COME RIDARE “LUSTRO” AD UN VECCHIO FLASH A TORCIA Grazie alla gentilezza di un caro amico “mXardo o M@X” (al secolo Massimo Ardondi), sono entrato in possesso di un vecchio flash a torcia modello UNOMAT P450 TCS che ha stimolato, e non poco, la mia curiosità e la mia voglia di poterlo ancora usare con le attuali macchine fotografiche digitali. E’ nota la problematica della tensione o corrente di trigger che, se troppo elevata, potrebbe danneggiare l’elettronica delle nostre macchine o dei trigger. A questo punto cercherò di spiegarvi la logica con cui procedo per poter, ove possibile, recuperare al 100% le potenzialità di un flash. Avevo già operato con vecchi flash ma del tipo “cobra” (il classico flash con testa girevole che montiamo sulle nostre reflex) ma non mi ero mai concentrato sulle problematiche di un flash a torcia. Teniamo conto, comunque, che le cose che troverete scritte di seguito si adattano al 90 % anche ai flash cosiddetti tipo “Cobra”
Partiamo ora dell’inizio partendo dal presupposto che la tensione di trigger sia discretamente alta ma non impossibile da gestire 1 fase - verifica del funzionamento della funzione AUTO : per verificare la funzionalità del sensore Thyristor e dell’automatismo collegato ha fatto un paio di prove (valide per tutti i flash Thyristor anche tipo Cobra) impostando l’apposito cursore su uno dei simboli colorati (in genere giallo, rosso, verde) 1° prova a) ho effettuato uno scatto puntando il flash verso qualcosa di lontano ed ho osservato il tempo di ricarica, per arrivare a coprire la lunga distanza il flash ha emesso a piena potenza e, quindi, si è scaricato completamente ed ha impiegato molto tempo a ricaricarsi. b) ho effettuato uno scatto puntando il flash verso qualcosa di molto vicino ed ho osservato il tempo di ricarica, per arrivare a coprire breve la distanza il flash ha emesso a bassa potenza e, quindi, si è scaricato parzialmente ed ha impiegato pochissimo tempo a ricaricarsi . Ecco la 1° conferma che il sensore Thyristor regola la potenza (durata del lampo) in funzione della distanza e che, quindi, funziona ancora bene. 2° prova Ha impostato il flash in AUTO scegliendo una delle possibili aperture che consentono il funzionamento in automatico impostandola in macchina (naturalmente il valore ISO impostato sul flash è quello che ho in macchina)
nel mio caso ho scelto il triangolino giallo che corrisponde ad f. 8 a 200 ISO ed ho effettuato il 1° scatto ottenendo un risultato sostanzialmente corretto
f. 8 ISO 200 Ho ora “fregato” il flash facendogli credere di essere ancora in f. 8 ma ho cambiato l’apertura in f. 11 f. 11 ISO 200
Come potete notare, il flash, non sapendo che io avevo chiuso il diaframma di uno stop, ha continuato ad esporre emettendo una potenza per f. 8 e lo scatto risulta sottoesposto Ho nuovamente fregato l’automatismo aprendo il diaframma a f. 5,6, il flash ha continuato ad esporre credendo avessi f. 8 ed il risultato è una foto sovraesposta di uno stop
Questa verifica mi ha confermato ulteriormente che il Thyristor funziona perfettamente. Verificato ora la perfetta funzionalità dell’automatismo del flash passiamo avanti 2° fase – come comandare il flash in slave Premetto che neanche sotto mira di una pistola collegherei il flash alla fotocamera neanche con un cavetto PC, mi trovo quindi a dover utilizzare, per comandare a distanza il flash, dei trigger. Ricorderete che esistono due tipi di trigger - trigger ottici (io uso il modello Seagull SYK 5 che in caso di prelampi non li considera scattando sul lampo vero e proprio), con questi trigger il flash lavora in manuale - trigger radio (escludendo i trigger TTL io uso lo YN 603, anche qui il flash lavora in manuale) l flash a torcia non dispongono di slitta calda ma solo di porta PC per essere collegati via cavo per cui ho usato un cavetto Syncro PC per collegare il flash ai trigger
I trigger che ho usato (vedi prima) dispongono entrambi di porta PC per il collegamento.
Nella foto si nota il trigger YN 603 collegato via cavetto PC al flash e (sotto) il trigger ottico SYK 5 (anch’esso con presa PC) scollegato A questo punto ho provato a collegare il flash usando alternativamente i due trigger (radio ed ottico) - ho collegato il flash al trigger radio (ricevitore YN 603) con cavetto PC (comandato dallo YN 603 trasmettitore posto sulla fotocamera) e in slave il flash ha regolarmente scattato - ho collegato il flash al trigger ottico (SYK 5) con cavetto PC (comandato dal pop up della fotocamera) e in slave il flash ha regolarmente scattato Non avendo problemi per scattare in slave ho verificato la completa compatibilità e possibilità di utilizzo di entrambi i modelli di trigger. 3° fase – dove lo metto ? Il flash tipo torcia viene normalmente usato - tramite staffa dedicata (andata persa nel tempo) che viene collegata alla fotocamera come fosse un corpo unico - tenuto in mano dal fotografo o da un assistente poiché il reggere con una mano il flash non costituisce un grosso problema si tratta ora di capire come collegarlo in modo solido alla fotocamera o eventualmente ad un cavalletto (in mancanza di assistente). Per poter risolvere il problema sono ricordo ad una pinza specifica per fissare i flash a tavoli, corrimani, ecc. ma invertendo il concetto, la pinza blocca il flash e il supporto a cui collegare il flash diventa l’aggancio alla staffa o ad un eventuale cavalletto
Nella foto di sx la pinza blocca il flash ed è collegata al sottostante cavalletto, in quella di dx la pinza è collegata ad uno dei due elementi della staffa che consente di collegare il collegamento alla fotocamera.
4° fase – quali e come adattare accessori al flash Normalmente con i flash sono disponibili alcuni accessori tipo - diffusore da montare sulla testa del flash (su misura per lo specifico modello) - filtri in gelatina (per la correzione del WB o ND per ridurre la potenza) - altri accessori tipo griglie (per concentrare la luce) soft box, gobos, snoot, ecc. in rete risulta facilissimo trovare il modo di auto costruirsi questi accessori, il problema è come fissarli al nostro flash. Io, essendone già in possesso (comprati per poche lire in Cina), ho utilizzato quello che avevo apportando piccole modifiche ed utilizzando del nastro adesivo velcro per il fissaggio. Ecco qualche esempio
Il pannello quadrato fissato al flash (potrebbe essere fissato su tutti i lati della testa) con lastra translucida che funziona da diffusore. In alternativa la lastra può essere sostituita con una bianca, dorata, argentata (luce di riflesso)
In questa foto si vede la griglia che concentra la luce fissata con velcro alla testa del flash e si nota inoltre il trigger ottico (bloccato anch’esso con del velcro) collegato tramite cavetto alla porta PC del flash.
In questa foto si nota, fissato alla testa, un portafiltri autocostruito con inserito un filtro in gelatina del tipo ND per ridurre la potenza del flash.
Ecco, infine un soft box (cinese) cui è stata modificato (con l’aggiunta di uno spezzone) la fettuccia elastica con velcro per stringere l’accessorio alla testa sel flash (il flash ha una testa di dimensioni maggiori delle classiche teste dei flash tipo cobra.
Si può notare il trigger radio YN 603 fissato con il velcro allatesta del flash e collegato tramite cavetto PC. Scattare con più flash Concludo queste poche righe con una dimostrazione pratica della possibilità di scattare in Syncro con 4 flash (in modalità manuale) utilizzando una YN 565EX, uno YN 460 Mk. II, un vecchio MAXWELL DT700Zoom Auto-Thyristor ed il flash a torcia UNOMAT P450 TCS Auto-Thyristor.
I settaggi erano questi: - fotocamera con il trigger radio YN 603 sulla slitta che funziona come trasmettitore (il pop up non si può aprire per la presenza del trigger sulla slitta) - MAXWELL DT700-Zoom Auto-Thyristor in modo manuale, collegato al trigger YN 603 che funziona come ricevitore. - YN 565EX settato in modalità manuale e slave modo S1 (non si usa S2 non essendovi prelampi a popup chiuso) - YN 460 Mk. II (flash solo manuale) slave modo S1 (non si usa S2 non essendovi prelampi a popup chiuso) - UNOMAT P450 TCS Auto-Thyristor settato in modalità manuale e collegato al trigger ottico SYK 5 con funzione anti prelampi disattivata) Nella foto sotto i quattro flash utilizzati, da sx - UNOMAT P450 TCS collegato al trigger ottico SYK 5 - MAXWELL DT700-Zoom collegato al sottostante trigger radio YN 603 - YN 565EX con trigger ottico incorporato in S1 - YN 460 Mk. II con trigger ottico incorporato in S1
Il ragionamento fatto e supportato dai risultati è che il trigger radio sul Maxwell scatti ricevendo i segnali dal trigger montato sulla fotocamera e che il lampo del Maxwell attivi i trigger ottici degli YN e dell’Unomat originando un unico lampo sincronizzato, quasi come se, in senso lato, il Maxwell fungesse da master per gli altri tre flash. Il risultato si può vedere chiaramente nella foto sottostante in cui si vedono i quattro lampi in perfetta sincronia.
Naturalmente, avendo un trigger YN 603, ho anche verificato che funzionasse il comando remoto di scatto ed ho scattato a distanza premendo il tasto test sul trigger facendo così scattare la fotocamera a distanza senza alcun problema. In teoria, andando al limite dell’esasperazione e non tenendo conto della complicazione delle letture esposimetriche con più flash in automatico e manuale, potrei anche (con 2 trigger ottici SYK 5) e nel raggio di 10/15 mt. arrivare a questi settaggi - D90 con pop up in settaggio master - YN 565EX in slave in i-TTL - YN 460 Mk. II in manuale impostato in S2 (non vede i prelampi) - MAXWELL DT700-Zoom settato in AUTO Thyristor collegato al trigger ottico SYK 5 con funzione prelampi attivata - UNOMAT P450 TCS settato in AUTO Thyristor collegato al trigger ottico SYK 5 con funzione prelampi attivata Avendo quindi in contemporanea 1 flash in i-TTL, 2 flash in AUTO Thyristor ed 1 flash in Manuale, non so cosa potrebbe succedere per la giusta esposizione a meno di non possedere un esposimetro esterno per flash, comunque, una combinazione del genere è pissibile. Un ultima considerazione è questa, con questo sistema, anche se in modalità manuale, io sono teoricamente in grado di scattare stando sino ad una distanza max di 100 mt. (portata del trigger radio) dal gruppo dei flash a condizione che i quattro flash siano posizionati tra loro ad una distanza max di 10/15 mt. e che i sensori dei trigger ottici si vedano fra loro e vedano il flash “master” (inteso chiaramente in senso lato) cioè il flash collegato al trigger radio. Potrei definirlo, scherzosamente, una specie di “master dei poveri”