Provita luglio 2015 estratto

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POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione in AP - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Autorizzazione Tribunale: BZ N6/03 dell’11/04/2003

Rivista Mensile N. 32 - Luglio-Agosto 2015

“nel nome di chi non può parlare”

Padova CMP Restituzione

Contributo € 2,80

Notizie

UN’ALTERNATIVA (BUONA) AL MALE C’È SEMPRE Serve una cultura alternativa


-- Sommar Sommario S o m m a rio r i o -Sommario

Notizie Notizie

Editoriale Editoriale

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Lo sapevi che... Lo sapevi che...

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Primo Piano Primo Piano Dalle unioni di fatto etero ai matrimoni gay

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Federico F e ederico Catani

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Un’alternativa a veleni chimici e morali La Babele moderna

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Alessandro Benigni Gianfranco Amato Alba Mustela Emmanuele uele W Wundt undt

Ecco comelasirealtà può naturale evitare l’aborto 15 Sovvertire vuol dire distruggere l uomo 1 7 Federico Catani Giovanni Reginato

SOS Vita: un’alternativa Unioni (in)civili, imposte on dailine giudici Alternativa all’aborto: un rapporto di amicizia e fiducia

Direttore editoriale editoriale Francesca F rancesca Romana Romana Poleggi Poleggi

Claudia Cirami

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Fecondazione eterologa L’adozione: un’altra alternativa alla fecondazione artificiale 21 8 eRodolfo anonimato dei venditori di gameti de Mattei Virginia Lalli

L’alternativa all’eutanasia: le cure palliative e tanto amore 23 9 Drogati di sesso Sabrina Pietrangeli Paluzzi Giuliano Guzzo

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Attualità Scienza e Morale

Nulla di buono può nascere dal male, solo grande dolore 6 Anna Maria Pacchiotti 21 La questione della fecondazione artificiale Mons. Ignacio Barreiro Caràmbula L’OMS, la contraccezione e la salute delle donne Non credenti pro life Laura Bencetti

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Claudia Cirami

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La buona notizia: Ginevra Paola Paola Bonzi

Scienza e Morale Il genocidio dei bambini Down

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Newlife

Non possiamo fare a meno del diritto naturale 26 Giovanni Stelli

La sconfitta della ragione 28 La Rosa Bianca

Famiglia ed Economia Siamo noi i veri trasgressivi Marco Scarmagnani

ds!ocial! e n u e t tay B

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N. 23 - OT OTTOBRE TOBRE 2014 N. 32 - LUGLIO-AGOSTO 2015

Redazione Antonio Brandi, Alessandro Alessandro Fiore, Fiore, Andrea AndreaGiovanazzi Giovanazzi. Piazza Municipio 3 - 39040 Salorno (BZ) (BZ) redazione@notizieprovita.it -- Tel. redazione@notizieprovita.it Tel. T el. l 329 3290349089 0349089

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Attualità Un’alternativa alla FIVET: la cura della infertilità e della sterilità 19

Il modo più umano di amare fino alla fine Come smascherare certe bugie

Editore ProVita Onlus Sede legale: via della della Cisterna, Cisterna, 29 29 38068 Rovereto (TN) (TN) Codice ROC 24182 24182

Direttore responsabile responsabile Antonio Brandi

Andrea Mazzi

Francesca Romana Poleggi Rodolfo de Mattei

RIVISTA RIVIST TA MENSILE MENSILE

17 19

Daniela Francesca F rrancesca rances Fraioli Romana P Poleggi oleggi

Adrea Mazzi Romana Fiory

nel nome di chi non può parlare “nel nome di chi non può parlare” 32 - LUGLIO-AGOSTO N. 23 OTTOBRE 2014 2015

scelta ILibera conviventi hanno tanti diritti. Solo diritti

Una preghiera inerme, eppure insopportabile La sterilità e l’infertilità si possono prevenire

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Direttore ProVita ProVita Onlus Onlus Andrea Giovanazzi Giovanazzi Impaginazione Progetto grafico Massimo Festini Festini Tipografia T ipografia Flyeralarm SrL, Viale Druso 265, 39100 Bolzano Editorial and Packaging Solution

Distribuzione Distribuzione MOPA AK SRL, Via Prima Strada 66 - 35129 Padova MOPAK SRL, Via Prima Strada 66 - 35129 Padova Hanno collaborato Hanno collaboratodi questo numero alla realizzazione alla realizzazione questo Gianfranco Amato, Pdi aola Bonzi,numero Laura Bencetti, Alessandro Benigni, FFederico Catani, Mons. Ignacio Barreiro Caràmbula, ederico Catani, Rodolfo de de Mattei, Mattei, Giuliano Romana Guzzo, Fiory, Claudia Cirami, Rodolfo Daniela Lalli, Fraioli, La Rosa Bianca, Andrea Mazzi, Virginia Andrea Mazzi, Newlife, Alba Mustela, Anna PMaria Pacchiotti, F rancesca Romana oleggi, Giovanni Reginato, Sabrina Pietrangeli Emmanuele Wundt.Paluzzi, Francesca Romana Poleggi, Marco Scarmagnani, Giovanni Stelli

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Editoriale

Editoriale

Una cultura alternativa La vita, di chiunque, da sempre, pone ostacoli e difficoltà. Dalla scoperta del fuoco, in poi, l’uomo si industria per superarle. Una buona mano, però, gliela dà la natura. Un vecchio medico con esperienza pluridecennale che stimavo molto una volta mi disse: “Ma che tu credi che i medici e le medicine ti guariscono? La medicina “cura”, ma è solo la natura che può guarirti”. Questa fiducia nella natura l’abbiamo progressivamente smarrita. L’uomo - sempre assetato di onnipotenza - cerca di dominarla, contrastarla, sovvertirla per soddisfare le sue fantasie, i suoi capricci e i suoi desideri, illudendosi di poter eliminare ostacoli e difficoltà una volta per sempre e alla radice. E molto spesso sono considerati ostacoli da eliminare altri esseri umani innocenti: i bambini. Vanno evitati con la contraccezione, vanno uccisi con l’aborto, se sono un peso. “Ma i bambini sono tanto carini, sono bambolotti! E’ un’ingiustizia non poterne avere!”, si dice spesso. E allora ecco la fecondazione artificiale e l’utero in affitto. Le malattie, le disabilità, invece, sono una gran seccatura: allora avanti con l’eutanasia. Così, nel corso dei secoli, il delirio di onnipotenza di Prometeo ha sposato la “cultura della morte”. Questa, negli ultimi decenni, ha fatto conquiste considerevoli:

l’aborto, il figlio in provetta, il porre fine alla vita stanno diventando oggetti di diritto. Il male sembra inevitabile. Invece no. Vogliamo gridarlo con forza dalle pagine di questa rivista: c’è sempre un’alternativa (buona) al male, e non si tratta di “un male minore”, ma di un Bene. C’è una costellazione di opportunità per le donne in crisi, alternative all’aborto; la infertilità e la sterilità si possono curare; bambini già nati, adottabili, sono in cerca di una famiglia, le disabilità, le malattie, i momenti finali della vita umana possono essere una ricchezza incommensurabile per chi li accompagna con amore, rispetto e solidarietà, riconoscendone l’altissima dignità. Parlare di tutto questo non è di moda, non è politicamente corretto. E’ decisamente controcorrente… quasi trasgressivo. Invece noi lo diciamo e lo ribadiamo con forza: le alternative buone ci sono! Ma per poterle vedere e per saperle scegliere, serve la promozione e la diffusione di una cultura della vita, alternativa alla cultura della morte. Ci guadagneranno meno le multinazionali dei farmaci e le cliniche della provetta, ma ci guadagnerà molto di più l’umanità intera. Antonio Brandi

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Lo sapevi che...

COMBATTI PER LA VITA E PER LA FAMIGLIA CON NOI! La Famiglia è il fulcro e il fondamento della società umana fin dalle origini della civiltà. È “famiglia”, atta a generare, educare e custodire la Vita, dall’inizio alla sua fine naturale, solo se c’è la complementarietà tra due coniugi, che promettono stabilmente di sostenersi a vicenda. Oggi la Famiglia e la Vita subiscono attacchi continui, di cui le prime vittime sono i bambini​, volti a distruggere l’umanità. In particolare ProVita conduce una battaglia culturale, formando e informando, attraverso questa rivista ed il portale web www.notizieprovita.it; organizza convegni e dibattiti; promuove importanti petizioni; crea e diffonde materiale audiovisivo di carattere bioetico; presenta denunce e ricorsi per difendere a livello legale la Vita e la Famiglia. Per informare la popolazione intraprende campagne di sensibilizzazione a mezzo stampa, organizza cineforum, conferenze stampa e dà sostegno a madri in difficoltà con figli disabili, nonché ad organizzazioni che aiutano mamme con gravidanze difficili.

​ Dai il tuo contributo alla buona battaglia in difesa della Famiglia e della Vita Per agire a difesa della vita, della famiglia, dei bambini, aiutaci a diffondere Notizie ProVita: regala abbonamenti ai tuoi amici, sostienici mediante una donazione intestata a “ProVita Onlus”: c/c postale n. 1018409464 oppure bonifico bancario presso la Cassa Rurale Alta Vallagarina, IBAN IT89X0830535820000000058640 (indica sempre nome cognome indirizzo e CAP). Avanti per la Vita! E’ stato approvato i primi di giugno dal Parlamento Europeo il cosiddetto rapporto Noichl, che ‘invita’ la Commissione e gli Stati membri a spingere sempre più sull’acceleratore per il riconoscimento dei nuovi “diritti”. Col pretesto della lotta alla disparità tra uomo e donna invita non solo a garantire aborto e contraccezione in modo sicuro e legale negli Stati membri, ma anche a fornirli come aiuti umanitari ai Paesi in via di sviluppo. Poi, in totale disprezzo della crescente opposizione popolare, il Rapporto invita all’attuazione di programmi di educazione sessuale nelle scuole, a garantire il diritto all’adozione ai single e alle coppie omosessuali e quindi - ovviamente - a preoccuparsi delle istanze delle persone LGBT. La lobby pro aborto si impegna a livello mondiale a introdurre o facilitare sempre di più il ricorso all’aborto, anche in Cile. Ma il fronte pro-life sembra sempre più combattivo. A giugno, una rappresentanza dell’associazione di donne cilene, “Mujeres de blanco”, vestite tutte, appunto, in bianco, sono venute a Roma per protestare in maniera inedita contro il tentativo del loro Presidente di legalizzare l’aborto: negli stessi istanti in cui papa Francesco riceveva in udienza il Presidente del Cile, Michelle Bachelet, in piazza San Pietro, decine di «mujeres de blanco» – assieme a molte persone unitesi a loro - hanno manifestato – con umiltà e con amore – contro il disegno di legge, che nel loro Paese vorrebbe depenalizzare l’aborto. Han tenuto tra le mani delle scatole bianche di cartone, ciascuna con un nome e una croce, per ricordare che ogni aborto è la morte di un bimbo innocente. Si sono sdraiate a forma di croce sul selciato rovente di piazza San Pietro, in silenziosa preghiera. Ha detto Maria Paz Vial, leader delle «mujeres de blanco», che non c’è violenza peggiore di quella sofferta da una donna incinta che uccide suo figlio nel proprio corpo. “Noi lo sappiamo: abbiamo sentito nel nostro ventre la morte dei nostri bambini”. La Corte Europea per i Diritti Umani ha preso la sua decisione in favore dell’eutanasia nel caso “Lambert e altri contro la Francia”. Per dodici voti contro cinque, la

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Gran Camera ha decretato che uno Stato può causare la morte di un paziente in stato di coscienza minima togliendogli cibo e acqua. La storia del povero Vincent, da 7 anni in stato di coscienza - sia pur minima - a seguito di un incidente stradale, è molto simile a quella di Eluana e soprattutto di Terri Schiavo: guarda caso il coniuge – per “amore” – vuol far morire di fame e di sete il paziente, e i genitori – per “egoismo” – vogliono farlo vivere. E’ ormai scontato che il nutrimento sia una “terapia”: dar da mangiare e bere a una persona è “accanimento terapeutico”. L’indimenticabile Oriana Fallaci, malata di cancro, rispose una volta a un giornalista: «Nella nostra società parlare di Diritti Umani è davvero un’impostura, una farisaica commedia. Ne deduco che da noi essere malati in modo inguaribile è un delitto per cui si rischia la pena capitale. Ne deduco che nel nostro tempo chi è malato in modo inguaribile viene considerato un cittadino inutile, un disturbo da cancellare, quindi un reprobo da punire...». La Corte, inoltre, non ha riconosciuto neanche il diritto dei genitori di Vincent Lambert di protestare per conto del loro figlio per “inumanità di trattamento”, da quando hanno proceduto all’interruzione della fisioterapia. L’eutanasia legale per le persone disabili è, tra l’altro, in palese contraddizione della Convenzione Europea per i Diritti Umani proclamata nel 1950: ai tempi, però, tutti ricordavano l’Aktion T4. Oggi evidentemente l’abbiamo dimenticata. Negli scorsi mesi un giornalista di Repubblica si è iscritto sotto falso nome a un corso di esercizi spirituali della Casa Sant’Obizio, in Val Camonica, tenuto dall’Associazione Gruppo Lot Regina della Pace, fondata da Luca Di Tolve. Su Repubblica è apparsa un’articolessa piena di disgusto e di sussiego. Il pover’uomo dice molte cose false, moltissime le tace (o non le ha capite), ma il succo del tutto è lo “scandalo”: “Di Tolve vuole curare i gay”. La verità è: “Molti gay chiedono aiuto a Di Tolve perché vivono infelici“ e tutte le persone che vanno a casa Sant’Obizio ci vanno volontariamente. I percorsi di guarigione interiore non sono (solo) per omosessuali, ma per tutti coloro che hanno perso il senso della vita e lo vogliono in qualche modo recuperare. Sostenere


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Lo sapevi che... l’identità ferita dell’uomo e della donna: non è un percorso solo per omosessuali. Quelli che vogliono negar alle persone che soffrono un disagio (anche per la loro omosessualità) la possibilità di recuperare la pace, la felicità e la serenità sono i veri omofobi. Decostruire i cosiddetti stereotipi di genere fin da piccolissimi è la regola numero uno dei promotori dell’ideologia del gender. Innanzi tutto va sradicato il “problema” dell’eterosessualità innata nei bambini. Per questo sono stati prodotti libri, favole e anche cartoni animati. Limina è un progetto cinematografico, supportato dalla “Ticino Film Commission”, scritto e diretto dal duo canadese composto da Florian Halbedl e il suo compagno transgender Joshua M. Ferguson. Racconta la storia magica e colorata, ambientata sullo sfondo delle incantevoli alpi svizzere, di Alexandra, una bambina gender-fluid di circa 8 anni. La Human Rights Campaign (HRC) è la più grande organizzazione LGBT d’America con più di 750.000 soci, nata per sostenere le rivendicazioni LGBT. Secondo un’indagine condotta al suo interno risulta che i dipendenti respirano un’aria di forte pregiudizio: gli sfruttati e gli esclusi sono gli eterosessuali maschi, le donne – sia etero che lesbiche – i transessuali, i bisessuali, i giovani e le persone non di razza caucasica. Non male per un’organizzazione che si batte per le rivendicazioni dei gay. L’omosessualismo è un’ideologia che pervade perfino la cucina, la dispensa e lo sviluppo sostenibile: all’interno dell’Expo, nella cascina Triulza, è stato concesso uno spazio alle associazioni LGBT. Nessuno capisce cosa c’entrino le associazioni LGBT all’interno di una EXPO, dedicata all’alimentazione. Però tutto fa brodo per portare acqua al pensiero unico di un certo tipo e alla dittatura culturale che ne consegue. Infatti, fiumane di ragazzi e bambini sono stati portati a visitare l’Expo dai loro presidi e insegnanti e nell’itinerario preferenziale rivolto ai bambini c’era la Cascina Triulza. C’è poi un vero e proprio “programma delle famiglie arcobaleno” che entrano (non si sa a quale titolo) nell’Expo, con le solite rivendicazioni di diritti ai figli.

Il “programma” di queste famiglie arcobaleno è assolutamente di parte e fazioso. In pratica è come se all’Expo avessero fatto entrare gli stand di un partito politico. Un abuso delle istituzioni, pagate con miliardi di soldi pubblici, per imporre un indottrinamento di regime. E’ assolutamente inaccettabile che le famiglie “Arcobaleno” possano farsi propaganda da un pulpito privilegiato, spalleggiate e sponsorizzate dalle Istituzioni. Molti dicono che il gender non esiste e che siamo visionari. Alcuni dicono che vediamo il male dove non c’è e che vediamo questo “diavolo di gender” in attività ludiche serene proposte a bambini e ragazzi per insegnar loro a vivere pacificamente nel rispetto e nell’armonia reciproca. Allora abbiamo raccolto in un dossier una serie di documenti, progetti, e iniziative di cui abbiamo avuto notizia e che in modo chiaro si ispirano alle teorie del gender e/o dell’omosessualismo. Potete consultarlo visitando la homepage del nostro sito www.notizieprovita.it. Potete leggere con i vostri occhi e valutare col vostro cervello. Rebecca Gomperts è un medico olandese, artista e attivista per i diritti delle donne, poco meno che cinquantenne, che dal ’99 è impegnata nella lotta all’aborto clandestino. Perciò ha creato Women on Waves (WoW, “donne sulle onde”): ha disegnato un’unità ginecologica mobile chiamata “A-portable” che può essere installata su navi prese a noleggio. Quando WoW visita una nazione, le donne prendono un appuntamento e sono accolte a bordo del vascello. La nave salpa verso acque internazionali dove la legge vigente a bordo è quella olandese e vengono realizzati gli aborti o altri servizi. Oggi all’attività sulle imbarcazioni si affianca un servizio di assistenza telematica alle donne di tutto il mondo (Women On Web). Cosicché una qualunque ragazzina (o donna sola e spaventata) può incappare in rete con facilità nelle istruzioni dettagliate su come assumere medicinali che possano avere effetti abortivi. E noi ci chiediamo: ma questo non è proprio quell’aborto clandestino che si voleva combattere? Se la legge (ancora) stabilisce che la RU486 venga somministrata solo in ospedale ci sarà un motivo? Siamo sicuri che questa gente (WoW) abbia veramente a cuore la salute delle donne?

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Attualità

Laura Bencetti

26 anni, praticante avvocato con il pallino per le cause pro life: ama battersi per la Vita e la Famiglia. Oltre che con ProVita, collabora con il Centro per la Vita di San Giuseppe al Trionfale a Roma.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, la contraccezione e la salute delle donne C’è chi dice a parole di avere a cuore “il diritto alla salute” delle donne, ma in realtà non se ne cura affatto. di Laura Bencetti

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er garantire la salute “sessuale e riproduttiva” delle donne è indispensabile promuovere l’aborto e la contraccezione: questa è la politica che da qualche decennio si attua a livello internazionale. Coerentemente con essa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un nuovo rapporto che promuove l’uso di contraccettivi (che inducono l’aborto) o la sterilizzazione per le neo mamme di tutto il mondo. La raccomandazione dell’agenzia è quella di ridurre il tempo che intercorre tra il parto e l’utilizzo di contraccettivi ad azione prolungata, per ottenere chimicamente una sterilizzazione efficace poco dopo la nascita del bambino.

La contraccezione comporta molti e gravi effetti collaterali che vengono sistematicamente ignorati e taciuti, con serio pericolo per la salute delle donne.

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Insomma: già fare un bambino è una colpa, soprattutto per chi è povero e nero, ma farne due, uno dopo l’altro, è un sacrilegio… A tal proposito, l’OMS indica una lista di contraccettivi “raccomandati”, che ha ampliato e ha corredato con delle raccomandazioni, appunto, sul quando e come usarli, soprattutto alle neo mamme dei paesi poveri. Infatti, la quinta edizione del Medical Eligibility Criteria (MEC) dell’OMS per l’uso dei contraccettivi contiene meno regole e pone meno cautele nella loro somministrazione alle donne che hanno recentemente avuto figli. Ad esempio, le linee guida specificano che le donne che allattano meno di sei settimane dopo il parto “possono generalmente utilizzare pillole di progesterone (POP) e impianti di levonorgestrel (LNG) e di etonogestrel (ETG)”. E le donne che allattano meno di 48 ore dopo il parto “generalmente possono utilizzare dispositivi intrauterini (IUD) abortivi”. Le linee guida poi raccomandano un certo numero di contraccettivi/metodi abortivi, tra cui CHC, IUD, pillole contraccettive d’emergenza, iniezioni e anelli vaginali. L’OMS considera tutti questi metodi sicuri, indipendentemente dal fatto che una madre stia ancora allat-

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tando al seno e da quanto tempo sia passato il parto. Purtroppo, poiché l’OMS è considerato un ente “autorevole”, le sue nuove linee guida stanno assumendo la forma di vere e proprie norme in alcuni paesi in via di sviluppo. La rivista scientifica della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health spiega che in molti paesi dell’Africa sub-sahariana e dell’Asia, i politici seguono le raccomandazioni per la preparazione di linee guida nazionali. Lo scopo primario di tutto questo, ovviamente è che ai cittadini vengano presentati metodi di pianificazione familiare sempre più efficaci e in modo sempre più diffuso. Sappiamo bene che la mentalità neomalthusiana pervade intrinsecamente gli enti nazionali e internazionali che dovrebbero occuparsi di tutela degli esseri umani e di solidarietà sociale. E sappiamo che il sistema migliore per la lotta contro la povertà, per tutti costoro, è l’eliminazione fisica dei poveri. Chissà perché nessuno parla dei dati della FAO che smentiscono radicalmente queste ideologie mortifere: negli anni ’50 nel mondo, su 2 miliardi di persone, quasi il 50% soffriva la fame. Oggi, su 7 miliardi di persone, soffrono la fame l’11%: non è vero quindi che le risorse si


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Attualità

L’OMS raccomanda la diffusione della contraccezione, ma poi è la stessa OMS che pone la pillola nel “gruppo 1” delle sostanze cancerogene. moltiplicano meno velocemente della popolazione… Ma c’è un fatto ancor più grave. Guarda caso, sia le linee guida dell’OMS che la rivista della Johns Hopkins School omettono il “dettaglio” a dir poco fondamentale (ammesso persino dal Dipartimento della Salute e Servizi Umani dell’amministrazione Obama), che i dispositivi intrauterini e le pillole possono provocare aborti precoci oltre che gravi rischi per la salute delle donne. Insomma, gli effetti collaterali non sono trascurabili, ma vengono trascurati. All’inizio di giugno, la 21enne Fallan Kurek è morta a causa di un coagulo di sangue nei polmoni, che le si era formato dopo aver preso la pillola anticoncezionale per meno di un mese. Nel 2013, il contraccettivo ormonale Try-Cyclen ha causato la paralisi totale a Marie-Claude Lemieux, di 32 anni. L’atleta Megan Henry ha affermato nel 2014 che la sua carriera come olimpionica è stata distrutta dal NuvaRing, che le ha causato coaguli di sangue nei polmoni. La società farmaceutica Merck, che distribuisce il NuvaRing, è stata citata in giudizio migliaia di volte per negligenza riguardo al dispositivo. La Bayer, un’altra famosa società farmaceutica, ha speso oltre un miliardo di dollari in cause legali per complicazioni legate alla pillola anticoncezionale Yasmin e il dispositivo intrauterino Mirena. Una ricerca condotta alla University of California a Los Angeles, da Nicole Petersen ha messo in luce come gli ormoni presenti nella pillola anticoncezionale possono agire anche sul cervello della donna, modificandolo e assottigliando lo spessore di alcune zone della corteccia cerebrale. Assumere un contraccettivo ormonale per almeno cinque anni è

associato ad un possibile aumento del rischio di sviluppare un tumore raro, il glioma cerebrale, secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Clinical Pharmacology. Una femminista americana, Holly Grigg-Spall, perfettamente “laica”, ha denunciato il mito culturale di cui sono vittime le donne: la pillola anticoncezionale produce effetti su tutti gli organi e le funzioni del corpo femminile. Può avere effetti collaterali come depressione, ansia, paranoia, rabbia, attacchi di panico, tanto per dirne solo alcuni. Uno studio del 2005, inoltre, ha concluso che la pillola può decisamente ridurre il desiderio e il piacere sessuale, e una pubblicazione scientifica dell’anno scorso ha concluso che i contraccettivi orali aumentano il rischio di diabete gestazionale. Altrove si è detto che aumenta il rischio di cancro al seno e alla cervice: è la stessa OMS che pone la pillola nel “gruppo 1” delle sostanze cancerogene. Del resto, pochi sanno che la rivoluzione sessuale in occidente è stata ideata e realizzata da ricchi e potenti a spese delle donne e dei poveri. La sperimentazione della pillola Pincus è stata condotta in gran parte su donne portoricane, e su donne internate in un manicomio: la maggior parte delle donne abbandonava la sperimentazione per via degli effetti collaterali indesiderati e indesiderabili.

Da un punto di vista morale, infine, la “liberazione” della donna con la separazione tra l’atto sessuale e la procreazione, ha insegnato agli uomini a praticare il sesso per gioco, per piacere, fine a se stesso, e quindi a fare delle donne quell’oggetto tanto biasimato proprio dalle femministe. Le nuove linee guida dell’OMS sono arrivate in tempo per la riunione che si è tenuta a giugno in Thailandia, tra i rappresentanti di 16 paesi dell’Africa sub-sahariana e dell’Asia, che è stata sponsorizzata dalla Fondazione di Bill e Melinda Gates (tra i più accaniti neo malthusiani del momento), tesa alla realizzazione nella pratica internazionale dei nuovi MEC dell’OMS in modo da “raggiungere i 120 milioni di donne e ragazze che potranno attuare la pianificazione familiare entro il 2020”. ■

Le teorie neomalthusiane sulla popolazione e le risorse sono smentite dai dati di fatto, ma la mentalità mortifera delle stesse è ancora dominante nelle istituzioni internazionali. Il sistema migliore per la lotta contro la povertà, per i neo-malthusiani, è l’eliminazione fisica dei poveri.

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