Il Sigillo del Trono - "Segni del Regno di QHS"

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Il Sigillo del Trono Segni del Regno di Qedamawi Haile Selassie ቀዳማዊ፡ ኃይለ፡ ሥላሴ




“Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà Colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli.” Genesi 49:10


I. La Stella del Mattino “Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.” (Is 9:5) Il Signore nacque nel villaggio di Ejersa Goro, nella regione di Harar, in Etiopia, nel Giorno 16 del mese di Hamle dell'anno etiopico 1884 (23 Luglio 1892 del calendario romano). La Sua Nascita segnò il termine di una delle più devastanti carestie che la nazione avesse mai fronteggiato, passata alla storia come “La Grande Carestia”, iniziata nel 1888. Tutto questo era già stato mostrato al profeta e re Davide, il quale scrive, riguardo la Venuta del Figlio: “Egli scenderà come pioggia sull'erba falciata, come un acquazzone che annaffia la terra.” (Sal 71:6) Il Redentore nacque dal Ventre di Woizero Yeshimebet, sposa del comandante Ras Makonnen Woldemikael, nipote dell’Imperatore Sahale Sellase, 223simo discendente di Salomone; il nome di Lei significa "Signora di Mille", poiché ella portò in grembo Nostro Signore il Risorto, venuto per stabilire il Regno che dura Mille Anni. Egli tornò in forma di lattante, si fece di nuovo uomo tra gli uomini, vestendo la stessa Carne Risorta con la quale era asceso all’Aryam. Un mistero insondabile per la mente umana, un mistero talmente incomprensibile che lo stesso Nicodemo interrogò il Signore al riguardo: «Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» (Gv 3:4) “Siamo stati un bambino, un ragazzo, un giovane, un adulto ed in fine un anziano. Come chiunque altro. Nostro Signore il Creatore ci ha fatti come chiunque altro.” (QHS, Intervista Fallaci, 24 Giugno 1973) Il Bambino ricevette il Nome di Teferi Makonnen, il cui significato è "Giudice Terribile", e con questo Nome fu chiamato, dal giorno della

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Sua Nascita fino a quello in cui sedette sul Trono che apparteneva a Lui da prima dei secoli, come scrive infatti Isaia (Is. 9:5). “Sulle sue spalle è il segno della sovranità”. Il Leone di Giuda venne nel Mondo il 23 Luglio, primo giorno del segno zodiacale del Leone, in accordo con l'astronomia occidentale. Re Dawit scrisse infatti al Salmo 23,7: “Sollevate i vostri portali, o principi, sollevatevi, o porte eterne, ed il Re della Gloria entrerà.” È inoltre a partire da tale data che viene a manifestarsi il fenomeno astronomico noto come “Sorgere Eliaco” o “Levata Eliaca”, per il quale, Sirio, superato l’allineamento con la Terra e con il Sole, sorge tornando visibile alle prime luci dell’alba; per questo motivo, uno dei nomi con cui tale astro è conosciuto è appunto “Stella del Mattino”. La celebrazione di questo evento in questo stesso giorno, è rintracciabile presso le maggiori civiltà del mondo antico. La Nascita del Risorto rivela il mistero di questa data, come Egli stesso dichiarò all’Evangelista (Ap 22:16): “Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino.” Mentre Dawit stesso scrive: “dal ventre, prima della stella del mattino, Ti ho generato” (Sal 109:3) Come il Figlio fu generato dal Ventre del Padre, prima che i cieli e la stella del mattino fossero, così Egli fu generato nella Carne, dal Ventre della Vergine. Nella Sua Venuta Regale, il Signore dimorò in Woizero Yeshimebet, dal Ventre della quale nacque nella notte tra il 22 ed il 23 Luglio del 1892, superata la mezzanotte, come scrive Paolo Apostolo nell’Epistola ai Tessalonicesi (Tess 5:2) “sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte”. Quella notte, il Signore si affacciò sul Mondo prima che la stella del mattino si affacciasse nei cieli. Ecco dunque, gli astri confessano che Egli è Signore e rendono testimonianza al Suo Nome. Riguardo ciò, 2


Egli rivelò ai Discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle” (Lc 21:25)

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II. Riguardo Tzyon Nostra Madre Il Signore nacque in Etiopia, è bene dunque che tutti conoscano i misteri che Ella custodisce. Sappiano tutti che l'Etiopia è figlia di Israele ed Israele stesso, figlia di Gerusalemme e la Gerusalemme Nuova. È bene che tutti sappiano che la Dinastia di Salomone ha dominato l'Etiopia per 3000 anni, da quando Menelik I, figlio di Salomone e Makeda, Regina di Saba ed Axum, venne unto come Sovrano dal Sacerdote Tzadoq, per volere di suo padre, e tornò in Etiopia con il Tabot, l'Arca di Dio (custodita oggi nella chiesa di Maryam Tzyon, costruita per volontà di Nostra Signora Menen, Sposa Purissima del Signore), poiché così il Signore gli aveva comandato. Scrisse infatti il Profeta Amos: "Non siete voi per me come gli Etiopi, o Israeliti?" (Am 9:7) E Sofonia, figlio dell'Etiope, scrisse: "Dai confini dei fiumi d'Etiopia raccoglierò i miei dispersi" (Sof 3:10) Mentre Isaia profetizza chiaramente riguardo al popolo d'Etiopia negli ultimi tempi: “In quel tempo saranno portate offerte al Signore degli eserciti da un popolo alto e abbronzato, da un popolo temuto ora e sempre, da un popolo potente e vittorioso, il cui paese è solcato da fiumi, saranno portate nel luogo dove è invocato il nome del Signore degli eserciti, sul monte Zion.” (Is 18:7) Il Cristo dice infatti nel Vangelo: “Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.” (Mt 21:43) Questo Popolo Nuovo, è in primo luogo rappresentato da coloro che, prescindendo dal sangue e dalla razza, riposero la loro fede nel Martirio del Signore Iyesus Krestos, testimoniandone la Potenza e la Divinità, costituendo il Resto di Israele che sarebbe stato richiamato dai 4 angoli del Mondo dalla Tromba di Dio, negli ultimi tempi. Tuttavia, il Signore, che è Fedele e Verace, mantenne vivo Israele sulla 4


Terra, lo rese Nuovo e Potente, tramite il figlio di Salomone, che per volontà divina, trasportò l’Arca dell’Alleanza ad Axum, dando origine alla Dinastia Salomonide, della quale il Signore Qedamawi Haile Selassie è Sigillo e Corona. Questa visione profetica ebbe infatti re Salomone: “E dopo che fu addormentato, apparve al re Salomone un sole lucente: scese dai cieli e rifulse grandemente su Israele; e, dopo essersi soffermato, subitamente si levò e volò fino al paese d’Etiopia, e là risplendette grandemente per sempre, poiché amò rimanere là.” (Kebre Negest, cap.31) Il Signore stesso, durante il Suo Ministero Regale, ribadì in più occasioni la Propria Identità Davidica: "L'Etiopia è esistita per 3000 anni. Infatti, essa esiste sin da quando l'uomo è apparso per la prima volta sulla terra. La mia dinastia ha governato sin da quando la Regina di Saba incontrò Re Salomone e un figlio nacque dalla loro unione. E' una dinastia che è andata avanti attraverso i secoli e andrà avanti per secoli ancora." (QHS, Intervista Fallaci, 24 Giugno 1973) Il Signore Germawi Qedamawi Haile Selassie, per mezzo del sangue di Suo Padre Ras Makonnen, per mezzo dell'Imperatore Sahale Sellase, è il 225simo ed ultimo Sovrano della Dinastia Salomonide. Egli è il Sigillo del Trono. Tutto questo è narrato nella Scrittura (1 Re 10, 2 Cr 9), nel Corano (Sura 27:15-45) e nel Kebre Negest. Del resto, la presenza del Giudaismo come religione del Regno sin dai tempi più remoti, è attestata chiaramente negli Atti degli Apostoli (8:26-40), quando: “Un angelo del Signore parlò a Filippo: «Alzati, e va' verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di

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Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia.” L’Apostolo annunciò dunque all’etiope (Baqos, nella Tradizione Etiopica) la novella del Signore Risorto, mostrandogli come il Cristo avesse compiuto quanto scritto dal profeta: “Come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato,ma la sua posterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita.” Baqos chiese all’Apostolo di essere battezzato, e colmo di Spirito Santo, tornò gioiosamente ad Axum, annunciando il Vangelo all’Etiopia, che per prima ricevette la Buona Novella del Signore. Non dice forse l'Orit che l'uomo nacque nel luogo chiamato Gennete Edom, e che di questo faceva parte l’Etiopia? "Il secondo fiume (che esce dal Giardino) si chiama Ghicon, scorre attorno a tutta la terra d'Etiopia." (Gn 2:13) Con questo nome è tuttora noto in Etiopia il fiume Nilo, che si origina dal Lago Tana, situato nella regione di Amhara, nell’Etiopia del nord. Sappiano tutti allora che l'Etiopia è la Madre di tutti noi. Come profetizzò il profeta Davide ispirato dallo Spirito: "Ecco i Filistei, e Tiro, ed il popolo degli Etiopi, questi sono nati in essa. Tzyon Madre, dice l'uomo, e l'uomo è nato in essa, e l'Altissimo stesso l'ha fondata." (Sal 86:4,5 -versione Etiopica e Greca) Sappiano tutti dunque che Tzyon è Nostra Madre e che la scienza occidentale afferma la medesima Verità. L'Uomo è nato in essa, nella 6


Valle del’OMO. Testimoni di ciò, sono anche diversi storiografi del mondo antico, tra i quali Diodoro Siculo, il quale afferma che: “Gli Etiopi dicono d’essere stati i primi di tutti gli uomini, e danno manifeste prove di questa asserzione. […] Asseriscono ancora, che presso loro furono inventate le prime religioni verso gli Dei, e le pompe dei sacrifizi, e le solenni adunanze, e tutti gli altri riti, coi quali i mortali onorano il Nume; quindi tanto celebre presso gli uomini di ogni paese essere la pietà, e stimarsi le sacre cerimonie degli Etiopi, al Nume gratissime sopra tutte.” (Diodoro Siculo, Biblioteca Storica Vol. III, cap. II) e riguardo la grande civiltà degli Egizi: “Gli Etiopi dicono ancora, che gli Egizi sono una loro colonia, condottavi da Osiride: ed anzi l’Egitto presente, nei primordi del mondo essere stato mare, e non già parte del continente; la quale odierna figura si è colmata di poi a poco a poco in forza del limo al tempo della inondazione strascinato per le acque del Nilo dalla Etiopia.” (Diodoro Siculo, Biblioteca Storica Vol. III, cap. II) Mentre lo storico latino Tacito, nel volume quinto delle Historiae riporta, riguardo l’origine del popolo Giudaico, che questi non siano altro che discendenza di Etiopi: “Molti, (dicono) che sieno progenie di Etiopi, a mutar cielo nella signoria di Cefeo sospinti dalla paura e dall’ odio.” (Tacito, Historiae V, II) Non disse forse il Signore nella Sua Prima Venuta, che il Giudizio si sarebbe sollevato dall’Etiopia? Come narra l’Evangelista Marco: “La regina del Sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone!” (Mt 12:42)

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Perché questo? Perché l’uomo deve tornare da Sua Madre. Rammentiamo che il Signore ha detto: “io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio ed il Punto d’arrivo”. Nel Signore RastafarI sono legati assieme i poli opposti dell’Universo, e ciò che esso contiene. In Jah sono Uno il Cielo e Terra, poiché il Divino vestì la Carne di Adamo e si fece Uomo tra gli uomini; in Lui sono Uno il Principio e la Fine, poiché la Sua Parola creò ogni cosa in all’Inizio dei tempi, e la Sua Parola giudicherà il Mondo intero alla Fine della Storia. Per grazia del Signore, abbiamo appreso che il luogo da cui uscirono Nostro Padre e Nostra Madre, è il luogo a cui dobbiamo tornare. Come disse il Signore ad Adamo: “finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto; polvere tu sei e polvere tornerai!”. Dobbiamo tornare alla Terra da cui il Signore ci suscitò, poiché Egli è tornato a passeggiare nel Suo Giardino, come in principio.

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III. La Donna ed il Drago Abbiamo già detto che la Luce venne nel Mondo il 23 Luglio dell'anno 1892. È il Signore stesso a rivelarci, all'inizio della Sua Biografia, di essere nato nell'anno dell'Apostolo ed Evangelista Giovanni, autore del Quarto Vangelo e dell' Apocalisse e Discepolo Amato dal Signore: "Nacqui il 16 Hamle 1884, nell'anno di Giovanni" (My Life and Ethiopia's Progress, Vol. I, p.2) È proprio l'apostolo amato a descriverci ciò che egli vide quando fu rapito nello Spirito nel giorno di Domenica, mentre si trovava esiliato sull'isola di Patmos, negli anni della sua vecchiaia, profetizzando riguardo la Venuta del Cristo Re, già mostrata in parte ai Profeti d'Israele. Riguardo la nascita del Bambino, il profeta dice: "Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle." (Ap12:1) Questa donna è l'Etiopia, coronata dalle Dodici Tribù d'Israele. Giovanni Apostolo dice ancora: “Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi ; [...] Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato.” (Ap12:3,4) Il drago che venne a perseguitare l'Etiopia dopo la nascita del bambino è Roma, che fu sconfitta ad Adwa il 1 Marzo 1896, quando il Lij Teferi

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aveva appena quattro anni. In quel giorno le armate dell’Imperatore Menelik II, guidate alla vittoria dal padre terreno del Signore, Ras Makonnen, inflissero perdite tremende al Regio Corpo Coloniale d’Eritrea, che fu disperso davanti alle sciabole etiopi. Stava scritto infatti che: “Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo” (Ap12:7,8)

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IV. Il Trono di Davide Ras Teferi divenne Negus il 7 Ottobre 1928 (27 Meskerem 1921). Due anni più tardi, il Signore fu Incoronato Neguse Negast, Re dei Re, nella chiesa di Qeddus Ghiorghis ad Addis Abeba, al fianco della Sua Sposa Woizero Etegue Menen, il 2 Novembre 1930 (23 Teqmet 1923), quando esponenti delle maggiori nazioni mondiali chinarono il capo dinanzi al Germoglio di Davide, come sta scritto: "Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la verità, una parola irrevocabile: davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua." (Is 45:23) Mostriamo dunque la maniera in cui tutta la Terra ha piegato le ginocchia nella Mistica della Rivelazione del Re. Il Signore ci tramanda, tramite la Sua Autobiografia, che tredici furono le nazioni che in quel giorno resero omaggio per mezzo di rappresentanti scelti; dodici in principio, alle quali se ne aggiunse una tredicesima per ultima, la P[a]olonia. La risonanza è chiara nella rievocazione dei Dodici Apostoli, ai quali il Signore aggiunse per ultimo un tredicesimo: Paolo, l’Apostolo d’Onore; sappiamo inoltre, per mezzo della Tradizione Mistica dei Padri, che i Tredici spartirono tra di loro il mondo in Tredici Regioni, presso le quali avrebbero svolto la predicazione del Vangelo e fondato comunità di credenti. Per mezzo di Tredici Rappresentanti, il Mondo si è prostrato al Signore, e gli Apostoli stessi hanno reso omaggio. In un’epoca in cui l’Africano era considerato al pari di una bestia, in un’Africa lacerata e schiavizzata dal giogo coloniale dell’uomo bianco, le bianche corone d’Europa, portavano

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doni e si prostravano al Re dei Re, Unico simbolo di Legittimo Potere Africano, Signore dei Signori e Padrone di ogni colonia. La Potenza e la Gloria di quel giorno furono per la prima volta mostrate agli Anziani della Nostra Fede grazie al lavoro ed alla predicazione dell’Onorevole Padre Leonard “Gong” Howell (Gong Gunguru Maragh), primo a predicare la Divinità del Signore Haile Selassie I tra le genti della Diaspora Nera, come Cristo in Veste Regale e Dio Supremo, in una visione dottrinale pienamente biblica. Ne The Promise Key, il Primo Rasta racconta: “L’occasione era l’Incoronazione di Sua Maestà Rastafari il Re dei Re ed il Signore dei Signori, il Leone conquistatore di Giuda, l’Eletto di Dio e la Luce del Mondo. Il Duca stava a rappresentare suo padre Il Re Anglosassone. Il Duca porse a Sua Maestà Rastafari il Re dei Re e Signore dei Signori uno Scettro di solido oro della lunghezza di ventisette inch, che fu sottratto dalle mani dell’Etiopia qualche millennio fa. Il Duca cadde in ginocchio dinanzi Sua Maestà Rastafari il Re dei Re e Signore dei Signori e parlò ad alta voce e disse: «Padrone, Padrone, mio padre mi ha mandato per rappresentarlo sir. Egli non è in grado di giungere qui e ha detto che ti servirà fino alla fine Padrone.»” (G. G. Maragh, The Promise Key) Scrive infatti il Profeta Davide: "A lui si prostreranno gli Etiopi, lambiranno la polvere i suoi nemici. [...] A lui tutti i re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni." (Sal 71:9,11) Durante i quarant'anni del Suo Regno Terreno, davvero il ginocchio di ogni sovrano si è piegato davanti al Suo Trono, e tutte le nazioni hanno servito la Sua causa. In quel giorno, il Signore ricevette la Corona del Trono di Davide Suo padre, stabilendo il Suo Regno nella realtà della carne, dopo che, una volta Risorto, si era assiso nei Cieli alla Destra del Padre, come anche recita la preghiera del Signore: “Venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua Volontà, come in cielo, così in Terra”.

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V. I Molti Diademi I. Negus Mesih “ha sul suo capo molti diademi” (Ap19:12) Quando il Signore Ascese al Suo Trono ricevette i titoli più prestigiosi mai ricevuti da un sovrano nella storia dell’Etiopia e del mondo. “Egli porta i titoli più prestigiosi della storia su un seggio dell'ONU” (Panorama du Monde, 1955) Questo il Nome ed i Titoli con cui il Re fu unto Sovrano d’Etiopia, durante la più grande cerimonia d’Incoronazione della storia dell’Impero: Primo, Potenza della Trinità. Re dei Re, Eletto di Egziabher, Leone Conquistatore della Tribù di Giuda, Luce del Mondo. ✥ Primo, Potenza della Trinità, nessun sovrano ricevette prima di Lui il Nome Battesimale Haile Selassie. Egli è il Primo, ma è anche l’Ultimo. L’eredità patristica e biblica d’Etiopia ci permette di accedere il mistero che il Nome del Signore custodisce e di comprenderne la Potenza ed il cruciale spessore mistico e profetico; sappiamo infatti che “Qedamawi”, ossia “il Primo”, è uno dei nomi riferiti al Cristo, in accordo con quanto insegnato dalla Tradizione Ortodossa Tewahedo.

Leggiamo infatti nel Kebre Negest: “Come profetizzò Davide per bocca dello Spirito Santo, dicendo: «Con te fu il Primo nel giorno della Potenza». Quando è il Giorno della Potenza? Non significa forse quando Cristo, il Verbo del Padre, creò i cieli e la terra?” (Kebre Negest, cap.102).

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Mentre Abba Zosimas (XV sec. d.C.) scrive, riguardo la Trinità: “Osservate bene che la Trinità si manifesta all’inizio del Pentateuco. Riguardo al Figlio le Scritture lo chiamano Qedamawi (il Primo).” (Metzafe Mestire Semay we Medr) ✥ Re dei Re, come sta scritto: “Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori.” (Ap 19:16)

Questo titolo era tradizionalmente attribuito ai Sovrani della Dinastia Salomonide d’Etiopia, ed essendo Sua Maestà l’Ultimo Re dei Re, è chiaro come Egli Sia Sovrano su tutti i sovrani che abbiano seduto sul Trono di Davide prima di Lui; Sappiamo inoltre che Adamo l’Etiope fu il primo re della storia, incoronato da Egziabher Stesso in Eden e posto sulla schiena di un elefante, manifestando la sovranità dell’uomo sul resto della Creazione; egli ricevette la corona, dello scettro e delle vesti regali che il Signore gli aveva preparato. Il Signore Haile Selassie I rievoca la medesima risonanza regale, come Nuovo Adamo e Sovrano della Creazione. Egli è il Re di tutti i re, a partire da Adamo il Rosso.

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✥ Eletto di Egziabher, come scrive il profeta Isaia, riguardo la Venuta del Regno del Messia, che avrebbe prevalso con il diritto e con lo Spirito del Signore: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.” (Is 42:1,2)

Allo stesso modo infatti il Padre chiamò il Figlio, quando Egli ricevette il Battesimo nel Giordano e lo Spirito scese su di Lui in forma di colomba: “E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo»” (Lc 9:35). Come infatti il Battesimo impartito da Giovanni il Battista introdusse il Signore al Suo Ministero Sacerdotale, allo stesso modo l’Unzione di Regalità ricevuta nella Chiesa di Qeddus Ghiorghis prima che l’Abuna Qerillos d’Egitto ponesse la Corona sul Suo Capo, Lo introdusse al Ministero Regale di Potenza. Per esercitare la Potenza Egli è stato Eletto. “Il Governo sta sulle Sue spalle” (Is 9:6), è Suo per Diritto, ed è per Governare che Egli è venuto nel Mondo. Di questo mistero di predestinazione il Signore parlò a Pilato quando questi lo interrogava in merito alla Sua Regalità: “Allora Pilato gli disse: «Ma dunque, sei tu re?» Gesù rispose: «Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità.” (Gv 18:37) Nella perfetta rievocazione di quell’episodio, il Signore testimoniò di nuovo di fronte al romano il medesimo mistero, quando Oriana Fallaci lo interrogò nel 1973: O.F. : “Vostra Maestà, avete mai rimpianto il vostro fato regale ? Avete mai sognato di vivere la vita di un mortale ordinario ?” QHS: “Noi non comprendiamo la vostra domanda. Persino nei momenti più duri, più dolorosi, non abbiamo mai rimpianto o maledetto il Nostro

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fato. Mai. E perché dovremmo ? Siamo nati di sangue reale, l'autorità è Nostra per diritto. Dacché è Nostra per diritto e dacché Nostro Signore il creatore ha reputato che potessimo servire il Nostro popolo come un padre serve suo figlio, essere un monarca è una grande gioia per Noi. E' ciò per cui siamo nati e per cui abbiamo sempre vissuto.” (QHS, Intervista Fallaci, 24/6/1973) ✥ Leone Conquistatore della Tribù di Giuda, come uno dei Vegliardi disse all’Apostolo: “Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli” (Ap 5:5)

Moa Anbesa Ze’Imnegede Yehuda è sempre stato impiegato come motto tradizionale della Dinastia Salomonide; precedendo il nome del sovrano, indicava la subordinazione dell’autorità imperiale all’Autorità Divina del Cristo, e chiaramente, mai fu inteso come un titolo personale del sovrano, trattandosi di uno dei nomi biblici riferiti al Messia. Sua Maestà Imperiale, tuttavia, lo ricevette come Suo Proprio Titolo, come facilmente riscontrabile anche nei documenti ministeriali pubblicati e tradotti negli anni del Suo Regno, nei quali Egli è chiamato “Leone di Giuda”, impiegando il motto come appellativo personale del Sovrano. Del resto, durante il corso dello scorso secolo, tutto il mondo conobbe il Signore e a Lui sempre si riferì come “il Leone di Giuda”, come testimoniato da documenti ufficiali e testate giornalistiche di tutto il mondo. Ecco dunque come ogni lingua ha confessato e ogni ginocchio si è piegato. ✥ Luce del Mondo, come disse il Signore nella Sua Prima Venuta: “Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo” e ancora: “Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita»” (Gv 8:12, 9:5)

Berhane Alem non è un titolo tradizionale, essendo uno dei nomi del Cristo. Come anche riportato l’Abune Yeshaq (che il Signore inviò nei

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Caraibi per impartire il Battesimo ed educare dottrinalmente i Padri della Nostra Fede, come scritto in Isaia 42:4 “le isole saranno in attesa della sua dottrina”) ne “The Ethiopian Tewahedo Church – An Integrally African Church, mai fu portato da altro sovrano, in Etiopia e nel mondo. Sappiano dunque tutti, che Qedamawi Haile Selassie è l’Unica Luce del Mondo, al mondo.

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1. “Il Leone di Giuda sul Trono” – così “La Stampa” del 4/11/1930, celebra l’Incoronazione del Re. 2. “Santuario per il Leone di Giuda” – un articolo del 9/5/1936, riguardo la visita di Sua Maestà Imperiale a Gerusalemme, durante gli anni dell’esilio. 3. “Il Leone di Giuda torna per Conquistare” – un articolo riguardo la visita negli Stati Uniti del 1963, quando “conquistò” le folle newyorkesi.

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VI. I Molti Diademi II. Il Nome Prezioso Si compì in quel giorno la parola dell'Apostolo: "porta scritto un nome che nessuno conosce all`infuori di Lui." (Ap 19:12)

Fu infatti nel giorno della Sua Incoronazione che il Signore, lasciato il nome civile Teferi Makonnen, assunse il Nome di Intronizzazione Qedamawi Haile Selassie, che è il Suo Nome Nuovo e Segreto, ed il cui significato è "Il Primo, Potenza della Trinità". Ecco dunque, la parola del Salmista diveniva Viva e Vibrante nella Carne: "Con Te il Primo (Qedamawi) nel giorno della Potenza (Hayl), nello splendore dei tuoi santi. Ti ho generato dal ventre prima della stella del mattino." (Sal 109:3 -Versione Etiopica) Come disse il Signore a Giovanni: "Io sono il Primo e l'Ultimo." (Ap 22:13) Poiché Il Primo è il Suo Nome, ed è l'Ultimo a sedere sul Trono di Davide. Stava infatti scritto che l’Agnello sarebbe tornato con un Nome Nuovo: “Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio Nome Nuovo.” (Ap 3:12) Il Mistero del Suo Nome è però più profondo di quanto l’uomo possa immaginare. In verità, pur essendo Nuovo, il Nome del Re è nel mondo da secoli e secoli, nonostante fosse Segreto, nei secoli l’uomo lo

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ha adorato. Il Nome di Sua Maestà fu ufficialmente rappresentato in forma di Trigramma, durante la manifestazione terrena del Suo Regno, in edifici pubblici e documenti imperiali, in lingua etiopica ቀኃሥ, la cui forma traslitterata in lettere occidentali, I-H-S, manifesta il Cristogramma mistico del Nome del Nazareno, considerato nomen sacrum per tutta l’Europa Cristiana sin dal Medioevo; chiunque, con spirito di umiltà e saggezza, dovrà per tanto constatare che il Nome del Signore Haile Selassie I è inciso e venerato in ogni chiesa del mondo, ed ogni cristiano china il capo dinanzi ad esso. Ecco dunque come ogni lingua ha confessato e ogni ginocchio si è piegato.

1. Il Sigillo del Re in lettere etiopiche. 2. Il Sigillo riprodotto sull’altare della Trinity Cathedral di Addis Abeba, affiancato da due angeli in adorazione, come sta scritto “lo adorino tutti gli angeli di Dio.” (Ebrei 1:6). 3. Il Cristogramma in lettere latine, riprodotto su una chiesa occidentale.

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VII. I Molti Diademi III. La Difesa Nel 1965 il Signore fu onorato dai Padri delle Chiese Orientali Antiche con il titolo di: ✥ Difensore della Fede, che Gli venne conferito in occasione della Conferenza di Addis Abeba delle Chiese Ortodosse Orientali, indetto dal Re in Persona, passato alla storia come Conference Of The Heads Of Oriental Orthodox Churches, e che si svolse nella capitale dell’Impero dal 15 al 21 Gennaio 1965.

Il Signore Stesso affermò nella Lettera d’invito alle Chiese: “I Nostri Grandi Padri si incontrarono prima a Nicea, a Costantinopoli ed in fine ad Efeso” (QHS, 18/5/1964) Manifestava così apertamente il cruciale spessore storico della Conferenza, intesa come erede dei tre precedenti Concili Ecumenici, essa stessa Quarto ed Ultimo Concilio. Questi furono i Capi delle Chiese Orientali invitati dal Re: ✥ Qerillos VI, Capo della Chiesa Copta di Alessandria ✥ Ignatius Ya’qub III, Capo della Chiesa Ortodossa Siriaca

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✥ Vazgen I, Capo della Chiesa Apostolica Armena ✥ Khoren I, Capo del Catolicosato Armeno di Cilicia ✥ Basileos Augen I, Capo della Chiesa Siriana Malankarese

Sua Maestà presiede lo storico incontro delle Chiese nel 1964.

L’Autorità e Regalità del Signore furono testimoniate in quei giorni dalle parole di alcuni degli esponenti delle Chiese: “Ora, Dio, tramite il Suo servo Haile Selassie, il Leone di Giuda e Glorioso Imperatore d’Etiopia, ha reso possibile per noi di unirci” (Ignatius Ya’qub III) “È con cuore colmo di gioia e gratitudine che oggi sono qui. Mi sovvengono le parole del vecchio Simeone, quando vide Gesù Bambino. Simeone aveva atteso a lungo per vedere la consolazione d’Israele. Quando egli vide Gesù

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bambino, egli comprese che la salvezza sarebbe arrivata al suo popolo.” (Basileos Augen I) “Vostra Maestà, il Salmista dice: «il Re gioirà nella Tua forza, oh Signore! E come gioirà grandemente nella Tua Salvezza! La Sua Gloria è grande nella Tua Salvezza: Onore e Maestà hai posto su di Lui. » (Salmo 21:15) Ora questa profezia si è avverata, poiché vediamo Voi gioire nella Forza e nella Salvezza del Signore.” (Qerillos VI di Alessandria) Dal discorso di benvenuto ai partecipanti alla consultazione preconferenza, pronunciato da un esponente della Chiesa Etiope: “Egli (Gesù Cristo) venne nel Mondo per portare la pace in terra, ed unire Dio all’uomo e l’uomo a Dio. Visse sulla terra e morì sulla Croce. Ma Egli è Risorto dai morti ed è presente con noi per guidarci sulla via della pace” In quell’occasione, i Capi delle Chiese Antiche Onorarono il Leone di Giuda, la Difesa della loro Fede. Ecco dunque, come anche le Chiese chinarono i loro Capi dinanzi al Signore e confessarono.

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VIII. I Molti Diademi IV. Dottore d’Onore Durante le numerose visite diplomatiche che il Signore svolse intorno al Globo, furono a Lui riconosciuti un numero totale di 17 Dottorati e Onorificenze Universitarie ad Onore, un numero che non trova eguaglianza in altri. Questo l’elenco delle Lauree ad Honorem conferite al Re dei Re dagli Atenei di tutto il mondo:  Dottore Onorario di Legge, Cambridge, Regno Unito, 17/7/1924 Dottore Onorario di Filosofia, Atene, Grecia, 4/5/1954 Protettore dell’Università Policulturale d’America, Columbia, Stati Uniti, 27/5/1954 Dottore Onorario di Legge, Howard, Stati Uniti, 28/5/1954 Dottore Onorario di Legge, Columbia, Stati Uniti, 2/6/1954 Dottore dell’Università, Montreal, Canada, 4/6/1954 Dottore Onorario di Legge, McGill, Stati Uniti, 5/6/1954 Dottore Onorario di Leggi Civili, Michigan, Stati Uniti, 7/6/1954 Dottore Onorario di Leggi Civili, Oxford, Regno Unito, 20/10/1954 Dottore Onorario di Agricoltura, Bonn, Germania, 9/11/1954 Dottore Onorario di Legge, Laval, Canada, 1954 Dottore Onorario di Lettere, Banaras, India, 13/11/1956 Dottore Onorario di Legge, Mosca, Unione Sovietica, 12/7/1959 Dottore Onorario di Legge, Praga, Cecoslovacchia, 15/7/1959 Dottore Onorario di Legge, Monrovia, Liberia, 7/12/1960 Dottore Onorario di Lettere Umane, Georgetown, Stati Uniti, 2/10/1963 Dottore Onorario di Legge, Kingston, Giamaica, 22/4/1966 

Come riportato in Academic Honours of H.I.M., pubblicato dall’Ufficio delle pubbliche relazioni della Haile Selassie University:

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“L’oratore dell’Università di Cambridge, nell’introdurre il candidato alla laurea al Vice-Cancelliere, terminò il discorso dicendo: «Presento a voi, Tafari Makonnen, la speranza degli Etiopi» (Academic Honours of HIM, p.9) La Sapienza del Signore fu riconosciuta Universalmente, durante il Suo Regno Visibile, nelle Sedi in cui la conoscenza Universale è custodita. Stando a quanto il mondo ha testimoniato, Egli è il Dottore più Sapiente, il più Onorato ed il più Degno d’Onore, a motivo della Sua Sapienza Sconfinata. Scrisse infatti l’Apostolo: “affinché abbia il primato in ogni cosa” (Col 1:18)

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IX. I Molti Diademi V. Il Petto Più Decorato Il mondo riconobbe il Primato che al Re dei Re spettava a motivo del Suo Onore, della Sua Regalità, del Suo Amore per la Rettitudine. Stava scritto che il Signore, quando sarebbe tornato nella Potenza, sedendo sul Trono di Davide, avrebbe portato molti diademi. La Storia ed il libri, affermano che il petto di nessun uomo su questa terra portò mai tanti diademi quanti quelli del Signore Qedamawi Haile Selassie. Il Nome di Sua Maestà fu annotato nel Guinness Book of World Records, come “il petto più fregiato di medaglie, più di 50, portate in 14 file”. Negli anni che seguirono, molte testate giornalistiche ribadirono il Suo Primato. La testata statunitense Boca Raton News, nel numero del 12 Giugno del 1972 p.2B, riporta: “Di gran lunga, il petto più fregiato di medaglie al mondo è quello di S.M.I. Haile Selassie, Imperatore d’Etiopia. Ad un conto definitivo, egli ha portato più di 50 nastri medaglia in 14 file. Il fatto che Sua Maestà sia il capo dell’esercito, marina, aeronautica e scouts, non ha tuttavia nulla a che fare con i premi.” Come viene sottolineato, il primato non Gli deriva passivamente per via delle alte cariche rivestite. I Premi gli sono conferiti a motivo del Suo Merito d’Onore. Contempliamo, dunque, come la Regalità, la Fede, la Sapienza e l’Onore del Signore siano state riconosciute dal mondo intero, nelle Onorificenze al Lui conferite. Anche in questo, Jah è il Primo. Egli è il Campione, ed ha sul suo capo molti diademi. Ecco dunque come il Primo ha il Primato in ogni cosa.

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1. “Dal Libro dei Guinness dei Record Mondiali� 2. Toledo Blade del 8/6/1978, p.41.

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X. I Molti Diademi VI. Donna Corona “La Donna Virtuosa è la Corona del Marito” (Pr 12:4) “Regina Omega, la donna Etiope, è la Donna Corona di questo mondo.” (G. G. Maragh, The Promise Key)

Il 2 Novembre 1930, quando la Tripla Corona venne posta sul Capo del Re, sedette al Suo fianco la Sua Sposa Purissima, Nostra Signora Etegue Menen, incoronata in quel giorno Imperatrice d’Etiopia. Questo aspetto della cerimonia rappresenta un evento unico nella storia d’Etiopia, in accordo con la cui Tradizione cerimoniale, la sposa del sovrano veniva incoronata diversi giorni dopo l’Incoronazione del consorte. La simultanea Incoronazione delle Loro Maestà manifesta l’instaurazione di un Equilibro Cosmico tra gli Opposti, sulla base del quale la Creazione è stata fondata e dal quale sempre è stata e sarà governata, permettendo la sussistenza di ogni legge fisica e quella di ogni creatura. Questo bilanciamento, manifestato nello Splendore della Loro Regalità, conferisce all’Uomo il più alto esempio di Amore Regale e Santo, fondato sulla totale egualità di diritto di Uomo e Donna, sulla medesima dignità e Regalità, ma anche su differenti e complementari ruoli che i due occupano nel progetto Divino e nell’amministrazione del proprio regno familiare. Nostra Signora

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Etegue Menen, che è la Sposa dell’Agnello nella Sacralità della Carne, rappresenta il rinnovamento di quello Sposalizio Mistico che nel Tempo del Ministero Sacerdotale era Fondato sull’Amore del Signore per la Signora Nostra Maryam, come Amore del Figlio per la Madre. Nel Tempo della Potenza Regale e della Santificazione Totale della Carne, nella Carne il Signore si unisce alla Sua Sposa, compiendo il capitolo Omega della Rivelazione, bilanciando i Tempi con un Nuovo e Regale Ministero. E’ il Loro Amore Divino quello narrato nel Cantico di Salomone; riflessione e predizione del Loro Amore è l’Amore tra Salomone e Makeda. Il Salmo 44 di Davide dice, riguardo al giorno della Loro Incoronazione: “Le tue vesti son tutte mirra, aloè e cassia, dai palazzi d'avorio ti allietano le cetre. Figlie di re stanno tra le tue predilette; alla tua destra la Regina in ori di Ofir. Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; al Re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore: prostrati a lui.” (Sal44: 9,12) La Sposa dell’Agnello è la Donna Corona della Creazione, Nostra Madre Woizero Etegue Menen, Diadema Prezioso e Corona Splendente del Signore Qedamawi Haile Selassie. Pace e Benedizioni sulla Madre delle Nazioni.

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XI. I giorni del Diritto “Ecco il mio servo che io sostengo il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.” (Is 42:1,4) Era scritto che il Signore, nella Sua Manifestazione Regale, avrebbe stabilito il diritto come fondamento del Suo Regno, e fondamento futuro per il mondo intero, come Sua Eredità per l’Umanità. La Storia testimonia i miracoli che il Re ha compiuto, per l’Etiopia, per l’Africa e per il Genere Umano tutto, in ambito di Pace e Diritto. Fu grazie al Signore, che nel 1923 l’Etiopia entrò a far parte della Società delle Nazioni, primo stato Africano a sedere tra le grandi potenze coloniali, che nel corso del secolo avevano tra di loro spartito il Continente Africano, con mezzi di genocidio e schiavitù. Il 16 Luglio 1930, a meno di un anno di distanza da quando ascese al Trono come Sovrano dell’Unico Stato Africano Indipendente, il Re presentò al popolo la prima Costituzione mai stilata nella storia della Nazione (sostituita nel 1955 da una versione revisionata), seguita nel 1932 dall’apertura del Primo Parlamento, sorpassando di fatto i metodi feudali di governo fino ad allora impiegati, fornendo nuovi e maggiori diritti civili, come pure la prima effettiva forma di rappresentanza popolare, costituendo le basi per una nuova forma di governo, cha andava ad affiancare alla monarchia la prima costituzione d’Etiopia, che avrebbe proiettato

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l’Etiopia in un avanzamento legislativo e politico immenso, manifestatosi negli anni del Suo Regno sotto forma di un progresso economico incalzante, ed una crescita riguardante tutti gli aspetti della vita nazionale, dall’Istruzione alle relazioni internazionali, dalla promozione e preservazione delle Arti alla convivenza e dialogo interreligioso. Un nitido esempio del profondo cambiamento, sociale, politico ed economico di cui il paese godette in quegli anni, è chiaramente rappresentato dalla nascita, l’8 Aprile 1946, della prima linea aerea d’Etiopia, la Ethiopian Airlines. In occasione della firma della Costituzione, il 16 Luglio 1931, Egli affermò: “Nessuno verrà meno nell’apprezzare che la legge è il più grande beneficio per ogni essere umano. È dall’egualità della legge che sorgono l’onore ed il vantaggio; è dalla deficienza della legge che si ottengono angoscia e danno; è attraverso il fallimento nel disporre la legge che crescono violenza e torto.” Egli dispose la legge ed il Diritto come fondamento del Suo Trono, come sta scritto riguardo al Regno del Dio Potente: “grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sull’Impero, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.” (Is 9:6). Ebbe così inizio un processo di modernizzazione e rinnovamento nazionale destinato a modificare radicalmente il volto della società etiope ed a gettare le basi per un’Era di Liberazione e Redenzione di cui l’Africa e gli Africani avrebbero goduto negli anni successivi alla Liberazione d’Etiopia; sarà infatti su impulso di quest’ultima che si avrà, nel corso della seconda metà del XX secolo, la pressoché totale decolonizzazione e rinascita del continente, processo che diverrà noto in ambito internazionale, con il nome di “Rinascimento Africano”. Principale strumento per il coordinamento degli sforzi necessari al raggiungimento di obbiettivi comuni in ambito di pace, unità ed autodeterminazione, sarà l’Organizzazione di Unità Africana (ad oggi

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nota come AU), fondata dal Re il 5 Maggio del 1962 ad Addis Abeba con la partecipazione di 32 stati membri. A tale proposito è bene meditare sulle parole che l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerlad Kennedy, pronunciò nel discorso di benvenuto rivolto al Signore nella Sua seconda visita diplomatica negli U.S.A. : “Da quando Sua Maestà visitò gli Stati Uniti quasi dieci anni fa, abbiamo visto una delle più straordinarie rivoluzioni della Storia; e questa è stata l’apparizione di 29 paesi indipendenti, nel breve spazio di meno di dieci anni, riguardante più di 150 milioni di persone.” (JFK, 1 Ottobre 1963). È in questa Era di Rinascita e Redenzione che il popolo Africano viene liberato dalla maledizione della schiavitù di Cam (Gn. 9:24,25), come profetizzato riguardo al Regno del Cristo Re, che avrebbe rimosso ogni anatema dai Suoi figli. Come il Signore Stesso affermò: “Fummo Noi ad abolire la schiavitù” (QHS, Intervista Fallaci, 24 Giugno 1973) Fu la nascita del Signore ad abolire ogni schiavitù e spezzare ogni catena, fisica e mentale. La Sua Venuta segnò infatti la fine, per i Nostri Padri, di 400 anni passati sotto il bianco giogo coloniale, flagellati nelle piantagioni americane; 400 come gli anni che Israele passò in Egitto, fin quando Mosè il liberatore fu mandato loro. Sono infatti 400 gli anni che intercorrono tra il 1492 ed il 1892, e con la Venuta del Suo Nuovo Ministero, Il Leone di Giuda ha liberato Sem, Cam e Iafet da ogni maledizione, e nulla di maledetto esiste più presso il Suo Trono. Come scrisse Giovanni Apostolo: “Non ci sarà più alcuna maledizione. Nella Città sarà il Trono di Dio e dell’Agnello.” (Ap 22:3). A noi tutti è pertanto chiaro come il Signore abbia rafforzato l’Impero con il diritto, ponendolo come pietra angolare del Suo Regno, e proprio

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nel Diritto e nella Rettitudine avrebbe prevalso in seguito, nel consiglio deviato delle nazioni.

Un dipinto dell’artista etiope Afewerk Tekle, installato nel St.Paul Hospital di Addis Abeba, ritrae Sua Maestà in veste di Salvatore, a motivo della rinascita miracolosa che l’Etiopia visse durante il Suo Regno.

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XII. La Guerra contro l’Agnello I. Le bestie “Loro interruppero ciò che Noi avevamo cominciato.” (QHS, Intervista Fallaci, 24 Giugno 1973). Il processo di modernizzazione con cui il Signore aveva benedetto l’Etiopia, venne arrestato temporaneamente, quando nel 1935, infrangendo gli accordi di amicizia e collaborazione stipulati con per mezzo del Trattato Italo-Etiopico del 2 Agosto 1928, Roma decise di attaccare il Regno del Signore, perché mai aveva dimenticato l’umiliante sconfitta subita 40 anni prima. Nonostante questo, mentre ingenti quantità di materiale bellico venivano ammassate presso il confine Etiope con la Somalia Italiana, nessuna dichiarazione di guerra veniva espressa nei confronti dell’Impero: “In tutto il mondo civilizzato, se uno ha intenzione di muovere guerra ad un altro, annuncia la propria intenzione di farlo. […] Ma l’Italia continuò a dichiarare che non aveva alcuna intenzione di muovere guerra, mentre nei fatti aveva manifestato l’intento di attaccare l’Etiopia da molto tempo, e nei tre anni precedenti lo aveva deciso e aveva iniziato i preparativi.” (My Life and Ethiopia’s Progress Vol. I, p.226). Il trattato stilato tra i due governi 7 anni prima, constava di 7 punti, con i quali le due parti dichiaravano una mutua amicizia e volontà di collaborazione, stipulando un’alleanza che, come dichiarato nel primo punto, sarebbe dovuta essere eterna: “Primo. Ci sarà eterna amicizia tra il Governo Imperiale d’Etiopia ed il Governo Reale Italiano” (My Life and Ethiopia’s Progress Vol. I, p.149). La risonanza del tradimento del serpente Iscariota risuonava a 2000 anni di distanza. L’alleanza fu calpestata, e Roma alzò la mano sull’Etiopia, nel silenzio omertoso della Società delle Nazioni, poiché l’Italia non aveva mai dimenticato l’onta subita ad Adwa. Quaranta anni prima, infatti, il malvagio era stato disperso e ricacciato

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nell’Abisso, sua dimora; era scritto però che quel drago, che era stato gettato sulla terra, sarebbe sorto ancora, e che, ergendosi in riva al mare, avrebbe evocato due bestie, che avrebbero mosso guerra contro il Signore, assiso sul Suo Trono. I. Il Falso Imperatore “Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. […] Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita. […] Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo.” Apocalisse13:6 “La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall'Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà. Qui ci vuole una mente che abbia saggezza. Le sette teste sono i sette colli sui quali è seduta la donna; e sono anche sette re.” (Ap 17:8, 9). La bestia che sorge dal mare, è l’Impero Romano insieme con il suo regnante, persecutore dei Martiri e dei Santi. Questa bestia era ferita a morte, eppure il mondo intero l’ha vista sorgere riesumata dalla tomba con gli stessi simboli e la medesima malvagità dei tempi antichi. L’Angelo rivela al Profeta: “Quanto alla bestia che era e non è più, è ad un tempo l'ottavo re e uno dei sette, ma va in perdizione.” (Ap 17:11). Sta scritto infatti che gli fu dato il potere di calpestare gli eletti e la Terra Santa, per un tempo stabilito. Sta scritto anche che il numero del suo nome è 600+60+6, e a questo numero corrisponde in lettere ebraiche il nome di Cesare Nerone, sotto il quale patirono il martirio gli Apostoli Paolo e Pietro. Vediamo

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dunque che l'ottavo cesare, che è uno dei sette, è quello che mosse guerra contro il popolo del Signore. Lo chiamano Mussolini, e come scrive l'Evangelista: “Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione” (Ap13:7). II. Il Falso Profeta La Scrittura parla però di una seconda bestia. Questa seconda creatura è l’alleato dell’Anticristo Anti-Imperatore, e profetizza in suo favore, perché le folle accettino l’autorità della prima bestia e la adorino. “Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta.” (Ap 13:11,14). Questa bestia è l’Anticristo Anti-Sacerdote, il falso profeta che stipulò alleanza con l’ottavo cesare nella città di Roma. Questi sono i lupi rapaci di cui parlava San Paolo, che hanno barattato con la prima bestia potere e autorità. Vennero in veste di pecore bianche, ma non risparmiarono il gregge che a loro era stato affidato. Il falso profeta portò il nome di Pio XI, e suo titolo è anche “Vicarius Filii Dei”, che ha lo stesso valore numerico (6+6+6) del nome della bestia. L’accordo che fu stipulato passò alla storia come “Patto del Laterano”, e fu sottoscritto l’11 Febbraio 1929, tra Santa Sede e Regno d’Italia.

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XIII. La Guerra contro l’Agnello II. I re del nord e del sud Alle aquile nazifasciste fu dato il potere di soffocare il mondo ed ogni stirpe, colpendo con una mano il popolo di Tzyon, e stritolando con l’altra i figli della diaspora in Europa, per il tempo che il Signore aveva stabilito. Le stesse Aquile che Lo crocifissero e ne trafissero il Costato, vennero a muovere guerra al Suo Regno, e non ne mossero i piedi per 5 anni, durante i quali il sangue di molti Martiri della resistenza fu versato. Come sta scritto: "Chi deve morire di spada, morirà di spada, in questo sta la costanza dei Santi." (Ap13:1). L’aggressione all’Etiopia del 1935, sarebbe stata la scintilla che avrebbe dato alle fiamme ogni nazione. La Seconda Guerra Mondiale sarebbe scoppiata 4 anni più tardi, e avrebbe divorato il mondo intero: questo sarebbe stato il prezzo chiesto all’Europa per il proprio silenzio davanti all’ingiustizia ed allo sterminio perpetrato da Roma e dai suoi alleati. Lo stesso silenzio che legittimò l’invasione della Polonia nel 1939, da parte del Terzo Reich. L’aquila romana e l’aquila germanica, avrebbero infatti stretto alleanza e avrebbero stritolato il mondo, per poi divorarsi l’un l’altra. La loro alleanza fu sancita nel 1936, e fu nota a tutti come “Asse Roma-Berlino”. Si realizzò allora la parola di Bakhayla Mika’el: “«Il re del sud andrà dal re del nord. E farà un contratto di matrimonio con lui. E i due parleranno con falsità allo stesso tavolo, e a causa di ciò avrà luogo un eccidio.» Mosè ed Aronne mi rivelarono il significato di questa profezia e dissero: «Il re del sud è un Rômâwî che abita nella parte sud del cielo e verso ovest. Ora, egli è un suo vassallo, ed essi hanno agito malvagiamente nei suoi confronti (del re d’Etiopia) per sei anni […] Il re del sud dirà a lui: “Quando avrò conquistato il re d’Etiopia lo consegnerò a te”. E il re del nord dirà a lui: “Ti darò settemila cavalli”. Si sono ingannati tra di loro e per questo tra di loro avverrà un massacro. E il re del sud romperà la sua amicizia con il re d’Etiopia, perché [gli Etiopi] avranno nelle loro mani la lancia e la Croce. »” (Metzafe Mestire Semay we Medr)

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Questa è l’interpretazione: il re del sud è Mussolini, l’ottavo cesare romano (Rômâwî), ed è l’aquila romana. Dopo sei anni di trame ed inganno, il re del sud ruppe la sua amicizia con il re d’Etiopia, che è il Signore Qedamawi Haile Selassie. Sei anni infatti trascorsero dal 1928, quando la pace fu stipulata con Roma, al 1934, anno i cui l’Italia infranse i patti e ruppe l’alleanza con il Re, nel famoso incidente di WalWal, durante il quale soldati etiopi vennero attaccati ed uccisi in territorio nazionale da truppe italiane; ciò nonostante, l’episodio divenne l’assurdo pretesto per l’aggressione dell’Etiopia. Quello fu il principio del conflitto, come il Re affermò nel proclama di mobilitazione del 3 Ottobre 1935: “Il conflitto tra l’Italia e il nostro Paese, che ormai dura da più di un anno, è iniziato a WalWal il 5 dicembre 1934.” Il re del nord è il cesare germanico, che è la statua dell’ottavo cesare, alla quale fu data vita. Questo è Hitler, l’aquila germanica, che rifornì di armamenti l’esercito fascista, anche dopo le sanzioni di Ginevra, come sta scritto: “ti darò settemila cavalli”. I re strinsero alleanza tra di loro con l’inganno, e tra di loro avvenne infine il massacro. Il contratto di matrimonio tra il re del nord ed il re del sud avvenne il 24 Ottobre 1936, cinque mesi dopo la presa di Addis Abeba. L’umanità ha nitida memoria di come il mondo fu vittima degli artigli delle 3 aquile, le quali fecero dell’Etiopia prima, e dell’Europa poi, un carnaio che non trovava eguali nella memoria dell’umanità. Come scrisse il profeta Ezra, detto Sutuel: “Ecco che saliva dal mare un'aquila che aveva dodici ali coperte di penne, e tre teste” (Ezra Sutuel 11:1) Tre teste di aquila, e 12 ali, che sono le nazioni europee, sulle quali l’aquila volò per conquistare. Così infatti parlò il Signore agli Apostoli, riguardo i tempi in cui sarebbe tornato: “Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile.” (Mt24:28).

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L’aggressione all’Etiopia ebbe inizio il 3 ottobre 1935. Per 7 mesi, il Signore combatté alla testa del Suo esercito, al fianco dei Suoi soldati. Come riporta lo storico Angelo del Boca ne Il Negus: “Per quanto riguarda l'Imperatore, la sua condotta durante la battaglia era impeccabile. Era sempre sotto il fuoco e continuamente esposto al pericolo. Alla fine scese Egli Stesso nella pianura e mitragliò il nemico con effetti terrificanti. Gli aerei da combattimento, pur volando a bassa quota, non erano in grado di colpirlo.” Roma non era disposta a correre il rischio di una seconda, umiliante sconfitta, prese dunque tutte le precauzioni ritenute necessarie. Furono infatti palesate sul campo di battaglia la malvagità e la mente diabolica dello schieramento invasore, il quale, contravvenendo esplicitamente a quanto stabilito per mezzo delle Convenzioni di Ginevra in materia di condotta bellica, impiegò senza dignità e misericordia gas venefici e bombe iprite per schiacciare senza pietà non solo soldati, ma anche civili innocenti ed inermi, seminando morte e terrore come non se ne aveva ricordo nella storia d’Etiopia. Sua Maestà avrebbe poi dichiarato presso la Società delle Nazioni:

“Sugli aeroplani vennero istallati degli irroratori, che potessero spargere su vasti territori una fine e mortale pioggia. Stormi di nove, quindici, diciotto aeroplani si susseguivano in modo che la nebbia che usciva da essi formasse un lenzuolo continuo. Fu così che, dalla fine di gennaio del 1936, soldati, donne, bambini, armenti, fiumi, laghi e campi furono irrorati di questa mortale pioggia. Al fine di sterminare sistematicamente tutte le creature viventi, per avere la completa sicurezza di avvelenare le acque e i pascoli, il Comando italiano fece passare i suoi aerei più e più volte. Questo fu il principale metodo di guerra.” (QHS, 30 Giugno 1936). Quando Addis Abeba fu occupata dai pagani, il Signore si recò davanti al consiglio delle Nazioni, a chiedere il conto del loro peccato. La

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capitale fu presa il 5/5/1936. Sarebbe stato infatti per mezzo del sangue d’Etiopia, che il Signore avrebbe sancito la Nuova Alleanza con il mondo intero, riscattando da ogni schiavitù, mentale e fisica, il Suo Popolo Israele dai 4 angoli della Terra. Come scrive il profeta Isaia: “perché io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo Salvatore; io ho dato l'Egitto come tuo riscatto, l'Etiopia e Saba al tuo posto.” (Is 43:3). Il Leone di Giuda scese allora nel cuore dell’Europa.

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XIV. La Guerra contro l’Agnello III. La Spada di Fuoco Dopo la presa di Addis Abeba, il Signore si mosse verso l’Europa, per difendere la causa del Suo Popolo davanti all’assemblea della Società delle Nazioni, al cospetto della quale aveva già denunciato, più volte negli anni precedenti, le nefaste intenzioni del governo fascista. Il Leone di Giuda salì di nuovo sulla Tribuna delle Nazioni, e le Sue Parole furono scolpite nella coscienza dell’Umanità, in quel giorno di Giugno del 1936, quando il Giudizio di Dio venne annunciato agli stati d’Europa. Riportiamo alcuni passi del lungo Appello pronunciato dal Re dei Re. ✥ “Io, Haile Selassie I, Imperatore d’Etiopia, sono qui oggi per richiedere la giustizia che è dovuta al mio popolo, e l’assistenza promessa ad esso otto mesi fa, quando cinquanta Nazioni affermarono che un’aggressione fu commessa in violazione dei trattati internazionali.” ✥ “È per difendere un popolo che lotta per la sua antica indipendenza che il Capo dell’Impero Etiope è giunto a Ginevra per compiere il suo dovere supremo dopo aver combattuto in prima persona in testa alle sue armate. Prego Dio Onnipotente affinché risparmi alle Nazioni le terribili sofferenze che sono state appena inflitte al mio popolo, e di cui i capi che qui mi accompagnano sono stati inorriditi testimoni.” ✥ “È mio dovere informare i governi riuniti a Ginevra, responsabili quali sono della vita di milioni di uomini, donne e bambini, del mortale pericolo che li minaccia, descrivendo loro il destino che ha colpito l’Etiopia.” ✥ “Gli appelli dei miei delegati rivolti alla Società delle Nazioni rimasero senza alcuna risposta; i miei delegati non furono testimoni. Per questo motivo ho deciso di venire io stesso a testimoniare contro il crimine perpetrato contro il mio popolo e dare un avvertimento del destino che attende l’Europa, se dovesse inchinarsi di fronte al fatto compiuto.”

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✥ “Nel mese di ottobre 1935 le 52 Nazioni che mi stanno ascoltando oggi mi hanno assicurato che l’aggressore non avrebbe trionfato, che le risorse del Patto sarebbero state impiegate al fine di assicurare la vittoria del diritto e il fallimento della violenza.” ✥ “A parte il Regno del Signore non c’è su questa terra una nazione che sia superiore a qualsiasi altra. […] Dio e la storia ricorderanno il vostro giudizio.”

Quando il Signore salì sulla Tribuna, per giudicare il silenzio delle Nazioni, si compiva quanto annunciato per mezzo dei profeti riguardo la Venuta del Cristo; come disse il Signore ad Ezra, al tempo dell’Esilio in Babilonia: “Il leone che hai visto svegliarsi dalla selva, ruggire e parlare all'aquila accusandola per la sua ingiustizia, e tutto quel che ha detto, così come lo hai udito, è il Messia, che l'Altissimo ha conservato per la fine dei giorni, che è uscito dalla discendenza di David, e che verrà a parlare con loro, li accuserà per le loro empietà, e introdurrà loro davanti le loro trasgressioni. Infatti deciderà prima di sottoporli da vivi al Suo giudizio, e poi, una volta accusati, li annienterà.” Ezra Sutuel, 12:31,33 E ancora: “Dato che hai visto uscire dalla sua bocca soffio, fuoco e tempesta, e che non teneva né‚ spada né‚ altri strumenti di guerra, ma che annullò l'assalto di quella moltitudine che era venuta a combattere con lui, l'interpretazione è questa: […] accuserà della loro empietà i popoli che si sono raccolti - e questo è quello che è simile alla tempesta; gli disporrà davanti i loro malvagi pensieri, e le torture con le quali dovranno essere tormentati - e queste sono da paragonare alle fiamme; e li annienterà senza fatica con la legge - e questo è da paragonare al fuoco.” (Ezra Sutuel, 13:27,28/ 37,38).

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La Potenza di Egziabher venne rivelata ai padri già nei tempi antichi; Il mondo intero infatti, ha visto il Leone di Giuda ergersi al di sopra dei popoli, bruciarli con il fuoco della Sua Parola, imprimere nelle loro menti la visione terribile del destino che li avrebbe attesi. Anche l’Evangelista Giovanni ebbe in visione la Potenza del Verbo: “Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa del Dio onnipotente. Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori. […] Tutti gli altri [re della terra] furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.” (Ap19:15,16-19:21). Il Giudizio del Giudice Tremendo era stato pronunciato, e dall’alto della Sua Tribuna era stato rivelato il destino di tribolazione che avrebbe investito il mondo intero; il secondo conflitto mondiale sarebbe infatti piovuto sulle nazioni come un diluvio di fuoco, come sta scritto: “Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo” (Lc 17:26) Quelli erano i Segni dei Tempi di cui il Signore aveva parlato agli Apostoli, profetizzando riguardo la Seconda Venuta: “Udirete di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine.” (Mt 24:6). “Guerre e rumori di guerre stanno occupando l’attenzione dei governi, ma il mondo è assetato più che mai di pace e giustizia.” (QHS, The Wise Mind of Emperor Haile Selassie, p.6) Guerre e rumori di guerre occuparono l’attenzione dei governi, ma non fu ancora quella la fine, poiché la pace e la giustizia dovevano prevalere ed essere stabilite come Fondamento per il Regno di I&I. Avevano così inizio gli anni dell’Esilio del Signore, spesi sotto la benevolenza del 43


Governo Inglese, presso la cittadina di Bath. Nella residenza di Fairfield House, dove la famiglia Imperiale trascorse i 5 anni successivi all’invasione italiana, fu allestita per volere di Sua Maestà una chiesa etiope, allora intitolata “Sidetegnaw Medhane Alem”, “Salvatore del Mondo Esiliato”. Nel 1943, Roma sarebbe stata conquistata dalle truppe naziste, come era stato profetizzato riguardo al re del nord ed il re del sud, che tra di loro si sarebbero massacrati.

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XV. Corona della Vittoria Un Mistero immenso venne rivelato il giorno in cui il Signore Conquistò l’Etiopia, entrando in Addis Abeba alla testa della Gideon Force (“Forza dell’Armaghideon”), il 5 Maggio del 1941, accolto dalla popolazione in giubilo prostrata in adorazione al Suo passaggio, 5 anni esatti dopo l’occupazione della città, che segnò l’inizio del Suo Esilio. Nel quinto giorno del quinto mese del quinto anno di occupazione, si compiva il quinto versetto del quinto capitolo della Visione dell’Apostolo (Ap 5:5): “Uno dei vegliardi mi disse: «Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli»” Stava scritto che il Leone di Giuda avrebbe aperto il Libro e rimosso i suoi Sette Sigilli, ed è infatti tramite la Sua Rivelazione che Egli ci ha mostrato il significato di tutta la Scrittura, rivelando ogni mistero. Bakhayla Mika’el, nel Metzafe Mestire Semay we Medr, scrive riguardo la Vittoria Finale del Re dei Re: “E quando vedrà questo segno (la Croce), l’uomo con il falso nome fuggirà da loro, e su di lui si abbatterà l’ira di tutte le nazioni. E poi giungerà il Signore e il Suo Esercito, ed essi combatteranno con lui, e allontaneranno l’uomo dal falso nome dal suo regno. Ed essi annienteranno i suoi soldati e lui stesso sarà gettato nel fuoco, come dicono gli Apostoli. E dopo tutto ciò ci sarà il nuovo cielo e la nuova terra.” (Metzafe Mestire Semay we Medr) In quel giorno, la Salvezza che doveva essere compiuta dal Signore per mezzo del Suo Ministero Politico, fu realizzata e mostrata al Mondo; se infatti Egli aveva sofferto ed aveva offerto se stesso sulla Croce per compiere la Liberazione dalla schiavitù del peccato durante il Suo Ministero Sacerdotale, ora il Signore, ormai libero dalla morte, aveva guidato gli Eserciti contro il malvagio, lo aveva accusato con la Potenza della Sua Parola, ed infine aveva prevalso con Potenza Militare

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schiacciando la testa dell’anticristo, avviando la Liberazione dalla schiavitù fisica e mentale dell’Umanità. L’Etiopia fu l’unica nazione africana a non essere mai conquistata e colonizzata dall’Europa bianca ne da altra potenza straniera, fu la prima nazione aggredita dal nazi-fascismo, la Prima a sconfiggerlo. L’Etiopia fu il Principio della Liberazione Africana, ed i suoi colori nazionali furono adottati da moltissimi stati del continente, i quali, una volta spezzate le catene dell’oppressione coloniale europea, offrirono la propria bandiera come tributo alla Madre Terra ed al Suo Liberatore, Fondatore dell’Organizzazione di Unità Africana, il “Padre dell’Africa Unita”. Haile Selassie I ha spezzato ogni catena, e tramite la Sua Parola possiamo chiaramente comprendere il mistero profondo dei Due Ministeri Terreni, il Primo Sacerdotale, il secondo Regale: "La preservazione della pace e la garanzia delle libertà fondamentali e dei diritti dell'uomo richiede coraggio e vigilanza eterna; coraggio di parlare ed agire - e se necessario, soffrire e morire -per la verità e la giustizia." (QHS, The Wise Mind of Emperor Haile Selassie I, p.4) I&I comprende chiaramente come l'Agnello che accettò la sofferenza e la morte quando era necessario il Sacrificio, sia il medesimo Leone che ora parla ed agisce per la verità e la giustizia, e che Conquista e Libera, spezzando ogni catena, fisica e mentale. L’Uomo viene ora introdotto in un Nuovo Mondo, con Nuovi Cieli e Nuova Terra (Ap. 21:1) le cui Fondamenta poggiano su principi di Pace, Diritto, e Uguaglianza di tutti gli esseri umani, come appartenenti ad una Nuova Razza, libera da ogni pregiudizio e discriminazione, una Nuova Razza Universalmente Africana, ricca della pluralità di tutti i colori e di tutte le sfumature. Ciò nonostante, è bene che si comprenda come il fine ultimo del Ministero Regale del Signore non sia di per sé l’eradicazione della guerra e di ogni sopruso al livello globale, ma bensì la creazione di una coscienza collettiva fondata sul Diritto e sulla Giustizia, sulla cui base I&I ha il potere di riconoscere e di giudicare l’abuso e l’aggressione, secondo il metro di giudizio che il Re ci ha fornito, finché

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la Pace non abbia prevalso su ogni sofferenza ed il Bene trionfato su ogni male. "Noi, Noi Stessi, durante la Nostra vita, abbiamo lavorato incessantemente per la creazione delle condizioni essenzialmente prerequisite per la fondazione di una pace durevole.” (Selected Speeches of HIM, p.55) Il Signore, che è il Principe della Pace, ci ha insegnato che “In verità, non esiste alcuna buona ragione che possa legittimare la guerra”, ci basti questo per condannare ogni conflitto ed ogni risoluzione violenta ed omicida. Sappiamo tuttavia, per mezzo della Sua Parola, che la guerra non cesserà di esistere, fino a quando l’Umanità non avrà rimosso ogni traccia di discriminazione e pregiudizio dal proprio cuore e dalla propria mente, prendendo pienamente parte alla Nuova Razza, di cui Lui è il Primo. È il Signore Stesso che ci invita a prendere parte a questa Umanità Risorta, e godere della Sua Resurrezione, ergendosi da Vincitore e Campione del Diritto e della Pace sulla Tribuna dell’ONU, che in questa Era diviene “la migliore speranza, forse l’ultima, per la pacifica sopravvivenza dell’umanità” (QHS 6/4/1963), dopo essere anch’essa risorta, perfezionata dal Re dei Re, plasmata dalle ceneri della Società delle Nazioni. “Dobbiamo diventare qualcosa che non siamo mai stati e alla quale la nostra educazione, la nostra esperienza ed il nostro ambiente ci hanno mal preparato. Dobbiamo diventare più grandi di quanto siamo stati, più coraggiosi, più grandi nello spirito, e di più ampie vedute. Dobbiamo diventare membri di una nuova razza, superando l’insignificante pregiudizio, dovendo una estrema fedeltà non alle nazioni bensì agli uomini nostri simili all’interno della comunità umana.” QHS, 6/4/1963, ONU Questo è il compimento della Prima Resurrezione, che ci introduce nel Regno dei Mille Anni, durante i quali, quanti sono Risorti come

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Nuova Razza Umana, devono regnare con il Cristo Re, come scritto in Apocalisse al capitolo 20: “Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni.” (Ap 20: 4,6). Come insegna infatti l’Apostolo Paolo “poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita” (1Cor15:44,45), Cristo è il Nuovo Adamo, “Yeni Adam”, il Primo individuo di un’umanità rinnovata, la quale muore spiritualmente nel peccato e spiritualmente risorge in Lui. Il Signore Haile Selassie I rappresenta il compimento di questo mistero nella realtà della carne, nel tempo della Rivelazione, avendo introdotto I&I in un Nuovo Mondo rinnovato nel Diritto, morto nella schiavitù e nell’oppressione, risorto nella libertà e nella regalità, che Egli viene ad insegnare all’uomo, affinché questi possa entrare a far parte del Suo Regno. Come sta scritto: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Lc 17:21). In merito a ciò, la Tradizione dei Padri (p.e. Abba Ghiorghis, Metzafe Mestir) parla di una “Terza Venuta del Cristo”, che segnerà la fine del Regno Millenario, iniziato con l’Occultamento del Messia agli occhi del Mondo, dando così inizio, dopo la definitiva sconfitta delle potenze del male, alla Resurrezione dei morti per il Giudizio Universale. Come profetizzò Giacobbe, benedicendo il figlio Giuda: “Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà Colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli.” (Gn 49:10).

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E’ infatti il Signore Qedamawi Haile Selassie a rimuovere lo Scettro da Giuda, Occultando se stesso dalla vista del mondo, come anche è raccontato nei Vangeli, in riferimento alla Prima Venuta (Gv 8:59). Nel giorno in cui liberò l’Etiopia, avendo compiuto nella carne ciò che era stato mostrato ai profeti antichi, il Signore testimoniò per Sua Bocca l’adempimento della Scrittura, rievocando quanto aveva pronunciato presso il Monte degli Ulivi, quando i Suoi Discepoli lo interrogavano riguardo ai Tempi in cui sarebbe tornato nella Potenza della Regalità: “Le labbra umane non sono in grado di esprimere la riconoscenza che provo nei confronti del Dio misericordioso che mi ha dato la possibilità di essere presente tra di voi in questo giorno, riguardo al quale né gli angeli in Cielo né la creazione sulla Terra avrebbero potuto pensare o sapere.” (QHS, 5/5/1941). “Quanto poi a quel giorno e a quell'ora, nessuno li conosce, neppure gli angeli dei cieli, nemmeno il Figlio, ma solo il Padre.” (Mt 24:36). E pure disse che quello era il giorno in cui l’Etiopia aveva teso le mani ad JAH come recita il Salmo 67:32 di Davide: “Questo è il giorno in cui l'Etiopia sta tendendo le sue mani al Signore, nella gioia e nella riconoscenza, rivelando la sua felicità ai suoi figli.” (QHS, 5/5/1941) Dopo aver ordinato al Suo Popolo di non ripagare il nemico con le stesse inenarrabili atrocità delle quali questo si era macchiato, ma di trattare gli invasori come “fratelli ed amici”, mostrando loro “benevolenza e considerazione” nello Spirito di Cristo, Egli disse: “Dal momento che San Giorgio che uccise il dragone è il Santo Patrono del nostro esercito come di quello dei nostri alleati, uniamoci con loro in una eterna amicizia, in modo tale da essere capaci di fronteggiare il dragone crudele e senza Dio che si è nuovamente levato e che sta opprimendo l'umanità.” (QHS, 5/5/1941).

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Testimoniava così il compimento della Visione dell’Apostolo Giovanni, e sanciva la Liberazione Politica del Regno, avendo calpestato il drago, compiendo il Salmo 73: “Egziabher è nostro Re da prima dei secoli, Egli opera la salvezza sulla terra. Tu hai stabilito il mare nella Tua Potenza, Tu hai frantumato le teste dei mostri marini, Tu hai frantumato la testa del Lewyatan, Tu lo hai dato in pasto al popolo degli Etiopi.” Salmo 73:12,14 - (Versione Etiopica e Greca).

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Ogni gloria al Signore Qedamawi Haile Selassie, Legittimo Governatore della Terra, l’Eletto di Dio e la Luce del Mondo.

 Nicolò Patriarca, Janhoy Publishing 2016.




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