L’ ACQUA E L’UOMO UN BINOMIO INSEPARABILE INTRODUZIONE Perché parlare di acqua? Questo composto vitale e non uguale a niente che dà vita agli uomini, agli animali e alle piante; insomma, a tutto l’ecosistema sulla Terra. Quanto può essere vitale avere a disposizione acqua da bere per dissetarsi, per accompagnare i nostri cibi e per rendere il nostro ambiente vivibile? Molti di noi ignorano l’importanza di questo, sprecando a dismisura questo bene comune, oppure usandolo per fare affari. Parlerò di come l’acqua viene usata nei vari continenti ed anche come viene sfruttata da alcuni per business, quando un bene comune dovrebbe appartenere a tutti e a basso costo. Poi affronteremo anche l’argomento più importante come l’inquinamento, che oggi distrugge interi mari, laghi e fiumi. Sorgenti inquinate per l’incuria dell’uomo verso l’ambiente e verso sé stesso, sì perché chi rovina il proprio territorio rovinerà anche il proprio futuro e questo è incomprensibile da parte di tutti quelli che stanno difendendo questo nostro pianeta. Parleremo dei vari tipi di acque e delle loro caratteristiche e per le loro qualità. Insomma, una carrellata completa che porterà più conoscenza per questo bene immenso che è l’acqua.
CARATTERISTICHE L’acqua è un composto chimico che ha come formula molecolare la sigla H2O: questa sigla misteriosa significa che ogni molecola di acqua è composta da un atomo di ossigeno O e da due atomi di idrogeno H, le caratteristiche dell’acqua, elemento della vita che ci accompagna in ogni
momento della nostra giornata. Sappiamo che il ciclo dell’acqua è fondamentale per il nostro benessere, consente al corpo di assorbire e assimilare minerali, vitamine, amminoacidi e altre sostanze, favorisce i processi digestivi, consente il trasporto dei nutrienti alle cellule e l’ossigeno al cervello, favorisce la rimozione di tossine e scorie metaboliche, agisce come lubrificante per articolazioni e muscoli. Essenziale per le piante, gli animali e il buon funzionamento dell’ecosistema. Ma siamo sicuri di sapere perché? E quali sono le caratteristiche che la rendono così unica? Oggi vogliamo rispolverare i libri di scuola e fare un breve ripasso di chimica per scoprire insieme alcune delle incredibili proprietà di questo elemento così speciale. Come abbiamo visto prima, l’acqua è composta da un atomo di ossigeno e da due di idrogeno, H2O. Molte delle proprietà e delle caratteristiche sia dell’acqua naturale che l’acqua minerale la rendono speciale trovando spiegazione proprio a livello atomico, nel legame apparentemente semplice tra idrogeno e ossigeno. L’atomo di ossigeno possiede due elettroni liberi ciascuno condiviso con uno dei due atomi di idrogeno: l’ossigeno possiede però una carica elettronegativa maggiore di quella dell’idrogeno, consentendogli così di attirare a sé gli elettroni con più forza. Questa peculiare caratteristica fa sì che si crei una parziale carica negativa sull’atomo di ossigeno e una parziale carica positiva sugli atomi di idrogeno. Questa dualità rende la molecola un dipolo, un po’ come una comune pila che utilizziamo che utilizziamo per far funzionare i nostri dispositivi elettronici. Grazie a questa caratteristica, le molecole di acqua si attraggono reciprocamente mediante la formazione di legami di idrogeno. Proprio per questa tendenza delle molecole ad attirarsi a vicenda, l’acqua è un eccellente solvente naturale: questo significa che sostanze come sali, una volta che si trovano nell’acqua, vengono circondati dalle molecole che, grazie alla loro dimensione ridotta e alle caratteristiche di polarizzazione, riescono ad infilarsi tra uno ione e l’altro, ovvero tra le singole molecole di sostanza soluta, circondandola completamente. Ecco qui spiegato il motivo per cui è facile sciogliere e diluire in acqua così tante sostanze differenti, dallo zucchero, alla tempera per imbiancare i muri. Questa capacità di attrazione genera anche il fenomeno della tensione superficiale: avete presente quelle splendide foto in cui si vede un insetto poggiato sulla superficie dell’acqua? Ciò è possibile perché le molecole creano una rete abbastanza tesa da far sì che un piccolo essere possa camminarci sopra.
Questa capacità delle molecole è chiamata coesione e avviene solo in superficie, dove i legami tra le molecole, che sono numericamente inferiori, sono più forti. Ma parliamo degli stati sciolti dell’acqua, un’altra caratteristica sorprendente dell’acqua, che diamo per scontata: questa sua naturale capacità di esistere in stati diversi. L’acqua, in condizioni normali, si presenta in forma liquida, ma raggiunta la temperatura di 100°, bolle e si trasforma in vapore, mentre 0° si solidifica, trasformandosi in ghiaccio. Ma cosa permette tale trasformazione? Il passaggio dallo stato liquido allo stato aeriforme o solido avviene per il cambiamento di due parametri fondamentali, ossia la temperatura e la pressione. Quando cambia lo stato della materia, anche i legami molecolari cambiano: nel caso del ghiaccio, in cui la materia è solida, i legami sono deboli e le molecole scivolano le une sopra le altre; nel caso infine del vapore, i legami sono assenti e le particelle si separano le une dalle altre. Il passaggio di stato può avvenire senza soluzione di continuità. Un esempio semplice e pratico: prendete dei cubetti di ghiaccio, metteteli in una pentola e accendete il fuoco. Dopo pochi istanti il ghiaccio si scioglierà per tornare allo stato liquido. Passati alcuni minuti, l’acqua entrerà in uno stato di agitazione molecolare e arriverà a bollire, per poi trasformarsi in vapore. A quel punto ponendo un coperchio freddo sopra la pentola, potrete osservare il formarsi quasi istantaneo di piccole gocce sulla superficie; è il vapore che a contatto con il metallo freddo, subisce una variazione di temperatura e ritorna ad essere acqua in forma liquida. Un ciclo infinito in cui nulla si crea e nulla si distrugge.
L’IMPORTANZA DELL’ACQUA Ciò che rende possibile la presenza della vita sulla Terra è proprio l’acqua, un bene molto prezioso. La superficie del nostro pianeta ne è largamente ricoperta, ma la maggior parte dell’acqua è salata, il 97%, mentre l’acqua dolce corrisponde solo al 3% del totale. Questo fa capire quanto sia importante e quanto vada rispettata e conservata, anche se esistesse qualcosa che sfruttasse l’acqua marina, ma ne parleremo nel capitolo riguardante la gestione sostenibile della risorsa idrica. Noi stessi siamo fatti di acqua: un uomo adulto ne è composto per circa il 65%, mentre un neonato addirittura per il 75-80%. Mari, fiumi, laghi, sorgenti, ghiacciai, sono ciò che rende possibile la vita, per come la conosciamo. Se spostiamo lo sguardo dall’ampiezza del pianeta alla dimensione minuta del nostro corpo, scopriamo che l’acqua è così importante perché è la componente di base delle cellule, compone il sangue per oltre il 90% e sovrintende a un’infinità di reazioni chimiche metaboliche che avvengono ogni istante nel
nostro corpo. Senz’acqua non potremmo respirare assimilare gli elementi, eliminare le tossine dall’organismo, controllare la temperatura corporea, combattere virus e batteri per cui i nostri organi non sarebbero protetti. Anche per gli altri esseri viventi è altrettanto importante, che si tratti di mammiferi, pesci, insetti o delle piante, di cui rappresenta il costituente principale. Dietro ogni sorso d’acqua che beviamo è racchiuso un patrimonio essenziale al nostro benessere e per questo è così importante educarsi all’idratazione, assumendo sempre la giusta quantità di acqua quotidiana e rispettare l’ambiente, i luoghi dove l’acqua vive prima di giungere alla nostra tavola. Non a caso possiamo rimanere settimane senza mangiare ma pochissimi giorni senza bere, inoltre ha potere calorico zero e non va ad incidere sul bilancio energetico dell’organismo. L’acqua inoltre è un nutriente, un’ottima fonte di minerali essenziali per assicurare il regolare funzionamento dal cervello ai muscoli, dai polmoni alla pelle, dalla testa ai piedi ogni cellula del nostro corpo ha bisogno di acqua. Infine, questo liquido cristallino è essenziale per l’ambiente, o meglio per mantenere in salute tutto l’ecosistema della Terra, non solo uomo e animali ma anche piante e clima. Ma vediamo altre funzioni dell’acqua che aiutano l’uomo ogni giorno, per esempio: in casa, la usiamo per fare di tutto, lavare i panni, cucinare, lavarci, lavare le stoviglie, annaffiare le piante e lavarci i denti. Nell’agricoltura si irrigano i campi, nella pesca e nelle acquacolture, nelle centrali idroelettriche per produrre elettricità. Insomma, l’acqua è sempre presente nella nostra vita di tutti i giorni, per questo è un elemento importantissimo che va difeso e non va sciupato. Ma torniamo al fatto che l’acqua è estremamente presente sulla nostra superficie terrestre. Essa è considerata la risorsa rinnovabile per eccellenza, infatti, viene impiegata in ambito alimentare, igienico sanitario, ma anche in processi produttivi riguardanti una grandissima quantità di settori. Nonostante ciò, i suoi giacimenti non sono distribuiti in modo uniforme sul pianeta e diversamente accessibili. Questo genera gravi disuguaglianze a cui si sommano problemi di inquinamento originati dall’industria o da condizioni igienico sanitarie carenti. Per queste ragioni oltre un miliardo e mezzo di esseri umani non ha accesso ad una risorsa che significa letteralmente “vita”: se infatti in Europa e negli Stati Uniti una persona dispone di alcune centinaia di litri di acqua potabile al giorno, in Africa il consumo si riduce ad una decina e forse meno. Inoltre, durante tutto il Novecento il consumo
idrico pro-capite è cresciuto di sette volte a causa delle grandi trasformazioni causate dalle rivoluzioni industriali. Per tutte queste ragioni risulta immediatamente evidente come la politica della gestione di questa risorsa debba trovare un ruolo centrale nelle agende internazionali. L’impegno dovrà certo essere quello di elaborare strategie che consentano di distribuire l’acqua in modo equo, riducendone gli sprechi e proteggendola da fattori inquinanti. Proponiamo qui dei consigli per non consumare acqua oltre il necessario. Mettendoli in pratica si contribuisce a preservare un bene tanto prezioso per la nostra comunità e al contempo si ricaveranno bollette meno gravose. - Applica un frangigetto ai rubinetti, costa poco e fa risparmiare migliaia di litri d’acqua l’anno. - Quando lavi i denti o fai la barba, fai scorrere solo l’acqua che ti serve, altrimenti chiudi il rubinetto, lo aprirai quando risciacquerai la bocca. -Non esagerare con il tempo trascorso in doccia. -Scegli con cura la tua cassetta del water ed opta per un modello che preveda un doppio getto, sia da sei che da dodici litri. - Ripara i rubinetti che perdono e installa sempre rubinetti aerati, mantengono la stessa pressione e dimezzano i consumi. - Aziona la lavatrice o la lavastoviglie solo a pieno carico. - Controlla con regolarità il contatore. - Quando parti per tanti giorni chiudi sempre il rubinetto centrale. - Abbandona i vecchi elettrodomestici e munisciti soltanto di quelli “Energy star”, consentono di risparmiare sino al50% di acqua. - Non scongelare gli alimenti sotto l’acqua corrente, ma lasciali all’aria o in una bacinella. È necessario però che tutti contribuiscano alla salvaguardia della risorsa idrica, riducendo gli sprechi e adottando comportamenti ambientali sostenibili.
GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE E SOSTENIBILITÀ L’acqua ospita milioni di specie, dai microrganismi più piccoli, alle balenottere azzurre lunghe fino a trenta metri e che pesano fino a duecento tonnellate. Ogni anno vengono scoperte nuove specie nelle profondità degli oceani. Gli oceani e i mari svolgono anche un ruolo climatico fondamentale a livello globale: catturando l’anidride carbonica dall’atmosfera, sono il più grande pozzo di assorbimento del carbonio. Le correnti oceaniche contribuiscono a riscaldare e rinfrescare diversi territori, rendendoli più abitabili. L’evaporazione dei mari può provocare precipitazioni sotto forma
di pioggia o di neve in tutto il mondo, contribuendo alla vita sulla Terra. Per noi umani, l’acqua non è semplicemente un bisogno vitale per il nostro organismo: costituisce anche una risorsa di cui beneficiamo ogni giorno. A casa la usiamo per cucinare, pulire e lavarsi. Il cibo, i vestiti, i telefoni cellulari, le automobili e i libri in nostro possesso, sono tutti prodotti utilizzando acqua. Usiamo l’acqua per costruire case, scuole e strade, oltre che per riscaldare gli edifici e raffreddare le centrali elettriche. Con l’elettricità che generiamo dal suo movimento, illuminiamo case e città. In una calda giornata estiva, ci tuffiamo in piscina o in mare o passeggiamo sul lungolago per rinfrescarci. L’acqua è anche un mezzo per collegare e spostare persone e merci. Costituisce una rete di trasposto naturale in tutto il mondo, collegando non solo le città costiere, ma anche quelle dell’entroterra lungo i fiumi navigabili, consentendo in tal modo il commercio a livello globale. Navi per il trasporto di ogni genere di cosa, attraversano gli oceani dalle Americhe, all’Africa e Asia. In altre parole, l’acqua è presente in ogni aspetto della nostra vita. Inquinamento, sfruttamento eccessivo, alterazioni fisiche degli habitat acquatici e cambiamenti climatici continuano a minare la qualità e la disponibilità dell’acqua. Quando prendiamo l’acqua dalla sua fonte e la utilizziamo, quasi sempre ne modifichiamo vari aspetti. Rettifichiamo fiumi, costruiamo canali per collegare mari a fiumi, edifichiamo dighe e argini per far fronte al nostro consumo di acqua. L’acqua freatica, cioè acqua presente nei pori e nelle fratture di rocce e sedimenti al di sotto della superficie terrestre, si forma come pioggia o neve e si muove attraverso il terreno fino a riemergere in fiumi, laghi o oceani. Estratta dalle falde acquifere può essere trasportata per centinaia di chilometri prima di arrivare alle nostre case. Una volta utilizzata, può essere contaminata da sostanze chimiche, ad esempio: fosfati usati nei prodotti per la pulizia, da microplastiche o da olio da cucina. Alcuni di questi inquinanti e impurità possono rimanervi anche dopo aver subito processi avanzati di trattamento delle acque reflue. Nel caso dell’agricoltura, l’acqua utilizzata per le colture può contenere residui di sostanze chimiche utilizzate nei fertilizzanti e nei pesticidi. Dopo essere stata usata e talvolta trattata, parte di questa acqua alterata ritorna in un corpo idrico. Anche gli inquinanti atmosferici emessi dai trasporti e dalle industrie possono depositarsi su fiumi, laghi e mari e avere un impatto sulla qualità dell’acqua. L’uso che ne facciamo può alterare la temperatura e i livelli di salinità degli
oceani. L’acqua utilizzata per il raffreddamento energetico può essere notevolmente più calda di quella estratta. L’uso che ne facciamo può alterare la temperatura e i livelli di salinità degli oceani. L’acqua utilizzata per il raffreddamento energetico può essere notevolmente più calda di quella estratta. Alla fine, ciò che restituiamo alla natura è spesso molto diverso da ciò che abbiamo estratto, inoltre non sempre lo restituiamo dove l’abbiamo estratto. Perché questo sale residuo viene ributtato nel mare con conseguenze drammatiche per l’ambiente marino? Invece che essere usato nell’industria chimica come materia prima negli impianti cloro- soda, in cui viene eseguita l‘elettrolisi della salamoia di cloruro di sodio per ottenere cloro gassoso, idrogeno e soda caustica? Tutte materia prime fondamentali per queste industrie chimiche. Perché non lo facciamo? In questo modo potremo aiutare gli abitanti di luoghi marini sprovvisti di acqua, ad avere una fonte per potersi dissetare e potersi lavare, magari anche per coltivare e sfamare tutta la propria famiglia. Pensiamo all’Africa, all’India e molte altre nazioni! Vedete quante cose si potrebbero fare e quante persone si potrebbero salvare soltanto facendo una modica sulla lavorazione della salinizzazione, lo sapete che sul nostro pianeta quattro miliardi di persone soffrono l’emergenza dell’acqua? E cinque milioni i morti per malattie legate alla sua scarsità o per mancanza di servizi igienico-sanitari di base. Questo mentre il 12% della popolazione mondiale usa l’85% delle risorse del Pianeta. Sul nostro pianeta c’è acqua per tutti e non vi è alcuna emergenza climatica o di non avere più acqua a disposizione, questo è stato affermato da più di milleduecento scienziati, premi Nobel, ecc. Si sono uniti per contrastare l’idea che tra poco non avremo più un pianeta e non avremo più acqua da bere. “La Dichiarazione Mondiale sul clima” è il trattato che è stato redatto riguardo tutta questa ricerca che proclama ampiamente che il clima è sempre cambiato nei secoli, a volte caldo a volte freddo ed è sempre stato normale che succedesse. Quindi non dobbiamo preoccuparci per questo, l’acqua non finirà mai per noi qui sulla Terra è solo che alcune precauzioni per difenderla dagli inquinamenti e dagli sprechi, non farà altro che aiutarci ad avere un’acqua pulita per tutti noi. Certo andrebbe anche distribuita equamente e non che i tre quarti della Terra rimangano all’asciutto e muoiano per questo! Comunque, con questa dichiarazione, i milleduecento scienziati che si sono riuniti vogliono dirci che non dobbiamo preoccuparci,
manteniamo la nostra acqua pura e non diamo retta agli allarmismi che ci stanno spaventando.
L’ORO BLU È stato previsto che l’accesso alle risorse idriche e il controllo potranno essere tra le cause delle guerre del ventunesimo secolo. La definizione di “oro blu”, in riferimento all’acqua, evidenzia come una risorsa basilare e prioritaria, bene comune dell’umanità, stia rappresentando un interesse economico tale da essere paragonato ad un bene di consumo e di mercato. Oggi alla crisi idrica che coinvolge molte popolazioni che vivono nei Paesi a basso reddito, si affianca l’accesso e il controllo delle risorse idriche. È convincimento diffuso che l’acqua rappresenterà una delle maggiori cause dei conflitti nel Ventunesimo secolo, dal momento che la sua accessibilità sarà sempre più difficile e il controllo delle risorse rinnovabili rappresenterà uno strumento politico estremamente importante nell’equilibrio mondiale. I
governi esercitano diversi tipi di controllo sulle risorse idriche, a seconda delle politiche perseguite, protezionistiche o espansionistiche. Questi controlli possono rappresentare le radici delle tensioni tra i vari Paesi, laddove si difendano scelte di sviluppo economico o sociale o anche interessi derivati da espansioni produttive private; possono suscitare iniziative militari, divenendo motivo per invasioni territoriali, strumento di controllo politico tra Paesi che condividono importanti bacini idrografici. Negli ultimi anni una nuova causa di tensione per il controllo dell’acqua è rappresentata dal passaggio della gestione delle risorse idriche da parte di autorità pubbliche a società private multinazionali. La World bank valuta il potenziale mercato dell’acqua intorno ai mille miliardi di dollari l’anno. Secondo gli analisti economici l’industria idrica, le sue entrate, già oggi sono pari al 40% di quella petrolifera, è destinata a diventare un settore produttivo di grande rilievo. Lo slancio verso la privatizzazione nasce con la dominante filosofia del Washington consensus, una dottrina economica suggerita dalla Trilateral Commission, costituita nel 1973 per iniziativa di David Rockefeller, che liberalizza commerci e investimenti senza alcun impedimento da parte dei governi, consegnando al settore privato la responsabilità di programmi sociali e di gestire servizi, le quali considerano l’acqua come un bene merceologico che segue le stese regole di mercato, per esempio: del petrolio e del gas. Ciò significa che se un governo volesse vietare l’esportazione di acqua oppure la concessione dei servizi idrici a una compagnia straniera, verrebbe accusato di violazione degli accordi sul libero scambio. La reazione verso la privatizzazione dell’acqua, da parte principalmente dalle popolazioni più povere, ha portato a conflitti anche violenti, come nel caso di Cochabamba in Bolivia. La terza città del Paese andino è passata sotto la gestione di una compagnia privata che innalzato le tariffe tanto da rappresentare, per alcuni utenti, fino a un quarto del reddito. Dopo un duro e prolungato scontro, che ha visto trentamila cittadini manifestare nelle piazze, il conflitto si è risolto con il ritorno della gestione dell’acqua in mani pubbliche. Contro la privatizzazione dell’acqua si è diffuso un movimento internazionale, fondato su tre principi: la conservazione delle risorse idriche; l’acqua come diritto umano; la democrazia dell’acqua. Oggetto di maggiore contestazione da parte del movimento è il fatto che il fragile equilibrio tra domanda e sfruttamento delle risorse, accompagnato dalla distribuzione ineguale e da
condizionamenti ambientali, non può essere lasciato alla gestione delle multinazionali, spinte da interessi economici. Le società private non hanno alcun vantaggio ad applicare politiche di sostenibilità a lungo termine e puntano alla maggior crescita dei consumi nell’immediato, non favorendo un’educazione al risparmio. Il contenimento dei costi di gestione avviene spesso a spese dell’ambiente, con il mancato rispetto della normativa in materia di scarichi, depuratori, bonifiche. Allo stesso modo, le privatizzazioni tendono per lo più a trascurare le esigenze sociali, ad anteporre, nelle forniture, le aree residenziali abitate dai ceti abbienti piuttosto che quelle più popolari o degradate, e inoltre comportano sempre un rischio di rincaro delle tariffe: ciò acuisce i problemi di accesso, soprattutto nei Paesi a più basso reddito. Il Manifesto mondiale dell’acqua, che fu redatto a Lisbona nel settembre 1998 da un Comitato internazionale per il contratto mondiale sull’acqua, è il documento finale di una serie di incontri a livello mondiale tenutisi per studiare, approfondire e diffondere il tema dell’acqua, che dev’essere riconosciuta dal punto di vista legislativo come un bene comune pubblico e non può essere oggetto di scambio commerciale di tipo lucrativo. Per rispondere alle cattive gestioni pubbliche che hanno caratterizzato molti sistemi idrici di questi ultimi anni, la gestione dell’acqua va messa nuovamente in mano ai cittadini e alle comunità locali, che possono essere garanti della sua conservazione, per trasmetterla alle generazioni future e per farla rimanere alla Terra e a tutte le specie, a cui in realtà appartiene. La soluzione è questa.
COME BERE L’ACQUA A seguito di analisi dell’acqua di diverse acque in bottiglia, c’è stato un ammonimento da parte della Commissione dell’Unione europea nel febbraio 2000 perché i valori massimi previsti per alcune sostanze tossiche e indesiderabili nelle acque minerali italiane, erano superiori alle norme imposte a livello comunitario. Da allora nulla è cambiato: qualità più bassa, prezzo più alto: l’acqua in bottiglia è dalle 300 alle 600 e persino 1000 volte più cara dell’acqua del rubinetto, sebbene abbia un livello di inquinanti più alto e quindi una qualità più bassa. Vediamo gli aspetti negativi dell’acqua in bottiglia. È scomoda e inquina. La devi portare dal supermercato a casa. Occupa spazio nella dispensa. Ti impegna nella raccolta differenziata della plastica.
Inquina il pianeta. La bottiglia in plastica nella quale viene conservata l’acqua in bottiglia è stata messa sotto accusa per il rilascio nell’acqua di bisfenolo A (BPA), riconosciuta come sostanza che aumenta l’incidenza di cancro e disturbi neuronali e cardiaci. Nel gennaio 2011 la Commissione Europea ha proibito nell’UE la produzione e la commercializzazione di biberon per l’infanzia che contengano BPA, ma l’acqua? Ne contiene anche lei quella in bottiglia! Tende ad acidificare e quindi a peggiorare l’equilibrio acido-basico del nostro organismo, che già di per sé è portato verso l’acidità e avrebbe bisogno al contrario di alcalinizzare. Ti sei mai chiesto come mai se prendiamo l’acqua da una sorgente di montagna e la imbottigliamo, dopo qualche settimana puzza, dopo qualche mese crescono le alghe, mentre l’acqua in bottiglia può restare tale per anni senza mai decadere? Spesso acquistiamo acqua in bottiglia che proviene dalla stessa fonte dell’acqua del rubinetto, anche con marchi conosciuti e molto pubblicizzati di acque in bottiglia. Quante volte sentiamo questa frase:” L’ACQUA DEL RUBINETTO È BUONA!”. Sicuramente tante, ed è sostanzialmente vero: l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti è controllatissima. Gli acquedotti fanno un lavoro egregio nel fornire acqua potabile a tutta la popolazione. Certamente i valori degli inquinanti dell’acqua potabile rientrano nei limiti dettati dalla legge; purtroppo, però questi limiti negli ultimi anni si sono alzati più volte, a causa dell’inquinamento crescente e del fabbisogno di acqua potabile domestica sempre in aumento. Per garantirci un’acqua libera da batteri, gli acquedotti utilizzano il cloro, ottimo battericida a basso costo. Quindi al posto dei batteri beviamo il cloro e se diluito, anche a basse quantità, il cloro non è benefico per il nostro organismo, lo dimostrano numerosi studi medici. E allora che differenza c’è tra l’acqua del rubinetto e quella in bottiglia? L’acqua in bottiglia viene trattata con dei conservanti per mantenerla sempre limpida e inodore, anche diversi anni dopo essere stata imbottigliata; l’acqua del rubinetto destinata ad uso potabile è già di per sé migliore di quella in bottiglia poiché non viene addizionata di conservanti, viene però purtroppo trattata con il cloro, allo scopo di non avere formazione di batteri, microrganismi, alghe, ecc. Quindi come possiamo fare se in tutte e due i casi la nostra salute ne risente? Tutte le persone che bevono acqua in bottiglia lo fanno perché non si fidano
dell’acqua che esce dal loro rubinetto, ma stranamente e paradossalmente continuano ad utilizzarla per cucinare i cibi, per fare il tè e il caffè o addirittura per preparare le delicate pappe ai loro bambini. Si pensa di essere al sicuro soltanto per il fatto che l’acqua utilizzata per cucinare viene fatta bollire, eliminando così qualsiasi rischio per la salute. Questo è vero per quanto riguarda eventuali microrganismi e batteri presenti nell’acqua, ma è assolutamente falso per quanto riguarda le sostanze chimiche, che con la bollitura vengono addirittura rese più concentrate e quindi più pericolose. Il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università Statale di Milano ha scoperto che durante le operazioni di apertura e chiusura del tappo di una bottiglia di plastica microscopici frammenti di plastica si depositano sul bordo della bottiglia, sul fondo e sul tappo stesso. Lo studio è stato pubblicato in una rivista scientifica ed ha evidenziato che centinaia di migliaia di microparticelle vengono ingerite tutte le volte in cui si beve acqua direttamente dalla bottiglia di plastica. “Conservare al riparo dalla luce, in luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore”: è quanto si legge sull’etichetta delle bottiglie d’acqua che comunemente si acquistano al supermercato e si tratta di un’indicazione molto precisa riguardo la necessità di un corretto stoccaggio del prodotto. Esposte a fonti di calore le bottiglie in PET tendono a rilasciare nell’acqua elementi nocivi: si stima siano circa 29, tra i quali antimonio e acetaldeide. La migrazione di sostanze chimiche dall’imballaggio all’alimento è un problema tipico del settore e varia in base ad alcuni fattori come la qualità del PET costruttivo, la modalità di conservazione e l’esposizione a fonti di luce e calore. Ma anche qualora i consumatori prestassero la massima attenzione alla conservazione delle bottiglie d’acqua, chi li garantisce dal pericolo che tutti gli altri, lungo la filiera di trasporto e vendita del prodotto, abbiano usato gli stessi riguardi? Secondo degli studi fatti, le temperature di trasporto, spesso superiori ai 50 gradi, favoriscono grandemente la migrazione delle sostanze tossiche nell’acqua. C’è di più, la sicurezza microbiologica dell’acqua in bottiglia si esaurisce all’apertura: l’acqua andrebbe infatti consumata entro 24 ore e mai e poi mai la bottiglia dovrebbe essere riutilizzata. Se si beve poggiando le labbra sulla bottiglia è ancora peggio perché si introducono molti batteri, rompendo l’equilibrio igienico iniziale. L’acqua in bottiglia di plastica fa male anche all’ambiente ed è arrivato il momento di liberarci da una schiavitù favorita dagli interessi
economici di alcuni ma, occorre ricordarlo, alimentata da una nostra pigrizia personale, dalla incapacità di modificare uno status quo, una linea di comportamento alla quale ci siamo abituati. Quante volte, per esempio, ai primi sintomi della disidratazione, acquistiamo fuori casa bottigliette d’acqua, quando potremmo ricaricare una borraccia a casa dal depuratore e portarcela in borsa? Il risparmio di acqua in bottiglia è naturalmente una precisa responsabilità non solo del singolo ma anche di istituzioni e attività commerciali: è nelle scuole, nelle università, nei centri di aggregazione che il terreno è più fertile per l’instaurazione di nuovi stili di vita e nuove abitudini, più sane e sostenibili. Allora la soluzione qual è? La depurazione dell’acqua domestica. Si intende un sistema tecnologico che, a mezzo di opportuni impianti detti impianti di depurazione, si realizza e si attiva per eliminare dai sistemi liquidi (o gassosi) sostanze estranee o inquinanti. Una delle tecniche di potabilizzazione dell’acqua più efficaci è la filtrazione; un trattamento impiegato per eliminare dalle acque i solidi sospesi non sedimentabili, di varie dimensioni e di natura organica, inorganica o microbiologica. La filtrazione consiste nel passaggio dell'acqua grezza attraverso un mezzo filtrante, l’osmosi inversa con sistema di acqua alcalina ionizzata il meglio per la tua salute se vuoi bere acqua pulita e sicura. I sistemi per la depurazione dell’acqua a osmosi inversa sono composti generalmente da un insieme di filtri a microfiltrazione e da uno o più particolari filtri chiamati “membrane osmotiche” i cui pori hanno una grandezza inferiore a quelli dell’ultrafiltrazione. L’osmosi inversa è il metodo di depurazione dell’acqua domestica più efficace per eliminare tutte le impurità di dimensione anche minima.
UNDICI MOTIVI PER CUI L’ACQUA FA BENE ALLA SALUTE Professionisti di ogni genere, medici, nutrizionisti, preparatori atletici e persino estetisti, raccomandano spesso di bere molta acqua, ma non sempre sappiamo mettere a fuoco le ragioni di questo invito. Esaminiamo più da vicino, concentrandoci su alcune funzioni straordinarie svolte dall’acqua, a volte vera protagonista di processi importanti per la salute dell’organismo. 1. Perché aumenta la salivazione L’acqua è naturalmente la componente principale della saliva, che è anche costituita da piccole quantità di elettroliti, Sali minerali, enzimi ed
immunoglobuline. La salivazione è fondamentale per la deglutizione e la digestione ed ha funzioni igieniche per il cavo orale. 2. Perché ha una funzione termoregolatrice L’idratazione gioca un ruolo importante nella regolazione della temperatura corporea. Il nostro corpo, infatti disperde acqua con il sudore e questo processo è destinato a aumentare la temperatura del corpo se l’acqua non viene correttamente reintegrata. Una diminuzione di acqua pari al 2% di peso corporeo influisce già sulle temperature corporea e può provocare mal di testa, aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria. 3. Perché protegge le articolazioni Il contenuto di acqua nelle articolazioni è elevato, soprattutto a causa del liquido sinoviale, la cui funzione è proprio quella di lubrificare durante il movimento. La disidratazione a lungo termine può ridurre la capacità di assorbimento degli urti delle articolazioni, causando dolore. Le articolazioni e i dischi della colonna vertebrale, inoltre, sono costituiti per l’80% da acqua. 4. Perché migliora le prestazioni sportive Un’ atleta può perdere dal 6% al 10% di liquidi durante una sessione di allenamento. Questo vale soprattutto quando si eseguono esercizi di resistenza o si pratica uno sport particolare intenso come il basket. È stato scientificamente dimostrato che una corretta reintegrazione di acqua e sali minerali influiscono su forza, potenza e resistenza durante l’attività fisica. L’acqua attiva, infatti, il metabolismo e questo ha un impatto positivo sul livello di energia. Ecco perché l’installazione di depuratori a osmosi nelle palestre e nei centri sportivi è un ottimo modo per incoraggiare gli sportivi a bere di più e bere sano. 5. Perché contribuisce all’ossigenazione del sangue L’assunzione di acqua migliora la circolazione e il trasporto di nutrienti utili ed ossigeno in tutto il corpo. Bere almeno otto bicchieri di acqua al giorno impedisce, nel lungo periodo, l’aumento della pressione sanguigna. In assenza di acqua, infatti, i vasi sanguigni faranno lavorare di più il cuore perché consegni l’ossigeno alle diverse parti del corpo.
6. Perché previene alcune malattie Una buona idratazione ha una funzione preventiva rispetto l’insorgenza di calcoli renali, infezioni del tratto urinario, ipertensione, stipsi, mal di testa, diabete e deterioramento cognitivo. Bere molta acqua permette anche di ridurre il ricorso ad alcuni farmaci e questo è vero in particolare nella terza età perché l’invecchiamento abbassa il contenuto di acqua nel corpo e contemporaneamente diminuisce lo stimolo della sete. 7. Perché rende la pelle più luminosa Bere molta acqua stimola la produzione di collagene ed è sicuramente il miglior trattamento antietà in circolazione! L’acqua ha anche un potente effetto detox e migliora quindi la pelle caratterizzata da colorito spento. Chi soffre invece di pelle secca può certamente trarre benefici dall’applicazione di una crema idratante ma questo trattamento deve essere accompagnato da buone pratiche atte a favorire anche l’idratazione interna. Per ricordarsi di bere più spesso è utile installare sullo smartphone apppromemoria e tenere a portata di mano una bottiglia d’acqua depurata a casa e/o in ufficio. 8. Perché facilita la perdita di peso Bere acqua non fa dimagrire ma aiuta a dimagrire. E questo succede in modi diversi, perché stimola ed accelera, come detto, il metabolismo, riduce la fame in modo del tutto naturale e combatte l’accumulo di grasso corporeo. Usare l’acqua in sostituzione di bevande dolcificate, succhi di frutta o alcolici favorisce il dimagrimento grazie al minor apporto calorico. 9. Perché migliora la digestione In un certo senso lo abbiamo anticipato a proposito della saliva, ma vale anche per altre secrezioni coinvolte nel processo digestivo, come i succhi gastrici, biliari e pancreatici: tutti richiedono l’acqua per essere sicuri di rendere più digeribile il bolo alimentare che raggiunge lo stomaco. L’acqua più indicata per favorire la digestione è quella ricca di bicarbonati e solfati: l’acqua di rubinetto, opportunamente trattata e sottoposta a depurazione osmotica, è quindi un’ottima alleata per il benessere dell’intestino e non solo.
10. Perché stimola il cervello L’assunzione di acqua è strettamente collegata con le funzioni celebrali. Non a caso, infatti, uno dei primi campanelli d’allarme della disidratazione è la perdita di concentrazione: le cellule del cervello lavorano usando come carburante una “miscela” di acqua e altre sostanze. In mancanza di questi nutrimenti il cervello tende a fare economia risparmiando alcune risorse. L’acqua rende tutte le funzioni cognitive più agili, migliora la memoria, il tempo di reazione e l’attenzione. Nelle aule di studio, nelle università e nelle scuole non dovrebbero mancare distributori d’acqua collegati alla rete idrica, per permettere agli studenti di idratarsi immediatamente ai primi accenni di stanchezza mentale. 11. L’acqua influisce sulla buona resa del piatto? Sembrerebbe di sì ed ogni preparazione richiede un’acqua diversa se si punta all’eccellenza. La cottura a vapore, per esempio, trae giovamento dall’uso di acqua depurata, ovvero privata di alcuni elementi contenuti nell’acqua di rubinetto che possono essere assorbiti dalle materie prime in cottura. I bolliti richiedono un’acqua molto tenera affinché, penetrando nelle fibre della carne, questa risulti più morbida e quindi digeribile. L’acqua frizzante è un dettaglio importante per fritture e pastelle, che risulteranno molto più leggere, croccanti e “vaporose”. L’acqua sottoposta a un trattamento di filtrazione è l’ideale per i prodotti da forno anche perché rende l’impasto più facile da lavorare. L’acqua completamente priva di cloro e di altri componenti nocivi permette inoltre, durante la preparazione di piatti a base di verdure, di conservare la colorazione originale degli ortaggi, contribuendo quindi anche all’effetto estetico finale. Ma quanto costerebbe il ricorso all’acqua minerale se dovessimo usarla in cucina in queste quantità massicce ogni giorno? E quanto sarebbe alto il prezzo da pagare anche in termini di inquinamento da plastica e da trasporto, emissione di Co2, uso del petrolio? Potremmo usare l’acqua del rubinetto, ma a che prezzo per la nostra salute? Naturalmente, acquistare ancora più acqua minerale di quella che già gli italiani consumano per bere, non è un’opzione. Una soluzione pratica ed economica è invece quella di installare nella propria cucina un distributore ad osmosi inversa alcalinizzante con gasatore, per bere e per riempire caraffe, approfittando dei costi estremamente contenuti. Questa scelta non
ha dalla sua solo la convenienza personale, sia in termini di usabilità che in termini di risparmio economico, ma anche il valore etico perché smettendo di acquistare acqua in bottiglia si darà un contributo personale alla lotta alla plastica.
CONCLUSIONE Abbiamo parlato ampiamente dell’argomento “acqua”, mostrando tutti i motivi per cui rispettarla, ma non sicuramente perché non ce ne sia più e si stia esaurendo, no, perché non dobbiamo sprecarla inutilmente, essa è un bene prezioso per tutto il nostro pianeta e per l’uomo. Tutto dipende da questo liquido incolore che dà vita ad ogni cosa che tocca, troviamo delle soluzioni per salvaguardarla, ma troviamo delle soluzioni anche per chi ne è sprovvisto e muore per questo. Tutti i governi dovrebbero promuovere aiuti in questo senso e sostenere iniziative per cambiare la distribuzione
attraverso bottiglie di plastica, un business degli ultimi anni. Torniamo alle vecchie maniere di portarci l’acqua da casa e installiamo i depuratori ad osmosi e se ci troveremo in gite turistiche, potremo comprare acqua in bottiglia di vetro con vuoto a rendere, che poi restituiremo a tutti i bar e supermercati della zona. L’acqua è un diritto fondamentale da cui dipende la vita sulla Terra, il benessere umano e la prosperità economica. Il diritto all’acqua è stato riconosciuto come diritto fondamentale dall’assemblea generale dell’Onu nel 2010, rifacendosi all’art. 3 della Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani del 1948: ciascuno ha diritto alla vita. Come indica il preambolo della stessa Dichiarazione del 1948, il rispetto dei diritti umani è la base della libertà, della giustizia, della pace nel mondo. Se vogliamo la pace nel mondo, dobbiamo dunque preoccuparci che a nessuno manchi mai l’acqua. Lo si può garantire a condizione di comprendere che è un dono della natura, il cui ciclo va salvaguardato dalla stessa economia umana e non un possesso, qualcosa con cui speculare la vita altrui o addirittura arricchirsi e volerla tutta per sé con conseguenze disastrose, come il Sud del mondo! Lì l’acqua non è un diritto riconosciuto a tutta la popolazione, ci sono persone che non riescono nemmeno a bere da una fonte di acqua potabile sicura. Una situazione drammatica che riguarda questa parte del mondo. L’Africa subsahariana è la zona del mondo dove le persone devono affrontare la più grave carenza d’acqua potabile e in particolare: Niger, Ciad, Etiopia, Eritrea, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Angola, Mozambico, questa parte di Africa soffre notevolmente la siccità climatica e di conseguenza la mancanza di acqua. Ma non è la sola, l’Asia e L’Oceania, come Papua Nuova Guinea, Myanmar in Cambogia, Afghanistan, Tagikistan e Yemen. Ovvero l’11% della popolazione mondiale, pari e circa settecentosessantotto milioni di persone che non riescono a bere da una fonte sicura per la propria sopravvivenza, oppure la fonte si trova a quattro o cinque ore di distanza da lì e quindi per procurarsela bisogna affrontare un lungo cammino. Un compito che di solito spetta alle donne e alle ragazze. Un’altra conseguenza è un suolo arido e improduttivo, dove l’agricoltura è impraticabile, ma a risentirne soprattutto è la salute delle persone che vivono in queste zone povere. Ma povere perché? Non manca terreno, non manca acqua sottoterra; mancano le strutture per riportare questa gente alla vita e alla sopravvivenza. Costruire pozzi, impianti idraulici che portino acqua lì dove non c’è, trovare delle
soluzioni dove dire “BASTA” a tutto questo. Ma non è così! C’è qualcuno che vuole tenere le cose così come sono, qualcuno molto potente che non vuole che questo popolo e tutti i popoli si evolvano. Vi lascio con una bellissima poesia di Gabriele D’Annunzio, che in poche rime spiega l’importanza dell’acqua. Molti ragazzi a scuola l’avranno studiata a memoria, capendo il senso poetico di D’Annunzio? Con le sue rime ha voluto descrivere la poesia che l’acqua ispira e che molte volte avrà ispirato anche noi a tutte le età su una riva di un fiume o di un lago o del mare. Con la sua delicatezza parla all’acqua che fugge perché lei non si ferma mai e scorre come il tempo e come la vita.
Acqua di monte, acqua di fonte, acqua piovana, acqua sovrana, acqua che odo,
acqua che lodo, acqua che squilli, acqua che brilli, acqua che canti e piangi, acqua che ridi e muggi. Tu sei la vita e sempre sempre fuggi.
Sommario INTRODUZIONE CARATTERISTICHE L’IMPORTANZA DELL’ACQUA GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE E SOSTENIBILITÀ L’ORO BLU COME BERE L’ACQUA UNDICI MOTIVI PER CUI L’ACQUA FA BENE ALLA SALUTE CONCLUSIONE
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