XXXIV STAGIONE CONCERTISTICA _14_15
DANIELE RUSTIONI direttore
ANDREA ALBORI corno
fondazione orchestra regionale toscana
Direttore generale
Marco Parri
Direttore servizi musicali
Paolo Frassinelli Consiglio di Amministrazione
Direttore comunicazione
Claudio Martini Presidente Daniela Misul Vicepresidente
Ufficio sviluppo e fundraising
Marta Blasi Stefanelli Ricciotti Corradini Rita Cucè Alda Giannetti Giancarlo Nutini Adriano Tintori Riccardo Zucconi
Collegio dei Revisori dei Conti
Roberto Giacinti Presidente Rino Cacciamani Paolo Formichi
Riccardo Basile Elisa Bonini
Amministrazione
Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale
Patrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni Segreteria
Stefania Tombelli | Direzione Generale Tiziana Goretti | Direzione Artistica Ambra Greco | Area Comunicazione Simona Capristo | Play It! Servizi tecnici Orchestra
Francesco Vensi, Angelo Del Rosso OspitalitĂ e sala Teatro Verdi
Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Palcoscenico Teatro Verdi
Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo, Alessandro Goretti
 O IC
stituzioni
oncertistiche
rchestrali
XXXIV stagione concertistica direttore artistico direttore principale
Giorgio Battistelli Daniele Rustioni
direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard
daniele rustioni direttore
andrea albori corno
giorgio federico GHEDINI
Appunti per un Credo, per orchestra (1962)
RICHARD STRAUSS
Concerto n.1 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra op.11 Allegro Andante Allegro (Rondo)
Firenze, Teatro Verdi*
***
venerdì 10 aprile 2015 ore 21.00
robert SCHUMANN
Sinfonia n.2 in do maggiore op.61 cortona, TEATRO signorelli
sabato 11 aprile 2015 ore 21.15 poggibONSI, teatro politeama
lunedì 13 aprile 2015 ore 21.00 cremona, teatro ponchielli
martedì 14 aprile 2015 ore 20.30 *concerto fiorentino trasmesso in differita da Rete Toscana Classica Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService
Sostenuto assai / Allegro ma non troppo Scherzo. Allegro vivace Adagio espressivo Allegro molto vivace
daniele rustioni A 32 anni, è uno dei direttori d’orchestra più interessanti della sua generazione, avendo ricevuto il premio come «Best Newcomer of the Year» all’International Opera Awards già nel 2013. Dal 2014 è direttore principale dell’ORT, nomina che ha così commentato: “È una grande gioia per me poter approfondire la mia relazione con una squadra vincente, dai musicisti alla direzione artistica, dai tecnici all’amministrazione fino alla Presidenza: se l’ORT è una istituzione “sana”, seria e rispettata in Italia e all’estero lo si deve al loro lavoro e al costante impegno di questa ‘orchestra di persone’ che ho potuto conoscere sempre meglio negli ultimi tre anni. Far parte di questo gruppo fa sentire un po’ più ‘vincente’ anche me”.
Tra il 2008 e il 2014 è stato direttore ospite principale del Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo e poi direttore musicale del Teatro Petruzzelli di Bari. Il critico principale del Times aveva profetizzato, in occasione del suo debutto in Inghilterra: «Siamo chiaramente di fronte a un altro talento in ascesa, destinato a grandi cose». Ha studiato a Milano, dove si è diplomato giovanissimo in organo, composizione e pianoforte. Ha proseguito gli studi di direzione d’orchestra con Gilberto Serembe, continuando la sua formazione alla Chigiana di Siena sotto la guida di Gianluigi Gelmetti ed alla Royal Academy of Music di Londra. Nel 2007 Gianandrea Noseda diventa il suo
mentore e lo avvia alla carriera direttoriale con l’opportunità di debuttare al Regio di Torino. Alla Royal Opera House, Covent Garden di Londra è stato poi assistente di Antonio Pappano, che lo ha seguito nei primi passi. Oggi dirige regolarmente nei migliori teatri italiani, dal Regio Torino, alla Fenice di Venezia, ospite del Maggio Musicale Fiorentino e del Rossini Opera Festival a Pesaro. Nell'ottobre 2012 ha debuttato al Teatro alla Scala con La bohème; vi è tornato per due stagioni consecutive con la nuova produzione Un ballo in maschera nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario verdiano e per una ripresa de Il trovatore nel febbraio 2014, registrata in video dalla RAI. Nel marzo 2011 aveva già debuttato con Aida alla Royal Opera House, dove è tornato nello scorso autunno con una produzione dell’Elisir d’amore di grande successo. Sempre nel Regno Unito ha diretto all’Opera North ed è stato ospite della Welsh National Opera per una serie di progetti, tra cui una nuova produzione di Così fan tutte e due opere belcantiste di Donizetti, Anna Bolena e Roberto Devereux, accolte da un clamoroso successo della critica.
Ha debuttato negli Stati Uniti al Glimmerglass Festival con una nuova produzione della Medea di Cherubini e vi è tornato per il debutto alla Washington National Opera nel 2013 e per un tour con l’Orchestra dell’Accademia della Scala nel dicembre dello stesso anno. Debutterà al Met nella stagione 2016/17. Nel corso della passata stagione ha fatto il suo debutto in Giappone con la Nikikai Opera, all’Opéra National de Lyon con una nuova produzione di Simon Boccanegra, alla Bayerische Staatsoper con Madama Butterfly e alla stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma alle Terme di Caracalla. La stagione in corso prevede il suo primo podio allo Staatstheater di Stoccarda, al San Carlo di Napoli e alla Staatsoper di Berlino oltre al ritorno al Regio di Torino. Nell’autunno del 2015 farà la sua prima apparizione all’Opéra National de Parigi e all’Opernhaus di Zurigo. Daniele Rustioni svolge un’intensa attività sinfonica: oltre alla collaborazione con l’ORT, ha già diretto le migliori orchestre sinfoniche italiane come l’Orchestra dell’Accademia di S.Cecilia, l’Orchestra Sinfonica della RAI e la
Filarmonica della Fenice. Ha inoltre diretto la BBC Philharmonic, l’Orchestra della Svizzera Italiana (a Lugano e in tournée), la Helsinki Philharmonic, la London Philharmonic – dove tornerà nell’ottobre 2015 – l’Orchestre Philharmonique di Montecarlo oltre alla Kyushu Symphony Orchestra in Giappone. Vi tornerà nel giugno 2016 per i debutti allo Hyogo Performing Arts Center e con la Tokyo Symphony Orchestra, e il ritorno sul podio della Kyushu Symphony. Durante questa stagione ha debuttato con la Bournemouth Symphony Orchestra, dove sarà di nuovo ospite nell’aprile 2017 e con la Filarmonica della Scala. Per Sony Classical ha registrato un album di Arie dal basso con Erwin Schrott alla guida dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna. Lo scorso marzo Daniele Rustioni è stato nominato direttore principale de l'Opéra National de Lyon. Il prestigioso incarico decorrerà dal 1° settembre 2017 ed avrà durata quinquennale. Nella città francese dirigerà almeno due produzioni operistiche a stagione oltre ad un ricco programma di concerti sinfonici.
ANDREA ALBORI
Diplomatosi con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Bologna, ha proseguito gli studi perfezionandosi con Guido Corti, Radovan Vlatkovic e Stefan Dohr. Nel 1993 è stato scelto dal Vladimir Delman come primo corno della nascente Orchestra Sinfonica G.Verdi di Milano dove è rimasto per 3 anni. In seguito ha trascorso un periodo negli Stati Uniti a Chicago seguendo lezioni con Dale Clevenger, Arnold Jacobs e Rex Martin; è stato primo corno del Teatro Massimo di Palermo, mentre dal 2000 è entrato a far parte dell’Orchestra della Toscana nel ruolo di primo. Ha collaborato con La Scala di Milano, l’Orchestra Filarmonica della Scala, il Maggio Musicale Fiorentino, il Comunale di Bologna, il S.Carlo di Napoli, i Salzburg Chamber Soloist , l’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini, i Mahler Chamber Soloist suonando sotto la guida di direttori di fama internazionale quali Zubin Mehta, Daniel Baremboim, Myung-Whun Chung, Daniel Harding, Simon Bychkov, Rafael Fruhbeck De Burgos, Jeffrey Tate, sir Neville Marriner, Eliahu Inbal , Gianandrea Noseda, Daniele Gatti.
Si è esibito come solista e in ensemble in festival quali lo Swiss Brass Week, Engadiner Konzert Wochen, l’Estate Musicale di Portogruaro, il Primiero Dolomiti Brass Festival, Festival Santa Fiora in Musica e i Concerti al Palazzo del Quirinale. Da Ottobre 2013 è docente di corno presso la Scuola di Musica di Fiesole.
GIOrgio federico ghedini
(Cuneo 1892 - Nervi 1965)
Appunti per un Credo, per orchestra (1962)
durata 15 minuti circa
La posizione di Giorgio Federico Ghedini nel panorama della musica italiana di questo secolo è singolare: d'un decennio più giovane della cosiddetta «Generazione dell'Ottanta», capitanata da Casella, Malipiero e Pizzetti, il musicista di Cuneo è anche di circa dieci anni più vecchio dei dioscuri Dallapiccola e Petrossi, responsabili d'un allineamento della musica italiana ai linguaggi più radicali dell'Avanguardia europea fra le due guerre. Questa sorta d'isolamento anagrafico sembra in effetti corrispondere appieno alla distinzione stilistica di Ghedini, che fu da un lato immune dall'appello nazionalistico dei suoi immediati predecessori, ma a differenza di questi non disdegnò di guardare con interesse alle conquiste dell'atonalità viennese, o ai diversi neoclassicismi di uno Stravinskij e di un Hindemith, pur senza mai allinearsi totalmente, come Dallapiccola o Petrassi, alle punte più acuminate e rivoluzionarie del Novecento storico. L'equidistanza di Ghedini si manifesta in un rifugio nell'astrazione costruttivistica, tipica ad esempio di uno dei suoi maggiori capolavori sinfonici come Architetture del 1940, opera in cui si potrebbe
arrivare a scorgere addirittura un'inopinata assonanza con le posizioni dell'ultimo Bartók. Così, dopo un'incursione consapevole nei paraggi dell'atonalità dal 1935 alla fine degli anni Quaranta, Ghedini tornò con vigore allo studio dell'antica musica italiana, nel segno di Monteverdi, Gabrieli, Palestrina, ma lungi tuttavia dal connotare questo recupero neoclassico con intenti nazionalistici, e rimanendo per contro legato a un'idea di musica assoluta, ancorata alle forme e alle tecniche di un'illustre tradizione. Frutto tardo di questo «richiamo all'ordine» è la partitura sinfonica di Appunti per un Credo, opera del 1962, destinata a ed essere poco dopo rifusa nel più monumentale Credo di Perugia. Il punto di riferimento di Ghedini è ovviamente il canto gregoriano, rispetto al quale si comporta come l'autore di un moderno ricercare per orchestra. Il lavoro è articolato in brevi sezioni che si succedono senza soluzione di continuità: la prima si riferisce all'intonazione della professione di fede (Credo in unum Deum), ma utilizza un tema che non appartiene all'Ordinarium Missae, ed è invece invenzione grego-
richard strauss
(Monaco di Baviera 1864 - GarmischPartenkirchen 1949) Concerto n.1 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra op.11
durata 18 minuti circa
rianeggiante di Ghedini stesso, affidata nelle prime battute all'unisono dei legni e degli archi gravi, per essere poi sviluppata in un limpido contrappunto a tre parti, di astratta luminosità. La sezione successiva (Et incarnatus est) è un breve Andante giocato quasi per intero sull'intreccio dei legni, che cede improvvisamente all'esplosione gioiosa dell'Et resurrexit tertia die, Vivace con fuoco. Dopo una sezione transitoria (Qui locutus est per prophetas), echeggiante in orchestra i modi e le sonorità dell'organo, l'opera si conclude trionfalmente con un esteso Amen, annunciato da un vigoroso appello di tutti i fiati all'unisono. Alberto Batisti
Sessant'anni separano i due concerti per corno e orchestra lasciatici da Richard Strauss, sessant'anni nei quali si racchiude tutta la straordinaria vicenda artistica del compositore bavarese. Ai due estremi, 1883 e 1942, lo slancio esuberante della gioventù e l'equilibrio sovrano della grande maturità, in mezzo la temperie ardita dei poemi sinfonici e la sintesi epocale del suo teatro. Sarà dunque difficile per l'ascoltatore, ma anche intrigante e per certi versi emozionante, addentrarsi nella partitura del Primo Concerto per corno e coglierne gli elementi linguistici più familiari, i preannunci del grande magistero a venire. Scritto all'età di 19 anni, quando ancora studiava all'Università di Monaco, il Concerto op.11 è il primo lavoro orchestrale di cui il compositore si mostrasse in seguito pienamente soddisfatto. Perni o di tutta l'opera è evidentemente l'estrema familiarità con lo strumento solista, dovuta al fatto che, com'è noto, il padre di Strauss era primo corno nell'orchestra del Teatro di Corte di Monaco e probabilmente il miglior cornista tedesco allora in attività. L'amore per lo strumento, l'intima comprensione di tutte le sue
possibilità tecniche ed espressive, segnano indelebilmente quest'opera e influiscano anche sul perfetto equilibrio della scrittura orchestrale che spesso si indirizza verso un ruolo di semplice complemento e sostegno, ma sempre gode di una già inconfondibile pregnanza timbrica. Non è difficile riconoscere nel fresco romanticismo del concerto, improntato al mondo di Mendelssohn, Schumann e Weber, l'influenza delle convinzioni artistiche conservatrici e antiwagneriane del padre. E tuttavia la spontaneità e la freschezza delle idee, alcune caratteristiche delle melodie e l'estrema compattezza della forma ne fanno un lavoro che va ben al di là di una prova d'apprendistato. I tre movimenti si susseguono senza interruzione e contengono un elemento comune, una sorta di sigla più che una vera e propria cellula costruttiva, costituito da una triade ascendente in terzina che scaturisce dalla zona di sviluppo dell'Allegro iniziale, passa ad accompagnare la melodia del mirabile Andante e ricompare a più riprese nel finale. L'equilibrio formale, palesato dalla quasi identica durata dei tre movimenti, è cercato con attenzione nella costante alternanza del
solista con l'orchestra, nella pulizia delle frasi, nell'esclusione di qualsiasi compiacimento e ridondanza resa ancor più evidente dalla mancanza della consueta ripresa alla fine del primo movimento. Ciò non toglie tuttavia che la scrittura del solista manifesti un virtuosismo franco ed esuberante che sa toccare con sapienza le corde dell'espressività, quelle dello slancio spavaldo e spaziato e, soprattutto nella veloce coda conclusiva, quelle del gioco pirotecnico e spettacolare. La prima esecuzione del Concerto op.11 avvenne il 4 marzo 1885 a Meiningen sotto la direzione di Hans von Buiow e con il solista Gustav Leinhos. Claudio Proietti
robert schumann
(Zwickau 1810 - Endenich 1856) Sinfonia n.2 in do maggiore op.61
durata 36 minuti circa
Dopo quanto aveva fatto Beethoven, cimentarsi in una sinfonia intimidiva chiunque. Per Robert Schumann il primo approccio a questo genere avvenne con un'incompiuta Sinfonia in sol minore, il cui primo movimento, presentato durante un concerto della pianista Clara Wieck, sua futura moglie, lasciò l'uditorio piuttosto perplesso. Tale temeraria prova giovanile sarebbe rimasta un episodio isolato fino al 1841, anno che il compositore occupò con lavori orchestrali per farsi le ossa in un tipo di scrittura che fino a quel momento non gli apparteneva. Vennero allora alla luce la Sinfonia Primavera op.38 (la n.1 del suo catalogo, ispirata da versi del poeta Adolph Böttger), la prima stesura della Sinfonia in re minore (pubblicata come quarta nel 1853 a seguito di una profonda revisione) e una piccola Sinfonia in do minore mai finita; la terza, Renana, nascerà nel 1850. Invece la Sinfonia n.2 in do maggiore op.61 proposta stasera è del 1845-46. La prima esecuzione, diretta dall'amico Felix Mendelssohn, fu al Gewandhaus di Lipsia nel novembre 1847. Parte della
sua stesura coincise con uno di quegli esaurimenti nervosi a sfondo paranoico e schizofrenico che meno di un decennio dopo porteranno Schumann nel manicomio di Endenich. Durante il lavoro sulla partitura (compiuto a Dresda, dove si era trasferito da poco con la famiglia) il compositore dichiarava di sentirsi canticchiare qualcuno negli orecchi: un tormento, la cui eco si avvertirebbe nei “suoni di dolore” che, a suo dire, costellerebbero la sinfonia. Il '45 è pure l'anno passato da Schumann a scrivere pezzi fugati per tastiera al fine di impratichirsi nello stile severo di Bach, autore da tempo divenuto pane quotidiano per lui. Tale familiarità con il contrappunto si riversa con naturalezza anche nel tessuto sinfonico permeandone in profondità l'imponente struttura studiatamente classicheggiante che fa distinguere tra i riferimenti stilistici anche Mozart e Beethoven. Di quest'ultimo soprattutto la Quinta sinfonia, con il suo processo ascensionale, la progressiva liberazione delle energie positive culminanti nel finale sfavillante e liberatorio. Dell'altro, l'olimpico splendore della
Jupiter (nella stessa tonalità di do maggiore, intinta allo stesso modo nel contrappunto bachiano e proiettata verso l'apoteosi dell'ultimo movimento), che Schumann peraltro menziona in maniera esplicita descrivendo l'op.61. La Seconda ha l'aspetto di un organismo fitto di richiami interni, omogeneo tanto sul piano formale quanto su quello espressivo. Quasi volesse esser fatta d'un blocco solo anziché di quattro. Il primo movimento si apre con un'introduzione lenta dal ricercato sapore arcaizzante i cui squilli d'ottoni, che per adesso si esprimono a bassa voce, riappariranno come filo rosso, con ben altro spessore dinamico, nelle ultime battute del movimento (da eseguirsi «con fuoco»), e al termine sia dello Scherzo, sia del finale. Poco a poco l'introduzione si anima sfociando nell'«Allegro ma non troppo» innervato di polifonia latente, dal piglio nervoso, fiero. Segue poi lo Scherzo, un moto perpetuo fatato d'indole mendelssohniana. Tra le sue peculiarità, la presenza all'interno non di uno, come era consuetudine, bensì di due Trii: il secondo dei quali richiama il tema di un Lied
della raccolta An die ferne Geliebte («All'amata lontana») di Beethoven che ritornerà alla fine della sinfonia. Pagina elegiaca di ispirazione altissima e di disposizione quasi cameristica è l'«Adagio espressivo», terzo movimento. La sua melodia principale si ripropone più o meno celata tra le maglie del successivo «Allegro molto vivace», traguardo gioioso dell'intera opera. Gregorio Moppi
* prime parti ** concertino
VIOLINI PRIMI
violoncelli
CORNI
Daniele Giorgi * Andrea Tacchi * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo Marian Elleman Susanna Pasquariello Marco Pistelli Sofia Villanueva
Augusto Gasbarri * Andrea Landi ** Stefano Battistini Enrico Ferri Giovanni Simeone
Paolo Faggi * Giulia Montorsi
VIOLINI SECONDI
FLAUTI
Chiara Morandi * Patrizia Bettotti ** Stefano Bianchi Marcello D'Angelo Chiara Foletto Alessandro Giani Sara Scalabrelli Angela Tomei VIOLE
Stefano Zanobini * Giulia Panchieri * Pier Paolo Ricci ** Caterina Cioli Alessandro Franconi Gianluca Stupia
TROMBE
Donato De Sena * Guido Guidarelli *
CONTRABBASSI
Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Simone Prando Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * Elisa Boschi
tromboni
Paolo Masi * Stefano Bellucci Sergio Bertellotti timpani
Morgan Tortelli * percussioni
OBOI
Flavio Giuliani * Marco Del Cittadino
Ivan Pennino arpa
Cinzia Conte * clarinettI
Marco Ortolani * Emilio Checchini * FAGOTTI
Paolo Carlini * Umberto CodecĂ
Ispettore d’orcheStra e archivista
Alfredo Vignoli
Fondata nel 1980, l’ORT ha sede al Teatro Verdi di Firenze e oggi è considerata una tra le migliori orchestre in Italia. È formata da 45 musicisti, tutti professionisti eccellenti che sono stati applauditi nei più importanti teatri italiani come il Teatro alla Scala, l’Auditorium del Lingotto di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, dall’Auditorio Nacional de Musica di Madrid alla Carnegie Hall di New York. La sua storia artistica è segnata dalla presenza di musicisti illustri, primo fra tutti Luciano Berio. Collabora con personalità come Salvatore Accardo, Martha Argerich, Rudolf Barshai, Yuri Bashmet, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Eliahu Inbal, Yo-Yo Ma e Uto Ughi. Interprete duttile di un ampio repertorio, che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra ha da sempre riservato ampio spazio alla ricerca musicale al di là delle barriere fra i diversi generi (Haydn, Mozart,
tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita), sperimentando possibilità inedite di fare musica e verificando le relazioni fra scrittura e improvvisazione. Accanto ai grandi capolavori sinfonicocorali, interpretati con egregi musicisti di fama internazionale, si aggiungono i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento, con una posizione di privilegio per Rossini, e l’incontro con la musica di Franco Battiato, Stefano Bollani, Richard Galliano, heiner Goebbels, Butch Morris, Enrico Rava, Ryuichi Sakamoto. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità. Incide per Sony Classical, Emi, Ricordi, Agorà e VDM Records.
NOVITÀ I PODCAST DELL’ORT - L’arte di ascoltare
Ascoltare è un’arte
Quest’affermazione può sembrare azzardata o compiacente, ma corrisponde invece a una realtà che molti di noi hanno intuito da tempo, pur nel generale scetticismo; una realtà che ci viene oggi confermata anche dalla ricerca scientifica. Le attività musicali sono tra quelle che maggiormente attivano le diverse aree del cervello umano, il che non significa solo il nostro pensiero, ma anche le nostre passioni e le nostre emozioni; qualcuno sostiene addirittura che nessun’altra attività possa far di meglio. Oggi sappiamo che anche l’ascolto è un’attività musicale: indagato dagli scienziati, il nostro cervello dimostra che chi sosteneva la natura passiva dell’ascoltatore (purtroppo, anche tanti autorevoli musicisti) aveva semplicemente torto. Ascoltare, però, è un’arte molto particolare. Ascoltare è un’arte di cui tutti siamo capaci
Perché nasciamo dotati delle strutture necessarie e perché fin da prima della nascita siamo esposti a degli stimoli musicali; stimoli che sviluppano in noi, senza che ce ne accorgiamo, una competenza musicale. Questa competenza inconscia è indispensabile; tuttavia, da sola, non basta a far di noi dei veri artisti dell’ascolto. Ascoltatori si diventa
Esistono, in musica, tanti livelli di complessità. Come in letteratura. Come in pittura. E come si impara a leggere Dante o a guardare Michelangelo senza
bisogno di saper scrivere un endecasillabo o tenere in mano un pennello, così si può imparare ad ascoltare Beethoven senza essere musicisti. Non è la promessa di una strada facile: si impara a leggere Dante o a guardare Michelangelo grazie a un percorso. La scuola italiana però (ma giungono suoni sinistri anche dal resto dell’Europa) non ritiene di doversi far carico di un analogo percorso rivolto a Beethoven (o a Bach, o a Verdi, o a Debussy). Senza ascoltatori, la grande musica non ha futuro
Dunque si deve correre ai ripari. Questi podcast sono un tentativo di dimostrare che è possibile iniziare ai segreti dell’arte di ascoltare anche coloro che non possiedono un bagaglio di esplicite conoscenze tecniche: quando servono, i termini tecnici si apprendono strada facendo. Tentativo riuscito? Ho costruito i podacst sulla base delle lezioni che, da tanti anni, tengo nelle scuole superiori fiorentine grazie alla sensibilità dell’ORT e al suo progetto Invito alla musica. Coi ragazzi ha funzionato, e continua a funzionare: perché non provarci? Buon ascolto!
Marco Mangani
visita il nostro sito: ascolta e scarica i PodCast www.orchestradellatoscana.it Menù > Edu > PodCast
AL TEATRO VERDI BLUB “l’arte sa nuotare” Al Teatro Verdi di Firenze si rinnova lo spazio che abbiamo voluto dedicare all’arte figurativa contemporanea. In occasione dei 160 anni dall’inaugurazione del teatro, la Fondazione ORT, proprietaria dello spazio dove ha sede stabile l’Orchestra della Toscana, ha deciso infatti di promuove giovani artisti contemporanei emergenti che vivono e lavorano nel nostro territorio, mettendo a loro disposizione lo spazio del foyer per presentare alcune opere. Dopo avere ospitato con grande successo Exit Enter, uno tra i protagonisti dell’ultima stagione, è arrivato adesso al Teatro Verdi il lavoro di Blub. L’anonimo street artist ha preso alcune delle icone più importanti del nostro panorama artistico, aggiungendo la maschera ed il boccaglio, come sintesi di quello che è il suo slogan, ovvero “L’arte sa nuotare”, una modalità espres-
siva che rifiuta di annegare nella crisi attuale. “La mia idea rappresenta proprio l’andare controcorrente al pensiero della crisi - commenta Blub - una crisi che sta nelle menti, nelle parole, nei fatti e poi nelle azioni, dilaga e penetra ovunque. Se non ci fermiamo di fronte al muro della crisi, possiamo trovare una porta che ci apre altri scenari. Voglio vederla così … quindi metto la maschera a ciò che rappresenta l’arte, la cultura o la scienza, e la vedo dietro ad un oblò, come un mondo parallelo. E seguire il cammino dell’arte non è stata per me una decisione ma una conseguenza naturale della vita. Firenze ha alle spalle un valore inestimabile per quanto riguarda l’arte, ma guardare avanti permette di crearne ancora.”
25 APRILE IN CONCERTO
All Quiet on the Western Front (1930)
di Lewis Milestone | musiche originali di Manfred Knaak (2011) 25
APRILE IN CONCERTO
proiezione del film con musica dal vivo
Orchestra della Toscana | direttore Christian Schumann
Graphic design Elisa Basile
sabato 25 aprile 2015 ore 21.00
proiezione dei film con musica dal vivo SHOULDER ARMS (1918)
musiche di Charlie Chaplin nella versione per piccola orchestra di Timothy Brock (2004)
THE IMMIGRANT (1917)
musiche originali di Timothy Brock (2012)
ORCHESTRA DELLA TOSCANA
Ingresso libero ad invito fino ad esaurimento disponibilità Gli inviti sono disponibili da lunedì 14 aprile presso la Biglietteria del Teatro Verdi via Ghibellina 97 Firenze tel. 055 21.23.20 orario da lun a sab : 10,00-13,00 16,00-19,00
TIMOTHY BROCK direttore
venerdì 25 aprile 2014 ore 21.00
INgREssO APERTO Ad INvITO. Gli inviti sono disponibili da lunedì 13 aprile
25
presso la Biglietteria del Teatro Verdi via Ghibellina 97, Firenze ingresso info Fondazione ORT Biglietteria con orario da lunedì a sabato 9.00-13.00 e 16.00-19.00 tel. 055.2340710
aprile
sabato ore 21.00
libero ad invito
Iniziativa finanziata dal pool di Banche Tesoriere della Regione Toscana
inviti diponibili da lunedì 13 aprile presso la Biglietteria del Teatro Verdi
Teatro Verdi Via Ghibellina 97 tel. 055 212320 orario lun-sab 10-13 e 16-19
info@orchestradellatoscana.it www.orchestradellatoscana.it
25 APRILE IN CONCERTO ALL'OVEST NIENTE DI NUOVO
Torna l’appuntamento promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Toscana per la Festa della Liberazione. A 100 anni esatti dall’inizio della Prima Guerra Mondiale (per noi italiani), l’Orchestra della Toscana propone la proiezione del film americano All’ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front), diretto da Lewis Milestone nel 1930, vincitore di due premi Oscar come miglior film e miglior regista. Tratto dal romanzo dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, è considerato universalmente un classico dell’antimilitarismo, nonché una denuncia delle atrocità della guerra. La guerra, la prima, nelle trincee del fronte franco-tedesco è una 'stangata' che non lascia spazio a eroismi, a ottemperanze di doveri imposti e all'etica della battaglia, così come aveva fatto credere un professore a un manipolo di studenti arruolatesi volontari sotto la spinta 'pedagogica' dell'insegnante.
In Italia la censura fascista bloccò sia il film che il libro di Remarque. In seguito il volume venne pubblicato dalla Mondadori, ma il film, doppiato in italiano dalla Universal, venne più volte respinto dalle commissioni di revisione e distribuito solo nel marzo del 1956. Al Teatro Verdi verrà proiettata la versione integrale, accompagnata dall’Orchestra della Toscana diretta da Richard Schumann (nella foto), che eseguirà le musiche di Manfred Knaak scritte per il film nel 2011. Gli inviti sono in distribuzione gratuita da lunedì 13 aprile al Teatro Verdi.
Film Philharmonic Edition Film by courtesy of Universal Music by courtesy of ensembleKONTRASTE / Manfred Knaak
COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO CINQUE PER MILLE
L'ORT al maggio
L’ORT è presente al 78° Maggio Musicale Fiorentino con una coproduzione dal titolo Concerto per Firenze Capitale in programma giovedì 14 maggio (ore 21.00) al Teatro Verdi. Sul podio salirà Daniele Rustioni per lo Stabat Mater di Rossini. Interpreti: Edgardo Rocha, Marina Comparato, Gianluca Margheri, sul palco l’Orchestra della Toscana ed il Coro del Maggio Musicale Fiorentino.
Con il 5 x mille dell'Irpef sostieni l'Orchestra della Toscana! La Legge finanziaria prevede la possibilità che il contribuente devolva il 5 per mille dell'IRPEF anche a beneficio dei teatri e delle istituzioni culturali, come nel caso della Fondazione ORT. La procedura è semplice: basta riportare la propria firma nell'apposito riquadro dei modelli di dichiarazione dei redditi, indicando in questo caso il codice fiscale della Fondazione Orchestra Regionale Toscana: C.F. 01774620486
BEETHOVEN AL PIANOFORTE
L’Integrale dei concerti per pianoforte di Beethoven, realizzata con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, si conclude con Federico Colli solista al piano nel Concerto n.2, diretto da Stanislav Kochanovsky (8 maggio).
Importante: la destinazione del 5 per mille non è alternativa a quella dell'8 per mille: entrambe le scelte posso essere espresse. Sostenere l'ORT con il 5 per mille vuol dire contribuire concretamente alla realizzazione di progetti mirati di carattere didattico, propedeutico e formativo a livello provinciale. Aiutaci a mantenere viva l'anima dell'Orchestra della Toscana!
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SITO INTERNET
AUDIO SU SOUNDCLOUD
Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l’Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery ed i dettagli di tutte le nostre inziative. è anche il punto di partenza per i nostri canali social (Facebook, Twitter, You Tube e Pinterest). Si possono scaricare materiali informativi ed inviti ad iniziative speciali: www.orchestradellatoscana.it
Sono disponibili sulla piattaforma di condivisione audio Soundcloud materiali che ci riguardano come le introduzioni ai concerti, gli interventi didattici e una selezione di brani dall’ultimo Play It! Ci trovate a questo indirizzo: soundcloud.com/orchestradellatoscana
I PROGRAMMI SU ISSUU
Tutti i programmi di sala, come questo che state leggendo, vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo: issuu.com/orchestradellatoscana Chi vuole può dunque prepararsi all’ascolto in anticipo e comodamente da casa. Il link è disponibile anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno a disposizione del pubblico per tutta la stagione.
LE FOTO DEL CONCERTO
Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografica che documenta questo concerto. Più in generale, sul nostro sito trovate una ricca foto gallery su tutta l’attività dell’Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli.
SOSTENENDO L’ORT SARà TUTTA UN’ALTRA MUSICA
Crediamo che la cultura rappresenti un volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione.
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La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa.
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Sul sito www.orchestradellatoscana. it è possibile scoprire tutti i vantaggi riservati ai nostri sostenitori. Il proprio contributo può essere comodamente donato con bonifico bancario sul conto corrente E anche per le aziende che vorranno essere partner dell’ORT, saremo lieti di costruire le opportunità migliori. Inoltre destinando il 5 PER MILLE all’Orchestra della Toscana si potrà contribuire ai progetti didattici, alle iniziative scolastiche e provinciali organizzate dall’ORT: basta mettere la propria firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato e riportare il codice fiscale della nostra fondazione: 01774620486 Ufficio sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it
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