Provita estratto gennaio 2013

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Notizie

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Infosportpagine

Rivista Mensile N. 11 - Gennaio 2013

“nel nome di chi non può parlare”

Il dovere di coscienza verso la Vita

La pillola RU486: dolore e morte La verità sull’aborto chimico

Mamma e papà, parole destinate a scomparire? Il programma del Governo francese

Vademecum per il medico obiettore Gianfranco Amato, presidente di Giuristi per la Vita, spiega perché il diritto all’obiezione di coscienza è intangibile


- Sommario -

Notizie

Editoriale 3 Notizie dall’Italia

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RIVISTA MENSILE N. 11 - GENNAIO 2013

Notizie dal mondo

5

Primo Piano Medico per la vita, medico di coscienza

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Danilo Quinto

Vademecum per il medico obiettore

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Gianfranco Amato

Attualità Il premio per la vita “Madre Teresa di Calcutta” quinta edizione

6

Irene Bertoglio

Mamma e papà? Parole destinate a scomparire

7

Giulia Tanel

Per la Vita, con Maria, da Vladivostok a Fatima

8

Alberto Zelger

Rupe Tarpea in salsa indiana 9 Roberto Dal Bosco

Scienza e Morale Aborto con la pillola RU486: dolore e morte

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Renzo Puccetti

Io accolgo te

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Diego Andreolli

L’uomo e l’aborto

16

Francesca Romana Poleggi

Giuliano racconta

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Giuliano De’ Medici

L’inganno della neolingua pro morte

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Lorenza Perfori

Testata Infosportpagine-ProVita Editore MP cooperativa giornalistica Sede legale Via Marlengo 49/b, 39012 Merano (BZ) Autorizzazione Tribunale BZ N6/03 dell’11/04/2003 Codice ROC MP 12603 Redazione Francesca Romana Poleggi, Antonio Brandi, Mario Palmaro, Andrea Giovanazzi Largo della Caffarelletta 7, 00179 Roma. Tel/fax: 06-3233035 Direttore Responsabile Francesca Lazzeri Progetto grafico Massimo Festini Tipografia Aesse Stampa, Via Pirandello, 12, 82100 Benevento Distribuzione MOPAK SRL, Via Prima Strada 66 - 35129 Padova Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Gianfranco Amato, Diego Andreolli, Irene Bertoglio, Antonio Brandi, Roberto Dal Bosco, Giuliano De’ Medici, Virginia Lalli, Mario Palmaro, Lorenza Perfori, Giovanni Alvise Pevarello, Francesca Romana Poleggi, Renzo Puccetti, Danilo Quinto, Marco Respinti, Giulia Tanel, Alberto Zelger.

per un aggiornamento quotidiano:

www.prolifenews.it Prezzo: 3,50 euro

Famiglia ed Economia

A sostegno della famiglia, a sostegno della vita

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Giovanni Alvise Pevarello

Aborto e controllo demografico

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Virginia Lalli

Il Congresso Mondiale delle Famiglie

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Marco Respinti

Quando don Camillo “bastonava” Malthus Mario Palmaro

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Editoriale

Notizie

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Editoriale

Il dovere di coscienza di fronte alla Vita

È scientificamente provato che la vita incomincia al concepimento e va, quindi, protetta. Sopprimerla mediante l’aborto è il peggiore degli omicidi perché perpetrato contro una persona inerme e incapace di difendersi. Il 22 maggio 2003, in occasione del venticinquesimo anniversario dall’entrata in vigore della L. 194, Giovanni Paolo II scrive: “Non può esserci pace autentica senza il rispetto della Vita, specie se innocente e indifesa come quella dei bambini non ancora nati”. Benedetto XVI in occasione del trentennale dall’entrata in vigore della legge affermava “L’aver permesso di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza ha aperto un’ulteriore ferita nella nostra società. Difendere la Vita umana è diventato oggi praticamente più difficile, perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore”. Il 27 febbraio sottolinea anche come “L’aborto non è mai terapeutico, i medici che convincono le donne ad abortire le ingannano”. La condanna dell’aborto da parte di Santa Madre Chiesa è sempre stata chiara, limpida e basti pensare alle parole di Nostro Signore Gesù Cristo “Ogni volta che l’avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me”. E tale insegnamento è rimasto immutato nel tempo e ribadito anche da PioIX mediante scomunica a chi procura l’aborto e a chi vi ricorre ottenendo l’effetto voluto. E Pio XII, nel famoso discorso alle ostetriche (29 ottobre 1951), ha riassunto così la dottrina della Chiesa sul rispetto del concepito: “Uomo è il bambino, anche non ancora nato; allo stesso grado e per lo stesso titolo che la

madre. Inoltre ogni essere umano, anche il bambino nel seno della madre, ha il diritto alla vita, diritto che proviene immediatamente da Dio, non dai genitori, né da qualsiasi società e autorità umana”. Quindi non vi è nessun uomo, nessuna autorità umana, nessuna scienza, nessuna indicazione medica, eugenica, sociale, economica, morale, che possa esibire o dare un valido titolo giuridico per una diretta, deliberata disposizione sopra una vita umana innocente, vale a dire una disposizione che miri alla sua distruzione. Il 1° gennaio 2013, nella Giornata mondiale della Pace, Benedetto XVI è ritornato sulla condanna dell’aborto e dell’eutanasia invocando l’obiezione di coscienza in risposta alle leggi contro la vita, perché ci sia al mondo una pace vera. La legge 194 è una legge ingiusta che considera solamente i rischi per la salute e i danni per la condizione della donna, senza il minimo riferimento al diritto alla vita del bambino! In Italia l’opposizione a questa legge iniqua è in aumento. Il dovere di non essere compartecipi alla “Macchina della Morte” nasce come rispetto alla legge divina e si rispecchia nella legge naturale. Ma tale dovere trova anche supporto in ambito internazionale nella stessa Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 (articolo 18), nella carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (articolo 10) e nella nostra stessa Carta costituzionale, che all’articolo 2 riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sancendo il diritto fondamentale all’obiezione di coscienza. Evidentemente tali articoli non possono e non devono essere soggetti ai pregiudizi di giudici e di politici. In Italia, però, occorrono ancora alcuni anni di forte battaglia culturale contro i fautori della morte per convincere la maggioranza degli italiani - che è semplicemente disinformata - su cosa sia effettivamente l’aborto. Durante questi anni di confronto formativo, il mondo Pro Life italiano deve restare unito nella Verità e seguire gli insegnamenti dei successori di Pietro. Questo valga soprattutto per quei politici che si dichiarano “cattolici” ma che per anni hanno ceduto davanti alla ben organizzata lobby abortista. Antonio Brandi


Notizie dall’Italia

Notizie

Notizie dall’Italia

4 “Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella sua integralità”: lo scrive Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2013 «Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita». «La via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale». Per il Pontefice, «la vita in pienezza è il vertice della pace»: e quindi, «chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita».

Gianna Jessen porta nel mondo la sua testimonianza: sopravvissuta a un aborto salino, data per spacciata, senza speranza, è invece una giovane donna piena di vita e di fede. In Italia ha già tenuto diverse conferenze, da ultimo a Bologna e a Roma. Prossimamente, il 1° febbraio, sarà a Biella, presso l’Auditorium di Città Studi. Il bellissimo film sulla sua vita, “October Baby”, che mai entrerà nel giro della grande distribuzione, potrà presto essere acquistato sul nostro sito, www.prolifenews.it.

Save the Children, la grande e laica organizzazione internazionale che sorveglia la situazione dell’infanzia nel mondo, nel suo ultimo rapporto sull’Italia ha lanciato un allarme: nel 2011 sono nati 15 mila bambini in meno, rispetto al 2010: “Più preziosi del petrolio in esaurimento”: così saranno in Italia i figli, nell’anno 2030. Per quella data ogni 100 persone che lavorano, ce ne saranno 63 inattive. Più avanti, andrà ancora peggio. Anche l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, nel suo recente saggio “Sviluppo e declino demografico in Europa e nel mondo” (edizioni Marietti), scrive che la popolazione italiana – al pari di quella giapponese – è la più invecchiata del mondo. “Se non ci saranno aumenti nei prossimi decenni per l’indice di fertilità, nel corso di due generazioni il numero delle donne italiane e quindi degli italiani sarà dimezzato”. In generale per l’Europa, Fazio sostiene che “popolazioni con tendenze in atto come quelle rilevate e sommariamente descritte nei paesi europei sembrano condannare queste popolazioni nel giro di qualche generazione a una sorta di eutanasia sociale”.

Ancora odore di morte dall’Unione Europea: nell’ultima relazione sui diritti fondamentali per il 2010 e il 2011, gli Stati membri sono stati apertamente invitati a non limitare l’accesso all’aborto. Per fortuna il documento in questione non ha alcuna forza giuridica vincolante nei confronti dei Governi interessati.

A Catanzaro, presso l’Università Magna Graecia, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci) ha organizzato un dibattito sull’aborto e sui metodi contraccettivi. Il confronto ha visto la partecipazione molto vivace ed interessata di numerosi studenti sia del corso di Giurisprudenza che di Medicina e Chirurgia. Ha moderato Alberto Scerbo, Professore Ordinario di Filosofia del Diritto. Sono intervenuti il Presidente Diocesano della F.U.C.I., Sebastian Ciancio, Tullio Barni, Professore Ordinario di Anatomia Umana, Luigi Mariano Guzzo, consigliere centrale della FUCI.

Davanti ad un centinaio di sostenitori e volontari, in occasione del secondo anniversario della creazione da parte di don Alberto Pacini del CAV Palatino, a Roma, la bioeticista Claudia Navarini ha spiegato che l’aborto non solo priva un bambino della propria vita e una madre di suo figlio ma, finché si continuerà a negare l’esistenza di una “sindrome post abortiva”, priva la donna anche del suo lutto, impedendogli di elaborarlo e, quindi, tentare di riprendersi. Perciò anche il Movimento Per la Vita organizza consulenze psicologiche a quanti soffrono i traumi psico – fisici, a volte devastanti, conseguenti all’aborto: lo sportello “Da donna a donna”.


Notizie dal mondo

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Il popolo irlandese tre volte, tramite referendum, ha rifiutato la legalizzazione dell’aborto, ma l’attuale governo sembra sfacciatamente intenzionato ad assecondare le pressioni dei poteri forti internazionali e della sinistra laburista introducendo una legislazione abortista. I Prolife irlandesi allora hanno lanciato una campagna senza precedenti contro il partito al governo, Fine Gael, che aveva vinto le elezioni anche per aver promesso di non legalizzare l’aborto. Manifestazioni, camion pubblicitari, la distribuzione di 1.400.000 volantini, quando l’EIRE conta 4.500.000 abitanti, manifesti, internet, una valanga di telefonate ai politici hanno messo il partito in grave imbarazzo. Una nuova battaglia tra la vita e la morte è appena iniziata in Irlanda. Un paleontologo australiano ha scoperto nel nord Vietnam lo scheletro di un uomo di 30 anni, vissuto 4.500 anni fa. Aveva una paralisi degli arti inferiori e superiori: un essere improduttivo, in una società di cacciatori-raccoglitori. Ebbene, gli archeologi hanno provato che i suoi si prendevano cura di lui con tenerezza, con tutta la cura dedicata che richiede la paralisi. La vita, cinque millenni fa, non era poi così brutale. The Guardian ha pubblicato la proposta di un candidato del partito inglese Ukip, Geoffrey Clarke: spingere le donne incinte di bambini Down o affetti da spina dorsale bifida ad abortire per non mettere al mondo un soggetto che sarà un peso per la società. Secondo Clarke poi sarebbe opportuna, per ridurre la spesa sanitaria, l’eutanasia gratuita dedicata a tutti i pazienti dall’età minima di 80 anni. Per fortuna il suo partito l’ha sospeso chiedendo scusa a chi si fosse sentito offeso da certe proposte.

Grazie allo studio di riprese video 4D, alcuni ricercatori britannici sono in grado di distinguere uno sbadiglio da una semplice apertura della bocca del feto. Era già noto che i feti possono singhiozzare, ma la possibilità che sbadigliassero era sempre stato un punto di contesa tra gli scienziati. Nadja Reissland del dipartimento di Psicologia dell‘università di Durham ha osservato che i feti non sbadigliano perché sono stanchi. L’atto forse è legato al processo di maturazione del cervello durante la gestazione.

Il reparto pediatrico dell’ospedale Alder Hey a Liverpool già da tempo applica il Liverpool Care Pathway (Lcp) a neonati e bambini. Il protocollo spesso seguito negli ospedali britannici indica come i medici devono accompagnare alla morte i malati in fin di vita e prevede anche l’interruzione di alimentazione e idratazione. Molto spesso i pazienti vengono trattati in questo modo a loro insaputa. L’infermiera Bernadette Loyd ha scritto al Dipartimento della salute inglese, denunciando che è inconcepibile che dei bambini debbano morire di sete.

Nelle Filippine è stata approvata con una strettissima maggioranza una legge che permette il controllo delle nascite, e che quindi consentirà la futura legalizzazione dell’aborto. La Chiesa per questo aveva chiesto da tempo preghiere e digiuni. Da ultimo migliaia di fedeli hanno sfilato per le strade per protestare contro la norma. Il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, e il vescovo Teodoro Bacani di Novaliches hanno sottolineato la necessità di educare e risvegliare le coscienze. L’aborto lascia i tessuti mammari in una condizione di vulnerabilità rispetto agli effetti dannosi degli estrogeni e delle sostanze cancerogene. Aumenta quindi il rischio di cancro al seno: questi dati sono ora confermati da due nuove ricerche cinesi pubblicate su Asian Pacific Journal of Cancer.

L’arcivescovo metropolita di Città del Messico, il cardinale Norberto Rivera Carrera, ha battezzato lo scorso mese 21 bambini tra i 2 e i 6 anni di età, salvati dall’aborto grazie all’aiuto dato alle mamme dal Comitato nazionale Pro-Vida: un segno di speranza in una città, dove sfortunatamente, secondo le cifre ufficiali, vengono abortiti oltre 80 mila bambini ogni anno.

Notizie dal mondo

Centinaia di migliaia di persone hanno sfilato a Parigi, domenica 13 gennaio per protestare contro la decisione del governo di promuovere una legge per consentire il matrimonio di coppie dello stesso sesso e l’adozione di bambini da parte di coppie gay. Anche a Roma numerose centinaia di persone si sono riunite davanti all’Ambasciata Francese a Piazza Farnese. Simili manifestazioni hanno avuto luogo in altre città d’Europa ed a Washington.


Notizie

Attualità

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Il premio per la vita “Madre Teresa di Calcutta”, quinta edizione Lo scorso 10 dicembre, in Campidoglio a Roma, il Movimento per la Vita ha premiato Mamma Irene di Nomadelfia, Sabrina Paluzzi della Quercia Millenaria e la “nostra” Chiara Corbella Petrillo.

L

’iniziativa è stata un modo per dare voce a chi voce ancora non ha: i più piccoli, i più indifesi, i bimbi nel grembo materno. È stata anche un ricordo della strage degli innocenti, di tutti i bambini abortiti. Oggi non è più scontato sottolineare la dignità della vita, a prescindere dalle circostanze. “Mamma Irene” di Nomadelfia, sull’esempio di Madre Teresa, è stata la prima mamma per vocazione della comunità fondata da don Zeno Saltini: durante la seconda guerra mondiale, a San Giacomo Roncole, ha donato la sua maternità spirituale a tanti bambini. Sabrina Pietrangeli Paluzzi e Chiara Corbella Petrillo di fronte ad una diagnosi di “feto terminale incompatibile con la vita”, hanno detto un chiaro “no” al cosiddetto aborto terapeutico, portando a termine la gravidanza. Sabrina ha dato poi origine alla Quercia Millenaria Onlus, che dal 2005 si occupa dell’assistenza alla gravidanza di ogni tipologia di malformazione fetale. In sette anni di lavoro l’Associazione ha seguito centinaia di famiglie e ha visto nascere e recuperare la salute di molti bambini. Chiara Corbella ha deciso di proseguire due gravidanze, anche a fronte delle diagnosi infauste sui feti e della prevista morte quasi immediata dei due figli, Maria Letizia e Davide, subito battezzati. Al quinto mese

della terza gravidanza, i medici le diagnosticano un carcinoma alla lingua e Chiara rimanda le cure del tumore per non procurare danni al bimbo che porta in grembo: dà alla luce così Francesco che nasce (sano!), mentre la dolce mamma si spegne dopo un anno, all’età di 28 anni. Il premio è stato ritirato dal marito, Enrico Petrillo, che dopo la morte della prima figlia ha affermato: «il contrario dell’amore non è l’odio ma il possesso. Noi non possediamo la vita dei nostri figli». Lo scorso 10 dicembre si sono esaltati valori che si stanno oggi perdendo, come l’amore gratuito, il coraggio materno, l’accoglienza della vita fino al sacrificio di sé per donarsi agli altri. Il contrario di quanto questa nostra società consumistica e materialista ci “insegna”. Queste madri ci ricordano che l’aborto non solo non è una conquista della civiltà, ma umilia la dignità stessa della donna. Queste “mamme coraggio” non si sono chiuse alla vita, non hanno inseguito i parametri dell’efficienza e dell’egoismo, hanno “dato” e non “preso”, hanno speso la loro vita per amore, per altri. Il nostro amatissimo Papa ha affermato, in Deus caritas est, che «all’anticultura della morte si contrappone l’amore che non

Il 10 dicembre 1948 fu approvata dall’ONU la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo. E qual è, fra tutti, il primo diritto umano, se non il diritto alla vita?

cerca se stesso, ma che, proprio nella disponibilità a perdere se stesso per l’altro, si rivela come cultura della vita». Noi sappiamo che «non praevalebunt»: abbiamo solo bisogno di testimoni. La parola martire deriva dal greco e significa proprio testimone, colui che con la sua vita rimanda ad Altro e lo fa scoprire agli uomini: il suo dono è quello di farci discutere sulla vita. Questi tre premi, simbolicamente, hanno avuto anche lo scopo di accarezzare tutte le madri d’Europa che hanno compiuto questa stessa scelta di generosità, contrapposta all’egocentrismo, perché consapevoli che nulla va perso nell’amore. Santa Gianna Beretta Molla ha dichiarato: «Ci sono tante difficoltà ma, con l’aiuto del buon Dio, dobbiamo camminare sempre senza paura, che, se nella lotta per la nostra vocazione dovessimo morire, quello sarebbe il giorno più bello della nostra vita». Irene Bertoglio

Chiara Corbella Petrillo


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