PROGETTI DI ARCHITETTURA D’INTERNI Iniziativa promossa dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Padova
“…l'architetto dovrebbe capire che tra grande e piccolo non vi è differenza. Considera costruire un pollaio non meno desiderabile di costruire una cattedrale. Per l'arte le dimensioni del progetto non hanno importanza, come le questioni di denaro. Ciò che conta veramente è la qualità del carattere. Il carattere può essere grande nel piccolo e piccolo nel grande". Frank Lloyd Wrigh
CONSIGLIO DELL’ORDINE Presidente Giuseppe Cappochin Segretario Liliana Montin Tesoriere Silvio Visentin Consiglieri Nicla Bedin, Doris Castello, Antonio Draghi, Giovanni Furlan, Andrea Gennaro, Pietro Leonardi, Giacomo Lippi, Roberto Meneghetti, Gloria Negri, Paolo Simonetto, Paolo Stella, Alessandro Zaffagnini. Direttore Responsabile Danilo Turato Comitato di Redazione Giovanni Furlan, Michele Gambato, Massimo Matteo Gheno, Pietro Leonardi, Paolo Stella, Alessandro Zaffagnini
DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE
Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Padova 35131 Padova - Piazza G. Salvemini. 20 tel. 049 662340 - fax 049 654211 e-mail: architettipadova@awn.it www.pd.archiworld.it
IN COPERTINA: Roberto Tognon, abitazione privata Abano Terme (PD), 2005
INDICE
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BARBARA ANGI STUDIO ARCHITETTI ANZOLIN FREGNAN ASSOCIATI ARCHI TECNO ASSOCIATI ELENA BAGATELLA E MARCO ANICHINI FRANCESCO BATTISTON PAOLO BELLINI CLAUDIO BELLUCO MASSIMILIANO BOTTI ROBERTA CACCO E FRANCESCO LAZZARINI MASSIMO ASCI - DAVID CANALE - SILVIA NOVENTA CLAUDIO PALMI CARAMEL ITALO CHIUCCHINI, MARCO CHIUCCHINI, MASSIMO SCATTOLIN FILIPPO COLTRO ILENIA CORRADIN CRISTINA DAMINATO SERGIO DE GIOIA, OTTORINO BOESSO, FABRIZIO MICHIELON MICHELE FRANZINA FRASSON & FANTON MASSIMILIANO GATTI STUDIO GUERRA JACOPO E FRANCESCO LAZZARO ARCHITETTI REMIGIO LIBRALON, ANDREA BAGGIO ARIANNA MARETTO MASMA - ARCHITETTI ASSOCIATI SILVIA NOVENTA, MARCO ALBERTO ZECCHIN, PIER CESARE VITTADELLO, MARCO ZAUPA, DAVID CANALE PARISOTTO+FORMENTON ALDO PERESSA ENRICO POLATO MARCO ANACLETO RONGA LORENZO ROSSI LUCIANO ROSSI MASSIMO SCATTOLIN, MARTINA MORASSUTTI MASSIMO SCATTOLIN, MARCO CHIUCCHINI SOLIGOARCHITETTI EDOARDO NARNE, GIANLUCA SALVEMINI SILVIA TESSARI ROBERTO TOGNON DAVIDE VAROTTO VIVIANI ARCHITETTI ANTONIO ZAMBUSI
L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Padova ha invitato i suoi iscritti a partecipare alla selezione per BOXAN2 - racconti d’Interni, mostra di progetti di Architettura per Interni, al Centro Culturale San Gaetano dal 6 al 21 ottobre 2012. L’esposizione si collocava nell’ambito dell’evento fuori salone “Vivere il design” Lago Casamica Genesin dedicato al design partecipato e si svolge in concomitanza con la rassegna fieristica Casa su Misura. La mostra intendeva porre l’accento sulle suggestioni racchiuse in un progetto di architettura di spazi interni e vissuti - siano esso abitazioni, luoghi di lavoro, spazi pubblici, negozi, ….
Ai partecipanti è stato richiesto di presentare una soluzione d’interni realizzata, composta non solo dal progetto vero e proprio, ma anche da un breve racconto capace di esprimere idee, emozioni, obiettivi e contesto, che a quel progetto hanno dato vita. I progetti presentati dovevano essere stati realizzati e possedere un valore fuori dal tempo. In questo senso l’Ordine ha scelto di non dare un limite temporale alle opere da proporre, con la convinzione che l’arte di un progetto mantenga inalterata la sua forza vitale anche dopo decenni. TEMPI E MODI DI PARTECIPAZIONE La selezione era rivolta a tutti gli iscritti all’Ordine degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e
Conservatori della Provincia di Padova. Gli iscritti che desideravano partecipare, singoli o associati, dovevano far pervenire uno o più progetti realizzati entro il 19 Settembre 2012. SELEZIONE DELLE OPERE La giuria, composta dagli architetti Giovanni Furlan, Michele Gambato, Massimo Matteo Gheno, Pietro Leonardi, Paolo Stella, Alessandro Zaffagnini (Redazione Architetti Notizie) - dall’architetto Gloria Negri (Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Padova), dall'architetto Luca Genesin (Casa Amica Genesin) e dal designer Daniele Lago (Lago Spa) ha selezionato 58 lavori su un totale di 86 progetti presentati da parte di 38 studi professionali.
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BOXAN2 / BARBARA ANGI
RISTRUTTURAZIONE A SAN MARCO 2055 - VENEZIA BARBARA ANGI barbara.angi@archiworldpec.it
La casa si trova nel cuore di Venezia, all’ultimo piano del palazzo di Rio dei Barcaroli dal quale è possibile ammirare le cupole della Basilica di San Marco. Il progetto di ristrutturazione vuole mantenere la memoria storica dell’edificio ridisegnando lo spazio compreso tra i muri maestri (articolato con mobili e volumi funzionali disegnati ad hoc e arricchito da una selezione d’arredi d’autore) e recuperando le capriate in faggio della copertura. La caratteristica distributiva del progetto è la sua configurazione a loft. Nel disegno degli spazi interni tutti gli elementi aggiuntivi sono ubicati in prismi semplici che – anche figurativamente – si distaccano dalla conformazione originale della casa, così come le scelte cromatiche le quali, lavorando sulla giustapposizione degli spazi, ne rivelano le diverse epoche di costruzione: il nuovo, finito con una superficie a stucco veneziano di colore nero, diviene plug-in dell’esistente che offre alla vista una superficie candida, realizzata secondo la medesima tecnica. Questo principio compositivo ha permesso alla cucina, posizionata in maniera baricentrica, e al soppalco, che ospita uno spazio per il riposo e la lettura, di risultare “oggetti” autonomi, che in pochi punti soltanto toccano le pareti. La scelta delle sedute propone i diversi
modi di utilizzo dello spazio living: dal riposo (ammirando i tetti e le altane della città lagunare) al ritrovo familiare davanti al caminetto, avvolti dal tepore del fuoco che riflette le sue fiamme sul parquet, realizzato in listoni massicci di quercia. L’uso del legno per il pavimento ha fornito il pretesto per concepire il disegno degli arredi della casa quasi fossero un’estrusione dell’impiantito. In collaborazione con l’arch. Carlo Capovilla sono stati realizzati i prototipi dei vari elementi, così che il sistema di connessione tra le tavole del parquet permettesse di definire una modularità dimensionale utile per guidare il disegno dei volumi attrezzati, diversamente componibili secondo le esigenze funzionali. L’arredo costituisce uno degli elementi cardine del progetto, in quanto articola e contraddistingue l’intera abitazione. Troviamo infatti aree con vocazioni funzionali differenti, benché caratterizzate da una armoniosa fluidità degli spazi: i momenti quotidiani della vita familiare e la convivialità trovano luoghi diversi che li accolgono, la scala di accesso al soppalco e la libreria fungono da filtro tra gli ambiti comuni e i locali di servizio senza tuttavia separarli nettamente. Nell’area notte si trovano una camera-studio e la camera padronale. Quest’ultima è caratterizzata da una sequenza di spazi aperti: il letto, la cabina-armadio, la piccola
palestra e la sala da bagno sono tutti ambienti divisi da pareti mobili e fisse di vetro traslucido, così da sottolineare il carattere intimo, e volutamente sensuale, di questa parte della casa.
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NEL GRATICOLATO ROMANO, IL CAPANNONE E LE SEQUENZE PALLADIANE STUDIO ARCHITETTI ANZOLIN FREGNAN ASSOCIATI info@aeffeark.191.it
UNA FARMACIA A VILLANOVA DI CAMPOSAMPIERO La suggestione del graticolato romano, una villa pseudo-palladiana (sede del Comune), una sequenza di palazzine anni ‘50 e capannoni lungo la strada principale. Quindi l’edificio che ospita la farmacia è un prisma di cemento che ricorda le rigidità sia del cardo e decumano, sia l’aspetto un pò greve del capannone. Una grande vetrata mette in
comunicazione l’interno con l’esterno. Però dentro tutto è più morbido e naturale; il prisma è ritagliato con doppia altezza in modo da creare una sequenza neo-palladiana. Il loggiato che ti aspira dentro, ancora la doppia altezza dell’ingresso, le lampade che segnalano queste indifferenze tra interno e esterno, lo spazio vendita ritmato dalle modanature laterali dei muri che diventano espositori, di nuovo la doppia altezza sul bancone. In fondo la scala che porta ad un
secondo spazio vendita in cui è stato incastonato l’arredamento della vecchia farmacia di famiglia come un’icona. Il legno antico si specchia con la boiserie moderna del bancone trucchi, proseguimento del rivestimento della parete est, continuando il gioco di rimandi tra esterno ed interno. Infine il ponticello che porta all’appartamento del farmacista, ricorda il vecchio rapporto tra negozio e casa, tipico delle nostre botteghe venete.
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FALSE PROSPETTIVE IN UN SOTTOTETTO STUDIO ARCHITETTI ANZOLIN FREGNAN ASSOCIATI info@aeffeark.191.it
In un sottotetto, nel centro storico di Padova, abbiamo immaginato una piccola scenografia teatrale per ampliare visivamente gli spazi della zona giorno. In un portale a tre fornici trovano spazio il frigorifero della minuscola cucina (…è una casa per un single!!...), una piccola libreria e l’ingresso. Dopo tredici anni la cucina è ancora così come la vedete: perfettamente inutilizzata! Anche in camera abbiamo definito
una piccola scenografia; il letto è appoggiato ad una parete, che la divide dalla cabina armadio. Questo separè, a forma zoomorfa che ricorda vagamente un pesce che divora la sua preda (in questo caso il comodino), non è una citazione di Frank Gehry.… è una casa per un single!!... Il bagno è un mix di boiserie e rivestimento in pietra, la vasca non è di dimensioni matrimoniali…è una casa per un single!!...
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IL MOBILE AMICO
STUDIO ARCHITETTI ANZOLIN FREGNAN ASSOCIATI info@aeffeark.191.it
Un'abitazione anni 50' suddivisa in più stanze, il nostro progetto non vorrebbe avere muri, da ciò un grande armadio che funge da elemento multifunzionale, la testata di questo troneggia nel soggiorno come un totem senza volto, una sorta di nume tutelare che divide gli spazi, unendoli. La cucina svapora dietro l'ingresso, creando immagini fantasmatiche degli abitanti della casa così come l'anta opalina della libreria. La casa è abitata da elementi primari : la colonna, la scatola vetrata, il prisma di legno.
La "zona notte" si nasconde dietro una porta "blu notte" che ruotando svela ancora la continuità del mobile centrale. Questo ci accompagna amichevolmente fino alla parte più privata della casa.
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"BORGO FURO" RISTRUTTURAZIONE DI UN’ABITAZIONE RURALE ARCHI TECNO ASSOCIATI PAOLO CALDERARO PAOLO PALMAS GIUGLIA BEGHIN SILVIA PARISOTTO SOFIA PETTENUZZO www.architecnoassociati.it
Nel centro di Tombolo (PD), una tipologia caratteristica del tessuto storico edilizio è rappresentata dalle corti rurali. Si tratta di veri e propri borghi aggregati attorno a una corte comune, caratterizzati da un’architettura frammentata, stratificata nel tempo, spesso colorata, comprendente esempi di autocostruzione, con materiali poveri. Questo tessuto edilizio presenta un forte impatto unitario e un problema relativo a conservazione, manutenzione e adeguamento sia strutturale che impiantistico. La difficoltà è legata soprattutto alla frammentazione delle proprietà e alla mancanza di un piano di ristrutturazione complessivo, urgente in seguito alla scomparsa delle attività rurali dal centro urbano. Oggetto del nostro intervento è una storica abitazione situata all'interno di uno dei borghi più antichi. Si tratta di un lungo corpo di fabbrica che nel corso del tempo ha inglobato una cappella votiva, una baracca, il fabbricato principale e degli annessi rustici pericolanti, all'interno della cortina muraria.
Il nostro intervento si è focalizzato nella ristrutturazione di una legnaia e di un annesso rustico, recuperando questi spazi all'abitazione principale, per ospitare un nuovo garage e spazi di servizio al piano terra e un ampio soggiorno al piano primo, più un’ulteriore nuova camera nel sottotetto. Il progetto conserva la caratteristica delle aggiunte successive avvenute nel corso del tempo, al corpo di fabbrica originario, leggibile sia all'esterno che all'interno, sotto forma di disallineamento delle murature, sbalzo di uno dei corpi di fabbrica, incastro delle coperture e dei pavimenti, con diverse altezze. Si è scelto di mantenere una prerogativa delle abitazioni rurali del borgo, introverse, con piccole aperture lungo il fronte strada e con grandi aperture invece verso la corte comune, un tempo funzionali alle attività rurali. La zona pranzo al piano primo si apre all’esterno con una vetrata d’angolo. La vista spazia verso l'ingresso della corte e verso un paesaggio particolare, costituito dai ruderi di un
fabbricato rurale fronteggiante, attraverso cui si intravvede il campanile di Tombolo. L'immagine romantica catalizza certamente l'attenzione ed è diventata sinonimo di un paesaggio storico urbano in evoluzione, anche in dissoluzione, da cogliere e apprezzare nella sua potenziale forza espressiva. Per noi progettisti, d'accordo con i committenti, ha prevalso la scelta di pensare un involucro bianco all'interno, semplicissimo, senza nemmeno la schermatura delle tende, da contrapporre all'ambiente esterno per valorizzarlo ulteriormente. La convivialità degli ambienti è stata sottolineata da due elementi progettuali: il pavimento in legno di rovere e un grande camino, protagonista di questo spazio. Data la larghezza limitata dei corpi di fabbrica, la scala è stata realizzata in modo tale da occupare meno spazio possibile, anche in termini di impatto visivo, con una soluzione in lamiera piegata, autoportante, verniciata colore bianco, come le murature.
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PAESAGGIO INTERNO VERSO UN PAESAGGIO ESTERNO ARCHI TECNO ASSOCIATI PAOLO CALDERARO PAOLO PALMAS GIUGLIA BEGHIN SILVIA PARISOTTO SOFIA PETTENUZZO www.architecnoassociati.it
ATTICO A CASTELFRANCO V. (TV) Il progetto si può riassumere in poche fondamentali scelte. Una grande copertura in legno, una capanna dipinta di bianco per portare luce anche agli spazi più interni e alleggerire la massa incombente. Un’estesa superficie in pietra quarzite grigia è il pavimento che unifica sia l'interno che l’esterno delle quattro terrazze, senza interruzioni (i profili delle vetrate sono a filo pavimento). La massa, l'inerzia della pietra bilancia la leggerezza della copertura. Si è sottolineato l'impianto geometrico esistente, un quadrato scavato negli angoli, ampliando le vetrate per portare luce all'interno ed estendendo il rivestimento in pietra verso l'esterno: le
terrazze diventano un’estensione degli spazi interni. Il progetto ha ricavato un appartamento nel piano attico di un condominio di quattro piani, a ridosso del centro storico di Castelfranco Veneto. La struttura preesistente ha portato alla scelta di un impianto circolare: tutto ruota attorno a uno spazio centrale occupato dalla scala/ascensore ad uso privato e dagli spazi di distribuzione. Questo spazio è caratterizzato da un soffitto piano, ribassato con un controsoffitto per alloggiare tutti gli impianti previsti. L'impiantistica risulta assai complicata perché comprende non solo gli impianti dell'appartamento in oggetto, ma anche una selva di tubazioni e canne fumarie dei piani sottostanti: il gioco di
volumi che ne risulta permette di nascondere gli impianti più ingombranti e diventa spazio di sevizio, come ad esempio il guardaroba dell'ingresso. Si crea un paesaggio architettonico interno. Gli ambienti abitati dell'attico si dispongono attorno a questo nucleo centrale, coperti con una struttura in legno lamellare a padiglione, affacciati sui quattro angoli scavati dalle terrazze verso il paesaggio esterno, dominato da una altezza superiore rispetto alla edificazione circostante. Gli ambienti si affacciano da un lato verso il centro storico, le mura di Castelfranco, dall'altro verso Asolo e le Prealpi.
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CASA A SCHIERA RADDOPPIATA ARCHI TECNO ASSOCIATI PAOLO CALDERARO PAOLO PALMAS GIUGLIA BEGHIN SILVIA PARISOTTO SOFIA PETTENUZZO www.architecnoassociati.it
CITATDELLA (PD) Il progetto nasce dall'esigenza della committenza di raddoppiare la propria abitazione, consistente in una porzione di casa a schiera, situata in un quartiere in prossimità del centro storico di Cittadella; a tal fine la committenza acquista l'unità abitativa speculare, adiacente. L’obiettivo di progetto consiste nel duplicare la superficie degli ambienti interni e della corte/giardino racchiusa tra i muri, reinterpretando i nuovi spazi a disposizione. Nello specifico vengono chieste una zona living più spaziosa ad uso dei tre figli ed uno spazio studio più raccolto e riservato. Altra esigenza è inoltre quella di realizzare un’ampia libreria ed in particolare una superficie espositiva per esibire una collezione privata di sculture e oggetti d'arte africana, alcuni dei quali di notevoli dimensioni. L’ambiente al piano terra originariamente destinato a cucina è convertito in studio e
spazio espositivo, mentre l’originario soggiorno diventa zona living/relax. Funzionale a tale trasformazione è la creazione di pareti/diaframmi ad uso libreria, concepite come “quinte forate” che racchiudono e delimitano gli spazi e definiscono le diverse funzioni. Tali elementi di separazione sono in parte forati in modo da lasciar filtrare la luce e al tempo stesso permettere di esporre oggetti, sculture in ebano e libri. Alcuni fori sono dotati di ante per il contenimento di altri oggetti e attrezzature. Nella zona studio si realizza un camino a parete, sospeso, collocato tra le due finestre simmetriche che si affacciano sul giardino privato interno. Il volume bianco del camino che si sviluppa per tutta la doppia altezza del piano primo fino a raggiungere la copertura a falda, diventa protagonista all’interno dello studio e rende questo ambiente intimo ed accogliente. Gli ambienti diversificati nelle funzioni e nell’uso, sono uniformati dall’uso delle
medesime tonalità: il grigio chiaro del pavimento interno in cemento, della pietra serena per la pavimentazione esterna, ed il grigio degli oggetti di arredamento in metallo verniciato; il bianco delle pareti, delle travi in legno sbiancate, delle librerie, della scrivania; il nero dei divani, della chaise longue, del piano e fondo in ferro del camino ed il nero degli oggetti d’arte africana esposti. La luce naturale proveniente dall’ampia vetrata che si apre alla corte e al giardino interno, modella i volumi delle librerie e delle nicchie scavate nelle pareti, creando un’alternanza di chiaroscuri diversi nell’arco della giornata. La sera gli effetti di luce si generano tramite la luce artificiale dei neon inseriti all’interno delle nicchie delle librerie e attraverso le lampade verticali a parete. Per mezzo della luce l’acciaio risplendente e austero di lampade, sedute ed oggetti, si amalgama alla patina vintage ed esotica degli oggetti d’arte etnica.
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BOXAN2 / ELENA BAGATELLA E MARCO ANICHINI
ELENA BAGATELLA MARCO ANICHINI am.architettura@libero.it
UNA CASA MINIMALISTA DOVE GLI ASSI PRINCIPALI CHE COLLEGANO L’INTERNO CON L’ESTERNO PARTISCONO GLI SPAZI SECONDO I PRINCIPI DI ORDINE E FUNZIONALITÀ.
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BOXAN2 / FRANCESCO BATTISTON
CASA UNIFAMILIARE ARREDAMENTO DI UNA TAVERNA FRANCESCO BATTISTON studio.battiston@libero.it
PADOVA - 2003 La proposta di arredo di una taverna all’interno di un’abitazione unifamiliare nel padovano, si ispira alla rivisitazione della tradizione con forme essenziali, valorizzando i materiali naturali impiegati, come il legno di rovere e il ferro arrugginito. Non un luogo di rappresentanza ma un ambiente dalle linee semplici ed essenziali, dove si possa avvertire un senso di serenità e familiarità, sfruttando al meglio lo spazio a
disposizione. Uno spazio di aggregazione, punto di ritrovo per tutta la casa, da valorizzare e non sottovalutare e quindi da progettare con rigore. Listoni di legno in rovere spazzolato, caratterizzano i pavimenti; tutti gli arredi, mobili, tavoli, zona bar e boiserie sono in rovere naturale a taglio di sega, donando all’ambiente calore e sensazione d’ accoglienza. Il camino realizzato con rivestimento in ferro arrugginito e marmo nero enfatizza la sensazione di intimità e di calda ospitalità che si vuole donare alla taverna.
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BOXAN2 / FRANCESCO BATTISTON
RISTRUTTURAZIONE DI UN APPARTAMENTO FRANCESCO BATTISTON studio.battiston@libero.it
PADOVA - 2004 Essenzialità e semplicità contraddistinguono la rivisitazione di un appartamento di città al quinto piano di un palazzo padovano risalente agli anni ‘70, caratterizzato da un’ interno accogliente e caloroso. Protagonista è l’uso di materiali naturali come il legno di rovere, caldo e vivo, che riveste i pavimenti e viene ripreso anche da porte e pareti, e il ferro brunito. Si crea così un ambiente confortevole, non solo bello da vedere ma anche invitante, un benvenuto
entrando in casa. Sensazione di naturalezza accentuata anche dall’ abbinamento di pavimentazione in legno e pietra piasentina, complementi ideali, che conferiscono armonia all’ambiente interno. Attraverso un sistema di ante a pannelli scorrevoli in legno, di grandi dimensioni, è possibile modulare lo spazio a seconda delle esigenze. Tutti i bagni sono stati realizzati con il medesimo materiale: pietra piasentina in tonalità bicolore ottenuto con diversa levigatura della pietra stessa, mantenendo la purezza e l’essenzialità delle linee.
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BOXAN2 / PAOLO BELLINI
LIBERA INTERPRETAZIONE “QUALITÀ DEL CARATTERE” PAOLO BELLINI
Appartamento, anni 60, ristrutturato per una coppia giovane, sviluppato in lunghezza con esposizione solo ad ovest. Ingresso e corridoio SEMPRE AL BUIO GUADAGNARE 20 mq portando ARIA e LUCE, abolire i setti della zona giorno, SPAZIO UNICO, dentro al quale guidare la LUCE.
Deviazioni e rimandi. PIANI OBLIQUI e PIANI INCLINATI Stesso COLORE deciso dispiegato in tonalità a scalare, che corra omogeneo su muri e mobili lasciando ogni spazio libero
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BOXAN2 / CLAUDIO BELLUCO
L’ABITAZIONE
CLAUDIO BELLUCO Monselice (PD)
L’abitazione è situata ai piedi dei Colli Euganei, in zona rurale, nella località Termale di Abano Terme in provincia di Padova. Mantenendo la struttura delle abitazioni rurali della zona, l’idea progettuale ha permesso di godere maggiormente delle suggestive trasformazioni stagionali e giornaliere della campagna circostante. La suddivisione in due volumi, ruotati rispetto all’asse principale, crea un sistema asimmetrico a forma di L, che favorisce l’ingresso della luce naturale; si creano così, in molti punti della casa, aree luminose che mettono in evidenza il bianco colore protagonista degli interni. Staccata, ma collegata alla casa attraverso un corridoio esterno semicoperto una “serra domestica” è dedicata al benessere: all’interno di un parallelepipedo trapezoidale in vetro,
alluminio e acciaio verniciato bianco, si trova infatti una spa privata con vasca idromassaggio, sauna finlandese, bagno turco, doccia e un piccolo angolo fitness. L’abitazione è articolata su due piani con delle zone a doppia altezza e parti soppalcate al secondo livello. Proprio nel cuore della zona giorno assieme al camino sospeso si eleva, in un movimento elicoidale, l’elemento architettonico caratteristico del progetto: una scala in calcestruzzo con gradini in marmo che unisce, in una morbida torsione, il piano terra alla zona notte affacciata sul soggiorno attraverso un ballatoio con parapetto in cristallo senza telaio. Dal piano superiore si possono ammirare la spazialità dell’ambiente e le cromie utilizzate. Il bianco, in quasi tutte le sue declinazioni, contamina le pareti, i
pavimenti e le superfici di imbottiti e contenitori; le poche note di colore assieme al nero, provengono da mobili dalla linea minimalista e frutto di un’accurata selezione tra i cataloghi delle più note aziende di design. Un insieme armonico di pulizia formale ed essenzialità coinvolge l’intera architettura che, però, non dimentica di raccontare la storia dei resti su cui è stata costruita, attraverso materiali come la copertura in legno, rame ossidato e coppi in cotto, oppure i mattoni a vista del rivestimento del volume inferiore del corpo principale. Anche il giardino è stato ridisegnato su un tappeto verdeggiante: un solo albero ad alto fusto, nessun elemento che rovini la vista sulla pianura e i tramonti.
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BOXAN2 / CLAUDIO BELLUCO
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BOXAN2 / CLAUDIO BELLUCO
LA CASA
CLAUDIO BELLUCO Monselice (PD)
La casa, un tipico fabbricato rurale della campagna veneta, sorge nella cittadina medievale di Monselice. L’intervento di recupero è stato predisposto per due unità distinte suddivise per piano, riservando l’intera superficie della parte superiore ad uso abitativo e studio dello stesso progettista. Il recupero è stato rispettoso della tipologia esistente nel territorio, mantenendo pressoché invariati i prospetti esterni, ripristinando il vecchio portico e le grandi finestre a graticcio di mattoni tipico dei fienili. Internamente invece sono state mantenute solo le murature portanti, ed eliminati i controsoffitti recuperando lo spazio del sottotetto. L’impianto di riscaldamento a pavimento permette di avere pareti libere come una tela bianca, per una massima
flessibilità nel disporre e cambiare la disposizione degli arredi. I soppalchi al piano superiore sono stati ricavati nella parte centrale del colmo, per tutta la lunghezza dell’abitazione sfruttando completamente l’altezza fino alle travi di legno della copertura a due falde, lasciata a vista e dipinta di colore bianco come tutto il resto della casa. L’ingresso dello studio e dell’abitazione sono separati. Alla zona giorno si arriva salendo una scala a chiocciola di ferro zincato, comunicante anche con il garage al piano terra, progettata su misura come le altre cinque diverse scale che collegano gli altri ambienti della casa con i soppalchi. Lo spazio centrale a doppia altezza è riservato al pranzo che prende luce dalle
grandi finestre a graticcio di mattoni e da una parete in vetrocemento aperta sul portico. Il soggiorno, più basso di due gradini, si affaccia attraverso una parete vetrata, alla terrazza concepita come una stanza a cielo aperto, con alti muri perimetrali. Il disimpegno che dal pranzo porta alla zona notte mette in comunicazione lo studio e l’altro ingresso. Anche nella zona notte è stata sfruttata la doppia altezza centrale della casa, destinando alla parte soppalcata il letto e la vasca da bagno in ghisa, alla quale si accede tramite una scala a pioli di acciaio verniciato ancorata al muro. Nessuna cornice alle porte e nemmeno battiscopa per non interrompere questa essenziale uniformità.
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BOXAN2 / CLAUDIO BELLUCO
HYCAFE
CLAUDIO BELLUCO Monselice (PD)
Il locale Hycafe situato nella zona di S. Daniele ad Abano Terme in provincia di Padova, occupa il piano terreno e parte dell’esterno di un capannone con altre attività artigianali-commerciali. La richiesta precisa del proprietario era quella di creare un ritrovo Hi-Tech di tendenza con un livello di informatizzazione all’avanguardia, perennemente connesso in rete e presente nei vari network. Questo è stato tradotto con una gestione totale tramite PC: dalle luci, alla musica, alle ordinazioni. L’arredamento è progettato in funzione dei servizi che offre il locale: bancone per prima colazione, tavoli comodi per pranzi veloci o cene, mensola per postazione internet, bancone per il DJ per notti di musica fino a tarda ora.
Per i rivestimenti si sono utilizzati materiali resistenti come il Corian per i vari banconi e i tavoli, mentre le sedie in alluminio sono le Chair-One di Kostantin Grcic prodotta da Magis. Nei colori predomina il bianco delle pareti e del soffitto per far risaltare le luci colorate con sistema RGB. Il controsoffitto costruito con particolari inclinazioni segue l’andamento dei setti che caratterizzano il locale stesso. Emerge come un’iceberg nero su tutto questo bianco, il bancone dalla forma inclinata. I pavimenti sono in resina, materiale resistente e facile da pulire. Tutti gli spazi allestiti all’esterno sono stati pavimentati con legno, come pure le isole costruite dentro la grande vasca d’acqua a ridosso del portico.
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BOXAN2 / MASSIMILIANO BOTTI
CASA PER GIOVANNI E DOROTHEA MASSIMILIANO BOTTI massimiliano.botti@libero.it
BOLOGNA La casa ottocentesca ha soffitti molto alti. Il progetto colonizza gli spazi con strutture di legno indipendenti che moltiplicano le superfici e accolgono venerandi arredi di famiglia. Il disegno è non-finito:
Giovanni e Dorothea possiedono il talento e la voglia di fare (dipingere, intagliare, cucire, ecc.) per terminarlo secondo la loro giusta misura. L’architetto - per una volta - si ferma (in tempo?) e rimane a guardare incuriosito quello che accade. (accadrà).
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BOXAN2 / ROBERTA CACCO E FRANCESCO LAZZARINI
APPARTAMENTO E.D.
ROBERTA CACCO FRANCESCO LAZZARINI cielledesign@libero.it FOTOGRAFIE Sergio Cancelieri Paolo Frizzarin
PADOVA 2010 “ L’abitazione non sia una messa in scena, ma venga formata con gli elementi stessi della nostra vita”. E’ in questa frase di Giò Ponti che si racchiude il senso del nostro lavoro. Progettare i luoghi del quotidiano significa applicare principi fondati non solo sulla funzionalità, ma sulle esigenze emotive della persona, sulla vita che conduce anche al di fuori della propria sfera privata. Tutte le esperienze umane quindi, vissute attraverso la propria professione, i viaggi, i ricordi del passato, le passioni, vengono introiettate all’interno dell’ambiente domestico attraverso oggetti che creano una stratificazione sensuale, più che materiale. Il progetto architettonico quindi a immagine del committente come un abito sartoriale viene confezionato addosso alla persona. Nel nostro caso la committente è una giovane donna che per lavoro e per
passione viaggia molto, una musicista, amante dei tessuti, dell’arte, della cultura giapponese e della cucina. Una donna introspettiva, ma nello stesso tempo socievole e amante della convivialità; una donna dal gusto estetico non convenzionale proiettato verso una “bellezza imperfetta, effimera e incompleta”. In un condominio degli anni ’70, in prossimità delle mura medioevali della città, un appartamento di famiglia viene ereditato e ristrutturato per renderlo funzionale alle nuove esigenze della proprietà. Il progetto architettonico prevede la demolizione e sostituzione del muro lungo il corridoio con un mobile attrezzato che di volta in volta diventa contenitivo per gli ambienti su cui si affaccia (cucina, stanza pianoforte, camera…), un luogo di passaggio, un mobile le cui soglie aperte o chiuse trasformano l’abitazione in spazi racchiusi o completamente comunicanti, totalmente attraversabili. Nella zona giorno viene eliminata la
“tradizionale” suddivisione tra ingresso, cucina, soggiorno-pranzo, definendo un unico ambito, un’isola aperta, in continuo divenire, dove l’attività eclettica della committente trova possibilità di movimento e organizzazione. Il progetto risulta definire spazi liberi, caratterizzati dalla luce e da pochi ma distinti materiali e colori, un’architettura come contenitore di oggetti, pensieri e movimenti.
...mi piacerebbe che i miei quadri portassero una traccia del passaggio degli esseri umani, come una lumaca che si lascia dietro una scia della presenza umana e la memoria degli eventi passati, si proprio come una lumaca che lascia la sua bava. (D. Farsen “Francis Bacon una vita dorata nei bassifondi Johan &Levi editore MI 2011)
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TERMOCAMINO DEPOSITO LEGNA FIORIERA IN C.A. BOCCHETTE ARIA STRUTTURA IN C.A. COPERTURA IN LEGNO PROIEZIONE LINEA LED ALLOGGIAMENTO TENDE VETRATE SCORREVOLI
BOXAN2 / MASSIMO ASCI - DAVID CANALE - SILVIA NOVENTA
INTERNO - ESTERNO PROGETTO DI AMPLIAMENTO MASSIMO ASCI DAVID CANALE SILVIA NOVENTA
progetto di ampliamento PADOVA 2010 Un ampliamento che cambia il modo di vivere l'abitazione. Il giardino sul retro diventa il nuovo scenario della vita quotidiana. La casa sorge in un quartiere residenziale caratterizzato da edifici di piccole e medie dimensioni, circondato da campi e
ad ovest da un corso d'acqua. L'intento progettuale è di creare una nuova zona giorno che permetta di “vivere” il giardino che si sviluppa principalmente sul retro dell'abitazione. L'ampliamento è costituito da una veranda con copertura piana e struttura in legno, sorretta da un setto contenente il termocamino e il deposito per la legna. Il modulo compositivo del progetto è scandito dalle vetrate, le quali si possono
aprire completamente, nascondendosi dietro i muri e dentro al setto del camino. Il pavimento da dentro si estende nel giardino accompagnato da una lunga fioriera in calcestruzzo sbozzato come fosse pietra di cava. L'illuminazione è realizzata con linee di led che identificano la zona salotto e il volume del camino, lasciando che il resto dello spazio si confonda con l'esterno.
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INTERNO/ESTERNO RESIDENZA UNIFAMILIARE CLAUDIO PALMI CARAMEL www.claudiocaramel.it FOTO Alessandra Chemollo
NOVENTA PADOVANA (PD) - 2006 ...“La casa è distribuita su tre livelli. Al piano interrato, oltre ai vani tecnici areati, trovano spazio la lavanderia, una piccola palestra con bagno, una stanza con accesso diretto dall’esterno e un’ampia autorimessa. La zona giorno, con ingresso, cucina e salone, vive al piano terra, protesa sul prato e verso gli alberi a confine della proprietà. Dal salotto, sopra l’ingresso, si accede allo studio, attraverso la scala a
Pianta piano terra
sbalzo in pietra e ferro naturale. Lo studio è realizzato a una quota intermedia (cioè a un livello più basso della zona notte) e si affaccia sul salotto e sulla terrazza del piano primo. La scala e una parte dello studio hanno la copertura in vetro. Grazie a questa soluzione lo spazio percepito è totale, e la luce zenitale dona una qualità immateriale, regalando a chi entra una dilatazione improvvisa degli interni verso le vetrate del giardino e verso l’alto. Al piano primo, sopra il pranzo e la cucina, si trova la zona notte, cui si
accede dalla scala situata nell’angolo della casa. Le camere e i bagni (tutti affacciati su giardino e terrazza) sono collegati da un corridoio illuminato da un taglio orizzontale in tutta lunghezza. *Bianca, nitida, geometrica, la casa sembra quasi più grande di quanto non sia e, come dicevano i bizantini, la luce o in essa vi è nata o in essa, catturata, rivive”... *Virginio Briatore, D-Repubblica n. 780 del 25.02.2012
Pianta piano primo
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LUCE / MATERIA RESIDENZA AL PIANO TERRA CLAUDIO PALMI CARAMEL www.claudiocaramel.it FOTO Alessandra Chemollo
PADOVA - 2006 GZ Caramel pensa che l’idea di un progetto nasca da un processo non lineare e che il progettista debba generare spazi, e non immagini, con il prezioso aiuto degli artigiani. Condividi questo punto di vista? DC Le idee di Caramel mi sembrano assolutamente simpatetiche: sia l’idea di un processo di progettazione non lineare, sia quella di generare spazi costruiti e non immagini, sia, come detto in precedenza, quella dell’importanza di artigiani e maestranze locali nella
progettazione di interni. Metterei al primo posto il principio secondo cui l’architettura è fondamentalmente uno “spazio costruito”, perché ritengo che sia l’assunto filosofico più importante. Il miglior contributo che un architetto può dare nell’ambito della progettazione è proprio riconsiderare lo spazio, costruire lo spazio in modo che sia “duraturo”. Questo è un punto fondamentale per l’architettura di interni. Dato che gli spazi interni, sia pubblici sia privati, sono destinati a cambiare spesso destinazione d’uso, il progetto non si deve far condizionare troppo dalla funzione indicata, non deve solamente accondiscendere e interpretare quella specifica funzione, ma deve in qualche modo andare al di là, essere concepito per rispondere a diverse possibilità. Ciò non significa che il progetto non debba rispondere alla funzione data, ma allo stesso tempo è necessario che la trascenda per permettere flessibilità. Condivido pertanto la filosofia che caratterizza l’opera di Caramel e mi
piace molto quest’idea dell’architetto come costruttore di spazi e non di immagini. Ciò che è effimero viene spazzato via velocemente mentre la concezione e costruzione dello spazio è ciò che resta e che rappresenta davvero la validità di un progetto. La progettazione di interni ha anche a che fare con la decorazione interpretata in modo minimalista. Non è detto che la decorazione significhi lavorare con materiali diversi o con trame differenti. Il progettista può fare decorazione anche con una palette minimalista poiché è più importante la concezione dello spazio che il ricorso alla decorazione. In conclusione, ciò che ritengo estremamente interessante di questi tre interni di Caramel è il fatto che sono fondamentalmente non “decorati” e allo stesso tempo molto ricchi. Una conversazione con David Chipperfield sul lavoro di Claudio Caramel a cura di Giuseppe Zampieri. Tratto da “Tre case” a cura di Laura Lazzaroni, edizione Electa 2006
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BOXAN2 / CLAUDIO PALMI CARAMEL
INTERNO / FUOCO MANSARDA CON FUOCO CENTRALE CLAUDIO PALMI CARAMEL www.claudiocaramel.it FOTO Alessandra Chemollo
PADOVA - 2006 Architetti si nasce. In tempi di pasticceri famosi bisogna essere molto avvertiti per distinguere gli odori, quelli artificiali da quelli naturali. È vero che l’arte è artificio, ma proprio in quest’apparente incongruenza si nasconde la necessità di possedere strumenti efficaci per distinguere. Per chi vive quotidianamente nella ricerca di una rispondenza tra il proprio agire e gli esempi che vengono prepotenti dal passato, nel nulla dies sine linea trovare la differenza tra il pensiero originale e non diventa essenziale. La posta in gioco è riuscire a esistere, resistere nel tempo: donare all’uomo di domani le stesse emozioni che possono nascere oggi quando entriamo in contatto con la fatica per le opere e con il mestiere per i lavori. Operare e lavorare nella materia, sorretti da pensieri poetici, è il mestiere dell’architetto. Quanti al giorno d’oggi possono vantare conoscenze intorno al saper fare muri, intonaci, finiture…? Gente del passato
dedicava la propria vita a padroneggiare quella che con orgoglio definiva arte del costruire. Oggi le tecniche moderne si offrono alla tavolozza dell’architetto, ma quanti le conoscono veramente? Facilmente arriviamo all’uso di prodotti industriali, di semilavorati di cui nulla sappiamo. Nella nostra tradizione veneta vantiamo usi rispettosi di materiali tradizionali trasformati e raffinati nei primi anni del secolo scorso. Da allora queste finiture sono molto ricercate. Ecco allora trovare un mercato di plastiche imitanti. Scusate, non è lo stesso. Consapevolmente, o in maniera ingenua, ometto di parlare delle teorie. Teorie sull’architettura! Sull’arte in generale, meglio, su come devono vivere gli uomini! Oggi, dove le teorie si sono moltiplicate e successivamente incrociate, gli uomini vivono desideri artificiali. Sono, saranno questi falsi obiettivi che noi lasceremo in omaggio ai nostri figli? Siamo così forti da poter trasformare una cosa non vera in una necessariamente reale? Sono sicuro che queste sono le
domande che Claudio si pone quando progetta; le risposte sono nascoste tra le pieghe dei suoi lavori. La si percepisce, la si vede, quelli attenti la annusano, è la qualità. La coerenza sta anche nel trovare compagni di viaggio adeguati, per non perdere la strada. Quante scorciatoie inutili incontriamo nella vita. Il percorso qualche volta si fa duro, dipende dalle scelte, non solo tue, ma anche di quelli, e io lo so bene, che ti hanno anticipato e accompagnato per un tratto della tua vita. È anche per onorare il loro lavoro, la loro memoria, che non si può cedere ed entrare per una scorciatoia in un mondo vuoto. Tobia Scarpa Tratto da “Tre case”, a cura di Laura Lazzaroni, edizione Electa 2006
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BOXAN2 / ITALO CHIUCCHINI, MARCO CHIUCCHINI, MASSIMO SCATTOLIN
LAGO S.P.A. SEDE DIRIGENZIALE E PRODUTTIVA ITALO CHIUCCHINI MARCO CHIUCCHINI MASSIMO SCATTOLIN info@chiucchini.it
VILLA DEL CONTE (PD) La proprietà committente ha chiesto fosse progettata "una fabbrica che non sembrasse una fabbrica", nella quale fosse piacevole lavorare, i cui interni fossero il più possibile aperti verso lo spazio esterno per goderne la vista ed il respiro, e nella quale l'uomo potesse sentirsi a proprio agio e non esserne sovrastato e oppresso. Si è cercato anche di progettare l'intero complesso nelle sue due fondamentali destinazioni, uffici e produzione, come "un unicum" organico; si è fatto ricorso a strutture in legno lamellare, sia per quelle di copertura sia per quelle delle pareti perimetrali; si sono utilizzati in una continuità di linguaggio per tutti i volumi
componenti il complesso, materiali tradizionali e naturali quali i mattoni lasciati a vista, le tegole di cotto, il legno, il vetro, il rame. Nella zona nord-est trova posto la zona uffici: si compone di una sequenza di tre quadrati posti secondo la loro diagonale che porta con immediatezza al cuore del complesso: ingresso d'angolo coperto dal volume fortemente aggettante, hall, show room, il fulcro umanistico dell'impianto, il motore generante della fabbrica, il luogo in cui il prodotto, oggetto e fine della fabbrica, è concepito, studiato sperimentato. Luogo dove l'uomo è protagonista al più alto livello, in cui le attività si sviluppano in spazi che si articolano nelle tre dimensioni, laboratori, soppalchi, pensatoi, come in un alveare.
La struttura è formata da travi reticolari poste radialmente rispetto al vertice d'ingresso del quadrato. Esse creano una rapida salita verso la finestratura, che riprende slancio in un'apertura verso il cielo data da una piramide retta. La parte produttiva viene divisa in due sale di produzione collegate mediante ampie tettoie. Le sale di produzione presentano travi reticolari Vierendeel di luce 25 metri che formano la copertura a shed ed anche le grandi finestre, con la semplice applicazione dei listelli fermavetro nei quadrati tra i montanti. La passerella permette a visitatori e clienti il contatto ravvicinato con la realtà produttiva e umana della Lago compenetrando la struttura che la ospita.
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BOXAN2 / FILIPPO COLTRO
APPARTAMENTO IN CENTRO FILIPPO COLTRO www.filippocoltro.it
PADOVA Nel centro storico della città di Padova un anonimo appartamento situato all’ultimo piano di un palazzo settecentesco è stato restaurato individuando una nuova struttura distributiva e spaziale, adatta a soddisfare le esigenze della committenza, senza danneggiare l’edificio, ma anzi favorendone la conservazione e la valorizzazione. Il progetto ha mirato a creare un marcato contrasto fra l’involucro edilizio originario e la nuova architettura realizzata al suo interno; conservare l’antica struttura ed esaltarne le presenze originarie rendendo facilmente riconoscibili i nuovi elementi
contemporanei inseriti caratterizzati dall’uso di materiali quali vetro e acciaio. L’intervento di restauro ha previsto la demolizione delle tramezze esistenti e del controsoffitto, riportando a vista l’orditura del tetto con le quattro maestose capriate. Si è così ricavato un unico grande spazio all’interno del quale trovano posto “gli ambienti” della casa che ruota come un grande open space intorno al camino. Tra le falde del grande tetto in legno trova posto un soppalco aperto che consente di valorizzare tutte le prospettive che questo spazio è in grado di offrire senza intaccare la struttura originaria del tetto. Qui è stato ricavato lo studio del padrone di casa, un luogo pensato per conciliare
riflessione e creatività. Lo spazio cucina e soggiorno sono comunicanti, consentendo una fluidità degli spazi segnata dalla continuità dei due ambienti. Diametralmente opposta alla cucina è la zona notte che ha dimensioni più raccolte, ambienti più intimi, meno destinati ad apparire. Ridisegnati gli spazi, l’interior design ha mescolato temi diversi. Sono stati accostati il design contemporaneo a oggetti e mobili antichi, e come contrappunto a questa melodia compositiva è stata usata l’arte; quadri moderni e fotografie d’autore si contrappongono a sculture africane creando il “contrasto”, che “rompe la noia e suscita curiosità”.
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BOXAN2 / ILENIA CORRADIN
PROGETTO OASI REJUVE BEAUTY CLINIC_BIOTEC ITALIA ILENIA CORRADIN CHIASMA studio info@chiasmastudio.it
VICENZA L’oasi è considerata un luogo di riposo e di rigenerazione, una pausa nel cammino di chi attraversa il deserto: da questa definizione sono iniziate le riflessioni che hanno prodotto questo progetto. E’ un luogo contraddittorio, un luogo che sorprende per il contrasto che rappresenta. Il concept ha cercato di approfondire il tema del contrasto attraverso la definizione di spazi per i trattamenti come luoghi asettici, minimali, dalle linee nette e ortogonali e di spazi per il relax invece come luoghi caratterizzati da forme sinuose e morbide: l’uno è il luogo della privacy, con colori sobri, naturali e materiali lisci, opachi e uniformi
(cartongessi, pvc, specchi, legni laccati) ; l’altro e il luogo dell’incontro, definito da colori vivaci e materiali che vanno toccati, attraversati, vissuti (barrisol, carta da parati, erba sintetica, tenda millefili, materiale plastico monoblocco). Il confine tra questi due mondi è rappresentato dallo spazio del transito, del possibile attraversamento: definito nel suo svolgersi da linee completamente diverse, curve e rette, e da materiali altrettanto diversi, questo luogo apre alle “stanze - cabine” attraverso porte quasi invisibili, apparentemente nascoste nella parete uniforme, identificabile con una linea spezzata: questi passaggi sfondano un muro di “persone in movimento”; l’altro lato invece ha soltanto la parvenza
di un piano verticale: e’ un muro semitrasparente, che chiude ma lascia intravedere l’oltre, che può essere attraversato in qualsiasi modo e in qualsiasi punto per accedere e abbandonarsi alla sosta nell’oasi vera e propria. L’ingresso – reception avvolge e accoglie i clienti: evoca nella forma e nell’immagine il paesaggio del deserto, dove si possono incontrare le tende circolari che ospitano i popoli nomadi che lo percorrono o le dune di sabbia caratterizzate dalle forme morbide e sinuose. Chi attraversa questi spazi dovrebbe sentirsi all’interno di un percorso..fatto per stimolare i sensi.
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BOXAN2 / CRISTINA DAMINATO
EDIFICIO DIREZIONALE
CRISTINA DAMINATO Galliera Veneta (PD)
CAMPOSAMPIERO - (PD) Lucato Impianti La progettazione interna di un edificio è strettamente legata sia alla sua immagine esterna sia, ovviamente, alla funzione che deve svolgere. Molto spesso il progettista dell'involucro è lo stesso che cura i dettagli interni per dare al cliente un prodotto finito di notevole qualità. Questo progetto ha avuto una storia un po' diversa, la sfida è stata quella di raccogliere un involucro grezzo già realizzato per ridargli una veste nuova, dinamica, funzionale, "giovane". Punto focale del progetto è la TRASPARENZA in tutti i sensi: visibilità verso l'esterno, chiarezza nei rapporti interni, la creazione di un ambiente di lavoro fluido, informale. Ad unire tutti i livelli c'è una grande scala, pensata più come un oggetto che richiama sensazioni di casa (il calore del legno grezzo) che non la freddezza dell'ambiente di lavoro;
che ha una dimensione imponente ma contemporaneamente lascia passare luci, sguardi, parole... I colori sono tenui, neutri, sia per gli arredi fissi: pareti, lampade, pareti in cristallo, sia per i mobili: scrivanie, tappeti, sedute. Il colore si impone solamente negli imbottiti e nei lampadari del vano scala che con la loro particolare forma danno carattere agli interni, introducono forme morbide e sinuose e richiamano il colore del rivestimento esterno dell'edificio che a sua volta deriva dallo storico marchio che identifica l'azienda che vi ha sede. La modulazione della luce è affidata ad un sistema domotico che regola l'intensità dell'illuminazione gestendo il movimento delle tende frangisole esterne; sensori di presenza accendono e spengono i corpi illuminanti nell'ottica del maggior risparmio energetico possibile. Molta attenzione era stata posta anche al percorso d'entrata all'azienda che
prevedeva un percorso d'acqua con spruzzi che si attivavano con il passaggio ed accompagnavano il visitatore verso l'entrata. Una vasca d'acqua con salto di quota in prossimità dell'accesso, oltre a creare un suono rilassante e piacevole, moltiplicava la luce riflessa dagli specchi della vetrata strutturale e raccoglieva in un unico ambiente coperto i visitatori che accedevano da est ed ovest. Per questioni urbanistiche non è stato possibile realizzarla. Il messaggio che si esplicita è che il luogo di lavoro deve essere sempre più a dimensione umana, non può essere un contenitore asettico e sterile, immutabile nel tempo, deve creare suggestioni visive senza distrarre, accogliere il cliente e rendere comodo il lavoratore. Come desiderava l'azienda committente: un contenitore di qualità per la loro "grande famiglia".
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BOXAN2 / CRISTINA DAMINATO
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BOXAN2 / SERGIO DE GIOIA, OTTORINO BOESSO, FABRIZIO MICHIELON
APPARTAMENTO IN MONTAGNA SERGIO DE GIOIA OTTORINO BOESSO FABRIZIO MICHIELON OB3ARCHITETTI www.OB3architetti.it
VIGO DI CADORE (BL) - 2012 Un progetto discreto, che interviene sulla memoria dell’edificio esaltandone le peculiarità attraverso il contrasto dato dall’inserimento di alcuni elementi legati alla modernità, sono stati enfatizzati e valorizzati gli elementi già presenti nello stato di fatto come il pavimento in legno di abete e le murature in pietra. L'appartamento si articola su due livelli più un piccolo spazio destinato a soppalco.
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BOXAN2 / SERGIO DE GIOIA, OTTORINO BOESSO, FABRIZIO MICHIELON
BAR MQ_10
SERGIO DE GIOIA OTTORINO BOESSO FABRIZIO MICHIELON OB3ARCHITETTI www.OB3architetti.it
VENEZIA - 2010 Il progetto di un nuovo bar in uno spazio posto lungo fondamenta Canareggio, nasce cosi MQ_10, un bar che con il suo banco (realizzato in CORIAN), tavoli e sedie bianchi, vuole lasciare al colore di Venezia il ruolo di protagonista della scena.
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BOXAN2 / SERGIO DE GIOIA, OTTORINO BOESSO, FABRIZIO MICHIELON
RISTORANTE VOLVO TRUCK HEADQUARTER SERGIO DE GIOIA OTTORINO BOESSO FABRIZIO MICHIELON OB3ARCHITETTI www.OB3architetti.it
ZINGONIA (BG) - 2012 Un nuovo spazio per pranzi, cene e ricevimenti, da qui l’idea di addossare alla struttura esistente un nuovo volume dalle forme pure e semplici che bene possa integrarsi con il contesto esistente e la filosofia aziendale.
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BOXAN2 / MICHELE FRANZINA
RELAIS CA’ SABBIONI
MICHELE FRANZINA STUDIO FPA FRANZINA + PARTNERS www.michelefranzina.it
VENEZIA Il progetto degli interni del Relais Cà Sabbioni nasce dal contrasto tra la chiave stilistica classica di una Villa Veneta del 1600 e un interior design caratterizzato da materiali e forme contemporanee. La trasformazione della Villa in relais è stata l'occasione per disegnare nuovi arredi, che sono stati prototipizzati e successivamente ingegnerizzati, diventando prodotti di industrial design. Il continuum tra antico e moderno è simboleggiato dal progetto della Hall,
dove un nastro in acciaio corten collega la reception alla lobby: un unico elemento che da piano di lavoro si trasforma in pavimento per poi diventare seduta. Le teche refrigerate in cristallo, in dotazione nella Hall e nelle camere al posto dei tradizionali frighi bar, offrono l'opportunità di esporre il cibo e diventano elementi di arredo.¬¬¬ Il letto a conchiglia reinterpreta il baldacchino classico, fornendo la sensazione di un'avvolgente protezione. In tutti gli elementi di arredo, sia fissi che mobili, la parte illuminotecnica ha assunto un ruolo decisivo: corpi illuminanti
integrati con gli arredi e boiserie retro illuminate, contribuiscono a impreziosire gli ambienti, creando un'atmosfera emozionale. Il letto a "esse" sviluppa in un continuum la testata, il sommier e i piedi di appoggio, raccordandosi con i comodini laterali e integrando la luce artificiale. Nelle Suite, che si sviluppano su due livelli di cui uno soppalcato in cui si trova la zona notte, trova posto un giardino zen, arricchito con cromoterapia e giochi d’acqua, che si fonde con la purezza e la semplicità delle linee minimaliste del design.
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BOXAN2 / FRASSON & FANTON
GRAN CAFFETTERIA KOFLER
STUDIO FRASSON & FANTON E ARCH. BERNARDINO BAESSO info@frasson-fanton.it www.frasson-fanton.it
PADOVA - 2008 Il progetto proposto vuole rispondere alle richieste ambiziose della Kofler Group, società che attualmente gestisce con successo una catena di grandi birrerie che ha richiesto di investire su un nuovo format di locale con requisiti sostanzialmente diversi rispetto a quanto già realizzato. Birra e food sono affiancati al caffé, alla pasticceria, al vino, in un percorso del gusto che copre l'intero arco della giornata. Il bar caffetteria pasticceria è posto sul fronte principale del fabbricato ed è caratterizzato da grandi vetrate scorrevoli. All'ingresso, il grande banco fa da protagonista; il disegno è lineare, geometrico ma impreziosito da alcune eccezioni progettuali dovute ai giri d'angolo, all'inserimento delle vetrine, alle mensole per la mescita, ai piani di lavoro sfalsati. Alla linearità degli elementi geometrici si contrappone il controsoffitto sinuoso e morbido delle grandi vele sospese realizzate in tessuto su guide calandrate ancorate a telai in legno. I materiali proposti sono coerenti con il progetto; nessun ricercato luccichio o effetto speciale ma legno naturale di
rovere spazzolato per i banchi e alcune parti del pavimento, corian color nero per i piani di lavoro, ardesia nera posata a listelli in alcune parti dei banchi, pavimenti in gres porcellanato a toni scuri, vetri acidati nelle colonne del banco, pelle nelle sedie e nelle panche. Proseguendo verso l'interno del fabbricato si raggiunge il fulcro del locale: un grande spazio, caratterizzato dalla struttura a vista delle capriate reticolari in ferro e da una luminosissima grande parete vetrata rivolta verso il giardino.
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BOXAN2 / FRASSON & FANTON
VERANDA IL CALANDRINO
STUDIO FRASSON & FANTON E ARCH. BERNARDINO BAESSO info@frasson-fanton.it www.frasson-fanton.it
RUBANO (PD) - 2004 Collegato al rinomato ristorante tre stelle Michelin Le Calandre, questo locale bar pasticceria ne ripropone la ricercatezza e lo stile, apprezzati a livello nazionale e internazionale, e segnalati nelle più autorevoli pubblicazioni del settore. Obiettivo dei progettisti è stato quello di coniugare il rispetto delle esigenze funzionali del locale con l'idea conduttrice dei committenti fratelli Alajmo, che intendevano realizzare un'atmosfera soft e minimale dove lo sguardo venisse guidato con delicatezza verso i protagonisti della scena ossia i sapori
ritrovati. Volumi precisi e compiuti, capaci di rafforzare il valore cromatico dei materiali che, come richiesto, dovevano essere autentici, naturali, tradizionali e facilmente riconducibili all'immaginario del passato, sono stati arricchiti di un sapore tecnico e modernista, teso a esaltare il significato primitivo della materia. Ecco quindi le doghe di legno massiccio trattato a cera, la pietra naturale vicentina lasciata grezza per farne apprezzare la grana al tatto, i colori ocra nelle varie sfumature, i cristalli trasparenti o sabbiati delle teche espositive e i metalli degli elementi tecnici.
I rivestimenti perimetrali con un'elegante serie di listelli orizzontali in legno massiccio su fondo scuro offrono una brillante texture materica che si contrappone armonicamente al disegno preciso delle altre pareti bianche. L'alternanza dei volumi e delle masse è esaltata dall'incidenza della luce che anima il colore bianco delle pareti e il marrone scuro dei controsoffitti e della vela in lamiera della veranda; un gioco di riferimenti ai colori e ai profumi del cioccolato e del caffè.
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BOXAN2 / MASSIMILIANO GATTI
MAREMATTEO
MASSIMILIANO GATTI
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BOXAN2 / MASSIMILIANO GATTI
L'ISOLA CHE NON C'È DI CRISTINA MASSIMILIANO GATTI
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BOXAN2 / MASSIMILIANO GATTI
IL BIANCO DI TATIANA
MASSIMILIANO GATTI
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BOXAN2 / STUDIO GUERRA
VILLA UNIFAMILIARE
STUDIO GUERRA guerrarchitetti.it
Il piano terra rincorre la suggestione di non avere soluzione di continuità tra dentro e fuori.
La successione dei vetri , dei giardini d’inverno e degli specchi dilata lo spazio oltre le pareti.
La scala come un blocco scavato nel legno, anticipa i luoghi della notte ; le camere , uno spazio intimo, rimandano ad atmosfere d’alcova.
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BOXAN2 / STUDIO GUERRA
RISTRUTTURAZIONE APPARTAMENTO ANNI ‘60 STUDIO GUERRA guerrarchitetti.it
Fuori è freddo, entro, mi accoglie il fuoco; Il caminetto diviene allora il baricentro del progetto. Abbiamo disegnato due superfici curve per accompagnare la scala (in acciao corten) che sale al sottotetto e allo stesso tempo creare una quinta per il camino in modo che il fuoco fosse visibile sia dal divano che dal tavolo della cucina. L’open space della zona giorno affaccia a nord e a sud ed è luminoso in ogni
momento; le tende in carta di ARTECNICA by Tord Boontje proiettano un merletto di ombre su pavimento e pareti e creano un gioco di riflessi sul tavolo in cristallo e sui piani di marmo verde della consolle. Il pavimento è un gres bianco molto strutturato, l’effetto, quando è illuminato, è quello del legno appena verniciato ( Mirage, ReColletion).Alle pareti campiture di colore vellutate al tatto ( Alpha Tacto di Sikkens) e carta da parati un po’ retrò ( Designers Guild) a mascherare il pannello
scorrevole che porta alla zona notte. Per l’arredo pezzi di modernariato e pezzi Ikea. Ci sono dettagli ed elementi che si focalizzano solo ad un secondo sguardo; vale la pena allora guardare di nuovo. L’idea è quella di un ambiente dove texture, colori, materiali, trame e tessuti si mescolano assieme , come vecchio e nuovo, impressioni e ricordi.
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BOXAN2 / JACOPO E FRANCESCO LAZZARO ARCHITETTI
ARREDAMENTO MONOLOCALE MULTIFUNZIONE JACOPO E FRANCESCO LAZZARO ARCHITETTI
Le esigenze del cliente erano di ricavare un monolocale di supporto all’appartamento principale, per accogliere ospiti per alcuni giorni, organizzare feste, conversare, leggere, guardare la TV, ascoltare musica. Per questo monolocale abbiamo ripreso le stesse caratteristiche dell’appartamento attiguo, essendo un complemento dell’abitazione principale, linee essenziali e pulite unite a materiali semplici, ma d’effetto. Abbiamo pensato di compattare nella zona più sfavorita della casa, perchè priva di finestre, l’area servizi, realizzando un ampio bagno, uno spogliatoio con armadi e incassata nella parte esterna, chiudibile tramite porta scorrevole, una zona cucina di piccole dimensioni, ma funzionale. In questo modo avevamo tutto lo spazio
disponibile per organizzare le altre funzioni richieste. L’idea di un mobile centrale che, con la semplice rotazione, cambiasse spazi, azioni, situazioni creando ambienti diversi è stata la chiave risolutiva. Il “mobile rotante” è diventato la valvola che direziona il flusso del vivere e lo spazio in tutte le sue molteplici forme. Esso contiene ed assolve tutte le funzioni principali: librerie sui lati che diventano comodini nella versione notte, contenitore per sistemi audio/visivi su un fronte, testiera del letto o parete divisoria per il pranzo sull’altro. Ogni lato scherma, divide e/o supporta, con i propri accessori, i diversi spazi. L’illuminazione, completamente a led, è stata integrata nelle pareti sopra i divani e all’interno del mobile rotante per renderlo esteticamente più importante, più funzionale e meno massiccio. Inoltre la
gestione di tutto l’impianto è stata automatizzata, attraverso un sistema domotico che ne controlla ogni funzione. La realizzazione di questo progetto è stata resa possibile da una minuziosa progettazione e da una gestione completa della ristrutturazione. Proprio il coordinamento di tutte le fasi esecutive, dalla demolizione all'arredamento, ha permesso la sinergia tra i vari componenti. Le pareti si sono sviluppate attorno ai mobili, gli impianti sono stati integrati, le pareti e i soffitti sono stati isolati. Tutto, dal progetto alla realizzazione, è stato pensato e costruito in modo preciso e fluido con un unico obiettivo: soddisfare le esigenze del cliente.
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BOXAN2 / REMIGIO LIBRALON, ANDREA BAGGIO
FOYER DEL NUOVO AUDITORIUM “ANDREA FERRARI” REMIGIO LIBRALON ANDREA BAGGIO
ARCHITETTURA D’INTERNI PER IL FOYER DEL NUOVO AUDITORIUM “ANDREA FERRARI” DI CAMPOSAMPIERO (PD) La qualità di un progetto, sia esso di architettura o arredo, viene commisurata con la capacità di risolvere problemi a più scale d’intervento. Nel nostro caso l’arredo del foyer coinvolge sia la scala architettonica (con la sua relazione inscindibile con il resto dell’auditorium) che la scala urbana: il grande parcheggio che fronteggia il foyer offre con la sua “spazialità” la possibilità di controllare visivamente il canale con il
suo argine, villa Querini e villa Campello; in altre parole un brano del centro storico di Camposampiero si attesta con le sue emergenze come una sorta di triangolazione visiva. Con questa situazione tipo-morfologica, l’idea di “aprire” al centro storico la sala foyer a mezzo di una grande vetrata, contribuisce a saldare l’interno con l’esterno. Ciò significa che il bancone e la grande scala con il parapetto (arredo? architettura?), da semplici elementi di arredo interno rientrano a pieno titolo tra gli elementi che partecipano alla
composizione dello spazio pubblico. Il bancone-reception si rapporta senza soluzione di continuità con la scala sovrastante ed il relativo parapetto; esso si presenta come un unico volume compatto generato in lunghezza dallo sviluppo di una figura piana quale il trapezio rettangolo, per una lunghezza superiore a m 8. Nella parte terminale, il volume del bancone si smaterializza (pur mantenendo la sua continuità con il piano di lavoro e lo zoccolo) per concedere spazio al basamento della scala.
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BOXAN2 / REMIGIO LIBRALON, ANDREA BAGGIO
ARREDAMENTO DI UN “SUSHI RESTAURANT & COCKTAILS” REMIGIO LIBRALON ANDREA BAGGIO
CITTADELLA (PD) “Il luogo” per l’architettura non è certo cosa di poco conto e per il progetto di architettura il luogo evoca la nozione di contesto; un contesto configurato dalla città, dalla sua memoria collettiva e da quel rapporto singolare che esiste tra una certa situazione locale e le costruzioni che stanno in quel luogo: in altre parole il “locus”. Così, la città murata con i suoi borghi esterni ed il grande spazio centuriato di contorno originavano le motivazioni sufficienti per costruire edifici eccellenti. L’edificio/archeologia industriale della ex filanda di recente restauro ne è un
esempio fulgido poiché la sua “vita” dipende esclusivamente dalle dinamiche urbane determinate dalla relazione tra l’alta mura medievale con gli spalti ed il fossato e Porta Bassano con il suo borgo. All’interno di questo edificio e più precisamente sulla sua appendice ad Est si trova il nuovo locale pubblico arredato a bar-ristorazione. Tutto ciò per dire ancora una volta che non esiste arredamento che possa sottrarsi dal suo contesto, sia questo architettonico o a maggior scala; e nel caso in cui tale contesto fosse “eccellente” ciò ne facilita la progettazione. Sviluppato su due piani con andamento planimetrico ad L, la sala bar orienta il
suo lungo bancone verso la finestra che è il punto d’incontro visivo con il contesto; lo stesso vale per la sala ristorante e sovrastante terrazza le cui aperture visive verso la grande mura merlata sono molto più generose. La morfologia dell’arredo tutto (bancone inclinato e orientamento dei tavoli per la ristorazione) è influenzata dai coni visuali resi vincolanti per la progettazione. Questa è l’idea fondante; tutto il resto quali i materiali le lampade, ecc. sono semplici complementi di arredo certamente necessari per definire la classe dell’intervento ma decisamente secondari per valutare la correttezza dello stesso.
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ARIANNA MARETTO O.C.SE. SAS emare@ocse.191.iT
ARCHITETTURE TEMPORANEE ALLESTITE PER L'AZIENDA GAZZOTTI S.P.A. IN OCCASIONE DELLE EDIZIONI 2006 | 2007 | 2008 DELLA FIERA "ABITARE IL TEMPO" A VERONA I tre progetti espositivi sviluppati nel medesimo contesto, un quadrato di 8x8 metri lato, pur generando situazioni spaziali e architettoniche ogni volta
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differenti, sono stati studiati aderendo sempre agli stessi principi. I prodotti, essenze e textures di parquet, non sono semplicemente esibiti, ma "messi in azione" per costruire contesti spaziali che li rendano apprezzabili e direttamente esperibili nelle loro caratteristiche qualitative, suggerendo contemporaneamente diverse situazioni d'impiego. Gli spazi espositivi sono
organizzati affinchè ogni pattern abbia la necessaria attenzione ovvero l'occasione di esprimersi in "assolo" senza entrare in conflitto con gli altri e parimenti l'opportunità di dialogare armoniosamente con le essenze presenti, costruendo un ambiente unitario. Il parquet riveste differenti e numerose opportunità di seduta per avvicinare, da una parte, il contatto e l'esperienza delle
BOXAN2 / ARIANNA MARETTO
8X8 CONTEMPORARY ARCHITECTURE textures, per aumentare e incoraggiare, dall'altra, la permanenza all'interno dello stand. La percezione dell'intero allestimento non è mai, volutamente, immediata e simultanea, ma attraverso opportuni schermi differentemente permeabili e aperture variamente modulate il visitatore è dapprima incuriosito e successivamente incoraggiato ad entrare per esperire la complessità dello spazio e la varietà dei
materiali. Il primo progetto dispone setti a L secondo una sequenza di quinte che fanno scivolare fluidi gli spazi uno dentro l'altro. Nell'ambiente centrale la geometria compositiva esplode moltiplicandosi nel riflesso degli specchi sulle testate: gli spazi reali e virtuali si mescolano e si confondono, l'esposizione continua, continua, continua... . La ricchezza spaziale si percepisce attraverso sottili
aperture che immettono nello spazio successivo e di qui in un altro ancora cosicchè è sempre possibile apprezzare la varietà dei materiali tramite la successione dei piani Il secondo allestimento racchiude un ambiente unitario delimitato da setti continui permeabili attraverso sequenze di aperture che sono già momenti espositivi. All'interno la mostra si esprime nella libera
composizione dei prismi Il terzo allestimento combina due ambienti con differenti caratteristiche spaziali e di fruizione: quello deputato alla sosta è costruito disponendo piani orizzontali che formano sedute, banchi, pedane, l'altro è fatto per essere attraversato come una galleria e la prospettiva accentuata dagli specchi laterali e sul fondo ne amplifica la percezione spaziale.
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BOXAN2 / MASMA - ARCHITETTI ASSOCIATI
RISTRUTTURAZIONE DI UN PALAZZETTO NEL CENTRO STORICO DI PADOVA MASMA ARCHITETTI ASSOCIATI STEFANO LICCARDO MASSIMO STELLA MANUEL ZANON www.masma.com
PADOVA L’intervento di ristrutturazione pur mantenendo perfettamente intatto l’impianto originario del fabbricato, rendendo anzi sempre leggibile la tipica conformazione del lotto gotico, è improntato sul confronto dialettico con l’edificio storico utilizzando un linguaggio moderno che per contrapposizione metta in risalto gli elementi strutturali esistenti; luce e ombra, sottrazione e annessione sono le coppie dialettiche predominanti del progetto giocate tramite la sostituzione di pareti murarie con ampie superfici vetrate che permettono di portare la luce naturale anche nella parte centrale del fabbricato altrimenti buia e creano una relazione visiva tra tutti gli ambienti della zona giorno. L’ingresso all’abitazione, situato al piano terra, si apre in uno spazio in doppia
altezza, dove si trova la scala principale dalla quale si intravede, attraverso delle pareti in cristallo, la zona giorno situata al primo livello; sempre al piano terra sono stati ricavati una lavanderia, uno studio e un garage doppio . Al piano primo si trovano la cucina, la zona pranzo, il soggiorno e la sala tv ; Un pavimento in terrazzo alla veneziana in marmo bianco di Carrara avvolge tutto il piano contrapponendosi al soffitto ligneo scuro, opportunamente restaurato. Dal piano primo una scala rivestita in pietra serena e parapetto in cristallo conduce alla zona notte che si trova al livello superiore: qui l’intervento ha rispettato quella che era la suddivisione originale degli ambienti definendo 3 camere, uno studio e due bagni . L’operazione più significativa, data l’altezza limitata dei soffitti delle zone corridoio che conducono ai vari ambienti
di questo piano, è stato quella di sostituire un scala lignea esistente che da questo piano portava alla soffitta, con una scala in acciaio e vetro che sfruttando la presenza di un abbaino sulla falda della copertura ha permesso di illuminare tutto il vano scala e la porzione del corridoio del piano secondo, e di mettere in relazione visiva i vari livelli dell’abitazione, è così possibile dall’ingresso al piano terra riuscire a leggere la struttura lignea della copertura dell’edificio. L’illuminazione dei vari ambienti è stata studiata differenziando la tipologia di luce a seconda della funzione: i vani scala sono stati illuminati tramite faretti segna passo, i corridoi e le zone di passaggio tramite faretti a pavimento, mentre le stanze e gli ambienti di soggiorno con lampade applique integrate da particolari piantane di design.
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BOXAN2 / MASMA - ARCHITETTI ASSOCIATI
HOUSE 11
MASMA ARCHITETTI ASSOCIATI www.masma.com
NUOVO COMPLESSO ABITATIVO ALLE PORTE DI PADOVA HOUSE 11 è una porzione di testa di un nuovo complesso di unità a schiera, progettate dallo studio Masma nella prima periferia di Padova. L’abitazione si compone di piano terra, primo e mansarda, con uno spazio esterno privato. Aspetto centrale del progetto è il continuum spaziale degli ambienti: il piano terra e il piano primo sono messi in relazione tramite un vuoto in doppia altezza, parapetti e divisori in vetro creano una relazione visiva tra le diverse zone dell’abitazione; La luce naturale che penetra dalle ampie aperture, e l’uso di pochi materiali e colori contribuisce ad una sensazione di dilatazione dello spazio. Trasparenza e opacità sono le coppie dialettiche che caratterizzano l’intervento. Il piano terra è un open space dove la
cucina ad isola è dichiaratamente il cuore centrale della casa insieme al tavolo da pranzo in vetro accompagnato a sei sedie in polipropilene bianco opaco; un caminetto e due poltrone a sacco, definiscono un angolo relax per il periodo invernale. Le grandi vetrate scorrevoli del piano terra si aprono sul giardino privato creando così un tutt’uno tra interno ed esterno. Allo stesso livello si trovano un bagno di servizio e il garage doppio che permette un accesso diretto alla zona cucina/pranzo. Al piano primo si sviluppa il salotto dove un volume verticale contenente la tv divide, senza occludere la vista, la zona divani dallo studio, costituito da una libreria a giorno bianca e da un tavolo in vetro; allo stesso piano si trovano anche la lavanderia e una camera doppia con bagno e terrazzo. All’ultimo piano mansardato si accede attraverso una scala costituita da un
pezzo unico di lamiera piegata verniciata bianca ed innestata direttamente nel muro portante di spina, che verniciato di un color marrone scuro accentua la leggerezza della scala bianca che rimane completamente aperta sul soggiorno e protetta da tre vetrate a tutt’altezza. In mansarda si trova un’altra camera con affaccio diretto su un’ampia terrazza pavimentata in legno, e il grande bagno padronale. I colori della casa sono quello del rovere naturale che caratterizza tutti i pavimenti, il bianco opaco di tutti gli arredi, e il color marrone scuro della parete di spina centrale. I bagni hanno in parte il pavimento in rovere, in parte in mosaico di una tonalità variegata marrone dorata, i lavandini in ceramica bianca si appoggiano su mobili sospesi in rovere moro.
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BOXAN2 / SILVIA NOVENTA, MARCO ALBERTO ZECCHIN, PIER CESARE VITTADELLO, MARCO ZAUPA, DAVID CANALE
RISTRUTTURAZIONE LOFT N
SILVIA NOVENTA MARCO ALBERTO ZECCHIN PIER CESARE VITTADELLO MARCO ZAUPA DAVID CANALE
PADOVA, 2009 Nuove relazioni tra gli spazi. Ăˆ questa la filosofia alla base del progetto di ristrutturazione. Punto di partenza un alloggio all'ultimo piano di un condominio anni 50. Demolite le partizioni interne, sia verticali che orizzontali, si scopre un ampio volume che si riempie di luce e nuove
funzioni. Le relazioni tra gli spazi cambiano. Si strutturano in maniera inaspettata. Ora l'area ruota attorno a un nuovo baricentro, costituito dalla scalacontenitore che conduce al piano superiore. Rimosso l'intonaco dalle pareti perimetrali, riaffiora la tessitura dei muri in mattoni pieni e i cordoli in calcestruzzo che racconta la peculiaritĂ costruttiva
dell'edificio. Le pareti vengono dipinte di bianco, in modo da rafforzare il dialogo con le nuove superfici. L'intervento non suddivide in stanze il volume ma, tramite compressioni e dilatazioni, scandisce, interpreta, asseconda. E invita in modo fluido alla scoperta di Loft N.
LEGENDA 1. Ingresso 2. Cucina 3. Bagno 4. Pranzo 5. Zona giorno 6. Camera-soppalco 7. Lavanderia 8. Bagno 9. ropostiglio
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BOXAN2 / PARISOTTO+FORMENTON
RESIDENZA PRIVATA ANNI ‘40 PARISOTTO+FORMENTON www.studioparisottoeformenton.it
“La definizione di Dimora del Vuoto, oltre a includere il concetto taoista della totalità, ha in sè quello della necessità di un continuo mutamento dei motivi decorativi. La stanza del tè è del tutto vuota, a eccezione di quanto vi si trova temporaneamente, per soddisfare un
certo stato d’animo estetico. Per l’occasione un particolare oggetto artistico viene portato nella stanza, e tutto il resto viene scelto e disposto in modo tale da accentuare la bellezza del tema dominante.”
Kakuzo Okakura, “LO ZEN E LA CERIMONIA DEL TE’” titolo originale “The Book of Tea” 1955 - SE srl Pubblicato in Italia da Feltrinelli su licenza SE srl. Traduzione e cura di Laura Gentili
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BOXAN2 / PARISOTTO+FORMENTON
RESIDENZA PRIVATA ANNI ‘20 PARISOTTO+FORMENTON www.studioparisottoeformenton.it
“Per essere realmente apprezzata, l’arte deve armonizzarsi con lo spirito della propria epoca. Non si tratta di ignorare le esigenze della posterità, ma di trarre maggior piacere dal presente. Non si tratta di disprezzare le opere del passato,
ma di cercare di assimilarle alla propria coscienza. In architettura, il pedissequo conformismo nei confronti della tradizione e delle formule stabilite paralizza l’espressione della creatività individuale.”
Kakuzo Okakura, “LO ZEN E LA CERIMONIA DEL TE’” titolo originale “The Book of Tea” 1955 - SE srl. Pubblicato in Italia da Feltrinelli su licenza SE srl. Traduzione e cura di Laura Gentili
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BOXAN2 / ALDO PERESSA
APPARTAMENTO D.C.
ALDO PERESSA www.aldoperessa.it
VENEZIA Questa piccola casa è situata a Venezia nel Sestiere di Cannaregio, uno dei rioni non ancora del tutto normalizzati dal flusso turistico e terziario. Dal punto di vista tipologico, l’abitazione fa parte di due unità edilizie pre-ottocentesche a schiera con fronte di edificazione pari a due moduli, altezza di tre piani, composizione di prospetto con due aperture per modulo, corrispondenti a quattro allineamenti verticali di aperture, uno dei quali comprende la porta d’ingresso. Lo sviluppo distributivo è su due livelli con il piano terra coincidente con l’unico vano d’ingresso e scala a rampa unica addossata ad un muro portante laterale. Lo stato di fatto, pur in una dimensione così ridotta, presentava rilevanti trasformazioni apportate nel tempo nell’adeguamento alle nuove funzioni ed alle variazioni dei modi d’uso. In particolare: la suddivisione longitudinale dei due moduli funzionale all’inserimento dei servizi e dei relativi percorsi,
l’annessione di uno dei moduli dell’unità adiacente e, sul lato nord-est dell’immobile, l’accorpamento di una terrazza corrispondente al tetto piano di un fabbricato attiguo. Il progetto d’intervento ha realizzato alcune opere, per lo più di demolizione e di ripristino, volte a semplificare gli assetti e a riequilibrarne le attinenze con i modi d’uso. I locali di cucina/pranzo e soggiorno sono stati ri-dimensionati secondo i due moduli base originari mediante l’eliminazione delle partizioni incongrue. La zona-notte, i servizi e i vani tecnici sono stati distribuiti nell’unità adiacente; il vano scala è stato liberato al primo piano della muratura perimetrale, ciò che ha consentito la completa visibilità verticale, prima preclusa. E’ stato creato, inoltre, un ulteriore collegamento tra la cucina/pranzo e il soggiorno, allo scopo di produrre una completa circolarità dei percorsi e la libertà della pianta. I connettivi sono assenti, gli spazi si fondono tra loro. E’ stata, infine, realizzata una grande apertura che ha
permesso di annettere al soggiorno il giardino d’inverno, quasi una stanza all’aperto dalle pareti schermate da frangisole in larice. Oltre a quelli mobili, gli unici elementi d’arredo sono la cucinainterparete passante e il grande armadio-contenitore in soggiorno ad ante scorrevoli, in acero sbiancato. I pavimenti sono in resina. La casa, nella parrocchia della Madonna dell’Orto, si trova in Corte Porton dei Mori, in prossimità del Campo dei Mori, dove - come racconta il Tassini - sono incastonate nelle muraglie tre statue d’uomini vestiti alla orientale (una delle quali è conosciutissima dal nostro popolo sotto il nome di Sior Antonio Rioba). Nel corso dei lavori la testa di Sior Antonio Rioba, dal naso di ferro, è stata spiccata dal busto e trafugata da ignoti, ma il mio cruccio è stato, a lungo, anche dopo il ritrovamento, l’idea di questo naso di ferro in giro per la città come nel racconto di Gogol. FOTO Adriano Pecci, Stefano Bargellini
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BOXAN2 / ENRICO POLATO
LO SPAZIO HA DUE FUNZIONI ACCOGLIERE ENRICO POLATO polarch@hotmail.com
ESIGENZA Nel sottotetto su due livelli di un palazzo storico si incrociano due flussi domestici: uno basso di servizio [lavanderia] ed uno sopraelevato [studio privato]. La necessitĂ di definire un ambiente di studio raccolto ma inserito nella vita della casa, accogliente ma comunicante, hanno portato alla concezione del Mobile Studio.
SOLUZIONE Mobile Studio si compone di un mobile alto di servizio alla lavanderia e di un archivio retrostante sopra il dislivello di 62 cm. Il punto di incontro tra le due componenti regola il fuori squadra del muro storico. L’altezza del mobile permette di vedere sempre tutto lo spazio, ma al contempo rende lo studio un ambiente finito.
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BOXAN2 / ENRICO POLATO
SEPARARE LO SPAZIO HA DUE FUNZIONI ENRICO POLATO polarch@hotmail.com
ESIGENZA L’abitazione ha un ingresso quadrato seguito da un soggiorno rettangolare. Lo spazio è dunque una elle che non è nè ingresso nè salotto. La necessità di spazio per i libri necessari agli studi di specialità di medicina, di accoglienza degli amici, di separazione dei due ambienti, hanno portato alla concezione della Libreria Stella.
SOLUZIONE È una libreria a portale che, in continuità col muro, regola il soggiorno e riduce l’ingresso. Come un muro sorge dal pavimento e lascia un po’ di spazio col soffitto per l’installazione di luci. La sezione di forma ad elle, che permette il passaggio di persone e luce naturale, viene colorata di blu a rimarcare la sua presenza.
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BOXAN2 / MARCO ANACLETO RONGA
UNA FINESTRA SULL'ALTOPIANO MARCO ANACLETO RONGA ronga.marco@libero.it
L'Existenzminimum può conciliarsi con l'esigenza di senso e di espressività? Questo progetto di arredo a basso costo di un ambiente di 18 mq. fa ruotare intorno alla visione del paesaggio le funzioni di soggiorno, studio, guardaroba, cucina e camera da letto matrimoniale. La scelta di materiali ecologici ed evocativi trasforma una tipologia abitativa anonima in uno spazio di grande suggestione. La pedana polifunzionale contiene un letto matrimoniale a scomparsa su ruote, e consente contemporaneamente l'utilizzo del tavolo su un fronte con sgabelli tipo piano-bar, dall'altro con le sedie raggiungibili con con una piccola scaletta
a due gradini (funzionale sia per raggiungere gli scaffali in alto della cucina, sia come scrittoio per un bambino). Gli “sgabelli-slitta” e le sedie permettono l'uso del lungo tavolo da entrambi i lati a quote diverse, per una visione ottimale del paesaggio anche stando seduti. La lunga e capiente cassapanca funge da guardaroba ed è attrezzata come divano da quattro posti i cui cuscini possono costituire ulteriore posto letto da una piazza e mezza se posti sulla pedana. Alla parete un ripiano-tavolo minimale con relativa seduta (entrambi ribaltabili e a scomparsa) costituiscono un utile punto di studio e lavoro orientato su una visuale alternativa del paesaggio.
La cucina garantisce la massima capienza anche in funzione della riduzione delle uscite per scorte alimentari durante la vacanza estiva o invernale. I punti luce alogeni sul tavolo animano un tronco tortile appeso al soffitto (“lampada -tronco”). Nella camera da letto il globo di vetro illuminante è circondato da una ghirlanda di rami che pende dal soffitto ed evoca un nido (“lampada-nido”). L'intervento è in un appartamento di 31 mq. localizzato sull'Altopiano di Asiago ed è stato realizzato nel 2004.
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BOXAN2 / LORENZO ROSSI
APPARTAMENTO 1
LORENZO ROSSI www.rossiarchitettura.it
PADOVA 2007 Classicismo delle forme e delle decorazioni, eclettismo dei colori, siglano un interno nel centro storico padovano. Il cuore del progetto è il soggiorno, dal quale attraverso l'apertura realizzata con un'ampia vetrata luminosa, si accede al giardino privato; in questo modo la zona living è in armonia con la zona esterna; principale obiettivo della ristrutturazione. La serenità trasmessa dall'ambiente è dovuta all'equilibrio di arredi e colori studiati con particolare attenzione. L'arredamento della zona giorno è giocato nell'accostamento di arredi classici e moderni di colore bianco-nero. La libreria alta tre metri, a tutta altezza, e il mobile tv in legno laccato con pantografature sulle ante e i sostegni di
forma particolare, sono stai ideati e disegnati su misura per contenere gli oggetti e i numerosi testi dei proprietari. Le cornici a soffitto dialogano con il design della libreria e del mobile tv; il divano, il tavolo da pranzo cromato e le sedute di design alleggeriscono l'impatto visivo. Per i pavimenti della zona living e camere si sono utilizzati listoni in legno di rovere sbiancato. Nel bagno padronale le pareti e il pavimento sono rivestiti in tessere di mosaico di colore bronzo-oro; nel bagno ospiti si alternano nei rivestimenti tessere di mosaico nero e foglia argento. Per le pareti della camera padronale, arricchite da cornici in gesso, che formano delle doppie specchiature, sono stati scelti colori delicati; il letto di design, invece, si staglia su un ampio campo
verniciato a smalto in tonalità marrone cioccolato. Il giardino è stato pavimentato con lastre di marmo posato a correre; una fascia di rispetto in ciottoli di fiume con illuminazione a faretti, separa la pavimentazione dalle mura medioevali. L'arredo del giardino è arricchito da oggetti acquistati dai proprietari nei loro viaggi, quali la "capasa" tipica anfora in terraccotta smaltata salentina e reperti archeologici. Grande luminosità, allegre cromie, giochi di riflessi e la suggestione di ricercate opere fotografiche, animano la classica, ma allo stesso tempo, razionale sobrietà delle linee e dei volumi di un interno in grado di conservare lo spirito nel tempo.
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BOXAN2 / LORENZO ROSSI
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BOXAN2 / LUCIANO ROSSI
UFFICI METAL B PADOVA UNO SPAZIO ASTRATTO LUCIANO ROSSI Via Berchet n. 9 Padova
UNO SPAZIO ASTRATTO “…..la ricerca dell’essenziale, un lavoro basato sull’omissione, sulla rinuncia, guidato senza tentennamenti da un principio di economia spirituale, secondo il quale bisogna essere sempre disposti a separarsi da ciò che non resiste alla prova della necessità………” 1 Il progetto per gli uffici Metal B è definito e costituito da pochi segni chiari, incisivi e necessari che scandiscono e suddividono il vuoto circoscritto in ambiti indipendenti e funzionalmente autonomi, ma interconnessi e attraversabili, elementi e materiali ai quali viene data struttura e coesione. Lo spazio assume un grande
potere di astrazione, capace di spogliare l’architettura dai suoi aspetti funzionali e contingenti, per esaltarla come pura costruzione formale, gli elementi perdono importanza in se stessi, ma sono le relazioni a imporsi come protagoniste. La superficie degli uffici è suddivisa in tre ambiti: a nord la zona operativa, così come le altre, è caratterizzata dalla distribuzione degli arredi sull’asse longitudinale e dalla loro collocazione all’interno dello spazio emergono come elementi statici, radicati e irremovibili; a sud lo spazio è suddiviso a sua volta in due ambiti di superficie minore da una vetrata continua posta longitudinalmente, intesa come elemento separatore tra le
funzioni, senza impedirne la completa visione e dimensione degli spazi interni. L’elemento baricentrico e connettivo tra gli ambiti, si presenta come un monolitico prisma nero, una grande “pietra” squadrata e opaca accostata alla parete ovest, per consentire la comunicazione tra le due zone. Questo volume polifunzionale: archivio lungo i lati nordsud, ingresso, servizi, ristoro a est e ovest, è l’elemento che unifica e suddivide allo stesso tempo l’intero spazio, non si cela mai ed è sempre in relazione con chi vive all’interno degli uffici, lo si aggira, lo si apre, lo si attraversa. 1
Carlo Martì Arìs Silenzi eloquenti Milano
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BOXAN2 / MASSIMO SCATTOLIN, MARTINA MORASSUTTI
RISTRUTTURAZIONE RESIDENZA IN PADOVA MASSIMO SCATTOLIN MARTINA MORASSUTTI info@scattolinarchitetto.com
PADOVA Nell’intervento vengono uniti due appartamenti in una unica unità, dove la parte sinistra diventa zona notte con 3 camere e servizi; la destra zona giorno. In questa, lo spazio viene allargato eliminando alcuni muri interni e togliendo il controssoffitto in cannucciato per lasciare a vista l’ordito delle travi di copertura.
Il soggiorno è parzialmente coperto da un soppalco, zona relax e gioco per le bambine. Si compone di una struttura portante in ferro, sagomato per adeguarsi alle finestre esistenti, e da piano in legno tipo xlam. La zona soppalcata risulta staccata dalle pareti e pare fluttuare nello spazio. Il lato inferiore è alleggerito e impreziosito da fresature operate nel legno.
La cucina è in continuità visiva con il soggiorno, sebbene suddivisa funzionalmente da grandi vetrate montate su telai in abete sbiancato. La committenza, una giovane famiglia, ha ricercato l’aspetto di un appartamento luminoso, divertente e spesso colorato. I mobili sono stati tutti studiati, sia quelli di arredo fisso disegnato su misura, sia quelli all’interno degli ambienti.
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BOXAN2 / MASSIMO SCATTOLIN, MARTINA MORASSUTTI
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BOXAN2 / MASSIMO SCATTOLIN, MARCO CHIUCCHINI
NUOVO FABBRICATO UNIFAMILIARE IN LEGNO MASSIMO SCATTOLIN MARCO CHIUCCHINI info@scattolinarchitetto.com info@chiucchini.it
La Committenza desiderava sostituire il fabbricato preesistente con un nuovo edificio, conservando se possibile il vecchio cipresso del giardino. Nasce quindi un edificio in movimento, con torsione verso il Verde e la Luce. Dall’interno, attraverso le grandi finestre, il cipresso viene sempre visto e abbracciato dall’architettura. La giovane famiglia committente ha ricercato, da un lato una casa ricca di luce, di scorci suggestivi e spazi grandi; dall’altro anche idee innovative per realizzare la casa. La costruzione è avvenuta mediante demolizione del vecchio edificio e
ricostruzione con tecnologia in legno XLam, con il vantaggio di ridurre i tempi di realizzazione ed i conseguenti disagi alla abitazioni vicine. Gli ambienti interni offrono scorci della struttura portante in legno. Avendo la Committenza desiderato un leggero sfalsamento di livelli, si è ottenuta la composizione del Piano Giorno. Il primo livello comprende pranzo, cucina, servizio e ingresso e salendo di pochi gradini si ha il soggiorno. I mobili, disegnati su misura qui come nel resto della casa, permettono una continuità visiva dello spazio interno, e tra interno ed esterno.
Il pranzo e la cucina si aprono verso il portico, orientato a sud, e verso il verde, che degrada con leggero movimento a scalini verso il prato a quota zero. Dal soggiorno si sale al Piano Notte al cui primo livello sono due camere, entrambe dotate di terrazza coperta; al secondo livello si trova la camera principale. Dal disimpegno, una salita ulteriore conduce al solarium incastonato nella copertura. Dalla zona di ingresso si scende al livello dell'autorimessa e ai locali di servizio, con comunicazione diretta con il verde.
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BOXAN2 / SOLIGOARCHITETTI
VORREMMO RISTRUTTURARE UN MINI-APPARTAMENTO PER NOSTRO FIGLIO…!!! SOLIGOARCHITETTI soligoarchitetti@libero.it
Vorremmo ristrutturare un miniappartamento per nostro figlio…!!! La proposta di lavoro sembra avere un carattere di ordinaria quotidianità; in realtà nel sopralluogo esplorativo scoprimmo che il mini-appartamento consisteva in una “stanza di 21 mq”, inserita in uno storico edificio medievale della città di Padova, a ridosso del famoso Palazzo della Ragione. L’edificio dopo varie trasformazioni subite nei secoli, risultava infatti costituito da una serie di mini-monolocali disposti in sequenza lungo un corridoio di distribuzione. Molto probabilmente questa configurazione era dovuta ad una precedente destinazione a “casa
d’appuntamenti”. Il proprietario desiderava la possibilità di avere anche in un simile piccolo spazio due distinte zone, una pubblica e una privata, sfruttando gli arredi o eventuali particolari tramezzature, possibilmente ampliando la superficie se i regolamenti lo consentivano. Fu una riunione condominiale a trasformare tale desiderio in realtà, attraverso la condivisa possibilità di ampliare la superficie a disposizione di 21 mq sulla sua proiezione verticale, sfruttando l’unico spazio potenzialmente disponibile costituito dal sottotetto condominiale inutilizzato, separato dal monolocale sottostante da una controsoffittatura in
arelle e intonaco. L’idea progettuale si concretizza nell’inserimento di un soppalco con struttura leggera metallica e soprastante piano di calpestio in legno, parzialmente sospeso con tiranti verticali vincolati alle capriate esistenti. La sospensione del soppalco viene accentuata dal distacco di 10 cm delle strutture in acciaio dalle pareti perimetrali. Ciò che apparentemente risultava anonimo e insignificante viene così completamente modificato. Da una semplice stanza, diventa una sorte di piccola “torre”, che mette in luce le strutture delle storiche capriate lignee ed il manto di tavelle di laterizio esistenti. La nuova spazialità viene arricchita da elementi minimali e puntuali: - il bianco che caratterizza le pareti in calce rasata, le strutture metalliche e l’arredo; - il vetro utilizzato per i parapetti e le pedate della scala; - il rovere spazzolato che caratterizza le nuove pavimentazioni; - due lucernari contribuiscono all’illuminazione zenitale del locale, data l’impossibilità di modificare prospetticamente l’edificio.
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BOXAN2 / EDOARDO NARNE, GIANLUCA SALVEMINI
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EDOARDO NARNE GIANLUCA SALVEMINI soligoarchitetti@libero.it
CONEGLIANO (TV) Questa residenza unifamiliare, localizzata sulle colline nei dintorni di Conegliano, è strutturata dalla sequenza di quattro fasce che, accostate, vanno a caratterizzare i vuoti ed i pieni dell’edificio. I muri longitudinali che individuano le fasce stesse sottolineano la loro massa attraverso la presenza di nicchie, ricavate nel loro spessore, e di bucature che garantiscono la distribuzione negli spazi
interni ed il raggiungimento di quelli esterni. Sono i muri stessi sul fronte a monte a definire il rapporto tra lo spazio pubblico e la casa, attraverso il patio che filtra il passaggio dal pubblico al privato; su di esso si aprono, oltre all’ingresso vero e proprio della residenza, il piccolo appartamento per gli ospiti ed alcuni locali di servizio. Sul lato opposto della casa, un grande portico accompagna l’apertura della casa verso valle. Defilati, alle estremità, gli ambienti più intimi
(camere e bagni) o di servizio (la cucina) lasciano ampio spazio al nucleo distributore della casa, caratterizzato da pareti curvilinee, che nascondono piccoli locali accessori. Da questo ambiente centrale si accede al grande salone, dove la tensione volumetrica, ottenuta attraverso la compressione e la dilatazione dello spazio è massima, grazie anche alla doppia altezza su cui si aprono le camere del piano superiore.
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BOXAN2 / EDOARDO NARNE, GIANLUCA SALVEMINI
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BOXAN2 / SILVIA TESSARI
PALAZZO NEGRELLI
SILVIA TESSARI www.officina61.it
PIAZZOLA SUL BRENTA (PD) Palazzo Negrelli è situato a Piazzola sul Brenta, su una via centralissima a ridosso della Monumentale Piazza e del Loggiato Palladiano, scenario di tutto rilievo per una città con una storia molto particolare. Piazzola diviene prima, con il conte Marco Contarini, città della musica e dello spettacolo, con villa Contarini a fungere da grande fondale, immenso scenario agli spettacoli che si svolgevano in una piazza concepita come un grande anfiteatro e poi, con il duca Paolo camerini, città industriale, il più importante e all’avanguardia centro industriale della provincia di Padova del primo ‘900. Attorno al centro di Piazzola erano concentrate alcune delle principali strutture produttive ma anche quelle civiche come scuole, bagni pubblici, municipio, asili, ecc.
Oggi alcune di queste preesistenze industriali, che non sono state perdute, risultano ancora riconoscibili e sono state riconvertite ad altre funzioni e destinazioni reintegrandole nel tessuto cittadino, è il caso del nostro edificio, Palazzo Negrelli, che nato come scuola elementare dopo molti anni di abbandono è tornato a nuova vita. L’edificio oggi è la sede di New Vision, una società che sviluppa soluzioni tecnologiche per la comunicazione caratterizzata dalla loro forte filosofia “Made in Brain” e la cui idea aziendale è “riporre la centralità delle persone al di sopra di quello che viene prodotto” perché “tutto ciò che viene realizzato sia rappresentativo delle individualità che lavorano al suo interno”. Per questa azienda la scelta della location non è casuale, infatti la storia di Palazzo Negrelli da sempre ha posto la centralità
delle persone e la loro formazione in primo piano. All’edificio si accede da uno dei due portali, sul fronte principale, direttamente sullo spazio centrale dove sono collocati i sistemi di risalita, ascensore in vetro e la doppia scala in marmo bianco. Al piano terra sono dislocate le funzioni comuni più importanti: un grande anfiteatro in grado di riunire tutta l’azienda e abbastanza versatile per organizzare eventi; la sala mensa con la zona caffè/relax ed una spaziosa zona ristoro. Al piano primo, oltre ad alcune sale riunioni per i clienti sono collocati i settori più operativi come marketing e comunicazioni, sviluppo e Weebo (altra azienda del gruppo) con la sua control-room, organizzati in ambienti open-space ma anche in piccoli box insonorizzati per il lavoro di singoli. Il piano sottotetto è dedicato alle funzioni direzionali amministrative e commerciali.
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BOXAN2 / SILVIA TESSARI
INFONET
SILVIA TESSARI www.officina61.it
CURTAROLO (PD) L'edificio nel quale si colloca l'intervento è situato in una anonima zona industriale, priva di qualsiasi accezione estetica, di un Comune (Curtarolo) della Provincia di Padova che, come la sua area artigianale-produttiva, si sviluppa lungo la Strada Statale 47, una forte direttrice per gli scambi economici e i flussi di traffico in direzione nord-sud. In questo contesto, all'interno di un edificio che ancora una volta non tradisce l'intorno per il suo scarso valore architettonico, si colloca il progetto di restyling degli interni dell'azienda Infonet Solutions, un'azienda specializzata nella progettazione di soluzioni su misura per ottimizzare la gestione di piattaforme IT, per aziende del manifatturiero, dei servizi, ed enti pubblici. Obiettivo principale e tema di progetto
diviene da subito la riorganizzazione più funzionale degli ambienti e la ricerca di una nuova immagine che fosse più rappresentativa, rispetto all’esterno dell’edificio con il suo contesto, dell'azienda, coerentemente con la sostanziale evoluzione che questa società è stata in grado di realizzare negli anni. Al Piano terra è stato lasciato a vista e mantenuto l'involucro della struttura industriale-artigianale come anche la pavimentazione in cemento lisciato industriale, alla quale ne è stata sovrapposta un’altra solo dove funzionalmente interessava sottolineare e sostenere la presenza di una nuova funzione. Vista l'altezza elevata sono stati lasciati a vista gli impianti, soffitto e pareti perimetrali dipinti di nero fanno si che a risaltare siano le “scatole” colorate nelle quali le varie funzioni si sistemano. Un parte fondamentale della
personalizzazione dell'azienda è stata la ricerca e l'utilizzo di un elemento decorativo-comunicativo che, oltre a dare nuovo significato al lunghissimo percorso della scala di collegamento tra i piani, potesse essere in grado di esprimere in modo inequivocabile il messaggio unico e particolare che questa azienda stava cercando di comunicare. Una grande illustrazione, una vera e propria storia a grandezza naturale che parla di questa azienda ma soprattutto delle persone di questa azienda, realizzata dall'illustratrice Elisabetta Benfatto, accompagna nel percorso di risalita al piano primo i visitatori. Al piano primo, già suddiviso in vari ambienti, la scelta è stata quella di uniformare la pavimentazione, che come un grande ed unico tappeto potesse accogliere sopra ogni cosa, anche le più diverse preesistenze.
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BOXAN2 / ROBERTO TOGNON
ABITAZIONE PRIVATA ABANO TERME 2005 ROBERTO TOGNON www.robertotognon.it
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BOXAN2 / ROBERTO TOGNON
ABITAZIONE PRIVATA PADOVA 2003 ROBERTO TOGNON www.robertotognon.it
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BOXAN2 / ROBERTO TOGNON
ABITAZIONE PRIVATA SARDEGNA 2010 ROBERTO TOGNON www.robertotognon.it
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BOXAN2 / ROBERTO TOGNON
ABITAZIONE PRIVATA VICENZA 2002 ROBERTO TOGNON www.robertotognon.it
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BOXAN2 / ROBERTO TOGNON
ABITAZIONE PRIVATA PADOVA 1990 ROBERTO TOGNON www.robertotognon.it
Sezione
Pianta Piano Terra
Pianta Piano Primo
Pianta Piano Secondo 175
BOXAN2 / DAVIDE VAROTTO
APPARTAMENTO AL PIANO NOBILE DI UN PALAZZO ANTICO DAVIDE VAROTTO www.dvarch.it
PADOVA Il progetto riguarda un intervento di architettura d'interni per un appartamento al primo piano di un palazzo a Padova, si tratta di un edificio storico che presenta una distribuzione degli spazi tipica dei palazzi veneti con un piano nobile caratterizzato da un salone centrale passante affacciato a nord e sud con ambienti accessori ai lati. Nel corso degli anni le varie trasformazioni subite hanno portato ad una suddivisione in appartamenti dell'edificio ed altri spazi attigui sono stati aggiunti al nucleo originario; ora l'unità al primo piano presenta una forma articolata e si sviluppa su una superficie netta di circa 330mq, mentre le terrazze poste a sud che si affacciano sulla piccola corte di ingresso del piano terreno occupano una superficie di circa 50mq. Quando l'appartamento è stato acquistato dal mio cliente era in una condizione di grezzo avanzato a seguito di una precedente ristrutturazione, non vi era nessuna finitura, non vi erano i bagni e gli impianti non erano totalmente ultimati. Una situazione favorevole per ciò che riguarda il consolidamento strutturale, ma penalizzante per alcune scelte impiantistiche, mantenute solamente perché risultava troppo oneroso un
cambiamento radicale, come il raffrescamento realizzato con split e non con l'impianto presente a pavimento e l'impianto elettrico di tipo tradizionale. Le esigenze del nuovo committente hanno richiesto la modifica del layout distributivo ricalibrando gli spazi, la definizione di tutte le finiture, la progettazione dei bagni e degli arredi su misura, il progetto illuminotecnico e la scelta dei complementi d'arredo di serie, si sono resi necessari inoltre alcuni interventi strutturali a seguito delle scelte progettuali. L'intervento utilizza un linguaggio architettonico contemporaneo in un edificio antico caratterizzato da alcuni elementi di pregio come il soffitto con travature a vista originali e ben conservate e ambienti di grandi dimensioni, la separazione fra la presistenza ambientale ed il nuovo intervento comprende la rilettura in chiave contemporanea degli spazi, quasi tutte le tramezze esistenti sono state demolite, le nuove pareti opache nel “nucleo storico” non giungono al soffitto, nella parte superiore delle vetrate trasparenti permettono di godere della vista della travatura a soffitto e dell'ampiezza degli spazi, le porte sono per la maggior parte scottevoli o integrate negli arredi. Gli sfondamenti spaziali sono sottolineati in alcuni casi anche dagli arredi su misura. Nel grande salone appare un nuovo elemento architettonico, una parete con
finitura a marmorino grigio semilucido che si sovrappone al muro esistente. La nuova quinta visibile dall'ingresso è anche un elemento funzionale, contiene porte scorrevoli, casse acustiche, il nuovo camino in Biancone, nasconde i condizionatori e l'illuminazione, esalta la profondità dello spazio e cela gli elementi impiantistici. Particolare attenzione è stata data ai dettagli, il bordo della nuova parete rinforzato da un piatto di metallo contiene i comandi di accensione; l'illuminazione dell'ambiente, con effetti di luce incorporati nella parete che mettono in risalto i materiali di finitura, è affidata a faretti su binario posti a soffitto come sul resto della casa. Sulla parete di fronte prevale la superficie bianca del marmorino mentre sul lato opposto dello stesso muro verso la zona pranzo e cucina vi è un mobile contenitore in legno laccato bianco continuo che contribuisce a rafforzare l'unitarietà dello spazio tanto che i due ambienti sono separati solo dalla parete attrezzata della cucina mentre sopra una vetrata lascia percepire per intero il soffitto, anche qui la luce artificiale gioca un ruolo importante, delle lampade fluorescenti nascoste nel mobile creano una lama di luce che illumina la parte superiore del muro. La scelta delle finiture ha portato all'uso di materiali tradizionali e locali, prevale il colore naturale dei materiali solo la
parete del salone è volutamente caratterizzata da una finitura particolare. Il cocciopesto occupa la maggior parte della superficie del pavimento, il Biancone è utilizzato come pietra di rivestimento per tutti i bagni, il marmorino a finitura opaca per le pareti, il legno laccato bianco per le porte ed i mobili. Nella zona notte ad ovest il pavimento è in listoni di Teak, qui il corridoio è anche guardaroba con armadiatura sui due lati, le porte scorrevoli anch'esse in Teak coprono interamente l'altezza della stanza somigliando a quinte scorrevoli più che a porte di un armadio. Una delle richieste della committenza riguardava la progettazione dello studio del capofamiglia che si trova nell'angolo a nord ovest a stretto contatto con il salone, la libreria a tutta altezza in legno laccato bianco e Teak si sviluppa su due lati della stanza e contiene la porta scorrevole che conduce al disimpegno. Sulla parete opposta un grande schermo fisso per l'home theatre è integrato nel mobile. Nei bagni della casa si è utilizzato il Biancone di Asiago come materiale per il rivestimento delle pareti, i lavandini ed i piatti doccia su disegno sono ricavati da massello, le pareti di separazione delle doccie sono anch'esse in massello di pietra Biancone. Lo spessore della muratura esistente ha permesso la realizzazione di nicchie di contenimento utili nelle doccie o a fianco dei lavandini.
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SOLENGO DIREZIONE GENERALE VIVIANI ARCHITETTI www.andreaviviani.it
LIMENA (PD), 2009 Gli uffici della Solengo srl, società che si occupa di gestione di spazi cinematografici, occupano venticinque persone divise tra due piani di 400mq e 200mq. Il progetto offre al visitatore una serie di stimoli e sorprese. L’ingresso al piano terra è dominato da una parete retroilluminata in cui campeggiano una serie di radiografie.Al piano principale una grande grafica ipercolorata allude al poliedrico mondo cinematografico e introduce al patchwork di tappeti che riveste il bancone della reception.Tutti gli spazi di passaggio sono contraddistinti dalle pareti verticali bianche e dal nero
del soffitto e del linoleum usato per i pavimenti. Sempre sul soffitto, tagliato con cadenza regolare, sono collocati semplici tubi fluorescenti. I singoli uffici, diversi per colore delle pareti, dei mobili, e per la carta da parati che li decora parzialmente, hanno porte in vetro, parzialmente sabbiate con campiture che proseguono con macchie nere sulla parete. Ad unificare le singole stanze è una ideale zona neutra, profonda un metro dalla parete esterna in cui tutto diventa grigio: mobili, pareti, pavimento, soffitto. In questo spazio tutto è desaturato. Particolari sono le due sale riunioni, poste una accanto all’altra, la più piccola è perimetrata da elementi
verticali in U-glass. La più grande ha la parete esterna sfaccettata, rivestita in pannelli di pesante feltro rosso, scelto in due toni diversi. L’interno cambia completamente. Lo spazio concavo è delimitato da pannelli ondivaghi realizzati in gesso e verniciati color madreperla. L’uso di tre tipi di sorgente luminosa contribuisce a modificare la percezione dell’ambiente. Anche i bagni nascondono soluzioni particolari, tutto lo spazio è dipinto con resina epossidica, verde al piano superiore, rossa in quello inferiore. Gli specchi, dalla geometria interrotta, rimandano, compromessa, l’immagine di chi guarda, trasformandola in un’opera d’arte astratta.
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CASA A PADOVA 1995
ANTONIO ZAMBUSI info@zambusi.com Foto: Motta e Molteni
PADOVA 1995 Riutilizzo di una piccola casa, in cui veniva conciato il pellame, e della vicina serra per ricavare un’abitazione di circa mq 270. Restaurate le coperture lignee si sono organizzati gli spazi utilizzando come soggiorno la serra e collegandola con un tunnel di vetro al corpo principale. L’arredamento su disegno è stato integrato con pezzi scelti di design contemporaneo.
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GALLERIA CIVICA CAVOUR 2006 ANTONIO ZAMBUSI info@zambusi.com Foto: Richard Khoury
Nuova immagine della vecchia Galleria di piazza Cavour, caratterizzata principalmente dal collegamento verticale, con ascensore e scala racchiusi in un volume di vetro sagomato secondo le rampe. Nella parte sotterranea si sono curate tutte le finiture: pavimenti, soffitti e il rivestimento delle colonne; inoltre sono stati realizzati i nuovi servizi igienici. E’ stato progettato il box reception in vetro, tutto sistema espositivo modulare e quanto necessario per il buon funzionamento di una contemporanea galleria d’arte.
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Progetto e impaginazione grafica FELICE DRAPELLI - felicedrapelli@gmail.com 07/2013
Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Padova 35131 Padova - Piazza G. Salvemini. 20 tel. 049 662340 - fax 049 654211 e-mail: architettipadova@awn.it
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