Provita estratto maggio 2015

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POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione in AP - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003

Rivista Mensile N. 30 - Maggio 2015

“nel nome di chi non può parlare”

Padova CMP Restituzione

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Notizie

LUPI TRAVESTITI DA PECORE Un’agenzia ONU con le mani lorde di sangue

Save the children: quali? Ecco come l’UNICEF protegge i bambini


- Sommar Sommario S o m m a rio rio -

Notizie

Editoriale Editoriale

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Lo sapevi che... Lo sapevi che...

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Primo Piano Primo Piano

Dalle unioni di fatto etero ai matrimoni gay

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Federico F e ederico Catani

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Ecco come l’UNICEF protegge i bambini IFederico conviventi Catanihanno tanti diritti. Solo diritti Gianfranco Amato

Un’agenzia dell’ONU con le mani lorde di sangue La Babele moderna Harry Wu

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Emmanuele uele W Wundt undt

Croce Rossa arcobaleno 15 Sovvertire la realtà naturale vuol dire distruggere l uomo 1 7 Alba Mustela Giovanni Reginato

Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) 16 Unioni (in)civili, imposte dai giudici 19 Francesca Romana P Poleggi Francesca F rrancesca rances Romana Poleggi oleggi

Dall’amnistia al gender

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Alessandro Fiore

Attualità Save the children: quali? 20 Daniela Fraioli

Una preghiera inerme, eppure insopportabile

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Adrea Mazzi

Fecondazione eterologa

Attualità e anonimato dei venditori di gameti

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Virginia Lalli Anna Maria Pacchiotti Rodolfo de Mattei

Come buonsenso smascherare certe bugie Dolce

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Giuliano Guzzo Claudia Cirami

Scegliere la vita genera la vita

8

Giulia Tanel

Quella foto sul cellulare…

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La questione della fecondazione artificiale

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Scienza Laura Bencettie Morale

Mons. Ignacio Barreiro Caràmbula

Scienza e Morale Non credenti pro life

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Claudia Cirami

25 La buona notizia:diversi Ginevra Uomini e donne, per natura, anche nello sport 22 Paola P aola Bonzi Rodolfo De Mattei

IlEutanasia: genocidioindei bambini Down 26 Francia va in scena “La grande bugia” 24 Newlife Sara Alessandrini

Le fabbriche di bambini 26 Gian Paolo Babini

Famiglia ed Economia Non basterebbe l’amore (se fosse amore) Brian Clowes

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N. 23 OTTOBRE TOBRE2015 2014 30 - OT MAGGIO

nel “nel nome di chi non può parlare parlare” RIVISTA MENSILE RIVIST TA MENSILE N. 30 - MAGGIO 2015 N. 23 - OTTOBRE 2014 Editore Editore ProVita Onlus ProVita Onlusvia della Cisterna, 29 Sede legale: Sede via (TN) della Cisterna, 29 38068legale: Rovereto 38068 Rovereto (TN) Codice ROC 24182 Codice ROC 24182 Redazione Redazione Antonio Brandi, Alessandro Fiore, Andrea Giovanazzi Antonio Brandi, Alessandro Fiore, Andrea Giovanazzi. Piazza Municipio Municipio 3 3 -- 39040 39040 Salorno Piazza Salorno (BZ) (BZ) redazione@notizieprovita.it -- Tel. redazione@notizieprovita.it Tel. T el. l 329 3290349089 0349089 Direttore responsabile Direttore responsabile Antonio Brandi Antonio Brandi Direttore editoriale Direttore editoriale Francesca F rancesca Romana Romana Poleggi Poleggi Direttore ProVita ProVita Onlus Onlus Andrea Giovanazzi Giovanazzi Impaginazione Progetto grafico Massimo Festini Festini T ipografia Tipografia Flyeralarm SrL, Viale Druso 265, 39100 Bolzano Editorial and Packaging Solution

Accogliere un figlio, nonostante tutto 6 9 Drogati di sesso

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Editoriale

Editoriale

Lupi travestiti da pecore Forse anche i nostri lettori - come noi - saranno delusi e dispiaciuti. Anche noi - come molti di loro in passato abbiamo pensato alle agenzie ONU e a certe ONG umanitarie internazionali come organizzazioni bona fide non soggette a pressioni ideologiche e politiche. Leggendo le Convenzioni a cui si ispirano e i nobili principi che le pervadono, sembra che i bambini, i disabili, i poveri, i malati, le donne in difficoltà siano l’obiettivo centrale dell’azione di queste entità, che esse esistano per tutelarle, che esse siano volte a diffondere valori di pace e di solidarietà innanzi tutto verso i più deboli. La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, per esempio, patrocinata e promossa dall’UNICEF, varata agli inizi degli anni ’90, nel preambolo recita che “…la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui necessita per svolgere integralmente il suo ruolo nella collettività”. E nel prosieguo dichiara di proteggere in particolare il diritto dei bambini di non essere separati dai propri genitori e il diritto di conoscerli; tutela poi il diritto alla vita, e promuove l’emanazione di leggi appropriate, non solo per garantire il più fondamentale tra i diritti dopo la nascita, ma anche prima. Purtroppo, però, la cultura della morte si è infiltrata anche nei gruppi dirigenti di queste organizzazioni. I nobili intenti, come quelli appena descritti, sono solo una maschera ipocrita. Come potrete leggere in queste pagine, in diverse occasioni e in diversi modi queste agenzie e queste ONG

si sono schierate apertamente a favore dell’eugenetica, dell’aborto e della contraccezione, in nome del neo - malthusianesimo antinatalista e razzista. Le loro dichiarazioni d’intenti e i documenti da esse sottoscritti sono apertamente a favore della sessualizzazione precoce dei bambini, delle leggi che - in nome di falsi diritti - destrutturano la società e la famiglia e favoriscono la crescita dei bambini in un ambiente che spesso si rivela dannoso per il loro equilibrio psicofisico, privandoli scientemente e deliberatamente della mamma o del papà e del diritto di conoscerli. Certe ONG internazionali sono divenute attrici protagoniste nella propaganda dell’ideologia antinatalista, dell’ideologia omosessualista e dell’ideologia gender, le quali ben evidenziano in tale contesto la loro radice comune, il loro essere sostenute dalle medesime lobby che detengono buona parte del potere economico e politico a livello mondiale. Evidentemente, del resto, le ONG in questione sono soggette alle pressioni di coloro che profumatamente le finanziano, spesso solidali con le lobby finanziarie che fanno miliardi di profitti con l’industria della provetta e dei “bambini sintetici”, degli uteri in affitto, delle operazioni di riassegnazione del sesso, della pornografia, della contraccezione… E - poiché i soldi non bastano mai - queste ONG ricevono milioni in contributi sia volontari, da parte di donatori spesso ignari e in buona fede, sia coattivi da parte dei contribuenti di quegli Stati che versano parte sostanziosa delle loro entrate per finanziare l’ONU e le sue agenzie. Antonio Brandi

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Lo sapevi che...

COMBATTI PER LA VITA E PER LA FAMIGLIA CON NOI! La Famiglia è il fulcro e il fondamento della società umana fin dalle origini della civiltà. È “famiglia”, atta a generare, educare e custodire la Vita, dall’inizio alla sua fine naturale, solo se c’è la complementarietà tra due coniugi, che promettono stabilmente di sostenersi a vicenda. Oggi la Famiglia e la Vita subiscono attacchi continui, di cui le prime vittime sono i bambini​, volti a distruggere l’umanità. ProVita si batte nei Tribunali con i Giuristi per la Vita (17 denunce nel 2014 contro la pornografia e il gender nelle scuole), collabora in maniera trasversale con tutti i politici che difendono la Vita e la Famiglia. Per sensibilizzare la popolazione pubblica annunci sui giornali, organizza convegni, cineforum, conferenze stampa e dà sostegno a madri in difficoltà con figli disabili, nonché ad organizzazioni che aiutano mamme con gravidanze difficili.

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Il parlamento irlandese ha approvato, con venti voti a favore e solo due contrari, il Children and Family Relationship Bill. La legge prevede che anche le coppie omosessuali possano adottare e istituisce un registro per i “donatori” (leggasi “venditori”) di gameti. Il 22 di questo mese di maggio gli irlandesi saranno chiamati a un referendum sul “matrimonio” gay. All’opposto di quanto avviene nel resto del mondo in Irlanda è passata prima la legge sulle adozioni gay e poi passerà quella sul “matrimonio” omosessuale. Nell’Indiana (USA) il Religious Freedom Restoration Act, (legge sulla libertà religiosa), consente a chiunque – ad esempio, le imprese del mondo della ristorazione – di rifiutarsi di celebrare o servire “nozze” gay, in virtù delle proprie convinzioni religiose. Immediatamente, è stata violenta la campagna scatenata contro il Governatore dalle lobby LGBT. Un’emittente locale, allora, ha condotto una serie di interviste per sondare l’opinione dei cittadini. Tra questi, la famiglia cristiana di Kevin O’Connor, a Walkerton, ha dichiarato che tutti (anche i gay) sono benvenuti nel loro ristorante, ma che non organizzerebbero un catering per un matrimonio gay, poiché in contrasto con le proprie convinzioni religiose. Contro questa famiglia si è scatenato un attacco senza precedenti: minacce sui social network, attacchi informatici, post di una volgarità e veemenza inaudita e con allegate foto a dir poco oscene; un vero e proprio bombardamento di recensioni pesantemente negative, e minacce dinamitarde e di morte. I titolari, terrorizzati, sono stati costretti a chiudere la loro pizzeria. E’ subito partita una raccolta fondi per aiutarli. Ha fruttato 500 mila dollari in poco tempo. Delle Culle per la Vita, “inventate” dal grande Giuseppe Garrone, abbiamo parlato, tante volte, sia su questa rivista sia sul portale www.notizieprovita.it. Lo scorso mese, proprio nei giorni immediatamente precedenti

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la Pasqua, a Giarre, in provincia di Catania, la Culla per la Vita di via Umbria ha salvato un bambino. La Culla di Giarre, come le altre, attive in tutta Italia (sono una cinquantina), garantisce un completo anonimato alla donna che vuole abbandonare il figlio. Un sensore e una telecamera rilevano la presenza del bambino all’interno del vano riscaldato predisposto e attivano l’allarme collegato con la centrale del 118. La legge italiana consente alle donne di non riconoscere il figlio. Se le Asl collaborassero maggiormente e valorizzassero le Culle, si potrebbero evitare numerosi aborti e infanticidi. Alcune settimane fa, un gruppo di manifestanti, prevalentemente polacchi, hanno protestato contro l’aborto a Bruxelles, davanti alla sede del Parlamento Europeo. I prolifers portavano cartelli e striscioni che mettevano in tutta evidenza la macabra realtà dell’aborto e il sangue delle vittime innocenti. Questo ha comportato l’intervento della polizia che ha tolto ai manifestanti dette immagini, in modo anche abbastanza spiccio – per non dire violento. Poca risonanza della cosa sulla stampa. Qualcuno – come al solito – si è addirittura indignato per la “violenza” dei dimostranti... La cultura della morte, infatti, per una strana proprietà transitiva usa l’aggettivo violento per manifestazioni assolutamente pacifiche che protestano contro la violenza dell’aborto. Se i manifestanti mostrano immagini della violenza stessa contro cui vogliono che la gente insorga, diventano manifestanti violenti. Quelli che mostrano le immagini della shoah, per protestare contro il Nazismo, non sono mai stati accusati di violenza. Per loro questa proprietà transitiva non vale. Né mi risulta siano mai state sequestrate le foto dei prigionieri e dei morti nei campi di concentramento nazisti. Non parliamo poi degli spettacoli delle Femen (o simili) che rientrano nella libertà di espressione del pensiero, secondo alcuni. Davvero non-violenti. Invece le immagini dell’aborto vanno censurate. Perché? Se l’aborto è “un diritto”, se non è un male, perché censurarlo?


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Lo sapevi che...

Un “libro per bambini pro choice”: si intitola “Sorella Mela, Sorella Maiale”, scritto da Mary Walling Blackburn, racconta di un bambino (o bambina) di 3 anni, Lee, che parla della sorella – che potrebbe essere una mela, un maiale, o altro. Infatti, detta sorellina è “un fantasma felice”, che per fortuna non è in giro “a scomodare” i suoi genitori. “Lei viveva dentro mamma e ora non più […] la mamma non poteva tenerla”. Quando il papà chiede se questa cosa lo rende triste o lo spaventa, Lee risponde con sicurezza: “Non sono triste che mia sorella sia un fantasma! Se aveste tenuto mia sorella, sareste diventati stanchi, tristi, e pazzi”. Se sua sorella fosse nata, prosegue, loro due avrebbero litigato sempre e la mamma non avrebbe potuto comprare abbastanza cibo per entrambi, né avrebbe avuto il giusto tempo da dedicargli. Un particolare avvertimento dell’autrice: “Masochisti, guardate altrove” perché “tra queste pagine non troverete il “lusso del dolore”, né un forte senso di colpevolezza o di colpa pungente”. La stessa autrice, all’inizio di quest’anno, in uno dei suoi spettacoli d’arte, intitolato un “Giardino anti fertilità” (“un antidoto per il carico che hanno le donne del controllo delle nascite, in risposta alla repressiva legislatura del Texas”), ha letto il suo “capolavoro”. La scenografia comprendeva una bara delle dimensioni di un feto ricoperta di glassa al cioccolato, sotto un dipinto commemorativo della data dell’aborto. C’è la crisi. Ma c’è un settore in crescita: compravendita di sperma per fecondazione artificiale. Secondo il Financial Times le banche del seme sono un’attività imprenditoriale molto redditizia, in rapida crescita, in tutti i continenti. Il gigante multinazionale Cryos International, che ha sede in Danimarca, nel solo 2012 ha fatturato 152 milioni di dollari USA. La maggior parte dei venditori di sperma sceglie l’anonimato. Riceve in pagamento un prezzo variabile a secondo delle caratteristiche del soggetto, della qualità del prodotto e della quantità di informazioni disponibili sul venditore. Lo sperma viene spedito direttamente a casa delle clienti, le quali possono anche auto inseminarsi: quindi il numero di bambini che nasce di conse-

guenza è assolutamente imprecisato, né è comunque monitorabile. C’è una certa preoccupazione sul fatto che ci sia un certo numero di fratelli che non sa di esserlo. Cryos dichiara che ogni venditore può avere in media 25 figli, ma c’è chi ne ha avuti più di 100. Anche 200. Perciò sono state imposte restrizioni legali alle banche dello sperma in molte nazioni occidentali, ma l’acquisto on line e la spedizione vanificano tali normative. I figli di questo grande business sono destinati a non sapere mai chi è il padre che li ha generati: a chi importa? Betty Michael Esene è un’organizzatrice di eventi e make-up artist nigeriana. È stata violentata lungo la strada, mentre stava andando a sostenere un esame per la sua professione. Ne è rimasta incinta. “Mi odiavo, odiavo quello che era successo, e soprattutto, odiavo il bambino. Il mio primo pensiero è stato l’aborto”, racconta Betty. “Il bambino avrebbe rovinato le mie speranze e le aspirazioni per il futuro”. Ma non aveva i soldi per abortire in una struttura sanitaria, perciò ha tentato di farlo da sola prendendo alcuni farmaci pericolosissimi: ma il bambino non ha voluto morire. Così, dopo 7 mesi di gravidanza vissuti nella depressione e con istinti suicidi, Betty si è finalmente decisa a chiedere aiuto raccontando alla sua famiglia quello che le era successo. Grazie al sostegno della madre e di una ONG della Nigeria, il bambino è nato. “Nel momento in cui l’ho tenuto tra le braccia ho sentito un’immensa pace interiore. Ora lo guardo e mi chiedo come avrei potuto rifiutare una così gloriosa benedizione. È il regalo più bello e più dolce che la vita mi abbia dato! Il suo sorriso mi dà un motivo per essere forte e andare avanti […] Non lo vedo come un prodotto della violenza; piuttosto, lo vedo come un bambino del Destino, mandato da Dio. […] Dio usa una situazione dolorosa per ricavarne qualcosa di buono: il bambino! Non giudico una ragazza spaventata che vuole abortire, perché l’ho quasi fatto anche io. Ma il bambino è figlio della vittima e non del violentatore, non ha alcuna colpa di quello che è successo, ed ha il diritto di vivere. Ogni aborto fa sempre due vittime: il bambino e la sua mamma. Che si salvino entrambi”.

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Attualità

Anna Maria Pacchiotti

Presidente dell’associazione “Onora la Vita onlus”. : www.onoralavita.it

Si dice di amare la propria convivente: ma poi quando lei resta incinta si fugge a gambe levate.

Accogliere un figlio, nonostante tutto Ospitiamo un’altra testimonianza di una appassionata militante pro life, che svolge da anni attività di volontariato per offrire aiuto e sostegno alle mamme in difficoltà. Questa volta ci racconta cosa accadde un mercoledì mattina al Centro di Aiuto alla Vita di Pinerolo. di Anna Maria Pacchiotti

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a storia che sto per raccontarvi è davvero intrisa di tragedia, dolore, e nello stesso tempo di dignità e di amore. La giovane mamma in difficoltà che si rivolse a me, quella mattina, per richiedere aiuto in vestiario e articoli vari per la bimba che doveva nascere, mi raccontò una storia terribile. Fortunatamente, aveva dove abitare, la sua mamma e il suo papà la ospitavano volentieri. Era stata inviata al Centro di Aiuto alla Vita da un’ottima ostetrica polacca del consultorio (caso davvero inusuale: la collaborazione dei consultori pubblici con i CAV e le altre realtà associative che offrono aiuto alle madri in difficoltà è estremamente rara. Piuttosto è subito pronto nel cassetto il certificato per l’aborto) che l’aveva consigliata di dire comunque “sì” alla vita. Il compagno che diceva di amarla era fuggito all’istante quando lei gli aveva confidato di aspettare un figlio. Lei lavorava in un locale, ma non poteva continuare ancora a lungo il servizio ai tavoli e le pulizie, senza compromettere la sua salute e forse la vita della bimbetta che portava in grembo. Il proprietario del locale la maltrattava, piuttosto che cercare di alleggerirle i compiti, pertanto lei avrebbe dovuto lasciare il posto di lavoro: di congedo per maternità, non se ne poteva neanche parlare.

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Mi raccontò la tragica storia che portava sulle sue spalle come una croce. Sposatasi in giovane età con uno straniero, l’uomo si rivelò presto assai aggressivo e violento. Poi un giorno incontrò un giovane italiano che si innamorò di lei. Ella lasciò il marito e andò a vivere in casa del giovane. Dopo un poco di tempo, però, un giorno il marito scoprì dove abitavano, e se lo ritrovarono davanti. L’uomo si gettò su di lei brandendo un coltello a serramanico. Il giovane con cui viveva si mise davanti a lei e morì per difenderla. Il marito fu imprigionato, ma poiché era incensurato, visti i meccanismi della giustizia in Italia, tornò presto in circolazione. Pertanto la povera donna cominciò a vivere in stato di semi-clausura con i genitori. Questi erano costretti a cambiare sovente appartamento per far sì che l’uomo non la ritrovasse. Oggi, ho saputo da fonte sicura che sta di nuovo in

Qualche volta i consultori pubblici collaborano con i Centri di Aiuto alla Vita. Troppo spesso hanno pronto nel cassetto il certificato per l’aborto.

carcere, giustamente, ma allora era ben libero di nuocere… Dopo aver ascoltato la sua storia, tra me e Maria (nome di fantasia) si instaurò un affettuoso rapporto di solidarietà e di aiuto psicologico ed economico. Verso la fine della gravidanza, mi venne a dire che le ostetriche del locale Ospedale intendevano praticarle il taglio cesareo, nonostante la bimba fosse ben posizionata, pronta per il parto, e lei si trovasse in stato di ottima salute. La tranquillizzai, le suggerii di non accettare quanto propostole, ma di richiedere il cesareo solo in caso di sofferenza fetale durante il travaglio. Purtroppo quella di effettuare “cesarei ad ogni costo” è una pessima abitudine delle nostre sale parto, che porta l’Italia al primo posto fra tutte le nazioni europee, per una pratica che non lascia spazio alla natura, ma porta denaro alle casse delle ASL e nelle tasche dei chirurghi. La bimbetta nacque felicemente, sana, di ottimo peso. Porto con grande affetto il ricordo di questa giovane, coraggiosa, vera mamma, nel profondo del mio cuore. Lei e la sua famiglia sono riuscite a riavere la felicità dopo le tragedie vissute. La decisione secondo natura di accettare aiuto e di accogliere la bimba che portava in seno fa parte di questa felicità: la nascita di un figlio non può che arrecare a tutti gioia e benessere. ■


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