Portfolio di Architettura / Nicola Favaro / 2020

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PO RT F O L I O Nicola Favaro

2020


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INDICE Curriculum Vitae Futur ismo Prossimo Limite urbano, Limite naturale Costruire sul costruito Variazioni sul tema Scuola Mosaicisti del Friuli Costruire in forma resistente

03 05 17 23 31 39 45

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NICOLA FAVARO architetto Info 13.10.1995 Martellago | Venezia nk.favaro@gmail.com +39 346 045 0887 Nicola_Favaro95

Competenze Office AutoCAD SketchUp InDesign Photoshop Illustrator Rhino Photoscan

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Lingue

03

Italiano

madrelingua

Inglese

B2

Spagnolo

C1


Esperienze professionali: febbraio 2019 >> dicembre 2019

Collaboratore

giugno 2019 >> luglio 2019

Tirocinio curricolare

giugno 2017 >> luglio 2017

Tirocinio curricolare

Stefano Battaglia Architetto, Mestre (VE). Progetto di ristrutturazione e ampliamento di un’abitazione unifamiliare a Mestre (VE). Progetto di fattibilità di un edificio residenziale e commerciale, Lido di Venezia (VE). MIDE Architetti, Fiesso d’Artico (VE). Strategia urbana per un nuovo quartiere residenziale in Provincia di Bergamo. Architteti Ricci Val, Conegliano (TV). Progetto di restauro e cambio di destinazione d’uso per un punto vendita con bistrot per un’azienda di prodotti alimentari, Pieve di Soligo (TV).

Formazione: luglio 2020

Abilitazione all’esercizio della professione di Architetto Università Iuav di Venezia, Venezia. Ministero dell’Università e della Ricerca.

2017 >> 2020

Laurea Magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico Università Iuav di Venezia, Venezia. Dipartimento di Culture del Progetto.

settembre 2018 >> febbraio 2019

Programma Erasmus +

2010 >> 2014

Laurea Triennale in Architettura

Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid (ETSAM) Universidad Politécnica de Madrid, Madrid (ES).

Università Iuav di Venezia, Venezia. Dipartimento di Architettura Costruzione e Conservazione. agosto 2017

110/110

Concorso RCC Rome Contemporary Chapel Concorso Archmedium per il progetto di una cappella a-confessionale a Roma, via Giulia.

settembre 2016

110/110 e L

finalista

Worksop “A week with...” Workshop di rigenerazione urbana a Grisignano di Zocco (PD), con Luigi Snozzi (CH), Alberto Muttin (IT), Mario Gemin (IT).

luglio 2016

WAVE 2016, GroßStadt Marghera Onsitestudio (IT), con Angelo Lunati, Giancarlo Floridi, Michele Miserotti, FIlippo Cattapan.

luglio 2015

WAVE 2015, Approach to Venice con Giacomo Guidotti (Ch) e Frédèric Einaudi (FR).

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2020 | tesi di laurea

FUTUR ISMO PROSSIMO Centrale Termica e Cabina Apparati Centrali (Angiolo Mazzoni, Firenze). Riappropriazione di un passato recente Centro di ricerca e design della moda, Firenze. relatrice Sara Di Resta correlatore Giovanni Marras correlatore Ezio Micelli con: Laura Battaglia

1. Vista della Centrale dalla Fortezza da Basso

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La Centrale Termica e Cabina Apparati Centrali di Angiolo Mazzoni è uno dei pochi esempi italiani di architettura futurista. Completato nel 1934, ha funzionato fino ad oggi come Centrale per il riscaldamento della stazione di Firenze e per la gestione del traffico ferroviario. L’aggiornamento degli impianti ha reso obsoleti numerosi ambienti dell’edificio, comportandone un parziale abbandono e la trasformazione degli aspetti del progetto originari. Questo destino, comune ad altre architetture del XXI secolo, ha posto ai margini della memoria collettiva questi oggetti rappresentativi di un passato recente. Questa tesi si pone come obiettivo la ricerca di un metodo per la riappropriazione di queste architetture, permettendone il recupero e la conservazione.

Il progetto di restauro prevede la destinazione d’uso della Centrale a laboratorio di ricerca tessile e per il design della moda, centro di riferimento per il Distretto Tessile di Prato e Firenze. Le nuove funzioni sono state distribuite grazie ad un innesto architettonico che, dialogando con le volumetrie e le forme originarie, risolve i problemi relativi alla circolazione negli spazi interni. I materiali originari, testimonianza dei prodotti utilizzati largamente nelle architetture del XX secolo, sono stati riportati alla luce e conservati, mantenendo intatte le tracce del trascorrere del tempo su di essi, costruendo così un dialogo continuo tra nuovi innesti, materiali moderni originari e segni di invecchiamento della materia.


2020 | tesi di laurea

1.

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2020 | tesi di laurea

2.

07

2. Vista aerea del contesto


2020 | tesi di laurea

1927-1929

Masterplan della Stazione di Firenze

30 settembre 1933

gennaio 1933

Progetto della Centrale Termica

20 agosto 1932

Bocciato il progetto di Mazzoni, viene indetto il concorso per il fabbricato viaggiatori

30 dicembre 1932

Concorso per il fabbricato viaggiatori: vince il Gruppo Toscano

30 ottobre 1935

Inaugurata la Stazione di Santa Maria Novella

Inizio dei lavori:

Completamento ossatura in cemento armato della sola Centrale Termica. Il posizionamento della Cabina Apparati è ancora da individuare.

22 ottobre 1934

Dopoguerra

Termine dei lavori:

attivazione dell’impianto per la produzione di vapore e il controllo del traffico ferroviario.

Trasformazioni subite:

Modifiche degli spazi interni. Sostituzione impianti e camini originari. Tamponamento dell’ingresso per i vagoni ferroviari. Copertura e risarcitura dell’intonaco esterno.

oggi, 2020

Progetto di restauro:

Realizzazione di un Centro di ricerca e design della moda per il Distretto Tessile di Prato e il Polo Artigianale fiorentino. Conservazione dell’edificio.

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2020 | tesi di laurea

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12

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2.

03

3. 09

09

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06

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arrivo e sosta vagoni ingresso dei vagoni scarico del carbone elevatore nastro trasportatore tramogge di stoccaggio caldaie a carbone

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camini (scarico fumi) fondazioni accumulatori di vapore condotte distribuzione controllo scambi apparati centrali scambi ferroviari

08 09 10 11 12 13 14


2020 | tesi di laurea

4. 2. Funzionamento originario dell’edificio 3. Sezione AA’, stato di fatto 4. Sezione BB’, stato di fatto 5. Pianta piano del ferro

B

A

A’

B’

5.

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2020 | tesi di laurea

A

6.

Prospetto est, materiali Struttura struttura in cls armato tamponamento in laterizio La struttura in calcestruzzo armato ha permesso di superare le ampie luci legate agli impianti industriali presenti. Inoltre, ha permesso di realizzare sbalzi e volumi arrotondati che rispondono al carattere espressivo e futurista delle architetture di Angiolo Mazzoni.

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2020 | tesi di laurea

B C

4

1

2

3

A

B

C

Intonaco Terranova

Lega Ferro-finestra e vetro Termolux

Travertino

intonaco minerale a base di calce, inerti silicei e pigmento organico di colore rosso 1.5 cm (1), su rinzaffo di malta bastarda con gesso lisciata e cemento 0.75 cm (2), suppporto in laterizio (3), rasatura acrilica (4).

Lega di ferro carbonio con finitura a piĂš mani di vernice a base di olio di lino, bianco di zinco e minio di piombo, colore indaco. Doppia lastra in vetro minerale stratificato con riempimento in lana di vetro (Termoflex).

Pietra da taglio calcarea, usata per i davanzali, modanature delle porte e cordoli di coronamento.

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2020 | tesi di laurea

7.

Laboratorio di ricerca tessile e Design della moda Programma funzionale e distributivo Archivio tessile Biblioteca

Caffetteria e Bistrot

Terrazza

Atelier colletivo

Confezionamento e cucitura

Laboratorio di disegno Atelier/studioli

Coworking

Stampa tessuti 3D Taglio laser

Esposizioni

Area ristoro e relax

Sala Caldaie Spazio per eventi

Uffici direzione Marketing

Laboratorio di fotografia

Sala riunioni Teamwork percorso pubblico Showroom pubblico percorso pubblico percorso privato

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Ingresso Lobby Laboratori di ricerca materiali Ingresso laboratori Servizi


2020 | tesi di laurea

8.

7. Sezione longitudinale CC’ 8. Sezione longitudinale DD’ 9. Pianta del piano secondo (atelier)

E C

C’

D

D’

E’ 9.

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2020 | tesi di laurea

10.

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2020 | tesi di laurea

1. Riportare alla luce

I materiali originari sono stati riportati alla luce e conservati in quanto memoria degli elementi costruttivi dell’architettura del Moderno.

2. Tempo

Lacune e degradi fisiologici sono stati mantenuti come segno dello trascorrere del tempo, accostati ai nuovi inserimenti previsti dal progetto.

3. Rileggere le forme

Il tamponamento del portico (anni ‘50) è stato rimosso e sostituito con una nuova partizione che rilegge la volumetria originaria del progetto.

10. Sezione trasversale EE’ 11. Prospetto est, analisi del degrado e simulazione degli interventi

11.

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2018 | proyectos 6

LIMITE URBANO LIMITE NATURALE Centro Congressi, Laboratorio di Ricerca e Centro Interpretativo, Rifugio di Montagna. Córdoba (ES) - Jándula (ES)

professori: proyectos Emilio Tuñón Álvarez Ángela García de Paredes e Ignacio Pedrosa

Córdoba

Jándula

Guadalquivir

1. Inquadramento, Andalucia

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2. Catalogo delle opere idrauliche, Guadalquivir

Il progetto di un nuovo centro congressi deve fare i conti con l’adattamento di una tipologia, ormai obsoleta, alle necessità funzionali che oggi possiede, spesso mescolate ad altre, ottenendo un anuova tipologia di edifici. La diversa tipologia di ambiente, naturale ed artificiale, connesse dalla corrente del fiume Guadalquivir, ha scaturito la strategia del progetto. A Jándula un rifugio di montagna, destinato ad accogliere eventi culturali nella scena naturale della Sierra Morena, modificata dal duro segno della diga e del lago artificiale. A Córdoba un centro congressi civico e un centro di ricerca scientifica, ad incremento

della quantità dei posti di lavoro, per sviluppare un settore innovativo, in una città dominata principalmente dal turismo. Il programma è connesso all’arcaica vocazione idraulica del corso del fiume. La presenza di dighe, mulini e chiuse per l’irrigazione, ha modificato l’ambiente fluviale, assecondandone o mutandone la morfologia. Per questo l’istituzione di un centro di ricerca scientifica sull’ambiente fluviale, conferma la vocazione ambientale della regione andalusa, riavvicinando il tema ambientale alla città di Córdoba, legata alle acque del Guadalquivir,fin dai tempi dell’Impero Romano e della conquista araba.


proyectos 6 | 2018

Molino de Lope Gárcia 37°53’10”N 4°44’28”W

Presa de Villafranca 37°57’24”N 4°35’56”W

Aceñas arabes de Villa 37°57’24”N 4°35’56”W

Presa de Alcolea 37°55’44”N 4°39’53”W

Presa de Las Grúas del Carpio 37°57’12”N 4°29’43”W

Presa de Marmolejo 38°3’30”N 4°11’12”W

Presa Hidroeléctrica 37°56’31”N 4°39’01”W

Presa de El Salto 37°58’26”N 4°29’31”W

Presa de Casas Nuevas del Rio 38°1’21”N 4°12’57”W

Presa de La Vega 38°0’47”N 4°19’47”W

Presa de La Isabela 38°01’26”N 4°22’50”W

Presa de El Encinarejo 38°9’53”N 3°59’36”W

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2018 | proyectos 6

Córdoba

1.

Centro congressi e di ricerca - Córdoba

Creare un limite per la città nella Penisola di Miraflores, è il primo scopo del progetto. Il secondo, quello di connettere i due lati del parco, oggi tagliati dalla strada, attraverso lo stesso complesso di edifici. Lo schema volumetrico riflette queste necessità, ospitando in ogni volume una determinata funzione, rimanendo permeabile al piano terra, e al contenpo frastagliandosi verso il parco, creando una contrapposizione tra limite netto e limite sfrangiato. La facciata rivolta a sud, dall’aspetto lineare, determina una prospettiva che allaccia le due 1. Assonometria, Córdoba 2. Sezione del Centro Congressi 3. Attacco a terra

2.

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sponde della penisola, aprendosi con un fuoco sulla Mezquita Catedral, e realizzando una sequenza di spazi pubblici e piazze di fronte all’edificio. La distribuzione interna riflette la divisione in singoli ambienti delle funzioni, che permette di articolare le attività del centro in luoghi diversi, non nello stesso volume. Al tempo stesso è possibile realizzare una successione di spazi interstiziali di configurazioni differenti, come corti, pati o attraversamenti, che offrono allo stesso tempo diversi modi di vedere e vivere lo spazio architettonico.


Cรณrdoba

proyectos 6 | 2018

Serre

Centro Ricerche

Centro Interpretativo Ambientale del Guadalquivir

Ristorante

Centro Congressi Area Espositiva

Auditorium

3.

20


2018 | proyectos 6

Salto del Jándula

4.

Rifugio di montagna - Salto del Jándula

Lo scenario naturale del Salto del Jándula ha permesso di pianificare in quest’area il progetto di un edificio destinato ad attività culturali e ricreative, con l’intento di sfruttare la vista dell’ambiente naturale circostante. Il riferimento tipologico è quello di un tipico rifugio alpino, un edificio che vive nella natura e relazionato ad essa. L’idea del progetto è quella di creare una centro interpretativo dell’ecosistema di Jándula e della centrale 4. Prospetto ovest 5. Pianta del piano terra 6. Planivolumetrico

5.

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idroelettrica, con uno spazio espositivo, un piccolo ristorante/ristoro e un riparo per gli escursionisti della Sierra Morena. Il singolo volume dell’edificio si staglia come una roccia sulla cima del dirupo. Segue le linee del terreno, ed è ancorato alla roccia grazie al taglio del bordo della gola. Lo scenario iconico della parete della diga è usato come ambientazione del teatro all’aria aperta, realizzato grazie al tetto inclinato verso la diga.


Salto del Jรกndula

proyectos 6 | 2018

Lago di Jรกndula

Diga di Jรกndula

Rifugio di Jรกndula

Cava di granito

6.

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2018 | laboratorio integrato 2

COSTRUIRE SUL COSTRUITO Centro Culturale ed Edificio Residenziale, Trieste - Piazza Unità d’Italia

professori: progettazione architettonica e urbana Martino Doimo fisica tecnica e impianti Matteo Rigo progettazione strutturale Olimpia Mazzarella

con: Laura Battaglia Francesco Famà

1. Vista da Piazza Unità d’Italia

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Trieste riassume nella sua struttura urbana i secoli di storia che ha attraversato dalla sua fondazione. Intervenire nell’area di progetto significava relazionarsi con un costruito consolidato, che attraversa le epoche dai tempi dell’Impero Romano agli sventramenti del Ventennio fascista. Il progetto, prevede una duplice modalità di relazione a questo contesto: un podio basamentale, ricalca i tracciati della città medievale, sia quelli esistenti, sia quelli perduti e riportati alla luce, mentre due lame in elevazione definiscono, in maniera più distaccata, una nuova relazione con il contesto, marcan-

do gli assi della città asburgica e moderna. Questi due blocchi, di natura muraria e tettonica, accolgono funzioni diverse. Il podio, si apre sulle rovine romane volutamente riportate alla luce, divenendo spazio espositivo, congressuale e di servizio. Le due lame, accolgono le residenze e l’area commerciale da un lato, e la biblioteca pubblica dall’altro. La presenza di diversi dislivelli, ha permesso di arricchire il progetto, aprendo nuove percorrenze al suo interno e attraverso di esso, senza contrastare la caratteristica percorribiltà tra collina e mare, tipica della città di Trieste.


laboratorio integrato 2 | 2018

1.

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2018 | laboratorio integrato 2

2. 2. Sezione trasversale AA’ 3. Planivolumetrico

C’ A

B’

D B C

D’ A’

3.

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laboratorio integrato 2 | 2018

Podio 01 02 03 04

10

Piano terra Piano primo Copertura praticabile Copertura scavi

Lama 05 06 07 08 09 10

09

Struttura in acciaio Piano commerciale / Accessi Rivestimento (curtain wall) Residenze Roof terrace Copertura

Biblioteca/Uffici 11 12 13 14 15 16

Accessi Primo piano Struttura in acciaio Rivestimento (curtain wall) Secondo piano Copertura

16

p 08

15 07

Programma funzionale a. b. c. d. e. f. g. h. i. l. m. n. o. p.

Parcheggi Vani tecnici Lobby residenziale (P0) Sala conferenze Sale espositive Bookshop Scavi archeologici Ristorante Lobby residenziale (P1) Palestra Lobby Biblioteca Sala lettura Uffici Residenze

14

o

13 n 12

06

11

05 h

i

l

m 04

03 a b

g

e

02

b

f

e

e

a

g c

d

01

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2018 | laboratorio integrato 2

4. 4. Prospetto ovest, sezione BB’ 5. Piante piano terra e piano 1

6. Vista da Via del Teatro Romano

b’

b

5.

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laboratorio integrato 2 | 2018

6.

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2018 | laboratorio integrato 2

7. Residenze a Duplex, 300 mq b Monolocale, 60 mq c Quadrilocale, 110 mq

7. Sezione longitudinale CC’ 8. Piante piano 4 e piano 5 9. Sezione DD’

D b e a

d

c

b e a

d

c

D’ 8.

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d e

Duplex, 200 mq Bilocale, 90 mq


laboratorio integrato 2 | 2018

9.

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2017 | laboratorio integrato 1

VARIAZIONI SUL TEMA Quartiere di edifici sperimentali in legno, Porto Marghera (VE)

professori: progettazione architettonica e urbana Giovanni Marras tecnologie dell’architettura Thomas Reynolds (UK)

con: Laura Battaglia Francesco Famà

1. Masterplan dell’area

31

La genesi del progetto nasce da un’idea semplice, una cellula modulare in legno. Considerata come elemento individuale essa è priva di significato, ma grazie alla variazione di questo modulo è stato possibile ottenere differenti tipi di edifici, tipi nuovi da essere poi ripetuti come insediamento urbano nell’area di Porto Marghera, relazionati al sito e al suo genius loci. Il masterplan è stato influenzato dal pattern urbano già esistente e dall’elemento forte del canale industriale. L’insediamento quindi riflette tale carattere utilizzando un’impostazione funzionale a griglia, permettendo al contempo lo stabilimen-

to di una triplice gerarchia: il waterfront relazionato ad acqua e aria, la riva come diaframma tra acqua e terra, e la striscia verde che definisce un limite del sito e il gradiente tra acqua e terra. La riva è marcata da quattro torri, nonostante la loro forma monolitica, sono sintesi delle cellule abitative unitarie composte in varie configurazioni, contestualmente alla cellula urbana. Lo stesso concetto è stato applicato anche per gli edifici a corte, dove le singole unità residenziali mescolano spazio pubblico e privato, dando una nuova interpretazione alle tipologie domestiche urbane e al modo di viverle.


laboratorio integrato 1 | 2017

1. 32


2017 | laboratorio integrato 1

2. Vista del complesso dal canale. Prospetti e sezione delle torri

33


laboratorio integrato 1 | 2017

1. composizione modulo 9x9

2. disposizione delle terrazze

3. macromodulo (3 piani) 4. composizione della torre

5. composizione finale con hall e skylobby

34


5

4

3

2

3.

35

4.

1


laboratorio integrato 1 | 2017

5 Skylobby

struttura portante in legno lamellare (travi e pilastri) pannello orizzontale in x-lam per la terrazza connessione diretta con il nucleo

4 Macro-modulo

variazione

3 Macro-modulo

di 3 piani

struttura portante in legno lamellare (travi e pilastri) controventi in pannelli di x-lam specchiati per incrementare la resitenza ad azioni orizzontali

struttura portante in legno lamellare (travi e pilastri) controventi in pannelli di x-lam

2 Piano

terra

pilastri in legno lamellare a doppia altezza nucleo di controventamento in x-lam travi principali in legno lamellare solaio modulare bidirezionale a graticcio, legno lamellare

1 Fondazioni

pali di profondità in calcestruzzo armato rinforzato conficcati nel fondo del canale podio di contenimento, a contatto con l’acqua

3. Pianta piano tipo di un macro-modulo 4. Esploso assonometrico 5. Esploso assonometrico costruttivo

5.

36


2016 | laboratorio integrato 3

SCUOLA MOSAICISTI DEL FRIULI Uffici per la dirigenza scolastica, Spilimbergo (PN)

professori: progettazione architettonica Umberto Trame sistemi costruttivi Aldo Norsa

con: Laura Battaglia Elena Querini

1. Vista della hall d’ingresso

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La Scuola del mosaico di Spilimbergo è la più importante istituzione del suo genere nel panorama dell’insegnamento della disciplina in Italia e in Europa. Il complesso, dedicato all’insegnamento dell’arte musiva, nonché alla produzione di opere e manufatti in mosaico, da parte di studenti, artisti e artigiani, ospita la scuola vera e propria e i laboratori dove vengono preparate le opere e i manufatti più importanti. Tutto ciò all’interno di un edificio scolastico degli inizi dell’800, successivamente articolatosi in blocchi di fabbrica realizzati nel corso del ‘900, situato

nella prima espansione urbana della città. L’intervento di progetto è quello di realizzare un complesso che rilegga la filosofia e l’organizzazione della Scuola Mosaicisti, conferendo un carattere di unitarietà all’intero complesso di edifici. In particolare l’oggetto di intervento riguarda la realizzazione del blocco uffici e centro direzionale della scuola, nell’area situata a nord della corte centrale dei laboratori e delle esposizioni, connessa con l’edificio scolastico e relazionata al contempo con gli interventi dei nuovi laboratori produttivi, della loggia mercato espositiva e della “manica lunga”.


laboratorio integrato 3 | 2016

1.

38


2016 | laboratorio integrato 3

Viste dell’edificio 2. Planivolumetrico

Uffici della dirigenza

Edificio scolastico

Laboratori Biblioteca

Auditorium

Museo

2.

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laboratorio integrato 3 | 2016

3.

4.

5.

3. Prospetto sud 4. Pianta piano terra 5. Sezione trasversale

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2016 | laboratorio integrato 2

RICOSTRUIRE IN FIGURA R E S I ST E N T E Municipio in una Piazza analoga veneta

professori: progettazione architettonica Pier Antonio Val progettazione strutturale Sandra Bullo

con: Michele Franzoi Costanza Sossai

1. Vista dalla piazza del paese

41

Nella società contemporanea, caratterizzata dall’avanzamento della tecnologia, il mantra del “tutto si può fare” diventa la soluzione per numerosi problemi. Talvolta, in architettura, per topos, tipo e luogo. Scopo del corso è quello di progettare un’architettura in forma resistente, dove lo spazio e le qualità formali possano essere in una relazione continua e semplice con le logiche della tettonica e della struttura. Si trova così una risposta concreta alle domande della modernità, per realizzare un’architettura attuale in ogni tempo. Il tema consiste nel

progetto di un municipio per una città “analoga” del Veneto, di trenta mila abitanti. Il sito scelto è la vecchia scuola della città di fine Ottocento, situata sulla piazza principale, fulcro della comunità e della memoria collettiva. Il palazzo del Municipio è costituito dall’ampliamento, che ospiterà gli ambienti di rappresentanza del Comune e la sala consiliare, e l’edificio scolastico riutilizzato per ospitare l’amministrazione comunale e gli uffici, mantenendo un rapporto di continuità e al contempo un distanziamento necessario dalla pre-esistenza.


laboratorio integrato 2 | 2016

1.

42


2016 | laboratorio integrato 2

2.

3.

4. 43


laboratorio integrato 2 | 2016

5. A B’ B 2. 3. 4. 5. 6.

A’ Vista da est Planivolumetrico Prospetto nord Sezione AA’ Sezione BB’

Hall

Sala Consiliare

Blocco Uffici Tecnici Amministrazione

Blocco Rappresentanza, Sala Stampa

6. 44


Grazie per l’attenzione.




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