Palio del baradello 2016

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Laura Bordoli, presidente dell’Associazione Cavalieri Palio del Baradello Foto Lorena Ciceri

Il saluto del Presidente Ci avviciniamo al traguardo dei 40 anni di storia della manifestazione. Un passo dopo l’altro, consapevoli che storia, tradizione e cultura non vanno d’accordo con la fretta, stiamo crescendo. E così la 36ª edizione del Palio del Baradello, dopo il successo degli anni passati, aggiunge altri tasselli al già ricco programma, nel segno della continuità e del miglioramento costante. La tradizionale disfida fra i borghi potrà contare, per il 2016, su un ulteriore incremento dei partecipanti: quest’anno, infatti, saranno 10 le squadre pronte a darsi battaglia per conquistare l’ambito drappo, confermando un continuo trend di crescita, proprio perché il Palio sta gradualmente tornando ad essere un caratteristico punto di riferimento per la città, i Comuni vicini e anche i turisti. Molte le novità dell’edizione 2016, a cominciare dal drappo che verrà assegnato al borgo vincitore, realizzato dalla pittrice Nicoletta Brenna, bravissima ad interpretare lo spirito della manifestazione. Sono previste location di prestigio

per le varie iniziative collaterali e torneremo a Piazza Volta per concludere con le famiglie e i bambini la manifestazione, il 17 settembre. Esibizioni, spettacoli, tante novità faranno da corollario sia alle tre gare destinate a decidere la classifica del Palio (la gara delle Lucie reintrodotta lo scorso anno, la Carriolana e il Tiro alla fune), sia al gran corteo storico, senza dubbio il momento clou dell’intera manifestazione. Quest’anno, tra l’altro, sarà un corteo particolarmente ricco quello in programma domenica 11 settembre perché ci apprestiamo a superare i 1000 partecipanti alla sfilata. Ci saranno le Cornamuse della Franciacorta, un

gruppo di levrieri, gli sbandieratori di Tavernola, Fenegrò e Legnano, vari gruppi di Falconieri, gli arcieri e altro ancora. Verrà riproposta, visto il grande successo ottenuto, la cena medievale nella splendida e suggestiva cornice del Broletto, in cui si assaggeranno ricette della tradizione del Medioevo. Un programma, dunque, ricco e ancora più completo, realizzato grazie all’impegno dei volontari e dell’Associazione Cavalieri del Palio, cui va il mio sincero riconoscimento, accanto a quello doveroso al Comune di Como e alla Regione Lombardia, agli altri enti che ci hanno dato il proprio patrocinio, e agli “amici” sponsor che non ci fanno mai mancare il loro decisivo sostegno. Mai come quest’anno il Palio del Baradello si propone di coinvolgere il maggior numero possibile di comaschi e turisti e mai come quest’anno ha le potenzialità per riuscirci. Buon Palio e buon divertimento a tutti! Laura Bordoli


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Un palio che regala storia, cultura ed emozioni Incoronata tra le città più belle del mondo, Como prosegue la valorizzazione del prestigioso patrimonio medievale attraverso il Palio del Baradello, manifestazione giunta alla trentaseiesima edizione e unica nel suo genere perché incastonata tra reperti di città romane, antiche mura, resti di forticazioni, palazzi nobiliari e un lago che non smette mai di incantare. Dal 28 di agosto al 17 settembre gli antichi fasti che caratterizzarono la storia di Como ecco che rivivranno, esaltando antiche gesta e festeggiamenti che hanno riempito sin qui i libri di storia. Già, perché la Novum Comum dichiarata colonia da Giulio Cesare nel 59 a.C. sotto la dominazione romana, tra invasioni barbariche, dominazioni di Longobardi e Carolingi, e che ottenne poi l’autonomia comunale sotto la Chiesa nell’anno Mille, si apprestò a vivere momenti esaltanti proprio nel 1159 quando in un moto di orgoglio si rivolse all’Imperatore Federico di Svevia per chiedergli di far porre fine ai costanti

soprusi della vicina e odiata Milano. L’amicizia con il Duca di Svevia detto il Barbarossa divenne un momento importante, da celebrare con festeggiamenti poiché, proprio grazie all’intervento dell’Imperatore, Como riuscì a mettere fine al giogo che Milano le aveva imposto da quando, nell’agosto del 1127, aveva vinto una lunga guerra durata dieci anni e con più di 100 cruente battaglie combattute. Era la fine di trent’anni di vincoli alla libertà che avevano stremato i comaschi. Le richieste di sospendere ogni limitazione imposta furono però rifiutate da Milano. Fu a quel punto che Federico di Svevia, che nutriva l’ambizione di avanzare fino a Roma, decise di passare all’azione, con i comaschi pronti a sostenerlo. Con l’aiuto dell’Imperatore, nel 1158 Como iniziò a riedificare ed ampliare le mura della città (cui successivamente furono aggiunte anche le importanti torri di Porta Torre, Torre di San Vitale e Torri di Porta Nuova detta Torre Gattoni) e restaurò il Castel Baradello, potenziandolo

iniziando a costruire la poderosa torre e altre strutture. L’“alleanza” divenne solida e per rendergli onore, quando nel 1159 il Barbarossa giunse sul Lario (secondo alcune fonti accompagnato da Beatrice di Borgogna), la città organizzò giochi, tornei, banchetti e feste. Le stesse che rivivono oggi grazie al Palio del Baradello, manifestazione principale della città di Como. La prima edizione del Palio risale al 1981, quando i borghi di Breccia, Camerlata, Rebbio e Prestino donarono alla città questa affascinante kermesse. Nel tempo, oltre alla ricostruzione storica della celebre visita del Barbarossa, il Palio ha saputo regalare momenti unici dal punto di vista culturale e aggregativo, con borghi, contrade e alcuni comuni limitrofi pronti a disputare emozionanti e avvincenti gare per aggiudicarsi l’ambito “Pallium”, artistico drappo di seta che ogni anno viene realizzato da noti artisti locali.


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Federico di Svevia e Como, insieme...

Una storica unione tra il Lario e il Barbarossa (Waiblingen, 1122 - Saleph, 10 giugno 1190), imperatore del Sacro Romano Impero. Salì al trono di Germania il 4 marzo 1152 succedendo allo zio Corrado III, e fu incoronato Imperatore il 18 giugno 1155. Federico I Hohenstaufen, meglio noto come Federico Barbarossa nacque nel castello di Waiblingen, nella prima metà degli anni venti del XII secolo. Il padre, che portava il suo stesso nome, era Federico II duca di Svevia. La madre di Federico era Giuditta di Baviera. Federico nel 1147 succedette al padre come Federico III nel titolo di duca di Svevia, e nello stesso anno si aggregò allo zio Corrado III Re dei Romani, che guidò la seconda crociata assieme al re di Francia, Luigi VII. Alla morte di Corrado III, fu eletto re di Germania, prendendo il nome di re Federico I, all’età di circa trent’anni nel 1152.

muni di Lodi, Pavia e Como, venuti a implorare aiuto contro la prepotenza di Milano, che dopo aver distrutto Lodi e dopo aver vinto una guerra decennale contro Como (1127) ne limitava l’indipendenza e impediva lo sviluppo delle altre città.

Nell’ottobre 1154 Federico partì dal Tirolo e scese in Italia alla testa di un piccolo esercito e, a novembre, convocò una dieta a Roncaglia (Piacenza) in cui revocò tutte le regalie usurpate dai Comuni sin dal tempo di Enrico IV. Federico distrusse alcune località minori come Galliate e alcuni Comuni maggiori come Asti e Chieri (consegnate poi al marchese di Monferrato, suo fedele vassallo, a cui si erano ribellate), poi fu assediata e rasa al suolo Tortona, alleata di Milano (quest’ultima aveva rifiutato le decisioni dell’imperatore e non aveva agevolato il passaggio delle truppe imperiali sul suo territorio). Alla dieta di Costanza, da lui in- Nel giugno 1158, dato che Miladetta nel marzo del 1153, accolse no aveva ripreso ad agire con una anche gli ambasciatori dei Co- certa autonomia, Federico decise

per una seconda discesa in Italia, e, in luglio, accompagnato dal re di Boemia Vladislao II, alla testa di truppe più numerose, entrò in Italia (secondo la tradizione Barbarossa pernottò alla torre di Maggiana, nel comune alleato di Mandello del Lario sul Lago di Como). Sottomessa Brescia, dato inizio alla ricostruzione di Lodi, assediò Milano, obbligandola dopo un mese a sottoporre all’approvazione imperiale la nomina dei suoi consoli. Ma con il passare dei mesi Milano, così come Brescia e Crema, si ribellò e conquistò il comune di Trezzo. Federico chiese subito urgenti rinforzi, che arrivarono guidati da Enrico il Leone e dallo zio di entrambi Guelfo VI, che veniva a prendere possesso dei suoi domini in Italia. Erano accompagnati dall’imperatrice Beatrice di Borgogna. Nel marzo del 1159, pertanto, Barbarossa entrò a Como accolto ancora trionfalmente dalla popolazione e dal vescovo Ardizzone che gli consegnò simbolicamente le chiavi della città, mentre in luglio mise


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sotto assedio Crema, che si arrese dopo sette mesi e fu rasa al suolo. La lotta infuriò, con alterne fortune, su tutta la pianura lombar-

da, che fu devastata. Nella prima- resistette per circa un anno, arvera del 1161, ricevuti rinforzi da rendendosi solo il 10 marzo del Germania e Ungheria, Federico 1162. poté porre l’assedio a Milano che

Federico Barbarossa e le donne Prima di diventare Duca di Svevia, Federico sposò Adela, sorella del margravio Gebhard di Vohburg, che gli portò in dono il feudo dell’Egerland. Ma quando Federico ascese al trono, Adela, che ancora non gli aveva dato figli, dovette rassegnarsi allo scioglimento del matrimonio, nel 1153, con il consenso della Chiesa con il pretesto della consanguineità (erano parenti di sesto grado). Desideroso di consolidare i rapporti con Bisanzio, Federico cercò di creare le basi per un matrimonio con Maria Comnena, nipote di Manuele Comneno, imperatore di Bisanzio. Poco

dopo, però, quasi all’improvviso, ecco l’opportunità che Federico attendeva. Il 9 giugno del 1156, Federico sposò Beatrice di Borgogna, erede della contea di Borgogna e nipote di Guglielmo che in quegli anni aveva mire sul regno di Borgogna (o di Arles), affidato dall’imperatore al duca

Bertoldo di Zahringen. In un sol colpo, il Barbarossa trovò moglie e ricompose un conflitto, esautorando da lì a poco il duca Bertoldo. Beatrice aveva circa 12 anni quando fu incoronata imperatrice, mentre il suo sposo era più vecchio di lei di circa 20 anni. Dama colta ed elegante, Beatrice rimase accanto al marito fino alla sua morte, avvenuta a 38 anni, dopo aver dato alla luce ben 1 1 figli, tra cui anche Enrico VI erede del Sacro Romano Impero. Beatrice riposa nella cattedrale di Spira, mentre il suo cuore sarebbe conservato nell’abbazia benedettina di Jouhe-lès-Dole.


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Il castello Baradello, sentinella diventato simbolo del Palio La chiamano “la sentinella di pietra” e svetta lassù, sulle colline della Spina Verde, in una sorta di anfiteatro verde che racchiude la città di Como partendo dal basso Canton Ticino per spingersi fino a Montorfano. Ma il Baradello è qualcosa di più di una torre. E’ il degno “testimonial” di una città in cui il patrimonio storico e medievale è di assoluto valore. Non

a caso fin dalla prima edizione il Baradello ha dato il nome e il simbolo al Palio. La collina del Baradello era conosciuta come una zona militare di fortificazioni erette per la difesa di Como fin dai tempi dei Romani e delle invasioni barbariche; del castello invece, le tracce sono decisamente più labili. Le prime “impronte” nella storia

del castello Baradello risalgono “solo” ai racconti dell’Anonimo Cumano che, descrivendo le battaglie della guerra decennale con Milano, menzionano il colle e le sue fortificazioni. Il castello Baradello comprendeva anche una chiesetta dedicata a San Nicola, due cisterne d’acqua, i locali di macina, il forno, alloggi e depositi. La celebre torre, oggi simbolo di Como, fu costruita su autorizzazione del Barbarossa nel 1156. La funzionalità del castello fu mantenuta fino al 1527 quando fu demolito dagli Spagnoli. Solo la torre sopravvisse. Dopo numerosi passaggi di proprietà, nel 1927 passò all’Ospedale Sant’Anna e successivamente fu donata al Comune di Como.


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PALIO, BRIEF HISTORY

The origins of “Palio del Baradello” “The city of Como gives him a hearty welcome with great feasts and revelry: big banquets, illuminations, contests and equestrian tournaments are organized in his honor”. This is what happened in the summer of 1159 when Frederick the 1st of Swabia (also known as Barbarossa, or Redbeard) arrived in the city, accompanied by his young bride, Beatrix of Burgundy and the Duke of Saxony, Henry the Lion. They arrived at the end of the siege of Milan, which had just concluded with the capitulation of the Lombard town. Historians acknowledge the importance of Barbarossa in the rebirth of Como and consider the celebrations to be a form of thanks, from the captains, the bishop and the entire population. The Palio del Baradello, with its historical parade and traditional games, reminds us of the importance of those celebrations. The Palio is a historical reenactment, which was first held in 1981 in Camerlata. It involved a fancy-dress

feast which allowed people to spend quality time together in a unique way on the Castle Baradello fields. The following year the Palio was expanded - it transformed from a simple neighborhood feast to something more important and it began to be linked to particular historical events of the Early Middle Ages. Today, thirty four years later, the Palio has become an important event in Como’s cultural calendar. Over the last few years the event has gradually grown, the historical contents have been re-

fined, but, above all, the city has become more and more involved. Previous celebrations had great results, however it’s imperative to include new things to directly involve city localities where important historical events took place. The splendid Romanesque basilicas hailed Redbeard entering the town with his dignitaries and the city walls destroyed by the Milanese were rebuilt and crowned with the majestic Porta Torre thanks to our alliance with the great Emperor. Piazza del Duomo reminds us of a particularly sad moment for the city: one night, in 1127, women, children and the elderly boarded comballi (traditional boats) to leave their city which was soon to be invaded by the troops of Milan. In each of these places the Palio del Baradello wants to hold a specific event. It is one of the important ideas which christens a new era: Palio in the spots where historical events took place.


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Lotteria Palio del Baradello 2016 Acquista uno dei tagliandi per partecipare all’estrazione di uno dei magnifici premi in palio. Estrazione prevista il giorno 25 ottobre 2016 alla presenza di un incaricato del sindaco di Como con pubblicazione dei numeri estratti sul quotidiano “La Provincia” di Como nei giorni successivi e sul sito www.paliodelbaradello.it Per la lotteria si ringraziano le seguenti attività

Comitato organizzatore Palio del Baradello Presidente: Luigi Cavadini, Vicepresidente: Laura Bordoli, Tesoriere: Vanna Schiera, Maggiorente: Nadia Tettamanti, Segretario: Carlemilio Wittmann Associazione Cavalieri del Palio del Baradello Presidente: Laura Bordoli Consiglieri e Collaboratori: Donato Barone, Mario Biancucci, Elena Bollini, Nicoletta Brenna, Bruno Busoni, Carmen Cangi, Stefano De Feudis, Aldo Dell’Orsina, Walter Esposto, Fabio Facchinetti, Gigliola Foglia, Marco Magnarapa, Romualdo Marelli, Mario Minatta, Vincenzo Palmieri, Barbara Pezzoni, Ferruccio Prosdocimo, Vanna Schiera, Sabatino Tafuni, Nadia Tettamanti, Wilma Visconti, Carlemilio Wittmann, Micol Wittmann seguici Webmaster del sito www.paliodelbaradello.it Mauro Maestri su Facebook


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Un banchetto medievale per rivivere la storica alleanza Sabato 3 settembre si apriranno le porte della città per il Barbarossa, che accompagnato dalla sua bella sposa Beatrice di Borgogna sbarcherà in piazza Cavour a bordo delle tipiche imbarcazioni lariane, le lucie, accompagnato dal suo stuolo di fedeli vassalli. Sarà tempo di festeggiare per i comaschi, entusiasti di ricevere l’imperatore che finalmente li libererà dalla tirannia di Milano. E allora via alle danze, agli spettacoli e naturalmente ai banchetti. Tutto in perfetto stile medievale. In piazza del Duomo, nella suggestiva location del Broletto, sarà possibile rivivere anche l’affasci-

nante atmosfera dei banchetti medievali, in una cena a base di pietanze preparate seguendo ricette del dodicesimo secolo. Un’occasione unica per assaporare antichi sapori ed emozioni. E come allora, i piatti diversi saranno portati contemporaneamente

in tavola, ed ognuno potrà servirsi del cibo preferito, iniziando con frutta fresca e insalate condite, poi brodetti, piatti con salse elaborate e infine gli arrosti, serviti con salse aromatiche. Non mancheranno momenti di spettacolarità intorno alla tavola imbandita, con intervalli gestiti da acrobati, giullari e musici. Quello del banchetto medievale è uno degli appuntamenti che maggiormente incanta il pubblico comasco e straniero, chiamato a condividere questo momento di aggregazione. È possibile prendere parte al banchetto prenotando “un posto a tavola” (tel. 031 525037 / 328 6575211).


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THE PALIO GAMES

ca carriola in legno. Si tratta di un gioco molto diffuso nel Medioevo e che trovava grandi apprezzamenti proprio a Como.

I giochi del Palio GARA DELLE LUCIE Typical boat race Domenica 4 settembre, alle ore 17, borghi e comuni che partecipano alla trentaseiesima edizione del Palio del Baradello si sfideranno a bordo delle Lucie, le tradizionali imbarcazioni di legno che per secoli hanno rappresentato il principale mezzo di trasporto delle persone sul Lario. La partenza è fissata dal molo di Villa Sucota, mentre l’arrivo sarà a Villa Saporiti, in un contesto scenografico meraviglioso, arricchito dall’esibizione dei falconieri.

CORSA SUI TRAMPOLI Stilt race Venerdì 9 settembre, all’interno dell’antico borgo di San Martino, in via Piadeni-Dottesio, si disputerà alle 20.30 la corsa sui trampoli (gara non valida per assegnazione palio) preceduta dal corteo di sbandieratori e musici. Ai partecipanti il compito di percorrere un breve circuito di corsa, con le tradizionali “trampoli in legno”, per una sfida tanto spettacolare quanto complicata per gli atleti che proveranno a sfidarsi in precario equilibrio. LA CARIOLANA Race with wheelbarrows Sabato 10 settembre alle 21 toccherà alla faticosissima gara della cariolana, caratteristica contesa che vede i partecipanti gareggiare lungo il circuito cittadino (piazza Duomo, piazza Grimoldi, via Pretorio, via Bertinelli, piazza Verdi, via Maestri Comacini, piazza Duomo e arrivo in via Caio Plinio). Ognuno degli atleti dovrà trasportare un passeggero sull’anti-

IL TIRO ALLA FUNE Tug of war La lotta tra il Bene e il Male. Con questo escatologico significato che l’accompagna dalla notte dei tempi, la gara del tiro alla fune è il momento topico del Palio del Baradello. È la gara che spesso arrischia di assegnare il drappo, il momento clou in cui i borghi proveranno a scavalcarsi in classifica, domenica 11 settembre alle 18 in piazza Cavour. Da sempre apprezzato, il tiro alla fune era praticato sia come attività sportiva autonoma, sia come momento di allenamento per altre discipline sportive.


Contrade Borghi Comuni

Programma 2016 I borghi, le contrade e i comuni partecipanti saranno:

Borgo di CAMERLATA Borgo di CAMNAGO VOLTA Comune di CASNATE CON BERNATE Comune di CERNOBBIO Contrada CORTESELLA Borgo di QUARCINO Borgo di REBBIO Borgo di SANT’AGOSTINO Borgo di S. MARTINO Borgo di TAVERNOLA Domenica 28 agosto, Castel Baradello Visita alla Sentinella di Pietra - Visit and Holy Mass at the castle Ore 15.00 le guardie della “Spina Verde” illustreranno la storia del castello ai presenti, ai quali sarà poi possibile visitare la torre; saranno presenti il Gruppo degli Arcieri del Drago Alato di Cernobbio, il Gruppo Sbandieratori e Musici di Tavernola, i Falconieri di Lomazzo, il Gruppo dell’Associazione Concordanza che si esibirà con danze medievali. Ore 17.00 Celebrazione della S.Messa. Martedì 30 agosto, S. Abbondio Offerta cero votivo - Patron’s festivity Free guided visit (in italian only) In occasione della festività del Santo Patrono della città, i Capitani e i Gonfalonieri dei Borghi, delle Contrade e dei Comuni partecipanti al Palio presenzieranno alla celebrazione dei Primi Vespri, al termine della quale avrà luogo la tradizionale cerimonia dell’offerta del CERO VOTIVO al Vescovo che impartirà la benedizione al DRAPPO. Sabato 3 settembre ore 17.30 Piazza Cavour Sbarco a Como del Barbarossa - Arrival of the Emperor, Captains’s swearing and Medieval Supper Ore 17.30 Ingresso ufficiale della coppia imperiale accompagnata da dignitari, Dame, Guardie imperiali a bordo delle tipiche imbarcazioni lariane denominate gondole lariane. L’Imperatore Federico sbarcherà nell’antico porto accolto dal Vescovo e dal Console. Al termine della cerimonia si formerà il corteo che da Piazza Cavour raggiungerà la piazza del Duomo dove avverrà la consegna delle chiavi della città e dei doni alle loro Altezze Imperiali. Lettura e narrazione dell’EDITTO di RONCAGLIA. Vestizione e investitura del Balivo a Cavaliere del Sacro Romano Impero e Giuramento dei Capitani. Ore 20.30 Cena medievale al Broletto in compagnia della coppia imperiale. Il convivio, a base di portate tipiche della cucina medievale e allietato dalla Compagnia dei giullari di Circateatro, sarà aperto alla partecipazione del pubblico. Su prenotazione. Prenotazioni e informazioni Carmen tel. 031 525037 o Nadia tel. 328 6575211


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PROGRAM FOR THE YEAR 2016

Domenica 4 settembre, Villa Olmo Gara ufficiale “Regata delle lucie” e pomeriggio dedicato ai bambini - Official Boat Race and children’s afternoon Dalle ore 16 Giochi medievali con l’associazione Circateatro. Mini corso di falconeria, spettacolo e dimostrazione di volo con i falchi de “Il mondo nelle ali”. Danze medievali con l’associazione Concordanza. Visite guidate con Roberto Colombo, esperto botanico nel parco di VillaOlmo. Gara delle Lucie la FCISE ci mette a disposizione le Lucie e gli equipaggi. Ore 17 dalla riva antistante Villa Sucota partenza della prima gara ufficiale delle Lucie, le tipiche imbarcazioni a remi lariane, che saranno messe a disposizione dal Comitato Provinciale della FICSF. Le Altezze Imperiali e i figuranti in corteo si sposteranno lungo la passeggiata a lago, fino al traguardo della gara davanti a Villa Saporiti. Al termine della regata farà seguito la PREMIAZIONE DEI VINCITORI. Martedì 6 settembre, Chiesa di San Giacomo Piazza Grimoldi Concerto di musiche medievali - Medieval Music Concert 21.00 Concerto di musiche medievali - I Cavalieri, le Arpe, l’Amore. Mistica e cavalleria nel Medioevo europeo, eseguito dalla CELTIC HARP ORCHESTRA. Giovedì 8 settembre, Sant’Abbondio ore 17.00 Visita alle strutture - Visit of the building, free guided visit (in italian only) A cura della Soc. Archeologica Comense visita gratuita guidata dal prof. Alberto Rovi al complesso di San Abbondio, si ringrazia l’Università dell’Insubria per l’apertura. Venerdì 9 settembre, Festa del Borgo di S. Martino - San Martino Festival Ore 20.30 via Piadeni partenza sfilata dei Borghi preceduti dagli sbandieratori e musici di Tavernola fino in via Dottesio. Esibizioni degli sbandieratori di Tavernola. Gara non ufficiale sui trampoli e premiazioni degli atleti. A seguire spettacolo medievale. Sabato 10 Settembre, P. zza Duomo - via Plinio Ore 20.30 Gara ufficiale “La Cariolana” - Official Race with wheelbarrows Piazza Cavour: con la partecipazione dell’Imperatore, dell’Imperatrice, di Enrico il Leone e dei dignitari imperiali oltre alle rappresentanze dei Borghi, dei Comuni e delle autorità cittadine e aperto dal Balivo alla testa dei Capitani, il corteo muoverà dalla piazza procedendo fino ai portici di via Caio Plinio.


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Ore 21.00 Gara ufficiale “LA CARIOLANA”: partenza da P. zza Duomo, per piazza Grimoldi, via Pretorio, via Bertinelli, piazza Verdi, via Maestri Comacini, piazza Duomo ed arrivo in via Caio Plinio al termine dei giri previsti. Al termine della gara spazio allo spettacolo medioevale a cura di “Ars Alchemia”. A seguire premiazione dei vincitori. Domenica 11 settembre Gran Corteo Storico e gara ufficiale del Tiro alla fune - Historical Parade and Official Tug of War Ore 14.30 Partenza dal Piazzale dell’Ippocastano del Gran CORTEO STORICO con la partecipazione di tutti i Borghi e i Comuni partecipanti al Palio. L’Imperatore Federico I detto il Barbarossa entrerà in città col suo seguito di Nobili e Dame, Cavalieri e Amazzoni, Armigeri e Guardie; le Macchine da Guerra e il Carroccio saranno accompagnati dal popolo e dai borghesi. Preceduto da vessilliferi e guidato dalle due giovanissime amazzoni che, cavalcando un imponente destriero nero ed uno candido, simboleggeranno l’alleanza tra l’Impero e la città, il Gran Corteo Storico sarà arricchito da numerosi gruppi medievali (Gaia Muscolino e Patrizia Gini con i loro cavalli di razza Frisone, gli Sbandieratori e Musici di Tavernola, gli Sbandieratori di Fenegrò, le Cornamuse della Franciacorta, i Musici Medievali “Vagus Animi” di Trivignano, gli Sbandieratori e Musici di Legnano, i Gruppi di Giullari e Trampolieri, i Duellanti “Sagitta Imperialis”, il gruppo Falconeria di Lomazzo, la compagnia San Guinefort con i loro levrieri, i Trampolieri della Parada per Tucc, la Delegazione della città di Lugano, una rappresentanza della città di Cantù, una dell’associazione Insubria ed altri che vorranno aderire). Il percorso si snoderà lungo le cittadine via Aldo Moro, via XX Settembre, via Milano, piazza Vittoria, largo Miglio, via Cesare Cantù, via Giovio, piazza Medaglie D’Oro, via Vittorio Emanuele, piazza Duomo, via Plinio. In Largo Miglio o Piazza Vittoria le Autorità Cittadine accoglieranno l’Imperatore, quindi il corteo proseguirà per Piazza Cavour. Ore 17.00 Piazza Cavour - Spettacolari esibizioni dei gruppi che hanno partecipato alla sfilata. Ore 18.00 - “Tiro alla Fune”, terza ed ultima gara ufficiale valida per l’assegnazione del Palio. PROCLAMAZIONE, PREMIAZIONE DEI VINCITORI E CONSEGNA DEL PALIO 2016. Sabato 17 Settembre, Piazza Volta Giornata dei bambini e delle famiglie - Medieval festival for children Ore 16.00 Investitura di “bambini e non” a Dame dell’Imperatrice e Cavalieri dell’Imperatore Barbarossa. Stand di falconi, aquile ed altri uccelli “da rapina” a cura dell’associazione “Falconeria Moderna”. Giochi, laboratori, scene di vita medievale e danze con l’Associazione Concordanza. A corollario alla manifestazione, verrà indetto a parte il tradizionale CONCORSO FOTOGRAFICO.


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Concorso fotografico 2016 COME PARTECIPARE Nel corso del periodo del 36° Palio del Baradello si potranno scattare foto che parteciperanno come tema specifico al 38° Concorso Fotografico Nazionale Foto Cine Club Cernobbio 2016 - 7° edizione in fotografia digitale. Chiunque potrà inviare i file del 36° Palio del Baradello entro il 13.10.2016. Per le iscrizioni e modalità di partecipazione si rimanda ai siti: www.paliodelbaradello.it - www.fotocineclubcernobbio.it La premiazione si terrà domenica 13 novembre 2016 alle ore 17.30 presso il Grand Hotel Villa d’Este di Cernobbio. Per informazione: fotovasconi@virgilio.it ECCO LE FOTOGRAFIE VINCITRICI DELLA SCORSA EDIZIONE:

1° Posto

2° Posto

Davide Lazzari di Gerenzano - Varese

Alfonso Trapanese - Como

3° Posto Fabrizio Temporiti -


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Contrade Borghi Comuni

Camerlata LA VITTORIA NEL DNA Con tre vittorie del Palio, nel 2012/13/14, interrotte lo scorso anno dalla inaspettata quanto meritata vittoria di Camnago Volta, il borgo di Camerlata partirà con il piede sull’acceleratore in questa XXXVI contesa medievale. L’obiettivo è tornare a fare la parte del protagonista, andando alla conquista dello storico nono drappo. Ma al di là di gare e giochi, la voglia di essere protagonista ha in realtà un significato storico ben preciso per Camerlata, zona già abitata fin dal secolo IX a.C., pur essendo allora prevalentemente boschiva. Fu qui, e in particolare davanti al tempio dedicato al dio Mercurio che furono martirizzati i protomartiri Carpoforo, Esanto, Cassio, Licinio, Severo e Secon-

do, e fu qui che venne edificata la chiesa dedicata a S. Carpoforo, per lungo tempo la prima cattedrale di Como. Ma salendo verso il Castel Baradello è facile imbattersi nei resti di un’altra chiesa romanica, quella di S. Martino in Sylvis. Ma l’importanza di Camerlata era legata anche alla sua stretgica posizione quale snodo stradale tra Como e Cantù, Varese e Milano. Proprio per questo motivo fu protetta nei secoli da svariate fortificazioni, ormai scomparse, che si collegavano col sovrastante Castello Baradello. Nel XII secolo, Camerlata, che faceva parte della località Morsengiana, era collegata alla città murata solo tramite due sentieri immersi nei boschi: la prima mulattiera correva, più o meno, sull’attuale percorso di via Teresa Rimoldi; l’altra correva lungo la riva sinistra del Fiume Aperto dove esistevano già alcuni mulini ad acqua. Oggi la via si chiama “dei Mulini”. Prima di arrivare in

città, la stradina doveva superare la fortificazione esterna detta “La Traversa”, che difendeva Como dal lato sud. E’ invece misteriosa la spiegazione del nome del luogo. Ca’ Merlata, si pensa che possa derivare proprio dalle fortificazioni, o forse da una casa con consistente


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Camerlata, brief history This borough on the hills south of Como has participated in the Palio del Baradello since 1981. Its name could derive from a tavern called “Portich dei düü merli” (Porch of the Two Blackbirds), or from a “cà merlata” (battlemented house). Its most important buildings are: St. Carpoforo’s Basilica, the first cathedral of Como; on top of the hill the Baradello Castle, which has stood since the time of the Roman Empire, and was expanded in 1159 by Emperor Frederick the Redbeard; and the modern fountain in the main square, which is a majestic combination of rings and spheres inspired by Volta’s battery. merlatura che pare sorgesse nei pressi della Basilica di S. Carpoforo, o ancora, da una tipica taverna nella cui insegna si leggeva Portich dei düü Merli. Comune autonomo nell’800, nel 1884 Camerlata fu unita al Comune di Como con conseguente

sviluppo dei primi insediamenti industriali. E’ del 1927 la nuova chiesa di Santa Brigida, sede parrocchiale in cui si trovano i corpi di san Carpoforo e di san Felice primo vescovo comense. Ma Camerlata da anni ormai si identifica soprattutto con la sua fontana fatta da archi e sfere che sfidano la forza di gravità. Progettata nel 1936 da Cesare Cattaneo, figura di spicco della seconda generazione del razionalismo comasco, amico e collaboratore di Giuseppe Terragni e Mario Radice, protagonista dell’astrattismo italiano e capofila dello storico Gruppo Como. Essa fu commissionata dal Comune di Como per riqualificare

uno dei luoghi d’ingresso alla città, piazzale Camerlata, già allora transitata da molti veicoli nelle quattro direzioni di marcia (Varese, Como, Milano e Cantù). Data la destinazione urbanistica del monumento, i progettisti idearono tale combinazione di anelli e di sfere ispirandosi alla pila di Alessandro Volta. La fontana venne costruita in forma temporanea per la VI Triennale di Milano del 1936, e poi demolita e nuovamente assemblata in piazza Camerlata (ai tempi piazza Corsica) nel 1962. Colori del borgo: verde-rosso. Nel suo emblema è raffigurata la casa merlata o piuttosto una ricostruzione del Castel Baradello.


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Contrade Borghi Comuni

Camnago Volta

disuso e i tempi in cui i contadini se ne prendevano meticolosamente cura è ormai lontano. Ma l’antico ponte medievale resiste: è ancora in piedi poiché le pietre a secco con cui è stato realizzato resistono all’usura degli agenti atmosferici. Tuttavia, è sommerso da erbacce e arbusti e, proprio per questo suo degrado, si vede con fatica e quasi passa inosservato. Eppure i genitori degli attuali nonni lo attraversavano giocando e i contadini facevano altrettanto per andare nelle campagne di via Camnago Superiore, attraversandolo addirittura con il carro e non è difficile immaginarli, soprattutto in primavera, in sosta sopra il ponte a contemplare il torrente con ai lati i lunghi filari di alberi da frutta che in primavera con la loro fioritura creavano un meraviglioso spettacolo della natura. Franca Ronchetti

UN PONTE MEDIOEVALE DA SALVAGUARDARE L’antico ponte medioevale in via della Pila a Camnago Volta è uno dei tanti simboli di questo borgo cittadino. I vecchi di Camnago Volta raccontano che questo era il ponte preferito da Alessandro Volta dove il grande scienziato avrebbe avuto perfino l’illuminazione dell’invenzione della pila. Per chi è nato nel quartiere il ponte è un pezzo di memoria storica che ormai pochissimi possono tramandare. E’ di epoca medioevale ed è stato usato per attraversare via della Pila fino alla edificazione di quello attuale, costruito per far passare la linea del tram, inaugurata l’11 maggio 1912. Negli anni successivi l’utilizzo del LA PRIMA VITTORIA l’antico ponte è via via andato in L’edizione 2015 sarà ricordata a

lungo dal borgo di Camnago Volta. La prima vittoria al Palio, del resto, non si scorda mai. Un successo giunto inaspettato, che ha ripagato gli sforzi di un borgo il cui nome fu coniato nel lontano 21 aprile del 1863 grazie ad un Decreto reale. Camnago Volta inevitabilmente lega la propria


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Camnago Volta, brief history Formerly known as Camnago San Martino, this borough situated on the hills of the Cosia Valley is now named after its most famous resident, Alessandro Volta, the inventor of the electric battery (1745-1827) and the celtic words meaning “residence of the lord”. It first joined the Palio in 2010. Its most relevant monuments are the villa and mausoleum of Volta, the parish church dedicated to St. Cecilia and the smaller church of St. Francis, ancient mills and furnaces as well as places of natural beauty, such as the Bottini Waterfall, gorges and the so-called “pots of the giants”.

fama allo scienziato Alessandro Volta, che proprio in questo verde quartiere di Como che oggi vanta poco più di 1600 residenti, compì i propri studi scientifici. Lo scienziato comasco era talmente affezionato alla terra in cui era nato che chiese ai propri cari di essere sepolto nel cimitero locale, dove moglie e figli fecero erigere in sua

memoria un pregevole monumento d’arte in stile neoclassico. Camnago Volta si estende dalle pendici del monte di Bruntae fino ad abbracciare la valle del torrente Cosia ed è composto da più agglomerati urbani (Camnago centro, Camnago superiore, Campora, Ravanera, Roncaccio, Cà Rotta, Paradiso e Navedano).


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Contrade Borghi Comuni

Casnate con Bernate Seppur presente al palio solo da tre edizioni (una in sfilata e due in gara) Casnate con Bernate è borgata ricca di storia. Ubicate nella fascia collinare a sud di Como, le due frazioni costituiscono Comune unitario solo dal 1937. Casnate deriva il suo nome da castagna; le colture castanili infatti erano strumento di sussistenza per la popolazione contadina dei secoli scorsi. Il nucleo più antico del paese, posto sul crinale del colle, rimanda ad un’antica torre, forse esistente già dal periodo romano e facente parte di quel sistema difensivo di cui oggi sono memoria i ruderi della torre di Rodero ed il Baradello. Bernate invece ha origine più arcaica: la radice terminologica rimanda infatti alle lingue celtiche che designavano l’allevamento ovino, i grandi pascoli della piana sottostante, il Prato Pagano. A testimonianza dell’antichità del borgo, nel 1848 Giuseppe Lucini, dissodando i propri fondi,

trovò un’antica spada di origine celtica così descritta: «spada corta di purissimo bronzo in un sol pezzo colla impugnatura adorna di bellissimi e conservati fregi». Per tutto il Medioevo i due centri agricoli fecero parte della Pieve di Fino; ad essi era demandata la custodia della strada che congiungeva il vescovado di Como ed il contado di Milano, oltre alla manutenzione dei ponti della Bricola e dell’Acquanegra. Possiamo citare anche un episodio bellico in pieno periodo medievale; nel 1258 i nobili milanesi ghibellini, alleati in Como dei Rusconi, furono cacciati da Cantù ed allora si recarono in Como con cento balestrieri. La fazione guelfa dei Vitani non accettò questa mossa e reagì con le proprie truppe cacciando da Como i Rusconi ed i loro alleati ghibellini. Spostatesi le forze fuori dalla città, i milanesi presero il ponte sul Seveso, impedendo così i rifornimenti all’esercito guelfo accampato nel Prato Pagano, ai piedi dei colli di Bernate e Casnate. I guelfi, serrati dalla fame, furono costretti ad un armistizio. I due Paesi ebbero sempre solidi legami con il capoluogo lariano: durante il Medioevo, infatti, i maggiori

proprietari terrieri risultano essere la chiesa di S. Fedele, il Duomo e alcune nobili famiglie comasche, oltre all’abbazia di Vertemate, non molto distante dai due abitati. Questa stretta dipendenza da Como portò a un diretto coinvolgimento dei due paesi nella decennale guerra contro Milano, che, infatti, occupò ripetutamente Casnate; sul suo territorio esiste an-


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Casnate, brief history This village stands in a beautiful location on the morenic hills, south of the city. Here you can find the Seveso river and its two tributaries. Recent studies claim it has celtic origins. In Casnate an area called “district of the Tower” still exists, with the remains of an old watchtower connecting the Vertemate Castle and the Baradello Castle. During the Decennial War between Como and Milan, Casnate and the whole religious district (“Pieve”, mother parish) of Fino Mornasco were occupied by the Milanese, evacuated, conquered again and finally subjected to Como jurisdiction. St. Ambrose parish church in Casnate is one of the oldest churches in the district, mentioned in documents from 1297. The other centre, Bernate Rosales, only had a small chapel (destroyed in the XVIII century) and was dependant on the parish of Fino Mornasco and later the parish in Casnate. Bernate didn’t have its own parish church until 1844. cora una contrada, chiamata “della Torre”, lungo la quale si innalza una costruzione a pianta quadrata: con ogni probabilità essa è ciò che rimane di una torre di segnalazione, che serviva a mettere in comunicazione il Castello di Vertemate con il Baradello. Durante il periodo della decennale guerra, tra Como e Milano, Casnate insieme a tutta la pieve di Fino Mornasco venne occupata dai milanesi che successivamente dovettero lasciare questo territorio, quindi lo riconquistarono ed infine lo perdette-

ro definitivamente allorché nel 1196 tutta la pieve venne attribuita alla giurisdizione del Comune di Como. Al termine del conflitto, Bernate e Casnate furono definitivamente cedute a Como. In seguito, i beni delle famiglie comasche andarono sempre più consolidandosi, soprattutto a Bernate, dove nel secolo XVI la famiglia Porta di Como possedeva la maggior parte delle proprietà terriere: tale situazione è rimasta pressoché invariata e, passati i beni Porta ai conti Cigalini prima e alla famiglia Rosales nel

secolo scorso, ancora oggi la famiglia Rosales è tra le più importanti a Bernate, come testimonia il nome della frazione Bernate Rosales.


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Cernobbio LA DISOBBEDIENZA FISCALE DEI CERNOBINI Tasse, tasse, tasse, da sempre croce di tutti i popoli della Terra. Due le vie per evitarle: evaderle furbescamente o coraggiosamente disobbedire, come scelsero di fare i Cernobini al tempo in cui governava il Ducato di Milano Filippo Maria Visconti. La vicenda, pressoché dimenticata, figlia di un’epoca dal sapore antico, nacque dalla volontà del duca milanese desideroso di riportare il Ducato ai fasti cui l’aveva lasciato il padre, Gian Galeazzo Visconti. Per realizzare quanto egli aveva in animo non esitò a ricorrere allo strumento delle tasse, abusandone, al fine di disporre di un esercito grosso, capace di soggiogare i nemici più acerrimi:

Venezia e Firenze. Il ricorso alla “tassa sui fogolari”, emanata dalla Camera ducale nel 1429, andò ad aggiungersi al già gravoso carico fiscale composto da taglie e balzelli di ogni sorta, fu all’origine della disobbedienza dei Cernobini. La ragione scatenante derivò dalla volontà del duca di applicare un trattamento differenziato tra i borghi del Lago di Como: i Comuni “laghisti” (comprendendo tra questi i borghi del medio e alto lago) da tempo chiedevano al duca una maggiore attenzione fiscale. Essi rimarcavano il disagio di appartenere alla zona di confine del Ducato e perciò, a loro dire, più esposti agli attacchi dei nemici. I “laghisti” furono esentati dal pagare quella tassa e i Cernobini non accettarono di subire un trattamento diverso dai borghi appartenenti alle “Terre del Lago”. A nulla valsero gli avvertimenti rivolti agli abitanti del borgo di Cernobbio di considerare la situazione generale ed evitare di contrastare la

volontà del duca: noto per essere dotato di un carattere umorale e crudele nei confronti dei sudditi disubbidienti. I Cernobini, consci del grave rischio a cui andavano incontro, rifiutarono di pagare la “tassa sui fogolari”. La furia del duca si manifestò attraverso un rastrellamento ordi-


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Cernobbio, brief history This beatiful town on the western shore of the lake, north of Como, took its name from a “cenobium”, a Cluniac nunnery which had a troubled history. It has been a member of the Palio since 1996. Its main monuments are the old temples of St. Vincent and St. Mary, the more recent parish church dedicated to the Redeemer, the Sanctuary on Mount Bisbino, and lots of luxury villas, both historical and modern. Villa d’Este is one of the best hotels in the world and Villa Erba was home to the famous filmmaker Luchino Visconti.

nato al “capitano del Lago”, tale Vincenzo Vegio, bergamasco, a cui spettava anche l’onere di vigilare sull’ordine dei borghi lacustri. Nell’estate del 1430, due navi, partite da Bellagio, dove aveva sede il “capitano del Lago”, approdarono a Cernobbio per effettuare una retata che diede quale risultato l’arresto di una dozzina di residenti, i più determinati a non pagare, i quali furono deportati nelle patrie galere bellagine lasciando le famiglie in uno stato di grave disagio economico. La questione generò fortissimi malumori nel borgo cernobino. Nel novembre del 1432, trovandosi a passare da Cernobbio una parte dell’esercito ducale diretto in Valtellina per fermare l’avanzata di Veneziani e Svizzeri, de-

terminati a invadere il territorio del Ducato milanese (battaglia di Delebio), i soldati viscontei provvidero ad abbattere o appiccare il fuoco alle case dei Cernobini che avevano guidato la protesta fiscale. Qualche tempo dopo, da Cernobbio partì alla volta di Bellagio una squadra di uomini determinati a liberare i comborghigiani, condannati ai lavori forzati, detenuti in una località della Valle del Perlo. Gli abitanti di Cernobbio furono considerati tutti responsabili per questo atto di ulteriore ribellione. Il capitano Vincenzo Vegio, nel 1433, ordinò che il borgo ai piedi del Bisbino fosse “messo a preda” e coloro i quali ebbero il coraggio di reagire furono inseguiti e strangolati all’interno di una torre dove avevano cercato rifugio. Le vicende qui narrate hanno lasciato tracce ancora oggi visibili quali la creazione nella Valle del Perlo del toponimo Cernobbio di Bellagio (nella valle esiste anche

il toponimo di Gravedona e ciò fa pensare che quella valle, particolarmente fredda nei mesi invernali, sia stata utilizzata dalla “giustizia ducale” quale colonia penale). Un’altra testimonianza di quei fatti è ricordata in Cernobbio dalla fondazione del monastero delle Agostiniane (1442) creato dalle mogli degli uomini arrestati e delle vittime della magistratura di Filippo Maria Visconti. Il monastero, ubicato nel rione Sant’Andrea, operò fino alla fine del Cinquecento (visite pastorali dei vescovi di Como monsignori Bonomi, 1578, e Archinti, 1597) prima di essere assorbito dal monastero di San Pietro nelle Vigne. Queste pagine di storia ci tramandano una testimonianza proveniente dal lontano Medioevo ed evidenzia la stoltezza nel voler attuare la divisione del territorio lacustre e il difficile rapporto in materia di tasse tra chi allora governava e i sudditi. di Giuseppe Salvioni


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Cortesella Nel cuore di Como, all’interno della città murata, così ricca di memorie storiche, dal Medioevo ai nostri giorni, si trova un quartiere particolarmente caratteristico, che si è mantenuto nonostante lo scorrere di secoli: la cosidetta la “Cortesella”, come da sempre è chiamata dai Comaschi. L’origine del nome è incerta: non è ancora ben chiaro se esso derivi da “Isella”, “piccola isola”, o dal

cognome di una famiglia potente della zona, i Corticella. È invece sicura la sua delimitazione prima del 1938, anno in cui fu decisa la demolizione di alcuni edifici, per dare maggior respiro alla zona vicino al lago. Anticamente la “Cortesella” si estendeva infatti dall’attuale piazza Perretta alle vie Juvara, Albertolli, Gobetti, Ballarini, Muralto e Vitani, e contava numerosi palazzi, simboli della potenza delle famiglie ivi residenti e dalle vitali iniziative cittadine. In un caseggiato all’angolo con piazza del Duomo, ad esempio, sono ancora presenti i resti di una torre medievale detta Torre

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The Cortesella town-district The first centre of the roman colony, built upon marshland later reclaimed by Julius Caesar, was Cortesella. It includes the pristine harbour of the city and an amphitheatre. The Middle Ages saw workshops flourish in the small lanes around St. Nazaro church: joiners and wood-cutters in the present via Muralto, goldsmiths in via Plinio, bakers where Largo Boldoni stands today and butchers in the centre of the Cortesella on the precise spot where the Banca d’Italia (State Bank) now stands. The old district decayed and was demolished in 1938. The only evidence of its past are the remains of the Torre dei Mercanti (Traders’ Tower) in via Ballarini, the Bazzi House in via Olginati, and the Vitani family mansion with the Tower Demorata in via Vitani. The house of the Blessed Mother Giovannina Franchi, the founder of the Nurse-Nuns of Our Lady of Sorrows, can also be found in this district. She was canonised by the Church in September 2014. The colours of the Cortesella are black, silver and red. The emblem of the District is the Cortesella family’s coat of arms.

dei Mercanti, che segnalano la presenza di un’importante istituzione, il Congresso del’Università dei Mercanti, che durò fino al 1766, mentre nella via Juvara, chiamata nel Medioevo “contrada dei Lavizari”, detta poi “via del macello Vecchio”, si teneva il mercato del pane. Altri luoghi caratteristici si possono ancora ammirare nell’attuale via Vitani: essa prende nome dalla potente famiglia comasca dei Vitani di notevole importanza politica ed economica, che aveva come simbolo la “Demorata”, una torre poi demolita. Le suggestioni di via Vitani sono infinite: la via ha conservato miracolosamente intatta la sua atmosfera, esalta-

ta da bellissimi palazzi, molti dei quali recentemente restaurati, grazie ad un rinnovato interesse dei suoi abitanti. Consigliamo in particolare una sosta davanti alle case dalle caratteristiche tipicamente medievali, ed una all’angolo con via Muralto, poiché sopra una finestra di un antico edificio, spicca un affresco di San Bernardino recante, al centro di una corona fiammeggiante il monogramma di Cristo. La “Curtesela” , così chiamata nel dialetto comasco, è però anche un quartiere ove la vita ha continuato a pulsare e che ha visto svilupparsi, nel corso del tempo, un’intensa attività economica.


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Rebbio UN BORGO TRA LOTTE E VILLEGGIATURA È l’antichissima “Alebium”, già nota al tempo dei Romani per le sue filande. L’Anonimo Cumano narra che nel 1118 la prima battaglia tra Como e Milano si svol-

se proprio ad “Alebium”, in località Marsengia: i Milanesi, che avevano occupato di sorpresa la città, furono duramente sconfitti. Il toponimo “Alebium” si trasformò poi nel corso dei secoli in “Arebium” e, quindi in quello attuale, Rebbio. Nel XVII e nel XVIII secolo il borgo era noto per la sua aria fine e fu luogo di villeggiatura di ricche famiglie dell’epoca. Gli Odescalchi, sulle pendici del Monte croce, co-

struirono una casa di campagna. Giuseppe Rovelli si ritirò nella sua casa di Rebbio a completare la sua monumentale opera storica; vi morì nel 1813. Nel 1949, a Rebbio, spirò anche uno dei maggiori scrittori comaschi del ‘900: Carlo Linati. La località Ca’ Morta, ai confi-


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Rebbio, brief history This town-district is situated on the hills south of Como, on the spot of the ancient site of Alebium (later Arebium) from the Roman age. Its oldest section is in the middle between the road to Milan and the road to Varese, and just there during the Middle Ages the first parish church was built and dedicated to St. Martin. In the second half of the 17th century a new church was built upon its remains. The newer church has been enlarged many times. Archaeological findings in the PianValle site prove that this area has been inhabited since the 10th century BC. The Ca’ Morta (Dead House) necropolis is especially interesting; it is where a 5th century BC ritual chariot was found (now among the most precious items of Como Museum). The medieval poem Liber Cumanus tells that in 1118 ( at the beginning of the bloody Decennial War between Como and Milan) a cruel battle took place here and the Milanese were defeated; among the heroes of this battle we remember the famous condottiere Adamo del Pero. This borough is listed in the Statutes of Como (1335) as an independent community having its own rights. Rebbio was an autonomous town until 1937, when it was joined to Como; since 1960 it has developed enormously, with intervention by famous architects such as the “rationalist” Giuseppe Terragni and Alberto Sartorio (whose global project was not completed). Modern buildings of interest are the “Villa of the Flower Farmer” in via Pasquale Paoli, by Terragni, and the La Provincia newspaper offices by architect Mario Botta. A famous Italian writer, Carlo Linati, lived and died in Rebbio; other V.I.P.s of this town-district are the actor Gil Baroni and the football-player Gianluca Zambrotta. Rebbio was among the four boroughs that founded the Palio in 1981, winning in 1981, 1982, 1984, 2005. After a few years’ absence it has rerturned for the historical procession and other events. Its colors are white and blue and its emblem represents the tower that existed here in older times.

ni meridionali del rione, è tra le zone archeologiche più famose della Regione: documenta tutte le fasi della importante Civiltà di Golasecca e costituisce la necropoli della Comum Oppidum pre-romana. È caratterizzata da ” tombe a pozzetto”, consistenti in fosse, rivestite di pietre e contenenti le ceneri del defunto. Rebbio fu municipio autonomo fin quando, con RDL 15 aprile 1937 N. 634, fu incluso nel Comune di Como.


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Quarcino Il Borgo di Quarcino è un luogo incantato; chi per vari motivi nel corso della propria vita ha avuto la fortuna di viverci sa bene di cosa parliamo e chi ha lasciato questo borgo lo ricorda con affetto e ne avverte la mancanza. Quarcino oggi è un nucleo storico del popoloso quartiere di Sagnino, in passato definito “Il Villaggio del Sole” per via della naturale esposizione al sole che lo rendeva interessante all’agricoltura. Proprio per questo nei secoli scorsi la struttura del territorio era tipicamente rurale, con alcune corti abitate da contadini, concentrate intorno al borgo di Quarcino, un’altura dalla quale si domina la valle del Breggia e la vicina Svizzera con vista fino alla catena alpina del Monte Rosa. Una curiosità che pochi cono-

scono: il Borgo venne aggregato all’antica circoscrizione dei Corpi Santi di Como nel 1515, quando cioè gli Svizzeri, persa la battaglia di Melegnano, si ritirarono dalla Lombardia attestandosi a Chiasso ed erigendo il Breggia a confine naturale. Il nucleo storico si estendeva intorno alla Chiesa dei S.S Giacomo e Filippo. La chiesetta romanica, di notevole valore architettonico, presenta un’abside in pietra moltrasina ed era anticamente abbellita da alcuni affreschi ed era limitrofa ad un piccolo cimitero. Soltanto nel XVIII secolo la chiesetta si arricchì di un ossario e fu ingrandita, ad opera dei Conti Reina, nel frattempo diventati possidenti principali della zona e proprietari di un palazzo risistemato all’inizio del 1800 e dotato di archi merlati, da cui il nome di Castello Reina. La famiglia Reina è citata come nobile milanese, ma anche come oriunda di Malgrate e in principio composta di “agiati negozianti”. Si trasferirono a Como quando

Francesco Teodoro, nobile milanese, acquistò nel 1727 terreni a Quarcino/Sagnino. Nel 1757 nel catasto teresiano gli stessi terreni appartengono a Ippolito Reina e poi a Giovan Battista. Il conte Lodovico nel 1775 fece rifare a proprie spese la strada di Quarcino con i due archi (di cui uno


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Quarcino, brief history The primitive centres of the town-district Sagnino are: Quarcino (so called because of the local oak woods), Mognano and Folcino to the South-East, and Ponte Chiasso and Interlegno to the North-West. The surrounding area was countryside with millet, maize, raisin and potato fields, alongside the production of fodder plants and mulberry leaves to feed silkworms. The oldest town centre was around St. Giacomo and Filippo, a small church dating from the 10th century, which has one short nave with a semicircular apse and a bell-tower. The building was enlarged and altered several times. In 1970-1973 the local government of Como started restoration work, renovating old frescoes. The ancient castle of the noble family Reina (which included Lodovico, Alessandro Volta’s brother-in-law) still stands in the present via San Giacomo. After the end of the Second World War the whole district saw the arrival of hundreds of families who changed it into a populated village. Just half a century ago the new parish church of St. Paolo was built. Among the causes of the population explosion is the Rivarossi; the historic firm had its headquarters here from 1947 up to 2004. It owes its international renown to the precision of reproductions of its model trains. Its rich model collection is still partially shown to the public in the company’s Hornby branch in the UK. The symbol of this borough, together with the small church, is the arch of Reina castle with its battlements.

porta una lapide in memoria con inciso: “via studio conatu Judicio proprio Jam aere mox publico ludovicus s.r.i.c. [conte del sacro romano impero] de reyna refecta aucta perfecta memoriae perenni MDCCLXXV” e forse affrontò anche il rifacimento della chiesa di S. Giacomo. Fino a pochi anni fa nel suggestivo scenario del prato retrostante la chiesetta di Quarcino la sera della vigilia di Natale veniva rappresentato il Presepe Vivente. La Sacra Rappresentazione ebbe inizio nel 1979 e richiamò un numero sempre crescente di figuranti con scenografie di grande impatto, i preparativi duravano praticamente tutto l’anno e ve-

nivano ripagati dal calore che i numerosi spettatori, che accorrevano anche da altre località, tributavano al termine dello spettacolo. La vita del quartiere ruota oggi attorno alla parrocchia ma nel cuore dei residenti la chiesetta di Quarcino ha un posto particolare e, ogni volta che vi si celebrano funzioni, è sempre stracolma di fedeli. Ricordiamo in particolare la festa del 1 maggio, è una data fissa per gli abitanti del Borgo per la celebrazione della Santa Messa a Quarcino, e nei mesi di maggio e giugno tutti i giorni in orario serale don Emanuele Corti, parroco, e don Fabio Melucci celebrano le Sante Messe.


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Sant’ Agostino Il borgo si estende dalla omonima importante struttura conventuale, adiacente alla chiesa gotica che dal 1300 domina l’attuale piazza Amendola, fino alla punta di Geno. Sviluppatosi attorno all’insediamento di coloni romani voluto da Lucio Cornelio Scipione nel 77 a.C. crebbe fino a costituire un nucleo satellite, indipendente dalla città al punto da avere proprie mura, fortificazioni e porto. Separato dal nucleo di Comum anche dai due corsi d’acqua ora coperti del Valduce e del Vô, forse coprotagonista della prudente strategia di presa del potere da parte di Cesare, che prima di varcare il Rubicone si-

stemò i suoi veterani vicino ai castri repubblicani, l’agglomerato primitivo è in parte riconoscibile nell’isolato che è compreso tra il viale e la piazza della Funicolare, ora piazza De Gasperi, la via Dionigi da Parravicino e la strada che ne fa sopravvivere il toponimo di Coloniola. Situato lungo la via del lago, che ad est fiancheggia il primo bacino in direzione nord, il luogo poteva godere di una sua economia garantita oltre che dai commerci e dalla pesca, anche dai campi soleggiati fino a tarda sera. Tale condizione nel tempo popolò e privilegiò le sue rive fino a farle identificare con le due attività primarie dei “brut”, cioè degli addetti al carico ed allo scarico dei barconi e delle lavandaie, che coprivano di panni ad asciugare fin le balze sovrastanti l’attuale via Torno; mentre negli anni insieme alla più alta via Pru-

denziana questa si è trasformata in una prestigiosa zona residenziale, il lungo Lario Trento vive giornalmente il suo evolversi nelle strutture di accoglienza e ristorazione, favorito dalla lunga passeggiata che dalla stazione Nord a lago raggiunge il lido di Geno attraverso il verde dei giardini.

Sant’Agostino, brief history According to tradition, this town district was founded in 77 BC by Lucius Cornelus Scipio “the Asiaticus”and called“Coloniola” because of the Greek-speaking Roman veterans who were displaced here; but other historians ascribe its birth to the Celts. The “little colony” was later protected by its own walls, which were then destroyed by the Milanese army in 1127 and later partially rebuilt during the fight between the Guelphs and the Ghibellines. Its harbour was very important, because local goods used to be sold here, as well as products from villages around the lake. The work of the washerwomen, washing their laundry in the lake, also became very important. Only a few remains from the medieval borough are left, and there is only the memory of relevant buildings such as St. Augustine’s hospice, St. Sylvester’s hospital (later a convent dedicated to St. Anthony the Abbot), and St. Clement’s lazaret ( for patients in quarantine) on Geno promontory, where Roman and Early-Christian stone slabs were found. Luxurious villas have taken the place of the old silkmills, but we can still see traces of medieval houses and a tower. The parish church of St. Agostino, wonderfully frescoed with an adjacent convent, is Como’s singular example of a Gothic-style church and the only church with two cloisters.



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San Martino UN BORGO SVILUPPATO SULL’ACQUA DEL COSIA Quasi sicuramente il Borgo è di origine romana, anche se non sono stati rintracciati finora documenti che possano confermarlo, ma la vicinanza di un importante corso d’acqua rende la cosa assai verosimile: infatti l’acqua era il principale elemento a fornire la forza motrice necessaria per attivare i laboratori artigiani e in special modo le manifatture laniere che si presuppone esistessero fin dalla più remota antichità. Quest’acqua era fornita dal fiume Cosia, che nasce in Comune di Albavilla e raggiunge il Borgo di San Martino dopo avere attraversato i territori di Tavernerio e di Camnago Volta. Anticamente il Borgo era denominato di Zezio e solo in seguito

assunse il nome di S. Martino, santo nato all’inizio del IV secolo in Pannonia (l’odierna Ungheria) e a cui era dedicata una piccola chiesa annessa all’ospedale dei pellegrini presso il ponte sul fiume Cosia che prima del 1833 era un pò più a monte rispetto all’attuale. L’ospizio era affidato agli Umiliati, che seguivano una Regola in parte analoga a quella data da San Benedetto; il loro Ordine si divideva in tre rami, dei quali il più importante era costituito dai sacerdoti. La struttura di San Martino era affidata però agli Umiliati del secondo ordine, che erano laici addetti principalmente all’attività artigiana della tessitura e che vivevano in comunità, a differenza di quelli appartenenti al terzo ramo, che rimanevano in famiglia. Nel ’400 l’ospizio fu incorporato all’ospedale Sant’Anna che lo utilizzò come lazzaretto per ammalati contagiosi. Nel 1571 il convento passò al Cardinale To-

lomeo Gallio a seguito della soppressione dell’Ordine degli Umiliati, mentre l’attività tessile fu proseguita dai Cappuccini. Nel 1639 il Vescovo Carafino istituì una parrocchia autonoma nella chiesetta di San Martino, mentre prima di tale data l’assistenza religiosa veniva fornita


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S. Martino, brief history St. Martino borough, based around the bridge on the Cosia River just outside the southeastern corner of the city, has been participating in the Palio since 1999. Formerly known as “Borgo di Zezio”, it takes its name from a very old church and hospice for pilgrims, ruled by the religious order of the Humiliates who traditionally worked as textile craftsmen. Nowadays the main buildings are the two churches dedicated to St. Agatha. After destroying Como in 1127, the Milanese built a new castle (Castel Nuovo) in the surrounding area, più antica e che fu poi soppresso but it no longer exists. nel 1781. La nuova chiesa, sorta per le accresciute esigenze religiose, infidalla parrocchia di San Sisto, sita ne, fu consacrata nel 1969. dove attualmente sorge il cinema Un ultimo accenno va fatto al coLa Lucernetta (quindi all’interno siddetto Castel Nuovo, eretto dai della Città Murata). milanesi per controllare i comaNel 1783 la sede parrocchiale fu schi dopo la distruzione di Como trasferita nella chiesa del mona- nell’anno 1127. L’unica sua tracstero agostiniano di Sant’Agata, cia rimasta è nella toponomastile cui prime notizie risalgono al ca cittadina. 1306, ma che era di origine molto Partecipazioni al Palio: dal 1999.

Colori: verde-nero. Nello stemma è riportata l’effigie di San Martino che con la spada divide il proprio mantello per vestire un povero, e l’invocazione Martinus Lux Seiat Dominus. Il Borgo di San Martino ancora non ha vinto alcuna edizione, ma si è distinto per la sportività con cui ha sempre affrontato tutte le gare e per aver presentato, unico esempio, una squadra esclusivamente femminile.


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Tavernola La più antica persistenza storica del borgo è la chiesetta di San Bartolomeo, che il capitolo IV degli Statuti della Città di Como del 1335 cita come indicatrice dei confini della città (Confiniorum civitatis determinatio: ecclesia sancti Bartolomei de la Pessina” – la “pessina” era una polla d’acqua, prossima alla chiesa, ancora visibile oltre la vecchia scuola di Tavernola fino alla metà del XX secolo). Un’indicazione ancora precedente è stata scoperta in un documento del Capitolo del Duomo, risalente al 1283, conservato presso la Fondazione Centro Studi Nicolò Rusca della Diocesi di Como: la Cappella di San Bartolomeo ad Pexinam, sottoposta alla chiesa di S. Maria Cumana (il Duomo), riceveva le decime degli

abitanti della zona; il chierico incaricato di celebrare i momenti di culto comunitari prestava ubbidienza al Capitolo del Duomo. Altri documenti con tracce della cappella di Tavernola – in un carteggio datato 4.3.1493 (n.129), Antonio Muralto di Como mette a beneficio della cappella di San Bartolomeo di Folcino e del terziario francescano Bartolomeo Patteri, proveniente dal convento di San Lazzaro a Como, vari appezzamenti di terreno con 230 piante di viti. Su questi terreni erano esistenti delle case. Il tutto veniva affittato dal novembre 1493 per otto anni rinnovabili. L’affittuario poteva apportare migliorie e costruire nuove case che saranno dedotte dall’affitto – nel carteggio del 13.6.1498 (n.130) lo stesso Antonio Muralto (che scopriamo essere anche canonico di Locarno, e in seguito anche di Sant’Eufemia di Isola Comacina) e fra Bartolomeo Patteri nominarono due esperti per valutare il valore delle nuove costruzioni.

Nel carteggio risulta che l’avv. Benedetto Muralto, per conto di Antonio, affidò alla parrocchia di San Salvatore il beneficio della cappella di San Bartolomeo – nel 1555 (cat.592) il sacerdote Francesco Grassi – arciprete di Isola e cappellano di San Bartolomeo – affittò a Giuseppe Grassi tutti


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Tavernola, brief history Its name comes from the Latin “tabernula”, the small inn that still exists on Via Regia, the main road to the Alpine passes. However the rural borough was formerly named by St. Bartholomew “into the woods” or “into the vineyards” (the new church is dedicated to Christ the King). Here on the shore of Breggia Stream an important battle was fought during the Decennial War between Como and Milan (1118-1127). Since the 19th century many “holiday houses” for wealthy people have been built near the lake: Villa Gonzales, Villa Sforni and Villa Bignami, among others. i beni della chiesa al prezzo di 5 lire imperiali. La prima descrizione della cappella si trova nella visita pastorale del Vescovo Feliciano Ninguarda che ha avuto luogo dal 1589 al 1593. Nel testo del Ninguarda tradotto dal latino dal prof Paolo Maggi si legge: “Proseguendo

verso destra della citata chiesa di San Giacomo (Chiesa di San Giacomo e Filippo di Quarcino) per un sentiero verso il lago ad un miglio da essa sopra il fiume Breggia, in località Folcino, vi è la chiesa di San Bartolomeo Apostolo anch’essa unita alla parrocchiale di San Salvatore e dalla quale è distante, per altra via , un altro miglio: è dotata di molti beni e senza nessun onere; gli abitanti di conseguenza orgogliosamente curano i propri sacri doveri in ogni giornata festiva. Vi è nella cappella ad arco un solo altare consacrato con icone e molte immagini chiuso da balaustre di legno: a lato dell’Evangelo vi è un piccolo sacrario e qualche ornamento sacro, calice e messale, una torre campanaria con una sola campana a lato dell’Epistola. Vi è un’unica porta, opposta all’altare senza nessun frontespizio e vicino alla porta la fonte dell’acqua benedetta; il tetto è semplice e i defunti vengono seppelliti nella chiesa perché manca

il cimitero. In questa chiesa vi è una confraternita non vestita che è solita ritrovarsi in luogo annesso alla chiesa e si prende carico delle proprie funzioni e di fronte alla chiesa vi è la casa del contadino che ha cura della chiesa e dei bene ad essa spettanti; insieme al borgo vi sono case sparse, distanti tra di loro.” Le ricerche di mons. Pietro Gini indicano che in seguito la Valle del Breggia, diventata confine con la Svizzera, allora turbata dall’aperto contrasto religioso tra cattolici e protestanti, sembra spopolarsi, tanto che la cappella di San Bartolomeo non riceve più rettori fino alla metà del 1700. Proprio nel ‘700 l’impianto di produttivi vigneti sulle terrazze di Tavernola porta a cambiare il nome della cappella in San Bartolomeo nelle Vigne e ancora oggi il borgo circostante conserva questo nome. (Citazioni da La Chiesa di Cristo Re 1937-2007 a cura di T. Franzoso, 2007)


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Entra anche tu nel Palio! Perchè partecipare, come partecipare! L’Associazione si regge grazie al concorso dei cittadini che collaborano nei modi più diversi alla realizzazione e all’aggiornamento del progetto. All’Associazione può aderire chiunque voglia contribuire, con la sua presenza o con le sue capacità, a mantenere vivo quello che ormai è il più importante e tradizionale evento di fine estate a Como. Storicamente, i partecipanti al Palio si organizzano in gruppi secondo il proprio ambito territoriale e prendono il nome di Contrade, nel caso in cui il loro territorio si trovi all’interno della città murata, Borghi se sono all’esterno di essa, oppure Comuni se sono autonomi dalla città. Ogni Contrada, Borgo e Comune

è rappresentato da cinque figure principali: Capitano, Portagonfalone, Priore, Castellano e Castellana. A questi si possono aggiungere molti altri figuranti che andranno ad arricchire il Gran Corteo

Storico che si snoderà per le vie di Como durante le principali manifestazioni di piazza. La domanda di iscrizione al Palio per i vecchi e per i nuovi gruppi va presentata all’Associazione Cavalieri Palio del Baradello, che


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ha sede a Como, in via Badone n. 2 (frazione Camerlata) I gruppi o i singoli interessati alla manifestazione o anche coloro che volessero partecipare al Corteo Storico come semplici figuranti, pur non facendo parte di alcun Borgo e senza essere soci del Palio, potranno farne richiesta in qualunque momento dell’anno, contattando il segretario Sig. Carlo Wittmann: c.wittmann@libero.it, cell.333 2339646, o la Maggiorente Sig.ra Nadia Tettamanti: tel. 031 6871099 razione, a Como così come in alcell. 328 6575211 tri comuni della provincia e non nadiasammy@gmail.com solo: Previa accettazione della doman- Città dei Balocchi, Festa di San da, il Direttivo proporrà ai singoli Giovanni all’Isola Comacina, la un ruolo e l’eventuale assegna- Giubiana di Cantù, Parada par zione ad uno dei gruppi esistenti; tucc, attività nelle scuole, maniil concorso di nuovi gruppi, Con- festazioni storiche, rappresentatrade, Borghi e Comuni, sarà vagliato caso per caso. La partecipazione effettiva agli eventi avrà inizio con l’approvazione del Direttivo stesso. Graditissima anche la presenza di minori, per la quale sarà indispensabile la liberatoria sottoscritta da chi eserciti la patria potestà. In nessun caso è previsto un compenso per i soci o per i figuranti. La manifestazione del Palio del Baradello si tiene nelle prime settimane di settembre, ma nel corso dell’anno sono molteplici le occasioni/eventi in cui viene richiesta la nostra collabo-

zioni, etc… Prova senza impegno l’esperienza della tua prima sfilata in costume medievale e lasciati conquistare dal fascino del Palio del Baradello! Saremo felici di accoglierti.


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Camnago Volta, vincitori 2015 65

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L’albo d’oro dei vincitori Contendenti al Palio 2015 COLORI CONTENDENTI VITTORIE Borghi Quartieri fuori le mura

CAMERLATA

S. MARTINO

ANNI

8

90 - 91 - 94 - 96 ex aequo - 99 - ‘12 - ‘13 - ‘14

TAVERNOLA CAMNAGO VOLTA QUARCINO

5 1 0

1985 - 86 - 89 - 96 ex aequo - 2007 2015

Contrada

CORTESELLA

1 1997

Comuni

Compresi nella Provincia

CASNATE con BERNATE

0

CERNOBBIO

5

2003 - 08 ex aequo - 09 - 10 - 11

REBBIO

4

1981 - 82 - 84 - 2005

S. AGOSTINO

2

2000 - 02

Vincitori ex partecipanti Borghi

BRECCIA

1 1988

PRESTINO

1 1987

S.ANTONIO Comuni

1 1983

Compresi nella Provincia

BLEVIO BRIENNO

1 2004 7 1992 - 93- 95 - 98 - 2001 - 06 - 08 ex aequo

w Rivista Palio del Baradello: Testata Reg. 14/04 Trib. Como Dir. Resp. Alessandro Gini - Progetto grafico www.nuovaera.info w Fonti: si ringraziano Mauro Fuggiaschi, Sergio Masciadri, Gigliola Foglia, Giuseppe Reina, Alessandro Gini, Giuseppe Salvioni w Foto: Stefano Tagliabue, Vanna Schiera, Mauro Valli, Augusto Santini, Mauro Fuggiaschi, Andrea Insolia, Vincenzo Palmieri, Lorena Cice-

ri, Patrizia Tettamanti, Horses Li, Fulvio Carcano, Fabrizio Molina, Marco Mason, Uboldi Gianangelo, Marco Magnarapa, Enrico Levrini. w Si ringrazia per la collaborazione: Autorità di bacino del Lario e dei laghi minori, Comitato Provinciale di Como della FICSF, Asso-

ciazione Sportiva Cernobbio 2010, Canottieri la Sportiva-Lezzeno, Canottieri US. Bellagina-Bellagio, Canottieri Stella-Laglio, Associazione Amici della Lucia, Canottieri Tremezzina. Si ringraziano i comuni di Cernobbio, Moltrasio, Laglio, Argegno, Colonno, Sala Comacina, Tremezzina, Cremia, Bellagio, Lezzeno, Nesso, per la disponibilità delle loro imbarcazioni “lucie”, Mons. Saverio Xeres (per la concessione di San Giacomo), il Rettore Vicario e il personale dell’Università dell’Insubria, la Società Storica Comense w Si ringraziano le seguenti aziende e associazioni: Associazione Concordanza, Sbandieratori e Musici di Tavernola, Gruppo Falconieri Comitato Rievocazione Storica di Lomazzo, Sig. Roberto Colombo, LAURIA, via Del Lavoro 30 Como; MIDAS, via Asiago, 25/b Tavernola Como; ALMAR, via Polano 69 Tavernola Como; RIVAUTO, di via Asiago Como; Nicoletta Brenna realizzatore Drappo del Palio; Associazione Nazionale Alpini; TASELL piazza Cavour; Lido Villa Olmo, Associazione radioamatori ARI sezione di Como, Compagnia SAN GUINEFORT, Gianotti Daniele, Sarah Brocklebank, Luca Clerici Medsport di Como, Centro Ippico LA MILONGA di Villaguardia, Patrizia Gini e Gaia Muscolino con i loro magnifici cavalli di razza Frisone, Parada par Tücc. w L’Associazione Cavalieri Palio del Baradello ringrazia di cuore quanti, enti, sponsor, volontari e collaboratori, hanno reso possibile la realizzazione di questa 36° edizione e la pubblicazione di questa rivista w Si ringrazia il Birrificio di Como (via Pasquale Paoli/via Scalabrini 10) per la preziosa collaborazione




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