PRODUZIONE E CURA DELLE VOSTRE PIANTE AUMENTA LA PRODUZIONE DELLE TUE OLIVE Se seguite questi quattro consigli che adesso vi darò vedrete che la produzione delle vostre olive aumenterà almeno del 20-30%. Il primo consiglio che vi do per avere un aumento di produzione sul vostro uliveto è quello di non lavorare il terreno sotto la chioma della pianta, non andate vicino con le zappatrici che puliscono il terreno, esso diventerà duro e secco, invece che fine e soffice. Dovete solamente passare con il trinciatutto e lasciare lì l'erba in modo che ripari e che concimi. Se noi andiamo a lavorare il terreno sotto la chioma distruggiamo tutti quei piccole capillari che la pianta ha anche in superficie, che la trasmetteranno alla pianta, questo farà in modo che soffra meno la sete. Se soffre meno la sete, anche le olive saranno più grandi, addirittura ci sarà anche più olio. Quando l’erba inizierà a crescere 15-20 centimetri, tagliatela un pochino e lasciatela sotto l’ulivo, seccando piano piano marcirà e diventerà un ottimo concime per la pianta creando, anche in estate, un terreno morbido e soffice che resterà fresco. Il secondo consiglio che vi do è quello fertilizzazione della pianta. Una pianta che produce tutti gli anni chiaramente preleva energie e sostanze nutritive dal terreno, le asporta e noi le dovremo di nuovo integrare. La miglior concimazione per l'ulivo è un rapporto di azoto, fosforo e potassio, 3 1 3, che vuol dire che, rispetto al fosforo, l'azoto ed il potassio devono essere il triplo. Questo è quello che vuole la pianta di ulivo. Concimate sempre con materiale organico, usate solo quello chimico per integrare le sostanze mancanti. Se invece utilizzate dei concimi granulari minerali, ad
esempio quelli azotati, ed esagerate con la dose diventa molto pericoloso, potreste bruciare l’erba e la pianta. I concimi minerali sono a veloce cessione quindi la pianta, siccome ha bisogno continuamente ad essere nutrita, prenderà tutto in una volta e poi si esaurirà; quindi, ha bisogno di un concime organico come un ottimo letame maturo, perché rilascerà gli elementi nutritivi pian piano nel tempo e la pianta li assorbirà quando ne avrà bisogno e non rimarrà mai scoperta di queste energie importanti per la sua crescita, quella dei fiori, delle olive e dei rametti. É semplicissimo fate due fertilizzazioni all'anno, la prima dopo aver raccolto le olive e sarete a fine novembre/dicembre, la seconda la farete dopo aver potato e sarete ad aprile tagliate l’erba e lasciatela lì sotto l’ulivo, prima di fare di nuovo la concimazione. La produzione dell'anno successivo sarà sicuramente un raccolto garantito. Il terzo consiglio che vi do è: non lavorate il terreno sotto la chioma della pianta. Non andate con le zappatrici a pulire il terreno, perché diventerà poi secco, ne abbiamo parlato prima. Non fate crescere l’erba più di 15/20 cm. altrimenti, sarà lei che preleverà energie, nutrimenti ed acqua alla pianta. Sotto il suolo creerà uno strato che d'estate sarà sempre fresco, morbido e soffice. Il quarto suggerimento che vi do è quello di fare tutti gli anni la potatura di produzione. La potatura di produzione si fa a fine febbraio, primi di marzo. Si tratta di cercare di eliminare tutti i rami che oramai si sono allungati e sono stati prodotti, che si sono spezzati anche con la raccolta e quelli malati. Togliere anche i succhioni all'interno e i polloni, in modo che la pianta da marzo/aprile in poi avrà una vegetazione, che sarà quella che rimarrà sulla pianta e sarà quella che poi produrrà i fiori e le olive. È chiaro che, se la pianta noi l'abbiamo liberata da tutti quei rami, tra virgolette inutili, avrà una chioma più leggera, più snella arriverà più aria, più luce sulle foglie e queste attiveranno la sintesi clorofilliana trasformeranno la linfa grezza prelevata dalle radici e diventerà linfa elaborata, da distribuire di nuovo ai rami e alle future olive. Seguite questi consigli e vedrete che la produzione delle vostre olive sicuramente aumenterà.
BASILICO ALL’INFINITO In estate, molto spesso usiamo il basilico, una pianta odorosa che usiamo per i nostri piatti. Ma dove lo prendiamo questo basilico? Di solito lo compriamo in pacchetti al supermercato, oppure prendiamo dei vasetti che poi immancabilmente arrivano a farlo appassire, se non trattato nella maniera esatta. Per questo dobbiamo dire che il basilico, una volta comprato in vasetto, bisogna dividerlo, pianta per pianta, e piantarle in un grande vaso, o in un terreno, distanziandole di circa cinque centimetri l’una, così si riuscirà a farlo diventare grande, ed usufruire delle sue foglie. Ma il basilico si può moltiplicarlo a costo zero? La risposta è sì. Ci sono tre metodi per fare questo, iniziamo dal primo metodo: come talea. Da una pianta grande di basilico dobbiamo staccare un rametto per poi farlo riprodurre, ma come facciamo questa operazione? Prendiamo delle forbici
e un ramo della pianta di basilico, ora vediamo che sul ramo in cima, ci sono delle foglie, ma subito sotto, c’è un nodo con altre foglie più piccole, noi dovremo tagliare di sbieco, circa tre centimetri al di sotto di quel nodo. Una volta creata questa talea, dovremo eliminare le foglie e le foglioline sul nodo, e lasciare quelle in cima. Ora abbiamo la talea perfetta, e l’andremo a posizionare in un bicchiere con quattro centimetri di acqua, che poi metteremo in un posto con tanta luce, ma non con i raggi del sole diretti. Dopo alcuni giorni noterete che, alla base del taglio si saranno create delle piccole radichette bianche, quindi, rimettiamo tutto nel bicchiere, e dopo una settimana l’apparato radicale si sarà formato completamente. Prendiamo un vasetto di dieci centimetri, lo riempiamo di torba, e facciamo un buco in mezzo di circa otto centimetri, dove andremo ad inserire le radici, delicatamente, chiudendo poi la terra intorno, e annaffiando abbondantemente con uno spruzzino. Da lì nasceranno altre foglie e tutto il basilico che avrete bisogno. Secondo metodo: da una foglia. Questo metodo è il meno invasivo per la pianta. Scegliamo una foglia, da una pianta di basilico, che sia adulta, e non abbia nessun tipo di macchia, o puntino, ma sia bella verde e sana. Stacchiamola alla radice del rametto, con le mani, o con una forbicina, meglio con le mani se riuscite, e se vi rimane attaccato un filo del rametto nello staccare, ancora meglio, servirà per far poi crescere le radici. Prendete un bicchiere di vetro mettete due centimetri di acqua, e immergete la fogliolina dalla parte del gambo, che deve essere ricoperto completamente dall’acqua. In un bicchiere, al massimo, si possono mettere quattro di queste foglioline. Posizionate il bicchiere in un luogo con molta luce, ma non al sole diretto. Passate due settimane togliamo la fogliolina dall’acqua e controlliamo se le radici si sono sviluppate, se sì, vedrete uscire dal gambo della foglia, delle radici bianche, di almeno cinque centimetri. Prendiamo un vasetto di dieci centimetri, lo riempiamo con della torba, facciamo un buco di quattro centimetri, e inseriamo le radici in modo tale che vengano messe sotto la terra, solo le radici, non la foglia. Poi metteremo il vasetto, che andrà bagnato abbondantemente, lontano dai raggi del sole, ma in un posto luminoso. Trascorse circa tre settimane, si vedranno nascere delle foglioline accanto alla nostra foglia, quello significherà che, il basilico avrà iniziato a crescere, e fra non molto la pianta ingrandirà, ed avrete basilico per tutta l’estate. Nel caso di più foglie staccate dal ramo, dovrete avere un vasetto
per ognuna, non tutte nello stesso vaso. Terzo metodo: dai semi. Sicuramente questo è il metodo che vi darà più piante contemporaneamente, ma ci vorranno più giorni. Prendiamo il solito vasetto, da dieci centimetri riempito con torba buona, e questo ci farà da terreno di semina, poi vedrete il perché. Spargiamo i semi di basilico nel terreno in modo da occupare anche tutta la circonferenza del vaso, poi con i denti di una forchetta, delicatamente muoviamo un po’ il terreno, in modo che i semi cadano sotto la terra, vaporizziamo abbondantemente. Prendiamo il vasetto e chiudiamolo dentro un sacchetto di cellophane, per esempio: il sacchetto del freezer, che chiuderemo ermeticamente, così all’interno si formerà un’ambiente umido, e con temperatura costante, che aiuterà la crescita delle piantine. Trascorsi dieci giorni vedrete le prime piantine spuntare, alte due millimetri, e dopo due giorni, saranno cresciute da tutti i semi piantati. Passate due settimane saranno ingrandite e avranno riempito tutto il vaso. Ora dobbiamo trapiantare, ognuna delle piantine, in un altro vaso, vediamo come: dobbiamo fare un taglio quadrato nel terreno, intorno a più piantine. Estratto il panetto di terra con le piantine, dobbiamo dividerle ad una ad una, con il proprio panetto di terra, è importantissimo fare questo, e non lasciare le radici della piantina senza terra, altrimenti morirà. Ottenuto la piantina con il suo panetto, la mettiamo in un vaso di dieci centimetri riempito con la torba, scavando un buco centrale, dove lo infileremo dentro, chiudiamo la terra intorno, e lasciamo fuori il rametto con la fogliolina sopra, tutta questa operazione deve essere fatta con delicatezza assoluta e per ogni piantina. Alla fine avrete basilico all’infinito, e potrete usarlo per molte ricette, anche per fare il pesto, che metterete in vasetti di vetro in freezer, così come scorta per tutto l’inverno. Questi sono tre metodi semplici per riprodurre il basilico.
COME COLTIVARE I FUNGHI IN CASA Vi chiederete come è possibile crescere dei funghi in casa, ora spiegheremo come fare, e dopo aver visto il risultato, rimarrete sorpresi e contenti. Prendete un fungo a vostro piacimento, e che vi piacerebbe coltivare, dovrà essere maturo. Cosa vuol dire? Che la parte superiore del fungo dovrà essere aperta completamente, in modo tale, che le spore siano pronte per generare altri funghi. Occorrerà anche una bottiglia da due litri, vuota e di plastica, e della paglia. Prendiamo ora il fungo prescelto, e lo taglieremo a pezzi. Una volta tagliato, lo andremo ad inserire in un frullatore, aggiungeremo due o tre dita di acqua, in modo da permettere al fungo di tritarsi. Frulliamo, fino a che si sarà raggiunta una pappetta molto liquida, e omogenea. A questo punto prendiamo della paglia, o del fieno, e lo tagliamo a pezzettini dai tre, ai dieci centimetri al massimo, inseriamola in una pentola alta, riempiamo con acqua, fino sopra la paglia, e accendiamo il fuoco. Da quando l’acqua inizierà a bollire,
cuocere per circa mezz’ora, in questo modo la paglia si sterilizzerà, creando l’ambiente ideale per far crescere i funghi. Trascorsa la mezz’ora, spegniamo il fuoco e aspettiamo che si raffreddi, poi la scoliamo e la lasciamo lì, a perdere tutti i liquidi in eccesso. Passato il tempo necessario, trasferiamo la paglia in un altro contenitore; andrà bene anche la pentola dove l’avevamo bollita. Ora versiamo nella paglia il composto che abbiamo frullato, e lo amalgamiamo bene insieme alla paglia. Più sarà amalgamata bene, più sarà facile avere il raccolto. Ora prendiamo la bottiglia vuota, la tagliamo dall’imboccatura in giù, dieci centimetri. Alla fine otteniamo due pezzi: la bottiglia, che riempiamo con la paglia, pressandola bene, fino a dieci centimetri dal bordo, e la parte sopra. Guardate bene che non ci siano degli spazi nella paglia, altrimenti il micelio non potrà svilupparsi. Ora chiudiamo la bottiglia, adoperando il pezzo tagliato sopra, capovolgendolo e mettendo del cotone nell’imboccatura, per non fare entrare aria. Per tenere giù il coperchio, possiamo mettere due pezzi di scotch incrociati. A questo punto, portiamo la bottiglia e il suo contenuto, in un luogo della casa, dove c’è luce, man non sole diretto. La temperatura ideale per far nascere i funghi va da ventidue a ventotto gradi. Trascorsi i giorni, guardando la bottiglia, possiamo vedere che all’interno la paglia, è diventata un po’ più scura e se osserviamo bene, inizierà anche a formarsi qualche punto chiaro, lì vi è il micelio in formazione, da dove poi nasceranno i funghi. Facciamo trascorrere altri dieci giorni, e vediamo che la chiazza bianca si è allargata molto, è il micelio che si sta ingrandendo. Quando tutto il micelio ha ricoperto la paglia nella bottiglia, si può procedere con il prossimo step. I funghi nasceranno nella parte sopra della bottiglia, ma possono nascere anche nei lati; quindi, creiamo dei buchi laterali in modo che il fungo possa uscire. Con un taglierino andiamo a fare delle finestre di massimo dieci centimetri per dieci, messi nelle due parti della bottiglia, allo stesso livello. Togliamo anche il coperchio, e sopra la paglia, mettiamo circa due centimetri di terriccio universale, lo comprimiamo leggermente, e con uno spruzzino bagnamo abbondantemente, per rendere il terreno umido, ma non zuppo. Quello che si è ottenuto, è una bottiglia tutta piena di micelio bianco. Dopo qualche giorno, vediamo un piccolo fungo fare capolino sotto la terra, e dopo una decina di giorni il fungo sarà nato. Il fungo che avete deciso di mettere nel composto iniziale, sarà poi quello cresciuto sopra la terra, e
una volta adulto, potete raccoglierlo. Questo è il primo fungo coltivato da voi. Poi nelle parti laterali, nasceranno altri funghi, basta lasciarli crescere bene, raccoglierli dando uno strappo alla base del fungo. Questo, permette ad altri funghi di crescere successivamente. Se volete ingrandire la produzione, potete prendere delle botticelle in plastica, e rifare tutto come spiegato sopra, con la differenza che, per coperchio, non usate la parte sopra della botticella, ma della pellicola trasparente, dove poi fate una decina di buchi con la punta di un coltello. Con questo metodo, potete crearvi una coltivazione di funghi a casa.
COME FAR RIVIVERE UN’ORCHIDEA SECCA Quando abbiamo un’orchidea che vedete ormai morta, non buttatela! Potete farla rivivere con questo metodo, andiamo a descriverlo. Prendete l’orchidea e togliete tutte le foglie marce che ha. Poi estraete dal vasetto la parte delle radici, guardate se ce ne sono ancora di verdi, e nel caso ce ne siano, ripulitele bene dalla terra. Prendete una cesoia, forbice da giardinaggio, e iniziate a tagliare tutte le radici che sono secche, poi tagliate
le due cime del tronco centrale. Accendete una candela, e la cera fusa fatela cadere sulle due cime del tronco, per evitare che possa entrare acqua. Mettete due cucchiaini colmi, di cannella in un barattolo grosso, che possa contenere un litro di acqua, dove verserete un litro di acqua bollente. Chiudete con il coperchio, e lasciate raffreddare. Quando si sarà raffreddata, prendete un colino, con sopra un panno in spugna, e filtrate il contenuto, avrete un liquido marroncino, che verserete in un vasetto di plastica trasparente, nel quale immergerete totalmente l’orchidea per trenta minuti. Intanto, il resto dell’acqua, lo potrete spruzzare, con uno spruzzino, su altre orchidee, per proteggerle da insetti e malattie fungine, mi raccomando, spruzzate bene su tutte le superfici delle foglie e della terra. Torniamo alla nostra orchidea immersa nell’acqua di cannella filtrata. Ora trascorso il tempo, possiamo piantarla in un vasetto di quelli semiaperti, per orchidea, mettendo all’interno, dei pezzi di pietra pomice, e poi della corteccia di pino, questo aiuterà ad assorbire l’umidità delle radici, facendo in modo che non marciscano. Aggiungiamo del muschio secco sopra, fino a coprire tutta l’orchidea. Mettiamo in un luogo fresco e ben illuminato per sette giorni. Dopo i sette giorni, spruzzeremo l’orchidea sopra, e le radici sotto, per mantenerla umida. Copriremo il vasetto con un contenitore in plastica, dove avrete creato dei buchi, per ventilare la pianta, poi aspetteremo che essa si riprenda. Dopo tre settimane, vedrete il primo germoglio spuntare, spruzzare acqua una volta ogni cinque giorni, per mantenere i germogli umidi, poi coprite sempre con il contenitore. Dopo tre mesi, vedrete l’orchidea piena di foglie verdi e sarà di nuovo viva, continuate a spruzzarla e a mantenerla verde, arriveranno anche i fiori.
COME INNESTARE UNA PIANTA DI MELO SELVATICO DI UN ANNO
Ora affronteremo l’argomento dell’innesto. Infatti, la pianta, dopo un anno di vita, dovrà essere innestata, per poter dare fiori e frutti, perché così come l’avremo cresciuta, risulterà un melo selvatico. L’innesto si può effettuare nei mesi di gennaio o febbraio, quindi invernali. Per poter innestarlo, dovremo prendere un rametto, detto marzètta, da un’altra pianta, melo adulto. Questa marzètta, dovrà essere di media grandezza, e la prenderemo nella parte media della pianta, cioè in mezzo, e dovrà essere di vigoria media. Cosa vorrà dire: che sarà un ramo non troppo grosso, quindi abbastanza giovane. La marzètta dovrà essere nata un anno prima. Ora vediamo come si effettuerà l’innesto. Andremo al portainnesto, cioè il melo che avremo fatto crescere dal seme, dove andremo ad innestare la marzètta. Nella parte bassa della pianta, dove non vi saranno gemme, faremo un taglio netto con un seghetto e toglieremo tutto sopra; quindi, della pianta rimarrà solamente questo tronchetto dritto. Ora dovremo aprire esattamente in due, un pezzetto di questo tronchetto in cima, usando un coltellino da innesto, in vendita nei negozi specializzati, e posiziondolo nel centro della pianta recisa. Con una mazzetta in legno, picchieremo sopra il coltellino, procurando al tronco un taglio netto, di circa quattro centimetri, cercando di non spaccare la corteccia. Prenderemo poi la marzètta intera, ne taglieremo una parte, che sarà da innestare, nella fessura del tronchetto. Il taglio sulla marzetta non dovrà essere sulla gemma, ma a metà tra una e l’altra. La marzètta dovrà essere in totale sui quindici centimetri circa. Prima di innestare, bisognerà tagliare però, con il coltello da innesto sempre, dall’ultima gemma verso la fine della marza, creando un taglio netto, da tutte e due le parti, uno vicino all’altro, che darà come risultato un cuneo; questa operazione andrà fatta, cercando di inclinare bene il coltellino per renderlo scorrevole. Il cuneo servirà per innestare la marzètta nel portainnesto. Metteremo la parte a cuneo della marzètta, nella parte tra la corteccia e quel circolino più verde, nel centro del tronco, tenendo le gemme verso l’esterno. Ora potremo spingere dentro il cuneo, nella ferita del tronco, sempre con la mazzetta, e in modo leggero. Potremo anche, in un secondo momento, accorciare la marzètta, tagliandola un po’, sempre tra una gemma e l’altra, in modo che si possa spingerla meglio, fino ad arrivare in fondo al taglio. Se ci sarà spazio, dall’altro lato del tronco, faremo la stessa cosa, con un’altra marzètta. Una volta fatto l’innesto, avremo questi piccoli rametti che
fuoriusciranno dal tronco, e che dovremo coprire con un nastro per innesti, per chiudere tutte le fessure. Di questi nastri da innesto, ce ne sono di molto buoni in commercio, biodegradabili ed elastici. Iniziamo a coprire il tronco, da due centimetri sotto il taglio, salendo, passando attraverso le marzètte. Cercate di chiudere bene tutte le ferite nel portainnesto, per non far passare dentro l’acqua. Se le marzette innestate fossero troppo lunghe, potrete tenere solo due gemme, tagliando il resto del ramo. Fate attenzione, il taglio dovrà essere fatto con il tronchetto messo in maniera opposta alla gemma. Se la gemma va all’insù, taglierete con la lama in giù. Questo è molto importante. Sigillato bene tutto quanto, bisognerà mettere del mastice da innesto, anche questo in vendita negli appositi negozi, sull’apice delle marzètte, per evitare fuoriuscita di umidità, che le farebbe seccare. Ora avremo così la nostra pianta di mele, che dopo qualche tempo, inizierà a dare frutti succulenti, che voi assaggerete pensando: questi li ha fatti, una meravigliosa pianta, che però, io ho aiutato a nascere.
PRENDITI CURA DEL TUO ALBERO DEI SOLDI L’albero dei soldi, detto anche l’albero di giada o crassula, è una pianta popolare che molti coltivano. Secondo l’antica arte orientale del Feng Shui, è una pianta succulenta, in grado di attirare prosperità economica. Il suo nome botanico è: cràssula ovàta, ed è una pianta facilissima da tenere. La cràssula ovàta è ritenuta un simbolo di buona fortuna, in Cina, ed è un regalo perfetto per la casa: si crede possa portare prosperità, fortuna e ricchezza. Viene comunemente chiamata: albero dei soldi, proprio perché è considerata in grado di portare benessere economico, nella casa che la ospita. È adatta ad essere regalata in tutte quelle occasioni, in cui un augurio di prosperità, è molto gradito. Ideale quindi, per congratularsi con qualcuno, su una nuova attività lavorativa, o un matrimonio. È una pianta sempreverde, e le sue foglie crescono molto rapidamente, e per farla crescere rapidamente, non bisogna annaffiarla troppo. Troppa umidità, infatti, può danneggiare la pianta. Per stimolare la fioritura non bisogna fare chissà che: basta semplicemente sistemare la pianta in un luogo dove può godere della luce del sole. Sarebbe da previlegiare un’esposizione a nord. Quanto alla temperatura, questa dovrebbe aggirarsi intorno ai cinque e quindici gradi. Per dare una bella mano a questa pianta, possiamo adoperare un composto come concime, possiamo metterlo insieme con il fai da te: basta sciogliere due grammi di fosfato in tre litri di acqua, si mescola per bene e poi questa soluzione, la possiamo semplicemente usare per annaffiare la pianta. Per stimolare la fioritura, possiamo sciogliere un paio di compresse da cento milligrammi, in un litro d’acqua tiepida, di acido succinico, poi, questo mix lo spruzzeremo anche sulle foglie, così avremo foglie molto verdi, e boccioli che nasceranno sviluppandosi in bellissimi fiori……dopodiché, se son soldi fioriranno!
CONCLUDIAMO CON: “L’ENERGIA RINNOVABILE PRODOTTA DALLE PIANTE” L'invenzione che permette di produrre energia dalle piante si chiama "Plant-microbial fuel cell" o "Plant-e", e prende spunto dalla fotosintesi clorofilliana, processo chimico grazie al quale le piante producono sostanze organiche, a partire dall'anidride carbonica atmosferica, e dell'acqua metabolica, in presenza di luce solare. Con la fotosintesi le piante crescono e fioriscono: generano protoni ed elettroni che creano elettricità, in questo modo, si può illuminare una lampada grazie ad una pianta, che genera l'energia necessaria per farla funzionare. L'energia pulita e sostenibile, senza batterie e senza corrente elettrica, in questo caso si chiama Living light, infatti, è la pianta inserita in un vaso trasparente, con un filo alla base in cui gli elettroni si separano dai protoni e poi scorrono in questo filo, illuminando la piante quando qualcuno la tocca. É incredibile come la natura agisce da sempre come fonte d'ispirazione per l'innovazione. Ad esempio, alcuni centri di ricerca stanno ricreando la fotosintesi in laboratorio, per produrre idrogeno. É un innovativo sistema per creare bioenergia, sostenibile, rinnovabile, efficiente. In pratica, in un futuro non lontano, si potrà ricaricare l'auto elettrica con il prato di casa, o ricaricare i dispositivi mobili con il tetto verde delle nostre abitazioni, o ancora vedere intere zone umide o risaie trasformarsi in centrali elettriche. Quindi ringraziamo le Piante e la Natura per tutto quello che ci stanno dando e che ci daranno.
Sommario AUMENTA LA PRODUZIONE DELLE TUE OLIVE BASILICO ALL’INFINITO COME CRESCERE I FUNGHI IN CASA COME FAR RIVIVERE UN’ORCHIDEA SECCA COME INNESTARE UNA PIANTA DI MELO SELVATICO DI UN ANNO PRENDITI CURA DEL TUO ALBERO DEI SOLDI CONCLUDIAMO CON: “L’ENERGIA RINNOVABILE PRODOTTA DALLE PIANTE” PIANTA, CURA, PRODUZIONE, ENERGIA, SOSTENIBILE, INNESTO Front cover image by NOWO.
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