STAGIONE CONCERTISTICA 2017 / 18
DANIELE RUSTIONI direttore
ALESSANDRO TAVERNA pianoforte
CONCERTO DI NATALE
FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
UFFICIO SVILUPPO E FUNDRAISING
Maurizio Frittelli - Presidente Francesca Bardelli - Vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini
Elisa Bonini
REVISORE UNICO
Andrea Gianfaldoni
Vittorio Quarta
DIRETTORE ARTISTICO
Giorgio Battistelli DIRETTORE PRINCIPALE
Daniele Rustioni DIRETTORE ONORARIO
Thomas Dausgaard
AMMINISTRAZIONE
Simone Grifagni, Cristina Ottanelli UFFICIO DEL PERSONALE
SEGRETERIA
Stefania Tombelli (dir.Generale) Tiziana Goretti (dir.Artistica) Ambra Greco (Comunicazione) Chandra Ughi (corso Yo-Yo) SERVIZI TECNICI ORCHESTRA
Angelo Del Rosso OSPITALITÀ E SALA TEATRO VERDI
Fulvio Palmieri, Paolo Malvini PALCOSCENICO TEATRO VERDI
Alfredo Ridi, Alessandro Goretti Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo DIRETTORE GENERALE
PERSONALE DI SALA
Marco Parri
Lisa Baldi, Giovannella Berardengo Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini Lorenzo Del Mastio, Alice Guerrini Enrico Guerrini, Alessandro Iachino Michele Leccese, Pasquale Matarrese Andrea Nigro, Vieri Ulivi Valoriani Mario Venneri, Sara Vivoli
DIRETTORE SERVIZI MUSICALI
Paolo Frassinelli DIRETTORE COMUNICAZIONE
Riccardo Basile
CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE
XXXVII STAGIONE CONCERTISTICA 2017 - 2018 Concerto di Natale
con il contributo di
partner
CONCERTO DI NATALE DANIELE RUSTIONI direttore
ALESSANDRO TAVERNA
pianoforte
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Le creature di Prometeo, ouverture op.43 Concerto n.4 in sol maggiore per pianoforte e orchestra op.58 Allegro moderato Andante con moto Rondo. Vivace
Sinfonia n.8 in fa maggiore op.93 Allegro vivace e con brio Allegretto scherzando Tempo di Menuetto Allegro vivace
BARBERINO DI MUGELLO, TEATRO CORSINI
giovedì 21 dicembre 2017 ore 21.00
POGGIBONSI, TEATRO POLITEAMA
FIGLINE VALDARNO, TEATRO GARIBALDI
sabato 16 dicembre 2017 ore 21.00 lunedì 18 dicembre 2017 ore 21.00 PISA, TEATRO VERDI
PIOMBINO, TEATRO METROPOLITAN
venerdì 22 dicembre 2017 ore 21.00 FIRENZE, TEATRO VERDI
martedì 19 dicembre 2017 ore 21.00
domenica 24 dicembre 2017 ore 17.00
concerto trasmesso in differita da Rai Radio Tre
Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService
Rai Radio
DANIELE RUSTIONI A 34 anni, è uno dei direttori d’orchestra più interessanti della sua generazione, avendo ricevuto il premio come «Best Newcomer of the Year» all’International Opera Awards già nel 2013. Nel 2014 è stato nominato direttore principale dell’ORT, dopo aver ricoperto il ruolo di direttore ospite principale al Teatro Mikhajlovskij di San Pietroburgo e di direttore musicale al Petruzzelli di Bari, e dallo scorso anno è il nuovo direttore pricipale dell'Opéra National de Lyon (incarico decorso il 1° settembre 2017 con durata quinquennale). Ha studiato a Milano, dove si è diplomato giovanissimo in organo, composizione e pianoforte. Ha proseguito gli studi di direzione d’orchestra con Gilberto Serembe, continuando la sua formazione alla Chigiana di Siena sotto la guida di Gianluigi Gelmetti e alla Royal Academy of Music di Londra. Nel 2007 Gianandrea Noseda diventa il suo mentore e lo avvia alla carriera direttoriale con l’opportunità di debuttare al Regio di Torino, mentre alla Royal Opera House (Covent Garden di Londra) è assistente di Antonio Pappano, che lo segue nei primi passi. Oggi dirige regolarmente nei migliori teatri italiani, dal Regio Torino, alla Fenice di Venezia, ospite del Maggio Musicale Fiorentino e del Rossini Opera Festival a Pesaro.
Nell'ottobre 2012 ha debuttato al Teatro alla Scala con La bohème; vi è tornato per due stagioni consecutive con la nuova produzione di Un ballo in maschera nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario verdiano e per una ripresa de Il trovatore nel febbraio 2014, registrata in video dalla RAI. Nel marzo 2011 aveva già debuttato con Aida alla Royal Opera House, dove è tornato qualche anno dopo con una produzione dell’Elisir d’amore di grande successo. Sempre nel Regno Unito ha diretto all’Opera North ed è stato ospite della Welsh National Opera per una serie di progetti, tra cui una nuova produzione di Così fan tutte e due opere belcantiste di Donizetti, Anna Bolena e Roberto Devereux, accolte da un clamoroso successo della critica. Ha debuttato negli Stati Uniti al Glimmerglass Festival con una nuova produzione della Medea di Cherubini; vi è poi tornato per il debutto alla Washington National Opera nel 2013 con Norma e per un tour con l’Orchestra dell’Accademia della Scala nel dicembre dello stesso anno. Nella stagione 14/15 ha fatto la sua prima apparizione all'Opera House di Stoccarda, alla Staatsoper di Berlino, all’Opernhaus di Zurigo e all’Opéra National di Parigi, dopo i debutti nella stagione precedente all'Opéra National de Lyon per una nuova produzione del Simon Boccanegra e alla Bayerische
Staatsoper con Madama Butterfly. Rustioni svolge un’intensa attività sinfonica: oltre alla collaborazione con l’ORT, ha già diretto le migliori orchestre sinfoniche italiane come l’Orchestra dell’Accademia di S.Cecilia, l’Orchestra Sinfonica della RAI e la Filarmonica della Scala. Ha inoltre diretto la BBC Philharmonic, l’Orchestra della Svizzera Italiana (a Lugano e in tournée), la Helsinki Philharmonic, la Bournemouth Symphony Orchestra, la London Philharmonic, l’Orchestre Philharmonique di Montecarlo. Nell'ottobre 2015 ha fatto il suo debutto con la City of Birmingham Symphony Orchestra, dove è stato immediatamente invitato a ritornare nelle stagioni successive. Nel 2014 ha diretto Madama Butterfly al Nikikai Opera per il suo debutto giapponese, seguito da concerti sinfonici alla guida della Kyushu Symphony Orchestra, mentre la scorsa estate, ha fatto le sue prime apparizioni al Hyogo Performing Arts Center e sul podio della Tokyo Symphony Orchestra. È tornato in Giappone nel febbraio 2017 per dirigere Tosca al Nikikai Opera e per una serie di concerti con la Toyko Metropolitan Symphony Orchestra. Oltre al suo debutto al Metropolitan di New York, la stagione 2016/17 ha visto Rustioni ritornare alla Royal Opera House, al Covent Garden per La traviata; ha inoltre diretto il Rigoletto l'Opéra National
de Paris, Cavalleria rusticana e Pagliacci all'Opernhaus di Zurigo e Eine Nacht in Venedig di Johann Strauss in occasione del Concerto di Capodanno all'Opéra National de Lyon. Per Sony Classical ha registrato un album di arie d'opera con Erwin Schrott alla guida dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna, mentre alla fine di settembre 2016 è uscito, sempre per Sony Classical, il nuovo CD dedicato a Giorgio Federico Ghedini e registrato proprio con l'ORT, al quale seguiranno altri due album dedicati a Petrassi e Casella previsti in uscita nel 2018. Recentemente la sua discografia si è arricchita della prima registrazione di Adelson e Salvini di Bellini per Opera Rara, accolta da unanimi consensi della critica e dell'incisione con la moglie violinista Francesca Dego del Concerto per violino di Wolf-Ferrari e del Primo Concerto di Paganini sul podio della City of Birmingham Symphony Orchestra (2017 Deutsche Grammophon).
ALESSANDRO TAVERNA Alessandro Taverna si è affermato a livello internazionale al Concorso Pianistico di Leeds nel 2009: "Il pubblico, all'improvviso, è stato pervaso da solenne bellezza: sono stati impeccabili minuti di intensa poesia!" ha scritto The Independent in seguito all’esecuzione del Primo Concerto per pianoforte di Chopin. Da allora si esibisce in tutto il mondo nelle più importanti istituzioni musicali, quali il Teatro alla Scala di Milano, il Musikverein di Vienna, la Konzerthaus di Berlino, il Gasteig di Monaco, la Wigmore Hall e la Royal Festival Hall di Londra, la Bridgewater Hall di Manchester, la Salle Cortot di Parigi, il Festival di Castleton, la Musashino Hall di Tokyo, il Teatro Grande di Brescia, il Teatro Donizetti di Bergamo, l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Diretto da Lorin Maazel, Riccardo Chailly, Fabio Luisi, Daniel Harding, Michele Mariotti, Reinhard Goebel, Thierry Fischer, Michael Guttman, Pier Carlo Orizio, ha suonato con la Filarmonica della Scala, i Münchner Philharmoniker, la Royal Philharmonic Orchestra, la Minnesota Orchestra, la Royal Liverpool Philharmonic, la Filarmonica di Bucarest, l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, la Filarmonica del Festival di Brescia e Bergamo. Si è affermato in prestigiosi Concorsi internazionali quali il Piano-e-Competition negli
Stati Uniti, i concorsi pianistici di Leeds, Londra, Hamamatsu, il Busoni di Bolzano, il Premio Venezia, il Premio Arturo Benedetti Michelangeli; per la Fondazione internazionale “The Keyboard Trust” di Londra ha tenuto una serie di recital in Europa e negli Stati Uniti. Veneziano di nascita, si è formato con Laura Candiago Ferrari alla Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro diplomandosi a diciassette anni e con Franco Scala all'Accademia Pianistica di Imola. Si è perfezionato all’Accademia S.Cecilia di Roma con Sergio Perticaroli, alla Hochschule für Musik di Hannover con Arie Vardi e alla Lake of Como Piano Academy. Insegna pianoforte al Conservatorio di Campobasso ed è titolare della cattedra di perfezionamento pianistico presso la Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro. Nel 2012 ha ricevuto al Quirinale da Giorgio Napolitano il “Premio Presidente della Repubblica”, per meriti artistici e per la sua carriera internazionale. Ha registrato per BBC Radio 3, Rai Radio 3, Radiotelevisione Slovena, RSI Radiotelevisione Svizzera. Dopo il successo di critica del suo album dedicato a Nikolay Medtner, è uscito lo scorso aprile un nuovo disco con musiche di Debussy e Ravel, per l’etichetta inglese SOMM.
LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 - Vienna 1827)
Le creature di Prometeo, ouverture op.43 durata: 5 minuti circa
Prometeo è il titano che ruba agli dei il fuoco sacro, simbolo di conoscenza e dunque di civiltà, per donarlo agli uomini. La sua storia nasce dalle nebbie della mitologia greca, e diventa anzitutto materia prima per una tragedia di Eschilo (Prometeo incatenato); ma nel corso dei secoli non manca d’ispirare ripetutamente gli ambiti più diversi della creatività umana, incarnandosi nelle parole di Goethe e Shelley, nelle pennellate cupe di Rubens, nel gesto epico della musica di Liszt (il poema sinfonico Prometheus) come nella timbrica visionaria di quella di Skrjabin (Prométhée ou le poème du feu). Beethoven è il primo a dare una veste musicale significativa alla figura di Prometeo. L’occasione gli venne offerta da Salvatore Viganò, nipote di Boccherini ma soprattutto coreografo celeberrimo nella Vienna dell’Ottocento, che al compositore chiese espressamente di scrivere la musica per un balletto, basato appunto su quel soggetto mitico. Un balletto concepito secondo una formula innovativa elaborata in quegli anni viennesi dallo stesso Viganò, che sottraeva lo spettacolo alla sue consuete funzioni d’intrattenimento per assegnargli invece un ruolo istruttivo e finalità etiche che lo elevassero alla dignità di tutte le altre arti. E non meraviglia che Beethoven si entusiasmasse innanzi ad una commissione
simile, che fra l’altro rimane l’unica nel genere (escludendo la Musica per un balletto cavalleresco WoO 1) di tutta la sua opera: il forte significato etico assegnato da Viganò alla figura di Prometeo, eroe che libera gli uomini dall’ignoranza offrendo loro gli strumenti per la conquista della dignità, trovava piena sintonia nelle idee di Beethoven, figlio del pensiero illuminista di Giuseppe II e dei principi della Rivoluzione Francese, che in Prometeo di sicuro ravvisava il campione salvatore dell’umanità: l’emblema dell’anelito all’emancipazione della civiltà, nonché la proiezione di quella fede morale nell’Uomo che sempre nutrì la sua vena creativa. Composto fra il 1800 ed il 1801, nasceva così il balletto «eroico ed allegorico» Le creature di Prometeo, rappresentato all’Hofburgtheater di Vienna il 26 Marzo 1801 con notevole successo. Seguendo da vicino il canovaccio coreografico di Viganò, Beethoven ideò una partitura (un’ouverture, un’introduzione e sedici numeri raccolti in due atti) che ne ravviva la patina neoclassica con il ricorso ad una scrittura assai variegata, e dove la coerenza narrativa si sposa a combinazioni strumentali spesso fuori dal comune. Dell’intero balletto, ad essersi salvata dall’oblio nella prassi concertistica è la sola Ouverture, nella splendente tonalità di do maggiore: aperta da un solenne «Adagio», fin dall’inizio
scandito da determinati accordi a piena orchestra (reminescenze dal Flauto Magico di Mozart?) e dalla presenza autorevole dei timpani, scatta poi verso un frenetico «Allegro molto con brio», quasi una sorta di raffigurazione in musica della fiamma vitale con la quale Prometeo anima due statue e le educa alle arti; ed è un continuo intrecciarsi di rapinosi botta e risposta fra fiati ed archi, tutto proteso a costruire lo slancio inarrestabile dell’intera orchestra verso lo sfavillante guizzo finale. Francesco Ermini Polacci
Concerto n.4 in sol maggiore per pianoforte e orchestra op.58 durata: 34 minuti circa
Il Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra op.58 di Ludwig van Beethoven è il quarto dei cinque da lui composti e si colloca in una fase creativa felice e luminosa, intorno alla metà del primo decennio del secolo. “Benché la progressiva sordità gli frapponga difficoltà sempre maggiori, Beethoven continua a suonare e a dirigere la propria musica in pubblico, riprende a frequentare assiduamente gli ambienti artistici e le case patrizie, come se fosse preso da una nuova febbre di vita e di attivismo” (Giovanni Carli Ballola) dopo la crisi di sconforto degli anni immediatamente precedenti documentata dal celebre “testamento di Heiligenstadt” dell’autunno del 1802. Sono gli anni che vedono nascere le sinfonie Quarta, Quinta e Sesta, il Fidelio, le sonate Waldstein e Appassionata, la Messa in do. Il Titano dedicò il Quarto all’arciduca Rodolfo d’Asburgo, allievo augusto e prediletto, a cui sono legate in vario modo, oltre al celebre trio noto appunto come “l’Arciduca”, alcune delle opere beethoveniane più ardue e più alte (la sonata op.106 Hammerklavier, la Grande Fuga op.133 per quartetto d’archi, la Missa Solemnis). La prima esecuzione, con Beethoven solista, fu a Vienna, nel palazzo del principe Lobkowitz, nella primavera del 1807, successivamente l’esecuzione pubblica fu nello
storico e clamoroso concerto all’An der Wien del 22 dicembre 1808 assieme alla Quinta, alla Sesta e alla Fantasia Corale op.80. Nel quadro complessivo dei cinque concerti beethoveniani, la prossimità al modello e al concetto mozartiano dei lavori oggi classificati come Primo e Secondo (pur non essendo propriamente tali) è interrotta dal più fosco Terzo in do minore e concluso dal Quinto in una chiave più ampia, distesa e perentoria al tempo stesso, e infatti furono proprio Terzo e Quinto i concerti prediletti dai grandi pianisti romantici. Ma, in realtà fino al Terzo compreso, “Beethoven si era limitato a ingigantire inusitatamente lo schema mozartiano […] contrapponendo le due forze in maniera più vistosamente agonistica”, mentre le meglio dissimulate complessità e novità del Quarto, in particolare l’elaborazione ricca di un fervore quasi cameristico fra il solista e l’orchestra, e la rinuncia ad un “carattere” predefinito (concerto brillante, concerto “marziale” e così via) a favore di una gamma espressiva più ricca e sottile, hanno ricevuto giustizia soprattutto dai grandi pianisti del Novecento, trasformandosi in molti casi in predilezione assoluta. Il tono generale del Quarto è quello di una delicata e intima felicità, non eliminando, ma piuttosto smorzando e riassorbendo in
un foro interiore, al riparo da tentazioni e accenti eroici e battaglieri, il piglio cavalleresco e marziale (che ritroveremo poi trasfigurato nella regale baldanza del Quinto) del Primo, o, al contrario, l’amabilità aristocratica del Secondo. A questo tono generale fa però riscontro il secondo movimento, alla cui contrapposizione assoluta fra un soggetto (il pianoforte) e una collettività (l’orchestra) è quasi impossibile non guardare come all’immagine riflessa di un conflitto irredimibile fra solo e tutti, immagine figlia di un’epoca che nella cultura (l’individuo-titano e antisociale dei romanzi, del teatro e della poesia) come nella storia (Napoleone) conosce le speranze, i rischi e i drammi innescati dall’individualità sovvertitrice. Ma anche le battute introduttive del pianoforte solo (una novità sul piano della morfologia del concerto pianistico) nell’Allegro moderato iniziale, nel mentre che espongono il primo tema, lasciano aperta l’ipotesi di una sorta di primato dell’individuo che sembra esprimersi nella caratteristica figurazione assertiva delle note ribattute dell’incipit del tema. Il carattere dell’Allegro Moderato è peraltro, come si diceva, quello di una quieta e contemplativa felicità, data dai modi soavi e cangianti, dalle delicate rifrazioni ritmiche e armoniche, con cui il più inquieto e mobile
secondo tema proposto dall’orchestra (e altro materiale che può considerarsi naturale espansione di questo) e il tema principale detto all’inizio dal pianoforte interagiscono nel piano della forma sonata, limpidamente ma effusivamente delineato. Ma, lo sottolineiamo ancora, è il secondo movimento, l’Andante con moto in mi minore, a staccarsi da quanto era stato mai scritto fino a quel momento, imponendo un grado zero della dialettica fra pianoforte e orchestra (questa ridotta ai soli archi) che non si sovrappongono mai: un risentito mormorare di note puntate, quasi un’ostile assise giudicante, l’orchestra, a cui si contrappone, secondo un sistema di antinomie quasi kantiane ben radicato nel fondo del sistema beethoveniano di rappresentazioni, il “principio implorante” del pianoforte (una consolidata tradizione biografica suggerisce infatti che l’autore possa aver voluto raffigurarvi Orfeo che cerca di ammansire le potenze infernali). Ma la dialettica solo-tutti è ripristinata nel Vivace conclusivo, un brioso e robusto Rondò in cui la collettività-orchestra sembra voler proporre un nuovo terreno d’intesa all’individuo-pianoforte. Elisabetta Torselli
Sinfonia n.8 in fa maggiore op.93 durata: 27 minuti circa
Dodici anni separano il Beethoven della Prima da quello dell'Ottava Sinfonia in fa maggiore op. 93. E a prima vista pare che niente sia mutato. Sul piano formale, per esempio: infatti tra i quattro movimenti consueti ecco ricomparire in terza posizione un vetusto Tempo di Menuetto di grassezza caricaturale a rimpiazzare gli assai più agili Scherzi che dalla Seconda in poi avevano sempre occupato quel posto; per non dire dell'originaria introduzione lenta al primo movimento (poi espunta dall'autore) che sembrava volere ancor più accentuare la veste passatista del lavoro. L'Ottocento non comprese la piccola Ottava, apparentemente rétro e disimpegnata (eppure per quantità di schizzi preparatori è inferiore soltanto alla sinfonia seguente), poco concorde con l'iconografia ufficiale di un Beethoven titanico, costantemente adombrato. È stata apprezzata invece nel secolo scorso, quando i neoclassici, con la loro idea di musica al quadrato, di un'arte dei suoni cioè che riflettesse su se stessa rimettendo in gioco la propria storia, ne hanno rilevato l'innovativa carica dissacrante. Perché l'Ottava non è affatto un ritorno nostalgico ai bei tempi andati, bensì una dissezione spietata, operata da un orologiaio scaltro, degli ingranaggi che hanno fatto funzionare per tanto tempo la sinfonia classica. Addirittura, forse, è il
testamento beffardo di un genere al tramonto che nella successiva incarnazione (la Nona Sinfonia, 1822-24) non potrà che tentare di risorgere dalla sue ceneri, dal principio, dal verbo. E la sensazione che un po' dappertutto ci si muova in uno spazio fortemente geometrizzato, circondati da fantocci automatici, tra i luoghi comuni di un linguaggio musicale insieme essiccato e sublimato, si acuisce pensando che la sua genesi è anche legata alla figura dell'inventore Johann Nepomuk Maelzel e al suo brevetto più noto, il metronomo. Dopo i primi appunti risalenti al 1811 l'Ottava venne stesa piuttosto rapidamente fra l'estate e l'autunno 1812, quando più forte era la passione per colei che Beethoven chiamava la sua "immortale amata", fra Teplitz e Lina, fra l'incontro epocale con Goethe (un fallimento, perché al poeta "garba troppo l'aria di corte") e il tentativo di troncare la relazione sentimentale del fratello Johann Nikolaus. Accoglienza tiepiduccia alla prima esecuzione: Vienna, Redoutensaal, 27 febbraio 1814. Aggiustamenti successivi, soprattutto nel primo movimento: tagliata l'introduzione lenta e coda prolungata di trentaquattro battute. Partitura limatissima, e tuttavia è evidente come nella trama dell'Ottava emerga talvolta, segno di una sperimentazione in atto
che la lucidità dell'insieme riesce solo in parte a mascherare, qualche smagliatura nell'equilibrio formale (l'insolita espansione delle code dei movimenti estremi, e comunque lo sbilanciamento di tutta la sinfonia su un finale che dura da solo quasi quanto gli altri tempi insieme) e timbrica (la cruda brutalità del "forte" con 3 f prescritto per due volte nel primo tempo, i molti "sforzato" sui tempi deboli). L'Allegro vivace e con brio, come del resto l'intera partitura, è sorretto da un efficientismo motorio implacabile, pulsante non tanto nella gran proliferazione delle idee portanti, ora grandiose e affermative, ora slanciate, quanto nell'impazienza ritmica degli episodi di passaggio: attraverso la volubilità danzante del ponte fra le due unità tematiche principali, ma specialmente nello sviluppo, quando compare il pendolo inflessibile dei salti d'ottava (predicendo quelli di prepotenza tellurica nello Scherzo della Nona), un impulso motivico che ritornerà ancora nello sviluppo del quarto movimento. Rielaborazione del canone umoristico Ta, ta, ta dedicato a Maelzel, l'Allegretto scherzando, che pare mimare la corsa di un metronomo a volte ansimante, sta in luogo del tempo lento: i fiati pungenti si contrappongono all'andatura comicamente dinoccolata degli archi; una cadenza 'italiana', operistica, lo suggel-
la in maniera buffonesca. Per il Trio del Tempo di Menuetto Beethoven ripesca un suo tema di vent'anni prima, restituendolo al clima tipicamente settecentesco d'intrattenimento all'aria aperta. Il finale, curiosa commistione di rondò e formasonata, non riesce a nascondere dietro la corsa irrefrenabile l'urgenza di un rovello costruttivo che, attraverso episodi imitativi, frammenti di recitativo, modulazioni sorprendenti, porta difilato all'ultima sinfonia. Gregorio Moppi
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
FEDERICO MARIA SARDELLI direttore musiche di Kraus, Mozart, Haydn, Filz, C.P.E. Bach
TUTTI AL TEATRO VERDI Gli spettacoli del sabato pomeriggio per bambini, ragazzi e famiglie
BUSTRIC e la Musica del Libro della Giungla
MARTEDÌ
9
gennaio ore 21.00
SABATO
13
gennaio ore 16.30
in corsivo (yo) allievi corso Yo-Yo
VIOLINI PRIMI
VIOLONCELLI
CORNI
Daniele Giorgi * Lorenzo Gentili Tedeschi ** Angela Asioli Gabriella Colombo Marcello D'Angelo Camilla De Giovanni (yo) Alessandro Giani Emma Lanza (yo) Susanna Pasquariello Marco Pistelli
Luca Provenzani * Augusto Gasbarri * Stefano Battistini Leonardo Giovannini (yo) Matilde Michelozzi (yo) Giovanni Simeone
Andrea Albori * Paolo Faggi *
VIOLINI SECONDI
Clarice Curradi * Francesco Di Cuonzo ** Colomba Betti (yo) Patrizia Bettotti Stefano Bianchi Paolo Del Lungo Chiara Foletto Elena Gori (yo)
TROMBE
Donato De Sena * Guido Guidarelli *
CONTRABBASSI
TIMPANI
Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Mattia Riva (yo) Margherita Vezzani (yo)
Morgan M.Tortelli *
FLAUTI
Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * OBOI
Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani *
VIOLE
CLARINETTI
Stefano Zanobini * Pier Paolo Ricci ** Caterina Cioli Alessandro Franconi Khulan Ganzorig (yo) Tommaso Morano (yo)
Marco Ortolani * Alfredo Vena * FAGOTTI
Paolo Carlini * Umberto Codecà *
* prime parti ** concertino ISPETTORE D’ORCHESTRA E ARCHIVISTA
Alfredo Vignoli
L’Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da 38 musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi di sua proprietà. Le esecuzioni fiorentine sono trasmesse su territorio nazionale da RadioRai Tre e in Regione da Rete Toscana Classica.
TRA BAROCCO E MUSICA D’OGGI Fin dagli esordi, sotto la direzione artistica di Luciano Berio, l'ORT ha avuto un occhio di riguardo per la musica del nostro tempo ed i suoi interpreti, facendone quasi una propria specializzazione; tale tradizione si è mantenuta negli anni fino a giungere al festival "Play It! La musica fORTe dell'Italia", eloquente manifesto di tale attitudine, che nel 2014 ha ricevuto il XXXIII Premio della Critica Musicale "Franco Abbiati" per la migliore iniziativa 2013. Ma già dal suo debutto nel 1980, sotto la direzione di Massimo de Bernart, la piccola Orchestra si impose per la sua versatilità e l'altissimo livello professionale che ne fecero in poco tempo una raffinata interprete del Barocco e del Classicismo come della musica del '900, con una particolare vocazione per i capolavori rossiniani ed un'attenzione alle partiture più rare e poco eseguite. Negli anni a seguire, cedendo alla tentazione di affrontare l'affascinante repertorio sinfonico destinato ad organici più nutriti (anche grazie alla collaborazione con l'OGI e gli studenti dei Conservatori della Toscana), l'ORT si è spinta oltre i confini della musica da camera, affrontando con successo i capolavori del sinfonismo romantico e tardo-romantico, da Brahms e Schumann a Čajkovskij, Mahler, Sibelius.
OSPITALITÀ & TOURNÉE Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane, si è esibita con grande successo al Teatro alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, all’Auditorium del Lingotto di Torino, all’Accademia di S.Cecilia di Roma, alla Settimana Musicale Senese, al Ravenna Festival, al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia. Numerose le sue apparizioni all’estero a partire dal 1992 tra cui: Salisburgo, Cannes,
Strasburgo, New York, Edimburgo, Madrid, Hong Kong, Tokyo per la rassegna “ItaliaGiappone 2001-2002”. Negli ultimi anni il concerto al Konzertsaal di Lucerna con Daniele Rustioni sul podio e Sergej Krylov al violino (maggio 2013); la doppia tappa in Germania (Münster e Hannover) con Francesco Lanzillotta e Benedetto Lupo solista al piano nel novembre 2014, e lo scorso giugno 2016 la trasferta in Sudamerica per una tournée di 6 concerti in Ecuador, Perù, Cile Argentina sempre guidati dal direttore principale Rustioni, con Francesca Dego al violino.
DISCOGRAFIA Musiche di Schubert e di Cherubini con Donato Renzetti (Europa Musica), Pierino e il lupo e L’Histoire de Babar con Paolo Poli e Alessandro Pinzauti (Caroman), Cavalleria rusticana con Bruno Bartoletti (Foné), Il barbiere di Siviglia con Gianluigi Gelmetti (EMI Classics), Omaggio a Mina e Orfeo cantando tolse di Adriano Guarnieri con Pietro Borgonovo (Ricordi) e lo Stabat Mater di Rossini con Gianluigi Gelmetti (Agorà), Tancredi con Gianluigi Gelmetti (Foné), Holy Sea con Butch Morris (Splasch), Richard Galliano e I Solisti dell’Ort (dreyfus), Le Congiurate di Schubert con Gérard Korsten per la regia di Denis Krief, Concertone con Stefano Bollani (Blue Label), Omaggio a Puccini con Fiorenza Cedolins (Bongiovanni), il Requiem di Mozart con Gianluigi Gelmetti, Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce di Haydn, concertatore Andrea Tacchi; Play it! (2011) con musiche di Sylvano Bussotti, Carla Rebora, Riccardo Panfili per VdM Records; Giorgio Federico Ghedini con Daniele Rustioni (Sony Classical 2016). Sono già stati realizzati in sala di incisione altri due cd (sempre su etichetta Sony) dedicati rispettivamente a Alfredo Casella e Goffredo Petrassi; la loro uscita è prevista nel 2018.
TUTTI AL TEATRO VERDI Gli spettacoli del sabato pomeriggio per bambini, ragazzi e famiglie
GENNAIO
13 MARZO
ore 16.30
17
ore 16.30 BAMBINI € 5,00 | ADULTI € 8,00 Biglietti già disponibili presso la Biglietteria del Teatro Verdi (via Ghibellina 97 - orario dal lunedì al sabato 10-13 e 16-19 - tel. 055 212320) e online su www.teatroverdifirenze.it Non è prevista nessuna prenotazione telefonica.
www.orchestradellatoscana.it
YO-YO DIPLOMA PER I RAGAZZI
Ultimo appuntamento in organico per i giovani strumentisti ad arco selezionati nell'ambito del Corso di alta Formazione YO - YO (Youth Orchestra - Youth ORT). Quattro produzioni da inizio stagione li hanno visti coinvolti insieme ai nostri professori d'orchestra sul palcoscenico durante i concerti dell'ORT. Lo scorso 15 dicembre la Fondazione ORT ha rilasciato loro il diploma di frequenza, chiudendo così il percorso formativo intrapreso da aprile 2017, che ha approfondito tutti gli aspetti che circondano il mondo della musica e delineato una visione del settore più ampia e aggiornata. Sostenuto dal progetto "Sillumina Copia privata per i giovani, per la cultura" della SIAE con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il corso ha visto impegnati in questi mesi 10
ragazzi (4 violini, 2 viole, 2 violoncelli, 2 contrabbassi) provenienti dall'Italia e dall'estero in lezioni di preparazione musicale gestite dalle prima parti dell'Orchestra e incontri tenuti dalle cariche dirigenziali della Fondazione in ambito amministrativo e gestionale, offrendo loro l'opportunità di crescita formativa e di inserimento nel mondo del lavoro. I 10 diplomati alla prima edizione del Corso Yo-Yo sono Colomba Betti, Camilla De Giovanni, Elena Gori, Emma Lanza (violini), Khulan Ganzorig, Tommaso Morano (viole), Leonardo Giovannini, Matilde Michelozzi (violoncelli), Margherita Vezzani e Mattia Riva (contrabbassi). A loro vanno le nostre congratulazioni e un grande in bocca al lupo!
COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO
INSIEME A TE sarà tutta un'altra Musica! TUTTE LE ATTIVITÀ RISERVATE AI SOCI ORT
Campagna Membership
2017/18
ENTRA NEL CLUB DEGLI AMICI DELL'ORT! Il bello della musica è quel dialogo che nasce fra chi la suona e chi la ascolta. È un legame sottile che arricchisce la vita delle persone e che non deve mai mancare, per questo ogni volta che saliamo sul palcoscenico per suonare ce la mettiamo tutta. Sappiamo che non siamo soli in concerto: abbiamo il nostro pubblico, e abbiamo soprattutto te, con cui desideriamo costruire momenti eccezionali di crescita e condivisione che siano per tutti. Vogliamo che la nostra musica raggiunga ancora più persone e che sia utile a far crescere generazioni più attente e consapevoli e tu in questo ci puoi davvero aiutare. Per questo ti invitiamo a sostenere l’ORT, perché siamo sicuri che insieme a te sarà tutta un’altra musica: con il tuo dono potremo arricchire l’attività e i percorsi di educazione all’ascolto per gli studenti e le famiglie e fare crescere il pubblico di domani.
Vogliamo fare di più e vogliamo farlo insieme a te ... SCEGLI IL SOSTEGNO CHE PREFERISCI! Scopri tutti i benefit sul nostro sito www.orchestradellatoscana.it info tel. 055 2340710 - sviluppo@orchestradellatoscana.it
2018 RIPARTONO LE INIZIATIVE
Riparte la nuova edizione di IlTeatro?#BellaStoria!: il progetto di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che prevede un abbonamento dedicato ai ragazzi (14-19 anni) per assistere a 7 spettacoli teatrali più un concerto pop a scelta tra 14 spettacoli di vario genere, dalla prosa alla musica classica, dall'opera al musical, proposti da 7 teatri fiorentini. L'ORT è presente anche quest'anno con due concerti della stagione in corso: il Concerto di Carnevale (13 febbraio) e Piovani dirige Piovani (20 marzo). Acquistare l'abbonamento è semplice: sul sito www.ilteatrodellastoria.it nella sezione "acquista" sono riportate tutte le informazioni utili per procedere all'acquisto.
Firenze dei Teatri compie 15 anni e si rinnova, senza perdere di vista lo scopo della sua creazione: ribadisce il ruolo di coordinamento delle strutture teatrali dell’area Metropolitana Fiorentina, divenendo un teatro diffuso su un’area vasta, un Teatro Metropolitano. Ritorna anche PassTeatri, lo strumento più noto e dinamico dell’Associazione, ovvero l’abbonamento trasversale che a soli 48 euro ti permette di assistere a 6 diversi spettacoli a scelta tra i 54 in programma proposti dai 18 teatri aderenti all’iniziativa. Ciascuno dei teatri che partecipano ha selezionato tre proposte scelte tra le migliori della propria programmazione. Tra le novità di questa edizione la creazione di una teatriCard, uno strumento di fidelizzazione degli spettatori che consente di beneficiare di offerte promozionali da parte dei singoli teatri e di altre istituzioni culturali attive sul territorio. Rimanete connessi: una nuova stagione sta per iniziare! Scopri gli spettacoli e i punti vendita: www.firenzedeiteatri.it
PROSSIMAMENTE I CONCERTI APERITIVO
A grande richiesta di pubblico si riconfermano per il terzo anno consecutivo, i Concerti Aperitivo della domenica mattina assieme all'ORT (ore 11.00). I nostri Gruppi da Camera ritornano protagonisti nella Sala della Musica dell'Hotel Relais Santa Croce (via Ghibellina, 87). 25 febbraio 4 marzo 11 marzo 18 marzo
L'OPERA DI MOZART IN CENTRIFUGA ENNIO MORRICONE E ASTOR PIAZZOLLA ... COMPOSITORI IN ETERNO MOZART E BRAHMS: I GRANDI QUINTETTI STRUMENTISTI ALL'OPERA ... OPERISTI ALLO STRUMENTO
Tutte le info e i dettagli prossimamente sul nostro sito www.orchestradellatoscana.it
CONTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA
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