Portfolio Nicolas Frison

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NICOLAS FRISON Architetto Università IUAV di Venezia Architettura per il Nuovo e l’Antico


Laureato in Architettura per il Nuovo e l’Antico, precedentemente Vice Sindaco ed Assessore all’Edilizia Privata e all’Urbanistica presso il Comune di Codevigo, studente lavoratore durante gli studi, ho sempre raggiunto con volontà e determinazione il mio obiettivo: diventare Architetto. Attirato fin da piccolo dal mondo dell’arte, del restauro, dell’edilizia in generale seguivo mio padre, dipintore e decoratore con esperienza trentennale a Venezia, nei suoi lavori. Con curiosità cercavo di osservare, catturare ogni sfaccettatura del lavoro, dal trattamento delle superfici a lati più decorativi come marmi finti, ripristino di stucchi danneggiati da agenti esterni. In queste esperienze una figura era riferimento per chiunque lavorasse in quel contesto: l’Architetto. Negli anni successivi ho maturato una considerevole esperienza nell’ambito urbanistico, interfacciandomi con gli enti locali più disparati e con figure politiche e tecniche di spicco della Pubblica Amministrazione. E’ mia intenzione quindi mettere in pratica gli studi e gli argomenti trattati dal corso di Laurea frequentato. La preparazione del corso di laurea permette di occuparmi di nuove costruzioni, di restauro, riqualificazione e valorizzazione architettonica urbanistica e dell’accostamento fra questi mondi. E’ mia intenzione assorbire tutto ciò che mi può essere trasmesso dall’esperienza del datore di lavoro e mettermi a disposizione con volontà ed entusiasmo senza preclusioni. Flessibilità, adattabilità, spirito d’iniziativa, autonimia, capacità organizzative sono caratteristiche che ho coltivato in questi anni.

Graduated in Architettura per il Nuovo e l’Antico, formerly Deputy Mayor and Councilor for Private Building and Urban Planning at the Municipality of Codevigo, a working student during my studies, I have always achieved my goal with determination and will: to become an Architect. Attracted since childhood by the world of art, restoration and construction in general, I followed my father, a painter and decorator with thirty years experience in Venice, in his work. With curiosity I observed, captured every facet of the work, from the treatment of surfaces to more decorative sides like fake marbles, restoration of stuccoes damaged by external agents. In these experiences a figure was a reference for anyone working in that context: the Architect. In the following years I gained considerable experience in urban planning, interfacing with the most disparate local authorities and with prominent political figures and techniques of the Public Administration. It is my intention therefore to put into practice the studies and topics covered by the degree course attended. Preparation from the degree course allows me to deal with new buildings, restoration, redevelopment and architectural urban development and the combination of these worlds. It is my intention to absorb all that can be transmitted to me from the experience of the employer and to make myself available with will and enthusiasm without preclusion. Flexibility, adaptability, spirit of initiative, autonomy, organizational skills are characteristics that I have cultivated over the years.


Data di nascita Cellulare e-mail

22 Febbraio 1991 338 25 89 086 nicolasfrison91@gmail.com

ISTRUZIONE E FORMAZIONE 2014-2019

UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA Dipartimento di Architettura e Conservazione Laurea Magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico

Tesi Votazione Qualifica conseguita 2010-2014

Poveglia - University Island 105/110 LM-4 – Laurea Magistrale in Architettura e Ingegneria edile – Architettura UNIVERSITA IUAV DI VENEZIA Dipartimento di Architettura e Conservazione Laurea in Scienze dell’Architettura

Qualifica conseguita 2005-2010 Tesi Qualifica conseguita

L-17 – Laurea in Scienze dell’Architettura LICEO SCIENTIFICO “A. EINSTEIN”, Piove di Sacco (PD) Diploma scientifico - Indirizzo Piano Nazionale Informatica P.N.I. Dai Beat alla generazione dell’I-Pod Maturità scientifica


ESPERIENZE LAVORATIVE 08/2018 - 09/2019 Tipo di azienda Tipo di impiego Principali mansioni

05/2013 - 06/2018

STUDIO ASSOCIATO DELL’ARCH. MONTIN LILIANA E DEL GEOM. MONTIN FILIPPO, Albignasego (PD) Studio di Progettazione Architettonica ed Urbanistica Tirocinio curricolare - 100 ore Redazione progetto di riqualificazione di un ampliamento di una porzione di edificio da adibire a scuola dell’infanzia per la partecipazione ad un bando a sostegno economico del progetto. COMUNE DI CODEVIGO

Tipo di azienda

Ente locale e Pubblica Amministrazione

Tipo di impiego

Vicesindaco ed Assessore all’Edilizia Privata ed Urbanistica

Principali mansioni

Competenze raggiunte

Collaborazioni con enti come “Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio” di Venezia, Regione Veneto, Provincia di Padova, ANAS e Veneto Strade. A livello comunale sono stati portati a termine numerosi obiettivi: il PAT (Piano assetto del territorio), il PI (Piano degli Interventi, ovvero la naturale prosecuzione del PAT), il PSSU (Piano della Sicurezza Stradale Urbana), il SIT accessibile a tutti i professionisti per citarne alcuni. Abbiamo stipulato un protocollo d’intesa tra i comuni di Codevigo, Mira e Campagna Lupia per la messa in sicurezza della SS309 dal quale poi è nato un progetto di messa in sicurezza dell’intero tratto fino al Ferrarese da parte di ANAS. Capacità comunicative Capacità direzionali Lavoro di squadra Adattabilità


09/2012 - 05/2014

IMPRESA FUNEBRE TONELLO, Chioggia (VE)

Tipo di azienda

Impresa funebre

Tipo di impiego

Necroforo certificato - coordinatore del personale - settore vendite

10/2013 - 11/2013

STUDIO ASSOCIATO DELL’ARCH. MONTIN LILIANA E DEL GEOM. MONTIN FILIPPO, Albignasego (PD)

Tipo di azienda

Studio di Progettazione Architettonica ed Urbanistica

Tipo di impiego

Tirocinio curricolare - 250 ore

Principali mansioni

06/2011 - 08/2012

Progettazione e resa grafica con Autocad di una palazzina di 8 appartamenti sita in Albignasego (PD) in nuova lottizzazione. Durante il periodo di tirocinio si è affrontato l’aspetto sia compositivo sia strutturale. Numerosi sono stati i confronti con l’Ingegnere su svariati aspetti costruttivo strutturali e altrettanto numerosi i sopralluoghi in cantiere. ONORANZE FUNEBRI SAN MARCO, Creazzo (VI)

Tipo di azienda

Impresa funebre

Tipo di impiego

Necroforo certificato - coordinatore del personale

04/2012 - 07/2012

UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA

Tipo di azienda

Università, istruzione, formazione, ricerca e sviluppo

Tipo di impiego

Collaboratore studentesco

04/2012 - 07/2012

ONORANZE FUNEBRI ROSATI AMERIGO & FIGLI, Codevigo (PD)

Tipo di azienda

Impresa funebre

Tipo di impiego

Necroforo certificato


esami sostenuti


CORSO DI LAUREA MAGISTRALE Costruzioni in acciaio

Estimo

Progettazione e calcolo strutturale di una torre abitativa di 10 piani con tecnologia costruttiva completamente in acciaio comprendente anche particolari costruttivi. Prof. Mario De Miranda Prof. Raffaella Lioce

Laboratorio Progettazione di una torre di 300 metri di altezza sita in Milano, via melchiorre Integrato di Gioia. progettazione 1 Composizione Prof. Armando Dal Fabbro Architettonica

Tecnologie dell'Architettura

Tecniche di rilevamento per la rappresentazione e il controllo

Laboratorio Integrato di progettazione 2

Composizione Architettonica

Prof. Dario Trabucco Prof. Caterina Balletti

Progettazione architettonica, strutturale ed impiantistica di un "Visual and performing art center", una cittadella polivalente dedicata alle arti performative e figurative sita in Marghera, via A. Volta. Prof. Serena Maffioletti

Meccanica strutturale

Prof. Olimpia Mazzarella e Prof. Luca Boaretto

Prof. Matteo Rigo

Fisica tecnica ed Impianti


Laboratorio Integrato di Progettazione 3

Composizione Architettonica

Restauro Architettonico e consolidamento struttrale delle scuderie e casa della servitù di Villa Revedin - Bolasco, sita in Castelfranco Veneto. Prof. Giovanni Marras

Consolidamento strutturale

Prof. Paolo Foraboschi

Restauro Architettonico

Prof. Andrea Benedetti

Petrografia appllicata

Prof. Fabrizio Antonelli

Storia dell'Architettura 1

Prof. Manuela Maria Morresi

Storia dell'Architettura 2

Prof. Vittorio Zucconi Saggio su "Three American Architects: Richardson, Sullvian and Wright: 18651915"

Urbanistica

Prof. Moreno Baccichet

Diritto Amministrativo

Prof. Gianfranco Perulli

Attività a scelta Donne e potere

Estetica e teoria della percezione

Prof. Monica Centanni "Donne & Potere": distanza, prossimità, dialettica delle figure femminili con il potere, dall'età antica al contemporaneo Prof. Emanuele Arielli


CORSO DI LAUREA TRIENNALE Costruzione 1

Scienza delle costruzioni

Prof. Emilio Meroi

Elementi Costruttivi

Prof. Massimo Rossetti

Analisi Matematica

Prof. Renato Manfrin

Laboratorio Integrato di progettazione 1

Progettazione Architettonica

CaratterI tipologici e distributivi degli edifici Rappresentazione1

Disegno dell'Architettura Fondamenti e applicazioni di geometria descrittiva

Progettazione Architettonica di una casa unifamiliare dell'Arch. Lina Bo Bardi Prof. Antonella Gallo Prof. Esther Giani

Disegno architettonico di casa Harold J. Price Junior (1953) F.L. Wright Prof. Fiorenzo Bertan Prof. Paola Valenti


Rappresentazione2

Rilievo della Chiesa di S. Caterina, sestiere Cannaregio Prof. Fiorenzo Bertan

Rilievo dell'Architettura

Storia dell'Architettura

Prof. Andrea Guerra

Storia dell'Architettura contemporanea

Prof. Maria Bonaiti

Fisica tecnica e controllo ambientale Laboratorio Integrato di progettazione 2

Prof. Antonio Carbonari

Riqualificazione del complesso industriale ex "Lanificio Paoletti"

Progettazione Architettonica

Prof. Sara Marini

Progettazione di sistemi costruttivi

Prof. Gianna Riva

Meccanica Strutturale

Prof. Sandra Bullo

Urbanistica Laboratorio Integrato di progettazione architettonica ed urbana

Prof. Stefano Munarin

Riconversione e progettazione di una struttura industriale per emergenze abitative con tencologie in container, Marghera (VE)


Progettazione Architettonica ed urbana

Prof. Angelo Villa

Prof. Raffaella Lioce

Valutazione estimativa del progetto Progettazione urbanistica

Prof. Enrico Fontanari

Restauro Architettonico

Prof. Emanuela Sorbo

Teoria e storia dei metodi di rappresentazione

Prof. Agostino De Rosa

Workshop 1

Riqualificazione ex area Italgas - Venezia Prof. Jinyoung Chun - Prof. Milena De Matteis

Workshop 2

Reinterpretation of space and conversione to residential area - Venezia, San Francesco della Vigna, ex gasometri Prof. Elena Konstantinidou

Workshop 3

The see beyond - The O2 factory Prof. Javier Corvalan

AttivitĂ a scelta dello studente: Disegno e comunicazione visiva Fondamenti di Architettura del Paesaggio

Prof. Valeria Burgio

Analisi paesaggistica di "Parco Bissuola", Mestre (VE) Prof. Mariapia Cunico


Geologia e tecnica ambientale Lingua inglese Storia della città e del territorio Viaggio studio

Prof. Sebastiano Trevisani Prof. John Millerchip Prof. Richard Schofield

Prof. Agostino De Rosa Viaggio studio "Roma e l'anamorfosi" - corso di Teoria e storia dei metodi di rappresentazione

EVENTI E MOSTRE Biennale di Venezia

Galleria/Curatore: Ilaria Forti - Vincenzo Iovino - Massimo Tepedino - Paola Valenti - Vladimiro Valerio PEOPLE MEET IN ARCHITECTURE Università IUAV di Venezia - IED di Barcellona Il workshop Interazioni, proposto dallo IUAV di Venezia in collaborazione con lo IED di Barcellona, si inserisce all'interno del programma educativo della Biennale e mira alla progettazione di un luogo di interazione e di incontro. L'intenzione è quella di immaginare uno spazio che favorisca quel rapporto diretto fra le persone.


Progetti selezionati 1

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Poveglia - University Island Campus universitario Isola di Poveglia (VE)

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Visual & performing art center via Alessandro Volta (VE)

Riutilizzo edificio industriale per emergenza abitativa (VE)

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Restauro architettonico e consolidamento strutturale villa Revedin - Bolasco

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Torre polifunzionale via Melchiorre Gioia (MI)

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Render casa unifamiliare Montebelluna (TV)


Poveglia - University Island 2018

Tesi di laurea - Progettazione di un campus universitario sito nell’Isola di Poveglia (VE) Università IUAV di Venezia Corso di Laurea in Architettura per il Nuovo e l'Antico Tesi di composizione architettonica Prof. Giovanni Marras

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DESCRIZIONE PROGETTO Approcciare con l’antico, con l’esistente, con figure architettoniche resistite e resistenti al tempo trova diversi modi di operare: invadere l’antico e proporre con forza, quasi prepotenza, il nuovo; scostarsi, allontanarsi, creare una divisione spaziale con l’esistente oppure accostarsi, appoggiarsi con rispetto all’antico. L’idea primordiale e obiettivo immutato del progetto è quella di accostarsi all’Architettura esistente senza togliere forza vitale, ma anzi, restituendone.

Accostarsi significa creare contrasto tra nuove e antiche figure compositive architettoniche, che mantengano la valenza libera degli edifici esistenti. La valenza architettonica dell’edificio diventa parte centrale di questa fase preliminare, e proprio in questa fase preliminare ci si è concentrati sulla valenza architettonica dei manufatti e sulla loro forma limite, e proprio su quest’ultimo concetto è necessario restare per un istante. Cos’è la forma limite? <<Oggi in questi luoghi si configura allora come possibile ipotesi di ricerca per una sperimentazione compositiva in cui la questione della memoria e il tema della struttura possano assumere nel progetto pregnanza iconica e simbolica”>> e ancora <<ripensare nuovi riusi significa riconsiderare la questione “durata dell’architettura”>> (Prof. Giovanni Marras, “Iconismo e forma limite”) Ciò che è servita la forma limite in questo progetto è proprio quello di raggiungere uno stato embrionale architettonico su cui inserire nuove funzioni in maniera coerente e rispettosa della valenza iconica e architettonica. 2


Accostamento, forma limite, iconismo, valenza architettonica. Questi sono i cardini che guideranno il progetto d’ora in poi. Il primo punto da affrontare è: come dare nuova valenza agli edifici che l’hanno perduta causa della vegetazione e del tempo? Mantenerli una rovina oppure riutilizzarli con costruzioni ardite? La risposta viene da ciò che ha reso così il manufatto: il tempo e la vegetazione incontrollata ne hanno invaso gli interni, distrutto la copertura e trasformato in un giardino, ed è ciò che diventerà: una corte giardino scoperta che vede ribaltata la sua composizione architettonica, l’interno diventa esterno fruibile. Altra questione da porsi è: come accostarsi all’esistente? Ciò che stuzzica interesse nell’architettura che paragona nuovo e antico è quello che solitamente si definisce “contrasto, tensione” fra, appunto, nuovo e antico. Tenuto conto del ragionamento premesso poco fa, oltre al semplice accostamento, ciò che troviamo qui è anche inversione, l’inversione di valenza delle corti giardino dei manufatti storici, e cosa crea più contrasto se non una contrapposizione di pieni e vuoti? Ciò che era involucro diventa giardino, e ciò che era giardino diventa involucro. In questo modo il nuovo diventa espressione diretta del manufatto antico perduto e ritrovata nella nuova architettura. 3


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Percorso Architettonico Pensare ad una forma concettuale che possa mettere in relazione edifici lontani in molti campi fra di loro diventa la sfida del progetto; un sistema distributivo che, racchiudendo in se anche funzioni, sia in grado di insinuarsi nell’isola, sfiorare tutti gli edifici, collegarli e diventare percorso architettonico senza provocare corpo a corpo con i manufatti esistenti. Da questo obiettivo nascono i concept. Disegni che richiamano l’astrattismo di Kandinskij, che mettono in relazione figure, non architetture, e che vertono a trovare linee di forza, direttrici che ispirano soluzioni. Ciò che è scaturito dai concept è un sistema distributivo attrezzato che genera un sistema di corti, spazi architettonici raccolti adatti al programma funzionale. La sfida era quella di rendere questa figura architettonica un modo compositivo d’insieme non solo non faccia perdere forza ai manufatti esistenti, ma che al contrario li valorizzi e nel suo voler essere contrasto all’esistente divenga invece soluzione di continuità. 5


Acceso pubblico L’accesso pubblico non è solo passaggio, ma una vera e propria piazza coperta, sulle orme del MASP di Lina Bo Bardi a San Paolo del Brasile, che si propone di accogliere, organizzare l’approccio al campus, una sorta di bussola. Inoltre, vuole essere riconosciuto nella sua forza e sua impostazione architettonica in contrasto con l’edificio principale, aggettandosi sulla Laguna, a protezione del molo sottostante.

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Edificio a corte scoperto Chiave per interpretare questo edificio è tornare al concetto di inversione poco fa espresso. La morfologia del nuovo intervento ribalta la concezione classica dell’edificio, ciò che era coperto ora è scoperto e viceversa, e così anche la facciata esterna diventa interna, diventa una sorta di portico che porta luce e che ospita un giardino in cui ristorarsi durante le lezioni. L’intercapedine fra esistente e nuovo diventa distributivo, diventa promenade architettonica.

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Promenade Si crea negli spazi interstiziali fra edifici esistenti e neo costruito e fra neo costruito e corti interne; lo spazio distributivo si insinua fra funzioni, fra interno ed esterno dando sempre uno sguardo al giardino di qualunque natura esso sia. Questo spazio collega tutte le funzioni esistenti nell’isola, funge da passaggio, ponte fra la parte pubblica e provata dell’isola. La sua costruzione permette di avere l’apertura di un portico senza ricorrere ad una struttura opaca, ma solamente vetrata. Questo è permesso anche grazie alla tecnologia costruttiva scelta, cioè l’utilizzo di vetro strutturale temperato in due strati per uno spessore complessivo di 4 cm che permette di reggere travi IPE 120. Questa tecnica costruttiva prevede come accorgimento quello di non far mai venire a contatto il vetro con superfici metalliche che potrebbe comprometterne la solidità e quindi la portanza. Riferimento progettuale di questo dettaglio costruttivo è l’Extension Park di Vijversburg. 8


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Riconversione di una struttura industriale esistente 2013

Progettazione di soluzioni per emergenze abitative con tencologie in container Università IUAV di Venezia Corso di Laurea in Scienze dell'Architettura Laboratorio di Progettazione Architettonica e Urbana Prof. Angelo Villa Prof. Raffaella Lioce

Per il recupero edilizio del fabbricato industriale si è optato per utilizzare una tecnologia a secco al fine di ridurre drasticamente i costi e i tempi di realizzazione dell’intervento permettendo il riuso di gran parte degli elementi. E’ stato abbandonato ogni obiettivo formale perseguendo una scelta progettuale volta al risparmio e alla qualità degli spazi realizzati. Il progetto verte sulla realizzazione di residenze per famiglie e studenti. Il primo passo per l’attuazione del progetto è stata la variazione di destinazione d’uso da industriale a residenziale. Per gli alloggi si è utilizzato una cellula base formata da un container modello A+ con le dimensione pari a: lunghezza 8 metri - larghezza 3 metri - altezza 3.04 metri. Il container si compone con altre cellule formando 3 tipi di alloggi:

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- container singolo Tipo A 22 metri quadrati; - container doppio Tipo B 44 metri quadrati; - container triplo Tipo C 66 metri quadrati.

Gli alloggi Tipo A sono destinati ad ospitare gli studenti e sono disposti nella parte nord dell’edificio mentre gli alloggi Tipo B e C sono destinati ad ospitare le famiglie e sono disposti nella parte sud dell’edificio. Inoltre sono presenti 3 aule studio disposte l’una sopra l’altra. I container sono impilati l’uno sull’altro, sfruttano un sistema autoportante che consente di irrigidire la struttura sostituendo i normali controventi. Gli alloggi sono disposti in 2 tronchi in direzione nord/sud rispetto alla struttura del fabbricato esistente, sporgono rispetto il filo esterno dei pilastri di 0.5 metri per far si che gli alloggi ricevano un maggior radiazione solare. I collegamenti tra i vari piani e gli accessi agli appartamenti avvengono mediante una passerella in acciaio a basso costo. La passerella è rivestita con una maglia metallica per nascondere gli accessi dalla corte e per mascherare la struttura trilitica della passerella stessa costituendo un volume indipendente tra corte interna e residenze.

alloggi per studenti alloggi per famiglie aule studio collegamenti

container abitativo 8x3x3 mc

alloggio TIPO A 22 mq - 1 persona

alloggio TIPO B 44 mq - 2 persone

alloggio TIPO C 66 mq - 4 persone

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A L L O G G I O T I P O A A L L O G G I O T I P O B 15


A L L O G G I O T I P O C

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A U L A S T U D I O 1

A U L A S T U D I O 2

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PACCHETTI MURARI La cellula base (container) viene fornita di tamponamenti coibentati costitutiti da pannelli di tipo ISOBOX della lunghezza di 100 cm affiancati ed incastrati l’uno con l’altro per quanto riguarda le pareti laterali, nelle chiusure orizzonatli di copertura viene fornito un tamponamento costituito da lamiera grecata coibentata, guaina impermeabilizzante, profili OMEGA con interasse di 40 cm ed altezza di 10 cm alternati a pannelli di isolante in lana di roccia, completa il pacchetto una lamiera fissata sul bordo inferiore dei profili OMEGA, nelle chiusure orizzontali di calpestio il pacchetto è costituito dalla stessa struttura portante in profili OMEGA alternati a pannelli di lana di roccia, con una finitura in pannello MDF e guaina fonoassorbente al di sotto dello stesso. Viene aggiunto al pacchetto “standard” appena descritto un controsoffitto in cartongesso su montanti in alluminio con rasatura superficiale per quanto riguarda le chiusure di copertura, contropareti sempre in cartongesso nelle pareti perimetrali con rasatura superficiale in tutte le stanze esclusi i bagni che sono finiti con un rivestimento in piastrelle sia nelle chiusure orizzontali di calpestio che nelle partizioni e chiusure verticali. Le partizioni interne che delimitano disimpegni, bagni e cucine vengono realizzate in pareti di cartongesso su montanti in alluminio di spessore 10 cm con una finitura superficiale a rasatura in tutte le stanze e con rivestimento in piastrelle nei bagni ed antibagni.

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COLLEGMANENTO Il collegamento avviene mediante un dispositivo metallico chiamato “twist lock” che consente di collegare tra loro i container sia in direzione verticale che in orizzontale. Per collegare la prima fila al suolo, i twist lock vengono fissati alla platea mediante l’uso di 4 tasselli. Il meccanismo di chiusura è fondamentalmente composto da 2 parti, una mobile ed una fissa. La parte mobile inserita nei fori presenti nei montanti dei container, ruota agendo su una leva e si blocca all’interno dei montanti.

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RIVESTIMENTO Per il rivestimento della passerella si è pensato all’utilizzo di una rete metallica composta dalle componenti di ancoraggio e dalla maglia. Il rivestimento viene fissato alla passerella tramite l’uso di una lama metallica connessa mediante imbullonatura all’ala esterna della trave HE.

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Torre polifunzionale via Melchiorre Gioia (MI) 2014 Progettazione di una torre polifunzionale di altezza prossima ai 300 metri, sita a Milano UniversitĂ IUAV di Venezia Corso di Laurea in Architettura per il Nuovo e l'Antico Laboratorio Integrato di Progettazione 1 Prof. Armando Dal Fabbro Prof. Dario Trabucco

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Il Laboratorio progettuale prevedeva la progettazione di una torre polifunzionale sita in via Melchiorre Gioia a Milano. Scopo del corso oltre alla disciplina compositiva, era progettare con una tecnologia efficace una torre che potesse essere facilmente costruita come demolita. Il sito di progetto come detto si trova in via Melchiorre Gioia, inserita all’interno di una zona in continuo fermento che si propone di diventare un polo per il settore terziario, commerciale - amministrativo di riferimento per tutto il mondo dove trovano collocazione numerose strutture importanti, quali il palazzo della Regione Lombardia, la torre Unicredit, la torre Diamante, il Bosco verticale e il grattacielo Pirelli. Il piano funzionale della torre deve soddisfare a pieno la “polifunzionalità” che richiede la zona, inserendone anche il carattere accademico che fa di Milano uno degli atenei più importanti a ivello nazionale. Una biblioteca, residenze, uffici, un albergo ed un ristorante - piano bar sono le esigenze da soddisfare, oltre al collegamento alla metropolitana sita proprio in via M. Gioia.

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Nella progettazione di una torre fondamentale è il radicamento del livello stradale con l’intorno, e seguendo le indicazioni progettuali si provvede a creare una vera e propria piazza scoperta in relazione con la stazione metropolitana di via M. Gioia. Nell’attacco a terra è evidente come le torri penetrino nel sedime urbano creando un forte radicamento sia con i sistemi di trasporto soterranei sia con il sedime stradale. L’idea della piazza sotterranea nasce dall’esigenza di scremare il traffico di persone che caratterizza la zona. 25


BIBLIOTECA (livello 1)

BIBLIOTECA (livello 2)

BIBLIOTECA (livello 3)

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UFFICI (livello 1)

UFFICI (livello 2)

PIANO BAR (livello 1)

RESIDENZE

RESIDENZE

ALBERGO

PIANO BAR (livello 2) ALBERGO

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Visual & performing art center Marghera (VE) 2014 Progettazione definitiva di un “visual & perfomring art center”, sita in via Alessandro Volta (VE) Università IUAV di Venezia Corso di Laurea in Architettura per il Nuovo e l'Antico Laboratorio Integrato di Progettazione 2 Prof. Serena Maffioletti Prof. Olimpia Mazzarella Prof. Matteo Rigo

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“ [...] Obiettivo del laboratorio integrato è la progettazione di un Performing and Visual Arts Center dove i giovani possano esprimere la propria creatività e possano essere apprezzati dal pubblico (ma non solo): spazi per la produzione e la fruizione della musica, danza e teatro, ma anche atelier per le arti visive, scultura, pittura, fotografia… spazi cioè per le espressioni artistiche performative e visive e per le relazioni tra di esse, ambienti che accolgono e divulgano l’arte e la cultura nelle loro espressioni contemporanee e nel loro farsi: quindi non musei, ma spazi di elaborazione, di espressione, d’incontro e di attività. Cui sono accostati spazi per il gioco, la convivialità, l’ospitalità (non stanziale). [...]” [https://lacittadelladeigiovani.wordpress.com ]

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Motivo embrionale del nostro progetto è stato proprio il concetto di “cittadella”, l’immagine che evoca questo termine, l’immagine di una fortezza monolitica indipendente nelle sue funzioni. Da questo ci siamo ricollegati all’idea del “ricinto” che racchiude funzioni, spazi ed edifici, ma che non poteva restare incompiuto nelle relazioni con il canale industriale ovest e con le reti viarie che collegano alla città giardino. Per questo motivo l’edificio, estendendosi per più di 270 metri, fa da collegamento fisico fra terra ed acqua. Il progetto è concepito in tre diverse parti: - l’edificio più esterno che racchiude, come detto, spazi e funzioni al suo interno, il cosiddetto “ricinto” che protegge lo spazio dell’arte. Lo chiameremo edificio a C; - l’auditorium, concepito per ottenere tre diverse soluzioni d’uso; - il “cubo”, complesso dedicato al culto del corpo (ballo e palestra) alla musica e al teatro. L’auditorium e il “cubo” si dispongono internamente rispetto all’edificio a “C” creando al suo interno spazi fruibili in diversi modi, ne risultano tre corti differenti utilizzabili come luoghi performativi, d’incontro sociale e di passaggio. Affronteremo una descrizione più approfondita occupandoci distintamente dei tre volumi. 31


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PROGRAMMA FUNZIONALE 1. atelier di moda 2. atelier di pittura 3. atelier di scultura 4. atelier di scenografia 5. bookshop 6. music shop 7. centrale frigorifera 8. centrale termica

9. locale VV.FF. 10. cabina ENEL 11. centrale idrica 12. sala espositiva 13. camerini 14. bilbioteca 15. atelier di fotografia 16. atelier di cinematografia 17. sala cinematografica

18. lecture room 19. direzone 20. ristorante 21. bar 22. camerini 23. palestra 24. spogliatoio 1 25. spogliatoio 2 26. sala prove musica

27. sala prove musica 28. sala di registrazione 29. lecture room 30. sala di regia 31. sala prove ballo 32. sala prove individuale 33. sala prove ballo 34. sala prove teatro 35. sala prove teatro

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EDIFICIO A C Come detto è la “fortezza” che protegge le funzioni al suo interno, ne è esempio il teatro di Udine di Antonio Monestiroli. Si sviluppa in 2 livelli: il primo rispettando la classica disposizione dei chiostri, un porticato che si affaccia sulla corte e attorno le funzioni (atelier, music e book shop, sale espositive). Come la sede dei Tolentini a Venezia crea al suo interno uno spazio utile ai più disparati utilizzi: sfilate, incontro sociale, performance teatrali, convegni. Il secondo livello al contrario lo possiamo definire un chiasmo del primo; poichè la cittadella non deve essere isolata a se stessa, il corridoio si affaccia verso l’esterno, verso lo skyline di Marghera mentre le funzioni in questo caso guardano direttamente la corte interna. Nel prospetto è immediatamente leggibile questa tendenza, il piano terra non ha aperture significative verso l’esterno ad eccezione dell’entrata posta a circa metà edificio, mentre il primo piano presenta un sistema di finestrature ampie che lasciano leggere il panorama industriale di Marghera. I prospetti nord-est e sud-est sono ispirati alla “First Unitarian Church” di Louis Kahn, un prospetto ermetico, possente che nel nostro caso lascia trasparire luce al piano terra solo grazie a lucernari orizzontali come si deduce dal progetto. Le ampie finestrature superiori invece prendono ispirazione dal Merida Roman Art museum di Rafael Moneo e permettono una illuminazione omogenea all’interno del corridoio di percorrenza. I prospetti interni sono solenni, duri come la “Stadthalle” di Max Dudler, trattati interamente in cls. 37


FOYER Il foyer d’entrata impone una certa sacralità, sia per le sue dimensioni imponenti, sia per i fasci di luce che entrano dai lucernari in copertura in corrispondenza dei pilastri strutturali. Il sistema compositivo si rifà al “Krematorium Baumschulenweg Berlin” di Axel Schultes e Charlotte Frank, ovvero il crematorio di Berlino. Anche ai lati del foyer filtra luce, nel nodo tra copertura e parete perimetrale. Questo lo ritroviamo nel Parlamento di Chandigarth di Le Corbusier; l’effetto è di una luce penetrante dall’altro, imposta, profonda.

BIBLIOTECA La biblioteca, seppur nelle sue dimensioni ridotte, si rifà al “Black Diamond” a Copenaghen, di Schmidt Hammer Lassen. Divisa simmetricamente in due parti da un taglio profondo da cui penetra, come nel foyer, luce; organizzata su due livelli si posiziona frontale all’entrata al primo livello. Appena entrati ci ritroviamo all’interno di uno spazio libero, utilizzabile come sala lettura. A sinistra troviamo una vera e propria aula di consultazione testi, riservata e debitamente isolata dal resto dell’edificio. A destra invece è possibile entrare nella reception dell’archivio. Due sistemi di risalita simmetrici portano rispettivamente a sinistra alla mediateca e a destra all’archivio della mediateca.

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AUDITORIUM Dal programma funzionale l’auditorium doveva soddisfare una certa flessibilità, ovvero due auditorium che all’occorrenza potessero unirsi per contenere un numero doppio di persone. L’inclinazione del nostro auditorium si sviluppa verso una sola direzione. Facente parte di un unico edificio è diviso anch’esso in due livelli sia verticalmente sia orizzontalmente. Si riconoscono due platee differenti separate da pareti mobili che all’occorrenza possono ritirarsi e unire il tutto. In questa combinazione il palco di riferimento è quello della platea inferiore. Qui entra in gioco anche la flessibilità della corte: le finestrature ampie permettono di aprire il fronte dell’auditorium e di poter assistere a performance anche nella corte antistante. L’interno si rifà alla “Grimm Zentrum” di Max Dudler.

CUBO Il “Cubo” è la sede del culto delle arti del corpo, quindi ballo, teatro, musica e palestra. Diviso in tre livelli è stato concepito inizialmente come un blocco monolitico in riferimento al Museo di Bregenz di Peter Zumthor; interamente vetrato doveva contrastare la corposità delle costruzioni in cls e mattoni pieni faccia vista. Per esigenze di continuità compositiva e di sicurezza (secondo le norme antincendio) ai quattro angoli sono stati aggiunti altrettanti sistemi di risalita in cls, mantenuti esposti appunto per scelta strutturale. Come detto è diviso in tre livelli: il primo è una piazza coperta che prende ispirazione dal MASP di San Paolo di Lina Bo Bardi. Questa grande agorà dev’essere luogo non solo di passaggio, ma di incontro sociale, anche per questo l’impianto di risalita principale del complesso è posto al centro e fa riferimento all’Auditorium “Centro Musical” a Barcellona di Rafael Moneo. Un vuoto centrale da cui penetra luce e dove si affacciano le funzioni poste ai lati. Il prospetto, aldilà degli elementi in cls è completamente vetrato e trattato in maniera opaca. 39


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Restauro Villa Revedin - Bolasco Castelfranco Veneto (TV) 2015 Restauro architettonico e consolidamento strutturale delle scuderie di villa Revedin - Bolasco Università IUAV di Venezia Corso di Laurea in Architettura per il Nuovo e l'Antico Laboratorio Integrato di Progettazione 3 Prof. Giovanni Marras Prof. Andrea Benedetti Prof. Paolo Foraboschi

Ci troviamo a Castelfranco Veneto a Villa Revedin - Bolasco, villa Ottocentesca oggetto però di modifiche, superfetazioni ed adattamenti progressivi nel tempo che ne hanno modificato profondamente l’inserimento urbano. Il complesso esistente nasce da un edificio a “L” chiamato Fattoria sorto nella prima metà del Settecento poi ampliato dal 1853 sotto la committenza del Conte e la supervisione del Meduna. Da quegl’anni sorgeranno edifici padronali e di servizio che si accosteranno o addirittura incastreranno con la Fattoria che nel frattempo diverrà la Scuderia. La Scuderia è un complesso funzionalmente indipendente dedicato al mantenimento ed alla cura dei cavalli, composto al piano terra dalla vera e propria stalla, poi un ambiente spazioso per il ricovero delle attrezzature e per ferrare i cavalli; al primo piano probabilmente un deposito dispensa, mentre al secondo ed ultimo piano troviamo il fienile. Il fieno veniva accatastato in questo piano che presenta due differenti quote e poi tramite appositi cavedi gettato nella scuderia.

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Dopo una attenta analisi storico - compositiva, siamo proceduti alla progettazione. Il tema scelto è il co working, quindi spazi più o meno privati atti ad offrire possibilità di lavoro per singole persone o gruppi di lavoro. La legenda in basso spiega il programma funzionale che abbiamo attuato: il piano terra è stato dedicato all’accoglienza dei lavoratori o degl’ospiti con zone di ristoro, nicchie attrezzate ed una sala conferenze ampia e luminosa, all’occorrenza trasformabile in una sala per eventi visto anche l’adiacenza con il bar - zona ristoro. Al primo piano invece troviamo gli uffici direzionali nelle scuderie, che si occuperanno della direzione dell’attività di co - working. Mentre al primo piano dell’area servizi troviamo un sistema di laboratori accessibili ai co workers, come anche nel secondo piano. Il Primo piano del lato scuderie coincidente col secondo del lato sala conferenze è dedicato completamente al co - working: work station di gruppo o private, sale riunioni o spazi appartati per conversazioni private, uffici singoli per chi necessita di spazio d’archiviazione e tranquillità nel lavoro. Quello che abbiamo cercato di fare era creare una serie di opportunità di lavoro a giovani lavoratori, studenti, professionisti d’esperienza.

SCUDERIE Il vano centrale delle scuderie ospitava una scala e un cavedio per il passaggio del fieno direttamente nelle stalle. Questa era la parte più debole del sistema strutturale, per questo abbiamo demolito e inserito un elemento monolitico in cemento armato che racchiude in se: scala, ascensore e servizi igienici. Altre demolizioni sono di minore entità, atte a creare maggior spazio ed uniformità nell’ambiente. 42


Nel dettaglio vediamo gli interventi progettuali proposti al piano terra e nel primo piano degli uffici. Il piano terra presenta l’entrata dedicata ai lavoratori da ovest, dove all’interno delle scuderie sfruttiamo le stalle pre - esistenti come nicchie attrezzate volte ad offrire al passante la possibilità di sostare e di concedersi un momento di tranquillità o di lavorare al computer oppure semplicemente scambiare due chiacchere con chi di passaggio. La sala conferenze è raggiungibile direttamente dal cortile come anche la zona ristoro. All’interno il sistema di risalite che permette di raggiungere tutti i piani dell’edificio. Al piano superiore abbiamo sfruttato il problema delle differenze di quota come distinzione fra situazioni di lavoro diverse. Il monolite centrale funge anche qui da distribuzione fra le due parti. Da un lato tavoli per co-working di gruppo, mentre dall’altro la possibilità di avere uffici privati con, come detto, spazio di archiviazione importante. Dalla sezione a lato si può vedere la differenza di quote sfruttata come detto per diversificare modalità di lavoro. 43


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Le nicchie sono nicchie attrezzate per diverse situazioni.La prima soluzione prevede un gruppo di persone che discutono fra di loro, magari lavoratori che si sono incontrati all’ingresso e che si concedono due chiacchere prima del lavoro.

La seconda soluzione invece ha un carattere più affaristico, dove più persone si siedono faccia a faccia per trattare argomenti lavorattivi.

La terza soluzione invece è stata studiata per l’uso singolo, una persona che decide di sedersi e portare avanti il suo lavoro in un luogo meno formale di quello lavorativo.

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Gli uffici singoli nel sottotetto sono studiati accuratamente nel loro accesso. La distribuzione classica corridoio ed uscita a raso può creare problemi nella distribuzione, per questo si è scelto di alternare l’avanzamento e l’arretramento degli uffci e ricavare in quello spazio l’entrata allo stesso. L’interno è studiato per chi ha necessità di uno spazio di lavoro appartato con possibilità di archiviazione dei propri oggetti (libri, faldoni, progetti, tavole ecc). La loro distribuzione è studiata per rompere quel carattere seriale, rigido e simmetrico.


SCALA IN CEMENTO ARMATO COMPORTAMENTO Nelle parte centrale delle scuderie, esattamente dove pre - esistevano le scale e un cavedio dal fienile all’ultimo piano utilizzato per il rifornimento di fieno per i cavalli, abbiamo scelto di demolire il tutto ed inserire un nuovo elemento in cemento armato. Questo perchè il pre - esistente presentava delle forti criticità; infatti non essendoci elementi di solaio ma altresì scale e cavedii era a forte rischio di collasso in caso di sisma. Se osserviamo la sezione dei solai vediamo infatti che oltre alla differenza di quote data da esigenze mutate nel tempo, gli stessi non sono collegati, dividendo l’edificio di fatto in due parti. In caso di sima porterebbe al collasso della parte centrale. Per questo motivo abbiamo unito la nostra necessità di inserire i nuovi elementi di risalita con il bisogno dell’edificio di rigidezza. L’elemento che si vede negli schemi illustrativi è composto da un setto centrale che sostiene una scala con scalini a sbalzo; opposto vi è una gabbia in cemento armato dove viene posto l’ascensore; i solai sono a piastra in cemento armato. L’elemento quindi è frutto di singole gettate di cemento solidali fra loro e comporranno un unico elemento monolitico. PROCEDIMENTO Il vantaggio strutturale di questo elemento monolitico è il fatto che, collegandolo ai solai, rende l’intero edificio rigido e solidale; aggiungiamo gli interventi prima descritti (cerchiature della copertura e consolidamento dei solai) e l’intero edificio presenterà una ottima rigidezza e resistenza alle sollecitazioni derivanti dal sisma. 46


CERCHIATURA SOLAIO PROCEDIMENTO Questa soluzione permette di risolvere l’instabilità del vincolo CAPRIATA - MURATURA rendendolo una cerniera. La tecnica adottata prevede di collegare non solo la singola capriata alla parete perimetrale ma, come vedremo, anche le stesse una con l’altra. Come si vede dal dettaglio .1 alla capriata viene collegato tramite viti passanti diametro 6 un profilo a L; gli stessi fori diametro 6 che vengono praticati nelle capriate si praticheranno anche nella muratura perimetrale, senza però eseguirne ora il collegamento tramite viti. Questo lavoro dev’essere fatto per tutte le capriate; dopodiché si prosegue ad inserire fra una capriata e l’altra uno scatolare 160 mm x 300 mm a cui verranno praticati in prospetto 3 fori diametro 6 corrispondenti a quelli effettuati nel profilo ad L. Ultimato questo procedimento si faranno passare viti diametro 6 attraverso lo scatolare e penetranti il profilo ad L e la muratura stessa. I fori nella muratura verranno precedentemente trattati con resina epossidica che lavorerà da legante fra le viti e la muratura. COMPORTAMENTO Questa soluzione, come detto in precedenza, permette di trasformare il vincolo a semplice appoggio in una cerniera; così facendo la struttura della copertura si comporterà come un sistema isostatico trave su due appoggi e due cerniere. Non solo, tutta la copertura si rende solidale con le murature perimetrali, impedendo l’oscillazione delle pareti in caso di sima e impedendo lo scivolamento delle capriate dalla propria sede. Inoltre questo sistema da il suo fondamentale contributo anche come controventatura del complesso stesso.

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SOLETTA COLLABORANTE COMPORTAMENTO Una delle principali fonti di vulnerabilità degli edifici privi di catene o cordoli perimetrali è associata ai meccanismi di collasso locale; adeguando le connessioni tra gli elementi, attraverso la formazione di una nuova soletta in cls leggero strutturale armato interconnessa al solaio esistente e alle murature è possibile migliorare il comportamento sismico dell’intero edificio. Per il miglioramento sismico risulta di particolare importanza la formazione del diaframma di piano in grado di trasferire le azioni orizzontali del sisma alle pareti resistenti a taglio. Questo tipo di interventi di consolidamento strutturale e miglioramento al comportamento sismico si chiama “sezione mista o composta”; il sistema si basa sulla formazione di una nuova soletta di calcestruzzo armato perfettamente interconnessa con il solaio esistente grazie all’impiego di specifici connettori in grado di aumentare la resistenza e la rigidezza del solaio esistente incrementandone la portanza. La sezione mista ha quindi una maggiore rigidezza flessionale rispetto alla sola sezione resistente portante originale e quindi risulta possibile incrementare i carichi portati verticali senza incorrere in eccessivi effetti deformativi. Inoltre la nuova soletta in cls irrigidisce il solaio anche nel suo piano consentendo una corretta trasmissione delle azioni sismiche alle pareti. Il sistema crea una vera e propria struttura mista con un’effettiva continuità strutturale. Il connettore ha la funzione di cucire assieme solaio esistente e calcestruzzo impedendone lo scorrimento reciproco.

1. soletta cls 2. connettore 3. armatura 4. tavolato pre esistente 5.travetto in legno

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Casa unifamiliare 2019 Render di una casa unifamiliare sita in Montebelluna (TV)

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