Notiziario della Marina luglio agosto 2022

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M ARINA A N N O L X V I I I L U G L I O A G O S T O 2 0 2 2 - € 2 , 0 0 N O T I Z I A R I O d e l l a Vento in poppa! Al via le Campagne d’istruzione
per informazioni e abbonamenti: www.marina.difesa.it Il mare raccontato dai professionisti Notiziario della Marina Regala un abbonamento! ABBONAMENTO NOTIZIARIO DELLA MARINA € 20,00 annui ABBONAMENTO CONGIUNTO NOTIZIARIO DELLA MARINA e RIVISTA MARITTIMA € 45,00 annui

L’editoriale

Affezionati lettori, con l’uscita di luglio-agosto del 2021, “as sumevo la guardia” in plancia di questa straordinaria rivista che vuol essere un oblò sulla Marina Militare e la marittimità dell’Italia. “L’inizio di una nuova rotta” e perché no, una bella sfida professionale, così scrivevo nell’editoriale di 12 mesi fa. Dopo il primo anno di Comando al No tiziario della Marina è tempo dei primi

bilanci che insieme al resto dell’equipaggio, ovvero la redazione, condividiamo con i lettori provenienti da tutte le regioni d’Italia, dalle città, ai piccoli paesi sulla costa a quelli nell’entroterra e perfino in montagna. Dai più grandi come il signor Sandrelli di Monte San Savino (Arezzo) che non manca di chiamare in redazione alla ricezione di ogni numero, al giovane Saverio (8 anni) che abbiamo incontrato a Palazzo Marina, tanto per citarne qual cuno.

Insieme abbiamo percorso la rotta editoriale della Marina. Insieme abbiamo sfogliato, letto e osservato le straordinarie immagini contenute nelle 837 pagine delle uscite e dei due Speciali stampati. Quasi 250 gli articoli pubblicati a firma della re dazione, dei colleghi a bordo alla navi militari e di quelli impiegati nei Comandi in territorio nazionale e all’estero, nonché collaboratori esterni al mondo militare

che con noi hanno condiviso la passione per la scrittura e le storie di mare. Oltre un migliaio le immagini dei fotografi, ma anche dei tanti colleghi appassionati che hanno reso uniche le missioni, le eserci tazioni, le testimonianze, le storie raccontate.

Con la redazione, in un lavoro - d’equi paggio - abbiamo in questo anno aumen tato il numero di pagine stampate, ritoccato la grafica, come ad esempio quella del sommario, incrementato le interviste fa cendo raccontare direttamente ai protagonisti le loro esperienze vissute con uno stile narrativo immediato e empatico. Un approccio che ha consentito di far emergere le capacità nascoste, ma so prattutto il capitale umano e professionale, prezioso per la Marina e il Paese, che molto spesso lavora all’ombra dei riflet tori.

I due Speciali, sul mondo dei sommergibili

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La Maddalena (Sardegna), la nave scuola Vespucci ormeggiata in banchina.

e sui 60 anni della Scuola Navale Francesco Morosini, hanno permesso inoltre di ap profondire e entrare più in contatto con realtà note, ma meno conosciute nei det tagli.Abbiamo quindi ampliato le testimo nianze a tutto l’equipaggio della Marina: ufficiali, sottufficiali, marinai e personale civile, ma anche a professionisti esterni. Tutto ciò ha permesso di rafforzare il le game, non solo interno alla Marina, ma anche e soprattutto all’esterno verso un pubblico più ampio e eterogeneo. Avete letto in ogni numero la recensione di un libro consigliato dalla redazione, spesso scelto tra i prodotti editoriali della Marina, ma anche di altri autori. Ma cosa ancor più importante - voi lettori - avete conti nuato aver fiducia nel Notiziario della Marina con le numerose testimonianze di apprezzamento per il lavoro svolto. Continueremo quindi sulla rotta tracciata! La rotta della comunicazione efficace,

comprensibile e semplice, ma mai banale dove grazie alle immagini di qualità por tiamo - con la fantasia e un po’ d’immagi nazione - ogni lettore a vivere il mare e la Marina a bordo delle navi, volando sugli aeromobili e immersi negli abissi nei nostri sommergibili, nonché visitando le strutture a terra tra i quali quegli scrigni preziosi dove si conserva la Memoria, come musei e aree museali.

Proprio come in questo numero estivo nel quale tra i tanti articoli,“imbarcheremo” sulle navi scuola della Marina dopo averle viste “a secco” negli Arsenali militari ai lavori di manutenzione invernale.

Ci faremo condurre dagli allievi ufficiali, sottufficiali e dai più giovani studenti del Morosini nelle Campagne d’Istruzione in Mediterraneo, straordinarie e uniche oc casioni per vivere il mare da protagonisti. Buona lettura! Alla via così!

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Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954

Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

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REDAZIONE

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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli

chiuso in redazione il 11 luglio 2022

PRIMA DI COPERTINA

Mediterraneo centrale. Allievi prima classe dell’Accademia navale sui pennoni, aprono le vele della nave scuola Amerigo Vespucci.

via la Campagna d’istruzione di nave Amerigo Vespucci di Giuseppe Lucafò

Palinuro, inizia la Campagna d’istruzione! di Antonello Lorusso

L’editoriale di Alessandro Busonero La Campagna d’Istruzione sulle navi scuola a vela minori di Giuseppe Lucafò

L’Italia guida l’Operazione UE nello stretto di Hormuz di Alice Russo

Marina tra ricerca e sperimentazione di Antonello D’Avenia

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5 SOMMARIO Luglio/agosto 2022 QUARTA DI COPERTINA Il comune di 2ª classe (nocchiere) Federico Deledda sale a riva della nave scuola Palinuro. (foto di Silvio Scialpi) NATO, il nuovo Concetto Strategico di Antonello D’Avenia 24 MARINALLES di Martina Petrucci 26 Addestramento e sicurezza: 50 anni di MARICENTADD di Mario Tampanella 30 L’abbraccio dei maddalenini ai nuovi marinai di Pantaleone Antonio Catanzariti 22 Fattore umano: il successo di ogni missione di Antonello D’Avenia 38 Quando i dettagli fanno la differenza di Mariano Arciuolo 40 Marina Sud: un legame forte con il territorio di Fabio Dal Cin Storia di navi e navigazione, tra antico e moderno di Fabio Dal Cin 46 Marina Militare: un brand di successo di Alessandro Busonero 48 Un sincro mondiale di Emanuele Scigliuzzo 54 RECENSIONE: Taranto e la sua rinascita legata al Mare di Alessandro Busonero 60 La Legge Salva(il)mare di Emanuele Scigliuzzo 50 34 Aviazione navale: 30 anni da “lupi” di Giuseppe Germinario 42 Il più nobile degli sport nautici di Pasquale Prinzivalli 58 Green fuel bio: un passo verso il futuro di Simone Natale 20 A 164 anni - volontaria - in Marina di Andrea Tirondola 56

Nave Vespucci ha mollato gli or meggi il 2 luglio dal porto di Li vorno, dando così il via alla Campagna d’istruzione estiva di quest’anno a favore di 143 allievi della prima classe dell’Accademia navale, tra i quali 13 stranieri provenienti da 6 Paesi esteri. Un “Battesimo del mare” per le giovani leve della Marina Militare che giunge, come da tradizione, al termine di un percorso formativo di eccellenza appena

concluso presso le strutture dell’Istituto di formazione dove vengono forgiati, da oltre 140 anni, i futuri comandanti della Forza Armata.

“Saluto gli allievi che stanno per affrontare una avventura straordinaria e che tor neranno a casa più forti di prima, creando a bordo un legame che durerà tutta la vita. Il vostro corso nascerà, di fatto, sul Vespucci: è qui che vi indentificherete con un nome ed un motto, che vi con-

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di Giuseppe Lucafò foto di Gabriele Lenzi

Gli allievi ufficiali della prima classe dell’Accademia Navale sono partiti per il “battesimo del mare”

Al via la Campagna d’istruzione di nave Amerigo Vespucci

traddistingueranno per sempre e che imprimerete sulla vostra bandiera. L’obiet tivo è diventare marinai, siate curiosi e non sprecate questa opportunità, cambierete in questi mesi e ne uscirete più maturi e consapevoli”, queste le parole pronunciate dal capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Enrico Credendino accompagnato dal comandante dell’Accademia Navale, ammiraglio di divisione Flavio Biaggi, du-

rante la cerimonia svoltasi a bordo del Vespucci poco prima della partenza. Presenti per l’occasione numerose autorità civili e militari, ma soprattutto i familiari degli allievi, accorsi numerosi in banchina a salutare i propri cari: “Siamo davvero felici perché per noi genitori è un’emo zione unica vedere oggi nostro figlio vestire l’uniforme storica dell’allievo 1^ classe a bordo del Vespucci. Era un suo sogno nel cassetto, che giorno dopo

giorno si è trasformato in realtà. Questo ci riempie di orgoglio perché siamo pie namente consapevoli della sua scelta e di quanti sacrifici fino ad ora abbia fatto per arrivare fin qui.

E siamo altrettanto consapevoli di quanti altri ostacoli dovrà superare con la propria testa e con le proprie gambe, pur sempre guidato dal personale della Marina che siamo sicuri lo orienterà sulla giusta strada per realizzarsi nella

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vita come uomo e come Ufficiale”. La Campagna d'istruzione a bordo di nave Vespucci rappresenta una pietra miliare della formazione dei giovani allievi. Nel solco di una secolare tradizione, ma con un sempre rinnovato impulso all’innova zione, anche quest’anno i frequentatori dell’Accademia Navale saranno impegnati in numerose attività didattiche e addestrative nell’ambito delle discipline mari naresche e della formazione etico-militare, al fine di sviluppare e nutrire i valori di fedeltà, disciplina e senso del dovere, at traverso un percorso formativo basato sul lavoro di squadra, che caratterizza ogni marinaio nell’assolvimento dei compiti della Forza armata al servizio della col lettività. L’Allievo 1^ Classe del corpo di Stato Maggiore Federico Simone Falsa perla, dopo aver solcato la passerella di nave Vespucci per la prima volta nella sua vita, ha evidenziato:“Sappiamo che saremo sin da subito impegnati in attività prevalentemente pratiche, che nei prossimi mesi ci terranno puntualmente molto impegnati nell’intero arco della giornata, così da poter acquisire quei ritmi e quelle competenze che pian piano serviranno in futuro a costruire in noi la figura del l’Ufficiale di Marina. Siamo altrettanto consapevoli che dovremo altresì dimo strare “sul campo” di essere capaci di la vorare in squadra, all’interno di un equi paggio”.

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Non mancheranno quest’anno le attività fuori dai confini nazionali che, a distanza di 3 anni a causa della recente pandemia, permetteranno nuovamente al Vespucci e al suo equipaggio di immergersi in alcuni contesti di livello internazionale. Oltre ad ormeggiare in alcuni sorgitori italiani come Palermo, Trapani e Manfre donia, e navigare nel mare nostrum, la “Signora dei Mari” seguirà infatti un itinerario che porterà ben presto gli Allievi del l’Accademia a solcare le acque dell’Oceano Atlantico e visitare Tunisi, Lisbona, Casa blanca e La Valletta: questo consentirà loro di partecipare anche ad eventi or ganizzati dalle Autorità diplomatiche al fianco di realtà locali e di assumere così il ruolo di ambasciatori dell'eccellenza italiana e del prestigio delle Forze Armate del nostro Paese all’estero, peculiare per tutti i marinai con le stellette. Una campagna d’istruzione insomma che anche quest’anno per i giovani Allievi Ufficiali sarà all’insegna del motto del Vespucci “Non chi comincia ma quel che persevera”!

In alto a sinistra: il comandante alla prima classe, capitano di corvetta Mariano Tortoriello. Nella altre immagini: le attività degli allievi a bordo di nave Vespucci e durante la sosta in porto a Palermo.

Palinuro, inizia la Campagna d’istruzione!

Iniziata la cinquattotesima Campagna d’Istruzione della nave scuola a favore degli allievi della Scuola Navale Militare Morosini e della seconda classe nocchieri della scuola sottufficiali di Taranto. di Antonello Lorusso

Anche quest’anno la Nave Scuola Palinuro ha aperto le vele a favore del 1° Corso “Meithras” della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” e della 2ª classe Nocchieri dei Ruoli Normali Marescialli di Mari scuola Taranto. Il periodo trascorso a bordo delle navi a vela della Marina da parte degli allievi dei diversi istituti di formazione si pone come obiettivo quello di preparare i frequentatori alle competenze specifiche sulle future

Mar Tirreno, nocchieri serrano le vele del trinchetto della nave scuola Palinuro.

mansioni, e di far vivere loro il “Batte simo del mare”. L’attività formativa dedicata ai giovani prevede sia finestre temporali dedicate allo studio, alternate a turni di guardia, che il vivere l’essenza del navigare su un veliero dove la coe sione dell’equipaggio, custode di valori morali e sentito attaccamento alle tra dizioni, la resilienza, il travaso dell’esperienza professionale e l’ampia opportunità di apprendere l’arte mari naresca, costituiranno un bagaglio pro ficuo e indelebile nel loro processo di formazione. In questo modo potranno radicare un’adeguata padronanza e con fidenza con quello che rappresenta la fi-

gura del marinaio. Tutti contribuiranno a mettere a disposizione dell’altro un ampio ventaglio di competenze profes sionali accrescendo valori quali etica, fedeltà, disciplina e onore. Dopo la presenza a Procida – Capitale italiana della cultura 2022 – dove il brigantino goletta della Marina Militare ha accolto la mostra documentaria “Storie di epi demie tra terra e mare nelle carte d’ar

chivio” -, il Palinuro ha veleggiato alla volta di Orano (Algeria) – sede in cui è stato accolto il Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, e del sottosegreta rio allo sport, Valentina Vezzali – in oc casione della 19ma edizione dei Giochi del Mediterraneo per poi risalire i venti sulla Ruta Iacobus Maris in direzione Va lencia. È stato possibile vedere il Pali nuro mentre gonfiava le vele nel Mar

Tirreno, Mar Jonio e nel Mediterraneo Occidentale. Il periodo d’imbarco del Morosini si è concluso a Taranto e, qualche giorno dopo, il timone è passato agli allievi di Mariscuola Taranto. Il ruolo dell’equipaggio, durante la permanenza a bordo dei giovani Marinai, diventa di grande responsabilità ai fini della loro crescita personale e professionale. In tal senso, il Comandante è chiamato a ri-

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coprire un incarico di grande respon sabilità sia come conduttore che come istruttore per il proprio equipaggio “al largato”. Queste le parole del capitano di fregata Francesco Rima, “marinaio” di lungo corso nel settore velico anche fuori dalla Forza Armata, “quello della formazione è un ruolo davvero molto importante in quanto gli allievi rappre sentano argilla fresca che, l’equipaggio

del Palinuro, ha avuto modo di plasmare nelle sane tradizioni marinare di cui la nostra Marina è storicamente tenutaria.” Altra figura di grande rilievo a bordo è quella del Nostromo che, cu stode delle vere doti dell’andar per mare, sottolinea: “a bordo di nave Pali nuro è possibile respirare un vero scambio esperienziale tra il personale imbarcato e i giovani in formazione!”

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In alto, al centro: il comandante di nave Palinuro Francesco Rima parla agli allievi. Nelle altre immagini: momenti della vita di bordo.

La Campagna d’istruzione sulle navi scuola a vela minori

Tra il 4 e il 5 luglio, hanno preso ufficialmente il via le Campagne d'istruzione per gli Aspiranti Guardiamarina del Corso Esperia e per gli Ufficiali del Corso Spartani del l’Accademia navale a bordo delle barche a vela Orsa Maggiore, Stella Polare, Antares e Gemini.

Un momento formativo di alto profilo che rappresenta solo una parte del programma estivo riservato quest’anno ai giovani frequentatori dell’Istituto di formazione della Marina Militare, durante il quale gli stessi saranno messi alla prova per condurre navigazioni costiere e di altura, così da affinare le peculiari qualità del marinaio e dell’arte marinaresca apprese durante le pre gresse esperienze vissute a bordo di nave Vespucci e nave de La Penne: manovrare le vele per sfruttare gli ele menti naturali come il vento, nel pieno rispetto del mare, e saper impiegare tutti i sensori di bordo.

“Si tratta di un momento di crescita professionale e personale fondato sui valori tradizionali della Forza Armata, uno su tutti: lo spirito d'equipaggio, ma non da meno la capacità di adatta mento conseguente alle lunghe per manenze in mare diurne e notturne, con angusti spazi di vita a disposizione e, non da ultimo, la capacità di svilup pare la leadership in condizioni non sempre favorevoli”, le parole espresse dal comandante dell’Accademia navale, ammiraglio di divisione Flavio Biaggi. Oltre ad alcuni porti e ai mari italiani, come il mar Ligure, il Tirreno, l’Adria tico, le acque della Sardegna e della Sicilia, sarà teatro quest’anno degli itinerari per le barche a vela anche il Mediterraneo Occidentale.

Orsa Maggiore e Stella Polare parte ciperanno infatti a regate di livello in ternazionale ed effettueranno soste in alcune località francesi e spagnole - compreso le Isole Baleari - permet-

tendo così ai giovani allievi ufficiali di partecipare ad eventi culturali e pro mozionali, in collaborazione con le rappresentanze diplomatiche locali, nonché di confrontarsi con le realtà locali e di assumere il ruolo di ambasciatori dell'eccellenza italiana e del prestigio delle Forze armate del nostro Paese all’estero.

“Sono convinto che le difficoltà che dovremo superare anche durante que sta esperienza, unite alle sensazioni uniche che offre il vivere ancor più da vicino il mare, le onde e gli astri, ci permetteranno di maturare e di in crementare ulteriormente la consa pevolezza nella scelta di vita intrapresa”, ha dichiarato con emozione l’aspirante guardiamarina del corpo di Stato Mag giore Giovanni Iasparro, a bordo di Antares, poco prima di mollare gli or meggi dal porto di Livorno.

L’attività addestrativa sulle navi scuola a vela minori, di dimensioni inferiori alle grandi navi a vela come Vespucci e Palinuro, rappresenta infatti un ele mento cardine per formare i futuri ufficiali di Marina - i prossimi coman danti - perché rafforza in loro le ca pacità marinaresche e i valori su cui la Forza Armata si fonda che, uniti ad elevate competenze tecnico-speciali stiche, risulteranno in futuro indispen sabili nell’assolvimento delle più delicate e complesse missioni.

La barca a vela “Gemini” della Marina Militare in navigazione.

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di Giuseppe Lucafò, foto di Fabio Taccola
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L’Italia guida l’Operazione UE nello stretto di Hormuz

Si è svolta la cerimonia di cambio di Comando dell’operazione AGENOR

tra il contrammiraglio Stefano Costantino e il contrammiraglio belga Tanguy

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l 6 luglio 2022, nella base navale fran cese di Al Salam Camp ad Abu Dhabi, si è svolta la cerimonia di cambio di comando dell’operazione AGENOR. Con l’avvicendamento tra il contram miraglio Stefano Costantino e il con trammiraglio belga Tanguy Botman l’Italia ha assunto per la prima volta il comando del CTF 474, costituito agli inizi del 2020.

L’operazione AGENOR si sviluppa infatti nell’ambito della missione multinazionale europea EMASOH - European Maritime Awareness in the Strait of Hormuzlanciata a margine del Consiglio Ue Affari esteri del 20 gennaio 2020, a seguito di numerosi incidenti verificatisi nel golfo nel 2019.

La missione è focalizzata su una area di rilevante interesse strategico centrata

sullo Stretto di Hormuz, crocevia delle principali Sea Line Of Communication per il commercio mondiale; prende nome dall’isola iraniana di Hormuz e rappresenta prima ancora di uno stretto in senso geografico e giuridico, un im portantissimo choke point a livello strategico.

La sua ampiezza, nel punto più stretto che è interamente ricoperto dalle acque territoriali di Iran e Oman, è di 21 miglia: al suo interno vi è uno schema di separazione del traffico costituito da due canali di traffico larghi ciascuno 1 miglio, ricadenti rispettivamente nelle acque territoriali dei due Paesi. Per ef fetto degli schemi di separazione ap provati dall’International Maritime Orga nization (IHO) al fine di rendere più si curo e ordinato il trasporto marittimo

internazionale, il traffico nello stretto è equamente distribuito nelle acque ter ritoriali degli stati frontalieri, quali Iran e Oman. Nonostante ciò, lo stretto di Hormuz è ancora oggi teatro di tensioni legate alla mancata ratifica da parte di alcuni Stati dell’United Nations Convention on the Law of the Sea (UNCLOS), che prevede negli stretti il regime del pas saggio in transito, con significative ri percussioni nelle relazioni internazionali, soprattutto in un’area di così rilevante interesse.

Se il 90% dei beni e delle materie prime transitano lungo le linee di comunica zione marittima è altrettanto significativo ricordare che per lo stretto di Hormuz passano giornalmente 21 milioni di barili di petrolio, pari a quasi un quinto del consumo mondiale di prodotti petroliferi.

di Alice Russo Botman

EMASOH nasce quindi per conseguire una “Enhanched Maritime Situational Awa reness” al fine di garantire la libertà di navigazione e il libero flusso del com mercio globale nel pieno rispetto delle leggi internazionali del mare ricercando nel contempo la prevenzione di incidenti ovvero situazioni di possibili crisi nella Regione che potrebbero determinare significative ricadute, non solo econo miche a livello trans-regionale. L’evidente interesse europeo per la stabilità del l’area, ha fatto sì che l’iniziativa, relati vamente recente, ha visto fin da subito l’adesione di Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Germania e Portogallo (questi ultimi due paesi so stengono la missione solo a livello di plomatico), mentre la Norvegia si è unita alla cohalition of the willing nel

2021. L’Italia ha quindi deciso di investire significativamente nella missione assu mendone il Comando Tattico, dopo aver contribuito nel 2021 con la partecipazione di nave Martinengo. Un impegno destinato a consolidarsi ulteriormente attraverso l’imminente inclusione di nave Thaon Di Revel nella TF 474, oltre al regolare coinvolgimento di altre unità operanti in area attraverso la formula del supporto associato. Non a caso, a testimonianza del rapporto sinergico tra i vari assetti coinvolti in operazioni diverse, ma con l’obbiettivo comune della sicurezza e stabilità dell’area, a far da cornice alla cerimonia di passaggio di consegne presso la base francese di Al Salam Camp era presente anche nave FASAN, flagship di “EUNAVFOR Somalia - operazione Atalanta”.

L’intento comune è quello di contribuire alla sicurezza dello spazio marittimo e quindi alla stabilità della regione, attra verso un impegno basato sul dialogo e la cooperazione e un’azione sul mare con profilo de-escalatorio, connotati peculiari di AGENOR.

Tale approccio è infatti fondamentale per la riuscita di EMASOH: garantire la libertà di navigazione nell’area attraverso un’efficace azione diplomatica e un at teggiamento operativo neutrale, ma sempre vigile.

È questa la sfida che si troverà ad af frontare il Comando Italiano nei prossimi sei mesi, in sinergia con gli altri partner europei aderenti all’iniziativa unitamente a tutti i Paesi dell’area e i diversi attori a vario titolo coinvolti nelle complesse dinamiche del traffico marittimo.

Base navale francese di Al Salam Camp ad Abu Dhabi, 16 luglio 2022. Momento del passaggio di consegne tra il contrammiraglio Stefano Costantino e il contrammiraglio belga Tanguy Botman. Alle spalle l'Operational Commader Vice-Adm Jacques Fayard.

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Andiamo alla scoperta di una nave “particolare”, dal colore bianco come le navi idrografiche e dalla silenziosità e capacità evolutiva elevata tipica dei cacciamine; di base a La Spezia, è al servizio della ricerca e della sperimentazione, con particolare riferi mento al campo ambientale e dell'acu stica subacquea.

Parliamo di nave Leonardo, unità poliva lente di ricerca costiera (Coastal Research Vessel - CRV) che affianca nave Alliance nelle attività condotte dalla NATO, attraverso il Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE).

L'Unità, consegnata dall’allora NATO Un derwater Reserch Centre (NURC) – ora ridenominato CMRE - nel dicembre del 2002, è equipaggiata con personale della Marina Militare dal 2009.

Nave Leonardo dipende dal Comando in Capo della Squadra Navale (CIN CNAV) tramite il Comando Squadriglia Unità Idrografiche ed Esperienze (Comsquaidro) ed il Comando delle Forze di Contromisure Mine (Maricodrag).

Da un punto di vista tecnico, la nave possiede una piattaforma molto silen ziosa alle basse velocità, ampi spazi per le cale e i laboratori scientifici, dispositivi per la messa a mare e recupero della strumentazione che insieme alla capacità di tracciamento subacqueo e al pescaggio contenuto, la rendono una piattaforma ideale per la condotta delle attività di ricerca, sperimentazione, rilascio e re cupero di mezzi autonomi o a controllo remoto.

Durante lo scorso anno addestrativo, il Leonardo ha supportato il Centro di

supporto e sperimentazione navale (CSSN) e l’industria privata (I.P.) durante le prove in mare per lo sviluppo delle procedure d’impiego proprio di mezzi autonomi; inoltre attraverso il CMRE ha supportato la missione della One Ocean Foundation lavorando nel Santuario dei cetacei a nord della Sardegna. Le attività a favore dell’Istituto idrografico della Marina (IIM) sono ormai un ap puntamento costante nel programma annuale e con le quali la nave ha contri buito a mantenere aggiornato il porta foglio cartografico dell’Istituto in zone interessate dalla nautica da diporto. A queste, si uniscono partecipazioni a operazioni di ricerca a carattere storico come la missione del 2019 in Adriatico meridionale commissionata da una agen zia statunitense al fine di individuare

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La Marina tra ricerca e sperimentazione

relitti aeronavali del Secondo conflitto mondiale oppure la partecipazione al l’esercitazione Mare Aperto 2022 nelle acque antistanti la Sardegna meridionale dove il Leonardo ha operato come piattaforma di supporto e gestione dei mezzi autonomi di Maricodrag, in uno scenario operativo e integrato con le altre forze di cacciamine. Oltre il co mandante e l’ufficiale in seconda, l’equi paggio è composto da 7 persone tra sottufficiali e graduati di cui tre nocchieri per le manovre marinaresche, tre tra motoristi ed elettricisti per le manu tenzioni della piattaforma e un maestro di cucina e mensa. Abbiamo incontrato il comandante, il tenente di vascello Marco Cimino, e gli abbiamo chiesto come è andata l’ultima attività svolta: “Tra il 21 e il 25 Giugno,

collaborando con l’Istituto Idrografico della Marina e il CNR (Consiglio Na zionale delle Ricerche)/ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) abbiamo recuperato, manutenuto e ri posizionato un gruppo di sensori ocea nografici ancorati sul fondo del Canyon di Levante nel Mar Ligure (-680 mt). Manovre delicate, non favorite dal mare mosso di quei giorni, ma necessarie per il monitoraggio dei cambiamenti ambientali di questa area protetta. Si curamente un’ottima prova di profes sionalità del mio equipaggio!”

Il comandante di nave Leonardo, tenente di vascello Marco Cimino.

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Nave Leonardo: collaborazione e sinergia tra la Marina Militare e la NATO di Antonello D’Avenia

Green fuel bio: un passo verso il futuro

La Marina ha già da alcuni anni adottato sistemi propulsivi che possono essere definiti a tutti gli effetti ibridi

L’attenzione all’ambiente e alla so stenibilità è un tema sempre più attuale in un mondo, che grazie alle innovazioni tecnologiche date dai progressi della scienza, sta effettuando una transizione dal fossile al rinnova bile. Il costo dell’energia è un fattore che accomuna tutti i cittadini e la ri cerca di nuove forme di energia viene perseguita dalla Marina Militare che sta adottando soluzioni innovative che permettono alle navi militari di navi gare limitando al massimo l’impatto ambientale e le spese ad esso con nesse, diminuendo progressivamente l’impiego di combustibili tradizionali verso quelli meno inquinanti; d'al

tronde il rispetto del mare è caratte ristica innata per ogni marinaio. Nel 2012, grazie ad una collaborazione con ENI, è stato sviluppato un tipo di combustibile di origine biologica le cui caratteristiche sono risultate perfette per un impiego in campo navale. Il Green Fuel Bio ha permesso all’Italia di essere tra le prime nazioni a ri spondere alle severe norme interna zionali e NATO ed è un tassello importante del programma “Flotta Ver de”.

Anticipando i tempi, la Marina ha già da alcuni anni adottato in servizio si stemi propulsivi che possono essere definiti a tutti gli effetti ibridi; generatori

di corrente elettrica, alimentati con il combustibile di origine biologica, for niscono energia a motori elettrici per la propulsione.

Ed è in questo periodo storico che si intrecciano, legandosi indissolubilmente, il passato, il futuro, l’innovazione e la tradizione insieme al massimo rispetto per il mare, nostro ambiente naturale. Con l’avvicinarsi delle Campagne di Istruzione estive condotte dalle navi scuola Vespucci e Palinuro, ma anche in vista di importanti Campagne idro grafiche ed oceanografiche condotte tra gli altri da Nave Alliance, nave idrooceanografica Magnaghi e la nave poli valente di ricerca costiera Leonardo,

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Mar Tirreno Centrale, 16 giugno 2016. Nave Etna rifornisce, per la prima volta, di green fuel il cacciatorpediniere Andrea Doria e l’unità della flotta statunitense Mason.

sono in corso presso la Stazione Navale della Spezia le attività di approntamento. Tra queste una delle più importanti è sicuramente il rifornimento.

Il Comando della Prima Divisione Na vale (COMDINAV UNO) è il cardine focale ed indispensabile coordinatore che può contare tra gli altri su una ri sorsa pregiata; pur avvicinandosi alla fine della sua vita operativa, durata oltre 40 anni, la rifornitrice di squadra Vesuvio continua ad offrire i suoi servizi alle altre navi della Squadra navale. I depositi di carburante di Nave Vesuvio ospitano il Green Fuel Bio, con cui, una dopo l’altra, vengono rifornite le navi che si preparano alle rispettive

partenze. È qui che inizia tutto. Il car burante ecologico andrà ad alimentare motori di nuova generazione, come ad esempio quelli di Nave Vespucci (sostituiti nel 2015), che produrranno corrente elettrica che alimenterà il motore di propulsione… fino a quando non sarà possibile aprire le vele! Un ciclo virtuoso di attenzione all’ambiente che si ripropone anche nelle attività svolte sotto l’egida dell’Istituto Idrografico della Marina i cui esiti saranno a vantaggio della popolazione italiana e straniera; basti pensare alla realizza zione ed aggiornamento delle carte nautiche che vengono impiegate da tutti i naviganti, sia professionisti che

diportisti. Una proiezione “green” for temente voluta dal Comandante in Capo della Squadra Navale e condivisa dal personale di Comdinav Uno che, oltre alle indispensabili operazioni di organizzazione, ha voluto sottolineare l’avanguardia messa in campo, rendendo ancora più orgogliosi tutti gli uomini e le donne che, impegnati a vario titolo nelle fasi di stoccaggio, ripianamento, travaso ed utilizzo, contribuiscono attivamente e con passione non solo alla tutela dell’ambiente ma alla pro mozione di una cultura di attenzione e rispetto verso quello che è uno dei beni più preziosi e che necessita di maggiori tutele: l’ecosistema marino.

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L’abbraccio dei maddalenini ai nuovi marinai

Venerdì 17 giugno, a La Maddalena, 137 volontari in ferma prefissata (VFP1) della categoria Nocchieri di Porto hanno giurato fedeltà alla repub blica e alle istituzioni al termine del corso di formazione alla Scuola Sottufficiali (Mariscuola La Maddalena). Dopo due anni di interruzione a causa della pande mia del Covid-19 la cerimonia si è svolta all’esterno di Mariscuola, nella Piazza Umberto I. L’intera comunità ha così potuto finalmente rivolgere un caloroso bentornato alla manifestazione nel sa lotto della città che sugella il consolidato legame tra la Marina e i maddalenini, come ha sottolineato lo stesso sindaco

Fabio Lai. A cornice del giuramento, una tre giorni di manifestazioni, in collabora zione con il Comune di La Maddalena. Nella serata di giovedì 16 giugno, di fronte al Municipio, la fanfara dell’Acca demia navale ha appassionato il nume roso pubblico presente, maddalenini, familiari e tanti turisti, con un variegato repertorio, dallo swing al pop. Le note della fanfara hanno poi accompagnato gli allievi in istituto, al termine della libera uscita, suonando la tradizionale “Ritirata” per le vie cittadine, per poi chiudere la giornata con il trombettiere che ha ese guito il “silenzio” fuori ordinanza nel piaz zale della Scuola Militare, prima di far

rientrare gli allievi nelle loro stanze. Ve nerdì 17, alle 11.00 la cerimonia del Giu ramento, presieduta dall’ammiraglio di squadra Antonio Natale, Comandante delle Scuole della Marina. Semplice quanto ricca di significato e toccante, con i 137 allievi che di fronte alla Bandiera di Mariscuola e al Comandante dell’istituto, hanno giurato fedeltà alla Patria. Ragazzi e ragazze emozionati nelle loro bianche uniformi inamidate, genitori commossi e un folto pubblico di maddalenini e turisti hanno seguito con partecipazione l’ingresso degli schieramenti, la cerimonia e il defilamento, attratti dall’immutabile fa scino della Marina e dei suoi marinai.

NOTIZIARIO DELLA MARINA
Mariscuola La Maddalena: 137 volontari in ferma prefissata di un anno (VFP1) giurato fedeltà alla Repubblica e alle Istituzioni di Pantaleone Antonio Catanzariti

Poche ore dopo, l’ingresso trionfale in porto della “Signora dei Mari”, la nave Scuola Amerigo Vespucci ha ormeggiato in pieno centro cittadino. In banchina era già stato allestito il Villaggio del Marina Militare Nastro Rosa Tour, una regata iti nerante per l’Italia che dal 16 al 18 giu gno ha fatto tappa a La Maddalena. Tantissimi i visitatori, tra loro molti allievi di Mariscuola, che hanno visitato per la prima volta il celebre veliero, simbolo dell’Italia e della Marina nel mondo. “Tre giorni entusiasmanti, con la Marina Militare che si apre alla comunità locale con la quale ha ormai dal 1949 ha un le game indissolubile. Abbiamo voluto condividere con tutti, autorità, cittadini, familiari, turisti e naturalmente gli allievi, le tradizioni più care e ricche di significato della Marina anche per mostrare gli im mutabili valori e ideali che sono nel cuore dei marinai oggi come ieri. È stato

bellissimo leggere negli sguardi dei vo lontari che hanno giurato, come in quelli dei loro genitori, l’orgoglio di essere entrati a far parte della grande famiglia della Marina Militare”, così il capitano di vascello Mauro Panarello, comandante di Mariscuola La Maddalena.

In alto, il comandante di Mariscuola La Maddalena, capitano di vascello Mauro Panarello. Nelle altre immagini, i volontari in ferma breve durante il giurameneto svolto nella piazza Umberto I dell’isola, dove era ormeggiata per l’occasione la nave scuola Vespucci

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NATO, il nuovo concetto strategico

Al summit di Madrid, decisi i punti fondamentali che definiranno i prossimi anni tra i Paesi Alleati

NOTIZIARIO DELLA MARINA
di Antonello D’Avenia

Capi di Stato e di governo dei Paesi membri della NATO al completo per il summit di Ma drid, svolto da martedì 28 a giovedì 30 giugno. L’appuntamento, annunciato da tempo, ha visto approvare il nuovo Concetto Strategico, in sostituzione del precedente, presentato a Lisbona nel novembre del 2010.

Ma cosa è il Concetto Strategico? È il documento-guida che stabilisce i com

piti fondamentali dell’Alleanza, i suoi valori, le condizioni di sicurezza e gli obiettivi strategici per il medio periodo (circa dieci anni). Leggere e compren dere il documento è dunque fonda mentale per capire la visione dell’Al leanza Atlantica, di cui l’Italia è tra i Paesi fondatori. Nel documento, sottoscritto a Madrid, sono stati enunciati i tre compiti prin cipali prefissi dalla NATO:

Deterrenza e difesa: con un approccio a 360 gradi, si rimarca come la NATO sia una Alleanza difensiva e non vi è dubbio che preservi la sovranità ter ritoriale e l’integrità di tutti gli Alleati contro qualsiasi aggressore.

Prevenzione e Gestione delle Crisi: si continuerà a lavorare per prevenire e rispondere alle crisi ogni qualvolta sia in gioco la sicurezza degli Alleati. Continuerà ad essere mantenuto un elevato grado di interoperabilità con i Paesi Partner e si rafforzerà il coordi namento e la cooperazione con le Nazioni Unite, l’Unione Europea e altre organizzazioni regionali come l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e l’Unione Africana (UA).

Sicurezza cooperativa: si conferma la necessità di aumentare la sicurezza tramite la cooperazione, in particolare con il principio della “politica della porta aperta” (open door policy) che prevede l’allargamento della Nato. Inol tre, viene confermato l’aumento della collaborazione con l’Unione Europea, definita un partner unico ed essenziale. Nel nuovo Concetto Strategico si fa riferimento più volte alla crisi ucraina. Si citano anche le sfide al terrorismo e quelle ibride, informatiche e della disinformazione, del cambiamento cli matico e dell’innovazione tecnologica emergente.

Oltre all’area dell’indo-pacifico, si riportano come aree di interesse per l’Alleanza i Balcani occidentali e la re gione del Mar Nero, ma anche il Medio Oriente, il Nord-Africa e il Sahel. Il ministro della Difesa on. Lorenzo Gue rini ha evidenziato la rilevanza di quanto espresso nel Concetto Stra tegico per la nostra penisola: “Importante per l’Italia è poi la riconferma per la NATO della centralità del Fianco Sud da cui provengono minacce come il terrorismo e come l’instabilità poli tica, istituzionale ed economica su cui dobbiamo agire non solo con gli stru menti militari, ma anche con gli strumenti dello sviluppo e della stabilità delle regioni”.

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Dove nascono navi, sommergibili e equipaggi. Nel Centro Allestimento Nuove Costruzioni Navali e sistema industriale nazionale: l’innovazione tecnologica incontra la professionalità dei nuovi equipaggi.

NOTIZIARIO DELLA MARINA

Quando pensiamo alla Marina Militare, alcuni elementi che naturalmente la identificano e che subito ci vengono alla mente sono i suoi mezzi: le navi, con i loro aeromobili, e i sommergibili.

Ma chi si occupa della loro cosiddetta messa in linea? È il Centro Allestimento Nuove Costruzioni Navali (MARINAL LES) che storicamente svolge questo fondamentale compito sfruttando il sinergico binomio Industria nazionaleMarina Militare rispondente ad una mol teplicità di processi interconnessi, co ordinati e armonizzati, il cui fine ultimo ricade nella realizzazione di mezzi navali e subacquei impiegabili a tutela degli interessi nazionali.

MARINALLES è ubicato presso la struttura di riferimento della cantieristica navale nazionale militare, lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia),

dove, oltre all’allestimento delle nuove navi, si occupa anche di tutte quelle che effettuano lavori di grande trasforma zione e ammodernamento, operando una costante e armonica azione di verifica rispondente ai requisiti dettati dalla Forza Armata e alle specifiche tecniche contrattuali.

Il Centro si preoccupa di integrare l’in novazione tecnologica fornita dai nuovi mezzi alla professionalità dei nuovi equi paggi designati ad imbarcare, guidandoli nella realizzazione di nuove organizzazioni funzionali di bordo e fornendo loro il necessario know how che gli permetta sin da subito di operare con efficacia per una valida condotta delle nuove navi. Expertise, sinergia e tecnologia sono elementi cardine che caratterizzano MARINALLES che supporta, anche in ambito internazionale, i programmi di cooperazione sviluppati dalla cantieristica nostrana con le Marine di altri Paesi. In quest’ottica, attraverso la sezione “Marine estere”, MARINALLES è in grado di erogare veri e propri servizi alle Marine straniere alleate, non necessariamente

aderenti alla NATO, committenti presso l’industria nazionale, rappresentando una valida opportunità di valorizzare le proprie competenze e quelle della Forza Armata, in cooperazione con il sistema industriale nazionale. Questa strategica Sezione svolge, inoltre, una funzione consultiva a favore della Forza Armata, garantendo nel lungo periodo un’offerta di servizi qualificata ed attagliata alle esigenze delle Marine estere commit tenti. Tale offerta risulta spaziare dalle più semplici funzioni di collegamento con l’industria, sino alla sorveglianza e al supporto tecnico nei processi costruttivi e di accettazione delle navi commissionate. Nella fattispecie, oggi, nell’attività di MARINALLES svolta dalla sezione “Marine Estere”, figura, in prin cipal modo, quella a supporto del pro gramma Qatar, uno dei più importanti contratti di export di unità navali a livello mondiale stipulato negli ultimi

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La Spezia, stabilimento Fincantieri di Muggiano dove è ubicato MARINALLES.

Expertise, sinergia e tecnologia sono elementi cardine che caratterizzano MARINALLES che supporta, anche in ambito internazionale, programmi di cooperazione sviluppati dalla cantieristica nostrana con le Marine di altri Paesi

NOTIZIARIO DELLA MARINA
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anni, che prevede la costruzione di 4 corvette multiruolo, impiegabili cioè in maniera versatile e prolungata in diversi contesti operativi quali scorta, soccorso, supporto logistico, interdizione, ecc.; 1 nave da trasporto anfibio LPD (Landing Platform Dock – c.d. nave da sbarco –) e 2 pattugliatori OPV (Off-shore Patrol Vessel – pattugliatori veloci d’altura –). Per tutte queste nuove unità navali, la Sezione è anche responsabile dell’attività di on the job training e addestramento preliminare, in favore degli equipaggi qatarini destinati, - rispettivamentealle navi in prossima consegna/conse gnate.

La Marina, nello specifico MARINALLES, e l’industria nazionale della cantieristica navale stanno vivendo un periodo storico molto significativo dal punto di vista della produttività, dovuto al piano di rinnovamento della flotta della Squadra navale, che ha lo scopo di sostituire le navi e i sottomarini che, per naturale obsolescenza, terminano la loro vita operativa e vengono avviati a dismissione. Nello specifico il programma prevede la costruzione e l’allestimento di 7 Pat tugliatori Polivalenti d’Altura (PPA), la cui prima unità, nave Thaon di Revel, è stata consegnata il 18 marzo scorso alla Marina dando vita all’omonima Clas se; una nave d’assalto anfibia multiruolo (LHD – Landing Helicopter Dock –portaelicotteri d’assalto anfibio - nave Tieste) e il definitivo compimento del programma FR.E.M.M. (Fregate Europee Multi-missione) che prevede ulteriori 2 navi General Purpose che si aggiun geranno alle 8 della classe Bergamini già in linea, entro il 2025. L’implemen-

tazione di 4 sottomarini U212 NFS (Near Future Submarine), sommergibili di nuova generazione, ha avviato la produzione del primo esemplare il 11 gennaio scorso, a meno di un anno dalla stipula e firma del contratto. MARINALLES è in procinto di avviare – nel cantiere navale di Castellammare di Stabia - la costruzione e l’allestimento di un’ulteriore nave rifornitrice tipo LSS (Logistic Support Ship - nave sup porto logistico - ) classe VULCANO (omonima nave è stata consegnata alla Marina a marzo 2021); inoltre, è prevista la costruzione di 2 nuovi cacciatorpe diniere “DDX” per la sostituzione della classe Durand de La Penne, un SDOSuRS (Special and Diving OperationSubmarine Rescue Ship), nave per ope razioni speciali e subacquee-soccorso sommergibili che sostituirà la nave sal vataggio e soccorso Anteo dopo oltre quarant’anni di vita operativa e, in ultimo, una nave Idro Oceanografica Maggiore (NIOM). Il Centro Allestimento Nuove

Costruzioni Navali rappresenta, da sem pre, lo snodo attraverso il quale la Marina Militare si amplia e si rinnova: nell’ultimo decennio ha contribuito alla messa in linea di oltre 15 unità, tra navi e sottomarini della Marina e consegnato oltre 13 navi alle Marine Estere.

“MARINALLES si conferma quindi come un punto di forza della Marina Militare e della Difesa in generale, dove si svi luppano competenze tecniche e pro fessionali maturate in decenni d’espe rienza sul mare e che, oggi, rappresentano un patrimonio fondamentale per la pre parazione dalla chiglia al fanale di testa d’albero dei mezzi navali e subacquei del futuro e dei loro equipaggi”.

Quanto afferma il capitano di vascello Fabrizio Orengo, comandante di MA RINALLES.

In basso, il capitano di vascello Fabrizio Orengo, comandante di MARINALLES.

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Addestramento e sicurezza: 50 anni di Maricentadd

Il Centro Addestramento Aeronavale di Taranto per il “controllo di qualità” della Marina Militare

Maricentadd, il Centro Addestra mento Aeronavale della Marina Militare, spegne le candeline dei suoi primi cinquant’anni. Nato il 1° luglio 1972 dalla fusione del Centro Addestramento Antisommer gibile per le unità navali ed aeree (Ma ricentraddas), del Centro Addestramento Informazioni e Operazioni di Combattimento (Maricensioc), del Centro Ad destramento per le Telecomunicazioni (Maricentele), del Centro Addestra mento Artiglieria e Missili (Maricentart) e del Centro Addestramento per il Servizio Sicurezza (Maricensicur), ha riunito in un’unica realtà l’esigenza di una più efficiente struttura organizzativa per formare e addestrare il personale da impiegare a bordo delle navi della Marina.

Il Centro si trova a Taranto, ed è suddi viso in due comprensori, il primo presso Capo San Vito, sede del Comando e delle strutture per l’addestramento dei servizi operativi (radar, telecomunica zioni, armi e anti sommergibili), il se condo nelle vicinanze dell’Arsenale Mi litare Marittimo per l’addestramento alla condotta e manutenzione degli im pianti tecnici di bordo, nonché alla lotta anti-incendio, anti-falla e C.B.R.N. (chi mica, batteriologica, radiologica e nu cleare).

Alla guida di un ammiraglio, Maricentadd

A destra: ufficiali tecnici del genio navale si addestrano in una delle officine didattiche (immagini di repertorio MARICENTADD).

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dipende dal Comando in Capo della Squadra navale (CINCNAV) e assicura la formazione specialistica degli ufficiali, sottufficiali e graduati imbarcati, e l’ad destramento per il raggiungimento e mantenimento degli standard profes sionali.

Oltre 300 i corsi in un anno per circa 7.500 frequentatori, che giungono al Centro nell’imminenza del primo im barco dopo l’Accademia navale e le Scuole sottufficiali, oppure per aggior namento professionale. I corsi, di varia durata ed intensità, si svolgono anche utilizzando repliche perfette di impianti di bordo per un maggior realismo ed efficacia d’insegnamento.

Inoltre, il Centro, è polo di formazione in materia di prevenzione, tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. L’addestramento ha come obiettivo la preparazione e l’affiatamento di team, la verifica del livello di preparazione dell’equipaggio nel suo complesso, ma anche la certificazione della prontezza operativa delle navi alla condotta delle operazioni marittime, necessarie per l’integrazione nei dispositivi aeronavali nazionali, europei e NATO. I moduli addestrativi di Maricentadd variano per scopo e tipologia di unità. Cincnav designa secondo un programma annuale le navi e il tirocinio o modulo da svolgere. Oltre all’addestramento, possono essere poi condotte attività ispettive attraverso l’utilizzo di appositi team per verificare l’aderenza alle norme e scadenze di legge, la documentazione dei reparti/ser vizi, la tenuta dei materiali, l’efficienza

delle apparecchiature e l’efficacia del l’organizzazione, sia in porto che in navigazione.

Nulla di tutto ciò sarebbe possibile senza il lavoro e la professionalità di circa 600 persone, suddivise nei diversi gradi e ruoli, dei quali più del 60 % sono istruttori. “Queste attività – afferma il Contrammiraglio Marco Montoneri –consentono oggi a Maricentadd di rappresentare non solo un Centro di ad destramento nell’accezione tradizionale del termine, ma anche quello di un vero e proprio strumento di controllo di qualità del “prodotto operativo” della Marina”.

In alto: vista della plancia primaria del simulatore navale integrato durante un’esercitazione di attraversamento del canale navigabile di Taranto. In basso: trasferimento con elicottero del Team “Ispettivo e Valutativo” di Maricentadd a bordo della portaerei Cavour.

A sinistra: i tenenti di vascello Filippo Rivelli e Fabio Santomauro impegnati in un esercizio di pianificazione operativa durante il modulo formativo “Ufficiale in Comando di Guardia”.

In basso: ingresso del Centro Addestramento Aeronavale della Marina e il contrammiraglio comandante di Maricentadd, Marco Montoneri. A seguire: istruttore del Centro Addestramento Aeronavale spiega il corretto uso dell’autorespiratore.

NOTIZIARIO DELLA MARINA
e la capacità di proiettare in maniera autonoma il proprio strumento militare all’estero, soprattutto in aree molto distanti e fuori dalla portata delle basi logistiche di
L’Italia
cui si dispone.
Aviazione Navale: 30 anni da “lupi” Aviazione Navale: 30 anni da “lupi”
di Giuseppe Germinario

Avoi, donne e uomini di GRU PAER, riconosco il merito di tutti i risultati raggiunti nel corso di questi trent’anni, vissuti con coraggio e inesauribile slancio, incarnando appieno i valori delle Forze Aeree, ma soprat tutto rappresentando la punta più effi-

cace e letale del tridente della nostra Marina, a difesa della Patria e delle Isti tuzioni...” è così che il Comandante delle Forze Aeree della Marina militare, contrammiraglio Marco Casapieri, ha concluso il suo intervento per celebrare i 30 anni dalla costituzione del Gruppo Aerei Imbarcati (GRUPAER). La cerimo nia ha avuto luogo martedì 14 giugno, presso la Stazione Aeromobili Marina Militare di Grottaglie (TA), alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, del Capo di Stato Maggiore della Ma rina, ammiraglio di squadra Enrico Cre dendino, del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra

La portaerei Cavour in navigazione, sul ponte di volo gli aerei imbarcati.

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Aurelio De Carolis e di autorità civili, militari e religiose.

Con lo scopo di riunire tutti i “lupi” delle Forze Aeree (così viene chiamato in gergo il personale di GRUPAER) e i loro familiari e come segno di ricono scenza e gratitudine per quanto fatto in questi tre decenni di successi, la cerimonia ufficiale è stata inoltre preceduta da un evento conviviale la sera del 13 giugno. Nato nel febbraio 1991 per conferire alla Forza Armata le capacità di copertura e difesa aerea, attacco di obiettivi terrestri e navali, supporto alle operazioni anfibie e ricognizione, il Grupaer ha festeggiato

con un anno di ritardo i trent’anni dalla sua costituzione, celebrazione rimandata a causa della pandemia da COVID-19. L’evento, organizzato per ricordare tren t’anni di instancabile impegno, dedizione e sacrificio di donne e uomini al servizio della Squadra navale e del Paese, è stato sugellato dalla deposizione di una corona al monumento ai caduti dell’Aviazione Navale e dall’esibizione in volo di un AV-8B+, velivolo che, insieme al nuovo ed evoluto F-35B, caccia multiruolo di 5ª generazione, rappresenta l’assetto aerotattico sul quale la Marina, e più in generale la Difesa, fa pieno affidamento.

14 giugno, Stazione Aeromobili Marina Militare di Grottaglie (TA). Momenti della cerimonia alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino e del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis.

Nel corso dell’intervento durante la cerimonia, l’ammiraglio De Carolis, ha sottolineato come la componente ae rotattica imbarcata, motivo di orgoglio per la Forza Armata e sinonimo di marina elitaria, rappresenti un moltipli catore di forze per la Flotta, poiché ca pace di estendere il raggio d’azione delle navi portaerei ben oltre l’orizzonte e di svolgere la quasi totalità delle missioni condotte in alto mare, per la tutela e la difesa degli interessi del Paese e della Comunità internazionale.

L’ammiraglio Credendino, ha invece posto enfasi sulla avanzata evoluzione tecnologica che un aereo come l’F-35B rappresenta per la Marina Militare ri spetto alle generazioni di velivoli prece denti.

Con il suo ingresso in servizio, infatti, la Marina è in grado di effettuare missioni di volo complesse in modo più efficace. Grazie all’elevato contenuto tecnologico dei sistemi di bordo, questo velivolo proietta la Marina e la Difesa verso un futuro di nuove capacità sul mare e dal mare. L’ammiraglio Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa e primo comandante di GRUPAER ha sottolineato

NOTIZIARIO DELLA MARINA

l’importanza strategica e funzionale del Gruppo Aerei Imbarcati e di Maristaer Grottaglie quale indispensabile polo ae ronavale ionico a supporto della Difesa nel processo di adeguamento della linea e nel consolidamento della capacità por taerei, pilastro del Carrier Strike Group italiano al servizio del Paese. Rivolgendosi infine agli uomini del Grupaer, ha poi concluso dicendo che, oggi più che mai, vi è la necessità di impegnarsi per rag giungere entro il 2024 la Initial Operation Capability del velivolo.

Ciò donerà all’Italia la possibilità di entrare a far parte di una ristretta cerchia di Paesi in grado di esprimere una capa cità portaerei con velivoli da combatti mento di quinta generazione, diventando di fatto l’unico paese dell’Unione Europea a possedere questa capacità, al servizio della sicurezza nazionale e internazionale.

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Fattore umano: il successo di ogni missione!

Stazione Aeromobili della Marina di Grottaglie: aumentare le performance umane per la sicurezza e l’efficienza delle operazioni.

di Antonello D’Avenia

NOTIZIARIO DELLA MARINA

Per il successo di un’operazione o di una missione, piccola o grande che sia, sono importanti tanti fattori, da quello tecnologico a quello fi nanziario. Ma il più importante resta sempre il fattore umano, quello che gli studiosi anglosassoni chiamano human factor. Questa disciplina studia il modo in cui l’uomo agisce nel proprio ambiente lavorativo al fine di aumentare la sicurezza e l’efficienza delle attività e delle operazioni. L’International Civil Aviation Organization (ICAO) fornisce una chiara definizione: “I fattori umani hanno come oggetto di studio le per sone, mentre espletano le loro man sioni, il loro inserimento nell’ambiente di lavoro inteso in senso fisico e inter personale, il loro rapportarsi agli stru menti di lavoro e alle procedure a cui attenersi. L’obiettivo di tale ricerca è quello di perseguire sicurezza ed effi cienza”.

Abbiamo incontrato il tenente di vascello Paola Plastina, psicologa della stazione Aeromobili della Marina a Grottaglie (Taranto), esperta e profes sionista del settore, e le abbiamo posto alcune domande per farci addentrare in una materia tanto interessante quanto necessaria da conoscere:

Dottoressa Plastina, quali sono i concetti peculiari dello human factor?

Secondo i più recenti studi statistici di settore, l’elemento umano rappresenta il fattore causale di circa il 90% degli incidenti di volo, per cui all’aumento di mezzi sempre più evoluti deve di conse guenza fare seguito l’introduzione di stru menti in grado di aumentare le perfor mance umane. Lo studio del fattore umano, attraverso un approccio fondato sulla co noscenza e l’applicazione di diverse scienze, quali l’ingegneria, l’ergonomia, la medicina, la psicologia e lo studio della gestione delle dinamiche di gruppo, ha lo scopo di formare e addestrare il personale a cono scere e applicare quotidianamente tutte quelle azioni preventive, proattive e reattive all’evento avverso che portano a massimizzare l’output fornito dall’elemento umano dell’organizzazione esaltando gli aspetti legati alla sicurezza del volo.

In che modo la disciplina dello human factor viene applicata presso le Basi Aeree della Marina Militare?

Lo human factor è parte integrante della formazione, dell’addestramento e dell’ope ratività quotidiana del personale dei Reparti

Aerei della Marina. Alla conoscenza delle normative in vigore, delle procedure ope rative e dei manuali tecnici, viene affiancata, tramite corsi ad hoc, seminari teoricopratici e gruppi di lavoro, quella delle co siddette “competenze non tecniche” (nontechnical skills), ossia abilità comporta mentali, cognitive e di interazione che mi tigano e, in alcuni casi, eliminano, la pos sibilità che l’elemento umano infici nega tivamente sull’esecuzione di ogni tipologia di missione assegnabile, garantendo “ope ratività in sicurezza”.

In che modo è possibile quindi fare prevenzione ed imparare dagli errori?

L’analisi degli errori e dei relativi fattori causali all’interno di un’organizzazione presuppone la volontà, da parte di ogni membro della stessa, di segnalare qua lunque criticità o errore con l’intento con diviso di prevenire il loro ripetersi in futuro. È fondamentale, quindi, promuovere una “cultura del riporto”, possibile esclusiva mente in un ambiente lavorativo di fiducia, quindi “non punitivo”, nel quale tutti sono parte attiva nella costruzione e nello svi luppo della “Just Culture”, per la quale gli operatori in prima linea non sono sanzio nati per errori derivanti da azioni, omissioni o decisioni errate adottate sulla base della loro esperienza e formazione, ma

soltanto per violazioni volontarie non im putabili a cause di forza maggiore o allo stato di necessità.

Qual è il contributo della psicologia allo human factor in un ambito altamente operativo come quello del volo?

Nel 2021 le psicologhe del servizio sani tario delle Stazioni Aeromobili/Elicotteri della Marina Militare hanno frequentato il “57° Corso di qualificazione per Ufficiali Sicurezza Volo” presso l’Istituto Superiore di Sicurezza del Volo (ISSV) dell’Aeronautica Militare.

La qualifica ivi conseguita permette ad ognuna delle psicologhe di integrare le nuove competenze acquisite in materia di sicurezza del volo e di human factor con quelle già possedute in virtù della specifica professionalità: una sinergia di esperienze e di competenze che garantisce una forma di supporto psicologico ancor più specifica nei riguardi del personale dei Reparti Aerei.

Stazione Aeromobili della Marina di Grottaglie (Taranto). Il tenente di vascello (psicologa) Paola Plastina durante una conferenza sullo human factor.

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Quando i dettagli fanno la differenza

La sicurezza del volo nelle mani degli specialisti della manutenzione e ispezione dell’equipaggiamento di volo

Grottaglie, cittadina pugliese tra Taranto e Brindisi famosa non solo per le ceramiche, ma anche per l’aeroporto militare della Marina Militare dove operano i “lupi”, questo il nomignolo degli aerei del Gruppo Aerei Imbarcati (GRUPAER), l’unico gruppo ad ala fissa della Marina con gli AV-8B 'Plus", chiamati anche Harrier II e i veli voli F-35B, caccia multiruolo di 5ª gene razione a decollo corto ed appontaggio verticale.

Insieme alla tuta color verde salvia di ogni pilota c’è un equipaggiamento in dispensabile al volo e alla sopravvivenza: la maschera, il casco e il salvagente. Tali strumenti vengono ispezionati e manu tenuti “dall’officina paracadute” da parte di sottufficiali e graduati specialisti del settore.

Inoltre, se si guarda nella cabina di volo

(cockpit) nella parte alta del seggiolino del pilota si può vedere un contenitore nero e lucido al cui interno si trova il “pezzo forte”, quello più importante: il paracadute.

In caso di avaria grave, il pilota tirando una maniglia gialla e nera può decidere di lanciarsi fuori dal velivolo. La sua vita a quel punto è in mano ad un “pezzo di stoffa” di 9 metri quadrati circa. Una vita, una famiglia dipendono a quel punto solo da un “cerchio di nylon”.

Al momento, l’officina paracadute (paraloft) di GRUPAER è composta da 8 sottufficiali che ogni giorno operano per rendere sicuro il volo dei “lupi”.

Un “lavoro oscuro” forse non conosciuto ai più, che necessita di un mix di profes sionalità e senso di responsabilità elevati, si, perché quel paracadute deve essere sempre pronto!

Luogotenente, come si diventa manutentori di equipaggiamento/paracadute?

Il percorso addestrativo è lungo. Il presup posto di base è la conoscenza della lingua anglosassone, visto che tutte le pubblicazioni ispettive sono scritte in inglese. In seguito la Marina Militare invia il personale presso la base della Marina statunitense di Pensacola in Florida, luogo d’eccellenza per l’addestramento tanto da essere definita “parachute university”. Il corso è formato da due moduli: nel primo si studiano gli equipaggiamenti basici, come la maschera, il casco e la tuta anti-g (indumento indossato da aviatori e astronauti sottoposti ad alti livelli di accelerazione, allo scopo di prevenire la perdita di conoscenza, N.d.R.); la seconda fase, più impegnativa, consiste nell’acquisizione delle abilità necessarie per ispezionare e manutenere il paracadute. Al termine del corso si torna in Italia per iniziare un addestramento pratico a cura dell’officina paracadute, dopo aver acquisito la necessaria esperienza si diventa “specialisti pronti”.

Nella sua lunga carriera, è mai capitato che i vostri paracaduti siano stati usati realmente?

Si, nel luglio 2010 a causa di una avaria ad un velivolo, il pilota fu costretto ad eiettarsi.Tutto avvenne in pochi secondi e il sistema funzionò perfettamente: seggiolino d’eiezione, paracadute, equipaggiamento di sicurezza permisero al nostro collega di essere recuperato e di tornare alla base e agli affetti dei suoi cari!

NOTIZIARIO DELLA MARINA
Mariano Arciuolo, 1° luogotenente, 30 anni di Marina di cui 21 al Gruppo Aerei Imbarcati.

Marina Sud: un legame forte con il territorio

di Fabio Dal Cin

Il sodalizio tra la Marina Militare e la città di Taranto è consolidato da oltre un secolo. I lavori di costruzione del bacino in muratura Benedetto Brin iniziarono insieme a quelli di rea lizzazione del primo nucleo dell’Arse nale e del Canale Navigabile nel settembre 1883 e il 21 agosto 1889 l’in tero complesso fu inaugurato alla pre senza del re Umberto I. Da allora la Marina Militare ha sempre svolto un

“Condivisione e promozione” con la popolazione: la rotta seguita dal Comandante Marittimo Sud
NOTIZIARIO DELLA MARINA

Il Comando Marittimo Sud (MARINA SUD) assolve compiti nei settori amministrativi, territoriali, legali e di presidio, occupandosi altresì della difesa delle installazioni, protezione civile, sicurezza della navigazione, antinfortunistica e tutela ambientale nei territori delle regioni di propria competenza: Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Molise, Abruzzo.

Il Comandante Marittimo Sud ha alle proprie dipendenze l’Arsenale Militare Marittimo di Taranto (MARINARSEN Taranto), la Direzione di Commissariato (MARICOMMI Taranto), la Direzione del Genio Militare per la Marina (MARIGENIMIL Taranto), la Direzione di Munizionamento (DIREMUNI Taranto), il Centro Ospedaliero Militare (COM Taranto), l’Infermeria Presidiaria di Taranto (MARINFERM Taranto), ed il Comando Zona dei Fari e dei Segnalamenti Marittimi di Taranto (MARIFARI Taranto) e di Napoli (MARIFARI NAPOLI).

ruolo primario nel tessuto economico e sociale del territorio. A Taranto, inol tre, si trovano Comandi Operativi, Enti Logistici e Formativi che provvedono al supporto dello “Strumento Navale” che in Taranto ha la sua base principale de stinata ad assumere nel prossimo fu turo sempre maggiore importanza strategica. La parola all’ammiraglio di squadra Salvatore Vitiello, Comandante di Marina Sud.

Veduta del Castello aragonese di Taranto, aperto gratuitamente alla cittadinanza e ai turisti che visitano la città, curato e gestito dal personale di Marina Sud.

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Ammiraglio, si sa che la Marina Militare a Taranto è in famiglia, ma in questi ultimi anni Marinasud ha aumentato il già forte legame con la città. In breve, quale è stata la rotta seguita in questi anni sul territorio tarantino?

La rotta seguita è stata quella della “condivisione” e della “promozione”. Condividere la storia dell’Arsenale e degli - arsenalotti - attraverso il ripri stino della sirena che scandiva inizio e fine lavori di migliaia di operai che popolavano via di Palma; Condividere, grazie ai sempre più frequenti open day, la storia delle opere architettoniche e ingegneristiche dell’Arsenale at traverso una maggiore fruibilità della Mostra Storica e della Sala a Tracciare. Condividere i progetti di restauro dei Giardini ottocenteschi del Centro Ospe daliero. Condividere con la cittadinanza le bellezze naturalistiche dell’Isola di San Pietro e della sua spiaggia grazie all’apertura al pubblico. Condividere gratuitamente le bellezze del Castello aragonese con un numero sempre più crescente di turisti. Promuovere, grazie alle sinergie con Istituzioni locali e associazioni, eventi sportivi quali elementi di amalgama e di diffusione della cultura del mare.

Marinasud, attraverso i Comandi dipendenti provvede al supporto dello “Strumento Navale” che in Taranto ha la sua base Principale. Come si è evoluto nel tempo questo sostegno?

Gli obiettivi raggiunti nel corso dell’emergenza sanitaria rispondono alla sua domanda. Mercoledì 6 maggio del 2020, in piena pandemia, la portaerei Cavour ha lasciato l’ormeggio presso l’Arsenale di Taranto. Un’impresa straordinaria: 16 mesi durante i quali l’unità è stata anche por tata in secco nel bacino di carenaggio “Edgardo Ferrati”, fra i più grandi ba cini in muratura d’Europa. Grazie alla sinergia creatasi tra le maestranze

Intervista del Direttore all’ammiraglio di squadra Salvatore Vitiello

dell’Arsenale, le ditte specializzate e al contributo del personale tecnico della Marina e dell’equipaggio di bordo, la nave ammiraglia della Marina Militare ha ultimato – nei tempi previsti – tutti i lavori, compreso l’adegua mento agli standard per il nuovo velivolo F-35B. Nel novembre del 2020, è stato il turno della nostra ex-nave ammiraglia, Garibaldi. La Nave, infatti, dopo un lungo periodo di manutenzioni che l’ha tenuta ferma per circa un anno e mezzo nell’Arsenale, è stata riconsegnata alla Marina ancora più maestosa, efficiente e idonea a garantire e migliorare anche la sicurezza a bordo. Ed ancora, ricordo le soste lavori di Nave Alpino, Nave San Marco, Nave Carabiniere Nave Bergamini, Nave San Giusto, Nave Etna e la messa in sicurezza del galleggiante GT-01, ovvero l’ex- nave Vittorio Veneto, ceduta alla Turchia lo scorso giugno del 2021 e demolita nel giro di 20 giorni.

Ci racconta un evento di questo suo periodo di “lungo comando” al timone di Marinasud al quale è particolarmente legato?

In realtà ci sono diversi momenti che desidero ricordare: il primo ingresso della portaerei Cavour in Mar Piccolo a Taranto. Il transito a vele spiegate dal canale navigabile della nave scuola Amerigo Vespucci con ormeggio vicino al Castello aragonese. Il Trofeo del mare, evento sportivo marinaresco orga nizzato e promosso dal Comando Marittimo Sud dalla Marina Militare, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani al rispetto del mare e delle tematiche ambientali, di favorire l’accrescimento della cultura marinara. Una manife stazione arricchita con eventi culturali, scientifici e artistici di assoluto valore e aventi tutti come comune denominatore “Il mare”. La SailGP, 2ª tappa del Campionato mondiale per catamarani F50, per la prima volta disputato in Italia. Giorni intensi ed emozionanti, che hanno visto il defilamento dei velocissimi catamarani lungo il canale navigabile e sotto il Ponte Girevole,

aperto per l’occasione, con il pubblico posizionato lungo il corso due Mari ad applaudire gli equipaggi. Infine la premiazione, lungo la banchina del castello. Nel 2019, ambito celebrazione dei Riti della Settimana Santa, ho avuto l’onore di reggere il laccio della statua del Cristo morto. “Fonti intelligence” ci informano che dalla Toscana, sua terra d’origine, ha portato con se una grande passione che ben si è sposata con il mare della Puglia: la pesca. Tra i mille impegni riesce qualche volta a dedicargli un po’ di tempo?

Sottraendo ore al sonno, a volte, riesco a dedicare un minimo di tempo. Sono un uomo di mare, nato a contatto con il mare. Nell’isola d’Elba, come in ogni isola, la pratica della pesca viene insegnata fin da piccoli e Taranto, divisa tra due mari, con la città vecchia edificata su un isolotto e con le isole Cheradi ultimo avamposto prima del mare aperto è portatrice di tradizioni millenarie dell’arte della pesca.

Lei è cittadino onorario di Taranto, una bella gratificazione! Ha un saluto particolare da rivolgere ai suoi con cittadini tarantini dalle pagine del Notiziario della Marina?

Taranto è una città meravigliosa, un museo a cielo aperto. La città vecchia con le Colonne del tempio, gli Ipogei, l’architettura di età bizantina, i vicoli e loro funzioni, la Chiesa di San Domenico, la Cattedrale di San Cataldo, il Castello Aragonese, il Ponte Girevole “San Francesco di Paola” sono elementi identitari, unici al mondo unitamente ai riti religiosi, alle capacità marinare sche dei nostri maestri d’ascia, alle tecniche di pesca e tanto altro. Questa consapevolezza deve essere trasmessa alle future generazioni, affinché la città bimare, si riappropri delle proprie tradizioni così cantate dai poeti del passato. A tutti i tarantini, l’augurio di mari calmi e venti favorevoli!

Storia di navi e navigazione, tra antico e moderno

Giornata di studi: “Storia di navi e navigazione, tra antico e moderno” aperta a tutta la cittadinanza con visite guidate a cura della Mostra Storica dell’Arsenale (Mo.S.A)

Domenica 5 giugno, nella Sala a Trac ciare dell’Arsenale militare di Ta ranto, con il patrocinio della Marina Militare, dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, del Dipartimento Jo nico, della Regione Puglia e del Comune di Taranto, si è svolta la giornata di studi:“Sto ria di navi e navigazione, tra antico e mo derno”.

La manifestazione aperta a tutta la cittadinanza con visite guidate a cura della Mostra Storica dell’Arsenale (Mo.S.A), è stata or ganizzata dalla Direzione dell’Arsenale, in accordo con il Comando Marittimo Sud ed in collaborazione con l’Associazione Italiana di Cultura Classica di Bari. A porgere i saluti sono stati il Comandante Marittimo Sud, ammiraglio SalvatoreVitiello e il Direttore dell’Arsenale, ammiraglio

Pasquale De Candia, mentre la prof.ssa Pasqualina Vozza, Docente di Lingua e let teratura latina dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e Presidente dell’Associa zione Italiana di Cultura Classica di Bari, ha presentato i relatori.

Il primo intervento, dal titolo “Officine e Macchine: il Patrimonio dell’Arsenale di Taranto”, è stato curato dall’architetto An tonio Monte, ricercatore del CNR-ISPC (Consiglio Nazionale delle ricerche - Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) della sede di Lecce: un emozionante viaggio nel passato capace di rievocare le ragioni sto riche che dopo l’unificazione dell’Italia, nel 1861, e la nascita della Regia Marina, por tarono allo studio di un articolato programma di ridefinizione e razionalizzazione dell’assetto generale degli insediamenti, fi

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di Fabio Dal Cin

nalizzato a creare un sistema militare ma rittimo organizzato, in grado di coprire in modo omogeneo ed efficiente l’intero territorio nazionale.

Un percorso grazie al quale l’uditorio ha potuto rivivere i fasti di uno stabilimento capace di ospitare durante le due guerre mondiali 12mila operai fino a raggiungere le 15mila unità al termine del conflitto.

Dall’archeologia industriale alla storia della “navigazione ai tempi dei Romani”: è questo il tema trattato dal secondo relatore, la Prof.ssa Maria Casola, Docente di Storia del Diritto Romano del dipartimento ionico dell’università degli studi “Aldo Moro”. Aneddoti e approfondimenti sup portati da documenti normativi, finalizzati a comprendere l’organizzazione della nave nel suo insieme e nei suoi utilizzi: da quello

militare a quello mercantile, dalle modalità con cui si svolgevano i traffici commerciali alle azioni necessarie per contrastare la pirateria, per finire alle strategie con cui si tutelavano le rotte commerciali impiegando le navi da guerra. Di quest’ultime, in realtà, “non abbiamo dei resti, non abbiamo niente; sarebbe il sogno di qualunque ar cheologo trovare un pezzo di una nave militare romana” le parole dell’ammiraglio (riserva) e terzo relatore, Cristiano Bettini; “in questo preciso momento interviene in aiuto il mondo classico: tutto ciò che oggi sappiamo sulle navi militari viene da fonti iconografiche, letterarie e numisma tiche”, ha aggiunto l’ammiraglio. Autore nel 2015 del libro “Oltre il fiume Oceano”, Bettini ha dapprima posto l’attenzione sull’importanza del legame tra il mondo classico e la Marina romana per poi narrarne con puntualità ed aneddoti l’espe rienza in Britannia. Una fedele ricostruzione delle imprese dei navigatori romani nei mari del Nord, quando l’oceano era parti

colarmente temuto, e il Canale della Manica veniva identificato con il limite oltre il quale c’era l’Ade. Rotte atlantiche complesse per navi leggere che avevano bisogno di “spiaggiare” ogni giorno, che non avevano viveri e dove non si poteva dormire. A chiudere il seminario è stata la prof.ssa Pa squalina Vozza, la quale, nel suo intervento dal titolo la “nave come simbolo”, ha evocato le gesta di eroi che hanno affidato la loro fama al mare e alle navi:“A cominciare da Odisseo che ha navigato e percorso tante rotte per tornare a casa, ad Enea, agli Argonauti, a Teseo, a Palinuro, possiamo renderci conto da quanto tempo ha avuto inizio questa storia di navigazione”, le sue parole.

Arsenale di Taranto. Il modellino della motocannoniera/motosilurante Freccia donata dal Sig. Dicandia alla mostra storica dell’arsenale (MoSA). Da sinistra: Sig. Dicandia, architetto Antonio Monte, l’amm. Bettini, il Comandante marittimo sud, amm. Vitiello e il direttore dell’arsenale, amm. De Candia.

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Marina Militare: un brand di successo

Il marchio Marina Militare è un ottimo volano per promuovere la nostra immagine.

Brand immagine, brand identity sono solo alcuni di quei termini anglofoni, ormai divenuti co muni nel linguaggio degli esperti e non che rappresentano la credibilità (credibility) di un’organizzazione mo derna e al passo coi tempi.

La Marina Militare e le altre Forze Armate hanno iniziato ormai da tempo un percorso nel mondo della comu nicazione a 360° che ha l’obiettivo di concorrere a formare e consolidare l’immagine istituzionale della Marina insieme alla sua reputazione, elementi che poggiano le proprie basi nell’ope rato quotidiano del personale militare e civile e affondano le radici nella stessa storia della Marina.

Approfondiamo l’argomento con Si mone Battisti, capitano di vascello a capo del 3° ufficio Immagine e promozione dell’Ufficio Pubblica Infor mazione e Comunicazione (UPICOM) dello Stato Maggiore Marina.

Grazie alla collaborazione con Difesa Servizi S.p.A, sono state avviate sinergie con aziende che fanno riferimento al nostro stesso sistema di valori e che contribuiscono ad avvicinare la Forza Armata ai cittadini

La parola al Capo del 3° Ufficio Immagine e Promozione, capitano di vascello Simone Battisti

La Marina Militare è ben vista dall’opinione pubblica e questo testimonia l’importanza della comunicazione. L’Ufficio Immagine e Promozione che ruolo ha in proposito?

Secondo il Rapporto Eurispes 2021, la Marina Militare ha la fiducia del 73.6% degli italiani. Un risultato gratificante, frutto anche di un lavoro di comunicazione e informazione cui la Forza armata è molto attenta e a cui concorre anche l’Ufficio Immagine e Promozione. È grazie al lavoro dell’equipaggio che ho l’onore di coordinare da circa tre anni che vengono gestiti gli eventi, avviate nuove collaborazioni con aziende italiane, fidelizzate quelle già in essere e promossi prodotti editoriali capaci di far conoscere, ognuno con il proprio tema, la Forza armata a un pubblico sempre più numeroso.

Comandante l’Ufficio a cui fa capo, come ha fronteggiato la pandemia, dato che il contatto con il pubblico è lo strumento più efficace per trasmettere l’esperienza e i valori della Marina?

La pandemia da COVID-19 ha ridotto notevolmente le possibilità di incontro in presenza ma, grazie al supporto delle piattaforme digitali, siamo riusciti a svolgere conferenze di orientamento e informazione a istituti scolastici per promuovere tra i giovani il reclutamento e la cultura della marittimità. Nell’ultimo anno, per il solo orientamento post scuola secondaria, sono stati condotti oltre cento eventi, a distanza o in presenza, con il coinvolgimento di oltre 8mila studenti. Nel momento in cui la situazione pandemica l’ha permesso, abbiamo ripreso la partecipazione alle manifestazioni pubbliche come il Salone Nautico di Venezia, quello di Genova, il Job Orienta a Verona proprio perché interagire dal vivo con le persone resta lo strumento migliore per creare empatia e trasmettere il proprio vissuto.

La collaborazione con Difesa Servizi S.p.a. si è rivelata un successo per la valorizzazione del brand. Come è cresciuto in questi anni il brand Marina Militare?

Il marchio Marina Militare è sicuramente un ottimo volano per pro muovere la nostra immagine. Grazie alla collaborazione con Difesa Servizi S.p.A, sono state avviate sinergie con aziende che fanno riferimento al nostro stesso sistema di valori e che contribuiscono ad avvicinare la Forza armata alla vita quotidiana dei cittadini in diversi settori merceologici, come l’abbigliamento, il calzaturiero, l’ottica,

l’orologeria, gli strumenti per la scrittura e riscontriamo un forte aumento di richieste da parte di altre aziende che vogliono far parte del nostro equipaggio. Anche grazie a queste attività, negli ultimi anni c’è stata una crescita continua e costante della nostra brand reputation che, non dimentichiamolo, vanta più di 160 anni di storia. L’editoria è uno dei fiori all’occhiello della comunicazione targata Marina Militare. Quali sono i criteri di valutazione per una nuova pubblicazione? La storia, i valori, le componenti, i mezzi e le attività sono i temi delle pubblicazioni di Forza ar mata. L’obiettivo è quello di raggiungere un pubblico sempre più vasto diversificando l’offerta. Da qui la scelta di presentare testi a carattere storico e di attualità; volumi caratterizzati da stili narrativi diversi: alcuni più didascalici, altri più suggestivi ed emozionanti. E poi la scelta di arrivare ai più giovani con prodotti che possano incuriosirli e avvicinarli alla Marina Militare. Nel perseguire questo obiettivo, il 2021 ha segnato anche un passaggio importante per la comunicazione della Marina, grazie all’apertura dello store editoria di Forza armata sul portale Amazon che ha reso la pubblicistica un asset strategico su scala internazionale, ampliando la platea di lettori e quadruplicando la distribuzione, con ordini arrivati da ogni parte del mondo. Quale ricordo o evento le ha regalato un’emozione in particolare?

Per chi come me veniva da un percorso professionale operativo, vissuto tra mare e cielo, quello di capo ufficio Immagine e Promozione è stato un impiego diverso, ma molto entusiasmante. In questi anni ho toccato con mano quanto lavoro c’è dietro ogni evento, pubblicazione, video, post, articolo che quotidianamente veicola al pubblico l’essenza della Forza armata. Di emozioni ce ne sono state diverse: sono legate ai risultati raggiunti, ai progetti portati a termine, frutto di un lavoro di squadra ma credo che l’emozione più bella resti il sorriso delle persone: quello che incontri nel volto di chi visita i nostri stand durante gli eventi, di chi resta sorpreso dai nostri prodotti e di chi ci sostiene da tempo perché condivide gli stessi valori.

In alto: Simone Battisti, capitano di vascello, a capo del 3° ufficio Immagine e promozione dell’Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione (UPICOM)dello Stato Maggiore Marina. Nelle altre immagini, le attività di immagine e promozione della Forza Armata.

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Finalmente l’attesa è finita! dopo quattro lunghi anni, fatti anche di in certezze, perché il risultato non era affatto scontato la Legge Salvamare è de finitiva.

E cosi, dopo che la tutela dell’ambiente è entrata tra i principi fondamentali del nostro Stato, con la Legge Salvamare l’Italia fa un ulteriore passo verso la sal vaguardia di un patrimonio, quello am bientale, che è di vitale importanza. Una storia partita nel 2018, promossa dall’associazione ambientalista Marevivo e condivisa dall’allora ministro dell’Am biente Sergio Costa. Sarà lui a portare il disegno di Legge nelle aule della politica. Da allora, quella di Marevivo, è stata un’azione continua che in questo testo di legge non ha mai smesso di sperare. Ne sono testimoni il dialogo continuo con le istituzioni e gli operatori del com parto marittimo, ma anche la petizione con 100.000 firme raccolte per sottoli neare il bisogno e l’urgenza di questa norma, che permette di agire direttamente

nella rimozione immeditata della plastica, ma anche di posizionare degli sbarramenti nelle foci dei fiumi, evitando quindi che i rifiuti finiscano in mare. Era facile aspettarsi un iter di approvazione rapido, ma le cose sono andate diversamente. Ne abbiamo parlato con Rosalba Giugni, fondatrice e presidente dell’associazione Marevivo, che di questa Legge si può forse considerare la vera fautrice.

Rosalba, dopo quattro anni final mente la Salvamare è legge. Ti saresti mai aspettata un processo così

lungo per una norma che rappresenta, difatti, un crocevia per la tutela del mare?

L’iter di approvazione della Legge Salvamare è stato lungo e tortuoso. Tutto ha avuto inizio nel 2018, quando l'allora Ministro del l’Ambiente Sergio Costa, dopo mesi di lavoro con gli esperti e il suo legislativo, ha lanciato il disegno di legge proprio dalla sede nazionale di Marevivo, sul Tevere. Da allora, in questi quattro anni, si sono susseguiti ostacoli di ogni tipo: una pandemia, una guerra e una conseguente emergenza rifugiati, un cambio di governo, che hanno fatto sembrare il

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La Legge Salva(il)mare

Approvata in via definitiva la Legge Salvamare. Adesso sarà possibile per i pescatori recuperare la plastica ritrovata in acqua, ma il testo di legge prevede molti altri possibili interventi a tutela dell’ecosistema marino.

Marevivo, trentasette anni al servizio del mare

Il 22 febbraio, nella sede di Marevivo è stato celebrato il 37° anniversario dell’associazione. I festeggiamenti sono stati l’occasione per un incontro con istituzioni quali il comune di Roma nella persona di Sabrina Alfonsi, Assessore all’Ambiente del Comune di Roma con Delega al Tevere, la Marina Militare con il comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio Aurelio De Carolis, il Comandante Generale delle Capitanerie di Porto ammiraglio Nicola Cardone, ma anche di associazioni importanti come il WWF Italia con il suo fondatore Fulco Pratesi, e l’ex ministro dell’Ambiente e presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecorare Scanio. L’associazione

Marevivo, che opera attraverso quattro “Divisioni” (Spiagge e coste, Vela, Subacquea, Canoa e kayak), nasce nel 1985 per la difesa del mare e delle sue risorse. La sede nazionale, un galleggiante ormeggiato sul Tevere, nel cuore di Roma, è un “punto di incontro di incontro sui temi della difesa e valorizzazione dell’ecosistema fluviale e marino”. Importanti i successi ottenuti come il divieto alle microplastiche nei cosmetici da risciacquo e il divieto di pesca delle oloturie. Prezioso e continuo il rapporto negli anni anche con la Marina Militare, come la mostra presentata e ospitata a bordo di nave Vespucci nel 2016, in occasione della campagna “Mare Mostro: un mare di plastica?”.

provvedimento legislativo meno urgente ri spetto alle situazioni drammatiche che il Parlamento ha dovuto gestire. Dopo una serie di rimpalli, esaminato prima alla Camera e poi in Senato, il disegno è tor nato alla Camera e ancora al Senato. Il suo iter estenuante ha visto la conclusione l’11 maggio scorso, quando il Senato della Re pubblica ha approvato, in via definitiva il Di segno di Legge “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare (‘Legge Salvamare’)”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 giugno scorso. In questi anni di attese e rinvii, Marevivo non si è mai arresa e nel 2021 ha chiamato a raccolta il mondo del mare che ha risposto con forza chiedendo al Parlamento l’immediata approvazione della Legge. A questa azione corale si è affiancata l'eco della petizione lanciata, sempre da Marevivo, su Change.Org, che ha raggiunto quasi 100.000 cittadini. Questo è per noi un traguardo importantissimo ma attendiamo che la legge diventi concreta e operativa a tutti gli effetti con l'approvazione

dei decreti attuativi. Per questo qualche giorno fa abbiamo scritto, insieme alle realtà del mondo del mare, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Garofoli e ai ministri Roberto Cingolani (MITE), Stefano Patuanelli (MIPAAF) e Patrizio Bianchi (MIUR), lanciando un appello per l’attuazione urgente dei decreti attuativi della Legge Salvamare.

Quali sono le novità che introduce la legge Salvamare e quanto questo quadro normativo tutela veramente l’ambiente?

Con questa Legge il nostro Paese dispone fi nalmente di uno strumento efficace e concreto, richiesto anche dall’Unione europea, che consente ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti invece di sca ricarla in mare, azione che prima costituiva reato di trasporto illecito di rifiuti. Ma la Sal vamare prevede anche l’installazione di sistemi di raccolta alla foce dei fiumi per in tercettare la plastica prima che arrivi in

mare e si occupa di dissalatori, sottoponendo la loro realizzazione alla preventiva valutazione di impatto ambientale, e ancora di educazione, campagne di pulizia, Posidonia oceanica e tanto altro.

La Salvamare intende promuovere, infatti, il ruolo dell’istituzione scolastica nella tutela dell’ambiente, soprattutto del mare e delle acque interne, e nel corretto riciclo dei rifiuti ed è la stessa cosa che Marevivo fa dall’inizio della sua attività, con bambini e ragazzi nelle scuole e negli istituti scolastici, ma anche con gli adulti, grazie ad attività di pulizia delle spiagge, installazione di pannelli informativo divulgativi e di isole ecologiche, campagne nazionali e internazionali, attività di team building in collaborazione con partner esterni e molto altro ancora.Tutte le tematiche sono di grande importanza, ma forse quella che ci sta più a cuore, vivendo ogni giorno la vita del fiume da vicino sulla nostra sede galleggiante, è la raccolta di rifiuti galleggianti nei fiumi, prima che arrivino in mare. Infatti, l’80% della plastica che inquina le nostre acque arriva dall’entroterra, trasportata dai

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fiumi. Una volta in mare, il suo processo di deterioramento la trasforma in milioni di in visibili microplastiche che vengono confuse per cibo dagli animali marini, con conseguenze spesso fatali.

Una volta ingerite da loro entrano, quindi, a far parte della catena alimentare. Questo dovrebbe farci riflettere: è in gioco la salute del Pianeta e soprattutto la nostra.

Il disegno di legge iniziale prevedeva dei provvedimenti che poi non sono stati inseriti nel testo della norma approvata?

Pur rappresentando una svolta nella salva guardia dell’ambiente e nella promozione

dell’economia circolare, alla Legge Salvamare mancano temi importanti, per cui Marevivo si è battuto e per cui ha proposto degli emendamenti che, purtroppo, non sono stati accettati, come quello per il corretto smalti mento e riciclo delle retine dei mitilicoltorila cui dispersione in mare arriva raggiunge il peso di circa 150 tonnellate ogni anno - op pure sull'etichettatura più dettagliata dei capi di abbigliamento, per sensibilizzare al corretto lavaggio affinché si riduca la di spersione di micro-fibre. Infine si dovrebbe vietare il volo dei palloncini, che finiscono nell’ambiente e nel mare e sono al terzo posto tra i rifiuti più pericolosi per foche, tartarughe e uccelli marini, trasformandosi in una minaccia letale per molti animali, che finiscono intrappolati nei fili o ingeriscono pezzi di palloncini scambiandoli per cibo.

Siete stati tra i primi a raccogliere la plastica che inquinava le spiagge, oggi quanti sono i vostri volontari impegnati nelle numerose campagne condotte dalla vostra associa zione?

Marevivo nasce nel 1985 con l'obiettivo di promuovere azioni a sostegno del mare e dei suoi abitanti. Insieme a me, sin dal primo momento, Carmen di Penta, Direttore Generale Marevivo.

Oggi la nostra Onlus può contare su una rete solida e numerosa costituita in primis da mia figlia Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni Istituzionali, da un Comitato Scien tifico di altissimo livello, dalle Delegazioni presenti su tutto territorio nazionale, dai Soci e da centinaia di volontari in tutta Italia. Prezioso anche il lavoro delle Divisioni Subacquea, Vela, Canoa & Kayak e Spiagge e Coste, che ci permettono di agire su tutti i fronti in difesa del nostro mare.

A sinistra, Rosalba Giugni, presidente dell’associazione Marevivo.

Nel 1985 hai fondato un’associazione che oggi è un faro riconosciuto internazionalmente per la tutela del mare. Il tuo lavoro, quello dei vo lontari e di tutta la squadra di Ma revivo, è indirizzato unicamente a proteggere il mare da un inquinamento che arriva da ogni fronte, spesso anche inaspettati come la cosmesi o l’abbigliamento. Vuoi ricordare ai nostri lettori, perché il mare è cosi importante?

Da quasi quarant'anni portiamo avanti cam pagne nazionali e internazionali che ci vedono impegnati su diversi fronti. Marevivo è costantemente attiva con iniziative di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica, delle istituzioni e dei governi con i quali interloquisce per ottenere leggi efficaci e concrete per combattere la marine litter e proteggere l’ecosistema marino e le sue specie.

Tra le battaglie vinte: la legge per la messa al bando delle micro-plastiche nei cosmetici da risciacquo e dei cotton-fioc non biode gradabili, il divieto di pesca delle oloturie, il divieto di pesca, detenzione e consumo dei datteri di mare e la messa al bando delle reti da posta derivanti, le cosiddette spadare, chiamate anche muri della morte per delfini, balene, capodogli, tartarughe, squali e per tutti gli animali pelagici che le incontravano. Alcuni mesi fa abbiamo effettuato il recupero di una spadara di oltre 3000 metri abban donata sul fondale dell’Area Marina Protetta dell’Isola delle Femmine, in Sicilia. Nell’ambito delle azioni di tutela della biodiversità, l’Associazione nel 1990 ha lanciato una Cam pagna di tutela della posidonia oceanica. L’operazione ha previsto un intervento spe rimentale di riforestazione con messa a dimora di talee per un’estensione di quasi

2.000 metri quadrati di fondale. Marevivo ha poi esteso la campagna anche a livello internazionale cercando di realizzare azioni concrete di salvaguardia della pianta attraverso azioni sinergiche di intervento tra i paesi mediterranei.

Tra le campagne più recenti ricordo “Adotta una spiaggia” che vuole promuovere attività di pulizia, osservazione e valorizzazione di decine di spiagge in tutta Italia, “Replant”, progetto di divulgazione scientifica e di sen sibilizzazione che vuole aumentare la con sapevolezza dei cittadini riguardo il ruolo vitale delle foreste marine, che sono molto meno conosciute di quelle terrestri, mettendo in pratica attività sperimentali di piantumazione, con l’obiettivo di poter un giorno rifo restare il mare così come si fa sulla terra. Inoltre stiamo portando avanti “PFU Zero”, progetto che prevede il recupero di pneumatici fuori uso a mare e a terra e il loro corretto

smaltimento e riutilizzo, nel rispetto dei principi dell’economia circolare.

Il mare rappresenta il 70% della superficie del Pianeta, produce oltre il 50% dell’ossigeno che respiriamo, assorbe un terzo dell’anidride carbonica, gas responsabile dei cambiamenti climatici, e rappresenta il 98% del territorio abitato dalla vita.

Può continuare a svolgere le sue funzioni vitali solo se è in buona salute e in equilibrio con tutti gli esseri viventi, animali e vegetali, che lo abitano. Per questo abbiamo scelto di proteggerlo.

Ma non c’è più tempo: bisogna eliminare la plastica usa e getta, rivedere le nostre abitudini quotidiane e cercare di muoverci verso una transizione ecologica, che com prenda non solo una transizione energetica verso fonti di energie rinnovabili, ma anche l’attuazione di una vera e propria economia circolare e di una transizione alimentare.

Un sincro mondiale

L’Italia del nuoto sincronizzato, con le atlete della Marina, conquista per la prima volta il podio nella specialità Combinato. di Emanuele Scigliuzzo

La nazionale del nuoto sincroniz zato per la prima volta conquista un podio mondiale nella specialità libero combinato. Nella piscina di Bu dapest, dove si sono svolti i mondiali di nuoto, si sono tuffate insieme alle nostre atlete Gemma Galli (capitano), Linda Cerruti, Costanza di Camillo, Costanza Ferro e Marta Murru, anche Domiziana Cavanna, Marta Iacoacci, Enrica Piccoli, Federica Sala e France sca Zunino. Con la coreografia di Vlada Chigireva, Aleksandra Patskevic e Svetlana Romashina, eseguita sulle note di una musica tratta dall’Album Koser di Aytekin Atas, un compositore turco, il team italiano ha raggiunto un risultato mai ottenuto prima.

Gemma, a cosa si ispira il vostro esercizio?

Il nostro esercizio di libero combinato si ispira alla serie tv “il secolo magnifico”, la serie è ispirata da eventi realmente avvenuti durante il regno del Sultano Solimano il Magnifico, considerato il più grande con dottiero nella storia dell'Impero ottomano. Novità da un punto di vista tecnico?

Lo stile dell’esercizio è russo proprio

perché inventato da tre ex-atlete della nazionale russa, campionesse olimpiche. I movimenti sono rotondi, morbidi e quindi meno schematici rispetto a quelli che in seriamo normalmente nei nostri esercizi. Sono più difficili da sincronizzare e rendere uguali. Ci siamo messe in gioco e siamo riuscite a nuotare un esercizio pulito e bene eseguito. È una coreografia molto complessa e articolata che ha impressionato positivamente.

Emozioni dopo una vittoria cosi importante soprattutto con il ruolo di capitano della squadra? È stato veramente un mondiale speciale, queste medaglie ci hanno ripagato di tutti gli sforzi fatti per arrivare fino a qui. È stato un onore e una grande soddisfazione essere il capitano di una squadra così bella e unita composta da atleti che stimo infinitamente. Porteremo nel cuore ogni singolo momento con la speranza di poterci e potervi emozionare ancora du rante gli Europei di Roma!

La squadra azzurra conquista anche una medaglia inedita, con 92.033 punti (27.6 per l’esecuzione – 36.9333 per l’impressione artistica e 27.5 per la difficoltà). Sul podio sono state prece

dute dalle ragazze ucraine che otten gono l’oro con un punteggio di 95.0333 e dalle giapponesi che con 93.5667 punti conquistano la medaglia di argento. Sono serviti invece 91.0191 punti (27.3000 per l’esecuzione, 27.5000 per l’impressione artistica e 36.2191 per gli elementi) alla formazione scesa in acqua per la Prova Tecnica. Insieme al capitano Gemma Galli, Linda Cerruti, Costanza di Camillo, Costanza Ferro e Marta Murru (atlete Marina Militare) si sono tuffate Domiziana Cavanna, Marta Iacoacci ed Enrica Piccoli. Anche in questo caso, le nostre atlete hanno confermato in finale il terzo posto ot tenuto nel preliminare. Per la prova tecnica il podio è stato condiviso con le ragazze della Cina che ottengono l’oro con 94.7202 punti e le ragazze del Giappone che conquistano l’argento con 92.2261 punti.

Linda Cerruti, quali sensazioni dopo un argento mondiale?

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Un'emozione davvero indescrivibile, una soddisfazione che ti ripaga anche di più di tutte le fatiche fatte, la realizzazione di un sogno. A cosa vi siete ispirate per questo esercizio?

Tutto è nato perché ci sentiamo vicini ai supereroi quando lottano con tutte le loro forze difendendo, proteggendo e rassicu rando. Vogliamo rappresentare la forza di affrontare i problemi, soprattutto dopo il periodo pandemico e vogliamo dare un messaggio di speranza e rinascita. La nostra squadra Nazionale sceglie sempre temi importanti per comunicare le proprie idee. Lo sport è un’arte e come tale rap presenta, scandisce e influenza da sempre la vita quotidiana. Noi, otto ragazze spavalde e talentuose che dalla piscina vogliono trasmettere al mondo le proprie idee, il proprio coraggio, la fiducia e la so lidarietà, anche e soprattutto in questo momento di ripresa e ritorno alla normalità, in cui non mancano però altre tragedie da affrontare e superare tutti insieme.

Così nasce Super Eroi con la musica We Can Be Superheroes di Antongiulio Frulio e la coreografia dello staff tecnico azzurro.

Grande soddisfazione anche dalla finale Highlight Free Routine che riesce a conquistare un argento prestigioso con 92.2667 punti. Precedute dall’Ucraina che ottiene 95.0333 punti ottenendo l’oro, le nostre ragazze chiudono davanti la Spagna che otteniene 91.9333 punti. In acqua, per la conquista di questa medaglia, sono entrate Cerruti Linda, Ferro Costanza, Di Camillo Costanza, Galli Gemma e Murru Marta, con Do miziana Cavanna, Marta Iacoacci ed Enrica Piccoli.

Costanza Ferro ci ha raccontato le sue emozioni al termine di questo appuntamento mondiale a Budapest.

Dire che è stata un’emozione enorme può sembrare banale, ma è davvero difficile

descrivere tutte le emozioni provate in questi nove giorni di gara. Ogni giorno, ogni singola gara ci dava quella motivazione in più per affrontare quella successiva (specialmente negli ultimi giorni, dove la stanchezza fisica si faceva sentire ma la forza mentale prevaleva).

Devo dire che dopo tre anni gareggiare fi nalmente con un pubblico è stato il regalo più grande, quell' adrenalina che è venuta un po’ a mancare da quando c'è stato il Covid e che finalmente abbiamo ritrovato. Costanza come nascono la musica e la coreografia sull’esercizio Highlight Free Routine?

Per quanto riguarda l'esercizio dell'Highlight, il tema è il Dragone, preso spunto da un esercizio del Busto Arstizio. Ci piaceva molto l'idea e devo dire che l'abbiamo creata molto velocemente per quanto ci piaceva. Prima di questo esercizio quello che ci diciamo è proprio "ce lo abbiamo nel sangue, è nostro". Per questo ci chia mano ringhio team, niente di più vero, niente di più nostro.

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Sorella non è solo un’imbarcazione storica donata alla Marina: la sua prora è rivolta ancora verso il mare, pronta a navigare con altri marinai da oggi con le “stellette”

A 164 anni - volontaria - in Marina

Il 21 giugno 2022 si è tenuta presso la Scuola Navale Militare “France sco Morosini”, sede della Sezione di Venezia dello Sport Velico della Ma rina Militare, la cerimonia di donazione dell’imbarcazione a vela Sorella. Costruita nel 1858 dal cantiere inglese Dan Hatcher di Southampton, e col locata da una classifica della prestigiosa rivista inglese Classic Boat al quarto posto tra le più importanti imbarca zioni storiche a livello internazionale, Sorella è la più “anziana” barca da regata del Mediterraneo e fra le più an tiche naviganti al mondo. Sorella diventa così l’imbarcazione in servizio più an ziana della flotta della Marina, seguita da Viri, uno Skerry Cruiser 30 varato in Finlandia nel 1928 e dalla nave scuola Amerigo Vespucci, varata nel 1931.

La cerimonia di donazione, culminata con l’alzabandiera del Tricolore e la benedizione dell’unità, è avvenuta alla presenza dell’industriale padovano Re nato Pirota, donante e proprietario di Sorella per oltre 30 anni. Presenti il capitano di fregata Marco Zanet, vice comandante del Morosini in rap presentanza del capitano di vascello Marcello Ortiz Neri Comandante della Scuola, il capitano di vascello Giuseppe Cannatà, Capo Ufficio Vela e Direttore Sport Velico Marina Militare e il capitano di vascello Roberto Fazio in rappresentanza del Comando

di Andrea Tirondola

di Presidio Militare di Venezia. “Dono con orgoglio la mia imbarcazione alla Marina Militare”, ha dichiarato Renato Pirota, “Con la consapevolezza che oltre a diventare uno strumento per l’addestramento alla vela di giovani allievi, considerata la sua storicità possa anche avvicinare le nuove ge nerazioni alla cultura navale”. Nel corso della cerimonia è stato letto il messaggio del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra

Enrico Credendino: “I giovani che, sotto i colori della Marina Militare, solcheranno le onde con questa im barcazione, saranno consapevoli di essere custodi non solo di un natante prezioso, ma anche e soprattutto della storia e delle tradizioni che essa rap presenta, e che faranno rivivere ogni volta che ne spiegheranno le vele”. Nel suo messaggio il capitano di va scello Marcello Ortiz Neri, Coman dante della Scuola Navale Militare, ha

osservato: “Sorella non è solo un’im barcazione storica. La sua prora è rivolta ancora verso il mare, pronta a navigare con altri marinai, da oggi con le stellette. Ed è significativo che a custodirla sia un istituto di forma zione della Marina Militare, in un ideale connubio tra la tradizione ma rinaresca e il futuro rappresentato dagli Allievi della Scuola Navale Militare Francesco Morosini”. Come già avvenuto in occasione di precedenti donazioni di imbarcazioni a vela alla Marina, da Viri del 1928 a Caroly del 1948, da Capricia del 1963 a Chaplin del 1974, anche a bordo di Sorella è stata apposta una targa in ricordo della donazione.

Scuola Navale Militare “Francesco Morosini”, 21 giugno 2022. Presso la sede della Sezione di Venezia dello Sport Velico della Marina Militare si è tenuta la cerimonia di donazione dell’imbarcazione a vela Sorella.

La barca

Caratterizzata da una poppa a spec chio e ponte a tre quarti, Sorella, cutter aurico in legno, ha una lun ghezza 10,97 metri compreso l’armamento, una larghezza di 2,74 metri, un pescaggio di 1,50 metri e un peso di 4,5 tonnellate.

L’armo velico a gaff cutter, distribuito su cinque vele, è pari a circa 65 metri quadrati.

Alcune ricerche hanno evidenziato come Sorella fosse stata impiegata come palestra sperimentale da parte dei fratelli William e George Gor don, committenti e primi proprietari della barca, per lo studio dei primi rudimentali spinnaker.

Sorella è arrivata in Mediterraneo nel 1988 grazie all’imprenditore padovano Renato Pirota, subendo nel 1990 un importante restauro eseguito dal cantiere su progetto dell’architetto triestino Carlo Sciar relli.

Tra i Circoli ai quali è stata iscritta si ricordano il Royal Southern Yacht Club di Southampton, lo Yacht Club Porto Rotondo, lo Yacht Club Costa Smeralda, lo Yacht Club Adriaco e l’AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca).

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Il più nobile degli sport nautici

Quali cime, quali sono i nodi da usare per un ormeggio e quali manovre effettuare per un’ormeggio in sicurezza? Scopriamolo con queste brevi ma essenziali nozioni.

Uno degli aspetti fondamentali da conoscere per chi va in barca è quello dell’’ormeggio. Quali cime dovrò usare? Conosco i nodi giusti? Sono in grado di manovrare la barca in qualsiasi circostanza? Cos’è l’ormeggio di punta e quello all’inglese?

Partiamo dal presupposto che le cime d’ormeggio svolgono una funzione diversa dalle cime che vengono usate per le manovre a bordo della nostra barca, ciò comporta che avranno caratteristiche dif ferenti. Il carico di rottura, indicato in Kg, di una cima di ormeggio è fondamentale, superato questo valore la cima si spezzerà perché è stata sottoposta ad un carico di lavoro maggiore rispetto a quello per cui è stata progetta e prodotta. Il carico di lavoro dovrà essere tra il 30% e il 40% del carico di rottura. Per dimen sionare le cime d’ormeggio rispetto alla tipologia delle barche esistono svariate tabelle: per una barca tra i 6 e i 10 m può andare bene una cima con un diametro da 14 mm, con un carico di rottura 2700 Kg, più grande sarà la barca più “robusta” sarà la nostra cima, per una barca tra i 18 e i 24 m dovremmo usare una cima dal diametro di 28mm con un carico di rottura di 7800 kg. Molto diffuse nel mondo della nautica sono le cime in fibre sintetiche come il poliestere che offre una buona tenacità ed elasticità e risulta resistente ai raggi UV. Per quanto riguarda la struttura è bene sapere che in commercio ne esi stono diversi tipi, per l’ormeggio il tipo di intrecciatura che si adatta meglio è quella a tre legnoli. Le cime in nylon invece oltre a risultare molto robuste ed elastiche allo stesso tempo posseggono una caratteristica molto interessante, la galleggiabilità che ci aiuterà a recuperare con facilità una cima caduta in acqua dopo un lancio andato male, da bordo alla banchina o da bordo ad un ‘altra barca. Uno dei migliori modi per ormeggiarsi e lasciare una banchina è utilizzare il “doppino” che consiste nel

fare passare all’interno di un anello o at torno a una bitta la cima che trattiene la barca alla banchina, riportando entrambi i capi a bordo.

In questo modo sarà possibile mollare gli ormeggi semplicemente lasciando un capo e recuperando dall’altro, senza dovere più sbarcare a terra per sciogliere i nodi. Per ormeggiarsi abbiamo a disposizioni tre alternative che sono: di poppa, di prora o all’inglese. Sceglieremo una o l’altra a se conda della manovra da effettuare, dalle condizioni meteo e della comodità di ac cesso alla barca una volta ormeggiati.

L’ormeggio di poppa è il più classico e viene spesso preferito per la comodità di accesso all’imbarcazione, che avviene direttamente dalla poppa. Si effettua avvici nandosi alla banchina con la poppa della barca, lanciando le cime a terra assicuran dole alle bitte. Successivamente si recu perano i corpi morti che permettono di arrivare alle trappe da abbittare sulla prua.

L’ormeggio di prua, detto anche alla francese, rivolge la prua alla banchina. La ma novra risulta molto più semplice perché non necessita di navigare invertendo la marcia. Una volta ormeggiati si godrà di maggiore privacy nel pozzetto lontano da occhi indiscreti anche se sarà più difficoltoso l’accesso alla barca che avverrà da prua, più alta della poppa e spesso non attrezzata per alloggiare la passerella. Con l’ormeggio all’inglese si offre, a favore della banchina, uno dei due lati dell’imbarcazione. Le cime di ormeggio di prua e di poppa saranno fissate entrambe sulla banchina, dovranno essere integrate da dei traversini per evitare che la prua e la poppa si avvicinino pericolosamente a terra. L’uso di molti parabordi è opportuno, soprattutto in presenza di forte risacca. E’ un ormeggio pratico perché la barca rimarrà molto vicina alla banchina. Le manovre di ingresso e di uscita saranno semplici quando si è liberi sia da prua che da poppa da altre imbarcazioni.

NOTIZIARIO DELLA MARINA
L’ormeggio, i nodi e le cime giuste.

Taranto e la sua rinascita legata al Mare

Diamo il “Benvenuta a bordo” a Tiziana Grassi, giornalista nata a Taranto, per anni autrice di programmi Rai International, che subito ricorda di appartenere “con orgoglio alla grande famiglia della Marina Mili tare” per via del papà Ufficiale cui ha dedicato il recente volume multimediale Taranto all’appuntamento con il fu turo. In colloquio con la città sui traccianti del Mare. “Se amo il mare e ho voluto dargli voce coinvolgendo la città in un racconto corale, inclusivo e parteci pato, è anche per il legame con il Mare che mio padre mi trasmise grazie alle visite da bambina alle navi in rada, emozioni indelebili che hanno scolpito in me una profonda ammirazione per la Gente di Mare e la sacralità del loro, del vostro lavoro che mette al centro il ri

spetto per l’essere umano”.

Perché questo volume su Taranto, il terzo che le dedica?

“È stato un atto d’amore per la mia città che necessita di una nuova narra zione più aderente alla sua vitalissima realtà, perché è il blu del nostro mare l’unico colore che da sempre ci appartiene. Ho sentito la necessità di ‘chiamare a raccolta’ pescatori, operatori marittimi, portuali e nautici, imprenditori illuminati, associazioni sportive e di promozione turistica, giovani ricercatori e tante isti tuzioni impegnate con slancio alla rina scita, a una rigenerazione umana e sociale di un’intera comunità… una comunità cui dedicherò anche il prossimo libro cui sto lavorando sulle storie di chi investe nella felicità della città. Tra tutti, ringrazio la Marina Militare, nella persona dell’ammira glio Salvatore Vitiello, Co mandante Marittimo Sud, che, apprezzando i conte nuti e gli obiettivi etici di questo volume, non solo ha generosamente curato le conclusioni, ma mi ha concesso un patrimonio documentale con fotografie e video, e la sua prestigiosa presenza alla presentazione del volume al Castello Ara gonese, cui hanno parteci pato molte personalità tra cui la Presidente del Con siglio Regionale della Puglia, Loredana Capone, e il col lega Rai Francesco Giorgi no, curatore della Prefa zione”.

In conclusione, qual è il presente-futuro di questa città “capitale di mare”? Da questa traversata im mersiva intorno al mare, letteralmente immersiva

perché la città andava raccontata anche attraverso un ampio apparato fotografico e video (visionabili attraverso il qr code) sulle attività di mare, emerge una città che, per dirla con Calvino,“sta ritrovando il suo programma implicito” che aveva smarrito. La sua rigenerazione sociale, culturale e produttiva, il cambio di prospettiva, oggi è tutto nei due mari che la abbracciano. Al crocevia di questo passaggio epocale che proietta spedi tamente Taranto nel futuro, concludo evocando il messaggio scolpito sul ‘Ve spucci’: “Non chi comincia ma quel che persevera”. E noi tarantini vogliamo perseverare nel credere nel nostro mare, che con la sua brezza indomita e i suoi sconfinati orizzonti, non ha mai deluso.

Autrice: Tiziana Grassi

Editore: Linea editoriale istituzionale ‘Leggi la Puglia’, Consiglio Regionale della Puglia. (Mandese Editore –Taranto)

Numero di pagine: 576 - Brossura

Prezzo: 48 euro

NOTIZIARIO DELLA MARINA
UN MARE DI LIBRI - recensioni di Alessandro Busonero
Il mare raccontato dai professionisti Notiziario della Marina

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