Co?tour: un viaggio nella nuova mutualità

Page 1

CO?TOUR viaggio alla scoperta della nuova mutualitĂ in Emilia-Romagna

1


PROMOTORI

SUPPORTO TECNICO

progetto realizzato con il contributo della Regione EmiliaRomagna (LR6/2006) 2


INDICE

1. COS’È CO?TOUR di Pier Lorenzo Rossi

.......................................................................

pag. 4

2. PREMESSA ALLA RICERCA

.......................................................................

pag. 7

3. I BISOGNI DA CUI NASCE LA RICERCA

.......................................................................

pag. 8

4. NOTA METODOLOGICA

.......................................................................

pag. 11

5. COSA ABBIAMO FATTO

.......................................................................

pag. 15

6. IL TOUR: GLI EVENTI REALIZZATI

.......................................................................

pag. 16

7. PARTE QUANTITATIVA

.......................................................................

pag. 21

8. PRESENTAZIONE DELLE MAPPE

.......................................................................

pag. 23

9. TEMI CHIAVE EMERSI

.......................................................................

pag. 36

10. CASI SIGNIFICATIVI

.......................................................................

pag. 45

11. CONCLUSIONI E SUGGERIMENTI

.......................................................................

pag. 65

BIBLIOGRAFIA .......................................................................

pag. 72

3


1. COS’È CO?TOUR

Co?Tour è un Progetto di Confcooperative Emilia Romagna organizzato in collaborazione con Irecoop Emilia Romagna e Kilowatt Soc. Coop per promuovere e diffondere l’innovazione cooperativa nella nostra regione. Un Progetto che permette di individuare e mettere in condivisione i progetti innovativi di ogni specifico territorio con altre realtà, con l’obiettivo di mutuare esperienze positive e creare sinergie, in particolare tra nuovi soggetti emergenti e i settori tradizionali dell’economia cooperativa e solidaristica. Co?Tour è un viaggio nei territori, è la creazione di sinergie, è lo scambio di buone prassi e nuove sperimentazioni, è la condivisione di idee e di competenze, soprattutto in nuovi settori di attività. Co?Tour è un viaggio nell’innovazione sociale, perché rappresenta la premessa di ogni cambiamento anche economico e produttivo, nascendo dal desiderio di novità culturale dell’individuo e dei gruppi, più o meno organizzati. Co?Tour è un’esplorazione dei territori regionali, con la volontà di comprendere e rappresentare le diverse declinazioni della condivisione, del mutuo aiuto, dell’ibridazione organizzativa e della dimensione cooperativa odierna, e con l’obiettivo di creare occasioni di incontro e di conoscenza e di porre il seme di un’ibridazione possibile tra i nuovi soggetti emergenti e i settori tradizionali. Co?Tour è un’azione di cooperazione, per dimostrare che fare cooperazione non è solo avviare e fare funzionare una forma giuridica specifica e neanche mettere in comune mezzi e competenze, ma anche costruire e costituire ambienti e realtà favorevoli allo sviluppo di uno spirito mutualistico e, diremmo noi, di condivisione. Co?Tour è stata un’esperienza sul campo per tutti noi. Abbiamo incontrato e sperimentato l’intreccio di relazioni che si sviluppano tra questi soggetti e queste realtà, che creano ambienti favorevoli per lo sviluppo e la 4


collaborazione. Ad esempio abbiamo osservato e misurato relazioni e collaborazioni tra Co-Working, Centri di aggregazione sociale anche tra giovani e Cooperative che hanno dato origine a progetti di acquisto solidale e collettivo, o a Distretti di Economia Sociale. Oppure abbiamo osservato e descritto collaborazioni tra cooperative sociali e centri di educazione ambientale che hanno dato origine a progetti di cura dei beni comuni, con l’affiancamento degli Enti Locali. Co?Tour è stata un’occasione per incontrare, quindi, ancora tante altre iniziative che rappresentano il cuore, ma anche l’obiettivo tipologico del nostro sforzo promozionale: incontrare nuovi mondi, descrivere nuove relazioni, facilitare nuovi progetti, sviluppare nuovi settori di attività.

5


1.1. PER SPIEGARCI MEGLIO, IN TERMINI OPERATIVI E CONCRETI

Co?Tour è un Progetto di Promozione che si è sviluppato in due fasi: 1. La prima fase, caratterizzata da azioni di analisi e di studio: ha permesso di individuare e mappare le realtà cooperative e non, che adottano pratiche di mutualità innovativa, che sposano il concetto di “Sharing Economy” e di redistribuzione del valore. Le realtà individuate da questo progetto hanno avviato contatti di collaborazione, anche grazie alle attività di connessione del movimento cooperativo e hanno iniziato, così, a contaminarsi, a confrontarsi, a scambiare e creare sinergie attraverso gli incontri previsti dal secondo step progettuale. 2. La seconda fase, infatti, è stata quella del Tour vero e proprio, che ha visto ben 9 eventi nei capoluoghi di Provincia in cui le realtà si sono incontrate per discutere delle buone prassi adottate, delle problematiche riscontrate, delle opportunità, ma anche delle minacce incontrate, delle strategie e, perché no, anche delle frustrazioni e delle soddisfazioni avute nello sviluppo delle loro attività. Gli eventi territoriali sono stati organizzati come un piacevole momento conviviale a forte impatto culturale: le relazioni a stretto contatto di realtà territoriali differenti, infatti hanno agevolato la trasmissione di conoscenze già sperimentate, accorciando e diminuendo le probabilità di errore, rischi o titubanze dei nuovi startupper. Spesso dimentichiamo quanto sia più utile prendersi del tempo per parlare, condividere, scambiare, piuttosto che ragionare, analizzare e agire da soli. La Cooperazione permette questo, l’unione delle forze e delle esperienze. E offre con la sua infrastrutturazione associativa ambiente e luoghi utili e favorevoli a questi scambi

6


1.2. CURIOSITÀ NEL NOME “CO?TOUR”

Perché quel “?” in Co?Tour? Perché siamo andati alla ricerca delle nuove forme collaborative e mutuali che stanno nascendo in Regione, capire come queste si affiancano alle forme storiche e più stabili. Oggi in molti parlano di sharing economy, ma spesso non viene colto il valore insito nei processi di co-generazione e di condivisione che questo modello porta con sé. Co?Tour vuole fare emergere proprio questo aspetto valorizzando le esperienze già presenti in Emilia Romagna, innescando scambi di buone pratiche e gettando le basi per eventuali collaborazioni. Per noi nuova mutualità vuol dire condividere spazi, beni e servizi, coinvolgere le community (senza sfruttarle a senso unico), per condividere il valore con il territorio, promuovere e fare aggregare soggetti innovativi e distretti sostenibili, creare ibridazioni tra governance cooperativa e altre forme organizzative. Ma ci sono tante altre accezioni di nuova mutualità che ancora non conosciamo e che presto esploreremo. Pier Lorenzo Rossi Direttore generale Confcooperative ER

7


2. PREMESSA ALLA RICERCA

Co?Tour è una ricerca che si è svolta attraverso una mappatura e un viaggio nei territori dell’Emilia-Romagna, tra ottobre 2015 e febbraio 2016, con la volontà di comprendere e rappresentare le diverse declinazioni del mutualismo cooperativo odierno e creare occasioni di incontro e di conoscenza. Obiettivi della mappatura sono stati la raccolta, dalle Unioni Territoriali di Confcooperative, delle esperienze di cooperazione innovativa (es. cooperative di comunità, cooperative sportive, ibridi organizzativi, ecc.) e raccontarle anche in relazione ai bisogni espressi dal territorio; il far emergere le realtà imprenditoriali e non (non per forza cooperative) che adottano temi/strumenti/approcci tipici della mutualità ma riletti alla luce delle nuove dinamiche sociali (coworking, esperienze di sharing economy, ecc.); la messa in evidenza delle possibili “contaminazioni” e quindi delle opportunità di crescita e di sviluppo; l’individuazione dei soggetti aggregatori sui territori, che possono diventare interlocutori fondamentali delle sedi territoriali di Confcooperative. La motivazione iniziale è stata la volontà di conoscere le nuove forme collaborative e di mutualità che stanno nascendo in Regione, capire come queste si affiancano alle forme già assodate. Siamo all’interno di un dibattito internazionale che insiste fortemente su parole che hanno una radice comune legata ai valori della condivisione e della mutualità (sharing economy, on demand economy, fino al platform cooperativism), anche se le esperienze che dominano questo dibattito nascondono organizzazioni e modelli che, al contrario, favoriscono la tradizionale concentrazione del valore economico. Questa ricerca nasce anche per un desiderio di riappropriazione di quell’universo semantico da parte e all’interno di quel mondo - quello cooperativo - che da sempre ha contribuito a dare senso a quelle parole, cogliendone il valore fondamentale di co-generazione e redistribuzione del valore.

on-demand economy: termine talvolta utilizzato per indicare la degenerazione della sharing economy e come vero e proprio sostituto del termine, ritenuto fuorviante. La on-demand economy prevede un’intermediazione tecnologica (una app/una piattaforma) fra chi richiede un servizio e chi si offre di prestarlo. Lo scambio economico passa attraverso tale supporto che trattiene una percentuale. Il prezzo del servizio (per esempio il servizio “taxi” di Uber o quello per le pulizie di Handy) è deciso da chi lo offre e non tiene conto di alcuni elementi, tra cui le normative vigenti in materia di diritto del lavoro e di salario minimo. Ciò significa che queste transazioni, sebbene alludano alla retorica della condivisione, nascondono molto spesso pratiche di autosfruttamento che attecchiscono in un vuoto normativo. http://www.economist.com/news/ briefing/21637355-freelanceworkers-available-moments-noticewill-reshape-nature-companies-and http://www.oxfamitalia.org/ wp-content/uploads/2016/01/ Rapporto-Oxfam-Gennaio-2016_Un-Economia-per-lunopercento.pdf

8


3. I BISOGNI DA CUI NASCE LA RICERCA

Il modello cooperativo, fin dalla fine dell’800 quando inizia a diffondersi e consolidarsi, rappresenta un’opportunità di riscatto e di rafforzamento di gruppi deboli all’interno dell’economia e fa leva su una dimensione valoriale e idealistica molto forte. Negli anni della diffusione del capitalismo, ben descritti da Braudel come insieme di cause correlate e fortemente politiche, oltre che economiche, la volontà di affermare un modello alternativo, collettivistico, democratico, auto-organizzato e mutualistico, è parte di un’occasione di riscatto sociale che fa presa su una fetta della società. Nonostante attraverso i secoli questo modello abbia subito forti pressioni provenienti dai cambiamenti sociali ed economici che si sono susseguiti, l’ascesa ed il declino della classe media, il default finanziario e la collegata caduta degli ideali, il fallimento dei movimenti, la digitalizzazione delle relazioni e dell’economia, essa ha continuato a mantenere una funzione sociale catartica in un mondo capitalistico e ha contribuito allo sviluppo sociale e culturale dei territori dove si è maggiormente diffusa. Ma la cooperazione si trova oggi a confrontarsi con un mondo dove, citando Scholz, “for millennials, the end of the world seems more plausible than the end of capitalism and their career paths look like autonomous vehicles heading towards Armageddon”. A questo si aggiunge l’ascesa di una retorica sempre più presente e incisiva legata all’economia della collaborazione, della condivisione, delle piattaforme che aggregano bisogni e ottimizzano le risorse scarse, che sta descrivendo e promuovendo la diffusione di pratiche che oscillano tra il capitalismo e la mutualità, pur non avendo, in molti casi, la forma cooperativa. Questa situazione richiede quindi da un lato di ripensare i meccanismi di governance, gli stakeholder e le spinte aggregative che hanno formato la base del movimento cooperativo, mentre dall’altro rende la forma cooperativa oggi più che mai un’opportunità di riscatto, di ricostruzione delle basi solidaristiche che sono state spazzate via da questi nuovi

Il cooperativismo di piattaforma ripensa i dispositivi di intermediazione legati all’immaginario della sharing/ on-demand economy costruendoli come “cooperative di lavoratori dell’immateriale che possiedono la loro piattaforma con la quale vendono il lavoro, lo creano, e si garantiscono un reddito”. In altre parole si tratta di abbandonare la retorica, ormai svuotata, della condivisione, per tornare a parlare di proprietà dei mezzi. Ciccarelli, R., Cooperazione 2.0. Le alternative nella Sharing Economy, cheFare, 29 gennaio 2016 9


modelli di estrazione del valore mascherati dietro un ideale collaborativo e redistributivo. In questa ricerca si prova ad indagare, a conoscere ed a capire quali siano i nuovi bisogni che possono trovare soddisfazione grazie a nuovi approcci mutualistici, quali le tensioni sociali ed ideali che spingono all’aggregazione, quali i meccanismi di auto-organizzazione e di governance che si generano nell’epoca digitale. Si vuole infatti suggerire un confronto aperto e produttivo tra il mondo cooperativo e l’economia collaborativa, che porti a capire quali strumenti servano alla cooperazione per “prendersi in carico” l’economia della condivisione e della collaborazione, permettendogli di evolvere in una direzione di maggior benessere per tutti. Partendo dall’Emilia-Romagna si vuole contribuire a rilanciare un dibattito che negli ultimi anni è stato dominato da contributi esteri e dalla tensione tra EastCoast (modello Silicon Valley della sharing economy che “scala”) e WestCoast (Neil Gorenflo, Shareable, Trebor Scholz, platform cooperativism, ecc.). Esiste infatti a nostro avviso la necessità di ricostruire role models per l’impresa cooperativa, sociale e mutualistica che creino un immaginario positivo da emulare.

10


4. NOTA METODOLOGICA

L’approccio che abbiamo adottato in questo lavoro non è stato quello di ricercatori veri e propri. Se volessimo usare un’espressione cara alle scienze sociali, potremmo dirci “osservatori partecipanti” della ricerca. Il punto di vista di Kilowatt infatti non è quello di semplici osservatori che dall’esterno disegnano connessioni e tentano l’ennesima sistematizzazione di uno scenario in rapida evoluzione. Non si è trattato quindi solo di una scelta metodologica: il nostro mestiere è l’impresa cooperativa, la progettazione di servizi per la gestione condivisa dei processi decisionali all’interno delle organizzazioni, il design dei servizi, l’innovazione sociale. Ci possiamo definire più progettisti che ricercatori veri e propri, “professionisti della relazione”, oppure meglio: designer dei processi relazionali. Il nostro modo di progettare - e lavorare - è cogliere, capire e sfruttare al meglio la relazione, il network, il “tessuto” relazionale di un territorio. Co?Tour è stato dunque un viaggio che ha composto una mappatura molto incentrata sulle relazioni, sui legami tra le varie organizzazioni mappate, sul modello del lavoro di mappatura relazionale fatta di recente - un paio di anni fa - da Ashoka per individuare i punti di riferimento dell’innovazione sociale in Italia. In quel caso si era creato un interessante gioco di rimbalzo tra “innovatori sociali”: a ognuno di essi si chiedeva di segnalare un’altra persona rilevante nel mondo dell’innovazione sociale italiana; il risultato fu di mettere in luce il “citarsi a vicenda”, ossia i legami forti all’interno di una “koiné” con contorni abbastanza netti. Il nostro esperimento è andato nella stessa direzione, ma più - come già si accennava - per fare emergere i nodi più o meno espliciti del tessuto relazionale del mondo cooperativo e non in relazione alle forme di condivisione, scambio, co-generazione e distribuzione di valore. La mappatura è stata impostata seguendo le seguenti fasi: una prima parte di confronto con le sedi locali di Confcooperative e con alcune realtà rilevanti in merito alle forme di mutualità più recenti, a un primo gruppo di soggetti, è stato inviato un questionario diviso in tre sezioni: una anagrafica, una focalizzata sulle modalità di scambio, nuovi bisogni di convisione e formati mutuali di oggi e domani; una terza tesa 11


proprio a far emergere il tessuto relazionale, chiedendo i nomi e i contatti di punti di riferimento e in generale di altre esperienze rilevanti secondo il taglio della ricerca (localmente, in regione ma anche fuori), il questionario (più un’intervista con compilazione dialogica, per la verità) ci ha permesso di avere in alcuni casi altri candidati alla compilazione, facendo così procedere la raccolta di materiale. Questo tipo di approccio non è evidentemente orientato ad un’analisi di tipo quantitativo. Al contrario, e coerentemente con quanto sottolineato sopra, l’indagine è piuttosto qualitativa, basato non su un campione ma su un “corpus” di opinioni e di “storie da raccontare” / buone pratiche da sottolineare. Di queste esperienze abbiamo raccolto frasi ed opinioni (poi oggetto di “content analysis”, come spiegato nel capitolo 9), per ognuna abbiamo estrapolato i collegamenti e le relazioni esistenti con altre esperienze e infine abbiamo classificato i “driver” di mutualità più rilevanti di un territorio, ossia i bisogni di aggregazione, di scambio, di mutualità appunto che le realtà mappate esprimevano come la motivazione che sta alla base della scelta di “mettersi insieme”. La mancanza di alcune realtà o soggetti del territorio non deve quindi intendersi come disattenzione ma piuttosto come dato da analizzare qualitativamente: forse essi hanno poche relazioni, o non sono riconosciuti dalla comunità intervistata, o non emergono nei canali digitali usati per la ricerca, o non appartengono ai driver identificati.

In questo caso con driver di mutualità si intende il bisogno primario che guida, che innesca, che spinge una determinata realtà ad adottare pratiche mutualistiche.

Si è cercato di non focalizzarci sul “tipo di mutualità” definito normativamente, per andare alla ricerca dell’evoluzione del concetto stesso di mutualità, trovando i suoi elementi per così dire “immanenti”, che possono accomunare anche realtà molto diverse tra loro. Questa evoluzione è per noi infatti l’elemento di innovazione su cui costruire le progettualità che seguiranno questa ricerca.

12


4.1. I DRIVER (O VETTORI DI MUTUALITA’)

Questi i driver attraverso i quali abbiamo classificato le realtà mappate: - welfare, dove la leva iniziale di mutualità è un bisogno di servizi utili garantire la sicurezza, la riduzione della disuguaglianza e il benessere dei cittadini; - beni, dove la leva iniziale di mutualità è la condivisione o la gestione condivisa di beni materiali (co-housing, gestione condivisa di prodotti di consumo, ecc.); - beni comuni, dove la leva iniziale di mutualità è il bisogno di salvaguardare e prendersi comunemente in carico un bene della collettività (rigenerazione di spazi pubblici, asset di importanza collettiva, beni di comunità, ecc.); - servizi, dove la leva iniziale di mutualità è la creazione di servizi di utilità per una comunità; - strumenti, dove la leva iniziale di mutualità parte dal bisogno di mettere a disposizione di una comunità strumenti di lavoro o di pubblica utilità (spazi di lavoro con attrezzature condivise come i Fab Lab, ecc.); - governance e lavoro, dove la leva iniziale di mutualità è trovare una governance per gestire la generazione comune e ridistrubuzione del lavoro (come nelle cooperative di lavoro, ma anche esperimenti di filiera o associazionistici che si consorziano, ecc.); - risorse finanziarie, dove la leva iniziale è mettere in condivisione e abbassare le soglie di ingresso dell’accesso al credito; - network, dove la leva iniziale di mutualità è la condivisione di contatti e la messa in rete di soggetti e competenze; - formazione, dove la leva iniziale di mutualità è la condivisione e l’accessibilità del sapere.

“FabLab (abbreviazione per Fabrication Laboratory) è essenzialmente un insieme di strumenti e processi, un laboratorio appunto, per costruire qualsiasi tipo di oggetto, da un computer ad una trappola per topi, da un gioiello ad una bicicletta. Nei FabLab, sorta di ibrido tra officina, laboratorio di ricerca e sviluppo e bottega artigiana, è infatti possibile realizzare qualsiasi cosa partendo da un semplice file realizzato in CAD (o altri software analoghi) Per potersi definire tale un FabLab necessita però di un set minimo di macchine che includono: una stampante 3d, una laser cutter, frese a controllo numerico, plotter.” http://www.ander35.it/joomla/ index.php?option=com_ content&view=article&id=133:cos-eun-fablab&catid=8&Itemid=101 13


4.2. IL QUESTIONARIO

Il questionario somministrato alle realtà mappate è stato lo strumento attraverso il quale raccogliere contenuti di doppia natura: - alcuni elementi quali-quantitativi di “opinione”, descrizione del contesto e delle narrazioni correnti in regione. Tali contenuti sono stati interpretati e rappresentati in questa ricerca per dare conto della nuova mutualità “percepita”; - altri elementi di carattere “tipologico” che ci hanno permesso di inserire le realtà stesse nelle mappe, con legami verso altri soggetti e verso i bisogni di condivisione, scambio (mutualità) a partire dai quali quelle nascono. Il questionario è stato diviso in tre sezioni: - ANAGRAFICA: dati base e forma giuridica, vision e mission - DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’ IN RELAZIONE ALLA MUTUALITA’: in relazione agli ambiti principali che definiscono la mutualità, che si è individuato in: 1. Problema da risolvere/barriera all’ingresso 2. Modalità di condivisione del problema 3. Organizzazione/governance 4. Meccanismi di redistribuzione del valore (come e verso chi) - MAPPATURA RELAZIONALE: dove si è chiesto di segnalare una o più realtà di rilevo a livello territoriale, soggetti aggregatori, di descrivere le relazioni di scambio e/o collaborazione che eventualmente esistono e una o più realtà di benchmark a livello nazionale/internazionale

14


5. COSA ABBIAMO FATTO

Il centro della ricerca è stato il lavoro di mappatura, possibile solo attraverso un “viaggio nei territori” della regione Emilia-Romagna. Gli output del percorso sono riassumibili come segue: - nove incontri territoriali, uno per provincia, tra novembre 2015 e febbraio 2016, ognuno declinato secondo le “vocazioni” territoriali (si veda il paragrafo seguente) - nove mappe che raccontano i territori attraverso i soggetti mappati, le relazioni tra essi (con conseguente esplicitazione dei nodi di aggregazione) e il collegamento ai driver di mutualità - emersione di alcuni casi di nuova mutualità, come storie esemplari da raccontare - alcune conclusioni che sono offerte come consigli a chi oggi ha l’obiettivo di fare promozione cooperativa.

15


6. IL TOUR: GLI EVENTI REALIZZATI

Ogni “tappa” del progetto Co?Tour ha visto organizzare dalle sedi locali un evento di presentazione e di rilancio delle tematiche emerse. Ogni evento ha avuto natura abbastanza diversa ma essi sono stati accumunati da un momento dedicato alla descrizione del progetto e dalla presenza di un desk informativo per integrare la mappatura in tempo reale. Si riporta di seguito un breve riassunto dei temi emersi e del focus di ciasun incontro, in ordine cronologico. -Il primo incontro ha avuto luogo a Piacenza, il 7 novembre 2015, dal titolo “Nuove idee per un’economia differente”, organizzato dal Gruppo Giovani di Confcooperative Piacenza.

Piacenza, 7 novembre 2015

4 cooperative presenti: una consulenza, due sportive, un consorzio workshop problem solving: Mr. Wolf su Coopworking con Kilowatt E’ stato un evento di stampo divulgativo, presenti diverse classi delle scuole superiori. La domanda di partenza è stata: come avvicinare le nuove generazioni all’etica cooperativa? Importante la presenza dei giovani cooperatori e del loro punto di vista sulle prospettive che si aprono per la cooperazione. -Il secondo incontro ha avuto luogo a Ravenna, il 9 dicembre 2015, dal titolo “L’innovazione visita l’innovazione”, organizzato da Confcooperative Ravenna con Kirecò.

Ravenna, 9 dicembre 2015

L’incontro si è basato su un focus su Kirecò, nuovo aggregatore cooperativo, parco per le imprese, il territorio e le persone, in via di avviamento e in fase di cantiere per quanto riguarda i nuovi spazi della realtà ravennate. L’incontro ha visto la presentazione del progetto “Take care and change the future”. 16


Il terzo incontro ha avuto luogo a Parma, sempre il 9 dicembre 2015. Il titolo: Ibridi, contaminazioni possibili tra innovazione e mutualità, organizzato da Confocooperative Parma in collaborazione con On/Off.

Parma, 9 dicembre 2015

In questo incontro ci si è concentrati sulle cooperative del territorio e il connubio fra tradizione e innovazione, con racconto di esperienze di: - Cooperazione consolidata - Cooperazione innovativa - Esperienze mutualistiche non cooperative -Il quarto incontro ha avuto luogo a Bologna, il 10 dicembre 2015, dal titolo: “Da CoopUp a Co?Tour [e ritorno]. Un viaggio alla scoperta delle nuove forme di mutualità ai tempi della sharing economy”, organizzato da Confcooperative Bologna insieme a Kilowatt. Parole chiave: open innovation, accelerazione, economia collaborativa, sostenibilità. L’incontro è stato un’occasione per capire la vocazione dei territori e per comprendere la connessione esistente tra teoria e pratica della collaborazione, prendendo in considerazione il ruolo degli spazi di aggregazione come motore di innovazione.

Bologna, 10 dicembre 2015 “L’open innovation è un paradigma che afferma che le imprese possono e debbono fare ricorso ad idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni ai mercati se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche.” (Henry Chesbrough, 2006)

-Il quinto incontro ha avuto luogo a Rimini, il 17 dicembre 2015, con il titolo “Giovani Cooperatori, la mutualità ai tempi della sharing economy”, organizzato da Confcooperative Rimini insieme a La Formica Cooperativa Sociale.

Rimini, 17 dicembre 2015

In quel caso è stato fatto un focus sui giovani cooperatori e i racconti delle loro esperienze sul territorio. 17


In quella sede è stata anche affrontata una interessante discussione attorno al valore sociale del concetto di mutualità (alla relazione tra la mutualità in senso stretto e in senso “lato” o allargato) e al settimo principio della cooperazione. La domanda di partenza è stata: quale scambio con le comunità di riferimento? In che modo questo scambio è comune a realtà non cooperative? -Il sesto incontro ha avuto luogo a Modena, il 21 gennaio 2016, presso il locale FabLab, attorno al tema “Nuovi modelli di business, tra innovazione e tradizione”, organizzato da Confcooperative Modena.

Modena, 21 gennaio 2016

In quel caso ci si è concentrati sulle nuove imprese cooperative che stanno animando il percorso di incubazione Imprendocoop, con particolare attenzione ai temi di lavoro, sport, gioco, formazione, mobilità. -Il settimo incontro ha avuto luogo a Longiano (Forlì-Cesena), il 26 gennaio 2016, col titolo “Innovare nella tradizione, nuove reti e nuovi modelli per uno sviluppo sostenibile dell’Appennino”, organizzato da Confcooperative Forlì-Cesena.

Longiano, 26 gennaio 2016

Il focus dell’incontro è stato dedicato al turismo e in particolare alla rete Romagna Welcome, con particolare attenzione alle strategie per la creazione di reti territoriali per progetti imprenditoriali di sviluppo sostenibile sul tema turismo di montagna e coesione sociale. --

18


L’ottavo incontro del tour ha avuto luogo a Reggio Emilia, il 4 febbraio 2016, con il titolo “La cooperazione tra innovazione e contaminazione per rigenerare mutualità”, organizzato da Confcooperative Reggio Emilia insieme a Impact Hub Reggio Emilia.

Reggio Emilia, 4 febbraio 2016

Sono stati presentati i primi risultati della ricerca ed é stato costruito un interessante confronto con i risultati di un’altra ricerca in questo ambito, quella condotta da Social Seed e LAMA dal titolo “Dalla Sharing Economy all’Economia Collaborativa”.

http://www.fondazioneunipolis.org/ wp-content/uploads/2015/11/ Ricerca-Economia-collaborativa-eCooperazione.pdf

Al dibattito si é aggiunta la presentazione di alcuni esempi locali di nuova mutualità (in particolare le cooperative di comunità). -Il nono e ultimo incontro ha avuto luogo a Ferrara, il 27 febbraio 2016, organizzato da Confcooperative Ferrara, in collaborazione con il Consorzio Wunderkammer.

Ferrara, 27 febbario 2016

L’incontro è stato il pretesto per attivare un dibattito sul mondo cooperativo a 360°, grazie a una tavola rotonda che ha visto insieme i soggetti più innovativi della cultura ferrarese, tra cui Spazio Grisù, Città della Cultura Cultura della Città e Consorzio Wunderkammer.

19


20


7. PARTE QUANTITATIVA Dati su questionari, realtà contattate e distribuzione in base alla governance e ai driver di mutualità attivati

La ricerca ha mappato in tutto 172 realtà e raccolto le opinioni del 41% di esse (70 questionari compilati). Queste realtà hanno governance diverse: la metà di esse sono esperienze cooperative, mentre le altre sono abbastanza distribuite tra forma imprenditoriale classica, associazioni e “progetti”, ossia gruppi informali, fondazioni, spin-off, progetti pubblici. Se ne dà di seguito una rappresentazione grafica: NB: Tra le forme attualmente più informali, ci sono molte realtà che si stanno dando una governance imprenditoriale: esse rappresentano un importante bacino di partenza a cui rivolgersi per eventuale promozione cooperativa

21


Di seguito un’estrapolazione dei driver di mutualità più “frequentati” dalle realtà in questione: NB: Notare come il secondo driver per importanza, dopo “servizi”, è “network” NB2: E’ interessante notare anche come alcuni altri driver possibili, a ricerca conclusa, si sono manifestati come altri potenziali vettori di mutualità possibile: la cultura, anzitutto (specialmente per la mappa di Ferrara, come si vedrà nel paragrafo che segue), ma anche la ricerca e sviluppo (si vedano le conclusioni e i suggerimenti finali, in proposito), ma anche l’innovazione, in certi casi (specialmente Bologna e Reggio Emilia), ma anche la comunità (si tratta di un driver a sé? Oppure può essere incluso nel driver “beni comuni”?)

22


8. PRESENTAZIONE DELLE MAPPE

Una mappa, dicono i geografi, è un ottimo modo per mentire. Per essere parziali e non dichiararlo. La mappa è un supporto di rappresentazione dove qualcuno per tutti decide cosa mostrare e cosa no. è un dispositivo di selezione di alcune qualità del reale che ne nasconde altre.

Franco Farinelli, I segni del mondo Marc Monmonier, How To Lie With Maps

Detto in altre parole, la mappa, anche se nasce come copia della realtà, finisce, con il riduzionismo che le è connaturato, a fare in modo che la realtà si modelli a essa, e che ciò che non è rappresentato dalla mappa, in un certo senso, scompaia. Questo non vale solo per le mappe geografiche, ma anche per le cosiddette mappe logiche, o relazionali - forma scelta per la visualizzazione dei risultati della nostra ricerca. Le mappa di questa ricerca partono dalla consapevolezza di questo fenomeno. Per questo è bene dichiarare alcune considerazioni: - come anticipato in nota metodologica la ricerca fa una fotografia, esprime chi ha deciso di aderire al progetto anzitutto, e chi è stato citato da altri, non è pertanto esaustiva ma segue la natura relazionale della ricerca; - questa rappresentazione è solo uno degli output del progetto, e ha più una valenza di “impatto visivo”, l’analisi di ciò che sta dietro all’immagine è l’altro output altrettanto importante; - la mappa mette al centro i soggetti e attorno i “driver” di mutualità, con collegamenti che definiscono le relazioni tra i due: il tratto nero più spesso indica le relazioni più forti - ossia la “molla” mutuale prevalente di quella data realtà - e quello nero sottile i driver secondari; - allo stesso modo, in tratto rosso stiamo segnalando le relazioni tra i soggetti, seguendo lo stesso principio di “spessore”: il tratto rosso più spesso indica chi si è indicato vicendevolmente nella mappatura relazionale.

23


Alcune chiavi di lettura: - i driver di mutualità sono stati indicati dagli intervistati e non attribuiti in base alla tipologia di impresa o modello organizzativo scelto. Questo significa invertire il punto di vista facendo emergere ciò che dal punto di vista valoriale è stata la leva più forte di aggregazione; - i driver sono, necessariamente in questa fase, delle voci molto ampie, che poi “esploderemo” nel dettaglio in seguito, trovando accostamenti meno prevedibili; - i soggetti più “giovani” da un lato ed “innovativi” dall’altro sono quelli che hanno più driver di mutualità. Le imprese “tradizionali” invece hanno solitamente un unico driver ma molto forte. Certamente siamo di fronte a mercati molto diversi ed a modelli organizzativi altrettanto, e conseguentemente, molto diversi; - i soggetti che emergono alla vista in modo molto chiaro sono quelli all’interno di una tela di relazioni molto fitta. Li abbiamo chiamati “aggregatori” e spesso non lo sono per “missione esplicita”.

24


8.1. LEGENDA DELLE MAPPE IN FORMA DISCORSIVA

Si è scelto di non usare per ora un supporto cartografico per la mappatura, ma di usare mappe relazionali / logiche per città, in modo da evidenziare a prima vista la densità aggregativa e le relazioni interne ai singoli territori. All’interno della mappa relazionale / logica, la proposta è di mettere al centro i soggetti e attorno i driver che guidano la mutualità, partendo da un’ottica del driver come bisogno di partenza. Le mappe relazionali utilizzate sviluppano un sistema di visualizzazione attento a mostrare: - Driver principali: legami forti (in nero, con spessore doppio) per i driver principali, quelli che rappresentano la leva principale o “esplicita” di mutualità; - Driver secondari: le leve “secondarie”, meno prominenti, di mutualità, i vettori che non veicolano le attività principali della realtà ma che definiscono comunque parte dell’identità dell’organizzazione in causa; - Driver territoriali “forti” e “deboli”: a seconda del numero di soggetti collegati per driver, si è rappresentato (con sfere grigie) i driver che per singolo Unione Territoriale di Confcooperative sono risultati più o meno “frequentati”; - Relazioni forti e relazioni deboli: tra i soggetti, sono state rappresentate le relazioni bidirezionali (dove entrambi i soggetti si sono citati a vicenda), con tratto rosso spesso, e quelle singole, ossia unidirezionali; - Soggetti aggregatori: i soggetti con una quantità maggiore di relazioni (o più citati da altri soggetti) sono stati rappresentati con attorno una sfera rossa (di due diverse dimensioni a seconda della quantità di relazioni “relativa” al singolo territorio.

25


8.2. LEGENDA DELLE MAPPE IN FORMA GRAFICA

DRIVER

COOP X

DRIVER DI MUTUALITÀ (BISOGNO DI PARTENZA)

SOGGETTO MAPPATO

DRIVER DI MUTUALITÀ FREQUENTEMENTE SEGNALATO

CENTRO DI AGGREGAZIONE (SOGGETTO FREQUENTEMENTE SEGNALATO)

DRIVER DI MUTUALITÀ MEDIAMENTE SEGNALATO

CENTRO DI AGGREGAZIONE (SOGGETTO MEDIAMENTE SEGNALATO)

PAROLA CHIAVE

OUTPUT (SOLUZIONE ADOTTATA)

COLLEGAMENTO PRINCIPALE TRA SOGGETTO E DRIVER

COLLEGAMENTO FORTE TRA SOGGETTI

COLLEGAMENTO SECONDARIO TRA SOGGETTO E DRIVER

COLLEGAMENTO TRA SOGGETTI

26


8.3. LA MAPPA DI PIACENZA

INFANZIA

CO-HOUSING

CONSI COPRA

BENI

NTO PRINCIPALE ETTO E DRIVER

MINORI

COOP COLORI E SAPORI

WELFARE

OFFICINE GUTENBERG

LʼARCO

IL MULO GENS COOP OLIVETTI

AIRBAG 29100

AURORA DOMUS

COOP ARCOBALENO

ECOSOL

GRUPPO DʼACQUISTO

ANZIANI

LA SICUREZZA IN 3D DELLA LOGISTICA CENTRO CONGRESSI GALILEO

EDUCAZIONE

PILUCCHERIA

INFANZIA

TICE COOP SOCIALE

FORMAZIONE

VALENZA TERRITORIALE

MANUTENZIONE VERDE

CONFCOOPERATIVE PIACENZA

BENI COMUNI

RISTORAZIONE PROFESSIONALITAʼ

TO SECONDARIO ETTO E DRIVER

OOP X

SPAZIO 2 COORDINAMENTO COORDINATORI PEDAGOCICI

O MAPPATO

GGREGAZIONE REQUENTEMENTE NALATO)

MENTO FORTE OGGETTI

RECUPERO SVANTAGGIO SOCIALE

CASA MORGANA

MUTUALITÀ NTE SEGNALATO

UTPUT NE ADOTTATA)

REINSERIMENTO SOCIALE

UNICOOP SOCIETAʼ EMILIANO-ROMAGNOLA DI UTENTI

MUTUALITÀ DI PARTENZA)

A CHIAVE

STRUMENTI

ERGASIA

ONORANZE FUNEBRI

ENDA:

IVER

CONDIVISIONE SPAZI

SERVIZI

LOGISTICA

LLA SCOPERTA UTUALITÀ IN ROMAGNA

L TERRITORIO ENTINO

GESTIONE DEL TEMPO

CONSULENZE

FEDERSOLIDARIETAʼ

COOPWORKING CONSORZIO AGRARIO PROVINCIALE

TIK TOC PAULO FREIRE

COOPERATIVA SAN MARTINO

DES TACUM

RISORSE FINANZIARIE

DISTRETTO ECONOMIA SOLIDALE

CONSORZIO SOL.CO.

LAVORO ACCESSO AL CREDITO

WAW

GOVERNANCE E LAVORO

FILIERA CORTA

NETWORK

CAMERA DI COMMERCIO IBRIDI ORGANZZATIVI

DISTRETTO ECONOMIA CIRCOLARE

CONDIVISIONE CONTATTI PATRIMONIO RELAZIONALE SOFTWARE

MENTO TRA GGETTI

27


8.4. LA MAPPA DI PARMA

LLA SCOPERTA UTUALITÀ IN OMAGNA

INNOVAZIONE SOCIALE CONDIVISIONE SPAZI SERVIZI DI COMUNICAZIONE

SERVIZI

RICETTIVITAʼ

BENI

ANZIANI DISABILI

AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA PARMA SOSTEGNO OVALE

MINORI

EIDEʼ

IL BATTISTERO

WELFARE

GRUPPO IREN

COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

SPAZIO 5/A

AURORA DOMUS

PARI OPPORTUNITAʼ

COOP NATIVA FESTIVAL KUMINDA

ENDA: CONSORZIO ALTROMERCATO

IVER

FARE COMUNITAʼ (ROMAGNA)

CIGNO VERDE

MAPPAMONDO

MUTUALITÀ DI PARTENZA)

CONSORZIO ECO-BIʼ

LA BULA LIFE TUTORS

RIUSO

COOP LO SCIAME

CUBO

ADULTI

OFFICINE ON-OFF

MADEGUS

SLOW FOOD PARMA

PET ME BESTIACCE

MUSICRAISER

GRUPPO SCUOLA

FORMAZIONE

COOP COMUNITAʼ 100 LAGHI

CONSORZIO DELLE COOP SOCIALI DI PARMA

LAB OFFICINA RIUSO

MUTUALITÀ NTE SEGNALATO

UTPUT E ADOTTATA)

RECUPERO SVANTAGGIO SOCIALE

STRUMENTI

MENTORSHIP

COWORKING

TERRITORIO DI RMA

A CHIAVE

RETE 14 LUGLIO (ITALIA)

SPORT

IDOCTOR PAD VICINI DI CASA

RICICLO

MI DO DNA PHONE

BE-CROWDY

BENI COMUNI

DECRESCITA FELICE

NTO PRINCIPALE TTO E DRIVER

AMBIENTE

B-VENTURES

RICERCA

TO SECONDARIO TTO E DRIVER SPAZIO BORGO RICCIO

COWORKING CNA

NTT DOCOMO BUONGIORNO

OP X

O MAPPATO

GGREGAZIONE EQUENTEMENTE ALATO)

MENTO FORTE OGGETTI

MENTO TRA GGETTI

3D LAB KILOWATT (BOLOGNA) COWORKING

RISORSE FINANZIARIE CROWDFUNDING

CONDIVISIONE CONTATTI

GOVERNANCE E LAVORO

NETWORK WASP (RAVENNA)

SPAZI DI AGGREGAZIONE ARTE SPAZIO ESPOSITIVO

28


SALUTE

8.5. LA MAPPA DI REGGIO EMILIA

LLA SCOPERTA UTUALITÀ IN ROMAGNA

COMMUNITY PER ARTISTI INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA

SERVIZI

MAKERSPACE

STRUMENTI

WELFARE INTERNET DELLE COSE

ASTER

REGGIO CHILDREN APPROACH (NETWORK INTERNAZIONALE)

UTPUT NE ADOTTATA)

NTO PRINCIPALE ETTO E DRIVER

TO SECONDARIO ETTO E DRIVER

3CSALUTE LʼOVILE

MENTO TRA GGETTI

CONSORZIO OSCAR ROMERO

CONFCOOPERATIVE REGGIO EMILIA

COMUNE DI REGGIO EMILIA

KLAB

CAIRE URBANISTICA PERDIQUA

RETI INTERNAZIONALI

FABLAB REGGIO EMILIA

FORMAZIONE

RIGENERAZIONE URBANA

CODERDOJO IMPACT HUB REGGIO EMILIA

REGGIO EMILIA INNOVAZIONE

HURRICANE START

BENI COMUNI

ELIOCITY

TRASFERIMENTO TECNOLOGICO EDUCATIONAL MARKETING

LA POLVERIERA

PLAYGROUND AROUND THE CORNER

CNA DIRITTI E POTENZIALITAʼ DEI BAMBINI

DIQUID BIOECO SERVIZI

UNIMORE RE:LAB

MAG6

RESTART

CENTRO LORIS MALAGUZZI

VALLE DEI CAVALIERI

BRIGANTI DI CERRETO

ALTROVE INNOVATION

O MAPPATO

MENTO FORTE OGGETTI

CAMERA DI COMMERCIO RE

PEOPLE 3.0

REGGIO CHILDREN

OOP X

GGREGAZIONE REQUENTEMENTE NALATO)

DISABILITAʼ

GIGFOUND

FARMACIE COMUNALI RIUNITE

MUTUALITÀ DI PARTENZA)

A CHIAVE

FAMIGLIA

EMILIA-ROMAGNA STARTUP

IVER

MUTUALITÀ NTE SEGNALATO

SERVIZI PER LA SALUTE

WELFARE ITALIA

BENI

L TERRITORIO GIO EMILIA

ENDA:

APP

CGM

RETE CRESER (RETE REGIONALE)

DES REGGIO EMILIA COWORKING

ECONOMIA DEL DONO

RISORSE FINANZIARIE MICROCREDITO

GOVERNANCE E LAVORO

RICERCA CCOP DI COMUNITAʼ

NETWORK

INCUBATORE

29


INNOVAZIONE NELLA MANIFATTURA

8.6. LA MAPPA DI MODENA

OPEN INNOVATION

SERVIZI PROFESSIONALI

SERVIZI

COWORKING

STRUMENTI

INNOVAZIONE COLLABORATIVA

PROTOTIPAZIONE VELOCE FABLAB INTEGRAZIONE DISABILITAʼ

BENI

LLA SCOPERTA UTUALITÀ IN ROMAGNA

FONDAZIONE VIGNOLA

WELFARE

UNIMORE TERRE DI CASTELLI

POLIMI

L TERRITORIO DENESE

WELL_BLAB FESTIVAL GIOCO

ENDA:

PLAY RES

KNOWBEL

MODENA CATERING

CENTRO MEDIAZIONE CONFLITTI SOCIALI

TECNOPOLO COOP IN TANDEM

FEDERMANAGER

IVER

MUTUALITÀ DI PARTENZA)

SPORT

MEDIANDO

MEDIAZIONE CONFLITTI

DEMOCENTER CULTURA DIGITALE

IMPRENDOCOOP

UTPUT NE ADOTTATA)

CIVIBOX

MENTO TRA GGETTI

CHICO MENDES

GIRAVOLTA

DES MODENA RICERCA E SVILUPPO

SLOWD

GD AZIENDE MODENESI PER LA RSI

BENI COMUNI

VAGAMONDI

EORTEʼ

FERRARI CARPIGIANI

O MAPPATO

MENTO FORTE OGGETTI

MODENA MAKERS FABLAB

SCUOLA DI PALLAVOLO

CRIT

OOP X

GGREGAZIONE REQUENTEMENTE NALATO)

CONFCOOPERATIVE

FORMAZIONE

NTO PRINCIPALE ETTO E DRIVER

TO SECONDARIO ETTO E DRIVER

HUB MODENA R-NORD

MANAGERITALIA

MUTUALITÀ NTE SEGNALATO

A CHIAVE

STARS & COWS

TETRAPAK

GIOVANI AMBIENTE LAVORO

DISTRETTO ECONOMIA SOLIDALE

RISORSE FINANZIARIE

RENA

OLIVETTI

GOVERNANCE E LAVORO

GAS

SPAZIO GRISUʼ (FERRARA)

FESTIVAL COMUNITAʼ CAMBIAMENTO (BO)

FILIERA CORTA

PIATTAFORMA WEB

NETWORK

INCUBATORE

PATRIMONIO RELAZIONALE

30


8.7. LA MAPPA DI BOLOGNA

INFANZIA

CO-HOUSING

TEATRO DEL PRATELLO CUER

A CHIAVE

HAMELIN

DIANORA BARDI

BOLOGNINA BASEMENT CORTE TRE

ANZIANI

AID

OPIFICIO GOLINELLI CODERDOJO

SLOW FOOD

INFANZIA

BEBERT

OLTREMODO

FAB LAB IMOLA

CAMPI APERTI

WE_BOLOGNA

FAB LAB VALSAMOGGIA

CANTIERI METICCI

BIO SOCIALE

ADOLESCENTI

CONSORZIO ECO BI

ARVAIA

SOCIAL SEED

ON THE MOVE

RECUPERO SVANTAGGIO SOCIALE

SNARK

OLTRE VENTURE KUNSTRASSE

RENA

BAUMHAUS

WELFARE

ANASTASIS

ZOO

EDUCAZIONE NON FORMALE

MINORI

ARCHILABOʼ

SALA BORSA

EXAEQUO

REINSERIMENTO SOCIALE

DOM CINETECA

FESTIVAL INTERNAZIONALE (FERRARA)

CONSORZIO ABELE LAVORO (TORINO)

LA PICCOLA CAROVANA

PAPERMOON

IL GRUPPO DEGLI ASINI

MUTUALITÀ DI PARTENZA)

COOP FARSI PROSSIMO (MILANO)

PLEIADI (PADOVA)

MAKEINBO

MEDIATECA SAN LAZZARO

REUSE WITH LOVE

GRUPPO DʼACQUISTO

COOP CAUT (BRESCIA)

LA FORMICA (RIMINI)

BENI

IVER

UTPUT NE ADOTTATA)

STRUMENTI BBB

ENDA:

MUTUALITÀ NTE SEGNALATO

CONDIVISIONE SPAZI

SERVIZI

ACCOGLIENZA

LLA SCOPERTA UTUALITÀ IN ROMAGNA

L TERRITORIO OGNESE

GESTIONE DEL TEMPO

CONSULENZE

BAM

KINODROMO

MODO INFOSHOP

DDB

FORMAZIONE

MANUTENZIONE VERDE

SMK

BENI COMUNI

KILOWATT

NTO PRINCIPALE ETTO E DRIVER

IDEA GINGER PROFESSIONALITAʼ

OZ MADE IN WOMEN

TO SECONDARIO ETTO E DRIVER

SHAPE

WORKING CAPITAL

ORCHESTRA SENZA SPINE

ITACAʼ

SCHOOL RAISING

RADIO CITTAʼ DEL CAPO

DYNAMO

OOP X

O MAPPATO

GGREGAZIONE REQUENTEMENTE NALATO)

MENTO FORTE OGGETTI

MENTO TRA GGETTI

VZ19 CROWDFUNDING

DISTRETTO ECONOMIA SOLIDALE

DEMO CENTER

MICROCREDITO

RISORSE FINANZIARIE ACCESSO AL CREDITO

ALMA MATER

CICLOFFICINA (MODENA) RUOTA LIBERA (FUSIGNANO)

LAVORO EX FADDA (S. VITO DEI NORMANNI)

T3LAB

INNOVAMI

GOVERNANCE E LAVORO

IBRIDI ORGANZZATIVI

INCUBAZIONE

FILIERA CORTA

NETWORK AVANZI (MILANO)

COMMUNITY ORGANIZING

OPEN INNOVATION PATRIMONIO RELAZIONALE

31


DIRITTI

8.8. LA MAPPA DI FERRARA

LLA SCOPERTA UTUALITÀ IN ROMAGNA

SERVIZI

WELFARE CO-HOUSING

SALA POLIVALENTE DEL GRATTACIELO URBAN CENTER FERRARA

SPAZIO DI VICINATO

BAUM CENTRO SERVIZI VOLONTARIATO CAMELOT

SOCIAL STREET VIA PITTERI

IVER

COHOUSING SOLIDARIA

MUTUALITÀ DI PARTENZA)

CONSORZIO IMPRONTE SOCIALI

AGIRE SOCIALE CSV

COOP STARTUP COOP ESTENSE

NOEMA PATRIMONIO CULTURALE

MEME

ARCI

PROVINCIA DI FERRARA

MERCATO COPERTO SPAZIO GRISUʼ

SIPRO

NTO PRINCIPALE ETTO E DRIVER

CENTRI DI PRODUZIONE DEL CONTEMPORANEO SERVIZI DIDATTICI

UNINDUSTRIA

TORRI DELLʼACQUA (BUDRIO)

FESTIVAL DELLA FIABA

LUISS

BENI COMUNI

BANCA DI ROMAGNA

CONSORZIO WUNDERKAMMER

FONDAZIONE TEATRO COMUNALE

CENTRI STUDI DANTE BIGHI

RIGENERAZIONE URBANA

COMUNE DI FERRARA

CITTAʼ DELLA CULTURA / CULTURA DELLA CITTAʼ

FERRARA CITTAʼ IN TRANSIZIONE

FORMAZIONE

ASCOM

GRUPPO COMUNICAZIONE NON VIOLENTA

ASSOCIAZIONE TERRA VIVA

MUTUALITÀ NTE SEGNALATO

TO SECONDARIO ETTO E DRIVER

INCLUSIONE E LAVORO

COOP VILLAGGIO GLOBALE (RAVENNA)

CSV

ENDA:

A CHIAVE

STRUMENTI

BENI

L TERRITORIO RRARA

UTPUT NE ADOTTATA)

OPEN GROUP (BOLOGNA)

OOP X

ASP ENERGIA

O MAPPATO

GGREGAZIONE REQUENTEMENTE NALATO)

MENTO FORTE OGGETTI

MENTO TRA GGETTI

CASA MUSEO REMO BRINDISI

PHORMA MENTIS

TEATRO OFF

FORM INDUSTRIA

CITER PALAZZO DEI DIAMANTI

RISORSE FINANZIARIE

OFFICINA VINTAGE BANDI

FUNDRAISING

COWORKING

ARKADIIS SUONO IMMAGINI

EQUO E SOLIDALE

APOLLO CINEPARK

GOVERNANCE E LAVORO

KILOWATT (BOLOGNA) INCREDIBOL (BOLOGNA)

GINGER (BOLOGNA)

NETWORK

32


8.9. LA MAPPA DI FORLÌ-CESENA

FAMILY CARE NETWORK

SERVIZI

CONSUMO CONSAPEVOLE

MAKERSPACE

PROMOZIONE CULTURALE

STRUMENTI

COWORKING

INTEGRAZIONE MULTICULTURALE

BENI

LLA SCOPERTA UTUALITÀ IN ROMAGNA

WELFARE

ENDA:

IVER

CSS

OLTRE TATA

L TERRITORIO Iʼ-CESENA

FAMIGLIA BORGO ETICO MAKERN (RIMINI)

AMPHORA SOC COOP

ACQUACHETA

ABBRACCIO VERDE

MAK_ER

MUTUALITÀ DI PARTENZA)

LE QUERCE WELCOME ROMAGNA SCAMBIO DI SAPERI

LABO LABO

FABLAB

MUTUALITÀ NTE SEGNALATO

A CHIAVE

UTPUT NE ADOTTATA)

LA FINESTRA

AZ. AGR.TOZZI STEFANO

FABLAB ROMAGNA CONFCOOPERATIVE FORLIʼ-CESENA

FORMAZIONE

NTO PRINCIPALE ETTO E DRIVER

SOCIAL HUB

BENI COMUNI

WMW BID TO TRIP

TO SECONDARIO ETTO E DRIVER

CESENA LAB CENTURIA AGENZIA INNOVAZIONE ROMAGNA

DINAMO COWORKING

OOP X

O MAPPATO

GGREGAZIONE REQUENTEMENTE NALATO)

MENTO FORTE OGGETTI

RISORSE FINANZIARIE GOVERNANCE E LAVORO

NETWORK INCUBATORE

ACCELERATORE DʼIMPRESA

MENTO TRA GGETTI

33


8.10. LA MAPPA DI RAVENNA

INNOVAZIONE SOCIALE

INFANZIA

CONDIVISIONE SPAZI

SERVIZI

ARTE

CONDIVISIONE STRUMENTI E TECNOLOGIE

STRUMENTI

CULTURA

RECUPERO SVANTAGGIO SOCIALE

BENI

IMAGE SRL

GEMOS

LLA SCOPERTA UTUALITÀ IN OMAGNA

ACCADEMIA PERDUTA

V!RA

GET COO

CULTURA POPOLARE

EDUCAZIONE

CONSORZIO SOL.CO

INFANZIA

FARE COMUNITAʼ

LABORIOSAMENTE

INNOVAZIONE SOCIALE

FORMAZIONE

CRE.S.C.O.

NOMAD FAMILY

BENI COMUNI DISTRETTO A

INFORMALITAʼ MULTIDISCIPLINA

BONOLABO

ARTE CULTURA

ALMAGIAʼ

TU CO AMBIENTE

TO SECONDARIO TTO E DRIVER

CISIM

OP X

DO NUCLEO CULTURALE CONTAMINATION LAB SALESIANI 2.0

IGERS RAVENNA

O MAPPATO

MENTO TRA GGETTI

BRISIGHELLA OSPITALE

RICERCAZIONE

MUTUALITÀ NTE SEGNALATO

MENTO FORTE OGGETTI

CONCILIAZIONE

WASP

MUTUALITÀ DI PARTENZA)

GGREGAZIONE EQUENTEMENTE ALATO)

PARI OPPORTUNITAʼ

ETHIC

ISIA FAENZA

IVER

NTO PRINCIPALE TTO E DRIVER

ANZIANI

MUSEO CARLO ZAULI

ENDA:

A CHIAVE

WELFARE

COMUNICAETICA FABLAB FAENZA

TERRITORIO DI ENNA

UTPUT E ADOTTATA)

MINORI

CONSULETICA

IMPRONTE

SCRITTURAFESTIVAL INDASTRIA MUSEO DELLE CERAMICHE

RISORSE FINANZIARIE ACCESSO AL CREDITO

ECONOMIA CIVILE

KIRECOʼ GIORNATE DI BERTINORO

FONDAZIONE BANCA DEL MONTE

COWORKING CONDIVISIONE CONTATTI

CENTURIA AGENZIA (FC)

LAVORO

GOVERNANCE E LAVORO

SETTIMANA DEL BUON VIVERE (FORLIʼ)

FORLIʼ SOCIAL HUB (FORLIʼ)

WEBTEAM ITALIA 2019 CESENALAB (CESENA)

OPENGROUP (BOLOGNA)

KILOWATT (BOLOGNA)

NETWORK

SPAZI DI AGGREGAZIONE ARTE SPAZIO ESPOSITIVO

34


8.11. LA MAPPA DI RIMINI

OGANIZZAZIONE EVENTI CONSULENZE

CO-HOUSING

SERVIZI

TUTORAGGIO

STRUMENTI

BENI CONDIVIVO

CO-HOUSING

L TERRITORIO RIMINI CONDOMINIO ECOSOL (FIDENZA)

A CHIAVE

UTPUT NE ADOTTATA)

COMETA

COINEʼ

CENTRO EDUCAZIONE MUSICALE INFANTILE

INFANZIA

AVIS

FORUM DEL TERZO SETTORE

ALI E RADICI

ADOLESCENTI

CENTRO SOCIALE AUSER

FORMAZIONE

LIBRERIA DEI RAGAZZI

IMPATTO AMBIENTALE

CONSERVATORIO TERRAMENOUNO

BENI COMUNI

MADE OFFICINA CREATIVA

RSI / ETICA DʼIMPRESA

COOWEB

FIGLI DEL MONDO CAMERA DI COMMERCIO INNOVATION SQUARE

OOP X

MENTO FORTE OGGETTI

IN OPERA

CONFCOOPERATIVE RIMINI

TEATRO

TO SECONDARIO ETTO E DRIVER

GGREGAZIONE REQUENTEMENTE NALATO)

MILLEPIEDI SAN PATRIGNANO

RIVIERA GREEM PASSION

METODO SUZUKI

NTO PRINCIPALE ETTO E DRIVER

O MAPPATO

RECUPERO SVANTAGGIO SOCIALE

LA FORMICA

CENTRO PER LE FAMIGLIE (COMUNE DI RIMINI)

ASSOCIAZIONE SOLIDARIA (FERRARA)

MUTUALITÀ DI PARTENZA)

MUTUALITÀ NTE SEGNALATO

MAKE RN FABLAB SAGRA MALATESTIANA

WELFARE CONSORZIO SOCIALE ROMAGNOLO

RIMINI LUG

RIMINI STARTUP

DANZA

MINORI

CONSORZIO MOSAICO

LLA SCOPERTA UTUALITÀ IN ROMAGNA

IVER

REINSERIMENTO SOCIALE

FRATELLI Eʼ POSSIBILE

ECOAREA

ENDA:

CENTRO DI SOLIDARIETAʼ

FEDART FIDI (ROMA)

FIDATI COOP UNIFIDI CONDIVISONE SPAZI

CROWDFUNDING MICROCREDITO

RISORSE FINANZIARIE ACCESSO AL CREDITO

SOSTEGNO ALLE STARTUP

LAVORO

GOVERNANCE E LAVORO

IBRIDI ORGANZZATIVI

NETWORK INNOVAZIONE TURISTICA

MENTO TRA GGETTI

35


9. TEMI CHIAVE EMERSI content analysis sui bisogni di condivisione e sul concetto di mutualità

Di seguito si riporta una “content analysis” delle risposte ai questionari, nella quale si sono accorpati alcuni temi di interesse e sono state messe in evidenza alcune occorrenze ripetute - frasi usate più spesso, temi più citati, elementi chiamati in causa trasversalmente alle risposte. Tre gli approfondimenti verticali degni di nota: 1. che ruolo e che servizi vengono richiesti all’associazione di categoria 2. quali sono i nuovi bisogni 3. qual è il significato “percepito” della parola mutualità Sul primo di questi focus si è lavorato “esplodendo” la risposta alla domanda specifica del questionario. Sulle restanti due verticalizzazioni, è stato invece usato lo strumento della content analysis.

La content analysis è uno strumento di lettura di un corpus di risposte qualitative: a prescindere dalle direzioni che un’analisi sta prendendo, la content va a guardare le frasi effettivamente usate; classifica la frequenza di uso di alcune parole (o parole chiave, quindi parzialmente interpretate e clusterizzate) rispetto ad altre, per come emergono da quelle frasi. Serve dunque per guardare al linguaggio comune/condiviso, oppure per capire proprio dove avvengono disallineamenti di “lessico”, o più spesso ancora ambiguità. La parola cluster, da “grappolo”, viene introdotta “inizialmente da astronomi statunitensi e inglesi per indicare ammassi stellari e passato poi a indicare oggetti vari, raggruppati insieme strutturalmente o funzionalmente.” http://www.treccani.it/enciclopedia/ cluster_(Dizionario-delle-ScienzeFisiche)/ In ambito industriale, “concentrazione settoriale e geografica di imprese”. http://www.treccani.it/enciclopedia/ cluster_(Dizionario-di-Economia-eFinanza)/ 36


9.1. COSA VIENE CHIESTO A CHI FA PROMOZIONE COOPERATIVA?

La relativa domanda al questionario non lasciava una risposta aperta, fatta eccezione per la voce “Altro”. I risultati sono i seguenti:

PROMOZONE DELLA CULTURA COOPERATIVA ADVOCACY E LOBBY A LIVELLO NAZIONALE MODIFICA DEL MODELLO DI GOVERNANCE COOPERATIVA MODIFICA LEGISLAZIONE DELLE IMPRESE PER RENDERE IL MODELLO COOPERATIVO PIU’ FLESSIBILE / FACILE

ALTRO

Una lettura di insieme mette in evidenza come le richieste si clusterizzino intorno a due macro temi: da un lato la richiesta di fare promozione cooperativa ma innovandone i modelli e gli strumenti, interloquendo con nuovi soggetti (gli aggregatori appunto) e nuovi spazi (gli spazi collaborativi); dall’altro emerge una richiesta, non ben definita ma sicuramente da approfondire, di aggiornamento del modello e della governance cooperativa per rispondere a nuovi mercati e ad una nuova concezione di fare impresa. Questo ultimo punto, che verrà ripreso anche in seguito nell’analisi delle forme giuridiche della mutualità oggi, si puó comprendere solo se si analizza nel dettaglio quello che sta avvenendo in mondi contigui e tangenti al mondo cooperativo (il mondo dell’economia collaborativa, della sharing economy, delle piattaforme, ecc.).

37


Sviscerando la voce “altro” emergono temi altrettanto interessanti e pertinenti per una ricerca come questa: - aggiornare il lessico e in generale “svecchiare” il linguaggio; - promuovere una maggiore apertura verso l’esterno e verso chi produce innovazione; - dare una maggiore attenzione a chi ha un ruolo “aggregativo”; - creare network di scambio di buone pratiche; - creare percorsi di supporto e consolidamento alle idee di impresa cooperativa; - mettere a disposizione spazi collaborativi.

38


9.2. QUALI SONO I NUOVI BISOGNI CONSAPEVOLI?

La content analysis sui nuovi bisogni - espliciti e consapevoli, quindi a cui si sta già tentando di dare risposta, proviene dalla risposta alla seguente domanda, questa volta con risposta aperta, fatta all’interno del questionario: “Quali sono i cambiamenti in atto, i nuovi bisogni, i nuovi temi e i nuovi interessi economici che spingono alla collaborazione / condivisione / mutualità?” Segue la rappresentazione grafica dell’analisi che fa emergere, oltre al numero di occorrenze delle espressioni chiave toccate, anche delle sovrapposizioni di questi “insiemi” tra di loro: INTERNAZIONALIZZAZIONE

OTTIMIZZAZIONE RISORSE

PRATICHE DAL BASSO

MULTIDISCIPLINARITAʼ COMUNICAZIONE

BISOGNO DI DIDATTICA INNOVATIVA

CONDIVISIONE DI CONOSCENZE / RISORSE / COMPETENZE

IPER SPECIALIZZAZIONE

BENE COMUNE

URBANIZZAZIONE NUOVA MOBILITAʼ CRISI AMBIENTALE

CAMBIAMENTI MACRO-ECONOMICI ACCESSO AL CREDITO

ALTERNATIVA AL CAPITALISMO RETI IMPRENDITORIALI

CRISI ECONOMICA / RISPARMIO SCARSITAʼ DI RISORSE

CONFRONTO CON IL MERCATO INNOVAZIONE SOCIALE

CONDIVISIONE RISCHIO DʼIMPRESA

QUALITAʼ DELLA VITA

NUOVO WELFARE

SOSTEGNO NUOVE DEBOLEZZE

NUOVO RAPPORTO PUBBLICO-PRIVATO

DELLA VITA NUOVE MODALITAʼ NECESSITAʼ DI DI LAVORO / CAMBIAMENTI COLLABORAZIONE / PASSAGGIO MERCATO DEL LAVORO / GENERAZIONALE BISOGNO DI PRECARIETAʼ RELAZIONE

DIGITALE / WEB

ALLUNGAMENTO

DARE LAVORO AI SOCI

CONCILIAZIONE VITA-LAVORO

E’ interessante una lettura di questi temi fatta accorpando cluster di bisogni qualitativi, perché fa emergere bisogni tipici delle generazioni che li esprimono: - QUALITA’ DELLA VITA (rapporto tra lavoro e tempo libero e conciliazione vita-lavoro, condizioni macroeconomiche che portano all’allungamento della vita) - condizioni di mercato / macroeconomiche: la crisi evidentemente - e la scarsità di risorse, molto citata, ma soprattutto le DIVERSE CONDIZIONI DEL LAVORO, e anche la necessità di passare da attività finanziate a attività a mercato - e verso i nuovi mercati - ASPETTO RELAZIONALE: la necessità di collaborazione è anche un BISOGNO DI RELAZIONE - STRUMENTI (dall’accesso al mercato al bisogno di strumenti di co-progettazione e di gestione della condivisione).

CRISI DI RAPPRESENTANZA RIPOPOLAMENTO

39


Si riporta per completezza la tabella delle espressioni chiave riassunte nella content analysis e il numero di occorrenze per ciascuna: ESPRESSIONE CHIAVE nuove modalità di lavoro / cambiamenti mercato del lavoro / precarietà

NUMERO DI OCCORRENZE 11

crisi economica / scarsità di risorse

9

necessità di collaborazione / bisogno di relazione

8

condivisione e messa in rete di conoscenze / competenze / risorse

8

nuovo welfare / cambiamenti del welfare

5

digitale / cambiamenti portati dal web

5

confronto con i nuovi mercati / con il mercato privato

4

innovazione sociale

3

iper specializzazione

3

nuovo rapporto pubblico / privato

3

cambiamenti macro-economici

3

passaggio generazionale

3

pratiche dal basso / richieste bottom-up

2

risparmio

2

ottimizzazione risorse

2

dare lavoro ai soci

2

alternativa al capitalismo

2

nuova mobilità

2

bene comune

2

conciliazione vita / lavoro e rapporto lavoro / tempo libero

2

40


ESPRESSIONE CHIAVE

NUMERO DI OCCORRENZE

crisi di rappresentanza

1

crisi ambientale

1

accesso al credito

1

condivisione rischio d’impresa

1

comunicazione

1

ripopolamento

1

bisogno di didattica innovativa

1

multidisciplinarità

1

allungamento della vita

1

sostegno alle nuove debolezze sociali

1

qualità della vita

1

internazionalizzazione

1

reti imprenditoriali / nuovi cluster d’impresa coop

1

urbanizzazione

1

41


9.3. COSA INTENDONO LE PERSONE CHE HANNO COMPILATO IL QUESTIONARIO CON “MUTUALITÀ”?

Allo stesso modo del caso precedente, sono state classificate le risposte in base alle occorrenze di frasi / espressioni chiave che definiscono secondo gli intervistati la mutualità odierna. In questo caso, la domanda esatta era: “Cosa significano mutualità e collaborazione per te?” Tornando alla content: di questa classificazione, similmente a prima, si riporta una rappresentazione grafica con sfere che entrano in tangenza tra loro:

INCLUSIONE / APERTURA

FORMALIZZARE COLLABORAZIONE

CONTAMINAZIONE MINORE DISPERSIONE

SERVIZI PER I SOCI RECIPROCITAʼ

CONDIVISIONE IDEE

MUTUO AIUTO / BENEFICIO / SOSTEGNO NON SUDDIVIDERE UTILI

RETE E SCAMBIO DI COMPETENZE / CONOSCENZE / RISORSE

CONDIVISIONE STRUMENTI DI LAVORO

IMPRENDITORI DI SE STESSI

SOLIDARIETAʼ EMANCIPATA

CONDIVIDERE UNO SCOPO

GARANTIRE LAVORO

SOSTEGNO

INTEGRAZIONE SOCIALE

FIDUCIA AIUTO AI GIOVANI

- questa domanda entra in risonanza con le interviste, le centinaia di telefonate e di contatti fatti durante la ricerca: nella maggior parte dei casi, nella spiegazione introduttiva del progetto, la prima risposta é stata: “ma mutualità in che senso?”. Il punto di partenza è dunque la necessità di disambiguare il significato della parola mutualitá; - c’è una strettissima relazione con la domanda relativa ai nuovi bisogni: in particolare, grande centralità sembra avere la messa in condivisione - con strumenti dedicati - di risorse, bisogni, competenze utili a un gruppo di persone che perseguono un obiettivo comune. Questo meccanismo di scambio è stato sottolineato come centrale della mutualità dalla stragrande maggioranza degli intervistati; - la collaborazione è spesso intesa come strumento della mutualità, la relazione è di obiettivo / strumento;

VALORE RELAZIONALE / RELAZIONI UMANE

BENE COMUNE / DEBOLEZZA LʼINTERESSE DELLA COMUNITAʼ

Alcune considerazioni:

CITTADINANZA ATTIVA

- solo due persone hanno interpretato la domanda dando la risposta “normativa” legata al significato di mutualità. 42


Per completezza, si riporta sotto anche la tabella riassuntiva delle risposte “accorpate” tramite la content analysis: ESPRESSIONE CHIAVE rete e scambio di competenze / conoscenze / risorse

NUMERO DI OCCORRENZE 14

garantire il bene comune / fare l'interesse della comunità

9

mutuo aiuto / beneficio / sostegno

9

condividere uno scopo

8

inclusione / apertura

5

valore relazionale / interpersonale / relazioni umane

4

condivisione idee

4

sostegno debolezza

3

integrazione sociale

3

condividere strumenti di lavoro

3

garantire lavoro

2

minore dispersione

2

servizi per i soci

2

non suddividere utili

2

aiuto ai giovani a iniziare propria attività

1

contaminazione

1

reciprocità

1

imprenditori di se stessi

1

solidarietà emancipata

1

fiducia

1

cittadinanza attiva

1

formalizzare le regole di collaborazione

1

43


Un elemento che appare subito dall’analisi é la mancanza del collegamento tra mutualitá e lavoro. La mutualità non é letta dagli intervistati, che nella maggior parte dei casi - si ricorda - sono nuove cooperative e nuove imprese, come strumento per rispondere ad un bisogno di lavoro, anche se é innegabile che questo bisogno ci sia. Una gran parte degli intervistati ha indicato invece la comunità come oggetto e obiettivo dell’azione mutualistica, manifestando un senso di responsabilità verso bisogni che esulano dalla base sociale in senso stretto. Questo é coerente con lo scenario post-crisi (o di chi ha sempre vissuto nella crisi) che genera una tensione verso la ricerca di soluzioni collettive a problemi complessi, risposte innovative che passino da una concezione sociale e prossima dell’economia. Si tratta, coerentemente con le promesse iniziali della sharing economy e delle esperienze di economia della collaborazione, di una risposta al capitalismo disinteressato causa delle crisi economiche e di fiducia, di soluzioni che che vengono dopo la caduta dei movimenti e degli ideali, e che provano a trovare dentro al capitalismo stesso una soluzione ad esso. E quindi il concentrarsi sulla comunitá significa inserire nel cuore del modello capitalistico e d’impresa dei valori sociali ed etici. Anche quando la riflessione parte da un’esperienza di mutualismo interno, si tratta sempre di un punto di partenza e raramente di un punto di arrivo, di un rifugio sicuro. Emerge la volontà di allargare e condividere soluzioni che si sono dimostrate efficaci, anche al di fuori dei circuiti cooperativi classici.

44


10. CASI SIGNIFICATIVI

La mappatura di Co?Tour ha fatto emergere tre tipologie di soggetti utili a ricostruire o rinforzare le reti di relazioni sia su scala locale che regionale. Questi soggetti sono stati individuati in base a tre criteri particolarmente rilevanti: 1- Il ruolo giocato nel territorio come punto di riferimento per altre realtà: li abbiamo chiamati AGGREGATORI 2- La capacità di innescare driver multipli di mutualità, ossia multipli bisogni di partenza che hanno portato alla costituzione dell’impresa: li abbiamo chiamati A DRIVER MULTIPLO 3- L’esistenza di soggetti che - pur avendo adottato forme giuridiche diverse rispetto a quella cooperativa - si configurano, nei fini e nei mezzi adottati, come imprese basate sui meccanismi della mutualità.

45


10.1. SOGGETTI AGGREGATORI

In alcuni casi ci si è resi conto che la presenza di soggetti aggregatori – ovvero di realtà che fanno da porta di ingresso a community o che sono dei punti di aggregazione di nuova mutualità – può giocare un ruolo fondamentale nel convogliare i flussi di innovazione in una direzione anzichè in un’altra. Inoltre i momenti di incontro, formali e informali, che avvengono attorno e all’interno di questi spazi contribuiscono a dare forza a un discorso comune legato all’economia collaborativa e alla costruzione di alternative possibili ai modelli economici dominanti. La presenza di questi realtà intermedie funziona da punto di raccordo sul territorio connettendo organizzazioni più strutturate – come le associazioni di categoria – con le realtà più piccole che sono in cerca di strumenti per concretizzare le proprie idee di impresa sociale. Di seguito andiamo ad elencare, in ordine geografico, alcuni dei soggetti più rilevanti che – come è emerso dalla mappatura – erano in molti casi già in contatto fra loro. Nella compilazione dei questionari, infatti, queste realtà si sono segnalate a vicenda, evidenziando una relazione forte, talvolta strutturata in modo informale e altre in modo formale.

46


PIACENZA CCOPWORKING Spazio di co-working cooperativo

Coopworking aiuta i giovani imprenditori a realizzare le proprie idee, trasformandole in Startup innovative; mette a disposizione uno spazio di 250 mq: uffici arredati, postazioni in open-space, sala riunioni e sala corsi. Coopworking propone corsi ed eventi formativi, con la collaborazione di esperti di diversi settori, sia interni al network che provenienti da altre realtà lavorative.

Coopworking nasce per permettere a giovani con limitate disponibilità economiche di abbattere i costi di gestione aziendali, condividere idee con altre persone e conoscere nuove realtà lavorative con cui instaurare collaborazioni al fine di dar vita a nuove società o progetti imprenditoriali. Daniele Sarselli – Presidente Coopworking Piacenza

47


PARMA ON/OFF Spazio di co-working del Comune di Parma gestito dalla Cooperativa Gruppo Scuola

Officine On/Off è un progetto innovativo dell’Assessorato Politiche Giovanili & Innovazione del Comune di Parma, ideato e gestito dalla cooperativa sociale Gruppo Scuola in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale On/Off, con il sostegno di Fondazione Cariparma. ON/OFF è una community collaborativa, un vivaio di idee e un centro per lo sviluppo delle competenze, uno spazio di coworking, un’officina che coniuga cultura, imprenditorialità e creatività , un polo educativo, un FabLab.

Per noi mutualità significa innescare un circuito virtuoso, dare opportunità, aiutare i giovani a far partire la propria attività. Aiutando anche il mondo della cooperazione classica e il territorio, portando innovazione. Valentina Gini – Socia ON/OFF

48


REGGIO EMILIA IMPACT HUB REGGIO EMILIA Cooperativa

Impact Hub Reggio Emilia è uno spazio di coworking con 50 postazioni, a due passi dal centro. The Hub intende diventare un punto di riferimento, il nodo di una rete internazionale già esistente, che prevede uno spazio fisico e che faccia anche progettazione e formazione. Impact Hub Reggio Emilia intende dare una risposta al bisogno di avere un punto di riferimento fisico per chi vuole occuparsi di innovazione in città, sia per trovare spazi dentro cui agire, sia per sapere dove e a chi rivolgersi. Inoltre, risponde a un bisogno di aggregazione delle community e di condivisione delle competenze.

Sta emergendo un nuovo mondo del lavoro e nuova visione delle necessità sociali – come per esempio la conciliazione dei tempi vita e di lavoro – per questo emerge una anche un bisogno di ibridazione fra settori diversi, per favorire creatività e sviluppo ad alto valore sociale. Matteo Fornaciari – Presidente Impact Hub Reggio Emilia

49


MODENA COOPWORKING Spazio di co-working cooperativo

Coopworking è lo spazio modenese di co-working di Imprendocoop, Coop Up e Confcooperative Modena. Lo spazio - dedicato alle startup cooperative - ospita tre cooperative nate dall’edizione 2014 del concorso Imprendocoop: Tibuia, Stars and Cows e InTandem.

Coopworking potrebbe essere l’equivalente moderno ed innovativo del concetto astratto di mutualitá (fare con gli altri per gli altri) proprio perchè si condivide fisicamente uno spazio, il tempo, le conoscenze non solo con i propri soci ma con soci di altre cooperative e ci si offre supporto reciproco in uno scambio libero e disinteressato. Francesca Corrado - Imprendocoop

50


BOLOGNA KILOWATT Cooperativa (Ibrido organizzativo)

Kilowatt si configura come un nuovo modo di concepire il lavoro, basato sulla condivisione della conoscenza, dei network, degli spazi, degli strumenti e dei servizi, sull’empowerment delle persone e su un modello di welfare dal basso capace di conciliare la figura del genitore con quella del professionista. E’ un modello innovativo di acceleratore di idee ad alto valore sociale ed ambientale, poiché è animato da una rete di imprese, liberi professionisti, progettisti e associazioni, e mette a valore le competenze di ciascuno per la crescita professionale di tutti.

In questo momento storico emergono nuovi bisogni che vanno dal modo di intendere il lavoro, il benessere ed il rapporto tra questi due “stati”; alla necessità di proteggere e di valorizzare i beni comuni, ma anche di partecipare alla società e alla politica in modo diverso, personale e collettivo contemporaneamente. A questi bisogni si può trovare una risposta efficace solo attraverso il coinvolgimento e la cura attenta delle relazioni. Nicoletta Tranquillo - Socia di Kilowatt

51


FERRARA CONSORZIO WUNDERKAMMER Consorzio di Associazioni

Il progetto Wunderkammer intende reinterpretare la “camera delle meraviglie” come luogo di fruizione attiva e partecipe, proponendosi come catalizzatore sociale e culturale ed assumendo la collaborazione multidisciplinare a fondamento delle proprie attività. La natura innovativa del Consorzio “Wunderkammer” deriva dalla sua mission originale: essere allo stesso tempo catalizzatore sociale e culturale. Per perseguire questo obiettivo ambizioso, infatti, il Consorzio tiene insieme due settori imprenditoriali solitamente separati: l’industria culturale e della creatività e l’innovazione sociale

Non sempre le trasformazioni a scala urbana tengono conto degli interessi e delle esigenze delle persone che già vivono gli spazi, compromettendo la vivibilità e la coesione sociale del quartiere stesso. La riscoperta di una dimensione creativa per ripensare le politiche urbane e una metodologia di indagine a partire dallo studio degli spazi della quotidianità possono diventare strumenti per invertire la tendenza ad allontanare le persone dai luoghi. Maria Giovanna Govoni – Presidente Consorzio Wunderkammer

52


RAVENNA KIRECÒ Cooperativa ONLUS

I soci di Impronte Coop hanno fondato la Cooperativa Kirecò che fa dell’innovazione sociale il suo principale servizio. Kirecò gestirà il Parco di Innovazione per le Imprese, il Territorio e le Persone, che nel frattempo Impronte sta realizzando. In questi anni Kirecò ha sviluppato servizi per le imprese (formazione, consulenza, supporto allo sviluppo di progetti di innovazione sociale, servizi di consolidamento del brand), per il territorio (rigenerazione territoriale ed urbana, percorsi partecipati, sviluppo di servizi per le scuole di ogni origine e grado, organizzazione eventi) e per le persone (offerta di servizi specifici presso il Parco e supporto sociale).

Le attività sociali che gestiamo e sviluppiamo sono di vario genere ma tutte collegate dall’esigenza dei cittadini di partecipare alle scelte ed alla crescita del loro territorio, la progettazione partecipata è una forte esigenza di un territorio dove i percorsi di partecipazione sono più che altro percorsi faticosi di animazione sociale a valle dei quali spesso non vi è il momento realizzativo. Antonio Lazzari – Presidente di Kirecò

53


10.2. SOGGETTI A DRIVER MULTIPLO

I soggetti a driver multiplo sono quelle realtà che – pur avendo identificato un bisogno primario che le spinge ad adottare pratiche mutualistiche – trovano vie innovative per agire, accendendo così altri driver indiretti ed entrando in rete con un numero maggiore di attori attivi sul territorio. Si differenziano dai soggetti aggregatori perché la loro capacità attrattiva verso l’esterno non è dovuta a una volontà primaria (tranne che per la rete della manifattura digitale), bensì una conseguenza del tipo di risposta che provano a dare a un problema specifico. Di seguito abbiamo elencato alcune delle realtà più esemplificative che – nate per colmare bisogni come quello della viabilità urbana, dell’agricoltura sostenibile o dell’abitare condiviso – stanno diventando dei modelli di riferimento e attivatori di buone pratiche territoriali.

54


ARVAIA Cooperativa Driver: Beni/Beni Comuni/ Network/Formazione

Le attività agricole di Arvaia vengono svolte nell’ottica produttiva in appezzamenti e non in piccoli orti singoli, seguono la filosofia della agricoltura contadina privilegiando ove possibile l’utilizzo della manodopera all’utilizzo di capitali. Al momento Arvaia, coltiva circa 3 ettari di suolo comunale (suolo e terra), pagando regolare affitto, dentro un vasta area di circa 50 ettari, chiamata Villa Bernaroli e borgo Morazzo a Borgo Panigale. Arvaia, aspira alla costruzione di un progetto partecipato di agricoltura biologica su tutta l’area del parco.

I soci si riuniscono periodicamente, concordando strategie, definendo il piano delle colture; settimanalmente il raccolto viene incassettato e inviato ai vari punti di distribuzione in città, dove i soci/cittadini che hanno preacquistato l’intero raccolto stagionale (autunno/inverno, primavera/estate), ritirano i prodotti orticoli freschi. I soci possono frequentare il campo ed è chiesto loro un contributo in manodopera di qualche mezza giornata all’anno. Frequentare il campo, significa imparare e diventare consapevoli di ciò di cui si ci nutre, carestie ed eccedenze diventano così una risorsa condivisa e la stagionalità riassume il suo di ruolo di regolatore della vita. Dal sito www.arvaia.it

55


COOPERATIVA EMILIANOROMAGNOLA DI UTENTI Cooperativa Driver: Servizi/Beni Comuni/ Network

E’ una cooperativa di utenti, di persone unite in un gruppo d’acquisto al fine di avere maggiore forza contrattuale nell’acquisto di servizi. La prima sfida riguarda il risparmio su energia elettrica e gas, ma si sta già pensando ad ulteriori servizi per i soci, come polizze auto a tariffe agevolate e convenzioni con studi medici del territorio ravennate e bolognese.

Il modello del gruppo di acquisto collettivo in forma cooperativa si rivela interessante soprattutto per aggregare la domanda di beni e servizi in varie direzioni e condizionandone l’offerta da parte di più fornitori. Il valore risiede proprio nel significato di un’azione collettiva per condividere bisogni e necessità a partire dalle utenze domestiche primarie. Oreste De Pietro

56


DYNAMO Cooperativa Driver: Beni Comuni/Network/ Servizi

Dynamo – la Velostazione di Bologna nasce dall’idea di una casa dei ciclisti urbani: un luogo di servizi, di incontro e condivisione per la community dei ciclisti urbani, dove fare cultura e dare spazio alla formazione. Dynamo – la Velostazione di Bologna offre a cittadini e turisti un’immagine della città che amiamo: spazi e arte pubblica, innovazione, socialità, efficienza e visione. La velostazione non è quindi solo un parcheggio, dove riparare, noleggiare, cambiare mezzo o custodire in sicurezza la propria bicicletta, ma una porta che si apre su nuove dimensioni, dove ascoltare un concerto, visitare una mostra, fermarsi a chiacchierare o a leggere un libro, ricevere informazioni o ideare un progetto.

Il nuovo bisogno sul quale ruota tutto il nostro progetto è quello di spostarsi in città in modo più felice e più efficiente: la mobilità ciclistica implica anche una diversa concezione dello spazio pubblico, improntata all’attenzione dell’altro. In bici si accorciano le distanze ma si tende a frequentare di più i punti di prossimità del nostro territorio, dal commercio, al vicinato ai luoghi di socializzazione, per cui si privilegia l’economia locale e si rende più solida la rete sociale. Simona Larghetti - Socia Dynamo

57


GINGER Gestione Idee Nuove e Geniali in Emilia Romagna Associazione Driver: Accesso alla Finanza/Beni Comuni/Servizi

GINGER è un sito crowd che ha la sua forza nella territorialità. Ogni progetto è importante, come è importante il legame che ha con il territorio. Per questo Ginger si focalizza sull’Emilia Romagna, per seguire le idee da vicino e farle crescere grazie all’attivazione di reti territoriali. Inoltre legare i progetti al territorio, alle persone, alle attività offline di promozione e diffusione è il modo per trasformare il crowdfunding in una leva per lo sviluppo economico e sociale.

Il valore che generiamo è sia monetario - e quindi diretto alla realizzazione dei progetti - sia intangibile, ovvero un aumento di consapevolezza e competenze. I donatori invece possono fruire in modo più diretto dei progetti che hanno finanziato. Infine, sul territorio, si diffonde un valore diffuso che può dare il via ad altre campagne per costruire ulteriori percorsi. Virginia Carolfi – Socia Ginger

58


MAKE-ER La rete della manifattura digitale in Emilia-Romagna Driver: Beni/Formazione/Network

Mak-ER é pensata per mettere in rete tutte quelle comunità di persone che condividono spazi fisici e attrezzature per attività di making, sia digitali che analogiche, nella Regione Emilia-Romagna. I nodi della rete sono sempre costituiti da un insieme di luoghi fisici, attrezzature, persone: tutti e tre gli elementi devono sempre essere presenti per poter essere classificato come nodo di Mak-ER. I nodi devono garantire libero accesso alle persone così come accesso programmato in funzione di specifiche attività.

L’obiettivo di Mak-ER é quello di favorire un processo regionale di crescita intelligente, sostenibile e inclusivo basato sul ricorso alle nuove tecnologie e sul coinvolgimento dei talenti creativi per rendere la regione stessa un polo realmente attrattivo sul tema dello smart manufacturing. Da sito www.mak-er.it/

59


CO-HOUSING SAN GIORGIO/ CO-HOUSING SOLIDARIA – Cooperativa e Associazione Driver: Servizi/Welfare/Beni Comuni

Cohousing è una parola traducibile in co-abitazione: significa abitare in normali unità immobiliari con ampi spazi (coperti e scoperti) destinati all’uso comune ed alla condivisione tra i coresidenti che li gestiscono in modo collettivo, ottenendo in questo modo benefici dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Il Cohousing SanGiorgio è edificato su un lotto di 900 mq più una zona di 120 mq per i garage, ben coibentati e attrezzati con lavandino. L’edificio è di complessivi 810 mq su 3 piani, copre un’area di 210 mq ed è costituito da 7 appartamenti indipendenti. I rimanenti 690 mq sono destinati a giardino e orto.

I progetti comuni sono tantissimi: l’acquisto collettivo (GAS) di prodotti, la creazione di una banca del tempo, la condivisione di elettrodomestici, dell’automobile; l’ambizione è quella di alleggerire l’organizzazione della vita quotidiana, spesso dissestata da ritmi frenetici, per riuscire a conciliare i tempi di lavoro con i tempi di vita. Alida Nepa – Presidente Co-housing San Giorgio

60


10.3. ALTRE FORME GIURIDICHE

In quest’ultima parte intendiamo segnalare alcune realtà particolarmente significative che – pur non avendo adottato la forma cooperativa – attivano scambi, relazioni e modelli di sostenibilità che incorporano i principi mutualistici della redistribuzione del valore, della governance democratica e della partecipazione economica dei soci al capitale, adattandoli e sviluppandoli in modo innovativo. Due di queste realtà (SlowD e Distribuzioni dal Basso) hanno strutturato parte della propria attività online, sebbene si interfaccino quotidianamente con realtà piccole e locali che – in un momento di crisi – si trovano necessariamente a confrontarsi con la necessità di trovare nuove vie alla sostenibilità economica. Sono questi esempi ad avvicinarsi maggiormente al cosiddetto platform cooperativism, per quanto discostandosi dall’idealtipo proposto da Scholz nella sua recente ricerca (Scholz, Platform Cooperativism, 2016). In ogni caso le realtà qui individuate mantengono una visione allargata della mutualità, e della redistribuzione del valore verso la community di riferimento.

61


DISTRIBUZIONI DAL BASSO Associazione Culturale/ Piattaforma web

L’obiettivo del progetto redazionale è quello di sostenere la circolazione di documentari, album musicali e prodotti editoriali rilasciati con licenza Creative Commons e realizzati attraverso le moderne forme di produzione in crowdfunding. Tutti i prodotti creativi presenti nel portale rispondono all’esigenza di costruire un modo nuovo di fare multimedia e informazione.

Creare sostenibilità economica e supporto tecnico attorno all’uso delle licenze Creative Commons è il senso in cui da due anni opera Distribuzioni dal Basso. I fruitori dell’opera sono incentivati da DdB a riconoscere il valore economico del lavoro dei registi e degli autori attraverso una donazione libera ma obbligatoria. Il bilancio dell’esperienza dei due anni di attività (20132015) è che le donazioni eccedenti ricoprono ampiamente quelle carenti, segno che la comunità di utenti si è appropriata efficacemente della logica solidaristica di distribuzione e ha scelto di contribuire alla costruzione di una rete che condivide narrazioni, pratiche, valori. Andrea Paco Mariani - Socio DDB

62


ETHIC SOLUTION SRLS

Ethic si propone come punto di contatto tra giovani professionisti e aziende per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro. Ethic mira a diffondere una cultura di inclusione sociale attraverso interventi nelle scuole primarie, secondarie e superiori. Ethic intende supportare Enti, Istituzioni, Imprese ed Associazioni per l’implementazione di attività caratterizzate da una forte dimensione etica e promuovere a livello locale una maggiore coscienza sociale tra le nuove generazioni, supportando i ragazzi disabili e/o emarginati nell’accesso al mondo del lavoro. Ethic favorisce, attraverso attività di formazione e consulenza, l’accesso a fondi europei per l’inclusione sociale, l’innovazione sostenibile e il supporto alle PMI.

Ethic si concentra su problematiche legate alla marginalità, intesa in senso ampio, con attenzione particolare alle necessità dei nostri giovani nell’entrare a far parte del mondo lavorativo, tanto quanto al rafforzamento della coscienza sociale di questi ragazzi. Nel contesto specifico della dispersione sociale, siamo promotori di iniziative innovative per la creazione di un ponte scuola-lavoro tra scuole di formazione professionale e realtà locali di grande rilevanza, in particolare il porto e le attività ad esso connesse. Dal sito www.ethic-solution.eu/

63


SLOW/D SRL/Piattaforma web

Slow/d è la prima rivoluzionaria piattaforma web che offre ad artigiani e designer un modo innovativo per produrre e vendere prodotti artigianali localmente e online. Slow/d è nato da un’idea ed è stato perfezionato attraverso la collaborazione e realizzato sul territorio. Slow/D è un motore di ricerca, per trovare i prodotti partendo dai materiali, ma è anche una community tecnica di designer e artigiani, utile a migliorare i progetti. Slow/D si occupa di gestione del prototipo, per trasformarlo in prodotto prima possibile e di supporto alla gestione della proprietà intellettuale ed e-commerce.

Mutualità e collaborazione sono concetti che stanno evolvendo oltre la burocrazia novecentesca e le forme societarie. Stanno cambiando e anzi, le categorizzazioni rischiano di essere un freno, esiste una dimensione informale talvolta più efficace. Mutualità significa scambio bidirezionale verso una comunità, esiste nell’oggi, ma per aiutare chi domani magari collaborerà con me. Collaborazione significa mettere insieme le proprie forze alla pari senza gerarchie. Andrea Cattabriga – Presidente Slow/D

64


11. CONCLUSIONI, che sono un punto di partenza, e qualche SUGGERIMENTO

Questo tour nei territori è stato un punto di partenza più che di arrivo, la costruzione di una mappa che vuole essere uno strumento su cui impostare delle progettualità. Per questo motivo le conclusioni sono piuttosto indicazioni di partenza, piccoli consigli per il vero viaggio che aspetta la cooperazione oggi, per tornare ad essere il modo privilegiato per stare sul mercato con un approccio collaborativo e democratico. 1- Cambia il concetto di mutualità. Il primo aspetto che merita attenzione è da un lato la mancanza di una chiara consapevolezza del significato e i meccanismi che sottendono il concetto di mutualità, che si accompagna a un cambiamento delle basi su cui esso si fonda. Dalle risposte emerge un forte bisogno di aggregazione e di condivisione come meccanismi di empowerment individuale, e una visione del mondo, della società e del mercato fondati su valori che sono di riscatto, di riscrittura delle regole. Mutualità come “mettersi insieme per realizzare quello che da solo non riuscirei a fare”. Si tratta di storie molto forti da raccontare, che hanno al loro interno la spinta “creativa” capace di innescare modelli emulativi potenti. La promozione cooperativa dovrebbe ripartire da qui. 2- L’ibridazione dei settori. Il secondo elemento che appare evidente è la pluralità e ricchezza degli ambiti di lavoro di queste nuove realtà e l’originalità con cui i driver di mutualità si mischiano per rispondere a bisogni spesso complessi o mai veramente soddisfatti (in particolare in ambito sociale). Di conseguenza, i settori con cui tradizionalmente sono state categorizzate le cooperative non sono adatti a descrivere questi nuovi soggetti e ancor meno lo sono i driver di mutualità che poi dovrebbero determinarne la governance. Spesso infatti i soggetti che partecipano alla vita dell’impresa e ne beneficiano in ottica di mutualità appartengono a più categorie contemporaneamente: lavoratori, consumatori (di beni ma soprattutto di servizi), utenti. Si pensi ad ARVAIA, o a DYNAMO, o ai coworking mappati. Questo significa da un lato che ci sono nuovi settori “ibridi” che sono fortemente innovativi (e il vasto mondo dell’innovazione sociale ne è un esempio) e contemporaneamente spinte di mutualità che oggi si concretizzando al di fuori del modello cooperativo. Entrambi questi 65


contesti dovrebbero essere studiati ma soprattutto avvicinati. Si tratta infatti di realtà che hanno forti necessità di supporto, di strumenti, di capitali, ma che trovano interlocutori nel mondo ben più sviluppato delle “startup” tradizionali. 3- Il valore della contaminazione. Alle considerazioni di cui sopra è collegata quella, più generale, del valore della contaminazione. Il bisogno è così forte, e il vuoto definito dai cambiamenti socio-economici e culturali così grosso, che stanno nascendo nuovi soggetti capaci di fare da ponte tra le nuove realtà emergenti e i settori economici e istituzionali tradizionali. Questa capacità sembra essere una delle caratteristiche degli aggregatori che emergono da questa analisi, e uno dei valori che essi redistribuiscono verso la comunità che li anima. Si tratta di attività complessa seppur a volte non formalizzata o strutturata, che prevede una comprensione dei fenomeni e visione, una legittimazione su entrambi i fronti, e la capacità di organizzare e tradurre linguaggi e approcci, permettendo quindi la creazione di valore. La contaminazione ha poi un altro lato che non può e non deve essere sottovalutato, e che riguarda la spinta innovativa che proviene da questi nuovi soggetti “ibridi” a volte, “border-line” nel contesto cooperativo, poco formalizzati spesso. Questa può aiutare tutti i comparti cooperativi a ripensarsi, a entrare in nuovi mercati, a costruire nuovi rapporti con i soci, gli utenti o i clienti. 4- Cooperatore vs utente provider. Anche se da Co?tour non emerge in modo trasversale ma si trova in alcune “vocazioni territoriali”, un tema che non può essere dimenticato è quello della piattaforma cooperativa come modello in antitesi dialettica alle piattaforme di sharing economy tradizionali, in realtà spesso “on demand economy”, che estraggono valore dalle informazioni e dalle risorse caricate o scambiate dagli utenti senza che essi partecipino alla redistribuizione del valore generato o alle decisioni in forma democratica. Gli utenti sono quindi “provider”, “lavoratori” ma senza diritti, spesso senza trasparenza e democrazia e senza, generalmente, regolamentazione. Il dibattito degli ultimi mesi si è molto concentrato su una polarizzazione - nell’ex-campo della sharing economy - tra on 66


demand economy e platform cooperativism, ma manca un lavoro culturale, di advocacy e di policy per permettere l’effettivo ribaltamento di questi modelli dominanti. Qui c’è ampio margine di lavoro per la cooperazione italiana che, a differenza di quella USA, ha forti basi ed esperienze alle spalle. In Italia in questo dibattito si può aggiungere la presenza - per certi versi aliena ai meccanismi che il movimento cooperativo conosce e usa da decenni - delle cooperative di comunità, che sotto alcuni aspetti possono inserirsi nella dialettica (interna?) alla economia collaborativa. Si dice infatti che la cooperativa di comunità, che ancora non ha trovato del tutto un confine chiaro all’interno dell’universo normativo delle cooperative, vada nella direzione della piattaforma, ma forse è un’interfaccia oltre che una piattaforma: interfaccia tra interessi individuali e interessi di comunità, tra gruppi di interesse parziale che trovano insieme un collante di bene comune. Anche questa è un’esperienza di grande interesse per la spontaneità e creatività con cui sorge e gestisce problematiche molto peculiari e difficilmente generalizzabili.economy e platform cooperativism, ma manca un lavoro culturale, di advocacy e di policy per permettere l’effettivo ribaltamento di questi modelli dominanti. Qui c’è ampio margine di lavoro per la cooperazione italiana che, a differenza di quella USA, ha forti basi ed esperienze alle spalle. In Italia in questo dibattito si può aggiungere la presenza - per certi versi aliena ai meccanismi che il movimento cooperativo conosce e usa da decenni - delle cooperative di comunità, che sotto alcuni aspetti possono inserirsi nella dialettica (interna?) alla economia collaborativa. Si dice infatti che la cooperativa di comunità, che ancora non ha trovato del tutto un confine chiaro all’interno dell’universo normativo delle cooperative, vada nella direzione della piattaforma, ma forse è un’interfaccia oltre che una piattaforma: interfaccia tra interessi individuali e interessi di comunità, tra gruppi di interesse parziale che trovano insieme un collante di bene comune. Anche questa è un’esperienza di grande interesse per la spontaneità e creatività con cui sorge e gestisce problematiche molto peculiari e difficilmente generalizzabili.

http://platformcoop.net/

67


5- I nuovi aggregatori: interfacce con ecosistemi diversi. Ciò che viene definito “piattaforma” ha un suo corrispettivo anche nel mondo reale, e l’agglomerato di legami intorno ad alcuni soggetti che emerge dalle mappe ne è un esempio. Stanno nascendo soggetti che hanno come vocazione e proposizione di valore quella di aggregare. Non si vogliono sostituire espressamente ai corpi intermedi e alle associazioni di categoria esistenti, ma in qualche modo vi si affiancano. Sono più credibili verso i mondi che aggregano perchè sanno costruire rapporti fiduciari basati sulla progettualità, sulla concretezza di gesti quotidiani, sulla condivisione, sull’utilizzo di un linguaggio comune, sulla coprogettazione. Sono soggetti che spesso hanno iniziato a crearsi un network multiforme (istituzionale ma soprattutto informale, interno ed esterno alle aggregazioni tradizionali e alle loro distinzioni, come quella tra impresa profit e impresa non profit) perchè “nativi della crisi”, per far fronte alla quale la condivisione di intenti e progetti è stata storicamente una scelta necessaria. Anche questi sono soggetti a volte ai margini del sistema cooperativo, anche quando scelgono la forma cooperativa, perchè hanno forti margini di “mutualità esterna” ossia rapporti mutualistici non con la base sociale, ma altrettanto necessari alla loro esistenza. Un punto importante da ricordare è che questi “nuovi aggregatori” sono ben distribuiti nella nostra regione, e garantiscono un presidio territoriale diffuso. Questo fa emergere, anche in questo caso, un’opportunità che è anche una necessità: ossia capire che governance dare al driver “network” (lo ricordiamo: il secondo più “scelto” dai soggetti mappati in questa ricerca) per potenziare le realtà che lo adottano e come rendere possibile l’ibridazione dei modelli. Questo però può avvenire solo usando le competenze che sono più dedicate a questi temi: quelle che riguardano la co-progettazione, appunto, ossia la progettazione che include la propria “comunità di riferimento” (meglio che utenza target) nel processo di definizione di un servizio, la facilitazione, e il community organizing come termine ombrello che le riassume tutte.

68


Detto tutto questo, proviamo a tracciare un bilancio della ricerca e riassumere i suggerimenti per il futuro che sono stati citati in modo sparso nel documento: a- Necessità di un allineamento lessicale. Un percorso certamente possibile e auspicabile potrebbe mirare a fare un allineamento lessicale attorno ad alcune parole chiave, anzitutto a partire dalla parola “mutualità”, se è vero come abbiamo sottolineato che oggi, più che mai, la sua spendibilità semantica non ha contorni netti. L’allineamento è uno strumento peculiare alla co-progettazione e al design relazionale: non significa escludere la complessità di un termine (e del suo significato), ma definirne insieme i confini, dopo averne appreso e condiviso le sfaccettature. La parola “mutualità”, nei confronti della parola “condivisione”, oppure “collaborazione”, potrebbe essere ottimo candidato per un percorso di questo tipo; b- Strutturare un racconto cooperativo attraverso le storie di innovazione e contaminazione dei casi di successo. Alcuni dei casi che si è deciso di mappare e isolare per un approfondimento singolo nello sviluppo di questo report sono punti di partenza fondamentali per imbastire uno storytelling collettivo del movimento cooperativo e delle realtà che entrano in tangenza con esso. Il consiglio è di far parlare queste storie e di provare a strutturare un racconto collettivo a partire da questi casi di successo, che spesso fanno promozione cooperativa perché esempio per chi intraprende un’attività: chi ha condotto la ricerca da un punto di vista tecnico si è citato non per auto-referenzialità ma per esperienza personale, perché si è visto in questi anni come spesso un caso esemplare possa essere forma di promozione convincente della governance cooperativa; c- Creare e monitorare occasioni di confronto e ricerca e sviluppo comune tra chi porta innovazione nel mondo cooperativo. Tra i driver potenziali che non si è optato di “accendere” durante la ricerca, ma riscontrati nel confronto con i soggetti aggregatori in regione (così come tracciato nella prima parte del capitolo dedicato ai casi), ce n’è uno che parla di “ricerca” 69


e di “ricerca e sviluppo” nello specifico. Ci sembra desiderabile provare a strutturare un confronto - “delegato”, quindi proprio dei meccanismi peerto-peer - tra le ricerche attive di questi aggregatori nella direzione dei vettori di nuova mutualità - o di mutualità in nuove forme connesse con quelle tradizionali, a cavallo tra diversi ecosistemi. Soggetti come Kilowatt, Kirecò, Coopworking Modena, On-Off, Impact Hub Reggio Emilia, solo per citarne alcuni, si sono confrontati e sono già pronti a condividere i propri interessi di ricerca per operare un salto di scala dalle loro competenze locali (territoriali) a tutta la regione Emilia-Romagna. Tra queste realtà c’è un forte desiderio di confronto sui propri temi “forti”, dove cioè ognuna di esse sta facendo ricerca e sviluppo: tale confronto permetterebbe a ciascuna di esse di non avere solo un presidio - e un impatto - provinciale o territoriale, ma direttamente regionale, tramite un network di ricerca e sviluppo comune;

Peer-to-peer - anche P2P - è un’espressione usata nel mondo informatico per descrivere “una rete locale in cui ognuno dei computer collegati ha al pari di tutti gli altri accesso alle risorse comuni” (da Dizionario Garzanti). L’espressione viene usata anche e soprattutto per definire comunità di pratiche dove avviene scambio tra pari.

d- Impostare percorsi di “learning by doing” (imparare facendo concretamente) per formare competenze di facilitazione e coprogettazione dentro l’associazione di categoria. E’ emerso il bisogno di figure e di spazi che sappiano gestire la grande domanda di rete e di contaminazione e di progettazione di comunità. Queste competenze di facilitazione e co-progettazione sono fortemente auspicabili anche dentro il mondo dell’associazione di categoria: una proposta è che essi facciano affiancamento a chi sa seguire questo tipo di processi, essendo le competenze di community organizing e facilitazione fortemente legate alla “pratica” piuttosto che alla formazione frontale; e- Attivare occasioni di confronto tra realtà cooperative storiche e consolidate e nuove, e sperimentazione di percorsi di innovazione aperta. Servirebbero, oltre alle competenze già citate di facilitazione, anche figure in grado di creare ponti tra cooperazione tradizionale e soggetti che potrebbero portare innovazione a questa. In altre parole, la proposta è di valorizzare i soggetti “interfaccia” di cui abbiamo parlato per l’impostazione di progetti di open innovation per rendere quel potenziale già mostrato sopra come un modello di scambio: l’innovazione aperta sottende una 70


logica dove entrambe le parti hanno un vantaggio esplicito ed è una strada da sondare anche nei confronti dei nuovi orizzonti della mutualitĂ , non solo nella creazione di prodotti e servizi a mercato. L’open innovation permette inoltre di non cedere alla retorica del nuovo a tutti i costi: è un modello che permette anche a chi innova di preservare le conquiste e i modelli vincenti che nel modello cooperativo da sempre vengono adoperate per dare un’alternativa percorribile a forme imprenditoriali inique.

71


NOTE BIBLIOGRAFICHE

Cooperazione: Cobbe, L., (a cura di), Solidarietà in movimento, 26/51, 2014. Filippini, M. (a cura di), Politica e discipline della cooperazione, Scienza & Politica, 26/50, 2014. Pezzi, E. (a cura di), Futuro Presente, Idee & Progetti, Bologna, 2014. Sanna, F., De Bernardo, V., Sviluppo locale e cooperazione internazionale, Ecra, Roma, 2015. Principi: http://www.trentino.coop/index.php/ita/InfoCoop/Costituire-una-coop/Iprincipi-fondanti http://ica.coop/en/whats-co-op/co-operative-identity-values-principles Mutualità: http://www.giureta.unipa.it/cooperative_mutualita.htm Sharing Economy, On-demand economy, Platform Cooperativism: Bonini, T., C’è sharing e sharing, Doppiozero, 17 novembre 2014. Bonini, T., Michel Bauwens. Le 4 dimensioni della sharing economy, Doppiozero, 17 ottobre 2014. Ciccarelli, R., Cooperativismo 2.0. L’alternativa alla Sharing Economy, Il Manifesto, 26 gennaio 2016.

72


Eckhardt, M.E., Bardhi, F., The Sharing Economy Isn’t About Sharing at All, Harvard Business Review, 28 January, 2015. Kallis, G., AirBnb is a rental economy, not a sharing economy, The Press Project, 24 October 2014. Scholz, T., Platform Cooperativism, Rosa Luxemburg Stiftung, 2016 Social Seed e LAMA, Dalla Sharing Economy all’Economia Collaborativa, I Quaderni di Unipolis, 10/2015. Venturi, P., Zandonai, F., Piattaforme cooperative alla prova dei fatti, thewayuidu, 2016. Lavoro cognitivo e organizzazione: Arvidsson, A., Classe cognitiva, Doppiozero, 4 febbraio 2014 Arvidsson, A., La solidarietà debole, Doppiozero, 8 marzo 2015 Busacca, M., Lavoro totale, Doppiozero, cheFare, Milano, 2016 Horowitz, S., America, say goodbye to the Era of Big Work, LA Times, 25 August 2015. Innovazione sociale: http://italy.ashoka.org/gli-innovatori-sociali-italia-la-mappa-di-ashoka Caroli, M.G., Modelli ed esperienze di innovazione sociale in Italia, Rapporto CeRIIS, 2015. Venditti, M., L’innovazione sociale in Italia - Un’analisi del Rapporto CeRIIS 2015, Italian Institute for the Future, 6 gennaio 2016. 73


Venturi, P., Zandonai, F., Ibridi Organizzativi, Il Mulino, Bologna, 2014 Economia collaborativa: Competitività e processi collaborativi, CSR Piemonte, 5/2014. Kostakis, V., Bauwens, M., Network Society and Future Scenarios for a Collaborative Economy, London, Palgrave Macmillan, 2014. Altro: Braudel, F., La dinamica del capitalismo, Bologna, Il Mulino, 1977 Un’economia per l’1%, Rapporto Oxfam, gennaio 2016. Belpoliti, M., Accelerare per competere, Doppiozero, 28 dicembre 2015. Farinelli, F., I segni del mondo. Immagine cartografica e discorso geografico in età moderna, Firenze, La Nuova Italia, 1992 Monmonier, M., How to Lie with Maps, Chicago, University of Chicago Press, 1991 Srnicek N., Williams A., “Manifesto for an Accelerationist Politics”, Johnson, J. (a cura di), Dark Trajectories: Politics of the Outside, Miami, Name, 2013 (Traduzione italiana, Manifesto per una politica accelerazionista, Euronomade)

74


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.