Vedere e agire
2016
Infocampagna
Assumersi le proprie responsabilitĂ Rafforzare la giustizia
Impressum
Vedere e agire
Informazioni complementari e materiali
Dal 1969 Pane per tutti e Sacrificio Quaresimale realizzano ogni anno una Campagna ecumenica durante la Quaresima; dal 1994 vi collabora anche Essere solidali. L’obiettivo di questa azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica è rendere attente le persone che vivono in Svizzera sulle ingiustizie in paesi poveri del mondo, sul fatto che malgrado molti progressi sin qui fatti sono ancora circa 900 milioni le persone che soffrono la fame nel mondo. Accontentarsi di puntare il dito non basta però! Perciò le nostre tre organizzazioni di cooperazione internazionale indicano anche piste d’azione: modificare il proprio stile di vita, sostenere con un’offerta il nostro lavoro nei progetti al Sud, partecipare a un’azione concreta. Quest’anno vi chiediamo in particolare di aiutarci a raccogliere firme per l’iniziativa popolare sulla responsabilità delle multinazionali. In questo modo il tempo della Passione diventa sinonimo di solidarietà vissuta in prima persona.
Il materiale è da ordinare tramite l’apposito formulario o rispettivamente sui siti delle nostre organizzazioni: www.brotfueralle.ch/shop www.sacrificioquaresimale.ch/catalogo Occorre calcolare dalle due alle tre settimane per la consegna. Se avete richieste particolari o se riscontrate dei problemi contattate per favore per Pane per tutti: Fadile Seferaj, Materialstelle 031 380 65 79 - seferaj@bfa-ppp.ch per Sacrificio Quaresimale: Carlo Carbonetti 091 922 70 47 - carbonetti@fastenopfer.ch. Dal sito ecumenico si possono inoltre scaricare informazioni supplementari e approfondimenti che non hanno trovato spazio su questa pubblicazione o che saranno preparati più tardi. Inoltre vi saranno molti aggiornamenti come interviste, segnalazioni di pranzi e cene solidali, ecc. Vi invitiamo pertanto a visitarlo regolarmente e a segnalarci a vostra volta le vostre iniziative a cui potremo dare il meritato spazio. www.vedere-e-agire.ch
Diventa un nostro fan: facebook.com / vedereagire Bürenstrasse 12, cp 1015, 3000 Bern 23 telefono 031 380 65 65, bfa@bfa-ppp.ch www.brotfueralle.ch ccp 40-984-9
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Impressum Campagna ecumenica 2016 dal 10 febbraio al 27 marzo Infocampagna 2016 Vedere e agire redazione e adattamenti: Daria Lepori chiusura di redazione: traduzioni: grafica e prestampa: foto:
4 ottobre 2015 Letizia Bernaschina, Vittorio Dell’Era, Daria Lepori ComMix SA, Wabern Annette Boutellier, Patricio Frei, Meinrad Schade
© Lugano/Berna/Lucerna, autunno 2015
Editorial Editoriale
Agire con sollecitudine Lettere d’amore alla vita 301505_OEK_Agenda_2016_FO_Umschlag_Innen_EZS_RZ_I.indd 1
Lettere d’amore alla vita La mia Agenda della Quaresima 2016
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In alcuni periodi dell’anno alla famiglia di Azéta manca il cibo. Prima dell’apertura della nuova miniera ciò non accadeva.
Care lettrici e cari lettori, «Abbi cura di lui e anche se spenderai di più pagherò io quando torno». Quante volte ultimamente abbiamo sentito pronunciare parole simili? Dieci volte? Due? Nessuna? Ecco il potere sconvolgente del Vangelo, ecco l’attualità di un messaggio lanciato quasi duemila anni fa. Oggi viviamo al ritmo di un unico valore: quello monetario. Tutto si misura su quella scala. Si va in vacanza “perché il volo costa poco”, non si è “mica scemi” perciò si fa la spesa in un certo discount, si prende 3 anche se 2 basta e avanza. Poco importa se i diritti di chi vive nei paesi in cui si estraggono le materie prime che stanno alla base di ogni nostro consumo sono calpestati e la natura è distrutta. A Bissa, in Burkina Faso, per far spazio a una miniera d’oro tutto un villaggio è stato dislocato. Le superfici agricole su cui per coltivare e far
pascolare gli animali sono state drasticamente ridotte e recentemente anche l’acqua del pozzo non si può più utilizzare perché inquinata. Se prima le persone riuscivano a vivere grazie all’autoproduzione, ora non è più possibile. Ma i soldi per acquistare il cibo che manca non ci sono. E allora si fa strada la fame, o l’indebitamento. O entrambe le catastrofi. Agire con sollecitudine, partendo dall’assunzione di responsabilità, è l’invito della Campagna ecumenica 2016. Attualizzare il testo biblico del racconto del buon samaritano, iniziando coll’aprire gli occhi per scorgere chi, dopo essere stato derubato e preso a botte dai briganti, oggi giace mezzo morto in mezzo alla strada. Rivolgiamo questo appello sia alle persone che alle imprese multinazionali, chiedendo a tutti di assumersi le proprie responsabilità.
L’Agenda della Quaresima 2016 è un epistolario che vuole essere una dichiarazione d’amore alla vita. Parte dalla necessità dell’assunzione di responsabilità da parte di ciascuno di noi. Un’assunzione di responsabilità riassunta da una parola oggi poco in uso, nel suo significato originale: sollecitudine. Sarebbe bello se tutti noi agissimo con più riguardo, premura, attenzione e amore. Poiché ciò che è davvero importante nella vita deve essere curato e rafforzato anziché distrutto. L’Agenda ci presenta una serie di lettere scritte da diverse persone a vari destinatari. Sono completate da cinque meditazioni domenicali e altre cinque per la Settimana santa.
Grazie per vedere e agire con noi all’insegna della sollecitudine.
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La responsabilità delle imprese
Ricchezza che impoverisce Daniel Hostettler, esperto di Sacrificio Quaresimale sul tema dei diritti umani
Sono storie che conosciamo: miniere d’oro che inquinano i fiumi, malformazioni nei nascituri provocate dai pesticidi utilizzati nelle monoculture, incendi che scoppiano in fabbriche tessili. Sono storie di cui hanno parlato i media, perché erano coinvolte imprese svizzere. Ma sono solo la punta dell’iceberg. Pur essendo i paesi in cui queste tragedie hanno luogo e il loro contesto specifico molto diversi tra di loro, le
storie si assomigliano nella sostanza. Il modo in cui le persone o l’ambiente subiscono dei danni e il modo in cui le imprese transnazionali accedono alla propria ricchezza è sempre il medesimo. In primo luogo c’è la prassi dei governi locali di accogliere investitori stranieri, nell’intento di promuovere la crescita del paese. Per ottenere l’insediamento di investitori, alle imprese troppo spesso sono offerte condizioni quadro che tengono conto unicamente delle loro esigenze. Le popolazioni locali non sono quasi mai coinvolte e non hanno alcuna voce in capitolo nello sviluppo del proprio paese. Poi c’è la ricchezza che si genera, vuoi con l’estrazione d’oro, vuoi con piantagioni di olio di palma, vuoi con la coltivazione di altri prodotti per l’esportazione. La ricchezza passa accanto alle persone direttamente coinvolte, senza che ne possano beneficiare. Lavorano per questa
La ricchezza passa accanto alle persone direttamente coinvolte, senza che ne possano beneficiare.
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ricchezza, ne subiscono le conseguenze, eppure rimangono poverissime. La ricchezza scorre via e, alla fine di un lungo tragitto di valorizzazione, riappare sui conti delle imprese. Le condizioni nelle quali la ricchezza è stata prodotta sono spesso durissime, è una costante. I diritti umani sono regolarmente violati e l’ambiente devastato, ma le denunce di chi ha subìto il danno rimangono il più delle volte inascoltate. Confrontata con il potere e l’influenza delle imprese straniere, la situazione di sofferenza dei locali è considerata irrilevante. Di riflesso la volontà dei governi di aiutarli a far valere i loro diritti nei confronti degli investitori è minima. E quando qualcuno trova la forza di opporsi a questa indifferenza perché non ha più nessuna speranza, ebbene queste persone sono diffamate, minacciate, criminalizzate e perseguitate.
La responsabilità delle imprese
Nessuno si assume la propria responsabilità
Perché l’iniziativa per multinazionali è necessaria?
Anche per questi atti nessuno si assume la responsabilità; non se ne chiede conto né ai governi locali, né alle filiali delle imprese internazionali. Non la si pretende nemmeno dalle ditte madri in Svizzera che fanno registrare, anno dopo anno, utili milionari. Dal punto di vista giuridico sono in una botte di ferro, perché si distinguono nettamente dalle loro filiali e non possono essere chiamate in giudizio per i danni che causano.
• Perché nei paesi in via di sviluppo le imprese multinazionali con sede in Svizzera hanno un grande potere ed esercitano una forte influenza, ma non sono tenute ad assumersi la responsabilità delle loro azioni. • Perché la protezione dei diritti umani, il rispetto di norme su cui vige il consenso e l’obbligo di dovuta diligenza non possono essere lasciate a dichiarazioni di impegno volontario.
Grazie al lavoro puntuale di tante organizzazioni della società civile, come Pane per tutti e Sacrificio Quaresimale, il tema della responsabilità delle imprese è diventato d’interesse pubblico, tanto da figurare sull’agenda politica del nostro paese. Il governo svizzero tuttavia è contrario a una regolamentazione della responsabilità delle imprese. A suo modo di vedere le imprese non vanno costrette, ma devono assumersi questo impegno a titolo volontario. Ciò significa che possono decidere loro stesse quale valore vogliono accordare ai diritti umani e alla protezione ambientale. Il risultato è che poche imprese virtuose si assumono pienamente le proprie responsabilità mentre molte altre escludono l’analisi dell’impatto sui diritti umani e sull’ambiente della loro catena di produzione di valore aggiunto. E guardano da un’altra parte perché non sono tenute ad assumersi nessuna responsabilità.
Per altre informazioni e scaricare i fogli per la raccolta di firme: www.vedere-e-agire.ch/ multinazionali-responsabili
La dovuta diligenza va ancorata nella legge Che cosa fare dunque affinché le imprese multinazionali si assumano la loro responsabilità, ovunque nel mondo esercitino le loro attività? Sono necessarie leggi nei paesi in cui risiedono legalmente. Leggi che le inducano ad agire ovunque con dovuta diligenza, con la dovuta precauzione e che sanciscono la loro punibilità in caso di mancata ottemperanza. Perciò Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti sono tra le organizzazioni che hanno promosso l’iniziativa popolare per multinazionali responsabili. Appena questo meccanismo (vedi box a lato) entrerà in vigore, la Svizzera darà finalmente il buon esempio. Sono regole che agiscono preventivamente e che contribuiranno a evitare sempre di più le violazioni dei diritti umani e i danni causati alla natura. Se, grazie al successo dell’iniziativa e in seguito all’approvazione da parte del popolo svizzero in votazione, questi principi saranno statuiti, l’economia svizzera potrà vantarsi di essere stato il primo paese a difendere su tutta la linea i diritti umani. Questo sì che è un vantaggio competitivo per la piazza elvetica!
• Perché governo e parlamento non hanno voluto una legge secondo cui tutti devono assumersi le proprie responsabilità. • Perché, dopo la piazza finanziaria, anche gli altri settori non regolamentati dell’economia rappresentano un grave rischio d’immagine per la Svizzera. • Perché l’economia deve servire agli esseri umani e non il contrario.
Che cosa chiede l’iniziativa per multinazionali responsabili e come vuole ottenerlo? Chiede che le imprese siano tenute a proteggere i diritti umani e l’ambiente nell’insieme delle loro relazioni d’affari. Questo dovere di diligenza si applica anche alle loro attività all’estero. La Costituzione svizzera è completata con tre paragrafi che stipulano che in futuro le imprese svizzere dovranno anche rispondere delle violazioni di diritti umani o di standard ambientali commessi dalle loro filiali o dalle imprese che controllano all’estero. Questo permetterà alle vittime di denunciarle in Svizzera per ottenere il risarcimento dei danni che hanno subito. Le imprese verranno trattate in maniera equa: se un’impresa può dimostrare in maniera credibile di aver onorato i suoi doveri di diligenza con tutta la cura necessaria, e di aver preso ed applicato tutte le misure del caso, non avrà da temere il verdetto dei tribunali. Le imprese che agiscono in maniera irresponsabile nonostante l’obbligo di vigilanza dovranno risponderne davanti ai tribunali. L’iniziativa può così essere applicata senza burocrazia.
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Impulso teologico
Vita per tutti, non vita a spese d’altri Jules Rampini-Stadelmann, contadino di montagna e teologo, Luthern LU
Dalla Bibbia, limiti al commercio mondiale Nelle religioni si mette continuamente in guardia contro l’avidità e l’accumulo di beni, esortando a una vita di rinuncia. Questo vale anche per la nostra religione cristiana. Già ai tempi della composizione degli scritti veterotestamentari era infatti in atto un vivace commercio internazionale. Lo dimostra chiaramente il Libro di Ezechiele (capitoli 27 e 28). Le merci e le vie commerciali di Tiro, città di commercio internazionale, sono dettagliatamente descritte1. Al centro, la casa reale di Tiro tiene in mano le fila. E come succede oggi da parte delle multinazionali, si abusa del potere. Il profeta esprime la sua critica: «Ascolta quel che io, Dio, il Signore, ti annunzio: Ti credi uguale a un dio e per questo
manderò contro di te i più feroci popoli stranieri. (...) Per aumentare il tuo commercio, hai usato la violenza e hai peccato.» (Ezechiele 28,6-7.16)2 Nella Bibbia il commercio internazionale è sì tollerato, ma limitato da parte dei profeti. Abuso di potere e idolatria (Ezechiele 28,6), sfruttamento e violenza (Ezechiele 28,16 ss.; Gioele 4,5), tratta di esseri umani (Gioele 4,6; Amos 1,9) o defraudazione del salario (Giacomo 5,4) sono oggetto di ferma condanna. Se oggi un gruppo multinazionale come per esempio la Glencore a proposito delle miniere di rame nel sud del Perù si presenta con potere quasi illimitato e come un dio e procede con la violenza contro chi critica3, noi come credenti siamo sfidati a mostrare a questo gruppo i limiti tracciati dalla Bibbia e a porre segni profetici contro di esso.
Servire Dio, non gli idoli Abusare del potere o comportarsi tra la gente come se si fosse un dio non è un comportamento gradito a Dio. È vero proprio il contrario:
solidarizzare con i senza potere. Nel Libro di Geremia questo è puntualizzato nel discorso profetico di minaccia contro Ioiakim: «Ti illudi forse di essere un grande re per i rivestimenti di cedro del tuo palazzo? Tuo padre, Giosia, mangiava e beveva come te, ma agiva in modo giusto e onesto e perciò tutto gli andava bene. Egli difendeva i diritti dei poveri e tutti erano contenti. In questo modo dimostrava di conoscermi veramente.» (Geremia 22,15-16) In alternativa all’idolatria e all’abuso di potere in campo economico, nei Libri Profetici appare il modello del vero servizio a Dio. Amos lo descrive così: «Basta! Non voglio più sentire il frastuono dei vostri canti, il suono delle vostre arpe. Piuttosto fate in modo che il diritto scorra come acqua di sorgente, e la giustizia come un torrente sempre in piena.» (Amos 5,23-24) Gesù si ricollega a questa tradizione profetica e nel discorso sul giudizio universale si identifica con tutti coloro per i quali vale questo vero servizio a Dio: «In verità, vi dico che tutto quel che non avete fatto a
Jules Rampini: teologo, agricoltore bio e attivo nell’ambito della cooperazione allo sviluppo Jules Rampini ha dapprima studiato teologia all’Università di Friborgo, per poi lavorare nell’ambito del sociale in una parrocchia riformata di Berna. In seguito, si è prodigato per nove anni al fianco della Missione Betlemme Immensee in Perù, dove ha lavorato soprattutto con i bambini di strada a Lima e a Jaén. La semplicità, il fatto che fosse possibile vivere con poco e il legame con la “Madre Terra – Pachamama”: tre elementi della sua esperienza che gli hanno cambiato la vita. Dal 2002 Jules e la sua famiglia, composta da tre bambini, gestiscono una fattoria nella regione del Napf (Berna), a 800 metri di altitudine. In parallelo, Jules lavora a tempo parziale come assistente pastorale a Luthern e a Ufhusen. 6
Foto: Brot für alle/Urs Walter
© Meinrad Schade / Sacrificio Quaresimale
Impulso teologico
Burkina Faso, miniera d’oro di Bakou. Dopo essere stata abbandonata dal suo proprietario, l’impresa Kalaska, la miniera è sfruttata da minatori indipendenti. Spesso ancora ragazzi, mettono a repentaglio la propria vita nei cunicoli insicuri, nella speranza di trovare il prezioso metallo.
uno di questi piccoli, non l’avete fatto a me.» (Matteo 25,45). «Jahve, il Dio della Bibbia, e Gesù di Nazaret, il suo Inviato, stanno inequivocabilmente dalla parte dei poveri e degli oppressi. La comunità di Gesù, che lo vuol seguire, è chiamata a percorrere la stessa via.»4
Giustizia fra pecore grasse e pecore magre Il dovere di rendere giustizia ai poveri e ai piccoli non riguarda solo i capi, ma la convivenza di tutti. Nella parabola del Buon Pastore, Ezechiele oltre che dei cattivi pastori e delle cattive pastore del popolo d’Israele, si occupa anche delle pecore: «E quanto a te, mio gregge, io, Dio, il Signore, dichiaro che ristabilirò la giustizia nel mio gregge: fra le pecore, i montoni e le capre. Perché ad alcuni di voi non basta pascolare nel pascolo migliore? Perché calpestate l’erba che ancora rimane? Non vi basta bere un’ac-
qua limpida? Perché intorbidite con le vostre zampe quella rimasta? Il resto del gregge è costretto a mangiare l’erba calpestata da voi e a bere l’acqua che avete intorbidito. E io, Dio, il Signore, vi dichiaro che interverrò a ristabilire la giustizia fra voi pecore grasse e le pecore magre.» (Ezechiele 34,17-20) Se noi lasciamo semplicemente fare ai gruppi multinazionali nei paesi poveri, diventiamo pecore grasse. Evidentemente non ci basta estrarre dai terreni dei poveri oro e metalli per i nostri beni di consumo o farvi produrre il foraggio per i nostri animali: al tempo stesso, noi rendiamo inutilizzabile la terra per i bisognosi di laggiù e avveleniamo la loro acqua. Nella prospettiva profetica, questo non ce lo possiamo permettere. Abbiamo invece l’obbligo di collaborare concretamente con Dio a ristabilire la giustizia fra pecore magre e grasse, fissando dei limiti alle multinazionali.
Concreaturalità e corresponsabilità
Un importante valore fondamentale per la valutazione etica delle attività economiche è la dignità umana. La dignità umana è inalienabile e compete a ciascun essere umano. Per l’etica teologica essa si fonda in particolare sul fatto che l’uomo e la donna sono creati a immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1,26 s.). C’è nel contempo un’inalienabile dignità delle “concreature”, che si fonda sulla teologia dell’alleanza, sul patto fra Dio e tutti gli esseri viventi (Genesi 9,9-11)5. Nella teologia della creazione si parla quindi di una “concreaturalità” dell’essere umano, nel suo limite di creatura fra le altre creature. L’accentuazione della concreaturalità come legame unificante fra tutte le creature vieta la superbia dell’essere umano. Da questa concreaturalità deriva una triplice responsabilità di
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Impulso teologico
tutte le persone umane: la responsabilità di ciascun essere umano per la creazione, la responsabilità davanti a Dio quale forza creatrice che ci ha affidato il mondo, e la responsabilità di ciascun essere umano verso gli altri esseri umani, che nella natura hanno tutti quanti la loro base di vita6. La responsabilità davanti a Dio, per la creazione e verso gli altri esseri umani, va tuttavia oltre la responsabilità di ognuno di noi. Siamo anche di fronte a una responsabilità di istituzioni, organizzazioni e imprese. Allo stesso tempo, ognuno di noi è corresponsabile dei gruppi multinazionali. Come corresponsabili davanti a Dio, per la creazione e verso gli altri esseri umani, noi tutti siamo in dovere di non delegare a loro stessi la responsabilità di questi gruppi. Meglio esigerla, questa responsabilità, mediante criteri quali ad esempio un dovere di diligenza vincolante o un rendiconto. E questo vale soprattutto per le multinazionali che detengono una forte posizione di potere7.
Rafforzare l’attenzione e la cura
Vivere bene, anziché vivere meglio
Cura in portoghese si dice cuidado. Il teologo della liberazione brasiliano Leonardo Boff definisce come attenzione e cura questo termine con più significati. Di fronte alla minaccia che incombe sulla nostra Madre Terra, egli propone un’Etica dell’attenzione e della cura. «L’etica dell’attenzione protegge, promuove, guarisce e previene. Per sua natura non è aggressiva e, se interviene nella realtà, fa in modo di prendere in considerazione le conseguenze buone o cattive di questo agire.»8 La cura è una caratteristica importante, essenziale, del nostro essere umani; senza questa capacità, noi non saremmo affatto umani. «La cura s’interessa in anticipo dei danni futuri e ripara quelli passati.»9 Prevenire e curare sono due comportamenti ancora in gran parte estranei alle grandi imprese nella corsa al profitto. Tanto più importante è che noi le obblighiamo a tali comportamenti.
Proprie dell’etica dell’attenzione e della cura sono le virtù dell’autolimitazione e della giusta misura. Da esse dipende il futuro della vita e dell’umanità. Autolimitazione e giusta misura sono anche espressioni del buen vivir. Questo concetto del viver bene le tradizioni indigene andine lo sostituiscono a quello del “viver meglio”. Il viver bene inserisce gli esseri umani in una comunità terrestre che comprende anche l’aria, l’acqua, il suolo, le montagne, le piante, gli animali, ecc. Viver bene vuol dire cercare nella vita una via di equilibrio e vivere in profonda comunione con la Madre Terra, con le energie dell’universo e con Dio10. Con le attuali pratiche delle multinazionali, invece, noi viviamo meglio a spese d’altri. Solo se riusciremo a porre dei limiti a tali pratiche, potremo vivere bene tutti anziché vivere meglio a scapito di altri.
Cfr. STÜCKELBERGER Christoph, Ethischer Welthandel, Eine Übersicht, Haupt-Verlag, Bern u.a., 2001, 25.
6 Cfr. BECKA Michelle, Schöpfung und Verantwortung, in: ECKHOLT/PEMSEL-MAIER (Hrsg.), Unterwegs nach Eden, Zugänge zur Schöpfungsspiritualität, Grünewald-Verlag, Ostfildern 2009, 127ff.
1
2 Questa e tutte le seguenti citazioni bibliche sono tratte da: La Bibbia. Traduzione interconfessionale in lingua corrente, LDC-ABU, Leumann-Roma, 1985 (online: www.lachiesa.it/bibbia/tilc/index.htm).
Cfr. MULTIWATCH Hrsg., Milliarden mit Rohstoffen, Der Schweizer Konzern Glencore Xstrata, Edition 8, Zürich 2014, 120ff. 3
DUCHROW Ulrich, Weltwirtschaft heute, Ein Feld für Bekennende Kirche?, Kaiser Verlag, München 1986, 103. 4
5
8
Cfr. STÜCKELBERGER, 71.
7
Cfr. DUCHROW, 107.
8 BOFF Leonardo, Zukunft für Mutter Erde, Warum wir als Krone der Schöpfung abdanken müssen, Claudius Verlag, München 2012, 143. 9
Ibid. 160.
Cfr. ibid. 184. – Di Leonardo Boff, su questi temi, segnaliamo in italiano: Il creato in una carezza. Verso un’etica universale: prendersi cura della terra, Cittadella, Assisi, 2000 e Liberare la terra. Un’ecoteologia per un domani possibile, EMI, Bologna, 2014.
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Celebrazione ecumenica da Matteo 6, 25–34
Non abbiate paura di non avere abbastanza Preghiera di conversione Dio misericordioso, tu sai meglio di noi ciò di cui abbiamo bisogno. Ce l’ha detto tuo Figlio: noi valiamo di più degli uccelli del cielo. Noi ti Jan Tschannen, Nassouh Toutoungi, preghiamo: che lo Spirito Santo Pane per tutti Essere solidali ponga il nostro sguardo su quello che è veramente necessario per vivere secondo la tua volontà; fa che noi apprendiamo ad andare al di là delle nostre preoccupazioni e dei nostri Invocazione problemi per poter essere sensibili «Gesù disse: Guardate gli uccelli che ai bisogni delle persone che ci vivono vivono in libertà: essi non seminano, accanto, ma anche a quelle che sono non raccolgono e non mettono il più lontane. Poiché noi viviamo tutti raccolto nei granai… eppure il Padre e tutte su questa terra, dono della tua vostro che è in cielo li nutre! Ebbene, Creazione, e dalle risorse limitate. Fa voi non valete forse più di loro? » che pratichiamo la giustizia che viene (Matteo 6,26) da te nella ripartizione delle risorse. Per Gesù, il Cristo, nostro Signore e «Io so, Signore, che fai giustizia ai poveri; tu difendi la causa dei deboli.» fratello. Amen Salmo 140, 13 Canto «Signore mio Dio sei tu la forza che mi salva.» Salmo 140, 8
Lettura: Matteo 6,25-34
Questo salmo è particolarmente adatto al nostro tema poiché ci ricorda l’attitudine fondamentale della vita cristiana: la fiducia in un Dio che è là, presente, e che provvede ai nostri bisogni.
Meditazione sulla parola Dare…? Delle volte, la sera, mi capita di camminare per la strada stanco, sfinito e vuoto. E mi accosta una persona sconosciuta che mi chiede dei soldi. Io non è che non avrei niente da dargli, ma sono stufo. Dare…? Perché mi sento vuoto e perché la mia mano si contrae nella mia tasca?
scelta finale, la presenza della persona manchevole interpella il nostro modo di gestire ciò che possediamo, soprattutto in questo periodo in cui la questione dell’immigrazione è così scottante. Ma possiamo ridurre la giustizia di Dio a un gesto di elemosina? No di certo! Ci incita piuttosto a fare in modo che ciascuno possa vivere decentemente e che i bisogni di tutti siano presi in seria considerazione. Vediamo quindi: quali sono questi bisogni? Avere dei bisogni ci ricorda inesorabilmente che siamo dipendenti dai frutti della Creazione per nutrirci, e anche che siamo dipendenti dalla rete sociale, in quanto esseri destinati a interagire gli uni con gli altri. Questi bisogni, che sono perfettamente legittimi, diventano un problema quando prendono uno spazio sproporzionato e quando non vediamo più nient’altro. E così iniziano i problemi e le preoccupazioni di cui ci parla oggi il Vangelo.
Tutti abbiamo già vissuto questa situazione, e qualunque sia stata la
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Celebrazione ecumenica da Matteo 6, 25–34
Il mio bisogno di bere e di mangiare non può essere scisso dalla preoccupazione che tutti e tutte abbiano di che mangiare.
Relativizzare la paura di non avere abbastanza In fondo, forse la mia preoccupazione non è di restare a corto, bensì di non avere abbastanza? Il nostro sistema economico gioca su questa paura per spingerci a consumare sempre di più. Ci dà l’illusione che, se entriamo in possesso di una determinata cosa, saremo felici. Ci fa credere che ci mancherà se non ce la procuriamo. Così si crea una barriera tra benestanti e disagiati: le persone con i mezzi di soddisfare i loro desideri e quelli che non possono. Questo sistema porta a confondere i bisogni primari e i desideri superflui. Dimentichiamo che non esistono solo bisogni individuali, ma anche bisogni di un’umanità solidale, che non può costituirsi se non rispondendo al bisogno di giustizia formulato da Gesù. In quest’ottica, la visione dei miei bisogni si ritrova capovolta: il mio bisogno di bere e di mangiare non può essere scisso dalla preoccupazione che tutti e tutte abbiano di che mangiare. Il mio bisogno di avere un alloggio non può essere separato dalla preoccupazione che ogni essere umano abbia un tetto. 10
Mettere sotto la lente il funzionamento dell’economia di mercato Su più vasta scala le multinazionali, invece di rispondere in modo ragionevole ai bisogni dei consumatori e delle consumatrici, hanno un unico obiettivo: l’aumento del profitto e dei dividendi da versare agli azionisti. Vediamo che alcune imprese violano i diritti umani: ad esempio quando le popolazioni locali sono scacciate dalla loro terra per sfruttarne le risorse minerarie, senza che sia loro data una compensazione decente come esigono le convenzioni internazionali. Queste regole purtroppo possono essere facilmente aggirate. La Campagna ecumenica di Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti in collaborazione con Essere solidali chiede che le imprese multinazionali con sede in Svizzera siano riconosciute responsabili quando i diritti delle popolazioni locali non sono rispettati e quando l’ambiente subisce dei danni. La responsabilità delle imprese per le loro attività non può estendersi solo al nostro paese Svizzera, bensì ovunque nel mondo
Aprirsi agli altri Proponendo di firmare l’iniziativa per le multinazionali responsabili, le organizzazioni che la sostengono si rivolgono a noi in quanto cittadini e cittadine. Noi abbiamo il potere di collaborare con Dio per realizzare il suo Regno chiedendo più giustizia. Possiamo anche dar prova di responsabilità privilegiando l’oro prodotto dal commercio equo, certificato Max Havelaar. Ognuna di queste azioni è un piccolo passo verso una giustizia più vera. Sensibilizzandoci riguardo ai bisogni degli altri, noi compiamo la volontà di Dio e ci affidiamo a lui per la soddisfazione dei nostri bisogni vitali: «Voi invece cercate il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più.» (Matteo 6,33) Canto continua a pagina 11
Celebrazione ecumenica da Matteo 6, 25–34
Intercessione Dio del cielo e della terra, noi esseri umani aneliamo a te e al cielo. In Gesù Cristo tu scendi dal cielo verso di noi e riporti in cielo con te le nostre pregherie e preoccupazioni. Noi ti preghiamo. Per quelli che non hanno di che saziarsi: fa che per loro si spalanchi il cielo in terra. Per quelli cui il cielo appare irraggiungibile, che hanno rinunciato a sperare e a pregare: lasciati riscoprire da chi ti ha perduto. Per le persone che si parlano senza ascoltarsi: affinché trovino sotto il tuo cielo una nuovo linguaggio. Per quelli che pretendo troppo da loro stessi: fa che accettino i loro limiti e riescano a viverli bene. Per quelli che si fidano delle tue promesse e fanno dono del cielo ad altre persone: fa che splendano ai tuoi occhi e che siano sempre più numerosi. Dio del cielo e della terra, con le nostre preghiere stiamo con i piedi ben piantati nelle nostre vite e in questo pianeta. Noi rimettiamo le nostre speranze nelle tue mani benedette e al tuo orecchio attento.
Continuazione della celebrazione in un’agape Ti ringraziamo, Dio santo e forte. Tu porti il destino del mondo e ti preoccupi di ogni persona. Tu ci raduni nella tua comunità per ascoltare la tua parola e seguire tuo Figlio nella fede e nelle azioni. Questo è il cammino, e su questo cammino noi veniamo a te; è la verità che ci rende liberi; è la vita che ci riempie di gioia. Canto (Santus): Per questo noi benediciamo la tua tenerezza e uniamo le nostre voci a quelle degli angeli e dei santi. Dio buono, noi teniamo davanti a te le mani vuote, depositando davanti a te i nostri bisogni. Fa che essi siano accolti, niente li potrà colmare, se tu non sei con noi. Tu sei il senso, il vero scopo e fine della nostra esistenza. Tu sei un Dio che viene in nostro aiuto. Tu hai pietà della nostra povertà e della nostra debolezza, e hai depositato nelle nostre mani tese verso di te molto di più di un bel regalo: tuo Figlio. Lui è il cammino, la verità e la vita. Per questo noi ti chiediamo: fa che il tuo Spirito scenda su di noi che condividiamo il pane e il vino, il tuo dono immortale fatto per noi, il compimento della tua speranza, il rifugio dei colpevoli, la salvezza dei
Canto
malati, la resurrezione dai morti. Sii in mezzo a noi, nostro Signore e fratello Gesù Cristo! La notte in cui fu tradito egli prese il pane, rese grazie con la preghiera di benedizione e lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi. Dopo la cena allo stesso modo prese il calice, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli e disse: prendete e bevetene tutti, questo è il calice del mio sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me. Ecco perché, Dio di bontà, noi ti celebriamo nel memoriale del tuo Figlio, che ha dato la vita per noi. Celebriamo la sua vita, le sue parole e le sue azioni, che acquistano senso nelle nostre vite. Noi celebriamo la sua passione e la sua morte. Siamo riempiti dalla certezza pasquale: egli vive, è resuscitato! E regna nella sua maestosità e ha stabilito il suo regno d’amore in mezzo a noi.
Finale Prendetevi cura di chi vi è prossimo qui, e altrove, perché il regno di Dio possa realizzarsi. «Perché Dio non ci ha dato uno spirito che ci rende paurosi; ma uno spirito che ci dà forza, amore e saggezza.» (2 Timoteo 1,7)
Benedizione «Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti faccia grazia. Il Signore rivolga su di te il suo sguardo e ti doni la pace. » (Numeri 6,24-26)
Tu porti il destino del mondo e ti preoccupi di ogni persona.
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Proposta di omelia per la terza domenica di Quaresima
1 Corinzi, 10, 1-13
Esercizio di autenticità Lenz Kirchhofer, parroco cattolico cristiano ad Aarau
«Predicare bene ma razzolare male». Questo detto mi interpella nel mio ruolo di sacerdote. Non ci tengo affatto che mi si rimproveri di predicare bene e razzolare male. Essere credibili e autentici è una sfida per noi tutti, Chiesa, Stato, società, e anche per ogni individuo. Mi chiedo: vivo davvero i valori che ostento? E se non riesco a essere vero e credibile, devo avere il coraggio di pormi la seguente domanda: mi sono dato obiettivi che non posso raggiungere? O non sono abbastanza deciso nel perseguirli? E ancora: che cosa posso fare per restare credibile? Forse anche più spesso mi interrogo sulla credibilità degli altri. Allora divento critico. Anche Paolo assunse questo ruolo. Le persone che facevano parte della comunità a Corinto, per esempio, credevano che dopo essere stati battezzati risultasse irrilevante come si comportavano. Non era un problema per loro partecipare attivamente ai rituali di altre religioni. Per Paolo invece questo rappresentava un problema di credibilità e l’autenticità dell’adesione della comunità alla fede cristiana era messa in discussione.
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La questione del far coincidere le parole ai fatti è posta in questo periodo anche dall’iniziativa per multinazionali responsabili. Chiede che le imprese svizzere, attive in tutto il mondo, verifichino se i diritti umani sono lesi dalle loro attività. Sacrificio Quaresimale, Pane per tutti ed Essere solidali si soffermano sulle problematiche conseguenze dell’estrazione dell’oro. Così vediamo come, per far spazio a miniere di questo prezioso metallo, interi villaggi vengono fatti sgombrare. Vediamo che quando le miniere sono esaurite l’acqua è inquinata e la terra sterile. Dal Burkina Faso per esempio Inoussa Ouédrago testimonia: «La nuova strada dell’impresa mineraria taglia la mia terra in due. Così impedisce alla pioggia di scorrere omogeneamente. Da una parte ora il mais si secca e dall’altra è allagato. E compensazioni sin qui non ne ho ricevute.» Il vissuto delle persone che subiscono danni ci mostra che l’impegno formulato dalle grandi imprese a tener in giusto conto i diritti umani non è preso sul serio. Anche le imprese, come noi stessi, sono chiamate a lavorare costantemente sulla loro credibilità. È nel loro interesse perché la credibilità ha un influsso importante sul loro successo. Paolo esorta la comunità di Corinto con la frase: «Dunque chi si sente sicuro, stia attento a non cadere.» (1 Corinzi 10,12) Significa che le idee, il nostro sistema di valori, non sono ancora la vita
vissuta. Autenticità c’è solo quando parola e azione coincidono. Farle coincidere richiede un costante impegno. Paolo scrive pertanto ai Corinzi anche per incoraggiarli: «Tutte le difficoltà che avete dovuto affrontare non sono state superiori alle vostre forze, perché Dio mantiene le sue promesse e non permetterà che siate tentati al di là della vostra capacità di resistenza. Nel momento della tentazione Dio vi dà la forza di resistere e di vincere.» (1 Corinzi 10,13) Credibilità e autenticità non ci sono regalate, le dobbiamo esercitare continuamente. Come una melodia suonata su uno strumento: solo quando le note sono giuste, risuonano nitide; solo quando sono accordate tra di loro si crea l’armonia. Solo quando le parole e i fatti sono in armonia, siamo autentici e credibili.
Proposta di omelia sul testo di Genesi 2, 10–14
Assumiamoci le nostre responsabilità, ai quattro angoli del globo Martina Schmid, Pane per tutti, Losanna
Un fiume esce dal giardino di Eden. Lo irriga e di lì si divide in quattro braccia, simboli dell’armonia e della fertilità. Ai quattro punti cardinali, tutte le terre sono irrigate e la vegetazione si sviluppa a meraviglia. Oltre a questa biodiversità abbondante, nei paesi bagnati dai quattro fiumi si trovano oro e altre pietre rare. È un vero e proprio paradiso terrestre, che ci riporta ai nostri sogni d’infanzia, al paese delle meraviglie! La descrizione del giardino di Eden è seguita da un mandato dato ad Adamo di coltivare la terra e custodirla. E qualora arrivasse la tentazione di volersi appropriare di tutto, o di sfruttare la ricchezza del suolo per arricchirsi egoisticamente, si dovrà fare i conti con questo mandato che, attraverso i primi abitanti del giardino, si rivolge all’umanità intera. Il racconto del giardino di Eden a sua volta è preceduto da quello dei sette giorni della Creazione. Anche se la regione designata con il termine di Eden non è chiaramente
definita, il suo significato ebraico è simile a un’altra parola che significa gioia. Da qui l’idea che il giardino di Eden era il paradiso. Come è bello vivere nel paradiso terrestre. Il piacere degli inizi culmina nel grido di gioia di Adamo che chiude il secondo capitolo, quando Dio gli associa una compagna. La bella armonia iniziale che regna in questo giardino verdeggiante è seguita dal dramma del paradiso perduto del capitolo tre. La svolta avviene con questa messa in guardia: «Puoi mangiare il frutto di qualsiasi albero del giardino, ma non quello dell’albero che infonde la conoscenza di tutto. Se ne mangerai sarai destinato a morire! » Il divieto completa il mandato dato al versetto 15 e rimanda alla libertà: fin dalle origini, c’è una scelta da compiere tra ciò che porta alla vita e ciò che porta alla morte. Così il racconto del giardino di Eden tratta le dimensioni fondamentali dell’esistenza umana: libertà, vita, morte, amore, felicità, infelicità. Si interroga sull’essere umano e sul suo rapporto con la natura e con gli altri. Il nesso con la Campagna ecumenica passa dalla responsabilità. Quella di ogni individuo nei confronti dei suoi simili e degli altri esseri creati e in maniera particolare quella delle imprese multinazionali a cui si chiede di rispettare i diritti umani e di tutelare l’ambiente. L’estrazione
dell’oro è un esempio significativo, poiché richiede l’uso massiccio di mercurio, che danneggia la salute dei lavoratori e distrugge l’ambiente. Dai dirigenti delle imprese ci si aspetta che facciano uso del principio di dovuta diligenza per evitare che la mano d’opera sia sfruttata e che l’ambiente naturale sia contaminato dall’estrazione mineraria. L’oro, simbolo di ricchezza, fa parte della mitologia delle origini e sappiamo che sin dall’antichità se ne praticava l’estrazione artigianale. Elemento decorativo e armonioso del giardino di Eden, rappresenta al contempo una benedizione e una tentazione: servirsene senza limiti conduce a distruggere l’equilibrio stabilito inizialmente. Così come non si poteva mangiare dell’albero che infonde la conoscenza, anche in questo caso un rispetto dei limiti s’impone. Il testo ci invita a migliorare il nostro rapporto con il mondo e a moderare la brama individuale nei confronti dei tesori che la natura offre generosamente all’umanità intera, ma che non sono illimitati. L’essere umano è stato dotato della libertà, ma deve ancora imparare a utilizzarla. Il discernimento e la diligenza sono necessari per scegliere fra il bene e il male. E, come le quattro braccia del fiume, la responsabilità non si ferma davanti alla porta di casa, ma si estende ai quattro angoli del globo.
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Preghiere dal mondo
Una nuova visione del mondo Dio mostraci il mondo così come lo ha fatto il tuo amore: un mondo in cui i deboli sono accolti invece di essere sfruttati e in cui nessuno ha fame ed è povero. Un mondo in cui i tesori e le ricchezze della terra sono condivisi e in cui tutti ne possono godere. Un mondo in cui la pace poggia sulla giustizia ed è l’amore a modellare la giustizia. Dacci il coraggio e la fantasia di creare questa terra attraverso Gesù Cristo. dall’Inghilterra
Scuotici Dio della vita, rendici irrequieti, se siamo troppo soddisfatti di noi stessi; se i nostri sogni si sono avverati, perché erano troppo piccoli; se navighiamo in acque tranquille e ci avviciniamo sicuri alla meta, perché ci siamo allontanati poco dalla costa. Rendici irrequieti, Dio se per via dell’abbondanza di cose che possediamo abbiamo perso la sete dell’acqua viva; se innamorati di questo tempo terrestre abbiamo smesso di sognare l’eternità; se nello sforzo di costruire una nuova terra, abbiamo lasciato sbiadire la visione di un nuovo cielo. Scuotici Dio, affinché diventiamo più arditi e osiamo affrontare il mare aperto. dall’Inghilterra
Dio mostraci il mondo così come l’ha fatto il tuo amore: un mondo dove i deboli sono accolti e in cui nessuno ha fame ed è povero.
Scegliere il cammino della vita Signore eterno! Quando verrà il giorno, in cui la tua giustizia splenderà come il sole e in cui il tuo piano per il mondo potrà essere contemplato da tutti? I nostri cuori ti attendono con ansia e gridano: basta mani nascoste nell’oscurità! Basta manipolazioni nei mass media. Stop ai giochi ingannevoli del mercato mondiale. Signore del tempo e dello spazio, Signore della libertà e della giustizia, vieni e aiutaci, a vivere in questo mondo post-moderno. Aiutaci a riconoscere l’oppressione in questo nuovo sistema globale. Aiutaci a scegliere il cammino della vita. Noi ci mettiamo al tuo servizio. Fai brillare la tua luce su di noi! Nel nome di Gesù Cristo. da Taiwan
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Preghiere dal mondo
Il mio pane della vita, fino alla fine Tu, pane della vita, dacci oggi il nostro pane quotidiano. Il nostro Non il mio pane, ma il nostro, in tutti i continenti, poiché del pane che mangiamo in solitudine, non saremo sazi. Pane Non l’oro, ma il pane, che necessitiamo per vivere una vita dignitosa. Quotidiano Non lo straordinario, ma l’ordinario, l’indispensabile. Dacci Non “comprami”, ma “dacci”, regalaci coraggio e fantasia per procurarcelo, quando la necessità lo richiede.
Fa che continuiamo a fare ciò che fece Gesù quando condivise con gli affamati e andò con i poveri.
Oggi Non come un’assicurazione sulla vita, ma in una sempre rinnovata fiducia in Te e nella Tua affidabilità. Amen.
Padre nostro e madre Nostra, tu sei sulla strada nelle cose quotidiane della nostra vita e in tutti i nostri affanni.
dalla Svizzera
Libertà per la vita Dio della speranza ascolta la nostra preghiera. Quando chi è povero diventa invisibile e il denaro diventa una prigione: liberaci affinché scegliamo la vita. Quando la ricchezza diventa una dipendenza e il reddito dà valore alle cose: liberaci affinché scegliamo la vita. Quando la finanza detta ogni scelta e il consumo sostituisce la condivisione: liberaci affinché scegliamo la vita. dal Canada
Lo spirito di solidarietà
Che il tuo nome e il tuo messaggio siano riconosciuti che la giustizia regni che noi condividiamo, così come ci hai insegnato; affinché gli sfruttati che vivono qui e altrove abbiano il pane; affinché gli oppressi possano vivere in dignità. Dacci la forza di continuare quello che hai cominciato. Mostraci come possiamo costruire una nuova società, in cui gli esseri umani vivano relazioni nuove. Liberaci dalla nostra sufficienza e dalla nostra fame di potere. Fa che continuiamo a fare quello che fece Gesù, quando condivise con gli affamati e andò con i poveri. Gesù, guarda su di noi e aiutaci a smuovere le montagne. Dacci la forza di resistere all’attrazione del denaro, di opporci ai falsi bisogni, alle false libertà e di abbandonare i privilegi. Fai germogliare in noi il seme della solidarietà più forte di ogni tentazione. dal Messico 15
Unità didattica – secondo ciclo di scuola elementare
Sollecitudine e amore del prossimo Introduzione L’unità didattica approfondisce la tematica della Campagna ecumenica sotto l’aspetto della sollecitudine. Un agire con sollecitudine, un atteggiamento di sollecitudine verso le cose e tra le persone fanno da filo rosso di questa unità didattica. Servono a tale scopo, nella prima parte, elementi ludici. Il racconto biblico del Buon Samaritano richiama l’attenzione sull’amore del prossimo e su un atteggiamento di sollecitudine tra le persone. Il ritratto-racconto di
Oumarou Maïga, del Burkina Faso, offre una panoramica di un mondo in cui l’atteggiamento di sollecitudine verso le persone e la natura lascia a desiderare. La costruzione di una scultura/giostrina mobile e la relativa equilibratura richiedono da parte dei bambini abilità pratiche di agire con sollecitudine. L’unità didattica si conclude con l’invito ad un’azione di raccolta fondi.
Obiettivi: • provare a trattare con sollecitudine le cose fragili; • giocare, seguendo l’esempio del buon samaritano; • conoscere aspetti della vita di un bambino del Burkina Faso; • esercitare la sollecitudine creando ed equilibrando una giostrina mobile.
Sollecitudine e amore del prossimo Trattare con sollecitudine le cose Porre al centro un telo. I bambini si posizionano in piedi in cerchio attorno al telo, guardando verso il centro. Stanno spalla a spalla e tengono le mani dietro la schiena. L’insegnante mette in mano a ogni bambino un oggetto da maneggiare con cautela. Al segnale, i bambini si passano lentamente in cerchio gli oggetti dietro la schiena, finché ogni oggetto non arriva di nuovo al bambino dal quale è partito. Allora ogni bambino dice cosa tiene in mano e posa l’oggetto sul telo al centro. Spunti di conversazione: Cos’hai provato giocando? Come ti sei comportato? Cos’hanno in comune gli oggetti? Oltre agli oggetti, cos’altro nella vita dobbiamo trattare con sollecitudine? Spiegare la parola sollecitudine. Scopo della conversazione: Non solo gli oggetti, anche le persone tra loro hanno bisogno d’essere trattate con sollecitudine. Materiale: telo, vari oggetti delicati come: carta velina, fiori secchi, figurine di vetro fragile, guscio di chiocciola, conchiglia, piuma d’uccello, mina di matita, guscio d’uovo... Esercizio di attenzione all’altro Spunto: La convivenza tra le persone è piacevole se esse si trattano reciprocamente con sollecitudine. Lo si vede anche giocando insieme. Due esercizi a scelta: • Pantomima speculare - I bambini si mettono uno di fronte all’altro a due a due, in modo d’aver spazio sufficiente per muovere braccia e gambe. Poi un bambino comincia a muoversi lentamente. Il secondo bambino cerca di seguire specularmente, nello stesso istante, il movimento dell’altro. Quindi ci si dà il cambio. • La lastra di vetro invisibile - Tutti insieme afferrano una corda posata per terra, come se fosse una lastra di vetro rotonda. Con sollecitudine, questa “lastra di vetro” la si porta in giro per il locale, alzandola e abbassandola. Scambio del vissuto. Materiale: un lungo pezzo di corda
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Unità didattica – secondo ciclo di scuola elementare
Sollecitudine e amore del prossimo Racconto biblico Giocando abbiamo visto che la sollecitudine reciproca ha effetti benefici. La Bibbia racconta una situazione in cui un uomo straniero tratta con molta sollecitudine un uomo ferito che non conosce. Leggere la parabola del Buon Samaritano (Luca 10, 25-37). Dopo il racconto condurre una conversazione che allarghi il discorso: «Passano accanto un sacerdote, un levita e un uomo della Samaria. Chi tratta con sollecitudine il ferito?» Materiale: Bibbia Teatrino A coppie, i bambini rappresentano in pantomima la situazione del ferito e l’agire del Samaritano. Prima del gioco, raccontare di nuovo quella parte in cui il Samaritano viene in aiuto. Scambio delle esperienze dei bambini. Collocare al centro un grande cuore disegnato su un foglio. Il cuore è diviso in due metà. Conversazione: Cosa significa questo cuore? Cosa vuol dire amore? Far riferimento al racconto biblico. Scrivere il nome “Samaritano”. I bambini, quindi, raccontano le proprie esperienze in fatto di amore del prossimo. Poi scrivono in una metà del cuore i nomi di persone loro prossime. Materiale: grande cuore disegnato su un foglio, materiale per scrivere Ritratto dal Burkina Faso Il Samaritano e le persone intorno a noi si trattano con sollecitudine e attenzione reciproca. Non tutti gli esseri umani hanno la fortuna d’avere intorno persone ben intenzionate. Il racconto di Oumarou presenta tutt’altra situazione. Oumarou vive nel Burkina Faso, in Africa. Egli ha provato cosa vuol dire quando le persone non si trattano con sollecitudine reciproca. Prima del racconto, chiarire il termine “miniera d’oro”. Proporre il ritratto. Poi collocare al centro una brocca d’acqua e un cestino con del pane. Condurre una conversazione sulla situazione di Oumarou. Sottolineare che l’acqua è avvelenata e il cibo quotidiano non è sufficiente. Annotare nella seconda metà del cuore il nome di Oumarou e parole chiave sulla sua situazione. Confrontare tra loro le due metà. Cos’hai imparato oggi? Concludere condividendo e gustando l’acqua e il pane e con una preghiera di ringraziamento per la nostra situazione e di richiesta per la situazione di Oumarou. Materiale: ritratto di Oumarou che si trova su Click o da scaricare da www.vedere-e-agire.ch/proposte-didattiche, brocca d‘acqua, cestino con del pane Costruire una giostrina mobile Spunto: La parola “sollecitudine” ci ha guidati per tutta la lezione. Se noi ora vogliamo costruire una giostrina mobile, dobbiamo ripartire i vari oggetti con gran sollecitudine, in modo che raggiunga l’equilibrio. Individualmente o in piccoli gruppi si costruisce una semplice giostrina mobile (o scultura mobile). ll ramo principale va fissato con un filo robusto al soffitto o altro. Facendo uso della massima sollecitudine vari elementi sono appesi con dei fili al ramo ed equilibrati con sollecitudine. Le sculture mobili possono essere messe in vendita. Con i soldi raccolti la classe finanzia un progetto di Sacrificio Quaresimale o di Pane per tutti. Materiale: rami, filo robusto, filo sottile, eventualmente colla a caldo, materiali naturali (pigne, gusci di lumaca, piume..), creativi (figure di carta, anelli colorati, palline…) o riciclati (capsule caffè colorate, fiori di plastica pet…) Per scegliere un progetto contattare lepori@fastenopfer. ch o tschirren@brot-fuer-alle.ch
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Unità didattica – terza e quarta media
Oro o cibo? Responsabilità che non conosce frontiere Introduzione Le idee per questa unità didattica si basano sull’esempio di una miniera d’oro del Burkina Faso. Punto di partenza è capire l’importanza dell’oro e per che cosa lo si usa qui da noi. Si mette così in chiaro che l’oro in pratica serve solo per prodotti di lusso, non necessari per soddisfare i bisogni umani fondamentali. Ben diversa è la situazione per quanto riguarda la miniera d’oro del Burkina Faso: lì l’estrazione dell’oro priva le persone delle elementari risorse di vita, come l’accesso al cibo, un tetto sopra la testa e un ambiente intatto. In base al ritratto di un giovane del Burkina Faso la classe apprende come vivono i loro coetanei nei pressi di una miniera d’oro nel Burkina Faso.
Il cortometraggio “Se il Napf fosse in Perù” illustra cosa succederebbe se in Svizzera si estraesse oro in grande stile come in Perù o nel Burkina Faso. E mostra che, in base alle leggi vigenti, tali progetti non sono possibili in Svizzera. Il testo biblico dei Proverbi contrappone al guadagnare oro e argento l’acquistare sapienza e conoscenza. Ma cosa significa sapienza in rapporto all’oro? Come sarebbe? I giovani riflettono su queste domande con il metodo placemat. Come impulso ad attivarsi, suggeriamo alle classi di partecipare alla Giornata delle rose del 5 marzo 2016, unendosi ai gruppi già organizzati o organizzandone uno in proprio.
Obiettivi: • riflettere sugli effetti dell’estrazione dell’oro nelle aree minerarie; • rendersi conto del valore delle materie prime e di come esse sono utilizzate; • riconoscere il collegamento tra l’alto valore dell’oro e le necessità vitali elementari come il cibo o l’accesso alla terra e a un posto dove vivere; • attivarsi e impegnarsi per una maggiore giustizia.
Burkina Faso: la quotidianità di bambine e bambini che vivono nelle vicinanze di miniere di oro.
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Unità didattica – terza e quarta media
Oro o cibo? Responsabilità che non conosce frontiere L’importanza dell’oro All’inizio tutta la classe sta seduta in un cerchio di sedie. Al “centro” ci sono foto di gioielli d’oro (o veri gioielli d’oro) e lingotti d’oro nonché proverbi sull’oro. Discussione: Che importanza ha l’oro per me? Nella mia vita quotidiana, dov’è che trovo dell’oro? Che oggetti contenenti oro posseggo? Cosa mi mancherebbe se non avessi questi oggetti? A cosa serve l’oro? Raccogliere e selezionare parole chiave: 6 di esse vengono scritte con una penna (d’oro) sui tasselli di legno. Suggerimento: Nella selezione fare attenzione che le parole chiave descrivano bisogni o desideri individuali (ricchezza, bellezza, sicurezza, ...). Materiale: telo colorato, cartoline da ordinare tramite il formulario apposito, proverbi sull’oro, tasselli di legno, pennarello color oro. I tasselli si possono ritagliare da listoni di circa 9 x 23 mm, in legno di abete rosso o bianco, pino o faggio, disponibili nei negozi fai da te. Vanno bene anche i mattoncini di legno del gioco Kapla Viaggio in Burkina Faso Annunciare che adesso la classe intraprende un viaggio in Burkina Faso. Deve quindi fare le valigie. Ogni giovane scrive individualmente su una striscia di carta 6 oggetti che vuol portarsi in viaggio. A più riprese gli oggetti vengono ridotti e selezionati: «La valigia è troppo pesante!», «Le capacità di trasporto sono insufficienti», ecc. Alla fine tutta la classe deve avere complessivamente solo tra 6 e 12 oggetti che si porta in viaggio. Il nome degli oggetti finali scelti sono scritti anche loro sui tasselli di legno. Ricordare quali sono i bisogni fondamentali: acqua, cibo, sicurezza, salute, aria, casa. Materiale: descrizione dettagliata del gioco da scaricare da www.vedere-e-agire.ch/proposte-didattiche, strisce di carta, occorrente per scrivere, tasselli di legno Incontro con Samuel Ritratto raccontato d’un giovane del Burkina Faso che lavora come cuoco in una miniera d’oro. Conversazione in classe: Che importanza ha l’oro per lui? Quale il ruolo dell’oro nella sua vita quotidiana? Cosa manca a Mahamoudou quando lavora nella miniera d’oro? Cos’ha bisogno Mahamoudou (scuola, educazione, famiglia, comunità, riconoscimento)? Raccogliere 6 parole chiave e scriverle su tasselli di legno. Materiale: ritratto di Samuel a p.21, tasselli, immagini di Samuel su www.vedere-e-agire.ch/proposte didattiche La torre dei bisogni umani Tutti i tasselli vengono ordinati secondo le necessità vitali. I giovani si dividono in sottogruppi, ognuno dei quali propone un determinato ordine. Alla fine, nel plenum, si discute e si concorda l’ordine. Con tutti i tasselli costruire insieme una torre. Alla base vengono i bisogni primari come cibo, acqua, casa; poi i bisogni di sicurezza, i bisogni sociali e infine i bisogni di autorealizzazione. Se i bisogni primari mancano di soddisfazione, tutta la torre crolla. Per visualizzarlo, tirar via un tassello dal livello più basso. Una miniera d’oro in Svizzera? Il film “Se il Napf fosse in Perù” mostra quali sarebbero gli effetti se in Svizzera operasse una grande miniera d’oro. Mostra però anche perché in Svizzera non si può estrarre oro in questo modo, sebbene ce ne sia. Materiale: Film documentario (5 minuti) da scaricare dal sito www.vedere-e-agire.ch/film e apparecchiatura per proiettarlo Barometro delle opinioni sull’estrazione dell’oro I giovani prendono personalmente posizione sulle domande circa l’estrazione dell’oro sollevate dal film. Ad ogni domanda i giovani si mettono lungo una linea, che va da un chiarissimo “sì” ad un netto “no”. Se la risposta non è così chiara, i giovani possono mettersi anche tra le linee. Una volta che tutti hanno trovato la loro posizione, l’insegnante chiede ad alcuni giovani perché hanno scelto quella posizione. I vari argomenti per un “sì” o un “no” possono essere annotati alla lavagna. Materiale: domande del barometro sull’estrazione dell’oro su www.vedere-e-agire.ch/proposte-didattiche
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Unità didattica – terza e quarta media
Approfondire il tema dei valori Leggere dalla Bibbia il seguente testo: «Beato chi ha trovato la sapienza, felice chi ha acquistato la conoscenza! Possederla vale più di tanto argento; rende molto più dell’oro.» (Proverbi 3,13-14) Il metodo proposto per l’approfondimento è il placemat. La domanda sulla quale lavorare può essere la seguente, ma anche un’altra: Perché la sapienza e la conoscenza sono meglio dell’oro? Seguire le indicazioni sullo svolgimento descritte nella scheda placemat. Variante: Se c’è abbastanza tempo il testo che risulta dal lavoro con il metodo placemat può essere rappresentato in un’altra forma che non sia un testo scritto: un disegno, un collage, una fotografia, una pantomima… I risultati dei gruppi sono presentati all’intera classe e/o esposti anche negli spazi della chiesa o a scuola come contributo alla Campagna ecumenica. Materiale: Bibbia, placemat in formato A3 o più grandi da scaricare da www.vedere-e-agire.ch/proposte-didattiche, materiale per scrivere, materiale per una realizzazione artistica (per la variante) Questo me lo porto... Alla fine tutta la classe sta nuovamente seduta in cerchio. Al centro ci sono delle cartoline con soggetti vari. Tutti i giovani scelgono una cartolina e la scrivono rispondendo alle seguenti domande: Cos’è che m’importa più dell’oro? Dov’è che voglio particolarmente impegnarmi per la giustizia? La cartolina la scrivono a se stessi, ad un amico/ un’amica o alla famiglia. A supporto, l’insegnante propone proverbi e citazioni inerenti alle immagini. La cartolina verrà spedita una settimana dopo dal/la catechista. Materiale: cartoline da ordinare tramite il formulario apposito Adesione alla Giornata delle rose del 5 marzo 2016 Per iscrizioni e informazioni chiamare Carlo Carbonetti (091 922 70 47) o scrivere a carbonetti@fastenpfer.ch
I sogni e le aspirazioni di Oumarou e dei suoi compagni richiedono tutto il nostro impegno.
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Ritratto di Samuel Cissé
«Non appena la pioggia cadrà, tornerò a casa» Un giorno nella vita di Samuel Cissé*, 13 anni, in Burkina Faso Dormo per terra, in un sacco che nessuno usa più. Alle sei mi alzo e faccio colazione con ciò che rimane del riso e fagioli della sera prima. Alle sette vado a prendere l’acqua. Qui alla miniera non c’è un pozzo e il venditore la trasporta fin quassù con un fuoristrada a tre ruote. I soldi per l’acqua me li dà il padrone. Quattro volte al giorno trasporto un barile che contiene fino a 20 litri tenendolo in equilibrio sulla testa. È tremendamente pesante. Non c’è nessun sentiero, dappertutto ci sono sassi in cui incespico in continuazione. Ma abbiamo bisogno dell’acqua per bere e per cucinare. Ho deciso da me di venire qui, ad Alga, durante le vacanze scolastiche. Ho iniziato a lavorare da 15 giorni. Nessun bagaglio, ho solo i vestiti che porto addosso. In questa miniera circa 20’000 uomini estraggono l’oro con metodi artigianali. Le gallerie arrivano fino a una profondità di 140 metri. La mia data di nascita? Non la so. Ma frequento la quarta classe, quindi dovrei avere circa 13 anni. Vengo da una famiglia di minatori, siamo cinque fratelli. Abitiamo a Kong Pela, un villaggio che si trova a 14 chilometri da qui. Anche mio fratello maggiore lavora alla miniera: Ali ha 16 anni e tira l’argano vicino a un tunnel.
Samuel prepara il pranzo per i minatori del suo gruppo.
Nel pomeriggio devo andare di nuovo a prendere l’acqua. A volte mi accompagna Faiçal Queremi, un mio amico. L’ho conosciuto qui. Ha 16 anni e lavora in un’altra galleria. Alle 16 inizio i preparativi per la cena: riso e fagioli. La cena è alle 18. Io vado a dormire un’ora più tardi. Sono sempre molto stanco.
Alle 8 vado alla ricerca di legna da ardere. C’è poca legna utilizzabile, e quando non brucia bene, aggiungo un po’ di paglia. L’acqua impiega un’ora a bollire. Prima aggiungo i fagioli, poi il riso, un po’ di sale e l’olio. Cucino per il gruppo del mio padrone, 24 uomini in tutto. Alcuni di loro sono fissi nella galleria a scavare, perciò calo il cibo con la fune dell’argano.
Se devo essere sincero, nella miniera non c’è nulla che mi piaccia. Vorrei piangere, ma devo essere forte. In realtà non ho nessun fratello qui: Ali è solo una mia invenzione. Mi dà sicurezza. Mi manca la mia mamma. Mio padre è morto. Mio zio ha preso con sé mia mamma e noi bambini, ma non ci tratta bene. Non vuole più occuparsi di noi, per questo ci ha dato una parte della sua terra. Possiamo contare solo su noi stessi.
Ci sono stato una volta nel tunnel, a una profondità di 40 metri. Il lavoro laggiù è molto pericoloso, si rischia la vita in continuazione. Forse un giorno diventerò anch’io un minatore, anche se preferirei diventare un padrone. Non so quanto guadagnerei. Ma sarebbe comunque sufficiente, perché il padrone copre le spese per il cibo, l’alloggio e anche per i pantaloni nuovi, come quelli che mi ha comprato ieri.
Per me i soldi sono importanti, per poter provvedere alla mia famiglia e studiare. Con il mio salario pagherò la tassa scolastica e i libri, e anche delle sementi. Adesso la stagione delle piogge può iniziare in ogni momento. Non appena la pioggia cadrà, tornerò a casa, ad aiutare con il lavoro nei campi. Per farlo utilizzerò la zappa, ma non appena avrò abbastanza soldi, noleggerò un trattore. *nome fittizio 21
Ritratto di Azéta Ouédraogo
Le miniere d’oro hanno portato la fame Azéta Ouédraogo* è nata e cresciuta a Bissa, un villaggio del Burkina Faso che non esiste più. È stato distrutto e al suo posto, da cinque anni, è stata aperta una miniera d’oro. Oggi ha 13 anni e vive a Nouveau-Bissa, a due chilometri dal vecchio villaggio. A prima vista le abitazioni sembrano più belle, ma Azéta non è felice nella sua nuova casa. Ci spiega perché. Stai tornando dal lavoro nei campi. Che cosa hai fatto? Ho lavorato per quattro ore, scavando con una zappa delle buche per seminare le piante. È stato un lavoro molto duro. Nei prossimi giorni inizierà la stagione delle piogge, allora riempiremo le fossette con del composto e semineremo il mil (ndr: miglio africano, sorgo) e poi anche i fagioli. Sembra difficile. Lavori molto? Adesso che sono in vacanza lavoro sette ore al giorno: scavo buche per i semi, vado a prendere l’acqua, raccolgo la legna, cucino o lavo i vestiti. Le vacanze durano da maggio a ottobre. Nel periodo scolastico le mie faccende di casa durano due ore. Molti lavori necessitano più tempo a causa della miniera d’oro. Questo non lo capisco. Come mai? Nel nuovo villaggio abbiamo un pozzo, ma l’acqua è inquinata. Per l’acqua pulita devo andare con un carretto trainato da un asino fino al villaggio vicino. In tutto ci metto tre ore. E a causa della miniera, per raccogliere la legna o per portare il bestiame al pascolo devo percorrere una strada più lunga.
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Azéta intenta a cucinare il pasto per l’intera famiglia.
Ti piace la tua nuova casa? Nel mio vecchio villaggio era molto più facile divertirmi. Là abitavo nella casa accanto a mia cugina Jacqueline, la mia migliore amica. Ora le nostre case distano 300 metri l’una dall’altra. Dopo il trasferimento va tutto peggio. Puoi spiegarci il perché? In fondo il villaggio è nuovo. A causa della miniera la mia famiglia ha perso un quinto della sua terra. Molti dei nostri animali sono morti, perché il foraggio non è sufficiente. Il risultato: da maggio fino al raccolto di dicembre viviamo quella che qui si chiama soudure (lett: saldatura). È il periodo in cui i granai so-
no vuoti e si aspetta il nuovo raccolto. Allora mangiamo solo due volte al giorno, perché bisogna acquistare tutto ciò che serve e i soldi non bastano. Prima di tutto ciò non sapevamo che cosa fosse non avere abbastanza da mangiare. E poi Jacqueline ed io vendevamo dei dolci ai minatori e con il ricavato ci compravamo dei vestiti. Da quando ci siamo trasferite, ci mancano queste entrate. Che lavoro vorresti fare da grande? Voglio diventare dottoressa. Da noi ci sono molte persone giovani ammalate, che non possono essere guarite. Io voglio aiutarle. *nome fittizio
Strumenti di approfondimento
Drappo quaresimale 2016 Si tratta del medesimo drappo già utilizzato nel 2015 e si può ancora ordinare nei due formati in stoffa. L’artista nigeriano Tony Nwachukwu ha rappresentato, sotto l’ala di Dio, le urla dell’umanità e della creazione, i cui diritti sono minacciati. Ma, nei volti illuminati dal cero pasquale vediamo sei persone assumersi le proprie responsabilità, agire con sollecitudine e impegnarsi per la giustizia. Nel libretto di meditazioni abbinato al drappo la teologa Luzia Sutter Rehmann ha elaborato sorprendenti chiavi di lettura del tema. Con il titolo “Cercate prima la giustizia!” (Matteo 6,33) i suoi testi ci stimolano a «esercitare il diritto, affinché la giustizia abbia una possibilità tra noi umani». Drappo quaresimale di Misereor «Preservare la Creazione di Dio – affinché tutti possano vivere» di Tony Nwachukwu © MVG Medienproduktion, 2009
Se il Napf fosse in Perù
Giornata delle Rose
Film d’animazione sull’estrazione dell’oro di C. Schwingruber, Svizzera 2010, 5 minuti, da 14 anni
La vendita delle rose solidali è in programma sabato 5 marzo 2016. Stiamo cercano persone che a Lugano, Bellinzona e Locarno si uniscano ai gruppi di persone già esistenti per dare una mano. Vogliamo sfruttare questa occasione per condividere un momento di azione. Chi desidera partecipare è invitato a contattare Carlo Carbonetti: carbonetti@fastenopfer.ch, 091 922 70 47.
Il Napf è una montagna che fa da spartiacque tra i cantoni di Lucerna e Argovia. Nelle sue terre si cela l’oro. Il documentario invita a considerare l’estrazione di materie preziose in paesi del Sud globale dall’ottica svizzera. L’autore mostra in maniera fittizia che se il Napf si trovasse in Perù, in pochi anni verrebbe completamente appianato. Il film può essere scaricato dal sito: www.vedere-e-agire.ch/film
Sulle tracce di Luis alla ric erca di ciò che è prezioso Con 24 pagine a colori e un formato in cinemascope, Click è in nuovo giornalino cristia no, creato apposta per le bambine e i bambini della Svizzera italiana da un gru ppo di persone entusiaste. La sua mascotte è Luis, un asi no davvero speciale che guide rà i più giovani a scoprire che cosa è unico e prezioso. Da ordinare tramite il taglian do di ordinazione del materiale .
i ha poco tempo Meditazione per ch itazione in formato proponiamo la med o nn t’a es qu e ch An in qualsiasi tasca a facilmente posto ov Tr . ito ed cr di rta ca di mano quando di sempre a portata in qu è ed ta et rs e bo o, leggere il testo, . Fermarsi un at tim ne po m s’i a us pa a un meditare.
NB: tutti i materiali possono essere ordinati tramite gli appositi formulari che avete ricevuto per posta, oppure direttamente dai nostri siti. Se necessario chiamare lo 031 380 65 79 per Pane per tutti o lo 091 922 70 47 per Sacrificio Quaresimale.
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«Abbi cura di lui e anche se spenderai di più pagherò io quando ritorno.» Luca 10,35
Noi incoraggiamo ad agire
Rafforzare le persone
Solidarietà nel mondo
Pane per tutti è l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche in Svizzera. Al Nord induciamo le persone ad assumere uno stile di vita sobrio e ci impegniamo nella politica di sviluppo a favore del diritto al cibo e per un’economia etica. Al Sud aiutiamo le persone a liberarsi dalle difficoltà e dalla fame per condurre una vita autonoma. Insieme a organizzazioni locali evidenziamo situazioni precarie e ci impegniamo per i diritti delle parti lese.
Sacrificio Quaresimale è l’organizzazione di cooperazione internazionale dei cattolici in Svizzera. Il nostro impegno, al Nord come al Sud del mondo, è volto alla realizzazione di un mondo più giusto dove tutte e tutti, superate fame e miseria, vivano una vita degna di questo nome. Realizziamo progetti in 14 paesi di Africa, Asia e America Latina grazie alla collaborazione con organizzazioni locali. Nel nostro paese e nel mondo ci impegniamo a favore dei diritti umani e per regole economiche e commerciali più eque.
L’organizzazione cattolico cristiana Essere solidali sensibilizza alla missione e alla cooperazione allo sviluppo. Sostiene e accompagna progetti per la trasformazione sociale ed economica di persone svantaggiate. I progetti puntano sull’aiuto all’auto aiuto e il dialogo con i nostri partner è un segno di solidarietà viva tra i cristiani che vivono in paesi diversi del mondo.
Bürenstrasse 12, Postfach 1015, 3000 Bern 23 www.brotfueralle.ch ccp 40-984-9
via Cantonale 2a, casella postale 6350, 6901 Lugano www.sacrificioquaresimale.ch ccp 69-8988-1
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