Stagione Concertistica 2018_19
CONCERTO DI INAUGURAZIONE
GIOACHINO ROSSINI Stabat Mater
per solisti, coro e orchestra
GIANLUIGI GELMETTI direttore
FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Maurizio Frittelli - Presidente Francesca Bardelli - Vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi
UFFICIO SVILUPPO E FUNDRAISING Elisa Bonini
REVISORE UNICO Vittorio Quarta
UFFICIO DEL PERSONALE Andrea Gianfaldoni
AMMINISTRAZIONE Simone Grifagni, Cristina Ottanelli
SEGRETERIA Stefania Tombelli (direzione Generale) Tiziana Goretti (direzione Artistica) Chandra Ughi (Corso Yo-Yo) DIRETTORE ARTISTICO Giorgio Battistelli DIRETTORE PRINCIPALE Daniele Rustioni DIRETTORE ONORARIO Thomas Dausgaard
DIRETTORE GENERALE Marco Parri DIRETTORE SERVIZI MUSICALI Paolo Frassinelli AREA COMUNICAZIONE Riccardo Basile | Ambra Greco
SERVIZI TECNICI ORCHESTRA Angelo Del Rosso OSPITALITÀ E SALA TEATRO VERDI Fulvio Palmieri Paolo Malvini PALCOSCENICO TEATRO VERDI Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo Alessandro Goretti, Sara Bonaccorso PERSONALE DI SALA Lisa Baldi, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Alice Guerrini, Enrico Guerrini, Alessandro Iachino, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Vieri Ulivi Valoriani, Sara Vivoli
XXXVIII STAGIONE CONCERTISTICA 2018 - 2019
Si ringrazia la Fondazione CR Firenze per le donazioni Art Bonus a favore della Stagione ORT 2018/19
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stituzioni
oncertistiche
rchestrali
Concerto di Inaugurazione
GIANLUIGI GELMETTI direttore
ANGELA NISI
GEORGE ANDGULADZE
soprano
basso
RAFFAELLA LUPINACCI mezzosoprano
CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
CELSO ALBELO
LORENZO FRATINI
tenore
maestro del coro
GIOACHINO ROSSINI Stabat Mater
per Soli, Coro a quattro voci miste e Orchestra 1. Stabat Mater dolorosa Introduzione (Andantino moderato) - Soli e Coro 2. Cujus animam Aria (Allegro maestoso) - Tenore 3. Quis est homo Duetto (Largo) - Soprano e Mezzosoprano 4. Pro peccatis Aria (Allegretto maestoso) - Basso 5. Eja, Mater Coro a cappella e Recitativo (Andante mosso) Basso
6. Sancta Mater Quartetto (Allegretto moderato) - Solisti 7. Fac, ut portem Cavatina (Andante grazioso) - Mezzosoprano 8. Inflammatus et accensus Aria (Andante maestoso) - Soprano e Coro 9. Quando corpus morietur Quartetto (Andante) - Coro a cappella 10. Amen. In sempiterna Finale (Allegro, Andantino moderato) - Coro
FIRENZE, TEATRO VERDI
venerdĂŹ 26 ottobre 2018 ore 21.00
concerto fiorentino trasmesso in differita da Rete Toscana Classica
Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService
GIANLUIGI GELMETTI Paolo Isotta, dalle pagine del Corriere della Sera così scriveva «..Tra i migliori direttori del mondo ... non è solo un grande direttore, ma un direttore particolarmente intelligente ... che mostra un possesso interiore delle partiture che può definirsi solo sbalorditivo». Gianluigi Gelmetti dirige per la prima volta a 16 anni con Sergiu Celibidache e in seguito studia anche con Franco Ferrara presso l’Accademia Chigiana, la stessa presso la quale per 19 anni sarà lui il docente. Occupa un posto speciale nell’ olimpo dei grandi interpreti, anche per la vastità e poliedricità del suo repertorio. Ha diretto in tutto il mondo. È stato storico direttore musicale all’Opera di Roma per dieci anni, dopo averne trascorsi nove presso l’Orchestra della Radio di Stoccarda, quindi l’Orchestra Sinfonica di Sydney. La Principessa Carolina di Monaco, all’ inizio del 2012, gli affida la responsabilità totale dell’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo di cui resterà direttore musicale ed artistico fino alla fine del 2016. L’attività di compositore occupa un posto particolare nella sua vita: fra i momenti più significativi Prasanta Atma commissionatagli dai Munchner Philarmoniker in memoria di Sergiu Celibidache, e La cantata della Vita dal Comunale di Bologna ripresa e registrata in cd dall’Orchestra Sinfonica di Sydney.
È stato insignito con i più prestigiosi riconoscimenti e premi: il Rossini d’Oro per il Guillaume Tell; la prestigiosa rivista Opernwelt l’ha nominato “Miglior Direttore dell’anno” per la sua interpretazione de Le Nozze di Figaro di Mozart. Premio della critica giapponese per la sua direzione della Nona Sinfonia di Beethoven. Libro d’Oro del Festival Beethoven di Bonn, Prix de la Critique per il Maometto II di Rossini, Diapason d’Or per il suo CD su Alban Berg, Premio Verdi. Vanta una vasta produzione discografica per EMI soprattutto, ma anche per Sony, Ricordi, Fonit, Teldec e Agorà. È Accademico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della Pontificia Accademia di Belle Arti al Pantheon. Ha ricevuto numerose onorificenze: il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, gli ha conferito la più alta onorificenza italiana, “Cavaliere di Gran Croce all’Ordine e Merito della Repubblica Italiana”. In Francia, è stato insignito Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres e nel Principato di Monaco Commandeur de l’Ordre du Mérite Culturel - il titolo onorifico più importante. Nel 2018 ha inaugurato il Teatro Bellini di Catania, del quale è direttore principale ospite, con La Rondine di Puccini. Nell’ultimo mese è stato impegnato con Attila per il Festival Verdi al Teatro Regio di Parma.
ANGELA NISI
RAFFAELLA LUPINACCI
Finalista in numerosi concorsi internazionali (tra cui AsLiCo 2012), il suo repertorio spazia dalla musica rinascimentale a quella del Novecento, passando attraverso la musica barocca e ottocentesca operisti ca, cameristica e sinfonica. Ha collaborato con direttori quali Antonio Pappano, Jordi Bernacer, Marco Berrini, Aldo Ceccato, José Cura, Francesco Lanzillotta. Ha debuttato in Carmen (Micaëla) nel 2010 al Festival di Bassano del Grappa, dove ha poi preso parte Lucia di Lammermoor (Lu cia), Don Giovanni (Donna Anna) e Pinocchio di Valtinoni. È stata “Oscar” in Un ballo in maschera a Catania, “Violetta” ne La Traviata a Essen e Tolone, “Giulietta” in Un giorno di regno al Reate Festival, “Musetta” ne La Bohème all’Opera di Firenze e in tournée in Italia nei Carmina burana presso il Teatro al San Carlo di Napoli con la coreografia di Shen Wei. Ha riscosso grande successo per la sua interpreta zione di “Kristina” nella prima mondiale de Le Braci di Tutino al Festival di Martina Franca. Recentemente è stata “Eufelia” ne La grotta di Trofonio di Paisiello; “Helena” in A Midsummer’s Nightdream a Cremona ed in tournée; “Liù” nella Turandot a Cagliari; “Adina” ne L’Elisir d’amore a Fermo; “Rosina” nell’opera di Mayr Che originali! a Bergamo; “Lisette” ne La Rondine a Catania. Ha interpretato “Maria Stuarda” e “Giovanna Seymour” per la Donizetti Night a Bergamo.
Nasce ad Acri e frequenta il Conservatorio “St. Giacomantonio” di Cosenza, dove si diploma in canto lirico. Frequenta diverse masterclass di perfezionamento con cantanti di fama mondiale, una fra tutti Mirella Freni. Prosegue gli studi perfezionandosi con Fernando Cordeiro Opa. Scelta da Alberto Zedda per l’Accademia Rossiniana di Pesaro, nell’estate del 2012 ha debuttato come “Marchesa Melibea” ne Il viaggio a Reims di Rossini. Nel 2013, dopo essersi affermata nel 64° concorso AsLiCo, debutta nel ruolo di “Tancredi” all’interno del Circuito Lombardo. Tra i recenti impegni citiamo Il barbiere di Siviglia (Rosina) a Bologna; Madama Butterfly (Suzuki) al Teatro Massimo di Palermo; Nabucco a Salerno diretta da Daniel Oren, Rosmonda d’Inghilterra (Arturo) a Firenze e per il festival Donizettiano di Bergamo, “Donna Elvira” nel Teatro di Manacor (Palma de Mallorca), così come “Dorabella” nel Così fan tutte al Carlo Felice di Genova e a Seul. Quindi, due concerti di Schubert diretti da Michele Mariotti al Comunale di Bologna e al Regio di Torino, e nel Torvaldo e Dorliska al Rossini Opera Festival, “Neris” nella Medea di Cherubini al Wexford Festival Opera, ne Le nozze di Figaro a Verona, in Giulietta e Romeo a Martinafranca. Prossimamente canterà Lakmè al Royal Opera House di Mascate e Madama Butterfly a Genova.
CELSO ALBELO
GEORGE ANDGULADZE
Nato a Santa Cruz de Tenerife, si è formato presso il Conservatorio della sua città e presso la Escuela Superior de Canto Reina Sofia di Madrid, prima di entrare all’Accademia di Busseto, nella quale si è perfezionato con Carlo Bergonzi. La sua carriera internazionale lo ha portato a debuttare nei teatri più importanti del mondo, dal Metropolitan di New York alla Scala di Milano, passando la Staatsoper di Vienna, la Deutsche Oper di Berlino, il Bolshoi di Mosca, la Royal Opera House e Covent Garden di Londra, il Gran Teatre del Liceu di Barcellona, il Teatro Real di Madrid, l’Opéra National de Paris, il Teatro San Carlo di Napoli, oltre a molti altri palchi in Italia, Spagna, Germania, Giappone, Cina, Svizzera, Belgio, Francia e Montecarlo. Ha anche cantato gran parte del suo repertorio in festival come il Maggio Musicale Fiorentino, il Rossini Opera Festival, il Festival di Savonlinna e il London Proms. In Spagna è invitato a cantare regolarmente nelle città di Bilbao, Santa Cruz de Tenerife, Las Palmas, La Coruna, Siviglia, Oviedo, Valencia e Mahon. Attualmente ha in repertorio più di 25 opere degli autori Donizetti, Bellini, Rossini e Verdi. Ha lavorato con direttori d’orchestra come Pappano, Mehta, Harding, Oren, Zedda, Santi, Frühbeck de Burgos, Rizzi, Pidò e Frizza.
Nato a Tbilisi (Georgia) nel 1984, eredita l’amore per la musica dalla sua famiglia e già all’età di 6 anni si trova a cantare nel Coro Folcloristico Georgiano mentre a 10 riceve il titolo di solista della Filarmonica di Tbilisi. Dopo una prima formazione nella città natale, continua i suoi studi in Italia, diplomandosi in canto lirico al Conservatorio di Reggio Emilia sotto la guida di Mauro Trombetta e all’Accademia delle Voci Verdiane di Busseto, dove ha anche partecipato agli eventi organizzati dalla Fondazione Arturo Toscanini. Completa la sua formazione frequentando le masterclass di perfezionamento con Renato Bruson, Lella Cuberli, Bonaldo Giaiotti e Badri Maisuradze. Ha cantato insieme a figure internazionali del calibro di James Brown, Robertino Loreti, Katia Ricciarelli, Paata Burchuladze, Renato Bruson, Kaludi Kaludov, Alessandra Marc e Maya Plisetskaya. Il suo debutto avviene da studente, nel 2009 al Teatro Comunale di Ferrara nell’opera di Haydn Il mondo della luna, nel ruolo di “Buonafede”. È un grandissimo successo che gli permette, oltre le qualità vocali, di mostrare il suo talento scenico. Sviluppa una carriera piena di grandi affermazioni che lo vedono perfezionarsi nel repertorio operistico come uno dei più conosciuti interpreti dell’opera verdiana, attivo anche in ambito concertistico.
CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Formatosi nel 1933 (anno di nascita del Festival) sotto la guida di Andrea Morosini, si qualifica come uno dei più prestigiosi complessi vocali italiani nell’ambito sia dell’attività lirica che di quella sinfonica. A Morosini subentrano Adolfo Fanfani, Roberto Gabbiani, Vittorio Sicuri, Marco Balderi, José Luis Basso, Piero Monti e, dal 2013, Lorenzo Fratini. L’attività del Coro si è sviluppata anche nel settore della vocalità da camera e della musica contemporanea, con importanti prime esecuzioni di compositori del nostro tempo quali Krzysztof Penderecki, Luigi Dallapiccola, Goffredo Petrassi, Luigi Nono e Sylvano Bussotti. Particolarmente significativa la collaborazione con grandi direttori quali Zubin Mehta, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini, Bruno Bartoletti, Gianandrea Gavazzeni, Wolfgang Sawallisch, Georges Prêtre, Myung-Whun Chung, Seiji Ozawa, Semyon Bychkov, Giuseppe Sinopoli, Lorin Maazel, Daniele Gatti. Negli ultimi anni il Coro amplia il proprio repertorio alle maggiori composizioni sinfonico-corali classiche e moderne e partecipa a numerose tournée internazionali sia come complesso autonomo che con l’Orchestra del
Maggio. La disponibilità e la capacità di interpretare lavori di epoche e stili diversi in lingua originale sono caratteristiche che hanno reso il Coro del Maggio fra le compagini più duttili e apprezzate dai direttori d’orchestra e dalla critica nel panorama internazionale, e fra i protagonisti anche di particolari ed importanti ricorrenze artistiche e civili. Nel 2003 vince con Renée Fleming il Grammy Award per il cd Belcanto e nel 2013 celebra gli 80 anni della sua fondazione con una serie di concerti diretti da Lorenzo Fratini.
GIOACHINO ROSSINI
(Pesaro 1792 - Passy, Parigi 1868)
Stabat Mater per Soli, Coro a quattro voci miste e Orchestra
durata: 60 minuti circa
nota a cura di Giovanni Vitali Esistono dei capolavori, nella storia della musica, la cui nascita è dovuta a circostanze del tutto fortuite. Se noi oggi possiamo godere l’ascolto dello Stabat Mater di Gioachino Rossini - che alla categoria dei capolavori appartiene a pieno titolo, occupando uno dei posti più alti - lo dobbiamo ad una serie di avvenimenti concatenati in maniera casuale ed indipendenti dalla volontà del compositore stesso. Le vicende che portarono alla prima esecuzione del lavoro - avvenuta il 7 gennaio 1842, alla Salle Ventadour di Parigi - sono ben conosciute. Le riassumiamo brevemente partendo da quell’inverno 1831 quando Rossini, ormai volontariamente ritiratosi dalla carriera teatrale, si recò in viaggio in Spagna, in compagnia del suo amico marchese Alejandro Maria Aguado, un ricchissimo banchiere parigino di orgine spagnola: doveva farsi restituire dei soldi che sua moglie, Isabella Colbran, aveva prestato al Duca di Berwick e di Alba. A Madrid Rossini incontrò l’arcidiacono Manuel Fernández Varela, al quale - incautamente - promise una sua composizione in segno di amicizia. L’alto prelato non fece complimenti e gli chiese addirittura uno Stabat Mater, da eseguirsi il Venerdì Santo dell’anno successivo. Il musicista cerco di cavarsela adducendo mille scuse, ma l’insistenza di Varela venne premiata con l’impegno da parte di
Rossini a consegnare entro breve tempo la partitura, a patto che essa venisse conservata per sempre negli archivi spagnoli, senza mai essere pubblicata. Tornato a Parigi, Rossini venne sopraffatto dagli impegni: passavano i mesi e dello Stabat Mater non aveva ancora scritto una nota. Puntualmente, nell’inverno 1832, Varela si fece vivo reclamando quanto il Pesarese gli aveva promesso. Anche per non mancare di rispetto al marchese Aguado, che del religioso spagnolo era intimo amico, Rossini chiese al collega bolognese Giovanni Tadolini, direttore al Theâtre Italien di Parigi, di dargli una mano, aiutandolo nella composizione. Rossini compose sei numeri: l’introduzione Stabat Mater, il coro a cappella con l’intervento in recitativo del basso Eja, Mater, il quartetto Sancta Mater, la cavatina del mezzosoprano Fac ut portem, l’aria del soprano con coro Inflammatus e il quartetto Quando corpus; a Tadolini affidò i restanti sei numeri e l’Amen conclusivo. La partitura completa dello Stabat Mater venne inviata a Varela nell’aprile 1832, ad un anno esatto dal viaggio di Rossini a Madrid. A causa di un’epidemia di colera che imperversava ai confini con la Spagna, non arrivò mai in tempo per essere eseguita in occasione del Venerdì Santo. In questa versione realizzata “a quattro mani” fu ascoltata soltanto l’anno suc-
cessivo, il 5 aprile 1833, nella Cappella di San Felipe El Real (1). Fedele a quanto promesso a Rossini, Varela archiviò il manoscritto nella sua biblioteca e lì rimase fino al 1837 quando, morto l’alto prelato, gli eredi lo misero in vendita, ricavandone - si presume - una discreta somma. Entrato in possesso del prezioso lavoro e credendolo per intero di mano rossiniana (come probabilmente gli era stato venduto), l’editore parigino Antonin Aulagnier fiutò l’affare: si affrettò quindi a prendere contatti con il compositore per la pubblicazione. Rossini, messo in guardia su ciò che stava accadendo dal suo editore francese Troupenas e spaventato dall’idea che un giorno qualcuno potesse attribuire a lui i numeri musicali in realtà composti da Tadolini, parò il colpo firmando immediatamente un contratto con Troupenas stesso per la pubblicazione dello Stabat Mater in versione completa e revisionata. Aulagnier, nel frattempo, forzando i tempi, aveva già iniziato a dare alle stampe la partitura, limitandosi peraltro ai sei brani di Rossini. Venne trascinato in tribunale e perse la causa, tra grandi clamori della stampa. I sei pezzi del Tadolini erano stati sostituiti da quattro nuovi numeri: l’aria del tenore Cujus animam, il duetto soprano-mezzosoprano Quis est homo, l’aria del basso Pro peccatis e il grandioso fugato finale Amen. Prima dell’esecuzione pubblica, lo Stabat Mater venne presentato in forma privata nelle abitazioni di Pierre-Joseph Guillaume Zimmermann e Henri Herz; quindi potè essere applaudito freneticamente dai parigini cantato da Giulia Grisi, Emma Albertazzi, Giuseppe Mario, Antonio Tamburini e sotto la bacchetta di Giovanni Tadolini il 7 gennaio 1842. Due mesi dopo, il 18 marzo, ebbe luogo la prima italiana, nell’Aula Magna dell’Archiginnasio di Bologna, preceduta - come vedremo - da un’anteprima, il 14 marzo, nella casa fiorentina della famiglia inglese Mac Donald. A Bologna Rossini preparò l’esecuzione ma all’ultimo istante preferì cedere la bacchetta a Gaetano Donizetti, il quale rievoca con queste parole l’accoglienza del pubblico:
«Narrarti i chiassi che a Bologna si fecero a Rossini ed a me è cosa indescrivibile. Bande, evviva, versi ecc. Rossini, finalmente, ch’io obbligai assistere alla terza rappresentazione, fu festeggiato, come meritava, salse sul palco ov’io dirigevo e mi abbracciò, mi baciò, e le grida ne assordivano ambedue. Al mio partire mi regalò quattro bottoncini, per memoria, e piangeva dirottamente, stando al mio collo attaccato, dicendo sempre: non abbandonarmi, caro amico. Tutti furono stupiti per tanta emozione in Rossini». Fiumi d’inchiostro sono stati versati fin dalle prime esecuzioni dello Stabat Mater sulla natura di questa partitura, modellata - è vero - su forme derivate dal melodramma, ma permeata di una profonda religiosità che dagli stilemi teatrali attinge la forza necessaria per elevarsi al rango del capolavoro e rappresentare, con una straordinaria varietà di contrasti sconosciuta alla maggior parte della musica sacra coeva, lo smarrimento dell’animo umano di fronte al mistero della morte ed il suo approdo, attraverso la fede, alla gloria del Paradiso. Il poeta Heinrich Heine, presente alla prima parigina del 1842, coglie perfettamente il senso “coloristico” dello Stabat Mater e così scrive nelle sue Divagazioni musicali: «Lo stile è troppo mondano, sentimentale, giocoso per il tema spirituale; è troppo leggero, gradevole, divertente – così piagnucolano alcuni pesanti noiosi criticastri i quali per ipocrisia si ammantano di una esegerata spiritualità, eppure della musica sacra si formano un concetto del tutto circoscritto ed errato. Come presso i pittori, anche presso i musicisti domina una visione completamente falsa circa il modo con cui si devono trattare argomenti sacri. Credono che per rendere fedelmente quanto è cristiano occorra rappresentarlo in sagome scarnite e diafane, e nel modo più tetro e scolorito possibile. I disegni di Overbeck sono, sotto questo punto di vista, i loro ideali. Per combattere l’errata tendenza con dei fatti metterò in vista la pittura sacra della scuola Spagnola; in essa regna l’opulenza delle forme e del colore eppure non si potrà negare che
questi quadri spagnoli respirino un rigoglioso cristianesimo e che i loro creatori non siano meno ebbri di fede che i celebri maestri i quali a Roma si sono infatuati di cristianesimo per poter dipingere con più immediata ispirazione». Per rendersi conto della grandezza del genio rossiniano basterebbe il primo numero dello Stabat Mater in cui, attraverso una drammatica essenzialità, ci vengono presentati i protagonisti del quadro d’apertura: Maria, la Madre; la croce; Gesù, il Figlio. Le alternanze tra soli e tutti, le impennate sonore del coro e dell’orchestra aderiscono al testo della Sequenza di Jacopone da Todi con magistrale pertinenza (e questo avverrà in tutta la partitura), nell’ambito di un’economia di mezzi sempre stilisticamente controllata che sembrerebbe contraddire quanto sostenuto da Heine. In realtà, con i tre numeri successivi, composti ex novo nel 1841, la sterzata verso una maggiore ricchezza di colori è decisa e la vitalità dell’elemento ritmico ne rappresenta la forza propulsiva: l’aria del tenore, Cujus animam, nella classica forma tripartita, richiede all’interprete una vocalità ampia e spavalda (addirittura fino al re bemolle acuto nella cadenza conclusiva); il duetto soprano-mezzosoprano, Qui est homo, intreccia le voci femminili in un serrato dialogo belcantistico virtuosisticamente arricchito di trilli e cadenze; con l’aria del basso, Pro peccatis, in forma quadripartita, ritorniamo a quella vocalità generosa, che spazia dalle regioni gravi alle vette più alte della tessitura, già chiamata in causa nella sortita del tenore, ma in questo caso presentata con ancora maggiore nobiltà espressiva. Per assicurare l’unità stilistica a forme vocali così eterogenee - peraltro fedeli alle simmetrie del linguaggio classico - Rossini usa le introduzioni e le code orchestrali come un tessuto connettivo perfettamente funzionale allo scopo, regalandoci gioielli di orchestrazione di squisita e personalissima fattura. Con il quinto numero, Eja, Mater, siamo di nuovo a quell’essenzialità di mezzi evocata dall’introduzione: tace l’orchestra, il coro a cappella delinea
linee melodiche purissime sulle quali si staglia, in recitativo, la voce del basso. Quando l’orchestra rientra, per dare avvio al sesto numero della partitura, il quartetto dei soli Sancta Mater, l’effetto di stacco con quanto finora ascoltato è evidentissimo e niente affatto casuale: siamo al nucleo centrale del lavoro, il coinvolgimento emotivo è sempre crescente ed il magnifico brano anticipa e prepara, con la sua incalzante espressività (ancora una volta sviluppata attraverso lo sbalzo ritmico e i forti contrasti agogici e dinamici), il culmine della composizione. Rileggere oggi le parole di Luigi Ferdinando Casamorata sulla “Gazzetta Musicale di Milano”, il quale rimproverava Rossini “per avere espresso quelle parole di umile e tenera prece con una melodia quasi da quadriglia”, non fa altro che rafforzare l’idea di una critica musicale ottocentesca miope ed “imbevuta di pregiudizi” nei confronti di musica sacra che non rispondesse ai canoni della tradizione.Anche la bellissima, elegante cavatina del mezzosoprano Fac ut portem non è altro che un prologo, peraltro efficacissimo, alla vetta drammatica dello Stabat Mater, l’aria del soprano con coro Inflammatus. Qui Rossini ci offre un altro fulgido esempio del suo eccezionale talento creativo, anticipando di oltre trent’anni la potenza evocatrice del Dies irae verdiano: contro gli appelli squillanti degli ottoni, i minacciosi rulli dei timpani e l’impressionante muro sonoro innalzato dal coro sulle parole “in die judicii”, la voce del soprano - su un nervosissimo accompagnamento degli archi - canta la sua angosciata preghiera alla Vergine, elevandosi nel finale, con irresistibile slancio verso la divinità, per ben due volte al do acuto. Dopo siffatto cataclisma sonoro, è il momento della meditazione intima: Quando corpus. Le voci, in un gioco contrappuntistico magistrale, antico ma di sorprendente modernità, schiudono all’anima le porte del Paradiso. L’effetto di contrasto prodotto dai potenti accordi dell’orchestra e dalla triplice invocazione del coro Amen è formidabile: si avvia così, in maniera grandiosa e niente
affatto retorica, l’articolata fuga a quattro parti conclusiva. Ma il genio di Rossini non poteva non riservarci un’ultima sorpresa: quell’improvvisa, inattesa citazione delle prime battute dell’introduzione prima della travolgente coda finale. Un ritorno dove tutto era iniziato, esattamente come è nel destino di ogni individuo: “Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris!”. *** Si accennava all’importante anteprima fiorentina dello Stabat Mater, avvenuta il 14 marzo 1842, quattro giorni prima l’esecuzione di Bologna, nella casa dei Mac Donald, in via Romana, all’interno dell’antico Monastero di Annalena (2). Ne furono promotori Andrea Nencini, amico di Rossini, e la famiglia polacca dei principi Poniatowski, interamente composta da musicisti. Per l’esecuzione venne utilizzata la riduzione per pianoforte curata da Labarre, edita a Parigi e distribuita in Italia da Ricordi. Il soprano era Elisa Montecatini Poniatowski, la parte del mezzosoprano venne divisa fra Nadina Lobonoff-Schwachkeim e Carolina FinziMorelli, il tenore era Carlo Poniatowski, il basso Giuseppe Poniatowski. Il coro era composto da “professionisti e volenterosi artisti di musica”, ai pianoforti Luigi Gordigiani e Enrico Manetti, direttore era Andrea Nencini. Sull’avvenimento si leggono dettagliati resoconti a firma di Lorenzo Guidi Rontani sulla “Rivista Musicale di Firenze” e di Luigi Ferdinando Casamorata sulla “Gazzetta Musicale di Milano”, in quell’articolo già citato in precedenza e che dette avvio ad un’accesissima polemica sul valore dello Stabat Mater. Una composizione, questa, che ha segnato in maniera indelebile il rapporto tra Rossini e Firenze, città particolarmente cara al compositore e nella quale è sepolto (3). A pochi mesi dall’anteprima in casa Mac Donald, il 26 giugno 1842, lo Stabat Mater venne di nuovo eseguito nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, stavolta
con orchestra. Dirigeva Pietro Romani, solisti erano la grande Carolina Ungher, Teresa Brambilla, Ferdinando Ceccherini e Cammillo Fedrighini. E ancora, il 4 maggio 1887, in occasione delle solenni onoranze tribute al compositore per il trasporto della salma nella Basilica di Santa Croce, sempre nel Salone dei Cinquecento, risuoneranno ancora le note dello Stabat Mater concertato da Teodulo Mabellini e diretto da Jefte Sbolci con l’apporto di Maria Luisa Durand, Barbara Marchisio, Giovanni Sani e Romano Nannetti. Da segnalare che tra i contralti del coro, composto da nobili fiorentini dilettanti di musica, vi era anche Marianna Barbieri-Nini, la mitica prima interprete del Macbeth di Verdi. Passano oltre sessant’anni e sarà di nuovo lo Stabat Mater a siglare in bellezza, il 29 giugno 1952, in Piazza Santissima Annunziata, quel Maggio Musicale voluto da Francesco Siciliani che dette l’avvio alla definitiva riscoperta dell’Atlantide rossiniana: dirigeva Antonio Votto, cantavano Renata Tebaldi, Nan Merriman, Gianni Poggi e Italo Tajo. In conclusione piace sottolineare come lo Stabat Mater di Rossini sia legato a due belle incisioni discografiche realizzate a Firenze. La prima da Riccardo Muti, nel 1981, con i complessi del Maggio Musicale (e registrata, guarda caso, proprio nel Salone dei Cinquecento); la seconda da Gianluigi Gelmetti, nel 1997, con l’Orchestra della Toscana e il Coro di Praga. (1) La versione del 1832 dello Stabat Mater la possiamo ascoltare in un CD Naxos registrato al Festival Rossini in Wildbad 2011. I numeri composti da Giovanni Tadolini sono stati orchestrati dal direttore d’orchestra Antonino Fogliani in assenza della partitura originale, perduta. Per la sua ricostruzione Fogliani si è basato su due riduzioni per pianoforte pubblicate all’epoca. (2) Per una dettagliata ricostruzione dell’avvenimento si consulti MARCELLO DE ANGELIS, La prima italiana dello Stabat Mater - precisazioni e documenti, in Chigiana, vol. XXXIV, anno 1977, pp. 105-151. (3) A questo proposito vedi GIOVANNI VITALI, Tanti Affetti - Lirica a Firenze tra Settecento e Novecento, LoGisma Editore, Firenze 2001.
Stabat Mater Sequenza attribuita a Jacopone da Todi
Stabat Mater dolorosa juxta crucem lacrimosa dum pendebat Filius. Cujus animan gementem, contristantem et dolentem, pertransivit gladius. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater Unigeniti! Quae moerebat, et dolebat et tremebat cum videbat nati poenas incliti. Quis est homo qui non fleret, Christi Matrem si vederet in tanto supplicio? Quis non posset contristari, piam Matrem contemplari dolentem cum Filio? Pro peccatis suae gentis vidit Jesum in tormentis, et flagellis subditum. Vidit suum dulcem natum morientem, desolatum, dum emisit spiritum. Eja, Mater; fons amoris me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam. Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam. Sancta Mater, istud agas: crucifixi fige plagas
cordi meo valide. Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide. Fac me vere tecum flere, Crucifixo condolere, donec ego vixero. Juxta crucem tecum stare, te libenter sociare in planctu desidero. Virgo Virginum praeclara, mihi iam non sis amara: fac me tecum plangere. Fac ut portem Christi mortem passionis fac confortem et plagas recolere. Fac me plagis vulnerari cruce hac inebriari ob amore Filii. lnflammatus et accensus, per te, Virgo, sim defensus in die judicii. Fac me cruce custodiri, morte Christi premuniri, confoveri gratia. Quando corpo morietur, fac ut animae donetur paradisi gloria. Amen. In sempiterna saecula.
VIOLINI PRIMI
Daniele Giorgi * Virginia Ceri * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo Alessandro Giani Isak Lenza Susanna Pasquariello Marco Pistelli
VIOLINI SECONDI Chiara Morandi * Marian Elleman ** Patrizia Bettotti Stefano Bianchi Virginia Capozzi Marcello D’Angelo Chiara Foletto Irene Maggio Federica Paduano
VIOLE
Stefano Zanobini * Caterina Cioli ** Federica Cardinali Alessandro Franconi Mateos Kovacaj Pier Paolo Ricci
VIOLONCELLI
Luca Provenzani * Augusto Gasbarri * Elettra Mealli Anna Montemagni Giovanni Simeone
CONTRABBASSI
Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Salvatore La Mantia Nicola Memoli
FLAUTI
Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco *
OBOI
Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani *
CLARINETTI
Marco Ortolani * Emilio Checchini
FAGOTTI
Paolo Carlini * Umberto Codecà *
CORNI
Andrea Albori * Paolo Faggi * Gianni Calonaci Alessandro Giorgini
TROMBE
Donato De Sena * Stefano Benedetti *
TROMBONI
Antonio Sicoli * Luana Di Nardo Giacomo Gamberoni
TIMPANI
Tommaso Ferrieri Caputi *
* prime parti ** concertino in corsivo gli studenti del Corso Yo Yo
ISPETTORE D’ORCHESTRA E ARCHIVISTA Alfredo Vignoli
CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO maestro del coro Lorenzo Fratini di seguito l’organico istituzionale completo del coro
SOPRANI Sabrina Baldini Antonella Bandelli Tiziana Bellavista Maria Cristina Bisogni Silvia Capra Gabriella Cecchi Elizabeth Chard Giovanna Costa Ruth Anna Crabb Eloisa Deriu Elisabetta Ermini Rosa Galassetti Daniela Losi Barbara Marcacci Monica Marzini Marina Mior Cristina Pagliai Delia Palmieri Sarina Rausa Giulia Tamarri Ginko Yamada MEZZOSOPRANI Sabina Beani Consuelo Cellai Sabrina D’Errico Katja De Sarlo Simonetta Lungonelli Ramona Mirabela Castillo Osuna Nadia Pirazzini Livia Sponton
Nadia Sturlese Barbara Zingerle
Hiroki Watanabe Dean David Janssens
CONTRALTI Silvia Barberi Elena Cavini Teodolinda De Giovanni Cristiana Fogli Filomena Pericoli Ramona Gabriela Peter Maria Rosaria Rossini
BARITONI Nicolò Ayroldi Claudio Fantoni Lisandro Guinis Bernardo Romano Martinuzzi Giovanni Mazzei Antonio Menicucci Egidio Naccarato Vito Luciano Roberti Gabriele Spina
TENORI Jorge Ansorena Tiziano Barbafiera Fabio Bertella Alessandro Carmignani Davide Cusumano Massimiliano Esposito Fabrizio Falli Saulo Severino Garcia Diepa William Mc Georghie Grant Leonardo Melani Carlo Messeri Enrico Nenci Simone Porceddu Leonardo Sgroi Davide Siega Andrea Antonio Siragusa Valerio Sirotti Riccardo Sorelli Luca Tamani Mauro Virgini
BASSI Diego Barretta Nicola Lisanti Luciano Graziosi Roberto Miniati Antonio Montesi Marco Perrella Alessandro Peruzzi Marcello Vargetto
ALTRO MAESTRO DEL CORO Leonardo Andreotti SEGRETARIA ORGANIZZATIVA Alessandra Vestita
L'Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da 44 musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l'Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi di sua proprietà. Le esecuzioni fiorentine sono trasmesse su territorio nazionale da RadioRai Tre e in Regione da Rete Toscana Classica.
TRA BAROCCO E MUSICA D’OGGI Fin dagli esordi, sotto la direzione artistica di Luciano Berio, l'ORT ha avuto un occhio di riguardo per la musica del nostro tempo ed i suoi interpreti, facendone quasi una propria specializzazione; tale tradizione si è mantenuta negli anni fino a giungere al festival "Play It! La musica fORTe dell'Italia", eloquente manifesto di tale attitudine, che nel 2014 ha ricevuto il XXXIII Premio della Critica Musicale "Franco Abbiati" per la migliore iniziativa 2013. Ma già dal suo debutto nel 1980, sotto la direzione di Massimo de Bernart, la piccola Orchestra si impose per la sua versatilità e l'altissimo livello professionale che ne fecero in poco tempo una raffinata interprete del Barocco e del Classicismo come della musica del '900, con una particolare vocazione per i capolavori rossiniani ed un'attenzione alle partiture più rare e poco eseguite. Negli anni a seguire, cedendo alla tentazione di affrontare l'affascinante repertorio sinfonico destinato a organici più nutriti (anche grazie alla collaborazione con l'OGI e gli studenti dei Conservatori della
Toscana), l'ORT si è spinta oltre i confini della musica da camera, affrontando con successo i capolavori del sinfonismo romantico e tardo-romantico, da Brahms e Schumann a Čajkovskij, Mahler, Sibelius.
OSPITALITÀ & TOURNÉE Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane, si è esibita con grande successo al Teatro alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, all’Auditorium del Lingotto di Torino, all’Accademia di S.Cecilia di Roma, alla Settimana Musicale Senese, al Ravenna Festival, al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia. Numerose le sue apparizioni all’estero a partire dal 1992 tra cui: Salisburgo, Cannes, Strasburgo, New York, Edimburgo, Madrid, Hong Kong, Tokyo per la rassegna “ItaliaGiappone 2001- 2002”, Lucerna, Münster, Hannover, nel giugno 2016 la trasferta in Sudamerica per una tournée di 6 concerti in Ecuador, Perù, Cile, Argentina guidati dal direttore principale Rustioni con Francesca Dego al violino e recentemente la trasferta a Villach con Martin Sieghart sul podio e il violinista Emmanuel Tjeknavorian.
DISCOGRAFIA Musiche di Schubert e di Cherubini con Donato Renzetti (Europa Musica), Pierino e il lupo e L’Histoire de Babar con Paolo Poli e Alessandro Pinzauti (Caroman), Cavalleria rusticana con Bruno Bartoletti (Foné), Il barbiere di Siviglia con Gianluigi Gelmetti (EMI Classics), Omaggio a Mina e Orfeo cantando tolse di Adriano Guarnieri con Pietro Borgonovo (Ricordi) e lo Stabat Mater di Rossini con Gianluigi Gelmetti (Agorà), Tancredi con Gianluigi Gelmetti (Foné), Holy Sea con Butch Morris (Splasch), Richard Galliano e I Solisti dell’Ort (dreyfus), Le Congiurate di Schubert con Gérard Korsten per la regia di Denis Krief, Concertone con Stefano Bollani (Blue Label), Omaggio a Puccini con Fiorenza Cedolins (Bongiovanni), il Requiem di Mozart con Gianluigi Gelmetti, Le sette ultime parole del nostro Redentore
in croce di Haydn, concertatore Andrea Tacchi; Play it! (2011) con musiche di Sylvano Bussotti, Carla Rebora, Riccardo Panfili per VdM Records; Giorgio Federico Ghedini con Daniele Rustioni (Sony Classical 2016), Goffredo Petrassi con Daniele Rustioni (Sony Classical 2018). È ormai imminente anche la pubblicazione del terzo disco della trilogia sul Novecento storico italiano, dedicato questa volta al compositore Alfredo Casella.
I PROS OSPITALITÀ SIMI Stagione Concertistica 2018_19 APPUN TAMEN ORCHESTRA HAYDN DI TRENTO E BOLZANO TI MICHELE MARIOTTI direttore
MIRIAM PRANDI
violoncello
9
BERG Tre pezzi dalla Lyrische Suite, per archi
VENERDI ore 21.00
BEETHOVEN Sinfonia n.5 op.67
NOVEMBRE
HAYDN Concerto n.2 per violoncello e orchestra Hob.Vllb:2
FESTA DELLA TOSCANA
SALVATORE ACCARDO
direttore e violino
musiche di Beethoven, Schönberg
THOMAS DAUSGAARD
direttore
HENNING KRAGGERUD
violino musiche di Berio, Siberlius, Brahms
30 VENERDÌ
NOVEMBRE ore 21.00
13
GIOVEDÌ
DICEMBRE ore 21.00
COMUNICAZIONI AL PUBBLICO SOSTIENICI
CONCERTO DI CAPODANNO
Tornano i programmi di Membership per offrire al nostro pubblico un’esperienza da protagonista.
Una delle novità di quest’anno è il Concerto di Capodanno programmato per martedì 1° gennaio 2019.
Ogni volta che saliamo sul palcoscenico per suonare ce la mettiamo tutta affinché la nostra musica sia per te e per tutti i nostri spettatori un momento unico e indimenticabile. Desideriamo che tu non sia solo uno spettatore, ma che sia parte della famiglia
L’idea nasce dal progetto triennale sottoscritto con la Fondazione Festival Pucciniano che vedrà l’Orchestra impegnata in una produzione lirica del Festival e in altre collaborazioni concertistiche. Come ogni Capodanno che si rispetti, l’ORT celebra il nuovo anno con le più belle musiche e arie d’opera tratte da Don Pasquale, Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, Manon Lescaut, Bohéme, Gianni Schicchi, Tosca di Giacomo Puccini, Italiana in Algeri di Gioachino Rossini, Nabucco, Rigoletto, Traviata di Giuseppe Verdi. Protagonisti i cantanti di Corso d’Opera e sul podio il direttore fiorentino Maurizio Agostini. Il concerto è previsto in doppio appuntamento: ore 12.00 al Teatro Eden di Viareggio ore 17.00 al Teatro Verdi di Firenze Questi i prezzi di Firenze > Biglietti da 12,00 a 37.00 euro. La prevendita è già in corso presso la biglietteria del Teatro ed i punti TicketOne.
dell’ORT, per questo ti chiediamo di aiutarci ad ampliare i nostri programmi e a raggiungere con la nostra musica ancora più persone. Insieme possiamo fare davvero la differenza: con il tuo dono potremo arricchire l’attività, i percorsi di educazione all’ascolto musicale per gli studenti e le famiglie e fare crescere il pubblico di domani. Scegli di partecipare attivamente al presente e al futuro dell’ORT! Diventa ambasciatore della nostra musica, scegli la forma di Membership che preferisci e scopri come donare sul sito www.orchestradellatoscana.it/sostienici
COMUNICAZIONI AL PUBBLICO I GRUPPI DA CAMERA Nuova stagione e nuovi programmi nei teatri della Toscana.
L’ORT è presente sul territorio toscano anche con agili formazioni cameristiche, offrendo in questo modo un’articolata proposta musicale, distribuita in regione anche grazie alla collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo. Segnaliamo le più importanti: A TUTTA DANZA Ensemble d’archi dell’ORT Chiara Morandi violino e concertatore OCEANO ... nella vita di J.S.BACH Sestetto di Ottoni e Percussioni dell’ORT Annamaria Guerrini attrice TI RACCONTO DON GIOVANNI Ensemble d’archi e fiati dell’ORT Alessandro Riccio attore I FIATI ALL’OPERA Quintetto a fiati dell’ORT Alessandro Riccio attore
Scopri tutte le date sul nostro sito.
ARCHIVIO TACCHI Il Fondo Tacchi è un archivio online, consultabile da chiunque sul sito ORT. Contiene lo spartito del primo leggio dei Violini Primi. Si tratta di circa 150 partiture tratte dal repertorio della nostra Orchestra. Scannerizzando queste pagine si sono conservati i “segni” esecutivi che Andrea vi ha apposto sperimentandoli, ripensandoli, correggendoli nel corso di una esperienza durata più di 35 anni; Si parla di arcate, legature e diteggiature, piccoli tratti di matita che, riportati poi su tutte le altre parti, uniformano l’esecuzione delle file degli archi e costituiscono un minimo spazio interpretativo, l’unico, di cui possa disporre la spalla di un’orchestra, senza prescindere dal suo ruolo di mediazione tra il compositore ed il direttore. Rappresentano non la sola via possibile, ma una scelta personale che rispecchia la cultura, la competenza, la capacità dello strumentista, il suo gusto e la sua indole. Scoprilo su: www.orchestradellatoscana.it/fondo-tacchi
L’ORT COMUNICA | CANALI SOCIAL
SITO ORT E SOCIAL www.orchestradellatoscana.it
I NOSTRI MANIFESTI SU PINTEREST
Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l'Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery, gli spartiti del Fondo Tacchi ed i dettagli di tutte le nostre iniziative. È anche il punto di partenza per i nostri canali social (Facebook, Twitter, You Tube, Pinterest, Instagram, Issuu). Si possono scaricare materiali ed inviti e ci si può iscrivere alla nostra newsleter mensile.
L’archivio completo dei nostri manifesti, e più in generale tutte le nostre grafiche, sono disponibili sul profilo Pinterest dell’ ORT, a partire dalla stagione 2013_14. Interessenti anche le altre bacheche che raccontano per immagini il nostro mondo www.pinterest.it/ortpin/
I PROGRAMMI SU ISSUU Tutti i programmi di sala, come questo che state leggendo, vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo: issuu.com/orchestradellatoscana Chi vuole può dunque prepararsi all’ ascolto in anticipo, e comodamente da casa. I link dei rispettivi programmi sono disponibili anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno sempre a disposizione del pubblico, e sono pubblicati a partire dalla stagione 2013_14.
LE FOTO DEL CONCERTO Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia selezione fotografica che documenta questo concerto. Sul nostro sito invece trovate una galleria fotografica completa su tutta l’attività dell'Orchestra della Toscana. Gli scatti sono realizzati da Marco Borrelli. HASHTAG UFFICIALI Per condividere efficacemente la vostra esperienza a teatro vi invitiamo ad usare #ORT #verdifirenze Su Instagram i profili ufficiali sono ort_insta teatroverdifirenze
CONTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA Via Verdi, 5 - 50122 Firenze | tel. (+39) 055 2342722 - 2340710 | fax (+39) 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it | info@orchestradellatoscana.it Presidenza Maurizio Frittelli presidenza@orchestradellatoscana.it
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PROGETTO GRAFICO ORT Mallet Studio IMPAGINAZIONE PROGRAMMA DI SALA Ambra Greco FOTO & ILLUSTRAZIONI Alain Hanel (cop. 5), Simone Donati Terraproject/ Contrasto (cop. 8), V. Santiago (6), Chiara Esposito (6), Joan Tomas (7), Davide Gennati (18), anomie (20), Marco Borrelli (17,19, 21) STAMPA Grafiche Martinelli (Firenze)
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TEATRO VERDI Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze BIGLIETTERIA Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze (dal lunedĂŹ al sabato 10-13 e 16-19) tel. (+39) 055 21 23 20 www.teatroverdifirenze info@teatroverdionline.it
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