MONNALISA's Strategy Plan to develop in south america

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INDICE Introduzione

5

CAPITOLO 1 - Monnalisa

7

1.1 Azienda

7

1.2 Prodotto

8

1.3 Promozioni

10

1.4 Analisi della strategia aziendale

12

1.5 Settore moda in Italia

13

1.5.1 Comparto bambino

14

1.5.2 Cenni mercato europeo e americano del comparto bambino 1.5.3 Comparto bambino italiano nel 2010

18 19

1.6 Analisi di bilancio Monnalisa

20

1.7 Cinque forze di Porter

22

1.8 Posizionamento

24

CAPITOLO 2 – Analisi dei paesi del Sud America

27

2.1 Argentina

28

2.1.1 Informazioni generali

28

2.1.2 Geografia

29

2.1.3 Popolazione

31

2.1.4 Quadro macroeconomico e politico

32

2.2 Bolivia

43

2.2.1 Informazioni generali

43

2.2.2 Geografia

45

2.2.3 Popolazione

46

2.2.4 Quadro macroeconomico e politico

46

1


2.3 Brasile

54

2.3.1 Informazioni generali

54

2.3.2 Geografia

56

2.3.3 Popolazione

58

2.3.4 Quadro macroeconomico e politico

58

2.4 Cile

63

2.4.1 Informazioni generali

63

2.4.2 Geografia

63

2.4.3 Popolazione

64

2.4.4 Quadro macroeconomico e politico

66

2.5 Colombia

78

2.5.1 Informazioni generali

78

2.5.2 Geografia

80

2.5.3 Popolazione

82

2.5.4 Quadro macroeconomico e politico

83

2.6 Ecuador

87

2.6.1 Informazioni generali

87

2.6.2 Geografia

87

2.6.3 Popolazione

88

2.6.4 Quadro macroeconomico e politico

89

2.7 Guyana

96

2.7.1 Informazioni generali

96

2.7.2 Geografia

98

2.7.3 Popolazione

99

2.7.4 Quadro macroeconomico e politico

99

2.8 Guyana Francese

102

2.8.1 Informazioni generali

102

2.8.2 Geografia

103

2.8.3 Popolazione

104

2.8.4 Quadro macroeconomico e politico

105

2


2.9 Paraguay

107

2.9.1 Informazioni generali

107

2.9.2 Geografia

108

2.9.3 Popolazione

109

2.9.4 Quadro macroeconomico e politico

109

2.10 Perù

115

2.10.1 Informazioni generali

115

2.10.2 Geografia

115

2.10.3 Popolazione

116

2.10.4 Quadro macroeconomico e politico

118

2.11 Suriname

125

2.11.1 Informazioni generali

125

2.11.2 Geografia

125

2.11.3 Popolazione

125

2.11.4 Quadro macroeconomico e politico

125

2.12 Uruguay

127

2.12.1 Informazioni generali

127

2.12.2 Geografia

129

2.12.3 Popolazione

130

2.12.4 Quadro macroeconomico e politico

130

2.13 Venezuela

135

2.13.1 Informazioni generali

135

2.13.2 Geografia

137

2.13.3 Popolazione

138

2.13.4 Quadro macroeconomico e politico

139

CAPITOLO 3 – Analisi della strategia

143

3.1 Analisi di attrattività

143

3.2 Analisi PESTEL e dei concorrenti

149

3.2.1 Argentina

149

3


3.2.2 Brasile

160

3.2.3 Cile

169

3.2.4 Guyana Francese

175

3.2.5 Uruguay

181

3.3 Strategia Guyana Francese

186

3.4 Strategia Cile

192

3.5 Strategia Brasile

206

3.5.1 Analisi della strategia intrapresa da Monnalisa

206

3.5.2 Analisi della domanda

210

3.5.3 Analisi dell’offerta

212

3.5.4 Tendenze

214

3.5.5 Perché il Brasile?

214

3.5.6 Proposte di intervento

215

CAPITOLO 4 - Conclusioni

228

Appendice A

231

A1 – Messico

231

A.1.1 Informazioni generali

231

A.1.2 Geografia

234

A.1.3 Popolazione

235

A.1.4 Quadro macroeconomico e politico

236

A2 – Analisi PESTEL e dei concorrenti

239

A3 – Strategia Messico

252

Sitografia

258

Ringraziamenti

261

4


Introduzione L‟azienda Monnalisa S.p.A. operante nel settore della moda e più specificatamente nel comparto bambino, in accordo con Alma Graduate School di Bologna e il Campus della Moda di Carpi, ha istituito un gruppo di studio al fine di svolgere un‟analisi approfondita delle reali possibilità di investimento nel mercato sudamericano. Più in particolare l‟obiettivo di tale studio ha riguardato l‟analisi comparativa dei territori del Sud America al fine di individuare il mercato e conseguentemente le strategie più adatte nel rispetto del posizionamento dei marchi e della filosofia d‟impresa. Il lavoro è stato svolto partendo dall‟analisi dell‟azienda aretina e dal suo core business in modo da comprendere a pieno il processo produttivo, l‟organizzazione, la mission e la vision oltre ai valori cardine. Questo è stato possibile grazie anche all‟opportunità di interagire con il personale addetto, che ha supportato il lavoro attraverso interviste

nel

successivamente

corso

delle

anche

a

visite

guidate

distanza,

con

in

azienda

e

lo

scambio

di

documentazione in formato elettronico. Il passo successivo, nell‟obiettivo di individuare i possibili mercati di sbocco, è stato l‟analisi di ciascun paese latino – americano senza esclusione degli stati minori. Da una prima scrematura sono stati selezionati i cinque paesi più appetibili e di questi è stato approfondito lo studio anche attraverso una mappatura dei principali fattori economici, sociali, politici e demografici dalla quale è stata ottenuta una sorta di graduatoria di preferenza.

5


A questo primo risultato è seguita la formulazione delle strategie con

riferimento

ai

tre

paesi

considerati

più

consoni

all‟investimento di Monnalisa. Ognuna di esse ha messo in risalto pro e contro dell‟effettiva convenienza economica e di business, permettendo di capire quali potessero essere le soluzioni da adottare. Scendendo nei particolari

si

è

cercato

di

individuare

possibili

partner

commerciali che coadiuvassero l‟inserimento dell‟azienda in un ambiente a lei quasi del tutto sconosciuto. Inoltre, si è cercato di delineare anche l‟aspetto logistico, con un focus sulle modalità di commercializzazione dei prodotti nei vari paesi; è stato considerato anche il rapporto delle popolazioni con la moda allo scopo di comprendere l‟attenzione riservata sia al settore abbigliamento che al comparto lusso. In conclusione, non si è giunti a una scelta univoca, ma l‟impostazione adottata ha permesso di delineare per ogni paese i

passi

necessari

per

il

possibile

“sbarco”

nel

continente

sudamericano.

6


CAPITOLO 1 - Monnalisa 1.1 Azienda Monnalisa SpA è stata fondata nel 1968 da Piero Iacomoni e Barbara Bertocci, oggi rispettivamente Presidente del Consiglio di Amministrazione e Direttore Creativo dell‟azienda. Nel 1975 Monnalisa fa la sua prima partecipazione al Pitti. Nel 1991 viene inaugurato il primo showroom “Il granaio“ ad Arezzo e nello stesso anno Monnalisa partecipa per la prima volta alla Mode Infantile. Nel 2004 al Pitti bimbo Monnalisa fa la sua prima sfilata, mentre nel 2006 inaugura un altro showroom a Milano in via della Spiga e viene istituita la fondazione Monnalisa. Nel 2009 vengono aperti due nuovi negozi a New York e

a

Singapore. Oggi, dopo oltre quaranta anni, Monnalisa SpA fa parte di un Gruppo con struttura a stella, composto da cinque aziende collegate, tutte con sede ad Arezzo, culla del Made in Italy e di grandi tradizioni culturali e artistiche italiane. La filosofia di Monnalisa è basata sulla combinazione unica di attività imprenditoriale, innovazione, ricerca di nuovi mercati, styling originale e particolare attenzione allo sviluppo delle risorse e competenze aziendali. Un mix di know-how e passione che fanno di Monnalisa SpA un‟azienda leader tra le piccole e medie imprese, come dimostra il

riconoscimento

“Label

of

the

year

2007”

ricevuto

ad

Amsterdam in occasione degli European Kids Fashion Awards

7


2007 e l‟assegnazione dell‟Oscar di Bilancio 2006 assegnato da Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana). Monnalisa SpA è leader mondiale nel mercato dell‟abbigliamento e accessori per bambini. L‟azienda si posiziona in una fascia alta di mercato. Monnalisa è presente in oltre cinquanta Paesi grazie a una qualificata distribuzione tramite flagship store (Milano – Firenze – Arezzo – Roma – Catania – NewYork – Sydney - Baku), corner e shop in shop nei più esclusivi Department Store e boutiques del mondo. La ripartizione del fatturato è 74% Domestic (UE 17) e 26% Overseas. Monnalisa, da sempre impegnata nel sociale soprattutto con iniziative a sostegno del mondo dell‟infanzia, ha costituito nel novembre 2006 la Fondazione Monnalisa Onlus. Numerosi sono stati i progetti sino a oggi realizzati con il patrocinio dei partner locali. La Fondazione credendo che il fine umanitario e l‟utilità sociale siano valori assoluti da tutelare, promuovere e valorizzare, continuerà a incoraggiare e sostenere le attività legate a tali pietre angolari che rappresentano il bene supremo della collettività. 1.2 Prodotto L‟eccezionale sinergia tra spirito imprenditoriale, ricerca del dettaglio, apertura globale e knowhow sfociano nel prodotto Monnalisa. Capi ricercati nei dettagli e nelle finiture, prodotti con la cura e la passione che collocano l‟azienda nella fascia alta del mercato. Rigidità del controllo qualità, forte componente simbolica ed il contenuto moda sempre attuale e declinato secondo il gusto

8


contemporaneo sono così i capisaldi delle sei linee offerte da Monnalisa. E‟ la linea per i più piccoli (da 0 a 36 mesi): le parole d‟ordine sono praticità e allegria. I capi sono semplici, ricercati nella vestibilità in modo da assecondare i movimenti del bambino pur sempre strizzando un occhio alle fantasie più in voga e al contenuto moda. Novità e carattere, questi valori dettano le

regole

nell‟ideazione

della

linea

omonima dedicata alle teen, le preadolescenti (da 2 a 12 anni). La creatività trova ora sfogo in tessuti innovativi dal forte contenuto moda dotando così la linea di un grande e riconoscibile carattere La

linea

più

romantica

e

delicata

dedicata alla cerimonia e a tutte quelle occasioni raffinate (da 4 a 16 anni). Capi sofisticati, eleganti e freschi. Il

prodotto

adatto

alle

ragazze

più

attente alle evoluzioni nel panorama della moda (da 6 a 16 anni), i capi sono studiati attentamente per assecondare l‟evoluzione dei gusti delle teen più esigenti. Il prodotto sportivo e glamour che ti accompagna in ogni momento della giornata (da 3 mesi a 16 anni): dalla scuola al tempo libero, tutto per soli maschietti.

9


Esclusivamente

dedicato al maschio

(da 3 mesi a 12 anni), H3+ si propone come

linea

dal

retrogusto

vintage

offrendoci capi che ricordano un viaggiatore scanzonato grazie ai dettagli e alle finiture 1.3 Promozioni A parte gli abituali sconti a fine delle due stagioni A/I e P/E, Monnalisa ha un outlet ad Arezzo. Il resto della produzione viene data alla fondazione Monnalisa ONLUS, costituita nel novembre 2006. La Fondazione Monnalisa non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità d‟interesse collettivo e di solidarietà sociale operando a favore di persone svantaggiate in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali e familiari nei seguenti settori:  dell‟assistenza sociale e socio-sanitaria  dell‟educazione e formazione  della tutela, promozione e valorizzazione dell‟ambiente, del

territorio e della cultura La

Fondazione

promuovere

Monnalisa

si

pone

modelli di comunità

alcuni

obiettivi

responsabili e

come

sostenibili,

costituire partnership tra profit-non profit, attuare logiche di governance partecipata del territorio ed elaborare strategie di fund raising a livello nazionale ed internazionale finalizzate al raggiungimento delle proprie finalità. Un grande progetto della fondazione è la realizzazione della cittadella Aretina della sicurezza stradale cioè intesa come struttura dotata di spazi aperti e coperti nei quali poter svolgere 10


con continuità attività teorico-pratica di educazione e formazione in materia di sicurezza stradale ad ampie fasce di popolazione. La realizzazione di questa struttura si pone alcuni obiettivi come la promozione di una cultura della sicurezza stradale e della guida sicura ed il rispetto della propria vita e di quella altrui, la promozione della cultura della sicurezza, la riduzione significativa dell'incidentalità, la riduzione dell'accesso al pronto soccorso cioè la

riduzione

dei

ricoveri

e

la

riduzione

degli

episodi

di

aggressione alle forze dell'ordine e degli eventi di carattere penale. Una nuova iniziativa della fondazione per esempio è stata l‟inaugurazione lo scorso 23 di giugno del mercatino solidale nel centro storico di Arezzo, il ricavato servirà per sostenere i progetti della comunità aretina tra cui quello di costruire un ascensore per il circolo artistico. Quindi ricapitolando le promozioni corrispondono a:  OUTLET  FONDAZIONE  SCONTI (riduzione prezzo)  Vendita INTERNET (es.Yoox).

11


1.4 Analisi della strategia aziendale L‟identità

dell‟impresa

rappresenta

l‟anima

dell‟azienda,

quell‟insieme di sensazioni ed emozioni che il brand ha il potere di evocare perché connaturate in esso. Monnalisa si distingue come azienda leader nel suo settore grazie a una forte identità di prodotto, il mantenimento di questa riconoscibilità è il risultato di un approccio che ha come punto di partenza un forte impianto valoriale come guida per le decisioni e le scelte aziendali. La Mission corrisponde all‟esplicitazione delle finalità aziendali che motivano l‟essere e il divenire dell‟impresa; è lo scopo ultimo dell‟organizzazione, la giustificazione stessa della sua esistenza e al tempo stesso ciò che la contraddistingue da tutte le altre. Monnalisa si pone come mission la creazione di valore e valori nel tempo grazie a:  un prodotto di qualità, moda e forte identità per i clienti  servizio flessibile, affidabile e personalizzato  ambiente di lavoro dinamico e sfidante per i dipendenti  relazione proficua e continua con i fornitori  realtà aziendale sostenibile per i il territorio

La Vision indica la proiezione di uno scenario futuro che rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni di chi fissa gli obiettivi e incentiva all‟azione. La Vision di Monnalisa consiste in:  eccellere in innovazione, creatività e praticità d‟uso per

conquistare nuovi mercati  stimolare all‟interno una managerialità diffusa per affrontare

con successo le sfide della piccola e media impresa familiare

12


 espandersi nel mondo a livello produttivo e commerciale,

avendo sempre a cuore i valori aziendali e la propria identità per diffondere una cultura della responsabilità sociale I

valori per

Monnalisa

sono:

il

rispetto, il

dialogo

e

la

partecipazione, l‟equità, la responsabilità. 1.5 Settore moda in Italia I dati più recenti disponibili agli utenti sul numero di imprese operanti nel Sistema Moda in Italia derivano da uno studio della Camera di commercio di Milano, la quale conta 107.231 imprese attive al 2009 nel settore inteso come tessile, abbigliamento, concia, pelletteria, calzature e gioielleria.

Fonte: Infocamere StockView

13


Da come si può evincere dal precedente grafico, il settore che conta

il

maggior

numero

d‟imprese

attive

è

quello

dell‟abbigliamento (49%), seguito dal tessile (18%), gioielleria (12%), calzature (12%), pelletteria (7%) e concia (3%). Da

ormai

incontrastato

quarant‟anni

l‟Italia

è

del

Moda,

tanto

Sistema

leader che

praticamente anche

i

dati

dell‟andamento del saldo della bilancia commerciale mostrano questa predominanza nonostante una fase di ristagno e flessione nei primi cinque anni del 2000.

Fonte: rielaborazione The European House Ambrosetti su dati OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico)

Non è presente nel grafico precedente l‟impatto che la crisi economica del 2008 ha avuto nel settore. 1.5.1 Comparto bambino Dal punto di vista “demografico” la moda bimbo italiana è composta

da

oltre

8,4

milioni di unità

di età

compresa

nell‟intervallo 0 – 14 anni (I dati risalgono al 1 gennaio 2009) 1. Rispetto all‟anno precedente si è registrato un +0,7%, anche se 1

Gli studi sono stati condotti da Centro Studi Federazione Tessile e Moda.

14


bisogna dire che la maggior crescita è data dalla popolazione straniera presente nel nostro territorio. Questa con più di 740.000 bambini rappresenta anche il 9% dei bimbi residenti in Italia. In

Italia

si

contano

oltre

1.200

operatori

del

settore

abbigliamento bambini e più di 7.000 addetti; la prevalenza di questi sono aziende specializzate di piccole- medie dimensioni, ma

non

mancano grandi realtà

che

con

grande

capacità

marketing e disponibilità di risorse commercializzano il proprio brand. Secondo le stime del Centro Studi di Milano, il 2009 si è comunque chiuso con un calo del fatturato pari a un 5,5% e un conseguente valore del venduto al di sotto dei 2,5 miliardi di euro. Il “reparto” bambino sembra aver attraversato la crisi con minori difficoltà rispetto al comparto adulto e in generale alle altre aree del

settore

moda;

questo

perché

si

tratta

di

un‟area

caratterizzata da una minore propensione all‟export e che si aggira intorno al 30% (la media di settore risulta attorno al 54%). Anche per quanto riguarda la domanda interna pur essendo risultata negativa non ha visto un calo così vertiginoso, tanto che è riuscita nell‟intento di contenere gli effetti della crisi globale. La spesa delle famiglie italiane non viene di certo inalterata quando si parla di figli, soprattutto per i più piccoli. È proprio il segmento neonato quello in cui la crisi si è fatta sentire di meno; questo è dovuto a un fatto di necessità e agli alti tassi di sostituzione che fisiologicamente caratterizzano questa parte del mercato. 15


Più penalizzati invece sono i segmenti di abbigliamento sia maschio che femmina e in particolar modo quelli di fascia alta perché maggiormente comprimibili. Se fino a qualche anno fa i genitori limitavano la propria spesa di capi in tempi di magra, il pessimismo che ha caratterizzato gli italiani ha visto una diminuzione anche nel guardaroba dei più piccoli. Dopo due stagioni Autunno / Inverno piuttosto dinamiche in termini di consumi che hanno portato a un + 2,3% nel 2006/2007 e a un + 3,6% nel 2007/2008, come detto in precedenza la crisi si è fatta sentire anche nel comparto bambini, tanto che si è registrato un -1% a valore corrente. Anche in termini di spesa si è avuta una battuta d‟arresto nell‟A/I 2009 con un - 0,2%.

Figura 1.5.1: la struttura del sell-out: analisi per fascia di mercato (% sui consumi complessivi delle famiglie italiane in valore, scorte e consumi extra-familiari esclusi) (stagione Autunno/Inverno 2008-2009). Fonte: rielaborazione dati Centro Studi Federazione Tessile e Moda.

16


L‟area che ha risentito maggiormente del calo di spesa (-1,3%) è quella

che

detiene

la

maggior parte

della

quota, ovvero

l‟abbigliamento bambina. Per quanto riguarda il bambino invece il calo rispetto ad una quota di mercato del 38% è stata di -0,9%. Nella parte riguardante il neonato (14%) il calo registrato è inferiore allo 0,5%. Nonostante questi dati, il Sistema Moda Italia, ha definito l‟abbigliamento baby e junior come uno dei comparti più “strani” di tutto il settore dell‟abbigliamento, in quanto è talvolta caratterizzato da acquisti d‟impulso ed è facile il cambiamento di segno in una stagione. È bene precisare che sono cambiate nel corso degli anni anche le abitudini delle mamme; infatti, per molto tempo sono state loro stesse a preparare gli abiti per i propri figli, ma la sempre più crescente occupazione femminile, ha cambiato via via la cultura intrinseca e favorito le industrie di abbigliamento bambino. Oggi

per

cercare

il

successo

si

deve

considerare

il

comportamento dei piccoli, ma anche quello degli adolescenti che sono influenzati da televisione, internet, social network e si evolvono talmente velocemente che i brand devono tentare di anticipare le mode e non seguirle, perché il “dopo” è troppo tardi. Il senso di originalità, l‟anticipazione del trend e la praticità sono una chiave essenziale per colpire il target di riferimento ossia il binomio bambino - genitore.

17


1.5.2 Cenni mercato europeo e americano del comparto bambino Anche in ambito europeo e americano, nonostante la crisi economica, il mercato del bambino si è dimostrato il più resistente se paragonato alle altre categorie merceologiche d‟abbigliamento. Il mercato è oggi influenzato da differenti fattori, quali:  Preferenze dei consumatori;  Consumers profile;  Influenze dei bambini e dei rispettivi genitori sull‟acquisto

dei prodotti. In futuro si pensa possa dipendere anche da:  Investimenti relativi al marchio;  Elementi di design;  Corporate Social Responsibility dell‟impresa.

L‟Europa e gli Stai Uniti d‟America sono i paesi nei quali l‟abbigliamento del bambino è molto più sviluppato che altrove. Infatti,

con

l‟incremento

del

reddito

familiare

e

un

lieve

innalzamento negli stipendi dei genitori, si arriva a concludere che avendo più disponibilità, le famiglie siano più disponibili a spendere nel mercato dell‟abbigliamento firmato. L‟esplosione dei media, le pubblicità e i viaggi a cui sono sottoposti fin da piccoli, stanno via via creando nei bambini una consapevolezza riguardo al fashion, tanto che mostrano nei propri acquisti sempre maggior indipendenza e attenzione. Nonostante

anche

nella

parte

neonato

ci

siano

stati

dei

cambiamenti, il “vestitino” tradizionale va per la maggiore, essendo studiato per la

praticità;

ovviamente

può essere 18


venduto in differenti forme e colori, ma l‟obiettivo principale resta inalterato. Il segmento dell‟abbigliamento per bambini è stato testimone negli ultimi tempi di un alto profilo di designer che si sono sbizzarriti nella creazione di capi presi dal guardaroba degli adulti in modo tale che potessero colpire in un colpo solo sia i figli sia i genitori. 1.5.3 Comparto bambino italiano nel 2010 “La ripresa del settore moda in Italia ha contagiato anche il childrenswear che nel 2010 ha registrato una netta inversione di tendenza. Secondo i dati raccolti ed elaborati da Pambianco Strategie di Impresa, che ha preso in considerazione i fatturati delle undici più importanti aziende italiane del settore bambino, nel corso dell‟anno appena concluso il giro d‟affari è cresciuto del 10,4% passando da € 512 milioni a € 565 milioni”. Nella classifica per dimensioni di fatturato:

19


1.6 Analisi di bilancio Monnalisa L‟analisi di bilancio effettuata si riferisce ai dati del triennio 20072009 in quanto il bilancio 2010 non è ancora stato reso noto. “La redditività rappresenta l’attitudine a generare in modo durevole reddito adeguato ai capitali in

essa investiti. E’

essenziale che nel tempo, in una prospettiva di medio lungo termine, l’azienda sia in grado di generare ricchezza, risultando così remunerativo e conveniente un investimento in essa”. - ROI: Return On Investment

Il ROI è dato dal rapporto tra reddito operativo e capitale investito netto in percentuale. Esso indica la redditività operativa dell‟azienda, in rapporto ai mezzi finanziari impiegati. La misura ottimale dell‟indice, oltre che essere influenzato sensibilmente dal settore di riferimento, dipenderà dal livello corrente dei tassi d‟interesse. - ROE: Return On Equity

Il ROE si ottiene dal rapporto tra il risultato d‟esercizio e il patrimonio netto in percentuale. Il ROE indica la redditività del patrimonio netto, ovvero il ritorno economico dell‟investimento effettuato dai soci dell‟azienda. L‟indice è buono se supera almeno di 3-5 punti il tasso di inflazione, essendo in ogni caso fortemente influenzato dal settore di riferimento.

20


- ROS: Return On Sales

Il ROS consiste nel rapporto tra reddito operativo e fatturato in percentuale. Esso misura la redditività delle vendite in termine di gestione caratteristica. E‟

un indicatore chiaramente influenzato dal

settore in cui opera l‟azienda. Inoltre il costo dei MEZZI DI TERZI (oneri finanziari su debiti onerosi) è pari al 9%, notevolmente inferiore rispetto alla capacità dell‟azienda di generare reddito (ROI), questo significa che Monnalisa è in leva finanziaria positiva in pratica si genera un effetto moltiplicatore sulla redditività dei mezzi propri.

L‟indice d‟indebitamento è dato dal rapporto tra

passività

consolidate e correnti e il capitale di finanziamento.

L‟indice di autonomia finanziaria è costituito dal rapporto tra i mezzi propri e il capitale di finanziamento. I dati sul trend del fatturato delineano la crescita aziendale nel corso degli anni, ad eccezione dell‟anno 2009 per la nota crisi economico-finanziaria internazionale. Il dato 2011 è previsione del risultato che l‟azienda stima di ottenere.

21


1.7 Cinque forze di Porter Nella formulazione di una strategia uno dei passi da compiere è lo studio delle principali peculiarità del settore in cui si opera. In particolare nello schema delle 5 forze di Porter elaborato nel 1982 si mettono in risalto quali sono i fattori strutturali e la struttura competitiva all‟interno della quale l‟impresa si trova a fare business. Andando con ordine analizzeremo tutti i cinque fattori: 1) Concorrenti diretti: Essendo Monnalisa posizionata sia agli occhi dei consumatori, che realmente in un mercato di lusso, il mercato può considerarsi relativamente di nicchia. I

prezzi

praticati

sia

dalla

stessa

impresa

sia

dai

competitors rispecchiano la reale posizione assunta e la qualità del prodotto. Esso prevede uno studio nei minimi dettagli

dei

particolari

che

possano

rendere

più

confortevole il capo, un arricchimento nei particolari in modo tale da “distinguersi”, un‟attenta ricerca dei materiali e una scrupolosa attività di produzione e confezione dell‟abbigliamento. I concorrenti individuati nel mercato domestico

sono

principalmente

italiani:

Pinco

Pallino,

22


Simonetta, Miss Blumarine, Armani junior, D&G junior. Solo alcuni di questi si ritrovano come competitors anche all‟estero

nel

mercato

non

domestico.

Nel

mercato

Sudamericano non esistono questi concorrenti. 2) Fornitori: Sono rappresentati da tutti coloro che offrono servizi all‟azienda e tra essi si annoverano i façonisti, i fornitori di materie prime, tessuti, accessori e prodotti finiti, i fornitori di servizi dell‟azienda e i consulenti esterni. il potere contrattuale dei fornitori dipende dalle dimensioni dell‟impresa rispetto agli stessi.

3) Clienti: Per quanto riguarda i clienti di Monnalisa è necessario fare una distinzione. Infatti, l‟azienda possiede negozi retail e in questi vende al consumatore finale in maniera diretta, senza alcun intermediario e nei quali riesce a tenere sottocontrollo le vendite; ma vende anche a negozi o per meglio dire grandi magazzini multimarca. È il caso della Rinascente, di Harrods, della Gallerie Lafayette, ecc…. In entrambi i casi il messaggio dell‟azienda è diretto al proprio cliente finale in quanto deve fare breccia nel cuore del bambino e anche in quello dei genitori. Come

23


detto essendo Monnalisa un brand di lusso ovviamente la capacità di spesa dei consumatori risulta essere medio alta. 4) Concorrenti potenziali: I potenziali concorrenti sono tutti coloro che possono entrare a far parte del mercato in cui Monnalisa opera. Le grandi griffe stanno lanciando anche la linea bambini. Questo fatto è principalmente dovuto al fatto che nonostante la crisi finanziaria del biennio 2008 – 2009 il mercato dell‟abbigliamento per bambini ha sì sentito la crisi, ma in maniera molto più leggera rispetto all‟abbigliamento adulti (soprattutto nei neonati). 5) Produttori di beni sostitutivi: Tra i prodotti sostitutivi di un capo d‟abbigliamento bimbi, si possono annoverare: giocattoli, parchi divertimenti (es. Gardaland, EuroDisney), zoo ed eventi culturali (sportivi, musical, circo). 1.8 Posizionamento Monnalisa è riuscita, nel corso degli anni, a posizionarsi nella mente dei consumatori come una brand di lusso per bambine, e più di recente, anche per bambini. Essa è leader mondiale nella fascia alta di mercato in oltre 50 paesi. I suoi prodotti sono distribuiti tramite flagship store di proprietà, corner e shop in shop nei più esclusivi Department Store e boutiques. Il prodotto Monnalisa viene percepito come un prodotto di qualità, moda e forte identità. Ciò è ulteriormente rinforzato da un servizio flessibile, affidabile e personalizzato al cliente. Sicuramente da tenere in considerazione il fatto che il settore dell‟abbigliamento per bambini è molto particolare: non deve soddisfare solamente il cliente finale, cioè il bambino, ma anche altre due generazioni con gusti differenti: i genitori e i nonni. Ed

24


è proprio su queste ultime due categorie che Monnalisa deve puntare, facendosi percepire come marchio raffinato e d‟elitè, in quanto solo loro hanno la capacità di spesa necessaria per poter acquistare i prodotti per i loro bambini. Un altro fattore importante, oltre al target di riferimento, è sicuramente il settore: quello del lusso. Il lusso è infatti un mercato molto particolare, che più di tutti gli altri, deve avere un posizionamento chiaro e distinto nella mente dei consumatori. I consumatori sono disposti a pagare cifre più elevate per un prodotto di lusso, a patto però che questo sia riconoscibile e che offra al contempo qualità percepita. Monnalisa sin dalla sua nascita nel 1968 ha lavorato in questo senso. Ha iniziato aprendo negozi

monomarca

e

showrooms

dalla

forte

personalità,

continuando poi con la partecipazione a importanti sfilate del settore, come Pitti Bimbo, e agli European Fashion Awards del 2004,

dove

ha

vinto

il

primo

premio.

Ora

l‟obiettivo

è

sicuramente l‟espansione all‟estero, dove sono stati di recente aperti nuove boutiques in luoghi prestigiosi, come ad esempio New York. I principali competitors italiani sono sostanzialmente due: Pinco Pallino e Simonetta. Pinco Pallino viene fondata a Bergamo nel 1980 e ad oggi vanta 30 flagship stores in tutto il mondo e più di 400 negozi multimarca, molti dei quali nei più importanti Department Stores, come Harrods e Sogo. Come Monnalisa, partecipa a numerose

iniziative

umanitarie

in

collaborazione

con

enti

rinomanti come Unicef e WWF. Vanta inoltre una partnership con Warner Bros, che le ha permesso di creare una collezione dedicata ad Harry Potter e una dedicata a Tom e Jerry. La sua espansione all‟estero è rivolta soprattutto alla Russia e ai mercati

25


dell‟est, considerando anche Stati Uniti ed Emirati Arabi, ma non il Sud America. Simonetta nasce nella prima metà degli anni ‟50 a Jesi e prende il nome da una delle figlie della fondatrice. Negli anni ‟90 incomincia ad espandersi nei mercati esteri, spingendo l‟azienda ad operare un processo di differenziazione del prodotto e di brand extension, creando così più linee differenti. Nel 1998 Simonetta decide di sviluppare un settore aziendale dedicato alla gestione

dei

marchi

su

licenza.

Lo

stesso

anno,

dalla

collaborazione con la Mistral Spa, nasce la linea Brooksfield Junior. Nel 2001 viene lanciata la linea Roberto Cavalli Angels (Bambina 2-14 anni), prodotta e distribuita da Simonetta Spa su licenza mondiale della Roberto Cavalli Spa. Nel 2003 è la volta di Roberto Cavalli Devils (bambino 2-14 anni). Nel 2005 viene siglato un accordo con il gruppo Tod‟s Spa per la produzione e distribuzione di una linea bambino/a con marchio Fay Junior. Simonetta è oggi presente negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi e in Giappone, ma non in Sudamerica. I principali competitors esteri sono invece Baby Dior, Miss Blumarine, Armani Junior e D&G Junior. Tutti questi marchi non sono altro che linee per bambini del marchio principale, il cui core

bussiness riguarda

accessori

per

adulti.

la

Essi

produzione sono

molto

di abbigliamento e forti

sul

mercato

internazionale grazie al posizionamento di cui godono le linee principali, di cui sfruttano anche la brand awareness e le attività promozionali. Al contempo però nessuno di questi marchi, ad eccezione di D&G Junior che è presente a Caracas in Venezuela, ha deciso di espandersi con la linea per bambini in America Meridionale.

26


CAPITOLO 2 – Analisi dei paesi del Sud America L‟America Latina ha una superficie complessiva di 18.841.000 km2 ed è pertanto il quarto continente in termini di superficie e il quinto in termini di popolazione. Al suo interno si trovano quindici stati differenti:  Argentina  Bolivia  Brasile  Cile  Colombia  Ecuador  Isole Falkland  Georgia del Sud & Isole Sandwich meridionali  Guyana  Guyana Francese  Paraguay  Perù  Suriname  Uruguay  Venezuela Di questi procediamo ora all‟analisi solo degli stati presenti sulla terra

ferma;

infatti,

le

due

isole

hanno

una

superficie

decisamente ridotta e un numero di abitanti irrisorio e non di cruciale importanza ai fini della nostra analisi.

27


2.1 Argentina 2.1.1 Informazioni generali L‟Argentina è una Repubblica Federale formata da ventitré province e un distretto che fungono da stati federati. Essa ha conquistato la propria indipendenza dalla Spagna il 9 luglio 1816, ma la Costituzione è entrata per la prima volta in vigore nel 1860. Dal 1860 al 1930 vi è stato un boom di immigrazione soprattutto proveniente dall‟Italia e dalla Spagna in corrispondenza di una sempre maggiore prosperità e crescita dal punto di vista economico (economia volta all‟esportazione). Il positivo trend di crescita continua anche dopo la metà del „900, quando però si assiste a un cambiamento di linea politico – economico volto al protezionismo. Contemporaneamente nascono conflitti a livello politico che hanno generato una forte instabilità che favorì anche l‟ingresso dei militari al governo; questo periodo è culminato nel colpo di stato del 24 marzo 1976 quando il generale Videla prese il posto dell‟allora Presidente Péron. Questi furono gli anni della guerra sporca e del conseguente fenomeno dei “Desaparecidos”. I dissidenti e gli oppositori del governo militare furono fatti scomparire tramite sequestri, arresti e occultamenti di cadavere che hanno portato problemi a livello di opinione pubblica (abuso di potere, negazione delle libertà, ecc…). Tutto ciò aggiunto alla sconfitta nel 1982 nella guerra delle Falkland ha portato alla caduta del regime militare e al ripristino della democrazia nel 1983. Nei primi anni ‟90 per contrastare l‟iper inflazione il presidente Menem adottò politiche basate sul mercato con l‟abbattimento

28


delle barriere protezioniste e un programma di privatizzazioni. Queste riforme contribuirono ad aumentare gli investimenti privati internazionali e alla recessione. Il culmine si raggiunse con la crisi del novembre 2001; nelle settimane successive si susseguirono quattro presidenti differenti a testimonianza della instabilità politico – economica. Il 2 gennaio 2002 l‟Argentina fu costretta ad ammettere l‟impossibilità di far fronte agli impegni economici presi con gli altri stati (default). La crisi generò un blocco totale dell‟economia e una crisi di liquidità dell‟intero sistema economico. Verso la fine del 2002 l‟economia iniziò a stabilizzarsi grazie a nuove politiche di re-industrializzazione, maggiori esportazioni e consistenti surplus commerciali e fiscali: l‟anno successivo grazie a un forte sconto su molte obbligazioni, riuscì a ristrutturare il debito fino ad un parziale ripianamento con il Fondo Monetario Internazionale. Al giorno d‟oggi il paese gode di un periodo di alta crescita economica accompagnato e supportato da un miglioramento della stabilità politica. È dal 2007 che a capo del governo vi è Cristina Elisabet Fernández de Kirchner che con il 45,3% ha vinto le ultime elezioni. 2.1.2 Geografia L‟Argentina confina a ovest e a sud con il Cile, a nord con la Bolivia e il Paraguay, a nord-est con il Brasile, a est con l'Uruguay e l'Oceano Atlantico. È seconda solo al Brasile come ampiezza del territorio e si colloca in una posizione strategica per ciò che riguarda le coste, infatti, si trova tra l‟Oceano Sud 29


Atlantico e Sud Pacifico (Stretto di Magellano, Canale di Beagle e il Passaggio di Drake). Il clima argentino è prevalentemente arido. L‟estremità meridionale del paese è nevosa (in inverno gli altopiani della Patagonia sono completamente ricoperti di neve) e si caratterizza per una forte umidità e temperature che d‟estate si attestano sui 9°C. Nel nord (provincia di Misiones) il clima è piuttosto caldo ma soprattutto d‟estate si registrano molte piogge. La Pampa è la regione che presenta un clima più mite e continentale. La rete stradale si estende per 231.274 km di cui 69.412 km asfaltati

che

comprendono

anche

le

super

strade

che

si

estendono per 734 km. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, essa si protrae all‟incirca per 36.966 km risultando uno dei paesi con più reti ferroviarie al mondo. Nel ranking mondiale si piazza all‟ottavo posto secondo la stima della Cia. Gli aeroporti presenti nel paese sono 1.141 di cui 156 con la pista asfaltata e 985 con pista erbosa. La rete navigabile ammonta a oltre 11.000 km; i principali porti sono : Arroyo Seco, Bahia Blanca, Buenos Aires, La Plata, Punta Colorada, Rosario, San Lorenzo-San Martin, Ushuaia.

30


2.1.3 Popolazione Secondo una stima, la popolazione si attesterà nel luglio 2011 a 41.769.726 persone rispettivamente suddivise 2:  0 – 14 anni  25,4% (5.429.488 uomini/5.181.289 donne)  15 – 64 anni  63,6% (13.253.468 uomini/13.302.530 donne)  Oltre i 65 anni  11% (1.897.144 uomini/2.706.807 donne). Il tasso di crescita previsto è dell‟1,017%; la stima riguardante il tasso di natalità è di 17,54 nascite/1.000 abitanti, mentre il tasso di fertilità previsto è di 2,31 bambini nati/donna. 3 A tutto ciò è necessario aggiungere anche il dato (previsionale) riguardante il tasso di mortalità infantile in quanto rappresenta uno dei problemi a cui si vuole porre rimedio. Il totale medio è di 10,81 morti/1.000 nuove vite.4 La maggior parte della popolazione è concentrata nelle maggiori città (in ordine decrescente) 5: 

Buenos Aires (capitale)  12.988 milioni

Cordoba  1.493 milioni

Rosario  1.231 milioni

Mendoza  917.000

San Miguel de Tucuman  831.000

2

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

3

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

4

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

5

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

31


C‟è da registrare purtroppo che una parte della popolazione argentina, precisamente un 30% nel 2010, si colloca al di sotto della linea di povertà. Questo dato è particolarmente alto nei villaggi periferici e più degradati del paese. 2.1.4 Quadro macroeconomico e politico L‟economia dell‟Argentina si caratterizza per la grande ricchezza delle risorse naturali, una buona base agricola e una popolazione perlopiù alfabetizzata che favorisce la “ricchezza”del paese. Essa è uno dei primi paesi al mondo per produzione agricola (mais, soia, frumento, ecc…) e allevamento (bovini, ovini); circa il 15% di questi prodotti è destinata all‟esportazione, mentre il restante è destinato alle industrie alimentari del paese. La Pampa è in particolare la zona dove si concentra la produzione agricola e bovina. La pesca non ha molta rilevanza per l‟economia, al contrario della produzione

di gas e

petrolio che

insieme

alla

soia

costituiscono una consistente base per l‟economia. Per

ciò

che

riguarda

il

settore

secondario,

l‟industria

manifatturiera è quell‟attività che partecipa maggiormente alla formazione del PIL. Il settore terziario con specifico riferimento al turismo, è una risorsa importante; i turisti provengono da tutto il mondo e in particolare dall‟America settentrionale e dall‟Europa (Spagna e Italia). Nel primo semestre

2010

i principali indicatori economici

argentini mostrano che l‟economia locale ha superato gli effetti

32


della

crisi

economica

internazionale

del

2008

che

aveva

caratterizzato anche buona parte del 2009. I dati ufficiali sull‟evoluzione reale del PIL relativi al primo semestre del 2010 marcano un aumento del 9,4% rispetto al primo semestre dell‟anno precedente. Il settore dei servizi mostra una crescita del 7%, mentre la produzione di beni evidenzia una crescita del 12% 6. Da questi dati è stato possibile stimare un aumento complessivo del 7 - 8%. Sempre con riferimento ai primi sei mesi del 2010, anche gli investimenti ed il consumo hanno avuto una marcata ripresa, infatti sono cresciuti del 16% (investimenti fissi lordi). Le stime afferenti all‟intero anno si attestano a un +10,8%. Il consumo privato é incrementato del 7%, mentre la spesa pubblica del 10%. Per quanto riguarda l‟occupazione, il 2010 mostra un lieve miglioramento

rispetto

allo

stesso

dato

registrato

l‟anno

precedente (46,1% nel 2010 vs 45,9% per il 2009). Il tasso di disoccupazione invece, ha registrato un calo dall´8,8% del II trimestre del 2009 al 7,9% nel II trimestre del 2010 7, quindi possiamo dire che anche se con un andamento lento, ma si prospetta per il paese argentino un miglioramento di anno in anno.

6

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/argentina.pdf

7

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/argentina.pdf

33


Da una visione monetaria l‟Argentina ha cercato di aumentare lo stock di riserve che possedeva a fine 2009 attuando una politica di restrizione alle importazioni. La

maggiore

preoccupazione

per l‟economia

del paese, è

l‟inflazione. Il crescente aumento dei prezzi è uno dei fattori di incidenza negativa dell‟andamento economico negli ultimi anni. Sono state adottate a questo proposito delle

misure

per

contrastare questo trend negativo; già alla fine del 2007 il governo aveva tentato di rallentare il consistente aumento attraverso accordi di prezzi siglati con le entità economiche e i principali

settori

di

produzione.

L‟

agreement

prevedeva

l‟impegno di non aumentare i prezzi dei prodotti pur garantendo uno stesso range di offerta; questo ha funzionato per un periodo limitato di tempo. Altri provvedimenti sono stati adottati quali concessioni di sussidi per la produzione di generi alimentari, sussidi

ai

prestatori

di

servizi

pubblici,

dazi

mobili

per

l‟esportazione di commodities, ecc…. L‟applicazione di queste misure e la revisione del metodo di calcolo dell‟indice dei prezzi al consumo, hanno dato come risultato un tasso di aumento dei prezzi pari al 5,9% secondo i dati ufficiali INDEC (Istituto National de Estatistica e Censos) alla chiusura del primo semestre 2010 8.

8

La nuova metodologia rileva la variazione dei prezzi in base a un paniere di beni (la lista completa dei suddetti e le modalità di calcolo non sono state mai rese note) limitatamente alla città di Buenos Aires e alle principali località della stessa Provincia di Buenos Aires.

34


Con l‟inizio degli anni ‟90 il paese ha deciso di adottare provvedimenti di liberalizzazione economica e in particolare:  Riduzione del livello delle tariffe doganali (ad oggi variano da uno 0% per i beni strumentali, fino ad un massimo di 35% per i beni di consumo).  Politica di integrazione regionale nell‟ambito dell‟accordo Mercosur e rilancio di negoziati con l‟Unione Europea. In tema di commercio estero, le esportazioni nel resto del mondo, si attestano per il primo semestre 2010 a 32,2 miliardi di dollari; questa corrisponde a un +18% rispetto alla stessa cifra dell‟anno precedente. Le importazioni nello stesso periodo considerato hanno toccato i 24,8 miliardi di dollari corrispondente a un incremento del 43% comparato ai primi sei mesi del 2009. Il saldo della bilancia commerciale resta comunque positivo (7,4 miliardi di dollari), marcando un‟importante diminuzione rispetto al 2009 (10 miliardi di dollari) causata dall‟incremento delle importazioni.

35


Per quanto riguarda l‟export del paese, il 31% delle merci riguarda prodotti di origine agricola, il 34% prodotti industriali, il 25% materie prime intese sia alimentari che non e il restante 10% da combustibili ed energia. Per le importazioni invece, il 32% è formato da beni intermedi industriali, il 21% da macchinari per l‟industria, il 19% da componenti industriali, il 12% da beni di consumo e il restante 16% distribuito equamente tra autoveicoli e oli – combustibili. Il Mercosur in questo ambito è stato il maggior partner commerciale conquistando una quota di mercato rispettivamente del 24% per le esportazioni e del 34% per le importazioni. In particolare il Brasile si conferma al primo posto nello scambio import – export. I paesi Asean (Corea del Sud, Cina, Giappone, India) sono il secondo blocco commerciale; al terzo posto si colloca l‟Unione Europea dove si registra un saldo positivo per l‟Argentina pari a 0,5 miliardi di dollari.

36


L‟interscambio Italia – Argentina ha registrato una flessione nel 2009, mentre un anno più tardi ha invertito la tendenza a causa dell‟incremento delle importazioni di prodotti italiani. Se si considera l‟interscambio negli ultimi dieci anni, si è passati da un sostanziale equilibrio (2001) a un saldo negativo per l‟Italia.

Le importazioni e le esportazioni sono rispettivamente divise in grandi comparti così come si può vedere dai grafici seguenti.

37


Fonte: INDEC 2010

La quota italiana riguardo all‟import argentino è pari al 2,3% e si colloca in terza posizione nei paesi dell‟Unione Europea, alle spalle di Germania e Francia. Il primo paese con una quota del 30,7% è il Brasile seguito da Cina (12,4%), USA (11%), Germania (5,5%) Francia (3,4%) e proprio Italia.

38


Nella “classifica”dei paesi clienti dell‟Argentina l‟Italia si aggiudica il nono posto alle spalle di Brasile, Cina, Cile, USA, Paesi Bassi, Spagna, Germania e Svizzera e il quarto nell‟ambito della UE. La ripresa economica internazionale post crisi economica globale del 2008 in aggiunta a una fase positiva del mercato interno hanno permesso al paese maggiori importazioni. Proprio per questo è possibile fare il punto della situazione per cogliere le maggiori opportunità per la penetrazione commerciale delle imprese italiane in Argentina. Le crescite più rilevanti nel 2010 si sono registrate nella produzione di autoveicoli, acciaio e prodotti tessili.

39


Secondo i dati

INDEC il settore tessile ha

incremento

24%

del

medesimo periodo

(primo

semestre

registrato un

2010)

dell‟anno precedente. Anche

rispetto i

al

rispettivi

sottosettori hanno manifestato un trend positivo:  La produzione di tessuti è aumentata del 23,9%;  La produzione di filati di cotone è aumentata del 24,3%;  La produzione di fibre artificiali e sintetiche è aumentata del 99,6%. Questa però aveva avuto ingenti cali negli anni precedenti. Da qualche anno il settore mostra rilevanti progressi nella qualità e

tecnica

di

produzione;

questo

è

avvenuto

grazie

ad

investimenti ad hoc che hanno sviluppato, modernizzato e ampliato la capacità tecnico – produttiva. Vista la previsione di un aumento della domanda, si prospetta che saranno necessari ulteriori investimenti in telai, macchine per la filatura, macchine per cucire e ecc… in modo tale da raggiungere un equilibrio tra efficienza ed efficacia. È dal 1992 che l‟Argentina ha adottato un sistema di tariffe armonizzato che segue le direttive del GATT (General Agreement Tariffs and Trade) Classification Code. Questo prevede dazi doganali variabili a seconda del valore aggiunto (tra lo 0% e il 35%) sul valore del CIF (Cost Insurance Freight). Il livello media si attesta circa al 17%. Dal 1995 l‟Argentina ha adottato la tariffa esterna comune del Mercosur all‟incirca per l‟85% delle voci doganali; è da registrare che i dazi sono inferiori alla tariffa comune per tutti quei paesi che hanno siglato l‟accordo Mercosur.

40


Una tariffa pari allo 0% è già applicata a quei beni non prodotti all‟interno del Mercosur e per altri articoli “dichiarati come speciali” come libri, giornali, derivati petroliferi, ecc…. In alcuni settori (es. Elettrodomestici, calzature, ecc…) sia l‟Argentina che il Brasile possono decidere di applicare la clausola di salvaguardia denominata

“Adattamento Competitivo” che

prevede di riprogrammare le riduzioni tariffarie previste in origine e di limitare temporaneamente le quantità di beni. La maggior parte delle tariffe viene applicata Ad valorem, ma per i settori sensibili quali tessile, calzaturiero, giocattoli viene applicato un dazio specifico (DIEM  dazio minimo specifico all‟importazione). Fanno eccezione le merci prodotte nell‟area Mercosur. Per le importazioni provenienti da qualsiasi paese d‟origine è inoltre applicata sul valore CIF + dazio un‟ulteriore tassa di statistica pari allo 0,5%. Nel momento dello sdoganamento merci è previsto il pagamento dell‟IVA (21%). Sono

assolutamente

vietate

le

importazioni

di

capi

d‟abbigliamento usati ad esclusione delle donazioni (Resolución Nº 635/2005). I

documenti

richiesti

per

l‟importazione

di

prodotti

d‟abbigliamento in Argentina da un paese UE sono 9:  Dichiarazione doganale di importazione;  Dichiarazione di Valore in Dogana;  Fattura Commerciale; 9

http://mkaccdb.eu.int

41


 Fattura Pro Forma;  Certificato di origine;  Packing List;  Lettera di vettura;  Polizza di carico;  Registrazione dell‟importatore con la Direzione generale delle dogane;  Tax Payer codice di registrazione. Ultimamente

le

procedure

burocratiche

stanno

causando

addizionali problemi agli importatori in quanto sono state introdotte ulteriori normative quali ad esempio il “canale viola” atto a controllare i prezzi dichiarati dei manufatti di largo consumo e l‟obbligo di licenza non automatica per l‟importazione di

giocattoli,

calzature,

accessori

di

abbigliamento

e

altri

manufatti in pelle. Molte di queste restrizioni sono state adottate come misure di sicurezza per contenere l‟invasione commerciale cinese, ma in realtà hanno danneggiato anche i flussi di merce provenienti anche da altri paesi, creando una situazione di incertezza per gli importatori che si sono visti rilasciare la licenza dopo sessanta giorni.

42


2.2 Bolivia 2.2.1 Informazioni generali La

Bolivia

è

una

Repubblica

presidenziale

divisa

in

nove

dipartimenti a sua volta ulteriormente scomposti in province.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Bolivia

Dal gennaio 2009, ovvero con l‟approvazione della nuova costituzione

boliviana,

la

capitale

“unica”

è

Sucre 10

(precedentemente lo era solo in veste costituzionale ma non amministrativa); precedentemente la capitale amministrativa era La Paz, dove tuttora ha sede il Governo. L‟indipendenza dalla Spagna è stata conquistata il 6 agosto 1825, mentre di recente (2009) è stata modificata la costituzione già precedentemente in vigore. La situazione politica della Bolivia è cambiata in particolare dal 2006 con l‟elezione del Presidente della Repubblica Evo Morales. 10

República de Bolivia - Constitución de 2009 (art.6)

43


Il suo governo si è distinto per la grande apertura verso la popolazione indigena e le classi sociale storicamente emarginate, la nazionalizzazione di numerose imprese nel campo tecnologico e delle comunicazioni e l‟approvazione della nuova costituzione (CPE) che è entrata in vigore nel 2009. I cambi nella politica interna del paese sono stati fruttiferi, tanto che Morales anche alle elezioni del 2009 è stato confermato Presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia11 con un 64% di voti. Sul fronte internazionale i rapporti con gli Stati Uniti 12 sono piuttosto tesi a causa dell‟atteggiamento di dialogo nei confronti dei produttori di coca e delle strette relazioni che Morales ha stretto con Cuba (Fidel Castro) e Venezuela (Hugo Chávez). La Bolivia ha deciso di avere rapporti “privilegiati” con tutti i paesi “ALBA”

13

oltre che alla Russia, sostenendo inoltre un

avvicinamento politico all‟ Iran dopo aver interrotto tutte le relazioni con Israele. Nei rapporti con l‟Unione Europea il paese si mostra critico verso la

decisione

della

UE

di

avviare

negoziati

commerciali

“multiparties” con i paesi della comunità Andina (CAN). Una questione irrisolta è costituita dallo sbocco al mare con il Cile: il governo vorrebbe almeno un trattamento preferenziale su uno dei porti cileni (Arica o Iquique); questo per avere un canale 11

Questa denominazione ufficiale è stata introdotta con la nuova costituzione del 2009. 12

Gli stati uniti sono impegnati in Bolivia con un programma”Coca zero”che prevede la distruzione delle coltivazioni di coca. 13

Alianza Bolivariana para América Latina y el Caribe (ALBA) è un progetto di cooperazione politica, sociale ed economica tra i paesi dell'America Latina ed i paesi caraibici, promossa dal Venezuela e da Cuba. L'aggettivo”Bolivariana”si riferisce al generale Simon Bolivar, eroe della liberazione di diversi paesi sudamericani dal colonialismo spagnolo.

44


diretto per le esportazioni. Il governo boliviano ha deciso di avviare

comunque

dei

contatti

per

un

eventuale

sbocco

sull‟Atlantico attivandosi con l‟Uruguay per il Porto di Nueva Palmira. 2.2.2 Geografia La Bolivia confina sia a nord che ad est con il Brasile, a sud con Argentina e Paraguay e a Ovest con Perù e Cile; è l‟unico paese del Sud America a non avere sbocchi sul mare. Il clima riflette la varietà morfologica del paese. La regione andina, con i suoi rilievi montuosi non risente dell‟influsso dell‟oceano e si caratterizza per temperature fredde che variano dai 7 °C ai 10 °C. Più temperato e caldo il clima verso est, dove avvicinandosi ai bassopiani amazzonici la temperatura media annua è di circa 26°C. La rete stradale si estende per 13.602 km di cui solamente 4.990 km asfaltate senza considerare le reti urbane. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, essa si protrae all‟incirca per 3.652 km. Gli aeroporti presenti nel paese sono 881 di cui 16 con la pista asfaltata e 865 con pista erbosa. Le vie navigabili all‟interno del paese ammontano a 10.000 km pur non avendo sbocchi diretti sul mare.

45


2.2.3 Popolazione La stima della CIA sulla popolazione boliviana per il luglio 2011 è di 10.118.683 unità rispettivamente suddivise 14:  0 – 14 anni  28,5% (1.785.453 uomini/1.719.173 donne)  15 – 64 anni  65,1% (3.014.419 uomini/3.129.942 donne)  Oltre i 65 anni  6,4% (207.792 uomini /261.904 donne) Il tasso di crescita previsto è dell‟1,694%; la stima riguardante il tasso di natalità è di 24,71 nascite/1.000 abitanti, mentre il tasso di fertilità previsto è di 3 bambini nati/donna 15. La stima del tasso di mortalità infantile si attesta ad un 42,16/1.000 nuove nascite rispettivamente suddivisi tra maschi (45,95) e femmine (38,18). Questo dato è molto alto comparato ad altri paesi dell‟America Latina. Altro dato non di certo confortante è rappresentato dal 30,3% di popolazione (al 2009) sotto la soglia di povertà. Le città più popolate (al 2009) sono (in ordine decrescente) 16:  La Paz  1.642 milioni  Santa Cruz 1.584 milioni  Sucre (capitale)  281.000 2.2.4 Quadro macroeconomico e politico I primi anni dell‟era Morales sono stati caratterizzati da una politica economica volta ad ottenere buoni risultati dal punto di vista macro. 14

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

15

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

16

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

46


Il rafforzamento della valuta (boliviano) rispetto al dollaro americano (condotto fino a fine 2008) è stato usato in chiave anti – inflazionistica; anche se ha avuto ripercussioni negative per gli esportatori, il sacrificio è servito a stabilizzare il rapporto di cambio tra le due monete. Il timore di ulteriori nazionalizzazioni e la sospensione del regime di preferenza tariffaria con gli States, abbinato a problemi irrisolti e a rischi legati a scontri interni al paese hanno via via sfavorito gli investimenti privati nel paese, causato anche dalla crisi economica globale. I

piani

prefissati

dal

governo

mirati

alla

costruzione

di

infrastrutture e di nuovi posti di lavoro e quindi di deficit – spending si sono dovuti ridimensionare a causa di una riduzione delle entrate fiscali in special modo derivante dagli idrocarburi (riduzione del prezzo dovuta ad un calo della domanda). Per capire le conseguenze delle variazioni dei prezzi delle attività di estrazione sul PIL bisogna tenere in considerazione che il settore industriale incide solo per un 12% nel PIL (nel 1994 16%) mentre quello dell‟attività estrattiva è passato nello stesso periodo da un 5% a un 9%. Secondo le previsioni pubblicate da “The Economist Intellingence Unit” nei prossimi due anni la carenza di investimenti privati limiterà la crescita economica del paese e la creazione di nuovi posti di lavoro.

47


È da molto tempo che la politica monetaria della Bolivia subisce mini svalutazioni e mini rivalutazioni della propria moneta. Con la politica di Morales (caratterizzata da un apprezzamento del boliviano sul dollaro) si è voluto sostenere una sorta di “bolivianizzazione”

dell‟economia

in

contrapposizione

a

una

“dollarizzazione”.

48


Secondo “l‟Istituto boliviano de Comercio Exterior” (IBCE) la bassa quotazione del dollaro ha solamente complicato le cose perché all‟estero i prodotti di origine boliviana vengono pagati di più e al contrario in Bolivia costa meno importare prodotti dall‟estero.

Secondo

i

dati

dell‟Istituto

Nazionale

di

Statistica

(INE)

l‟inflazione accumulata da gennaio a giugno 2010 è dello 0,43%, in linea con quella dello scorso anno che era si era chiuso con un indice dei prezzi al consumo (IPC) dello 0,26% (-97,8% rispetto al 2008), il più basso di sempre ed insieme al Perù il più basso del Sudamerica17. Si può dire che sono lontani gli anni ‟80 dove la Bolivia era caratterizzata da iper inflazione (33%). Sebbene la Bolivia stia cercando di rimettere in moto un sistema di stabilità sociale – politico – economica, le complicanze burocratiche e un eccessivo rigore in materia di lavoro, mettono sull‟attenti

molti

imprenditori

sulla

vera

convenienza

di

investimento in questo paese.

17

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/bolivia.pdf

49


La

Bolivia

esporta

in

maggiori

quantità

materie

prime

(idrocarburi e minerali), mentre solo in maniera più graduale manufatti; proprio per questo motivo nel primo semestre 2010 ha potuto godere dell‟aumento dei prezzi internazionali sulle materie prime sebbene venisse rilevato un calo nei volumi esportati. Secondo il Ministero di Sviluppo Produttivo ed Economia Plurale da gennaio a maggio del 2010 il valore delle esportazioni si è incrementato del 28,42% rispetto allo stesso periodo del 2009, ponendosi su livelli prossimi a quelli registrati nel 2008 18. I paesi verso cui sono rivolte le esportazioni (al 2009) sono:  Brasile 31,47%  Corea del Sud 9,34%  Argentina 8,15% Ai piedi del podio si collocano USA (7,72%), Giappone (5,73%) e Venezuela (5,64%). Le importazioni provengono principalmente da Brasile, Argentina Stati Uniti e Giappone; i beni oggetto di scambio invece riguardano prodotti chimici, cuoio, pelli e prodotti alimentari. Dal 2008 si sono verificati diversi cambiamenti nella politica estera tanto che ad oggi la Bolivia sta rimanendo isolata a causa della sua “chiusura” dalla maggior parte delle iniziative regionali e dagli accordi internazionali 19. 18

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/bolivia.pdf

19

Il Paese ha dapprima rifiutato di negoziare un Trattato di Libero Commercio (TLC) con gli Stati Uniti, come hanno fatto molti Paesi sudamericani (Colombia, Ecuador, Perù), successivamente ha perso i vantaggi dell‟Accordo ATPDEA e poi ha opposto riserve sulla possibilità di sottoscrivere un rapporto di Associazione CAN -UE, che prevedeva al suo interno anche un parte commerciale.

50


Dai dati ISTAT afferenti al primo quadrimestre 2010 l‟export dell‟Italia verso la Bolivia è calato rispetto allo stesso periodo dell‟anno precedente e principalmente riguardano macchinari e autoveicoli. Al contrario le esportazioni della Bolivia in direzione dell‟Italia riguardano prodotti di nicchia come lupini, cuoio e macadamia.

Fonte: Elaborazione ICE su dati ISTAT

Dall‟aprile 2008 è entrato in vigore “Arancel Aduanero de Importaciones” ovvero il testo che classifica le merci dei paesi membri della Comunità Andina (CAN). La modifica è stata apportata al fine di proteggere la produzione locale e omologare i dazi doganali a quelli della CAN e del Mercosur. È da sottolineare che tutti i beni che entrano sul territorio boliviano sono maggiorati di un 13% dovuto all‟imposta sul valore aggiunto. Ai fini contabili viene valutato il tasso nominale pari a un 14,94% sulla base imponibile rispettivamente formata da CIF frontiera o CIF Dogana aggiunte a altre pendenze non fatturate ma obbligatorie per lo sdoganamento merci.

51


La Bolivia, tramite il Decreto Supremo 22.410 riguardante il regime

delle

Zone

Franche

Industriali

e

Commerciali,

ha

decretato delle Zone Franche per permettere l‟importazione di prodotti a cui verrà aggiunta un‟ulteriore lavorazione prima di essere nuovamente esportati. Queste aree godono di esenzioni quali:  Esenzione dal 100% dei dazi doganali;  Esenzione dal 100% dell‟IVA (sia sulle merci importate che sulle transazioni entro la zona franca);  Esenzione dal 100% dell‟imposta sulla proprietà di beni immobili e veicoli a motore. Le Zone Franche (ZF) possono essere di due tipologie: 1) Commerciali: dove è lecita l‟introduzione di merci che però non potranno essere trasformate. È consentita la loro permanenza senza limiti di tempo; sono permesse le procedure di divisione, raggruppamento, confezionamento, ecc…. 2) Industriali:

dove

si

svolgono

attività

di

produzione,

assemblaggio, perfezionamento a patto che vengano poi reimportate, importate nel territorio doganale nazionale o esportate. Ad oggi esistono Zone Franche nelle seguenti città 20:  Cobija;  Cochabamba: ZF Industriale e ZF Commerciale;  Desaguadero: ZF Commerciale (ZOFRADESA);  Guayaramerin;

20

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/bolivia.pdf

52


 La Paz: ZF Industriale (GIT) e ZF Commerciale (GIT);  Oruro: ZF Commerciale (ZOFRAOR);  Porto Aguirre: ZF Commerciale;  Puerto Suarez: ZF Commerciale (ZOFRAMAQ);  San Matías;  Santa Cruz: due ZF Commerciali (GIT e Winner);  Villazón : ZF Commerciale;  Yacuiba: ZF Commerciale.

53


2.3 Brasile 2.3.1 Informazioni generali Il Brasile è una repubblica federale democratica dell‟America meridionale e il suo nome ufficiale in portoghese è Repùblica Federativa do Brasil. Esso è diviso in ventisei stati federati, più un distretto federale in cui si trova la capitale, Brasilia, che è uno stato autonomo. La capitale è però meno considerata rispetto alle ben più famose San Paolo, settimana città al mondo per popolazione con 11.244.369 abitanti, e Rio de Janeiro, principale meta turistica famosa per il suo carnevale. Altre città importanti sono: Belo Horizonte, Salvador, Fortaleza, Recife, Curitiba, Porto Alegre, Manaus, Belém e Goiana. La lingua ufficiale è il portoghese, ma molto diffuso è anche lo spagnolo. Lingue minori sono il tedesco e l‟italiano, parlati da numerose comunità del sud, e 180 lingue minori dei nativi americani, parlate da circa 460.000 indios. La religione predominante è quella cattolica (73,6%), seguita dal protestantesimo (15,4%) e da altre religioni minori (11%). La valuta ufficiale è il real brasiliano.

54


La scoperta del Brasile avvenne il 22 aprile del 1500, quando l‟esploratore Cabral attraccò nella zona di Porto Seguro, nello stato di Bahia. La colonizzazione vera e propria però iniziò solo 30 anni più tardi, quando De Sousa fondò Sao Vicente. Nel 1533, il re del Portogallo Giovanni III, divise il Brasile in 12 territori, di fatto feudi, e li affidò a nobili affidatari. Ci furono poi alcuni tentativi di colonizzazione anche da parte di francesi e olandesi, che vennero successivamente cacciati. Nel XVII secolo, con l‟introduzione delle coltivazioni di tabacco e canna da zucchero, fecero il loro ingresso nel paese anche numerosi schiavi africani. Successivamente venne scoperto anche l‟oro, cosa che attirò in massa gli olandesi, che riuscirono a fondare il Brasile Olandese, scioltosi poi nel 1661. Durante tutto il corso del 1700 si assistette a numerose rivolte e tentativi di resistenza da parte di indigeni e olandesi emigrati che aspiravano all‟indipendenza. Questo portò all‟abolizione della schiavitù degli indios nel 1775. Nel 1807, Napoleone Bonaparte invase con le sue truppe il Brasile e costrinse il re a tornare in Portogallo. Questo lasciò la colonia nelle mani del figlio Pietro I, che dichiarò l‟indipendenza il 7 settembre 1822, trasformando il Brasile in una monarchia costituzionale con a capo lui stesso. Dal 1850 al 1852 il Brasile si alleò con l‟Uruguay contro l‟argentina, contribuendo a favorire la caduta del dittatore. Nel 1888 venne abolita la schiavitù e nel 1889 il re dovette abdicare a seguito di una rivoluzione. Il Brasile divenne così una repubblica con costituzione federale. Il primo presidente, De Fonseca, puntò soprattutto sulle esportazione del caffè e dovette affrontare la depressione economica intervenuta a seguito del crollo dei prezzi dello stesso.

Nel 1934 prese il

potere Vargas, che istaurò una dittatura di ispirazione fascista, e rimase al potere fino al 1954, quando fu spinto al suicidio. In seguito il paese visse una fase di governo democratico, la 55


capitale divenne Brasilia nel 1960 e ci fu una forte crisi economica data dalla forte inflazione. Nel 1964 ci fu un nuovo colpo di stato che istaurò nuovamente un regime dittatoriale fino al 1984. Nel 1991 il Brasile diede vita all‟alleanza economica Mercosur con Argentina, Uruguay e Paraguay. Nel 2002 venne eletto Lula da Silva, che contribuì alla crescita economica del paese in modo esponenziale e attuò il piano di aiuti per i più poveri “bolsa familia”. Nel 2010 è stata infine eletta una donna del partito operaio: Dilma Rousseff. 2.3.2 Geografia La superficie

totale del paese è di 8.514.876 km2

e la

popolazione totale stimata al 2011 è di 191.676.876 abitanti (23 abitanti per km2). Il Brasile è lo stato di maggiori dimensioni dell‟America meridionale e vanta numerosi confini: a nord con Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e Guyana Francese; a sud con Uruguay; a ovest con Argentina, Paraguay, Bolivia e Perù; a est con Oceano Atlantico. Da un punto di vista geografico lo stato è diviso in 5 grandi regioni geografiche, usate solo a fine statistici e non amministrativi: nord, nord-est, sud-est, sud e centro-ovest.

56


La regione più popolosa risulta essere quella in rosso, il sud-est, dove sono collocate Rio de Janeiro e San Paolo. Di grande impatto naturalistico risulta essere la grande regione degli altopiani, che comprende l‟altopiano del Brasile e il Mato Grosso ed è situata a sud della foresta amazzonica. Gli altopiani sono formati da rocce antiche ricoperte di arenarie o di calcare a ovest, mentre a est, verso la costa, sono formati da rilievi granitici dalla cime arrotondate chiamati “pan di zucchero”. Lungo la costa si trova anche una stretta fascia pianeggiante. Il fiume più importante è il Rio delle Amazzoni, che attraversa la foresta amazzonica. Rilevanti sono anche le 275 cascate che scendono da varie altezze per circa 4 km all‟interno del Parco Nazionale dell‟Iguazù. Essendo uno stato molto esteso, il clima varia al variare della latitudine e della longitudine. La denominazione delle stagioni è quella dell‟emisfero sud, invertita dunque rispetto all‟Italia, e al suo interno si distinguono sei zone climatiche: equatoriale, tropicale, subtropicale, semiarida, temperata e tropicale di altitudine. La temperatura media annuale è di circa 28° nel nord e di 20° nel sud.

57


2.3.3 Popolazione La popolazione brasiliana discende da numerosi gruppi etnici: gli indios, i coloni portoghesi, gli schiavi africani e diversi gruppi di migranti (principalmente italiani, ma anche tedeschi, spagnoli, giapponesi e siriano-libanesi). La popolazione è così divisa: 49,7% bianchi, 42,6% mulatti e meticci, 6,9% neri, 0,5% asiatici e

0,3%

indios.

Le

etnie

non

sono

tuttavia

distribuite

uniformemente sul territorio: i bianchi si trovano in tutto il paese ma sono più concentrati al sud, i neri sono principalmente concentrati nelle regioni dove un tempo lavoravano (quelle centrali e costiere) mentre gli indios sono prevalentemente al nord. Il 15% della popolazione è di origine italiana (circa 25mila persone) e rappresenta la più numerose popolazione di emigrati italiani in tutto il mondo.

Questi si concentrano soprattutto a

San Paolo (32,5% dell‟intera popolazione è italiana), ma anche a Paranà, Rio Grande do Sul e Santa Catarina. Il tasso di fertilità è elevato (2,11 neonati per donna), così come quello di mortalità infantile (22,58 morti/1.000 nati vivi). La crescita della popolazione stimata per il 2011 è tuttavia positiva (+ 1,2%) e l‟aspettativa di vita stimata è la più alta del Sudamerica (73,11 anni). La distribuzione della popolazione per età è così composta: il 36,4% ha tra 0 e 14 anni, il 59,3% ha tra 15 e 64 anni e il 4,3% ha 65 anni o più. 2.3.4 Quadro macroeconomico e politico La priorità della politica estera brasiliana resta il rafforzamento del MERCOSUR, mentre sembra essere stato relegato in secondo piano il progetto di integrazione regionale che prevede la creazione della Free-Trade Area of the Americas. L‟ex presidente

58


Lula, grazie al consenso ottenuto dalla popolazione, ha migliorato anche i rapporti con il presidente venezuelano Chavez, firmando a febbraio del 2007 un‟alleanza strategica basata su accordi privilegiati in vari settori economici, e con il presidente degli Stati Uniti Obama, firmando un accordo sulla fornitura dell‟etanolo. L‟attuale presidentessa Roussef, salita a fine 2010, si sta conquistando le simpatie della popolazione grazie alla ricerca di nuovi accordi vantaggiosi con altri paesi e ciò rende il rischio politico del Brasile sicuramente basso.

Il rischio economico è medio. Nella prima metà del 2010 il Brasile ha consolidato la fase di crescita iniziata a fine 2009, rafforzando

così

il

proprio

ruolo

emergente

all‟interno

dell‟economia mondiale. Nel primo semestre 2010 si registra una crescita dell‟attività economica del 4,6% rispetto al secondo semestre del 2009 e del 8,8% rispetto al primo semestre 2009. Le componenti interne hanno contribuito in senso positivo: i consumi della famiglie, che rappresentano oltre il 60% del PIL, hanno continuato la fase espansiva che li aveva contraddistinti in precedenza,

la

spesa

per

consumi

delle

amministrazioni

pubbliche ha registrato un tasso di crescita (+8% rispetto all‟anno precedente) e gli investimenti a capitale fisso sono

59


aumentati del 26,4% rispetto al 2009. Purtroppo la componente estera continua a fornire un contributo negativo del PIL: le importazioni sono aumentate del 22,6% mentre le esportazioni solo del 4,4%. Grazie alle tempestive misure governative anticrisi, unite alla ripresa economica mondiale, l‟economia brasiliana è riuscita ad uscire della crisi più velocemente di altre. I principali operatori di mercato prevedono inoltre che, una volta esauritasi l‟attuale fase di forte recupero ciclico della crisi economica, il prodotto continuerà a espandersi a tassi elevati (circa 5%). Nei primi sei mesi del 2010 sono stati creati un milione

e

mezzo

di

posti

di

lavoro,

volti

a

ridurre

la

disoccupazione. Anche grazie a questo, più di tre milioni di brasiliani (46,5%) sono entrati nella classe C, la classe media brasiliana, con un reddito familiare compreso tra 500 e 2200 euro circa. Sul fronte dei prezzi, l‟inflazione è aumentata nel corso del 2010 a causa di fenomeni stagionali (come l‟aumento del prezzo dei trasporti pubblici) e a causa dell‟impatto avverso delle condizione meteorologiche sui prezzi dei prodotti agricoli. Per il 2011 è prevista una leggera diminuzione dell‟inflazione 5% a 4,9%. Il rischio finanziario e operativo è medio. Per quanto concerne il mercato azionario, il rallentamento dei flussi internazionali si è riflesso si è riflesso negativamente sulla borsa di San Paolo, provocando una diminuzione di più del 4% in valuta locale nel corso del 2010. Nonostante ciò è prevista una ripresa nel 2011, opinione rafforzata dal fatto che il rischio paese si è ormai assestato su livelli di poco inferiori ai 200 punti base (durante la crisi aveva raggiunti picchi di 700 punti base). Anche la solvibilità sul fronte estero è garantita dell‟ingente stock di riserve, che hanno ormai superato i 260 miliardi di dollari. 60


Il forte apprezzamento del real nel 2010 (+22,5%), insieme alla crescita economica accelerata, stanno favorendo le importazioni dall‟estero e rendono il Brasile un mercato di sbocco di estremo interesse. L‟ex presidente Lula ha difeso il libero commercio, evitando di introdurre pratiche protezionistiche per far fronte alla crisi, e ha stipulato un accordo con l‟Unione Europea atto a trovare un equilibrio tra la liberalizzazione dei prodotti industriali europei e quella dei prodotti agricoli brasiliani. Le fusioni e acquisizioni

verificatesi

in

Brasile

hanno

poi

portato

alla

costituzione di grandi imprese in grado di primeggiare sul mercato interno e di competere su quello internazionale. Tra i settori più sviluppati troviamo quello minerario, dell‟acciaio, aeronautico, dell‟energia, bancario e alimentare. Nel complesso il Brasile resta ancora fortemente esposto alle dinamiche dei prezzi e della domanda internazionale delle proprie materie prime, che continuano a rappresentare la fetta più consistente dell‟export (43,4%). Il Brasile soffre soltanto la concorrenza dei manufatti cinesi sia sul mercato interno che nei tradizionali mercati di sbocco del Mercosur. La tutela giuridica interna, sebbene persistano alcune difficoltà burocratiche per l‟investitore straniero, è soddisfacente. Tra le difficoltà troviamo: settore doganale, visti di lavoro, fitosanitaria, burocrazia

in

genere.

Gli

operatori

lamentano

anche

una

tendenza della magistratura a favorire le aziende locali. Tuttavia in caso di progetti validi e ben impostati lo stato appoggia gli investitori esteri anche con finanziamenti agevolati e incentivi fiscali. L‟Italia è il terzo partner commerciale europeo dopo Germania e Francia, con un interscambio annuale complessivo di 8200

61


milioni di dollari. La quota di mercato delle esportazioni italiane è lievemente diminuita nel 2010, passando da 2,96% a 2,71%.

Le importazioni di beni dall‟Italia continuano a concernere quei settori

famosi

per

il

“Made

in

Italy”,

tra

cui

meccanica

strumentale e altri prodotti a media tecnologia.

62


2.4 Cile 2.4.1 Informazioni generali Il Cile è una Repubblica presidenziale composta da diciassette regioni. Esso si trova nel sud ovest del continente sud americano in una parte di territorio conosciuta come Chile continental. L‟indipendenza dello stato Cileno dalla Spagna risale alla prima metà del XIX secolo, più precisamente al 12 febbraio 1818; la prima costituzione venne invece promulgata nel 1825 e diede vita alla Repubblica Presidenziale. Alla repubblica seguì un periodo di dittatura sotto il Regime Pinochet, per poi tornare ad una forma di governo democratica come la Repubblica Presidenziale. Il ballottaggio elettorale del gennaio 2010 ha visto l‟ascesa al potere del candidato del centro – destra Sebastian Piñera dopo venti anni di governo dei partiti alleati di centro – sinistra. 2.4.2 Geografia Il Cile confina a nord con il Perù, ad est con la Bolivia e l‟Argentina e a sud con il Passaggio di Drake. Il paese è in possesso anche di territori insulari come l‟Isola di Pasqua, le Isole Juan Fernández, Sala y Gómez e le Isole Desventuradas; proprio per la sua varia estensione può essere considerato tri continentale (Sud America, Antartide e Oceania). Data la sua particolare conformazione territoriale, presenta notevoli variazioni climatiche. La regione settentrionale è quasi completamente desertica ed una delle più aride del globo.

63


Le temperature medie nelle regioni di Antofagasta e Santiago, sono rispettivamente di 20,6 °C e 19,5 °C a gennaio e 14°C e 8°C a luglio. L‟area centrale del paese si caratterizza per un clima di tipo mediterraneo, con inverni miti ed estati fresche. Al sud le regioni sono caratterizzate da tempeste cicloniche e forti venti, distinguendosi per essere le zone più fredda del Cile. La rete stradale si estende per 80.505 km (non tutta asfaltata) di cui approssimativamente 4.000 km di austostrada. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, essa si protrae all‟incirca per 5.483 km. Gli aeroporti presenti all‟interno del paese sono 366

di cui 84

con la pista asfaltata tra cui l‟aeroporto intercontinentale di Santiago, quello di Punta Arenas, Iquique, Mataveri (Isola di Pasqua) Concepción e Carriel Sur; i restanti 282 sono di pista erbosa. La rete navigabile ammonta a 725 km, mentre i porti sono (da nord a sud): Arica, Iquique, Mejillones, Antofagasta, Caldera, Coquimbo,

Ventanas,

Talcahuano-San

Valparaíso,

Vicente,

Coronel,

San

Antonio,

Valdivia,

Puerto

Lirquén, Montt,

Quellón, Puerto Chacabuco, Punta Arenas e Puerto Williams. 2.4.3 Popolazione Il Cile presenta un‟omogeneità dal punto di vista etnico infatti il 95% della popolazione è di origine europea.

64


Secondo una stima, la popolazione raggiungerà a luglio 2011 le 16.888.760 unità rispettivamente divise 21: 

0 – 14 anni  22,3% (1.928.210 uomini/1.840.839 donne)

15 – 64 anni  68,1% (5.751.091 uomini/5.744.014 donne)

65 anni e oltre  9,6% (680.450 uomini/944.156 donne).

Il tasso di crescita previsto per quest‟anno è di 0,836%; la stima riguardante il tasso di natalità si attesta a 14,33 nascite/1000 abitanti, mentre il tasso di fertilità previsto è di 1,88 bambini nati/donna 22.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Cile

Dalla precedente figura si nota come le prospettive di crescita della popolazione siano positive, anche se non prevedono un vero e proprio boom.

21

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

22

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

65


Dato negativo da evidenziare è il tasso di mortalità infantile (7,34 morti/1.000 nascite). La maggior parte della popolazione è concentrata nei centri abitati e in particolare nelle città di più grandi dimensioni (in ordine decrescente 23): 

Santiago (capitale)  5.883 milioni

Valparaiso  865.000

Conception  740.936

2.4.4 Quadro macroeconomico e politico L‟economia cilena è riconosciuta oggi a livello internazionale come una delle più solide dell‟America Meridionale. Durante la sua storia non è andata sempre così, anzi ha passato periodi di crisi alternati da altri di crescita ed espansione economica. Nel lasso di tempo della dittatura militare di Pinochet, vigeva una politica contemporaneamente del terrore e neoliberista che è stata

profondamente

cambiata

nell‟era

dei

governi

della

Concertación tramite riforme progressiste sposando l‟economia sociale

di mercato nei campi della

sanità, educazione, e

previdenza. Dopo un periodo di completo isolamento il Cile è tornato ad essere un mercato aperto al mondo basandosi principalmente sull‟export di materie prime (rame in particolare) e prodotti finiti. Dal 1975 la moneta ufficiale è il Peso Cileno.

23

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

66


Il programma di governo del neoeletto presidente si caratterizza per l‟approccio liberista di mercato con un occhio di riguardo alla classe media e alla protezione sociale. Gli obiettivi nel lungo periodo hanno previsto un aumento medio del PIL di un 6% a partire dal 2010 e per i successivi 4 anni, il contenimento della spesa pubblica, l‟aumento della produttività, la creazione di 1 milione di nuovi posti di lavoro entro il 2014 e l‟ingresso del Cile tra i Paesi interamente sviluppati con un PIL pro capite di US$ 22.000 nel 2018. Questo ambizioso programma ha dovuto per forza essere modificato a causa degli ingenti bisogni di ricostruzione dopo il terremoto del 27 febbraio 2010 che ha colpito il territorio cileno 24. La crisi economica internazionale è stata avvertita dall‟economia cilena in maniera contenuta rispetto agli altri paesi sudamericani; questo è stato possibile grazie in particolare alla gestione fiscale responsabile, messa in atto dal governo negli anni precedenti. All‟inizio del 2009 è stato annunciato dal ministro delle finanze il ricorso

a

risorse

FEES

(Fondo

Sovrano

di

Stabilizzazione

Economica) al fine di favorire finanziariamente il piano di rilancio economico per sostenere l‟economia e difendere l‟occupazione. Esso ha occupato il quinto posto a livello mondiale in termini di rapporto Risorse stanziate/PIL.

24

A tal fine il Governo ha definito un pacchetto di misure destinate al finanziamento di circa un terzo dei costi legati alla ricostruzione delle zone colpite dal sisma (8 miliardi di dollari). I provvedimenti, inseriti in un unico disegno di legge, prevedevano l‟aumento provvisorio delle imposte alle grandi imprese, l‟incremento dell‟imposta sul tabacco, l‟aumento provvisorio del”royalty”all‟industria mineraria, l‟incremento delle imposte sulla proprietá degli immobili e la vendita di quote pubbliche di società a partecipazione statale.

67


Il presidente Piñera che ha prefissato tra i suoi obiettivi il contenimento della spesa pubblica, ha modificato nell‟estate 2010 l‟obiettivo fissato di raggiungere un bilancio fiscale pari allo 0%, prospettando per il 2014 (anno di fine mandato) un deficit pari all‟1%. Dopo un periodo di rallentamento causa ricostruzione post terremoto, le attività produttive paiono abbastanza dinamiche tanto è vero che le previsioni di crescita diffuse dalle autorità monetarie cilene prevedono per quest‟anno una crescita del 5,5% - 6,5% del PIL. Anche esperti internazionali prevedono una ripresa

economica,

addirittura

la

più

alta

della

regione

sudamericana. Secondo l‟elaborazione dei dati da parte dell‟Heritage Foundation e dal Wall Street Journal, si possono mettere in luce aspetti positivi e negativi del paese. Più in particolare “l‟Indice di Libertà Economica” posiziona il paese cileno all‟11° posto su 179 nazioni esaminate a livello mondiale per economia più libera (è cresciuta vistosamente la libertà in termini commerciali grazie ad accordi di libero scambio) e al primo nell‟intera area Latino Americana. Per contro, i “difetti” dell‟economia del paese riguardano la libertà lavorativa ed imprenditoriale a causa di una certa rigidità nel mercato del lavoro e di procedure burocratiche costose e complicate per chiudere/aprire un‟attività. La società di rating Moody‟s nel 2009 ha valutato il paese cileno Aa3,

ovvero

uno

dei

“gradini”

più

alti

della

classifica,

identificando la solidità economica e una buona gestione in materia fiscale e monetaria che hanno permesso di affrontare “in sicurezza” i post della crisi mondiale e del terremoto. Questo permette al Cile di essere il paese meno rischioso del Sud

68


America pur avendo al proprio interno dei punti di debolezza da poter correggere come ad esempio la limitata diversificazione della

struttura

economica

ancora

troppo

dipendente

dalle

esportazioni e dalla fluttuazione dei prezzi. Nel corso del primo semestre 2010 il PIL cileno è cresciuto di un 4% rispetto allo stesso periodo del 2009. La bilancia dei pagamenti nei primi sei mesi del 2010 ha mostrato un surplus di 350 milioni di US$, in controtendenza rispetto al deficit di 463 milioni di dollari registrato nello stesso periodo dell‟anno precedente 25. Per quanto riguarda invece il debito estero, nel giugno 2010 ha superato i 78.000 milioni di dollari segnando un + 5,6% dai precedenti sei mesi; le riserve internazionali nel giugno 2010 hanno toccato quota 25.175 milioni di US$, 456 milioni di dollari meno

rispetto

al

precedente

trimestre,

calo

dovuto

principalmente al deprezzamento dell‟euro nei confronti della valuta statunitense 26. I dati resi pubblici dall‟Istituto Nazionale di Statistica Cileno (INE) mostrano una forte accelerazione per l‟espansione economica cilena, in controtendenza con i dati dei paesi industrializzati. Il tasso di disoccupazione è calato di tre punti percentuali passando da 11,5% del 2009 a 8,5% nel 2010; ad oggi il ritmo di crescita va oltre i 2/3 di quello del PIL. Nel giugno 2010 il tasso di inflazione non ha registrato molti cambiamenti,

per

cui

ha

25

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/cile.pdf

26

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/cile.pdf

raggiunto

quota

1,7%;

al

69


raggiungimento di questo dato hanno partecipato l‟incremento dei prezzi di bevande, tabacco e alcolici, mentre viceversa sono calati i prezzi dei settori sanità, abbigliamento e calzature. Il governo aveva prospettato un tasso di inflazione pari al 3,8% a fine 2010. Di seguito si possono vedere le variazione degli anni passati dei principali indicatori economici.

Il Cile tramite le sue politiche di liberalizzazione del commercio internazionale e degli investimenti si apre agli stakeholders stranieri come una piattaforma di investimento e di servizi; tutto ciò fa parte di una strategia economica dove il Governo ha l‟intenzione di promuovere una nuova immagine paese con il fine di

trasformare

il

Cile

nel

centro

finanziario

dell‟America

Meridionale. Nell‟analisi del mercato, limitato dalla dimensione “ridotta” del numero di abitanti nonostante un territorio molto ampio, si nota subito come esso esporti (anche all‟Italia) in quantità elevatissime materie prime e sfrutti le contro stagioni

70


dell‟emisfero Australe per rifornire tutti i paesi occidentali di prodotti agricoli. Con gli accordi fino ad ora stipulati, il Cile si posizione al primo posto per agreement conclusi e proprio per questo il 75% di import – export avviene a tariffe preferenziali, come si vede dalla seguente tabella:

È dal 11 gennaio 2010 inoltre, che è terminato l‟iter burocratico per l‟entrata del Pese nell‟OCSE. Il processo è iniziato nel 2007 e ha necessitato di un adeguamento nella legislazione cilena in differenti settori come ad esempio la legislazione sulla corruzione

71


economica internazionale, quella in materia di responsabilità delle persone giuridiche per i reati di corruzione, l‟adesione al model tax convention dell‟OCSE, ecc…. Con i cambiamenti apportati, sarà quindi possibile procedere ad un accordo per l‟eliminazione della doppia imposizione fiscale Cile – Italia tuttora in atto. Sono

in

vigore:

Accordi

per

la

Promozione

e

Protezione

Investimenti con venti tra i principali Paesi europei, tra cui l‟Italia, e, in ambito regionale, con Argentina, Bolivia, Costarica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perú, Uruguay e Venezuela; accordi per evitare la Doppia Imposizione a livello latinoamericano con Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Messico, Paraguay e Perú ed in ambito europeo con Belgio, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia e Croazia. Nel 2009 sono stati firmati inoltre Accordi per evitare la Doppia Imposizione con Stati Uniti e Australia ed il 1 gennaio 2010 è entrato

in

vigore

l‟Accordo

con

la

Colombia.

A

livello

multilaterale, il Cile é membro dell‟OCSE, dell‟OMC, dell‟APEC, membro associato del Mercosur e della Can27. Il Cile si presenta agli occhi del mondo con un‟economia aperta nei confronti esteri e chiamata comunemente “regionalismo aperto”. Dai dati della Banca Centrale Cilena il surplus della bilancia commerciale (primo semestre 2010) è di a 5.289,8 milioni di US$, con un incremento del 2,4% paragonato allo stesso dato dell‟anno precedente e l‟interscambio commerciale risulta di 58.301,8 milioni di US$ (aumento del 56,6%).

27

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/cile.pdf

72


Nel podio in termini di interscambio globale finiscono al primo posto la Cina con una quota che sfiora il 20%, al secondo gli Stati Uniti e al terzo il Giappone. Se si guardano invece i blocchi per macro regioni l‟Asia persiste come primo partner commerciale con un 39,7% sul totale, seguito dai paesi membri del NAFTA (USA, Canada e Messico) con una quota del 19,5% e dall‟America latina con una quota del 18,7% (in ordine Brasile, Argentina e Perù), al quarto segue l‟Unione Europea con un 15,6%. Le esportazioni hanno mostrano nel 2010 un trend positivo (+30,3%

nei

primi

sei

mesi

rispetto

al

dato

dell‟anno

precedente) che è da spartire al settore minerario, agricolo, industriale, allevamento e pesca. Il comparto asiatico (Cina in particolare) si mantiene al primo posto; seguono UE (in particolar modo Italia), i paesi NAFTA e la regione dell‟America Latina.

73


Per quanto riguarda le importazioni i dati afferenti al primo semestre 2010 rafforzano la posizione degli States con una partecipazione del 17,5%; a seguire si collocano Cina (1,7%) e Argentina (8,9%)28. I Paesi appartenenti all‟Unione Europea detengono una quota pari al 13,6% (in prima posizione si trova la Germania seguita dal Regno Unito; l‟Italia è in quarta posizione alle spalle della Spagna)29.

Il Cile ha assunto via via negli anni un importante valore per l‟Italia grazie alle ingenti esportazione di rame e prodotti derivati. L‟Italia oltre alla cruciale importanza strategica ed economica come compratore di materie prime, è considerata “socio”

in

affari

sia

per

quanto

riguarda

la

crescita

dell‟interscambio commerciale, sia per lo sviluppo del paese in un 28

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/cile.pdf

29

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/cile.pdf

74


sistema produttivo perlopiù caratterizzato da piccole – medie imprese. Se non si considera l‟annata 2009 che è stata gravata dagli effetti della crisi, è da sottolineare come nel periodo 2005 – 2008 l‟interscambio Italia – Cile sia quasi raddoppiato passando da 2.190 milioni di US$ a 4.150 milioni. I buoni rapporti commerciali tra i due paesi sono confermati anche dalle intense relazioni politiche in particolare dalle intense visite dei Capi di stato nelle quali si è steso un piano di azione congiunto al fine di rinforzare i rapporti in tutti i settori merceologici (firma avvenuta nel marzo 2009). Nel primo semestre 2010 la bilancia commerciale Cile – Italia ha rilevato un surplus di 607 milioni di dollari a favore del Cile, determinato Sempre

fondamentalmente

nello

stesso

periodo

dalle

esportazioni

preso

in

di

rame.

considerazione,

le

importazioni (beni strumentali, beni intermedi, beni di consumo, ecc…) hanno superato i 460 milioni di dollari americani.

75


Per quanto riguarda le aree di possibile investimento, il settore tessile – abbigliamento, offre opportunità da considerare con attenzione. I prodotti italiani riconosciuti come indice di qualità, si collocano in nicchie di mercato di alto livello (i capi di alta moda come Ferragamo, Zegna, Armani, Max Mara, ecc…) sono presenti nella capitale Santiago. Si trovano anche marche di abbigliamento sportivo, del settore calzature (Fila, Diadora, Geox, Lotto) e negozi in franchising (Benetton). Nel settore dei tessuti le importazioni sono più ridotte ma queste riguardano anche i prodotti di alta qualità di cui beneficia la sartoria su misura (Zegna, Loro Piana, Vitale Barberis). Unica “macchia” è la forte concorrenza asiatica e in particolare cinese concentrata in modo specifico su beni di abbigliamento di media qualità che nel totale formano il 95% del mercato. Il Cile possiede un alto grado di liberalizzazione tanto che non si hanno specifiche difficoltà di entrata al mercato locale da parte di investitori esteri. Il 1 marzo 2005 è iniziata la piena applicazione dell‟Accordo di Associazione tra il Cile e l‟Unione Europea (UE). Attualmente riguarda tutti i 27 Paesi che formano la Comunità. L‟Accordo di Associazione con la UE è il più significativo per il Cile, data l‟estensione

e

la

profondità

delle

aree

tematiche,

che

comprendono ambiti politici, economici, e di cooperazione 30. È stato stabilito l‟impegno di eliminare i dazi doganali sui prodotti originari, in conformità con il rispettivo programma di sgravio.

30

http://www.ambsantiago.esteri.it

76


Quindi per quanto riguarda gli scambi Italia – Cile in materia tessile i dazi ammontano a uno 0%; quelli invece imposti alla Cina ammontano a un 11%.

77


2.5 Colombia 2.5.1 Informazioni generali La Colombia è una repubblica presidenziale e il suo nome ufficiale è Repùblica de Colombia. La capitale è Bogotà e le altre città più popolose sono Medellin, Cali e Barranquilia. La lingua ufficiale è lo spagnolo, seguito da circa 75 lingue indigene ancora conservate, da cui spiccano le lingue wayùu, paez, guambiano e embera.

Sebbene

l‟istruzione

nelle

scuole

preveda

l‟insegnamento della lingua inglese, solo nell‟arcipelago di San Andrés la popolazione utilizza un dialetto di questa lingua. Invece la maggioranza di dialetti è della lingua spagnola, con grandi differenze lessicali, morfologiche, sintattiche e d‟intonazione. Al nord il dialetto è simile a quello caraibico mentre al sud è simile a quello peruviano ed ecuadoriano. Dal 1991 la Costituzione colombiana garantisce la libertà di culto e la parità di tutte le fedi davanti alla legge. Quindi non esiste nessuna

religione

ufficiale.

Prima

di

tale

Costituzione

il

cristianesimo cattolico era la religione ufficiale, ed ancora oggi risulta essere la religione più professata (80%). La restante parte della popolazione si riconosce nel protestantesimo e, in minore percentuale, alle storiche chiese cristiane (presbiteriana, episcopale…). Si trovano infine piccoli gruppi aderenti alle religioni monoteiste asiatiche. La valuta ufficiale è il peso colombiano.

78


Il popolamento dell‟attuale Colombia è iniziato tra l‟11.000 e il 20.000 a.C., testimoniato dalle numerose famiglie linguistiche e differenze culturali. Il primo contatto con gli europei è avvenuto del 1499, ad opera dell‟esploratore spagnolo Alonso de Ojeda. Undici anni più tardi venne fondata la prima colonia spagnola, a cui seguì la fondazione di numerose città, tra cui l‟attuale capitale Bogotà nel 1538. In quel periodo scoppiarono numerose rivolte guidate dagli indigeni costretti ai lavori forzati e allo stesso tempo venne introdotto il commercio di schiavi africani. Dopo l‟invasione francese della Spagna nel 1808, si crearono veri e propri movimenti indipendentisti degli indigeni che ottennero scarsi risultati. Nel 1819 venne ufficializzata l‟indipendenza dello stato, chiamato Nueva Granada, dall‟impero spagnolo. Dal 1839 al 1884 si susseguirono una serie di disastrose guerre civili, che portarono a modifiche alla Costituzione, al regime e al nome dello stato. Nel 1932 si scatenò una guerra tra Colombia e Perù e nel 1948 iniziò il Bogotazo, una serie di proteste violente nella capitale colombiana poi duramente represse. Nel 1974 il paese fu segnato dall‟introduzione del narcotraffico, mantenendo lo stato in una situazione di crisi permanente. Dal 2002 al 2010 è stato al potere Alvaro Uribe Vélez, presidente alla continua ricerca di una soluzione per porre fine al traffico di stupefacenti e alla violenza

79


che ne consegue. L‟attuale presidente, Juan Manuel Santos, si sta impegnando per continuare il piano del suo predecessore.

2.5.2 Geografia La

Colombia

ha

una

superficie

totale

di

1.141.748

km2

(2.070.408 km2 se si aggiungono le estensioni marittime) e una popolazione totale di 45.659.709 abitanti (36,68 abitanti per km2). Esso è il quarto paese più esteso del Sud America e il terzo per popolazione. La Colombia confina ed est con il Venezuela e il Brasile, a sud con il Perù e l‟Ecuador, a nord-ovest con Panamà, a nord con il Mar dei Caraibi e a ovest con l‟Oceano Pacifico. Da menzionare però il fatto che sostiene controversie territoriali con Venezuela e Nicaragua

riguardo

ai

propri

confini

marittimi.

Ad

essa

appartengono diverse isole, tra cui l‟arcipelago di San Andrés, Providencia e Santa Catalina.

80


Geologicamente la Colombia è parte della cintura di fuoco del Pacifico, essendo posizionata presso la convergenza della placca di Nazca, della placca caraibica e della placca sudamericana, e ciò rende la regione soggetta a terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche.

Il territorio colombiano è diviso in una regione montuosa a occidente ed una regione pianeggiante a oriente. Esso è attraversato dalla Cordigliera della Ande, divisa a sua volta in tre distinte catene montuose. Inoltre la Colombia è uno dei paesi con le maggiori risorse idriche e vanta cinque grandi bacini idrografici. I fiumi principali sono Caquetà, Magdalena, Cauca e Atrato.

81


Il clima della Colombia varia dalla condizioni di freddo estremo dei ghiacci andini alle condizioni di caldo presenti sul livello del mare, dove si alternano due stagione asciutte e due di pioggia influenzate

dai

venti

alisei

e

dalla

zona

di

convergenza

intertropicale. La temperatura è relativamente uniforme per la maggior parte dell‟anno ed è determinata da vari fattori: pioggia, intensità delle radiazioni solari, venti, altitudine, continentalità e umidità atmosferica. Questi fattori danno vita a numerosi climi e microclimi: il clima della savana secco e piovoso a stagioni alternate, il clima superumido della giungla, il clima umido e piovoso con temperature elevate delle regioni di Caquetà e Vaupés e il clima arido dei deserti. Le risorse principali sono: caffè, carbone, petrolio e fiori. 2.5.3 Popolazione All‟ultimo censimento del 2009 i gruppi etnici classificati nel paese risultavano essere i seguenti: 47% meticci, 20% bianchi, 17% mulatti, 10,6% neri, 3,4% amerindi puri, 3% zambos e 0,0001%

gitani.

Il

10,6%

di

neri

rappresenta

la

terza

popolazione nera più numerosa delle Americhe, dopo quelle degli Stati Uniti e del Brasile. La diversità etnica della Colombia è il risultato di un mix di amerindi, coloni spagnoli e discendenti africani. Tra gli immigrati i gruppi più numerosi provengono dal mondo

arabo,

dall‟Europa

(soprattutto

Spagna,

Italia

e

Germania) e dalla Cina. Inoltre si registra una discreta presenza di immigrati provenienti da altri paesi latino-americani come Brasile, Venezuela, Cile, Ecuador, Argentina e Perù. La migrazione della popolazione dalle aree rurali a quelle urbane è notevole: la popolazione urbana è passata dal 28% nel 1938 al

82


76% nel 2009. Anche l‟emigrazione è molto elevata, soprattutto per quelle popolazioni che vivono all‟interno del paese e in alcuni centri urbani, dove si evidenzia un fenomeno chiamato “fuga dei cervelli”, dovuto principalmente alla difficoltà economiche e di ordine pubblico. Il tasso di fertilità è in linea con quello degli altri paesi del Sud America: 2,15 neonati per donna. L‟aspettativa media di vita sta continuando ad aumentare specularmente al miglioramento delle condizioni socio-economiche, arrivando nel 2009 a 73,2 anni. Anche il tasso di mortalità infantile è in diminuzione e si stima che nel 2011 toccherà 16,39 bambini nati morti su 1000 nati vivi, in maggioranza di sesso maschile. Il tasso di crescita della popolazione stimato per il 2011 è positivo (+ 1,156%). Il paese risulta avere un età media piuttosto bassa e la popolazione è così distribuita: il 41% ha tra 0 e 14 anni, il 53% ha tra 15 e 64 anni e il 6% ha 65 anni o più. 2.5.4 Quadro macroeconomico e politico Il neo presidente Santos, eletto con circa il 70% dei voti e supportato da una coalizione di paesi di destra, può godere di una solida maggioranza in parlamento e pertanto si prevede una generale stabilità politica nel breve termine. I principali obiettivi che intende raggiungere sono: miglioramento della sicurezza, sviluppo dell‟economia, riforma del lavoro e delle proprietà terriere, riforma del settore giudiziario, riforma del settore sanitario e lotta alla corruzione. Nonostante ciò, il clima del paese resta piuttosto teso a causa delle presenza di gruppi paramilitari e criminali, quindi il rischio può dirsi alto.

83


La Colombia riceve assistenza da parte degli Stati Uniti per risolvere il problema del narcotraffico e della criminalità. Anche con l‟Europa gode di buoni rapporti, grazie alla stesura del Free Trade Agreement il 19 maggio 2010. Un rapido sviluppo ha riguardato anche le aree di sgravio fiscale istituite nel 2007 e 2008. Oggi sono 81 e garantiscono l‟unificazione dell‟imposta sul reddito al 15%, l‟esenzione dall‟IVA (16%) e l‟esenzione ai dazi doganali (11,5% in media). Nelle zone franche potrebbero essere sviluppati processi di assemblaggio e rifiniture dei prodotti italiani, considerato che la manodopera colombiana è considerata una delle migliori nella regione andina e una delle più qualificate a livello operativo. Il rischio economico è medio: nonostante l‟economia abbia risentito del rallentamento globale, e in particolare di quello degli Stati Uniti, nel 2010 si è assistito ad una ripresa della domanda, sia interna che esterna. Nel primo trimestre del 2010 si è assistito ad un espansione pari al 4,4% dello stesso periodo del 2009.

I

settori

più

colpiti

dalla

crisi

sono

l‟industria

manifatturiera, il settore delle costruzioni e il settore auto motive. I settori con le performance migliori sono invece: settore edile

(+

15,9%),

settore

minerario

(+13,2%)

e

settore

elettricità, acqua e gas (+ 6,5%). Anche il turismo è aumentato, registrando un incremento del 8,5% e 700mila turisti. Non del tutto sfruttato è invece il settore del petrolio: le riserve del paese sarebbero valutate in 1878 milioni di barili. Tra i possibili settori di intervento viene segnalata anche l‟industria manifatturiera: manifestazioni fieristiche quali Inexmoda e Colombiatex stanno diventando eventi di riferimento in ambito latino-americano. Il deficit di bilancio, anche se resta contenuto (3,6% del PIL nel 2010), è leggermente peggiorato. Il debito estero è invece

84


diminuito e risulta ora essere in una percentuale sostenibile (20% del PIL). Il tasso di cambio è relativamente stabile anche se ne 2009 ha perso circa l‟11% rispetto al dollaro. L‟inflazione nel 2010 è stata del 2,47% e i maggiori aumenti si sono osservati nei settori sanitario, immobiliare e degli articoli domestici. Secondo alcuni analisti il panorama per il futuro non è comunque roseo a causa dei drastici tagli alla spese previsti nel Bilancio 2010, che ridurranno sensibilmente investimenti pubblici in settori vitali per il recupero economico. La situazione dell‟occupazione permane critica nel paese: nel primo semestre 2011 ha toccato l‟11,6%. Pur essendo uno dei paesi dell‟America Latina meno colpiti dalla crisi, la Colombia detiene il primato per il più elevato tasso di disoccupazione della regione, dovuto principalmente alla mancanza di una valida strategia economica. Il salario mensile minimo per il 2011 è stato aumentato del 3,6% raggiungendo i 515.000 pesos (circa 250-280 dollari). Il sistema finanziario è stato efficacemente riformato nel corso degli anni ‟90 e negli ultimi anni l‟attività è notevolmente cresciuta.

Recentemente

si

è

registrato

un

incremento

dell‟insolvenza privato, che tuttavia resta contenuto (4% degli asset). La Borsa Valori della Colombia è stata proclamata la quarta più importante della regione dopo quella brasiliana, messicana e cilena. Nel 2009 ha chiuso registrando un aumento del 60,2% rispetto all‟anno precedente. In generale le banche colombiane si distinguono per le consistenti riserve di liquidità, che hanno determinato una buona capacità di reazione di fronte alla crisi internazionale.

85


Forti

ostacoli

agli

investimenti

sono

dati

dalla

lentezza

burocratica, dalla corruzione e dalla criminalità. Lo stato impone restrizioni solo nei settori strategici (materie prime, settore minerario e settore elettrico), mentre in tutti gli altri settori vi è una forte apertura nei confronti degli investitori esteri. Le

esportazioni

italiane,

dopo

il

progressivo

incremento

dell‟ultimo decennio, hanno subito un calo e sono ora pari a 316 milioni di euro. I principali settori di export sono la meccanica strumentale, la metallurgia e la chimica. Tuttavia l‟Italia si colloca solo al 21° fra i maggiori partner commerciali della Colombia.

86


2.6 Ecuador 2.6.1 Informazioni generali L‟Ecuador

è

una

Repubblica

presidenziale

suddivisa

in

ventiquattro province a loro volta ripartite in cantoni.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Ecuador

L‟indipendenza dalla Spagna è stata conquistata nel 1822 anche se i primi tentativi risalgono a dieci anni prima. Nella costituzione degli inizi del „900 (promulgata nel quadriennio 1907 – 1911) si decise di accogliere la separazione tra stato e Chiesa dando così al paese un‟impronta laica; questa linea di condotta venne mantenuta anche nelle successive rivisitazioni della costituzione (1945 – 1967 – 1978) ed è tuttora in vigore. È dal gennaio 2007 che al Governo vi è Rafael Correa eletto direttamente dal popolo. 2.6.2 Geografia I confini sono delineati a nord con la Colombia, sia a est che a sud con il Perù, mentre ad ovest dà sull‟Oceano Pacifico. Il

87


territorio ecuadoregno include anche l‟arcipelago delle Isole Galápagos che approssimativamente dista 1.000 km dalla costa. L‟Ecuador si caratterizza per una grande varietà di clima. Nelle aree costiere le temperature sono stabili intorno ai 20°C, mentre spostandosi all‟interno variano dai 7°C ai 21°C; nella sierra si arrivano a registrare punte di 37-38°C. La

regione

orientale

invece

si

caratterizza

per

le

forti

precipitazioni e la temperatura media annuale è di circa 12,8°C. La rete stradale estende per 43.670 km di cui solamente 6.472 km asfaltate. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, essa si protrae all‟incirca per 965 km. Gli aeroporti presenti nel paese sono 428 di cui 105 con la pista asfaltata e 323 con pista erbosa. La rete navigabile ammonta a 1.500 km. I principali porti sono : Esmeraldas, Guayaquil, Manta, Puerto Bolivar. 2.6.3 Popolazione Secondo una stima da parte della CIA, la popolazione peruviana si attesterà nel luglio 2011 a 15.007.343 unità rispettivamente suddivise31:  0 – 14 anni  30,1% (2.301.840 uomini/2.209.971 donne)  15 – 64 anni  63,5% (4.699.548 uomini/4.831.521 donne)  Oltre i 65 anni  6,4% (463.481 uomini/500.982 donne)

31

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

88


Il tasso di crescita previsto è dell‟1,443%; la stima riguardante il tasso di natalità è di 19,96 nascite/1.000 abitanti, mentre il tasso di fertilità previsto è di 2,42 bambini nati/donna 32. Il tasso di mortalità infantile si attesta a 19,65/1.000 nuove nascite rispettivamente suddivise tra maschi (23,02) e femmine (16,11). La popolazione è distribuita pressoché in maniera omogenea in tutto il territorio, infatti solamente un 5% di essa vive nelle foreste pluviali. La capitale Quito conta 2.216 milioni di abitanti, ma la città in termini numerici più importante è Guayaquil, che conta oltre 3.328 milioni di abitanti. Altre città rilevanti sono:  Cuenca (patrimonio culturale dell‟umanità)  483.867  Ambato  334.330  Machala  250.000 2.6.4 Quadro macroeconomico e politico L‟Ecuador è una nazione che principalmente dipende dalle sue risorse

petrolifere,

tanto

che

rappresentano

approssimativamente un terzo delle entrate del settore pubblico in questi ultimi anni. Con l‟inizio del nuovo secolo esso ha visto una grave crisi economica, con una conseguente crescita della povertà, con un sistema bancario a pezzi e uno stato in completo default di debito estero. 32

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/ecuador.pdf

89


A partire dal marzo 2000 il Congresso con l‟approvazione di riforme strutturali, ha dato il via alla “dollarizzazione” ovvero a quel processo che prevedeva l‟adozione del dollaro americano come moneta a corso legale. Questo tipo di provvedimento portò a una crescita positiva negli anni a venire affiancato anche da prezzi del petrolio favorevoli e da un incremento nelle esportazioni. Negli ultimi anni l‟economia si è andata progressivamente trasformando;

da

un‟economia

interamente

basata

sul

commercio di materie prime dei settori tessile, minerario, alimentare

e

metalmeccanico

a

un‟economia

“rinnovata

e

moderna” che si distingue nel settore tecnologico, industriale e farmaceutico grazie alle politiche del governo di Correa. A livello macroeconomico, l‟economia del paese si caratterizza per un valore del PIL non omogeneo all‟interno del territorio. Esso rappresenta lo 0,1% dell‟economia mondiale. Dai dati del “Banco Central del Ecuador” (BCE) nel primo trimestre 2010 l‟Ecuador ha avuto una crescita del PIL pari allo 0,33%; questa

informazione è da

considerarsi abbastanza

positiva se si tiene conto di un piccolo recupero post crisi internazionale che ha colpito anche tutti i paesi del Sud America. L‟economia ecuadoreña ha sempre avuto nel corso degli anni un ruolo principale nelle esportazioni, fin dalla fine dell‟800 e più in particolare:  cacao (1866-1925)  banane (1946-1968)  petrolio (1972-2010)

90


il settore delle importazioni ha registrato invece una diminuzione pari al 18,23% per la categoria dei macchinari (luglio 2010), di oltre un 18% per quello dei trasporti e di un 4,5% per i prodotti chimici. L‟inflazione è passata da un tasso di 4,5% registrato nel 2009 a un tasso che oscilla tra il 3 – 3,30% nel 2010. Per quanto riguarda il mercato del lavoro i dati del BCE riscontrano una diminuzione per i primi sei mesi del 2010 attestandosi a un 7,7% rispetto a un 8,3% nel 2009; questo miglioramento è avvenuto grazie a politiche di investimento da parte del governo. Si può dire che la crescita del paese nel biennio 2010 – 2011 non sarà così eclatante in quanto vi è stata una forte contrazione nel biennio precedente. Il parziale recupero economico post crisi globale ha in ogni caso subito

gli

effetti

dei

limitati

investimenti

e

dello

scarso

incremento della domanda interna. Nel

primo

semestre

2010,

l‟interscambio

commerciale

dell‟Ecuador con il mondo è stato di USD 17.448 milioni (con una crescita del 34% rispetto allo stesso periodo 2009), con un valore totale delle esportazioni pari a USD 8.443 milioni ed un incremento del 41,7% rispetto allo stesso periodo 2010 33. Nel medesimo periodo di analisi le importazioni hanno avuto una crescita del 27,6% in paragone all‟anno precedente, attestandosi poco oltre i 9.000 milioni di dollari americani.

33

Banca Centrale dell‟Ecuador

91


La bilancia commerciale ha quindi chiuso i primi sei mesi del 2010 con un deficit di (-)561 milioni di dollari.

Anche nel primo semestre 2010 gli Stati Uniti si confermano il paese che acquista di più dall‟Ecuador (33,71%), seguito da Perù (7,17%),

Venezuela(5,88%),

Colombia

(4,25%)

e

Italia

(3,94%).

92


Per

quanto

riguarda

invece

le

importazioni

sul

podio

si

classificano USA, Colombia e Perù rispettivamente al primo, secondo e terzo posto.

Lo scambio commerciale tra Italia ed Ecuador rientra in quegli accordi commerciali a livello “regionale” tra l‟Unione Europea e la CAN (Comunità Andina di cui l‟Ecuador è un membro fondatore). I settori che maggiormente hanno ricevuto investimenti esteri sono:  prodotti metallici  macchinari e attrezzature  istituzioni finanziarie  commercio all‟ingrosso e al dettaglio. Nel primo semestre 2010 l‟interscambio Italia – Ecuador ha registrato una crescita del 15,2% sia per le esportazioni sia per le importazioni rispetto allo stesso periodo dell‟anno precedente.

93


In Ecuador vi è una struttura doganale protettiva dell‟economia locale che è coerente con la politica del governo che vuole mettere in moto l‟economia interna al paese. I dazi variano da prodotto a prodotto e le importazioni sono soggette al pagamento di una tassa di magazzinaggio, nonché di tasse per la prestazione di servizi in dogana. A queste vanno aggiunte l‟IVA e l‟Imposta sui Consumi Speciali, da cui sono però escluse le importazioni dai Paesi della Comunità Andina 34. A tutto ciò è da aggiungere un contributo all‟Ente Responsabile per lo Sviluppo dell‟Infanzia (il tutto calcolato su una base percentuale). È bene evidenziare che con l‟approvazione della “Ley de Zonas Francas del Ecuador”, gli investimenti sono

maggiormente

regolati. Questa norma stabilisce l‟immunità giuridica, vale a dire decreta un regime speciale in tema doganale, tributario, finanziario, lavorativo e di commercio estero.

34

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/ecuador.pdf

94


Tra i benefici tributari si annoverano le esenzioni dal pagamento delle seguenti imposte:  IVA  Imposta d‟affitto  Imposta provinciale – municipale  Uso di patenti e marche per il trasferimento tecnologico e la riparazione dei macchinari. Le

attività

possibili

dall‟importazione

di

in

queste

materie

prime

aree

sono

(rispettando

diversificate: il

Sistema

Internazionale), all‟elaborazione, assemblaggio, confezione, e ecc…. L‟investitore può quindi impiantare nelle zone franche società o filiali godendo di agevolazioni dettate proprio dalla legge con una scadenza temporale di venti anni rinnovabili. Le zone franche attualmente presenti in Ecuador sono:  Zona Industriale di Esmeraldas (Zofree)  Zona Commerciale e Industriale in Montecristi, Provincia di Manabí (Zoframa)  Zona Franca Metropolitana S.A. “METROZONA", Barrio San Vicente, Yaruquì,Provincia di Pichincha.  Zona Franca di Cuenca (ZFC).

95


2.7 Guyana 2.7.1 Informazioni generali La Guyana è una repubblica democratica rappresentativa basata su un potere semi-presidenziale. La capitale è Georgetown e le città più popolose sono Paradice, New Amsterdam e Vreed En Hoop. La lingua ufficiale è l‟inglese, ma molto diffuso è anche il creoloinglese,

che

presenta

influssi

africani

ed

indiani

e

una

grammatica non ancora standardizzata. La religione predominante è quella cristiana, professata dal 57% della popolazione. I cristiani sono però divisi in varie confessioni e quindi la religione unitaria più diffusa risulta essere l‟induismo. La valuta ufficiale è il dollaro della Guyana.

Gli abitanti originari della Guyana erano un popolo di nome Warao. Essi, già nel XVII secolo, videro i primi insediamenti olandesi. A seguito delle guerre napoleoniche il Regno unito prese possesso di una parte delle colonie (colonie di Berbice, Demerara e Essequibo) creando così la Guyana Britannica nel 1928. Nel corso del tempo si formarono delle comunità di schiavi, noti come “maroon", che fuggivano ai loro padroni riparando

nelle

foreste

e

mescolandosi

agli

indios.

Con

l'abolizione della schiavitù (1834) gli stessi maroon cominciarono a stanziarsi nelle aree urbane. Nel frattempo, per sopperire alla 96


mancanza di manodopera nelle piantagioni provocata dalla fine della schiavitù, si richiamarono in Guyana lavoratori provenienti dall'Europa (Madeira, Germania, Irlanda, Scozia e Malta), dalla Cina e, soprattutto, dall'India. Nel 1889 il Venezuela avanzò delle rivendicazioni sulle terre che vanno dal confine fino al fiume Essequibo. Dieci anni più tardi, un tribunale internazionale assegnò tali terre alla Guyana Britannica. Ancora oggi, tuttavia, il Venezuela rivendica più della metà del territorio dell'odierna Guyana. Solo a metà degli anni „50, l‟indiano-guyanese Jagan, di orientamento

marxista,

e

l‟afro-guyanese

Burnham,

politicamente più moderato, crearono il primo partito volto al raggiungimento dell‟indipendenza del paese. Nel 1961 il Regno Unito concesse alla colonia l‟indipendenza e Jagan divenne Primo Ministro. Nel 1964 Burnham gli succedette e il suo mandato durò fino al raggiungimento della completa indipendenza nel 1970, con la proclamazione ufficiale della Guyana come repubblica, pur rimanendo nel Commonwealth. Purtroppo però i primi decenni di indipendenza per il paese furono segnati sia da una grave crisi economica sia da conflitti tra indiano-guyanesi e afro-guyanesi. Nel 1992 Jagan divenne presidente e dopo la sua morte gli succedette la moglie. Nella storia più recente della Guyana troviamo

un

gravissimo

disastro

naturale:

nel

2005

una

devastante inondazione ha colpito un terzo della popolazione con effetti disastrosi per tutta l‟economia del paese.

97


2.7.2 Geografia La Guyana ha una superficie totale di 214.970 km2 e una popolazione totale al 2009 di 706.254 abitanti (3,6 abitanti per km2). Lo stato confina con Brasile, Suriname, Venezuela e Oceano Atlantico. La regione più abitata è quella di Demerara Mahaica, dove si trova la capitale.

Le temperature medie sono piuttosto alte, intervallate da due stagioni piovose all‟anno. Il clima è tropicale: si alternano stagioni calde con venti provenienti da nordest e stagioni piovose e umide (da maggio ad agosto e da novembre a gennaio). La maggior parte del territorio è montagnoso, nella restante parte si trovano savane (al sud del paese) e pianure (lungo la costa).

98


Le principali risorse naturali sono: bauxite, oro, diamanti, legname da costruzione, pesce, zucchero. 2.7.3 Popolazione Il gruppo etnico più influente è quello asiatico grazie alle migrazioni passate: Indiani orientali 51%, neri 37,9%, amerindi 9,1% ed europei 2%. Il tasso di fertilità e di medie dimensioni (2,04 neonati per donna). Purtroppo però l‟Aids comporta numerosi problemi: basse aspettative di vita (27,4 anni),tasso di mortalità infantile molto elevato, basso tasso di crescita della popolazione (-0,25%) e differenze inaspettate nella distribuzione della popolazione per età (0-14 anni 26%, 15-64 anni 68,6%, 65 e + 5,2%). 2.7.4 Quadro macroeconomico e politico Il sistema politico della Guyana è organizzato intorno ad una repubblica democratica rappresentativa basata su un sistema semi-presidenziale, in cui il Presidente della Guyana, Jagdeo, è il capo del governo.

Si ha il multipartitismo. Il potere esecutivo è esercitato dal Governo, mentre quello legislativo spetta sia al Governo sia all‟Assemblea Nazionale della Guyana. Il potere giudiziario è infine separato dagli altri due. Esiste un'organizzazione dedita 99


all'integrazione

della

Guyana

negli Stati Uniti, denominato

GuyanaUSA. La richiesta si basa sul fatto che ben 100.000 abitanti della

Guyana

hanno la doppia

cittadinanza, ed

i

guayanensi residenti negli Stati Uniti sono circa 350.000, ossia circa un terzo della popolazione guayanense complessiva. Il rischio politico è medio: nonostante il presidente Jagdeo sia al terzo mandato, il partito di governo non è ancora riuscito a creare un vero contesto democratico. Inoltre alcune dispute territoriali hanno compromesso

i rapporti con

i confinanti

Venezuela e Suriname. Il rischio economico è medio: i conti pubblici sono in deficit, a causa della crescente spesa capitale, e il tasso di inflazione è in aumento. La principale attività del paese, la produzione di zucchero, è

stata

notevolmente

danneggiata

dalla

riforma

dell‟Unione Europea, mentre l‟andamento positivo del PIL è dovuto a una buona performance dell‟attività estrattiva. Esso risulta essere composto per il 42,7% dai servizi, per il 37% dal settore agricolo e dall‟industria per la restante parte. I principali prodotti agricoli sono la canna da zucchero, il riso, il grano e gli oli vegetali. I principali prodotti da allevamento sono bovini, suini e animali da cortile. Sulla coste risulta essere importante anche la pesca. Tra le attività industriali si trovano l‟estrazione dell‟oro e della bauxite, e le aziende di natura industriale e tessile. Nonostante il tasso di disoccupazione sia diminuito, grazie alle nuove assunzioni nel settore privato, il PIL pro capite continua ad essere molto basso. Il rischio finanziario è medio: dopo la riforma del sistema bancario esso è andato migliorando e la solidità delle banche è aumentata. Le finanze pubbliche hanno sicuramente beneficiato

100


della recente cancellazione del debito presso l‟Associazione per lo Sviluppo Internazionale della Banca Mondiale (IDA), accordato alla Guyana nel vertice G8 del 2005. Il rischio operativo è elevato: la corruzione è diffusa e la burocrazia molto inefficiente. Nonostante l‟apertura nei confronti degli investitori esteri sia aumentata, l‟apparato infrastrutturale rimane scarso e il livello di criminalità, soprattutto dovuto al narcotraffico, è molto alto. Le importazioni italiane presentano un buon incremento, grazie al settore delle cave e dei metalli.

101


2.8 Guyana Francese 2.8.1 Informazioni generali La Guyana Francese è un dipartimento d‟oltremare della Francia, con capitale Caienna. Essa è soggetta alla legislatura francese, da cui si rifornisce anche di materie prime, e da cui dipende economicamente. Il territorio è diviso in 22 comuni, molti dei quali di dimensioni contenute. La lingua ufficiale è il francese. Oltre a questa si parlano altre 9 lingue diverse, tra cui le più diffuse sono il Creolo e l‟Aukan. Al pari della Francia, inoltre, la religione ufficiale è il cattolicesimo e la valuta ufficiale è l‟euro.

Come tutti gli stati sudamericani, la Guyana Francese era inizialmente abitata da varie tribù amerinde. A partire dal XVII secolo iniziò la colonizzazione dell‟impero francese. Dal 1852 al 1951 ospitò la famosa colonia penale dell‟Isola del Diavolo. Sul finire dal XIX secolo si verificò la più grave disputa territoriale dello stato, riguardante una vasta regione di confine con il Brasile. Inizialmente la disputa si concluse con la proclamazione di uno stato indipendente, il Counani, di ispirazione filo-francese. A seguito però di numerosi scontri tra coloni, entrò in gioco il

102


governo svizzero, che diede la patria potestà del territorio al Brasile. Nel 1946 la Guyana Francese divenne a tutti gli effetti un dipartimento d‟oltremare della Francia. Nel 1970 lo stato accolse numerosi rifugiati di etnia hmong, provenienti dall‟ex colonia francese del Laos. Tra gli anni settanta e ottanta si svilupparono infine

movimenti

autonomisti,

che

portarono

anche

a

manifestazioni violente. L‟attuale presidente della regione è Rodolphe Alexandre.

2.8.2 Geografia La superficie è di 86504 km2 e la popolazione totale al 2009 è di 217000 abitanti (2,6 abitanti per km2).

Solo il 54,4% degli

abitanti è nato nella regione. Dei restanti l‟11,8% è nato in Francia, il 5,2% nelle Antille francesi e il 28,6% in altri stati (principalmente Brasile, Suriname e Haiti). La Guyana Francese confina con il Brasile a sud-est, con il Suriname a ovest e con l‟Oceano Atlantico a nord. Gran parte del territorio è ricoperto da aree paludose. In queste zone si trovano quattro specie diverse di coccodrilli, tra cui il caimano nero, una specie ridotta del 99% a seguito dell‟avvento dei bracconieri. Oltre a questi animali si possono trovare anche

103


anaconde,

ragni

e

scorpioni.

A

favorirne

l‟esistenza

è

sicuramente il clima, che si presenta umido per la maggior parte dell‟anno. Le temperature variano dai 19 ai 36 gradi.

2.8.3 Popolazione La

composizione

etnica

del

paese

risulta

estremamente

eterogenea: il gruppo etnico più numeroso è quello creolo, composto da discendenti degli schiavi africani mescolati in parte con i coloni francesi. Tuttavia le stime circa la sua consistenza numerica variano a seconda del fatto che si includa o meno la numerosa

comunità

haitiana.

Comprendendo

questi

ultimi,

infatti, i creoli sarebbero il 70% del totale (il 20% dei quali di origine haitiana). Vi è poi una comunità europea, composta principalmente

da

francesi,

che

costituisce

il

14%

della

popolazione. La comunità asiatica si divide in 2 gruppi: gli hmong del Laos (1,5%) e i cinesi (3,2%). Nell‟interno del paese vivono invece gli amerindi (3,5%), divisi in varie tribù, e i maroon, discendenti degli schiavi africani fuggiti dalle piantagioni e rifugiatisi sulle rive dell‟omonimo fiume Maroni.

104


Il tasso di fertilità è molto alto (3,71 neonati per donna), circa il doppio di quello francese e nettamente superiore rispetto a quello degli altri dipartimenti francesi. Anche il tasso di mortalità infantile è però elevato: 12,84 morti/1.000 nati vivi. L‟ultimo tasso di crescita della popolazione che abbiamo è risalente al 2003

e vede un aumento del 2,4%. Nonostante questo

l‟aspettativa di vita media è di 76,69 anni, dato leggermente superiore per la donna. La distribuzione della popolazione per età è così composta: il 29,9% ha tra 0 e 14 anni, il 64,4% ha tra 15 e 64 anni e il 5,7% ha 65 anni o più. 2.8.4 Quadro macroeconomico e politico Esso è uno dei pochi stati del Sud America a presentare un basso rischio economico, politico e finanziario. Questo perché, come già menzionato in precedenza, fa parte dell‟Unione Europea così come la Francia. Il rischio politico è praticamente nullo, essendo la Guyana francese a tutti gli effetti parte della Francia. Esiste un partito separatista ma di dimensioni estremamente contenute. Nonostante il reddito pro capite non sia certo ai livelli europei (14.204 euro nel 2007), risulta essere quello più elevato tra i paesi dell‟America del Sud, mantenendo un economia in continua crescita. I settori più sviluppati sono la pesca, che produce i tre quarti delle esportazioni, e , in misura minore, l‟allevamento e l‟attività di estrazione di oro. Caso particolare è il Centre Spatial

105


Guyanais, usato per gran parte dai lanci spaziali dell‟ESA (European Space Agency), che produce da solo un quarto del PIL totale dello stato e impiega oltre l‟1% della forza lavoro. Il rischio economico è basso: lo stato ha un PIL in crescita, anche se ciò è dovuto agli aiuti finanziari ed economici da parte della madrepatria, e il reddito pro capite è sicuramente molto elevato. Il rischio finanziario è basso, essendo sempre dipendente dal sistema francese. Il rischio operativo è medio: la Francia detiene il 63% dei rapporti di Import-Export con il paese e potrebbe decidere di ostacolare eventuali importatori stranieri. Le importazioni dall‟Italia sono molto contenute, surclassate da quelle francesi e statunitensi.

106


2.9 Paraguay 2.9.1 Informazioni generali Il Paraguay è una repubblica presidenziale suddivisa in 17 dipartimenti più uno “speciale” per la capitale Asunción.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Paraguay

L‟indipendenza dalla Spagna è stata conquistata il 14 maggio 1811, mentre l‟ultima costituzione è stata promulgata il 20 giugno 1992. Nelle elezioni presidenziali del 2008 il candidato Fernando Lugo fu “incoronato” vincitore con il 41% dei voti35.

35

Nickson, Andrew (2009) The general election in Paraguay, April 2008 Journal of Electoral Studies

107


2.9.2 Geografia Il Paraguay è un paese che non possiede sbocchi sul mare; i confini sono delimitati a nord dalla Bolivia, a est dal Brasile e a sud ovest dall‟Argentina. Il Paraguay si contraddistingue per un clima di tipo sub tropicale, con temperatura tra i 17 °C e i 27 °C; in alcune zone la temperatura arriva addirittura a raggiungere i 38 °C. Le precipitazioni sono di circa 900 mm annue nel nord del paese, mentre scendendo verso le regioni della foresta orientale, e nella capitale Asunciòn variano dai 1050 mm fino ad arrivare ai 1500 mm. Il tutto è caratterizzato da estati piovose ed inverni secchi. A causa delle grandi piogge la zona orientale, che presenta la maggiore vegetazione, è ricoperta da foreste pluviali e da una grande varietà di piante tropicali. La rete stradale estende per 29.500 km di cui 14.986 km asfaltate e 700 km di autostrade. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, al 2009 essa si protrae all‟incirca per 36 km; questo a causa del forte stato di degrado che ha ridotto le già modeste dimensioni (441 km nel 1993). Gli aeroporti presenti nel paese sono 800 di cui 15 con la pista asfaltata e 785 con pista erbosa. Il Paraguay non ha sbocchi sul mare, ma possiede una rete fluviale di 3.100 km; la maggior parte di questi si estende lungo i fiumi Paraguay e Paran.

108


2.9.3 Popolazione Secondo

una

stima

da

parte

della

CIA,

la

popolazione

paraguayana si attesterà nel luglio 2011 a 6.459.058 unità rispettivamente suddivise 36:  0 – 14 anni  28,5% (936.298 uomini/905.285 donne)  15 – 64 anni  65,4% (2.121.632 uomini/2.100.740 donne)  Oltre i 65 anni  6,1% (183.440 uomini/211.663 donne) Il tasso di crescita previsto è dell‟1,284%; la stima riguardante il tasso di natalità è di 17,48 nascite/1.000 abitanti, mentre il tasso di fertilità previsto è di 2,11 bambini nati/donna 37. Le

stime

del

tasso

di

mortalità

infantile

si

attestano

a

23,02/1.000 nuove nascite rispettivamente suddivise tra maschi (26,94) e femmine (18,91). La popolazione si concentra per la maggior parte nella capitale Asunción che nel 2009 registrava 1.977.000 persone. 2.9.4 Quadro macroeconomico e politico L‟economia paraguayana si fonda principalmente sull‟agricoltura (mais, soia, agrumi, banane, fagioli, caffè, cotone, tabacco e canna da zucchero) e sull‟allevamento di bestiame (bovini, ovini e suini). Proprio una grande percentuale della popolazione, soprattutto nelle aree rurali, basa la propria vita su queste attività, spesso su un‟economia di sussistenza.

36

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

37

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

109


Nonostante il Paraguay non possieda sbocchi sul mare, sfrutta al meglio le vie fluviali le quali costituiscono una straordinaria ricchezza energetica. Per quanto riguarda l‟attività di estrazione, le risorse del sottosuolo sono scarse e ci si limita a manganese, rame, ferro e sale; in compenso sono molto sviluppate le industrie alimentari, chimiche, tessili, del legno, del cemento e della carta. La moneta in corso è il guaranì. La pigrizia nel mettere in pratica le promesse elettorale del candidato Lugo , combinato agli effetti della crisi economica internazionale, sta deludendo gli elettori che confidavano in un cambiamento legato proprio all‟elezione del neo presidente. L‟aggravarsi della criminalità, della corruzione e lo scontro politico interno al paese stanno mettendo a dura prova la governabilità del Paraguay stesso; tanto che secondo il Word Economic Forum il paese si colloca al 124° posto su 133 (il peggiore

dell‟America

Latina).

Questa

bassa

posizione

in

classifica è giustificata dalla quasi totale assenza di “good governance” (inefficienza nelle attività di governo, mancata trasparenza dei rapporti, favoritismi, ecc…). All‟inizio del 2010 si è comunque registrato un dinamismo economico, principalmente dovuti ad una crescita dei consumi (settore agricolo) che ha spinto in aumento anche gli altri settori. Per il primo trimestre 2010 si è avuta un‟espansione nel settore agricolo (+28% rispetto all‟anno precedente) attestando il PIL al

110


10,9% 38; nel settore del commercio invece la crescita rispetto al 2009 ammonta a un +7,5%. Il Paraguay, assieme a Argentina, Brasile e Uruguay, é socio fondatore del Mercosur, istituito con il Trattato di Asunción nel 1991 e al quale é in corso di adesione il Venezuela. Il Mercosur é il principale mercato di sbocco per il Paraguay (a giugno 2010, oltre il 51% delle esportazioni e quasi il 42% delle importazioni paraguayane sono state intra-Mercosur) 39.

Dal 2009 la Cina è divenuta la principale fornitrice del Paraguay, superando addirittura il Brasile.

38

Banco Central del Paraguay.

39

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/paraguay.pdf

111


Fonte: Banco Central del Paraguay

Il Paraguay in ogni caso non riesce ad attirare in maniera cospicua gli investimenti da parte dei privati in particolar modo per cause dovute alla fragilità economica e alla mancanza di sicurezza in materia giuridica. Nei primi tre mesi del 2010 il Brasile è il maggior investitore nel paese (12,2 milioni di dollari americani); al secondo posto è il Giappone (3,9 mln) seguito dall‟Italia (1,9 mln). Secondo i dati ISTAT nel primo semestre 2010 le importazioni del Paraguay dall‟Italia ammontano a 27,7 milioni di euro e ha interessato macchine, gioielli, metalli e pietre preziose, ecc…. Per quanto riguarda invece le esportazioni del Paraguay nel bel Paese afferenti allo stesso periodo considerato in precedenza, risultano pari a 103,97 milioni di euro.

112


Gli esportatori europei non godono di tariffe preferenziali per le importazioni in Paraguay; vige la regola della nazione più favorita (Most Favoured Nation/MFN rate). Per gli altri paesi appartenenti al Mercosur viene applicata un‟esenzione doganale o dazi ridotti. Nonostante la Decisione del Mercosur CMC n. 54/04, tesa a perfezionare l‟unione doganale, non é stata ancora applicata l‟eliminazione della doppia (o multipla) riscossione dell‟Arancel Externo Comun (AEC) sulle merci di origine extra-Mercosur e riesportate in altri Stati membri del Mercosur; tuttavia, nel corso di un recente vertice, è stata decisa una nuova tempistica per la soppressione dell‟AEC. Il processo di eliminazione della doppia Tariffa Doganale dovrebbe svilupparsi in tre fasi: nel corso della prima fase, a decorrere dal 1 gennaio 2012, si prevede che il nuovo sistema venga applicato ai prodotti con tariffa doganale pari allo 0%; nella seconda fase, che avrà avvio il 1 gennaio 2014, la soppressione dell'AEC verrà estesa ai prodotti con aliquota doganale compresa tra il 2% e il 4%; interesserà infine, a partire dal 1 gennaio 2019, tutte le tipologie di prodotti 40. Al fine della libera circolazione di servizi, capitali e stabilimento di imprese è necessario:

40

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/paraguay.pdf

113


 Richiesta di visto consolare sui documenti di esportazione dei prodotti destinati al Paraguay (fatture commerciali, certificati di origine, documenti di viaggio, ecc.). Il visto deve essere apposto presso il Consolato paraguayano nel paese di origine, ovvero nel Consolato del paese più vicino all‟esportatore, e la procedura può richiedere anche alcune settimane. In caso di inadempimento é prevista una multa. Si applica un diritto aggiuntivo del 7% sulla tassa consolare per finanziare

l‟Istituto

Indigeno Nazionale

(INDI).

Le

importazioni sono soggette ad una tassa dello 0,5% del valore in dogana delle merci che serve a finanziare le spese della Direziona Generale delle Dogane 41.  Autorizzazioni o licenze preventive per particolari tipi di prodotti. In particolare sono applicate delle limitazioni per le importazioni di prodotti di abbigliamento.

41

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/paraguay.pdf

114


2.10 Perù 2.10.1 Informazioni generali Il Perù è una Repubblica presidenziale divisa in venticinque regioni più la provincia di Lima che è

indipendente

non

appartenendo ad alcuna regione. L‟indipendenza dalla Spagna è stata conquistata il 28 luglio 1821, mentre la prima costituzione è stata approvata nel 1860 per poi essere modificata nel 1993. La storia recente (1980 – 2000) è stata caratterizzata da:  Un conflitto tra lo stato peruviano e gruppi armati di sinistra che ha visto la morte di oltre 70.000 persone;  Un auto colpo di stato nel 1992 dove l‟eletto Fujimori, ha sciolto il parlamento e ha imposto la legge marziale;  Un

ballottaggio

(2006)

che

ha

decretato

la

vittoria

dell‟attuale presidente socialdemocratico Alan García. 2.10.2 Geografia Lo stato confina a nord con Ecuador e Colombia, a est con Bolivia e Brasile, a sud con il Cile e a ovest con l‟Oceano Pacifico. Esso è il terzo paese dell‟America Latina per estensione dopo Brasile e Argentina che si posiziona completamente in un‟area tropicale. La complessità morfologica del territorio determina nel paese un‟estrema varietà climatica. Lungo la desertica fascia costiera la temperatura è piuttosto costante

nel

corso

dell‟anno

attestandosi

sui

20°C,

con

precipitazioni inferiori ai 51 mm annui.

115


Da giugno ad agosto l‟umidità atmosferica genera fitte nebbie che si tramutano in lieve pioviggine addensandosi sull‟intera area. A Lima la temperatura media è di circa 18°C. La rete stradale si estende per 102.887 km di cui:  23.838 km di rete nazionale;  19.049 km di rete regionale;  60.000 km di rete locale. La maggiore via di collegamento e comunicazione è l‟autostrada Panamericana che attraversa tutta la costa del paese per un totale di oltre 3.400 km; un‟altra principale via di congiunzione è l‟autostrada che collega Lima a La Oroya. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, essa si protrae all‟incirca per 2.000 km. Gli aeroporti presenti nel paese sono 211 di cui 58 con la pista asfaltata (tra cui anche l‟aeroporto internazionale di Lima) e 153 con pista erbosa. La rete navigabile ammonta a 8.808 km, mentre i porti marittimi sono 29. I principali porti sono : Callao, Iquitos, Matarani, Paita, e Yurimagua. 2.10.3 Popolazione Secondo una stima da parte della CIA, la popolazione peruviana si attesterà nel luglio 2011 a 29.248.943 unità rispettivamente suddivise42:

42

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

116


 0 – 14 anni  34,6% (4.245.023 uomini/4.101.220 donne)  15 – 64 anni  60,7% (9.316.128 uomini/9.722.258 donne)  Oltre i 65 anni  4,6% (855.703 uomini/978.611 donne) Il tasso di crescita previsto è dell‟1,029%; la stima riguardante il tasso di natalità è di 19,41 nascite/1.000 abitanti, mentre il tasso di fertilità previsto è di 2,32 bambini nati/donna 43.

Fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/File:Peru-demography.png

Il grafico riportato mostra come dagli anni ‟60 ad oggi vi sia stato un costante aumento demografico. Dato piuttosto negativo da evidenziare è la stima del

tasso di

mortalità infantile che risulta essere di 22,18 morti/1000 nuove nascite rispettivamente suddivise tra maschi (24,49) e femmine (19,77). Oltre la metà della popolazione vive sulla costa nelle città più popolose (Lima, Piura, Chiclayo, Trujillo, Chimbote, Ica), un 32% nella regione andina (Arequipa, Cajamarca, Ayacucho, Huancayo

43

https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/

117


e Cuzco) e il restante nella selva amazzonica (Iquitos, Pucallpa, Tarapoto e Juanju) 44. 2.10.4 Quadro macroeconomico e politico L‟economia peruviana è caratterizzata principalmente da un dualismo che vede uno sviluppo nelle pianure costiere e un‟economia

di

sussistenza

nelle

zone

prevalentemente

montuose dove scarseggiano anche infrastrutture, trasporti e comunicazione. Le attività più sviluppate riguardano:  Settore minerario (estrazione di rame, zinco, gas naturale, ecc…);  Settore agricolo – alimentare (frutta e verdura, prodotti ittici, ecc…);  Settore industriale (metalli, raffinazione del petrolio, ecc…);  Settore tessile (in particolare è il primo produttore mondiale di lana di alpaca e più importante esportatore in Sud America di vesti di cotone; questo grazie a alle ricchezze naturali presenti nel paese). L‟economia mondiale staziona sul trend di crescita post crisi iniziato poco prima del 2010 che è caratterizzato da due andature, una più spedita di paesi con economie emergenti e una più lenta di paesi di economie avanzate. Per quanto riguarda il Perù, le previsioni di crescita per il 2010 oscillavano nell‟intervallo tra un 5,5% e un 6,8% questo grazie a una forte ripresa della domanda interna. Accompagnato a questo quadro macroeconomico, ci si aspetta anche un riassorbimento 44

Instituto Nacional de Estadística e Informática, Censos Nacionales 2007: XI de Población y VI de Vivienda, Primeros Resultados, p. 13.

118


della politica fiscale espansiva che era stata attivata per fronteggiare alla crisi economica mondiale. Una minore crescita dei

costi

pubblici

permetterebbe

di

allentare

le

pressioni

inflazionistiche e di far diminuire il deficit pubblico da 1,5% del PIL nel 2010 a un 1% del PIL nel 2011. Il raggiungimento di questo obiettivo permetterebbe alla nuova amministrazione che inizierà il proprio mandato a luglio 2011, di sostenere politiche di riduzione della povertà e di poter lavorare in una situazione fiscale sana e sostenibile. In linea con questo contesto, nel 2013 il rapporto debito/PIL dovrebbe avvicinarsi ad un 20% (47% nel 2003), il PIL pro capite raggiungerebbe i 6.134 US$ e la povertà il 26%45. Nel primo semestre 2010 il rilancio economico è stato dovuto a una trasformazione positiva dei termini di scambio e a una maggiore entrata dei flussi di investimento. La domanda interna ha avuto un boom dell‟11,1% e ha partecipato in larga misura alla crescita registrata per i primi sei mesi del 2010 pari a 8,2%; quest‟ultimo tasso è stato spiegato anche dal risveglio degli investimenti privati che sono cresciuti di un 18,1% grazie all‟ottimismo degli investitori e alle discrete condizioni di finanziamento. Nonostante il recupero dell‟occupazione sia tuttora lento, vi è comunque un incremento di fiducia dei consumatori che si traduce in un incremento delle importazioni dei beni di consumo, tanto

che

si

registra

una

crescita

del

22,9%;

anche

le

esportazioni sono aumentate e si attestano ad un 19,1% per i settori tradizionali e ad un 12% per quelli non tradizionali.

45

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/peru.pdf

119


A livello istituzionale, rimane l‟inefficienza burocratica in campo amministrativo in particolare a livello locale – regionale e un alto tasso di corruzione sebbene si cerchi di trovare meccanismi di controllo per combatterla. Il Perù è al centro di molti negoziati internazionali per la liberalizzazione del commercio:  Corea  permette in cinque anni di quintuplicare gli scambi tra i paesi in causa (in vigore dai primi mesi del 2011) 46;  Unione Europea  trattato di libero commercio tra la comunità andina e la UE. (in vigore dal 19 maggio 2010) 47; 46

El Comercio, Gracias a TLC se quintuplicará el comercio entre el Perú y Corea, 31 Agosto 2010.

120


Si è quindi di fronte ad una nazione in lenta crescita e che con i fatti degli ultimi due anni conferma di essere uscita dalla crisi economica mondiale del 2008. Al termine delle elezioni presidenziali (2011), il Cile si troverà nella fase di assorbimento delle politiche monetari - fiscali e si troverà all‟inizio di un percorso di sviluppo sostenibile e controllo sulla spesa pubblica. Sul piano internazionale, vi è una discreta crescita in termini di competitività

e

quindi

una

maggiore

capacità

di

attrarre

investimenti. Gli accordi internazionali in corso d‟opera e in via di attuazione danno una prospettiva di crescita nel lungo periodo maggiore rispetto ai volumi di beni attualmente scambiati. Il Perù ha continuato nel corso degli anni a siglare nuovi accordi commerciali facenti parte di una politica di apertura finalizzata alla

promozione

dell‟export

grazie

al

Piano

Strategico

di

Esportazioni (PENX) 48. Un

punto

chiave

di

questa

apertura

è

stata

costituita

dall‟integrazione commerciale e il fatto di poter accedere a nuovi mercati. Oltre ai già citati accordi con Corea e Unione Europea, sono già in essere agreement con USA, Canada, Mercosur, Comunità Andina, Singapore e Cina. A questi vanno aggiunti altri paesi:  Thailandia (dove l‟accordo è già in essere ma non è ad oggi entrato in vigore);

47

Empresa & Negocios (Revista della Camera di Commercio di Lima), TLCcon Unión Europea potenciará entas de agro, pesca y confeciones, 24 Maggio 2010. 48

Il piano prevede un ulteriore sviluppo nel settore teconologico grazie all‟utilizzo di nuovi macchinari all‟avanguardia e una riqualificazione industriale.

121


 Giappone (accordo ancora da sottoscrivere ma è già avviato un processo di negoziazione);  India, Russia, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa (trattati in programma). Nei primi sei mesi del 2010 l‟interscambio del Perù con il resto del mondo ammonta a poco più di 29 miliardi di dollari americani e ha fatto registrare un + 35,57% rispetto allo stesso periodo dell‟anno precedente. Sul podio dei blocchi commerciali riguardanti le importazioni salgono al primo posto i paesi Asean con una quota del 31,5% (le esportazioni verso questi paesi ammontano a 26,46%), al secondo il gruppo Mercosur con un 11,7% (l‟export verso la stessa area è pari al 2,8%) e al terzo l‟Unione Europea con un 10,5% (export del 17,08%). Il quarto posto spetta alla Comunità Andina

(CAN)

che

ha

un

import

del

10,3%,

mentre

le

esportazioni verso questo blocco hanno rappresentato solo il 5,89% 49.

49

http://www.bcrp.gob.pe/

122


Tutti i prodotti esportati sia primari che industriali hanno registrato un valore positivo significante una crescita, eccezion fatta per il settore tessile che ha rilevato una diminuzione(3,3%). A proposito dei rapporti commerciali Italia – Perù, la firma avvenuta sul trattato di libero commercio, ha enormemente favorito i paesi. Si registrano infatti un incremento che sfiora il 70% delle esportazioni Peruviane verso l‟Italia e una sempre maggiore presenza di prodotti, marchi, imprese italiane nel paese

Sud

Americano(settore

agro

alimentare,

tessile,

abbigliamento, ecc…). Molti imprenditori oggi sono realmente interessati ad iniziare processi di “Produzione per conto” in particolare nel settore abbigliamento. L‟export italiano verso il Perù è permesso principalmente per beni strumentali (macchinari tessili e utensili, imballaggio, carta e cartone, ecc…). Dai dati ufficiali delle dogane, l‟interscambio Italia – Perù ha oltrepassato i 630 milioni di dollari americani (+30%) nel periodo gennaio – giugno 2010 con un saldo negativo per il bel paese di 291,5 milioni.

123


Il Paese resta a tutt‟oggi un mercato di nicchia per le nostre imprese. I volumi esportati verso il Perù hanno registrato n calo dovuto principalmente al lento processo di ripresa, mentre l‟attività di import è tornata a crescere in particolare per il settore agro – alimentare e nel tessile – abbigliamento. Questo rapporto tra i paesi, visti i discreti risultati, potrà essere rinforzata coinvolgendo le PMI. Di certo non sarà facile, perché nel confronto domanda in loco e offerta italiana si può dedurre una forte complessità da parte italiana a concedere agevolate condizioni di finanziamento al cliente per l‟acquisto di merci. È da gennaio 2007 che il Perù ha approvato l‟abolizione dei dazi doganali che risultavano pari ad un 4% del valore dei beni importati.

Questo

corrispondenti

a

era beni

valido

per

2.900

strumentali,

voci

prodotti

di

prodotti

semilavorati

provenienti da qualsiasi altra nazione. Si può dire che il Perù sta cercando di diventare un paese competitivo e piano piano con una buona politica di apertura e di accordi sta riuscendo nel suo intento. È da segnalare altresì che le tecnologie e le infrastrutture finora presenti non riescono a sviluppare in modo uniforme il paese, quindi si ritrovano zone più avanzate e altre magari non raggiunte in maniera efficace dalle vie di comunicazione.

124


2.11 Suriname 2.11.1 Informazioni generali Il Suriname, anche chiamato Guyana Olandese, è una repubblica presidenziale con capitale Paramaribo. La moneta ufficiale è il dollaro surinamese e la lingua ufficiale è l‟olandese, essendo storicamente una colonia dell‟Olanda. La religione ufficiale è quella induista. 2.11.2 Geografia Vanta una superficie di 163.270 km2 e confina con la Guyana, la Guyana francese, il Brasile e l‟Oceano Atlantico. La regione con più abitanti è Panamaribo, che prende il nome dalla capitale. 2.11.3 Popolazione Il Suriname vanta una popolazione totale di 519.740 abitanti (3,1 abitanti per km2) e il tasso di fertilità è medio (2,32 neonati per donna). 2.11.4 Quadro macroeconomico e politico Il PIL pro capite è nella media con quelli degli altri paesi dell‟America Meridionale (6.975 dollari). Il rischio politico è alto: l‟assetto politico si basa sulla leadership del capo di stato, la cui popolarità è in calo per il progressivo peggioramento della situazione economica del paese. Inoltre è attualmente

in

corso una

disputa

con

la

Guyana

per la

definizione dei confini. Il rischio economico è alto: l‟economia si basa su produzione ed esportazione di materie prime (alluminio,oro e petrolio) ed è quindi soggetta alla volatilità dei prezzi di queste ultime. La 125


spesa pubblica è aumentata ma allo stesso tempo le entrate fiscali sono in calo. L‟inflazione risulta in calo e il debito pubblico non risulta essere rilevante (più della metà è nei confronti dell‟Olanda). Il rischio finanziario è medio: il sistema bancario è caratterizzato da un alto livello di partecipazione statale. Il sistema finanziario è rimasto relativamente immune alla crisi, a parte il mercato del credito privato. Il rischio operativo è medio: Permangono problemi legati alla lentezza della burocrazia e alla corruzione. Le infrastrutture sono adeguate e la criminalità è in calo, ma i rischi legati alle alluvioni sono considerevoli. L‟interscambio con l‟Italia è molto limitato, e si restringe ai settori alimentare e elettronico.

126


2.12 Uruguay 2.12.1 Informazioni generali L‟Uruguay

è

una

repubblica

democratica

con

capitale

Montevideo, sede della maggior parte dell‟attività economia e produttiva del paese. Le altre città più popolose dello stato sono Salto, Canellones e Paysandù. La lingua ufficiale è una variante dello spagnolo, il rioplatanese, idioma diffuso anche in Argentina, che presenta alcune sensibili differenze soprattutto fonetiche con il castigliano iberico. Dal 1916 vige la separazione tra stato e chiesa: la libertà di culto è sancita dalla costituzione e l‟influenza della Chiesa Cattolica sulla società, contrariamente a quanto accade in altri paesi dell‟ America Latina, è relativamente ridotta. La maggior parte della popolazione è religiosa: tra i credenti predomina la religione cattolica al 66%, seguita da protestante al 11% ed ebrea al 2%. La moneta ufficiale è il peso uruguayano.

Prima

della

colonizzazione

europea,

l‟unica

popolazione

documentata che ha colonizzato l‟Uruguay è stata quella dei Charruas, tribù di piccole dimensioni proveniente dal Paraguay. Gli spagnoli arrivarono nel loro territorio nel 1516, ma dovettero il loro insediamento a causa della resistenza opposta dalla

127


popolazione locale e dall‟apparante assenza di oro e argento. Nel XVII l‟Uruguay divenne poi una zona contesa tra la Spagna e il Portogallo. Gli spagnoli, per intimorire i loro concorrenti diretti, fondarono numerose colonie, tra cui l‟attuale capitale Montevideo nel 1726, il cui porto divenne in poco tempo di dimensioni tali da entrare in competizione con il più famoso porto di Buenos Aires. Nel 1807 la città venne occupata anche dagli inglesi con l‟intento di conquistare l‟Argentina. Nel 1811 José Gervasio Artigas, che sarebbe poi diventato eroe nazionale, organizzò una rivolta per ottenere l‟indipendenza, che si concluse nel 1828 con il trattato di Montevideo, che rendeva l‟Uruguay uno stato completamente indipendente. Gli anni dal 1840 al 1852 furono caratterizzati da una guerra civile interna tra i due principali partiti del paese: i Blancos, che erano favorevoli al protezionismo e guardavano all‟interesse delle

campagne, e i Colorados, che volevano

promuovere l‟economia di Montevideo con scambi esteri. Durante questa guerra venne assediata Montevideo e i locali chiesero aiuto ai francesi e agli italiani residenti, tra cui Giuseppe Garibaldi. L‟assedio terminò nel 1852 grazie all‟intervento diretto di truppe inglesi e francesi e nello stesso anno venne abolita anche la schiavitù. La pace però non durò a lungo: nel 1855 si giunse al culmine con la Guerra della Triplice Alleanza, chiamata così perché vide uno schieramento contro il Paraguay formato da Argentina, Brasile e Uruguay. La coalizione vinse ma dovette subire la perdita del 95% delle truppe. Terminata la guerra si assistette ad un sostanzioso aumento del numero di immigrati, provenienti soprattutto da Italia e Spagna, che arrivarono a costituire il 68% della popolazione residente. Nei primi anni del 900 il presidente Ordonez diede vita a riforme politiche, economiche e sociali. Nonostante ciò negli anni ‟50 ci fu un calo della domanda mondiale di prodotti agricoli a incominciarono a 128


sorgere problemi economici per il paese, oltre che guerriglie urbane. Per sedare le rivolte , sempre più accese, venne istituito un governo militare che a sua volta fallì nell‟intento. A seguito di un referendum si tornò poi al governo civile e nel 1985 venne eletto Sanguinetti, il cui principale obiettivo era la ricostruzione del paese: le sue riforme stabilizzarono l‟economia, che cominciò a crescere, e migliorarono la qualità della vita. 2.12.2 Geografia L‟Uruguay è il secondo stato più piccolo dell‟America meridionale dopo il Suriname e confina a nord-ovest con il Brasile, a est con l‟Argentina e a sud con l‟Oceano Atlantico. Ha una superficie totale di 176.220 km2 e una popolazione di 3.344.938 abitanti (19,8 abitanti per km2). Gran parte del paese si trova su un vasto bassopiano con rare formazioni collinari che difficilmente arrivano ai 500 metri. A occidente vi sono ampie paludi, spesso allagate dalla piena del Rio Uruguay, mentre nella

parte

sudorientale della costa vi è una stretta pianura costiera pianeggiante, sabbiosa e caratterizzata da lagune. Essendo la maggioranza del paese pianeggiante e ricca di fiumi il terreno si presta ad essere sfruttato per fini agricoli, ad eccezione delle aree boschive che occupano circa il 5%.

129


Nella parte settentrionale del paese il clima è subtropicale mentre a sud è temperato, offrendo condizioni meteorologiche simili a quelle di Italia e Spagna. La temperatura media annua è pari a 17,5 °C. Il mese più caldo è gennaio (32°), mentre quello più freddo è giugno (6°). Le precipitazione sono distribuite durante tutto il corso dell‟anno, anche se il mese più piovoso risulta essere marzo. In inverno sono poi frequenti venti freddi provenienti da sud-ovest, chiamati Pamperos, che colpiscono in particolar modo l‟area costiera. Le città e i modi di vivere sono molto simili a quelli europei e si registra come più della metà della popolazione complessiva del paese viva nella capitale. 2.12.3 Popolazione La

maggioranza

della

popolazione

(88%)

è

composta

da

discendenti di immigrati di origine europea, e in particolare di etnia iberica e italiana. L‟8% è di etnia meticcia e solo il 4% è di etnia nera. Le popolazioni indigene sono state sterminate durante le guerre del XIX secolo. Il tasso di fertilità non è elevatissimo (1,89 neonati per donna), mentre le aspettative di vita sono abbastanza alte (76,33 anni). Il tasso di mortalità infantile è in linea con gli altri paesi dell‟America meridionale (11,61 morti/1.000 nati vivi) e il tasso di crescita della popolazione è 0,46 %.

Il 22,9 % della

popolazione ha tra 0 e 14 anni, il 63,9% ha tra 15 e 64 anni e il 13,3 % ha più di 65 anni. 2.12.4 Quadro macroeconomico e politico Il rischio politico è medio: il presidente Mujica, in carica dal 1 marzo 2010, mira a consolidare la crescita socioeconomica e la stabilità democratica. Il suo obiettivo prioritario è quello di

130


favorire lo sviluppo delle infrastrutture, della logistica e dei trasporti. Da segnalare che lo stato presenta un contenzioso ancora aperto riguardo la produzione di due impianti di cellulosa con il Brasile.

La situazione economia dell‟Uruguay nel primo semestre del 2010

è

stata

confermato

da

caratterizzata diversi

da

indicatori

un

sostenuto

dinamismo

economici.

L‟economia

uruguayana è cresciuta del 9,6% nel primo semestre del 2010, rispetto allo stesso periodo del 2009, e del 2,6% rispetto al trimestre precedente. (fonte Banco Central del Uruguay) Infatti tutti i settori economici hanno registrato tassi positivi di attività: il settore agricolo e dell‟allevamento è cresciuto del 2,7%, l‟industria manifatturiera ha registrato un incremento del 5,2%, soprattutto riferito ai campi alimentare e chimico, il settore commercio, ristorazione e alberghiero ha visto un incremento del 13,5% e il settore trasporti e comunicazione del 14,9%. Il vero e proprio boom si è però visto nel settore dell‟elettricità, gas e acqua, che ha registrato un aumento del 327,9%, grazie all‟andamento positivo della produzione elettrica ottenuta per generazione idraulica. Il Fondo Monetario Internazionale segnale che il paese ha affrontato in modo positivo la fase di recessione

131


globale grazie a politiche economiche solide ed equilibrate ed è attualmente meno vulnerabile dei grandi paesi vicini (fonte rapporto sull‟Uruguay, Marzo 2010). Ciò è dovuto al fatto che gli indicatori macroeconomici sono migliori rispetto al passato, vi è una minore esposizione delle banche verso l‟Argentina, le banche sono più affidabili e i mercati di destinazione delle esportazioni sono più diversificati. Il rischio economico è medio: il PIL pro capite di circa 11966 dollari, valore piuttosto elevato per l‟America meridionale. La previsione del PIL globale per l‟anno 2011 prevede un aumento del 4,2% e ciò consentirà un aumento della domanda interna e delle importazioni. L‟inflazione è in leggero aumento (+3,09% nel 2010) e la posizione debitoria è diminuita anche se resta un fattore critico: il debito è di natura pubblica e in maggioranza contratto in valuta estera. Il rischio finanziario è medio: gli indicatori di solidità finanziaria, nonostante la crisi, restano soddisfacenti. Tuttavia l‟elevata dollarizzazione del sistema rimane un fattore di rischio elevato. Negli ultimi mesi del 2009 si è assistito ad un costante apprezzamento, in media del 7%, del peso uruguayano nei confronti del dollaro. Ciò ha comportato l‟intervento delle autorità monetarie uruguayane che hanno acquistato dollari sul mercato per evitare un eccessivo apprezzamento del peso che avrebbe reso meno competitive le esportazioni uruguayane. Gli effetti di tale intervento hanno portato ad un leggero recupero di entrambe le valute. Il governo prevede inoltre di recuperare la qualifica di “investment grade”, persa a seguito della crisi del 2002. Essa permette agli assets finanziari del paese di essere acquistati da

parte

di fondi di investimenti e

compagnie

assicurative straniere. Questo permetterebbe una riduzione dei 132


tassi di interesse che il paese deve pagare per finanziare il suo debito pubblico. Il rischio operativo è medio: il sistema giudiziario funziona in maniera trasparente, la forza lavoro è ben sviluppata e il tasso di corruzione basso. Il tasso di disoccupazione è del 7,4% e l‟indice medio dei salari nominali è aumentato del 6,95%, soprattutto nel settore pubblico. Il limite è dato dalle carenze dell‟apparato infrastrutturale e dei trasporti. I principali partner commerciali sono Brasile, Russia, India e Cina (50%) e l‟Unione Europea (15,2%). Tuttavia il Brasile resta il principale partner commerciale. Nei primi mesi del 2010 si è registrata

una

significativa

espansione

delle

esportazioni,

cresciute del 26,4%, nonché delle importazioni, cresciute del 21%. In particolare gli altri prezzi di alcune commodities agricole (cereali,

carne

e

lana),

hanno

giovato

alle

esportazioni

uruguayane. A livello normativo gli investitori esteri non sono discriminati

rispetto

a

quelli

nazionali,

offrendo

sicurezza

giuridica, disponibilità di materie prime agricole, manodopera qualificata a basso costo ed un moderno sistema di incentivi ed investimenti. Il governo ha inoltre migliorato ed aumentato significativamente

i

benefici

e

le

esenzioni

fiscali

per

l‟agevolazione degli investimenti in loco. I rapporti con l‟Italia sono in crescita ma molto esigui e si concentrano nei settori meccanici, automotive, agricoli, metallurgici e quello delle fibre sintetiche o artificiali. Le esportazioni sono aumentate del 19,1%, passando da 54,0 a 64,3 milioni di dollari, e parimenti sono aumentate anche le importazioni (+13,4%). I prodotti italiani in Uruguay si collocano della fascia medio - alta del mercato, godendo di un ottimo rapporto qualità prezzo rispetto a quelli tedeschi e di una superiore qualità tecnologica rispetto a 133


quelli brasiliani. Il settore dei beni strumentale deve continuare a rappresentare il comparto prioritario dell‟azione promozionale italiana: le imprese uruguayane devono ancora dotarsi di moderne

tecnologie

necessarie

per

la

trasformazione

dei

prodotti, soprattutto nel settore agro-industriale. Per quanto riguarda i beni di consumo è opportuno puntare su quei prodotti italiani che soddisfano le esigenze della fascia alta di consumatori locali e i turisti (nel settore moda soprattutto il comparto pret-aporter). E‟ stato realizzato in accordo tra Italia e Uruguay un programma di aiuto, volto a fornire un credito di 20 milioni di euro per le piccole e medie imprese italo-uruguayane ed uruguayane, volto ad aumentare il livello occupazionale. Il programma permette di stabilire joint venture che consente di accedere alla linea di credito: i beni e i servizi finanziabili devono essere per almeno il 50 % di origine italiana e per la restante parte di origine uruguayana o di altri paesi dell‟america latina.

134


2.13 Venezuela 2.13.1 Informazioni generali Il Venezuela, o Repùblica Bolivariana de Venezuela, è una repubblica federale e democratica situata nel nord dell‟America Meridionale. E‟ diviso in 23 stati, il Distretto della Capitale e 11 dipendenze federali (costituiti da un insieme di isole perlopiù disabitate al largo della costa caraibica venezuelana). La capitale è Caracas e le città più popolose sono Maracaibo, Valencia, Maracay e Barquisimeto. La lingua ufficiale è lo spagnolo; esso presenta numerose affinità con lo spagnolo parlato nei Caraibi e alcune differenze con quello della madrepatria, soprattutto di carattere fonetico e lessicale. Ovviamente

tanto

più

è

alto

il

livello

socio-culturale

dei

venezuelani tanto più le differenze si riducono. La costituzione bolivariana voluta dal presidente Chàvez nel 1999, prevede inoltre che anche gli idiomi indigeni siano considerati una lingua coufficiale. Si tratta di oltre 30 idiomi autoctoni, parlati da poco più di 170000 venezuelani. Vengono inoltre parlate anche lingue extracontinentali, prima di tutte l‟italiano, seguito da portoghese, galiziano, arabo, francese e tedesco. Un posto a sé merita l‟inglese,

parlato

come

seconda

lingua

dall‟alta

borghesia

venezuelana. La libertà di culto è garantita dalla Costituzione. I religiosi sono così divisi: 90% cattolici, 2% protestanti, 1% ortodossi, 0,5% musulmani e 6,5% di religioni minori. Numericamente esigua ma importante sotto il profilo economico è la comunità ebraica (circa il 40% risiede a Caracas). La valuta ufficiale è il Bolìvar Venezuelano Fuerte (VEF).

135


La scoperta del territorio risale al 1498 ad opera di Cristoforo Colombo. L‟anno successivo Amerigo Vespucci diede il nome di Venezuela e la Spagna terminò la colonizzazione del paese durante il XVI secolo. La proclamazione dell‟indipendenza non fu complessa poiché gli spagnoli non amavano il clima subtropicale della colonia. La nuova Repubblica del Venezuela fu però subito presa da rivoluzionari locali, i caudillos, che diedero vita a frequenti colpi di stato e rivoluzioni locali. Nel 1920, sotto il governo di Gòmez, vennero scoperti i giacimenti di petrolio e ciò portò a una vera e propria rinascita economica del paese. Nel 1941 salì al potere Contreras che portò alcuni cambiamenti al paese: si alleò con Stati Uniti e Gran Bretagna, dichiarò guerra all‟Asse, rese operativa un‟imposta sul reddito, reso più moderno il Codice Civile, intrapresa una lotta all‟analfabetismo e pose le prime basi per una normativa sulla previdenza sociale. Nel 1948 prese il potere una giunta militare che sciolse il parlamento e istaurò

una

dittatura.

Questa

dittatura

militare

favorì

al

contempo anche l‟immigrazione, credendola determinante per la crescita del paese. Dal 1958 si susseguirono infine una serie di presidenti democraticamente eletti, l‟ultimo dei quali, Chàvez, si sta impegnando nel rafforzare i rapporti tra i vari governi sudamericani e nel promuovere la scolarizzazione.

136


2.13.2 Geografia Il Venezuela si estende su una superficie terrestre totale di 916.445 km2, comprensiva della parte continentale, dell‟isola di Margarita e delle dipendenze federali. Inoltre il paese esercita la sovranità su 860.000 km2 di superficie marina sotto il concetto di Zona Economica Esclusiva e mantiene accesa

una storica

controversia con la Guyana su una superficie di 159.500 km2 situata lungo il confine orientale.

Esso confina a nord con il Mar dei Caraibi, a est con la Guyana, a sud e a sud-est con il Brasile, a ovest e a sud-ovest con la Colombia. Ha una popolazione totale di 28.384.000 abitanti (27 abitanti/km2) e la regione più abitata è quella di Zulia, dove si trova Maracaibo.

137


Geograficamente si possono distinguere tre diverse zone: nella parte settentrionale del paese si trova una zona montuosa costituita da catene appartenenti al massiccio andino, nella parte centrale si trovano ampie pianure erbose chiamate Los Ilanos e nella parte meridionale si trova un altopiano chiamato massiccio della Guyana. Il fiume principale, che nasce tra Venezuela e Brasile ed è lungo 2.574 km, è l‟Orinoco. Il Venezuela ha un clima tropicale, generalmente contraddistinto da una stagione piovosa (da maggio a ottobre) e da una secca (da novembre ad aprile). Le precipitazioni sono molto variabili e colpiscono in misura maggiore l‟Amazzonia venezuelana a sud. Il caldo è spesso mitigato dall‟altitudine e dalla presenza di alcune vette delle Ande ricoperte da nevi perenni. 2.13.3 Popolazione La popolazione è distribuita in forma poco omogenea nel territorio: circa l‟85% si concentra nelle città settentrionali e ben il 73% vive a meno di 100 km dalla costa. Al contrario solo il 5% vive nelle terre a sud

del fiume Orinoco, superficie

che

rappresenta quasi la metà del paese. In Venezuela non sono state effettuate in età recente rilevazioni ufficiali di carattere razziale. Generalmente si ritiene che due terzi circa della popolazione siano meticci o mulatti, mentre solo l‟1% sarebbe di etnia indios. I bianchi sarebbero infine un quinto della popolazione e in maggioranza figli di immigrati di origine europea. Le comunità europee più presenti nel paese sarebbero quelle spagnole, italiane e portoghesi. Il Ministero degli Affari italiano ha calcolato che, tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e l‟inizio degli anni ‟70, sono emigrati in Venezuela oltre 250.000 italiani (circa il 90% provenienti dall‟Italia meridionale). 138


Le zone che hanno accolto il maggior numero di italiani sono quelle centro-settentrionali e, in particolare, la città di Caracas. Il tasso di fertilità è positivo ma non elevatissimo (2,46 neonati per donna); purtroppo però anche il tasso di mortalità infantile è elevato (20,62 morti/1.000 nati vivi). Il tasso di crescita stimato della popolazione per il 2011 è positivo (+1,49%) e l‟aspettativa di vita media è di 73,56 anni. Il 29,5% della popolazione ha tra 0 e 14 anni, il 65,1% ha tra 15 e 64 anni e il 5,4% ha 65 anni o più. 2.13.4 Quadro macroeconomico e politico Il Partito Socialista attualmente in carica non ha ottenuto alle ultime elezioni un numero sufficiente di seggi da garantire l‟approvazione

immediata

maggioranza

assoluta

irrigidimento

politico

del

delle sta

leggi.

La

mancanza

determinando

presidente

Chavez

della

un

ulteriore

che

ha

visto

l‟ingresso ufficiale in parlamento dell‟opposizione nel 2011. La politica adottata dal presidente continua a suscitare giudizi contrastanti:

la

classe

imprenditoriale

venezuelana

e

la

borghesia locale sono sempre più critiche nei confronti del presidente, avendo visto ridimensionare il proprio ruolo dal contesto sempre più caratterizzato dalla presenza dello stato nelle attività economiche. Il presidente viene sempre più spesso accusato di demagogia e popolarismo dai media, mentre viene sostenuto dagli strati popolari. La situazione potrà portare nel breve periodo alla creazione di scontri interni e ciò fa sì che il rischio politico sia elevato. Le

relazioni

con

gli Stati Uniti sono peggiorate

a

causa

dell‟espulsione dell‟ambasciatore statunitense dal Venezuela e

139


dalla successiva espulsione di quello venezuelano dagli USA. Il Venezuela resta comunque uno dei principali fornitori di petrolio degli USA. Anche i rapporti con Brasile e Argentina non sono ottimi e ciò a causa del legame che Chavez ha stabilito con Cuba e Bolivia (paesi al di fuori dell‟influenza americana).

Il rischio economico è alto: nonostante la quasi totalità dei paesi dell‟America Latina abbia avuto una ripresa economica dopo la crisi del 2009, il Venezuela continua ad attraversare una fase di pesante recessione economica a che non accenna a dare segni di miglioramento. Il PIL nel 2010 è sceso del 3,5% e ciò è dovuto al calo della produzione petrolifera, agli effetti della crisi elettrica e all‟assenza di investimenti produttivi. L‟economia dipende infatti dal settore

degli idrocarburi che

è

penalizzato

da

vincoli

produttivi e qualitativi e dalle difficoltà operative che scoraggiano molti investitori esteri (-1,7%). In brusco calo sono anche i settori

legati

ai

consumi

privati:

manifatturiero

(-3,7%),

commercio (-6%), costruzione (-6,4%) e servizi (-8,8%). Ciò è dovuto principalmente alla minore disponibilità di beni di origine importata, al piano di risparmio energetico, alla diminuzione della domanda interna e anche al fatto che l‟inflazione continua ad aumentare dal 2006, nonostante i controlli sui prezzi dei beni di prima di necessità. Gli unici segnali positivi si sono registrati 140


nei settori delle comunicazioni (+6,5%) e dei servizi statali (+2,9%).

Fonte: Istituti del commercio estero

Il debito estero resta contenuto (meno del 25% del PIL), anche se in lieve aumento. Per contenere il mercato del cambio nel 2010 è stato adottato un doppio tasso di cambio, quasi raddoppiato dai beni primari a quelli secondari. Il sistema bancario è costituito da 55 istituti, di cui 10 statali, numero che appare eccessivo rispetto alle reali necessità di intermediazione

creditizia.

Il

sistema

nel

complesso

è

caratterizzato da scarsa efficienza e da forti ingerenze di governo. L‟andamento del mercato azionario è strettamente dipendente dalla politica adottata sul momento da Chavez. Il contesto operativo è caratterizzato da elevata burocrazia, corruzione e ingerenza delle autorità. I tassi di criminalità sono tra i più elevati dell‟America Latina. 141


Negli ultimi anni il governo ha adottato un atteggiamento aggressivo nei confronti degli investitori esteri, molti dei quali sono stati di fatto estromessi dal paese. Il clima di incertezza, dettato soprattutto dalle recenti nazionalizzazioni di comparti chiave dell‟economia, sta influenzando negativamente le azioni di investitori stranieri. Il rischio operativo è dunque molto elevato. In particolare l‟interscambio con l‟Italia è diminuito (-23,7%), sia per quanto riguarda le importazioni che le esportazioni. Il settore più importante dell‟export italiano verso il Venezuela rimane quello dei macchinari meccanici (42,6% del totale).

142


CAPITOLO 3 – Analisi della strategia 3.1 Analisi di attrattività Dallo studio dei paesi finora condotto, possiamo arrivare ad escludere dall‟analisi di attrattività più della metà dei paesi in quanto questi per svariate motivazioni presentano rischi molto elevati e ad oggi non sono idonei ad un investimento. Decidiamo quindi di approfondire solo cinque paesi:  Argentina  Brasile  Cile  Guyana Francese  Uruguay I parametri sulla quale abbiamo effettuato la nostra valutazione sono:  Rischio Politico  Rischio Economico  Rischio Finanziario  Rischio Operativo

Questi quattro fattori sono valutazioni oggettive e numeriche derivate dal ranking ufficiale delineato per ogni paese del mondo dalla Sace che determinano il rischio paese.

 Dazi: esprimono il surplus necessario per importare in paesi esteri le merci italiane.  Situazione competitiva: esprime la presenza nel mercato di riferimento di competitors appartenenti al mondo della moda  Sensibilità verso il settore moda: valuta congiuntamente la presenza di negozi e centri commerciali all‟interno del paese e la rete distributiva presente  Tasso di natalità: numero di nascite ogni mille nuovi nati

143


 Tasso di mortalità infantile: numeri di bambini deceduti ogni mille nuovi nati  PIL Pro Capite: rappresenta la ricchezza media prodotta da ogni singolo abitante del paese  Fascia di reddito elevato: considera le fasce di reddito A e B sopra i 2.200 euro per nucleo familiare  Percentuale di popolazione tra 0 e 16 anni  Tasso di scolarizzazione: esprime una percentuale di abitanti che

hanno

portato

a

compimento

almeno

la

scuola

dell‟obbligo Abbiamo deciso di non considerare tra i fattori rilevanti il PIL globale del paese; questo perché il dato sarebbe stato falsato dai paesi di dimensioni maggiori. Ad esempio il Brasile non ha soltanto un reddito pro capite superiore ad altri, ma vanta anche un‟estensione più elevata; dunque il dato risultante non sarebbe veritiero ai fini della nostra indagine perché inciderebbe sugli indici studiati in maniera eccessiva. Il

grafico

sottostante

mostra

quanto

evidenziato

precedentemente.

144


Nella prima tabella si evidenziano le valutazioni complessive raggiunte dai paesi, dove ai dati più bassi corrispondono valori positivi così come evidenziato di seguito in legenda. LEGENDA 1-2= basso 3-4= medio-basso 5=medio 6-8=medio-alto 9-10=alto VARIABILI

Cile

Uruguay

Brasile

Rischio Politico Rischio Economico Rischio Finanziario Rischio Operativo Dazi Situazione Competitiva Sensibilità verso il settore moda Tasso di natalità Tasso di mortalità infantile Pil Pro Capite Fascia di reddito elevato % di popolazione tra 0 e 16 anni Tasso di scolarizzazione TOTALE

1 5 1 1 1 2 5 4 3 2 3 5 2 35

4 4 6 5 4 4 5 5 4 4 5 5 1 56

2 5 5 6 5 6 2 3 8 6 2 2 4 56

Guyana Francese 1 1 1 5 1 2 2 1 6 2 2 8 5 37

Argentina 5 10 10 5 5 5 3 3 5 3 4 4 1 63

Dalla tabella emerge che il paese più attrattivo è il Cile. A poca distanza si colloca la Guyana Francese; da considerare però che molte variabili di questo stato esprimono una pura valutazione soggettiva non avendo dati ufficiali a riguardo. In terza posizione si collocano a pari merito Uruguay e Brasile, mentre fanalino di coda è l‟Argentina

145


Tabella ATTRATTIVITA' PAESI VARIABILI

Cile

Uruguay

Brasile

Guyana Francese

Argentina

TOTALE

Rischio Politico Rischio Economico Rischio Finanziario Rischio Operativo Dazi Situazione Competitiva Sensibilità verso il settore moda Tasso di natalità Tasso di mortalità infantile Pil Pro Capite Fascia di reddito elevato % di popolazione tra 0 e 16 anni Tasso di scolarizzazione TOTALE

0,12 0,7 0,11 0,11 0,1 0,06 0,05 0,24 0,09 0,36 0,09 0,05 0,14 2,22

0,48 0,56 0,66 0,55 0,4 0,12 0,05 0,3 0,12 0,72 0,15 0,05 0,07 4,23

0,24 0,7 0,55 0,66 0,5 0,18 0,02 0,18 0,24 1,08 0,06 0,02 0,28 4,71

0,12 0,14 0,11 0,55 0,1 0,06 0,02 0,06 0,18 0,36 0,06 0,08 0,35 2,19

0,6 1,4 1,1 0,55 0,5 0,15 0,03 0,18 0,15 0,54 0,12 0,04 0,07 5,43

1,56 3,5 2,53 2,42 1,6 0,57 0,17 0,96 0,78 3,06 0,48 0,24 0,91 37,56

VARIABILI

Cile

Uruguay

Brasile

Guyana Francese

Argentina

TOTALE

Rischio Politico Rischio Economico Rischio Finanziario Rischio Operativo Dazi Situazione Competitiva Sensibilità verso il settore moda Tasso di natalità Tasso di mortalità infantile Pil Pro Capite Fascia di reddito elevato % di popolazione tra 0 e 16 anni Tasso di scolarizzazione TOTALE

0,05 0,35 0,05 0,1 0,11 0,3 0,6 0,32 0,03 0,1 0,33 0,3 0,08 2,72

0,2 0,28 0,3 0,5 0,44 0,6 0,6 0,4 0,04 0,2 0,55 0,3 0,04 4,45

0,1 0,35 0,25 0,6 0,55 0,9 0,24 0,24 0,08 0,3 0,22 0,12 0,16 4,11

0,05 0,07 0,05 0,5 0,11 0,3 0,24 0,08 0,06 0,1 0,22 0,48 0,2 2,46

0,25 0,7 0,5 0,5 0,55 0,75 0,36 0,24 0,05 0,15 0,44 0,24 0,04 4,77

0,65 1,75 1,15 2,2 1,76 2,85 2,04 1,28 0,26 0,85 1,76 1,44 0,52 37,02

Fattore di ponderazione d'importanza della variabile 12% 14% 11% 11% 10% 3% 1% 6% 3% 18% 3% 1% 7% 100%

Tabella ATTRATTIVITA' MONNALISA Fattore di ponderazione d'importanza della variabile 5% 7% 5% 10% 11% 15% 12% 8% 1% 5% 11% 6% 4% 100%

146


Nella

tabella

“Attrattività

Paesi”

consideriamo,

oltre

alle

valutazioni date in precedenza, anche un fattore di ponderazione di importanza della variabile. Esso è espresso in percentuale e rappresenta l‟importanza della variabile per ogni singolo stato considerato. Rispetto alla prima tabella, si può notare un‟inversione anche se minima dei primi due stati ovvero Cile e Guyana Francese. L‟Uruguay appare inoltre più attrattivo del Brasile, mentre l‟Argentina si mantiene costante. Nella tabella “Attrattività Monnalisa” consideriamo, oltre alle valutazioni

presenti

nella

prima

tabella,

un

fattore

di

ponderazione di importanza della variabile. Questo non è riferito al paese come nel caso precedente, bensì rispecchia la rilevanza della variabile per l‟azienda Monnalisa. I risultati mostrano che la Guyana Francese appare sempre la più attrattiva seguita a poca distanza dal Cile. Si sono invece invertiti i valori di Brasile e Uruguay che si attestano rispettivamente al terzo e quarto posto; inoltre si è ridotto il gap dell‟Argentina nei confronti degli altri paesi. Questo dimostra che per l‟azienda l‟Argentina è più attrattiva di quanto potesse apparire da una prima analisi. La fase successiva ha previsto una media tra i risultati totali ottenuti dai vari paesi della seconda e terza tabella. Di seguito riportiamo i valori ottenuti.

MEDIA

Cile 2,47

Uruguay 4,34

Brasile 4,41

Guyana Francese 2,33

Argentina 5,10

147


L‟esito si distanzia di poco da quelli precedenti. Si può notare solamente una minima inversione tra l‟Uruguay e il Brasile, dove il primo risulta più attrattivo del secondo. Nonostante questo risultato optiamo per tenere in considerazione la terza tabella in quanto a nostro parere questa rappresenta il focus della richiesta di Monnalisa. Per l‟azienda i paesi in ordine di attrattività sono dunque i seguenti: 1) Guyana Francese 2) Cile 3) Brasile 4) Uruguay 5) Argentina

148


3.2 Analisi PESTEL e dei concorrenti L‟analisi PESTEL si basa su alcune variabili del contesto (Political, Economical, Social, Technological, Environmental, Legal) al fine di individuare quali di queste possono essere rilevanti per il processo decisionale aziendale e per le scelte strategiche – operative dell‟azienda. Per ogni paese abbiamo poi analizzato l‟ambiente competitivo del comparto

bambino

rivolto

alle

classi

più

abbienti

della

popolazione. Queste analisi verranno effettuate per i cinque paesi che hanno dimostrato

maggiore

attrattività

dallo

studio

effettuato

precedentemente. 3.2.1 Argentina POLITICAL L'Argentina è uno di quei paesi i cui sistemi politici si fondano sulle norme della democrazia rappresentativa dominato dal sistema federale. In questo sistema, l‟organizzazione di governo è suddivisa tra stato centrale e stati federati. Il presidente occupa la posizione di capo del governo e dello stato. Dopo un periodo di dittatura l‟Argentina gode attualmente di una generale stabilità politica, nonostante le difficoltà incontrate a causa del fallimento del paese e della crisi economica globale del 2008.

149


La democrazia istaurata è messa a dura prova dalle difficoltà di gestione di uscita dalla crisi, dal rischio di anarchia e dalla volatile credibilità del governo. La presidente Fernandez (prima donna eletta a capo del paese) succeduta al marito Kirchner è criticata per l‟accentramento del potere e la politica estera isolazionista che ha creato una sorta di spaccatura tra l‟Argentina e gli altri paesi Sud Americani. Le nuove sfide del governo sono incentrate sull‟abbattimento dell‟inflazione, sulla carenza delle energie e il rinnovamento della propria immagine nei confronti del popolo. ECONOMICAL L‟economia dell‟Argentina si caratterizza principalmente

per

grande disponibilità di risorse naturali, tanto che il paese è uno dei maggiori produttori agricoli e di allevamento. Dal 2009 al 2010 il PIL ha registrato nel primo semestre un +2,4% , mentre il tasso di disoccupazione ha registrato un calo di quasi un punto percentuale. Questo sta a significare che l‟Argentina non si è completamente ripresa dal default del 2001 anche a causa della crisi del 2008 che ha colpito l‟intero pianeta. La principale preoccupazione che colpisce l‟economia argentina riguarda l‟inflazione; a questo proposito sono stati già presi provvedimenti

per

tentare

di

bloccare

questo

andamento

negativo dovuto a continuo aumento dei prezzi. Al paese non manca di certo l‟ottimismo e la forza di combattere per garantirsi un futuro più roseo.

150


SOCIAL L‟Argentina

è

uno

dei

paesi

più

alfabetizzati

dell‟America

Meridionale. Questo grazie anche alla responsabilità condivisa di Governo, Ministero della Pubblica Istruzione, Province, Distretti Federali e Istituzioni Private. L‟istruzione scolastica è divisa in tre fasi:  Educación General Básica (EGB) divisa in tre cicli (EGB I: 1° – 3° anno scolastico; EGB II: 4° - 6 anno scolastico; EGB III: 7° - 9° anno scolastico)  istruzione obbligatoria  Polimodal: istruzione secondaria dove lo studente può scegliere il proprio orientamento. Questo percorso dura dai 3 ai 4 anni a seconda delle materie scelte e non è obbligatorio per poter accedere ai college universitari.  Sistema Universitario: è l‟università

stessa a decidere

l‟ammissione dello studente all‟università in quanto non è previsto alcun esame di stato dopo il liceo. Per quanto riguarda il sistema sanitario argentino è suddiviso in tre settori:  Settore pubblico finanziato tramite la tassazione  Settore privato finanziato attraverso volontari regimi di assicurazione  Previdenza

sociale

finanziato

tramite

sistemi

di

assicurazione obbligatoria. Il Ministero della Salute e Azione Sociale (MSAS), supervisiona tutti e tre i comparti del sistema di assistenza sanitaria ed è responsabile della regolamentazione, della valutazione e della raccolta di dati statistici.

151


TECHNOLOGICAL Gli aspetti più importanti della scienza e della tecnologia in Argentina si occupano di medicina, fisica nucleare, biotecnologie, nanotecnologie e di diversi settori connessi con le attività economiche principali del paese. La scienza e la tecnologia del paese sono promosse da un insieme di politiche, piani di lavoro e programmi realizzati dal governo, dalle università, dagli istituti nazionali, dalle imprese, dalle associazioni e da altre agenzie nazionali e internazionali. Dal momento in cui ha formato premi Nobel (il primo in materia di scienza per il mondo ispanico) come Berardo Houssay, l‟Argentina è stata soprannominata “la dotta”. Nonostante possieda risorse umane ed alta capacità in materia, i problemi riscontrati nel campo riguardano in primo luogo i bassi investimenti da parte del governo; ovviamente questo ha comportato nel corso degli anni una “fuga di cervelli” verso quei paesi che investono denaro nella ricerca e nello sviluppo di attività scientifiche come ad esempio gli Stati Uniti. Fino al 2007 l‟area amministrativa dedicata alla scienza e alla tecnologia apparteneva al Ministero della Pubblica Istruzione con una struttura gerarchica che a sua volta dipendeva dal Consiglio Nazionale per la ricerca Scientifica e Tecnica (CONICET). Dal 2010 la situazione è cambiata in quanto il CONICET dipende direttamente dal nuovo Ministero per la Scienza, la Tecnologia e l‟Innovazione creato dalla presidente Fernandez. ENVIRONMENTAL Le principali responsabilità in materia di ambiente spettano al Ministero della Salute Pubblica e dell'ambiente.

152


I principali problemi ambientali in Argentina sono l'inquinamento e la perdita di terreni agricoli. Il suolo è minacciato dall‟ erosione, dalla salinizzazione e dalla deforestazione. L'approvvigionamento di acqua

è

minacciata

da

discariche

incontrollate di pesticidi, idrocarburi e metalli pesanti; questo anche a causa del disastro ambientale avvenuto nel 1999 dove la Shell Petroleum non è riuscita a controllare la fuoriuscita di olio nel Rio de la Plata. LEGAL L'Argentina è uno dei pochi paesi al mondo il cui sistema giuridico utilizza una combinazione di entrambi diritto civile e comune: il sistema di diritto civile segue uno specifico codice di leggi che vengono applicate da giudici in un tribunale, mentre il sistema di common law utilizza casi precedenti e sentenze come fonte primaria di diritto. Il sistema utilizzato dall‟ Argentina risulta quindi da una miscela tra l‟ordinamento adottato negli Stati Uniti (common law) e dell'Europa occidentale (civil law). Il sistema del diritto civile è costituito da due componenti fondamentali che sono la costituzione di Argentina e il Codice civile dell'Argentina. nonostante il Codice civile dell'Argentina abbia avuto numerose modifiche, viene tuttora adoperato come base per il diritto civile. La Costituzione dell'Argentina è costituita da un preambolo, da una carta dei diritti, da delle garanzie a tutte le persone e da una descrizione

dell'organizzazione

del

governo

federale.

Il

preambolo dichiara gli obiettivi e le finalità della stessa, mentre i passi seguenti definiscono la dichiarazione dei diritti civili, sociali

153


e politici e garanzie. L'ultima parte definisce l'organizzazione del governo federale o “autorità della nazione", che consiste di tre autonomi poteri di governo tra cui i rami legislativo, esecutivo e giudiziario. La Repubblica di Argentina comprende 23 province più la città di Buenos Aires. Ciascuna di esse possiede una propria Costituzione ed elegge il Governatore, i legislatori e gli altri funzionari provinciali. Il potere esecutivo è esercitato dal Presidente che è responsabile dell'amministrazione generale del paese, capo supremo della nazione e comandante delle forze armate. Il Congresso Nazionale è composto dalla Camera dei Deputati e dal Senato. Il Potere Giudiziario della Nazione spetta alla Corte Suprema. In nessun

caso

il

Presidente

della

Nazione

esercita

funzioni

giudiziarie, e può assumere la giurisdizione in casi pendenti o tantomeno può riaprire sentenze già emesse. Ecco come si presenta la struttura di legge argentina: 1) Carta dei Diritti – Costituzione Nazionale 2) Forma di governo 3) Delega al Governo Nazionale - Codici 4) Precedenza delle leggi - trattati internazionali 5) Costituzioni Provinciali L‟argentina ha un territorio molto vasto, tanto che è il secondo stato più esteso dell‟America Meridionale. Le città più popolose sono Buenos Aires, Cordoba, Rosario, Mar del la Plata. All‟interno

154


dello stato sono presenti molti centri commerciali dove si posizionano i concorrenti di Monnalisa. Competitors:  Cheeky è un brand argentino di vestiti, accessori e cosmetici per bambini da 0 a 12 anni. Nonostante esista da soli sedici anni è diventata l‟azienda leader nel mercato sudamericano per il segmento infantile. Oggi conta più di 150 negozi monomarca in America e in Europa. In America Latina è presente in Argentina, Bolivia, Brasile, Chile, Paraguay, Perù, Uruguay e Venezuela. Cheeky vanta inoltre un impianto produttivo di 35.000 m2, la fabbrica tessile più grande del mercato argentino. A Buenos Aires sono presenti 5 outlet e vengono effettuate le normali promozioni di fine stagione.

 Gimos, impresa argentina presente da più di 25 anni nel mercato dell‟abbigliamento infantile (0-12 anni), è presente con locali esclusivi propri e in franchising situati all‟interno dei

centri

commerciali

nel

distretto

della

capitale

commerciale e a Buenos Aires. Esporta i suoi prodotti in vari

155


paesi dell‟America Latina: Perù, Bolivia, Colombia, Uruguay e Costa Rica. L‟azienda possiede anche vari outlet.

 Grisino nasce come una proposta di abbigliamento casual a Buenos Aires nel 1995 in due sedi a nord del quartiere tradizionale della città. Nel 2002 Cresko, una società dedicata al retail in Argentina nel segmento medio - alto, acquista i diritti del gruppo Grisino aggiungendo una visione strategica di crescita a lungo termine. L‟unione di queste qualità

rendono

possibile

un

progetto

che

rivoluziona

l'abbigliamento per bambini nel mercato argentino con una base nei centri commerciali più importanti, segnando l'inizio dell'espansione

del

modello

di

business

a

livello

internazionale.

156


 Mimo&Co, brand di abbigliamento, accessori e profumi per bambini da 0 a 12 anni. Il brand offre vestiti pratici, alla moda e di alta qualità. Vanta più di 100 negozi monomarca e 300 negozi multimarca in America, Sud Africa, Russia, Israele

e

Slovenia.

In

America

Latina

è

presente

in

Argentina, Brasile, Bolivia, Chile, Colombia, Paraguay, Perù, Uruguay e Venezuela. L‟azienda ha un‟ area produttiva di 6.000 m2.

157


 Little Akiabara è un brand che produce abbigliamento bambino da 0 – 16 anni. Per le bambine produce look distinti che vanno dal romantico al divertente. Vengono utilizzati tessuti raffinati con dettagli ricercati e colori pastello. Per i bambini produce invece un look più retrò con colori come l‟azzurro, blu e marrone. Ha sette negozi in tutto il paese.

 Magdalena Espósito nel 1989 ha iniziato a lavorare in quello che era il suo hobby, lavoro a maglia per neonati e bambini. Nel corso del tempo, i membri della famiglia sono stati aggiunti al progetto e, quindi, Maddalena

Esposito

è

diventata un‟azienda di famiglia. In pochi anni ha già aperto 150 punti vendita in tutto il paese. Fino al 2002 il marchio era

specializzato

nella

produzione

di

tessuti,

poi

successivamente ha iniziato a produrre abbigliamento per bébé e bambini. Nel 2005 ha aperto il suo primo negozio a Recoleta. Oggi il marchio è presente in nove punti vendita esclusivi e distribuito nei migliori multimarca.

158


 Paula

Cahen

D‟Anvers nasce

nel 1994 come

azienda

argentina per abbigliamento donna. Crea abiti moderni con una buona sartoria, ma al tempo stesso d‟eleganza. Estende successivamente

le

sue

linee

dedicandosi

anche

all‟abbigliamento per bambini e bambine. Possiede molti punti vendita in tutta l‟Argentina; è presente anche in Cile, Uruguay, Bolivia e Perù.

159


3.2.2 Brasile POLITICAL La politica generale intrapresa dal Brasile prevede di favorire gli investimenti, soprattutto legati alla

produzione

di energia,

all‟industria e alla produzione di prodotti agricoli. Questi punti sono esplicitamente dichiarati nella Costituzione e servono da “passaporto” agli investitori esteri. L‟assenza di una legislazione severa, funge da incentivo per gli investitori, che possono mantenere il 100% dell‟impresa senza obblighi di partnership o di assunzioni locali. Tuttavia, a volte, il sistema giudiziario è lento e ciò produce inefficienze dovute a difficoltà e costi. Per decisione del presidente brasiliano, quando gli investitori hanno già operazioni in corso, ci sono restrizioni sulla messa in atto di nuove operazioni finanziarie, anche se collegate. Anche per questo motivo è molto difficile realizzare economie di scala, soprattutto nei settori più delicati (ad esempio la produzione di energia). Infine il governo favorisce quegli investimenti che riescono a migliorare l‟economia locale e le regioni più povere. ECONOMICAL L‟economia brasiliana è in continua crescita: si colloca al settimo posto al mondo per GDP nominale e all‟ottavo per potere d‟acquisto. Il Brasile ha dei moderati mercati liberi e un economia orientata allo sviluppo interno. E‟ la più larga economia dell‟America

Latina

e

la

seconda

più

larga

nell‟emisfero

occidentale. Il GDP annuale cresce a tassi superiori al 5% e gli esperti ritengono che sarà ammessa nei prossimi 10 anni tra le cinque economie più sviluppate di tutto il mondo.

160


Il Brasile è membro di diverse associazioni economiche, quali MERCOSUR, Unasul, G8+5, G20. WTO e Cairns Group. I suoi partner commerciali sono centinaia e il 60% delle esportazioni riguarda beni lavorati e semilavorati. I principali partner sono: America Latina (25,9%), UE (23,4%), Asia (18,9%), USA (14 %) e altri (17,8%). Le esportazioni riguardano principalmente i settori idroelettrico e dell‟energia. Il Brasile è famoso soprattutto per le sue risorse idroelettriche, che in futuro potranno essere ampliate grazie all‟uso di reattori nucleari. L‟inflazione è piuttosto altalenante: nel 2004 aveva toccato il suo punto più alto (7,6%), per poi decrescere e risalire durante gli anni della crisi (5,91% nel 2010). Gli esperti dicono che continuerà a salire per tutto il 2011, toccando punti del 5,79%, valore considerato nella media dei paesi dell‟America Latina. Da tenere in considerazione è anche il debito abbastanza alto che il Brasile deve ripagare. Questo ha costretto le autorità monetarie ad aumentare i tassi di interessi per riuscire a ripagarlo. SOCIAL I diritti di base, dati per scontati nei paesi sviluppati, sono carenti in Brasile. Istruzione, sanità e sicurezza sono scarsi. Tuttavia, essendo un paese pienamente democratico, il Brasile sta lentamente migliorando alcuni indicatori sociali. Il governo è stato costretto dai cittadini a dare sempre più importanza alle questioni sociali. L‟istruzione si divide in: 8 anni di educazione primaria, 3 anni di educazione media, tra 4 e 6 anni di educazione superiore e l‟istruzione

universitaria.

Solo

l‟educazione

primaria

è

obbligatoria (essa non comprende l‟asilo).

161


Un problema molto sentito è quello della povertà, esemplificato dalle numerose favelas nelle aree metropolitane e non che soffrono di un sottosviluppo economico. Il presidente Lula ha messo in atto, a partire dal 2003, un programma di aiuti specifico, “Bolsa Familia”, che fornisce aiuti economici alle famiglie per permettere ai figli di andare a scuola. Attualmente la % di persone povere si aggira intorno al 18,57% e quella delle persone poverissime al 4%. Il

Brasile

deve

anche

affrontare

l‟enorme

problema

della

criminalità (23,8 omicidi su 100.000 residenti). Purtroppo la brutalità e la corruzione della polizia non aiutano a risolvere questo, ne tantomeno il Ministero della Giustizia istituito nel 2004. TECHNOLOGICAL La tecnologia brasiliana ha assunto una posizione di rilievo negli ultimi decenni. L‟autorità competente è il Ministero per le Scienze e la Tecnologia, che ha la diretta supervisione sull‟Istituto Nazionale per le Ricerche Spaziali, sull‟Istituto Nazionale per la Ricerca Amazzonica e sull‟Istituto Nazionale per la Tecnologia. Anche se il ministro in carica è stato in grado di aumentare il bilancio per il settore, è rimasto isolato dal governo e non ha alcune influenza sulla formulazione delle politiche fatte per l‟economia. Con l‟avvento del nuovo ministro le agenzie di scienza e tecnologia sono aumentate di volume, ma hanno perso parte della loro antica indipendenza e flessibilità, e sono diventate più sensibili al volere politico. La maggior parte delle risorse sono state erogate per programmi di borse di studio. Esse però non hanno avuto chiare procedure di controllo qualità e nessun

162


meccanismo atto a rendere operativi i ricercatori nello stato. Nuovi

gruppi,

che

comprendono

professori

e

impiegati

universitari, partiti politici e società scientifiche, competono ora per l‟acquisizione di queste risorse. Il SBPC (Società Brasiliana per lo Sviluppo Scientifico) deve ora liberarsi della sua immagine di associazione semi-autonoma di scienziati e diventare una lobbysta attiva per avere più risorse pubbliche e la tutela della tecnologia nazionale dalla concorrenza internazionale. ENVIRONMENTAL Il Brasile non è più un paese in via di sviluppo, ma un paese emergente. Ma questa rapida crescita economica comporta anche una responsabilità in termini di sostenibilità ambientale. La crescita economica del Brasile è supportata dalla domanda di materie prima da parte della Cina, domanda che comporta la costruzione di aziende, porti e aeroporti. L‟utilizzo di queste risorse comporta un prezzo da pagare a livello ambientale. L‟ex Ministro dell‟ambiente, Marina Silva, si è dimessa nel 2008 dopo aver capito che

la

priorità

del governo era diventata

la

soddisfazione degli interessi delle grandi imprese e che lei stava combattendo una battaglia ormai persa per proteggere le risorse naturali, come la Foresta Amazzonica. Nonostante ciò il Brasile è stato lodato per la sua volontà di ridurre le emissioni di carbonio. A partire dal 1985, sono stati creati il Ministero dell‟Ambiente e altre

organizzazioni

a

tutela

dell‟ambiente,

come

l‟IBAMA

(Istituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renovàveis). Inoltre ha anche aderito, insieme ad altre potenze mondiali, al Megadiverse Like-Minded Countries Group, che include il 70% delle biodiversità viventi sul pianeta e il 45% della popolazione mondiale.

163


Nel 1981 il governo brasiliano ha messo in vigore il National Environmental Policy (NEP). L‟obiettivo principale è quello di stabilire norme che rendano possibile lo sviluppo sostenibile, utilizzando meccanismi e strumenti che siano in grado di assicurare una maggiore tutela per l‟ambiente. La NEP copre molte tematiche ambientali, inclusa la definizione degli standard, la licensing, la valutazione dell‟impatto sull‟ambiente le zone speciali di conservazione, gli incentivi per la produzione più pulita e la zonizzazione ambientale. La politica ambientale brasiliana tende ad essere effettuata con un

approccio

top-down,

il

governo

mette

cioè

in

vigore

legislazioni a cui il mercato deve attenersi. Questo ha spesso portato a tensioni tra governi, imprese e comunità locali. Un esempio è l‟istituzione di aree marine protette che comportano restrizioni in materia di pesca artigianale a danno delle comunità locali. Nel 1997 è stato istituito il National Water Resource Policy, che mira a promuovere l‟acqua come una risorsa dal valore economico e a creare strutture di governance integrata per tutti gli usi dall‟acqua a livello di bacino idrografico. LEGAL La legge brasiliana deriva dal diritto civile portoghese e si basa su statuti. La Costituzione Federale, in vigore dal 5 ottobre 1988, è la legge suprema del paese ed è caratterizzata dalla sua rigida forma scritta. La Costituzione organizza il paese come una Repubblica Federale, formata dall‟unione indissolubile degli Stati Comuni e del Distretto Federale. I 26 Stati Federati hanno il diritto di acquisire proprie Costituzioni e leggi. La loro autonomia è tuttavia limitata dai principi stabiliti dalla Costituzione Federale.

164


I poteri dell‟Unione, come definito nella Costituzione, sono: esecutivo, legislativo e giudiziario. Essi sono indipendenti e armoniosi tra loro. Il capo dell‟esecutivo è il Presidente della Repubblica, che è anche Capo di Stato e Capo del Governo ed è eletto direttamente dai cittadini. Il Consiglio Legislativo si compone di due organi: la Camera dei Deputati (camera bassa) e il Senato Federale (camera alta), entrambi costituiti da rappresentanti eletti dai cittadini. Il potere giudiziario spetta rispettivamente (in ordine di importanza) al Tribunale Federale, alla Corte Suprema di Giustizia, ai tribunali federali regionali e ai giudici federali. Ci sono anche giudici specializzati nel campo elettorale, lavorativo e militare. Competitors: Il Brasile è uno stato vastissimo e con città molto popolate. La città più ricca, nonché quella dove si concentra il maggior numero di italiani è San Paolo. Gli italiani si possono trovare inoltre nelle città di Paranà, Santa Catarina e Rio Grande Do Sul. Oltre alle zone di residenza bisogna considerare nella nostra analisi anche le città con il maggior numero di turisti, e cioè Curitiba, Camboriù, Recife, Maceiò, Natal e Rio de Janeiro. San Paolo, essendo una città piuttosto ricca (per gli standard dell‟America Latina) e in continua espansione economica, vanta una popolazione con una sempre maggior attenzione per la moda e il lusso. Oltre a ciò da considerare anche l‟alta percentuale di Italiani che vi abitano, da sempre alla ricerca del prodotto Made in Italy. In questa città, oltre alle vie del centro, dove sono collocate le grandi firme internazionali, si trovano importanti centri commerciali.

165


Nei mall di San Paolo e delle altre principali città già menzionate, sono presenti i seguenti competitors:  Paola da Vinci è un‟azienda nata nel 1978 con nove punti vendita, collocati nei quartieri privilegiati e nei centri commerciali, in tre città (San Paolo, Campinas e Brasilia). I prodotti si distinguono per la modernità, il lusso e il confort e sono divisi in 4 linee: Home, Bebè, Moda bebè (0-2 anni) e Moda Infantil (3-12 anni). Paola da Vinci veste inoltre i figli di moltissime celebrities, tra cui Ben Affleck, Sarah Jessica Parker, Jessica Alba e Nicole Kidman (sotto la foto della figlia).

 Petit Trousseau è un‟azienda non Sud Americana, bensì con sede in Alabama nata nel 2006. Questa giovane azienda vede a capo Betsy Lefkovits Jinks, la figlia di un ufficiale americano con la passione per i viaggi. L‟azienda produce abbigliamento

e

accessori

per

bambini

dalla

nascita,

compresi i corredini, agli 8 anni. Ogni prodotto è artigianale e unisce tessuti preziosi alla necessità di soddisfare le esigenze di ogni mamma.

166


 Th Bike inizia la sua “carriera” nel 1990 con l‟apertura di un piccolo negozio nel villaggio di Piracicaba (stato di San Paolo). Col tempo l‟apprezzamento dei clienti è aumentato così come sono aumentate le linee di prodotto: jeans, maglieria, Baby Bike, bambini, adolescenti, Th Bike Top e accessori vari. Attualmente esistono 7 negozi nello stato di San Paolo e 1 a Recife.

 Lilica & Tigor del gruppo Marisol è un‟azienda brasiliana che ha festeggiato nel 2011 i vent‟anni di attività ed è proprietà della famiglia Donini, di origini italiane. Il forte amore dell‟Italia porta a disegnare da 4 stagioni una parte della collezione in uno studio stilistico di Torino. Il marchio veste bambini da 0 a 12 anni. In particolare, la linea Lilica RiPILica e la sua mascotte del koala sono dedicate alle bambine e Tigor e la sua mascotte della tigre sono dedicate ai

167


maschietti. Il brand è rinomato e riconosciuto (partecipa anche alle maggiori fiere di settore, tra cui la Fashion Week di Rio e Pitti Bimbo) e vanta tantissimi punti vendita in tutto il Brasile. E‟ inoltre presente con negozi monomarca in Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Libano e Italia (con un franchising nel centro di Milano e uno a Napoli). L‟azienda sta mettendo in atto una forte politica espansionistica nei mercati

esteri

supportata

da

annunci

pubblicitari

nei

maggiori siti internazionali. Inoltre vanta due siti internet (separati a seconda del sesso) con un‟interfaccia grafica molto accattivante e superiore a quella di molti siti di aziende di moda europee. Il gruppo Marisol gestisce inoltre una marchio di costumi da bagno di lusso per donne e bambine, Rosa Cha.

168


3.2.3 Cile POLITICAL Il Cile dopo essere cresciuto nella democrazia di Allende, sopravvissuto alla dittatura di Pinochet, si può considerare oggi una democrazia giovane. Grazie a Michelle Bachelet prima e a Sebastian Piñera poi, il paese ha voluto dimostrare al mondo intero come è stato capace di ripartire nonostante il terremoto e la crisi economica globale abbiano rallentato questo processo. Sebastián Piñera è un personaggio un po‟ discusso, di lui si criticano gli interessi economici trasversali, che vanno dalle televisioni alle squadre di calcio fino alle compagnie aeree e le frequentazioni di ambienti vicini a Pinochet. Queste critiche però non “disturbano” il mandato che sta portando avanti; infatti il presidente sta lavorando molto sulla crescita del paese grazie anche all‟apertura del mercato a stakeholders internazionali. ECONOMICAL L‟economia cilena è ad oggi la più solida dell‟area latina americana. Dopo un periodo di totale chiusura economica sotto la dittatura di Pinochet, il Cile si può dire risorto grazie anche all‟apertura del proprio mercato a paesi esteri. L‟export si basa maggiormente su materie prime (rame) e prodotti finiti. Dal 2009 al 2010 il PIL ha registrato nel primo semestre un +4% , mentre è diminuito il tasso di disoccupazione; questo sta a significare che l‟economia cilena è in crescita nonostante ancora oggi senta i postumi della crisi e del terremoto che hanno colpito il paese.

169


Il Cile rientra nei paesi aderenti al MERCOSUR non come stato fondatore, ma come associato; gode quindi ugualmente dei privilegi di scambio esistenti tra le nazioni appartenenti. Oltre a questo accordo sono molti altri gli agreement vigenti; in particolare

ricordiamo

quello

con

l‟Italia

che

permette

di

esportare prodotti senza alcun dazio doganale. Dal maggio 2010 è entrato a far parte delle economie sviluppate dell‟OCSE. SOCIAL I diritti di libertà si sono affacciati nel panorama cileno dopo il regime dittatoriale di Pinochet grazie anche alla rivisitazione della costituzione fino ad allora in vigore. Essendo oggi il Cile un paese totalmente democratico e con un‟economia forte e trainante, sono gli stessi elettori a lottare in maniera maggiore per le questioni sociali. Il sistema scolastico si suddivide in tre categorie:  “Jardin infantil” e “kinder” (scuola materna) dai 3 ai 5 anni  Scuola

elementare

dell‟obbligo

dai

6

ai

13

anni

(obbligatoria)  Scuola media superiore dai 14 ai 17 anni (obbligatoria) L‟inglese essendo la seconda lingua parlata nel paese viene imparato fin dal primo anno di scuola obbligatoria. Per quanto riguarda invece l‟accesso all‟università pubblica è prevista una prova di selezione. Passando poi al lavoro dipendente, le persone assunte sono tenute a pagare quote previdenziali per la pensione, che sono a

170


loro carico e vengono detratte dal loro stipendio. Il sistema cileno prevede la scelta tra diversi Fondi Pensione. La stessa detrazione avviene in materia sanitaria, dove il lavoratore è tenuto a finanziare il sistema di prestazioni mediche con quote a suo carico, equivalenti al 7% del suo salario. TECHNOLOGICAL Il Cile ha messo in atto da alcuni anni una strategia per ricercare soluzioni ai bisogni interni alla nazione in modo tale che le necessità università,

non

vengano

aziende

congiuntamente

soddisfatte

private

per

altrove.

In

particolare

e

governo

stanno

lavorando

sviluppare

quelle

tecniche

e

quelle

applicazioni capaci di rispondere a pieno ai bisogni delle persone. Ne è un chiaro esempio il lavoro che si sta svolgendo nel campo delle biotecnologie dove tutti i partner contribuiscono a studiare applicazioni per il settore che darà nel corso degli anni linfa vitale all‟economia cilena. ENVIRONMENTAL L‟ordinamento giuridico cileno prevede una serie di norme che possono essere considerare come statuto ambientale. La Costituzione Politica della Repubblica, all‟ Articolo 19, n° 8, stabilisce come garanzia costituzionale il diritto di vivere in un ambiente libero dall‟inquinamento, così come l‟obbligo dello Stato di vegliare sul rispetto di tale normativa e sulla protezione della natura. Altri principi generali (Legge 19.300) tutelano l‟ambiente, la preservazione della natura e la conservazione del patrimonio ambientale.

171


Sono state emanate disposizioni particolari sulla protezione della natura, la cura del paesaggio, la protezione delle acque, la protezione dalle emissioni (materiale particolato, residui solidi e liquidi, rumore, ecc.), la protezione dalle radiazioni, il controllo dei prodotti chimici e la protezione del suolo, del clima, della flora e della fauna. L‟organismo preposto alla cura in materia ambientale è il Conama (Commissione Nazionale Ambiente) che principalmente propone le politiche ambientali afferenti al governo. LEGAL Il sistema cileno si basa su un quadro democratico repubblicano. Il presidente è sia capo di stato sia capo di governo e viene eletto a suffragio universale ogni quattro anni. La repubblica del Cile adotta la Costituzione del 1980 approvata sotto la dittatura Pinochet; nel corso degli anni è pressoché rimasta la stessa fatta eccezione per alcune modifiche apportate dopo il periodo della dittatura. Essa garantisce il pieno esercizio dei diritti politici, in conformità con il principio della sovranità popolare e con le leggi derivate dalla Costituzione. L'intento costituzionale è quello di garantire il principio di legalità, l'ordine normativo, i diritti individuali, la sicurezza giuridica,

il

divieto

di

arbitrarietà

dei

poteri

pubblici

e

l‟irretroattività delle norme punitive. La Costituzione (cap. V) crea un parlamento bicamerale noto come National Congress, composto dal Senato (Senado de la República) e la Camera dei deputati (Cámara de Diputados). La funzione del Congresso è quella di emanare leggi.

172


Il Cile è governato da una gerarchia di norme. Una norma generale è la Costituzione; sotto questo testo, il Parlamento dovrebbe approvare le leggi o statuti (Ley), con una gerarchia interna: atto istituzionale (Ley Organica Constitucional), legge speciale (Ley de calificado quorum), legge ordinaria (ordinaria Ley) in base al quorum di approvazione e in funzione della materia. La magistratura costituisce un ramo autonomo rispetto al governo; Il sistema giudiziario cileno è storicamente suddiviso in tre livelli: la Corte Suprema, le Corti d'Appello e Tribunale di primo grado. Competitors:

In

Cile

sono

presenti

molti

competitors

di

Monnalisa, già esposti in precedenza (Mimo&co., Cheeky, ecc…); l‟unico competitor di origini cilene presente nello stato è il seguente:  Limonada è il marchio appartenente all‟azienda Valverde Norambuena, azienda a conduzione familiare fondata nel 1985 da Andres Valverde e Carmen Gloria Norambuena, dedicata all‟abbigliamento da bambina. La missione è: “soddisfare le esigenze e le aspettative dei clienti con l'eccellenza,

attraverso

il

lavoro

di

un

team

unito,

appassionato e innovativo, che cerca di fare la differenza nei mercati dove opera”. La strategia principale di questa azienda è la differenziazione. I prodotti sono conosciuti e spiccano per aver un design innovativo e di ottima qualità. L‟azienda ha posto enfasi sul servizio al cliente, sulla propria cultura, suoi valori e sulla relazione che da lungo tempo è in essere con i suoi collaboratori.

173


174


3.2.4 Guyana Francese POLITICAL La Guyana Francese non è uno stato indipendente, ma un territorio d‟oltremare e un dipartimento francese. Esso gode delle stesse istituzioni governative della madrepatria francese. Il centro amministrativo, nonché capitale, è Cayenna. La Francia è rappresentata dal prefetto, Daniel Ferey, mentre il presidente del concilio generale è Alain Tien-Liong e il presidente del concilio regionale è Antoine Karam. Il concilio generale è composto da 19 membri, eletti dal voto popolare e con un mandato di sei anni. Attualmente sono presenti esponenti di sei partiti differenti, la maggioranza dei quali (sette) appartiene al partito misto di destra. Il concilio regionale è composto da 31 membri, eletti sempre dal voto popolare e con un mandato di sei anni. Attualmente sono presenti gli esponenti di tre partiti differenti, la maggioranza dei quali (16) appartiene al partito socialista. La Guyana elegge due senatori al Senato Francese: i senatori correnti

sono

Georges

Patient

e

Jean-Etienne

Antoinette,

entrambi membri del partito socialista. Sempre la Guyana elegge anche due deputati all‟Assemblea Nazionale Francese: alle ultime elezioni di giugno 2007 è stato eletto un deputato del partito Walwari, Christiane Taubira, e un deputato del partito socialista, Chantal Berthelot. ECONOMICAL L‟economia della Guyana Francese è strettamente connessa a quella della madrepatria, da cui provengono la maggior parte delle importazioni e sussidi economici. A parte il centro spaziale

175


francese di Kourou (che produce da solo il 25% del GDP), le principali attività economiche sono la pesca e la silvicoltura. Le grandi riserve di legname tropicale, non pienamente sfruttate, supportano l‟espansione del settore della segheria, che fornisce tronchi segati adatti all‟esportazione. La coltivazione dei prodotti agricoli è limitata alla zona costiera, dove la popolazione è in gran parte concentrata: le coltivazioni principali sono quelle del riso e di un arbusto chiamato manioca. Nonostante ciò, la Guyana Francese è fortemente dipendente dalle importazioni di cibo ed energia. La disoccupazione, anche se in calo, è un problema serio, sentito particolarmente dai più giovani. SOCIAL Il sistema di sicurezza sociale usato in Guyana Francese è il medesimo della madrepatria: prevede dei sussidi per infortuni, disoccupazione e maternità, così come facilitazioni familiari, pensioni di vecchiaia e di disabilità. La situazione di salute generale dello stato è tuttavia buona. Le principali cause di morte sono i problemi alle arterie, gli incidenti e il cancro. L‟istituto Pasteur, con sede a Cayenna, conduce ricerche sulle malattie endemiche locali e tropicali ed è conosciuto in tutta l‟America Latina. L‟educazione è gratuita e obbligatoria dai 6 ai 16 anni. Tutti i bambini e ragazzi hanno il dovere di andare a scuola. Esistono college

privati

con

insegnanti

molto

severi.

L‟educazione

universitaria non è presente ma, per aumentare il livello di istruzione, vengono concessi permessi di studio per recarsi in Francia o nelle Antille Francesi. I nuovi media sono liberi dal diretto controllo dello stato, ma sussidi e licenze inducono ad

176


avere un certo autocontrollo. Il quotidiano principale è “Le presse de Guyane”, pubblicato a Cayenna. Lo stile di vita della Guyana Francese riflette la varietà delle comunità

etniche.

Gli

usi

e

costumi

indigeni

e

africani

predominano nelle etnie degli Indiani Americani e nelle etnie nere. Nelle aree metropolitane invece, domina una distintiva cultura creola, con colori brillanti e costumi tipici. La cultura africani e francese del diciottesimo secolo influenzano le danze, i festival (soprattutto il pre-Lenten Carnival) e le composizioni musicali. TECHNOLOGICAL A

livello

tecnologico

globale

la

Guyana

Francese

è

ben

posizionata grazie al centro spaziale di Kourou. Questo è la sede principale del lancio europeo di missili spaziali, usato per i razzi Ariane dell‟ESA. La località di Kourou venne scelta perché, grazie alla sua vicinanza con l‟equatore, consentiva di effettuare lanci in condizionai ideali. Infatti essa si trova a soli 500 km a nord dell‟equatore e ciò fa sì che la velocità di rotazione terrestre imprima una velocità aggiuntiva al razzo di circa 460 m/s. Inoltre manovrare i satelliti all‟orbita voluta è solitamente più semplice quando il lancio viene effettuato vicino all‟equatore. Il centro spaziale occupa una superficie di 96.000 ettari e conta un organico di 1300 persone. Le infrastrutture a disposizione del centro sono molte: edifici per la preparazione al lancio per i satelliti e i vettori, rampe di lancio e fabbriche di propellente solido. Inoltre l‟ESA sta attualmente costruendo le infrastrutture necessarie per lanciare le navicelle russe Sojuz da questo spazioporto,

a

seguito

di

un

accordo

russo-europeo

che

permetterà all‟Europa di sfruttare le navicelle russe (in grado di

177


volare con equipaggio umano) e alla Russia di utilizzare lo spazioporto di Kourou come alternativa al cosmodromo di Baikonur, con il beneficio di migliorare la capacità di carico dei propri razzi grazie alla vicinanza dell‟equatore. A partire dal 2000, CNES (Centre Ntional d‟Etudes Spatiales), MEDES e CHC stanno lavorando insieme per migliorare la salute pubblica nello stato. Gli esperimenti puntano ad applicare alla salute le tecnologie comunicative. Grazie a questi esperimenti è ora possibile per i medici diagnosticare a curare malattie di pazienti a distanza grazie alla stazione di telemedicina. Sono stati creati 12 laboratori (11 negli ospedali e 1 nella prigione di Cayenna) che permettono ai dottori di diagnosticare a distanza malattie citologiche, dermatologiche, cardiologiche (attraverso gli elettrocardiogrammi), parassitologiche, ostetriche, oculistiche ed ematologiche. ENVIRONMENTAL Le

foreste

pluviali

della

Guyana

inesplorate e

scarsamente

popolazione

infatti

vive

Francese

popolate. La

nella

zona

sono

in

parte

maggioranza

della

costiera

dell‟Atlantico.

Nell‟immediato futuro, le foreste sono esposte a poche minacce, anche se l‟estrazione del legname è in aumento, così come sono in aumento i guyanesi che decidono di abbandonare le città costiera per rifugiarsi nelle zone interne. Altre preoccupazione sono date da un progetto stradale potenziale e dalla disponibilità di oro che desta l‟interesse degli speculatori esteri. Nonostante i recenti focolai provocati dagli indipendentisti, il paese ha perso solo il 2,6% delle sue foreste tra il 1990 e il 2010, minore percentuale di tutto il Sud America. I tassi di deforestazione

178


annuale, grazie anche alle nuove leggi, sono diminuiti del 17% dal 1990 ad oggi. Ad oggi più del 90% della Guyana Francese è ricoperto da foreste e il 95% di queste è costituito da foreste primarie. Esse sono popolate da 1064 specie di anfibi, uccelli, mammiferi e rettili e 5265 specie di piante. LEGAL La Corte Suprema ha due divisioni: la corte alta, composta dal giudice capo e da dieci giudici minori e con una giurisdizione originale e una d‟appello, e la corte d‟appello, fondata il 30 luglio 1966 e composta da un cancelliere, da un giudice capo e da più giudici minori. Il cancelliere della corte d‟appello è il primo ufficiale giudiziario del paese. La corte dei magistrati esercita la sua giurisdizione sui crimini civili e penali minori. La Costituzione del 1980 prevede inoltre un mediatore che indaghi sui crimini governativi. Viene seguita la Common Law inglese. Nonostante ciò, al mediatore non è consentito di indagare su accuse relative alla cattiva condotta della polizia. Non esiste nessun organismo indipendente incaricato di controllare e giudicare l‟abuso di potere da parte della polizia. Il 9 giugno 2003 i leader caraibici si riunirono a Kingston (Giamaica) per stabile la Corte di Giustizia della Comunità dei Caraibi (CCJ). Questa riunione portò alla stipula di un trattato a cui aderirono otto province caraibiche, tra cui la stessa Guyana Francese. Ultimo punto da segnalare è che la Costituzione prevede un sistema giudiziario indipendente. I ritardi nei procedimenti

179


giudiziari sono causati da carenza di personale specializzato e da risorse inadeguate.

Competitors: non siamo riusciti a reperire le informazioni né attraverso ricerche su internet, né attraverso richieste specifiche a istituti competenti (Camera di commercio parigina, Camera di commercio di Caracas, Istituto del Commercio Estero.)

180


3.2.5 Uruguay POLITICAL La costituzione uruguyana del 1967 ha istituito un tipo di presidenza severa, sottoposta a controlli legislativi e giuridici. I presidenti hanno un mandato di cinque anni e alla scadenza possono essere rieletti tramite le nuove elezioni. Vengono inoltre eletti tredici ministri, approvati dal presidente, con

poteri

esecutivi. La costituzione prevede una assemblea generale bicamerale

responsabile

dell‟emissione

di

nuove

leggi

e

dell‟amministrazione della giustizia. Essa è composta da 30 membri

del

Senato,

presieduti

dal

vice

presidente

della

repubblica, e da 99 membri della camera dei deputati. La corte più importante è la Corte Suprema. Oltre a questa esistono corti per la legge, per la giustizia, per la pace, elettorali, amministrative, di appello e militari. ECONOMICAL L‟economia uruguayana dipende in larga parte dai settori dell‟agricoltura

e

dei

servizi.

In

particolare

l‟agricoltura

e

l‟industria agricola producono il 23% del GDP, e coprono più di due terzi delle esportazioni totali. I settori economici in crescita sono:

agribussiness,

legno,

lavorazione

della

carne,

lana,

produzione di pelle e vestiti, tessuti e chimico. Nonostante sia quasi invisibile, anche l‟industria dei software informatici sta crescendo rapidamente. L‟economia uruguayana ha recuperato punti nel corso degli anni: dopo il tragico punto più basso del 2003 (crescita del 0,8% del GDP), nel 2010 ha toccato una crescita del 10,2%. Questa rapida crescita è dovuta soprattutto al consistente aumento delle

181


esportazioni.

L‟Uruguay

gode

infatti

di

un

positivo

clima

d‟investimento, con un forte sistema legale e mercati finanziari espandibili.

Esso

garantisce

il

medesimo

trattamento

ad

investitori nazionali e stranieri e, a parte in qualche settore, non fa discriminazioni sull‟origine o la fonte dell‟investimento. Negli ultimi anni l‟Uruguay ha diversificato i suoi sbocchi commerciali, allontanandosi dalla sua dipendenza storica con Argentina e Brasile. E‟ un membro del MERCOSUR, ente che prevede condizioni economiche agevolate per gli scambi tra Uruguay, Paraguay, Brasile e Argentina. Il segretariato del MERCOSUR si trova a Montevideo. Il principale partner commerciale al di fuori dell‟America Latina sono gli USA: più di 100 aziende americane operano in Uruguay con investimenti diretti di oltre 656 milioni di dollari. I monopoli sono permessi nei settori bancario e assicurativo, servizi postali, porti, acqua, luce ed energia, servizi telefonici e benzina. L‟Uruguay sta tentando di aumentare le sue esportazioni in nuovi paesi, migliorando altresì l‟economia generale. Molti settori statali sono stati liberalizzati a partire dal 2003 e i principali monopoli sono stati smantellati. SOCIAL Spesso l‟Uruguay viene considerato come il primo stato welfare sudamericano. Il movimento per la riforma sociale iniziò sotto la leadership di José Battle y Orodonez nei primi anni del „900. Adesso questa riforma prevede un giorno non lavorativo a settimana (più il sabato pomeriggio), ferie pagate, salari minimi, premi annuali e bonus vacanza, facilitazioni familiari, compensi per licenziamenti e disoccupazione, compensi per infortuni lavorativi, pensione minima per lavoratori rurali e casalinghe,

182


pensioni per vecchiaia e per disabilità, e condizioni di lavoro speciali per donne e minori. Lo stato si prende anche cure dalle mamme single e dei disabili parziali. Cure mediche gratuite sono a disposizione dei poveri, così come abitazioni popolari a costi irrisori o nulli. Occasionalmente vengo emessi report sull‟uso eccesivo dei poteri delle forze dell‟ordine e le cause legali possono essere archiviate per lungo tempo. Le organizzazioni umanitarie operano senza ostacoli in tutto il paese. TECHNOLOGICAL Negli ultimi anni, e soprattutto dopo l‟avvento del presidente Mujica, l‟Uruguay sta migliorando di molto la sua situazione tecnologica. Nel 2007 lo stato ha acquistato 100000 computer per gli studenti dai 6 ai 12 anni e nel 2009 ne ha acquistati altri 300000. E stata inoltre garantita la connessione Internet a tutte le scuole del territorio. L‟ufficio regionale per le Scienze e le Tecnologie dell‟America Latina dell‟Unesco ha sede a Montevideo. Sempre a Montevideo hanno sede la Società Pediatrica, l‟Associazione degli Ingegnieri Uruguayani,

l‟Associazione

Chimica

e

Farmaceutica,

l‟Associazione Odontologica e la Società Chirurgica. L‟università, fondata nel 1849 nella capitale, ha le facoltà di agronomia, scienze,

ingegneria,

medicina,

chimica,

odontoiatria

e

veterinaria. L‟istituto per gli studi superiori, fondato nel 1928 sempre

nella

capitale,

vanta

invece

corsi

di

biologia

climatologica, geomorfologia, paleontologia e matematica. ENVIRONMENTAL I due problemi più grandi per l‟Uruguay sono l‟inquinamento dell‟aria e dell‟acqua. L‟inquinamento dell‟aria, che è massimo

183


per la popolazione che abita nel centro dello stato, è causato delle industrie e da un impianto energetico posseduto da Uruguay e Brasile. L‟inquinamento dell‟acqua è dovuto invece agli scarichi delle industrie e delle miniere. L‟Uruguay ha 59 km di risorse acquatiche, usate al 91% per attività agricole e per il 3% per attività industriali. Circa il 98% della popolazione ha accesso ad acque potabili. I problemi naturali includono ovviamente incendi, siccità e inondazioni. Le città producono in media 0,5 milioni di tonnellate di rifiuti all‟anno. Le agenzie governative con responsabilità ambientali sono la Divisione per la Salute Ambientale, il Ministero della Salute Pubblica, il Ministero dell‟Agricoltura e il Ministero Interno. Negli ultimi anni si sono estinte 5 specie di mammiferi, 11 specie di uccelli e 2 specie di piante. LEGAL L‟Uruguay è uno repubblica unitaria democratica, di carattere presidenziale. Si organizza su tre poteri indipendenti: esecutivo, legislativo e giuridico. Il potere esecutivo è esercitato dal presidente e da 13 ministri. Il potere legislativo viene costituito dall‟Assemblea Generale, divisa in due camere: la Camera dei Senatori, con 30 membri, e la Camera dei Deputati, con 99 membri rappresentanti i 19

dipartimenti statali. Il potere

giuridico si basa su normali leggi approvate dal Parlamento e promulgate dal Presidente della Repubblica. La fonte ultima della legge

è

la

costituzione.

I

procedimenti

giudiziari

hanno

normalmente due istanze, il verdetto di un tribunale o di un giudice può fornire una guida negli altri casi non contemplati.

184


Tutti i giudici devono essere in possesso della competenza necessaria e della conoscenza in materia di diritto. Competitors: Essendo Montevideo la città più ricca e popolata dell‟Uruguay, lo shopping si concentra qui. In particolare ci sono due centri commerciali famosi e rinomati:

Punta Carretas

Shopping e Montevideo Shopping. Punta Carretas è stato inaugurato nel 1994 ed è conosciuto a livello internazionale, nonché premiato per la sua proposta architettonica e urbanistica. L‟edificio è composto da tre piani, con più di duecento negozi, una piazza interna con ristoranti e bar, dieci sale del cinema, un teatro e un ampio parcheggio. Collabora direttamente con il moderno hotel Sheraton. Sono presenti cinque negozi di abbigliamento infantile: Silvestre, Only for Kids, Mimo&Co, Collage e Cheeky. Montevideo Shopping è il primo centro commerciale di Rio de la Plata inaugurato nel 1985. E‟ ubicato tra i quartieri residenziali di Pocitos e Puerto del Buceo, a pochi minuti dall‟aeroporto e dal centro storico, e ha una clientela benestante. E‟ il centro commerciale dell‟America del Sud più premiato al Concilio Internazionale dei centri commerciali. Si struttura su tre piani e vanta più di 200 negozi, 12 piste da bowling, pista da pattinaggio, 10 sale del cinema, due teatri, 2.000 m2 di spazio riservato ai bambini e un casinò con oltre 600 slots di ultima generazione. Al suo interno troviamo moltissimi negozi per bambini: Brillantina, Cheeky, Collage, Habia Una Vez, Humpty Dumpty, Kevingston, Mimo&Co, Naranjita, Pappolino, Spy, Tata shop, Tienda Inglese e Zara Kids.

185


3.3 Strategia Guyana Francese Nonostante le difficoltà riscontrate nel reperire informazioni, essendo la Guyana Francese un territorio d‟oltremare francese, possiamo comunque ipotizzare di accedervi poiché ritenuto un mercato molto interessante per Monnalisa. Premettiamo subito che non abbiamo dati certi inerenti il rischio finanziario, economico e operativo in quanto tutti i dati trovati si riferiscono alla madrepatria. Anche per quanto riguarda la situazione concorrenziale non abbiamo registrato la presenza di competitor locali o internazionali, essendo però presenti altre marche del prêt-à-porter francese per adulto possiamo supporre che siano presenti sul territorio anche aziende del comparto bambino (sempre appartenenti al comparto tessile francese). Siamo a conoscenza che la maggioranza della popolazione è di origine europea, con una forte sensibilità al settore moda. Il PIL totale del paese risulta essere decisamente elevato; purtroppo

questo

potrebbe

essere

falsato

sia

dagli

aiuti

provenienti dalla madrepatria sia dal Centre Spatial Guyanais che da solo produce un quarto del PIL dello stato e impiega oltre l‟1% della forza lavoro. Tuttavia il segmento della popolazione con una fascia di reddito tale da consentire l‟acquisto del prodotto Monnalisa è superiore a quella degli altri paesi dell‟America Latina, dato che rafforza la nostra convinzione ad effettuare un investimento nel paese. Bisogna anche prendere in considerazione, però, che la Guyana francese è uno stato di piccole dimensioni con una popolazione stimata attorno alle 217.000 unità,

quasi tutte concentrate a

Cayenne. Questo dato è decisamente inferiore agli altri paesi presi in considerazione, ma la percentuale di abitanti complessivi 186


appartenenti al target di riferimento è pari al 29,9%. Considerata dunque anche la fascia reddituale con capacità tale da acquistare il prodotto Monnalisa, i clienti potenziali sono all‟incirca 30.000. Essendo la Guyana Francese uno stato appartenente a tutti gli effetti all‟UE non sono previsti dazi né per le importazioni né per le

esportazioni;

sarebbe

quindi

interessante

provvedere

all‟esportazione delle merci direttamente dall‟Italia abbattendo così le barriere che, seppur minime, sono presenti negli altri stati. Da considerare però che la Francia detiene il 63% dei rapporti import-export con il paese e potrebbe quindi decidere di ostacolare eventuali importatori stranieri; inoltre le importazioni dall‟Italia sono molto contenute, surclassate nettamente da Francia e USA. Anche la bontà degli indici socio - economici fanno propendere per una decisione di investimento: ad esempio il tasso di fertilità è elevato (3,71 neonati per donna) così come è elevata la popolazione con età compresa fra 0-14 anni (29,9%), infine il tasso di istruzione obbligatoria è alto (fino ai 16 anni). Non avendo individuato dei centri commerciali consoni per dimensioni e per marchi con l‟offerta di Monnalisa, escludiamo la possibilità di aprire un negozio all‟interno di uno di questi. Siamo

a

conoscenza

della

presenza

di

boutique

francesi

appartenenti al settore lusso (come Yves Saint Lauren) nel centro della città cuore pulsante non solo dello shopping ma anche delle attività ricreative locali. Quale alternativa? Monomarca o Multimarca?

187


Monomarca:

Multimarca:

Alla luce del paese preso in considerazione e di quanto esaminato nelle tabelle che mostrano i vantaggi e gli svantaggi, optiamo per la seconda opzione, ovvero l‟entrata in un negozio multimarca, in quanto complessivamente meno rischiosa. Per attuare questa strategia Monnalisa ha la necessità di trovare un partner commerciale che sia disposto ad assumersi il rischio imprenditoriale in quanto l‟azienda non ha intenzione di accollarsi alcun esborso finanziario; quindi si propende per una licenza.

188


L‟intenzione

è

quella

di

non

introdurre

tutte

le

linee

di

abbigliamento essendo un mercato totalmente nuovo e quindi rischioso per il business. Tuttavia trattandosi di un negozio multimarca è preferibile introdurre però sia linee maschili sia femminili: più in particolare la nostra scelta verte su Ny&lon, Monnalisa bebè e Monnalisa. La nostra scelta è giustificata dal fatto che riteniamo non ci sia il target appropriato per l‟acquisto di Monnalisa Chic. Il nostro suggerimento prevede una visita sul posto per studiare approfonditamente il mercato ed eventuali partner in loco, in modo

tale

da

poter

approcciare

un

eventuale

partner

commerciale; dalle nostre analisi tuttavia non abbiamo reperito negozi multimarca in grado di accogliere il brand Monnalisa. Di seguito riportiamo l‟analisi SWOT che illustra pro e contro di un possibile investimento.

189


Bisognerebbe

dunque

capire

se

sia

opportuno

fare

un

investimento in termini anche solo di viaggio conoscitivo; non solo non si ha la certezza di avere possibili partner, ma anche non si conosce la reale convenienza ad entrare nel mercato con un solo punto vendita. Essendo infatti la popolazione complessiva della Guyana Francese paragonabile ad una città italiana di medie dimensioni non sarebbe possibile essere presenti in più stores. La nostra strategia si fonderebbe sull‟esportazione perché, come ci è stato spiegato dall‟ICE di Parigi, la Guyana Francese fa parte dell‟Unione Europea e di conseguenza non sono previsti dazi di esportazione; le formalità da seguire sarebbero solamente di carattere burocratico. Se da un lato questo garantirebbe un vantaggio competitivo in termini di trattative commerciali e di abbattimento delle “barriere all‟entrata”, dall‟altro il forte protezionismo dovuto allo spiccato senso

nazionalista

e

di

appartenenza,

unito

allo

storico

campanilismo Italia – Francia, rappresenterebbe il maggior ostacolo da superare nell‟investimento in Guyana Francese. È di conoscenza comune infatti l‟esaltazione che i “galletti” tendono a dare

a

qualsiasi

prodotto

nei

settori

merceologici

in

cui

suggeriremmo

di

primeggiano e il settore moda è uno di questi. Per

quanto

riguarda

la

comunicazione

intensificare la presenza su giornali specializzati francesi (es. Vogue Bimbi), poiché le stesse testate disponibili in Francia vengono distribuite anche nei territori d‟oltremare. Un‟ulteriore possibilità, anche se più costosa, è la diffusione di spot pubblicitari tramite canali francesi (es. TF1, France2). Non

190


esistono infatti fiere di settore specializzate in Guyana Francese per poter rintracciare eventuali partner commerciali. In conclusione alla luce dei pro e contro riscontrati, anche se all‟inizio della nostra analisi i dati macroeconomici erano in favore di un ingresso nel mercato, i costi sostenuti sarebbero superiori ai profitti. Dunque ad oggi non riteniamo più opportuno entrare in Guyana Francese.

191


3.4 Strategia Cile Da attente valutazioni derivanti dalla ricerca che abbiamo condotto precedentemente sul Cile, risulta che il Paese è attrattivo sotto tutti i punti di vista macro economici. Come si evince dalla mappa d‟attrattività, infatti, si presenta come un paese stabile in termini economici, finanziari, politici. È una delle economie più ricche e sviluppate del Sud America presentando una sostanziale crescita costante, nonostante negli ultimi anni abbia dovuto sopperire non solo alla crisi economica mondiale, ma anche ad un disastro ambientale che l‟ha colpito nel 2010. Il paese che gode di una “bilancia positiva” tra pro e contro dell‟ investimento risulterebbe quindi essere il Cile il cui unico aspetto negativo

è

rappresentato

dalla

posizione

geografica

diametralmente opposta all‟Italia. Questo alla luce delle nostre analisi

non

dovrebbe

problematiche

logistiche

comunque in

comportare

quanto sarebbe

un

grosse “intoppo”

facilmente superabile. A supporto di questo ragionamento, possiamo evidenziare dieci buoni motivi per investire in Cile: 1)

Economia dinamica: il tasso di crescita economica media annuale è del 5,5%, il più alto dell‟America Latina ed uno dei più alti al mondo.

2)

Alta competitività: secondo il World Economic Forum, il Cile si posiziona al 39 posto nella classifica mondiale 2010-2011 dei 139 paesi più competitivi, il primo per l‟area sudamericana.

192


193


3)

Integrazione a livello globale: secondo l‟International Economic Relations General Management – DIRECON, il paese ha più di 20 accordi commerciali con 57 paesi nel mondo, che rappresentano il 90% del PIL mondiale. Nel 2010 inoltre è diventato a tutti gli effetti membro dell‟OECD (Organization for Economic Co-operation and Development), il primo paese membro per l‟America Latina.

4)

Basso rischio Paese e una struttura finanziaria e istituzionale forte: il Cile ha il più basso tasso con riferimento al rischio paese dell‟area sudamericana, garantendosi giudizi positivi da le tre maggiori agenzie di rating internazionale (S&P: A+; Fitch: A+; Moody‟s: Aa3)

5)

Alta

Trasparenza:

secondo

la

Transparency

International 2010, il paese si posiziona al 21° posto nella classifica dei 178 paesi del mondo per tasso di corruzione percepita dalla popolazione, primo in America Latina. 6)

Libertà economica e investimenti a salvaguardia dell’ambiente: il Cile si posiziona al 10° posto sui 179 paesi del mondo per la libertà di iniziativa economica (Heritage Foundation) e al 15° posto sui 182 paesi del mondo per il ranking sugli investimenti a salvaguardia dell‟ambiente (Economist Intelligente Unit)

194


195


7)

Alto livello di competenza e competitività delle risorse umane: i costi della manodopera sono tra i più competitivi se comparati ai livelli statunitensi ed europei; inoltre il Cile ha occupato la prima posizione tra i paesi sudamericani nel ranking “Latin American Talent Index 2009”, che stima la disponibilità di manodopera per il periodo 2008-2013.

8)

Pressione Fiscale favorevole: secondo l‟International Economic Relations General Management – DIRECON, la pressione

fiscale

del

paese

si

attesta

al

17%

(temporaneamente aumentato fino al 20% per il piano di ricostruzione in seguito al terremoto del 2010), uno dei tassi più bassi nel mondo; ha inoltre accordi bilaterali per contrastare la doppia tassazione con 22 paesi e la legislazione in materia tributaria prevede esenzioni e benefici per gli investimenti nel paese e nel R&D 9)

Infrastrutture e telecomunicazioni: il Cile dispone di 37 aeroporti e 18 compagnie internazionali con oltre 80.000 voli all‟anno, porti (10 statali e 23 privati) che raccolgono il 90% degli scambi commerciali del paese, investimenti per 10.000 milioni di dollari americani in autostrade, aeroporti, ospedali, porti ed altre opere pubbliche; il complesso di telecomunicazioni è a livello mondiale così come la copertura della rete internet sull‟area del paese.

10)

Alta qualità della vita: il Cile si posiziona al 71 posto su 194 paesi nella classifica 2010 sulla qualità della vita (International Living).

196


197


Il Cile ha dal 2003 un rapporto di collaborazione con l‟Unione Europea, quindi può essere considerato un paese “amico”. Questo è possibile grazie anche all‟abbattimento delle barriere tariffarie che prevedono una tassa pari allo 0% per i prodotti di abbigliamento provenienti da Paesi della Comunità Europea. Tutto ciò non succede invece per le merci provenienti dalla Cina (11%). Uno dei primi elementi di competitività internazionale, ossia le “barriere all‟entrata”, è a favore delle imprese europee e nel nostro specifico caso italiane e proprio per questa ragione si consiglia

la

spedizione

delle

merci direttamente

dall‟Italia.

Questo non può che rafforzare l‟immagine del “Made in Italy” e di Monnalisa stessa. L‟handicap principale di questa soluzione è costituita dalla posizione geografica del paese; siccome si affaccia sulla costa occidentale

(Oceano

Pacifico),

la

spedizione

graverà

maggiormente in termini di costi e di tempo. Per quanto riguarda la popolazione la quasi totalità è di origine europea (95%) e in particolare la fascia tra i 0 – 14 anni occupa un 22,3% su un totale che sfiora i 17.000.000 di unità; anche il tasso di natalità si mantiene su livelli buoni, in linea con gli standard dei paesi latino americani. La popolazione si concentra in maniera massiccia sulle coste piuttosto che nella parte interna del territorio e in particolare nei grandi centri come la capitale Santiago, Valparaiso, Conception, Iquique.

198


La nostra prima strategia prevede l‟esportazione dei prodotti Monnalisa direttamente dall‟Italia sfruttando così le agevolazioni sui dazi doganali. Dall‟analisi

dei

precedenti

dati

e

dalle

opportunità

finora

evidenziate, consigliamo a Monnalisa di entrare sul mercato cileno tramite l‟esportazione diretta dall‟Italia, sfruttando in questo modo i vantaggi offerti dall‟annullamento dei dazi doganali. Per quanto riguarda lo stile cileno in materia di abbigliamento, sappiamo che è molto importante avere un‟immagine curata in ogni occasione. Questo business attira molte imprese ad esigere un‟ “eleganza quotidiana”. Infatti, dall‟analisi del sistema moda cileno, si evince che il paese presenta una propensione all‟acquisto nel segmento di alta gamma – lusso. A supporto dei nostri studi sono presenti sul territorio e in particolare nella capitale alcuni tra i brand più famosi come Louis Vuitton, Cartier, Bulgari, Armani, Max Mara, Zegna e altri; mentre non sono presenti a Santiago i competitor italiani di Monnalisa. Abbiamo però individuato dei competitors locali sulla base dello stile in quanto la maggior parte di questi non fornisce dati sul prezzo. Di origine cilena è Limonada presente con un network caPILlare lungo

tutto

il

paese

con

punti

vendita

monomarca;

la

maggioranza di essi si colloca all‟interno di centri commerciali. Di origine argentina è Paula Cahen D’Anvers, mentre di origine brasiliana è Lilica & Tigor presenti solo a Santiago.

199


Altri competitors sono rintracciabili in Cheeky e Mimo & Co anche se riferibili ad una fascia di mercato più bassa. La quasi totalità dei brand si trova in centri commerciali di medie – grandi dimensioni come Parque Arauco Shopping Center a Santiago, Mall Zofri a Iquique, Mall Plaza Trebol a Conception e Mall Arauco a Valparaiso tanto che sono in minoranza le boutique di abbigliamento bambino lungo le vie della città. In tutte le città principali vi sono numerosi centri commerciali utilizzati non solo come unico obiettivo di shopping, ma anche come punto di incontro giovanile (infatti all‟interno oltre ai punti vendita sono presenti numerosi cinema, bar, ristoranti e parchi giochi per bambini). Questa impronta culturale ben marcata nello stile cileno dà l‟opportunità a Monnalisa di poter affermare il proprio marchio all‟interno di questi centri commerciali. Monomarca:

200


Multimarca:

A seguito della valutazione dei pro e dei contro riguardanti la scelta

tra

negozio

monomarca

e

negozio multimarca,

nel

panorama del mercato cileno sarebbe opportuno propendere per la prima soluzione, in quanto dalle nostre ricerche non si è evidenziata la presenza di multimarca tali per cui il prodotto Monnalisa possa entrare nella gamma. A questo punto il monomarca è l‟alternativa più ad hoc; all‟interno

dei

locali

suggeriamo

l‟introduzione

delle

linee

femminili Monnalisa Bebè, Monnalisa e Monnalisa Chic, con la possibilità di introdurre il comparto bambino in un secondo momento una volta che il marchio ha raggiunto il proprio successo e ha conquistato una buona brand awareness. La nostra motivazione ricade sul fatto che per quanto riguarda le linee maschili, sono presenti molti brand di livello medio con uno stile prettamente sportivo quindi, seppur si presenti un “vuoto di mercato”, esso non è ancora pronto ad accogliere Ny&lon e Hitch – Hiker in quanto l‟orientamento dei consumatori finali è indirizzato verso prodotti più economici.

201


Di seguito vengono illustrati i punti di forza e di debolezza raccolti nell‟analisi SWOT.

La nostra strategia prevede nel concreto di aprire almeno inizialmente 3 punti vendita: 1) Il primo nel centro commerciale Parque Arauco Shopping Center a Santiago. Esso è situato nel comune di Las Condes vicino ai grandi alberghi e alle attrazioni turistiche, con più di 350 negozi delle migliori marche nazionali ed internazionali. Sulla Boulevard Park si può gustare la cucina cilena e internazionale e visitare negozi unici.

202


All‟interno di questo centro commerciale, situato su via Presidente Kennedy nelle vicinanze della boutique di Louis Vuitton in via Alonso De Cordova, sono presenti numerosi marchi come: Armani Exchange, Guess, Zara, Diesel, Calvin Klein, Hugo Boss, Lacoste, Polo Ralph Lauren, Timberland e Tommy Hilfigher. 2) Il secondo nel Mall Marina Arauco a Valparaiso. Costruito alla fine degli anni novanta, oggi il centro commerciale dispone di 150 negozi offrendo agli ospiti una vasta gamma di offerte; al suo interno vi sono anche 6 sale per il cinema, una pista da bowling, parchi giochi per i bambini e dispone di un ampio parcheggio sotterraneo con più di 2000 posti auto. Marina Arauco è uno spazio di intrattenimento dove anche i più esigenti possono trovare quello che amano come

dice

lo

slogan:

“todo

lo

que

le

gusta”.

Per

l‟abbigliamento infantile sono presenti i seguenti negozi: Limonada e Mimo & Co., gli altri marchi come Opaline, Colloky e Hush Puppies Kids si dedicano alla produzione di capi più sportivi. 3) Il terzo nella città di Iquique che è una delle più ricche del paese in quanto gode di sovvenzioni governative ed è inoltre la più estesa zona franca. (In questo caso non è possibile dare una localizzazione precisa in quanto non è possibile visionare i negozi all‟interno del Mall Zofri perché appositamente tenuti “segreti”). Sapendo che Monnalisa non vuole rischiare un investimento start up

con

mezzi

propri

è

necessario

trovare

un

partner

commerciale. Le possibilità di ”scelta” sono molteplici:

203


 Si può ricercare un privato che si occupi prettamente dell‟apertura di punti vendita nel paese e che si assuma direttamente il rischio;  Si può ricercare una società apposita (brand development group) che abbia come proprio oggetto sociale l‟apertura e la logistica di punti vendita in particolare in Cile.  Si può ricercare una partnership con un‟impresa dello stesso settore che apra le porte al mercato sudamericano e non solo ristretta al Cile. Dagli studi condotti non esistono al momento brand development group

cileni,

che

potrebbero

operare

congiuntamente

a

Monnalisa. Quindi, sicuramente oltre a una visita in loco, si consiglia di esporre il problema alle camere del commercio italo – cilene e all‟istituto del commercio estero dell‟ufficio di Santiago che potranno sicuramente operare e aiutare l‟azienda nella ricerca del partner ideale. Dall‟analisi sui marchi già presenti in loco, l‟indicazione che ne deriva è quella di prendere contatto con Limonada, una delle aziende leader del settore moda comparto bambino, già presente sul mercato con punti vendita monomarca di sua proprietà. Un eventuale contatto e successivo accordo potrebbe garantire a Monnalisa una partnership vincente per penetrare nel mercato cileno. Una certa attenzione si deve riporre sull‟aspetto comunicativo e di espansione commerciale del brand. Siccome il brand Monnalisa risulterebbe completamente nuovo al mercato cileno, suggeriamo di percorrere diverse strategie pressoché contemporanee:

204


 Pubblicazione della nuova apertura nelle principali testate di moda infantile (es. Ser Padres presente sia in forma on line che cartacea)  Affissione pubblicitaria nei principali aeroporti del paese  Comunicazione

tramite

fiere

del

settore:

la

fiera

più

importante in Cile per il settore bambino è Expo Bébé, fiera biannuale che si tiene a giugno e a novembre a Santiago. (www.interexpo.cl).

205


3.5 Strategia Brasile 3.5.1 Analisi della strategia intrapresa da Monnalisa L‟espansione di Monnalisa in Brasile è iniziata circa tre anni fa, con una doppia partnership: la prima con un licenziatario locale incaricato della

produzione

in

loco e

la

seconda

con

un

responsabile del negozio locale. La ricerca effettuata dall‟azienda è iniziata con l‟analisi macro – economica del sistema paese, che ha permesso l‟individuazione di punti di forza e debolezza, minacce e opportunità tramite la Swot. L‟azienda, dopo essersi resa conto che il Brasile era un mercato estremamente attrattivo, si è resa conto che l‟approccio standard della semplice esportazione non era praticabile. Infatti, il Brasile ha un regime doganale molto restrittivo e le politiche protezionistiche scoraggiano le importazioni. Questo si traduce in un regime tariffario per cui alle merci del settore manifatturiero viene applicato un incremento pari a circa al 70% dovuto a dazi doganali e all‟IVA imposta. In aggiunta a ciò, il partner brasiliano incaricato della distribuzione deve avere una licenza atta all‟importazione, chiamata RADAR, che ha un costo molto elevato ed è difficile da ottenere.

Infine occorre

avere

procedura

un

broker

sdoganamento

delle

doganale

che

segua

merci;

questa,

se

la

lasciata

senza

di un

opportuno controllo potrebbe richiedere settimane e addirittura non essere garantita. Nonostante tutti gli accorgimenti del caso, l‟errore principale commesso da Monnalisa è stato quello di non aver inviato personale

competente

sul

posto

per

accertare

il

buono

svolgimento di tutte le operazioni.

206


Sappiamo ad esempio che il primo campionario (sett-ott.) non è mai giunto a destinazione in quanto il licenziatario non aveva effettivamente compiuto tutto l‟iter burocratico per ottenere la licenza di importazione. Per ottenerla, serve infatti un marchio registrato da un apposito contratto di trasferimento tecnologico. Questo ha comportato inevitabilmente un ritardo nei tempi di produzione e vendita. Un

altro

errore

localizzazione

commesso

geografica.

ha

Infatti

riguardato nel

la

scelta

territorio

della

brasiliano

prevalgono i centri commerciali a più piani e le tendenze di shopping si orientano verso questi ultimi. Probabilmente si è scelto di aprire nel centro città di San Paolo vista la vicinanza a boutique di lusso. Queste sono prevalentemente boutique internazionali che offrono prodotti rivolti ad un pubblico adulto di ceto elevato (es. Dior). Sempre nei paraggi è presente uno dei competitor locali indicato dall‟azienda come più simile a Monnalisa: Bonpoint.

Da una nostra attenta analisi possiamo affermare con sicurezza che questo marchio internazionale è in linea in competizione con Monnalisa soltanto per la fascia di prezzo elevata, ma non per il

207


tipo di prodotto offerto. Sono infatti molto diversi lo stile, i colori, il layout e ecc…. Abbiamo individuato altri competitors più simili come stile e fascia di pubblico a Monnalisa. Questi sono:  Lilica RiPILica & Tigor: la prima è una linea puramente femminile, mentre la seconda maschile. La fascia di età coperta va da 0 a 12 anni e si trova con diversi punti vendita in tutto il Brasile (in particolare negli stati di Agra, Alagoas, Amazonas, Bahia, Cearà, Distrito Federal, Espirito Santo, Goias, Maranhãs, Minas Gerais, Mato Grosso do Sul, Mato Grosso, Parà, Paraiba, Pernanbuco, Paranà, Rio de Janeiro, Rio Grande do Norte, Rondonia, Rio Grande do Sul, Santa Catarina, san Paolo, Sergipe e Tocantis); inoltre è presente in Cile, Colombia, Guatemala, Costa Rica, Libano e Italia con due punti vendita (Milano e Napoli).  Petit Trousseau: brand canadese che veste fino agli 8 anni ed è specializzato in particolare nel bébé. È presente nel Centro commerciale Iguatemi di San Paolo.  Paola da Vinci: brand brasiliano presente a Brasilia, San Paolo e Campinas con quattro linee di prodotti da 0 a 12 anni e con negozi sia nei centri commerciali, sia nelle vie più pregiose.  Petit Cherie: brand nato nel nuovo secolo adatto ad un pubblico

che

segue

la

moda

e

l‟eleganza.

(www.petitcherie.com.br) Abbiamo inoltre individuato altri due competitors non tanto simili come fascia di prezzo, ma comunque in concorrenza diretta per

208


la forte brand identity e per la presenza caPILlare su tutto il territorio sudamericano: • Cheeky: brand argentino che si è espanso a livello internazionale varcando anche i confini dell‟Europa con oltre 150 boutique monomarca. Produce abbigliamento e accessori per bambini da 0 a 12 anni. • Mimo&Co: brand argentino simile a Cheeky in possesso di 100 negozi monomarca e 150 multimarca anche al di fuori dei confini latino americani. La fascia di età coperta va da 0 a 12 anni. Venendo ora alla strategia vera e propria, abbiamo deciso di dedicare più spazio al Brasile, non solo perché in possesso di un mercato in fortissima espansione, ma anche perché sono già stati effettuati alcuni investimenti di comunicazione, che sarebbe opportuno

sfruttare

quali

pubblicazioni

su

Vogue

Bimbi,

partecipazione a fiere di settore, evento istituzionale legato all‟inaugurazione del punto vendita e utilizzo di testimonial famosi. Alla luce della nostra elaborazione sul mercato brasiliano, tutti gli indicatori politici, economici, finanziari e operativi risultano essere

mediamente

positivi.

Anche

gli

indicatori

socio

demografici ci fanno propendere per la decisione di entrare nel mercato carioca. Il 15% della popolazione complessiva del paese è di origine italiana (circa 25.000 persone) rappresenta la più numerosa popolazione di immigrati italiani in tutto il mondo. Questa si concentra in particolare a San Paolo, ma anche a Paranà Rio grande do Sul e Santa Catarina. Anche la crescita della popolazione stimata dalla CIA è positiva (+1,2%) e il tasso di fertilità è elevato. L‟aspettativa di vita stimata, indice di

209


benessere sociale ed economico, è la più alta di tutto il Sud America e ben il 36,4% della popolazione ha tra 0 – 14 anni. 3.5.2 Analisi della domanda La domanda brasiliana presenta rilevanti differenze regionali ed importanti disparità di potere d‟acquisto, oltre a diversità a livello culturale legate anche ai climi, alle temperature ed allo stadio di sviluppo economico regionale. Le due maggiori metropoli sono San Paolo e Rio de Janeiro sia in termini

di popolazione

(19.960.000

e

11.836.000)

che

di

economia. Gli stati di San Paolo, Rio de Janeiro e Mina Gerais sono le regioni più rilevanti per il consumo del settore moda e formano il principale mercato dell‟abbigliamento del Brasile, che costituisce

il

mercato

target

del

lusso

e

delle

marche

internazionali. Le aziende del settore, nazionali ed estere, che cercano visibilità ed immagine sul mercato brasiliano operano principalmente in queste aree, iniziando le proprie attività di promozione e marketing nella città di San Paolo. La città è vista dal resto del paese come referenza, punto di partenza e lancio per nuove marche del settore in Brasile, la più aperta alle tendenze internazionali del settore dell‟abbigliamento; inoltre circa il 70% degli articoli di lusso è venduto in questa località. La

tipologia

del consumatore

finale

è

funzione

della

sua

localizzazione a livello geografico e del suo potere d‟acquisto. Secondo la FECOMERCIO, Federazione di commercio di beni, servizi e turismo del Brasile, le classi medie della popolazione rappresentano il 51.6% del totale delle vendite del settore espresse in volumi.

210


La crescita del potere d‟acquisto negli ultimi anni ha inoltre favorito lo sviluppo del mercato della moda nel Brasile, che presenta mercati rilevanti, anche se ben distinti, per tutte le classi sociali, segmentate come mostra la figura.

Fonte: Istituto de Pesquisa Economica Aplicada (IPEA)

 La classe A, considerata quella con il più alto potere d‟acquisto,

consuma

prodotti

dal

costo

elevato

ed

è

influenza dalle marche internazionali e dalla stagionalità della moda; frequenta shopping centers di alto livello e spesso punti vendita monomarca.  Le classi medie B e C consumano prodotti sia high sia low cost, di marche locali ed internazionali incontrate in diversi punti vendita.  Le classi meno abbienti, D ed E, consumano prodotti economici, senza marca, commercializzati in punti vendita locali, acquistati a loro volta all‟ingrosso. Buona parte della produzione locale o importata dalla Cina e destinata alle classi C, D ed E, è venduta in Brasile all‟ingrosso, acquistata dai piccoli negozi multimarca e rivenduta al dettaglio.

211


I grossisti funzionano come un agente intermediario tra il produttore ed il consumatore finale. I principali centri di vendita all‟ingrosso sono localizzati nei grandi centri urbani ed in particolare in alcuni quartieri del centro città, dove i prodotti vengono acquistati e rivenduti in tutto il paese. Secondo un sondaggio condotto congiuntamente da GfK e MCF Consultoria è emerso che la popolazione brasiliana individua come ragione principale per acquistare una marca di lusso la qualità

(38%),

seguita

poi

da

prezzo

(16%)

e

servizio

personalizzato (13%). 3.5.3 Analisi dell’offerta L‟offerta del Settore è estremamente frammentata e polverizzata essendo la maggiore parte delle aziende microimprese.

Il

Settore

e

presenta

un

gran

numero

di

piccoli

operatori

commercianti al dettaglio che rivendono prodotti acquistati all‟ingrosso. Pochi i produttori che possiedono reti di negozi propri che coprono l‟intero paese. I produttori di marche rinomate e che hanno come pubblico target i consumatori delle classi più elevate, normalmente terziarizzano la produzione a piccole

aziende

non

sempre

specializzate

e

non

sempre

formalmente riconosciute. L‟offerta ed il flusso distributivo del Settore è rappresentato come segue:

212


Struttura dell’Industria della Confezione e della Moda

213


3.5.4 Tendenze La moda brasiliana è condizionata dal clima caldo e tropicale del paese che si manifesta in modelli colorati, con tessuti leggeri e chiari, spesso in contrasto ai modelli europei ed americani. La moda, inoltre, è molto influenzata da celebrità locali e c'è una forte tendenza dei consumatori all‟acquisto impulsivo. Negli ultimi anni la moda ha mostrato una sensibilità sempre più spiccata nei confronti di temi come la sostenibilità ambientale legata a quella che è la Corporate Social Responsibility. 3.5.5 Perché il Brasile? La motivazione di un‟internazionalizzazione in Brasile è da ricercare nella combinazione di due fattori:  La presenza di popolazione ad alto reddito che nonostante la crisi, aumenta di anno in anno. Essa è composta in maniera prioritaria dai “nuovi ricchi”.  La maggioranza dei prodotti venduti è acquistata in tutto lo stato da consumatori ad alto reddito. Le imprese del settore affermano che esiste una clientela locale con alto potere d‟ acquisto che, nonostante la crisi tuttora in corso, è ancora in possesso di risorse finanziarie sufficienti ad acquistare articoli di lusso. Per i marchi di lusso, le prospettive sono molto positive. Gli analisti del settore assicurano inoltre che la domanda non è completamente soddisfatta; il trend di crescita dei consumi aumenterà nei prossimi cinque anni. Il Brasile sta vivendo una vera e propria invasione da parte delle griffe internazionali. Nel 2009 Gucci, Hermès, Marc Jacobs e Louboutin hanno fatto il loro ingresso sul mercato. Tali marchi si

214


aggiungono alle griffe pioniere, introdotte in Brasile in seguito alle aperture commerciali degli anni ‟90. In primis Giorgio Armani, che ha aperto il suo primo negozio nel 1999, e Louis Vuitton che ha inaugurato il suo punto vendita nel 2000. Di seguito riportiamo anche l‟analisi SWOT dove si illustrano le pros & cons di un potenziale investimento.

3.5.6 Proposte di intervento Una prima strategia percorribile prevede l‟export delle merci dall‟Italia al Brasile anche se il costo è molto maggiore rispetto alle precedenti strategie esposte per Guyana Francese e Cile. 215


Questo è dovuto agli alti dazi applicati in entrata nel territorio brasiliano; a tutto ciò si andrebbero ad aggiungere i numerosi problemi burocratici (dazi, licenze d‟importazione, ecc…) con i quali Monnalisa ha già avuto a che fare nel recente passato. Anche in questo caso si tratterebbe di una licenza di vendita, in quanto

l‟azienda

aretina

non

ha

intenzione

di

investire

direttamente il denaro; quindi si tratterebbe di trovare un nuovo partner affidabile che sia disposto ad investire. Per questi delicati accordi vi è la necessità di una visita in loco per potersi accertare della serietà della controparte e in caso positivo giungere ad una negoziazione. Una seconda e differente strategia sarebbe legata ad un altro paese del Sud America, il Cile. Relativamente al Cile esistono due diverse proposte d‟intervento. La prima proposta prevede l‟export dall‟Italia al Cile di prodotti Monnalisa semilavorati per poi concludere il processo produttivo nello stesso paese. Non è infatti possibile trasportare il prodotto dal Cile al Brasile senza effettuare nessun processo produttivo nel primo stato. Ricordiamo infatti che nel caso del Cile i dazi d‟importazione sono pari a zero, mentre sono molto elevati nel caso del Brasile. La legge non consente di trasportare prodotti finiti spediti dall‟Italia al Cile in Brasile a costo zero. Infatti, per poter approfittare delle agevolazioni commerciali previste dal Mercosur, è necessario svolgere almeno una fase della lavorazione in uno dei paesi interessati dall‟accordo.

216


La nostra strategia prevede l‟ultimazione del capo tramite la realizzazione di stampe e ricami in loco. Qui possiamo fornire alcune aziende cilene che si occupano del processo:  Estampa Chile: l‟impresa si occupa sia della realizzazione di stampe sia di ricami (http://estampachile.cl)  Arauco

Group:

l‟impresa

si

occupa

solamente

della

realizzazione delle stampe (http://mpchile.cl)  JS Bordados: l‟impresa si occupa solamente dell‟attività di ricamo (http://www.jsbordados.cl). In questo modo si continuerebbe a mantenere inalterato in “Made in Italy”. La seconda proposta prevede l‟intera produzione del prodotto Monnalisa in Cile. Anche qui forniamo possibili aziende partner adatte ad acquistare la licenza produttiva di Monnalisa.  Ruecas y Telares (www.ruecasytelares.cl)  Eliane Moda (www.elianemoda.cl) Sappiamo infatti che la manodopera cilena è sufficientemente qualificata, ma non essendo ancora in essere la produzione di abbigliamento di lusso nello stato, sarà necessario fornire un supporto tecnico e manifatturiero adeguato. Consigliamo di inviare sul posto almeno per i primi mesi uno staff aretino specializzato nella produzione; in tal modo il know how pratico tecnologico potrà essere trasmesso al personale locale. Una

volta

che

il capo ha

completato i

suoi processi di

lavorazione, verrebbe trasportato in Brasile tramite opportuno

217


corriere specializzato. Ovviamente in Brasile verrà tolta la licenza all‟attuale

produttore, valutando la

possibilità

di assumere

rappresentanti ben inseriti nel mercato locale. Alla luce delle due proposte attentamente valutate riteniamo che entrambe le soluzione sarebbero fattibili, ma consideriamo come migliore

la

prima

opzione

in

quanto

questa

manterrebbe

inalterati uno dei punti focali di Monnalisa: il Made in Italy. Infatti, l‟Italia è un paese rinomato anche in Brasile nell‟industria della moda. A dimostrazione di ciò, il design, il taglio e la cultura italiana sono estremamente riconosciuti in Brasile ed il “Made in Italy” é molto apprezzato nel mercato e in particolare all‟interno della gamma dei consumatori di classe A e B. Brand e aziende italiane che hanno come target le classi alto – borghesi, hanno dunque buone possibilità di avere successo sul mercato brasiliano. Tuttavia, a causa della frammentazione di questo, sono necessari investimenti importanti nel marketing ed una strategia aziendale di lungo periodo. Quale alternativa? Monomarca o Multimarca? Monomarca:

218


Multimarca:

Dopo aver preso in considerazione le informazioni disponibili sul Brasile e aver valutato vantaggi e svantaggi del Paese, siamo propensi a scegliere la formula monomarca. Siamo a conoscenza che il monomarca presenta rischi superiori, ma questi potrebbero essere attenuati grazie alla ricerca di un partner affidabile. Essendo infatti, il Brasile

propenso e attento al settore moda,

esso risulta “pronto” per accogliere nuovi entranti nel mercato e ciò consentirebbe a Monnalisa di creare anche una forte brand awareness. Siccome Monnalisa non può assumersi il rischio imprenditoriale di aprire immediatamente negozi di proprietà in un mercato a lei praticamente sconosciuto, si dovrebbe valutare la ricerca di una figura commerciale locale. In cambio del rischio assunto da questa

figura

Monnalisa

provvederà

direttamente

alla

comunicazione necessaria per far conoscere il marchio. Per quanto riguarda la comunicazione suggeriamo di intensificare la presenza su riviste specializzate pubblicità

di

riviste

gestite

da

(es. Vogue Kids Brasile), compagnie

aeree

locali

e

219


internazionali (es. Tam, Gol, Tap, Air France, ecc…) e partecipare a fiere di settore. Considerando che la presenza di un partner locale è il primo passo per introdursi nel mercato, indichiamo una serie di fiere ed eventi, relativamente al lusso, molto note e già sfruttate da altri brands internazionali. A tali manifestazioni partecipano grandi imprese di moda, investitori, distributori e banche interessati al business dell‟alta moda.  Eventi International Herald Tribune: conferenza d‟affari di lusso annuale istituita nel 2001 che viene riproposta ogni anno una città diversa, è diventata il luogo fondamentale per la discussione e lo scambio di idee per la moda e l'industria del lusso. A novembre di quest‟anno si terrà a San Paolo (ating@iht.com)  Momento Italia-Brasile (ottobre 2011 – giugno 2012): programma di eventi (397 eventi in 18 stati) che contribuirà al rafforzamento dei rapporti fra i due Paesi nei settori economico-commerciale, tecnologico, scientifico, culturale ed educativo.  FIT 016: fiera internazionale del bambino da 0 -16 anni (www.fit016.com.br).  Sao Paulo Fashion Week (SPFW): la SPFW è il principale evento di moda del paese, è realizzato dal 1996 a San Paolo e conta di due edizioni annuali organizzate nel primo semestre di ogni anno.  Sao Paulo Prêt-à-Porter: fiera realizzata a San Paolo nella stessa settimana di COUROMODA (la principale fiera delle calzature dell‟America Latina).  Rio Fashion Week: evento che ha luogo nel primo semestre di ogni anno, conta con due edizioni nella capitale dello 220


Stato di Rio de Janeiro, con un‟edizione invernale ed una dedicata alla collezione estiva. Per quanto riguarda la localizzazione dei punti vendita, abbiamo effettuato una ricerca sia sugli shopping center sia sulle boutique di lusso presenti nelle vie principali dello shopping. Qui sotto vi è la piantina della localizzazione dei negozi nel centro di San Paolo, città considerata come maggior centro di moda di lusso di tutto il Brasile.

Abbiamo selezionato i centri commerciali sulla base di due differenti criteri: 1) Presenza di brand di lusso; 2) Presenza di competitors appartenenti al settore bambino. Nel primo caso abbiamo individuato i seguenti mall:

221


 Daslu

(San

Paolo)

Villa

Daslu:

elegante

multi-brand

department stores esclusivo dell‟America Latina, in stile italiano, situato a San Paolo nel quadrilatero del lusso, molto frequentato dalle star. Secondo recenti notizie, però, Daslu sta per essere chiuso: con un debito di R$ 80 milioni, l'azienda deve infatti cambiare proprietà. La proprietaria, Eliana Tranchesi, in seguito ad investigazioni ed un processo iniziato nel 2005, è stata condannata a 94 anni per evasione fiscale derivante da importazioni illegali (per un importo di circa R$ 1 miliardo fra tasse federali e statali, che sarebbe ancora più alto se si considerassero le importazioni irregolari non identificate), cospirazione, appropriazione indebita e dichiarazione di falso. Tra i più grandi brand presenti si annoveravano: Chanel, Jimmy Choo, Louis Vuitton, Gucci, Prada, Dolce e Gabbana, Blumarine, Valentino, Chloè, Alberta Ferretti, in un‟area apposita denominata Daslu Importados, oltre allo stesso marchio Daslu.  Iguatemi Sao Paulo: Iguatemi è un trend-setter ed è il più importante shopping center in Brasile. E‟ l‟unica azienda del settore

che

ha

un

unico

marchio

per

i

suoi

centri

commerciali, e gode di forte reputazione e credibilità testimoniata da numerosi premi ricevuti nei suoi 25 anni di esistenza. Si tratta di centri commerciali di alta qualità, situati in posizioni strategiche per il potere d‟acquisto e categoria dei clienti (A e B) e il potenziale di consumo pro capite; i brand ospitati, sia brasiliani che internazionali, sono di alto livello e selezionati in base alla loro salute economica, ed il business è concentrato sui negozi monomarca: il consumatore brasiliano avverte il brand come una garanzia. Vanta una superficie enorme e si estende su tre piani. Al suo interno di trovano cinema, locali e negozi molto prestigiosi, 222


tra cui Gucci, Missoni, Chanel…

Inoltre si trovano ben 19

negozi per bambini: Baby basics, Best Baby, Cardsmania, Centopeia, Chicco, Chicletaria, Costume, Fraldario, Green, Le Lis Blanc, Paola da Vinci, Pylones, Rei das magicas, Ri Happy, TKT’S, Petit Trousseau, Tyrol, Vilebrequin e Zara Kids. Tra questi i maggiori competitors di Monnalisa sono Paola da Vinci e Petit Trousseau.  Shopping JK:

questo centro commerciale (di proprietà di

Iguatemi Empresa de Shopping Centers e del costruttore WTorre), la cui apertura è prevista a settembre 2011, sarà il più moderno e lussuoso dell‟America Latina: un'oasi di lusso moderno con una scelta di ottimi ristoranti e nove sale cinematografiche, che ospiterà anche eventi e mostre per coniugare l‟importanza di arte e cultura al piacere dello shopping. Situato nel cuore del distretto finanziario di San Paolo, dove più di 99.000 veicoli passano ogni giorno, collegherà le zone residenziali e commerciali più raffinate della città al Parque do Povo (“Eden urbano”) che si prevede riceverà più di 5000 persone nei weekend: JK Iguatemi si configura shopping,

come

la

perfetta

comodità,

integrazione

di

libero,

spazi

tempo

business, verdi,

intrattenimento e sicurezza. Nei suoi 36.000 m 2 di superficie lorda

affittabile,

sviluppati

su

4

piani,

si

troveranno

boutiques di stilisti di lusso (come Chanel, Hermes, Prada, che dopo la chiusura di Daslu apriranno qui i propri punti vendita), ma anche qualche negozio a prezzi accessibili: l‟intento è comunque quello di offrire varietà in modo da soddisfare le differenti esigenze.  Shopping Cidade Jardim (San Paolo): immerso in 55.000 mtq di verde, si è affermato come uno dei punti di riferimento per i consumatori di lusso; ispirato ai centri 223


commerciali esteri più eleganti e di successo, è stato definito come “città nella città”: oltre a 180 negozi, si annoverano torri residenziali, ristoranti, cinema, palestra e la più grande SPA dell‟America Latina. Fra i brand internazionali: o Piano

terra:

Chanel,

Pucci,

Zegna,

Giorgio

Armani,

Hermes, Jimmy Choo, La Perla, Vuitton, Ferragamo, Tiffany, Rolex; o Primo piano: Furla, Gant, Zara;  Shopping Leblon (Rio de Janeiro): Situato nel quartiere dove si concentra il jet set di Rio de Janeiro, Shopping Leblon si estende per i principali quartieri del Sud (Leblon, Ipanema, Lagoa, Jardim Botanico e Topsail): più di 200 negozi nei quali si trovano le migliori marche, ristoranti, cinema e teatro, in uno spazio integrato con la natura e con una delle viste più belle della città; la struttura ospita inoltre eventi e sfilate di moda. Vi si possono trovare firme come: o Secondo

piano:

Chanel,

Zegna,

Ferragamo,

Armani

Exchange, Red Valentino, Svarovski, ma anche Zara; o Terzo piano: AvecNuance è un multi-brand store che offre alcuni dei più desiderati e famosi marchi famosi del mondo, come Bottega Veneta, Chloé, D&G, Paul Smith, Marc Jacobs e Valentino Nel secondo caso invece abbiamo individuato i seguenti centri commerciali:  Lo Shopping Centre Patio Higienopolis è stato inaugurato il 18 ottobre 1999 e si trova nel cuore del ricco quartiere di Higienopolis. Il centro è completamente integrato con il

224


paesaggio

urbano

e

mantiene

alcune

caratteristiche

dall‟architettura dal XIX secolo. Si suddivide in sei piani e al suo interno si trovano 305 punti vendita, un cinema, un teatro e un parcheggio di quattro piani. Al mese frequentato

in

media

da

1.626.000

è

consumatori,

prevalentemente di ceto femminile e dal reddito elevato. Al suo interno si trovano i seguenti negozi per bambini: Brooksfield Junior, Green, Lilica&Tigor, PamPILi, Paola da Vinci, Petit Trousseau, Puc, Tip Top, Tyrol, Th Bike e You by MO.  Lo Shopping Centre Patio Higienopolis è stato inaugurato il 18 ottobre 1999 e si trova nel cuore del ricco quartiere di Higienopolis. Il centro è completamente integrato con il paesaggio

urbano

e

mantiene

alcune

caratteristiche

dall‟architettura dal XIX secolo. Si suddivide in sei piani e al suo interno si trovano 305 punti vendita, un cinema, un teatro e un parcheggio di quattro piani. Al mese frequentato

in

media

da

1.626.000

è

consumatori,

prevalentemente di ceto femminile e dal reddito elevato. Al suo interno si trovano i seguenti negozi per bambini: Brooksfield Junior, Green, Lilica&Tigor, PamPILi, Paola da Vinci, Petit Trousseau, Puc, Tip Top, Tyrol, Th Bike e You by MO.  A Camboriù, altra località turistica rinomata, troviamo il Balneario

Camboriù

Shopping,

centro

commerciale

di

dimensioni minore rispetto ai precedenti, ma punto di riferimento per gli acquisti nella città. E‟ frequentato sia da turisti che da residenti e vanta molti negozi, bar, ristoranti e un cinema. Al suo interno troviamo 4 negozi per bambini: Cia da Crianca, Mamae Coruja Baby, PUC e Milon. Nessuno di questi potrebbe entrare in competizione con Monnalisa. 225


 A Recife troviamo lo Shopping Recife, creato il 7 ottobre 1980 e diventato in breve tempo un punto di riferimento per il

nord

e

nord-est

del

Brasile.

E‟

il

quarto

centro

commerciale più grande dello stato e uno dei più grandi dell‟America Latina. Vanta un‟ottima posizione: è vicino all‟aeroporto, al centro e alla famosa spiaggia di Boa Viagem. Ad oggi nel suo interno si trovano 410 negozi, 6 megastore, 10 sale del cinema, 4 negozi di alimentari, 17 ristoranti e 5000 posti auto. I negozi vendono per un terzo marchi locali, per un terzo marchi nazionali e per un terzo franchising internazionali. Sono presenti i seguenti negozi per bambini: Bebè basico, Brooksfield Junior, Familia Ovo, Lilica & Tigor, Malhasol, Nhac-nhec, PUC, Tip Top e Tyrol.  Il più importante centro commerciale a Rio de Janeiro, nonché primo ad essere costruito (28 aprile 1980), è RIOSUL, grande centro commerciale vicino alle maggiori attrazioni turistiche della città, quali il Pan di Zucchero e il Corcovado. Vanta un‟area di 128.320 m 2, 4 piani, più di 400 negozi e un afflusso medio di 65.000 persone al mese. Purtroppo i negozi non sono noti in quanto il sito è in manutenzione.  Infine a Brasilia, menzionata in quanto capitale e non in quanto a reddito medio della popolazione, possiede il Park Shopping, inaugurato l‟8 novembre 1983 e caratterizzato dalla sua continua innovazione. E‟ localizzato nei pressi dell‟aeroporto, in un area di 51.525 m2, e vanta marchi esclusivi distribuiti in 347 negozi su 3 piani. I negozi da bambino sono: BB Trends, Brooksfield Junior, Chicco, Lilica & Tivor, Paola da Vinci, Tip Top e Tyrol.

226


Dopo questa lunga lista la nostra scelta prevede l‟apertura di più punti vendita all‟interno del Brasile e in particolare suggeriamo di posizionarsi all‟interno di centri commerciali in differenti città. Inizialmente si potrebbe entrare nel mercato aprendo quattro locali di vendita in differenti centri commerciali. Optiamo per l‟apertura di tre punti vendita all‟interno dei centri commerciali di lusso, raggiungendo così il target con fascia di reddito elevata, e uno all‟interno di un

mall ove siano presenti i principali

competitor del brand, raggiungendo in questo modo il target infantile. Solamente a seguito dell‟affermazione del brand Monnalisa sul mercato,

l‟azienda

potrà

progettare

l‟espansione

tramite

l‟apertura di altri negozi non solo all‟interno di altri centri commerciali, ma anche nelle principali vie dello shopping di lusso delle città sopra menzionate.

227


Conclusioni Grazie al lavoro che ci è stato commissionato è stato possibile entrare in contatto diretto con un‟azienda di moda per bambini appartenente al settore lusso. Tramite ciò ci é stata fornita l‟opportunità di conoscere le dinamiche aziendali, il comparto di riferimento e il valore reale che sta dietro all‟impresa Monnalisa. Dall‟analisi dei paesi effettuati abbiamo conosciuto e apprezzato la realtà sudamericana, realtà in forte espansione e in costante crescita economica. Durante la formulazione delle strategie di espansione in questi paesi abbiamo riscontrato alcuni problemi, tanto che nel corso dello svolgimento le abbiamo modificate più volte. Da una prima analisi il paese a tutti gli effetti più attrattivo sembrava la Guyana Francese e così pareva anche dalla mappa d‟attrattività. Ci siamo però accorti lungo il percorso che questo stato presenta numerose

difficoltà:

informazioni

non

sempre

complete

e

aggiornate, appartenenza alla Comunità Europea come territorio d‟oltremare francese, totale assenza di competitors e centri commerciali, ecc… A fronte di ciò si è valutata la scarsa convenienza a penetrare nella capitale, Cayenne, con un solo punto vendita vista la mancanza di un target potenziale generata soprattutto dalla bassa densità demografica. Abbiamo poi formulato differenti strategie per Cile e Brasile, sia per quanto riguarda la produzione che la commercializzazione. Anche in questo caso la strategia è stata modificata nel corso della elaborazione. Infatti, avevamo inizialmente pensato ad una triangolazione

Italia

Cile

Brasile

rivelatasi in

seguito

contraria, almeno formalmente, alle legislazioni locali.

228


Alla luce dei fatti, abbiamo dovuto procedere ad un nuovo disegno di implementazione. Per quanto riguarda il Cile è stata individuata la possibilità di inviare direttamente dall‟Italia il prodotto finito, sfruttando in questo modo l‟accordo Italia Cile che azzera i dazi doganali. Per quanto riguarda il Brasile invece, abbiamo strutturato due differenti alternative

che

presentano vantaggi e

svantaggi

complementari. La prima prevede la totale produzione delle merci in Cile, che consentirebbe di ridurre i costi di produzione, ma al contempo si andrebbe a perdere il Made in Italy. Da un punto di vista etico ritenemmo più appropriato mantenere il Made in Italy, ma è opportuno valutarne la convenienza in termini economico – finanziari. L‟azienda disporrebbe infatti della possibilità di sfruttare il fattore di differenziazione costituito dal “Made in Monnalisa”. La seconda alternativa prevede invece di inviare il prodotto semi – lavorato in Cile e concludere la sua realizzazione in loco; così facendo non si andrebbe a perdere il Made in Italy, ma i costi sarebbero superiori. In entrambe le alternative si è deciso di togliere l‟attuale licenza di produzione all‟attuale partner brasiliano. Nell‟immediato decidiamo di aprire punti vendita solo in questi due

stati

per

effettuare

una

sorta

di

test

sudamericano. A seguito dell‟apertura di questi

sul

mercato

e nel caso di

risultati positivi, dopo circa tre – quattro anni sarà possibile valutare l‟estensione del brand Monnalisa anche in Argentina e di

229


riflesso in Uruguay, in quanto meta turistica di lusso del popolo argentino. Attualmente, infatti, il mercato di questi due paesi non è ancora sufficientemente sviluppato per accogliere il prodotto Monnalisa, prodotto che essendo quasi totalmente sconosciuto al mercato sudamericano otterrà riscontri positivi solo nel lungo termine. Crediamo che le nostre proposte di intervento siano efficaci ed efficienti e possano portare Monnalisa ad ottenere una forte brand awareness nel contesto latino americano. Raccomandiamo inoltre la massima cautela nell‟interagire con gli stakeholders, inviando sul posto un proprio staff sia in fase conoscitiva che di sviluppo vero e proprio del progetto.

230


Appendice A A1 – Messico A.1.1 Informazioni generali Il Messico è una democrazia rappresentativa composta da 31 Stati Federali e da un Distretto Federale, dove si trova la capitale, Città del Messico. La capitale è la città più popolosa con 19231829 abitanti. Le altre città hanno tutte meno di un quarto della popolazione di Città del Messico; tra le più importanti troviamo Guadalajara, Monterrey, Puebla, Toluca de Lerdo e Tijuana. In Messico non esiste una lingua designata come ufficiale. Tuttavia la lingua più parlata e compresa dalla quasi totalità della popolazione è lo spagnolo, seguita da lingue indigene degli Indios. Queste

lingue

sono

parlate

da

circa

il 7%

della

popolazione e sono 62, tra le quali le più parlate sono il Nahuatl e il Maya. L‟inglese è molto conosciuto nelle grandi città, nelle città al confine con gli Stati Uniti e nelle località turistiche. Le più prestigiose scuole private offrono da qualche anno un‟educazione bilingue e ciò rende questa lingua molto diffusa tra i giovani. Da segnalare anche il caso della comunità di ChiPILo nello stato di Puebla: essendo stata fondata nel 1882 da emigrati veneti i loro discendenti conservano inalterato il dialetto originario. La religione predominante è quella cattolica (89%), seguita dai protestanti (6%)

e da altre religioni minori (5%).

Alcuni

amerindi, pur dichiarandosi cattolici, praticano in realtà una religione sincretista, che mescola il cristianesimo con alcuni elementi degli antichi culti atzechi e maya. La valuta ufficiale è il peso messicano. 231


Il territorio messicano fu abitato da cacciatori e raccoglitori a partire da circa 30000 anni fa. L‟agricoltura iniziò a svilupparsi nel IX secolo a.C., tuttavia la coltivazione più importante, quella del mais, non iniziò fino al V secolo a.C.. Il vasellame fu introdotto nel 2500 a.C., data che segna l‟inizio della civiltà mesoamericana. Dal XII secolo a.C. fino alla conquista spagnola del 1521, il Messico fu la patria di civiltà avanzate quali: gli Olmechi, la civiltà di Teotihuacàn, gli Zapotechi, i Maya, i Toltechi e gli Aztechi. Nel 1517 gli spagnoli raggiunsero la penisola dello Yucatan da Cuba. Gli spagnoli vennero inizialmente accolti pacificamente dall‟imperatore azteco Montezuma, perché scambiati da emissari di una delle loro principali divinità. Nel 1521 l‟impero azteco cadde e nel giro di cinque anni tutti i popoli mesoamericani vennero assoggettati. I soldati spagnoli arrivarono nel paese accompagnati da missionari, che procedettero alla conversione degli indigeni al cattolicesimo. Hernàn Corteés iniziò quindi la conquista di un vasto territorio, comprendente anche parte degli attuali Stati Uniti, chiamandolo Nuova Spagna, e fondò la nuova capitale, Città del Messico. La madre patria si arricchì grazie all‟agricoltura e alle attività minerarie, ma la popolazione indigena si ridusse dell‟80% a causa di epidemie e massacri.

232


Nel 1811 iniziò un movimento indipendentista che dopo 10 anni ottenne l‟indipendenza del paese. Il 4 ottobre 1824 nasce la repubblica sulla base di una Costituzione. Il XIX secolo fu caratterizzato però dall‟invasione

statunitense, che

drastica

in

diminuzione

dei

territori

mano

al

vide

la

Messico,

e

l‟insediamento di Spagna, Francia e Inghilterra. A seguito di questo, scoppiò una guerra tra Messico e Stati Uniti per riavere una parte del territorio, che si concluse con il Trattato di Guadalupe Hidalgo a favore degli Stati Uniti. Nel 1876 divenne presidente Porfirio Diaz. I suoi obiettivi erano la pace, il progresso e l‟apertura verso investitori stranieri. Tuttavia l‟insoddisfazione di alcuni ceti, in particolare la classe media, suscita nel 1910 la rivoluzione. Nel 1911 Diaz, per evitare una guerra civile, scelse l‟esilio in Francia e lascia il paese. La rivoluzione si concluse però solo più tardi (nel 1917), con la promulgazione

della

nuova

Costituzione,

e

le

violenze

si

protrassero sino al 1930. Tra il 1926 e il 1929 ci fu un‟altra rivoluzione ad opera dei cristiani, che terminò con un accordo che imponeva allo stato di rispettare la libertà religiosa. In seguito si alternarono vari presidenti di partiti diversi, da quello socialista a quello cristiano democratico, fino ad arrivare all‟attuale, Felipe Calderòn. Il presidente, in carica dal 2006, ha puntato sulla lotta al narcotraffico e alla criminalità organizzata e ha permesso di recuperare il rapporto con gli Stati Uniti.

233


A.1.2 Geografia Il territorio messicano di trova nel Centro America ed è il 14° paese più esteso al mondo con una superficie di 1.964.375 km2. La popolazione complessiva è di 112.336.538 abitanti (57,1 abitanti per km2). Esso confina è nord con gli Stati Uniti, a est con il Golfo del Messico e il Mar dei Caraibi, a sud-est con Belize e Guatemala e a ovest con l‟oceano Pacifico. Il territorio è in gran parte montuoso, ad eccezione della penisola dello Yucatan e delle coste del Golfo del Messico. Le principali catene montuose sono la Sierra Madre Occidentale e la Sierra Madre Orientale. Fra i numerosi fiumi del paese, il più importante è il Rio Bravo, che traccia il confine con gli Stati Uniti. Inoltre nei due oceani si trovano numerose isole, che insieme occupano uno superficie di 5.073 km2: le più importanti del pacifico sono le Revillagigedo e le Maria, le più importanti dell‟atlantico sono Guadalupe, Cedros, Angel de la Guarda, Coronado, Rocas alijos, Tiburòn e del Carmen. Numerosi sono anche i vulcani attivi. Il Messico è un paese con forti diversità climatiche: è infatti diviso dal Tropico del Cancro e ciò potrebbe idealmente separare due zone dal clima diverso (tropicale e temperato). In Messico si possono trovare climi freddi delle cime montane a chilometri

dai

climi

più

caldi

della

pianura

pochi

costiera.

Le

temperature variano dai -20° dello stato di Chihuahua ai 45° del deserto di Sonora. La temperatura media del paese tuttavia si aggira intorno ai 19°.

234


A.1.3 Popolazione Il 60% della popolazione è costituita da meticci, di discendenza mista europea (soprattutto spagnola) ed indigena, il 20% è di origine amerinda appartenente a varie nazioni indigene, il 19% è di origine europea e l‟1% è composta da minoranze varie. Gli europei sono soprattutto di origine creola (spagnola), ma vi sono anche italiani, francesi, tedeschi, polacchi, russi ed inglesi. Il Messico è lo stato che ospita il maggior numero di statunitensi, e ciò è dovuto ai legami economici sempre più intensi, a seguito dell‟accordo di libero commercio tra i due paesi. Ospita invece pochi italiani: è infatti il paese con la più bassa presenza di popolazione di origine italiana di tutta l‟America Latina. Il tasso di fertilità è simile a quello dei paesi del Sud America (19, 13 nati su 1.000 persone), così come il tasso di mortalità infantile (17,29 morti su 1.000 nati vivi). Il tasso di crescita della popolazione

stimato per il 2011

è

positivo

(+1,102%)

e

l‟aspettativa di vita media è in linea con quelli europei (76,47 anni).

La

distribuzione

della

popolazione

per

età

è

così

235


composta: il 28,2% ha tra 0 e 14 anni, il 65,2% ha tra 15 e 64 anni e il 6,6% ha 65 anni o più. A.1.4 Quadro macroeconomico e politico Il rischio politico è medio: il deterioramento della situazione economica del paese sta riducendo la popolarità del presidente Calderon. La politica estera messicana è incentrata soprattutto sulle

relazioni

con

gli

Stati

Uniti,

che

vertono

sui

temi

dall‟immigrazione, della regolarizzazione dei flussi migratori, del controllo dei traffici di droga e della lotta alla criminalità organizzata. Inoltre il paese, già membro del North American Free Trade Agreement (NAFTA), con Canada e Stati Uniti, ha iniziato il processo di adesione al South American Common Market (MERCOSUR). Il rischio economico è medio. L‟economia messicana dell‟ultimo biennio è cresciuta a tassi moderati, tuttavia lo slowdown degli Stati Uniti (che assorbono circa l‟80% dell‟export) sta causando un rallentamento della crescita. In particolare ne risente il settore manifatturiero, che costituisce più del 70% dell‟attività del paese. Al momento il settore petrolifero assicura rendimenti elevati, ma la capacità produttiva è in calo e le previsioni per i prossimi anni sono negative. La riforma petrolifera avviata mira a contenere la spesa pubblica e diminuire la dipendenza dalle rendite petrolifere. Tuttavia il peso della gestione di Petromex e la diminuzione dei ricavi dovuta al calo produttivo influiscono sul deficit di bilancio. Grazie ad una politica prudente, il livello dell‟inflazione continua ad essere contenuto (4,4 % nel 2010). Resta fondamentale per il futuro l‟attuazione di riforme per le infrastrutture, per il mercato del lavoro e per la liberalizzazione del settore energetico. La 236


.posizione debitoria del Messico nei confronti dell‟estero è migliorata e l‟importo totale è sceso al di sotto del 20% del PIL. Il PIL è pari a 1.548.007 milioni di dollari, mentre il PIL pro capite è pari a 14.634 $. Esso è cresciuto nel 2010 del 5,3% dopo aver subito una contrazione del 6,1% nel 2009. L‟eliminazione delle restrizioni alla partecipazione straniera, avvenuta nel 1998, ha comportato in questi anni un significativo aumento della presenza estera nel sistema bancario messicano. Banche straniere controllano infatti tutte le principali banche commerciali del paese, con la sola eccezione della Mercantil del Norte. Il governo messicano resta in possesso di otto banche di sviluppo, mirate

a

fornire

finanziamenti a

specifici settori

dell‟economia, quali le piccole e medie imprese, le infrastrutture e le opere pubbliche, l‟agricoltura e il commercio estero. L‟apparato burocratico del Messico resta ingombrante, costoso ed inefficiente, come dimostra la diffusa pratica dei pagamenti irregolari per aggirare gli ostacoli amministrativi. Infatti la corruzione è molto diffusa. Con l‟adesione alla NAFTA e con accordi bilaterali con l‟UE, il governo messicano ha adottato un atteggiamento legislativo ed operativo di maggiore apertura nei confronti degli investitori esteri.

Tuttavia

in

alcuni

settori,

come

quello

energetico,

permangono alcuni ostacoli. Il sistema delle infrastrutture è soddisfacente nelle aree urbane ma scarso nell‟entroterra. Il livello di criminalità resta elevato, situazione peggiorata dalla corruzione della polizia. Il paese non è soggetto a nessun rischio naturale particolare.

237


Nel 2008 l‟export italiano in Messico è diminuito del 17% a causa di un calo delle esportazioni di prodotti meccanici e manifatturieri di circa 2,3 miliardi di euro. I settori di punta dell‟export italiano sono

i prodotti energetici raffinati

(27

%), la

meccanica

strumentale (25 %) e la metallurgia (17 %). Il mercato dei beni di consumo di lusso riscontra in Messico un interesse crescente: una vasta classe sociale ad alto reddito ricerca sempre di più la novità e la qualità nell‟offerta dei prodotti, come dimostra le crescita vertiginosa delle boutique di lusso. Tra le imprese italiane di moda quelle che hanno aperto stabilimenti produttivi in Messico sono Max Mara, Salvatore Ferragamo, Ermenegildo Zegna e Benetton. Secondo uno studio di Nielsen il Messico è il quarto paese del mondo per consumo di marche di lusso e in America Latina supera nettamente il Brasile. Infatti circa 7 milioni di abitanti del Messico hanno un reddito tale da consentire l‟acquisto di beni di lusso e la vicinanza del paese con gli USA ha imposto status symbol tipici, così come anche il credito al consumo.

238


A2 – Analisi PESTEL e dei concorrenti POLITICAL Il

Messico

è

una

repubblica

federale

rappresentativa

democratica: si basa su un sistema congressuale, dove il presidente è sia a capo del governo che a capo dello stato, e su un sistema multipartitico. Il governo federale rappresenta gli Stati Uniti del Messico ed è diviso in tre rami: esecutivo, legislativo e giudiziario, come stabilito dalla Costituzione Politica degli Stati Uniti del Messico del 1917. Anche gli stati che costituiscono la federazione devono avere una forma di governo repubblicana basata su un sistema congressuale, come stabilito dalle loro rispettive costituzioni. Il potere esecutivo è esercitato dal ramo esecutivo, che è presieduto dal presidente e sottoposto alla revisione di un gabinetto di segretari indipendenti dal ramo legislativo. Il potere legislativo spetta al Congresso dell‟Unione, una legislatura bicamerale composta dal Senato e dalla Camera dei Deputati. Il potere giudiziario è infine esercitato dalla magistratura, costituita dalla Corte Suprema di Giustizia della Nazione, dal Consiglio Federale Giudiziario e dai singoli tribunali. La politica del Messico è dominata da tre partiti: il Partito Azione Nazionale (PAN), il Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) e il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI). Tutti i partiti politici devono essere registrati presso l‟Istituto Federale Elettorale (IFE), l‟istituzione incaricata di organizzare e supervisionare i processi federali elettorali. Per essere ammessi in questo registro è necessario ottenere almeno il 2% di voti alle elezioni federali. I partiti politici registrati ottengono finanziamenti pubblici e privati entro i limiti imposti dalla legge. 239


ECONOMICAL Il Messico ha un‟economia di libero mercato e fa parte dei paesi a reddito medio - alto. E‟ infatti all‟ 11° posto fra le più grandi economie della terra in termini di PIL misurato a parità di potere d‟acquisto. Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale il Messico ha il secondo reddito più alto fra i paesi dell‟America Latina in termini nominali e il più alto in termini di parità di potere d‟acquisto. Il Messico, dopo la crisi del 1994, ha intrapreso una notevole fase di recupero, modernizzando e diversificando la propria economia. Le recenti amministrazioni hanno anche permesso un miglioramento delle infrastrutture e l‟apertura alla concorrenza in settori quali quello portuale, ferroviario, delle telecomunicazioni, dell‟energia elettrica, della distribuzione di gas naturale e degli aeroporti. La più grande fonte di reddito è il petrolio, ma molto redditizio è anche il settore auto motive (il Messico è il più grande produttore di autovetture di tutta l‟America). Secondo la Goldman Sachs nel 2050 il Messico sarà tra le cinque economie più grandi del paese, insieme a Cina, Stati Uniti, India e Brasile. La popolazione in condizioni di povertà è notevolmente diminuita nel corso dell‟ultimo decennio, tuttavia le disparità di reddito restano notevoli, non solo tra ricchi e poveri, ma anche tra il nord e il sud del paese e tra le zone urbane e quelle rurali. Con il North American Free Trade Agreement (NAFTA) è stato stipulato un accordo di libero scambio per il 90% delle merci con oltre 40 paesi. Infatti il 90% delle esportazione va verso USA e Canada e il 65% delle importazioni provengono da questi due paesi. Altri importanti accordi commerciali sono stati firmati con l‟Unione Europea, il Giappone e Israele. Il valore totale delle

240


esportazioni è al 15° posto del mondo, valore pari a tutte le esportazioni considerate insieme del MERCOSUR. SOCIAL Fin dagli anni ‟90 il Messico ha registrato indicatori sociali positivi, come il tasso di mortalità infantile e il tasso di scolarizzazione, al pari dei paesi altamente sviluppati. Purtroppo il settore della salute pubblica non lo è altrettanto: nonostante tutti i messicani abbiano diritto a ricevere cure pubbliche dallo stato solo poco più della metà ne usufruisce. Le infrastrutture sanitarie sono eccellenti nella maggiori città, ma ancora scarse nelle piccole città rurali. I servizi sanitari privati rappresentano il 13% di tutte le attività mediche del paese e hanno costi mediamente inferiori a quelli degli USA. Dal punto di vista dell‟istruzione, il Messico è il primo paese che ha reso universale l‟educazione già ai tempi degli Aztechi. Ha inoltre uno dei più alti corpi docente dal mondo, con solo 26 alunni per insegnante. Gli studenti messicani sono quarti per capacità di problem solving, terzi per i settori della scienza e della

tecnologia

e

ottavi

nella

matematica.

Il

tasso

di

alfabetizzazione è pari al 94% sotto i 14 anni e al 91% sotto ai 19 anni. Problemi molto sentiti sono quelli del traffico di droga e di armi e della criminalità organizzata. La polizia locale rispetta i diritti umani dei cittadini ma compie abusi di potere nei confronti delle comunità indigene e degli abitanti dei quartieri più poveri. I cittadini messicani, non avendo grande fiducia nella polizia, non segnala i crimini come nelle società sviluppate, favorendo ancora di più i numerosi casi di corruzione.

241


TECHNOLOGICAL L‟Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) è stata istituita nel 1910, istituto che diventerà uno dei più importanti centri di istruzione superiore. Al suo interno spuntano i corsi di scienza, medicina e ingegneria. Nuovi istituti di ricerca, come il National Polytechnic Institute, sono stati fondati nel corso degli anni ‟20. Nel 1959 Rodolfo Neri Vela è diventato il primo cittadino messicano ad entrare nello spazio. Numerosi anche i premi nobel messicani, come quelli per la chimica assegnati a Mario Molina, Paul Crutzen e Sherwood Rowland. Il più grande progetto scientifico degli ultimi anni è stata la costruzione del telescopio Millimeter, il più grande e sensibile telescopio nella sua gamma di frequenza. Inoltre una grossa percentuale di elettrodomestici a brand americano sono in realtà di creazione o design messicano. Nel 2008 uno su quattro era messicano. Questa produzione crea il 22% di tutto il PIL e il settore dell‟high tech è in costante crescita (circa + 63% all‟anno). In Messico vengono anche prodotte moltissime autovetture a marchio BMW e Mercedes-Benz e prodotti elettronici, come televisori e playstation Sony. ENVIRONMENTAL Il Messico possiede una vasta gamma di ambienti naturali: presenta regioni temperate, tropicali e deserti. Inoltre la sua topografia

montagnosa

genera

innumerevoli microclimi

che

creano l‟habitat ideale di una vastità di specie vegetali e animali. Eppure molte specie sono in pericolo: l‟impatto dell‟uomo è 242


spesso

disastroso

e

la

lista

dei

problemi

ambientali

è

lunghissima. I principali fattori di rischio sono:  Scarsità di impianti di smaltimento dei rifiuti pericolosi  Migrazione degli abitanti dalle zone rurali a quelle urbane  Scarsa disponibilità di acqua naturale: inaccessibilità al nord e inquinamento al sud  Liquami e scarichi industriali fortemente inquinanti nei fiumi urbani  Deforestazione  Diffusa erosione  Deterioramento dei terreni agricoli  Aria e acqua inquinate nella capitale e nei centri urbani al confine con gli Stati Uniti  Cedimenti del terreno nella Valle del Messico causati dal progressivo esaurimento delle risorse idriche Una trentina di gruppi ecologisti si sono fatti avanti negli ultimi anni per far comprendere al governo la serietà di questi problemi. Tra questi troviamo il Movimento Messicano Ecologista, composto da circa 10.000 membri, e il Gruppo di Cien, composto da 100 intellettuali che cercano di imprimere nella mente della popolazione le questioni ecologiche sfruttando la loro popolarità e la possibilità di accedere ai media. LEGAL Contrariamente alla diffusa credenze statunitense, il sistema legale messicano è funzionale. Esso si basa su dogmi greci antichi e su dogmi francesi moderni, che lo rendono molto simile

243


a quello europeo. Il Messico utilizza al pari dell‟Europa diversi codici, come il Codice Civile e il Codice del Commercio. In Messico il diritto amministrativo, così come le leggi sulle tassazioni, le banche e i servizi finanziari, decisioni vincolanti e regolamenti, sono spesso emessi dalle agenzie di corrispondente regolamentazione. Queste norme e sentenze hanno valore di giurisprudenza vincolante. Il diritto amministrativo ha assunto, nel corso degli anni, una valenza tale da superare a livello di importanza il diritto civile. I singoli giudici hanno comunque la piena libertà di applicare la legge a seconda dei casi e non sono, nella maggior parte dei casi, vincolati da sentenze precedenti e da corruzione. Il sistema giudiziario si divide in giurisdizione ordinaria e speciale: nel primo caso si localizzano le corti federali e le corti statali, nel secondo le corti create per risolvere problemi gravi e inaspettati, come il disastro petrolifero che ha colpito il Messico nel 2010. Il diritto penale messicano ha alcune caratteristiche interessanti: in primo luogo l‟imputato è considerato colpevole fino a prova contraria, spetta dunque ai suoi legali dimostrarne l‟innocenza. Non esiste la pena di morte e le carceri sono generalmente più permissive (non esiste la libertà vigilata, ma sono possibili uscite e visiti coniugali regolari). La frode non è considerata, come in molti stati, reato civile, ma reato penale. Competitors I principali centri commerciali del Messico si concentrano nelle città con più di 2.000.000 di abitanti e con capacità di spesa

244


elevate. Queste sono, oltre ovviamente alla capitale Città del Messico, Guadalajara, Monterrey e Puebla. A Città del Messico si trovano moltissime tipologie di negozi differenti, dai grandi centri commerciali alle boutiques di lusso nelle vie del centro. I più importanti centri commerciali sono: Sanborns, Liverpool e Palacio de Hierro. Saborns è il più grande centro commerciale del Messico ed è stato fondato il 19 giugno 1903 da due immigrati californiani, Walter e Frank Saborn. Durante la rivoluzione messicana è diventato un vero e proprio punto di riferimento ed è tuttora conosciuto come luogo di riunioni e incontri di Emiliano Zapata. Attualmente il centro commerciale appartiene al Gruppo Carso controllato da Carlos Slim, la persone più ricca al mondo, e ha più di 18.000 dipendenti. Del gruppo fanno parte anche Sears Mexico, 125 Sanborns Stores, 34 Sanborns bar e 65 negozi di musica. Il gruppo è anche presente con on-line con un sito di ecommerce. Purtroppo, proprio a causa del sito di e-commerce, non è possibile reperire i negozi presenti al suo interno. Liverpool è il più grande department store messicano, operante in 79 negozi e in un centro commerciale di lusso, Galerias Insurgentes. E‟stato fondato del 1847 da Jean Baptiste Enrard, un francese che ha iniziato la sua carriera vendendo abiti porta a porta. Il centro ha ora più di 30.000 dipendenti e vende abiti, cosmetici, prodotti elettronici e complementi d‟arredo. Ogni anno si tiene al suo interno la Fashion Fest of Liverpool, evento che mostra le nuove tendenze a vanta collaborazione con le più famose modelle al mondo, come Valeria Mazza, Eva Herzigova e Heidi Klum.

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All‟interno di Galerias Insurgentes si trovano 5 negozi per bambini: Campanita, Candy, Ferrioni, Georgie Boy e Oshkosh. Tra questi l‟unico possibile competitor di Monnalisa è Campanita. Campanita è un gruppo imprenditoriale fondato nel 1970 che produce abbigliamento per bebè e bambini da 0 a 12 anni. Il suo punto di forza è la qualità, caratteristica che ha permesso al brand di espandersi, contando oggi ben 57 negozi monomarca nel

distretto

federale

e

in

altre

città

importanti,

come

Guadalajara e Puebla.

Galerias Insurgentes appartiene ad un gruppo con altri 12 centri commerciali dai nomi simili. In questi sono presenti moltissimi negozi per bambini oltre a Campanita. Un competitor possibile di Monnalisa è sicuramente Neck and Neck. Neck and Neck è una marca spagnola leader nella produzione di abbigliamento per bambini da 0 a 14 anni. E‟ nata nel 1993 ma è diventata famosa a livello mondiale solo nel 1998. Oggi detiene 161 punti vendita in Spagna e 51 nel resto del mondo (Portogallo, Francia, Regno Unito, Andorra, Cipro, Italia, Libano e Messico) e offre più di 800 modelli differenti.

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Un‟altra popolosa città del Messico è Guadalajara. Guadalajara è conosciuta soprattutto per la sua industria calzaturiera e vanta addirittura un centro commerciale solo di scarpe, la Galeria del Calzado. Tra i centri commerciali più importanti troviamo: Plaza Galerias, Plaza del Sol e Plaza Patria. Plaza Galerias è il più grande centro commerciale della città e sorge su una superficie di 160.000 m2 con più di 220 negozi. Al suo interno si trova il cinema più grande di tutto il mondo latinoamericano, un‟ampia scelta di ristoranti e un bingo per tutta la famiglia. Questo centro è orientato ai marchi di lusso, come Ermenegildo Zegna, Salvatore Ferragamo, Max Mara e altri, e al Made in Italy. Sono presenti inoltre cinque negozi per bambini: Bambola, Campanita, Fullsand, Prenatal e Zyleris. Oltre al già citato Campanita, è interessante il negozio Zyleris. Quest‟ultimo è un negozio monomarca di abbigliamento e accessori che vende esclusivamente prodotti Made in Italy e, come tale, potrebbe essere una buona vetrina per Monnalisa. Il negozio produce infatti un prodotto dal taglio classico e sartoriale esclusivamente per maschi. L‟azienda è stato fondata nel 1959 a

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Città del Messico e, ad oggi, vanta sette negozi monomarca all‟interno dei centri commerciali più prestigiosi di tutto lo stato.

Plaza del Sol è un centro commerciale fondato nel 1968 ed è situato in una centrale posizione strategica, posizione che lo rende un punto di passaggio quasi obbligato per tutti i turisti che visitano annualmente la città. Purtroppo dal punto di vista del marketing on-line non è molto sviluppato e il sito non è attualmente funzionante. Al suo interno sappiamo però che si trovano i negozi Bambola e Infantkids. Un altro centro commerciale della città è Plaza Patria. Anche il sito di questo è attualmente in costruzione ma possiamo supporre che vi si trovino alcuni negozi per bambini.

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Monterrey, città molto conosciuta per essere meta turistica, sta assumendo un posto di rilievo fra le città dello shopping messicano.

In

questo

luogo

si

trovano

tantissimi

centri

commerciali, tra cui quelli della catena Sanborns, Sears e Suburbia. Il Cita del Mall, della catena Sears, vanta due negozi per bambini: Justice e The Children’s Place. The Children’s Place è un marchio di abbigliamento e accessori statunitense per bambini da 0 a 14 anni. Ha tre linee differenti: Girls and Boys (4-14 anni), Baby Girls and Boys (6 mesi-4 anni) e Newborn (0-12 mesi). Vanta tantissimi negozi in tutti gli Stati Uniti, Canada, Hawaii, Porto Rico e Messico e uno shop on line. Lo stile e il prezzo del brand sono di categoria inferiore rispetto a Monnalisa (più simile a Cheeky e Mimo&Co), ma potrebbe comunque

competere

per

la

sua

presenza

insistente

in

moltissime città differenti.

249


All‟interno del centro Paseo San Pedro, inaugurato nell‟omonimo quartiere in forte espansione il 25 novembre 2005, si trova un solo negozio per bambini: Nanos. Nanos è un brand spagnolo in forte espansione: vanta negozi in Spagna, Portogallo, Messico e Regno Unito. Possiede inoltre uno shop on line. Esso produce abbigliamento e accessori per bambini da 0 a 14 anni. Ha un range di prezzo elevato e uno stile simile a quello di Monnalisa. Il colore predominante, non solo nei prodotti, ma anche negli stores, non è però il rosa bensì il panna.

Galeria Valle Oriente è un altro centro commerciale che vanta una posizione strategica nella città e ha al suo interno marchi

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internazionali quali Mont Blanc, Prada e Massimo Dutti. Presenta quattro negozi di moda per bambini: Prenatal, Mimo&Co, Osh Kosh e Mon Caramel. A parte Mimo&Co nessuno di questi è in diretta competizione con Monnalisa. A Puebla infine, quarta città del Messico per popolazione, il più grande centro commerciale prende il nome di Centro Comercial Angelopolis. Esso si estende su una superficie di 204037 m2 e ha al suo interno Sanborns, Liverpool, Sears e Palacio de Hierro. Nella luxury hall di recente costruzione sono inoltre ubicati 32 negozi esclusivi, come Emporio Armani e Burberry’s. Al suo interno si trovano inoltre cinque negozi per bambini: Baby care, Campanita, Catimini, Garoto e Sparkling Princess. Oltre

all‟ormai

noto

Campanita,

un

competitor

diretto

di

Monnalisa è Catimini. Catimini è un brand francese nato nel 1972 che produce abbigliamento e accessori per bambini da 0 a 14 anni. Esso è presente in America, Europa, Africa, Asia e Indonesia con tantissimi punti vendita mono e multimarca. In Messico

possiede

sei

punti

vendita,

4

multimarca

e

due

monomarca, a Città del Messico e a Puebla.

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A3 – Strategia Messico Nonostante il Messico non rientri nei paesi dell‟America del Sud, abbiamo comunque deciso di studiarlo in quanto a nostro parere ben più attrattivo di Brasile, Cile e Guyana Francese. Attualmente presenta rischi politici, economici, finanziari e operativi giudicati dalla CIA come medi. In realtà questo valore medio non può essere però comparato a quello del Brasile in quanto in realtà è sicuramente inferiore. L‟economia, dopo la crisi degli anni passati, si sta infatti riprendendo. Il PIL è nettamente cresciuto e, nonostante sia aumentata la distinzione tra le classi più povere e quelle più abbienti, la fascia di popolazione in situazione di povertà è nettamente diminuita. Il ceto abbiente invece, con una capacità economia tale da poter comprare il prodotto Monnalisa, si è notevolmente allargato, contando ora più di 7.000.000 di persone. Queste si concentrano soprattutto nella grandi città dell‟entroterra e nella città turistiche costiere, come Città del Messico, Guadalajara, Monterrey e Puebla. La vicinanza dello stato con gli Stati Uniti ha inoltre diffuso la cultura e gli status symbol americani, apportando una notevole crescita delle vendite di prodotti legati al lusso. Molti brand italiani, approfittando della crescente ricerca della moda Made in italy, hanno aperto corner o negozi di proprietà nello stato. Questo è stato possibile anche grazie ad un recente accordo tra Messico e Unione Europea che ha permesso l‟ abbattimento dei dazi doganali. Attualmente sono molto esigui e si aggirano attorno al 10% comprensivi di IVA.

252


Il Messico ha inoltre avviato le pratiche per entrare a far parte del MERCOSUR entro il 2013; ciò consentirebbe a Monnalisa di approfittare di economie di scala facendo arrivare i prodotti direttamente dall‟Uruguay. Le esportazione e le importazione da e per gli Stati Uniti, seppur molto alte, stanno ultimamente calando grazie agli accordi menzionati in precedenza che favoriscono gli scambi con l‟UE. Da tenere però in considerazione che Messico e Stati Uniti hanno in corso già da molti anni un accordo di libero commercio che permetto lo scambio di merci a costo zero. Questo potrebbe essere sfruttato da Monnalisa per un ulteriore espansione: le merci dirette al negozio di New York potrebbero arrivare direttamente dal Messico, abbattendo i dazi doganali, e, sempre sfruttando questa facilitazione, si potrebbe valutare l‟apertura di altri negozi nel territorio nord americano. Dal punto di vista della popolazione, tutte le informazioni in nostro possesso ci fanno propendere per una decisione di investimento. Il Messico è lo stato con più popolazione di tutto il territorio

latinoamericano

(112.336.538

abitanti);

anche

il

turismo è molto sviluppato e garantisce la maggior fonte di reddito al paese: ogni anno in media 20.000.000 di turisti visitano il paese. Questi ultimi sono in larga parte di origine europea, così come i residenti (circa il 79% tra europei puri e meticci). Il tasso di crescita della popolazione stimato è positivo, così

come

il

tasso

di

natalità.

Inoltre

la

popolazione

è

decisamente giovane (il 28,2% ha tra 0 e 14 anni) e istruita. Il Messico è infatti il paese latinoamericano con il tasso di alfabetizzazione più elevato.

253


Per quanto riguarda la situazione competitiva, essa si presenta diversa

rispetto a

quella

degli altri

paesi analizzati.

Non

prevalgono brand locali, ma brand internazionali. Tra questi gli unici presenti anche in Sud America sono Cheeky e Mimo&Co, il primo con un solo negozio e il secondo con due (tra l‟altro di recente apertura in quanto nemmeno menzionati sul sito ufficiale dell‟azienda). I principali competitors internazionali presenti in Messico si collocano, come per i paesi sudamericani, nei grandi centri commerciali delle maggiori città, quali Galerias Insurgentes a Città del Messico, Plaza Galerias a Guadalajara, Galeria Valle Oriente e Paseo San Pedro a Monterrey e Centro Comercial Angelopolis a Puebla. In questi centri è spesso presente un brand, di fascia di prezzo inferiore a Monnalisa, ma molto apprezzato dai messicani: Campanita. Non riteniamo che possa essere uno dei maggiori competitors ma va comunque considerato in quanto in costante espansione nello stato. I maggiori competitors di Monnalisa sono invece:  Zilerys  Nanos  Catimini Tra

questi un

competitor ma

anche

un

possibile

partner

commerciale è Zilerys. Con i suoi sette negozi monomarca questo brand è conosciuto e apprezzato in tutto il paese. Esso produce prodotti Made in Italy e ha sede a città del Messico. La cosa forse più interessante è che produce abbigliamento per soli

254


maschietti. Ciò lo rende un complementare di Monnalisa, il cui core business è l‟abbigliamento per bambine. Sarebbe dunque interessante, dopo un‟opportuna visita in loco, capire se vi è una reale possibilità di stilare un accordo tra le due società. Esso consentirebbe infatti a Zilerys di ampliare il proprio target di riferimento e a Monnalisa di farsi conoscere in Messico grazie ai punti

vendita

del

partner

collocati

in

zone

strategiche.

Ovviamente sarebbe possibile proporre al mercato solo le linee femminili. La

nostra

proposta

strategica

sarebbe

dunque

quella

di

contattare quest‟azienda (www.zilerys.com) per proporre una partnership commerciale che consentirebbe di abbattere anche i costi di promozione. I costi di promozione, sfruttando la popolarità già acquisita da Zilerys, potrebbero essere ridotti alla partecipazione a fiera di settore, quali Expo Bebè y tu a Puebla, Expo maternidad y bebè e Expo mi nina (per bambine da 5 a 15 anni) a Monterrey e Expo Baby Show a Guadalajara. Se la via della partnership non fosse praticabile opteremmo comunque per l‟apertura di negozi monomarca all‟interno dei centri commerciali menzionati in precedenza e in particolare a Plaza Galerias a Guadalajara, in quanto qui si concentrano i brand di lusso internazionali.

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Monomarca:

Multimarca:

La nostra scelta ricade sui monomarca in quanto il Messico è un mercato in forte espansione destinato a diventare una delle economie più potenti del mondo entro il 2050. Nonostante molti brand stiano ora iniziando ad investire in Messico c‟è ancora un sostanziale vuoto di mercato, soprattutto nel segmento della moda di lusso per bambini, sempre più richiesta dalla crescente classe alto-borghese. In questo caso si potrebbe entrare con una più ampia gamma di prodotti, sia maschile che femminile, raggiungendo più velocemente l‟obiettivo prioritario di formare

256


brand identity. Ovviamente i costi promozionali sarebbero più elevati, ma

i risultati, anche

se

non

nell‟immediato,

non

tarderanno ad arrivare.

257


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260


Ringraziamenti Eccoci giunti alla fine di questo lavoro, non senza soddisfazioni e sacrifici, dove pensiamo sia doveroso ringraziare chi ci ha seguito passo passo in questo percorso. Vorremmo ringraziare in primis il nostro professore, Dott. Brandigi, per averci dato la possibilità di essere seguiti non solo nella stesura di questo progetto, ma anche durante tutto il corso di Managemet della Moda. Un ringraziamento all‟azienda Monnalisa S.p.A. e in particolare al Dott. Iacomoni, alla Dott.ssa Bertocci e al Dott. Simoni per averci dato la possibilità di “entrare a far parte del mondo Monnalisa”. Tanta stima e riconoscenza vanno al nostro tutor aziendale, Dott. Bessi, che con i suoi preziosi consigli, tanta pazienza e disponibilità ci ha permesso di approfondire questo argomento. Un grazie va anche allo staff del Campus della Moda e di Alma Graduate School per il loro costante appoggio durante tutto il master.

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