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LETTERA DEL DIRETTORE EDITORIALE
D’Effremo
Care Colleghe e Colleghi, questa terza uscita della Rivista è composta da contributi molto differenti per contenuto ma tutti di grande spessore.
Faremo un viaggio con i treni storici, per cui vi consiglio, se non l’avete già fatto di concedervi una giornata dedicata alla visita del bellissimo Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, tra Napoli e Portici, allestito nei locali delle ex Officine di Pietrarsa sulla spiaggia davanti alla stazione ferroviaria di Pietrarsa-San Giorgio a Cremano, luogo dove è nata la storia delle ferrovie italiane. Qui infatti nel 1839 è stata inaugurata la prima ferrovia d’Italia che collegava Napoli a Portici, qui potrete fare un viaggio virtuale sulla storica Bayard con cui fu effettuato quel primo viaggio e osservare la replica della locomotiva nel padiglione delle vaporiere. Affronteremo un tema molto caldo e attuale, che descrive come sia in atto un fenomeno di deossigenazione del tratto urbano del Fiume Tevere e di come esso sia connesso con l’inquinamento da reflui urbani.
Altrettanto attuale è l’utilizzo dell’approccio Agile, che vede la sua conferma con la pubblicazione nel 2021 da parte del Centro di eccellenza della Commissione Europea della guida
PM²-Agile. Agile è un approccio che negli ultimi anni ha visto un crescente sviluppo e utilizzo nelle realtà aziendali, che mira a creare un’organizzazione efficacemente adattiva in grado di rispondere in modo più rapido ai cambiamenti e a snellire tutti i processi, oltre che a investire su dei team più fluidi, altamente collaborativi e maggiormente indirizzati agli obiettivi di progetto. Le aziende che mirano a tale approccio sono senz’altro aziende innovative, in cui il tema organizzativo e il lavoro di team sono visti come cruciali nello sviluppo aziendale, nonché per lo sviluppo e l’apprendimento continuo del singolo. In ultimo un focus approfondito sul tema dell’evoluzione delle tecnologie satellitari emergenti. Sui temi dedicati all’Aerospazio IO Roma continua raccogliere contributi di rilievo che, per i non addetti ai lavori, rendono meno “distante” un tema che invece influisce costantemente con la nostra quotidianità. Nell’ottica di un approccio più agile e mirato alla condivisione, anche IO Roma si è dotata di una pagina Linkedin, pertanto vi invito a seguire la nostra pagina e a frequentare il portale della rivista dell’Ordine https://ioroma.info/ per rimanere sempre informati sulle nostre pubblicazioni.
Non mi resta che augurarvi Buona Lettura
Ing. Maria Elena D’Effremo Direttrice Editoriale
Lettera Del Presidente
Ing. Massimo Cerri
Loscenario spazio temporale in cui viviamo richiede quotidianamente flessibilità e adattamento a causa dei ritmi di lavoro molto serrati. Per tal motivo sempre di più si parla di “gestione agile dei progetti”. Ma cosa significa?
Secondo il Project Management Institute (PMI) nella guida Project Management Body of Knowledge (PMBOK) la gestione tradizionale ha una struttura definita e le azioni da compiere sono prestabilite. Questo approccio presenta un certo grado di complessità davanti ai cambiamenti improvvisi. Al contrario la struttura flessibile offre maggiore elasticità, in quanto un progetto non viene considerato come un unico pezzo, ma viene scomposto in diversi mini progetti, che hanno un tempo di realizzazione rapido.
Se ci domandassimo qual è la migliore metodologia da applicare, la risposta sarebbe semplice: “dipende dal contesto”. I due metodi in realtà andrebbero utilizzati in modo complementare. Il modello di lavoro agile ha la peculiarità di rendere più fluide sia la gestione del flusso di informazioni interne sia l’esecuzione dei compiti. Per tal motivo si deve stabilire primariamente un controllo preciso e flessibile dei processi quali: tempo, costi, ambito, funzionalità e qualità. “Essere agili” significa adattarsi repentinamente alla realtà e consegnare cicli veloci. Infatti, è più opportuno offrire un risultato parziale, ma allo stesso tempo funzionale, che lavorare per molto tempo senza un feedback. In tal modo si genera in continuazione valore per la committenza. Altro vantaggio della gestione agile è il coinvolgimento dei membri dei gruppi di lavoro nel trovare, innanzi a inaspettate problematiche, soluzioni dinamiche, che vanno a sostituire i processi più rigidi, garantendo, però, sempre la conformità progettuale ai requisiti richiesti.
Se si desidera ottimizzare i processi, si devono aver presenti i seguenti punti: la collaborazione. I processi sono fondamentali, ma l’interazione del team fa andare avanti il progetto; l’essere funzionali. Prodotti e servizi funzionali sono più importanti della documentazione dettagliata; la flessibilità. I contratti sono fondamentali, ma non dovrebbero limitare né i cambi di rotta né la collaborazione con la committenza; aprirsi al “non previsto”: pianificare è basilare ed essenziale, ma accettare “l’inaspettato” giova all’organizzazione e alla committenza.
Poiché le esigenze dei team e delle organizzazioni sono diverse, sono emersi anche diversi metodi agili, che sta a noi ingegneri adattare ai progetti su cui lavoriamo.