Organo informativo ufficiale dell’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale -
POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1 NE/TN
L’unione fa la forza
ANNO VII | GIUGNO 2019 RIVISTA MENSILE N. 75
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Don Fortunato Di Noto
Francesca Romana Poleggi
Roberto Marchesini
Azioni concrete ed efficaci contro la pedofilia: quando?
Amore senza sesso e sesso senza amore
Bisogno di sesso e diritto al sesso
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Notizie Pro Vita & Famiglia
giugno 2019
Editoriale
Toni Brandi
La cultura della Vita e della Famiglia in azione!
Ecco arrivato, finalmente, il primo numero di Notizie Pro Vita & Famiglia. Ne siamo tutti molto orgogliosi e, visti gli innumerevoli messaggi di approvazione entusiasta che abbiamo ricevuto dopo aver annunciato l’unione di Pro Vita con Generazione Famiglia, siamo certi che ne siete contenti anche voi, cari Lettori. Del resto, se avrete la bontà di leggere la storia di Generazione Famiglia e della Manif Pour Tous – Italia che vi viene illustrata in queste pagine, vi renderete conto che la comunione di intenti e di valori su cui si fonda la nostra azione c’è sempre stata. Poiché non è ancora cessata l’eco del Congresso Mondiale delle Famiglie, inoltre, abbiamo deciso di pubblicare anche qui la Dichiarazione di Verona, che sintetizza le istanze più sentite – a livello internazionale – dalle Associazioni che hanno organizzato il Congresso. La Dichiarazione riassume le linee guida delle prossime attività che ciascuna intraprenderà nel proprio Paese. Per quanto ci riguarda, una delle prime campagne di Pro Vita & Famiglia, in collaborazione con l’Associazione Meter di Don Fortunato Di Noto, sarà tesa a salvaguardare i nostri bambini dalla sessualizzazione precoce: questa nostra società
“sessocentrica” ci bombarda fin da piccoli di messaggi più o meno espliciti, volti a distruggere la purezza e a stravolgere il comune senso del pudore. Del resto «Sex by eight or it’s too late» [sesso entro gli otto anni o è troppo tardi] è il motto delle associazioni che hanno come scopo lo sdoganamento della pedofilia... Nelle pagine che seguono, cominciamo a trattare l’argomento e ci torneremo su nei prossimi numeri. Parleremo anche di donne e di “gender”, lieti di ospitare il contributo di personalità di spicco del mondo della cultura come Enrica Perucchietti e Angela Pellicciari. Noterete qualche cambiamento dal punto di vista della grafica: l’intento è quello di offrirvi un giornale sempre più gradevole da maneggiare e da leggere. Come al solito saremo lieti di ricevere critiche, commenti e suggerimenti per poter essere sempre più in sintonia con le vostre esigenze. Siete voi Pro Vita & Famiglia, perché noi, con le nostre attività, i convegni, le campagne e anche con questa Rivista, esistiamo e continuiamo a parlare “nel nome di chi non può parlare”esclusivamente grazie alla vostra generosità.
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Notizie Pro Vita & Famiglia
giugno 2019
Sommario
PRIMO PIANO 3
Editoriale
Cinque anni intensi di Manif Pour Tous e Generazione Famiglia
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Maria Rachele Ruiu
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Lo spevi che...
La Dichiarazione di Verona
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Sessualità 8
dillo@ notizieprovitaefamiglia
Azioni concrete ed efficaci contro la pedofilia: quando?
24
Don Ferdinando di Noto
Amore senza sesso e sesso senza amore
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Francesca Romana Poleggi
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Versi per la vita Silvio Ghielmi
Bisogno di sesso? Diritto al sesso!
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Roberto Marchesini
Donne e “gender”
Donne e stereotipi del XXI secolo
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Enrica Perucchietti
Il “genere” non è fluido, neanche nel sonno
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Luca Scalise
Una donna che ha cambiato la storia Vuoi ricevere anche tu, comodamente a casa, Notizie ProVita (11 numeri) e contribuire così a sostenere la cultura della vita e della famiglia? Invia il tuo contributo: € 20,00 studente/disoccupato € 30,00 ordinario € 60,00 sostenitore € 100,00 benefattore € 250,00 patrocinatore PRO VITA E FAMIGLIA ONLUS: c/c postale n. 1018409464 oppure bonifico bancario presso la Cassa Rurale Alta Vallagarina IBAN: IT89X0830535820000000058640 indicando: nome, cognome, indirizzo e CAP
RIVISTA MENSILE N. 75 - Anno VII Giugno 2019 Editore Pro Vita e Famiglia Onlus Sede legale: via Manzoni, 28C 00185 Roma (RM) Codice ROC 24182 Redazione Toni Brandi, Alessandro Fiore, Francesca Romana Poleggi, Giulia Tanel Piazza Municipio 3 39040 Salorno (BZ) www.provitaefamiglia.it Cell. 377.4606227 Direttore responsabile Toni Brandi Direttore editoriale Francesca Romana Poleggi Progetto e impaginazione grafica Co.Art s.r.l.
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Tipografia
Angela Pellicciari
Maria Stuarda ed Elisabetta I
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Luciano Leone
Film
Wonder
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Marco Bertagna
Letture pro life
Immagine di copertina: World Congress of Families XIII, 2019.
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Distribuzione Caliari Legatoria Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Marco Bertogna, Don Fortunato Di Noto, Silvio Ghielmi, Luciano Leone, Roberto Marchesini, Angela Pellicciari, Enrica Perucchietti, Francesca Romana Poleggi, Maria Rachele Ruiu, Luca Scalise
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Notizie Pro Vita & Famiglia
giugno 2019
Cinque anni intensi di Manif Pour Tous e Generazione Famiglia Maria Rachele Ruiu
Per cinque anni, otto mesi, e cinque giorni Generazione Famiglia – La Manif Pour Tous Italia ha dato voce alla protesta della società civile contro la deriva antropologica tesa a distruggere la famiglia e a decostruire la persona umana. La Manif Pour Tous Italia scende in piazza Giovedì 25 luglio 2013, alle ore 19, a piazza Montecitorio, esordisce la Manif Pour Tous Italia: una veglia apolitica e aconfessionale in opposizione al progetto di legge contro l’omofobia, che sarebbe stato discusso in Parlamento l’indomani. Qualche settimana prima, infatti, Jacopo, con la moglie Giuditta, Gabriele, Maxime e altri pochi amici si erano incontrati (mentre io facevo la babysitter a Benedetto, primogenito del futuro presidente) mossi da un’urgenza: nel silenzio estivo, qualcuno in Parlamento spingeva perché venisse approvata una legge liberticida, pericolosissima per chi avrebbe voluto continuare a guardare alla realtà, a raccontarla e a difenderla: la famigerata legge Scalfarotto. Partendo dall’esperienza dei Francesi, nacque la Manif Pour Tous Italia, per mobilitare i cittadini, per risvegliarne le coscienze, per salvaguardare la libertà di espressione, per preservare l’unicità del matrimonio tra uomo e donna, il diritto del bambino ad avere un padre e una madre e difendere il diritto alla priorità
educativa dei genitori. Un breve tam tam sui social, un video spot di 20 secondi, e - nonostante la data poco felice - a piazza Montecitorio accorsero più di 400 persone, la maggior parte giovani: seduti per terra, con un bavaglio e una candela accanto, e cartelli chiari: “Libertà d’espressione per tutti”, “No alla legge liberticida”, “Difendiamo la libertà d’opinione”, “Da Parigi a Roma nelle piazze e nelle strade”. Contemporaneamente a Parigi alcuni giovani manifestavano davanti all’ambasciata d’Italia, in segno di solidarietà. Era iniziata un’avventura. Pochi giorni dopo, il 30 luglio, ci ritrovammo con un libro in mano, sempre davanti a Montecitorio: la prima veglia delle Sentinelle in Piedi in Italia. Fu una veglia movimentata, ci tolsero persino le carte
Nel silenzio estivo, qualcuno in Parlamento spingeva perché venisse approvata una legge liberticida, pericolosissima, la famigerata legge Scalfarotto: per questo scese in piazza la prima volta la Manif Pour Tous Italia.
d’identità, ma anche la versione italiana delle “Veilleurs debout” ha - silenziosamente - rotto il silenzio “ufficiale” intorno alla proposta di legge in discussione in quei giorni in Parlamento. Pochi giorni dopo, un nuovo appuntamento: il 5 agosto, a piazza di Pietra, per denunciare il tentativo di oscurare e strozzare il dibattito parlamentare e ribadire quello che sarà il principio cardine della Manif: non siamo contro nessuna persona, ma contro una legge liberticida, contro le leggi che non perseguono il bene dei bambini, soprattutto. «Condanniamo ogni forma di umiliazione nei confronti delle persone omosessuali, ma allo stesso tempo non possiamo consentire un sistema legale in cui la legge sia più uguale solo per alcuni e soprattutto in cui non alberghi la libertà di opinione». Invitammo i politici a non accettare compromessi, spiegammo la pericolosità del testo di legge in discussione, e demmo risonanza a una lettera che un omosessuale aveva intenzione di far giungere fino al Presidente del consiglio Letta: «Accettare la diversità significa anche riconoscere i limiti della natura umana». Colorammo i volti dei bambini, lanciammo palloncini e sventolammo bandiere. Una piazza colorata, allegra, ma decisa è la “firma” della Manif. In pochi mesi crebbero le interazioni sui social, nacquero i primi circoli territoriali e il tam tam mediatico aumentava tanto che l’11 ottobre la Manif era di nuovo in piazza, al Pantheon. Eravamo vivi e vegeti, nonostante la difficoltà a bucare i media, e qualche “gufo”: non avevamo nessuna intenzione di rassegnarci alla legge sull’omofobia nel frattempo approvata alla Camera. Questa volta, contemporaneamente, le Sentinelle si sarebbero alzate in piedi in molte città italiane: Bologna, Bolzano, Bisceglie, Pisa, Venezia e Milano. Dopo i saluti di Gianfranco, portavoce della Manif, Filippo leggeva le Quickly small title per forlaany considerazioni dei Giuristi vita. Giuditta, case shoulddella replace this dumtra gli applausi piazza, ricordava che ci muoveva my textla difesa del più debole e una psicologa spiegò le conseguenze della teoria del gender. Scattammo una foto di gruppo con i rigatoni Barilla, per ricordare il caso emblematico
Patus int, pere faur publiciem macidet ad consulesces nostiae cupimus vata des te dintra, num, se audem cons bonscri ssenihil huidit; es? Ectem o essenterit, quon tum ne ehor
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dell’imprenditore Guido Barilla, piegato dalla lobby Lgbt. Infine concludemmo con una promessa, poi ampiamente mantenuta: «Non abbiate timore di esprimere le vostre idee, non abbandoneremo il campo di battaglia». Più di quattrocento persone a Roma, decine e decine in tutte le altre città: le coscienze si stavano svegliando e non avevano alcuna intenzione di riassopirsi. Portavoce Filippo Savarese Aumentano i circoli vertiginosamente, l’Italia è in fermento. Le Sentinelle si rendono autonome per migliorare l’efficienza nella gestione degli incontri. Ci si trova a Roma, a Piazza Santi Apostoli, l’11 gennaio 2014: più calore, più gente, più associazioni, più parlamentari delle volte precedenti: la piazza trasborda, saremo più di duemila, e per la prima volta Filippo Savarese sale sul palco come portavoce ufficiale. Presentata da Monica Mondo, la manifestazione si apre con un saluto deciso di Filippo «Abbiamo adempiuto a un dovere morale nel trovarci qui, ora!» Intervengono i rappresentanti di tutte le associazioni attive: Pro Vita, Movimento per la vita, Forum delle Famiglie, Famiglie Numerose, Giuristi per la vita. Da ricordare l’intervento di Jean-Pierre Delaume-Myard, portavoce della Manif francese, dichiaratamente omosessuale, che chiarisce: «Il mio impegno non ha nulla a che fare con la mia sessualità, semplicemente non voglio che qualcuno un domani mi rimproveri di non essermi battuto perché tutti potessero avere un padre e una madre».
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Notizie Pro Vita & Famiglia
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Gli impegni si intensificano: dal palco sono state già annunciate le manifestazioni di Firenze il 19 gennaio, e quella a Roma del 2 febbraio, giorno in cui, in contemporanea con altre città e capitali europee, avremmo aperto il bandierone di 600 metri quadri, a piazza Farnese, sotto la pioggia. La bandiera ha suscitato scompiglio e reazioni scomposte, finanche un carro al carnevale di Viareggio. Continuano a moltiplicarsi i circoli territoriali e i convegni della Manif. L’opera di formazione e informazione si compie in tutta Italia: incontri nelle case, aperitivi, appuntamenti istituzionali, in cui ci si pone principalmente una domanda: Sarà ancora possibile dire mamma e papà?. Scoviamo video eccezionali, come Il paradosso norvegese poi sottotitolato dal nostro instancabile Don Maurizio... insomma, trascorrono i mesi pieni di novità, di fermento, di semina, di compagni di viaggio, di “lavorazione dura e faticosa” del terreno. Un inverno fruttuoso, anche quando, insieme a Pro Vita, denunciamo e blocchiamo gli scandalosi libretti Unar che dovevano essere introdotti in tutte le scuole di ogni ordine e grado a insegnare la fluidità di genere.
Il 22 luglio, teniamo una conferenza stampa al Senato in cui viene presentata la Biblioteca Manif, una serie di libretti che riassumono i temi etici di attualità: unioni civili, teoria gender, utero in affitto, omogenitorialità. Al termine un nostro flash mob: ancora una volta, ancora in estate, si provava a mandare avanti il disegno di legge Scalfarotto. Con dei bavagli arcobaleno, che da quel giorno divennero tipici di molte manifestazioni, la Manif comunicò senza fraintendimenti ciò che quella legge avrebbe ottenuto: silenziare la nostra voce. Il primo Family Day Nell’anno successivo accadono tantissime cose: si moltiplicano gli eventi e oramai i circoli territoriali sono una ottantina sparsi per tutto lo Stivale. Ma cominciano anche a piovere i progetti gender nelle scuole: stiliamo un primo dossier e lo consegniamo all’allora Ministro della Istruzione. La Manif comincia ad essere conosciuta e osteggiata dai media tanto da portare alcuni facinorosi ad aggredire chi indossa la maglietta con il logo della famiglia così come già era accaduto in Francia. Da
«Accettare la diversità significa anche riconoscere i limiti della natura umana».
una parte promuoviamo incontri sempre più frequenti con le altre realtà associative per organizzare qualcosa di sensazionale, dall’altra i numerosi convegni su tutto il territorio italiano e l’implacabile lavoro dei circoli. Si solleva una domanda: ora che sappiamo, che facciamo? Il 2 giugno 2015 si riunisce quello che diverrà il Comitato Difendiamo i Nostri Figli: realtà associative ben radicate sul territorio e personalità di spicco rispondono a quella domanda con un chiarissimo “ci facciamo vedere”. Una manifestazione oceanica riempie
piazza San Giovanni, a Roma: impossibile far finta di nulla, i media devono parlare di noi. Il 20 giugno 2015, è storia: incorniciate da due temporali estivi che, con il senno del poi, hanno permesso che nessuno tornasse a casa con un’insolazione, ma soprattutto che i contestatori desistessero dal venire a creare imbarazzi, un milione di famiglie si sono riunite per chiedere a gran voce: «Stop al gender nelle scuole». Generazione Famiglia e il Circo Massimo Il 17 ottobre successivo c’è stata una svolta per la Manif: dopo due anni di attività intensa che da un gruppo di amici romani ormai coinvolgeva un’ottantina di circoli attivi in quasi tutte le Regioni, con una grande convention al Teatro Adriano di Roma, La Manif Pour Tous Italia si è evoluta e trasformata in Generazione Famiglia. All’evento presero parte intellettuali come Gotti Tedeschi, Veneziani, Servidori, Fusaro, Torriero, Meluzzi, Adinolfi, Miriano, La Roche e Volontè. Generazione Famiglia si offriva a tutti coloro che intendevano fare la propria parte per una rinnovata promozione della cultura e dell’antropologia della famiglia: genitori, studenti, professionisti, politici per lavorare insieme in un cantiere per il bene comune. Da costruire insieme. A capodanno la stampa ammise che il gender era stato l’argomento dell’anno. Il dibattito in Parlamento sulle unioni civili ci impose, all’interno del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, di organizzare una nuova oceanica manifestazione: al Circo Massimo si fece nuovamente la storia. Il popolo del family day riempì nuovamente Roma, in una tiepida giornata di fine gennaio. E tra tanti frutti e tanta bellezza, uno striscione con su scritto “Ruiu sposami!” resterà negli occhi miei e di molti. Inizialmente pensai di uccidere il folle che lo aveva alzato in piazza, soprattutto quando scoprii essere opera di uno dei responsabili del circolo Manif di Bologna, poi optai per una vendetta decisamente più crudele: l’ho sposato davvero un anno e mezzo dopo, il 2 settembre del 2017.
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CitizenGo e il Bus della Libertà L’anno successivo al family day, certi che oltre ad una ritrovata sinergia tra le associazioni nazionali fosse necessaria una rete internazionale, accogliemmo una proposta di collaborazione con la fondazione internazionale CitizenGo. Un volo a Madrid e un’alleanza che sostenne il lavoro sui territori con l’arma delle petizioni, e portò il Gran Gala del Bene Comune: un appuntamento annuale, a cena, tra cittadini e attivisti, personalità politiche e rappresentanti di associazioni, tutti uniti nella difesa della vita, della famiglia e delle libertà fondamentali. Con l’occasione si premiano coloro che si sono distinti per il loro servizio appunto del Bene Comune. Nella prima edizione furono premiati Maroni, Giovanardi, Gandolfini, Coda-Nunziante, Miriano, Noia, Picchi. Il gala fu anche l’occasione per annunciare il tour del Bus della Libertà: un grande pullman arancione con scritto “I bambini sono maschi, le bambine sono femmine, la natura non si cambia, stop gender nelle scuole” che girerà nell’autunno successivo per sensibilizzare la cittadinanza contro i pericoli della colonizzazione ideologica, soprattutto attraverso i progetti sulla sessualità e sull’affettività spesso appaltati alle associazioni Lgbt. Annunciato da una campagna di affissioni, “Basta violenza di genere”, il bus parte da Roma sabato 23 settembre, toccando le città di Firenze, Milano, Brescia, Bologna, Bari e Napoli, e di nuovo Roma. Subiamo violente contestazioni da parte dei collettivi autonomi e degli attivisti Lgbt, che richiedono la presenza delle forze di polizia a ogni sosta. Subiamo i soprusi del sindaco De Magistris a Napoli, ma le centinaia di sostenitori a Roma che ci accolgono al ritorno, ne decretarono il successo, tanto da “obbligarci” all’organizzazione di un altro tour a ridosso delle elezioni politiche 2018 per costringere i politici a esprimersi sui nostri temi. Così, il 20 febbraio parte da Reggio Calabria un secondo tour del gigante arancione. Sulla fiancata: “Non confondete l’identità sessuale dei bambini”, contro la nuova ondata di progetti
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gender nelle scuole, e contro le prime sentenze della magistratura a favore della vergognosa pratica dell’utero in affitto. Il tour tocca Reggio Calabria, Catania, Napoli, Livorno, Torino, Milano, Verona, Bologna, Cesena, Pescara, con ritorno a Roma davanti alla Corte di Cassazione. Durante il tour sono stati regalati migliaia di vademecum, Genitori Protagonisti nella scuola, per aiutare i genitori a riappropriarsi del ruolo educativo in sinergia con la scuola, dove i figli passano gran parte della loro giornata. Nota di colore: insieme a me, Jacopo e Filippo, c’era anche un piccolissimo Michele di 16 settimane, nella mia pancia: nato grazie a un incontro al family day, non poteva che essere da subito un attivista pro family, un “partigiano del terzo millennio”, come ci definirono allora! A maggio si è tenuta la II edizione del Gran Gala del Bene Comune: i partecipanti sono aumentati da 120 a 250 e abbiamo premiato Belpietro, il Centro Studi Rosario Livatino, il papà Marco Sermarini e la mamma Chiara Paolini: ognuno di noi può diventare un protagonista del Bene Comune. Durante l’estate abbiamo pensato che fosse necessario chiarire la distinzione tra Generazione Famiglia e CitizenGO: Filippo è divenuto il Direttore delle campagne Italiane di CitizenGO, e ha lasciato il ruolo di portavoce di Generazione Famiglia. E oggi… Oggi siamo pronti per una nuova avventura: quella di una collaborazione sempre più
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stretta con Pro Vita, iniziata con la campagna shock contro l’utero in affitto e culminata con l’organizzazione del Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona. Nessuno di noi in quel lontano luglio 2013 avrebbe immaginato né di crescere tanto, né di poter trovare amici così fraterni, con lo stesso desiderio di bene, con cui organizzare un congresso mondiale, con accreditata stampa da tutto il mondo (più di 200 giornalisti) e così “spaventoso” da obbligare i media a una pioggia di fake news pur di silenziarci. E ora eccoci qua, insieme, perché quando gli obiettivi, l’orizzonte e lo sguardo sono gli stessi, unire le forze è la strategia più costruttiva e - purtroppo - controcorrente. Pronti per una nuova avventura, certi di essere “servi inutili”, certi che tutto il Bene che esce ci sovrasta, certi che potremo anche compiere errori, ma certi che ci siamo e ci saremo, per i nostri figli e i nostri nipoti.
<<Un vero soldato non combatte perché ha davanti a sé qualcosa che odia. Combatte perché ha dietro di sé qualcosa che ama» G.K. Chesterton
Nel 2018 due autobus arancioni, i Bus della libertà , hanno girato l’Italia per spiegare che i bambini sono maschi e le bambine sono femmine…
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