Stagione Concertistica 2018_19
FESTA DELLA TOSCANA
SALVATORE ACCARDO direttore e violino
FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Maurizio Frittelli - Presidente Francesca Bardelli - Vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi
UFFICIO SVILUPPO E FUNDRAISING Elisa Bonini
REVISORE UNICO Vittorio Quarta
UFFICIO DEL PERSONALE Andrea Gianfaldoni
AMMINISTRAZIONE Simone Grifagni, Cristina Ottanelli
SEGRETERIA Stefania Tombelli (direzione Generale) Tiziana Goretti (direzione Artistica) Chandra Ughi (Corso Yo-Yo) DIRETTORE ARTISTICO Giorgio Battistelli DIRETTORE PRINCIPALE Daniele Rustioni DIRETTORE ONORARIO Thomas Dausgaard
DIRETTORE GENERALE Marco Parri DIRETTORE SERVIZI MUSICALI Paolo Frassinelli AREA COMUNICAZIONE Riccardo Basile | Ambra Greco
SERVIZI TECNICI ORCHESTRA Angelo Del Rosso OSPITALITÀ E SALA TEATRO VERDI Fulvio Palmieri Paolo Malvini PALCOSCENICO TEATRO VERDI Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo Alessandro Goretti, Sara Bonaccorso PERSONALE DI SALA Lisa Baldi, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Alice Guerrini, Enrico Guerrini, Alessandro Iachino, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Vieri Ulivi Valoriani, Sara Vivoli
XXXVIII STAGIONE CONCERTISTICA 2018 - 2019
Si ringrazia la Fondazione CR Firenze per le donazioni Art Bonus a favore della Stagione ORT 2018/19
 O IC
stituzioni
oncertistiche
rchestrali
Festa della Toscana
SALVATORE ACCARDO direttore e violino
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Concerto in re maggiore per violino e orchestra op.61 Allegro ma non troppo Larghetto Rondò. Allegro
ARNOLD SCHÖNBERG
Verklärte Nacht op.4 versione per orchestra d’archi
CASTELFIORENTINO, TEATRO DEL POPOLO
produzione con gli studenti del Corso Yo-Yo Concerto fiorentino trasmesso in differita da Rete Toscana Classica Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService
giovedì 29 novembre 2018 ore 21.00 in collaborazione con FTS FIRENZE, TEATRO VERDI
venerdì 30 novembre 2018 ore 21.00 PISA, TEATRO VERDI
sabato 1 dicembre 2018 ore 21.00 AREZZO, PIEVE DI SANTA MARIA
lunedì 3 dicembre 2018 ore 21.00
SALVATORE
ACCARDO
Salvatore Accardo ha esordito in pubblico a 13 anni eseguendo i Capricci di Paganini. A 15 ha vinto il Primo Premio al Concorso di Ginevra e due anni dopo è stato il primo vincitore assoluto, dall’epoca della sua istituzione, del Concorso Paganini di Genova. Il suo vastissimo repertorio spazia dalla musica barocca a quella contemporanea. Compositori quali Sciarrino, Donatoni, Piston, Piazzolla, Xenakis gli hanno dedicato loro opere. Suona regolarmente con le maggiori orchestre e i più importanti direttori, affiancando all’attività di solista quella di direttore d’orchestra. In questa veste ha lavorato con le più importanti orchestre europee ed americane. La passione per la musica da camera e l’interesse per i giovani lo hanno portato alla creazione del Quartetto Accardo nel 1992 e all’istituzione dei corsi di perfezionamento per strumenti ad arco della Fondazione W. Stauffer di Cremona nel 1986 insieme a Bruno Giuranna, Rocco Filippini e Franco Petracchi. Ha inoltre dato vita nel 1971 al Festival “Le Settimane Musicali Internazionali” di Napoli in cui il pubblico era ammesso alle prove (primo esempio assoluto), e al Festival di Cremona, interamente dedicato agli strumenti ad arco. Nel 1987 ha debuttato con grande successo in veste di direttore d’orchestra,
salendo in seguito sul podio dell’Opera di Roma, l’Opéra di Monte Carlo, l’Opéra di Lille, del Teatro di San Carlo a Napoli, del Festival Rossini di Pesaro, e in numerosi concerti sinfonici. Oltre alle incisioni per la Deutsche Grammophon dei Capricci e dei Concerti per violino di Paganini con Charles Dutoit, ha registrato per la Philips le Sonate e le Partite di Bach per violino solo, l’integrale dell’opera per violino e orchestra di Max Bruch con Kurt Masur, i concerti di Čajkovskij, Dvořák, Sibelius con Colin Davis, il concerto di Mendelssohn con Charles Dutoit e quelli di Brahms e Beethoven sempre con Kurt Masur. Varie altre incisioni sono il frutto della collaborazione con le etichette ASV, Dynamic, EMI, Sony Classical, Collins Classic e Foné. Nel corso della sua prestigiosa carriera Accardo ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Abbiati della critica italiana per le sue eccezionali interpretazioni. Nel 1982 il Presidente della Repubblica Pertini lo ha nominato Cavaliere di Gran Croce, la più alta onorificenza della Repubblica Italiana.In occasione delle celebrazioni del Bicentenario Paganiniano si è esibito in tutto il mondo suonando i 24 Capricci con il “Cannone”, violino di Guarneri del Gesù appartenuto allo stesso Paganini. Il Conservatorio di Pechino lo ha nominato “Most Honorable
Professor” ed è stato insignito dell’ordine “Commandeur dans l’ordre du mérit culturel”, la più alta onorificenza del Principato di Monaco. Nel 2002 gli è stato conferito il prestigioso premio “Una vita per la Musica” e nel 2017 il Kennedy Center di New York gli ha attribuito la “Gold Medal in the Arts”. Alla fine del 1996 ha ridato vita all’Orchestra da Camera Italiana (OCI), formata dai migliori allievi ed ex allievi dei corsi di perfezionamento dell’Accademia Stauffer di Cremona. Con loro ha inciso, nel corso del 1997, per la Warner Fonit Il violino virtuoso in Italia e I Capolavori per violino e archi, dischi che segnano il debutto discografico dell’OCI. Nel corso del 1999 ha realizzato, in collaborazione sempre con l’OCI e EMI Classics, la registrazione dell’Integrale dei Concerti per violino e orchestra di Paganini; per Foné il Concerto per la Costituzione e nel 2003 l’Integrale delle opere per violino di Astor Piazzolla in 3 super audio cd. Dal 2007 ad oggi ha realizzato per Foné la seconda incisione delle Sonate e Partite per violino solo di Johann Sebastian Bach, la terza incisione dei 24 Capricci di Paganini (edizione originale) e la terza incisione delle Quattro Stagioni di Vivaldi (edizione Urtext) con l’OCI. Tra il 2011 e il 2014 sono usciti per Deutsche Grammophon tre cofanetti dal titolo L’Arte di Salvatore Accardo: una vita
per il violino, ritratto musicale dell’artista che raccoglie alcuni tra i più famosi brani della letteratura violinistica di ogni epoca. Inoltre nel dicembre 2014 Decca ha pubblicato il cofanetto In Concert, che raccoglie concerti per violino eseguiti dal Maestro per Philips Classics, insieme a numerose registrazioni disponibili per la prima volta in CD. Nell’ambito di un vasto progetto editoriale, le Edizioni Curci hanno recentemente pubblicato i Concerti per violino n.3, 4 e 5 di Mozart (riduzione per violino e pianoforte), il Concerto op.35 di Čajkovskij e il Concerto op.61 di Beethoven nella revisione e diteggiatura di Accardo. Seguiranno gli altri concerti mozartiani e il Concerto op.77 di Brahms. Salvatore Accardo suona il violino Guarneri del Gesù “Reade” del 1734.
LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 - Vienna 1827)
Concerto in re maggiore per violino e orchestra op.61
NOTE DI SALA
durata: 42 minuti circa
nota a cura di Francesco Ermini Polacci A scrivere un concerto per violino Beethoven aveva già iniziato nel 1790, ma fu solo verso la fine del 1806 (e dunque dopo le due celeberrime Romanze op.40 e op.50, entrambe per violino e orchestra) che il progetto iniziò ad assumere nella sua mente una forma più definita. Si trattò di una gestazione insolitamente rapida per Beethoven, perché il Concerto in re maggiore op.61 venne eseguito per la prima volta di lì a poco, il 23 dicembre dello stesso anno, a Vienna; solista fu Franz Clement, all’epoca osannato violinista e direttore non meno celebre, che avuta la partitura del Concerto solo qualche giorno prima dovette, a quanto pare, suonarlo leggendo sul momento la sua parte. Nei confronti di Clement, Beethoven nutriva una grandissima ammirazione (era stato proprio lui, fra l’altro, a dirigere la prima esecuzione della Sinfonia Eroica), che nell’occasione del nuovo Concerto aveva ribadito apponendo sul frontespizio della partitura la spiritosa dedica “Concerto par Clemenza pour Clement”. Ma sembra che Clement non rispose alla dedica con lo stesso entusiasmo, e ridusse oltretutto la pagina a mero pretesto per mettere in bella mostra le sue innegabili doti virtuosistiche, interrompendone di continuo l’esecuzione per improvvisare con il violino alla rovescia. Assai apprezzato all’epoca, il virtuosismo funambolico
di Clement finì però col far passare in secondo piano le qualità artistiche del Concerto di Beethoven, che presto venne così dimenticato; finché un direttore come Felix Mendelssohn e un violinista come Joseph Joachim non riportarono alla giusta considerazione quella che rimane a tutt’oggi una pagina capitale nella letteratura concertistica per violino e orchestra. Insieme alla precedente Sinfonia n.4 e al coevo Concerto n.4 per pianoforte, il Concerto per violino si colloca nella produzione beethoveniana come una sorta di contraltare rispetto a tutti quei lavori (la Sonata Appassionata, le due prime versioni del Fidelio, i due movimenti iniziali della Sinfonia n.5) nati sulla scia del drammatico messaggio etico proposto con la Sinfonia Eroica. La contrassegnano, non a caso, una nobile compostezza formale, l’affabilità melodica del violino e la naturalezza dell’invenzione; eppure, e forse più che nelle due opere con le quali condivide un’atmosfera generalmente distesa, il Concerto in re maggiore lascia un certo spazio anche a quei contrasti e a quella robusta espressività che scandiscono la tormentata via seguita da Beethoven in quegli anni (secondo una prospettiva peraltro già definita in altre pagine, come la celebre Sonata “A Kreutzer” di qualche anno prima). Di questo dualismo, della
possibilità cioè che anche il più rifinito discorso musicale possa rivelare i sintomi di una drammaticità interiore, reca i segni tangibili soprattutto l’Allegro ma non troppo che apre il Concerto con un ampio gesto sinfonico introdotto da cinque colpi ovattati del timpano. Questa pulsazione di cinque semiminime, che attraversa l’intero movimento anche in veste sonora variata come un richiamo continuo e quasi inquietante, dà vita prima a una melodia flessuosa intonata da oboi, clarinetti e fagotti e subito dopo passa ai violini, che conducono lentamente il discorso verso un secondo motivo formato da una serie di risoluti incisi enunciati a piena orchestra. Dopo che il primo tema è risuonato ancora una volta nella voce di tutti gli strumenti, entra il solista con una breve cadenza, inserendosi con naturalezza nel flusso dell’impetuosa introduzione orchestrale: la sua parte è estremamente cantabile e levigata, con i due motivi principali che vengono sottoposti a garbati abbellimenti virtuosistici e affiancati dalle altre idee di un disegno musicale sempre elegantemente lineare. AlI’eloquio classicheggiante del violino l’orchestra partecipa ora con slanci lirici, ora con bruschi interventi. Uno di questi annuncia un’estesa cadenza per il violino: momento che permette al solista di dar prova della sua abilità e che ha stimolato l’inventiva dei
più rinomati violinisti, come Joachim e Kreisler, non avendo Beethoven lasciato scritta una parte solistica. Con la sua atmosfera sognante e dolcissima, il Larghetto si contrappone alla gestualità drammatica del primo movimento: si tratta di una serie di variazioni su un tema esposto dagli archi in sordina e arricchito dai mille ricami dal violino, sullo sfondo sfumato che tratteggiano clarinetti, fagotti e corni. Il tenero dialogo fra il solista e le rarefatte voci dell’orchestra sfocia in una nuova breve cadenza, a sua volta seguita da un’energica ripresa di tutti gli strumenti che porta senza interruzione alcuna all’ultimo movimento. L’Allegro finale è forse l’unico momento realmente virtuosistico del Concerto, con il violino che sciorina una serie di episodi brillanti, via via ripresi dall’orchestra e inanellati con un’irrefrenabile vivacità nella forma di un rondò. Un botta e risposta continuo, fra il violino spesso impegnato nella parte acuta del registro e un’orchestra incredibilmente aerea, dietro la spinta di un impulso ritmico che si placa solo nella risolutezza dei due accordi finali a piena orchestra.
ARNOLD SCHÖNBERG
(Vienna 1874 - Los Angeles 1951)
Verklärte Nacht op.4 versione per orchestra d’archi durata: 30 minuti circa
nota a cura di Gregorio Moppi Nel 1899 Arnold Schönberg era un giovanotto che operava ai margini della vita artistica viennese. Sostanzialmente autodidatta, angustiato da un portafoglio sempre troppo vuoto, quelle rare volte che presentava in pubblico qualche sua pagina veniva fischiato sonoramente. Non ci fosse stato l’amico maestro poi cognato Zemlinsky, poco più anziano di lui, a dargli consigli di pratica compositiva, a trovargli qualche lavoretto di bassa manovalanza musicale per sbarcare il lunario, a raccomandare suoi pezzi a questa o quell’istituzione concertistica, il futuro padre dell’atonalità e della dodecafonia avrebbe avuto un’esistenza ancor più difficile. In quegli anni, non solo a Vienna, era in corso una diatriba estetica e ideologica senza quartiere tra wagneriani e brahmsiani - per dirla in maniera grossolana, tra chi sventolava il vessillo dell’utopia di un avanzamento tecnico, formale, linguistico senza fine e chi considerava vitale il dialogo con il passato, credendo che soltanto la fedeltà alla tradizione potesse portare a un vero progresso; tra coloro che con la musica volevano fare filosofia e poesia, e quelli che, al contrario, la consideravano un esercizio di alto artigianato. Al pari di Zemlinsky, incapace di parteggiare per l’una o per l’altra corrente, anche Schönberg ammirava entrambi i compositori oggetto del
contendere: da ognuno riusciva ad attingere sollecitazioni preziose da applicare sul momento – nonché incidenti fortemente sui futuri sviluppi del suo pensiero costruttivo. Infatti anni dopo, autoanalizzando con lucidità Verklärte Nacht (Notte trasfigurata), avrebbe scritto: “la [sua] costruzione è basata da un lato su un ‘modello’ e su una ‘sequenza’ sopra un’armonia circolare di tipo wagneriano, e dall’altro lato su una tecnica di sviluppo della variazione brahmsiana. Pure a Brahms può essere accreditata la disparità delle misure [...]. Ma il trattamento degli strumenti, il modo della composizione e gran parte delle sonorità sono strettamente wagneriani. Penso però che qualche elemento schönberghiano possa ritrovarsi nella lunghezza di alcune melodie, nella sonorità, nelle combinazioni contrappuntistiche e dei motivi, in certi movimenti armonici semicontrappuntistici e dei bassi verso la melodia. Infine, v’erano già alcuni passaggi di tonalità imprecisa che possono essere considerati premonitori del futuro”. In questo pezzo, dunque, la traiettoria armonica (preludio a quella disgregazione dei nessi sintattici che condurrà in breve all’uscita dal sistema tonale), il forte richiamo erotico dei voluttuosi impasti accordali, il gusto di una timbrica ricercata e magica, come pure l’idea di un arco formale ininterrotto,
seppur mobile al suo interno, derivano dall’influsso di Wagner; brahmsiano è, oltre all’organico (due violini, due viole, due violoncelli), il trattamento del materiale motivico, generatosi da piccole unità tematiche originarie modificate e sviluppate di continuo. Invece si debbono a Schönberg il senso lancinante di oppressione emotiva e le melodie che si avvitano su loro stesse; sua caratteristica peculiare è la fede assoluta nella dottrina del contrappunto, nella sua capacità di apportare ordine e verità. Il sestetto d’archi Verklärte Nacht fu composto negli ultimi mesi del 1899. Presentato, con l’appoggio di Zemlinsky, alla commissione del Tonkünstlerverein per un’eventuale esecuzione pubblica, venne subito rigettato, ufficialmente per la presenza di un accordo di nona al quarto rivolto (ossia di un accordo molto dissonante in posizione vietata dalle regole della composizione), in sostanza però per ragioni di incomprensione stilistica, giacché si disse che il pezzo suonava “come si fosse passato uno straccio sulla partitura del Tristano ancora fresca d’inchiostro”. Tuttavia nel 1903 il pubblico viennese poté ascoltarlo, ma non gli piacque un granché. La versione che ascoltiamo stasera, per orchestra d’archi, fu approntata da Schönberg nel 1917. Verklärte Nacht è la traduzione sonora della lirica omonima di Richard Dehmel tratta dalla raccolta Weib
und Welt (Donna e mondo). Dehmel (18631920), poeta tedesco mistico, sensuale, soggettivista, collocato tra naturalismo ed espressionismo, godette di molto favore tra i musicisti fin de siècle. Il testo che ispira a Schönberg questo singolare poema sinfonico di dimensioni cameristiche (che, scriverà il compositore, “non illustra nessuna azione né dramma, ma si limita a descrivere la natura e a esprimere sentimenti umani”) ritrae l’incontro notturno di due amanti in un parco, al lume gelido della luna. La donna confessa all’uomo di essere incinta del marito che non ama. La notizia, tuttavia, non turba l’uomo, che nutre per lei un sentimento sconfinato: tanto intenso e bruciante è l’amore dell’uno per l’altra da riuscire a trasfigurare il figlio che lei porta in grembo, facendolo divenire totalmente loro. Le cinque sezioni della poesia si riflettono puntualmente nel decorso narrativo del pezzo: la confessione della donna e la replica dell’uomo (che comincia, in musica, a passo di corale) sono incorniciate entro tre quadri illustrativi di ambienti e psicologie. La trasfigurazione - a partire dalla metà del pezzo - è il momento di maggiore esaltazione visionaria. Vi si percepisce un’atmosfera soprannaturale e incantata dovuta sia ai fremiti del registro acuto dei violini, sia ai fantasmatici suoni armonici prodotti sfiorando le corde degli archi con sordina.
VIOLINI PRIMI
Daniele Giorgi * Virginia Ceri * Paolo Gaiani ** Patrizia Bettotti Stefano Bianchi Marcello D’Angelo Marian Elleman Chiara Foletto
VIOLINI SECONDI
CONTRABBASSI
Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni **
FLAUTO
Michele Marasco * Alessio Galiazzo * Marco Spada
CLARINETTI
VIOLE
CORNI
VIOLONCELLI
Luca Provenzani * Augusto Gasbarri * Giovanni Simeone Simone Centauro
in corsivo gli studenti del Corso Yo Yo
OBOI
Chiara Morandi * Susanna Pasquariello ** Angela Asioli Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo Alessandro Giani Marco Pistelli Stefano Zanobini * Duccio Beluffi * Caterina Cioli ** Alessandro Franconi Pier Paolo Ricci
* prime parti ** concertino
Marco Ortolani * Francesco Darmanin
FAGOTTI
Paolo Carlini * Umberto Codecà * Andrea Albori * Alessandro Giorgini
TROMBE
Donato De Sena * Alessandro Presta
TIMPANI
Tommaso Ferrieri Caputi *
ISPETTORE D’ORCHESTRA E ARCHIVISTA Alfredo Vignoli
COMUNICAZIONI AL PUBBLICO CONCERTO DI CAPODANNO
SOSTIENICI
Una delle novità di quest’anno è il Concerto di Capodanno programmato per martedì 1° gennaio 2019. L’idea nasce dal progetto triennale sottoscritto con la Fondazione Festival Pucciniano che vedrà l’Orchestra impegnata in una produzione lirica del Festival e in altre collaborazioni concertistiche. Come ogni Capodanno che si rispetti, l’ORT celebra il nuovo anno con le più belle musiche e arie d’opera tratte da Don Pasquale, Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, Manon Lescaut, Bohéme, Gianni Schicchi, Madama Butterfly, Tosca di Giacomo Puccini, Italiana in Algeri di Gioachino Rossini, Nabucco, Rigoletto, Traviata di Giuseppe Verdi, Carmen di Bizet. Protagonisti Alessandro Corbelli, Roberto Scandiuzzi e i cantanti di Corso d’Opera. Sul podio il direttore fiorentino Maurizio Agostini. Il concerto è previsto in doppio appuntamento: ore 12.00 al Teatro Eden di Viareggio e ore 17.00 al Teatro Verdi di Firenze. Questi i prezzi di Firenze > Biglietti da 12,00 a 37.00 euro. La prevendita è già in corso presso la biglietteria del Teatro ed i punti TicketOne.
Tornano i programmi di Membership per offrire al nostro pubblico un’esperienza da protagonista. Ogni volta che saliamo sul palcoscenico per suonare ce la mettiamo tutta affinché la nostra musica sia per te e per tutti i nostri spettatori un momento unico e indimenticabile. Desideriamo che tu non sia solo uno spettatore, ma che sia parte della famiglia dell’ORT, per questo ti chiediamo di aiutar-
ci ad ampliare i nostri programmi e a raggiungere con la nostra musica ancora più persone. Insieme possiamo fare davvero la differenza: con il tuo dono potremo arricchire l’attività, i percorsi di educazione all’ascolto musicale per gli studenti e le famiglie e fare crescere il pubblico di domani. Scegli di partecipare attivamente al presente e al futuro dell’ORT! Diventa ambasciatore della nostra musica, scegli la forma di Membership che preferisci e scopri come donare sul sito www.orchestradellatoscana.it/sostienici
08
Stagione Concertistica 2018_19
DICEMBRE SABATO ore 16.30
TUTTI AL TEATRO VERDI
IL PUPAZZO DI NEVE THOMAS DAUSGAARD direttore
HENNING KRAGGERUD
violino musiche di Berio, Sibelius, Brahms
I PROS SIMI APPUN TAMEN TI
cartone animato con voce recitante e musica dal vivo dal libro The Snowman di Raymond Briggs musiche di Howard Blake narrazione animata ANNAMARIA GUERRINI pianoforte IRENE NOVI
13
GIOVEDÌ
DICEMBRE ore 21.00
DANIELE RUSTIONI direttore
24
musiche di Mozart, Schumann, Rachmaninov
ore 17.00
CONCERTO DI NATALE
BEATRICE RANA pianoforte
LUNEDÌ
DICEMBRE
CONTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA Via Verdi, 5 - 50122 Firenze | tel. (+39) 055 2342722 - 2340710 | fax (+39) 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it | info@orchestradellatoscana.it Presidenza Maurizio Frittelli presidenza@orchestradellatoscana.it
Ufficio Sviluppo Elisa Bonini sviluppo@orchestradellatoscana.it
Direzione Generale Marco Parri Stefania Tombelli segreteria direzionegenerale@orchestradellatoscana.it Chandra Ughi Corso Yo-Yo yoyo@orchestradellatoscana.it
Ufficio del Personale Andrea Gianfaldoni ufficiopersonale@orchestradellatoscana.it
Direzione Artistica Giorgio Battistelli Paolo Frassinelli servizi musicali Tiziana Goretti segreteria direzioneartistica@orchestradellatoscana.it concorsi@orchestradellatoscana.it
Servizi Tecnici Angelo Del Rosso ufficiotecnico@orchestradellatoscana.it
Area Comunicazione Riccardo Basile | Ambra Greco ortstampa@orchestradellatoscana.it
PROGETTO GRAFICO ORT Mallet Studio IMPAGINAZIONE PROGRAMMA DI SALA Ambra Greco FOTO & ILLUSTRAZIONI Marcella Cistola (copertina) Snowman Enterprises Limited (14) STAMPA Grafiche Martinelli (Firenze)
Amministrazione Simone Grifagni | Cristina Ottanelli direzioneamministrativa@orchestradellatoscana.it
Ispettore d’orchestra Alfredo Vignoli archiviomusicale@orchestradellatoscana.it Teatro e Servizi di sala Fulvio Palmieri | Paolo Malvini teatro@orchestradellatoscana.it
TEATRO VERDI Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze BIGLIETTERIA Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze (dal lunedĂŹ al sabato 10-13 e 16-19) tel. (+39) 055 21 23 20 www.teatroverdifirenze info@teatroverdionline.it
Teatri, concerti, mostre, cinema...
Le migliori offerte culturali della nostra regione, con sconti ed esclusive per i soci UnicoopFirenze. Scopri tutte le iniziative su
www.coopfirenze.it/cultura
La cultura a portata di mano.