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Rivista Mensile N. 19 - Maggio 2014
“nel nome di chi non può parlare”
Una legge assassina
Una cellula, una persona
La marcia per la vita un dono di Dio
6 milioni di morti
- Sommario -
Notizie
Editoriale 3 “nel nome di chi non può parlare”
Notizie dall’Italia
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RIVISTA MENSILE N. 19 - MAGGIO 2014
Notizie dal mondo
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Primo Piano La marcia per la Vita, un dono di Dio
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Antonio Brandi
L’unione fa la forza
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Francesca Romana Poleggi
La 194 non dà diritto a una “scelta”
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Andrea Mazzi
Nessuno tocchi la 194!
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Rodolfo de Mattei
Editore Pro Vita Onlus Sede legale: via della Cisterna, 29 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182 Redazione Antonio Brandi, Alessandro Fiore, Andrea Giovanazzi. Piazza Municipio 3 39040 Salorno (BZ) Direttore Responsabile Francesca Lazzeri Direttore Editoriale Francesca Romana Poleggi Direttore Pro Vita Onlus Andrea Giovanazzi Progetto grafico Massimo Festini
Attualità La grande stanchezza 6 Rodolfo Granafei
A scuola di gender 7 Giampaolo Babini
Nel nome dell’infanzia 8 Maria Assunta Opportuno
Da Oceano a Oceano in difesa della vita 9 Padre Shenan Boquet
Scienza e Morale Una cellula, una persona
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Famiglia ed Economia 21
Anna Maria Pacchiotti
Giochi pericolosi Lupo Glori
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per un aggiornamento quotidiano:
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Giampaolo Scquizzato
Una volontaria del CAV racconta
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Giampaolo BabinI, Padre Shenan Boquet, Antonio Brandi, Federico Catani, Rodolfo de Mattei, Lupo Glori, Rodolfo Granafei, Andrea Mazzi, Alba Mustela, Maria Assunta Opportuno, Anna Maria Pacchiotti, Francesca Romana Poleggi, Giampaolo Scquizzato.
www.notizieprovita.it
Federico Catani
Poche minuscole cellule, un grande segno d’amore
Distribuzione MOPAK SRL, Via Prima Strada 66 - 35129 Padova
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Alba Mustela
La fecondazione artificiale è sempre e comunque un male
Tipografia Flyeralarm SrL, Viale Druso 265, 39100 Bolzano
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• € 30,00 contributo ordinario • € 60,00 sostenitore • € 100,00 benefattore • € 250,00 patrocinatore Per contributi e donazioni, intestati a “Pro Vita Onlus”: c/c postale n. 1018409464 oppure bonifico bancario presso la Cassa Rurale Alta Vallagarina, IBAN IT89X0830535820000000058640, indicando nome cognome indirizzo e CAP. L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali, involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti e/o delle foto.
Editoriale
Notizie
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Editoriale
La verità sulla 194
Le persone di mezza età ricorderanno bene le vergognose bugie che hanno portato alla legalizzazione dell’aborto, nel 1978. Bugie enormi come i milioni di aborti clandestini e le decine di migliaia di donne morte a causa di essi: i dati ufficiali, nel periodo considerato, riportavano in tutto 9.000 donne morte, tra i 14 e i 44 anni, per le cause di decesso più svariate. La propaganda abortista continua ancora oggi ad alimentarsi di menzogna, per esempio sui medici obiettori di coscienza e sul “diritto all’aborto” negato (i dati ufficiali dicono chiaramente che non è vero). Per 30 anni insieme alle bugie hanno attuato un lavaggio del cervello dell’opinione pubblica, con delle gravi reticenze: per esempio molti pensano che l’aborto sia legale solo fino a 90 giorni di gravidanza. Pochi si rendono conto che di fatto l’aborto è permesso facilmente al di là di questo termine arbitrario. Pochi sanno che è molto facile l’aborto per le minorenni, all’insaputa dei genitori (e i casi sono in costante aumento). Pochi sanno quante donne muoiono per complicazioni post operatorie causate dall’aborto. Non vi sono, poi, statistiche sulle migliaia di donne che cadono in depressione, si suicidano o compiono azioni folli a causa della sindrome post abortiva. Nessuno sa quanti operatori sanitari, che praticano l’abor-
to, soffrono di sindrome da stress post traumatico. Ma 35 anni di legge 194 e di propaganda mortifera, purtroppo, hanno lasciato il segno nella mentalità comune. I radicali sono riusciti nella loro impresa applicando la strategia dei “piccoli passi” a livello culturale, legale ed amministrativo, con il sostegno dei poteri forti, perché dietro l’industria dell’aborto vi sono milioni di dollari di profitti. Perciò mi rattristo molto quando leggo delle polemiche che dividono i combattenti per la Vita italiani. Il nostro obiettivo è - e deve essere - l’abrogazione della 194, ma, purtroppo, non possiamo ottenerla subito, senza aver diffuso, prima, la cultura della vita. Quindi dobbiamo lottare uniti a tutti i livelli contro i fautori della morte. Come stanno facendo i pro-life americani nei singoli Stati. Nel Texas per esempio hanno fatto chiudere un terzo delle cliniche abortiste della famigerata Planned Parenthood. Se qui in Italia, ad ipotesi, ci battessimo uniti per eliminare il finanziamento pubblico agli aborti, ciò non significherebbe accettare un “male minore”, ma servirebbe a guadagnare spazi per arrivare prima all’abrogazione della legge assassina. E’ nostro compito quindi risvegliare le coscienze e proclamare la verità: a Kosice, in Slovacchia, in Polonia e in 40 città rumene, nonostante mezzo secolo di dittatura comunista atea, giovani e meno giovani, vescovi, parroci e laici, hanno marciato uniti e compatti a favore della vita. Anche a Roma hanno marciato decine di migliaia di persone. Ma non basta: bisogna che tutti coloro che hanno capito qual è la verità si muovano uniti, per dare coraggio a quei politici e a quei (troppi) prelati che ancora temono di schierarsi apertamente, in modo politicamente scorretto, contro la cultura della morte. Antonio Brandi
Notizie dall’Italia
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La quinta sezione penale del tribunale di Milano ha pensato bene di far saltare un altro divieto posto dalla legge 40: assolve una coppia di Milano, che aveva iscritto all’anagrafe un bambino comprato a Kiev con un utero in affitto, dal reato di alterazione dello stato civile del minore (567 c.p.) perché “l’atto di nascita è stato formato correttamente, in Ucraina, nel rispetto della legge del luogo ove il bambino è nato”. In barba alla legge italiana che vieta l’applicazione delle norme straniere quando siano contrarie all’ordine pubblico o al buon costume, i giudici milanesi spiegano che «questa forma di procreazione assistita è consentita dalla maggior parte dei Paesi che aderiscono all’Unione europea». E spiegano che il figlio è un diritto. Successivamente fanno intendere che la nostra normativa sulla filiazione è superata perché il concetto di genitorialità “è incentrato sull’assunzione di responsabilità”, quindi poco rileva il legame biologico. Inoltre il Tribunale insiste sul fatto che l’eterologa nella variante “maternità surrogata” è “terapia dell’infertilità” che tutela il “diritto alla salute”. Attenti a cosa insegnano a scuola ai nostri bambini: in due scuole elementari di Bologna si è proposto uno spettacolo organizzato da Teatrobus, inneggiante alle cosiddette famiglie arcobaleno. Quando qualche genitore ha chiesto se poteva evitare di mandare i figli allo spettacolo, gli è stato risposto di tenerselo a casa. Invece per i corsi di religione vengono sempre proposte attività alternative. In una materna di Perugia impongono ai bambini di scambiarsi i vestiti con le bambine, in modo che imparino ad essere “genericamente” elastici. A Milano nei corsi di aggiornamento insegnano alle maestre di asilo che ai bambini va spiegato che non solo la gallina, ma anche il gallo fa l’uovo. In alcune scuole materne già hanno introdotto il “gioco del dottore”: i bambini sono costretti a spogliarsi per esplorare il proprio corpo e quello altrui.
La giunta della Regione Emilia Romagna ha invitato a spese dell’amministrazione tutti i dipendenti, ma proprio tutti, ad uno spettacolo teatrale dedicato ad un argomento che, da programma di sala, parla in «maniera lieve di un fenomeno naturale e censurato, fondamentale ma evitato come la più vergognosa delle colpe». Che cosa? Le mestruazioni. L’autrice e attrice Marinella Manicardi nello spettacolo “Corpi impuri” parla di qualcosa che « è circondato da assurde superstizioni e rigida censura, perché le tre religioni monoteiste cattolica, ebraica e musulmana considerano il corpo mestruato della donna, la donna, un corpo impuro». Insomma, come al solito, alla fine è sempre colpa della Chiesa. Gli Amministratori hanno garantito a tutti i dipendenti che le due ore di piece saranno considerate a tutti gli effetti come orario di servizio (tanto i biglietti sono acquistati con denari pubblici). La caccia all’obiettore continua e sui media è passato il seguente messaggio: in Italia non si riesce ad abortire perché ci sono troppi obiettori. Il Comitato Nazionale di Bioetica, invece, afferma che “sulla base dei dati disponibili si vede come in alcune regioni all’aumentare degli obiettori di coscienza diminuiscano i tempi di attesa delle donne, e, viceversa, in altre regioni al diminuire del numero di obiettori aumentino i tempi di attesa, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare. In altre parole, non è il numero di obiettori di per sé a determinare l’accesso all’ivg, ma il modo in cui le strutture sanitarie si organizzano nell’applicazione della legge 194/78”. Alle stesse conclusioni è arrivata anche l’ultima Relazione sullo stato di attuazione della legge 194 e il successivo monitoraggio voluto dal Ministero della Salute per verificare se gli obiettori fossero un intralcio, e una recente Risoluzione della XII Commissione Affari sociali. Infine un dato da non sottovalutare: dal 1978 ad oggi quante denunce sono state fatte perché una donna non ha potuto ottenere l’aborto che desiderava? Zero. Questo per dire che obiettori o non obiettori la mattanza di Stato non ha mai subito il minimo arresto.
“L’eroico quotidiano” è esser famiglia “normale”. Ed è il tema di un convegno a Bologna a cui hanno partecipato Francesco Agnoli e il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori Carlo Costalli, Assuntina Morresi e Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, e vari esponenti politici del Nuovo Centro Destra. Ovviamente gli organizzatori del convegno sono stati ricoperti di contumelie dai rappresentanti dell’attivismo gay: “ il festival dell’omofobia”, sentenzia con la consueta fantasia Franco Grillini. Cathy La Torre, capogruppo di Sel al Comune di Bologna ha detto: «Non ho mai capito quelli che fanno politica “contro” le persone, l’amore, gli affetti e insomma la realtà. Mi pare proprio una roba contro natura». Contro natura … certo: è la famiglia normale contro natura, ormai.
A Milano fuori dall’ Ospedale Niguarda le femministe non hanno fatto altro che lanciare ingiurie verso i poliziotti e verso un gruppo di “Ora et labora in difesa della vita” che pregava. “Noi comunque quel giorno pregavamo anche per loro e sono sicuro che insieme a noi pregavano per loro anche i 6.000.000 di bambini non nati a causa della loro ideologia di morte”, ha detto Giorgio Celsi, presidente dell’associazione.
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… E intanto in Belgio c’è già chi vuole «andare oltre» l’eutanasia dei bambini e legalizzare la «eutanasia non richiesta». Tutte le legislazioni nel mondo occidentale proibiscono esplicitamente l’accanimento terapeutico, ma da qui a chiedere l’autorizzazione dell’eutanasia non richiesta il salto è enorme. Si avanza lo stesso argomento di sempre: l’eutanasia non richiesta, per quanto illegale, è praticata più che regolarmente in Belgio e quindi andrebbe regolamentata. Quando i malati non sono abbastanza coscienti per fare una richiesta esplicita, ma sono in uno stato di sofferenza incontrollabile, bisogna accorciare il processo di cure palliative per migliorare la qualità del loro fine vita, poiché il primo obiettivo della medicina è restaurare o mantenere la salute, e non mantenere in vita a tutti i costi. (!!!) L’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali ha pubblicato una ricerca sulla violenza perpetrata ai danni delle donne nei ventotto Paesi della Ue: la classifica dei Paesi «violenti con le donne» è interessante: in testa c’è la Danimarca, seconda la Finlandia, terza la Svezia, seguita a ruota dall’Olanda. L’ultima in classifica è la Polonia. L’Italia si pone diciottesima sui ventotto, ben dietro a Francia, Gran Bretagna e Germania. Quindi i paradisi storici dell’emancipazione femminile, che da tempi remoti fanno corsi scolastici obbligatori di educazione sessuale, sono molto più violenti verso le donne che i paesi tradizionalmente cattolici! I media italiani hanno tranquillamente ignorato la notizia.
I bambini cresciuti con coppie eterosessuali sposate tendono a rendere meglio a scuola rispetto ai bambini allevati da coppie dello stesso sesso. È quanto dichiarato da un economista della “Brigham Young University” , Joseph Price: i dati statistici analizzati evidenziano l’importanza della complementarietà dei ruoli nel processo educativo dei bambini. Egli ha testimoniato durante il processo in corso che vede contrapposti il governatore del Michigan, il repubblicano Rick Snyder, e la coppia di omosessuali April DeBoer e Jayne Rowse che cercano di ribaltare l’attuale legge che vieta l’adozione per coppie dello stesso sesso e il matrimonio gay.
Una Corte del Kansas ha stabilito che grava sul padre, donatore di sperma su internet, l’obbligo di mantenere il figlio adottato da una coppia lesbica, nonostante l’accordo stipulato fra i tre adulti stabilisse che il ruolo dell’uomo sarebbe dovuto cessare dopo la donazione. Quando le donne si sono separate e la madre naturale ha fatto richiesta per ottenere alcuni sussidi sociali, finendo per rivelare il nome del padre biologico al Kansas Department for Children and Families, il DCF ha richiesto l’accertamento di paternità per poter agire nei confronti del padre, richiedendo il mantenimento del figlio. Secondo il giudice un genitore «non può terminare i diritti e doveri genitoriali mediante un contratto anche se i genitori lo consentano» anche perché si viola il diritto del bambino al mantenimento da parte dei genitori.
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Troppo spesso la diagnosi di morte a cuore battente si rivela errata. La famiglia di una donna scozzese di 51anni ha citato in giudizio il governo perché a seguito di un grave attacco di cuore, due anni fa , i medici di Lorna Baillie avevano detto alla sua famiglia che era “clinicamente morta” e avevano spento il suo sistema di supporto vitale . Solo dopo 45 minuti la famiglia è riuscita a convincere i medici a ricollegare le macchine perché la “morta”respirava ancora. Lorna ha recuperato la capacità di camminare e di parlare, ma in quei 45 minuti le è mancato ossigeno al cervello ed è rimasta gravemente ritardata.
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Il Center for Reproductive Rights (CRR) ha presentato una denuncia alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, accusando di crudeltà l’Irlanda perché nega l’aborto in situazioni in cui il feto abbia una malattia terminale… è crudele chi non uccide!...
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La grande stanchezza Bisogna constatare che il “conservatorismo” non garantisce più la difesa dei valori non negoziabili: destra e sinistra vanno bene per la caserma o per la rivoluzione, non per la Chiesa: si veda l’esempio inglese.
L
a grande stanchezza che mi assale anche solo pensando alla legalizzazione del matrimonio omosessuale in Gran Bretagna, mi fa ricordare le parole di Edmund Husserl sulla stanchezza come massimo pericolo per l’Europa. E un giro tra gli articoli che riguardano, ad esempio, gli studi sui figli di coppie omosessuali e eterosessuali comparati, col codazzo di scomuniche e di insulti da parte di militanti lgtb, minacce e accuse varie – tutte cose che mettono seriamente e veramente in discussione non il principio, ma la pratica della libertà di espressione nel mondo occidentale – mi dice che la profezia di Chesterton, secondo la quale si sarebbe sguainata la spada per dimostrare che in estate le foglie sono verdi, si realizza sotto i nostri occhi. Cominciamo a fare i conti: se critico un islamico o aspetti della cultura e della tradizione islamica, devo aspettarmi di essere indicato come bersaglio e, se mi va bene, protetto dalla polizia, come successe a Redeker, professore di filosofia d’un liceo francese che si azzardò a pubblicare un articolo in difesa del discorso di Bene-
La Regina Elisabetta, avendo giurato come capo della Chiesa d’Inghilterra, all’atto dell’incoronazione, di rispettare le leggi di Dio, non avrebbe dovuto promulgare il Marriage (same sex couples) Bill. Ma la Regina ha firmato.
detto XVI a Regensburg. Intanto la polizia francese ha proposto a una ragazzina slava di facilitarle l’acquisizione della cittadinanza in cambio di spiate sui membri della Manif pour tous. Se racconto una favola - cioè una favola “tradizionale” - devo aspettarmi che questo atto sia considerato tendenzioso e sovversivo perché veicola una cultura sessista, machista, repressiva: in Francia è in corso una revisione politicamente corretta delle favole da raccontare ai bambini fin dall’asilo. Della “pericolosità” della favola ho esperienza diretta già da quando due amici si mostrarono perplessi del fatto che stessi raccontando una favola alla figlia... Se poi dico apertamente che il matrimonio propriamente è l’unione tra un uomo e una donna, sono passibile di messa all’indice - in Italia tra poco, forse, con sanzioni penali. Qui tutti gli indici sono convergenti: viviamo già all’interno di un nuovo sistema totalitario, peggiore dei precedenti. Dovrebbe diventare un ritornello alla Catone, che concludeva qualsiasi discorso, c’entrasse o meno, con Carthago delenda est! Dice il “vescovo” anglicano Michael Nazir-Ali che la Regina di Gran Bretagna, avendo giurato come capo della Chiesa d’Inghilterra, all’atto dell’incoronazione, di rispettare le leggi di Dio, non avrebbe dovuto firmare per convalidare la messa in vigore del Marriage (same sex couples) Bill. Ma la Regina ha firmato. Anche il re del Belgio ha firmato per convalidare la legge per l’eutanasia dei ragazzini. Da noi per adesso siamo “solo” alle tragicomiche dell’UNAR, che ha diffuso opuscoli “antidiscrimi-
“Qual è la destra e qual è la sinistra?”
nazione” dei quali non sapevano niente – dicono – né il Ministro delle Pari Opportunità né il Ministero della Pubblica Istruzione. Ma si capisce bene che sono prove generali. La cosa più significativa e sorprendente (?) è però la posizione di Cameron, che è riuscito a ribaltare la maggioranza antigay del suo partito, e che si è permesso il lusso di dichiarare che lui è favorevole alle nozze omosessuali non “nonostante” ma perché conservatore. Come cattolico sono contento, così almeno cominciamo a toglierci dalla testa che esista un “conservatorismo” che in qualche modo ci dà una mano. Non è così: destra e sinistra vanno bene per la caserma o per la rivoluzione, non per la Chiesa – anche se questa definizione primitiva dello spazio politico-culturale ecc. la subisce. Infine, Wilson of Culworth, membro della Corte Suprema inglese, dichiara che lui, anglicano fedelissimo, ritiene che il matrimonio omosessuale porterà una rivitalizzazione dell’istituto familiare. Non sappiamo come, ma non praevalebunt! Rodolfo Granafei