Il trenino trottapiano

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IL TRENINO TROTTAPIANO



IL TRENINO TROTTAPIANO (dedicato a Sepp) Testo di Mariella Pola Copertina e illustrazioni di Fritz Rùdlinger

ESG Edizioni Svizzere per la Gioventù Zurigo No 1936



Questa è la storia di un treno, il cui percorso è fatto di arrampicate verso le cime alpine e difficili discese a valle, tra curve, gallerie e ponti. Estate e inverno, con qualsiasi tempo, trasporta su e giù viaggiatori e merci. Corre voce che sia sempre in ritardo. Ha perfino un soprannome: Trottapiano.

È solo maldicenza o è la verità? Un vero ispettore lo mette alla prova.

Vogliamo seguirlo?


Nell'ufficio della stazione centrale è arrivata la posta.

L'ispettore ferroviario è seduto alla scrivania. Tiene in mano alcune lettere di reclamo. Una di esse dice: Caro ispettore ferroviario, volendo prendere il treno di montagna, mi trovai puntualmente alla stazione. Ma il treno aveva nientemeno che 21 minuti e 40 secondi di ritardo! Nessuno ne sapeva il motivo e nessuno volle scu sarsene. Qui si nasconde di certo un mistero.

La prego di indagare! Cordiali saluti Orietta De Fretta

Non occorre altro.

L'ispettore ferroviario decide: - Qui bisogna che vada personalmente a dare un'occhiata. -



L'ispettore ferroviario inizia il suo viaggio col treno di montagna. È fornito di un quadernetto, sul quale ha intenzione di scrivere quanto ci sarà da lodare o da criticare sul viaggio in treno. Un po' come il maestro, che scrive note buone o cattive nel libretto scolastico. È uno splendido giorno d'estate. Ipasseggeri siedono nella carrozza aperta, senza tetto né finestrini, e ammirano il panorama. -Che meraviglia queste montagne! - esclama un signore portandosi il binocolo agli occhi. IItreno rallenta. Passa davanti a un ghiacciaio. -Come luccica! - dice contenta una bambina. Il freno si ferma. -Qui non c'è nessuna stazione! - osserva in

tono di rimprovero l'ispettore.

Gli altri non gli badano. -Passami il binocolo! - chiede la signora al marito.

Anche l'ispettore allunga il collo e guarda. Due bellissimi stambecchi stanno di fronte a loro sul fianco della montagna.



Uno, grande e con le corna imponenti, è fermo sopra un masso. Sembra scolpito nella pietra nera. L'altro, più piccolo e più giovane, spicca dei salti da una roccia all'altra con un'agilità incredibile. Si lancia, resta un attimo in aria come un arco, tocca la roccia prima con le zampette davanti ben riunite, poi con quelle posteriori, e se ne sta lì, sicuro. La bambina batte le mani: - Bravo! Bravo! Qualcuno scatta delle fotografie. Il treno si rimette in moto. Dispiace perfino all'i spettore ferroviario. Ma poi guarda l'orologio: -Ritardo! Ritardo! Prende in mano il quadernetto. Prima di scrivere, però, riflette: -Forse qualche volta è più importante godersi la natura che avere sempre fretta. -

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Ora il treno è fermo davanti a una minuscola sta zione di montagna. L'ispettore ferroviario guarda dal finestrino con l'orologio in mano: il treno dovrebbe partire fra diciannove secondi, ma il macchinista non c'è! Quindici secondi! L'ispettore è tutto rosso in viso dalla rabbia. Improvvisamente si vede arrivare il macchinista da un sentiero del pascolo con un magnifico mazzo di fiori alpini in mano. - Ehi, su, si muova! Solo nove secondi!-gli grida l'ispettore fuori di sÊ.



Come risposta, il macchinista alza il mazzo di fiori verso di lui, ridendo. Poi, con due salti, è al suo posto sulla locomotiva; il capostazione da il segnale e il treno parte. Puntuale al secondo! L'ispettore ferroviario si lascia cadere sul sedile e si asciuga il sudore dalla fronte.

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L'ispettore ferroviario ha un'idea. Vuoi chiedere direttamente ai passeggeri se sono contenti di questo treno davvero un po' speciale. Chissà quante dovrà sentirne! Sul marciapiede c'è una ragazza su una sedia a rotelle. Sta aspettando di essere sistemata nel bagagliaio. Nella carrozza normale non c'è posto per la sedia a rotelle! A un tratto il capostazione, quello col cappello rosso, le si avvicina.

- Neanche per sogno! - lo si sente dire. Poi si china, prende in braccio la ragazza e la porta in una vettura di prima classe, vicino al finestrino. La sedia a rotelle viaggia da sola nel bagagliaio. Non è necessario che l'ispettore ferroviario le chiede se è soddisfatta. Il suo viso felice parla da sé.

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Si sentono dei passi pesanti, la voce forte di un uomo, la risata di un altro. Nello scompartimento entrano due operai della ferrovia nelle loro tute arancioni e con scarponi chiodati. -Buongiorno! - dicono.

L'ispettore ferroviario alza interessato lo sguardo dal giornale ricambiando il saluto. -Disturbo se apro il finestrino? - chiede il primo. -Prego, prego - si affretta a rispondere l'ispet tore.

-Fa un gran caldo lavorare col sole a picco sopra la testa -continua l'operaio lanciando il berretto sul portabagagli di fronte a lui. Si slaccia il blusotto e sbuffa. Il suo compagno sta bevendo un lungo sorso a garganella dalla borraccia che ha con sĂŠ. -Ah, questo fa bene! - esclama pulendosi la bocca col dorso della mano. - Su, bevine anche tu!

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Che sete con 'sto caldo! Non come a gennaio... -

-Ti riferisci magari a Capodanno? -Esattamente. - Si rivolge all'ispettore: - Sapesse che levataccia quella mattina di buon' ora, ancora al buio, per sgomberare i binari lassĂš, al passo!-

-Ci gelava il fiato intorno alla bocca e al naso, lo

avevo baffi e barba ricoperti di ghiaccioli sottilissimi. -

-Ti ricordi che spettacolo: la bufera di neve aveva sotterrato per metĂ anche la stazione, non solo i binari per centinaia di metri. -E il treno ha avuto ritardi? - s'intromette l'ispet tore ferroviario. I due lo guardano un po' meravigliati, poi uno di loro risponde:

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-Per forza, caro il mio signore! La neve sarĂ sof fice da guardare, ma per spalarla ci vogliono questi! - e alza le braccia mostrando i muscoli. -Ore e ore di lavoro di tutti gli operai e i mezzi possibili. -Sono i regali di madre natura, cosa vuole.-dice sconsolato l'altro. -Tanto per farci cominciare bene l'anno... -

-E tenerci in forma anche per l'estate. - Batte la mano sul ginocchio del compagno e conclude: - Su, siamo arrivati. Torniamo al lavoro. -

Si alzano mentre il treno rallenta. Fanno un cenno di saluto; scendono. L'ispettore fa in tempo a vederli prendere in mano piccone e pala.

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Questa volta l'ispettore ferroviario è contento. Il macchinista è al suo posto in tempo. Tutto funziona bene e il treno si mette in moto puntualmente. Ma chi sta arrivando laggiù? Un uomo con una cartella in una manoe un fascio di giornali nell'altra rincorre il treno, più in fretta che può. Qualcuno gli tiene aperta la porta dell'ultima vet tura; egli lascia cadere i giornali e, con un ultimo sforzo, riesce ad afferrare la maniglia. Ce l'ha fatta. Ma che imprudenza imperdonabile salire su un treno in corsa! Ancora senza fiato, comincia a lamentarsi: -Questo treno! Non ci si può più fidare. L'ispettore lo guarda irritato: -Ma se è colpa sua! -

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- Senta un po'-dice l'altro- le spiegherò di che si tratta. Ognuno sa bene che il nostro caro treno di montagna è sempre in ritardo. Ed io sono un tipo che non ama la fretta. Quindi me la prendo comoda; finisco di scrivere qualcosa o fumo la pipa fino in fondo, perché so che il treno non mi scappa via. Ma non è più come una volta. - termina con un sospiro. Un passeggero scontento! L'ispettore apre subito il quadernetto e scrive: male!.

Poi, però, cancella questa parola e al suo posto scrive: bene! Vattelapesca cos'è giusto, alla fin fine.

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Ghiiiii!. Con un forte stridìo di freni il treno si blocca improvvisamente sui binari facendo sobbalzare tutti i passeggeri. Due uomini impegnati in una discussione coz zano il capo uno contro l'altro.

A una signora cadono gli occhiali dal naso, men tre un ragazzo con la caramella in bocca si morde la lingua. L'ispettore ferroviario scatta subito in piedi, allarmato. Da un'occhiata dai finestrini: tutto sem bra in ordine. Allora infila una porta dopo l'altra, attraversando in fretta i vagoni. -C'è qualcosa che non va? Fatemi passare! È arrivato alla locomotiva, spalanca la porta che

da sulla cabina di guida e: Muuhhh! Una bella vacca bruna lo accoglie con questo saluto e poi lo fissa tranquilla attraverso il para brezza.

-Incredibile! -dicefra sé l'ispettore scrollando il capo.

Il suo stupore si muta presto in ira. -Faccia qualcosa! - urla al macchinista. -Quella si sposta quando piace a lei. -

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L'ispettore pigia il pulsante. Fìììl! Il fischio acuto penetra negli orecchi come la punta di un trapano, ma la vacca non fa una mossa.

-Le nostre vacche sono abituate anche a questo - dice il macchinista. L'ispettore salta dal treno, afferra la vacca per le corna e spinge. -Via di qui! - grida. La vacca s'impunta, cocciuta. Niente da fare. Le da una manata sul fianco. -Cos'è che ti piace tanto su questo binario, si può sapere? -

Come risposta l'animale alza la coda e... chi fa un balzo da parte è il signor ispettore. Per non essere bagnato. Come niente fosse, poco dopo la vacca se ne torna al pascolo. Di nuovo sul treno, il macchinista si rivolge all'i spettore: -Non se la prenda. Cercherò di accelerare su certi tratti. Vedrà che potremo ricuperare i minuti perduti. -

L'ispettore ferroviario vuoi starsene un po' solo. Si ritira in un angolo di prima classe. Si tiene la testa tra le mani.

Cosa diavolo deve scrivere sul quadernetto?

Multa alla vacca?

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Alla stazione seguente sale un gruppo di scolari. L'ispettore ferroviario coglie l'occasione per inter rogarli. -Immagino-comincia-che pervoi scolari ogni ritardo del treno sia un grosso problema! Le risposte non si fanno attendere: -Certo, è un problema, specialmente quando vorremmo andare a pranzo e ci tocca aspettare il treno! -

-In compenso, però, nel negozietto vicino alla stazione ci comperiamo certi panini freschi... mmhl... e li gustiamo come antipasto. - lo prefe

risco le patatine salate! Non è che il maestro sia particolarmente con tento... ma noi non possiamo farci niente.-dice un

ragazzo facendo l'occhiolino ai compagni. -Noi vorremmo essere puntuali come gli altri, che per andare a scuola non hanno bisogno di prendere il treno... - aggiunge una ragazza un po'

timida. L'ispettore li interrompe: E con le lezioni che perdete, come la mettiamo? -Sa - dice uno - nella sala d'aspetto si riesce niente male a ripetere qualche testo scolastico. -O a giocare al pallone! Risate.

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-Finiscila! A volte ci facciamo anche i compiti. -O discutiamo insieme un lavoro. -

-Non siamo affatto i peggiori della nostra clas se! -

-Oltre tutto, la sera, possiamo giocare fuori piĂš a lungo, poichĂŠ sappiamo che il mattino dopo, in treno, abbiamo ancora tempo per ripassare la poe sia. -

-No, non abbiamo proprio niente da ridire sul nostro treno. -

L'ispettore si alza in piedi. Con un cenno del capo saluta i ragazzi. Però, prima di lasciare la carrozza, estrae il suo quadernetto, lo fa a pezzi e lo butta dal finestrino. Ma signor ispettore ferroviario, è severamente

proibito gettare oggetti dal treno!

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Dopo molte curve e gallerie il treno è arrivato in fondo alla valle. Qui l'aria è mite. Sul pendĂŹo della montagna l'uva matura al sole. L'ispettore ferroviario attraversa un viale e arriva davanti a un ristorante con giardino. Ăˆ mezzogiorno. Si siede sotto la pergola e ordina. Inizia con una porzione di prosciutto crudo e melone.

Poi si fa servire un buon risotto ai funghi e in seguito, come piatto principale, l'arrosto con patatine al forno e fagiolini. Dopo altre appetitose pietanze, ecco il dessert.

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Ancora un goccio di vino e infine il caffè. Mamma mia, che abbuffata! Quando l'ispettore ferroviario deve tornare verso la stazione vorrebbe correre, ma non gli riesce tanto bene.

Allora gli viene un pensiero che non è affatto degno della sua importante carica. Pensa Spero che il treno sia in ritardo!

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Ora nell'ufficio della stazione centrale è appeso alla parete un manifesto gigante del treno di mon tagna.

Durante il suo lavoro, l'ispettore ferroviario ogni tanto lo guarda e sorride fra sĂŠ.

E se per caso arriveranno altre lettere di reclamo, beh,... finiranno direttamente nel cestino.

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Parla l'autrice Mariella Pola

Un giorno, mentre aspettavo alla stazione, qual cuno vicino a me ha detto: - Su questo treno biso gnerebbe scrivere una storia per bambini. - Dentro di me ho sentito subito che sarei stata io a farlo. Appena arrivata a casa ho cominciato... e ora ho il piacere di vederla pubblicare. Spero che anche i giovani lettori si divertano leggendola. Di me dirò tre cose. L'età : sono, ahimè, irrimediabilmente matusa. Dove sono nata e cresciuta: nella mia amatissima Valle di Po schiavo. Dove abito: in un paese di campagna vicino a Berna. Ah, dimenticavo: sto scrivendo un'altra storia...


Martella Pola: // trenino Trottapiano

Serie: Letture amene Secondo ciclo

Un treno di montagna accumula costantemente dei ritardi. Il severo ispettore della ferrovia cerca di scoprirne le ragioni. In una bella giornata d'estate sale dunque in car rozza e... via. La divertente e istruttiva storia si conclude in un modo davvero sorprendente.

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