La seta, il lino, il cotone

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LA SETA, IL LINO, IL COTONE INTRODUZIONE Quando ci vestiamo, non lo dobbiamo fare tanto per metterci qualcosa, ma dobbiamo scegliere i tessuti giusti, gli abiti per l’occasione giusta e l’abbinamento esatto. Per questo presentiamo tre tessuti che sono sempre all’avanguardia nel mondo della moda e nell’indosso giornaliero: La seta, il lino, il cotone. Questi tre tessuti vengono usati prettamente nella stagione estiva e mezza stagione, dando un senso di freschezza e leggerezza a chi li veste, quindi portabili tutto il giorno senza problemi. In molti casi si vestono anche per la sera, per quanto riguarda il lino e il cotone, per la seta il discorso è diverso. Avete sempre visto donne e uomini usare la seta come stile e raffinatezza, in vari tipi di outfit. La seta ha una storia incredibile per come nasce, il lino, tessuto prettamente vegetale, è il più antico dei tre, il cotone, con una storia alle spalle molto triste, per la sua raccolta nelle piantagioni dove veniva coltivato in origine. Insomma, una bella avventura all’interno di queste tre storie che vi arricchirà nella conoscenza di questi tre tessuti.

LA SETA IL BACO DA SETA La seta è una fibra vegetale rara che può essere tessuta in stoffa e utilizzata anche come colorante naturale. È fatta da bozzoli di bachi da seta e gli stessi bachi sono creature molto intelligenti, nati da alcune specie di falene asiatiche, esse si nutrono di foglie di gelso e la produzione del filo avviene grazie a due ghiandole all’interno delle quali avviene una sintesi chimica di tipo proteico. La sostanza prodotta viene eliminata da due piccole fenditure posizionate ai lati della bocca dell’insetto, sotto forma di bava sottilissima che a contatto con l’aria gelifica istantaneamente. A questo punto inizia a


compiere dei movimenti con il capo che riproducono idealmente la forma di un otto. Così millimetro dopo millimetro prende forma il bozzolo di seta grezza la cui lunghezza media va dai 300 ai 900 metri. Ogni baco può produrre tante matasse e alla fine di questo estenuante lavoro di tessitura, dopo 3 o 4 giorni circa, si trasforma in farfalla. La falena fin dalla notte dei tempi era uno degli insetti più misteriosi ed enigmatici. All'inizio le persone si resero conto che l'insetto era una fonte di cibo, poi, dopo la scoperta che dal bruco di questo lepidottero si poteva estrarre della seta, la produttività ebbe un enorme impatto sul loro ambiente e sulle economie locali. Il baco da seta è detto anche “bombice del gelso” o “Bombix Mori”. La leggenda narra che la nascita della bachicultura fu opera dell’imperatrice Xi Ling Shi, intenta a passeggiare in giardino durante il pomeriggio primaverile, la giovanissima regnante notò uno strano bruco. Sfiorandolo, da esso spunto un filo sottilissimo e lucente che l’insetto iniziò a tessere intorno al dito dell’imperatrice che subito dopo diventò un bozzolo. La vita di un baco può durare soli 12 mesi; Il baco da seta non è solo un animale: è stato addomesticato dall'uomo per oltre 10.000 anni nella produzione della seta. Questo tessuto è un materiale che ora comprendiamo e utilizziamo ampiamente: è un caposaldo dell'abbigliamento, principalmente quello occidentale, ma anche in molti altri contesti. I cinesi tessono la seta da migliaia di anni e sono molto abili in questo. Usano un baco da seta per produrre una fibra che è stata apprezzata per la sua assoluta morbidezza, forza, bellezza e versatilità nelle sue numerose applicazioni. La più grande fabbrica al mondo per la produzione di bachi da seta si trova presso la Duanmen Silk Factory di Shanghai, dove migliaia di bozzoli femminili vengono raccolti ogni anno da 7 milioni di lavoratrici, che vivono tutte insieme in un enorme edificio industriale, con ogni bozzolo del peso di 1 libbra. L'intero processo richiede otto ore e consuma 11 tonnellate di materie prime di cui 1 tonnellata di fertilizzante al giorno. Dopo essere stati lavorati, questi bozzoli vengono poi filati in fili che alla fine diventeranno vestiti o accessori come sciarpe, guanti o borse, creando in sostanza un'intera gamma di beni di lusso con l'aiuto di questa semplice creatura! Questa fabbrica produce circa 400 milioni di pezzi all'anno per un valore di $ 20 miliardi all'anno. Da sempre considerata simbolo di nobiltà e ricchezza, la seta è stata per molto tempo un previlegio che solo gli antichi imperatori cinesi, i sacerdoti e pochi altri fortunati potevano permettersi


STORIA La seta è stata usata per secoli come tessuto lussuoso per vestiti e altri oggetti. Il primo tessuto di seta conosciuto fu realizzato tra il VI e il V secolo a.C. (le prime testimonianze risalgono al 2500 a.C.) in Cina, dove troviamo prove del suo utilizzo come materiale per l'abbigliamento e come mezzo per il sollevamento pesi. I primi esempi di produzione/fabbricazione della seta


possono essere fatti risalire alla Cina almeno 3000 anni fa, sebbene ci siano anche diversi esempi in Giappone risalenti a quasi 1000 anni fa. Fu solo nel 1700 d.C. che gli scienziati europei impararono come funziona la seta, il che portò allo sviluppo di tessuti di seta fatti a macchina. Gli storici raccontano che le prime tracce di scambi commerciali tra Europa ed Asia, risalgono a circa 4000 anni fa, in Epoca Shang i mercanti importavano giada dall’odierno Xinjiang. Intorno al I millennio A.C., era già iniziato il commercio della seta verso la Siberia, attraverso il “Corridoio del Giansu.”, così una prima rotta settentrionale fu definita.

Un ritrovamento è stato fatto nella tomba di un faraone egizio, risalente intorno al 1070 a.C., questo ipotizza possibili scambi commerciali lungo quella che diventerà la Via della Seta. In seguito, Marco Polo tra il 1254 e il 1324, viaggiò lungo la Via della Seta con suo padre e suo zio. Nel suo racconto “Il Milione” parlò di uno speciale lasciapassare che gli permise di spostarsi liberamente in quelle regioni. Questi passaporti venivano emessi


dal governo Yuan, facendo in modo che i mercanti potessero spostarsi liberamente all’interno del paese. Grazie a questo e ad altre agevolazioni, i commerci conobbero il loro periodo di massimo splendore e la seta continuò ad essere esportata in cambio di altre merci come: bestiame, profumi, pietre preziose. Con la caduta dell’Impero Yuan e l’ascesa della dinastia Ming, si crearono nuovi equilibri politici e commerciali, a questo si aggiunse la diffusione delle tecniche di produzione della seta in Europa, già dopo l’anno 1000. Nel tredicesimo secolo d. C., con l’espansione del mondo islamico, il baco da seta arrivò in Sicilia e l’Italia sviluppò una propria produzione che più avanti diventò europea. L’Impero Ming poi, scelse una politica di chiusura e interruppe gli scambi commerciali chiudendo anche la Via della Seta, questo portò le altre nazioni, che importavano seta dalla Cina, ad incentivare una propria produzione. Fu solo nel 1700 d.C. che gli scienziati europei impararono come produrre la seta, il che portò allo sviluppo di tessuti di seta fatti a macchina. Per secoli, l'Europa è stata un mercato importante per i tessuti cinesi perché potevano essere venduti a buon mercato ed esportati oltre confine senza dazi, i tessuti di seta erano disponibili in tutto il territorio, venivano venduti in qualsiasi mercato in cui c'erano clienti disposti ad acquistarli. In Europa e in America ma specialmente in Inghilterra durante la fine del XVIII secolo, l'argento impregnato di nitrato d'argento veniva versato sulla seta grezza per formare fogli di lamina d'argento, che erano poi trasformati in filati in carta o usati per intrecciarli nella stoffa. Il nitrato d'argento rimasto veniva lasciato sulla superficie per prevenire l'ossidazione del tessuto; questo processo era chiamato “argentatura”. Molti indumenti di seta furono prodotti nei mulini di tutta Europa durante il XVIII secolo e molti furono fabbricati nei mulini domestici di Richard Cartwright, nelle sue proprietà nel Nottinghamshire e nel Derbyshire. Prima di essere importati a Londra, Guglielmo III, dichiarò che gli abiti da sera non sarebbero più stati indossati tranne che in occasione di balli ed eventi formali, questo accadde fino al 1800 d.C., così tutte le importazioni furono bandite. Da allora la bellezza della seta è diventata il simbolo del lusso e ancora oggi lo è. Incredibilmente lussuosa: ogni metro quadrato costava circa 1.000 monete d'argento! Un modo per catturare questa qualità era attraverso filati scelti con cura.


CARATTERISTICHE E UTILIZZO In Giappone, oltre al suo utilizzo per realizzare indumenti con le maniche rivolte verso l'esterno, i prodotti del baco da seta venivano utilizzati anche come materiale primario per realizzare abiti buddisti; queste vesti erano chiamate "vesti di seta". La moda della seta è un fenomeno mondiale, la maggior parte di noi non ha idea che una volta la seta fosse una parte importante del guardaroba di tutte le classi e tutto questo è iniziato più di


mille anni fa. La seta era, infatti, largamente utilizzata dai romani oltre che dagli arabi e dai bizantini, che all'epoca erano tra le civiltà più avanzate nel commercio mondiale. É ancora un tessuto popolare oggi, utilizzato in una varietà di articoli di moda come camicie, vestiti e sciarpe. Oltre ad essere costose e lussuose, le pure sete hanno molti altri vantaggi:

• Le sete possono essere lavate ripetutamente con molta cura; • sono estremamente leggere; • si lavano facilmente con detersivi neutri; • non si restringono al lavaggio; l’ideale è conservarle in luoghi bui, asciutti e al riparo dalla luce del sole perché questo tessuto tende a sbiadire o ad ingiallire facilmente. Alcuni dei designer più iconici hanno utilizzato la seta nelle loro collezioni, un materiale comune per l'abbigliamento. Oggi stilisti di alta moda utilizzano la seta come tessuto per le loro creazioni. Tuttavia, non tutti optano per questa scelta, come regola generale, se vuoi usare la seta nella collezione di un marchio, questo deve risultare come un’eccezione.


Le caratteristiche della seta sono un’alta igroscopicità, cioè assorbe l’umidità senza dare sensazione di bagnato al tatto e la nostra pelle respira facilmente, è un buon conduttore di termico in estate ci fa sentire freschi e in inverno ci tiene caldi, è un ottimo isolante nei confronti dell’elettricità quindi non si carica di elettrostaticità e a contatto con la fiamma brucia lentamente. Dalla fibra si possono ottenere tre importanti filati: l’organzino, il crèpe e il ritorto e altri. La seta viene impegnata soprattutto per produrre tessuti pregiati nei seguenti campi: tende e tappezzerie, abbigliamento come cravatte, camicie, foulard e biancheria intima; usata anche nell’arredo sacro e liturgico. I colori della seta vanno dal bianco ottico, all’avorio, all’écru, l’aspetto luccicante che hanno le fibre è dovuto alla loro forma di prisma che consente ai tessuti di seta di rifrangere la luce in arrivo da diverse angolazioni, producendo in tal modo diversi colori, viene percepita come la più bella e la più elegante di tutte le fibre naturali. La seta è regina d’autunno perché con l’arrivo dell’autunno, si apre ufficialmente la stagione del cambio nel proprio armadio: via top, costumi e bermuda, spazio a camice, cappotti e sciarpe. Innanzitutto, è l’ideale per la stagione


intermedia e poi è lucente, naturale, morbida e ricercata, caratteristiche che ne fanno un materiale perfetto per vestiti e accessori in grado di illuminare qualsiasi outfit. La popolarità della seta non si limita alla moda, ma si estende anche all’arredamento dove trova posto in boutique hotel, castelli e soprattutto camere da letto, con un impatto positivo su pelle e capelli. Sì, perché, la seta avrebbe un effetto benefico sulla pelle in quanto evita la comparsa delle cosiddette “rughe del sonno” che, come dimostrato da uno studio, sono prodotte dalla pressione delle lenzuola durante il sonno e diventano visibili a partire dai 30 anni. La lavorazione e la nobilitazione di questo materiale vedono, poi, nel distretto comasco un’eccellenza italiana, la città di Como, diventata il centro mondiale nella produzione della seta, dove si sono concentrate le più grandi produzioni, lavorazioni e design, diventerà uno dei centri più importanti e internazionali per le fabbriche nella lavorazione della seta. Qui la produzione di cravatte in seta, accessorio da indossare tutto l’anno che fanno rima con eleganza e qualità, il foulard, celebre fazzoletto di seta che si adatta alla personalità di chi lo sfoggia, sciarpe, camice, abiti, per far risplendere qualsiasi look, da quello più casual a quello più sofisticato.


La seta, grande protagonista delle passerelle e sul red carpet, tra le celebrities che non hanno resistito al suo fascino. Probabilmente anche tu possiedi un capo di abbigliamento o una sciarpa/scialle in seta, potresti indossarlo in questo momento, sentiresti la morbidezza e la leggerezza questo tessuto e non lo lasceresti più. La seta è un tessuto senza tempo con una lunga storia e molti usi nel mondo della moda di oggi, con questa frase abbiamo riassunto tutte le caratteristiche di questo tessuto che non morirà mai, ma sarà sempre presente negli armadi e nelle boutique di tutto il mondo, finché ci sarà qualcuno che coltivando il baco da seta, farà in modo che venga prodotta. Se pensiamo che da un animaletto come una farfalla, poi bruco, possa nascere una cosa così perfetta, può sembrarci impossibile, ma con l’intervento dell’uomo questa cosa si è resa possibile, altrimenti sarebbe andata perduta, quindi ringraziando la natura, ma anche l’intervento umano, potremo avere a disposizione un tessuto così prezioso e leggero che sarà sempre a nostra disposizione per darci eleganza, dal nome SETA.

IL LINO Introduzione Il tessuto di lino è una scelta popolare per molte applicazioni grazie alla sua durata e all'aspetto attraente. Con la crescita della tecnologia, sta diventando sempre più importante poter fabbricare tessuti di lino nel modo, in effetti, la fabbricazione di tessuti di lino è diventata una delle sfide più importanti che i designer e i produttori di prodotti tessili, oggi devono affrontare. Il lino è uno dei tessuti più resistenti che esistano grazie alla sua componente cellulosica che rinforza le fibre, la trama non troppo stretta rende il tessuto traspirante, leggero e fresco al tatto. Ha proprietà isolanti e termoregolatrici e di assorbimento dell’umidità, che lo rendono il tessuto ideale per l’abbigliamento che per la biancheria della casa. Anche definito materiale nobile perché, essendo fibra naturale, è anallergico, quindi non irrita la pelle e non attira polveri, è biodegradabile e riciclabile. I suoi usi


sono molteplici dalla moda alla, biancheria da letto e da bagno alla cucina e per l’arredamento come tessuto per tende, cuscini, rivestimenti di divani e poltrone o per tappeti e arazzi. Il lino è un tessuto di grande bellezza, luminoso e capace di far acquisire grande rilievo ai colori e agli effetti cromatici. La stropicciatura è una delle sue caratteristiche e questo per alcuni è il suo difetto. Ma molti stilisti hanno trasformato questa proprietà in una qualità con effetti di plissettatura e goffratura naturale.

STORIA Il lino è il manufatto tessile più antico e diffuso, utilizzato già seimila anni prima di Cristo. Di bende di lino, gli egizi rivestivano le mummie dei faraoni perché già allora era considerata la più pregiata tra le fibre naturali. I fenici,


celebri mercanti e navigatori, acquistavano il lino in Egitto per esportarlo in Irlanda, in Inghilterra e in Bretagna; grazie a questi spostamenti, la fibra è approdata e diffusa nel continente europeo. Il lino ha conosciuto uno sviluppo incredibile in Europa, ma durante il periodo romano, la coltura e la lavorazione di questa fibra si è sviluppata in tutto l’Impero, i romani sono stati i primi a utilizzarlo oltre che per l’abbigliamento anche per la casa. Nel medioevo il lino ha raggiunto il culmine della sua espansione nel continente, in particolare nel centro nord Europa. Con il Rinascimento il gusto per uno stile di vita raffinato, ha fatto sì che l’uso del lino nella vita quotidiana si espandesse anche alla produzione di lenzuola e camicie. Nel corso delle guerre religiose, dalla metà del 1500 alla metà del 1600, migliaia di artigiani tessitori furono mandati in esilio in Inghilterra e Irlanda, portando così l’età d’oro del lino in questi paesi. Mentre in Russia e Polonia, nella stessa epoca, fece la sua prima comparsa sui mercati. Così l’entrata del lino in Europa fu completa diventando un tessuto molto usato per tutte le sue caratteristiche di forza, bellezza e nobiltà.


CARATTERISTICHE E UTILIZZO Il lino si classifica secondo il grado di finezza delle fibre: per i filati sottili occorrono fibre fini, adatti alla produzione di tele pregiate, detta tela batista, per pizzi e merletti; per le tele comuni fibre di media finezza, come lenzuola, asciugamani e abbigliamento, per le tele ordinarie occorreranno fibre grossolane, come strofinacci da cucina e tovaglie. Di tutta questa fibra non va gettato nulla, infatti, la stoppa di lino, che è un sottoprodotto del manufatto dove vi sono processi necessari per separare e suddividere la fibra dalla paglia, viene utilizzata per la creazione di corda e spago e per la produzione della carta. Le sue proprietà sono queste:


-Offre il miglior compromesso tra freschezza e capacità di mantenere un calore costante. -Si ottiene il più alto grado di assorbimento dell’acqua e dell’umidità combinato con il più elevato grado di traspirazione e ventilazione, una grande permeabilità all’aria e al vapore. -Garantisce un’ottima tolleranza anche alle pelli più sensibili essendo ipoallergico. -Paragonato ad altri tessuti naturali, ha uno dei più alti indici di confort, soprattutto in estate, quando si ha bisogno di leggerezza, freschezza e traspirabilità. Il lino è un materiale 100 per cento biodegradabile e riciclabile. In Europa si sono coltivati 90mila ettari di lino, prevalentemente dal sud della Normandia al nord della Francia, fino al Belgio e nei Paesi bassi, essi rappresentano l’80 per cento della produzione globale con circa 7500 aziende agricole europee dedite alla sua coltivazione, infatti il lino coltivato in Europa occidentale è noto per essere il migliore al mondo, questo livello di eccellenza è il frutto della combinazione di tre fattori benefici: la diponibilità di terreni adatti, le condizioni climatiche favorevoli e le conoscenze di esperti linicoltori attenti alla qualità della coltivazione e del processo di filatura e tessitura. Considerata una fibra modello, rispetto alle coltivazioni del cotone si risparmiano 650mila metri cubi in acqua e 300 tonnellate di prodotti fitosanitari perché ha bisogno solo dell’acqua piovana e non richiede l’uso di pesticidi, secondo quanto riportato da un rapporto della Commissione Europea. Inoltre, le piantagioni assorbono 250mila tonnellate di CO2 ogni anno. Il lino è dunque il miglior testimone di sostenibilità e bellezza che insieme sono i valori vincenti per un prodotto di qualità. Il suo unico grande difetto, che per molti è diventato un pregio, è il fatto che si stropiccia e stirarlo non è facile perché perde subito la piega, la soluzione qual è? Accettarlo così come è, con le sue pieghe e stropicciature, le quali danno proprio la firma al tessuto. Di tutte le fibre tessili il lino è tra le più resistenti, considerata la grande resistenza alla trazione, esso viene classificato immediatamente dopo gli acciai speciali. Si tratta di un a tenacità dovuta principalmente alla sua morfologia: le fibre del lino sono raggruppate in una struttura tubolare esemplare in cui prevale l’architettura


longitudinale, l’elevata componente cellulosica rinforza le fibre e la sua composizione spiega anche la debole capacità di recupero delle fibre dopo la flessione che contrasta con la buona tenuta alla trazione. Il tessuto poi, acquista qualità foniche e isolanti particolarmente apprezzate nel settore dell’arredamento. Ma non è finita, il lino, in quanto fibra naturale, possiede delle caratteristiche anallergiche, infatti è una materia sana, non irrita la pelle ed è stata altresì dimostrata l’azione benefica che esercita per la remissione di talune affezioni dermatologiche. Antistatico, non attira la polvere, anti-pilling, non si degrada all’uso. Questi sono vantaggi reali che vengono valorizzati, completati e sostenuti, da tutte le produzioni e dai consumatori poi, questo tessuto oggi è viene usato in tutte le sue caratteristiche, nella moda, nei complementi d’arredo e in tutti gli altri modi in cui si presta, questo è IL LINO.


IL COTONE Il cotone è un tessuto naturale al 100%, biodegradabile, ecologico, riciclabile, con una composizione al 95% di cellulosa. È un materiale leggero, morbido e ha elevate proprietà di assorbimento, ma è anche resistente e quindi perfetto per trasportare oggetti delicati senza il pericolo di rovinarli. È un tessuto leggero, resiste bene al calore e ai lavaggi, ma brucia facilmente. È poroso, assorbe umidità e sudore e mantiene costante la temperatura corporea, non infeltrisce. Il cotone viene coltivato in paesi caldi, in cui si alternano periodi di elevata umidità e altri molto aridi, necessari alla fase di maturazione. Le zone del mondo dove si coltiva di più cotone sono il Sud degli Stati Uniti, L’America Meridionale, l’Africa Settentrionale e Occidentale, l’Asia centrale. Il cotone è una fibra tessile, ricavata dalla bambagia è la palla soffice che avvolge i semi, della pianta del genere Gossypium, quando il frutto raggiunge la maturità. La sua tessitura ha origine nella preistoria: frammenti di tessuto di cotone risalenti al V millennio a.C. sono stati rinvenuti nella civiltà della valle dell’Indo. Il termine “cotone” deriva dall’arabo “Katun” “terra di conquista”, può raggiungere oltre 1,50 mt. di altezza ed ha una lunga vita. Il cotone è un tesoro che la natura ci offre, appartiene alla categoria dei materiali naturali, già presenti in natura. Una categoria che si differenzia dai materiali artificiali, ottenuti dalla trasformazione chimica di una materia prima naturale, ad esempio la viscosa e dai materiali sintetici, derivanti da idrocarburi derivati, ad esempio il poliestere. Questa fibra è un materiale naturale di origine vegetale, come il lino e la seta.


STORIA È attualmente la fibra tessile più utilizzata al mondo, viene coltivato in India da più di 3000 anni. Si presume anche che questo tessuto fosse già noto agli Egiziani più di 12.000 anni prima di Cristo. Infine, gli archeologi hanno anche identificato frammenti di cotone in Messico che risalgono a 7000 anni fa. È una pianta presente in molti continenti compresa l’America, dove i Maya, gli Aztechi e gli Incas usavano questa fibra già migliaia di anni prima della nascita di Cristo. L’industria del cotone si sviluppò in Europa invece, il cotone è arrivato inizialmente in Grecia e sono stati gli arabi a portarlo nel nostro continente, intorno al 351 a.C., durante l’Impero di Alessandro Magno. Nei secoli successivi in Europa il cotone resta un prodotto d’importazione di lusso tanto più che nel 1400, fu fondata una compagnia francese, che commerciava in tessuti dipinti detti “indiani”, che interessavano molto. Il termine “indiano” è usato ancora oggi, proprio come


“persiano” che ne è il sinonimo. Purtroppo, la storia del cotone è legata alla schiavitù, che nel secolo XVII ha fornito la principale forza lavoro in America per la coltivazione di questa fibra; infatti, in Louisiana nascono le prime grandi piantagioni di cotone, dove gli schiavi sono costretti a raccogliere le piante destinate ad essere lavorate. Molti proprietari terrieri acquistavano persone da utilizzare come schiavi, da aree del mondo come l’Africa, per lavorare nei campi di cotone, per mantenere al minimo le spese operative. Il denaro extra risparmiato dallo sfruttamento degli schiavi, retribuendoli poco per il loro lavoro, portava proventi ai proprietari che, tolto il denaro per il loro mantenimento, il resto andava ad investire ancora di più nelle loro attività, nel cotone ed altre iniziative. La schiavitù è stata messa al bando negli Stati Uniti dopo la guerra civile. il cotone e la schiavitù persistettero negli stati confederati nel sud degli Stati Uniti più a lungo che negli stati settentrionali del continente e questa fu una delle maggiori differenze tra le due parti nella guerra civile. In origine, gli europei e i loro discendenti in America, hanno cercato di trasformare i nativi americani in manodopera a basso costo, ma queste persone erano comunemente familiari con l’area e quindi hanno deciso di allontanarsi dal lavoro forzato. Successivamente la scelta cadde sui poveri europei, che vennero a vivere in America come domestici a contratto, il che significava che avrebbero lavorato per un determinato numero di anni, solo per il vitto e l’alloggio, senza avere soldi in più. Scaduti i contratti che duravano poco anni e a causa di una maggiore aspettativa di vita per i lavoratori europei, la scelta più economica ricadde sugli schiavi africani, questo alla fine del 1600 e qui possiamo dire che il cotone e la schiavitù divennero inestricabilmente interconnessi.


CARATTERISTICHE E UTILIZZO Il processo di sgranatura del cotone consiste nell’apertura a maturità dei frutti dell’albero di cotone, questi frutti in forma di capsule rigide si aprono e scoprono i semi, che sono avvolti in un batuffolo di cotone. La sgranatura è il primo passo nella lavorazione è l’operazione che consiste nel separare il cotone idrofilo dal seme e viene effettuata con sgranatura meccanica. Dopo aver selezionato le fibre sufficientemente lunghe e averle pressate in balle di cotone, più facili da trasportare, sarà possibile effettuare la filatura che è l’insieme di passaggi che permettono di ottenere dalla materia prima del cotone, un filato adatto alla tessitura o alla maglieria. L’uso maggiore, visto la sua assorbenza, viene fatto nelle magliette dette anche “T- shirts” e incomparabilmente efficace negli asciugamani, accappatoi, così come gli asciugatutto da cucina e strofinacci. Il cotone è un tessuto isolante, trattiene il calore, soprattutto quando riceve un trattamento di raschiatura, per questo maglioni o gilet in jersey o felpe in cotone, hanno spesso un interno


soffice. Resiste alle alte temperature, può quindi essere lavato senza problemi a 40°C o 60°C, infatti può anche essere stirato con ferro da stiro caldo. È relativamente economico, date le sue qualità possiamo dire che il cotone è un materiale tessile poco costoso; infatti, la maggior parte delle persone porta magliette o maglioncini di cotone in estate e felpe quando il tempo diventa più fresco per questo, è piacevole da indossare, è sano ed è possibile farlo indossare alle persone con pelli sensibili. Le fibre ritorte lo rendono morbido e ben tollerato ed è consigliato per la biancheria intima. Con i tessuti di cotone, la pelle respira e il sudore può essere evacuato mediante traspirazione. E ora passiamo anche ai punti a sfavore: tende a restringersi durante il primo lavaggio o se viene lavato a temperature troppo alte; il cotone bianco tende ad ingiallire, se stirato a temperature alte oppure è sensibile allo scolorimento da parte della luce. Se non viene conservato correttamente o se viene piegato prima dell’asciugatura, questa fibra può sviluppare muffe. Attenzione ai buchi nelle vecchie lenzuola o nei jeans perché si potrebbero strappare facilmente! Ma parliamo degli utilizzi di questa fibra: sapevate che le vostre piccole bobine di filo da cucire sono di cotone? Permette di ottenere filati opachi o più brillanti, ma anche spaghi e corde. Non vi insegneremo niente ricordandovi che il cotone è protagonista della produzione di abbigliamento, è il materiale più utilizzato sia per le donne e gli uomini, ma anche per i bambini, poiché è il materiale migliore per la pelle. Può essere tessuto per camicie, ma può anche essere lavorato a maglia in T-shirt, il che ne aumenta la flessibilità. Va anche notato che molti pizzi e tulle di qualità, sono fatti in cotone. I suoi usi spaziano anche nella tappezzeria, dove viene usato come tessuto da rivestimento e questa fibra dà vita a delle bellissime tinte unite, ma soprattutto è il supporto ideale per tessuti stampati che permettono di aggiungere motivi alla vostra decorazione. Si trova in tende, cuscini, plaid.



SOSTENIBILITÀ

SUSTAINABILITY

Se il cotone è una fibra vegetale naturale in natura e quindi non costituisce un sottoprodotto del petrolio, come si potrebbe rimproverare ai materiali sintetici, la trasformazione da grezzo in materia tessile solleva invece alcune questioni ambientali. Lo sbiancamento e la tintura comportano l’uso di prodotti chimici e il consumo dell’acqua utilizzata per la produzione del tessuto di cotone è molto importante. Inoltre, la coltivazione stessa è considerata una delle colture più inquinanti per l’uso di fertilizzanti e pesticidi. Le tematiche dell’impatto ambientale e della sostenibilità ecologica toccano praticamente ogni prodotto di consumo, quindi per un prodotto più etico e responsabile, esiste il cotone ecologico ed organico, che vieta l’uso di pesticidi e limita la quantità di acqua utilizzata. Tuttavia, è necessario prestare attenzione durante la tintura anche di quello organico, la materia prima può essere ecologica senza che la tintura sia tale. In breve, ci sono limiti alla maggior parte delle fibre. Una prima risoluzione sensata da attuare personalmente, come consumatore di prodotti tessili, cotone ed altre fibre, sarebbe quella di concentrarsi su prodotti di qualità che siano sostenibili nel tempo per evitarne un consumo eccessivo. Indubbiamente pratico, piacevole e confortevole, è un materiale tessile versatile e di qualità, giustamente pregiato, anche se non ha ancora raggiunto la perfezione in termini di sostenibilità ambientale. Ci auguriamo che vi sia piaciuto conoscere meglio la sua storia, il suo sfruttamento tessile, le sue qualità e i suoi difetti come tessuto.


CONCLUSIONE

Abbiamo parlato di tre bellissimi tessuti, della loro storia, caratteristiche ed utilizzo. Ci siamo divertiti nel vedere le loro caratteristiche positive e negative, ma restano sempre tessuti all’avanguardia, utilizzati da noi tutti e per abbellire le nostre case. Sete svolazzanti che con la loro finezza e leggerezza ci contornano e ci sfiorano, hanno vestito re e regine, portate poi in tutto il mondo, sono state utilizzate soprattutto dalle donne in diversi modi. Lino come tessuto che con la sua freschezza è simbolo di sole, estate e moda, la tramatura di un filo che, con origini antichissime ha portato ai giorni nostri una tela che è divenuta uno status e oltremodo un tessuto ecologico nella sua natura. Il cotone, come non avere dei capi in questa fibra, famosissimo in tutto il mondo è usato tutto l’anno per i nostri outfit, in modo casual o più ricercato e spesso combinato ad altre fibre naturali. Ecco


qui, tre tessuti a cui sicuramente ora darete più attenzione, dopo aver letto tutte le loro caratteristiche ed aver conosciuto più a fondo i loro pregi e difetti. E quando vi alzerete la mattina, cercate di ricordarvi che la precedenza va data ai tessuti naturali, questi vi daranno molte soddisfazioni, soprattutto in estate, ma anche nelle stagioni più fredde a contatto con la pelle dovranno sempre esserci. Abbiamo detto tutto o le parti essenziali che dovevate conoscere, ora tocca a voi metterle in pratica e provare la sensazione e l’esperienza, se non lo aveste già fatto, di indossare un capo di SETA, uno di LINO o uno di COTONE.


Sommario INTRODUZIONE LA SETA IL BACO DA SETA STORIA CARATTERISTICHE E UTILIZZO IL LINO Introduzione STORIA CARATTERISTICHE E UTILIZZO IL COTONE STORIA CARATTERISTICHE E UTILIZZO SOSTENIBILITÀ

SUSTAINABILITY


CONCLUSIONE

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