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VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA

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Milano – 29 Gennaio 2014 – Nuovo Allestimento


Newsletter della Veneranda Biblioteca Ambrosiana Direttore responsabile Franco Buzzi, Prefetto Curatore Fabio Trazza, Giornalista Con la collaborazione del Collegio dei Dottori newsletter@ambrosiana.it

In copertina: l’ingresso al Foro Romano (foto S&B) Le immagini presenti in questa pubblicazione sono state liberalmente concesse in esclusiva da S&B studiofotobruno alla Newsletter della Veneranda Biblioteca Ambrosiana


Modalità e contenuti per l’accesso ai resti del Foro Romano di Milano sito alle fondamenta della Veneranda Biblioteca Ambrosiana nel corso del 2014

Testi dalla Conferenza Stampa in Ambrosiana

(29 Gennaio 2014)

Contributo storico-scientifico di Anna Ceresa Mori

(da Storia dell’Ambrosiana, IntesaBci, Milano 2002, pp. 269-289

Apparato fotografico (immagini esclusive S&B)


Tempi ed orari d’ apertura del Foro Romano di Milano Veneranda Biblioteca Ambrosiana piazza Pio XI, 2 Da giovedì 30 gennaio 2014 a domenica 2 febbraio 2014 dalle 10.30 alle 15.00 Ingresso gratuito Poi il Foro sarà visitabile ogni primo sabato del mese dalle ore 10.30 alle ore 16.30 a gruppi (max 15 persone) e solo su prenotazione: 02.806921 fororomano@ambrosiana.it Dal 1° marzo per l’ingresso al Foro 3 euro Per informazioni: tel. +39.02.806921 info@ambrosiana.it fororomano@ambrosiana.it www.ambrosiana.eu


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Mons. Luca Bressan Vicario dell’Arcidiocesi di Milano per la Cultura

a cultura al centro. Un motto usato qualche tempo or sono in altri contesti ma che ben si può reimpiegare oggi per questo articolato luogo che è l’Ambrosiana. Siamo al centro, o meglio nel centro, di quella che era la Milano del Vescovo Ambrogio, siamo nella più antica Biblioteca pubblica e nella Pinacoteca voluta dal Cardinale Federico Borromeo quale raccolta di esempi per la Scuola degli Artisti. Il fondatore volle dedicare questo articolato luogo al grande vescovo del IV secolo. Ma già il suo cugino san Carlo riconosceva la centralità di questo sito quando si ritirava in preghiera silenziosa, solitaria e notturna nella chiesa che si affaccia all’altro lato di questo edificio. Centralità, per Carlo Borromeo, nell’essere vicino alla radice del cristianesimo in una ricostruzione ideale dei fatti e dei luoghi che Gesù visse. La Cena con gli Apostoli, la condanna e la flagellazione, la sepoltura e la gloria misteriosa del Sepolcro vuoto presidiato solo dagli Angeli. Scene tutte ancora oggi visibili proprio nella chiesa annessa a questo luogo di cultura. Oggi l’inaugurazione solenne di un tratto, piccolo se volete, ma non per questo minore, della Milano romana, quella città frequentata da Costantino, da Ambrogio, da Agostino - uomo la cui inquietudine si placò solo nell’ascolto della Parola di Dio, così come gli fu mediata dal vescovo Ambrogio -, si pone come un altro tassello di quelle offerte culturali che la Chiesa di Milano, tramite le proprie gloriose Istituzioni si prepara ad offrire al mondo nell’imminente scadenza dell’Expo. Il nostro Cardinale Arcivescovo, nel suo discorso alla Città dello scorso 6 dicembre, esordiva con la domanda “Cosa nutre la vita?” Il tema dell’equilibrio della vita dei monasteri, filo di lettura nel discorso e proposta per il Padiglione della Santa Sede, che, soli, lungo i secoli dalla caduta dell’Impero dei Cesari hanno portato l’Europa allo sviluppo dell’Umanesimo, qui si ripropone nella concretezza del quotidiano. Qui, appoggiando fisicamente i piedi sul suolo percorso dall’estensore delle note biografiche delle “Confessioni”, potendo leggere testi salvati dalla distruzione che la grettezza del cuore fomenta ancora oggi, aprendo gli occhi allo svelamento del bello di cui le opere d’arte sono anticipazione,


possiamo offrire una via di riscatto alla qualità della vita che le difficoltà economiche hanno reso sempre più sensibili. Qui, dove l’incrocio ideale che l’area espositiva di Expo proporrà, si può tangibilmente vedere nella sua realtà storica originaria, può nascere anche un rinnovato cammino di fede, come l’Arcivescovo sottolinea nel proprio discorso del 6 dicembre: “La fede consiste nell’accogliere e nello stare in rapporto con Dio che si manifesta nel modo più umano possibile, quello di un incontro che diventa benefica relazione personale e comunitaria”. In fondo ancora oggi la piazza è il luogo delle relazioni delle nuove genti che si affacciano alla Città, basta andare nei giorni di festa o nel finire delle giornate, in piazza Duomo. Relazioni fatte su di un riconoscimento culturale che però, spesso ancora purtroppo, può portare a chiudere il clan e alla difesa di una identità che fuori dalle relazioni è portata ad insterilirsi nel tempo. Se un antico testo dei primi secoli chiedeva ai cristiani di cercare il volto dei fratelli e di trarre conforto dai loro discorsi, qui, invece, proprio sulla piazza in cui Ambrogio incontrava i suoi contemporanei, oggi ognuno di noi può personalmente “trarre conforto” da questo luogo di cultura che non termina mai di svelare nuove gemme dal proprio immenso tesoro. E dalle tante facce di queste pietre preziose solo potremo ritrovare la radice dell’essere, nell’uscire da se stessi per entrare in campo aperto”.


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Cristina Cappellini Assessore alle Culture Regione Lombardia

inaugurazione di oggi rappresenta un momento di notevole importanza e per questo sono molto felice di essere qui: è importante perché racchiude il senso più alto del mio ruolo di Assessore con delega alle culture e, insieme, anche il ruolo di Regione Lombardia come istituzione che governa e promuove politiche che migliorano la qualità di vita degli uomini e delle donne che vivono e lavorano in questi territori. Oggi restituiamo alla cittadinanza un bene comune di grandissimo valore storico e artistico. Il foro romano era la sede dei principali edifici pubblici, il cuore, dunque, della vita politica, economica e religiosa della Milano Romana. L’alto significato simbolico di questo luogo rende ancora più importante che i cittadini possano accedervi e fruirne e questo intervento di allestimento, realizzato con il contributo di Regione Lombardia, rende finalmente accessibile quest’area ai visitatori. Da anni Regione Lombardia investe nella valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale del territorio. In particolare, stiamo lavorando da tempo sulla Milano Romana, che — grazie al progetto Milano Archeologia, insieme con la Parrocchia di Sant’Eustorgio, l’Arcidiocesi di Milano, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e il Comune di Milano — stiamo riportando alla luce, conservandola e, soprattutto, facendola scoprire e conoscere a un numero sempre più ampio di persone. Promuovere la massima visibilità del patrimonio archeologico e storico, compatibilmente con la delicatezza dei luoghi, è per Regione Lombardia la principale priorità. Milano Archeologia rappresenta un primo passo verso un percorso che restituirà alla comunità cittadina e lombarda la fruizione del sorprendente patrimonio archeologico di Milano la cui presenza e centralità nella storia milanese e nazionale risulta essere, da parte del grande pubblico, per lo più sconosciuta o sottostimata. Proprio in questa ottica, consapevoli che non è sufficiente realizzare le opere strutturali ma bisogna anche farle conoscere, in accordo


con il Ministero per i Beni, le Attività Culturali ed il Turismo, Regione Lombardia si sta impegnando per promuovere la sottoscrizione di accordi per la valorizzazione e la fruizione dei beni archeologici restaurati. Il primo di questi accordi sarà proprio quello che verrà sottoscritto con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana per la valorizzazione del Foro. Per questo è stato condiviso un calendario di aperture al pubblico che non si esauriranno con queste prime giornate inaugurali: nel 2014 il Foro sarà infatti visitabile ogni primo sabato del mese dalle ore 10.30 alle ore 16.30, garantendo inoltre la possibilità di visite in altre date su prenotazione, sia per le scuole sia per i cittadini. Come Regione svilupperemo poi un’apposita sezione del nostro sito web per far conoscere meglio il Foro e le altre ricchezze della Milano Romana. Attraverso la promozione della conoscenza, assieme ai restauri, anch’essi fondamentali, possiamo infatti dare nuova linfa vitale alle bellezze del passato e farle divenire parte della vita quotidiana, e moderna, di ciascuno.


Mons. Franco Buzzi Prefetto dell’Ambrosiana

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lle fondamenta dell’Ambrosiana erano collocate la platea forensis, la curia, la basilica, il Capitolium e le tabemae. Qui si svolgeva la vita degli antichi romani tra riunioni, negozi e anche liti, per questo c’era anche il palazzo della giustizia. L’intera area comprendeva l’attuale zona tra Piazza Pio XI, Piazza San Sepolcro e via della Zecca. Il vissuto cittadino milanese nel corso dei secoli ha stratificato la propria antichità. Solo in occasione d’interventi necessari sia per restauro sia per manutenzione si arriva alla scoperta di antichi resti. Avviene così per l’Ambrosiana, per il Foro Romano e per le zone limitrofe, a cavallo tra XIX e XX secolo. I lastroni di pregevole estrazione (pietra di Verona) riportati alla luce costituivano la pavimentazione del Foro Romano. Mille anni dopo il I sec. d. C. il Foro Romano aveva ovviamente perduto qualsiasi importanza civile, economica, urbanistica. L’asse dei rapporti si era spostato sul Medio Oriente con tutti i conflitti conseguenti. Di ritorno da una spedizione crociata si volle dare, nell’antico centro di Milano, la prova del fondamento cristiano della città e si eresse la Chiesa di San Sepolcro a immagine dell’omonima chiesa di Gerusalemme. In questa circostanza furono asportate dal Foro Romano e riutilizzate molte lastre necessarie alla pavimentazione della chiesa inferiore di San Sepolcro. Si esibiva così la prova della nobiltà di fattura del Foro Romano e, indirettamente, se ne presentavano i resti. Oggi, dopo gli anni ‘90, siamo in grado di scoprire gli spazi adiacenti alla chiesa, tutti facenti parte del Foro, su cui transitavano, certamente le persone più umili dell’antica Mediolanum, ma anche le massime personalità che, da ogni parte del mediterraneo, si incrociavano a Milano: - Mediolanum, vale a dire “Terra di mezzo” -. E non è difficile immaginare tra queste personalità i nomi e i passi di quanti arricchirono la fama di Milano: Ambrogio, Teodosio, Simpliciano e Agostino. Il Foro Romano era sempre, per collocazione, il punto d’incrocio tra due vie che si intersecavano ad angolo retto (lo schema deriva


dall’accampamento romano). Le due strade erano il cardo e il decumano. Per questo, cinque secoli dopo la costruzione di San Sepolcro, Leonardo, eseguendo la duplice pianta di questo tempio, potè dire: questo è il “vero centro” di Milano.


Anna Maria Fedeli Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia

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apertura al pubblico dell’area archeologica del Foro romano a Milano conclude idealmente oltre un secolo di scoperte, ricerche e studi volti all’identificazione del monumento cardine dell’urbanistica dell’antica Mediolanum. I primi rinvenimenti si verificarono tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento: nelle aree adiacenti all’Ambrosiana (via Cantù, via Spadari, piazza Cordusio, piazza Pio XI, via Zecca Vecchia e piazza S. Sepolcro), in occasione della realizzazione di palazzi moderni, vennero effettuate numerose e interessanti scoperte di strutture antiche ed elementi architettonici (fusti di colonne, capitelli, cornici decorate), rinvenuti per lo più in condizioni di reimpiego; il carattere monumentale e le pietre in cui erano scolpiti (graniti e marmi anche di provenienza extraeuropea) vennero ritenuti pertinenti alle strutture del complesso forense. L’ipotesi di riferire questi elementi archeologici al foro era sostenuta dall’analisi di alcuni documenti medievali che suggerivano che il monumento dovesse trovarsi in corrispondenza di piazza S. Sepolcro; in particolare le fonti sottolineavano la contiguità tra il foro e la zecca cittadina {moneta), situata fino all’epoca moderna in via Zecca Vecchia. Sempre in questo isolato in epoca medievale furono edificate due chiese, dedicate a S. Mattia e S. Martino alla Moneta, la cui titolatura registrava la vicinanza alla zecca. Un ulteriore “indizio” era offerto dalla pavimentazione della chiesa inferiore nel tempio del Santo Sepolcro, ottenuta con lastre in pietra di Verona, che secondo un’antica tradizione sarebbero appartenute originariamente alla piazza forense. Questa ipotesi, basata su dati lacunosi, trovò finalmente conferma nel 1990, quando uno scavo archeologico, diretto dalla dott.ssa Anna Ceresa Mori, funzionario della Soprintendenza per i beni Archeologici della Lombardia, riportò in luce strutture in situ sicuramente ri-


conducibili al foro romano di Mediolanum. L’occasione fu offerta da lavori di ristrutturazione nei vani sotterranei ubicati sotto le sale Custodi e Fagnani nell’ala nordoccidentale della Biblioteca Ambrosiana, dove le strutture del XVII secolo avevano risparmiato una piccola porzione della pavimentazione della piazza e dei gradini di accesso al porticato che chiudeva il lato occidentale del foro. Lo scavo, condotto con metodo stratigrafico, ha finalmente consentito di datare la realizzazione della piazza forense nei primi decenni del I secolo d.C, periodo in cui Mediolanum, ricevuta la cittadinanza romana alla fine dell’età cesariana, si dotò di principali monumenti pubblici necessari per lo svolgimento della vita civile: tra l’età augustea e la metà del I secolo d.C. vennero infatti realizzati, oltre al foro, le mura e il teatro. Nell’area archeologica che da oggi viene restituita alla città è visibile una porzione della pavimentazione della piazza del foro, realizzata in pietra di Verona, e un tratto del porticato che delimitava il suo lato occidentale. In particolare si conservano due segmenti della canaletta in pietra per lo scolo delle acque meteoriche, realizzata in prossimità di due gradini che davano accesso al porticato, dietro il quale presumibilmente dovevano trovare posto le tabernae (botteghe). Dei gradini è riconoscibile la struttura in laterizi, rivestita da lastre di pietra. II rinvenimento degli anni Novanta ha consentito di rileggere i dati delle scoperte del passato e di ricostruire l’estensione e la composizione del complesso forense: la piazza doveva occupare un’area di 166 x 55 m, delimitata a nord dalle vie Armorari e Spadari, a sud da via del Bollo. Le strutture monumentali rinvenute nei primi decenni del Novecento sarebbero da interpretarsi pertanto come edifici pubblici annessi al foro: la zecca, situata a ovest della piazza, e un grande mercato pubblico, i cui resti furono documentati in via delle Asole. L’importanza di quest’area archeologica risiede nella possibilità di accedere direttamente al luogo che rappresentava il cuore della vita religiosa, politica e amministrativa della Mediolanum romana, che sopravvive nei numerosi siti archeologici presenti in città nonostante le continue e profonde modificazioni del tessuto urbano.


Gaetano Arricobene Architetto - Milano

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l Foro Romano, parte del lastricato dell’antico foro romano di Milano, ubicato nei sotterranei della Pinacoteca Ambrosiana, è stato rinvenuto durante l’ultimo restauro della Biblioteca, grazie all’opera della Soprintendenza Archeologica. Tali ricerche hanno permesso di ricostruire l’aspetto e le caratteristiche dell’antica piazza, che rappresentava il centro della vita cittadina e il nodo centrale di un’ampia rete stradale, di collegamento tra la città e il territorio circostante. Il foro, di forma rettangolare, misurava circa 55 x 160 metri; presentava un Capitolium sul lato breve, mentre sui lati lunghi sfilavano le tabernae, tra cui era ubicata la zecca e il macellum, un grande mercato coperto. Vi si trovavano anche edifici a carattere residenziale.

Premessa

Il Foro Romano, ubicato nei sotterranei della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, risultava inaccessibile al pubblico, e quindi praticamente sconosciuto, a causa della mancanza di un accesso diretto all’area archeologica. Gli interventi degli anni 1990-1992, rimettendo in luce i resti di questo pregevolissimo sito, ne avevano reso possibile l’accesso solo dall’interno della struttura, attraversando diversi ambienti di servizio e locali tecnici.

Primo intervento

Il primo intervento, realizzato nel 2009 con il contributo della Regione Lombardia, si è posto come obiettivo di rendere autonomo l’accesso al Foro Romano recuperando un’apertura già esistente nella facciata del corpo di fabbrica su via dell’Ambrosiana. Da questa apertura è possibile oggi percorrere una scala, che colma il dislivello con la quota del Foro Romano e che è stata adeguata in modo visibile e leggero al tempo stesso: i gradini mancanti e una piccola passerella di arrivo e sosta nel sito archeologico, sono stati creati con strutture metalliche pog-


giate a secco, senza l’ausilio di opere murarie. In occasione della realizzazione dell’intervento, è stato possibile ripulire lo scavo e migliorare l’illuminazione artificiale esistente. L’intervento realizzato ha permesso per la prima volta l’accesso al Foro Romano da parte del pubblico. La sua apertura consente di far conoscere ai milanesi e ai turisti il ruolo di città capitale che Milano rivestiva già diciotto secoli or sono e di rendere ragione del perpetuarsi di alcune verità poco conosciute, come ad esempio il fatto che la sede odierna della Banca d’Italia sia stata edificata esattamente sopra i resti della zecca romana, di fianco a via Moneta, così chiamata perché Giunone Moneta era la protettrice delle zecche romane.

Secondo intervento

Raggiunto il prim o risultato, quello di rendere fruibile il sito, ci si è posto il nuovo obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico e, al contempo, di restaurare l’ambiente che ospita le testimonianze del Foro romano: questa volta con il contributo sia della Regione Lombardia, che della Fondazione Cariplo. Tre sono stati i principali interventi finalizzati alla valorizzazione del Foro romano: — ampliamento del percorso fruibile all’interno del sito: costeggiando il perimetro della sala del Foro Romano, a proseguimento della pedana esistente realizzata durante l’intervento del 2009, è stata realizzata una nuova passerella fino a raggiungere la porta d’ingresso alla sala macchine. Il visitatore può così accedere al sito attraverso la scala d’ingresso da via dell’Ambrosiana e, percorrendo la passerella, può raggiungere e osservare, grazie ad alcuni tratti di piano di calpestio realizzato in lastre di cristallo, ogni reperto archeologico presente nel sito del Foro Romano; — ricollocazione delle lastre di pietra della pavimentazione romana: l’intervento ha permesso di ricollocare le lastre di pietra appartenenti alla pavimentazione originaria del Foro, rinvenute negli attuali locali tecnici in occasione della campagna di scavi condotta tra il 1990 e il 1992. Le lastre sono state quindi recuperate e rese visibili al pubblico secondo lo schema di posa previsto nel progetto approvato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici; — campagna informativa: la campagna informativa, già in parte recentemente concretizzata con la pubblicazione di depliant illustrativi, è stata completata con la collocazione di altri cartelloni di presentazione dell’intervento realizzato e della storia del sito archeologico oggi visitabile, col chiaro rimando all’altra emergenza storico-archeologica esistente all’interno del complesso dell’Ambrosiana, ossia la Cripta della chiesa di Santa Maria Maddalena al Santo Sepolcro. Il restauro conservativo è stato attuato grazie a quattro specifici interventi:


— pulitura del sito archeologico: è stata eseguita una pulitura generale del sito archeologico, allo scopo di rendere maggiormente visibili le lastre di pietra che compongono la pavimentazione del Foro romano; — restauro della volta e delle pareti: la volta, le pareti e le relative lunette in mattoni, oltre alla parete verticale intonacata che insiste verso Piazza Pio XI e sulla quale è presente la porta di accesso all’intercapedine e tutti i lacerti di intonaco in prossimità delle lunette della volta in mattoni sono stati oggetto di un accurato intervento di restauro; — adeguamento dell’impianto di illuminazione esistente: sono stati sostituiti i corpi illuminanti alogeni con corpi a LED installati a parete, ritenuti più consoni alla valorizzazione del sito; — creazione di adeguata ventilazione naturale: con piccoli interventi edilizi si è ottenuto un discreto ricircolo di aria naturale, riaprendo la bocca di lupo esistente verso Piazza Pio XI e modificando un serramento esistente nella bocca di lupo su Via dell’Ambrosiana.

Risultati culturali e scientifici raggiunti

Se il progetto realizzato nel 2009 “Apriamo il Foro alla città” ha permesso per la prima volta l’accesso al Foro Romano da parte del pubblico, facendo conoscere ai milanesi e ai turisti il ruolo di città capitale che Milano rivestiva già diciotto secoli or sono, il progetto “Forma urbis mediolani - Il Foro romano” di ampliamento del percorso fruibile all’interno del sito archeologico e la ricollocazione, all’interno dell’area aperta al pubblico, delle lastre che in origine si trovavano in altri ambienti, per permetterne la lettura, concorrono alla valorizzazione dell’intero sito archeologico. Il progetto futuro di rendere accessibile al pubblico la Cripta della chiesa di Santa Maria Maddalena al Santo Sepolcro, realizzando un percorso di visita che coinvolga entrambi i siti archeologici presenti all’interno dell’area della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, permetterà, infine, di completare questo percorso di valorizzazione.


Dal momento che il Foro sarà visitabile anche da gruppi (max 15 persone), si ritiene opportuno pubblicare qui di seguito il Contributo storico-scientifico di Anna Ceresa Mori, già citato anche durante la conferenza stampa e che è tratto dall’opera in 4 volumi Storia dell’Ambrosiana, IntesaBci, Milano 2002, 4° vol., pp. 269-289. Questa scelta consentirà, a quanti vorranno leggerlo, di avere una preparazione approfondita già prima della visita o ancora più consapevole dopo la visita stessa. Riteniamo inoltre che questo strumento, predisposto per l’invio con la Newsletter dell’Ambrosiana e stabilmente presente sul sito ufficiale dell’Ambrosiana, sarà uno strumento insostituibile per quanti saranno chiamati a guidare i gruppi dei Visitatori.
























Apparato fotografico a. la Conferenza Stampa b. il Foro Romano


I Protagonisti della Conferenza Stampa per il nuovo allesti


imento del Foro Romano alle fondamenta dell’Ambrosiana


Mons. Luca Bressan Vicario dell’Arcidiocesi di Milano per la Cultura




Cristina Cappellini Assessore alle Culture Regione Lombardia



Mons. Franco Buzzi Prefetto dell’Ambrosiana



Anna Maria Fedeli Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia



Gaetano Arricobene Architetto Milano


Giornalisti e pubblico alla Conferenza Stampa per il nuovo all


lestimento del Foro Romano alle fondamenta dell’Ambrosiana



... e la televisione per chi è lontano














































. . . dalle antiche pietre ai nuovi studi . . .

in Ambrosiana


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