AEDO | Making data meaningful

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UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA FACOLTÀ DI DESIGN E ARTI Corso di laurea specialistica in comunicazione visiva e multimediale

PROGETTAZIONE DI UNA APPLICAZIONE ONLINE PER LA VISUALIZZAZIONE DI DATI ATTRAVERSO LO STORYTELLING

Tesi di laurea di LUIS MIGUEL CABANZO 260638

sessione 23.04.2008 relatore PHILIP TABOR





UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA FACOLTÀ DI DESIGN E ARTI Corso di laurea specialistica in comunicazione visiva e multimediale

PROGETTAZIONE DI UNA APPLICAZIONE ONLINE PER LA VISUALIZZAZIONE DI DATI ATTRAVERSO LO STORYTELLING

Tesi di laurea di LUIS MIGUEL CABANZO 260638

sessione 23.04.2008 relatore PHILIP TABOR



Introduzione

5

Visualizzazione di dati

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Vedere i Dati Grafica dell’Informazione Data Visualization Per una Corretta Visualizzazione Grafica Interzione Le Implicazioni della Visualizzazione

11 13 14 16 19 22 25

concetto

28

Intenzioni del Progetto Contesto Audience Influenze / Ispirazioni Primo Approccio: Dati “Fisici” Verso lo Schermo Humanflows

31

Sviluppo: Aedo Segno / Testo Sintassi Narrativa Precedenti Verso l’Idea Finale Approccio Grafico Tono Emotivo Finalizzazione Prototipazione

33 35 36 40 42 44

47

51 52 55 57 61 68 69 70

Conclusioni

79

Bibliografia / Fonti

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“Graphics reveal data. Indeed, graphics can be more precise and revealing than conventional statistical computations”. 1 E. R. Tufte

introduzione

Una delle ragioni per cui ho studiato design è che, contrario a quanto pare, questo mestiere va al di là dei semplici problemi legati allo stile. Attraverso una adeguata cultura di progetto, il design è in grado di meravigliare per la chiarezza del suo messaggio, per la funzionalità delle sue forme, per il piacere di interagire con esso. Come disciplina trasversale, il design è in grado di incrociare i suoi diversi rami per produrre artefatti comunicativi nuovi e diversi, che servono si a soddisfare le esigenze proprie del mercato di cui fa parte, ma anche a riflettere su se stesso e ripensarsi ogni giorno. Approfittando del carattere malleabile delle diverse discipline del design, questo lavoro propone una riflessione sulle qualità comunicative della grafica correlata alla visualizzazione di dati astratti, potenziando la sua capacità comunicativa attraverso l’interazione. Come l’antico aedo che nella tradizione Omerica elaborava nuove storie a partire di altri racconti sentiti o immaginati 2, questa applicazione si avvale dei numeri per generare una storia ogni volta diversa. Utilizzando come cornice lo schema narrativo canonico, il progetto tenta di spingere i limiti del design per scoprire nuovi modi di capire come i dati affettano le vite di noi esseri umani. 1. E. R. Tufte, “Graphical Excellence” in The Visual Display of Quantitative

Information , p . 13. 2. Nell’antica civiltà greca l’aedo era un cantore professionista i cui canti venivano composti nel momento stesso della “performance”, ed erano basati su diversi canti imparati e a sua volta modificati in passato. Questi canti avevano la funzione di memoria storica: attraverso i loro componimenti fissavano nella memoria collettiva le conquiste che la civiltà aveva prodotto.

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visualizzazione di dati

Vedere i Dati Grafica dell’Informazione Data Visualization Per una Corretta Visualizzazione Grafica Interzione Le Implicazioni della Visualizzazione



“What kind of images are appropriate for the needs of a global informational networked society —the society which in all of its areas needs to represent more data, more layers, more connections than the industrial society preceding it? The complex systems which have become supercomplex; the easy availability of real-time information coming from news feeds, networks of sensors, surveillance cameras —all this puts a new pressure on the kinds of images human culture already developed and ultimately calls for the development of new kinds”. 1 Lev Manovich

Nell’ultimo periodo del mio primo anno accademico, ebbe la possibilità di lavorare all’interno di un progetto editoriale particolare per il contesto scolastico: Migropolis, un libro sulle cause ed effetti dell’immigrazione in Italia, collegata alla spettacolarizzazione di una città come Venezia. Il lavoro complessivo è stato diviso in quattro macro-categorie: fotografia di soggetti, fotografia di ambienti, interviste e visualizzazione di dati.

1. L. Manovich, “Abstraction and Complexity” in MediaArtHistories , p. 339.

9


Gran parte della mia produzione per questa pubblicazione venne a far parte dell’ultima categoria, per la quale feci grafiche che avevano l’intenzione di spiegare in modo molto chiaro concetti difficili riguardanti le statistiche dell’immigrazione italiana ed europea. L’intenzione era quella di dimostrare graficamente le enormi differenze tra i movimenti di persone per motivi turistici, e quelli motivati per carenze economiche, portando al lettore a diverse considerazioni riguardanti i propri preconcetti sull’argomento. Il modo razionale in cui abbiamo affrontato il problema della rappresentazione mi offrì l’opportunità di iniziare a riflettere su un argomento che un anno dopo diventerebbe una delle principali motivazioni per il presente progetto di tesi: Cosa significano i numeri nella nostra vita? Come rappresentare le sue caratteristiche, i suoi diversi contesti? Gran parte della nostra vita gira attorno ai numeri. Numeri che rappresentano cose, che ci aiutano a prendere decisioni, che indicano cose su di noi. Gran parte di questi numeri si trova quasi sempre nascosto, diventando importante soltanto in certi

visualizzazione di dati

momenti. Si pensi al periodo di elezioni presidenziali, in cui la qualità numerica degli abitanti del Paese diventa fattore decisivo delle vittorie e le sconfitte dei candidati. Per un momento, le caratteristiche inerenti ai numeri diventano un elemento importante nella vita di ogni cittadino, e dimostra l’enorme potere del singolo come parte di un sistema. Si è orgoglioso o meno di essere un numero, e di appartenere a un gruppo. Così, i numeri acquistano una valenza, un significato al di là delle quantità che indicano. Arrivare a questo “significato” diventò l’argomento centrale del progetto, che decisi di accostare alle conoscenze sui processi di migrazione acquisite in precedenza per progettare un sistema che parlasse di questi processi partendo da una base statistica. Per aumentare la chiarezza del messaggio decisi di aggiungere al sistema un livello d’interazione, convinto che la manipolazione diretta con i dati potesse rendere più chiaro il significato dei dati aumentando in certo senso la sua “fisicità”.


x

10.00 08.00 13.00 09.00 11.00 14.00 06.00 04.00 12.00 07.00 05.00

y

08.04 07.35 07.58 09.21 08.33 10.36 07.24 04.26 11.24 05.22 06.08

x

10.00 08.00 13.00 09.00 11.00 14.00 06.00 04.00 12.00 07.00 05.00

y

09.14 08.14 09.14 09.17 09.26 08.10 06.13 03.10 09.13 07.26 05.14

x

10.00 08.00 13.00 09.00 11.00 14.00 06.00 04.00 12.00 07.00 05.00

y

07.46 07.17 13.14 07.11 08.21 09.24 06.08 05.39 08.15 06.420 06.13

x

08.00 08.00 08.00 08.00 08.00 08.00 08.00 19.00 08.00 08.00 08.00

y

06.58 06.16 08.11 09.24 08.47 07.04 05.25 12.50 05.56 08.31 07.29

Quanti immigranti sono troppi? Negli ultimi anni l’Italia ha visto

vedere i dati

crescere velocemente il suo tasso di immigrazione, un fenomeno che ha provocato posizioni razziste da parti di molti settori. Sebbene motivo di attenzione, questo stato di alerta generale è paradossale in un paese con un numero di immigranti minore alla Germania e molto lontano dalla realtà

Le nostre vite sono circondate di dati. Ogni giorno, ogni ora, quantità enormi di numeri vengono prodotti e archiviati per tentare di capire e modificare il mondo:

Spagnola.

Quante molecole ha una catena del nostro ADN? Quanto abbiamo speso con la carta di credito il mese scorso? Quante volte ha vinto la nostra squadra nel ultimo decennio? Su quanti blog abbiamo postato l’anno scorso? La globalizzazione e il rapido sviluppo tecnologico hanno portato con se un aumento esponenziale della quantità di dati che l’uomo dev’essere in grado di gestire e assimilare per vivere. L’informazione necessaria per la vita di ogni giorno viene costruita a partire dal flusso continuo (a cui si è sottoposto passiva o attivamente) di questi dati. Questo fa si che sia necessario disporre delle metodologie efficaci per elaborare e capire questi dati, e prendere eventuali decisioni basati su di essi. Anche se l’uomo dispone del suo cervello, che collegato ai diversi organi sensoriali li consente di realizzare molte operazio-

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ni cognitive in poco tempo (quali sono le cose più costose che ho comprato al mercato?, come posso risparmiare la prossima volta?), man mano i dati aumentano la comprensione ne diventa difficile. Si consideri il quartetto di F. J. Anscombe: quattro set di dati, ognuno con le stesse proprietà statistiche, che quando visualizzati, appaiono in modo assai diverso.

Quartetto di Ascombe. Nella pagina precedente, le quattro tabelle originali. In questa pagina, le sue rappresentazioni grafiche.

Esempio di file XLS dal National Cancer Institute.

Numero di morti per cancro nella popolazione maschile dal 1970 al 1994, tutte le età, suddiviso per contee: Più di 230

meno di 160

Mappa SVG dal National Cancer Institute.

Oppure, le enormi tabelle di dati sui morti di cancro negli Stati Uniti 2, che se quando vengono visualizzate, appaiono in modo assai chiaro. Con l’arrivo del ventunesimo secolo, la continua generazione di datasets ogni volta più grandi è diventata un’attività basilare nel campo economico, scientifico e sociale. Oggi vengono prodotti circa 6,000 3 terabytes 4 di dati al giorno da parte dei giornali di tutto il mondo, ed ogni 24 ore sono messi in rete più di 70,000 filmati con le relative etichette. Wikipedia ha più di 1,400,000 articoli in inglese, 15 volte di più che la Enciclopedia Britannica.

2. National Cancer Institute, http://www3.cancer.gov 3. stima di J. Kottke, http://www.kottke.org. 4. unità di misura d’informazione o di quantità di dati. 1 Terabyte equivale

Siamo inondati di dati.

a 1 bilione di byte, cioè 1,000,000,000,000 byte.

visualizzazione di dati


grafica dell’informazione La massa di dati è fatta di strutture così vaste e complesse, che magari il modo più efficace per far capire a tutti le relazioni nascoste tra i dati sia ridurne le parole. Raggruppati col nome di “design dell’informazione”, mappe, segnaletica e grafica statistica sono state i modi tradizionali per far vedere i rapporti tra informazione diversa in modo chiaro. Il design dell’informazione, nel suo senso più ampio, seleziona, organizza e presenta certo tipo di informazione a un determinato pubblico. Diversamente dal marketing o l’advertising design, questa è una disciplina in cui l’informazione e la sua corretta comunicazione si trovano al di sopra della moda o la persuasione. Jacques Bertin 5 parlava della grafica dell’informazione come un sistema di segni monosemico, in cui il sistema di trasmissione dell’informazione è il corrispettivo visivo della matematica. In un sistema monosemico, il significato di ogni segno precede l’osservazione e l’assemblaggio dei segni. Così, ad ogni singola unità di una equazione corrisponde un unico signifi-

cato possibile e, se eseguita in modo corretto, darà un unico risultato possibile. Idealmente, la grafica dell’informazione non dovrebbe prestarsi ad equivoci. Contrario alla grafica essenzialmente polisemica, non dovrebbe essere discutibile. Tuttavia, in un mondo che genera statistiche praticamente in tempo reale, gli strumenti tradizionali della grafica dell’informazione non riescono a comunicare in modo appropriato. E’ in questo panorama che si inserisce la data visualization.

5. Per una spiegazione più ampia sui sistemi di segni, si veda J. Bertin in

sémiologie Graphique, p. 6

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data visualization La data visualization è una disciplina trasversale, che si avvale del potere comunicativo dell’immagine per offrire una spiegazione comprensibile delle relazioni di dipendenza, legami, cause ed effetti che si possono trovare tra grandi masse di dati astratti, generati dai processi scientifici, sociali ed economici. Tradizionalmente legato all’ambito scientifico, l’enorme sviluppo tecnologico degli ultimi decenni ha provocato la rivalutazione del data visualization da parte dei designers per cercare modelli di comunicazioni più efficaci nella comprensione dei dati del nostro tempo. I dati sono delle entità prive di significato. Sono le singole particole con le quali costruire l’informazione dei processi comunicativi, e possono essere divisi in 3 gruppi: univariato : Un insieme di dati si definisce univariato quando un loro attributo varia rispetto ad uno o più attributi indipendenti. Un esempio potrebbe essere una tabella contenente i codici di area per ogni paese del mondo.

visualizzazione di dati

bivariato / trivariato : Nel caso in cui il numero di attributi dipendenti sia due o tre. Supponiamo di voler esaminare il valore complessivo dei beni importati ed esportati all’estero da queste nazioni. multivariato : insiemi di dati in cui molti attributi (solitamente più di quattro) variano rispetto ad uno o più attributi indipendenti. Da soli, i dati non servono a niente. Devono essere sottoposti a un processo di ellaborazione e organizzazione per essere presentati in modo chiaro. L’informazione, il prodotto di queste manipolazioni, è data soprattuto dalle relazioni di dati significativi con altri dati. In questo stadio, la informazione è concettualizzata. Per Nathan Shedroff 6, capire i dati è un processo continuo che avviene come risultato del “continuum della comprensione”: I dati vengono presi dal mondo diventando informazione, che può diventare ulteriormente in conoscenza e finalmente in sagezza.


Attraverso l’esperienza, la data visualization fornisce metodi e strumenti per organizzare e rappresentare i dati e produrre informazione. Attraverso rappresentazioni grafiche o fisiche che favoriscono l’interazione attraverso elementi tecnologici 7, la data visualization è in grado di aumentare le capacità cognitive dell’individuo, favorendo l’acquisizione di nuove competenze.

Fogli XLS scaricati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite / Department of Economic and Social Affairs, reperibile su http://esa.un.org/migration/index.asp?panel=1. A sinistra, una tabella di dati univariata; a destra, trivariata. Un esempio di dati multivariati si trova nella pagina precedente.

La conoscenza è il risultato dell’unione dell’informazione con la esperienza. Le azioni sono fondamentali per acquisire le competenze che permettono di comprendere le cose. La conoscenza dovrebbe essere il fine ultimo di qualunque processo comunicativo, design compreso. Il più alto livello di comprensione, la saggezza, arriva quando si è acquisito un livello così avanzato delle relazioni tra i dati da poter esprimere giudizi qualitativi su di essi. 6. N. shedroff, “Information Interaction Design: a unified Field Theory of Design” in Information Design, pp. 267. 7. Il computer è oggi il terminale d’informazione più diffuso. Collegati ad esso si trovano una serie d’interfacce che consentono il rapporto con l’informazione: tastiere, touchscreen, mouse, joystick, ecc.

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produttori

utenti

locale

DATI

globale

INFORMAZIONE

per una corretta visualizzazione Dal precedente modello si può dedurre quanto siano importanti le caratteristiche dei dati, e le sue relazioni strutturali. Risulta fondamentale capire la natura di ciascuna delle componenti per progettare degli artefatti interattivi in grado di produrre conoscenze.

piegati di una azienda hanno qualcosa che gli lega, ma questa relazione è diversa tra loro e il suo superiore. Le relazioni possono essere strutturali e fisiche (la casa in relazione alle sue parti), o concettuali (la relazione tra un supermercato e i suoi clienti). Le relazioni possono essere causali se un evento provoca un altro, o temporali se definiscono un intervallo fra due eventi.

J. Bertin affermava che ci sono due forme fondamentali di dati: valori ed strutture. In modo simile, oggi possiamo dividere i dati tra entità e relazioni. Le entità sono gli oggetti a visualizare, le relazioni definiscono le strutture e i patroni che mettono in rapporto le entità tra di loro.

Attributi : Entità e relazioni possono avere degli attributi. In genere, un attributo esiste come parte di un’entità quando questo non ha motivo di essere se è da solo. Così, il colore è un attributo delle mele, e la temperatura è un attributo dell’acqua. Se si parla di relazioni, la durata è un attributo del giorno.

Entità : L’entità è l’oggetto d’interesse. La gente può essere delle entità, gli uragani anche. Un gruppo di cose può essere considerato anch’esso come unità singola: una casa, una scuola, un paese.

Per una corretta comprensione dei dati, e la sua comunicazione grafica efficace, risulta molto conveniente soffermarsi sugli attributi di essi, le sue qualità. A questo scopo S.S. Stevens 8 formula una tassonomia composta di quattro livelli di misura:

Relazioni : Le relazioni formano la struttura che collega le entità tra di loro, e ci sono una infinità di possibili relazioni. Una ruota fa parte di una macchina, ne è correlata. Gli im-

visualizzazione di dati

8. S.S. Stevens, “On Theory of Scales and Measurements” in Information

Visulization , p. 103


SAGGEZZA

CONOSCENZA

Nominali : Una funzione di labeling. Le frutte possono esse classificate in banane, mele, arance e così via. Non esiste un modo specifico in cui i componenti di questo gruppo possano essere messi in un determinato ordine. Spesso, anche i numeri hanno questo stesso attributo: il numero davanti all’autobus indica la sua rotta.

Lo spettro del capire secondo N. Shedroff. Nella sfera globale i dati

producono informazione, se degna di attenzione questa informazione porta alla conoscenza. Una volta dentro la sfera locale, man mano l’informazione diventa parte dei processi di ragionamento si raggiunge la conoscenza ed eventualmente la saggezza.

Ordinali : La categoria ordinale serve ad organizzare articoli (items, anche dati) accompagnati da numeri che segnano una posizione nell’insieme. La specifica posizione di un articolo dentro una lista è il suo valore ordinale. Quando si mettono in ordine di preferenze certe cose (films, tipi di musica, candidati politici), si fa una scala ordinale. D’intervallo : Se si applica una determinata scala di misura a dati numerici, è possibile ricavare informazione utile dalla differenza tra un dato e l’altro. L’ora di partenza e l’arrivo di un treno viene definita grazie ad una scala d’intervallo. Quantitativi : Con una scala quantitativa è possibile avere tutto il potere espressivo dei numeri. E’ possibile affermare che l’oggetto A è più grande che l’oggetto B, e quindi è possibile

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PIANO DELLA VISIONE

PIANO DEI DATI

dati grezzi

tabelle di dati

strutture visuali

viste

TRASFORMAZIONE

MAPPATURA

VISTA DELLE

DEI DATI

VISUALE

TRASFORMAZIONI

assegnare un valore ad un determinato aggettivo. Il denaro, per esempio, è definito in termini quantitativi. In pratica, dai livelli di misura ennunciati da Stevens ne vengono usati tre per l’archiviazione e l’ulteriore visualizzazione di dati in un contesto informatico: Di categoria : Sono come la classe nominale. Integrali : Sono come la classe ordinale nel senso che sono discernibili ed ordinati. Numeri reali : Unisce le proprietà delle scale quantitativa e d’intervallo. Per rendere utili i dati, questi devono essere mappati. La mappatura corrisponde alla assegnazione di strutture visuali che rappresentino gli stessi. Anche se all’inizio del processo di progettazione può sembrare arbitraria, la mappatura è necessaria per avere una prima idea della forma dei dati, in modo tale di relazionarli con lo spazio in cui verrano mostrati, e con le possibili interfacce che si useranno per interagire con loro

visualizzazione di dati

(vedi figura in alto). Essendo la data visualization un mestiere relativamente recente (perché intrinsecamente legato agli sviluppi tecnologici della fine del ventesimo secolo), non ci sono ancora delle strutture fisse in campo accademico. Per questo report ho deciso di considerare la rappresentazione sia dal lato grafico (statico), sia dal lato dell’esperienza fisica (interazione).


maggiore accuratezza percezione dati quantitativi

POSIZIONE

LUNGHEZZA

ORIENTAMENTO

AREA

VOLUME

COLORE / TEXTURE

minore accuratezza percezione dati quantitativi

GRAFICA Nelle rappresentazioni statiche, il substrato spaziale definisce le dimensioni dello spazio che verrà usato per la rappresentazione grafica. Può essere definito in termini cartesiani, in cui occupa gli assi X e Y. Ogni asse ha diversi tipologie a seconda dei dati che si vogliono mappare su di esso. Basati sui tipi di dati, gli assi possono essere di tre tipi: Quantitativi : Quando è presente una metrica associata ai valori riportati sull’asse. Ordinali : Quando i valori vengono mappati con un ordinamento uguale all’ordinamento dei dati. Nominali : Se la regione di un asse viene divisa in sotto-regioni senza ordinamento intrinseco. Tutto quello che di visibile appare nel substrato spaziale viene catalogato sotto il gruppo degli elementi grafici. Dentro questo gruppo, sono possibili 4 elementi: punti, linee, superfici e volumi.

Le caratteristiche formali degli elementi grafici, a cui la retina dell’occhio umano è molto sensibile. Vengono applicate agli elementi grafici determinando le proprietà intrinseche di ogni entità che si trova all’interno del substrato spaziale. Le proprietà grafiche più comuni sono: forma, dimensione, orientamento, colore, texture. Per quanto riguarda la percezione visiva degli esseri umani, le proprietà grafiche si comportano in diversi modi. Dal punto di vista della percezione di valori quantitativi, alcune proprietà grafiche sono più efficaci rispetto ad altre. Attraverso gli studi da parte di W. S. Cleveland e R. McGill 9, i quali hanno valutato l’accuratezza di percezione attraverso proprietà, elementi grafici e substrato spaziale diversi, si può dedurre che la posizione spaziale è uno degli elementi più importanti per percepire le informazioni quantitative (vedi figura in alto). Le rapresentazioni più comuni per ogni tipo di dato sono presentate 10 nella prossima pagina. 9. W. S. Cleveland, R. McGill, 1984, “Graphical Perception: Theory, Experimentation and Application to the Development of Graphical Methods” in

Journal of the American Statistical Association , 79, 1984, p. 531

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Univariati

Bivariati / Trivariati

Grafico a barre

Scatterplot

Piechart

Grafico a barre Sparklines

10. Immagini da Infovis Wiki (http://www.infovis-wiki.net) e Wikipedia (http://en.wikipedia.org)

visualizzazione di dati


Multivariati

Scatterplot

Infosky

Cone trees

Scatterplot 3D

Grafo

Circle packing

Coordinate parallele

Chernoff faces

Radial Hierarchical Visualization

Treemap

Perspective wall

21


3

2

3 3 3

1

2

3 3 3

2

3 3

visione generale

zoom e filtraggio

INTERAZIONE Oltre un certo numero di dati, qualunque tecnica statica si scontra con un problema fisico: la mancanza di spazio per rappresentare tutti i dati che si intendono far vedere. E’ allora che gli strumenti informatici possono essere di enorme aiuto. Offrendo la possibilità di modificare completamente il modo di visualizzare dati, aprono le porte a modi nuovi di rapportarsi con essi. In particolare, possono essere sfruttate le possibilità di modifica dati, cambiamento di mapping visuale e manipolazione di viste per esplorare dati ed scoprire relazioni altrimenti nascoste in una visualizzazione statica. L’interazione con i dati offre così la possibilità di avere una visione generale dell’insieme dei dati, e allo stesso tempo navigare e approfondire questo insieme per analizzare dettagli specifici. B. Shneiderman 11 propone una tassonomia generale delle possibili operazioni che è possibile compiere con le interfacce di visualizzazione basata su tre azioni di visione: panoramica, filtraggio, dettaglio (vedi sopra).

visualizzazione di dati

dettagli su richiesta

Come si può dedurre da questo semplice schema, per una visualizzazione efficace ci vogliono pochi elementi usati nel modo giusto: - Offrire una visione generale dell’insieme di dati, comprensibile in modo tale di dare la possibilità al utente di capire come è strutturato l’intero dataset - Offrire la possibilità di filtrare questi dati per concentrarsi su parti specifiche del dataset - Offrire dettagli su richiesta su una particolare istanza di dati. Panoramica generale : Offre una visione generale dell’insieme di dati è importante per dare la possibilità all’utente di capire in modo immediato come è strutturato l’intero dataset. Per agevolare la navigazione all’interno della panoramica, l’interfaccia dovrebbe avere la possibilità di selezionare punti di vista diversi.

11. B. Shneiderman. “The Eyes Have It: A Task by Data Type Taxonomy for Information Visualizations” in Proceedings of the 1996 IEEE Symposium on

Visual Languages , p. 336.


Zoom : Il sistema dev’essere in grado di offrire la possibilità di concentrarsi su una porzione del dataset senza perdere i punti di lettura e riferimento rispetto all’intera struttura.

dei dati un processo esplorativo, esperenziale, il sitema dev’essere in grado di offrire l’accesso al percorso e la storia dell’interazione.

Filtraggio : Diversi criteri di selezione devono rendere semplice la selezione e lo scarto di dati. Metodi efficaci di selezionare dati permette agli utenti di concentrarsi sul significato dei dati di loro interesse.

La precedente tassonomia rende possibile l’organizzazione delle tecniche di selezione / visualizzazione in 4 grandi gruppi:

Dettagli su richiesta : L’ultimo stadio della tassonomia, permette di focalizzare l’attenzione nei dettagli dei dati precedentemente individuati attraverso zoom e filtraggio. A questo metodo di classificazione si possono aggiungere due metodi di selezione che in certo modo non rientrano totalmente nella precedente tassonomia:

Focus + Context : Fornisce simultaneamente l’informazione dettagliata (focus) e quella contestuale (context) all’interno della stessa area senza usare viste separate per ognuna. Gran parte dello spazio nello schermo viene dedicato alla vista del dettaglio (quello che interessa all’utente in quel momento), ma senza perdere il contesto entro il quale esso si colloca. Tecniche che fanno parte di questo gruppo sono:

Relazioni : Offrire possibile metodi di visualizzare le relazioni tra i vari items, permettendo all’utente di avvicinarsi al senso accomunano dati simili

Zooming + Filtering : Prosegue l’idea di far vedere il dettaglio come parte del contesto, ma divide i due modi di visualizzazione. Se le tecniche di focus tendono a deformare il contesto per dare più spazio al dettaglio, lo zooming ne “ritaglia” un pezzo producendo un nuovo oggetto.

Storia : Essendo il processo di interpretazione e conoscenza

Scrolling : Permette di visualizzare una parte dell’insieme di

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DATASET

titolo

attore principale

regista

anno

genere

monster-in-law

jennifer lopez

robert luketic

2005

commedia

entrapment

sean connery

jon amiel

1999

commedia

the aviator

leonardo dicaprio

martin scorsese

2004

drammatico

murder on the orient express

sean connery

sidney lumet

1974

thriller

...

...

...

...

...

QUERY

select

titolo

from

film

where

attore_principale=’sean connery’

dati spostando la parte visibile tramite barre de spostamento chiamate scrollbars. Sebbene asta tecnica abbia il vantaggio di essere ormai consolidata nel ambito delle interfacce basate su finestre, ha il pregio di nascondere la visione del insieme di dati. Dynamic queries : Come si è già visto, i datasets generalemnte hanno delle dimensioni tali per cui è impossibile visualizzare tutti i dati in una sola volta, per cui sono stati sviluppate diverse diverse tecniche di visualizzazione che rendono semplice la focalizzazione nel dettaglio. Ma come richiedere i dati che saranno mostrati attraverso queste tecniche? Come scoprirli, come “pescarli”? Per rispondere a questo bisogno è stato creato un sistema di interrogazione (query) che consente di trovare in modo preciso qualunque informazione contenuta in un database. SQL, il linguaggio di interrogazione più esteso al mondo, rende possibile il ricupero di dati in tempi molto ridotti. Se si prende un dataset con diversa informazione cinematografica (vedi sopra), attraverso una query enunciata in modo

visualizzazione di dati

and

anno>=1975

corretto, il sistema è in grado di trovare un film di cui si sa il nome dell’attore e l’anno. Il grande problema di questa soluzione è che ha bisogno di una sintassi molto specifica per essere usato, rendendolo inutile per l’utente medio. Per rispondere a questo problema sono state create le dynamic queries, che possono essere considerate come un’alternativa visuale all’uso delle queries. In questo modo, l’utente può manipolare in modo accurato le interrogazioni senza conoscere la struttura della base di dati. Ogni volta che viene enunciata una query, la visualizzazione viene aggiornata immediatamente, rendendo dinamica la generazione di nuove rappresentazioni.


implicazioni della visualizzazione Nelle prime pagine di questo report ho tentato di spiegare come la data visualization può essere utile per capire il mondo che ci sta attorno. Serve alla gente che compra e vende azioni per avere una idea del andamento del mercato, e su di essa prendere decisioni riguardo a possibili investimenti. Serve a scienziati in tutto il mondo per capire in modo chiaro come operare sulla materia, e per misurare i cambiamenti su di essa. Serve alle persone per comprendere meglio le notizie lette sul giornale. Ma ha la data visualization il potere di generare emozioni aldilà del fatto estetico? Può sorprendere, far riflettere? Si pensi al Vietnam War Memorial, a Washington DC. Due estense pareti nere con tutti i nomi dei soldati nordamericani deceduti nel conflitto. Le pareti iniziano basse -50cm- e crescono verso il centro del monumento fino a un’altezza di due metri e mezzo. I nomi sono incisi per data di morte, e non per ordine alfabetico o, come su alcuni monumenti militari, per rango. Fatto in questo modo speciale, il monumento non soltanto da una idea della magnitudine del conflitto, ma racconta allo stesso modo molte storie dietro ai nomi. Essendo orga-

nizzati per data, i nomi acquisiscono un valore per il contesto in cui si trovano: ci sono stati molti John Smiths nell’esercito, ma ognuno di loro è morto in un giorno speciale, e con dei compagni speciali. Così, un monumento che rischiava di essere un semplice elenco telefonico fatto di marmo, è diventato un progetto di magnitudine emotive eccezionali. Il rapido sviluppo tecnologico nell’ultimo decennio (con la espansione in internet della cultura della condivisione delle conoscenze e il potenziamento di strumenti per la programmazione) ha prodotto interessanti esempi della visualizzazione applicata a scopi sociali: Adrian Holovaty 12 produsse una delle prime applicazioni che sfruttavano l’API delle mappe google per mostrare ai cittadini i pericoli di una città come Chicago in chicagocrimes.org (poi divenuto everyblock.com), e Hans Rosling 13 trovò il modo di demolire miti riguardanti le condizioni del terzo mondo attraverso un programma che sfruttava principalmente datasets 12. http://www.everyblock.com 13. http://www.gapminder.org

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delle Nazioni Unite. An Inconvenient Truth14, film di Al Gore riguardo al riscaldamento globale, ha fatto scalpore grazie anche al forte uso di grafiche per illustrare in modo chiaro i problemi. Many Eyes 15, progetto di visualizzazione partecipativa dalla IBM, sta generando ogni giorno più interesse per le possibilità dimostrative e sociali che potrebbe generare in un futuro prossimo. Philipp Steinweber e Andreas Koller 16 , analizzando i libri sacri più importanti di ogni religione, dimostrano con Similar Diversity come in fondo non siamo così diversi come sembrerebbe, e Jeffrey Warren apre gli occhi con Armsflow 17, una mappatura in dettaglio del commercio di armi mondiale e i suoi beneficiari con risultati sorprendenti. Dal canto più fisico e meno “tecnologico” del data visualization, un gruppo di artisti denominati Stan’s Cafe 18 produsse “Of All the People in All the World”, una visualizzazione di diverse statistiche sulla popolazione mondiale basata sulla metafora del riso: un chicco di riso è uguale a un essere umano; mentre Eve S. Mosher 19, basata su dati riguardanti la preoccupante elevazione delle maree, traccia una linea blu nel pavimento di New York per dimostrare come sarà la realtà fra 40 anni.

visualizzazione di dati

E’ possibile toccare il cuore della gente con il design? Sembrerebbe di sì.

14. http://www.climatecrisis.net 15. https://services.alphaworks.ibm.com/manyeyes/login 16. http://similardiversity.net 17. http://www.armsflow.org 18. http://www.stanscafe.co.uk 29. http://www.highwaterline.org


Nella pagina precedente, due immaginidel Vietnam War Memorial,

A sinistra in alto, Similar Diversity. In basso, Armsflow.

Washington DC. Progetto di Maya Ying Lin. In alto, Of All the People in All the World, Highwaterline in basso. Nella pagina accanto a sinistra, Everyblock e Gapminder. A destra, still da An Inconvenient Truth, e Many Eyes.

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concetto

Intenzioni del Progetto Contesto Audience Influenze / Ispirazioni Primo Approccio: Dati “Fisici� Verso lo Schermo Humanflows



intenzioni del progetto Come accennato nella parte introduttiva del capitolo corrente, una delle motivazioni più importanti che ebbi per iniziare questo progetto di tesi fu quella di sviluppare una solida collaborazione tra la data visualization e l’interaction design. Sono convinto che una corretta applicazione di questi due mestieri possa aiutare alla generazione di significati in una società che produce molta più informazione di quella che è in grado di capire. Il periodo di ricerca svolto nell’estate 2007 mi servì molto ad approfondire le mie conoscenze sul modo in cui i dati vengono prodotti, e le diverse tecniche sviluppate finora per analizzare, ordinare e rappresentare quei dati. Uno degli argomenti che più mi colpì come designer è il modo in cui la complessità del numero e le relazione tra i dati diventa il fattore determinante nella sua comunicazione grafica. E’ paradossale come molta della produzione attuale di grafica statistica abbia conto della complessità come la caratteristica principale da risaltare nella comunicazione, invece di tentare di trovare un senso a quella complessità. Sembrerebbe che sia molto più facile (ed efficace)

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tradurre in termini grafici la difficoltà nella comprensione, anziché trasformare quella difficoltà in semplicità. E’ possibile che i designer siano più preoccupati a scoprire nuovi modi di meravigliare il pubblico attraverso la grafica d’impatto, dimenticando così il vero senso della comunicazione. Magari una possibile causa di questo comportamento si può trovare tra le caratteristiche stesse del data visualization: essendo una professione storicamente legata all’ambito scientifico, trova qualche difficoltà in comunicare in modo efficace a persone che non fanno parte dell’ambito accademico. Così, il design preferisce fare un’operazione cosmetica sul prodotto scientifico per evitare modifiche su di esso, relegando la comprensione di fondo all’ultimo posto. Questa azione produce due risultati dannosi per entrambi le parti: • Il dato viene slegato del suo contesto (rendendolo inutile) • la grafica diventa mera decorazione Decisi allora di progettare un qualcosa che risolvesse in qualche modo questi problemi, con tre oggettivi ben definiti:

concetto

• Capire la complessità del dato nel suo contesto • Far lavorare alla grafica per dissipare questa complessità • Aumentare le probabilità di acquisizione di conoscenza attraverso l’interazione Come cornice per il lavoro scelsi un argomento conosciuto a me per ragioni personali ed scolastiche: l’immigrazione.


BibleViz, di Chris Harrison, dimostra l’accativante che può essere

contesto

visualizzare per il semplice piacere di farlo. Lo scopo del progetto è generare un social network biblico, ma anche se interessante come approccio, la visualizzazione rende conto esclusivamente della complessità del testo e la fa diventare un’oggetto di contemplazione.

Le migrazioni in Europa sono una materia assai interessante perché mettono a confronto una serie di argomenti diversi da parte degli attori che ne fanno parte. Quasi ogni istituzione si trova a che fare con questo “problema”, e prende una determinata posizione per salvaguardare i suoi interessi. Quello che per le istituzioni di sicurezza rappresenta un problema, per molte aziende è una opportunità di guadagno o di risparmio. Se si prende ad esempio il caso italiano, ci si trova davanti a un panorama paradossale: gli immigranti che scappano delle realtà difficili nei loro paesi, vengono allontanati con metodi spettacolari alle frontiere, e quelli che riescono ad entrare vengono sfruttati dai diversi settori produttivi come mano d’opera a basso costo, facendo risparmiare soldi ai loro padroni per via della evasione fiscale. Essendo però parte attiva nello sviluppo economico, diventano anche obbiettivo degli aziende che offrono prodotti e servizi. E’ il caso delle compagnie telefoniche e di rimesse, che approfittando dei bisogni di comunicazione e manutenzione della famiglia nei loro paesi, hanno visto i suoi profitti salire velocemente negli ultimi anni.

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L’immigrazione è diventata anche una motivazione di voto, e tanti politici stanno cominciando a porre l’argomento come asse centrale dei suoi piani. “Italia a gli italiani” è diventata una frase che rappresenta il luogo comune di un paese che vede nella immigrazione una minaccia per la sua economia e che pare dimenticare il suo passato migratorio conseguenza delle guerre della prima metà del secolo scorso. Questo ha generato un clima di razzismo crescente che ha aiutato a costruire un’immagine distorta dell’immigrato come persona povera, illegale e incolta. Curioso è come questa immagine non renda conto anche dei tanti migranti che vengono a studiare attratti della possibilità di avere una educazione di qualità, degli investigatori stranieri che vengono a collaborare ai suoi diversi progetti, o dei lavoratori onesti a cui piace questo paese. Strano, perché anche loro sono immigranti. Il presente progetto si inserisce in questo contesto per raccontare un po’ di storie dall’altra parte, una parte fatta di numeri di migranti che da un lato sembrerebbe smentire quella immagine scontata del immigrante, e dall’altro tenta di far capire perché i migranti scelgono questo paese piuttosto di un altro come possibilità di futuro.

concetto

audience D’accordo a una stima 1, gran parte dei lettori del New York Times possiede alcun tipo di educazione superiore. Questo permette al quotidiano di produrre informazione con un certo livello di qualità, e di avere la sicurezza che i contenuti (qualunque siano) saranno capiti per la maggioranza dei suoi lettori. Non a caso questo giornale fa ampio uso dei grafici a fini spiegativi, e questa decisione editoriale sembra avere una rilevanza molto maggiore nel sito internet, dove non è strano trovare le principali notizie accompagnate di grafici che sfruttano in qualche modo le qualità interattive del mezzo digitale. Questo porta con se alcune considerazioni interessanti: • I grafici, anche se hanno il potere di scavalcare la parola tante volte (si pensi all’information design applicato ai sistemi segnaletici), molto spesso non bastano da soli per spiega1. R. Edmonds in “Newspapers”, The State of the News Media 2007. http:// www.stateofthenewsmedia.org/2007/narrative_newspapers_audience. asp?cat=2&media=3


re certe cose. La notizia è fatta di parole, i grafici aiutano ad ampliare o chiarire quelle parole. • Anche se molto immediati, i grafici che presentano informazione complessa hanno bisogno o di ulteriori spiegazioni, o di un tempo considerevole di esplorazione per essere capiti. • Per comprendere certo tipo di informazione grafica è necessario un certo livello di educazione visuale, che consenta di elaborare ed interpretare quel che se vede in modo corretto. • Per voler capire qualcosa, prima si deve essere interessato all’argomento. Queste considerazioni sono utili perché permettono disegnare un profilo dei possibili utenti futuri dell’applicazione. Come nel caso del Times, anche qui ci troviamo davanti ad un pubblico vasto e di caratteristiche assolutamente diverse tra di loro. Possiamo però elencarne alcune peculiarità:

mondiale, anche se possono essere apatici politicamente o non avere una posizione definita. • Usano l’internet come fonte d’informazione secondaria o principale. • Hanno un buon rapporto con le tecnologie di massa contemporanee: capiscono come usare un computer e sono collegati al mondo attraverso un cellulare. • Seguono uno o più blog con regolarità, anche se non partecipano attivamente alle discussioni. Questo progetto non è un’applicazione di carattere scientifico. In qualche modo riveste i dati di un’aura emotiva, dando a loro un significato. Per questo non è progetto ideato per facilitare l’analisi scientifico, ma prende come base esso per raccontare quello che c’è dietro. Da una panoramica generale di una situazione specifica, e lascia la porta aperta alle possibili conclusioni.

• Sono uomini e donne con un’età superiore ai 24 anni. • Hanno finito la scuola superiore, e tendenzialmente possiedono alcun tipo di laurea. • Sono interessati in qualche modo allo svolgimento politico

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influenze / ispirazioni Molte sono le fonti di cui ho tratto ispirazione per questo progetto, o che mi hanno spinto in qualche modo a dare i primi passi. Anche se molti di loro rimarranno fuori per motivi di spazi, tenterò di citare quelle che sono state decisive per il progetto.

Playfair, Minard, Nightingale : L’opera di queste per-

sone, che già dalla prima metà del diciannovesimo secolo lavoravano a evidenziare il significato dei dati, risulta ancora oggi di una chiarezza difficile di superare. Florence Nightingale,

medico statista impegnata nel miglioramento delle condizioni sanitarie all’interno dell’esercito britannico, fa uso dei grafici per dimostrare nel 1858 le condizioni disastrose delle truppe nella guerra di Crimea. Charles Minard racconta ancora la

storia della guerra: nel 1861 e attraverso innovazioni grafiche, fa vedere il doloroso risultato della campagna napoleonica

nella Russia del 1812. William Playfair, ingeniere scozzese,

dimostra attraverso grafici come i livelli delle tasse britanniche nel 1821 siano i più alti nell’Eu ropa di quel tempo.

Tutti i tre dimostrano come sia possibile tentare di spingere

concetto

cambiamenti medici, politici ed economici attraverso l’uso responsabile della comunicazione grafica, diventando pionieri di una disciplina del design che sarebbe diventata tale molti anni dopo. listening post : Anche se mezzo e strumenti usati per questo progetto sono assolutamente diversi rispetto al mio progetto di tesi, il lavoro di Mark Hansen e Ben Rubin è stato un’influenza iniziale per il modo in cui l’opera riesce a catturare e mostrare l’essenza pubblico-privata nell’enorme quantità di messaggi delle chat-rooms e bulletin-boards sparsi per la rete. Attraverso cento piccoli schermi sospesi nell’aria, l’installazione fa vedere messaggi scelti in modo casuale da diversi chat room d’accordo a certe parole chiave. La quantità di messaggi visualizzati accanto alla dimensione sonora dell’opera, fa diventare l’esperienza memorabile, e la sua particolare forma li permette di avere qualità scultoriche rare nelle opere di arte digitale. we feel fine : Questa è un’opera basata sull’emozioni umane, “an exploration of human emotion on a global scale”. Molto


interessante perché elabora un proprio database a partire dei messaggi che abbiano la frase “I feel” o “I am feeling” postati su diversi blogs mondiali, e fa vedere diverse rappresentazioni grafiche di queste statistiche.

Campagna di Napoleon in Russia, 1812. Charles Joseph Minard. In

marrone il numero di uomini che iniziarono, in nero quelli superstiti che ritornarono.

Lontano da qualunque intenzione scientifica, il progetto riesce a comunicare in modo emotivo allo spettatore, chi attraverso una serie di interfacce diverse interagisce con le varie visualizzazioni, elaborando interessanti domande nel processo: è più comune la tristezza in Europa o in America? le donne si sentono grasse più spesso che gli uomini? come sono i sentimenti della gente il giorno di San Valentino? quali sono le città più felici? Il progetto è basato su un sistema di particole il cui colore rappresenta i diversi stati d’animo. Se le particole vengono cliccate, è possibile vedere la frase originale, e un’immagine se disponibile. Tutte le particole possono essere organizzate per vedere i risultati ad una scala maggiore, organizzate in assi diversi: Madness (follia), Murmurs (voci-rumori), Montage (montaggi), Mobs (folla), Metrics (misure), and Mounds (monticelli).

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Listening Post. http://www.earstudio.com


global cities : Come parte del progetto di comunicazione per “Global Cities” -una mostra al Tate Modern di Londra dal 20 giugno al 27 agosto 2007-, lo studio brittanico Pentagram fece delle rappresentazioni fisiche sulle la densità della popolazione a Londra, Città del Messico, Mumbai e Il Cairo.

We Feel Fine, http:// www.wefeelfine.org

Immagine di Global Cities

per Pentagram

Anche se sono dati bivariati, e quindi facilmente rappresentabili in due dimensioni, lo studio scelse di aumentare la efficacia delle rappresentazioni scegliendo una via tridimensionale. A questo scopo sono stati costruiti dei modellini a scala della pianta delle città, in cui ogni zona era estrusa d’accordo alla densità dei suoi abitanti per metro quadrato. Dando alle rappresentazione una proprietà spaziale, i progettisti sono riusciti a communicare in modo molto diretto ed efficace l’argomento attorno al quale girava la mostra: l’impatto in tutti sensi che provoca il numero crescente di persone abitando nelle città contemporanee 2. 2. La mostra del Tate è stata basata sul lavoro precedentemente fatto da Richard Burdett all’interno delle Corderie come parte della Biennale di

Floating.Numbers : Per “10 + 5 = God. The power of signs”, una mostra al Jewish Museum di Berlino nel 2004, Art+Com

concetto

Architettura di Venezia 2006, presumibilmente basato a sua volta sull’opera dell’artista londinese Abigail Reynolds di nome “Mount Fear”, 2004.


fu commissionato per progettare un’installazione interattiva che rappresentasse il significato dei numeri sotto diversi punti di vista, scientifico e religioso.

Il risultato è un tavolo interattivo di notevole lunghezza che coinvolge lo spettatore in un modo efficace ed inaspettato. Una proiezione dall’alto fa vedere sulla superficie un continuum di numeri galleggiando che, quando toccati, rivelano suoi segreti attraverso testi, immagini e filmati. Questo è un esempio di come, attraverso interazioni semplicissime e con metafore che sembrano quasi un gioco, si possa far capire la rilevanza del significato dei numeri.

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Due immagini di Floating numbers. http://www.artcom.de


primo approccio: dati “fisici” Se lo scopo iniziale del progetto era trovare un modo per amplificare la comprensione dei dati, ho pensato che una possibile soluzione fosse quella di modificare il modo in cui questi venivano sperimentati. L’idea iniziale è stata quella di aggiungere una valenza fisica/interattiva alla rappresentazione visuale, in modo tale di rendere accessibile l’informazione attraverso più vie e in questo modo moltiplicare la possibilità di generare conoscenza. All’inizio, il progetto si centrava nello sviluppo di un tool-box per la visualizzazione, una specie di scatola degli attrezzi che consentisse all’utente, attraverso diverse interazioni con oggetti fisici, di “sentire” qualunque tipo di dato. Per visualizzare questa idea ed esplorarne le possibilità, ho deciso di fare delle piccole animazioni stop-motion prendendo diversi tipi di dati come esempi, e sviluppando possibili soluzioni per ognuno. A scopo illustrativo, cito due di questi esempi:

concetto

1. Cosa : With the oil of a boeing’s tank, an average car could drive four times around the world Come : Riducendo in modo semplicistico il problema, si potrebbe dire che un’aereo col serbatoio pieno, per andare dal punto a al punto b, usa una quantità di benzina uguale a quella che consentirebbe ad una macchina moderna di percorrere lo stesso tratto quattro volte (in realtà molto di più, potrebbe addirittura dare il giro del mondo quattro volte). Gli oggetti, aereo e macchina, vengono rappresentati ognuno da un cubo di diverso colore. I cubi vengono illuminati, e la luce rappresenta la benzina. Il cubo deve viaggiare dal punto a al b, e questa operazione viene fatta in modo fisico. Se il cubo-aereo si spegne quando arriva al punto b, il cubo-macchina può fare avanti indietro, illuminato, per quattro volte.

2. Cosa : In Italy, immigration continues to grow: in 1997 there were 986 aliens, 1340 in 2000, and 1503 in 2003.


Come : L’immigrazione in Italia viene percepita come un problema. Applicando la metafora dei cubi precedentemente usata, ci saranno 3 cubi di diverso colore per ogni anno. Ogni cubo vibra, e questa vibrazione rappresenta la quantità d’immigrati. In questo modo è possibile “percepire” quanti immigrati ci sono stati per ogni anno, e impilandoli, avere una rappresentazione fisica della somma di queste persone, ed avere una traduzione fisica di questo “problema”.

Rappresentazione attraverso la luce.

Rappresentazione attraverso la vibrazione.

Prossima pagina: Sketch per un’applicazione da essere visualizzata

attraverso lo schermo.

Anche se interessanti come approccio alla visualizzazione e come applicazione futura (si pensi ai musei della scienza, oppure a diverse tipologie di esibizioni), queste prime idee facevano vedere alcuni problemi importanti: • Sono questo tipo di metafore troppo difficili da capire, e in questo senso, non è più efficace un’immagine statica?. • Arrivare ad un set di oggetti per continuare con l’idea del tool-box sembra essere troppo ambiziosa per il tempo a disposizione e, visto che gli oggetti dovrebbero rappresentare una grandissima quantità di dati diversi, si rischia di produrre degli artefatti privi di senso, con delle metafore forzate o arbitrarie.

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verso lo schermo Visti i possibili problemi dell’approccio fisico alla rappresentazione di dati, mi sono spostato gradualmente verso una soluzione più tradizionale, ma non per questo meno interessante. Approfittando delle conoscenze riguardo all’immigrazione che avevo acquisito grazie alla precedente collaborazione con W. Scheppe 3, ho deciso di cominciare a sviluppare un sistema che rendesse possibile la visualizzazione di dati relativi alle migrazioni globali attraverso un computer dotato di un comune dispositivo di puntazione (ad es. mouse). Concentrandosi su rappresentazioni geografiche tradizionali, il sistema voleva offrire la possibilità di interagire con i dati in modo diverso rispetto agli strumenti di visualizzazione tradizionali basati su gesti point-and-click. Si pensi ad esempio a siti come Gapminder o Many Eyes, in cui è possibile selezionare i diversi dati da visualizzare attraverso bottoni o diversi menù a tendina che agiscono come interfacce tra l’utente e la visualizzazione. Questo modo di selezionare, anche se chiaro perché basato sui gesti tradizionali dell’interazione con il computer, non approfitta le diverse possibilità di interazione offerte

concetto

dalle nuove tecnologie sviluppate per offrire contenuti dinamici in rete. Come interagire con i dati in modo diverso? Per esplorare questa nuova via, ho deciso di produrre delle animazioni simili a quelle dei primi tentativi. Essendo però un’applicazione con un’intenzione più chiara (e in questo senso più evoluta), mi sono permesso di avventurare una possibile veste grafica. L’idea definitiva non aveva nessun tipo di elemento di selezione tradizionale, e basava l’interazione sul trascinare come unico gesto. Gli elementi grafici che rappresentavano i dati erano 3 (sagome dei diversi paesi, numeri e cerchi), e la schermata iniziale era bianca (con in basso le tre parole che identificavano i tre modi di visualizzazione), in modo tale di spingere all’utente ad esplorare il modo di selezione proprio del sistema. Lo spazio bianco in centro era l’area di rappresentazione, selezione e modifica: ogni volta che una delle parole veniva trascinata in questo spazio, la visualizzazione veniva modificata. Se per esempio veniva trascinato “shapes”, si selezionava l’attributo di 3. Migropolis , p. 9


forma. Aggiungendo a questo attributo un determinato valore (cioè, spostando la parola “numbers”), era possibile avere una visualizzazione basata su circoli la cui grandezza rappresentava i dati. Ogni indice (gdp, popolazione, ecc.) poteva essere visualizzato/ selezionato allo stesso modo, ed era possibile anche aggiungere determinati attributi ai singoli oggetti che facevano parte della visualizzazione in quel momento.

sarebbe più semplice parlare di qualcosa a me conosciuta. Il tempo di ricerca si riduceva per dare spazio al tempo per la progettazione. • Il trascinamento degli oggetti, nonostante sembrasse un modo interessante per accedere all’informazione, non è stato molto chiaro in termini d’interazione. Privilegiare la forma al contenuto era una cosa che doveva essere evitata.

Nonostante radicalmente diverso rispetto alle intenzioni iniziali del progetto, questo secondo approccio mi permisi di inquadrare meglio il lavoro da svolgere in futuro, mettendo in chiaro alcune delle caratteristiche che diventerebbero poi parti importanti del progetto: • Sarebbe un’applicazione per essere usata attraverso uno schermo, e idealmente dovrebbe essere progettata per internet. • Anche se all’inizio volevo evitare di prendere come argomento l’immigrazione (visto che l’avevo già esplorato nella pubblicazione menzionata in precedenza), era evidente che

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humanflows Come parte della mia esplorazione per il lavoro di tesi, decisi di presentare domanda di partecipazione al workshop di visualizzazione “Visualizar”, svolto dal 12 al 28 di novembre 2007 al Medialab-Prado, Madrid. In due settimane, dieci progetti dovevano essere sviluppati dai vincitori, aiutati da un team di collaboratori scelto dal Medialab. Anche se il mio interesse era partecipare aiutando nello sviluppo dei progetti partecipanti, ebbe la fortuna di trovare il mio progetto tra i candidati scelti per lo sviluppo. In 19 giorni io, insieme a un team di tre collaboratori , abbiamo prodotto “Humanflows” 5, un piccolo applet sviluppato in Processing 6 che consente di visualizzare i flussi migratori globali nell’arco degli ultimi 45 anni. I punti di forza più rilevanti del progetto sono 3: 4

• Presentare i flussi in modo animato, sfruttando il tempo come unità di significazione. • Proporre un’interazione molto semplice, dove è necessario un click e il movimento del mouse per navigare tutta la

concetto

mappa. • Inquadrare i flussi dentro una successione temporale tradizionale, per far vedere i cambiamenti che le migrazione hanno avuto col passare del tempo. Anche se questo progetto è stato molto interessante dal punto di vista personale, e ritengo che dentro il contesto della visualizzazione contemporanea sembrerebbe essere in certo modo nuovo per l’argomento in considerazione, risultano evidenti due problemi fortemente legati alla visualizzazione: • Slega il dato dal contesto. Anche se le grafiche e il tempo comunicano il volume dello spostamento umano attraverso gli anni, non riesce a dare una spiegazione a questo spostamento. • Falisce nel tentativo di visualizzare possibili cause della migrazione. 4. Monica Sanchez dalla Spagna, Iman Moradi dal Regno Unito, e Nathan Yau dagli Stati Uniti. 5. http://www.2ngry.com/humanflows 6. http://www.processing.org


• Ancora una volta, l’esperienza estetica oltrepassa quella cognitiva.

Questo primo approccio prattico all’argomento di tesi mi ha fatto capire alcuni limiti della visualizzazione, e mi ha dato la possibilità di concentrare l’oggetto del progetto su una domanda molto specifica:

Tentativo di separazione dei dati basato sul valore dell’indice rispetto

alla convenienza (I. Moradi), e due proposte di visualizzazione.

Screengrabs del progetto. Viola indica il GDP per ogni paese, verde la

dissocupazione. La trasparenza del colore indica quanto “sano” in questi termini è il paese.

Vedere soltanto non basta per capire. Come potenziare la forza della visualizzazione in modo di aiutare a dare un senso a quel che si vede? Dopo un’attenta analisi del lavoro svolto, ho deciso di aggiungere un livello narrativo al mio progetto di tesi, come modo di rivestire di un senso specifico i numeri e la sua visualizzazione.

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sviluppo: aedo

Segno / Testo Sintassi Narrativa Precedenti Verso l’Idea Finale Approccio Grafico Tono Emotivo Finalizzazione Prototipazione



“Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva trascorre sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai: non c’era tafano sul dorso d’un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, e non facesse oggetto di ragionamento, scoprendo i mutamenti della stagione, i desideri del suo animo, e la miseria della su esistenza.” 1 Italo Calvino

Sebbene la visualizzazione di dati responsabile si dimostri efficace nel far capire le possibili implicazioni nascoste dietro ai numeri prodotti dalla nostra società, spesso fallisce di fronte alla natura stessa del numero, producendo risultati ambigui e poco soddisfacenti. Quando ci si trova a realizzare rappresentazioni di sistemi complessi è facile lasciarsi sedurre dalla complessità stessa, e produrre visualizzazioni ricche di elementi formali ed estetici che fanno l’accento sulla difficoltà 1. I. Calvino, “Funghi in Città” in Marcovaldo, p. 15.

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concetto

cane

immagine acustica

del dato invece di aiutare alla sua comprensione. Così facendo, la dataviz diventa mero oggetto di contemplazione, suscettibile alle stesse mode e tendenze che sembrano governare l’attuale mondo del design. Concentrandosi nell’aspetto visuale del dato, la data visualization trascura il suo senso, dimentica il contesto per il dettaglio. Un modo possibile di riportare la saggezza al data visualization può essere il potenziare il suo lato emotivo non attraverso “la messa in scena” grafica, ma tentando di mostrare le implicazioni dei dati nel suo contesto specifico, raccontando una storia che possa essere interpretata invece di dare tutto pronto per la su consumazione. Come Marcovaldo, diventato ceco ai prodotti preconfezionati della cultura di cui fa parte, tenta di interpretare i segni della natura nascosti nella città per dare un senso alle sue azioni; ibridando il potere emotivo della narrazione con la precisione descrittiva della visualizzazione penso sia possibile assegnare al dato un contesto possibile in cui essere capito.

ordinata, e dunque può essere compreso. Ma come produrre significati che siano validi ugualmente per testi e grafici? La significazione è il risultato delle relazioni tra segni (parole tra parole, forme tra forme, forme e parole), e ha bisogno di una disciplina che abbia conto di queste relazioni. La semiotica, anche se concepita per l’analisi di queste relazioni, può essere di molto aiuto per la produzione di testi 22 che abbiano un rapporto utile tra di loro. Basati su un piccolo analisi semiotico, parole e forme non dovranno essere colte come un insieme confuso di segni, ma formeranno un tutto ordinato sotto forma di racconto.

2. Testi non come insieme di lettere che formano parole, ma come sistema di oggetti testuali o grafici. Per la semiotica, questi oggeti non hanno valore per se stessi, ma per le relazioni che stabiliscono tra di loro. Considera gli

Essendo il racconto un insieme più o meno organizzato di azioni ed eventi, è suscettibile ad essere colto come successione

oggetti come effetto delle relazioni che li costituiscono. In questo contesto, gli oggetti sono considerati punti di intersezione di fasci di relazioni.

sviluppo: aedo


sostanza SIGNIFICATO

contenuto forma

forma SIGNIFICANTE

espressione sostanza

segno / testo Secondo il linguista F. Saussure 3 il segno è composto da due parti: la sua immagine mentale, e la parola che lo indica dentro il sistema linguistico. A queste 2 parti Saussure chiama il significato (il concetto) e il significante (una immagine acustica, la rappresentazione attorno al concetto). Le relazioni tra significato e significante sono arbitrarie (l’immagine mentale del albero cambia di persona a persona, ma è sempre un albero valido), e assolutamente involontaria. Se per Saussure i segni sono le parole che formano il linguaggio, L. Hjelmslev 4 toglie il segno come unità della lingua, e al suo posto mete il sistema delle relazioni tra le singole unità. Questo permette di rivolgersi alla struttura delle relazioni non come lingua ma come processo, e di togliere l’analisi linguistica. Così è possibile avere un sistema ampio di analisi che può essere usato per multipli sistemi di comunicazione non necessariamente testuali, ma anche visivi (vedi figura in alto). Per Hjelmslev, il sistema delle relazioni tra le singole unità ha due piani: piano del contenuto e piano dell’espressione. Il

testo dunque è il risultato delle particolari relazioni tra queste due piani, relazione questa che prevede un’ulteriore divisione: ogni piano avrà una sostanza e una forma. Il significato del testo prende forma grazie alle relazioni di forma che si trovano dietro alla sostanza di ogni singola unità. In base al tipo di relazioni tra espressione e contenuto, i sistemi possono essere divisi in due: Sistema simbolico : Che prevede una conformità tra i piani dell’espressione e i piani del contenuto e produce sistemi univoci come la matematica. Relazione semiotica : In cui non c’è conformità tra i piani dell’espressione e i piani del contenuto e produce sistemi ricchi di senso come l’arte o il design.

3. F. de Saussure, Corso di Linguistica Generale. 4. L. Hjelmslev citato da P. Magli in Semiotica , p. 34.

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dimensione cognitiva

destinante

destinantario

MANIPOLAZIONE

SANZIONE

COMPETENZA

PERFORMANZA

soggetto

oggetto

dimensione pragmatica

sintassi narrativa Come organizzare i discorsi, narrativi e non, in modo tale che ci sia un percorso logico per arrivare al senso? Gran parte degli sviluppi moderni della narratologia riconoscono l’origine nel testo di V. Propp denominato “Morfologia della fiaba” 5, uno studio su 400 fiabe russe di magia per individuarne le forme soggiacenti, gli elementi costanti che, al di sotto della superficie mutevole delle singole fiabe, ricorrono tutto il corpus. Questo testo diviene un essenziale punto di riferimento per lo studio del piano del contenuto di tutti i linguaggi: il senso si forma narrativamente. Basandosi sullo studio delle fiabe fatto da V. Propp, J. Greimas 6 incrocia gli studi narratologici alla ricerca di soluzioni a problemi relativi alla creazione di una semantica strutturale, e genera il concetto di narratività come “principio dell’organizzazione di ogni discorso, narrativo e non narrativo”. Attraverso questa operazione, l’autore libera la narrazione del suo ambito linguistico proponendola come un’ipotesi interpretativa della cultura in generale.

La narratività suppone l’accettazione del racconto come forma di trasformazione: è il rovesciamento di uno stato iniziale di privazione in uno stato finale di acquisizione. E’ una sorta di grammatica che articola le strutture universali dell’immaginario, un’intelligenza sintagmatica che articola ogni forma di significazione. Per decostruire una narrazione, bisogna dividerla nelle parti conformanti. Ogni pezzo della narrazione è anch’esso suddivisibile usando lo stesso schema narrativo. Il racconto è un susseguirsi da diverse trasformazioni, è un passaggio da uno stato ad un altro stato. Lo schema narrativo di Greimas, comune a qualunque tipo di testo, prevede l’applicazione di quattro segmenti: manipolazione, sanzione, competenza, performanza (vedi figura in alto). Ogni segmento della narrazione ha bisogno di oggetti ,soggetti o situazioni che propizino il cambiamento: si chiamano attanti 5. V. Propp citato da P. Magli, op. cit., p. 66. 6. J. Greimas citato da P. Magli, op. cit., p. 67.

sviluppo: aedo


programma di base

programma di uso

MANIPOLAZIONE

SANZIONE

COMPETENZA manipolazione

sanzione PERFORMANZA

competenza

(chi compie o subisce una azione). Questi attanti possono essere raggruppati in due categorie: Soggetto/oggetto, Destinante/ destinatario. In tutte le storie, il personaggio principale attua per supplire una mancanza (manipolazione). Di essa viene spinto alla azione, e tutta la storia girerà attorno alle prove a cui sarà sottoposto per eliminare questa mancanza. Attraverso le diverse prove, il personaggio dovrà acquisire le competenze necessarie (competenza) per arrivare alla prova finale (performanza), e una volta superata questa, la mancanza verrà eliminata e con essa finirà la storia (sanzione).

performanza

generale, comune a tutta la storia. Solitamente è quello che innesca il meccanismo della narrazione, per il quale il personaggio viene spinto ad agire. Spesso però, per realizzare questo obbiettivo, è necessaria una serie di altre imprese per il raggiungimento delle condizioni favorevoli al raggiungimento del primo obiettivo. Questo è il caso del programma narrativo di uso.

La successione degli eventi è una sorta di programma di azione, finalizzato al raggiungimento di uno scopo determinato. Per questo riceve il nome di programma narrativo. Il programma nrrativo è una unità di natura sintattica costituita da un enunciato di fare che regge un enunciato di stato. Le azioni dei personaggi sono cioè viste come programmi di azione, finalizzati al raggiungimento di oggetti di valore. Si può avere un programma narrativo di base che è quello

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precedenti Come ho già detto in precedenza, anche se Humanflows non fu un progetto di speciale rilievo in termini di visualizzazione, esso mi aiutò a capire che la risposta ai problemi cognitivi poteva trovarsi nell’addizione di un secondo livello narrativo. Questa addizione portò con se un cambiamento radicale nel progetto, spostando il mio interesse per la visualizzazione e aggiungendone uno nuovo verso la narrazione come strada per la costruzione del senso.

lizzazione di dati. Tutti i due offrono diversi strumenti grazie ai quali è possibile uplodare il proprio dataset, e visualizzarlo attraverso diverse tecniche di visualizzazione, dai semplici grafici a barre fino a grafici georeferenziati. In poco tempo questi siti sono diventati un punto di riferimento per molti utenti che hanno bisogno di visualizzare diversi tipi di dati per poi condividerli.

Anche se il percorso verso le prime bozze e la prototipazione definitiva sembrava chiaro, ho deciso di soffermarmi ancora un momento su alcuni progetti che mi sembravano attinenti in qualche modo allo spirito della tesi. Spiego brevemente in seguito alcuni di questi lavori, con l’intenzione di evidenziare alcune delle caratteristiche che li vincolano a questo progetto di tesi.

Questa possibilità di condivisione sembra molto accattivante in un primo momento, ma ad uno sguardo più attento rivela una caratteristica contraddittoria: Anche se molti dei dati lì presenti sono rilevanti, per capirli bisogna avere una certa cultura visuale e soprattutto una minima voglia di analizzare quel che si vede. Molti dei datasets, essendo così specifici, hanno bisogno di una spiegazione chiara che l’autore non sempre fornisce, riducendo il numero di gente potenzialmente interessata all’argomento, e facendo diventare inutile un grafico che in un altro contesto potrebbe risultare importante.

gapminder, many eyes, swivel : Accanto a Many Eyes, Swivel 7 è uno dei progetti più interessanti riguardo alla visua-

Anche se non permette l’uploading di dati, Gapminder 8 trova lo stesso problema. Per aggirarlo, ha deciso di produrre dei piccoli filmati (da loro chiamati gapcasts) in cui viene spie-

sviluppo: aedo


gato cosa si sta vedendo. Il risultato è pressoché deludente: uno strumento che “rivela la bellezza delle statistiche facendo diventare i numeri noiosi in grafici interattivi divertenti, [...] dando un senso ai dati” 9, ha bisogno di una persona che in modo non interattivo dia senso alle grafiche altrimenti noiose. le monde diplomatiQue : Trovo molto vicino l’uso dell’immagine che fa questa testata allo spirito del progetto. Attraverso l’utilizzo bilanciato di testo e immagini, riesce ad esporre idee ed opinioni sulla situazione politica mondiale in modo chiaro. Le sue mappe della “geografia del conflitto” hanno reso famoso a Le Monde Diplomatique perché aggiungono un secondo livello visuale all’altrimenti astratto livello testuale, facilitando la comprensione delle dinamiche proprie della crisi.

Gapminder / Gapcasts.

A sinistra, i rifugiati del Medio Oriente secondo Le Monde Diplomatique. A destra, GoNoGo, sito di Ad Van Denderen.

Prossima pagina: Particolare di Prision Uniforms, parte della serie “Running the Numbers” di Chris Jordan. 2,3 milioni di tute per detenuti rappresentano il numero di Americani incarcerati nel 2005.

oliVier Jobard, ad Van denderen : Entrambi fotografi, hanno un forte interesse per l’immagine dell’immigrato. Il suo lavoro riflette sulla loro vita e fa vedere il significato dei percor7. http://www.swivel.com 8. “Implicazioni della Visualizzazione”, p.25 9. http://www.gapminder.org/about/about/

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si che devono fare i migranti illegali per arrivare ai loro paesi di destinazione. Attraverso questo lavoro di fotografia sociale, scoprono cosa significa veramente il viaggio di queste persone, e cosa si nasconde dietro all’immagine di apparente minaccia economica e degrado sociale.

il carattere astratto del numero aggiungendone un significato, e rivela l’importanza del singolo all’interno di una società ogni volta più grande e incomprensibile.

In più, il lavoro di A. Denderen 10 è interessato anche alla storia dell’immigrazione in Europa, facendo un lavoro di compilazione/educazione su diversi fronti (smuggling, statistics, motives, vocabulary), e accompagnando questo lavoro con degli schemi grafici. Anche se i suoi grafici non hanno paragone con la qualità della sua produzione fotografica, l’immgine grafica genera un contesto che aggiunge alle fotografie una valenza d’informazione che va oltre il giudizio estetico. Chris Jordan : In “Running the Numbers - An American Self-Portrait” 11 C. Jordan getta uno sguardo alla società americana contemporanea dal punto di vista delle statistiche. Ogni immagine che fa parte della serie rappresenta una determinata quantità di consumo (ad es. 5 minuti di lavoro in ufficio = 15 milioni di carta usata), che viene rappresentata con degli oggetti inerenti a queste quantità. Così facendo, l’artista annulla

10. http://www.go-no-go.nl. Il lavoro di O. Jobard può essere consultato su: http://mediastorm.org/0010.htm 11. http://www.chrisjordan.com/

sviluppo: aedo


NUMERO

visualizzazione

verso l’idea finale Uno dei principali problemi che ho affrontato durante l’ideazione di questo sistema è stato quello di trovare dei progetti simili da prendere come referenti. Nessuno degli undici progetti analizzati in precedenza rispecchiavano in modo convincente lo spirito o la possibile applicazione grafica. Così, ho deciso di elaborare una piccola lista delle caratteristiche più rilevanti del progetto per chiarire le idee e costruire un percorso per il suo sviluppo: • Questo progetto non è un servizio, e non ha uno scopo commerciale definito. • Questo progetto richiede di certo interesse verso l’argomento, ma questo non significa che il suo pubblico sia ridotto. • Ha uno scopo informativo, ma non è necessariamente educativo. • Dev’essere pensato per attirare, ma non attraverso un’operazione estetica. Non dev’essere carino, ma interessante. • Non è basato unicamente sulla visualizzazione, ma la narrazione è una parte molto importante del progetto.

frase

Da fronte agli ultimi avvenimenti ho deciso di concentrarmi nello sviluppo della parte narrativa dell’applicazione, tentando di analizzare il lavoro fin adesso svolto dalla parte del racconto. Per far questo, ho applicato l’analisi narrativa vista in precedenza al processo di costruzione della visualizzazione (fig: manipolazione/interesse verso l’argomento – competenza/come funziona il sistema?-aggiungere, togliere, richiedere dati da visualizzare – performanza/costruzione della visualizzazione – sanzione/visualizzazione finita, senso), confermando l’idea che avevo esplorato all’inizio 12: l’applicazione doveva avere il suo punto di forza nel modo in cui si elaborano le visualizzazioni, centrando l’attenzione non sul grafico finito ma sul processo di costruzione di esso. Essendo il processo il veicolo per arrivare alla costruzione di significato, doveva essere la narrazione a spingere la visualizzazione. Le immagine dovevano essere legate al racconto per avere un significato, e venire prodotte dai numeri che quel racconto portava con se. Il sistema sarebbe basato dunque su uno schema semplice: il numero alla base, che viene visualizza12. “Verso lo Schermo”, p. 43

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C’era una volta un colombiano chiamato Miguel, che stanco di fare sempre le stesse cose, decise un giorno di andare a farsi un giro in Europa.

Così, una mattina mise tutto in valigia, salutò il suo gatto e se ne andò a Venezia.

Lì, tanto per fare qualcosa, si scrisse all’università,

*

e siccome era un barvo ragazzo, finì per laurearsi.

to attraverso una possibile rappresentazione grafica, e che allo stesso tempo genera una possibile storia. Così, storia e rappresentazione grafica sono fortemente legati, e ognuno aiuta l’altro nella costruzione del senso. Tutti i due condividono la stessa origine numerica. Ma se l’intenzione del progetto era generare racconti a partire dai numeri, servivano due cose per cominciare: questi numeri e un modo per generare i racconti. Per avere una base numerica solida ho deciso di prendere l’informazione dal database delle Nazioni Unite 13 e generare delle nuove tabelle con i dati pronti per essere letti dal mio programma. Anche se è possibile trovare gli stessi dati su altri siti come NationMaster o World Bank 14, per Humnaflows 15 avevo già lavorato con questo stesso database. Sapevo allora come venivano prodotti i dati, e come analizzarli per produrre tabelle pulite, il che mi offriva la possibilità di concentrarmi di più sugli aspetti progettuali anziché tecnici.

che la strada più semplice era quella di costruire delle storie fantasiose sugli immigrati, ed essendo io stesso uno di loro, non sarebbe molto difficile inventare qualcosa che sembrasse vero. Questo però lasciava la porta aperta a due problemi: • La possibilità di allargare di più la già scontata immagine dell’immigrato, senza andare contro di essa. • La possibilità di perdere ogni connessione reale con i numeri. Per evitare questo, ho tentato di scoprire una storia già presente sull’immigrazione che non fossestata ancora raccontata, una storia che fosse “nascosta” in qualche modo. Un qualcosa che non facesse parte della produzione artistica di qualche scrittore, ma che facesse parte della vita stessa delle persone, che fosse generata da essa. 13. http://unstats.un.org/unsd. Da luglio 2008 questo servizio verrà rimpiazzato da http://data.un.org, con una interfaccia per la navigazione che

Risolte le statistiche, rimaneva il grosso problema di trovare un modo per generare le storie. Che tipo di storie dovevano essere? Che tono dovevano avere? Quali i suoi personaggi? Sapevo

rende più semplice l’acquisizione di questi dati 14. nationmaster.com, http://econ.worldbank.org/ 15. “Humanflows”, p.44

sviluppo: aedo


Per fortuna la risposta non si trovava lontana da me: in Italia, ogni immigrato (entrato legalmente o diventato legale dopo) ha con se un documento che lo distingue come cittadino straniero. Quel documento, chiamato “permesso di soggiorno”, elenca le principali caratteristiche di questa persona: il suo nome, quando e dove è nato, dove abita, come è entrato al paese, quando l’ha fatto, e il motivo per cui soggiorna in questo paese. Mettendo insieme questi pezzi, ci si trova alla fine con una piccola storia che parla sull’immigrazione:

Prova di scrittura basata sul permesso di soggiorno. Dovuto alla

natura storica del documento, l’ultima frase non può essere collegata, lasciando via libera alla creatività narrativa.

C’era una volta un colombiano chiamato Miguel, che stanco di fare sempre le stesse cose, decise un giorno di andare a farsi un giro in Europa. Così, una mattina mise tutto in valigia, salutò il suo gatto e se ne andò a Venezia. Lì, tanto per fare qualcosa, si scrisse all’università, e siccome era un barvo ragazzo, finì per laurearsi. La storia può essere più o meno addornata, ma rispetta la condizione base di essere generata in modo “non umano”. La parte interessante di questo approccio è che così facendo diventa possibile assegnare molte frasi con il database iniziale. Siccome gli esseri umani vengono contabilizzati fin dalla nascita, facen-

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Piccolo particolare delle bozze iniziali.


do parte di gruppi di numeri diversi a seconda di cosa fanno e dove stanno, ecco allora che ogni cosa che fa l’immigrato deve avere un corrispettivo numerico. Così, l’ingesso del personaggio in Italia fa parte del database di ingressi avvenuti in agosto del 2004, e il suo status di studente fa parte di un altro database con tutti gli studenti stranieri presenti sul territorio nazionale. La sua università controlla che lui paghi le tasse puntualmente grazie a un database con gli studenti scritti, e quando lui andrà via l’ultimo numero che lo distinguerà sarà quello delle uscite dal paese quel giorno.

approccio grafico Con questa solida base ho ripreso a lavorare sull’idea precedente alla mia sperienza in Spagna, disegnando una nuova interfaccia (accessibile come pagina web via internet) che consentiva all’utente di costruire piccole storie attraverso l’aggiunta e modifica delle frasi presenti nella narrazione. Queste frasi farebbero parte di un database collegato a quello principale con i dati. La storia cominciava mostrando una visualizzazione della popolazione totale nel mondo, e nuovi pezzi si aggiungevano a questa visualizzazione man mano si andava avanti con la storia. Così, il sistema procedeva dal generale allo specifico in termini visuali e di testo. L’interfaccia prevedeva due livelli d’interazione: nella parte anteriore ci sarebbe stata la parte testuale, il racconto proprio e vero, nella parte posteriore ci sarebbe stata la visualizzazione. Il racconto veniva costruito da sinistra a destra, e la selezione della visualizzazione era fatta attraverso piccoli menu verticali, in cui ogni frase corrispondeva a un tipo di indice specifico.

sviluppo: aedo


This is the story of a

manipolazione/competenza

inizio

woman leggi dati

from visualizza e anima Senegal seleziona who went to

performanza

leggi dati

Italy transizione a prossima selezione to

visualizza

make some money. è l’ultimo dato? no

Lucky her!

sì mostra immagine

She ended up

generale

sanzione

working for a rich man who, after a while, married her.

fine

Una volta selezionata la frase, partiva una animazione che faceva vedere la visualizzazione della sua statistica. Ogni grafica si trovava dentro di una colonna per essere differenziata dalle altre grafiche, e ogni volta una nuova frase veniva addizionata al racconto, una nuova colonna si creava.

Schema di funzionamento generale dell’applicazione.

Questa operazione veniva ripetuta ogni volta che si voleva aggiungere un pezzo al racconto, per costruire alla fine una piccola storia sull’immigrazione, che aveva una rappresentazione grafica fatta a posta. Questa rappresentazione fungeva di traduzione, una sorta di “sistema notazionale soggettivo” del racconto, che in qualche modo doveva avere una valenza estetica importante.

Prossima pagina: Bozze per diversi momenti dell’applicazione. Da

Prima proposta per la divisione delle frasi all’interno della storia di

base. Evvidenziate, le parole che potevano essere collegate ad un possibile database.

sinistra a destra: schermata iniziale, visualizzazione di transizione, visualizzazione di paesi, panoramica generale.

In qualunque momento era possibile navigare all’interno di questa grafica per rivelare i numeri che facevano parte di essa, e cambiarne certi attributi come il colore o la posizione. Alla fine del processo di creazione veniva offerta all’utente la possibilità di generare una piccola anteprima del suo lavoro, che poi andrebbe a far parte della galleria generale del sito. Le immagini che facevano parte di questa galleria potevano essere esplorate allo stesso modo descritto prima, e il sito offriva la

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possibilità di commentare queste grafiche. Così, il sito acquisiva una duplice intenzione: • Offrire un posto in cui riflettere riguardo a un problema mondiale attraverso la costruzione di un racconto e una immagine. • Offrire la possibilità di condividere creazioni e opinioni di carattere estetico o critico. Arrivato a questo punto, il progetto sembrava avere una intenzione chiara, e l’interfaccia prendeva lentamente una forma vicina a quella che poteva essere quella definitiva. Per iniziare a provare l’applicazione su schermo, diverse prove sono state disegnate in un programma vettoriale. Questo primo approccio all’applicazione reale mise in evidenza alcuni problemi di base, portando a dei cambiamenti importanti: • Per chiarezza, i due livelli sottoposti (racconto – immagine) sono diventati lo stesso livello diviso in due. In questo modo, il racconto aveva un suo spazio senza perdere importanza ne interferire con l’immagine. • E’ stato privilegiato il quadrato come figura geometrica

principale per le visualizzazioni. La sua forma rende semplice il passaggio da forma a quantità, ed ha un rapporto molto conveniente con lo schermo. • Per legare il testo in modo chiaro alla visualizzazione, sono stati proposti dei balloon che racchiudono le parole e indicano ogni rappresentazione. • La scelta delle frasi è diventata più morbida grazie all’utilizzo di un modo diverso di presentare le diverse voci. Essendo il momento di creazione dell’immagine un elemento importante del sistema, ho deciso di trovare un metodo semplice ma efficace per potenziare l’interesse verso questa azione. Vista la natura fluida dei dati e le connessioni tra diversi tipi di visualizzazione (ad esempio quella condivisione iniziale tra mondo – genere – paese), ho deciso di usare l’acqua come metafora. La natura organica di questa metafora permette al progetto di avere una espressione meno rigida e li da un aire giocoso e per certi versi poetico. Questo bisogno di incorporare elementi organici ha lasciato allo scoperto un ulteriore problema: anche se sulla carta rispettava tutti i punti che mi avevo fissato in precedenza 16, sembrava

sviluppo: aedo


dimenticare che dietro alle visualizzazioni, ai possibili racconti e alla grande quantità di numeri, si trovavano uomini e donne in carne ed ossa, uomini e donne per i quali gli elementi fin adesso sviluppati non erano “umani” abbastanza.

Metafora iniziale di riempimiento con selezione finale.

Pagina seguente: A sinistra, prove per le animazione di transizione, e animazione di selezione. A destra, prove di metafore di visualizzazione per dati “scartati”. Se in

In realtà, per essere così concentrato sul come raccontare e come far vedere questa umanità, l’avevo persa di vista.

questo momento della progettazione rappresentare questi tipi di dati risualtava interessante per incoraggiare la scoperta e l’interazione con essi, nelle tappe sucessive questa visualizzazione sarebbe stata eliminata per privilegiare una lettura testuale dei dati.

16. “Verso l’Idea Finale”, p.57

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sviluppo: aedo


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manipolazione 1

2

THIS IS THE STORY OF

A WOMAN

XML

3

FROM

SENEGAL

4

WHO, TIRED OF

5

THE POVERTY

AND

THE HUNGER,

XML

SQL

World population by genre

25520 Education expenditure of government, total, as percentage of total government (UNESCO) 25420 Book production, titles by the Universal Decimal Classification 4270 Economic activity rate by sex, 13 age groups, 1950-2010 (ILO estimates/projections) 29954 Education enrolment ratio, net, primary level, by sex (UNESCO/MDG) 25520 Education expenditure of government, total, as percentage of total government (UNESCO) 14920 Fertility rate, total (national data) 3540 Food production index, 1999-2001=100 (FAO/SYB) 14860 Births, live, by age group of mother, urban and rural 5820 BOP: trade balance, goods and services, US$ (IMF) 30249 Carbon dioxide emissions (CO2), thousand metric tons of CO2 25450 Cinemas, annual attendance, millions (UNESCO/SYB) 4620 Consumer price index, general, 2000=100 (ILO) 13600 Death rate, crude per 1,000 (UN Population Division’s quinquennial estimates and projections) 30256 Divorces, urban and rural 4270 Economic activity rate by sex, 13 age groups, 1950-2010 (ILO estimates/projections) 29954 Education enrolment ratio, net, primary level, by sex (UNESCO/MDG) 14920 Fertility rate, total (national data) 3540 Food production index, 1999-2001=100 (FAO/SYB) 29923 GDP in current international dollars (PPPs)(WB estimates) 1070 Household size, average (Wistat) 25620 Illiterate population by sex, aged 15+ (thousand) (UNESCO estimates) 29972 Internet users (ITU estimates/SYB51) 14840 Life expectancy at specified ages for each sex (complete) 28130 Patent applications 28300 Tourism receipts, international, million US$ (UNWTO/SYB51) 28310 Tourist arrivals by region of origin (UNWTO/SYB51) 4680 Unemployment by sex, rates (%) and number (thousands) (ILO/SYB51) 27910 Water, percentage of population with access to improved drinking water sources, total

tono emotivo Una delle principali ragioni per cui avevo perso di vista l’oggetto di questa tesi era perché volevo evitare a tutti costi ricadere nell’idea generale dell’immigrato, costruita in genere dai mezzi di comunicazione di massa. In un mezzo (quello del giornalismo) in cui le notizie vengono prodotte così in fretta da far diventare difficile generare immagini per accompagnare i testi (o la voce, nel caso dei telegiornali), molto spesso vengono usate le cosiddette “immagini d’archivo” in cui tutti gli stranieri nel Paese hanno gli occhi a mandorla, sono neri, vendono per strada o fanno lunghe code davanti alle poste. Per tentare di restare lontano da queste immagini ho annullato ogni referenza ad esse, facendo diventare asettico il progetto. L’ultima tappa del progetto si è divisa così in due strade: • Da un lato, era necessario potenziare il canto umano del progetto, ricuperando l’emozione che si era persa per via dell’interesse verso narrazione e visualizzazione. • Dall’altro, questo sistema era arrivato ad un punto in cui si dovevano controllare e rifinire le interazioni che facevano possibile la navigazione dei dati.

La prima parte prevedeva trovare un elemento che in qualche modo rimpiazzasse la valenza emotiva che accompagna la fotografia, senza perdere l’oggettività di essa. Ho pensato così a sviluppare una soluzione mista che prendesse conto di questi requisiti in questo modo: • Il carattere emotivo della fotografia sarebbe raggiunto attraverso piccoli file sonori in cui sono gli stessi immigranti a parlare della loro vita. Questa soluzione sonora ha il vantaggio di essere più diretta e personale della immagine d’archivio, senza però avere bisogno di una rappresentazione visuale. • L’immagine generica dello straniero sarebbe sostituita per delle animazioni ancora più generiche (soltanto sagome) che però in questa caratteristica avevano un vantaggio: si concentrerebbero sulle azioni finali del racconto, chiudendo la storia in modo inaspettato. Anch’esse sarebbero generati dal racconto stesso fungendo di conclusione visuale, e dando una forma a testo e rappresentazione astratta. In quanto alla seconda parte, sarebbe la prova che ancora non erano finiti i cambiamenti per il progetto:

sviluppo: aedo


competenza 6

PAID SOME SMUGGLERS

XML

performanza

sanzione

7

AND WENT TO

8

ITALY.

LUCKY HER!

9

SHE ENDED UP

RISING TWO KIDS WITH HER ITALIAN HUSBAND

XML

SQL

World population by country

30030 Migrant stock 13640 Migration, international net per year (UN) 30031 Migration, net 28300 Tourism receipts, international, million US$ (UNWTO/SYB51) 28310 Tourist arrivals by region of origin (UNWTO/SYB51)

• Per arricchire l’esplorazione dei dati, ho deciso di eliminare la possibilità di zoomare e navigare attraverso le immagini prodotte, scegliendo una più tradizionale ma molto più chiara. Ogni sezione dell’imagine potrebbe essere girata sul suo asse centrale verticale, scoprendo una lista di tutti i paesi del mondo organizzati d’accordo all’indice visualizzato, e mettendo in evidenza il paese selezionato. L’intenzione sarebbe quella di offrire i numeri dietro i grafici. Per questo è stato anche scelto usare una metafora di foglio di carta: questo può essere girato per vedere cosa c’è dietro. • Sono stati progettati diversi tasti per la esplorazione generale dei dati, la possibilità di tornare in dietro a cambiare la scelta de gli indici, e il controllo della riproduzione del clip sonoro finale. • Era possibile accedere a informazione generale sugli indici attraverso gesti di rollover e click su ogni visualizzazione. L’informazione avrebbe le caratteristiche dei “facts” riguardanti certi aspetti degli indici, sarebbero molto brevi e concise.

Tassonomia definitiva della storia. Anche se le storie saranno diverse

ogni volta si accede all’applicazione, tutte seguono lo stesso schema di 9 passi. Aedo è provisto di due punti di scelta per l’utente (1 - sesso del protagonista, 8 - finale della storia), basando su di essi la generazione dei punti restanti. I restanti sette sono collegati ai database. Visto che l’applicazione sceglie casualmente i dati da visualizzare (e di conseguenza le frasi generate), è facile trovare storie assurde alla fine. Come evitare che una turista canadese finisca lavorando per strada? Aedo somma ogni indice presentato, e in base ad esso riduce il raggio delle possibilità susseguenti.

Pagina seguente: A sinistra, esempi di animazione all’interno della

storia. In questo caso, il personaggio arriva a destinazione nuotando, e finisce pulendo il pavimento. Questa animazione porta via anche le visualizzazioni, finendo così la storia. A destra, le quattro aree principali dell’aplicazione.

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finalizzazione Questi cambiamenti finali hanno contribuito a farmi prendere una decisione che nonostante avevo considerato diverse volte in passato, non ero mai stato sicuro di voler implementare. Adesso, le modifiche confermavano i miei sospetti: avendo un sistema basato sul racconto, con delle rappresentazioni misurate per avere il giusto protagonismo, era pressoché inutile continuare ad avere un sistema che consentiva la selezione dei dati da visualizzare in modo tradizionale. Se in fondo i racconti prodotti in modo casuale rispecchiavano in qualche modo le casualità della vita stessa, anche questa casualità doveva far parte del sistema.

Dopo queste considerazioni ho prodotto quello che sarebbe diventato poi l’approccio finale al sistema, con tutte le sue parti sviluppate in modo chiaro per l’ulteriore realizzazione del prototipo.

Così, le frase generate non verrebbero aggiunte dall’utente ma sarebbero generate casualmente dal programma stesso dando una personalità propria al progetto: esso sarebbe una macchina per raccontare storie. Così facendo, il progetto guadagnava non soltanto una personalità chiara, ma anche un nome: Aedo.

sviluppo: aedo


cambio visualizzazione locale

cambio visualizzazione globale

frasi: passato

frasi: presente

frasi: presente livello della narrazione: storia

livello della rappresentazione: a. visulizzazione b. dati / testo

anno

prototipazione Anche se all’inizio avevo considerato usare Pocessing per lo sviluppo del prototipo visto che le mie conoscenze su questo linguaggio di programmazione erano maggiori rispetto ad altri, quando la progettazione si trovava allo stadio finale ho deciso di spostare la prototipazione verso Actionscript di Flash. I vantaggi di usare questa tecnologia erano svariati, ma sono tre quelli che mi hanno fatto prendere la decisione finale. • Simile a Java 17 (e per estensione a Processing, Actionscript 18 non sembrava presentare una learning curve troppo difficile. Anche se le mie conoscenze erano molto ridotte, confidavo nelle somiglianze. • Potevo realizzare tutte le grafiche principali su un programma vettoriale, importarle in Flash, e poi animarle via Actionscript. Questo rappresentava un’enorme quantità di tempo e lavoro guadagnato. • Flash è il de facto per contenuto interattivo su internet. Questo assicura una compressione dati maggiore (tempi ridotti di download) e un set di connettori a databases affidabile.

Per lo sviluppo ho elaborato un schema chiaro di funzionamento e interazioni, e ho diviso tutta l’applicazione in diversi pezzi da sviluppare, così di facilitare eventuali cambiamenti sulla marcia. Ogni elemento principale del prototipo è stato disegnato in Illustrator, e poi importato in Flash, dove sono estati generati dei movieclip, che a sua volta sono stati animati e modificati attraverso Actionscript. La connettività tra dati e applicazione è stata risolta grazie all’uso di un database mysql e due file xml. In questo modo, anche se il prototipo si trovava ancora lontano da essere un’applicazione pronta per l’uso, lo sviluppo ulteriore verso una versione definitiva non sarebbe difficile.

17.http://www.java.com 18. http://www.adobe.com/devnet/actionscript/

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sviluppo: aedo


In alto, animazioni di riempimiento, e dinamica di transizione tra pro-

A sinistra, metafore di piegatura di foglio per accedere ai dati.

cessi di selezione.

A destra, l’indice selezionato. Per avere una rappresentazione comune a

Sotto, animazione di selezione indice.

tutti gli indici, i dati per ogni paese vengono elencati in ordine di grandezza. Questo consente ad ogni dato di essere inserito in un contesto comune a tutti.

73


sviluppo: aedo


A sinistra, balloons informativi accessibili attraverso roll-over e click.

A sinistra, barra inferiore per la selezione della data. Attraverso un

A destra, focus di visualizzazione. Quando vengono “voltati” tutte le grafi-

comportamento di lente d’ingrandimento, è possibile scorrere le date in

che, ci si trova con un problema di accastamento che impedisce la corret-

modo semplice.

ta lettura dei dati. Per evitare questo problema, cliccando ogni “pagina” è

A destra, tasti per il controllo della riproduzione audio con eventuale

possibile gurdarla nella sua completezza. Evvidenziati si trovano i paesi di

accesso all’informazione su di esso.

procedenza e di destino. Due linee vengono generate dinamicamente per mostrarne le diverse posizioni all’interno delle liste, ed evvidenziare il suo andamento nel contesto mondiale.

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sviluppo: aedo


Panoramica generale dell’applicazione con tasto per la richiesta di una nuova frase. Anche se la storia viene generata in modo casuale, è

Panoramica generale dell’applicazione allo stato finale del racconto. E’ possibile vedere in basso il tasto per la ripetizione dei clip audio.

sempre possibile cambiare le frasi che la conformano.

77



conclusioni



Aedo non è il modo più accurato per visualizzare dati sull’immigrazione perché non è stato progettato con questo scopo, e questo implica che non è uno strumento affidabile in campo scientifico. E’ tuttavia un tentativo valido nel campo del data visualization, perché propone un metodo nuovo di arrivare al significato dei dati in un modo diverso da tutti gli altri strumenti di visuaizzazione disponibili in rete. In questo senso, Aedo propone un nuovo modello di visualizzazione basato non sull’accuratezza dell’immagine, ma sul significato di essa. Basandosi sull’incrocio di diverse discipline, riesce a semplificare la comprensione dei dati perché non è basata esclusivamente sulla rappresentazione di essi. Penso non sia sbagliato considerare questo progetto come un esperimento interessante nel campo della visualizzazione di dati. In un contesto in cui la visualizzazione ha un alto valore in campi di ricerca o come elemento estetico, considero che ancora ci sia molto spazio per esplorare nuovi modi di generare visualizzazioni che abbiano un raggio maggiore di utenti, non necessariamente appartenenti ad aree scientifiche o particolarmente interessati all’espressione visuale della complessità, ma gente dei più svariati campi del sapere che cercano sempli-

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cemente di capire argomenti diversi. Gente che ha bisogno di una visualizzazione più umana, meno specializzata e pretenziosa. Il progetto ha tentato di rispondere a questo bisogno costruendo intrecci tra mestieri diversi, cercando di spingere i limiti di essi e, anche se magari avevo delle aspettative troppo alte riguardo le intenzioni e l’originalità di questa tesi, penso che molte siano state soddisfate. Trovo anche soddisfacenti le conoscenze acquisite nel periodo riguardante lo sviluppo del prototipo, per il quale sono stato in grado di imparare un nuovo linguaggio di programmazione e lavorare con tecnologie diverse come xml e sql in un periodo di sviluppo relativamente breve. Sono curioso di vedere come posso applicare queste nuove conoscenze a progetti futuri. Essendo un prototipo, rimane ancora di strada prima che questa tesi possa vedere la luce come progetto finito. Penso tuttavia che il modo in cui è stato impostato il lavoro consente una facile implementazione delle parti mancanti, alcune delle quali procedo a elencare:

• Migliorare la connessione con i database mySQL. Anche se in locale funziona bene, sicuramente ci sarà bisogno di una ottimizzazione quando l’applicazione sia online. • Aumentare la quantità di dati, generando nuove frasi che li rappresentino. • Ottimizzare il codice per renderlo più compatto. Penso che il miglior metodo di fare questo sia utilizzare Flex come ambiente di sviluppo, e lasciare Flash come strumento per produrre i movieclip. • Generare più animazioni di finalizzazione. Credo che offrire una molteplicità di possibili finali può rendere l’applicazione molto accattivante. • Feedback. Basandomi sulla mia ricerca nell’area del data visualization, credo che questa è una applicazione che potrebbe avere potenziale se sviluppata nel modo migliore. Purtroppo per questioni di tempo è stato impossibile effettuare dei test su diversi soggetti durante il periodo di sviluppo, per cui è possibile che ci siano ancora diverse cose da migliorare. Per aggirare il problema si potrebbe implementare un formulario di commenti, in modo di ricevere critiche e suggerimenti sul lavoro.

conclusioni


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