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Rivista di spiritualitĂ arte e letteratura
A
CronaChe dai mondi visibili e invisibili numero 5 | Maggio - Giugno 2012 | euro 7,90
Poste Italiane SpA - Sped. in Abbonamento Postale - 70% Roma Aut. n. C/RM/70/2011
Maggio-Giugno 2012
A oltreconfine S Cronache dai mondi visibili e invisibili
5
incontri
arte
speciale
letteratura
universo olistico
Giorgio Cerquetti
Vincent Van Gogh
Cabala
Simone Perotti
Umberto Grieco
Dove trovare Oltreconfine abruzzo
Non troverai mai la
verità
accettare
se non sei disposto ad anche ciò che non ti aspetti. (Eraclito)
lombardia
sardegna
libreria esoterica le Chat noir Via Pusterla,16/C - 25128 Brescia www.lechatnoir.biz
toscana
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umbria
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libreria naturista Via Ancona, 66 - 64122 Pescara
calabria
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lazio
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libreria shesat Via San Bernardino, 15/C – 24122 Bergamo www.libreriashesat.net
libreria ecumenica Stazione MM1, P.zza San Babila - 20121 Milano www.gruppoanima.it
libreria la Quarta dimensione Via degli Alfani, 99/R - 50121 Firenze
art&vita Via Felice Cavallotti 5 - 05018 Orvieto (TR) www.satvat.it libreria dell’anima Strada Trasimeno Ovest, Località Olmo - 06074 Perugia www.animaperugia.it meeting Point Via Cavour, 107 - 05100 Terni
libreria il Faro Via De Simoni, 63 - 23100 Sondrio www.ilfaro.com
valle d’aosta
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libreria Tomo d’oro Via Flaminia, 557/B 60015 Falconara Marittima (AN) edicola della stazione Via Litoranea, 5 - 61037 Marotta di Mondolfo (PU)
piemonte
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Rivista di spiritualità arte e letteratura
A
Cronache dai mondi visibili e invisibili
editoriale Generalmente spinti da un’urgenza esistenziale che origina da un dolore lacerante, da un’intuizione profonda o da un desiderio insopprimibile di conoscenza, a un certo punto della nostra vita ci incamminiamo per una strada stretta e impervia in cerca di noi stessi. Dopo sforzi immani e ripetuti tentativi, talvolta riusciamo a squarciare le tenebre dell’oscura notte dell’anima e raggiungiamo uno stato di consapevolezza, fino allora sconosciuto, che ha la parvenza e il sapore dolce della verità. Sfiancati dalla fatica per l’impresa compiuta, in fin dei conti soddisfatti per il brillante risultato perseguito, quasi sorpresi della nostra stessa abilità, una vocina ci sussurra in tono conciliante di non esagerare. Ci voltiamo allora indietro e osserviamo non senza compiacimento la ripida strada che abbiamo percorso, gli ostacoli che abbiamo superato, le sofferenze che abbiamo patito e trasformato, i miracoli che siamo stati in grado di compiere. Il più delle volte decidiamo allora di fermarci e di insediarci in quel nuovo territorio che abbiamo scoperto. Sentiamo di essere finalmente tornati a casa e con gioia edifichiamo lì la nostra dimora, ritirandoci in un delizioso giardino ornato da fiori profumati e piante rigogliose. La vita scorre serenamente. Non siamo immuni ai problemi e alle sofferenze, certamente no, ma abbiamo ormai la nostra verità, la nostra piccola consapevolezza che ci viene in soccorso incoraggiandoci, consolandoci, donando pace e significato a tutto ciò che ci accade. Dopo la morte succede lo stesso. Le anime che sanno lasciarsi alle spalle gli attaccamenti e i gravami del mondo fisico, fluiscono libere e leggere verso le dimensioni superiori della coscienza e raggiungono paradisi gioiosi in cui possono riabbracciare i loro cari e vivere felicemente, senza preoccupazioni. Ancora una volta sentiamo di essere tornati a
casa. I viaggiatori dell’universo multidimensionale ci raccontano tuttavia che oltre quei paradisi confortevoli ci sono ben altri mondi da esplorare e da scoprire: se decidiamo di fermarci e di stabilire lì la nostra dimora, rischiamo dunque di perdere una preziosa opportunità, arrestando prematuramente la nostra evoluzione. Forse, allora, non è mai il caso di fermarsi, almeno non troppo a lungo, nello stesso luogo, fosse anche il più ameno e meraviglioso. Il mondo spirituale non sta mai fermo, vive e si alimenta del perpetuo movimento, è animato da vibrazioni di altissima intensità. Se restiamo fermi, se crediamo di aver trovato l’Eden, la verità ci sfuggirà sempre. Ci sarà sempre un oltre, un luogo che ancora non conosciamo e che vale la pena di essere esplorato per recuperare un altro piccolo frammento di verità. San Giovanni della Croce suggerisce che l’unico modo per raggiungere un luogo che non si conosce – cos’altro è la verità? – è prendere una strada ancora sconosciuta. Eraclito ci invita a essere disposti ad accettare anche ciò che non ci aspettiamo. Non esiste dunque verità che per sua natura non possa essere messa in discussione. L’essenza stessa della verità è forse racchiusa nel suo non poter essere codificata. E tuttavia non possiamo accontentarci di credere. Le credenze sono belle e rassicuranti, ma anche pericolose, perché possono diventare realtà, e qualunque realtà è una limitazione dell’essere infinito. Abbiate quindi le vostre fedi, i vostri mantra, le vostre preghiere, i vostri rituali, i vostri Dei, le vostre filosofie, le vostre tecniche... ma non fermatevi mai e provate ad assaggiare anche ciò che non conoscete. Siate aperti e ricettivi e imprevedibili e autentici come i bambini, i soli a cui saranno spalancate le porte del regno dei cieli. Q
SommarioU Anno I • Numero 5 • maggio/giugno 2012
6 la porta d’oro Trasmutazione
di Salvatore Brizzi
7 healing through writing • Guarire con la scrittura Nuovi paradigmi: fisica quantistica, neuroscienze e scrittura
di Kieron Devlin
di Andrea Panatta
10 dalla tana del bianconiglio
Posta metafisica: dubbi, incognite, riflessioni
di Carlo Dorofatti
incontri 12 Giorgio Cerquetti. Spirito Libero
di Giovanni Picozza
speciale > cabala
di Claudio Marucchi
28 La preghiera (da Il Libro dello Splendore) 30 Qabbalah quotidiana. Intervista a David Sciunnach 34 Torà - Bibbia - Ghimatria - Cabalà
di Arie Ben Nun
simposio
Corsi, seminari, conferenze
Reportage Cronache_resoconti_testimonianze 54 Meditarte
di Tristano Vagnoni
Luoghi dello Spirito 56 Ass. Quinta Dimensione, Colognola ai Colli (vr) 58 riflessioni su un corso in miracoli La pace mentale è chiaramente una questione interiore
a cura di Patrizia Terreno
di Andrea Colamedici
di Romolo Mantini
di Paola Germani
62 segnali dalla rete Josaya - Agisci come se fossi Amore
a cura di Andrea Panatta
66 oltrefrontiera Spagna > Il mio cammino di Santiago
38 Il Sé nella Kabbalah. Intervista a Ivan Alibrandi 40 2012. Fine o Inizio?
Bibliointervista > Gian Marco Bragadin Novità editoriali > Jeanne de Salzmann Le Porte della Percezione Libri_esperienze_suggestioni Professione: Editore > Atanòr Editrice Nel Tempio dei Libri > Libreria dell’Anima, Perugia
di Nadav Crivelli
24 Albero della Vita e corpo umano
44 46 48 50 52
61 il mio spazio sacro • Tutto è viaggio verso l’anima Viaggio
di Andrea Colamedici
20 Cabalà e Alchimia
Libri e lettori a confronto
60 ordinari frammenti di quarta via L’ultima danza
18 Cabalà, Kabbalah, Qabbalah. Invito al viaggio
di libro in libro
8 spiritualità pratica e strumenti della coscienza Il bisogno di controllo e l’arte del fluire
di Antonio La Malfa
universo olistico
Terapie alternative e percorsi di guarigione
70 Umberto Grieco. Il medico accordatore
di Andrea Colamedici
74 astrologia umanistica L’eterna danza della Luna e del Sole • II parte
30
di Lidia Fassio
76 feng shui & naturopatia Geopatie ed elettromagnetismo
di Omar Discepoli
punti di vista 78 L’Angelo incarnato
di Brando Impallomeni
TArte & LetteraturaU
90
arte & consapevolezza
Esperienze creative e itinerari della coscienza
84 Vincent Van Gogh. La sfida dell’ascesi artistica
di Satvat Sergio Della Puppa
90 Gianni Martinucci. L’antroposofia nell’arte
di Silvia Tusi
96 le sorgenti del mito L’azione fine a se stessa
98
di Sebastiano B. Brocchi
98 spazio creativo > Patrizia Rulli 102 spazio autori > Elisabetta Garbarini
letteratura & psiche
Antiche saggezze e nuovi scenari
106 Simone Perotti. Controcorrente... sull’onda della libertà
di Mariavittoria Spina
112 Guarda l’amore di Jalal ad-Din Rumi 113 Rumi. La profonda metafisica dell’amore
di Silvia Nosenzo
114 spazio onlus Psyche et Lex. Associazione Psicogiuridica
di Rossella Aromando, Chiara Riso e Andrea Lezzi
84
colophon OltreConfine Anno I S Numero 5 S maggio/giugno 2012 Periodico Bimestrale S euro 7,90 Registrazione presso il tribunale di Roma n. 217/2011 del 6 luglio 2011 Numero ROC 21635 issn 977-2239-9941 isbn 978-88-97864-01-1 direttore responsabile
ufficio stampa
Spazio Interiore Soc. Coop. Via Nazionale 243, 00184 Roma
progetto & realizzazione grafica
stampa
Francesco Pandolfi S f.pandolfi@oltre-confine.com
copertina Vincent Van Gogh, Strada con cipresso sotto un cielo stellato
hanno collaborato
Andrea Panatta S apanatta@gmail.com
Arie Ben Nun, Salvatore Brizzi, Sebastiano B. Brocchi, Nadav Crivelli, Kieron Devlin, Omar Discepoli, Carlo Dorofatti, Lidia Fassio, Michela Filippini, Elisabetta Garbarini, Paola Germani, Brando Impallomeni, Antonio La Malfa, Romolo Mantini, Claudio Marucchi, Isabella Popani, Patrizia Rulli, Satvat Sergio Della Puppa, Patrizia Terreno, Tristano Vagnoni, Francesca Zangrandi
direttore creativo
si ringraziano
Giuseppe Di Maula
direttore editoriale
Giovanni Picozza S g.picozza@oltre-confine.com
vicedirettore
Silvia Tusi S silvia.tusi@oltre-confine.com
redazione Laura Cinti, Andrea Colamedici, Maura Gancitano, Silvia Nosenzo, Mario Picozza, Mariavittoria Spina redazione@oltre-confine.com S tel./fax 06.90160288 Vicolo del Granaio, 12 00060 Castelnuovo di Porto (RM)
editore
Maura Gancitano - tel. 366.4224150 maura.gancitano@oltre-confine.com
Giorgio Cerquetti; l’Associazione Forza Vitale; David Sciunnach; Ivan Alibrandi; Gian Marco Bragadin; Mariano Bianca e Atanòr Editrice; Cristina Alunni della Libreria dell’Anima; l’Associazione Quinta Dimensione; Giovanna Garbuio, Sandro Flora e Silvia Paola Mussini; Umberto Grieco; Gianni Martinucci; la Libreria Rotondi; Simone Perotti; Rossella Aromando, Chiara Riso e Andrea Lezzi di Psyche et Lex
CSR Centro Stampa e Riproduzione srl Via di Pietralata 157, 00158 Roma
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la porta d’oro
trasmutazione F di Salvatore Brizzi www.salvatorebrizzi.com
L’
Alchimia non è un metodo per produrre trasmutazione, ma il risultato visibile di una trasmutazione che sta avvenendo su un piano più profondo. Questo è ciò che ho ricavato dopo ormai due decenni non di studi – che poco mi interessano – ma di sperimentazione alchemica personale che mi ha condotto a risultati precisi e tangibili di cui vado orgoglioso. Di norma non parlo di questo argomento perché concerne una sottigliezza che quasi mai interessa il praticante, però ritengo che un accenno possa qui essere fatto, non foss’altro che per regalare qualche attimo di godimento animico a coloro che sentono di essere reincarnazioni di antichi maghi e alchimisti... e che a migliaia si sono dati appuntamento in questo ultimo scorcio di ciclo cosmico. Se, grazie al mio Lavoro di risveglio, alcuni atomi del mio corpo emotivo si trasmutano – cambiano di ottava (tecnicamente si attiva una nuova spirilla) – ed entrano così a far parte del corpo causale – il corpo dell’anima – questo processo è l’effetto, non la causa di una trasmutazione alchemica che è già avvenuta in profondità dentro di me. Il processo di trasmutazione degli atomi appena descritto giunge progressivamente a impedirmi di provare emozioni negative e mi permette invece di accedere in misura sempre maggiore alle emozioni superiori, le quali originano dal Cuore e trovano la loro materia di manifestazione proprio nel corpo causale, cioè nel corpo di gloria o dell’anima. Detto in altre parole, per mezzo della trasmutazione interiore sottraggo materia alla sofferenza e ne fabbrico di nuova per la gioia. Tali trasmutazioni possono essere attivate con metodi artificiali, ma senza un cambiamento profondo di cui esse sono solo un riflesso, non si possono ottenere risultati reali e permanenti. Se io oggi sono in grado di provare Amore invece che semplice attaccamento è perché a un certo punto è avvenuta un’espansione del mio Cuore, cioè della mia coscienza. Come conseguenza di ciò si è anche verificata una trasmutazione alchemica di certi atomi dei miei corpi fisico, emotivo e mentale. In altri termini, il mio diverso modo
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Oltreconfine | Cronache dai mondi visibili e invisibili
dal i blog d re o t a Salv zzi Bri
di amare si rifletterà nella lucentezza della mia pelle, nelle emozioni che manifesterò e nel mio nuovo modo di pensare la relazione di coppia. Ma se io cerco di modificare la mia chimica per ottenere un carattere diverso (si veda l’assunzione di sostanze psicoattive, droghe o farmaci che siano), per esempio per non essere più ansioso sul lavoro o possessivo verso il mio partner – sebbene in alcuni casi possa rappresentare l’unica via d’uscita – non è la stessa cosa che aver aperto il mio Cuore e modificato per sempre la mia visione di coppia. Lo stesso dicasi se io mi costringo a pensare positivo o mi convinco che tutto è Uno. Gli atomi del mio corpo mentale si modificheranno naturalmente dopo che io avrò realizzato determinati stati e a nulla vale costruirsi una maschera mentale che spesso diviene un sostituto della realizzazione interiore vera e propria. Il Lavoro su di sé che viene ancora tramandato in alcune rare Scuole planetarie, non consiste infatti nell’intervenire sulla personalità con il fine di modificarla, bensì nel praticare il ricordo di sé, nell’essere cioè consapevolmente presenti a qualunque cosa faccia l’apparato psicofisico. «Pregare rettamente non consiste nel pronunciare delle parole, ma nell’inabissare lo spirito o la Volontà dell’anima in Dio». Johann Georg Gichtel, mistico tedesco, autore di Theosophia practica Q
Salvatore Brizzi è un praticante di Alchimia trasformativa. Attraverso la sua attività di scrittore e conferenziere partecipa attivamente al movimento di restaurazione dei Misteri (in particolare Alchimia e Magia) che sempre di più in futuro coinvolgerà quella parte dell’umanità sensibile al richiamo dell’anima. Egli prospetta il nuovo avvento di una Società Tradizionale dove il sacro tornerà a far parte della quotidianità dell’essere umano. Vive a Torino e tiene corsi e seminari in varie città d’Italia. // www.primoraggio.it //
incontri
giorgio cerquetti spirito libero _____________
di Giovanni Picozza
A
Grande conoscitore dello yoga, della meditazione e delle filosofie orientali, Giorgio Cerquetti, precursore del movimento New Age in Italia, si dedica da più di quarant’anni a promuovere con entusiasmo e dedizione l’evoluzione spirituale dell’individuo e della società. Scrittore e conferenziere, la sua instancabile opera di divulgazione è basata su un linguaggio semplice e diretto, accessibile a ogni tipo di pubblico.
Lo
spirito eterno chiamato in questa vita Giorgio Cerquetti rappresenta in modo emblematico l’esito spirituale di una generazione effervescente che ha avuto la fortuna di vivere un’epoca densa di sfide e di stimoli preziosi, che tuttavia non sempre è riuscita a cogliere e a trasformare in esperienze evolutive. Attraverso una vita di sperimentazione personale, di viaggi in giro per il mondo e di fervida ricerca interiore, ha saputo infatti realizzare una sintesi efficace e funzionale tra le antiche tradizioni orientali e i nuovi modelli della spiritualità occidentale. Nato ad Ancona il 3 dicembre 1946, a otto anni Giorgio Cerquetti inizia a ricordare spontaneamente le vite precedenti e a quattordici compie una radicale scelta di vita vegetariana, in quegli anni certamente poco convenzionale. Durante l’adolescenza subisce il fascino dell’esistenzialismo e negli anni Sessanta partecipa in prima persona alla rivoluzione giovanile, incarnandone le aspirazioni mistico-spirituali. Nel 1968 parte per il primo di una lunga serie di viaggi in
Giorgio Cerquetti
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Oltreconfine | Cronache dai mondi visibili e invisibili
India, dove approfondisce la conoscenza del sanscrito, dello yoga e della meditazione; si laurea in seguito in Filosofia all’Università Statale di Milano con una tesi su Hegel e la filosofia indiana. Negli anni Settanta collabora attivamente con le riviste e i gruppi che si fanno portavoce degli aspetti più fecondi della controcultura beat e hippy e del movimento femminista. Negli anni Ottanta si appassiona al movimento dello sviluppo del potenziale umano e del pensiero positivo. Negli anni Novanta è uno dei rappresentanti più autorevoli della spiritualità New Age, che contribuisce a diffondere proponendo testi e autori significativi agli editori italiani. Durante la sua permanenza negli Stati Uniti ha l’occasione di conoscere e intervistare personaggi come Michael Murphy, Louise Hay, Raymond Moody, Marlo Morgan, James Redfield, Timothy Leary, Deepak Chopra e molti altri ancora. Nel 1992, nel giorno del suo quarantaseiesimo compleanno, viene colpito da un’emorragia cerebrale che lo fa sprofondare in coma. In questo stato di tempo sospeso vive un’incredibile esperienza extrasensoriale che ripercorre nel libro autobiografico Incontro con la Chiara Luce. Viaggiando fuori dal suo corpo, ricoverato inerte in una stanza del Piedmont Hospital di Atlanta, si ritrova sull’Himalaya, seduto intorno al fuoco con un gruppo di yogi. Ricorda allora di essere stato in una vita precedente Om Das, uno yogi guaritore himalayano; comunicando telepaticamente con gli yogi, tra cui il grande Mahamuni Babaji, esprime il desiderio di trasmettere pace e buona fortuna a tutte le persone che incontrerà sul suo cammino e coglie alcune profonde intuizioni e rivelazioni: «Se nessuno riflette Dio, lui non c’è pur non cessando di esistere. C’è ma è invisibile a chi non lo vuole ricevere consapevolmente. È meglio smettere di parlare astrattamente di Dio e cominciare invece a rifletterlo. Il mio amore incondizionato sarà lo specchio limpido
speciale > cabala
CABALÁ, KABBALAH, QABBALAH invito al viaggio _____________
di Andrea Colamedici
E
sistono ventiquattro ortografie possibili per esprimere in caratteri latini קבלה, termine ebraico formato dalle lettere qof, bet, lamed, he, il cui significato essenziale è il concetto di lascito, ricezione. Ogni grafia racconta una storia, una discendenza e un obiettivo; in questa introduzione e nell’intero Speciale daremo spazio a più di una grafia, per dare tempo a più di un racconto. La Qabbalah è forse il più grande esercizio di cartografia della coscienza che l’uomo occidentale si sia mai azzardato a compiere; rappresenta l’impulso costante verso la comprensione di sé, praticato attraverso un moto inarrestabile e multiforme. Solitamente si indica con Qabbalah quel versante della tradizione mistica giudaica che tuonò i primi vagiti in Europa attorno al XIII secolo. Figlia di una ricchissima tradizione orale che scelse deliberatamente di offrire la propria esigenza esoterica alla carta, oltre al significato di ricezione la Qabbalah contiene ed esprime anche quello di ariete, lo strumento bellico atto a sfondare ciò che si frappone fra il ricercatore e l’obiettivo. Una pratica terribilmente efficace, quindi, e non il gioco enigmistico a cui si è spesso indotti ad associarla. La Cabalà è, al contrario, quella scienza che permette di affrontare i guardiani delle soglie interiori. Immaginiamo queste soglie come degli hotspot, cioè come dei punti di collegamento alla rete, e i guardiani come gli strumenti attraverso cui collegarsi. La Cabalà, in questa azzardata metafora, oltre a offrire le parole chiave per la connessione (le password, ossia l’alfabeto ebraico geroglifico) svolge il ruolo di motore di ricerca per tutte le fasi della vita dell’uomo. Permette, cioè, di descrivere l’approccio umano al conoscere attraverso le sterminate possibilità del discorso mitico, offrendo una descrizione chiara e dettagliata del potenziale sviluppo armonico dell’uomo. È chiaro, quindi, che gli strumenti per utilizzare le soglie non possono appartenere a una religione specifica, benché spesso le grandi strutture aziendalistiche a fini salvifici tendano a marchiare quanto prodotto da mistici apolidi, la cui unica residenza non è in questo mondo.
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Oltreconfine | Cronache dai mondi visibili e invisibili
La Cabalà è un organismo vivente interamente proiettato verso lo sviluppo spirituale dell’individuo, un grande acceleratore evolutivo che permette di risalire a una condizione esistenziale proiettata nel pensiero immaginale. La Cabalà, così come tutte le reali tecniche di evoluzione interiore, serve prima di tutto a creare una mappa dei punti di collegamento con la rete, per poi mostrare le modalità di sviluppo di quella serie di facoltà superiori dove, utilizzando il concetto di Io Grande di Carl G. Jung mutuato da Igor Sibaldi, «l’analisi dell’Io diviene ricerca spirituale». Lo stesso Jung, in una lettera al reverendo Erastus Evans, descrive l’emozione del suo incontro con la Kabbalah lurianica, dal nome del suo fondatore Isaac Luria Ashkenazi. Nato a Gerusalemme nel 1534, Luria fu autore di una vera e propria rivoluzione nel mondo della Kabbalah, facendosi portatore di un pensiero mistico innovativo espresso principalmente sotto forma di mito. Prima di Luria la Kabbalah era una dottrina prettamente teorico-speculativa; con il suo apporto, invece, essa si trasformò in un sapere pratico e attivo. L’idea che colpì Jung era parte integrante dell’interpretazione lurianica della storia universale, che si estende-
speciale > cabala
QABBALAH QUOTIDIANA intervista a david sciunnach _____________
a cura di Andrea Colamedici
mondo della Qabbalah e iniziano a stuDa dove viene la parola Qabbalah? diare lo Zohar senza essere dei cabalisti, La parola Qabbalah viene dal verbo leperché non hanno ricevuto da altri cabakabel, che indica “il ricevere”. Si tratta listi la rivelazione, la chiave interpretaquindi di una tradizione che si riceve e tiva; ci sono anche persone che studiano di conseguenza si dona. La Qabbalah è la ma non praticano le Mitzvot, facendone parte esoterico-mistica dell’ebraismo, quindi una sorta di New Age, di passione la spiegazione nascosta degli aspetti ocspirituale che non porta nulla di concreto culti della Torà. Molti pensano di poterla Il sacro nome di Dio, Bibbia sefardita, 1385 nella vita quotidiana; in pratica, la utilizapprofondire senza capirne la base, ma in realtà il suo studio non può essere scisso da quello della zano solo per sentirsi un po’ meglio dentro: è il caso di tutto Torà, del Talmud e della Mishna, ma anzi lo suppone. Per il movimento creato da Yehuda Berg a Los Angeles. Infine questa ragione non si dovrebbe studiare la Qabbalah prima ci sono i cabalisti veri e propri, che anzitutto osservano la dei quarant’anni, perché una persona deve avere il tempo Legge, le Mitzvot e i 613 precetti, con una visione più mistica di formarsi nello studio, ma anche nell’esperienza di vita, rispetto all’ebreo comune, alla ricerca della comprensione prima di potersi addentrare in un argomento più mistico, di cosa ci sia dietro al precetto. Hanno ricevuto questa visione dai loro maestri, che a loro volta l’avevano ricevuta da più delicato, più pericoloso. altri maestri, fino ad arrivare a Mosè e al dono della Torà sul monte Sinai. Hanno la chiave interpretativa di certi teQuali sono questi pericoli? Uno studio affrettato della Qabbalah può allontanare dalla retta via, dalla comprensione vera della Torà. Non solo: una persona a quarant’anni è spesso sposata, ha dei figli, quindi non si lascia trascinare dal misticismo: i suoi piedi restano ben piantati per terra. Le pratiche della vita quotidiana, come occuparsi dei figli e della famiglia, diminuiscono notevolmente le possibilità di partire per la tangente. Chi invece vuole approfondire i testi troppo presto corre il serio rischio di impazzire. Nella mia vita, soprattutto quando vivevo e studiavo in Israele, ho conosciuto persone geniali che poi sono state ricoverate e sottoposte a terapie farmacologiche perché avevano sviluppato una visione della vita diversa da quella reale. Bisogna fare molta attenzione. Come si struttura l’approccio alla Qabbalah? La Qabbalah ha varie ramificazioni: ci sono innanzitutto gli studiosi di Qabbalah che non sono cabalisti, ossia tutti quei professori che hanno approfondito l’argomento a livello storico. Tra di loro possiamo ricordare Gershom Scholem dell’Università di Gerusalemme o Moshe Idel, ma anche personaggi italiani, penso ad esempio al professor Giulio Busi che ha scritto e tradotto alcuni testi dall’ebraico, dal francese e dall’inglese. Ci sono poi persone che entrano nel Candelabro a sette bracci (Menorah), secondo la visione narrata in Zacc. 4
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Oltreconfine | Cronache dai mondi visibili e invisibili
SEGNALI a cura di Andrea Panatta
joSAyA Agisci come se fossi Amore www.josaya.com Josaya – dal sanscrito Jos Aya, “luogo di gioia” – è lo pseudonimo di Giovanna Garbuio, Sandro Flora e Silvia Paola Mussini, ottenuto dalla fusione delle iniziali dei nomi di Giovanna e Sandro con le finali di Silvia. Insieme, i tre hanno fondato Josaya srl, e tramite i siti internet www.josaya.com e www.ho-oponopono.info diffondono un messaggio di pace e di consapevolezza interiore che ha un grande seguito di lettori e amici.
Vorrei che tutti e tre, a turno, vi raccontaste un po’ e spiegaste chi siete e cosa fate nella vita. Jo – Sono nata quasi quarantacinque anni fa e da quando ho l’uso della ragione sono sempre stata una contestatrice piuttosto aggressiva. Finché non capisco le cose, io sono contraria e non lo nascondo! Difficilmente riesco a riconoscermi in un ruolo predefinito come mamma, moglie, architetto, scrittrice, pittrice e così via. Io sono io, al limite la Giò; mi sento di essere tutto questo e molto altro, ma anche nulla e tutt’altro... in ogni caso, sono enormemente grata all’universo per avermi permesso di esserlo nel modo in cui lo sono! Sono sempre stata in cerca di soluzioni per una vita oltre la banalità. Allo stesso tempo sono sempre stata consapevole che, se è vera la teoria della reincarnazione e del karma, io mi sono incarnata con la missione di farmi una bella vacanza! Ho avuto una vita piacevole, piena e interessante... cosa volere di più da una vacanza? Ho tre figli e un marito – di cui sono profondamente innamorata da circa ventidue anni – che sono la cosa più grandiosa, importante e fantastica che potesse esserci nella mia vita. La mia esistenza ruota intorno a loro, non posso prescinderne, e questo mi rende immensamente felice e forse anche un po’ banale. A quarantacinque anni sono abbonata soltanto a due riviste: Oltreconfine e Topolino, perché rispecchiano perfettamente i miei interessi attuali, che non sono quelli di ieri e probabilmente non saranno quelli della settimana prossima. Sono incostante e seguo davvero l’ispirazione...
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Mi butto a capofitto nelle cose, per dimenticarmene il momento dopo che si sono esaurite. Credo profondamente che la buona fede sia la caratteristica principale dell’umanità e che tutto sia possibile. Sa – Potrei presentare centinaia di me stesso, o neanche uno. Ho alcuni io che nel mondo interpretano ruoli diversi: ragazzino, uomo, fidanzato, padre, webdesigner, infomarketer, musicista, ricercatore... Ho iniziato la ricerca di me stesso fin da giovane; all’età di quattordici anni mi chiedevo quale fosse lo scopo della mia presenza su questo pianeta. E da allora mi sono interessato alla meditazione e alla ricerca spirituale. In particolare mi sono sentito molto allineato a Osho e al suo pensiero. La consapevolezza si è risvegliata in me all’età di diciotto anni, durante il servizio militare, un’esperienza molto forte che ha segnato la mia vita, liberandomi dal peso delle credenze e delle convinzioni inculcate dagli altri. In una notte tutto è cambiato: ero pronto ad affrontare le mie paure. Sapevo che nessuno avrebbe potuto farlo al posto mio e così me ne andai in un bosco, e feci un patto con me stesso. Misi in discussione la mia vita e il mio passato: ero pronto ad abbandonare tutto ciò che sapevo e che avevo imparato dall’esterno; ero stanco di dipendere dalle idee altrui: erano diventate un peso da cui dovevo liberarmi. E così, pronto a perdere tutto, quella notte affrontai le mie paure, che scomparvero come il buio alla luce. Non è possibile dare definizioni che valgano per sempre. Uno dei migliori modi di vivere è quello di essere pronti a cambiare; non attaccandosi alle cose si può vivere con leggerezza e giocosità. Ecco il motivo per cui ho traslocato trentadue volte finora... Chi vuole avere certezze e punti fermi soffre perchè fa fatica ad accettare i cambiamenti. Chi è pronto a cambiare, invece, si allinea ai ritmi universali, e tutto diventa più facile. Più facile è vivere, più si è in pace con se stessi, e questo è uno dei migliori modi per contribuire all’evoluzione dell’umanità. Ya – Parlare di sé è come descriversi nel labirinto di specchi del luna park e porta a raccontare anche di fantasmi... si cambia talmente tanto strada facendo! Mi sembra di aver mutato migliaia di pelli, e ognuna è stata straordinariamente preziosa, ma allo stesso tempo, da molto non c’è nulla a cui mi sia affezionata o abituata o che senta come mancante. Ho sempre vissuto pienamente di cuore, d’ani-
oltrefrontiera
a spagn
il mio cammino
di santiago _____________
di Antonio La Malfa
il braccialetto
Ho un braccialetto di gomma al polso destro. È blu, ha cinque frecce gialle, una in fila all’altra, e una scritta: camino de santiago. Le frecce gialle indicano la direzione; durante il Camino, ti guidano in ogni bivio che affronti, dalla partenza all’arrivo. E quando hai fatto una volta nella vita una simile esperienza, il tuo occhio sarà abituato a riconoscere dovunque quelle frecce. A parte quando dormo, indosso sempre il braccialetto. Ogni tanto mi casca l’occhio su di esso, e posso così pensare alle mille difficoltà affrontate durante quei viaggi – ho fatto due volte il Camino – e in tal modo trovare conforto e coraggio – in una sola parola: la direzione – per i problemi che incontro nella vita. Una specie di talismano, insomma. Quando fai uscire la spiritualità dalla porta, ecco che quella pian piano rientra dalla finestra, sia pure sotto forma di bracciale.
un’ipotesi sulla motivazione dei miei viaggi
Per nessuno dei due viaggi ricordo il preciso momento in cui ho deciso di farli. Ma per il mio modo di essere – e questa è la mia principale motivazione per aver intrapreso il Camino – è estremamente salutare starmene per qualche giorno da solo. Quando avevo quattordici anni ho iniziato a correre a piedi. Correvo anche negli anni precedenti, ma a quell’età ho
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deciso di farlo regolarmente. Praticamente tutti i giorni. Preferivo correre da solo, e non era un ripiego dato dalla mancanza di compagni corridori. Penso che condividere esperienze di vario genere con altre persone sia una gran bella cosa; con la donna che ami, con i figli, con gli amici. Suonare, per esempio, con altre persone: ecco, la quantità di piacere che sento quando suono con altre persone è infinitamente superiore ai momenti in cui suono da solo. E come per la musica, la buona compagnia è un valore aggiunto per andare a teatro o al cinema, o per fare un bagno al mare, o per andare a cena in un buon ristorante. Ma per quanto riguarda la corsa non è così, almeno per me: io sto meglio da solo. Anche se a quattordici anni correre due ore da solo può essere talvolta difficile. C’erano giorni in cui rimandavo l’allenamento alla sera, e correvo per strada (meno male che a Piombino, la cittadina in cui sono cresciuto, ci sono lampioni dappertutto, in ogni via). Dovevo passare anche davanti al cimitero, davanti a quel cancello da dove vedevo lumini votivi, anche se cercavo di non guardarli, e mi inquietavo. Oppure i cani sciolti, senza guinzaglio: quando sei solo ti fanno più paura che in compagnia di altri corridori. Ma a parte questi dettagli, trovavo – e trovo – che sia molto più bello correre da soli. La mente se ne va per conto suo. Mi ricordo di un giorno – una sera d’inverno, al buio – in cui ho corso per un’ora, sono arrivato a casa e non mi ricordavo più le strade che avevo percorso, mi ricordavo solo i processi mentali, i pensieri, le mie gioie e le mie preoccupazioni, ma niente di quel che riguardava la strada.
universo olistico • Terapie alternative e percorsi di guarigione
umberto grieco il medico accordatore _____________
a cura di Andrea Colamedici
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Definito da Peter Roche de Coppens il medico dei miracoli per aver risolto innumerevoli casi che la medicina tradizionale riteneva incurabili, Umberto Grieco, medico, scrittore e ricercatore, esperto di Bioelettronica e Biorisonanza, ha riunito in cinquant’anni di sperimentazioni il mondo della medicina con quello della fisica e dell’ingegneria, facendosi promotore di un approccio olistico nella cura dell’individuo.
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mberto Grieco, nato il 13 ottobre 1930 a Massaquano, frazione di Vico Equense in provincia di Napoli, è stato definito dal sociologo, antropologo e psicoterapeuta Peter Roche de Coppens il medico dei miracoli. Medico, giornalista, scrittore e ricercatore, è specializzato in Dermatologia e Biopsicosessuologia. Già docente in Tecniche Integrative presso l’Università La Sapienza di Roma, è stato il fondatore della rivista Health-Salute, che dirige da più di vent’anni. Esperto di Bioelettronica e Biorisonanza, tecniche di diagnosi e cura che integrano nella medicina tradizionale l’utilizzo delle oscillazioni elettromagnetiche, Umberto Grieco ha riunito, in cinquant’anni di sperimentazioni, il mondo della medicina con quello della fisica e dell’ingegneria. La sua ricerca scientifica si è fatta portatrice di un approccio olistico nei confronti dell’individuo, riconoscendo il grande valore terapeutico della meditazione e della preghiera. Incontro il dottor Umberto Grieco nel suo studio romano.
Umberto Grieco
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È difficile credere alla sua biografia: ha ottantadue anni, di cui oltre cinquanta passati a operare, ma vive, gioca e lavora ancora come se fosse riuscito ad accordarsi con il tempo. Mi imbatto subito, infatti, in un bellissimo pianoforte, che scopro essere una delle sue più grandi ispirazioni. Dietro alla scrivania scorgo poi uno strano macchinario, che scoprirò in seguito essere il mora, un’incredibile apparecchiatura di bioelettronica con cui, ancora oggi, il dottor Grieco si diverte ad accordare gli uomini. Cosa ricordi dei tuoi primi passi nella medicina? Proprio stanotte facevo delle considerazioni. Ho iniziato come medico e ho ottenuto dei grandi successi nella professione, ma poi, non contento né soddisfatto di quello che mi offriva la medicina, ho preso altre strade. D’altronde la medicina non è stata la mia prima scelta. Volevo fare Fisica o Ingegneria, mi piaceva il mondo scientifico, però mia madre, la mattina in cui andai a iscrivermi all’università, mi
punti di vista
l’angelo incarnato _____________
di Brando Impallomeni
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oche delle trasmissioni, dei bestseller e degli articoli prodotti sulla scia del Codice da Vinci si sono soffermati su uno dei lavori secondo me più misteriosi di Leonardo Da Vinci, che è balzato quasi magicamente alla mia attenzione dopo la visita fortuita al Castello di Urbech nel Casentino, quello che, per citare Immortal ad Vitam, il film di fantascienza del 2004 scritto e diretto da Enki Bilal, potrebbe ben definirsi come zona d’intrusione. I più curiosi avranno modo di approfondire personalmente le ricerche. Qui mi voglio soffermare sul lato folklorico e sui dati archeologici del caso. Le leggende popolari narrano che all’interno di questo castello avvenisse il cosiddetto ballo angelico, una sorta di sabba stregonesco o rito iniziatico, una danza tra uomini e donne denudati, durante la quale veniva evocata una figura-altra, ambigua e doppia, soprannaturale, un angelo o demone di straordinaria bellezza, l’Angelo incarnato, il quale rapiva la donna più bella del ballo, portandola via con sé dalla finestra. Leonardo Da Vinci realizzò un quadro dal titolo L’Angelo incarnato dopo il 1503, in seguito alla sua permanenza nel Casentino nel 1502 nelle vesti di ingegnere militare. Il prof. Carlo Starnazzi, nel catalogo della mostra Leonardo in Casentino. L’angelo incarnato tra archeologia e leggenda, curato da Franco Pedretti, così descrive il quadro di Leonardo: «E nella figurazione dell’invisibile, Leonardo rappresentò con questi caratteri l’Angelo incarnato, allorché emerge,
Il Castello di Urbech
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Sono giovani di bell’aspetto Di una delicatezza femminea, dalle forme effeminate, non abbassano gli occhi ma guardano in modo misteriosamente trionfante, quasi sapessero di una grande felicità vittoriosa della quale è obbligo tacere. Sigmund Freud (1910)
come languido adolescente, dall’oscurità con tratti perversi e demoniaci in un’ambiguità strutturale anatomica e morale, per il seno tipicamente femminile, il sorriso beffardo e compiaciuto nella sua ostentata virilità, complice di un ideale di bellezza inequivocabilmente sensuale ed erotica». The Angel in the Flesh, tradotto in italiano come L’Angelo incarnato, è l’Androgino, l’angelo-demone, maschio-femmina, materia-spirito, quello che secondo Platone molto probabilmente rappresenterebbe l’uomo perfetto, totale. Come abbiamo precedentemente accennato, L’Angelo incarnato di Leonardo presenta le caratteristiche dell’Androgino, dotato di seno femminile e organo genitale maschile in erezione sotto un velo trasparente; come ci fa notare Carlo Vecce nel saggio L’angelo incarnato come Shiva-Dioniso, la posa dell’Angelo ritratto da Leonardo, con l’evidente movimento del braccio, ricorda l’Ardhanarishvari delle culture indiane antiche, dotate di organi sia maschili che femminili. Ma il caso si fa ancora più inquietante se andiamo a leggere l’iscrizione a rovescio di Leonardo sul retro del foglio, che riporta i termini: Astrapen - Bronten - Cenaurobolian, ovvero “il tuono”, “lo strepito” e “le dinamiche” del temporale. Questa scritta rimanda a Plinio circa le prove di Apelle, il quale «seppe dipingere quello che non si può dipingere», cioè i fulmini, i lampi e i tuoni
ARTE & CONSAPEVOLEZZA • Esperienze creative e itinerari della coscienza
vincent van gogh la sfida dell’ascesi artistica _____________
di Satvat Sergio Della Puppa
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di là della banale caratterizzazione dell’artista geniale ma emarginato e sofferente, la vicenda artistica e umana di Vincent Van Gogh è carica di profondi significati, utili per meditare sulla contraddittoria svolta della modernità quanto sullo sviluppo psicologico e animico dell’essere umano. In modo parossistico e sanguigno, l’artista ha incarnato, celebrato e scontato un’urgenza irrefrenabile all’autodeterminazione, lasciandoci un’eredità ardente il cui senso esemplare non è inferiore a ciò che egli ha vivificato con il suo pennello. Esplorando empaticamente la sua vita e il suo lavoro straordinario, potremo accorgerci di incontrare le luci e le ombre che compongono il nostro stesso quadro interiore, avendo l’occasione per meditarle. Vincent Willem Van Gogh è nato in Ariete nel 1853, dotato dell’aspra irrequietezza di un animo in cerca di espressione
Campo di grano con mietitore, 1889
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Le implicazioni esistenziali e spirituali della modernità hanno originato una nuova dimensione dell’arte e dell’artista. Affrontando difficoltosamente l’inconscio, la ricerca dell’individuazione creativa si è affacciata sulla vertigine dell’anima per trarne verità, originalità e potenzialità di evoluzione. Vincent Van Gogh ha dovuto sfidare i retaggi del passato e intimamente se stesso, giungendo a pagare il viatico dell’arte nuova con la propria vita.
e liberazione; ciò ovviamente contrastava con l’educazione bigotta impartita dal padre, pastore protestante, come con la ristrettezza della piccola comunità olandese in cui nacque. Va considerato che in Europa si stava verificando una trasformazione epocale, innescata dalla Rivoluzione Industriale. L’avvento della produzione meccanizzata aveva distolto l’uomo dai ritmi della Natura, concentrando nelle città fiumane di esuli dalle campagne e rendendo possibile, soprattutto per la rampante classe borghese, il sogno di un progresso nel benessere materiale. Il solco della tradizione era stato devastato, determinando una crisi dei valori tradizionali che esigeva nuove domande e nuove risposte. Il processo è stato virulento e paradossale: se l’umanità veniva da un lato massificata e assoggettata alla logica del profitto, per altri versi il tramonto dei vecchi sistemi di vita e di pensiero
arte & consapevolezza
gianni martinucci l’antroposofia nell’arte _____________ di Silvia Tusi
«Nell’arte deve vivere ciò che viene sperimentato nell’uomo in vivente spiritualità al di là della realtà esteriore». Questa frase di Rudolf Steiner la troviamo scritta sulla homepage del sito di Gianni Martinucci (www.giannimartinucci.net) e sintetizza perfettamente la sua vita artistica e spirituale. Nato il 22 giugno 1947 a Roma, Martinucci inizia il suo percorso nell’arte presso l’Accademia Libera del Nudo in cui studia anatomia, arte figurativa e il corpo in movimento. L’esordio, avvenuto nel 1974 presso la Galleria L’Obelisco di Gaspero del Corso e Irene Brin, è dei più eccelsi, con una presentazione di Maurizio Fagiolo dell’Arco, che in quell’occasione scrive: «Una fessura sottile che sembra compressa dalla superficie immacolata della tela. E dietro, il colore riesce ad affiorare nella sua ricchezza iridescente: i segnetti nevrotici qualche volta si agglomerano ed escono dalla fessura con uno zampillo quasi surreale (gli inizi
Gianni Martinucci
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di Martinucci sono in chiave di anatomia espressionista). L’operazione è tutta qui. Per chi fa arte, la pittura è il peccato originale. Un altro pittore, un’altra ricerca: ma stavolta non aggiunge rumore al rumore». La vera rivoluzione nella vita del giovane artista è rappresentato dall’incontro con i testi di Rudolf Steiner nel 1975. Il primo libro che per caso capita tra le sue mani è Il calendario dell’anima, una raccolta di cinquantadue meditazioni da fare una volta a settimana per un anno, scritto da Steiner tra il 1912 e il 1913. Padre dell’antroposofia, la scienza dello spirito, Rudolf Steiner (1861-1925), filosofo, esoterista e pedagogista austriaco, è stato il creatore di una nuova corrente pedagogica (la pedagogia Waldorf) nonché di una nuova medicina, detta appunto antroposofica o steineriana, ponendo altresì le basi dell’euritmia e dell’agricoltura biodinamica. È stato anche l’ispiratore di un nuovo stile pittorico e architettonico.
letteratura & psiche • Antiche saggezze e nuovi scenari
simone perotti controcorrente… sull’onda della libertà _____________ di Mariavittoria Spina
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Cambiare vita, svincolandosi dal sistema per riscoprire se stessi e ciò che si vuole veramente, è possibile: lo dimostra Simone Perotti, che ha lasciato il posto fisso e una vita da manager in carriera nella brulicante Milano per dedicarsi a tempo pieno a realizzare un sogno, con risultati tutt’altro che scontati, come racconta in Adesso Basta, il long seller che ha acceso i riflettori sulla generazione italiana del cambiamento.
scrivere e navigare
Romanziere e navigante per vocazione, Simone Perotti esordisce con Zenzero e Nuvole, un’antologia di racconti che già dal sottotitolo, Manuale di nomadismo letterario e gastronomico, prospetta un viaggio esotico tra atmosfere e sapori di vari angoli del mondo, dove la cucina diventa un gustoso, sensuale pretesto per parlare dell’arte di vivere, e soprattutto di ricordare, per il puro piacere di ritrovare un’emozione, un luogo, un volto ormai lontani nel tempo, eppure scaturiti intatti dal bizzarro calderone della memoria. Il fatto che al momento della prima stampa, nell’ormai lontano 1995, lo zenzero fosse praticamente sconosciuto in Occidente, aggiunge un tocco innovativo all’amalgama di sensazioni suscitate da questa lettura agile ma intensa, che nell’edizione Bompiani si arricchisce di quattro nuovi racconti e della nota all’introduzione, ironica e forse un po’ nostalgica, dell’ormai affermato autore. Seguiranno due romanzi: Stojan Decu, l’altro uomo, indagi-
Simone Perotti
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ne letteraria sul problema dell’identità attraverso la ricostruzione delle imprese di un imprevedibile uomo ombra le cui gesta aggiungono un altro enigma al composito puzzle storico del Novecento, e L’estate del disincanto, visionario romanzo d’avventura di ambientazione mediterranea, che sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale intreccia con carattere una storia di amicizia, passione e morte, ricca di epici riferimenti ai maestri del genere (Conrad, Stevenson e perfino Melville), ma anche di mistero, introspezione e magia. Doveroso, per un appassionato di nautica che sin da ragazzo si struggeva per le barche, il tributo al mare, non solo
letteratura & psiche
GUARDA L’AMORE di Jalal ad-Din Rumi
Guarda l’amore come si intreccia con chi si innamora. Guarda lo spirito come si fonde con la terra dandole nuova vita. Perché siamo così occupati con questo o quello, con buono o cattivo? Fai attenzione a come le cose si mescolano. Perché parlare tanto del noto e dell’ignoto? Guarda come l’ignoto si fonde nel noto. Perché pensare separatamente a questa vita e la prossima quando sei nato dall’ultima? Guarda il tuo cuore e la tua lingua, uno sente ma è sordo e muto l’altra parla in segni a parole. Guarda l’acqua e il fuoco, la terra e il vento, nemici e amici contemporaneamente. Il lupo e l’agnello, il leone e il cerbiatto, lontani eppur insieme. Guarda l’unità di questa primavera e l’inverno, manifesti nell’equinozio. Anche tu devi mescolarti amico mio Perché la terra e il cielo Sono mescolati proprio come te e me. Sii come la canna da zucchero, dolce e silenziosa, non mescolarti a parole amare. Il mio amato cresce proprio dal mio cuore, quale maggior unione ci può essere?
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A oltreconfine S Cronache dai mondi visibili e invisibili
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CronaChe dai mondi visibili e invisibili numero 5 | Maggio - Giugno 2012 | euro 7,90
Poste Italiane SpA - Sped. in Abbonamento Postale - 70% Roma Aut. n. C/RM/70/2011
9 788897 864011
Maggio-Giugno 2012
isbn 978-88-97864-01-1
www.oltre-confine.com
Rivista di spiritualitĂ arte e letteratura
incontri
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letteratura
universo olistico
Giorgio Cerquetti
Vincent Van Gogh
Cabala
Simone Perotti
Umberto Grieco