PORTFOLIO 2015
NICOLÓ Data e luogo di nascita Residenza mail nazionalità
07/05/1990 - Padova Padova (PD) nicolo.golin@libero.it itaiana
Istruzione 05/08/2015
Abilitazione all’ esercizio della professione di ARCHITETTO presso l’Università IUAV di Venezia.
2012 – 2014
Laurea magistrale in ARCHITETTURA conseguito con valutazione di 110/110 dipartimento di Culture del progetto presso l’Università IUAV di Venezia.
2009 – 2012
Laurea in SCIENZE DELL’ARCHITETTURA conseguito con valutazione di 110/110 presso l’Università IUAV di Venezia.
2004 – 2009
Diploma di liceo artistico sperimentale indirizzo architettura conseguito presso il liceo artistico statale “A.Modigliani”, Padova.
Esperienze professonali 2012 - 2015
CESAR formazione e sviluppo, Via Enrico Fermi 197, Vicenza. Docente nell’attività di formazione del personale in materia di sicurezza sul lavoro e formazione partecipata.
2012 - 2015
Studio Ing. Curtarello Franco, via G.Pecori Giraldi 5, Padova, Italia. Collaborazione alle attività di libera professione nel campo della consulenza, progettazione ed esecuzione di opere provvisionali e ponteggi sia a livello di edilizia privata che pubblica.
2014 - 2015
Arch. Davide Ceron, Via Castello17, Treviso, Italia. Concorsi relaivi alla progettazione di struttura residenziale per persone anziane ed un ampliamento di un istituto primario.
15/10/2014 28/12/2014
AFRICA Big Change Big Chance Triennale di Milano,viale Alemagna 6, Milano. Realizzazione di elaborati grafici e di modelli mediante l’uso di stampanti 3D per l’allestimento della mostra a cura di Benno Albrecht.
15/07/2013 12/09/2013
Studio Faresin & Faresin, Contrà Misericordia 40, Vicenza, Italia. Opere di architettura, dal rilievo fino alla stesura del progetto definitivo. Elaborazione di computi estimativi e definizione di valori di mercato.
17/10/201107/02/2012
Studio Gianfranco Griggio, Via Roma n°113, Padova, Italia. Collaborazione nella progettuazione di edifici in ristrutturazione e nelle attività dello studio, con visite in cantiere per la definizione di particolari costruttivi.
GOLIN 01. ANTROPIZZARE GLI INTERSTIZI 02. EREDITÀ DEL CENTRO STORICO 03. THE NEW GRID OF BOGOTÁ 04. LE STANZE DEI MAESTRI 05. GROUND CONTAMINATION 06. MUSEO-TRINCEA 07. COMPLESSO CULTURALE 08. LUOGHI DI AGGREGAZIONE 02
ANTROPIZZ GLI INTERST
ZARE TIZI
Il termine interstitium viene dalla lingua latina e significa proprio stare-tra, cioè risiedere trovarsi in una situazione non definita, tra due o più situazioni. L’interstizio è di fatto un zona caotica che si rigenera all’interno dei sistemi sociali. La società è uno strumento per piegare l’ambiente alla volontà dell’uomo; questo processo è stato definito storicamente in vari modi: colonizzazione, antropizzazione, addomesticamento. Le nostre società postmoderne, evolutesi dalla crisi post-industriale, continuano comunque a colonizzare, costruire strutture e scoprire territori, anche non geografici. Modificando velocemente l’ambiente che le circonda, costruendo un ecosistema ormai sempre più misto tra biologia e tecnologie, esse producono comunque un’enorme quantità di effetti collaterali, economie di scarto, disordine. Generalmente colonizziamo per ridurre il livello di insicurezza che proviene dell’esterno delle aree conosciute. Sin delle fondazioni delle organizzazioni sociali, l’uomo capì che organizzare non era un’azione che si svolgeva “una volta per tutte” e il caos poteva anche riprodursi all’interno della struttura già organizzata. L’edificio è concepito come mediatore fra contesti morfologici diversi, ossia un progetto che assume il compito di mettere in relazione o comunque di sottolineare le differenze fra diverse situazioni morfologiche e proprio da queste intersezioni trae vita. Si pensi all’intreccio della massa dell’edificio con la geometria della città e del paesaggio che sono appunto riflessi nella sua forma. In alcuni casi è un progetto come strato o come struttura di relazione, ossia un progetto che si assume il compito di definire nuove forme di relazione rispetto allo strato preesistente del paesaggio, naturale o urbano che sia, un progetto che lavora, insomma, per sovra- o sotto-imposizione e istituisce relazioni con gli strati preesistenti. Il tema generale del rapporto tra architettura nuova e città preesistente o, in altre parole, del rapporto tra architettura e contesto può leggersi secondo angolazioni diverse, che attengono a diversi modi di assumere il contesto storico-geografico come materiale di progetto.
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Strategie sostenibili per i cluster.
EREDITÀ DEL CENTRO STORICO
Il centro storico delle città è modello dal quale ricavare strategie progettuali capaci di ridare identità alla città del futuro. Nella città del futuro il successo delle sue trasformazioni dipende dal carattere distintivo e quantitativo custodito nella tradizione urbana. La progettazione della città futura parte dallo studio dei centri storici perchè proprio il centro storico custodisce dimensioni e misure “sostenibili”. Definito il centro storico come criterio di dissimilarità, si è potuto procedere con l’analisi volta alla selezione tra le diverse aree che costituiscono il tessuto urbano di Brescia, destinate a fungere da cluster. Una volta interconnesse, queste realtà urbane assolveranno alla funzione di fulcri della città multipolare. Perseguendo una strategia di città multipolare, è necessario dotare ogni cluster di una propria autonomia, garantendo ad esempio un’ adeguata proporzione tra l’ambito dei servizi e residenziale. Intervenendo con architetture pubbliche negli interstizi, nei vuoti, all’interno delle unità compatte di vicinato, si vuole instaurare una convivenza tra differenti funzioni, forme e livelli di socialità.
EREDITÀ
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I volumi inseriti all’interno del parco recepiscono la natura longitudinale dell’area; questi andranno ad ospitare i nuovi servizi scolastici, sportivi, legati al commercio e tempo libero. La necessità di dare un nuovo fronte all’area di intervento, ha portato alla ridefinizione di un bordo, un margine in grado di dettare un limite a realtà distinte. Appare in primo luogo come l’elemento di separazione di un ambiente da un altro, per definire una funzione rispetto ad un’ altra, per mascherare qualcosa che è dato intuire ma non vedere in maniera nitida, pertanto legato alle partizioni verticali, concepito come una membrana che avvolga in maniera uniforme un contenuto. Esso si traduce in un carattere introverso del progetto, con una chiara demarcazione tra spazio incluso e spazio escluso. La strategia di riorganizzazione, è in grado di innescare un processo che ha origine dalla trasformazone del nucleo funzionale della singola cellula abitativa, e si ripercuote su scala territoriale in un unico sistema urbano.
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THE NEW GRID OF BOGOTÁ
Per affrontare la sfida posta dalla città contemporanea, si è indagato su una politica urbana, un modello di riorganizzazione della città per obelischi, nuclei provvisti di un centro che funga da collettore di servizi e nodi infrastrutturali. È necessario a questo scopo progettare una ridistribuzione delle densità insediative per unità compatte, che assimilino la complessità di funzioni e socialità caratteristiche della città antica ed in grado di replicarli su scala paesistica. Le città organizzate per obelischi, porterebbero ad un’ efficienza in termini di concentrazione dei servizi ed occupazione del suolo, riequilibrando il rapporto tra realtà urbana e rurale.
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Ipotesi di ridistribuzione delle densità all’interno del tessuto urbano di Bogotà .
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San Basilio, Venzia.
04 Il museo si presenta come un insieme di volumi isolati disposti casualmente all’interno dell’area di progetto. Questi in realtà assorbono direttrici dettate dal contesto che li circonda portando all’ interno del lotto le diverse ortogonalità che costituiscono il complesso tessuto urbano veneziano. I volumi puri sono frutto di un’ astrazione dell’edificato che genera una serie di vuoti tra essi, con ampi spazi e stretti passaggi, una rilettura contemporanea di campi e calli. Le stanze cercano di portare al loro interno la luce tramite aperture mirate, singoli gesti che rispondono alla necessità di ottimizzare la poca luce che filtra nel tessuto compatto. Le coperture, principali fonte di illuminazione, fungono da veri e propri pozzi di luce fondamentali per le esposizioni all’interno dei padiglioni e per la vita del museo stesso, come in passato risultavano necessarie mediante la creazione di altane e lucernai.
LE STANZE DEI MAESTRI
GROUND CONTAMINATION
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Nine Elms - Londra. Il progetto muove le sue premesse dalla considerazione che non si può convertire l’area interessata in un quartiere urbano secondo i modelli tradizionali. Questo è dovuto alla presenza di edifici vincolati ed infrastrutture che delimitano e determinano una frammentazione dell’area. Si vuole restituire la zona di Nine Elms alla città, con le sue connessioni, i suoi conflitti e la sua complessità vitale. Il progetto genera un’area interamente pedonale, attrezzata con zone verdi e spazi pubblici che ricuciono in un disegno urbano uniforme gli edifici aleatoriamente distribuiti, creando connessioni con l’urbanizzato circostante. La cittá ipogea è stata progettata secondo i principi della cittá tradizionale, con le sue eccellenze e le sue gerarchie di spazi pubblici, fatti di piazze, patii e percorsi che cercano un dialogo con la viabilità esistente.
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Sacrario
MUSEOTRINCEA di Redipuglia
Il progetto si sviluppa lungo l’asse che collega trasversalmente il sacrario dei RediPuglia alla cava, rispettivamente a Sud. L’area destinata al museo si colloca in particolare nella parte finale, ricalcando l’antica linea di trincea. Il percorso museale punta ad una visita di tipo sensoriale, che permette al visitatore di comprendere le sensazioni della difficile vita in trincea (non attraverso l’esposizione di materiali e reperti di guerra) ma grazie alle forme dell’architettura ed i metodi di comunicazione dell’epoca: giornali, radio, proiezioni. L’edificio, costituito da una struttura a setti portanti in calcestruzzo armato a vista, si compone di spazi museali, sala conferenze e spazi di servizio come biglietteria, bar e bookshop. E’ caratterizzato dalla presenza di due percorsi distinti; il primo, che punta alla conoscenza, permette di ripercorrere gli avvenimenti della guerra attraverso la riproposizione di documenti, comunicati, articoli dell’epoca. Il secondo percorso invece, percorribile al ritorno, si articola tramite una successione di spazi che evocano la trincea, con luci filtrate, ambienti angusti e non confortevoli, che mettono il visitatore in condizione di comprendere il disagio e le sensazioni provate dai soldati costretti a vivere in spazi simili durante il primo conflitto mondiale.
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COMPLESSO CULTURALE Aquileia, Udine, Friuli-Venezia Giulia.
Il progetto realizzato ad Aquileia si presenta come la somma di piĂš volumi semplici. L’orientamento e le altezze di questi, sono dettati dagli ediďŹ ci esistenti, in particolare dalla cattedrale. Gli ambienti principali contenuti nel complesso sono: museo, laboratori, bar, spazi per esposizioni provvisorie, auditorium e residenze per i ricercatori. Il complesso pur essendo quindi di notevoli dimensioni, sembra grazie ad una serie di accorgimenti, inserirsi senza contrasti nel contesto esistente.
LUOGHI DI AGGREGAZIONE
San Francesco della Vigna, VE.
Il progetto sviluppato nell’area dell’ex gasometro a Venezia si presenta come un enorme volume, un parallelepipedo sollevato a quattro metri d’altezza. Questa scelta progettuale è frutto di una rilettura in chiave moderna dei principi propri della tipologia di costruzione tipica veneziana. L’idea di creare una piattaforma è riconducibile all’esigenza di massimizzare lo sfruttamento del suolo, fenomeno tipico dell’urbanizzato veneziano, dove gli edifici attingono luce grazie a corti di diverse dimensioni. Il piano terra è lasciato libero grazie ad una maglia regolare di pilastri che sostiene l’intero corpo che si impone su tutto il lotto interrompendosi solo per lasciare il posto alle grandi corti alberate, creando una contrapposizione tra i pilastri e i tronchi quasi a voler generare nell’intera area una foresta tra naturale e artificiale. I gasometri conservano in buona parte le loro caratteristiche principali e sono quindi mantenuti inalterati se non per l’eliminazione della base in calcestruzzo che denota il più recente, la cui struttura metallica rimane a “protezione” di una corte di forma circolare.
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Nicolò Golin nicolo.golin@libero.it