data e IoT sono, insieme, la costellazione che delinea il percorso nella trasformazione digitale delle applicazioni aziendali - quali Erp o programmi gestionali - nate per rispondere a tutte le esigenze d’impresa, quali contabilità, vendite e acquisti, logistica e magazzino e produzione. Rispetto al passato vi è la possibilità di accedere alla tecnologia a una frazione di costo. Servizi e applicazioni, di un ordine elaborativo e complessità una volta appannaggio delle sole grandi aziende, sono ora alla portata di organizzazione di ogni ordine e grado. L’economia di scala del cloud si traduce in opportunità. Naturalmente vale la consueta riflessione che ciascuna azienda è diversa e insieme uguale alle altre. Vi sono esigenze di fondo che sono trasversali a tutte le tipologie di industry,
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Argomenti ma vi sono altrettante differenze in merito ai processi da gestire. Soprattutto per le piccole e medie aziende per le quali diventa importante sapere individuare i partner con le conoscenze più adatte per gestire e affrontare il percorso di trasformazione. Per alcuni può essere venuto il momento di mettere in discussione investimenti ormai datati, che si riflettono in una tecnologia Erp destinata a soccombere, per altri potrà significare individuare le opportunità di estensione e integrazione complessiva con altre componenti applicative core, tipicamente di logistica, marketing e vendita. Per il settore manifatturiero, inutile dirlo, la sfida è l’integrazione dell’anima informatica con quella della produzione ovvero acquisire i dati per migliorare, in prima istanza,
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produttività e qualità. Sempre più spesso si tende ad affermare che la trasformazione digitale sia ormai diventata una questione di sopravvivenza per le aziende. Nulla di nuovo, si potrebbe dire. Anche negli anni novanta, sotto la pressione del cambiamento introdotto da Internet, la questione si poneva negli stessi termini. Da allora la gestione del cambiamento è sempre stato un fattore chiave e irrinunciabile: le aziende, comunque e sempre, devono essere capaci di modificare il proprio modo di essere in funzione di una sostenibilità, presente e futura. Ma il monito, osservano consulenti e analisti, diventa oggi più cruciale che mai in quanto l’ecosistema di business con cui ci si confronta si è modificato a una velocità (4.0) senza precedenti. Nulla può essere più come prima. Ma basterà iniettare la
Argomenti giusta dose di farmaci high-tech – di derivazione cloud, mobile, big data e IoT - per mettere a punto “un sistema” che possa assicurare alle organizzazioni, di qualunque ordine e grado – grandi, medie e piccole – di affrontare le sfide del nuovo mercato? Meglio non correre troppo e riflettere bene. Sappiamo, dall’esperienza acquisita in passato, che l’introduzione di tecnologia non determina di per sé un salto quantico e un aumento altrettanto proporzionale delle performance se questa non viene associata a una visione di lungo termine. Tenete sempre a mente che l’informatica è preziosa, dà velocità, ma se non si dispone di un modello di business solido, può essere pericolosa perché può accelerare il fallimento. Da parte delle aziende serve più che mai una partecipazione collaborativa in quanto i vantaggi più grandi possono
derivare da una maggiore integrazione e disponibilità dei dati, in modalità real time o near real time, a livello cross enterprise. Il tutto, ovviamente, deve poi essere declinato in base ai singoli profili di industry e alle singole specifiche aziendali poiché, come sempre accade, tutte le aziende sono tra loro uguali, ma allo stesso tempo diverse. Intelligenza artificiale, machine learning, IoT, mobile e cloud computing, nuove tecnologie, consolidate ed emergenti, permettono l’acquisizione di rinnovata competitività e un miglioramento generale dell’efficienza. Bisogna però saper individuare dove e come mettere in atto un cambiamento che faccia leva in modo virtuoso sulle potenzialità di questo ecosistema digitale. Serve progettualità e capacità di indirizzare gli investimenti nella giusta direzione.
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Emerasoft
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La produzione del software ai tempi dell’Internet of Things Metodologie e strumenti per gestire lo sviluppo software in dimensioni applicative dove convergono una molteplicità di oggetti eterogenei. Come affrontare la complessità dell’interconnessione applicativa. Intervista a Riccardo Bernasconi, Sales Manager di Emerasoft.
Riccardo Bernasconi
“I
l software è il nuovo valore aggiunto che rappresenta l’elemento differenziante di un’offerta vincente. Questa asserzione è valida in qualsiasi settore. Ogni prodotto è arricchito da portali, app e smart device. L’insieme di questi oggetti interconnessi, comunicanti tra loro e fruibili da utenti di diversa cultura informatica, compone l’IOT”. E’ con questa affermazione che inizia la nostra conversazione con Riccardo
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Bernasconi, Sales Manager di Emerasoft. “In questo contesto aggiunge Bernasconi - ai team di sviluppo è quindi attribuita la responsabilità di aggiungere continuamente valore alla proposizione aziendale. È obbligatorio doversi organizzare per rendere efficiente un processo estremamente mutevole, ramificato e spesso sottoposto ad audit molto complesse e certificazioni obbligatorie a standard internazionali. Da un lato viene richiesta velocità
Intervista
di esecuzione, dall’altro viene richiesta sempre maggior qualità”. Come risolvere queste criticità? “È estremamente complesso coniugare questi due driver spesso in antitesi”, dice Bernasconi. “Il tempo per gestire il processo stesso e la sua qualità viene a mancare costringendo a lavorare sempre per continue emergenze a discapito dell’innovazione e della precisione”. A tutto questo si aggiunge la complessità che deriva dall’affermazione di contesti IOT, quale l’approccio più corretto? “Nel mondo IOT ogni nuovo prodotto software o device fisico fa in qualche modo parte di un disegno di business comune e devono, quindi, essere interconnessi all’interno del proprio sistema di valore, ma anche poter essere integrati da sistemi terzi. L’infrastruttura a supporto deve essere adeguata, performante, scalabile, mantenibile e allineata con i rilasci software. È necessario garantire alla clientela servizi continuativi in alta affidabilità in grado di adeguarsi alle esigenze aziendali in evoluzione. Spesso, infine, viene offerto all’utente finale un insieme di portali aziendali, come punto di accesso ai servizi di business, con i quali deve obbligatoriamente interagire anche senza averne competenze dirette. Per quanto siano disegnati con il massimo dell’attenzione a livello di usabilità, come si ha la garanzia che un progetto di successo fallisca solo per le distanze culturali e d’interazione che può avere la clientela target rispetto ai sistemi di supporto? Per Emerasoft si evidenziano quindi tre macro aree di attenzione: sviluppo software, interconnessione dei
sistemi e adozione dei sistemi”. Quali possono essere gli approcci che si possono adottare per migliorare questa situazione apparentemente critica? Emerasoft, da anni, affronta queste tematiche con occhio critico conducendo uno scouting continuo in ambito internazionale per individuare le migliori tecnologie e metodologie in grado di poter risolvere questi problemi in ambito enterprise e PMI. Ad oggi Emerasoft esprime i propri servizi attraverso tre aree: “systems and software engineering”, “digital platform” e “digital adoption”. Realtà di primaria importanza sul territorio e a livello internazionale si sono affidate a Emerasoft per trasformare le complessità, sopra descritte, in vantaggi competitivi. Come risolve Emerasoft il problema della produzione del software? Il manifesto DevOps di Emerasoft offre una buona risposta a queste esigenze andando a suggerire un metodo di produzione del software fortemente automatizzato e tracciato, supportato da una tool chain integrata. Non in tutte le occasioni è possibile adottare un sistema completamente automatizzato ma molte delle best practice portano intrinsecamente dei vantaggi indiscutibili. Ecco, quindi, che Emerasoft offre degli embrioni di metodologia e tecnologia che ogni azienda può adottare per andare a risolvere problemi verticali ottenendo un risultato certo. L’ecosistema di partner internazionali di Emerasoft, vendor
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Emerasoft di prodotti leader del settore, concorre fatto. Ecco che Emerasoft propone una alla copertura completa dell’intero ciclo soluzione leader a livello mondiale di di vita del software. Alcuni dei partner interoperabilità basata sullo strumento Emerasoft sono Polarion (leader nel set- open source WSO2 in grado di massitore della tracciabilità dei requisiti e dei mizzare il ROI garantendo una buona test), Cloudbees (gestore della commu- scalabilità del prodotto a seconda del niti Jenkins, leader nel mercato della numero di device/utenti coinvolti. Con build automation), GitLab (leader nel WSO2 si ha una soluzione completa per mercato del cvs, CI/CD), Perforce (lea- avviare un progetto IOT oppure per far der nel mercato del evolvere uno esigaming), Sonatype stente. (leader nel mercaLa complessità risiede Come risolve to della security in non tanto nella Emerasoft il ambito devops), componente software, problema del Clarive (leader nel settore del releama nella gestione successo di un se management), delle comunicazioni continue nuovo servizio? Docker (leader nel tra oggetti eterogenei, anche di Dopo aver lanciato un prodotto sul settore dei microterze parti, che devono garantire mercato, il successo servizi), Puppet (leader nel settore del- la persistenza e la correttezza lo si evince dal nula configurazione dei dati. Il proliferare di queste mero di utenti pasituazioni ne rende la gestione un ganti e, in caso di infrastrutturale). servizi, dal numero elemento critico di business. Come risolve di utenti ricorsivi Emerasoft sul servizio stesso. il complesso Ma come si può problema dell’IOT? garantire che questo successo arrivi inL’evoluzione dell’interconnessione dei dipendentemente dalla maturità dell’invari device e delle applicazioni di back- terlocutore finale? Se il prodotto/servizio end può rappresentare un grosso pro- in questione si palesa con un’interfaccia blema. Ciò che rende le cose molto web, Emerasoft fornisce la soluzione tracomplesse non è tanto la componente mite il partner Newired, vendor di un di software, ma gestire le comunicazio- tool che permette di creare delle guide ni continue tra oggetti eterogenei, anche contestuali su applicazioni web che acdi terze parti, garantendo la persistenza compagnano l’utente nel momento in e la correttezza dei dati. Il proliferare di cui si utilizza l’applicazione. Non si tratqueste situazioni ne rende la gestione un ta quindi dei soliti manuali, guide e help elemento critico di business. Se non si è on line, che nessuno consulta, ma di un in grado di gestire correttamente le in- approccio rivoluzionario che permette di terconnessioni si può arrivare a compro- fornire all’utente una sorta di navigatore mettere la vendita di un prodotto o di un GPS dei contenuti e del processo insito servizio sprecando tutto l’investimento nel portale.
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