Forma, spazio, luce
Università IUAV di Venezia Portfolio progetti Nicolò Berton 2012-2018
Tutta la varietà , tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce. (Lev Tolstoj)
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INFORMAZIONI PERSONALI
Berton Nicolò indirizzo: telefono: e-mail: linkedin: issuu:
TITOLO DI STUDIO
Via XI Febbraio, 31, 36028 Rossano Veneto (Italia) +393334502169 nickforspeed89@gmail.com https://www.linkedin.com/in/nicol%C3%B2-berton-39b60487/ https://issuu.com/nicoloberton4
Laurea Magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico
ESPERIENZA PROFESSIONALE 07/2017–08/2017
Tirocinio
08/2014–12/2014
Tirocinio
Didonè Comacchio Architects, Rosà (VI) (Italia) Massimo Vallotto Architetto, Bassano del Grappa (VI) (Italia)
ISTRUZIONE E FORMAZIONE 10/2015–07/2018
Laurea specialistica in Architettura per il Nuovo e l’Antico
01/2018–07/2018
Corso in Car Design
08/2016–06/2017
Erasmus
09/2012–07/2015
Laurea triennale in Scienze dell’Architettura
03/2012–07/2012
Corsi singoli di Design Industriale
09/2008–02/2012
Facoltà di Ingegneria, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Modena (Italia)
09/2003–06/2008
Diploma di Maturità Scientifica
Università IUAV di Venezia, Venezia (Italia)
Italian Design Institute, Torino (Italia) - nozioni di rappresentazione grafica a mano - elementi di modellazione 3D tramite Rhinoceros e render Keyshot - conoscenze di base nel settore automotive
Oulu School of Architecture, Oulu (Finlandia)
Università IUAV di Venezia, Venezia (Italia)
Università IUAV di Venezia, Treviso (Italia)
Liceo Scientifico Statale “Jacopo da Ponte”, Bassano del Grappa (Italia)
COMPETENZE PERSONALI Lingua madre Lingue straniere
competenze digitali
italiano inglese francese finlandese
B2.2 (certificazione) A2 (scolastico) A1 (corso universitario)
Microsoft Word ed Excel AutoCAD per il disegno 2D SketchUP per la modellazione tridimensionale, associato a V-Ray per rendering Adobe Photoshop, Illustrator, InDesign per fotoritocco, grafica ed impaginazione Rhinoceros Keyshot per rendering 5
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LAUREA TRIENNALE Laboratorio integrato di progettazione architettonica 1
8
prof. Domenico Bolla
Workshop 2013
16
Studio MAS
Laboratorio integrato di progettazione architettonica 2
22
prof.ssa Franca Pittaluga
Laboratorio integrato di progettazione architettonica 3
34
prof.ssa Margherita Vanore
Trasporti
58
prof. Silvio Nocera
Progettazione urbanistica
60
prof. Stefano Munarin
LAUREA MAGISTRALE Laboratorio integrato di progettazione architettonica 1
66
prof. Umberto Trame
Laboratorio integrato di progettazione architettonica 2
74
prof.ssa Serena Maffioletti
ERASMUS Oulu School of Architecture Design-led urban renewal
Sari Hirvonen-Kantola, Aulikki Herneoja
84
Restoration
106
SKETCHES
118
Anna-Maija Ylimaula, Helena Hirviniemi, Ă–zlem Ă–zer-Kemppainen, Juho Teppo, Veli-Pekka Huhmo
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LAUREA TRIENNALE LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1 prof. Domenico Bolla
Esercizio di Elementi di Progettazione Il primo approccio con l’architettura è avvenuto per gradi, articolandosi su due diverse consegne, di complessità crescente. L’esercizio di Elementi di Progettazione consisteva nella composizione semplice degli elementi costruttivi e degli spazi di una casa utilizzando quattro moduli uguali o diversi di forma parallelopipeda e misure agli interassi di: m 5.40 o 7.20 di lunghezza, m 3.60 o 5.40 di larghezza, m 2.40 o 3.00 di altezza. L’esercizio è stato molto stimolante in quanto ha permesso di rapportarsi fin da subito con un modulo predefinito, ponendo le basi per la vera e propria composizione.
schizzi preparatori e foto del modello in scala 1:100
8
piante, scala 1:100 9
10
prospetti e sezioni, scala 1:100 11
Esercizio di Sintesi Finale Questo esercizio è consistito nel progetto di un edificio semplice, ma completo nei suoi aspetti figurativi, funzionali, distributivi e costruttivi. Il sito prescelto è stato lo spazio, attualmente vuoto, dove insistevano i magazzini frigoriferi, tra il cotonificio, sede IUAV, ed i magazzini Ligabue. La destinazione prevedeva spazi residenziali e destinati ad attività terziarie ed artigianali, con una altezza limite di 12 metri. l’edificio si inserisce nel lotto rispettandone la forma, introducendo delle ampie terrazze rivolte a sud fruibili da tutti i residenti del complesso. La stessa forma, “al negativo”, viene riproposta nell’estremità opposta con una successione di sbalzi. Il piano terra è pensato per ospitare una mensa, uno spazio espositivo per il laboratorio Artec IUAV, un’aula informatica e degli studioli per i docenti. I piani superiori ospitano residenze per 2 o 4 persone. Il complesso ha un angolo di 120°: l’elemento cerniera è un vano scale vetrato, che segna chiaramente il passaggio tra le due ali dell’edificio.
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piano terra
piano primo
piano secondo
scala 1:500
13
A 5
4
6
3 A 2
1 prospetti
2
5
3
4
6
1
sezione A-A
14
plastico, scala 1:100 15
WORKSHOP 2013 Studio MAS
The (an)other Venice Creare poeticamente condizioni di vita nel contesto di ambienti tossici: questa la sfida che siamo stati chiamati a raccogliere nel dare forma ad una città partendo dal tessuto industriale esistente. L’area di progetto complessiva, situata a Porto Marghera, comprendeva le vie Banchina dei Mulini e Banchina dell’Azoto, lungo il canale Industriale Ovest. A livello di gruppo di lavoro abbiamo scelto di intervenire sul lato ovest del canale, ove insisteva, su un’area molto vasta, un complesso di silos.
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La necessità che fin da subito è emersa è stata la riduzione dell’impatto visivo dello stabile, caratterizzato da una altezza elevata. Le prime ipotesi sono state pertanto la creazione di una collina che innalzasse la quota del terreno e potesse essere usata come anfiteatro naturale, sfruttando il retro dell’edificio per proiezioni e spettacoli, inserita in un parco caratterizzato da molteplici attività. L’edificio è stato ripensato nell’ottica di un albergo/centro benessere dotato di piscina e ristorante panoramico sul tetto. I volumi dei silos sono stati destinati ad ospitare, in una sequenza ritmica, camere, terrazzi, vani ascensore panoramici, in modo da creare una sequenza di pieni e vuoti che alleggerissero la facciata. Sull’altra facciata è stata prevista una parete di rock-climbing.
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La visita all’oasi WWF Dune degli Alberoni, al Lido di Venezia, ha permesso di vedere e realizzare in cosa consistesse l’ambito incontaminato della laguna veneziana prima che sorgesse l’insediamento industriale di Porto Marghera. Da questa esperienza sono stati tratti numerosi ed interessanti spunti riguardo il trattamento della vegetazione nel progetto di riuso delle aree a Porto Marghera; una sorta di ritorno alle origini per un territorio naturalmente complesso che è stato seriamente compromesso dal punto di vista ambientale dalle trasformazioni dell’ultimo secolo.
Il plastico finale nel suo insieme.
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Il dettaglio dell’area di progetto, con evidenziati i percorsi trasversali che permettono il diretto accesso alla riva. Questi percorsi possono essere intesi come dei “corridoi verdi” che mantengono la permeabilità del suolo.
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20
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LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 2 prof.ssa Franca Pittaluga
Prima consegna: studio individuale Come primo studio preliminare al progetto d’anno è stato analizzato un edificio con destinazione d’uso di residenza aggregata. L’obiettivo era comprenderne la struttura organizzativa, formale e tecnica, identificando l’unità base, reiterabile, e l’insieme del complesso edilizio. L’edificio scelto per l’analisi è stato il Contemporaine di Perkins + Will, costruito nel 2004 a Chicago.
piano terra
piano tipo con distribuzione degli alloggi scala 1:500
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schemi di aggregazione degli attici
pianta attico 1
pianta attico 2
pianta attico 3
pianta attico 4
scala 1:500
Nella seconda fase dello studio individuale lo scopo era di riformulare con strategia completamente diversa la modalitĂ con cui gli alloggi si aggregano, prediligendo strade nettamente diverse, mantenendo il piĂš possibile uguali gli alloggi di partenza.
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Tema d’anno: dall’antropico al naturale La consegna finale del laboratorio prevedeva la progettazione di residenze aggregate in un’area in riva al lago di Garda, a Sirmione (BS), ponendo molta attenzione al contesto naturale, al rapporto con la vegetazione e l’acqua. La maggiore densità abitativa era prevista nei pressi della darsena, per poi progressivamente “scalare”.
N
0
24
50m
100m
sezione A-A
perimetro garage
piano di sezione
A
A
0 5
25m 25
B
A
A
B
sezione A-A
sezione B-B
scala 1:200 26
prospetto sud con sistemi scorrevoli chiusi
prospetto sud con sistemi scorrevoli aperti
prospetto sud con massima apertura dei sistemi scorrevoli
prospetto ovest
scala 1:200
27
piano tipo, scala 1:500
28
Superficie complessiva garage: 11885 m² Superficie piastra 1: 7520 m² -superficie di aerolluminazione: 568 m² (richiesta 300 m²) Superficie piastra 2: 2880 m² -superficie di aeroilluminazione: 283 m² (richiesta 115 m²) Superficie piastra 3: 1125 m² -superficie di aeroilluminazione: 195 m² (richiesta 45 m²) Superficie piastra 4: 360 m² -superficie di aeroilluminazione: 53 m² (richiesta 15 m²) Numero posti auto: 268 Larghezza corsie: 6 m
scala 1:1000
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scala 1:500
30
scala 1:200
legno teak percorsi esterni
sunscreen in materiale ceramico esterni
cemento lisciato interni
scala 1:100 31
32
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LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 3 Prof.ssa Margherita Vanore
Dalla scuola alla città. Paesaggi urbani, architetture e infrastrutture. La città di Labaro, sorta per lo più nei primi anni della seconda metà del ‘900, ha conosciuto la sua incontrollata e disordinata espansione quasi esclusivamente grazie al fenomeno dell’abusivismo e ad alcuni sconnessi interventi di edilizia popolare. Di rilevante importanza è il ruolo delle grandi infrastrutture viarie: da una parte hanno garantito alla città la veloce connessione all’Urbe facilitando così l’insediamento delle classi meno abbienti, dall’altra, una progettazione frettolosa e poco attenta ha portato negli anni questi grandi corridoi di asfalto e cemento a diventare veri e propri limiti e ferite per la qualità della vita urbana. La mancanza di adeguati spazi e servizi per la collettività è quindi causa e conseguenza di un diffuso degrado dell’area urbana di Labaro. La necessità di dare respiro agli abitanti non poteva che passare per un progetto capace di valorizzare le risorse di quel territorio mediante la creazione di una rete di spazi pubblici nuovi ed esistenti. Risorse oggi non vivibili dai cittadini come l’affaccio sul Tevere oppresso dal Viadotto del Giubileo del 2000, la via Flaminia limitata dalla ferrovia Roma-Viterbo, il nucleo residenziale di Labaro a dimensione di automobile sono tutte criticità che, se messe a sistema, possono diventare possibilità. La riappropriazione urbana è partita quindi dalla creazione di una scuola primaria quale fulcro fisico e culturale attraverso il quale ricucire il divario creatosi tra gli abitanti e il loro territorio. Un collegamento pedonale veloce ed accessibile permette di raggiungere l’area in quota di via Bellagio dal centro città attraversando il “Parco di Labaro” rinnovato nelle sue funzioni grazie alla presenza di terrazzamenti adibiti ad orti urbani, giochi per i bambini e di un teatro all’aperto. Nella parte più a nord dell’area (soggetta a vincolo di non edificabilità) è ospitato invece il parcheggio scambiatore “Atac s.p.a.” ed alcuni posteggi privati che permettono anche di sanare la critica mancanza di posteggi vicino alla stazione. I due complessi residenziali che si trovano sempre nell’area in quota di via Bellagio individuano una piazza-corte. La scuola, l’auditorium e la palestra, al centro dell’area e immersi nel verde, sono di riferimento per chi la attraversa e individuano il punto di partenza del ponte ciclopedonale che conduce alla parte bassa lungo il Tevere. Quest’area, oggi in abbandono e degrado, vede la possibilità di ospitare un nuovo bike hotel ottenuto dal recupero di un magazzino di Anas s.p.a. e la creazione di una piastra longitudinale che nel disegno formale vuole far perdere il limite del viadotto che la sovrasta e capace di ospitare diversi moduli commerciali che dissimulano anche la presenza dei piloni in cemento. Una via ciclopedonale conduce alla stazione di Labaro ed è a sua volta connessa alla pista ciclabile esistente che proviene da Roma. La via è affiancata da un ristorante ed altri impianti vegetali che permettono di non percepire il disturbo della ferrovia e del traffico veicolare a lato. Infine, il bordo del Tevere è trattato in modo da permettere la piena fruibilità alle persone ma al contempo di garantire, durante le stagioni piovose, l’esondazione controllata del fiume. 34
35
1 1
2
3
4
attacchi a terra 1 | commerciale 2 | palestra 3 | scuola 4 | auditorium 5 | bike hotel 6 | servizi alla mobilitĂ 7 | ristorante 8 | bar caffetteria 9 | servizi 36 | circolo sportivo 10 11 | stazione ferroviaria
8 5
1 6
7
9
10
11
37
La scuola primaria progettata vuole essere il fulcro fisico e culturale attraverso il quale ricucire il divario creatosi tra gli abitanti e il loro territorio, uno spazio quindi inteso come sistema di relazione nel quale il bambino è protagonista. In quanto sistema di relazione il nuovo complesso scolastico dà la possibilità di costruire una sintesi di contenuti proponendosi di diventare prima di tutto simbolo di una comunità e polo catalizzatore per esperienze allargate che coinvolgono il gruppo più ampio dei genitori e anche degli abitanti della comunità nel momento in cui si è deciso di accompagnare agli spazi didattici anche una palestra e un auditorium. Diventa poi membrana osmotica rispetto al territorio in cui insiste essendo la soluzione di continuità tra quote differenti di una città altrimenti “divisa” dai suoi limiti naturali: la scuola infatti risolve un salto di quota di 3,20 m permettendo, scindendosi, il passaggio del pubblico al ponte ciclo pedonale che si collega alla stazione. La luce poi ha giocato un ulteriore ruolo significativo: la possibilità di percepirla nelle sue differenti valenze, diretta, indiretta, zenitale, filtrata, permette di differenziare il valore degli spazi. Ecco che, anche per ragioni pratiche, la palestra è illuminata da quattro grandi lucernai che consentono di avere un ambiente sempre illuminato ma mai in maniera diretta; il prospetto est, che accoglie le finestre delle aule presenta invece delle pensiline per garantire l’ombra nei momenti più caldi della giornata; il prospetto ovest invece, più aperto per la presenza della grande finestra che inquadra le scale, permette alla luce di entrare in maniera diffusa per illuminare i corridoi, un affaccio verso il grande spazio verde retrostante per chi si trova all’interno, e una continua percezione del movimento dei bambini per chi è all’esterno.
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pianta piano terra (-3,20)
pianta piano primo (0)
L’edificio dell’auditorium, in particolare, si presenta come un volume chiuso rispetto all’esterno dal quale esce un padiglione d’accesso vetrato. Nelle facciate si è voluto creare un gioco di pieni e vuoti attraverso una struttura a doppia pelle in cotto per richiamare la vicina Saxa Rubra (“sassi rossi”). In quanto luogo della rappresentazione e della musica, per definirne il prospetto, si è pensato di utilizzare il disegno proposto dal quadro Broadway Boogie-Woogie di Mondrian. Questo riproduce infatti attraverso gli intervalli tra pieni, vuoti e i differenti colori il ritmo del celebre ballo, divenendo rappresentazione della musica attraverso l’arte. Per quanto riguarda la modalità di progettazione degli interni e del padiglioni d’accesso si è lavorato secondo una griglia formata da quadrati di lato 2,5 m. In questo modo si definiscono spazi regolari e compatti, che consentono una buona visibilità e acustica da qualsiasi posizione.
pianta piano secondo (+3,20)
pianta piano terzo (+6,40)
sezione costruttiva edificio scolastico
serramento triplo vetro isolante standard sostenuto da ganci affissi alla parete secondo la tecnologia adottata da Sigurd Lewerentz
40
RIFERIMENTI
copertura, inclinazione 1% strato di ghiaia 5cm membrana di tessuto non tessuto 0,2cm tripla membrana impermeabilizzante 0,2cm solaio in calcestruzzo armato alleggerito 30cm pannello termoisolante 10 cm finitura in intonaco 2cm
School Complex a Chermignon, 2014 | Frei Rezakhanlou Architects
serramento finestra in PVC con triplo strato isolante standard
Wilkes Elementary School a Bainbridges Island, 2014 | Mahlum solaio intermedio pavimento in gomma antitrauma 1cm colla 0,02 cm massetto di posa 10cm solaio in calcestruzzo armato alleggerito 30cm finitura in intonaco 2cm
Chiesa di S.Pietro a Klippan, Svezia, 1963-66 | Sigurd Lewerentz
solaio di fondazione pavimento in resina 1cm massetto di posa 10cm cappa in calcestruzzo armato 10cm vespaio areato tipo igloo 40cm tripla membrana impermeabilizzante 0,2cm magrone10cm
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sezione costruttiva auditorium
supporto gradonata profilati in acciaio 15cm
42
RIFERIMENTI
copertura, inclinazione 1% tegole bituminose 2cm membrana di tessuto non tessuto 0,2cm tripla membrana impermeabilizzante 0,2cm pannello termoisolante 10cm solaio in calcestruzzo armato alleggerito 25cm finitura in intonaco 2cm controsoffitto acustico | pannelli 5cm
Broadway Boogie-Woogie, 1942 | Piet Mondrian
facciata finitura in intonaco 2cm pannello isolante 5cm mattone forato 12 x 15 x 30cm mattone UNI 5,5 x 12 x 25cm
Chiesa del Cristo lavoratore a San Pedro, 1952 | Eladio Dieste
solaio di fonadazione pavimento in gres porcellanato 1cm massetto di posa 10cm cappa in calcestruzzo armato 10cm vespaio areato tipo igloo 40cm tripla membrana impermeabilizzante 0,2cm magrone 10cm
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Il primo edificio residenziale è composto da appartamenti di tipo “simplex” e da “duplex” ispirati all’Unitè d’habitation di Marsiglia, opera di Le Corbusier. L’obiettivo preposto è di garantire all’alloggio un’illuminazione adeguata proveniente da due lati dell’edificio. La composizione dell’edificio traduce in facciata la distribuzione interna secondo un’articolazione di volumi il più possibile continui che tendono a sottolineare l’unitarietà del progetto: il riferimento è Luigi Moretti, in particolare la sua Accademia di scherma al Foro Italico; come in quest’opera, la ricerca tende a sperimentare l’uso del telaio come strumento in grado di restituire la complessità spaziale, formale, funzionale dell’edificio. Pertanto, la ricerca di una architettura improntata all’uso di innovative tecnologie, ma al tempo stesso “limpida” e “precisa” nel rifarsi ad uno spirito di classicità e monumentalità. Le ampie vetrate sono provviste di schermature scorrevoli al fine di garantire una corretta ombreggiatura nella stagione più calda, ed allo stesso tempo privacy e sicurezza per chi vive nelle residenze. Il piano terra si stacca formalmente dai livelli superiori grazie ad un diverso trattamento dei materiali e ad un arretramento del fronte, per sottolineare la differente destinazione d’uso: vi sono previsti, infatti, degli ampi spazi commerciali, molto flessibili dal punto di vista della destinazione d’uso.
pianta piano terra (0)
pianta piano primo (+3,50)
Il secondo complesso residenziale privilegia il fronte verso il fiume Tevere. Tutte le unità abitative godono infatti di una vista privilegiata sul fiume. Al piano terra, con i blocchi distributivi che conducono agli alloggi, si trovano tre unità commerciali di circa 120 m2 ciascuna. L’aggregazione delle abitazioni, come anche per il precedente complesso, avviene attraverso la composizione di simpex e duplex. Nel progetto i temi dominanti sono la luce e la permeabilità visiva. Nei simplex centrali, per esempio, è possibile guardare il Tevere dalla camera da letto, e contemporanemente il paesaggio collinare dal salotto. I pieni e i vuoti delle logge disegnano poi la facciata del complesso e ospitano al loro interno diverse destinazioni: in alcuni casi sono spazi destinati al deposito, in altri diventano dei bagni, in altri ancora contengono degli armadi. Il sistema di oscuramento a pannellature scorrevoli e pieghevoli consente una buona modulazione della luce all’interno degli spazi e ne garantisce la sicurezza. Per questi temi sono stati studiati alcuni progetti significativi dei fratelli Aires Mateus, quali casa in Alcobaca e le residenze per anziani a Alcacer do Sal in Portogallo e casa a Girona di RCR Studio.
pianta piano secondo (+6,50)
pianta piano terzo (+9,50)
sezione costruttiva complesso residenziale uno
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RIFERIMENTI
copertura in lamiera 10 mm spazio di ventilazione 200 mm strato isolante 100 mm membrana impermeabilizzante 10 mm scolo acque
Accademia di scherma al Foro Italico, 1934-36 | Luigi Moretti
pavimentazione 10 mm alloggiamento per impianto di riscaldamento a pavimento 50 mm massetto per impianti 60 mm
UnitÊ d’Habitation di Marsiglia, 1947-52 | Le Corbusier
strato isolante 40 mm solaio latero-cementizio 250 mm
cappa in calcestruzzo armato 10 cm vespaio areato tipo igloo 40 cm tripla membrana impermeabilizzante 0,2 cm magrone 10 cm scolo acque
schizzo preparatorio
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sezione costruttiva complesso residenziale due
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RIFERIMENTI
strato di ghiaia 180 mm strato isolante 100 mm membrana impermeabilizzante 10 mm scolo acque
Residenze per anziani ad Alcacer do Sal, Lisbona, 2010 | Aires Mateus
pavimentazione 10 mm massetto per impianti 50 mm
Casa Rural a Vall de Bianya, Girona, 2003 | RCR Arquitectes
strato isolante 90 mm solaio latero-cementizio 300 mm
cappa in calcestruzzo armato 10 cm vespaio areato tipo igloo 40 cm
Social housing Le Marais, Paris, 2014 | Atelier du Pont
tripla membrana impermeabilizzante 0,2 cm magrone 10 cm scolo acque
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L’edifcio cerniera si presenta come collegamento verticale di discesa dotato di ascensore panoramico e scale. Questo elemento si caratterizza a livello di masterplan come riferimento in altezza e consente il raggiungimento della stazione di Labaro dal parcheggio delle residenze. Riferimento che ben si adatta al contesto è la nuova torre progettata da Benoit Jallon e Umberto Napolitano (LAN) a Lille, sull’ultima parcella lasciata libera dal masterplan di OMA. In particolare la torre si eleva partendo da un basamento che deriva la sua forma dalle tre strade che percorrono l’isolato (Avenue Le Corbusier, Boulevard Pasteur e rue Faubourg de Roubaix). L’edificio progettato ripropone lo stesso principio : la forma del basamento è infatti la somma dei percorsi pedonali del lungotevere. Il materiale utilizzato è l’acciaio corten che riveste interamente l’edificio, allo stesso modo anche la grandi aperture sono schermate da brise soleil dello stesso materiale.
pianta piano terra (0)
pianta piano primo (+3,08)
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Posto al termine della pista ciclabile, si è pensato di riqualificare il vecchio capannone Anas attribuendo al manufatto uno scopo turistico, indirizzato in particolare ai viaggiatori in bicicletta. Sfruttando l’ampia altezza si è deciso di suddividerlo in due piani. Dall’ingresso, su esempio della Gare d’Orsay, si percepisce la grande volta finestrata. Da qui si raggiungono i depositi, i negozi per le biciclette e il ristorante per l’albergo al piano terra, e le camere per gli ospiti al piano superiore. Queste, sfruttando l’altezza della volta nel centro, si sviluppano in doppia altezza ottenendo in questo modo una zona giorno e una zona notte. Per quanto riguarda l’esterno sono previsti dei brise soleil che, fissi o mobili a seconda delle presenza o meno delle aperture, formano sulle finestre al piano superiore una lunga striscia, che dà forza all’orizzontalità del manufatto. Al piano inferiore invece si è pensato ad un sistema di portelloni automatizzati : il tutto finalizzato al mantenimento della memoria del manufatto industriale attraverso l’utilizzo del corten.
pianta piano secondo (+6,16)
pianta piano quinto (+15,40)
sezione costruttiva edificio di discesa
infisso travetti di seconda orditura copertura, pendenza 1%
RIFERIMENTI
Euravenir tower, Lille, 2014 | LAN
vetro telaio serramento trave in acciaio
Knut Hamsun Center, Hamaroy, Norvegia, 2009 | Steven Holl
pavimentazione in lamiera grecata mandorlata rivestimento in acciaio corten
Ibere Camargo Foundation, Porto Alegre, Brasile, 2008| Alvaro Siza
pavimentazione 1cm cappa in calcestruzzo armato 10cm vespaio areato tipo igloo 40cm membrana impermeabilizzante 0,2cm magrone 10cm
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sezione costruttiva bike hotel
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RIFERIMENTI
Museo d’Orsay a Parigi, 1980-1986 (restauro 2010) | Gae Aulenti
volta a botte ribassata rivestita con una copertura in laterocemento
brise soleil muratura in doppia testa di mattoni con aggiunta di cappotto esterno
Vitali Park a Torino, 2006 | PICCO architetti
solaio in laterocemento
finestratura di tipologia industriale in alluminio portelloni scorrevoli in corten
loft a Bologna, restauro 2014 | Sara Bergamini, Luca Bertacchi
magazzino 6 a San Basiliio, Venezia, restauro 2005-08 | Giuseppe Camporini
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plastico d’esame scala 1:200
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LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 3 - TRASPORTI Prof. Silvio Nocera
Realizzazione di un piano di trasporti
Zonizzazione del territorio
Il corso si è sviluppato parallelamente al corso di progettazione architettonica, analizzando la stessa area di progetto. In questo caso l’obiettivo era sviluppare un piano di trasporti basato su 3 fasi: conoscitiva, diagnosi, progetto. Nella fase conoscitiva si è sviluppata un’analisi del territorio sia dal punto di vista della popolazione (età, impiego, etc) che dell’offerta di trasporti (linee di autobus, treni) passando per l’analisi di punti di attrazione (spazi del welfare: scuole, ospedali, etc). Il secondo step è consistito nella fase di diagnosi delle criticità del territorio, che pone il focus su carenze infrastrutturali, problemi di viabilità, carenza di servizi; il tutto propedeutico alla fase di progetto, in cui si elabora una soluzione progettuale ad una delle criticità riscontrate. Pertanto ci si è indirizzati alla realizzazione di 100 posti auto mediante un parcheggio di superficie e riqualificazione della zona di via Bellagio nei pressi del parco di Labaro. Zona 1: identificabile con l’area di Labaro sud - sinistra Cremera, è tra le prime ad essere insediate. Il tessuto urbano è composto da palazzi e unità singole nella parte est vicino alla stazione e da da unità più sparse nella parte sud. Insiste sulla viabilità di via Veientana Vetere e via Flaminia.
Zona 2: identificabile con l’area di Labaro est - destra Tevere. Il tessuto urbano è più rado e composto da unità singole di discreto livello; il terreno presenta rilievi di difficile praticabilità. Insiste sulla viabilità di via Osnago e via Baccano.
Zona 3: identificabile con l’area di Labaro centro - est Il tessuto urbano è molto denso e composto da palazzi e unità singole; la pianificazione urbana è pressochè assente a causa del fenoemeno dell’abusivismo. Insiste sulla viabilità di via Osnago, via Veientana Vetere, via Mastro Gabriello, via Gemona del Friuli. Zona 4: identificabile con l’area di Labaro centro - ovest. Il tessuto urbano è molto denso e composto da palazzi e unità singole; la pianificazione urbana è pressochè assente a causa del fenoemeno dell’abusivismo. Insiste sulla viabilità di via Veientana Vetere, via Mastro Gabriello, via Gemona del Friuli, via Giulio Frascheri.
Zona 5: identificabile con l’area di Labaro centro - nord. Il tessuto urbano è rado ed ospita qualche grande palazzo ed un parco. Insiste sulla viabilità di via delle Galline Bianche, via Baccano e via Gemona del Friuli.
Zona 6: identificabile con l’area di Labaro nord - . Il tessuto urbano è mediamente occupato ed è stata l’ultima zona ad essere stata interessata da rilevanti opere residenziali. Insiste sulla viabilità di via delle Galline Bianche, via Baccano e via Gemona del Friuli.
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Labaro: strade principali Le vie sono individuate secondo i criteri di afferenza delle zone territoriali, presenza di linee di trasporto pubblico, densitĂ di esercizi commerciali e luoghi di pubblico interesse, sezione della strada, collegamento a strade di gerarchia superiore e flusso di traffico.
59
56
45 m s.l.m.
Planimetria generale del progetto
1
51
B
2
misure in metri
15
6
45
23
13
5
1
14
3
12 11
10 9
A
38
6
1
46
8
40
7
A
6 6
53
5
5
2
1
4 2
1
6
USCITA
34
3
1
1
8
STOP
5
6
1
42,5 m s.l.m.
1
3
B
60
R6
6
36
61
RESTAURO prof. Edoardo Danzi
Intervento di recupero e consolidamento delle mura cinquecentesche di Padova, cavaliere di Barriera Trento Il corso di progetto di restauro ha incentrato sin da subito il tema del recupero di manufatti storici come le antiche mura di padova. parallelamente ad una acquisizione di conoscenze sulle tecniche del consolidamento e del recupero, è stata stimolata, da parte della docenza, la capacità di pensare ad un progetto di restauro che non si limitasse solamente alla fase sopracitata, ma anche ad una nuovo insieme di elementi capaci di integrarsi con il manufatto da recuperare; lo scopo è quello da una parte di rendere fruibili contesti che diversamente non lo sarebbero grazie a nuovi percorsi e strutture, dall’altra la capacità di rendere maggiormente comprensibile alla più ampia parte di persone quale fosse la originale forma e/o funzione di queste rovine. il tema per il cavaliere di barriera trento è stato quindi quello di consolidare e recuperare le mura, dallo stato di degrado in cui versano, e di sviluppare un progetto capace di far percepire la condizione iniziale, quella prima della breccia, in cui le due parti erano appunto collegate.
planimetria area di progetto
mura e resti del cavaliere di barriera trento
barriera trento vista da via beato pellegrino
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“Autore verde” 1547/8, una delle prime rappresentazioni delle mura veneziane di padova
giovanni valle, 1781. pianta dettagliata in cui si evidenzia, oltre al terrapieno e ad alcuni dettagli del cavaliere, il collegamento interrotto dell’asse viario; da qui il toponimo “ponte rotto”
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piano regolatore edilizio, 1872. Sono indicate le proposte di nuovi tracciati stradali, con la prima breccia nelle mura lungo l’asse dell’attuale via beato pellegrino, ripristinando il collegamento viario interrotto
cinta daziaria del comune di padova, 1920 ca. il confine daziario viene spostato a quello amministrativo: in questo modo viene meno la secolare funzione di controllo operata da porte e barriere
sovrapposizione della pianta del catasto napoleonico allo status quo attuale. si nota come il tracciato delle mura coincida quasi perfettamente con l’effettiva giacitura
sovrapposizione planimetria del valle (in rosso), catasto napoleonico (in nero) e fotopiano stato di fatto. si evince la rigorosa precisione in termini quantitativi del catasto napoleonico rispetto alla pianta del valle
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inquadramento inquadramento del del campione campione inquadramento del campione
analisi analisi morfologica morfologica analisi morfologica
analisi della morfologia: LEGENDA LEGENDA LEGENDA
aacorsi corsisub-orizzontali sub-orizzontalicon conbozze bozzeooblocchi blocchieezeppe zeppe
a corsi sub-orizzontali bozze o blocchi e zeppe a corsi sub-orizzontali concon bozze o blocchi e zeppe
aacorsi corsiorizzontali, orizzontali,sub subparalleli, paralleli,con conbozze bozzeprevalentemente prevalentementeverticali verticali
a corsi orizzontali, sub paralleli,con conbozze bozzeprevalentemente prevalentemente verticali a corsi orizzontali, sub paralleli, verticali muratura muraturasemplice semplice muratura semplice
muratura semplice
per percoltello coltello
coltello per per coltello 66
localizzazione del campione analizzato
analisi stratigrafica analisi stratigrafica 1028 1028 1029 1029
1011 1011
1009 1009
1001 1001
1028 1030 1030
1030 1028 1029 1028 1026 1028 1026 1027 1027 1026 1024 1024 1027 1025 1025 1024 1040 1040 1025 1021 1041 1021 1041 1024 1024 1040 1042 1021 1041 1042 1024 1024 1042 1038 1024 1038 1016 1016 1020 1024 1023 1020 1038 1023 1016 1039 1039 1020 1022 1023 1022 1037 1037 1039 1022 1037 1016 1016 1019 1018 1016 1016 1019 1018 1017 1017 1016 1016 1019 1018 1017 1018 1018 1018 1035 1018 1036 1035 1034 1015 1036 1015 1018 1034 1018 1035 1036 1015 1012 1034 1012 1011 1011 1011 1012 1011 1035 1011 1035 1014 10111013 1014 1011 1013 1035 1033 1014 1033 1013 1033 1032 1032 1032 1010 1010 1009 1010 1007 1007 1004 1006 1007 1004 1005 1006 1005 1008 1008 1004 1005 1006 1003 1008 1003 1003 1002 1002 1031 1002 1031 1031
1001
1000 1000
1003 1003 1000
1043 1043
1003 1043
analisi della stratigrafia: LEGENDA
LEGENDA
addossamento addossamento addossamento addossamento spalla di apertura tamponata spalla di spalla di apertura apertura tamponata tamponata spalla di apertura tamponata parti coeve parti coeve parti coeve parti coeve sovrapposizione di intonaco sovrapposizione intonaco sovrapposizione didiintonaco sovrapposizione di intonaco rottura rottura della della superficie superficie rotturarottura delle superficie della superficie rottura rottura aa strappo strappo rotturarottura a strappo a strappo 67
1820
1970
5020
4020
2760
R2304,2 2270
scala 1:200, d
4473,12
analisi del degrado ed interventi
LEGENDA deposizione di m
A c
A
A s
A t
S
A g
analisi del degrado e interventi:
M s
68
3361,28
9400
97
,7
8
40
98
,9
9757,44
13100
14900
15900
scala 1:200, dimensioni in mm
71
0 880
1970
32123,82
8,15
389 ,46
5873
10000
LEGENDA DEPOSIZIONE DI MATERIALE deposizione di materiale
10000
10000
10000
INTERVENTI
interventi
aree conpresenza presenzadidivegetazione vegetazionearbustiva arbustiva tramite iniezione di biocida radicale o Trattamento diserbante tramite nell’apparato iniezione di biocida nell’apparato Aree di di muratura muratura con inferiore etrattamento superiore diserbante rimozione degli infestanti vegetalivegetali tramite tramite taglio delle radici al colle inferiore e superiore per irrorazione puntuale; rimozione degli infestanti taglio con apparato radicale. con apparato radicale. essiccazione delle radici; accurato lavaggio delle superfici co delle radici al collettototale e successiva estirpazione dopo la totale essiccazione finale mediante vaporizzazione a delle radici; accuratoeventuale lavaggio trattamento delle superfici conpreventivo acqua pulita, a pressione moderata; eventuale trattamento finale mediante vaporizzazione a bassa concentrazione di biocida. Aree di muratura con presenza di alghe verdi, muschi, licheni (patina biologica). Disinfestazione della superficie tramite biocida (es. ammoniaca in aree di muratura con presenza di alghe verdi, muschi, disinfestazione della superficie tramite biocida (es. ammoniaca in deionizzata e spazzole morbide in nylon o saggina; trattamento fina licheni (patina biologica). soluzione al 5%); pulitura conconcentrazione acqua deionizzata e spazzole morbide in ne a bassa di biocida. nylon o saggina; trattamento finale preventivo mediante vaporizzazione a bassa concentrazione di biocida.
SOTTRAZIONE/EROSIONE DI MATERIALE
INTERVENTI
interventi
Aree di di muratura di di giunto, polverizzazione e conseguente decoe-a secco tramite Pulitura a secco e/o tramite pennelli e/o spazzole a setole morbide, spu aree muraturacon conperdita perdita giunto, polverizzazione pulitura pennelli spazzole a setole morbide, spugne sia in superficie che in profondità. di rimuovere i consistenti depositi polverulenti; esecuzione di i esione, conseguente decoesione, sia in superficie che in e aspiratori a bassafine pressione al fine di rimuovere i consistenti depositi qualità maltaaldifine allettamento esistente; risarcitura puntuale. profondità. polverulenti; esecuzione di della indagini di valutare tipologia e qualità della malta di allettamento esistente; risarcitura puntuale.
Aree di di muratura muratura con di di materia sulla superficie, fino ad unaa secco tramite Pulitura a secco e/o tramite pennelli e/o spazzole a setole morbide, spu aree condistacchi distacchie eperdita perdita materia sulla pulitura pennelli spazzole a setole morbide, spugne testa del paramento Fenomeno lieve. di rimuovere i consistenti depositi polverulenti; integrazione de superficie, fino ad murario. una testa del paramento murario. e aspiratori a bassafine pressione al fine di rimuovere i consistenti depositi di grassello di calce e polvere di coccio pesto di acolore fenomeno lieve. polverulenti; integrazione dell’elemento mediante impasto basesimile di ai matto lo e leggermente fine disimile evitareaiil ristagno piov grassello di calce e polvere di coccio scavata pesto dialcolore mattoni d’acqua da elementi, stesura di protettivo. scavata al fine di evitare integrare, con stesura sottolivello e leggermente il ristagno d’acqua piovana; in alternativa, sostituzione degli elementi, stesura di protettivo.
e riadesione delle scaglie sconnesse, distaccate singoli con fenomeni fenomenidi diesfoliazione, esfoliazione,scagliatura, scagliatura, fissaggio e riadesioneFissaggio delle scaglie sconnesse, distaccate o in fase di distacco o in fase Singoli mattoni mattoni con polverizzazione. con impasti a basea di calce o leganti sintetici, mentr polverizzazione. mediante “fermature”guite eseguite con impasti base di naturale calce naturale, mentre modo puntuale finedidieseguire eseguire solo solo “ponti collegamento” nece l’impasto dovrà essere applicato al al fine ponti di necessari a diffuso dellodiffuso strato dello corticale mediante ste mettere in sicurezza eventuale la scaglia;consolidamento eventuale consolidamento strato consolidante organico resinedi acril-siliconiche, che assolveranno corticale mediante stesura a pennello o atipo spruzzo idoneo consolidante e protettiva idrorepellente. organico tipo resinegante acrilsiliconiche, che assolveranno la funzione di consolidante riaggregante e protettiva idrorepellente.
aree muratura che presentano di o integrazione rimozione manuale,meccanica con ausilio di mazzetta e scalpello, della manuale, con ausilio di mazzetta e scalpello, Aree didimuratura che presentano interventi interventi di sostituzione del meccanicaRimozione sostituzione o cementizia. integrazione del giunto con malta malta cementizia, estrema condottacura conin corrispondenza estrema cura del in perimetro; corrispondenza delprevio bag rappezzo, giunto con malta cementizia. perimetro; rappezzo,tare, previo delle naturale, zone da sabbia trattare, con bagnatura malta a basepreventiva di calce idraulica di fiume e p con malta a base di rali, calce idraulicaperfettamente naturale, sabbia di fiumedella e pozzolana, seguendo l’andamento muratura. con l’aggiunta di terre natu- rali, seguendo perfettamente l’andamento della muratura.
muratura colmocon conmattoni mattoni parzialmente degradati rimozione degli elementi instabili e decoesi non più recuperabili; Muratura didicolmo parzialmente degradati o sconnessa cauta per la preCauta rimozione degli elementi instabili e decoesi non più recupera osenza sconnessa per la presenza di vegetazione. pulitura a secco tramite pennelli e/o spazzole a spugne setole morbide, spugne di vegetazione. e/o spazzole a setole morbide, e aspiratori a bassa pressio e aspiratori a bassadepositi pressione al fine di ricostruzione rimuovere i con consistenti polverulenti; elementidepositi di recupero poss polverulenti; ricostruzione di recupero possibilmente similari allettaticon conelementi malta di calce idraulica e sabbia di fiume. a quelli mancanti allettati con malta di calce idraulica e sabbia di fiume.
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prospetto lato via raggio di sole
prospetto parallelo via beato Pellegrino verso via raggio di sole
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vista del cavaliere
grandangolo progetto da via beato pellegrino verso nord
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vista verso casello daziario e case popolari
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PROGETTAZIONE URBANISTICA prof. Stefano Munarin
Agropolis, abitare il naturale - nuove regole per un piano casa sostenibile. Sandrigo, Vicenza. L’argomento di questo corso si è rivelato fin da subito diverso dai temi più tradizionali per il suo contenuto, ma non per questo meno interessante; il comune di Sandrigo della provincia di Vicenza, per mezzo del suo responsabile dell’ufficio urbanistica arch. Michele Boscardin, ci ha contattati al fine di avere una nostra riflessione sul tema del piano casa regionale del Veneto. In particolar modo l’obiettivo del corso voleva trovare alcune soluzioni capaci di garantire uno sviluppo sostenibile dell’edificato nella zona rurale, consentendo ai privati di ampliare la propria casa ma, allo stesso tempo, salvaguardando la peculiarità di un territorio rurale: la campagna. I tentativi di limitare quindi l’avanzamento sparso e disordinato della città diffusa, che porterebbe ad una perdita delle specificità del caratteristico “abitare in campagna”, hanno portato dapprima ad una attenta analisi del “materiale” edilizio con cui ci si confrontava, riconoscendone caratteri tipici e consolidati, ed in seguito il tentativo di proporre ed applicare regole integrative e verificarle attraverso le esplorazioni progettuali. azione A.1 Favorire lo spostamento dall’area urbana delle attività produttive improprie a permanere, e trasformazione dei fabbricati in spazi commerciali o residenziali. azione A.2 Salvaguardare le caratteristiche del tessuto agricolo e della percezione paesaggistica favorendo la ristrutturazione degli edifici rurali in stato di abbandono e degrado. azione B.1 Salvaguardare le caratteristiche del tessuto agricolo e della percezione paesaggistica grazie a nuove regole per gli ampliamenti resi possibili da piano casa regionale.
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A.1
stato di fatto “il casannone�
azione A.1 .1 trasformazione in negozio di vicinato
azione A.1.2 trasformazione in unitĂ residenziali
A.2
la percezione dello spazio pubblico nel caso di trasformazione in negozio di vicinato primadopo
stato di fatto fabbricato ruale abbandonato
azione A.2.1 fabbricato rurale ristrutturato con ampliamento dei soli m2
B.1
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fabbricato principale e strade esistenti in asfalto e bianche e distribuzione del verde
recinzioni e limiti vegetali (siepi)
ambiti del verde domestico, orti e frutteti
manufatti connessi al principale di epoca successiva
per il piano casa
si limita l’altezza massima a quella dell’edificio esistente
si conserva una distanza minima di 10 m dal bordo strada al fine di garantire una permeabilità visiva per chi percorre la strada
10 m
si mantiene una distanza minima di 2 m dai fossi per garantire la loro salvaguardia quali fondamentali elementi per la biodiversità e il regolare deflusso delle acque meteoriche
si mantiene una distanza minima di 12 m dagli edifici per garantire un opportuno soleggiamento e permeabilità visiva. in caso allevamenti la distanza minima sarà di 50 m
12/50 m
si prevede l’orientamento dei lati degli edifici secondo la geometria del tracciato della strada limitrofa e o al bordo dei campi
si favorisce la costruzione del nuovo, su suolo già impermeabilizzato o connesso (di lato o in altezza) al fabbricato esistente
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insieme delle regole
possibili ampliamenti
insieme delle regole
vista di ipotesi di ampliamento casa isolata
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vista di ipotesi ampliamento case rurali aggregate
nuovi ampliamenti
casa rurale aggregata ad altre
casa rurale vicino ad allevamento
casa rurale isolata
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LAUREA MAGISTRALE LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1 prof. Umberto Trame
Torre della Ricerca nell’area ex-De Longhi, Treviso Lo scopo del corso era quello di progettare una torre della ricerca in un’area appena fuori dal centro di Treviso: si tratta di un’area industriale distrutta da uno spaventoso incendio avvenuto nell’aprile 2007. L’intera area è stata divisa in diverse parti: la zona della torre copre un lotto di forma triangolare, posto alla fine di un asse viario. L’edificio quindi assume la funzione di landmark dell’intera area. La costruzione si compone in realtà 3 torri a pianta quadrata, ciascuna differente misura: 12m, 15m, 18m. rapporto tra il lato di base e l’altezza è 1:3.
di di Il di
Ogni torre ospita una differente funzione: laboratori, studioli per insegnanti e ricercatori, uffici amministrativi.
In chiaro, l’area di progetto
area di progetto con le suddivisioni
schizzo del complesso
il profilo della città esteso fino all’area, con la sagoma della torre 80
RIFERIMENTI
Louis Kahn, Richards Medical Research Laboratories
un concept di progetto
Frank Lloyd Wright, Johnson Wax Headquarters
Renzo Piano Building Workshop, MUSE
Renzo Piano Building Workshop, Intesa Sanpaolo HQ
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Luis Barragan, Torres de Satèlite, 1958
Le torri poste alla fine del nuovo asse
Le Corbusier, A city of towers, 1923
Le torri poste lateralmente all’asse
facciata ventilata (IRCAM, Renzo Piano)
schema compositivo della facciata ventilata
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Masterplan
vista dal parcheggio
piano terra, 1:500 83
piano tipico 1
piano tipico 2
piano tipico 3 scala 1:500 84
veduta a volo d’uccello del progetto inserito nell’area
sezione prospettica contestualizzata 85
vista dell’ingresso
vista interna dei laboratori
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plastici di studio
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LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 2 prof.ssa Serena Maffioletti
Il riuso dell’area EXPO a Milano come spazi per l’arte contemporanea Il corso richiedeva di progettare nuovi spazi destinati alla cultura nell’area precedentemente occupata dai padiglioni EXPO a Milano. I nuovi edifici, che includono spazi per esposizioni d’arte contemporanea, auditorium, biblioteche, palestre, sono collocati lungo il Cardo, l’asse nord-sud, nei pressi dell’Albero della Vita e di fronte a Palazzo Italia, due dei pochi edifici che sono stati mantenuti nell’area. Il Performing and Visual Arts Center, concepito come una “lanterna urbana”, è composto da una sequenza di spazi e volumi: il volume della “lama” si affaccia sul Cardo ed è la parte più alta dell’edificio, con 6 piani di spazi espositivi. La facciata principale è rivestita di pannelli mobili, con la doppia funzione di frangisole e spazio per gli annunci. Il blocco centrale è composto da una biblioteca pubblica, spazi espositivi, caffetterie e negozi, e da un doppio auditorio che può essere unito all’occorrenza per formare un unico spazio. La terza parte dell’edificio, in comunicazione con l’auditorium, è composta da camerini per attori e musicisti, spazi prova per musicisti e ballerini, una palestra ed un deposito per gli spazi espositivi e l’auditorium.
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planimetria, 1:1000
90
piano terra, 1:500
91
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piano primo, 1:500
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piano secondo, 1:500
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esploso assonometrico
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ERASMUS Oulu School of Architecture DESIGN-LED URBAN RENEWAL Sari Hirvonen-Kantola, Aulikki Herneoja
Unificare aree isolate attraverso espressioni fisiche interattive Valivainio, Oulu (Finlandia) Il corso richiedeva di unificare due aree residenziali nella località di Valivainio, ormai parte del centro urbano finlandese di Oulu, attualmente divise da una strada a scorrimento veloce senza intersezioni. Lo scopo è stato di progettare un boulevard centrale e nuovi insediamenti in previsione della futura crescita della città. Il boulevard si propone di coinvolgere le persone in diverse attività fisiche e culturali. L’area è stata divisa in 5 parti, in accordo con le funzioni insediate: -urban farming -heritage -commercial -arts and sports -education
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100
101
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North aerial view
South aerial view
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urban farming
heritage
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commercial
arts and sports
education
central square
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ERASMUS Oulu School of Architecture RESTORATION Anna-Maija Ylimaula, Helena Hirviniemi, Özlem Özer-Kemppainen, Juho Teppo, Veli-Pekka Huhmo Rewell garden, Vaasa (Finlandia) Il progetto di “Rewell garden” si propone di ripensare lo spazio centrale della Rewell Gallery a Vaasa, migliorando l’esperienza dei visitatori e la qualità della vita di chi vive e lavora nel Rewell Center. Il nuovo tetto giardino è uno spazio privato per i residenti, dove possono fare una camminata o semplicemente rilassarsi sotto un albero, godendosi il sole nella stagione calda. I macchinari per la climatizzazione sono nascosti alla vista, per migliorare la visuale dagli appartamenti, dagli uffici e dall’hotel. Lo spazio all’interno è stato riorganizzato, aggiungendo nuovi spazi commerciali, tutti al di sotto della nuova struttura in acciaio e vetro che sostituisce l’esistente galleria, donando più luce e freschezza ai negozi. Sono stati scelti colori chiari per incrementare la sensazione di ariosità. Nella parte centrale i negozi sono composti da leggere strutture modulari di uno o due livelli. L’intervento è notevole, ma al contempo mira a preservare e valorizzare la struttura originale: il nuovo tetto giardino, infatti, richiama la corte centrale disegnata da Viljo Revell, ma ad un livello più alto. I lucernai in vetro corrispondono agli originali spazi vuoti nel progetto. Tutte le parti originali sono state mantenute: le terrazze, attualmente chiuse al pubblico, vengono riaperte, come estensione di negozi e caffetterie, dando vitalità all’edificio come era in passato, mantenendo tra l’altro la pavimentazione originale. Tutto ciò che è parte del progetto originale deve essere mantenuto e restaurato, per preservare la forma originale anche in prospettiva di un radicale progetto di restauro che riporti l’intero edificio alla configurazione originale. In accordo con il Documento di Madrid, le nuove parti sono distinguibili dalle originali, grazie anche all’utilizzo di materiali diversi, come acciaio e vetro per la parte centrale. Reversibilità è una delle parole chiave di questo progetto. Lo scopo della riorganizzazione interna è di rendere lo spazio più “intuibile”, senza negozi troppo “soverchianti” che possono mettere confusione nel visitatore. Da questo punto di vista, il progetto punta a migliorare l’esperienza delle persone che vivono o lavorano al Rewell Center; essendo un esempio del Modernismo in Finlandia, lo scopo dovrebbe essere quello di focalizzarsi sulla qualità dell’esperienza, piuttosto che sulla quantità.
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REWELL CENTER, 1962
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REWELL CENTER, 2017
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RIFERIMENTI
Gibraltar University Headquarters Ayalto Architectural Services Europa Point, Greece, 2013
Audi Design Wall Pinakothek der Moderne MĂźnich, 2013
Northeastern University International Village Stephen Stimson Architects Boston, Usa, 2010
schizzo preparatorio 109
RENDER DI PROGETTO
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pianta coperture, scala 1:500 111
piano terra, scala 1:500 112
EI30
piano primo, scala 1:500 113
sezione B-B, scala 1:500
sezione A-A, scala 1:250
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prospetto nord, scala 1:250
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SKETCHES
2013 - Andrea Palladio, Villa Emo, Fanzolo (Treviso)
2015 - edificio residenziale a Roma 118
2007 - Dynamis, idee per una berlina Lancia
2016 - Alfa Romeo 159
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2015 - Peugeot 208
2015 - Lancia Ypsilon, anteprima per un sito
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2016 - Helmut Newton, American Playboy
2016 - scena dal fumetto Dylan Dog n°352, “La calligrafia del dolore” 121
2016 - Lancia δ, notturno
2016 - illustrazione per un libro (Larkin Administration Building, Frank Lloyd Wright) 122
2016 - illustrazione per un libro (New York)
2016 - illustrazione per un libro (Bassano del Grappa) 123
2016 - illustrazione per un libro (Bassano del Grappa)
pagina seguente: 2017 - “#heisback�, esercitazione sul genius loci per il corso di Restoration 124
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Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.lgs. 196 del della ricerca e selezione del personale. Consapevole delle sanzioni penali, nel caso di dichiarazioni non veritiere, di formazione o uso di atti falsi, richiamate dagli art. 75 - 76 del D.P.R. 445 del 28 dicembre 2000, si dichiara che quanto espresso nel curriculum corrisponde al vero.