Programma Borrani | Stagione 17_18

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STAGIONE CONCERTISTICA 2017 / 18

LORENZA BORRANI violino e concertatore

ANTHONY ROMANIUK clavicembalo

CHIARA MORANDI violino


FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

UFFICIO SVILUPPO E FUNDRAISING

Maurizio Frittelli - Presidente Francesca Bardelli - Vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini

Elisa Bonini

REVISORE UNICO

Andrea Gianfaldoni

Vittorio Quarta

AMMINISTRAZIONE

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli UFFICIO DEL PERSONALE

SEGRETERIA

Stefania Tombelli (dir.Generale) Tiziana Goretti (dir.Artistica) Ambra Greco (Comunicazione) DIRETTORE ARTISTICO

Giorgio Battistelli DIRETTORE PRINCIPALE

Daniele Rustioni DIRETTORE ONORARIO

Thomas Dausgaard

DIRETTORE GENERALE

Marco Parri DIRETTORE SERVIZI MUSICALI

Paolo Frassinelli DIRETTORE COMUNICAZIONE

Riccardo Basile

SERVIZI TECNICI ORCHESTRA

Angelo Del Rosso OSPITALITÀ E SALA TEATRO VERDI

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini PALCOSCENICO TEATRO VERDI

Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo Alessandro Goretti, Sara Bonaccorso PERSONALE DI SALA

Lisa Baldi, Giovannella Berardengo Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini Lorenzo Del Mastio, Alice Guerrini Enrico Guerrini, Alessandro Iachino Michele Leccese, Pasquale Matarrese Andrea Nigro, Vieri Ulivi Valoriani Mario Venneri, Sara Vivoli


CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE

XXXVII STAGIONE CONCERTISTICA 2017 - 2018

con il contributo di

partner


LORENZA BORRANI violino e concertatore

ANTHONY ROMANIUK clavincembalo

CHIARA MORANDI violino

ALFRED SCHNITTKE Sonata n.1 in sol maggiore per violino e pianoforte op.78 (versione per violino e orchestra d'archi con cembalo) Andante | Allegretto | Largo | Allegretto

durata: 20 minuti circa

Moz-Art alla Haydn concerto per due violini e orchestra d'archi (1977) durata: 13 minuti circa

FRANZ JOSEPH HAYDN Sinfonia in do maggiore Hob.I:60 Il distratto Adagio - Allegro di molto Andante Menuetto Presto Adagio (di Lamentazione) Finale: Prestissimo

durata: 30 minuti circa

FIGLINE VALDARNO, TEATRO GARIBALDI

martedì 10 aprile 2018 ore 21.00 FIRENZE, TEATRO VERDI

mercoledì 11 aprile 2018 ore 21.00 concerto fiorentino trasmesso in differita da Rai Radio 3

Rai Radio

Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService


LORENZA BORRANI Si esibisce in veste di spalla, direttore, solista e camerista nelle sale e nelle stagioni più importanti al mondo. Quando nel 2008 è stata nominata leader solista della Chamber Orchestra of Europe, la sua attività è definitivamente uscita dai confini nazionali, ospite di istituzioni quali Philarmonie di Berlino, Festival di Edimburgo e di Aldeburgh, Philarmonie di Colonia, Cité de la Musique di Parigi, Concertgebouw di Amsterdam, Sidney Opera House. In occasione del 25esimo anniversario della caduta del Muro di Berlino è stata invitata alla Haus der Kulturen per preparare e dirigere, nel ruolo di spalla, l'Orchestra Giovanile Europea rappresentante i 28 paesi aderenti all'Unione Europea a cui si rivolgeva il discorso del Presidente Martin Schulz. Dopo l'inizio degli studi da bambina alla Scuola di Musica di Fiesole, seguita da Alina Company, Piero Farulli, Zinaida Gilels e Pavel Vernikov, si diploma al Conservatorio di Firenze, si perfeziona in seguito alla Universität für Musik und darstellende Kunst di Graz con Boris Kushnir e segue molte masterclass solistiche e di musica da camera con Pier Narciso Masi, Alexander Lonquich, Slava Rostropovič, Ana Chumachenko, Maya Glezarova e Ilya Grubert. La sua carriera ha inizio con il debutto nel 1995 alla Pergola di Firenze nel Concerto per due violini di Bach

insieme a Pavel Vernikov e l'OGI diretta da Emmanuel Krevine. Poi arriva l'ascesa con la nomina di spalla dei violini primi alla Filarmonica Toscanini diretta da Lorin Maazel nel 2003, e l'esperienza all'Orchestra Mozart dal 2005 al 2008, occasione grazie alla quale si è esibita nel Concerto per violino n.7 di Mozart, raramente eseguito, diretta da Claudio Abbado al Comunale di Ferrara. Collabora in veste di solista con direttori quali Yuri Harohnovich, Gyorgy Gyorivany Rath, Trevor Pinnock, Yannik Nezet Seguin, Bernard Haitink, e di camerista con artisti come Isabel Faust, Andrea Lucchesini, Helene Grimaud, Daniel Hope, Andras Shiff, Pierre Laurent Aimard, Irina Schnittke, Tabea Zimmermann, Janine Jansen, Mario Brunello, Christan Tetzlaff, Lylia Zilberstein, Pavel Gililov. Nel 2007 ha fondato il progetto Spira mirabilis, un laboratorio di studio per musicisti professionisti che ha ispirato anche la realizzazione di un dvd del film documentario La Spira diretto dal regista francese Geràld Caillat. Grazie a questo progetto e all'incontro con Lorenzo Coppola è nata in Lorenza la curiosità e passione nei confronti dell'esecuzione del repertorio classico su strumenti originali. Lorenza Borrani insegna violino per i corsi di base e perfezionamento presso la Scuola di Musica di Fiesole e suona un violino Carlo Ferdinando Landolfi.


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Marco Bianchi 0 1 7 7 4 6 2 04 8 6


ANTHONY ROMANIUK Grazie alla sua esperienza nelle interpretazioni sia come basso continuo barocco sia in ambito jazz, il pianista/clavicembalista Anthony Romaniuk ama esibirsi improvvisando cadenze di concerto, o preludi o interludi nei recital solistici. Ha collaborato con la violinista Patricia Kopatchinskaja, il violoncellista Pieter Wispelwey, Vox Luminis, l'Australian Chamber Orchestra, la Stuttgart Kammerorchester e l'Australian String Quartet; ha tenuto recital da solista al Kunsthistorisches Museum di Vienna, al Concertgebouw di Bruges, al Festival del Maggio Musicale Fiorentino ed al LACMA di Los Angeles. Dopo essersi diplomato alla Manhattan School of Music ed ai Conservatori dell'Aia e Amsterdam, continua a collaborare attivamente con la nota pedagoga Sally Sargent. Ha vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale di Fortepiano di Westfield (USA) nel 2011 e si è contraddistinto al Concorso Musica Antiqua di Bruges nel 2010. Anthony Romaniuk è nato in Australia e vive in Belgio dove detiene una cattedra al Conservatoire Royal di Bruxelles. Eventi della stagione 2016/17 hanno incluso recital da solista (ad esempio al Bozar di Bruxelles ed al Festival di Adelaide), esibi-

zioni in duo con la violinista Patricia Kopatchinskaja a Londra, Berlino, Amsterdam, Gent e Berna, tour con l’Australian Chamber Orchestra e la Stuttgarter Kammerorchester ed una residenza alla Piccola Accademia di Montisi.


CHIARA MORANDI Ha studiato violino sotto la guida di Andrea Tacchi presso il Conservatorio Cherubini di Firenze dove si è diplomata con il massimo dei voti. Ha proseguito i suoi studi in Germania alla Musikhochschule di Freiburg sotto la guida di Nicolas Chumachenco conseguendo col massimo dei voti l'Orchestermusiker Diplom e il Solisten Diplom. Si è perfezionata in violino con Yulia Berinskaya e con Salvatore Accardo all'Accademia Stauffer di Cremona e all'Accademia Chigiana di Siena, e in musica da camera con Bruno Canino, Alexander Lonquich, Rocco Filippini, il Trio di Trieste, il Trio di Parma ed il Trio Altenberg. Ha partecipato a vari concorsi nazionali ed internazionali conseguendo 15 primi premi. Nel 2006 ha vinto il concorso per spalla dei secondi violini all'ORT (ruolo che ricopre tuttora), nel 2009 il concorso internazionale per violino bandito dal Teatro alla Scala di Milano e nel 2014 l'audizione per concertino dei primi violini e per spalla al Teatro Carlo Felice di Genova. Si è esibita in tutta Europa in numerosi recital solistici - da menzionare quello in duo con il famosissimo chitarrista americano Eliot Fisk - con i pianisti Bruno Canino e Pier Narciso Masi, a festival internazionali tra cui

il WorldBach-Fest, curato da Mario Ruffni e Ramin Bahrami e con diverse orchestre in qualità di spalla e in qualità di solista tra cui l'Orchestra da Camera Italiana di Salvatore Accardo, la Mihail Jora di Bacau, la JKP e la MHS Orchester di Freiburg, il Teatro Carlo Felice di Genova. Alla carriera di strumentista affianca con grande passione quella di docente: attualmente ricopre la cattedra di violino presso l'Istituto Musicale Mascagni di Livorno. Si è diplomata inoltre in viola con il massimo dei voti, la lode e la menzione d'onore presso l'Istituto Mascagni e nel 2010 ha vinto l'audizione per prima viola all'Orchestra della Toscana. Suona un violino Carlo Annibale Tononi del 1700.


ALFRED SCHNITTKE

(Engels 1934 - Amburgo 1998)

Sonata n.1 in sol maggiore per violino e pianoforte op.78 (versione per violino e orchestra d'archi con cembalo)

Moz-Art alla Haydn concerto per due violini e orchestra d'archi (1977)

Autoritratto del russo Alfred Schnittke, beffardo verso se stesso: «Il mio sviluppo musicale ha avuto un corso simile a quello di alcuni amici e colleghi attraverso il romanticismo pianistico, l'accademismo neoclassico e tentativi di sintesi eclettica; e ha dato prove inevitabili di mascolinità sacrificandosi alla serie. Una volta arrivato alla stazione finale ho deciso di scendere dal treno già sovraffollato. Da allora ho cercato di proseguire a piedi». E a piedi Schnittke raggiunge la fase matura della sua creatività inscritta in un polistilismo acido, materico, nel quale il ripensamento delle musiche del passato (l'adozione dei generi, delle forme, dei fondamenti grammaticali ereditati dalla tradizione classico-romantica, irrorati dall'estetica sovietica del realismo socialista e assimilati grazie all'angosciosa cristallizzazione fornitane da Šostakovič) non avviene con distacco storicistico, come in Stravinskij, ma con la veemenza viscerale di chi giudica ancora efficaci, comunicativi, i vecchi arnesi del mestiere compositivo e, per loro mezzo, vuole continuare a esprimere la propria individualità. «Mescolo gli stili e li trasformo non per trarne una sintesi, ma per creare una scrittura polistilistica, nella quale tutte le diversità degli stili sono usate come tasti di un'unica grande tastiera», diceva. La Sonata n.1 per violino e pianoforte appartiene al periodo che Schnittke definì "nero",

quello giovanile, nelle cui opere, a un certo punto della carriera, non si riconobbe più (poi ebbe la fase grigia, che negli anni della maturità valutò come ancora imperfetta, e infine la bianca, da lui considerata l'apice del suo percorso artistico). Concepita nel 1963, del '68 è la versione della Sonata in programma stasera, con l'orchestra d'archi e il clavicembalo al posto del piano. Nell'aspetto esteriore, alternando movimenti lenti e svelti, si rifà alle sonate da chiesa barocche. Invece la scelta del materiale musicale e i metodi per elaborarlo derivano dalla scuola viennese del primo Novecento: impiega, infatti, la serie dodecafonica ideata da Schönberg, però annacquata alla maniera di Alban Berg. Cioè le dodici note che costituiscono i mattoni del pezzo sono ordinate non secondo princìpi atonali, per produrre melodie psicasteniche e grumi dissonanti, bensì con il fine di suonare riconoscibili, gradevoli, grazie all'uso preponderante di intervalli consonanti e accordi riconducibili al linguaggio tonale - sia pure strapazzato ben bene di abrasioni e sbavature. Alla dodecafonia Schnittke si era appena avvicinato: con la destalinizzazione, l'Urss aveva moderatamente aperto i confini all'arte d'avanguardia occidentale, e nel 1962 il viaggio compiutovi da Luigi Nono, musicista organico al Pci, contribuì molto a far circolare aria nuova. Di quattro movimenti


è costituita la Sonata, Andante - Allegretto - Largo - Allegretto scherzando, spesso di forma frastagliata e scossi al loro interno da vistosi mutamenti di tempo. Li distinguono, via via, serietà, ironia, patetismo, scatti graffianti e ripetitivi, astratta fissità, brio inumano da congegno meccanico: tutti caratteri che denunciano la filiazione di Schnittke da Šostakovič, Prokof'ev e dal folk di Bartók. Inoltre nella trascrizione del 1968 la presenza sferragliante del cembalo punge l'atmosfera timbrica con un ronzio quasi rock. Invece Moz-Art à la Haydn per due violini solisti e altri undici archi, del 1977, è a suo modo una celebrazione spiritosa del classicismo viennese. Tuttavia, dopo due secoli, dell'età di Haydn e Mozart non sembra restare che un lascito di cocci. Schnittke cerca di incollarli. Ma non gli interessa il restauro condotto con scrupolo filologico. Raduna i frammenti sparsi e li ricongiunge a caso, cucendo un costume d'Arlecchino di note. Persegue l'idea che la musica, gioco combinatorio, non va presa troppo sul serio. Ciò appare fin dal titolo pseudoculinario, bilingue, del pezzo: una specie di Mozart («Moz-Art» in tedesco) cucinato alla Haydn. L’ingrediente principale mozartiano – ma non il solo, dato che altri relitti tematici del salisburghese talvolta vi galleggiano – proviene da una composizione mutila, le Musiche per una pantomima K.446

concepite per Vienna nel 1783, il cui residuo odierno è la parte del primo violino più alcuni appunti. La componente haydniana è tratta dalla Sinfonia «degli Addii», del 1772, quella in cui gli orchestrali escono alla spicciolata prima della fine, spegnendo le candele che illuminano i loro leggii, per protestare contro il loro padrone, il principe Nikolaus Esterházy, impuntatosi nel non volergli concedere le ferie. Perciò Moz-Art à la Haydn, che va visto oltreché ascoltato, attacca nel buio, mentre i tredici strumentisti prendono a improvvisare sui frammenti K.446. Quando sul palcoscenico le luci si accendono, sembra prender vita un lavoro settecentesco, ma scarabocchiato, mal connesso, a tratti stridente. Da ultimo tutti se ne vanno via, e ritorna l'oscurità. Come se il pezzo non fosse stato che un sogno. Gregorio Moppi


FRANZ JOSEPH HAYDN (Rohrau 1732 - 1809)

Sinfonia in do maggiore Hob.I:60 Il distratto

La Sinfonia n.60 in do maggiore fu composta da Haydn nel 1774; nell'ingente corpus sinfonico del compositore (104 composizioni) essa non occupa una posizione di primo piano, risalendo a un periodo di sperimentazione in cui l'autore non aveva ancora raggiunto quella superiore consapevolezza dell'equilibrio della forma e del gusto strumentale che contraddistinguono il maturo gruppo delle Sinfonie "Parigine", e le tarde "Londinesi". Essa, tuttavia, è un importante tassello per comprendere come l'iter evolutivo dell'autore non abbia subito una parabola coerente e continua, ma sia stato soggetto, piuttosto, a bruschi mutamenti direzionali. Dalle prime Sinfonie degli anni 1770, infatti, emerge chiaramente come Haydn attraversasse un periodo di tensione espressiva a proposito del quale è stato spesso stabilito un parallelo con il coetaneo movimento dello "Sturm und Drang"; fra le Sinfonie di questi anni si possono trovare composizioni in cui la insistita presenza di modi minori, allegri concitati, adagi lamentevoli, si mostra incline ad un pronunciato patetismo. Del tutto dissimile da questo indirizzo è la Sinfonia n.60, in parte per i mutati orientamenti dell'autore, in parte per le vicende proprie della sua nascita. A differenza, infatti, della maggior parte delle Sinfonie precedenti al 1785 - concepite per il

personale intrattenimento del principe Esterházy e della sua corte, presso la quale Haydn prestava servizio - la partitura non ebbe origine direttamente sotto la forma di Sinfonia ma come nuova musica di scena per la commedia Le Distrait di Regnard, che, in traduzione tedesca, la compagnia Wahr presentò ad Esterházy nel giugno del 1774; solo nei mesi seguenti i vari brani di scena furono raccolti in una composizione omogenea, che ebbe la prima esecuzione il giorno di Santa Cecilia a Pressburg. Ma la natura atipica de Il distratto (il cui titolo ricalca ovviamente quello della originaria pièce teatrale) rimase riflessa, se non altro, nel numero dei movimenti, sei anziché i consueti quattro; e dunque il lavoro è tutto sommato più vicino al genere del divertimento che a quello della sinfonia. Anche per queste vicende il contenuto musicale appare lontano dalla ricerca di un equilibrio interno, e piuttosto segnato da una logica di contrasti che certamente deve essere messa in connessione non solo con la matrice teatrale della composizione, ma anche con il grande interesse che Haydn nutrì per il teatro musicale nel corso degli anni 1770. L'intera partitura è ricca di effetti sorprendenti e di scarti drammatici, e cerca di attingere a una cordialità di espressione con l'inserimento massiccio di motivi di carattere


popolare, presenti qui piÚ che in qualsiasi altra sinfonia del maestro. Il primo movimento (certamente l'ouverture della commedia) si apre con una spaziosa introduzione lenta, seguita da un Presto dal tema "napoletano", notevole per gli effetti di contrapposizione dinamica. Il seguente Andante sfrutta il contrasto fra due idee tematiche - una dal profilo grazioso ed una militaresca - che, secondo Robert A. Green, si riferiscono ai personaggi di una fanciulla e di un cavaliere. Nettamente incisivo il tema del Minuetto, col suo Trio misterioso e popolaresco. Ancora su un materiale contrastante sono costruiti i due tempi seguenti; il Presto - che si avvale di una contrapposizione sia tematica che tonale e modale - e l'Adagio, dove la tersa melodia iniziale viene interrotta da un'entrata di sapore militare. L'ultimo movimento, un conciso e chiassoso "moto perpetuo", ha, subito dopo l'inizio, la piÚ deliziosa delle tante "sorprese" della partitura: il discorso musicale viene interrotto per permettere ai violini di accordare gli strumenti; è un'altra espressione di quell'arguzia creativa che, con manifestazioni multiformi e imprevedibili, segnerà tutta la successiva produzione del maestro. Arrigo Quattrocchi


VIOLINI PRIMI

VIOLONCELLI

CLAVICEMBALO

Daniele Giorgi * Paolo Gaiani ** Stefano Bianchi Patrizia Bettotti Marcello D'Angelo Marian Elleman Chiara Foletto Alessandro Giani

Luca Provenzani * Augusto Gasbarri * Andrea Landi ** Giovanni Simeone

Anthony Romaniuk *

VIOLINI SECONDI

OBOI

Chiara Morandi * Susanna Pasquariello ** Angela Asioli Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo Marco Pistelli

FAGOTTO

VIOLE

Stefano Zanobini * Caterina Cioli ** Alessandro Franconi Pier Paolo Ricci

CONTRABBASSI

Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani * * prime parti ** concertino

Paolo Carlini * CORNI

Andrea Albori * Alberto Bertoni * TROMBE

Donato De Sena * Stefano Benedetti TIMPANI

ISPETTORE D’ORCHESTRA E ARCHIVISTA

Morgan M.Tortelli *

Alfredo Vignoli


I PROSSIMI APPUNTAMENTI

GEORGE PEHLIVANIAN direttore

ALESSANDRO CARBONARE clarinetto

MARTEDÌ

17 aprile

ore 21.00

musiche di Ives, Copland, Schubert

DONATO RENZETTI direttore

FRANCESCA DEGO violino musiche di Wolf-Ferrari, Čajkovskij

GIOVEDÌ

3

maggio

ore 21.00


CONTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

Via Verdi, 5 - 50122 Firenze | tel. (+39) 055 2342722 - 2340710 | fax (+39) 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it | info@orchestradellatoscana.it Presidenza Maurizio Frittelli presidenza@orchestradellatoscana.it

Ufficio del Personale Andrea Gianfaldoni ufficiopersonale@orchestradellatoscana.it

Direzione Generale Marco Parri Stefania Tombelli segreteria direzionegenerale@orchestradellatoscana.it

Amministrazione Simone Grifagni Cristina Ottanelli direzioneamministrativa@orchestradellatoscana.it

Direzione Artistica Giorgio Battistelli Paolo Frassinelli servizi musicali Tiziana Goretti segreteria direzioneartistica@orchestradellatoscana.it

Servizi Tecnici Angelo Del Rosso ufficiotecnico@orchestradellatoscana.it

Area Comunicazione Riccardo Basile Ambra Greco ortstampa@orchestradellatoscana.it Ufficio Sviluppo Elisa Bonini sviluppo@orchestradellatoscana.it

Teatro e Servizi di sala Fulvio Palmieri teatro@orchestradellatoscana.it Ispettore d'orchestra Alfredo Vignoli archiviomusicale@orchestradellatoscana.it

TEATRO VERDI Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze

BIGLIETTERIA

PROGETTO GRAFICO ORT Mallet Studio IMPAGINAZIONE PROGRAMMA DI SALA Ambra Greco FOTO & ILLUSTRAZIONI Werner Kmetisch (copertina), Julia Wesely (7) Marco Borrelli (8) STAMPA Grafiche Martinelli (Firenze)

Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze (dal lunedĂŹ al sabato 10-13 e 16-19) tel. (+39) 055 21 23 20 www.teatroverdifirenze info@teatroverdionline.it


25 aprile in concerto

PACE & LOVE sognando un mondo migliore

Orchestra della Toscana direttore Fabrizio Ventura con Gabriele Lavia e Vinicio Marchioni parole di Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Robert Kennedy, Martin Luther King musiche di Gian Francesco Malipero e Ludwig van Beethoven in collaborazione con

mercoledĂŹ 25 APRILE 2018 ore 21.00

ingresso libero con invito fino ad esaurimento posti Inviti disponibili presso la biglietteria del teatro e on line sul sito dell’ORT

www.orchestradellatoscana.it


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