Nina e il tempo. © Copyright

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NINA E IL TEMPO



Era una fredda notte di gennaio,

la neve sarebbe arrivata da li a poco, timida ed elegante, come sempre. Se ne sentiva giĂ il profumo cristallino.

Nina era rimasta all’interno del cestino da cucito tutto il pomeriggio a pensare.


Improvvisamente un frastuono riempi tutto lo spazio e Nina scivolò dal cesto portando con sĂŠ tutti i rocchetti di filo. Brrrrr com’era freddo il pavimento!


Era stato l’orologio a pendolo lassu’... Nina ci aveva pensato tutto il giorno appena trascorso e buona parte della notte. Il suo amico Bottondoro, un rubicondo bottone in ottone, reduce di una giacca doppiopetto cucita lustri or sono dalla nonna sarta per un ammiraglio del battaglione san marco, e era il più saggio della compagnia dei bottoni. Egli le aveva parlato del tempo…e Nina voleva salire lassu’...Un vocio soffuso si dipano’ per tutta la

stanza: il Gran Consiglio di Sartoria discuteva animatamente:

“E’ pericoloso per Nina!!” diceva la regale Spilla da Balia cui facevano eco le spilline; “Potremmo sovrapporci fin lassu’” diceva il

Clan Degli Scampoli.

I Gomitoli di Lana saltavano ma il rimbalzo li faceva schizzare troppo lontano e c’era il rischio che Nina venisse lanciata dall’atra parte della casa.

Il Circolo Degli Aghi, era favorevole se non fosse stato per la minaccia della

Casata dei Fili di non entra-

re piu’ nelle loro crune, a costo di morire di

tedio. Il Club degli Uncinetti e la cooperativa dei Ferri facevano da arbitri dell’animata discussione Nina era rimasta cosi’, col musetto all’insu’ per tutto il tempo finche’...


Henry e Miller, i canarini della nonna sarta, non cinguettarono sbadigliando timidamente:...“potremmo frusciare le ali… si produrrebbe vento sufficiente a sollevarla… ...ma bada, piccola Nina, appena sei sulla pendola prendi coraggio e saltaaa!”

“Ooooooooooooooh!!! Che bellezza…ma ma il coraggio è sveglio?”

“Nina Nina” esclamò la Macchina per il Cucito bicentenaria “il coraggio si è svegliato con te, non occorre che tu lo veda, è lassù che t’aspetta” “Sono pronta, amici miei” esclamò Nina; così Henry e Miller iniziarono a muovere le ali ancora spettinate e Nina, davanti alle espressioni sbigottite degli astanti cominciò a sollevarsi. Il suo cuoricino di pezza non trovava pace e gli amici laggiù rimpicciolivano man mano che la pendola s’ingrandiva. Eccola sotto di lei e tutti “salta Nina, coraggio salta ora......oraaaaaaaaaaaa!!!!!!!



N i n la tempo

i coebbe e il non h c tarare spet erific a v d i a . d lì saltò e osse f i o h i cc ragg gli o use i h c la,

prì a a l il endo e p t n a e L tilm Nina genrtello e ò. po vi entr

“Bu

ong ior , ti s no “Bu t a vo a ong spet iorn pen t and o so a sign o”. lei d ora a pi P e ndo ù di la, un g i o rno sorr iden do l cett “Mia a pe e ch cara ndo e l ” so a si m rego “ved spir uovo larm i ò q u n e e o s n t te ca e la edu e po cata nrezz i an men cora and te e o og sto e an n è il i c n ora? ume tem ...ec ro po; co, que Nina

so del no qui tem c po”a . hiederle e proc e l’ed le codere ducato else .”


re agli menta m a r A endolo quel p è tio? e in ord icchet altri l’ nti il t e s , e im otto d poco s

i esacth t u n e i ci m a tutti i d o d Fra orderà arane u q l a r ti ricle 3:30 e tle 4:00...dlla si sono che sono ida “…ma quasi nquuando , tim rse di tadue E Nina . . h si, fo . a … o tto … io n t chet rubine l ic t a d il matti o o d n tan e Hen e cado rispet o anch line ch m io muove c it r c o i il g o po ndo, le perdon cip ma in qua e loro un cip h c n n o a c l tic isco o olte e al tic il pulv ma a v d n n o o c p ro lte ris n Mille rillare ry a vo arlo b ioca co f g r e e p a c no si stan olleva toffe s s sole”. le e ch ce del alla lu


Il p

ndolo su onò le 3 Nina vieb .3 r ò tutta e 0see va quel attravers ‘NNNNNnnn ntipicino. “Q ale il sottil nnnnnn’ issimo c uando la menda n nonna sa oron va a te r ta p re mpo e para u “

Ooooh m ppure fin n dolce i stai dic isce e le o rame ore pass n d o , signora “Non esa ano e si Pendola, ttamente fa sera”. . Il temp che il te quando le mpo ser o serve a si deve fa v d organiz e a nulla re entro u ?”. zare, a p Nina per n periodo ianificare plessa s d e fi più azion nito di ore tropicciò i, , giorni, m mi che gli occhie esi e a volt se ti fer tti ed es e anni”. massi, tu c la m ò: “ma no arriv tto andre allora vu erebbe p bbe com oi dirur semp unque?, re “Già”, rip la prima che dop o l’inver rese la p vera e d endola “ opo la n contare g otte il g i minuti iorno?” li anni, i mesi, i g iorni, le o re, impegni, ai fatti. , agli

è esseri uunmvalore aggiun to che gl ani dann i o a i L’univers ricordi o, va anche senza ilNina, tempo”.




“…E cos’è l’ universo? ”, chiese Nina trepidamente. “ Ah Nina … questa è un’altra storia. Te la racconto la prossima volta che voli quassù. E’ arrivato il momento che tu vada”. Nina si arrampicò sui numeri aiutata dalle lancette e salì sul tetto della pendola dopo averla salutata solleticandole il quadrante con i piedini. Si sporse e tremolò…allora si guardò intorno alla ricerca di quel tal coraggio che, chissà, forse dormiva. Henry e Miller le cinguettarono di buttarsi perché sotto,

aghi, ferri ed uncinetti nel frattempo si erano organizzati con i fili di cotone e lana in una rete pronta ad abbracciarla.


è il “Ma…dovo’raggio?, Signor C ndere senza E Nina

sso sce come po correre a uno può lui?, qualc ora Mac”. La Sign ? o rl a li g sve icentenail Cucito b china per il corage:” Nina, ria le diss re ed è lle tue fib gio è lì, ne omana questa d la risposta llora ndere?”. A da: vuoi sce e b l redendo un Nina, pren dir si, spiro, nel

si butando tò e plancome leggera ma, si una piusu queladagiò rbida rete la mo e cotone. Era cini di lana e i botton

line ndola del a. Le spil etto la pe d e s s ve quasi l’alb a un cosa ere e con le chiesero per riflett te più piccoli n ta is n credo sia a prese u realtà non in , tempo. Nin te e p a hs ripose:” Be ini per non sospiro ris a agli uom rv e s o in g imma di mele…”. così utile, re la torta ia c ru b i d schiare


Ormai il giorno era alle porte. “Tutti nel cesto !”, ordinò con dolcezza la regale Spilla da balia, “...è arrivato il tempo del sonno”.


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