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Infosportpagine
Rivista Mensile N. 6 - Giugno 2013
“nel nome di chi non può parlare”
Uomini per la vita Ci sono persone potenziali?
Pagare per uccidere? No, grazie
Un tributo a Guareschi, Lejeune, Garrone, Nathanson
- Sommario -
Notizie
Editoriale 3 Notizie dall’Italia Notizie dal mondo
4 5
Primo Piano Pro life ante litteram: tributo a Guareschi
10
Andrea Giovanazzi
L’uomo, essere libero, non predeterminato: tributo a Lejeune 11 Marta Buroni
Dalla menzogna alla verità: tributo a Nathanson
12
Corrado Gnerre
“Si deve fare, quindi si può fare!”: tributo a Garrone
13
Francesca Romana Poleggi
RIVISTA MENSILE N. 6 - GIUGNO 2013 Testata Infosportpagine-ProVita Editore MP cooperativa giornalistica Sede legale Via Marlengo 49/b, 39012 Merano (BZ) Autorizzazione Tribunale BZ N6/03 dell’11/04/2003 Codice ROC MP 12603 Redazione Mario Palmaro, Antonio Brandi, Alessandro Fiore, Andrea Giovanazzi. Largo della Caffarelletta 7, 00179 Roma. Tel/fax: 06-3233035 Direttore Responsabile Francesca Lazzeri Direttore Editoriale Francesca Romana Poleggi Direttore Amministrativo Beniamino Iannace
Attualità Evviva la Vita!
6
Francesco Agnoli
Il mondo alla rovescia
7
Antonello Vanni
Quando la legge tutela la vita
8
Virginia Lalli
Una penna per la vita
9
Antonello Cavallotto
Scienza e Morale L’embrione, uno di noi
14
Fausto Roncaglia
Ci sono persone potenziali?
15
Benedetto Rocchi
Salvando il figlio, si salva anche la madre
16
Carluccio Bonesso
Quando la pillola non va giù
17
Renzo Puccetti
Evangelium Vitae, terza parte
18
Mons. Giuseppe Tonello
Famiglia ed Economia Elisabetta
20
Giulia Tanel
Pagare per uccidere? No, grazie
21
Andrea Mazzi
Campane a martello: suonare le campane per svegliare i cuori 21 Don Matteo Graziola
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Segretaria di Redazione Camilla Tincani Progetto grafico Massimo Festini Tipografia Eticart srl, via Garibaldi 5, 73011 Alezio Distribuzione MOPAK SRL, Via Prima Strada 66 - 35129 Padova Rapida Vis, Via Cadlolo 90 - 00136 Roma Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Francesco Agnoli, Carluccio Bonesso, Antonio Brandi, Marta Buroni, Antonello Cavallotto, Virginia Lalli, Andrea Giovanazzi, Corrado Gnerre, Don Matteo Graziola, Andrea Mazzi, Francesca Romana Poleggi, Renzo Puccetti, Benedetto Rocchi, Fausto Roncaglia, Giulia Tanel, Mons. Giuseppe Tonello, Antonello Vanni.
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Editoriale
Notizie
3
Editoriale
Gli uomini e l’aborto
Ottobre 2012: il Presidente Obama dichiara che le «decisioni sull’aborto non spettano agli uomini». Sentiamo dire spesso che l’aborto è una questione privata fra la donna ed il suo medico perché riguarda solamente il suo corpo. Non a caso nella legge 194 non si parla dell’uomo, del padre. Una recente ricerca dell’ANCIC francese (Associazione dei centri di Ivg e contraccezione) dichiara che si devono responsabilizzare gli uomini riguardo alla IVG poiché, secondo il sondaggio, la decisione di interrompere volontariamente una gravidanza, in 8 casi su 10, viene presa dalla coppia, ma poi solo il 20% delle donne si presenta alla clinica accompagnata dal partner. Gli uomini non possono certo prendere una scelta che riguarda corpi altrui, afferma l’Associazione, ma almeno assumersi la loro parte di responsabilità. L’intento non è “espropriare” la donna della decisione che riguarda il suo corpo, specifica l’Ancic, ma condividere le conseguenze di quella scelta. Quindi, secondo l’ANCIC, gli uomini possono parlare sì dell’aborto, ma solo se concordano con la decisione della donna di interrompere la gravidanza. Altrimenti, gli uomini non possono mettere il naso negli affari delle donne.
Ma è giusto che il dare o non dare la vita - quindi il decidere della maternità ma anche della paternità - debba essere considerato un diritto e solo, esclusivamente, un affare privato della donna?– È giusto che gli uomini non debbano avere voce in capitolo su un tema tanto importante e delicato che riguarda anche loro stessi e la loro vita? Non hanno forse gli uomini il dovere di creare una famiglia forte e sana, di proteggerla e valorizzarla? Si può costruire una famiglia forte sostenendo l’uccisione dei membri più innocenti e indifesi della stessa? Ovviamente gli uomini non possono obbligare le donne a fare ciò che essi vogliono, ma hanno tutto il diritto del mondo di avere voce in ciò che accade ai loro figli e non possono essere considerati solamente come donatori di liquido seminale! Considerando che gli uomini condividono già le conseguenze dell’aborto poiché spesso soffrono anche i padri del trauma post-aborto (cioè senso di colpa, depressione, incubi, disfunzioni sessuali e dipendenze compulsive), non hanno essi diritto ad esprimere la loro opinione sulla vita dei loro figli? La battaglia per la vita, del resto è una battaglia di tutti, uomini e donne: di tanti grandi uomini che dedicano la loro vita ai diritti del nascituro, come Mario Paolo Rocchi, Roberto Algranati e Leandro Aletti, abbiamo già parlato negli scorsi numeri. Di altri presto parleremo. Questo numero vuole essere un tributo alla memoria di alcuni uomini straordinari più o meno recentemente scomparsi: Giovanni Guareschi, Jerome Lejeune, Bernard Nathanson, e Giuseppe Garrone. Ed è a loro, a tutti gli uomini che ogni giorno si adoperano e si battono per la vita dei più piccoli, dei più indifesi, che dedichiamo oggi la nostra battaglia. Antonio Brandi
Notizie dall’Italia
Notizie
Notizie dall’Italia
4 In tutta Italia si è tenuta il 4 maggio la manifestazione contro l’aborto, “12 ore per la vita”, organizzata, dall’associazione Ora et Labora a difesa della vita e dal movimento No194. A Caserta, presso la clinica “Sant’Anna” in via Roma 124, è stata un successo. Almeno 60 donne, dalle 9 di mattina alle 19 di sera, hanno testimoniato con la preghiera e la propria presenza il loro dissenso contro l’aborto: nonne, mamme, nipotine. Presso gli ospedali di Milano, Torino, Padova, Roma e Catania soprattutto donne, tante donne, erano lì a pregare per la vita.
Marco Del Corona e Paolo Salom hanno realizzato, per il Corriere della Sera, un’intervista al Premio Nobel per la Letteratura Mo Yan in occasione dell’uscita in Italia per Einaudi del suo romanzo Le Rane. Il libro affronta la contraddizione tra la gioia derivata dalla nascita di un figlio e la mostruosità degli aborti forzati, pratica che tutt’ora sopravvive e che ha toccato da vicino l’autore stesso, il quale ha vissuto in prima persona l’aborto a cui è stata sottoposta la moglie, e che nell’intervista definisce come “un grande dolore e un’enorme ombra”.
Ha atteso la fine della messa, Papa Francesco, per salutare i partecipanti alla terza edizione della Marcia per la Vita, che si è svolta il 12 maggio a Roma. “Invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento, sin dal primo istante della sua esistenza”, ha detto Bergoglio durante il Regina Coeli. Terminata la celebrazione, si è avvicinato ai promotori dell’iniziativa, salutandoli e scambiando qualche parola con loro.
Monza, 26 aprile 2013 – Una pacifica manifestazione di preghiera dell’Associazione ‘Ora et labora in difesa per la vita’ insieme al movimento ‘Per la vita di Meda’ davanti all’Ospedale di Monza ha scatenato lo sdegno e l’indignazione dei media locali e del Direttore Sanitario dell’Ospedale. Le forze dell’ordine hanno fatto sgombrare i manifestanti dopo alcune ore. Ma la libertà di riunione e di manifestazione del pensiero sancita dalla “Costituzione più bella del mondo” che “guai a chi la tocca” ??? (art. 17: I cittadini hanno diritto di riunirsi …. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica; art. 21, 1° comma: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione). Costanza Miriano racconta che qualche tempo fa la scuola dei suoi figli doveva cambiare nome e, tra le proposte messe al voto, c’era Chiara Corbella. Istantaneamente davanti ai cancelli si è organizzata una raccolta di firme per bloccare l’iniziativa. Una mamma che ha messo prima di sé la vita del suo bambino è stata avvertita come una minaccia, un’offesa alla sensibilità comune. C’è stato chi è arrivato a dire e a scrivere che Chiara riporta indietro le donne, costrette alla mistica del sacrificio voluta per loro dalla società patriarcale. È morto a Roma Giulio Andreotti, uno dei politici cattolici che hanno firmato la legge 194 del ‘78 che ha liberalizzato l’aborto. Non molti sanno che di questo Andreotti si è amaramente pentito: in più occasioni ha dichiarato che in quel momento e in quel contesto la strategia del compromesso gli era sembrata la più opportuna, soprattutto per evitare di peggio. Poi, però, ha potuto constatare con molto dolore di aver commesso un tragico errore: lo ammise anche in pubblico, davanti a Madre Teresa e davanti a Giovanni Paolo II.
L’Associazione Giuristi per la Vita ha sporto querela contro lo spettacolo blasfemo messo in scena a Roma nel corso della manifestazione musicale denominata “concerto del primo maggio”. Nella denuncia-querela viene contestato il reato di «offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone», previsto e punito dall’art. 403 del codice penale, il reato di «offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose», previsto e punito dall’art. 404 del codice penale, e il reato di «atti osceni», previsto e punito dall’art. 527 dello stesso codice penale.
Da Aprile, a Castiglione del Lago, è aperto lo “Sportello per la Vita”, un punto di prima accoglienza e primo ascolto per donne che si trovassero nella difficoltà e nella sofferenza di dover mettere in discussione una gravidanza. Lo sportello, che si trova presso la Casa del Giovane di Castiglione del Lago in via Pellico, nasce dalla collaborazione tra la Parrocchia di Castiglione del Lago, il Movimento per la Vita di Perugia e alcuni volontari, in un territorio dove opera un importante punto nascita, presso il locale presidio ospedaliero.
Notizie dal mondo
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L’American College of Pediatricians continua a opporsi alle politiche di diffusione dei cosiddetti “contraccettivi di emergenza” tra gli adolescenti. La voce della scienza (e non dei preti) ancora una volta spiega che non è opportuno, per la salute psico fisica dei ragazzi, incoraggiarli a usare sistemi che deresponsabilizzano e banalizzano il sesso e spingono a praticarlo in contesti in cui la psiche (e molto spesso anche il fisico) non è adeguatamente preparata. Uno dei maggiori gruppi pro life inglesi, Alleanza Pro Life, è attualmente impegnata in due iniziative concrete: l’anno passato, insieme ai colleghi di Christian Concern, hanno realizzato una banca dati di tutti i centri, privati, enti, servizi sociali, in tutto il Regno Unito, a cui possono rivolgersi coloro che hanno bisogno di aiuto per una gravidanza non desiderata. La seconda iniziativa è una ricerca accademica sulla legge sull’aborto e il consenso informato, utile per coloro che sono coinvolti nella lotta contro l’aborto dal punto di vista legale.
Nuovo appello della Conferenza episcopale dell’Uruguay (Ceu) contro la legge sull’aborto: in un comunicato diffuso ieri, i presuli sono tornati a condannare la normativa che, approvata nell’ottobre scorso con una ristretta maggioranza, prevede l’aborto fino alla 12a settimana e in altri casi fino alla 14a, previa consultazione con una commissione di medici, psicologi e assistenti sociali. La Ceu applaude invece all’iniziativa popolare che ha raccolto le firme per l’indizione di un referendum abrogativo di tale legge.
“L’HIV, negli USA, è tuttora un problema critico di salute pubblica, e ci sono ancora 50.000 nuove infezioni ogni anno”, ha detto il dottor Doug Owens, un membro della task force e professore di medicina presso l’Università di Stanford. Invece l’aborto, secondo la Fondazione Radiance, di Washington DC, è la causa principale di morte per i neri d’America. Infatti, se il totale dei morti per AIDS, omicidio, malattie renali, di cuore e cancro è 285.522, i morti per aborto sono 363.705.
Doris Mpoumou, rappresentante internazionale di International Planned Parenthood Federation dell’Emisfero Occidentale (IPPF / WHR), ha scritto una lettera di pressione all’Ambasciatore della Nigeria Ogwu perché il suo governo si adoperi per l’affermazione dei diritti delle donne, la parità di genere e i diritti alla salute riproduttiva. Planned Parenthood, con ingenti contributi finanziari di molti paesi del mondo, detiene una catena multinazionale di cliniche per l’aborto con un fatturato multi-miliardario.
In Spagna, dalla legalizzazione dell’aborto nel 1985 (per mano del governo socialista dell’epoca) le interruzioni di gravidanza non hanno fatto che aumentare di numero e di incidenza: nel 1998 erano 53.847 e riguardavano il 6 per mille delle donne feconde, nel 2011 (ultimo dato disponibile) erano 118.359, relative al 12,4 per mille delle donne in età feconda. Nel 2010 Zapatero sostituì la vecchia legge, che fissava alcune condizioni per abortire (malformazione del feto, grave minaccia alla salute fisica o psichica della donna), con una legge che semplicemente ammetteva l’aborto su richiesta nelle prime 14 settimane di gravidanza, fruibile anche dalle minorenni. Il risultato è stato un’ulteriore impennata degli aborti, dai 113 mila del 2010 ai 118 mila del 2011.
Chi tenta di imporre restrizioni sul diritto all’aborto, vuole “portare indietro l’orologio”. E’ questo il messaggio che il presidente Barack Obama ha voluto dare ieri a centinaia di sostenitori di Planned Parenthood, la federazione delle associazioni americane a difesa del diritto delle donne a interrompere la gravidanza. Obama, fa notare il Washington Post, è il primo presidente americano a parlare al gruppo proabortista, esprimendo il suo convinto sostegno. “Avete un presidente che sarà al vostro fianco, combattendo ad ogni passo”, ha detto.
Alcuni siti pro life hanno pubblicato i dati relativi al “progresso e allo sviluppo” portato nel Regno Unito dalla legalizzazione dell’aborto: almeno 7.648.662 morti. La legge sull’aborto è stata approvata in UK nell’ottobre 1967 ed è entrata in vigore il 27 aprile 1968. Commemoriamo con grande tristezza questo spaventoso numero di vittime, e riflettiamo ancora una volta sul tragico impatto che l’aborto ha sulle donne e sulle loro famiglie, sulla società stessa.
Notizie dal mondo
L’Associazione Nazionale dei Medici del Nepal ha chiesto ufficialmente al governo di riformare la legge sull’aborto in senso restrittivo: solo nel 2011 ci sono stati oltre 95 mila aborti. A detta dei professionisti dell’ANM nel paese si delinea un forte rischio di catastrofe sanitaria.
Il disegno di legge che dovrebbe legalizzare l’aborto nella cattolica Irlanda, “non cambierà la legge irlandese sull’interruzione della gravidanza”: lo ha precisato il primo ministro, Enda Kenny. Si prevede la creazione di commissioni di 3 medici per esaminare i singoli casi e l’aborto sarà consentito se i medici daranno un verdetto unanime favorevole. Sarà consentito quando saranno d’accordo che la vita della madre sia in pericolo o in caso di rischio di suicidio della donna. E’ questo il punto dolente della normativa, criticata in una nota inviata dai Vescovi irlandesi: come gli psichiatri hanno ampiamente dimostrato, l’aborto non è mai un rimedio a un’intenzione suicidaria.
Notizie
Attualità
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Evviva la Vita! Il bilancio positivo dei due giorni pro vita dell’11 e 12 maggio scorsi: perché credere nella vita è più bello, più umano, più liberante che affidarsi alla morte.
A
bocce ferme, dopo ormai alcune settimane dalla marcia nazionale per la vita, è opportuno stilare un bilancio. La prima cosa da dire è semplicissima: esiste un popolo per la vita. Esiste, ha voglia di darsi da fare, di uscire allo scoperto. Basta che qualcuno alzi la bandiera. Si tratta di un popolo che ha desiderio di capire, approfondire, conoscere meglio le ragioni della sua battaglia: oltre mille le persone che sabato, durante il Convegno per la Vita, hanno seguito il fitto programma di relazioni da parte di personalità come il cardinal Carlo Caffarra, l’arcivescovo Gianpaolo Crepaldi, Carlo Bellieni, Pino Noia, Antonio Oriente, Sabrina Paluzzi, Costanza Miriano, Cinzia Baccaglini, Cristina Del Poggetto, Enrico Masini, Massimo Gandolfini e tanti altri validissimi relatori. Durante il convegno, come ormai d’abitudine, sono state premiate alcune persone distintesi nella difesa e nella promozione della vita: il nostro “cuore grande”, Toni Brandi; il ginecologo obiettore Gianfranco Blaas; mons. Ignacio Barreiro, di Vita Umana Internazionale e la presidente della March for Life americana Jeanne Monahan. Il convegno è un po’ la preparazione della marcia, il luogo in cui persone che dedicano tutto l’anno a studiare e a divulgare si ritrovano ed oltre a mettere a disposizione di tutti il loro sapere e la loro esperienza, hanno anche la possibilità di incontrarsi tra loro e ragionare sul futuro. La sera, dopo il convegno e la cena, tutti insieme, nel grande salone dell’università Regina Apostolorum, abbiamo partecipato all’adorazione eucaristica
con il cardinal Burke: pregando Dio che vigili su questo piccolo seme di speranza che verrà piantato l’indomani, nelle strade di Roma. È l’ora della marcia: alle 8.30 già migliaia di persone sono sotto il palco, a fianco del Colosseo. In poco tempo si raduneranno oltre 30 mila persone. Qualcuno dice 40 mila. Ci sono sacerdoti e suore, famiglie, bambini, associazioni culturali e associazioni dedite alla carità e al sostegno dei malati, delle coppie in difficoltà, delle donne che hanno abortito. Numerose realtà diverse, con sensibilità e campi d’azione differenti, si trovano per testimoniare insieme l’ideale
Gli organizzatori della marcia hanno voluto premiare con questa pergamena in pelle d’agnello, dipinta a mano e con scritte in oro, Antonio Brandi, generoso e coraggioso difensore dei diritti del popolo cinese, e dei diritti degli innocenti non ancora nati. Questa nostra rivista, di cui è editore e animatore, instancabile ed entusiasta, è uno dei frutti della sua grande passione per la Verità e del suo amore per il Dio della Vita. Per questo il nostro grazie, è obbligato, sentito, riconoscente.
che le accomuna: la sacralità della vita. Come ho già scritto altrove, “scendere in strada significa riappropriarsi del rapporto vivo che esiste tra la fede e la vita di ogni giorno; del rapporto che esiste tra la ragione, il bene, la verità e la legge. Significa ricordare e ricordarsi che il nascere e il morire vengono prima di Creonte, prima dello Stato, e riportano alla domanda sull’origine prima e sul significato ultimo dell’esistenza”. Significa ancora affermare con forza il proprio no alle leggi omicide, 194 o altro che siano, e nello stesso tempo, ancora di più, mostrare che credere nella vita è più bello, più umano, più liberante che affidarsi alla morte. Nei tempi difficili, ma forse in ogni tempo, è opportuno che ci sia chi, con voce quasi profetica, denuncia il male che corrode la società; occorre che un sano e libero spirito critico sia esercitato verso i miti e gli inganni del tempo; ma ancora più necessario è che qualcuno accenda una luce, e mostri, nel buio, la possibilità di uscirne, di credere, di vivere altrimenti. Nel non senso che circonda la vita dell’uomo contemporaneo, spingendolo ad essere omicida del suo futuro, è essenziale ricordare a tutti che Dio è Vita; che anche per chi non crede, non si può prescindere dal rispetto di un ordine, della legge naturale, se si vuole edificare e non demolire. Questo hanno fatto i marciatori, benedetti, con affetto, con grandi e partecipi sorrisi, da papa Francesco. Una benedizione che ci ha commossi, e confermati. Francesco Agnoli