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POSTE ITALIANE SPA - TARIFFA R.O.C. - ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB MILANO - IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI ROSERIO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE
Diventa protagonista nel mondo Linux
Linux
IA M CE DE DI CA CO AC EL D
∆ NOSQL, il database non relazionale ∆ Programmare Android
PRO
2013
SCOPRI ORA le tecnologie che rivoluzioneranno il PC
MONTAGGIO VIDEO
Padroneggia OpenShot come solo i professionisti sanno fare
WRITER VS WORD
I migliori trucchi per risolvere i problemi di compatibilità
SOLUZIONI CLOUD
Come funziona la cloud di tipo SaaS: il miglior modo per ridurre i costi di manutenzione del software
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NON BUTTARLI VIA
Riporta a nuova vita i PC abbandonati in soffitta
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Distributore: Press-Di, Segrate (MI)
28/12/11 16.00
Sommario 06 Newsdesk
Attenzione! Tutorial
Le novità del mondo Open Source
08 FAQ: Bitcoin Una moneta virtuale per Internet
Approfondimenti 10 Linux 2013 Come sarà il Pinguino l’anno prossimo?
50 Primi passi Un buon firewall software può mettere al sicuro il vostro computer
LATO A Δ DISTRIBUZIONI Δ Linux Mint 12 Δ Vector Linux 7.0 Δ ESSENZIALI Δ Burncdcc Δ CheckInstall 1.6.2 Δ Coreutils 8.9 Δ Driver ATI 11-11 Δ Driver nVidia 64-290.10 Δ HardInfo 0.5.1 Δ Kernel Linux 3.1.4 Δ RaWrite Δ SmartBootManager 3.7.1Δ WvDial 1.61 Δ RIVISTA Δ Ampache 3.5.4 Δ Anjuta 3.2.2 Δ Code::Blocks 10.05 Δ Eclipse 3.7.1 Δ FreeNAS 8.0.2 Δ Google Go Δ KDevelop 4.2.3 Δ Lubuntu 11.10 Δ MPD 0.16.6 Δ PiTiVi 0.15.0 Δ Potrace 1.10 Δ pstoedit 3.60 Δ Pyppy Linux Δ Slacko 5.3 Δ Skrooge 1.1.1 Δ SlowmoVideo 0.2.4 Δ TripleA 1.3.2.2
Vi spieghiamo come minimizzare i problemi di compatibilità tra la suite libera per l’ufficio e quella di Microsoft
56 Editing video
Come ridare vita ai vecchi PC
Create video da premio Oscar con OpenShot e PiTiVi
Chase Douglas di Canonical
IL DVD IN BREVE
52 LibreOffice
18 Trashware 22 Intervista
Linux Pro è disponibile in edizione cartacea con DVD doppia faccia da 8 GB e in versione digitale su iPad
60 Arduino Costruire un misuratore laser di velocità
24 Sicurezza dei dati Mettere al sicuro i file in 18 mosse
26 Trucchi per sysadmin
64 BackTrack Gli strumenti per andare a caccia di vulnerabilità nelle Web App
Il software come servizio cloud
68 NoSQL
Android 30 News Android
L’alternativa ai database relazionali
Tutte le novità sul sistema di Google
72 Google Go
31 Galaxy Note
La programmazione concorrente secondo Google
Lo smartphone più grande del reame
34 Programmazione La musica vi segue!
Recensioni 39 I test del mese Le recensioni di questo mese: Δ Buffalo CloudStation Pro Duo Δ Blender 2.6 Δ OpenPandora Δ In libreria
46 Da non perdere
Cinque applicazioni libere da provare!
Accademia
76 PHP
LATO B Δ DISTRIBUZIONI Δ Clonezilla 1.2.11-23 Δ Sabayon 7 Δ SystemRescueCD 2.4.0 Δ XBMC Live 10.1
Usare PHP nella shell
80 Python Un po’ di matematica e di grafica
84 OpenCV I primi algoritmi di image processing
90 LinuxDay 2011 La seconda parte del reportage
96 Guida software Guida al software presente nel DVD
Quando trovi questo bollo negli articoli, cerca il software nel DVD
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46 Da non perdere
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Linux 2013
Linux
2013
Il 2011 è stato un grande anno per GNU/Linux, con il kernel che ha raggiunto il suo ventesimo compleanno. Ma come apparirà il Pinguino tra un anno? Linux Pro getta lo sguardo nel futuro
er l’intero ecosistema Linux in generale, e per il desktop in particolare, l’anno passato è uno di quelli da ricordare. Abbiamo visto diverse novità degne di nota. In GNOME 3 e nello Unity di Ubuntu abbiamo visto due importanti tentativi di ridefi nire l’usabilità del desktop Linux. Con la prima release di Mageia e LibreOffi ce abbiamo avuto una testimonianza del trionfo della meritocrazia e dell’Open Governance che sono così care al movimento Open Source, che sta ancora cercando un vero sistema operativo Open per i dispositivi
P
mobile vista la transizione da Meego a Tizen portata avanti da Intel e dalla Linux Foundation. Nel 2011 il kernel Linux ha celebrato il suo ventesimo anniversario con il rilascio della release 3.0. Questa è stata la prima major release in due decadi a non vedere importanti cambiamenti al codice. Ma il kernel Linux non è l’unico progetto che ha cambiato il suo schema di rilascio. Mozilla ha fatto un passo in avanti adottando una politica
di rilasci molto rapidi per le future versioni, promettendo di fornire qualcosa di nuovo ogni sei settimane. Il 2011 è stato anche l’anno in cui tutti i venditori Linux hanno iniziato a focalizzarsi su piattaforme alternative, su dispositivi multipli, e hanno iniziato a integrare servizi cloud nei loro prodotti. Sono nate tantissime applicazioni cross-platform che potete avviare sia sul desktop sia sullo smartphone, e servizi cloud che ci consentono di tenere sincronizzati svariati dati tra tutti i nostri dispositivi. Tutti questi sviluppi sono un ottimo punto di partenza per uno splendido 2012!
“Il kernel Linux non è l’unico progetto che è passato a dei rilasci ben scadenzati”
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Trashware
LO ZEN DEL RIUSO Ecco alcune dritte per rispolverare i cimeli che avete accatastato in garage cosĂŹ da ridargli nuovamente una vita dignitosa
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Trashware
gni volta che si acquista un nuovo computer sorge il dubbio amletico di come dismettere nella maniera più efficace il “vecchio macinino”. Voi quale strada prendete solitamente? Donate tutto a una buona causa? Abbandonate ogni speranza perché ormai può essere utile solo come pesante fermacarte? Oppure mettete tutto in soffitta (o in garage) in attesa di capire
O
come utilizzarlo al meglio? Nonostante si possa cercare di far risorgere in tutta la propria gloria i vecchi C64 o gli Spectrum impolverati, troverete sicuramente più usi nel mettere mano ai vecchi computer cosiddetti x86, preferibilmente a partire dai Pentium III in su. Finché l’hardware funziona a dovere non ci saranno problemi di sorta a riaccendere anche pezzi di antiquariato più estremi, semplicemente
il grado di difficoltà si alza e le possibilità offerte diminuiscono proporzionalmente. Detto questo, va sottolineato come ci sia una distribuzione Linux per ogni uso e non solo per i vecchi computer dismessi ma anche per tutti quei sistemi a bassissimo consumo che stanno uscendo negli ultimi tempi basati su Atom e simili architetture che economizzano in quanto a potenza di calcolo.
ALLEGGERIRE IL CARICO Un computer di sette/otto anni fa tipicamente veniva offerto con Windows XP, dotato di circa 512 MB di DDR (256 MB in caso di un portatile) e con una CPU relativamente lenta che si aggirava intorno a 1 GHz con un set ristretto di istruzioni matematiche. Quella che oggi sembra una dotazione hardware decisamente insufficiente in realtà al tempo in cui è stata prodotta ha offerto un ottimo servizio al proprietario. Per essere precisi, in effetti, il fulcro del problema sta quasi tutto nell’interfaccia grafica usata, i maggiori colpevoli possono essere identificati proprio in GNOME e KDE. Fortunatamente esistono moltissimi utenti che hanno pietà della preziosissima RAM in proprio possesso e usano interfacce alternative, più leggere e comunque intuitive come ad esempio LXDE. Questa GUI è disponibile per la maggior parte delle distribuzioni ma raramente viene offerta come scelta primaria, obbligando di fatto l’utente a usare la GUI di default per poi installare LXDE. Senza dubbio questa operazione consuma tempo e spazio disco preziosi, quindi qualcuno ha pensato di creare un’alternativa. Lubuntu è una versione non ufficiale di Ubuntu che offre direttamente LXDE come interfaccia primaria. Al momento ne esistono due versioni, una standard a 32 bit e una denominata Minimal Disk Space. Il risultato finale è identico ma la versione Standard usa molto più spazio durante l’installazione. Nonostante questo spazio venga liberato alla fine dell’intero processo, il problema potrebbe continuare a sussistere se lo spazio disponibile è poco già in partenza. Se questo è il vostro caso usate la ISO min-disk-space e tutto filerà liscio. LXDE è molto più veloce di GNOME o KDE e, aspetto fondamentale per i computer più datati, usa molta meno memoria. Nonostante la flessibilità sia pari a quella di altre GUI più blasonate, la fasi di configurazione di LXDE potrebbe risultare più onerosa.
Ad esempio, non ci sono editor per le scorciatoie da tastiera, invece si dovrà ricorrere alla modifica manuale attraverso il file ~/.config/ openbox/lxde-rc.xml per adattare tale aspetto alle proprie esigenze. Fortunatamente il file esemplificativo mostra chiaramente come usare le opzioni disponibili. Se ciò non bastasse ci sono montagne di esempi disponibili sul wiki all’indirizzo http://wiki.lxde.org. Nel wiki viene anche spiegato come LXDE usi Openbox nel ruolo di Window Manager, quindi eventualmente potrete trovare un ottimo tema da usare per personalizzarne l’aspetto.
Suggerimenti Esistono molteplici soluzioni altrettanto valide ed efficienti a livello prestazionale, le più note e disponibili nei vari gestori dei pacchetti sono sicuramente: Xfce, IceWM, fvwm2, e17 (ovvero Enlightenment versione 17).
Fai-da-te Fortunatamente non c’è bisogno di usare Lubuntu per poter usufruire di LXDE e avere così un ambiente più leggero. Se avete già un sistema pronto all’uso basterà installare LXDE, uscire all’interfaccia grafica ed eseguire nuovamente il login scegliendo LXDE come Window Manager (o sessione). A questo punto siete pronti a disinstallare il vecchio ambiente lento e pesante che avete usato fino a poco tempo prima. Certo, questo passo non è un passaggio obbligatorio ma lasciare programmi inutilizzati installati, soprattutto quelli molto corposi come KDE e GNOME, può rubarvi moltissimo spazio disco. In effetti se non avete paura di sporcarvi le mani e avete un po’ di tempo da investire, potreste anche decidere di creare e personalizzare il vostro sistema da zero (o quasi). Strumenti come la versione di Debian per installazione via rete contengono solamente il minimo indispensabile, consentendo così
LXDE è leggero e performante anche sui computer più vecchi… una ventata di freschezza per il silicio stantio!
di personalizzare quello che si vuole scaricare e quindi portare sul sistema finito. Proprio questa parte di scelta è fondamentale dato che “il minimo indispensabile” si limita a un’installazione unicamente testuale, il resto è opzionale. Selezionate un’interfaccia molto leggera e i programmi che sicuramente userete: le dipendenze relative verranno scelte automaticamente. In questo modo vi ritroverete con una distribuzione molto leggera e snella, adatta anche ai computer più datati. Questo procedimento non si limita a Debian, ma può essere replicato con Slackware, Arch o anche con Gentoo per arrivare allo stesso risultato. Una delle limitazioni maggiori dei computer di qualche anno fa era lo spazio disco. Infatti i dischi erano poco capienti, lenti e costosi. Al giorno d’oggi questo non è più un problema dato che esiste una pletora di servizi di storage online (basati su cloud e non) che vi consentono di archiviare i vostri dati in sicurezza su sistemi affidabili e sempre reperibili. Essendo il disco, soprattutto quando attempato, una di quelle parti dei computer che muore senza dare troppe avvisaglie, è vivamente consigliato attrezzarsi per salvare i propri dati online. LINUX PRO 113 19
Multimedia Guida passo passo alla produzione di film personali
L’editing video diventa semplice
INTERMEDIO
Con i due programmi Open Source OpenShot o PiTiVi sarà sufficiente un minimo di capacità e di creatività per realizzare filmati stupefacenti di livello semiprofessionale Linux, si sa, è un sistema operativo meraviglioso, in grado di assolvere molteplici compiti e funzioni, ma per lungo tempo l’editing video non è stato tra questi. La buona nuova è che oggi le cose sono molto cambiate. Per l’editing video, gli utenti di Linux hanno ora a loro disposizione due applicativi molto completi: OpenShot e PiTiVi. Entrambi possono svolgere la maggioranza delle operazioni normalmente necessarie per trasformare del semplice girato, della musica e delle singole immagini nel video accattivante che avete sempre sognato. In questo articolo si illustrerà principalmente come utilizzare OpenShot. Al momento, questo programma offre più funzioni rispetto a PiTiVi, rimanendo quest’ultimo comunque un’ottima alternativa da tenere presente. Nelle prossime pagine troverete anche diversi box che descrivono
le operazioni da compiere con PiTiVi affinché possiate ottenere risultati analoghi a quelli ottenuti tramite OpenShot. Prima di cominciare, però, è necessario sottolineare un punto importante: di seguito troverete le istruzioni per poter utilizzare gli strumenti software, ma non si parlerà più di tanto dell’approccio artistico nel loro uso. Un buon produttore di video deve sapere in che modo funzionano gli strumenti che utilizza, ma la vera magia sta nell’adoperarli per far sì che le sue idee prendano vita. Il trucco per produrre buoni video sta nello sperimentare, nel porre attenzione al montaggio di film e spettacoli televisivi per poi provare a fare lo stesso nei video personali: la pratica rende perfetti. Anche pubblicare i video online incoraggiando commenti e feedback è un modo eccezionale per imparare a fare sempre meglio.
Per cominciare Per la realizzazione dei vostri video, OpenShot vi mette a disposizione un’interfaccia utente semplice e intuitiva, così come mostrato nella Fig.1. L’interfaccia è formata da tre aree principali: alla sinistra dello schermo si trova una zona, identificata dalla linguetta File di Progetto, dove potete raccogliere i diversi elementi che andranno a formare il vostro video: spezzoni di filmati, musica, immagini, titoli, effetti speciali e transizioni; alla destra dello schermo si trova la sezione di Anteprima Video dove potrete controllare in tempo reale l’aspetto del vostro video. La timeline si trova, invece,
1 È facile orientarsi nell’interfaccia utente di OpenShot
sulla parte inferiore dello schermo ed è qui che aggiungerete, sistemerete e taglierete i vostri filmati. Sopra alla timeline, potrete trovare una barra contenente tutti gli strumenti che occorrono per produrre video dall’aspetto professionale. Per realizzare un video, è necessario disporre di una certa quantità di materiale “grezzo”. Infatti, la grande maggioranza dei video che si possono trovare online o vedere in TV è costituita da un certo numero di filmati singoli e pezzi musicali che vengono poi montati assieme. Prima di tutto, quindi, bisogna importare questi spezzoni di filmato in OpenShot. Se non avete ancora del girato pronto sul vostro PC, in fondo a questo articolo, nel box Riprendere e Codificare troverete maggiori dettagli su come acquisire i filmati sul vostro computer. Importare in OpenShot degli elementi multimediali è facile, basta cliccare con il pulsante destro del mouse nell’area File di progetto e poi premere Importa File. Selezionate ora i file che desiderate inserire nel vostro video (o delle immagini, come ad esempio le vostre foto, o ancora l’audio da usare come colonna sonora), cliccate su Aggiungi e questi appariranno nell’area File di progetto. Man mano che aggiungerete contenuti e l’elenco diventerà più lungo, potrete facilmente navigare tra un tipo e l’altro di file premendo i pulsanti Video, Audio e Immagine. In questo modo filtrerete i file in elenco a seconda del loro genere.
Usare la timeline Per iniziare con la fase di editing, cliccate su uno dei file video e trascinatelo sulla timeline situata nella parte inferiore dello schermo, posizionandolo sulla traccia inferiore,
56 LINUX PRO 113
la Traccia 1. Una volta inserito nella timeline, il file sarà raffigurato come un’area di colore giallo. Questa rappresenta la timeline del vostro video una volta finito.
PHP
Costruire un segreto Perché estrarre nomi da un cappello quando uno script può farlo al posto vostro? Linux Pro vi mostrerà come produrre questo script in PHP CLI Con le feste appena passate, appesantiti da panettone, torrone e cenoni, perché non rimettersi in forma programmando? Un ottimo spunto per uno script utile può venire dal Natale appena passato. Chi non ha mai partecipato a un “Babbo Natale segreto”? Questa usanza è diffusa in tutto il mondo con diversi nomi, tra i quali, Pollyanna, Kris Kringle o appunto Secret Santa; per chi non la conoscesse consiste nello scrivere i nomi di ogni partecipante su di un pezzo di carta, inserirli tutti in un cappello e poi ognuno estrae un nome dal cappello. Il nome della persona estratta sarà la persona a cui si dovrà fare un regalo. Spesso per rendere le cose più eccitanti il nome rimane segreto (ecco perché “Secret”) fino al momento dello scambio dei regali. A volte il gruppo opta per complicare un po’ le cose aggiungendo altre regole. Ad esempio, in un gruppo di parenti si può vietare di fare regali a persone del proprio nucleo familiare stretto. Un’altra regola spesso utilizzata è che non si può pescare la stessa persona pescata l’anno precedente. Ad esempio, quando il cappello viene passato a Massimiliano, lui pesca il nome della fidanzata o della persona a cui ha fatto il regalo l’anno prima, lo rimette nel cappello e ne pesca un altro. Se il giro finisce in stallo, cioè quando l’ultima persona che deve pescare può pescare soltanto una persona “non valida”, si può modificare il risultato manualmente oppure rimettere tutti i nomi nel cappello e ricominciare con l’estrazione.
A questo punto aprite il file ciao.php con il vostro editor di testo preferito e inserite quanto segue: #!/usr/bin/php -q <?php echo “Ciao Mondo!” ?> Per testare lo script è sufficiente digitare ./ciao.php dal prompt della riga di comando, e dovrebbe apparire il messaggio Ciao Mondo! nel vostro terminale.
Costruire un cappello virtuale Esattamente come fatto per lo script di prova, iniziate creando un file che andrà a contenere il codice PHP e rendete il file eseguibile: cd ˜ touch natale.php chmod +x natale.php Ora aprite natale.php con un editor e inserite il codice seguente (la numerazione a inizio riga non è da digitare, è stata inserita solo a scopo esemplificativo): 01 #!/usr/bin/php -q 02 <?php 03 passthru(‘clear’); 04 $persone = array(‘Persona 01’, 05 ‘Persona 02’, 06 ‘Persona 03’, 07 ‘Persona 04’, 08 ‘Persona 05’, 09 ‘Persona 06’, 10 ‘Persona 07’, 11 ‘Persona 08’, 12 ‘Persona 09’, 13 ‘Persona 10’, 14 ‘Persona 11’, 15 ‘Persona 12’, 16 ‘Persona 13’, 17 ‘Persona 14’, 18 ‘Persona 15’); La prima riga di questo codice gli permette di essere eseguito da riga di comando. Quando la nostra shell vede questa dicitura, sa che deve utilizzare PHP CLI come interprete. La seconda riga è il tag di apertura del PHP e la terza riga dice alla shell di pulire la finestra del terminale. Le righe dalla 4 alla 18 definiscono un array che contiene i nomi di tutti i partecipanti al Babbo Natale segreto. I nomi scritti in ogni elemento dell’array rappresentano i bigliettini su cui si scrivevano i nomi da mettere nel cappello. Ora dovete creare un cappello virtuale, per contenere i foglietti con i nomi dei partecipanti. Fatelo creando una copia del vostro array Persone.
“Scriverete uno script che automatizza il processo di estrazione dei nomi”
Scriptare con PHP CLI Piuttosto di utilizzare l’obsoleto, seppur affascinante, metodo del cappello, vi mostreremo come scrivere uno script che si occupi di automatizzare l’intero processo, assicurando correttezza nelle estrazioni e permettendovi di gestire con maggior semplicità il problema dello stallo. Per semplicità, vi faremo scrivere questo script in PHP CLI, una versione da riga di comando del famosissimo linguaggio di scripting Web PHP di cui avete appreso le basi il mese scorso. Per installare PHP CLI in Ubuntu, dovete eseguire il seguente comando: sudo apt-get install php5-cli Ora provate a scrivere un semplice script per verificare che tutto sia andato a buon fine. Per partire, create un file di test per contenere il vostro codice e rendetelo eseguibile: cd ˜ touch ciao.php chmod +x ciao.php
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LinuxDay 2011 L’autore Claudio Romeo Tiene corsi sull’uso del software, soprattutto di quello libero. Ha scritto più di trenta libri di argomento informatico. Il suo sito personale è all’URL www. claudioromeo.it.
REPORTAGE LD2011 Dopo l’articolo del mese scorso, in cui sono stati riportati i lavori di alcuni LUG dell’Italia del nord, ci occupiamo ora dei LUG del centrosud e delle isole Benvenuti nella seconda parte di questo lungo reportage su quanto accaduto nel LinuxDay 2011. Prima di iniziare a parlare dei LUG del centrosud, però, facciamo una nota di carattere generale: dopo aver esplorato i siti dei LUG e aver raccolto il materiale che ci hanno inviato, ci è parso che la situazione sia caratterizzata da una sensibile differenza di impegno, di mezzi, di potenzialità e di costanza. Ci è infatti capitato di imbatterci in siti di LUG non aggiornati da anni, in LUG che hanno dichiarato apertamente di non avere i mezzi per organizzare il LinuxDay 2011. Per esempio, ci è dispiaciuto molto constatare che i LUG di Roma brillano per la loro assenza,
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almeno sul Web. Oltre a queste difficoltà ci siamo però imbattuti anche in casi di assoluta eccellenza, con LUG che non solo hanno offerto eventi di stile tradizionale ma che hanno fatto vera innovazione, innestando fattivamente il Software Libero nel tessuto urbano e sociale quotidiano. Parlando in generale, possiamo notare che alcuni temi sono stati davvero ricorrenti: la WiiLD e il trashware, per esempio, sono stati argomenti che, sia pure a macchia di leopardo, sono stati trattati in tutt’Italia. È il caso di ricordare che dal sito dell’Italian Linux Society (http://lugmap. linux.it/) è possibile avere l’elenco di tutti i LUG e di verificare perciò i resoconti dei LinuxDay che non abbiamo riportato qui.