Ospitalità | Stagione 18_19

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Stagione Concertistica 2018_19

OSPITALITÀ

MICHELE MARIOTTI direttore

MIRIAM PRANDI violoncello

ORCHESTRA HAYDN DI TRENTO E BOLZANO


FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Maurizio Frittelli - Presidente Francesca Bardelli - Vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi

UFFICIO SVILUPPO E FUNDRAISING Elisa Bonini

REVISORE UNICO Vittorio Quarta

UFFICIO DEL PERSONALE Andrea Gianfaldoni

AMMINISTRAZIONE Simone Grifagni, Cristina Ottanelli

SEGRETERIA Stefania Tombelli (direzione Generale) Tiziana Goretti (direzione Artistica) Chandra Ughi (Corso Yo-Yo) DIRETTORE ARTISTICO Giorgio Battistelli DIRETTORE PRINCIPALE Daniele Rustioni DIRETTORE ONORARIO Thomas Dausgaard

DIRETTORE GENERALE Marco Parri DIRETTORE SERVIZI MUSICALI Paolo Frassinelli AREA COMUNICAZIONE Riccardo Basile | Ambra Greco

SERVIZI TECNICI ORCHESTRA Angelo Del Rosso OSPITALITÀ E SALA TEATRO VERDI Fulvio Palmieri Paolo Malvini PALCOSCENICO TEATRO VERDI Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo Alessandro Goretti, Sara Bonaccorso PERSONALE DI SALA Lisa Baldi, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Alice Guerrini, Enrico Guerrini, Alessandro Iachino, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Vieri Ulivi Valoriani, Sara Vivoli


XXXVIII STAGIONE CONCERTISTICA 2018 - 2019

Si ringrazia la Fondazione CR Firenze per le donazioni Art Bonus a favore della Stagione ORT 2018/19

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Ospitalità

ORCHESTRA HAYDN DI TRENTO E BOLZANO

MICHELE MARIOTTI direttore

MIRIAM PRANDI violoncello

ALBAN BERG

Tre pezzi dalla Lyrische Suite per archi Andante amoroso Allegro misterioso – Trio estatico Adagio appassionato

JOSEPH HAYDN

Concerto n.2 in re maggiore per violoncello e orchestra Hob. VIIb:2 Allegro moderato Adagio Allegro

LUDWIG VAN BEETHOVEN

Sinfonia n.5 in do minore op.67 Allegro con brio Andante con moto Allegro Allegro

FIRENZE, TEATRO VERDI

venerdì 9 novembre 2018 ore 21.00


MICHELE MARIOTTI È direttore musicale del Teatro Comunale di Bologna dal 2015. Pesarese, ha concluso gli studi umanistici e si è diplomato in composizione al Conservatorio Rossini della sua città, dove ha anche studiato direzione d’orchestra sotto la guida di Manlio Benzi. Contemporaneamente si è diplomato col massimo dei voti e la lode presso l’Accademia Musicale Pescarese con Donato Renzetti. Nel 2005 ha fatto il suo debutto nel Teatro Verdi di Salerno dirigendo Il barbiere di Siviglia di Rossini. Nel 2007 ha inaugurato, con il Simon Boccanegra di Verdi, la stagione del Comunale di Bologna, teatro in cui è stato direttore principale dal 2008 fino alla nomina a direttore musicale nel 2014. In questi anni a Bologna ha diretto inoltre Idomeneo, Le nozze di Figaro, Così fan tutte, Il flauto magico e il Requiem di Mozart, La Cenerentola, La gazza ladra e Guillaume Tell di Rossini, Norma e I puritani di Bellini, Lucia di Lammermoor di Donizetti, Nabucco, Attila, La traviata, Un ballo in maschera, Don Carlo e la Messa da Requiem di Verdi, Carmen di Bizet, Cavalleria rusticana di Mascagni, Werther di Massenet, La bohème di Puccini, Il prigioniero di Dallapiccola e La voix humaine di Poulenc, oltre a numerosi concerti sinfonici. Ha guidato l’Orchestra e il Coro del Comunale di Bologna in tournée a Tokio (con I puritani e Carmen), a Mosca e a

Torino per l’inaugurazione della stagione di Lingotto Musica. Con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna ha inciso per la Decca con Juan Diego Flórez e per la Sony con Nino Machaidze. Mariotti ha diretto tra l’altro Orphée et Eurydice di Gluck al Teatro alla Scala di Milano, L’Italiana di Algeri di Rossini a Bilbao e al Teatro Comunale di Ferrara, Il barbiere di Siviglia alla Lyric Opera di Chicago, a Las Palmas di Gran Canaria, all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi, all’Opera di Los Angeles, alla Scala di Milano, alla Bayerische Staatsoper di Monaco, al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro Regio di Torino e a Washington, La donna del lago a Liegi, alla Royal Opera House e Covent Garden di Londra e al Metropolitan di New York, Semiramide alla Bayerische Staatsoper di Monaco, Le comte Ory alla Scala di Milano, Matilde di Shabran e Guillaume Tell al Rossini Opera Festival di Pesaro, I puritani di Bellini al Teatro Real di Madrid, al Teatre Principal di Menorca, al Metropolitan di New York, all’Opéra di Parigi e a Tokio, Lucia di Lammermoor di Donizetti al Covent Garden, Les Huguenots di Meyerbeer alla Deutsche Oper di Berlino e a Parigi, La fille du régiment di Donizetti a San Francisco, Don Gregorio (L’ajo nell’imbarazzo) al Festival di Wexford, Nabucco al Festival Verdi di


Parma e a Reggio Emilia, Don Pasquale di Donizetti a Torino e a Washington, I Lombardi alla prima crociata di Verdi a Torino, I due Foscari alla Scala di Milano e (in forma di concerto) al Festival di Salisburgo, La battaglia di Legnano a Barcellona, Rigoletto a Lima, La traviata allo Sferisterio Opera Festival di Macerata e all’Opéra Bastille di Parigi, La forza del destino alla Nederlandse Opera di Amsterdam, Carmen a New York, Gianni Schicchi di Puccini a Fano e Turandot a Zurigo. In ambito sinfonico ha diretto al Teatro del Liceu di Barcellona, l’Orchestra Sinfonica Nazionale Danese di Copenaghen, gli Essener Philharmoniker, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, al Teatro Real di Madrid, I Pomeriggi Musicali e l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, i Münchner Symphoniker, l’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, la Oregon Symphony, l’Orchestre National de France e al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, l’Orchestra Toscanini di Parma, a Piacenza e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai all’Auditorium del Lingotto di Torino, nonché ai Festival di Montpellier (Radio France), Perelada e Saint Denis. Prossimamente dirigerà Don Giovanni di Mozart a Bologna, Don Pasquale e

La traviata a Parigi nonché concerti in Germania con i Bamberger Symphoniker, in Italia con la Filarmonica della Scala e nel Regno Unito con la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra. L’Associazione Nazionale Critici Musicali gli ha assegnato nel 2017 il 36° Premio Abbiati come miglior direttore d’orchestra «per la giovane e salda personalità, spiccata, vincente sui fronti diversi del primo Verdi di Attila (Bologna) e Due Foscari (Scala), del Rossini di Donna del lago (Pesaro) e infine del Werther di Massenet (Bologna): espressa con suono elegante, sicurezza tecnica e interpretazioni affilate, eredi della migliore scuola italiana». Con l’Orchestra Haydn Michele Mariotti ha debuttato a Bolzano e Trento nell’aprile 2016 con musiche di Schubert e Bartók, tornandovi nel febbraio 2018 per dirigere Schubert e Brahms.


MIRIAM PRANDI Nata a Mantova nel 1990, allieva della violoncellista Marianne Chen e del padre pianista, si è diplomata a quindici anni in pianoforte e l’anno successivo in violoncello, con il massimo dei voti, lode e menzione speciale, al Conservatorio Campiani della sua città. Già all’età di undici anni era stata eccezionalmente ammessa a frequentare i corsi di Antonio Meneses presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena, ottenendo poi per sei anni consecutivi sempre la borsa di studio e il diploma di merito; borsista della Fondazione Ambrosoli, della Fondazione Lyra e della Rudolf von TobelStudienstiftung, nel 2011 ha concluso con lode il master in solismo alla Hochschule di Berna, sempre con Meneses, passando successivamente alla Musik und KunstPrivatuniversität di Vienna, dove ha conseguito un ulteriore master con Natalia Gutman. Si è inoltre perfezionata alla Scuola di Musica di Fiesole e all’Accademia Pianistica di Imola, frequentando masterclasses con Mario Brunello, con Rocco Filippini (all’Accademia Stauffer di Cremona), con Sol Gabetta e David Geringas (a Siena), con Frans Helmerson e Gary Hoffman (a Kronberg), con Ralph Kirshbaum, Andrea Lucchesini e Ivan Monighetti. Vincitrice di varie edizioni della Rassegna Violoncellisti di Vittorio Veneto, si è

imposta al Concorso Geminiani di Verona del 2004, aggiudicandosi l’assegnazione di un prezioso violoncello; dall’Associazione Musicale Muzio Clementi di Roma nel 2006 le è stato conferito il Premio Clementi. Nel 2014 è stata premiata da una giuria presieduta da Sol Gabetta con il primo premio assoluto (unico assegnato nell’ambito delle quattro categorie per archi) al Rahn-Musikpreis di Zurigo. Nella duplice veste di violoncellista e pianista ha eseguito i Concerti in do di Haydn e in si bemolle maggiore di Mozart (k 595) con l’Orchestra del Conservatorio di Mosca agli Incontri internazionali di Asolo (2004), con I Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino all’Opera di Firenze (2016), con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Alessandro Cadario al Teatro delle Muse di Ancona, al Teatro Gentile di Fabriano e al Teatro Rossini di Pesaro (2016), e inoltre al Teatro Sociale di Bergamo e al Teatro Bibiena di Mantova. Come solista è apparsa anche con l’Aargauer Symphonieorchester (ora Argovia Philharmonic) diretta da Douglas Bostock, con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese all’Aquila e a Rieti, con il Berner Symphonieorchester, con l’Orchestra da camera di Klaipeda, con l’Orchestra Sinfonica Siciliana al Teatro Politeama


di Palermo e l’Orchestra Filarmonica di Torino, collaborando con Laurent Gendre, Marc Kissoczy, Gianluca Marcianò, Andris Poga e Giampaolo Pretto. Ha eseguito tra l’altro il Triplo Concerto per tre violoncelli di Vivaldi al Festival Menuhin di Gstaad (con Ivan Monighetti, Min Ji Kim e l’Orchestra del Festival, sotto la direzione di Neeme Järvi), Concerti di Haydn con l’Orchestra da camera di Mantova, con la Mitteleuropa Orchestra diretta da Marco Guidarini al Teatro Alighieri di Ravenna e con l’Orchestra da camera Milano Classica diretta da Luca Guglielmi alla Palazzina Liberty di Milano, il Doppio Concerto di Brahms a San Pietroburgo, le Variazioni Rococò di Čajkovskij con l’Orchestra dell’Accademia della Scala diretta da Vladimir Fedoseyev al Teatro alla Scala di Milano, i Concerti di Dvořák all’Auditorium della Rai per l’Unione Musicale di Torino e alla Tonhalle di Zurigo, di Lalo a Gstaad e di Elgar ad Asolo, e la prima parte solistica di Violoncelles, vibrez... di Giovanni Sollima, nell’ambito di una tournée in Italia e in Israele con l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Nicola Paszkowski, esecuzione poi trasmessa da RAI Radio Tre. Come camerista è apparsa ad Ancona (Amici della Musica), a Basilea, Berna, Bologna (Sala Mozart dell’Accademia Filarmonica), Brescia (Auditorium San Barnaba), Cremona (per il Congresso dell’ESTA – la European String Teachers Association – e al Teatro Ponchielli), Firenze (Teatro della Pergola), Francoforte sul Meno (Europa-Kulturtage della Banca Centrale Europea), Gorizia, Ischia (Fondazione Walton), Lucca (Amici della Musica), Lucerna, Mantova (Teatro Sociale), Milano (Società Umanitaria), New York (New York University), Oradea, Portogruaro (Santa Cecilia), Roma (all’Oratorio del Gonfalone e alla Cappella Paolina del Quirinale, in diretta rai Radiotre), a San José in California, a Santa Clara (University Hall), Siena, Torino (Sala Cinquecento dell’Auditorium del Lingotto), Trieste

(Teatro Verdi), Verona (all’Accademia Maffeiana e al Teatro Nuovo per gli Amici della Musica), Vienna (Gläserner Saal del Musikverein) e Zurigo, nonché ai Festival di Bergamo (Alfredo Piatti), Capraia, Kreuth (Oleg Kagan), Kronberg (Chamber Music connects the World), Lerici e Spoleto (Due Mondi), oltre che in Francia, Slovenia e Svizzera (Kulturfest Resonanzen), suonando in duo con Igor Andreev, Pietro De Maria, Andrea Lucchesini, Alexander Romanovsky ed Edoardo Turbil, e assieme a Salvatore Accardo, Natalia Gutman, Marco Rizzi, Danilo Rossi e Pavel Vernikov. Nel campo della musica moderna e contemporanea ha eseguito la Sonata per violoncello solo di Sándor Veress, le Variazioni Sacher di Henri Dutilleux, composizioni di Rodion Ščedrin nonché la Sonata di Fazil Say, quest’ultima presentata in prima esecuzione italiana a Lucca. Dal 2015 fa parte del “delian::quartett”, con cui è apparsa ad Amburgo, a Bad Homburg, al Konzerthaus e al Kammermusiksaal della Philharmonie di Berlino, a Berna, Brema, Colonia, Fulda, Hannover e Krefeld, al Konzerthaus di Vienna e alla Tonhalle di Zurigo nonché ai Festival di Bad Kissingen, Bonn (Beethovenfest), Echternach, Essen (Klavierfestival Ruhr), Ludwigsburg, del Rheingau, di Roskilde (Schubertiade) e di Stoccarda (Musikfest Stuttgart). Miriam Prandi suona un violoncello David Tecchler (Roma 1700 ca.), affidatole dalla Fondazione Pro Canale di Milano.


ALBAN BERG

(Vienna 1885 - Vienna 1935)

Suite lirica durata: 19 minuti circa

Alban Berg è uno di quei artisti il cui lascito consiste solo di una manciata di composizioni, che tuttavia hanno lasciato il segno nella storia della musica. Morto a soli cinquant’anni a causa di una puntura d’insetto mal curata, da cui derivò una setticemia letale, non ebbe il tempo di completare l’orchestrazione della sua seconda e ultima opera lirica (Lulu), lasciata da parte per portare a compimento un Concerto per violino, che egli volle dedicare “Dem Andenken eines Engels” (“Alla memoria di un angelo”), un lavoro che si configura come una sorta di Requiem strumentale, composto, così parrebbe, non solo per la figlia di Alma Mahler e Walter Gropius, morta a soli diciott’anni, ma forse anche per sé stesso? Se il parallelismo con la vicenda del Requiem mozartiano – altro lavoro in extremis – qui appare evidente, colpisce il fatto che anche a un’altra delle sue composizioni maggiori possa essere attribuita una sorta di “programma segreto”: si tratta della Lyrische Suite. Questo lavoro nacque tra il 1925 e il 1926 come esteso Quartetto d’archi, in ben sei movimenti, dopo il “regolare” Quartetto, op.3, del 1909/10, e prende il nome dalla Lyrische Symphonie di Alexander Zemlinsky (1871-1942), maestro e cognato di Arnold Schönberg (1874-1951), col quale Alban Berg aveva

studiato per lunghi anni. Se quindi Zemlinsky era il maestro del suo maestro, egli evidentemente costituiva una sorta di modello da seguire, il che in questo caso porrebbe Berg nella scia anche di Mahler, dato che la Sinfonia lirica è una sorta di contraltare del Lied von der Erde di quest’ultimo, quindi una Sinfonia con due cantanti solisti. Anche qui, in Berg, abbiamo a che fare con due protagonisti, che nella fattispecie sono – secondo le analisi di Constantin Floros – lo stesso Alban Berg e Hanna Fuchs-Robettin. Questa signora, sorella dello scrittore Franz Werfel (il quale successivamente sarebbe divenuto il terzo e ultimo marito di Alma Schindler, la vedova di Mahler) nonché moglie di un industriale di Praga, era legata ad Alban da un amore che doveva necessariamente rimanere segreto, dato che entrambi gli amanti erano sposati, e al quale sono dovuti i titoli desueti dei movimenti secondo (Andante amoroso), terzo (Allegro misterioso – Trio estatico) e quarto (Adagio appassionato), che sono proprio quelli che egli avrebbe poi trasformato in una Suite più breve (per così dire la Suite di una Suite) per orchestra d’archi, oggi in programma. Considerando, poi, che nella Lyrische Suite si compie il passaggio dall’atonalità alla tecnica dodecafonica, questo singolare lavoro, effettivamente intensamente lirico, a tratti estatico e infine doloroso (Lento desolato, il sesto tempo della versione per quartetto), si pone come uno dei grandi traguardi del primo Novecento, che si riallaccia però anche a una certa tradizione classica e romantica, ovvero quella dell’attribuzione di significati extra musicali alle singole note dei temi, sul tipo di B-A-C-H (secondo i nomi tedeschi di si bemolle-la-do-si): qui la cellula base dell’opera è costituita dalle note si-fa-lasi bemolle, ovvero H-F-A-B: Hanna-FuchsAlban-Berg. Johannes Streicher


JOSEPH HAYDN

(Rohrau 1732 - Vienna 1809)

Concerto n.2 in re maggiore per violoncello e orchestra Hob. VIIb:2 durata: 26 minuti circa

Haydn sinfonista – va bene: avendone composte più di cento, è difficile che qualcuno possa fargli concorrenza in questo campo! Ma Haydn concertista (nel senso di esecutore solista eccellente) o autore di Concerti? Non parrebbe il tipo tutto dedito al virtuosismo e all’effetto (magari anche esteriore). Eppure uno studioso al di sopra di ogni sospetto, il compianto Charles Rosen, sosteneva che tra i brani più virtuosistici per pianoforte della sua epoca, accanto ai più noti Concerti di Mozart, sarebbero da annoverare i Trii di Haydn (laddove le parti per violino e per violoncello sono piuttosto disadorne). E anche nel campo del Concerto solistico, al quale Haydn si è comunque dedicato a più riprese (scrivendone per violino, fortepiano, corno, tromba …), al più tardi dal 1961 ci si è dovuti ricredere, visto che in quell’anno sono state scoperte da Oldrich Pulkert nel Fondo Radenín del Museo Nazionale di Praga delle parti staccate – che vennero identificate poi da Georg Feder come autenticamente haydniane – di un Concerto per violoncello in do maggiore, che in fatto di virtuosismo non lascia nulla a desiderare, ponendosi (quasi) allo stesso livello di quelli di Luigi Boccherini (1743-1805), compositore ed esecutore ricordato come uno dei massimi violoncellisti di sempre.

L’altro Concerto per violoncello di Haydn, in re maggiore, composto nel 1783, probabilmente per Anton Kraft, violoncellista della cappella della corte dei principi Esterházy dal 1778 al 1790, era invece già stato pubblicato quando il compositore era ancora in vita, e cioè nel 1804, quale op.101, anche se per un certo periodo – tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento – circolò una versione manipolata ad opera di F. A. Gevaert. Nikolaus Kraft, figlio di Anton, volle poi intorbidire le acque, sostenendo che il vero autore del Concerto sarebbe stato suo padre, ma questa versione dei fatti non convinse molto: la qualità compositiva del brano suggerirebbe la domanda come mai, allora, di Anton Kraft non sono note altre composizioni di pregio? Nel 1950 venne ritrovata la partitura autografa di Haydn, da cui risulta evidente la vera origine del brano. Il Concerto si articola nei classici tre tempi, laddove l’Allegro moderato si presenta nella consueta forma sonata con doppia esposizione (da parte dell’orchestra e poi del solista), sviluppo e ripresa, mentre l’Adagio, assai sentito, è una sorta di arioso, in forma ABA, affidato quasi interamente al canto (in registro acuto) del solista, e il Finale, in 6/8, si configura come un rondò, piuttosto pacato, a dire il vero, senza nul-


LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 - Vienna 1827)

Sinfonia n.5 in do minore op.67 durata: 32 minuti circa

la togliere al protagonismo assoluto del violoncello, di cui qui in genere vengono privilegiati gli aspetti inerenti la sua cantabilità, piuttosto che quelli legati a uno sfrenato virtuosismo d’agilità, anche se lo sfruttamento dei registri superiori risulta assai insistito, dal che si evidenziano i grandi passi che la scrittura per violoncello aveva percorso dai tempi di Vivaldi, che era stato uno dei padri del genere del Concerto per violoncello. Johannes Streicher

Esiste un quadro più famoso della Gioconda di Leonardo? Esiste un ‘attacco’ di un brano musicale più famoso di quello della Quinta Sinfonia di Beethoven? Probabilmente no. E con ciò forse si e già detto tutto. L’idea stessa di Sinfonia, l’idea di musica incisiva è tutta riassumibile in queste celeberrime note: sol-solsol-mi bemolle, fa-fa-fa-re. Un motivo simile lo si incontra già nella decima battuta della Sonata per pianoforte n.23 in fa minore, op.57 “Appassionata”: re-rere-do. (Per la precisione si tratta di un re bemolle.) Ma quel che nella Sonata è solo un motivo tra molti, nella Sinfonia diventa il tema principale di un movimento intero, un’idea come più concentrata non si potrebbe. Beethoven ha sempre lottato per dare ai suoi temi la forma più perfetta, la sagoma più snella, i profili più aerodinamici: qui siamo di fronte al motivo-sigla per eccellenza. Dato che l’Ottocento cercò di ‘eroicizzare’ tutto, di trovare idee salienti e coincidenze significative nelle vite degli uomini illustri, arrivando anche a inventare l’aneddoto caratteristico, nell’eventuale mancanza di uno atto allo scopo, la testimonianza di Anton Schindler, secondo cui Beethoven avrebbe commentato il motivo «So klopft das Schicksal an die Pforte» («È il destino che bussa alla porta»), ha assunto una valenza proba-


bilmente eccessiva. Se la Terza Sinfonia è quella “Eroica”, la Quinta doveva essere quella “del destino”, e al più tardi dal 22 dicembre 1808 – giorno di un mitico concerto viennese, in cui vennero eseguite, insieme ad altre opere, la Quinta e la Sesta Sinfonia, per coronare la serata con la Fantasia per pianoforte, coro e orchestra, op.80 (una ‘piccola Nona’) –, la tonalità di do minore ha assunto una volta per tutte la caratteristica di tonalità tragica. Dall’ouverture beethoveniana per il dramma Coriolano di Heinrich Joseph von Collin, op.62, che costituisce una ‘piccola Quinta’ in nuce, alle Sinfonie n.1, 2 e 8 di Bruckner, dalla Prima di Brahms alla Seconda di Mahler e al Secondo Concerto di Rachmaninov, do minore è sempre una tonalità cui vengono associate caratteristiche peculiari di valenze gravose, e ovviamente già il Concerto per pianoforte in do minore di Mozart (K.491, unico in minore, con quello in re minore, K.466, tra venticinque consorelle in tonalità maggiori), precedente importante del Concerto n.3 dello stesso Beethoven (unico in una tonalità minore tra cinque Concerti pianistici), assume una posizione del tutto particolare, più tragica che Sturm und Drang, in un florilegio di opere graziose, brillanti e ‘positive’. Dopo l’Allegro con brio, in cui il tema

secondario non può competere con il celeberrimo tema principale, l’Andante con moto sembra recare un breve ristoro in un lirico la bemolle maggiore, ma se anche tra le placide variazioni a un certo punto pare insinuarsi la tensione del primo tempo, si ascoltano in primis delle brevi anticipazioni del finale in do maggiore. Nello Scherzo riprende il sopravvento il do minore d’impianto: in questo Allegro si alternano domande esposte dai bassi, riprese dagli archi acuti, e risposte perentorie dei corni, fino a quando il Trio, un fugato, fornisce uno squisito esempio di umorismo beethoveniano. L’ultimo tempo, Allegro, parrebbe voler superare ogni cruccio, se fin dall’inizio parte in un solare do maggiore con caratteristiche di marcia (con tanto di ottavino, di tre tromboni e di controfagotto), variando un tema di un inno della Rivoluzione Francese, ovviamente rivisto e corretto nel corso del movimento, assai esteso (è più lungo dell’Allegro con brio); dopo qualche scaramuccia minore l’Allegro – con coda conclusiva in tempo Presto – spazza via ogni remora, offrendoci sic et simpliciter il finale di sinfonia più trionfale dell’intera storia della musica. Johannes Streicher


ORCHESTRA HAYDN DI TRENTO E BOLZANO L’Orchestra Haydn si è costituita nel 1960 per iniziativa dei Comuni e delle Province di Bolzano e di Trento e gode dei finanziamenti ministeriali del Fondo unico per lo spettacolo (FUS). Il suo repertorio spazia dal barocco ai contemporanei; in più occasioni autori come Luigi Dallapiccola, Luigi Nono, Luciano Berio, Franco Donatoni, Giorgio Battistelli, Matteo D’Amico e Giovanni Sollima le hanno affidato dei loro lavori in prima esecuzione assoluta. L’Orchestra ha preso parte a diversi festival internazionali, apparendo in Austria (a Bregenz, Erl, al Mozarteum di Salisburgo e al Musikverein di Vienna), Germania, Giappone (a Otsu e Tokio), Italia (al Maggio Musicale Fiorentino, alla Sagra Musicale Umbra di Perugia, al Rossini Opera Festival di Pesaro, ad Anima Mundi di Pisa e a MiTo SettembreMusica di Torino), alla Biennale Musica di Venezia, nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti d’America, in Svizzera e in Ungheria. Sul suo podio sono saliti, fra gli altri, Claudio Abbado, Rinaldo Alessandrini, Riccardo Chailly, Ottavio Dantone, Eliahu Inbal, Alain Lombard, Jesús López-Cobos, Neville Marriner, Riccardo Muti, Daniel Oren, José Serebrier, Sir Jeffrey Tate, Juraj Valčuha e Alberto Zedda; dopo

il fondatore Antonio Pedrotti si sono succeduti come direttori stabili Hermann Michael, Alun Francis, Christian Mandeal e Ola Rudner. Dopo la quasi trentennale guida di Andrea Mascagni, alla direzione artistica si sono avvicendati Hubert Stuppner, Gustav Kuhn (2003-2012) e Daniele Spini (dal 2013); dal 2014 Arvo Volmer è il direttore principale dell’Orchestra. Moltissime sono le registrazioni radiofoniche e televisive per la RAI; ampio il catalogo di LP, CD e DVD realizzati per Agorá, Amadeus, Arts, Brilliant Classics, Camerata Tokyo, Col legno, Concerto, CPO, Dynamic, Multigram, Naxos, Opus Arte, RCA, Stradivarius, Turnabout, Unitel, Universal, Verdi Records, VMC Classics e Zecchini.

www.haydn.it


VIOLINI PRIMI

Marco Mandolini** Edlir Cano* Ole Jacob Frederiksen* Renzo Michelini Cecilia Albertani Elisabeth Pichler Erika Ferrari Maria Patron Paolo del Lungo Alessia Pallaoro

VIOLINI SECONDI

Roberto Tomada* Vincenzo Quaranta* Sandro Acinapura Josuè Esaù Iovane Cecilia Micoli Patrizia Autieri Matteo Bovo Olga Beatrice Losa

VIOLE

Margherita Pigozzo* Gabriele Marangoni* Maura Bruschetti Claudia Pedrani Roberto Mendolicchio Luigi Borgogno

VIOLONCELLI

Alejandro Biancotti* Elisabetta Branca Jutta Kagerer Elke Hager Francesco Ciech

CONTRABBASSI Daniele Ragnini* Corrado Pastore Michele Valentini

FLAUTI

Francesco Dainese* Alessandro Visintini Giulia Baracani

CORNI

Dario Venghi* Mirko Landoni

TROMBE

Alberto Condina* Fabiano Ruin

TROMBONI

Demetrio Bonvecchio* Mattia San Lorenzo Giacomo Gamberoni

TIMPANI

Domenico Cagnacci*

OBOI

Gianni Olivieri* Fabio Righetti

** spalla * prime parti

CLARINETTI

Stefano Ricci* Andrea Brazzo

FAGOTTI

Flavio Baruzzi* Luca Franceschelli Achille Dallabona

ISPETTORE

Nancy Spinel

ADDETTO

Domenico Mutzu


CONTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA Via Verdi, 5 - 50122 Firenze | tel. (+39) 055 2342722 - 2340710 | fax (+39) 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it | info@orchestradellatoscana.it Presidenza Maurizio Frittelli presidenza@orchestradellatoscana.it

Ufficio Sviluppo Elisa Bonini sviluppo@orchestradellatoscana.it

Direzione Generale Marco Parri Stefania Tombelli segreteria direzionegenerale@orchestradellatoscana.it Chandra Ughi Corso Yo-Yo yoyo@orchestradellatoscana.it

Ufficio del Personale Andrea Gianfaldoni ufficiopersonale@orchestradellatoscana.it

Direzione Artistica Giorgio Battistelli Paolo Frassinelli servizi musicali Tiziana Goretti segreteria direzioneartistica@orchestradellatoscana.it concorsi@orchestradellatoscana.it

Servizi Tecnici Angelo Del Rosso ufficiotecnico@orchestradellatoscana.it

Area Comunicazione Riccardo Basile | Ambra Greco ortstampa@orchestradellatoscana.it

PROGETTO GRAFICO ORT Mallet Studio IMPAGINAZIONE PROGRAMMA DI SALA Ambra Greco FOTO Davide Gennari (cop.), PiùLuce (5) STAMPA Grafiche Martinelli (Firenze)

Amministrazione Simone Grifagni | Cristina Ottanelli direzioneamministrativa@orchestradellatoscana.it

Ispettore d’orchestra Alfredo Vignoli archiviomusicale@orchestradellatoscana.it Teatro e Servizi di sala Fulvio Palmieri | Paolo Malvini teatro@orchestradellatoscana.it

TEATRO VERDI Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze BIGLIETTERIA Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze (dal lunedì al sabato 10-13 e 16-19) tel. (+39) 055 21 23 20 www.teatroverdifirenze info@teatroverdionline.it



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