(1962)Oriente cristiano 4

Page 1

ie*? *Y?*8*:E - ;ilqí:ìEèÀÉ.s€

CRISTIANO CATTOLICAITALIANAPERL'ORIENTE PA L ERM O


ANNO II ÍIÎT(,BBE.DICEIIEIE I gO2 RMSTA

TRIMESTRALE

oetta

ASSOGIAZ,ONE

CATT.

DI DTR,EZIONE] Mons. Archlm. Marco COMITATO - Moa8. CaIr. Gluseppe Petralla - On. Dr. il[andalà - Dr. Papas Matteo Sclambra Rosouno Petrotta Prof.

P. Giuseppe

DIRETTORE

Valentlnl

RESPONSABILE:

CRTSTTANO

PALERTYtO PIAZZA BELLINI,3

g. J. Papaa DemlaDo

cER L'ORIENTE

lT,

Como

S O M M A N I O Pagina Ut unum stnt! Ernesto nufrni)

(S. En.

Beu.n'La 1I Sig. Cdrd;inale 1

I Patrlarcatl d'Oriente e il ioro sviluppo (P. Giuseppe GagoÙ O.î,M. ConD.) II XXV" clell',Eparchla ati Plana degli iI suo signlflcato (G. ValeÌLtini. S.J.I

storlco 3

Albanesi

e 11

L'unione delle Chlese e ll Concilio Ec. Vatieano (Intervista dl Gheorglllos A. Maurakis)

II

Appuntl deldi Teologla ortodossa: L'Infaltibilità Ia Chiesa, fondamento dogmatico del1a sua Un1tà (D. Mircea Ciituici\ Dlrez. - Redaz. - Anrm.ne:

La

ASSOCIAZ. CATT. IT. PER L'ORIENTE

.

CR,ISTIANO

P&Iermo Plazza Belllnl,

$ -

c.c.p. 7-8000 Palermo Abbonamento Itaua

ordinarlo:

L. 1.200 adnue

Estero L. 2.000 annue Sostenltore

L. 8.000 allnue

Chlesa

ortodossa

di

(A.

Cipro

La BenedlzÍone delle acque nel fania (Popòs DaÌniano Corno) Pionieri Petrotta

dell'Apostotato unionlstlco: (Gìuseppe Valentini S.J.)

Come pregano

I nostrl

fratelli

Brunello\

glorno

18

35 45

dell'Epl-

60 Pi,pas Gaetano

cristiani

53 d'Oriente

Pagina dell'A.C.I.O.C. NOTIZIARIO La 1e Sesslone clel Concillo Ec. Vaticano II GIi Osservatori deUe Chiese ortodosse aI Concilio Elenco degu Osservatori deUe Chlese ortodosse al Concillo Ec. Vaticano II

56 of

58 OI

64

a fasclcoll nella Rivista: Sarà, pubblicato N. Gogol - Med,ito,ziotlt sul,Ia Di,oina Liturgia. (Presento,zlone, Traal,udione e note il'i, Papù,s DanTidno Coîno). In questo numero: pagine I - XVI.

S P E D I Z I O N EI N A B B O N A M E N T OP O S T A L E- G R U P P O I V


otl

'< z (

>tl

Hil

i

( F{ ts

q) \

3

s +r

E E

B \

s .{e

R -> -

è \) G

r^ .e N q) \

o

É{ { c

F{ A

s ú 6 È

N

F

co

E H

s $ E N B g

s fr r

FA \ì ìa ìa

ari

s

,Q)

É

.e \ù

F

srt

rl,

s

wf \- ,

fATE.ffi ANCHE VOI ZELATORI del nostro movimento. I

CONCORRERETEANCHE VOI ad interessare i cattolici italiani ad una più profonda conoscenzasul pensiero e sulla dottrina dell'Oriente Cristiano. LAVO,,RERETEANCHE VOI per la nobile causa unionistica.

/Il\ /trtl\ lta tll

rat trl tla lrl trI trl l!a trl lrt aat art lrl tll,


gÈ F g

s

# , e E ' F

g É* H

5

; E ^ zp x 9

gggis

F8$F' g F ; ÉFg $E: 'ub!

$H$Bfi g EÈ gH $FÈflF g + . 6; 8* H r |I

3 * ft F É ÈRF a E t , ; , s ' oI Ì ó $ t " F s;frBd ;È$ 3 ? E g E pl! È E gÉ È F ÈH g =Fl€

L]Hq

È9!

Iv

Fg U S .d3. 6 H +

F

$$

I Èl i0 lA

p.i

o

* iEn H ii g Èe ii g . 6

H * 3:ptii

t ! N I N ;

zi oì

nfl iir I

H gf;; $i Y

g

o È i o

;*?

8 D ' 6 ' F

. oR P

i 8 E . k

Hà *li $i

tii

ì

L I

g F

r3 i EÉHF€ f

**

gF

V i È 6

:

i

HEsE

t s . s - g F F

g E s i 6 F

3 H ; f Éi T

g É E F *

:o È ; - gE* E s

g EÉ ; E F ' F 3 $H e Èe E

H F $ E x o - t r

X F ' H . R

s ÈF E g s ' " ó P

L'Associazionecattotiea rtaliana per l,oriente cristiano (A.c.r.o.c.) invita tutti i cattolici italiani ad.una larga ed universale erociata di preghiere e ad una più aperta e cosciente attività unionistica; promuove in, contrÌ, convegni, corsi di studio, Giornate orientali e, periodicamente, settimane orientali a carattere nazionale. rNvrATE LA vosrRA

ADESTONE,associandovi all'A.c.r.o.c., col-

laborerete anclre voi al raggiungimento degli alti fini che l,Associazione si propone.


- 18.25GEI{ilÀIO DI PREGHIERE SETTIMANA PER L'UNITA DEICRISTIANI 1963

ut unum sint ! ra i desideri d,elCuore Sacratissimodi Gesr) nessun altro sembra cosàard,entecome quello d,ell'unione dei suoi seguaci.Ben cinque uolt e nell orazionesacerd,otale dell' ultima Cena la implorò d,aII'EternoPadre: ' ((Padre Santo custodisci nel Nome Tuo quelli che hai a Me affid,ato,affi.nchè siano una sola cosacome Noi; non prego solamenteper questi, ma anche per coloro i quali, per la loro parola crederanno in Me: che siano tutti una sola cosa; come Tu sei in Me, o Pailre e Io in Te, che sianoanch'essiuna sola cosain Noi...; siano una sola cosacorneuna cosasola siamo Noi. tro in loro e Tu in Me affi,nchèsiano consumati nell'Unità. (Giov. r7, rr-2r-22-22)>). Da uari secoli molti, che pur si gloriano del nome cristiano, si sono allontanati d,allo unico Oaile d,i Cristo che è la ChiesaCatto' lica, Apostolica, Romana; n1,anon hanno cessato di appartenere alla nostra famiglia. La Mad,re Chiesa ne attende ansiosamenteil ri-


torno e, sull'esempio del d,iuin Maestro, lo inuoca con incessantisuppliche. La presenza d,i larghe rappresentanzed,i comunità,non cattoliche,protestanti,e orientali nel Concilio Ecumenico Vaticano II, aoluta dal SantoPadre, sta a d,imostrare- oltre la costanteaspirazioned,iaederlefinalmente riunite nell'obbeilienzaal Successore di S. Pietro Ia speranzache la sospirata unione dei cristiani diuenti presta consolante realtà. La Settimana di preghiere che suol tenersi a tale scopo d,al t8 al z5 gennaio deue esserecelebrata,quest'anno in tutte le Chiese aperte aI culto con particolare feraore. Sarà questú un& proaa manifesta dello am,oreche ci stringe al Red,entoredel genere unlano e un atto d,i profond,ariconoscenzaa Dio per iI granile priailegio d,i appartenere, come figli d,euoti,a quella Roma <<ond,eCristoè Romano,>r. . I Parroci e i Rettori di Chiese coglieranno I'occasioneper ind,u,mei fed,elia riflettere sul dono preziosodella Fede e a sentire iI doaere d,i interessarsicon orazioni e sacrifici unitamente a Maria, Regina degli Apostoli perchè i fratelli separati, ricongiungendosi a noi, collaborinoa estenderenel mondo intero i,I Regno di Nostro Signore, che è Regno d,i aerità, d,i giustizia e d,i pace. Pclermo, dqlla

Nostra Residenzo, Festo dell'Epifonio

1963.

t EnNnsro Ceno. RurrrNr À,rcivescovo di Pclermo Jlmminislrcrlore Presidente

2"

A,p. di Picncr deglí .Blbcnesi

dell'Associczione

Catl.

It.

per

l'Orienle

Crislitoo


3 p atziazcati .i

)'Ozient,z

.A

^

e iU Iozo soiLuppo stozico prelimincui:

Osservczioni

Lcr Chiesc d'Oriente sin dqllc più remotc cntichità si presenta sotto certi trcrtti che si confondono collq suq evoluzione storicq e ne cqrqtterizzono tqnto specificotomente lcr fisionomia' do cosiituirne uno delle note inconfondibili: alludicmo qll'istituto Pctricrcole. Questo crgomento tqnto qttrcente, quonto cnduo e complesso, per essere inguadrcrto nel suo ruolo storico richiede delle precisqzioni, e, per qucrnto comportcr di deliccto, postulc dei chiqrimenti per guel che involve di interessante. Origini

dell'Istituto

Pcrtricrccle:

La primc prgcisozione da fare concerne I'origine di esso. Spesso si è indotti o pensqre e ritenere, in bqse allc ottucrle lomentevole situqzione di divisione, che i Pctriarccti Orientqli, come Istituzioni cqrctterizzonti lc Chiescr d'Orienie, siqno sorti come istituzioni di controsto e per opposizione allo Chiescr di Romcr. Ciò non ò del tutto vero, perchè lo ioro appcnizione storico, qlmeno dei principoli, e crnteriore o quclsiosi movimento di sepcnczione e non è legatq q verun motivo di ribellione o insubordinczione. Il movente genetico dell'Istituto Patricncale deilo Chieso d'Oriente involve piuttosto molte contingenze di ccncrttere storico-etnico, per cui la suo origine è dc legcne a porticolcri bisoqni dell'ordincmento e dell'cmministrqzione ecclesiosticq. A confermcr di ciò volgcr I'osservqzione che od ogni potricncoto corrisponde un rito porticolare che unifico liturgicqmente diverse sedi vescovili, le cui comunità religiose sentendosi lesqte do identiche ccrotteristiche etniche, culturcli e relisiose, esigevqno in prcticcr, che per uniformitù di disciplincr ecclesiosticq, fossero cmmi-

Conferenzcr Cristicrno '

tenuto dí

nellc

. Ottcrvq

Ncrpoli (17-24 sett.

Settimqna 1961).

di

preghiere

e di

studi

Per l'Oriente


nistraie da un'outoritù centrole, che ne fosse cssieme fedeie custode e validcr tutrice. E' owio quindi che il diritto di sede centrqle spettcrsse anzitutto slle Sedi di mqggior rilievo, dove la trqdizione Ie potevo collegore direttomente o indirettqmente o S. Pietro (Antiochio, Alessondrio), oppure loddove ciò venivq richiesto dq contingenze di cqrottere religioso-storico (Gerusclemme), od qnche politico-religioso (Costcrntinopoli ed in seguito sli cltri Patricrcqti minori, qucrli il Bulqcro, il Serbo ed il Russo). Per guestcr consonqnzo cli porticolcni esigenze, ebbero origine piri i vetusti Patricnccti orientqli che esercitsrono per lunqhi secoli un veîo potere di qiudsdizione sui rispettivi territori. Ii loro qffermqrsi però è frutto d'unc evoluzione qrcduoló e progrressivq, che vo dqi primordi deltq Chibscr fino ol Concilio di Nicec (325) e più propricmente fino o quello di Colcedonic (451). A questo stato di cose allude infqtti iI cqn. 6' de1 Concilio di Niceo, il c1uqle intende sqncire i diritti ocguisiti di clcune città per legifercre su certe regioni e provincie dell'impero; " Antiquq consuetudo servetur per Aeqiptum, Lybiqm et Pentcrpolim, itq ut Alexcnd-rinus episcopus horum omnium hcbeot potestotem, quic et urbis Romoe episcopo pcnilis mos est. Similiter crutem et crpud Anserventur in Ectiochiqm cceterosque provincics suo privilegio clesiis, (l). Lasciondo do pcnte tutte Ie questioni e le discussioni e le vqrie interpretozioni di questo ccnone fotte e dcrte lungo i secoli, resto verc e indiscutibile lo sostqnzq, che cl vescovo d'Alessondria si riconoscevq unc potestà, ordincnicr di leqifercre su un territorio comprendente diverse provincie, derivotcqli dq qnticq consuetudine, certomente leqittima e non obusivq, oltrimenti il cqnone non qvrebbe crvuto nessun senso, dato che i due cqnoni precedenti, ii 4' e il cicrscuncr 5o, crvevono eià ben preciscto i diritti dei metropolitani'di richicmq, provincio. Quindi è owio che il cqnone 6" si Per confermcnli, a dei diritti d'una Sede superiore clle sedi ordincrie metropolitcrne, diritti Siò ce,rtqmente esercitati dc quellc sede crntecedentemente (2). Altrettanto concede, onche se meno esplicitamente e meno chicrcmente, il medesimo cqnone onche ad Antiochia, perchè oggiunge:

Concitlorum 1) MANSI I. D., Sacrorun col. 6?0-71. EUSEBIO, Historid Ecclesíastica, VII, .2)

4

noaa . et

arnprísslrna

25, 1 sq. PG. 20, 706.

eollectio,

tl

Tl'


* similiter outem et opud Antiochiom ccetercrsgue provincios suo privileeio serventur in Ecclesiis, (3). Con quel u similiter u si nconosce che qttorno qd Antiochia esistevq unq centrqlizzszione di poteri ed unq preminenzc non puromente d'onore, ma reqle ed effettivo. Motivi

storico-giuridici

di tcle premÍnenzc:

ci si potrò domcndore orq dq che cosq derivc questo speciore risolto che si dù ad Alessondrio e Antiochic nel ccrnone 6" di Niceo. GIi outori oniichi vogliono fcn risolire l'origine di quest,outorità ol fctto che queste due sedi furono istituite unc direttomente e l,cltrc indirettamente dc S. Pietro (4. Questo motivo può over crvuto il suo peso, ma credismo che non siq stcrto sufficiente da solo o stabilire il primoto in pcnolc sulle qltre sedi vescoviii e metropolitcrne. Ailoro bisoqnerebbe penscre qnche od oliri due fcttori, che in concomitqnzq. col primo possono ben spiegcne il fotto. Quelle due sedi infctti furono sin dallo inizio del cristiqnesimo due centri d'irrodiczione dellc fede e quindi in certo qucl senso dovettero essere considerate come Ie guid.e noturoli nell'organizzczione ecclesiqstico, e cll'inizio come le fonti donde derivcrvq loro lc fede.e lo gerorchiq. euesto legqme origincnio non potò essere spezzclo facilmente qnche in seguito, perchò il ruoro civile di quelle due cittò ercr tqle dc non poter essere tenuto in non cole qnche ecclesicsticcmente. Le cose trovqte e sqncite così ner concilio di Nicec, perdurcfrono oncorq per unq cinqucrntinc d'onni più o meno nella stessq mqnierq. Nel Concilio di Costontinopoli I (g8l) qwensono delle modi_ fiche, in cppqrenzq più di precisczione che di contenuto rispetto crll'evoluzione storico dei potricrcoti orientqli, mq si mettJno àeile premesse che cwqnno il loro peso più tordi rispetto ailq stabilizzczlone definitivo delle loro competenze e giurisdizione. Nel ccn' 2' di questo concilio, nell'intento di impedire in futuro le ingerenze di olcuni vescovi neile diocesi di cltri, come erq qvvenuto durqnte le lotte cricrne, scrnzionq un rqggruppamento della chiesq d'oriente in 5 circoscrizioni, vqle a dire: Alesscndria, Antiochic, Asia, Ponto e Trqciq e cccordc, col ccrn. B' il secondo posto d'onore dopo Romo a Costqntinopoli (5). Questc. concessione fotto a costantinopoli, col posscne degli 3) MANSI, Z. c. 4) PHILIPS c., Lehrbuch d,es Kirchenreanis, 5) MANSI, o. c., T. Xt, col. 989.

B ed. Regensburg

lggb, p, 4!

seg.


qnni,pocoopocositrcrsformqinverqqiurisdizionesuliediocesi dell'Asicl,d.elPontoedellaTrccicr'percuiilConciliodiColcedofctto compiuto' non può ni (451) trovandosi ormoi dcvonti crd un forecImenochescrnzioncrrlocolmqlqmentefcrmosocqnone28.(6). di Nicecr e Intanto, nel lqsso di tempo che corre tro il Concilio lq guello dl Cclcedonio, s'ero fcrttq innonzi crnche Gerusolemme' (7) col cqaccordcrtqle qooi", volendosi dello u consequeniiq honoris " noneTodelNiceno,ctvevqlovorqtoperoltrel25annipertrosforquclche coso di più positivo (8)' mcre guello semplice concessione in colsottrcrsid.opprimaollclqiurisdizionede]lametropolidiCescreq qiù crpportenenti qllq eiue poi col sottomettersi alcune provincie di Colcedonio non ,i"àiriorr" di Antiochio. Anche qui il Concilio nellq sua sessione potò fore altro che sqnzioncrre il fotto compiuto qmichevole intervenuto VI (9), qvendo preso crito crnche dell'accordo qucrle ii pricl di Gerusalemme' trq Domno d'Antiochic e Giovenqle propricr giurisdizione',, mo qvevc qeduio 3 provincie dellcr ord'ine: 1o droLa nuovcr suddivisione comportovcr il seguente mutilotcr di tre procesi d'Eqitto od A]essqndricr, quello d,Oriente, Geruscrlemme' mentre le tre vincie, od Antiochicr; le tre Pcrlestine cr restcrntidiocesidell'Asiq,delPontoedellcrTrqcicxvengonosottocr nuovct Romcr' messe olla sede di Costantinopoli' come in porticolcrre di Malgfodo Ie proteste e Iq resistenzc d'i Romo' e ossoi discutibili decisioni S. Leone mcgno, contro quelle affrettate esqnzioni,emolgrodol'appcnentesottomissionediCostcrntinopoii'' nellopersonqdiAnotolio,I,organizzcszionediCalcedonicrrestòin in prqtica' se non prcticcl tqle e qucle. Perciò dcr questo momento' i'Anpotriorcoti: l'Alessondrino' Liuridicqmente, s'ebbero 4 srandi tiocheno,i}CostantinopolitonoeilGerosolomitqno,iquolidaquel honno retto'' con olierne vimomento, per Ìunehi secoli in seguito' cend.e, le sorti della Chieso d'Oriente' Scrnzione civile

e riconoscimento

di Rornc:

A questcr otgcrnizzcizlone della

Chiescr d'Oriente'

I'imperotore

Giustinicrno(527-565)dettelosqnzioneciviieeprecisòirispettivÍ doveriedirittidellesinqoleSedi'nondimenticcrndo'comedisuo di qlcitudine, d'ingerirsi crnche nelle cose puromente ecclesiqstiche' sono ldeoque trs di loro: stobilire perfino l'ordine d'i precedenzq 6) ?) éi 9)

6

HARDOUIN, Actcl Concitiorum" t' I' 596' MANSI, t. II, col. 671' Echos d'orient, t' xrrr' p' 324-336' É. varine',1î MANSI, o. c., tr. VII, 1?7-184'


cimus secundum ecîum definitiones (leggi conone 3' di Costontinopoli e 28' di Colcedonic) sqnctissimum senioris Romqe pqpom primum omnium esse sqcerdotum, beotissimum crutem anchiepiscopum Constontinopolitonum povce Ro'moe, secund.um locum hcbe(10). re " ?iù tordi lcr stessq cosq venne sqncitcr qnche nel concilio di Trullo (691). Do questo momento, subentrò nel concetto deqli orientcli l'ideo che lc Chieso dovesse essere governota d.cri cinque potriorchi, il naner niir i 4 d'nriar1{e, Con pori diritti e doveri, ideo che si volle spesso porcrgonore qi 5 sensi del Corpo mistico di Cristo. Romcr, forte dello trcdizione e basqts sullq'sqcrq Scritturo, non potevo e infcttl non acceitò uno tqle ideo, e nonostcmte Ie decisioni deqli orientqli continuò o discutere il titolo di pctricncc delle sedi di Gerusolemme e di Costontinopoli e si dovette venire fino ci tempi di popo Adriono II per qvere un riconoscimento indiretto di questi titoii (870), mentre per il riconoscimento diretto e definitivo bisognò ottendere iino ol Uoncilio Loterqnense IV (1215). Funeste conseguenze di questo ordinqmento: Romo s'ercr rifiutqtc per tonto tempo di riconoscere il fotto o ragion veduta, sio perchò non potevc rinunciqre q} governo monqrchico dellc Chieso siobilito dcl Suo Fondqtore, per occettcne uno oligcnchico o colleqiole, non meglio definito; sia soprcttutto perchò crvevo intrqwisto che coii'andqre,dei tempo quell'ordinomento ovrebbe portoto q dolorosi scismi e seporozioni, come difctti presto crlrvenne. Lo primo q subirne qli effetti dissresqtori fu Antiochia. Non ero possoto infctti un secolo dol Concilio di Colcedonio che erqno incomincioti c susseguirsi in quellc sede dei preloti olq contrqri, orcr crtioccoti ollc fede di Colcedonic, finchò uno dei successori di Severo, Giacomo, non stcrbilì qcccrnto oilcr gercnchio ccttolicc, uno eretica (543-544). Così Antiochio ebbe due potricrchi: il cottolico, che si chiamò melchito, e l'eretico, che si chiamò siro-monofisitq o Giocobito. Ai 2 piu tordi, per unc serie di circostqnze politiche, si aggiunse qnche il potriorccr mqronita, e così olla fine del VII secolo Antiochic ebbe tre patricrchi: il melchitcr, iI mqronitc e il giocobitc. Quosi contemporcneqmente qnche Alesscrndria ne ebbe 2, perchè onche colò vi fu insedicto uno copio-monofisitcr. Quesicr moltíplicozione dei titoiori neLla medesimq

sede non

lO\ Corpus Juris ciùilh, NoDeIIa 131, ed. G. BECK, Leipzig 183?, t. If, pars II, p. 271.

7


intaccò sostcrnzialmente nè Costcrnlinopoli, nò Gerusqlemme durcrnte la lotta monofisitc. Costcrntinopoli però, proprio quondo credette d'aver rqggiunto l'opice del suo potere e d'essere effettivqmente la Sede del Pctricnco ecumenico, si vide un cnrtqgonistq contestcnle guestcr supposto ecumenicitò, non nellc propria Sede, mo in unq provincio sullc quole tanto crcccnitamente pochi crnni prima crvevcr preteso di voler crvere lo qiurisdizione. Alludicmo ad Ocridq, che lo zcr dei Bulgcri, Simeone, volle elevota od Archidiocesi e Pqtriorccrto indipendente do Costontinopoli nel 907. Ciò toqiievq a' Bisanzio lq mqssior pcrte delle provincie europee, per le quali duronte lc secondc metà del IX secolo ercmo nqte tqnte dispute e si erq consumoto perfino uno scismc trq Oriente e Occidente, che ercr stato oppenq sqnqto. Come se non bastasse, durqnte le Crociate in tutte e quottro le Sedi pctricrcoli vennero costituiti Pctriqrcati lctini residenziali (meno che per Alessqndda, che fu sempre titolare) rimosti dopo il periodo delle Crociote semplici titolcni. Nel 1346 Costontinopoli vide restrinsersi cmcorcl i limiti dellcr proprio giurisdizione collq fondqzione del pctriorccto Serbo di lpech. Questi limiti però si ollcrrqcno di nuovo dopo che Costontinopoli codde sotto i turchi, perchè volendo i nuovi. podroni dellc cittù overe q che fcne con un'unicc crutoritò religiosq in tutto il terri torio del loío impero, riconobbero come outoritù religioscr supremq il Pqtriqrco di guella cittò, aila quole sottomisero anche sli cltd potricrccti storici. Questo fatto però irritò tolmente i popoli rimosti fuori dello orbita delf impero turco, i russi in pcrticolcrre, dq indurli q distqccqrsi dal pctricrccrto ecumenico, e fondore un nuovo potricnccto indipendente, q Moscc, coscr che crvvenne nel 1588. E per dommo disdoro di Costontinopoli, lo stesso pqtricnco Geremiq II, che ollorcr si trovcrvc cr Moscq, fu obbliqcto o intronizzqre il nuovo suo qntqgonisto

il26-r-1589. Se per alcuni secoli il fotto d'qver legato le proprie sorti con guelle dell'impero turco fqvorì in quclche.mqniercr il potriorcoto ecumenico, d'oltro conto ercr owio e ineluttqbile che col progressivo decodere dello potenzo turcc dovesse decqdere qnche ia qiurisdizione di Costcrntinopoli. Così infotti owenne, perchà mcrn mqno che i popoli bolcanici durqnte il secolo XIX rcqqiungevqno lc proprio indipendenza politica, si stqcccrvqno pure qutomqticqmente dol potricncqto costcrniinopolitono e si costituivono in chiese nazioncli qutocefale con vqri titoli e denominqzioni. Il processo fu qssai lungo,

8


mc cllo viqilic deilo secondc guerrc mondicle, o costontinopoli, un tempo tqnto orgogliosq, non restqvqno che 5 diocesi con poco più di 100.000 fedeli, forse meno di quonti ne ebbe il primo suo vescovo Metrofane che si erq insediqto q BÍscrnzio nel lontcrno 306. Il princípio invocqto c ccliedonia che dette lustro a costcrntinopoii per tonti secoii, fu esso stesso q ridurlq ol presente stoto, perchò invocoto e oppiiccto collcr stesscr ioqico dc tutti i popoli che oggi hqnno un potriarccrto nszionqle indipendente e qutocefqlo. Abbicmo seguito 1o sviluppo e il decodere dei potricncoti Orientqli. Fqcciqmo orq qlcune considerqzioni. Conclusioni e considerqzioni: L'lstituio pctricrcole dello Chiesc d.'Oriente non erc nqto con propositi di-ribellione o scismq: questi però erono lotenti nel sistema. Lo Chiesc diviso in tcnti reporti stqgni, difficiimente intercomunicqnti trcr loro e soprottutto collc fonte diretto dell'autoritù centrole di Romo, non potevo, o lungo ondore, sqlvqguqrdore lq necessoricr compo;ltezzq che ne gorantisse indissolubilmente l'unitù. Perciò cllc domcndq se l'Istituto pctricnccle dellcr chiescr d'oriente obbic qssolto la proprio missione storicq rispetto oll'unitù della chiesa universcle ò ossqi difficile ríspcndere in senso cdfermctivo. Lc colpo morqie non è dc oscrivere qd uno personq dell'und o dell'oltro porte, mc ol sislemcr in sè. Per cÍtqre un esempio chiorificotore, fermiqmoii su Cosicrntinopoli. Noi qssistiomo sin doll'oriqine di quesio sede pctricpccle cd un tirq e moLlq continuo che inesorqbilmente dovevq portcne clla rotturc e cllo- scismo. Pensiqmo olle pretese di Anctolio durqnte e dopo il Concilio di Cclcedonic (451); o11o scismq di Acocio (47l-5lg); olle mene di Mocedonio II (497-511);al vento di fronda del concilio trullcno (691); ollcr tempestc sollevqtq doí pctricnchi iconoclqsti, Teodoto (815-21),Antonio $21-37), e Giovcrnni VII Morochcnzonio (83743); alla insubordinqzione dello stesso S. Isnczio (847-58)nella que. stione dei Bulqcri; qll'cpertc ribellione di Fozio (858-67; 877-886)non scontqtq certqmente coll'apporente sottomissione; qllcr netto sepqrcrzione di Costontinopoli da Romo durcmte il potriorccto di Sersio II (999-ì.019) e ci convinceremo che tutto questo non portcvcr che discordie ed ollontoncrvq sempre pirì lc Chiesc d'Oriente dcllcr qiustcr stabilità dell'unitù.


D'oltrc pcrte, tenuto conto del distcnziqmento reciproco trc oriente e occidente, spiegobile se non qiustificabile, dollo diversitq di linquc, del ccnqttere, dellcr disciplino, dello liturqio e perfino della teoloqicr, non si può non pensqre che l'unitù orgcrnicq tro lo cristicrnitò.d'oriente e d'occidente erq ossoi precoria e problemaiico, e che in unc simile situcrzione un quclunque infelice incidenle poteva trcrsformcre in ogni momento io scismo che esistevq lqtente in qpefio e umqnqmente insqnobile, come purtroppo qwenne con Cerullcnio (i051). Per non dcre pérò tuttc Iq colpo d.ei fqtti successivi ol 28" di Calcedonia, basti riforsi qi casi che precedettero quel cqnone e che forse influirono sullq suq formulqzione, vcrie q dire olle posizioni di indipendenzq nei risuqrdi di Antiochiq, trq il IV e il V secolo, delle Chiese Armencr, Persioncr e Georgiqnq. Dcr questi casi che precedettero o seguirono il cqnone 28" di Colcedoniq, crwenuti sic prima che dopo 1o scismq trq I'Oriente e i'Occidente, ne consegue che l'Istituto Pctriqrcqte dellcl Chieso Orientcle, come erq concepito e come funzionqvo non erq in qrodo di mqntenere l'unitù ecclesiasticq. Lq storia pertcnto deve dire che fu deile vqrie teone non qiustificobÌle fallimento un foilimento; dello Diffchia, dello Pentcnchia o delio Tetrcnchia, invoccrte o proposte voltd q voltcr come pcllictivi d'uno crudq reoltò o surrogqti d'una unitù invcno ricerccrtq fuori dellcl suc sede ncturcle, vqle q dire fuori Romq, o peggio contro Romq. Augurio: A pcnte questc doicroscr constotczione negotivo' lo storio può segnqlcne, cr tutto merito e vonto dei Pctriarchi deilq Chiescl Orientole uno stcto di cose enormemente positivo: quello d'qver scputo e potuto mctntenere collq loro dottrins e trqmqndqre col loro zelo nellq Chieso Orienicle il Deposito della Dottrina rivelqicr sostanziqlmente intqtto, in modo pcrcllelo crlla Chiesc d'Occidente, nonostqnte le circostanze storiche proibitive. Ciò è molto consolcrnte! Si dice che due pcncllele non s'incontrono cll'infinito. Auguriqmoci tuttcrvic che nel climc creqtosi coll'qnnuncio dei Concilio Ecudcr unc: menico, le due pcrcllele, formcrte dclle Chiese.dell'Oriente porte e dellcr Chiesa Cattolica dall'qltra, s'incontrino non nelf infi.nito ostrotio, mcr in quello reqle, vole o dire nell'infinito Amore di Dio, che loro e noi congiuntqmente e dq veri frcrtelli invochiqmo con pcni qffetto di figli: u Pcrdre nostro! - Fiot, Fictl, P. GIUSEPPE M. GAGOV

10

OFM Conv.


il XXV' dell'Eparchia di Piana degli Albanesi e il suo signif,cato

Benchè il rito bizantino abbia in Sicilia una storia lunga e gloriosa, e benchè it gruppo delle << colonie > di immigrati albanesiabbia,essopure una storia, se non altrettanto lunga, non meno signiflcante e istruttiva, quest'ultimo venne costituito in eparchia sui juris soltanto da 25 anni. Il vantaggio per la floridezza delle comunitàr.e del rito è stato sensibile e immediato, ma il raggiungimento degli scopi che ia Santa Sede si era preflssi con I'erezione della Eparchia fu raggiunto solo con un ritmo commisurato alla comprensione che quegli scopi poterono fi.nora trovdre, e che e di solito trovano soltanto presso quegli organismi direttivi che sono veramente cattolici anche nella visuale pratica perchè avvezzi all'opera di regime universale. L'enunciazione di tali scopi oggi, nel clima ecumenico del II Concilio Vaticano, potrebbe sembrare ovvia; altrettanto ovvia dopo le esplicite prese di posizione della Santa Sede a favore non più soltanto delle aspirazioni nazionali di qualsiasi paese, ma dell'idea stessa della funzione provvidenziale che Ie nazioni hanno nel quadro della storia. Quando inveee tali scopi vennero enunciati 25 anni fa all'atto dell'ereziofie dell'Eparchia, anche se erano preceduti atti ed enunciazioni di principi decisi lungo il pontiflcato di

11


a'

ll

I llr ,l

i{ Ìi l! l l

I

Benedetto XV e delto stesso Pio XI, I'attento e competente osservatore poteva dire d'aver assistito a un notevole passo innanzi nella concezione teorica e pratica deila organicità ben articolata della Chiesa Cattolica. Bisogna confessareperò che, per i lettori meno attenti o meno preparati, poterono sembrare semplicemente una di quelle solite premesse che non possono mancare a titolo di motivazione in qualsiasi legge, e che valgono quel che valgono, perchè il canonista scaltrito ben sa dire che la legge obbliga all'osservanza dei suoi dettami ma non alla condivisione degli scopi. Rileggendoli ora, torneremo ad esserestupefatti ripensando alla data, ed. edificati dello spirito già allora cosi ecumenistico: <La SedeApostolica,per la sua sollecitudineverso le Chiese, è stata sotita riconoscere e non ha esitato di approvare.con la sua suprema potestà, qualsiasi rito della religione cristiana che, fondato nella piena ed integra professione della fede, rispecchi e manifesti I'antichità di un popolo o di una nazione o anche di una particolare chiesa e insieme lo splendore della sacra liturgia. I Nostri Predecessoriper giusto motivo hanno giudicato sommamente concorrere alla magniflcenza del culto divino la varietà del riti della chiesa nella unità della fede, in quanto essi ordinano le Sacre cerimonie alla ediflcazione dei fedeli, cui astringono'alla pvrezza"e costanza detla fede e alle più gloriose e soavi tradizioni legittime della stirpe; nè tollerano mai gii stessi Nostri Predecessoriche tra i diversi riti cattotici si creasseroo stabilissero prefeterLzeo gradi gerarchici, come se di essi alcuno fosse il preferito, un altro s9lamente ammesso e un altro riprovevole. Ma tra i vari riti della chiesa fu sempre carissirno all'Apostolica sede iI rito bizantino, gloriosissimo per le sue luminose memorie e gli uomini insigni per santità, e ricchissimo di mistiche cerimonie e di fasto liturgico, attraverso il quale, a causa della lingua greca che costantemente adopera, facilmente tornano alla mente i primordi della chiesa cristiana, e aLLastessa guisa, la magniflca serie dei santi Padri dell'oriente e i riti della chiesa occidentale e delta orientale, il Romano cioè e il Bizantino, nelle varie provincie della stessa Italia simultaneamente florentissimi>.(Bolla<ApostolicaSedes>del26ottobre193?). DuesonoivaloriparallelichelaSantaSédeintende salvare e potenziare: sul piano civile i valorÎ nazionali, sul

t l

1ì a{ gl a1

il1

ti

l2


piano ecclesiasticoquelli rituali; gli uni e gli altri pero da non distinguersi come profani e sacri, bensi da ritenersi tutti come spirituali e provvidenziari, gli uni come base e premessa naturale degli artri. rrtrèsi tratta soltanto di toileianza, iti comprensionedelle altrui d.ebolezze, come nel caso di s. paolo verso le < opere> degri Ebrei, ma di vera valut azione di autentici valori facenti parte o integraie o integrante det tesoro della chiesa. Tutti valori talmente autentici d.a non potersi pretenderepreminenzad.'unosu l'altro, d'una nazionesu altra nazione, d'un rito su altro rito, in modo che gli appartenenti all'una o all'uno debbano per cio stesso soégetti agri "ss.t appartenenti all,altra o all,altro. unica ecceàione che potremo storÍcamente additare sarebbe quella a favore dei riti piu antichi, come quello bizantino, in quanto che essi costituiscono documentazione inestimabile e insostituibile del pensiero e dell,animo della chiesa nelle epochepiu vicine alla sua origine. Ma e una preminenza puramente ideale, di stima, non preminenza giu_ ridica. unica eccezionegiuridica potrebbe sembrare queila a favore del rito della Chiesa Romana, Chiesa del sommo Ge_ tarca, ma a ciò va osservatoche egli è sommo Gerarca non come capo di irna nazione o di uno rito ma come capo della chiesa di Roma; che molte consid.erazioni storiche fanno credere che anticamente anche il papa di Roma, fuori della sua chiesa particolare, seguisse il rito della chiesa in cui veniva a trovarsi temporaneamente; ed è ben certo che lo attuale capo della chiesa universale non si ritiene legato ad un rito, anche nella stessa Roma, ma ne segue, seLondo la convenienza, anche altri. Lo stesso attuale concilio Ecumenico nelle sue varie congregazioni generali ha voluto che la liturgia fosse celebrata non nell'unico rito latino del luogo e della basilica, ma, per turno, in tutti i riti e in tutte le lingue dei vari riti. Nei tempi antichi la cosa non presentava difficoltà. il regime della chiesa era esciusÍvamenteterritoriale per diocesi, provincie e nazioni (eventualmente patriarcati supernazionali); entro I'ambito di ciascuna giurisdizione territoriale si erano formate quelie consuetudini che costiturrono a suo tempo i vari grandi riti differenziati; chi entro quello ambito stava, quel rito naturalmente seguiva.

1,3


tl i

il i

r i

li lI l

ti tl t l il a

tl

ll I' ti

e t

1r ?rl al .

A ) 4 1

a\ 3 l

ti É ili { i

Mapiùtarditastoriahaconfusolesituazioniattraproprio rito anverso migrazioni di comunità conservanti il di conflni civili spostamenti che in altro territorio, attraverso gerarchie ecle a cui volenti o nolenti si adeguarono anche o ritorclesiastiche, accettando iI rito della nuova capitale nando al rito loro antico Cosi, per stare in Italia, troviàmo un esempio di mutamentodiritodallatinoalbizantinointuttal,Italiameriquelle regioni sotdjonale e Sicitia all'epoca d,el passaggiodi di impero to diretto controllo di Costantinopoli come capitale al latino bizantino dal secoli, poi, vari dopo e ai patriarcato; regioni' medesime delle all'epoea d.ella conquista normanna Esempioinvecedimigrazionedipopolazioniconservantiil proprioritoèquellooffertod'allecoloniealbanesiinltaliae torèi.iìiu che in mezzoa popolazioni ormai completamente proprio antico parrocchie del in naie iati"e, si costituirono rito bizantino. Ma,prevalendoancorailprincipiogiurisdizionaleuniessere giuridicaco d.ellaterritorialità, non potevano Se non mente assoggettati alla gerarchia locale latina' Lacosaandavabeneinantico,quand.odifierenzadirito nè incomnon costituiva nè pretesto a scisma nè sospetto seguiprensione ne pretesto a insettazioni. Nei tre secoli che in Italia' birono ta venuta. d'egli Atbanesi di rito loizantino contro i sogna confessare óhe, contro le intenzioni espresse' gerarchie Ie autorità' privilegi e le ingiunzioni d'ella suprema incomprensive' locali si dimostrarono troppo Spessoignoranti, gran.Î"*"t: sospettose,ostili, flno a costringere un T-11^ a ridurre il propno altre le e ,o.at ia albanesi a mutar rito, XVIII non fossero a ben povera cosa. Forse, se nel secolo per la Sicilia sorti i due seminari per gii Albanesi' a Palermo poi' non Jossero statÍ e a San Demetrio pÀr la Calabria, e se greco per le due reg^ioistituiti i due vescovi.ordinanti d'i rito è ora floni, il rito a quest'ora sarebbe scomparso' mentre paesi d'origine' rente quanto e forse più che nei in questi ultimi decio' di in consid'erazione Appunto cennilaSantaSedeèpassatagradualmenteall'usod,unrerituale' gime misto, parte territoriale e paite personale^ossia diorientale .attualmente tutta la vasta regione dell'Europa per le Chiepende territorialmente dalla Sacra Congregazione ..Orientali;equindinedipend'onoancheifedelidirito

t4


latino e quindi ne dipendono anche i fedeli di rito latino ed eventualmene diocesi di rito latino che vi si trovino o vi si istituiscano. NeI resto del mondo, per lo più non si segueoramai l'antico principio del dum Rom,ae eris, Romano vivito more (che potremo tradurre: Nei tuoghi che vai, seguine il rito), ma si procura che i fedeli dei riti orientali vi possano conservarei proprÍ riti. Le ragioni del mutamento sono molto gravi: I'Oriente europeo,almeno nella fase attuale, è impoverito e quindi soffre di una forte emorragia per emigrazioni nei riuovi continenti. I cattolicl poi che sono in esigua minotàrtza in quasi tutti i paesi di rito orientale, per tale emigrazLorte,minacciano di lasciar sguernite le proprie comunità e quindi di far :Cessa.re la rappresenÍanza dei riti orientali in seno alla cattolicità, o almeno di ridurla a una misura di troppo scarsa vitalità e signiflcato. E' necessario dunque seguirli nei paesi d'immigrazione, fornendo ioro tutto il servizio religioso nel loro rito. Dove non è possibile di più, ciÒ si effettua per ,opera di clero minore mobile o stabile e di qualche vescovovisitatore del rispettivo rito, oppure di qualche gerarca locale abilitato all'effetto. Ma questo non basta: un rito vive se è la vita d'una comunità organizzata in pieno; per accennare un solo punto, come puÒ continuare il servizio senz'altro rifornimento che quelo di emergenzadato da sacerdoti inviati dai paesi d'origine, spesso ignari dellà lingua che ormai parlano gli emigrati della seconda generazione? E' quindi necessarioun reclutamento locale per iI clero, un seminario, quindi praticamente una diocesi; dove la popolazione del rito è densa tanto da costituir maggiotartza, diocesi territoriale; diversamente, diocesi rituale a giurisdizione personale. Analoga Ia situazione dei numerosi emigrati dai paesi d'oltre cortina di ferro, con l'aggravante che nuovo rifornimento di clero non possono attendere dalla madrepatria. La situazione invece nelle colonie albanesi in Italia è diversa, per antichità, per consistenza,per speciale loro situazione, in riconoscimento delte quali, prima per il grosso gruppo di Calabria, poi per quello di gicilia vennero erette le due eparchie ossia diocesi territoriali di Lungro e di Piana. Oltre all'antichità della loro fondazione, essepresentano la premessa principale di una popolazione sufficientemente

t5


numerosa racqolta in parrocchie totalmente o prevalentemente abitate da fedeli di rito bizantino, con al più minorarLzetardi immigratevi di fedeli di rito iatino aIIe quali qua e là è stato anche concessoproprio.parroco. Lo sviluppo poi della loro vita non si limitava e non si Iimita alla importanza che ha quella d'ogni comunità cattolica di rito orientale nel suo paese d'origine o nell'emigrazione: la palmare dimostrazíone che nel seno della Chiesa Cattolica si puo vivere secondo i riti orientali come facendo da sé, e anche meglio; ma offre speciali possibilità, in quanto che, mentre gli altri cattolici di rito orientale vengono dagli Orientali Separati considerati Uniati, cioè staccatisi dall'ortodossia per unirsi con Roma, questi Albanesi sono considerati <ortodossi-cattolici >, cioè comunità non mai staccatesi nè da Roma nè dall'ortodossia, ma state sempre sotto la giurisdizione di Roma benchè di rito bizantino. Quindi la loro opera di avvicinamento presso gli ortodossi è singolarmente facilitata; la vita della loro comunità ha uno scopo apostolico; ed. è necessario che questa vita sia assicurata con la massima sicvtezza, decoro, giusta indipendenza. PerciÒ anche la semplice costituzione dell'Eparchia di Piana, benchè passo fandamentale, non fu sufficiente fi'nchè in alcuríe delle sue parrocchie la giurisdizione dell'eparca era condivisa con quella del vescovo latino che vi possedeva un'altra parrocchia per i fedeli di rito latino, dando cio adito alf interpretazione che in tali parrocchie la giurisdizione dell'eparca non fosse territoriale ma soltanto personale. Per togliere ogni dubbio, quasi a coronamento del 25' di vita dell'Eparchia,prima con decreto della'Sacra Congregaz,ioneper le ChieseOrientali (B luglio 1960) e recentemente con Ia solenne bolia pontiflcia Orientalis Ecclesiae Fama, della stessa dat'a ma solo recentemente pubblicata, I'intero territorio dei comuni albanesi di Sicilia, anche con Ie loro parroechie latine, venne assicurato all'unica giurisdizione dell'eparca. Abbiamo cosi un fatto esemplare: una diocesi territoriale bizantina in paese latino, come potrebbe eventualmente erigersene qualcuna anche, per esempio, in America settentrÍonale o merid.ionale; in essa diocesi dipendono dalla rispettiva autorità anche i fedeli di rito latino, come già avviene da tempo nei territori soggetti alla Sacra Congregazione 16


per le Chiese Orientali, ma con maggiore dimostratività in quanto che, pur essendoin paese latino, la Santa Sede vuol far vedere che un cattolico per iI fatto di esserelatino non ha preminenza alcuna su un cattolico d,altro rito nè puo ri_ tenersi esente dalle autorità ecclesiastichecompetenti d,altro rito; è una dimostratività specialissimamente efficace per i fratelli separati ,che avessero delle preoccupazioni circa la possibilità di vita decorosa detle eomunità del proprio rito in seno al cattolicesimo. PerciÒ la breve storia dell,Eparchia di piana è quanto mai istruttiva e I'Eparchia stessa,per ora un unicum, è d.estinata a far testo per future provvidenze e consimili esigenze anche in altri paesi. Le passate difficoltà dell,Eparchia, che non fu possibile risolvere con aceordi locali com'era nell'intenzione della bolla di istituzione del 1937,hanno reso I'apprezzabile servizio di condurre all'attuale sistemazione cosi ricca di aperture. Voglia il Cielo che un organismo oramai cosi maturo, possa d'ora Ín poi con altrettanto entusiasmo ed efficienza quanta è la sicurezza e la tranquiliità che gli sono garantite, dedicarsi anche alla sua prowidenzale funzione apostolica. Giuseppe Valentini, S.J.

17


delleChiese LíUnione 2o Vuticuno Ecumenico edil Concilio ortodossu dellaChiesa presso vuri esponenti Iln'indagine G H E O B G I I I ([l.S M I V B I I ( I S

La presenzaa Roma di osseruatoridelegati e d,i espoienti d,elleaarie ChieseOrientali ci ha ofsul ferto l'occasioned,i nolgere una aastaindagi-ne 'tema rife' propostoci e siamo quind,i in grado di rire ai Nostri Lettori, in maniera più larga e for' se più interessante,sul pensiero. e sull'atteggia*tnto d'elleprincipati Chieseorientali-nei riguard,i d,elproblàma iell'unione delle Chiese e del Concillo Ecumenico VaticanoSecondo. Gli interaistati appartengonoquesta uolta a d,ifierentigruppi del mondo ortodosso'Diuisi fra loio, si toi tròioti qui uniti per caso,per assister.e in qualità d,i osseriatori o di inuitati aI Concilio Ecimenico Vaticano.Le loro uoci non hanno trad,itoper nulla iI d,rammainterno che le traaaglia, *o ti sono trouate unisone nel riaelare la loro an' sia d,i contribuire, ciascunoa sll,om,odo,alla soluzione d,elgrauepr:oblemad,ellaunióne d'elleChiese' Gti ími e'gli altri ci sono aNtparsiprofondamente sinceri I seriamentepensosi della suolta, che tutte Ie chiesecristiane si sentono inaitate a compiere, per poter nuoaarnenterid'are al messaggio euangàIicola forza di' un rilancio, uiuamente àltrto dil mond,o d'oggi e gra,aernenteindebolito dalla aarietà dei Credo. I nostri Lettori sappiano leggere anche oltre le parole riferite e sentano pulsar.econ il suono elo'quentedeile parole, it palpito aibrante d'i cuori sinceri e di anime aperte' LA REDAZI'NE

lr i

t )

1\ l 'ì

18


i. ESPONENTI DELLACHIESAORTODOSSARUSSA ArcipreieVITATEBOROVOI ArchimcndrircV. XOTLIAROV rl nostro incontro con i due esponenti della,chiesa ortodossa russa, attualmente a Roma in veste di osservatori d.elegati presso ll Concillo EcumenÍco, è stato uno dei più interessanti e dei più toccanti. Essl ct hanno accolti con molta cordialità in una sala deila pensione Castello, dove alloggiavano e ci hanno úrattenuti per oltre un'ora, rispondendo con molta cortesia e con molta franchezza alle nostre domandà. ci siamo presentati come membri dell,Associazlonecattolica rta_ llana per l'oriente cristiano ed abbiamo esposto loro sommariamen[e gli scopi che questa nostra Associazione, da oltre un trentennio, persegue in rtalia; l'attività da essa svolta per far conoscere la storla, I riti' la vita e l'anima deu'orlente crlstiano, medlante corsr dt ag-

t9


giornarnento nei Seminari, Liturgie orientali nelle parrocehie, Settiinane Orientali a carattere nazionale, celgbrate nelle principali Città d'Italia, ecc. Abbiamo subito intravisto nei nostrl interlocutori un senso di, vivo interesse per questo lavoro di apostolato unionistico, a loro r1nora poco noro, ma del quale si dichiaravano entustiasti vedendo ln esso un gtan mezzo, un fattore indispensabile e quanto mai efficace per creare quel clima di comprensione di conoscenza e di carità, che è presupposto indispensabile Fer il superamento delle barriere che cl dividono e per il raggiungimento dell'unione. Abbiamo quindi oft-erto loro alcune recenti pubblicazioni di carat.dalla nostra. Associazione, ed alcuni numeri della tere liturgico, edite nostra Rivista. Le une e le altre sono state molto gradite e, nell'accettarle, essi si sono scusati di non poterci aI momento dare nulla in cambio: Si sono quindi à loro volta presentati, Oicendoci i loro titoli e Ia loro attuale posizione presso il Patriarcato di Mosca, L:Arciprete Vitale Borovoi ci ha detto dl essere nato nella Russia Bianca, di avere frequentato regolarmente gÌi studi ecclesiastici e di essere attualmente insegnante di Teologia Dogmatica comparata atrl'Accademla ecclesiastica di Leningrado. Due anni fa venne pure incaricato di rapprèsentare il PatriarcatO di Mosca al Consiglio Ecumenico delle Chiese a Glnevra ed in tale veste ha partecipato aI Convegno panortodosso di Rodl' sessione alla riunione dell'Assembléa ecumenica di New Delhi ed alla annuale del Comitato delle Chiese tenutasi nell'agosto scorso a Parigi' . L'Archimandrita v. Kotliarov, ci ha detto invece di essere natlvo della Russia meridionale, di aver aneh'egli frequentato regolarmente rlvestlre I suoi studi ecclesiastici presso un monastero oftodosso e di RusOrtodossa Missione atiuatmente'l'incarico di Vicepresidente della alla ses' scorso nell'agosto partecipato anch'egli sa a Gèrusalemme. Ha sl ora e Parigi, a riunitosi chiese, delle comitato del sfone annuale Delegato qualità Osservatore di trova a Roma dal 12 ottobre scorso, in :patriarcato di Mosca, presso il Concilio Ecumenico Vaticano II. del Avvenute queste reciproche presentazioni e creatosl, anche ad opecalore' ra di un ottimo loro interprete, un'atmosfera di simpatia e di seguentl le russa ortodossa chiesa abbiamo posto ai due esponenti della domande, alle quali essi ci hanno cosl cortesemente Ésposto: russa in u.Rss ? l. Poteted.irci qual'è Ia situazione della ChÌ,esaortod'ossa della Chiesa dallo Stato' aweDopo la separazione

nuta nel gennaio 1918, la nostra Chiesa è venuta a trovarsiincondizioniladicalmentenuoveedaailoraessa ha dovuto ad.attarsi alla nuova situazione. Questo a'datta'mento, certo, non è avvenuto senza difficoltà, senza rinunad cé,"senzasacriflci; ma la nostra chiesa messa di fronte penose repur tra una scelta, o scomparire o sopravvivere.' 'strizioni e limitazioni, ha scelto questa seconda soluzione' questa Molti di vdi, forse, non hanno capito il dramma di agstraChiesa,che,pazientementeesilenziosamente'hado-

20 l


Vuto lentamente raccogliere Ie sue flla, ricostituire'la sua Gerarchia, riunire i suói fedeli, tutto ed al solo scopo di non venire meno alla sua missione divina di essere testimone della sua fede in Cristo e di tener viva la flaccola della fede, senza cui si sarebbe spenta irrimediabilmente e fatalmente. Oggi essa trova ancora delle difficoltà, specialmente a causa della propaganda atea, molto agguerita e preparata. Ma qual'è la Chiesa che oggi non incontri d.ifficoltà neilo svolgimento della sua missionespirituale? Se da noi c'è I'ateismo, in altri paesi c'è l'immoralità, la eorruzione, I'indifferenza religiosa: cio appars chiaro, per esempio,dal comportamento laicista degli uomini politici, delle personalità della cultura, dei semplici turisti del mondo occidentale cattolico che visitano il nostro Paese.Questi, tranne qualche rarissima eccezione, non mostrano affatto di appartenere alla Chiesa cattolica, non sembrano nemmeno di essere cristiani; mentre i comunlsti nostrani, quando vengono da voi fanno sempre aperta professione di ateismo. Tuttavia - ci sembra - che sia di somma importanza che ogni Chiesa custodisca'gelosamente il depositodelle divine Verità, le difenda, le predichi e le attui. Noi questo abbiamo cercato e cerchiamo di fare. Forse adessole cosesono migliori d.a voi,'ma non so quanti di voi rimarrebbero fedeli, se fossero messi alla prova. La Chiesa ortodossa russa è cosciente di questa sua missione, anche se per svolgerla essa non sempre lo possa fare come vorrebbe. 2. Come si suolge in pratica la oita d,elld,ehiesa russa: come aaai,enell reclutamento d,el suo Ctero; quante sono attualmente le facoltù, teoIogiche, i Sem',nari,ecc.?

Non è facile rispondere in poche parole a queste vostre domande, anche perchè non è facile per voi farvi un'idea di quello che è attualmente la vita interna della Chiesa russa. Premessoche la Chiesa in Russia non ha serie difficoltà di carattere economieo,gtazie alla commovente e larga generosità dei fedeli, la vita religiosa in pratica si svolge nello interno delle nostre Chiese, con la celebrazione delle nostre feste e dei nostri riti religiosi, facendo partecipare i fedeli particolarmente alla Divina Liturgia, che rappresenta la riccltezzapiù grande dell'Ortodossia"E' nell,attaccamento a que-

2l


stt santi rlti che sl deve porre gran parte della soprawivenza della nostra fede nel nostro popolo. Quanto al reclutamento del Clero, esso si compie tra i glovani che desiderano dedicarsi all'apostolato ecclesiastico, e dobbiamo dire che, nonostante siano molte le difficoltà e molti i sacriflci che la vita ecclesiastica comporta, tuttavia non mancano quelli che deliberatamente la scelgono. Quanto alle Facoltà teologiche,dobbiamo dire che, dopo la separazionedella Chiesa dalto Stato, tutte Ie Facoltà teologiche sono state abolite. Oggi esistono solo due Accademie ecclesiastiche:una a Leningrado ed una a Zagorsk, nei pressl di Mosca. La vita di queste Accademie è quella dei vostri Seminari e delle vostre scuole teologiche. Per entrarvi bisogna avere superato gli esami delle scuole secondarie di Stato ed un particolare esame di ammissione, da sostenersidavanti ai Superiori e agli Insegnanti dell'Accademia. I corsi durano normalmente quattro anni, alla flne dei quali viene rilasciato un Diploma. Qccorre chiarire ehe non tutti quelli che frequentano questi corsi e conseguono questo Diploma, abbracceranno obbligatoriamente la vita ecclesiastica.Il programma d'insegnamento comprende le seguenti materie: Sacra Scrittura del Vecchio e del Nuovo Testamento, Patrologia, Teología dogmatlca, Teologia morale, Teologia apologetica, Teologia ascetica, Catechetica, Liturgia, Archeologia, Storia delle Chiese slave, Storia della Chiesa russa' Storia e analisi dei Culti occidentali, Storia delle dottrine degli scismatici e delle sette russe, Diritto canonico, Costituzione dell'URSS, Canto, Ebraico antico, Greco, Latino, Staroslavo ed una delle sesuenti lingue moderne, a scelta: inglese, tedesco,francese' g. Qltot'è iI ttostro pensì,ero sul probtema dell'unione deue ChÍese?

11nostro pensiero su tale problema è certamente eguaIe al vostro per cio che riguarda la necessità e I'urgenza di risolverlo; puÒ, perÒ, esseredifferente circa il modo di risolverlo. Ogni Chiesa, del resto, ha su questo punto idee e concezioni diverse, ed ecco perchè esso si presenta difficile nella sua soluzione Pratica. Per noi della santa chiesa ortodossa russa, la soluzione dl questo problema si presenta in termini soprattutto pratici, che possono essere cosÌ riassunti: a) paciflca coesistenza; b) accordo nelle verità,; c) unione nella carita'

22


Quanto al primo punto è chiaro che l'unione delle Chiese cristiane non può compiersi se non nel rispetto della personalità di ognuna, tenendo nel massimo conto la sua attuale costituzione, che compendia tutta la sua storia, il suo carattere, i suoi gusti, la sua vita, la sua anima. Una può avere qualche cosa di più, un'altra qualche cosa di meno, ma tutte hanno cercato, a loro modo, di attuare ,il messaggio evangelico in forme esterne, in riti, in manifestazioni rispondenti alle inclinazioni ed alle esigenzepsicologiche,etniche, storiche e talvolta anche politiche, dei popoli e detle nazioni nel cui ambito Ie vari'e Chiese cristiane si sono formate. Abolire tutte queste varietà, fonderle in una unità uniforme e livellante, vorrebbe dire distruggere gran parte dei tesori e degli apporti da esse faticosamente per secoli accumulati e metterle nella condizione di diventare straniere ai loro stessi fedeli. Una detle ragioni della loro separazione e delle attuali divisioni sta appunto net fatto che ognuna ha voluto difendere ed ora vuole tenacemente conservare Ia sua propria personalità, nell'universalità della fede cristiana, dal pericolo di essere assorbita ed aggregata. Unione non vuol dire fusione ma paciflca coesistenza. Quanto all'accordo netla verità è anche qui chiaro che fra la Chiesa cdttolica e le Chiese ortodossenon esistono divergenze sostanziaii. Si tratta molto spessodi modi diversi d'interpretare la stessa verità. Non dovrebbe quindi essere difficile trovare delle formule teologiche, che, tenendo conto d.etle particolari evoluzioni del pensiero teologico dell'una e dell'altra parte, si presentino come accettabilÍ da tutti. Più diffieile sarà raggiungere questo accordo con le Comunità protestanti, ma difficile non vuol dire impossibile; ed ln ogni caso quello che puÒ sembrare impossibile agli uomini non è impossibilea Dio. Quanto all'unione netla carità, questa puÒ essereattuata anche subito; e deve anzi alttarsi subito, se si vuole obbedire ad un comando esplicito di Gesu. Ora.per attuare questa unione nella carità, bisogna che da parte di ogni Chiesa vengano eliminati: a) i risentimenti storici; b) le diffidenze reciproche; c) i pregiudizi errati. 1. Quanto ai risentimenti storici, ogni Chiesa ha accumulato, purtroppo, nel corso della sua esistenza, tanti contrasti ed urti, a sfondo spessonazionale o politico, da con-

23


1 ii ì

l

i i, tl

ii

servare tuttora un gravoso bagaglio di forti rancori con la Chiesa vicina. Basterebbe pensare - sottolinea l'Arciprete Borovoi - a quello che è intervenuto, lungo molti secoli, nei territori di conflne lra Ia Russia e la Polonia, le lotte talvolte cruente che ivi si sono svolte, per comprendere come tutto questo gravi e costituisca un fortissimo ostacolo ad ogni tentativo di unione. . 2. Quanto alle diffidenze reciproche, abbiamo anche su questo punto tutta una casistica dolorosa, che non è basata equivoci >>,come avrebbe voluto spiegare qualche solo su << eminente Personalità del mondo cattolico con riferimenti storici non sempre esatti. Se la Chiesa Cattolica, per bocca di questi suoi rappresentanti, intendesse porre su quelle basi il problema dell'unione, vi potremmo dire subito che le diffidenze delle Chiese ortodosse a questo riguardo, invece di diminuire aumenterebbero di molto. 3. Quanto ai pregiudizi ercati, dobbiamo tutti convincerci che essi sono basati sul fatto che noi non ci conosciamo abbastanza.E' l'ignoranza della vera situazione di ogni Chiesa. della vera dottrina da essa insegnata, delle vere tradizioni ed usanzeda essapraticate, che ha portato Ie singoleChiese ad attribuirsi I'una all'altra colpe, errori e deviazioni che in realtà íron sono veri o, per lo meno, non sono esposti in maniera vera. La Chiesa ortodossa russa vuol contribuire efficacemente alla soluzione dell'angoscioso problema dell'unione delle Chiese e per questo essaè uscita dal suo isolamento, ha chiesto ed ottenuto di partecipare, come Membro attivo, al Consigtio mondiale delle Chiese, ha partecipato alle sue Assemblee, è intervenuta al Convegno panortodossodi Rodi, ha inviato due suoi rappresentanti, osservatori al concilio Ecumenico Vaticano II. 4. Cosa pensate det Concilio Ecurnenico Vatícano II e quali impressionl aaete ri.cauato nell' as si'steroi'?

Questo Concilio e veramente un grande avvenimento, e ciÒ, sia per I'importanza degli argomenti trattati, sia per il numero d.ei Vescovi venuti per parteciparvi, sia per iI modo con cui esso si svolge. Tra gli argomenti da trattarsi non è stato incluso quello che riguarda il problema dell'unione delle chiese. si tratta quindi in gran parte di argomenti interni 24


della Chiesa Cattolica, rnà per questo non meno importanti ed attuali. Si tratta deli'imposlazione di problemi che in deflnitiva riflettono quelli che affiorano quotidianamente nella vita interna delle singole Chiese,specialmente per ciò che riguarda il loro aggiornamento in vista di rendersi strumenti sempre più atti alla diffusione del divino messaggiodi Cristo. Impressionante è il numero dei Vescovi che vi partecipano, soprattutto perchè essi provengono da ogni parte del mondo e rappresentano quindi le esigenze di fedeli viventi nelle condizioni piu diverse e sotto concezionipolitiche, culturali ed economichele più differenti. euesto fatto dà al Concilio Vaticano un'importanza straordinaria nel momento attuale. Quanto poi al modo con cui si svolgonole discussioni, Iasciateci dire che siamo rimasti veramente coipiti dalla Iibertà e democraticità degli interventi, perchè ad ogni Vescovo è iasciato il modo di esprimere liberamente il suo pensiero e sottoporlo all'approvazione degti aitri Vescovi. Tutto questo ci ha irnpressionato,perchè credevamoche nella Chiesa Cattolica non ci fosse tanta libertà di discussione.Siamo rimasti tanto piu benevolmente impressionati in quanto questo senso democratico, di cui siamo stati testimoni, ci dà bene a speraíe'ciheanche nei rapporti con le Chiesenon cattoliche sarà più facile avviare it dialogo e porre le basi per una serena discussione. *

*

*

Con queste parole così lusinghiere e così,confortanti sui lauori d,el Concilio ha aauto terminte il nostro incorltro d,urato oltre un'òra. Qui abbiamo cercato di riportare, nella maniera più fedele, quello che i due interuistati ci hanno d,etto; ma c'è qualcosache forse non siamo riusciti ad, esprimere ed è il loro tono di assolutitsincerità, di profonda conuinzionee di uisibile commozione,con cui ci hanno parlato. Forse Ia loro posizione ufficiale d,i OsseruatoriDelegatí ha loro imped,ito di dire ancor più di QueIIoche han d,ettoin rispostaai nostri quesiti, cosàda apparire su qualche punto alquanto riseruati.Ma è ind,ubbioche anched,i quello che non ci hanno detto, noi ne abbiamo facilmente intuito Ia portata ed intravaeduta la risposta.Era Ia prima aolta che aaeaarnoIa fortuna d,i incontrarci con due autentici ed autoreaoli esponentid,ella Chiesa

25.


ortodossarussa e siamo usciti d,a questo incontro con u,na nei cuori: Ia speranzache anche Ia Chiesa orsperanzaaccesa. todossaru;s&, pur tra difficoltà ed,incomprensioni non piccole e non poche, sta forse uscendo aittoriosa da una proaa, che dura ormai da oltre quarantaanni, per incontrarsi nuouamente con il Cristo d,ellesue iconi, per nuoui e e coraggiosamente più alti destini.

DEIJ.A CHIESAORTODOSSAROMENA 2. ESPONENTE S. E. Mons. IONESCO

IÌ Direttoîe Nozioncle delÌ'A.C.I.O.C., S. E. Mons. Pernicioro

con

S. E. Mons. Jonesco (o

,

sinistrq),

Di orlglne Moldava, ha fatto nella stessa regione I suol studi medl, entrando poi ln un monastero per abbracciare la vlta monastlca. sacerdote, Ordlnato fu chiamato Presso la Sede patriarcale di Bucarest da Sua Beatitudine il Patriarca Mlron Crlstea, come organizattivltèù zatote delle

26

L'fncontro con Mons. Jonesco avvenne ln una sala della Pensione Gioconda, in Via Lima 41 a Roma, subito dopo un ricevimento che 1l venetando vescovo ortodosso aveva voluto dare in onore di S, E. Mons. Giuseppe Perniciaro, Vescovo Ausiliare di Piana degli Albanesi e di alcuni sacerdoti dell'Associazione Cattolica Italiana per 1o Oriente Cristiano. Il clima di sùrcera simpatia creatosi subito in questo incontro, diede avvio facilmente ad una conversazlone quanto mai


misslonarie dello stesso Patrlarcato, Alf inizio della seconda gueffa mondiale venne i.nviato a parigi, come parroco delparrocchia l'importante ortodossa romena, con sede in rue Jean ile Beauvais 9. Subito dopo la guerra, in vista dei moÌtl meriti acquistatisÍ nel suo lavoro di apostolato e dell'equitibrio dimostrato negli anni dimcill della guerra in segulto ai vari capovoì.gimentl e varietà di situazioni, venne eletto e consaerato vescovo, dapprima come vicario dell'Eparchia rornena in eslllo, da parte di S. E. Mons. Bisarion Puju metropolita dei romenl ortodossi in esilio, poi come titólare della nuova eparchia dei romeni ortodossi del Canadà e AmminÍstratore della Eparchia dei romeni ortodossi deÌI'Europa, Occidentale. Risiede alternativamente a Parigi presso la Chiesa OÉodossa Romena in rue Jean - de Beauvais 9 bis ed a Windsor nello Stato deu'ohio in u.s.A.

interessante sui due prlncipali argomentl, sui quali ci eravamo proposti di fare alcune interrogazioni per conoscere quale fosse il pensiero dell'illustre membro della gerarchia ortodossa. Alla nostra prima domanda, quind.i: <Come ponete ooi il problema dell'Unione deile Chiese?>, Egli ci rispose cosl: <<Sono

un

yescovo

della

Santa

Chiesa Ortodossa e come tale amo la mia Chiesa, nella quale sono nato, per la quale ho lavorato e nella quale sento di trovare tutto ciÒ che il mio spirito desidera. Questa Chiesa ha una storia meravigliosa che si riallaccia agli Apostoli, ai Padri, ai primi Concilii ecumenici e che lungo il suo decorso si è arricchita di una sua Liturgia, di una sua Teologia, di una sua gerarchia, si è iIIuminata di santità con i suoi anacoreti e con i suoi monaci, si è imporporata di sangue con i suoi martiri. Purtroppo una fatale divisione l'ha portata ad un certo punto della sua storia a percorrere un cammino, distinto da quello percorso dalla vostra veneranda Chiesa Catgolica, e le due Chiese che per un lungo perÍodo di tempo avevano camminato unite, si sono sempre più allontanate, fi.no ad ignorarsi, a distinguersi ed a non amarsi. Forse è arrivata I'ora di riprendere insieme lo stesso antico cammino, di riunirci e di risentirci nuovamente ed in tutto fratelli. Ed ecco allora porsi il problema della riunione delle due Chiese e del modo con cui esso possa attuarsi. Secondo me iI problema va posto in termini concreti, chiari, ma soprattutto spirituali e soprannaturali. L'unione delle due Chiese non va quindi posta sulle basi umane della vittoria di una chiesa sull'altra, quasicchè una avesse tutta

27


,j

j I

i

la verità e lraitra soltanto errori, una avessetutta la ragione e l'altra tutti i torti. L'unione invece va soprattutto posta su basi soprannaturali e spirituali, cioè sulla vittoria del Cristo' della sua verità e della sua carità. Non sarà quindi la vittoria della chiesa cattolica suila chiesa ortodossa, nè della chiesa tatina sulla greca, ma solo la vittoria della indefettibile Chiesa di Cristo, che non è nè latina, nè greca' ma solo la Sposa immacolata d.el Cristo, senza macchie e senza rughe, Maestra di Verità vivente nella Carità' pogQuanto ai termini concreti e chiari, sui quali deve giare I'unione delle due chiese, questi si basano evidentemente sull'aspetto umano della chiesa e cioè sui rapporti che devono intercorrere tra la chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. sui limiti delle rispettive giurisdizioni, sulle posizioni dei patriarchi e d.eivescovi e su tutto ciò che riguarda Ia loro costituzione esteriore Evidentèmente si lratta di questioni molto gravi, molto complessee non scevre di difficoltà sia da una parte che dail'attrà. In deflnitiva si tratta di rivedere 1e attuali posizioni d.i ciascuna, esaminandole alla luce delle fonti della Rivelazione, deila storia d.ella chiesa, dell'evoluzione ecclesiologica ehe le ha portate a darsi ognuna una costituzione esterna diversa. Non si tratta d,i ritornare ciascuna sulle posizioni che aveva in passato , nè di pensare ad una loro riunione sulla base delle concezioni storiche, geograflche, politiche o giuridiche che precedettero il loro sviluppo flno al secolo V' o flno al sec. XI"; ma si tratta d'i tener conto d,i tutte queste situazioni per spiegare il perchè detla loro diversa evoluzione, , giustiflcare in qualche modo il diverso volto che esse oggi presentano, e quindi da questa constatazione sincera, obiettiva e spassionata iniziare un dialogo per esaminare e vedere corne, allo stato attuale delle cose, sia possibile trovare un punto d'incontro per un reinserimento pacifleo, Ieale e. duraturo delle due chiese nell'unità sfolgorante del mi-stico Corpo di Cristo. L'incontro dovrebbe avvenire quindi sulla base di parità;, parità di sacerdozio,paritèl di successione apostolica, parità di sacramenti, parità di tradizione, in modo da arrivare a flssare i limiti delte rispettive giurisdizioni e interdi-

28':'


pendenze ed i campi di azione comune e di reciproca collaborazione. Il secondo passo in ordine cronologico, anche se forse dovrebbe essereil primo in ordine logico è quello di rivedere il comune deposito di verità per accordarci sui principali punti di dottrina che sono attualmente oggetto di discussione. Non sono molti, perchè sono certamente molti più i punti dogmatici in cui le due Chiese convengono,con una tradizione univoca che risale agli apostoli, di quelli in cui le due Chiese divergono. Tuttavia questi punti esistono e si tratta di questioni importanti, che devono essere affrontate, yàgliate, chiarite e definite, alla luce della comune Rivelazione e tenendo conto delle particolari attitudini intellettuali e della tradizione teologica delle due Chiese. Uno di questi punti è quello che riguarda il Primato del Vescovodi Roma, sul quale non concordano le tradizioni delle due Chiese. Si tratta di una questione, sulla quale molto si è scritto, ma sulla quale, a mio parere, è venuto il tempo di poter ritornare con animo più sereno e con intendimenti più precisi. Il primato che esercita oggi il Papa sutla Chiesa latina è ormai un fatto, del quale non si puÒ non tenerne conto nella soluzione del problema dell'unione delle Chiese. Abolire oggi qúesto primato, a mio parere sarebbe inopportuno. Occorre inveee vedere come esso possa conciliarsi con I'autorità dei Vescovie dei Patriarchi Io ho passato un lungo periodo della mia vita in Occidente e tuttora sono un vescovoortodossoche per ragioni del suo ministero risiede in Occidente, a contatto continuo con cattolici, sacerdoti e laici. Da questa mia permanenzí" in Occidente ho potuto farmi una convinzione forse diversa della Chiesa Cattolica, da chi questa Chiesa conoscesolo da léntano, per sentito dire o peggio per mal sentito dire. Io stimo la Chiesa Cattolica, i suoi Vescovi e specialmenteil suo grande Papa Giovanni. Penso quindi che siano forse esagerati i timori che questa Chiesa voglia imporre una sua supremazia incondizionata sulla Chiesa Ortodossa. Certamente, come dicevo, essa possiede oggi ed esercita un primato, che è venuto assumendo nella Chiesa un'autorità sempre più influente per quanto riguarda la Chiesa latina ed è forse questo che indispone gli Ortodossi, abituati ad une, maggiore elasticità nelle loro relazioni ecclesiologiche.

29


Ma accanto a questo lato che potrebbe apparire a prirn:a vista negativo, non si puo negare I'importanza cl:'eha per la Chiesa una unità di comando, di direttiva, di guida, speeie se questo comando venisse esercitato in collaborazione eon lo episcopato, che dovrebbe essere chiamato più spessoa riunirsi in concilio. fn deflnitiva non vedo sul piano pratico difficolta pregiudiziali, che non possanoesseresuperate con un po' di buona volontà, compresa questa del Primato del Papa di Roma' che lungi dall'essere una difficoltà, potrebbe invece dimostrarsi oggi un mezzo provvidenziale di unione. Alla seconda domanda: < Che cosq'pensate del Concili'o?>' ci dava questa confortante risposta.

ìl

rl {

II I t l

<< Io sono qui per il Concilio; non chiamato da nessuno, non inviato a nome di qualcuno, ma purtuttavia presente perehè convinto che essoè un avvenimento da cui non si puo essereassenti. Prima di venire qui a Roma ho avuto la gioia di celebrare una Liturgia Bizantina in un noto santuario della Francia e per benigna concessionedel Vescovo cattolico del luogo ho'potuto celebrarla su un altare cattoiico, alla presenza di ben 3 vescovi cattolici, di numerosi sacerd.otie laici cattolici. E' stata per me la preparazione migliore alla mia venuta à Roma per il Concilio. II Concilio preparerà I'unione dei cuori nella verità, darà nuove direttive per l'apostolato nel mondo d'oggi, afironterà numerosi temi teologici, liturgici, morali, pedagogici; ma io ho visto fln da questo mio incontro con alcuni membri dell'episcopatocattolico in Francia ed oggi qui in ltalia, che iI clima del Concilio ha già fatto un quanto sia bello e quangrande miracolo, ci ha fatto sentire << to sia giocondo "habitare fratres in unum" >>.

30


S. E. Mons. CASSIANO Rettore dell'Istituto

russo

ortodosso dÍ Pcrigi.

3. ESPONENTE DELLACHIESAORTODOSSARUSSA

t

DELL'EMIGRAZIONE

I

I

t i

Il Vescovo russo Cassiano è nato ln Russia verso ll 1880 ed lvi ha frequentato le scuole medle e superiorl, passando pol all'Accademla, Ecclesiastlca di Leningrado, dove conseguÌ 1 titoli accademici. Venuto in Occidente al seguito del metropoUta Eulogio, dlvenuto plri tardi U titolare delI'Eparchla Russa alle dioenderÌze del patriaicato ecumenlco dl Costantinopolt, Cassiano pose la sua sede a Parleil, dove, ln collaborazlone con altrl teologl russl in esl]lo, diede vlta ad una Scuola Teologlca Ortodossa, divenuta in segulto un ( Istltuto Teologlco Ortodosso D, esteso non sol-

Egli ci ricevette in una sala dell,Albergo, dove alloggiava come ospite del Segretaria_ to per I'unione dei cristiani, ed accondi_ scese ben volentieri a rispondere ad alcune nostre domande. Gli chiedemmo innanzitutto rfotizie dello fsHtuto russo ortodosso di parigi di cui è Rettore ed Egli ci disse che attualmente es_ so di cor-npone,diuna. decina di insegnanti e di una ventina di studenti. Il programma d'insegnamento comprende corsi particolari di teologia ortodossa, di esegesl biblica, di patrologia, di storis, ecclesiastica, oltre a numerose conferenze, incontri, rlcerche, pubblicazioni a livello scientiflco, note otmai in tutto il mondo culturale ortodosso e no. Gli ponemmo quindi la domandai <ehe cosa pensa Vostra Eceellenza o,et problerna, dell'Unione delle Chiese?>>,e ad essa ci rispose subito cosi:

3t


'

< Il probleur-a dell'unlone delle chiese.visto da un ortodosso,si pone tanto agli studentl orsu termini alquanto diversi da queltodossi russl, ma.anche ortodossi agti studentl li comunemente proposti dalla teologrecl, bulgad, romenl e gia oattolica e dagli insegnamenti serbi. vescovo, Consacrato varie comunità protestanti. delle con il titolo dl Catania, Per un teologo ortodossonon esialla direzlone rlmase Istituto, del suddetto ste un problema dell'unione delle con la sua illustrandolo dottrinaeconlsuoi chiese, nel senso che tutte le chiese scrltti. debbano far parte esternamente di a Roma dal Invltato per un unico grande organismo visibile, I'unioSegretarlato ne del cristlanl, ln vlaI cui vertice risieda I'autorità di un sta della sua aìta Pre: parazione teologica. ha solo vescovo.La Chiesa, secondo la accetlùto ben volentierl teologia ortodossa,non è una società ed ha lmpresI'invito ma è un pleroma, viviflcato dalla preslonatq tutti Per I'esemplarità del suo portasenza dello Spirito Santo; è un cormento, la profonda plepo che riunisce in uno tutte le memtà e la .grande umiltà. bra, cioè tutti i credenti in Cristo; è più spirituale che temporale; risuita per cui l'unità che ne piu di fede che d'i organi amminipiù divina che umana; strativi; più d.i sacramenti e di gtazia, che di apparato gerarehico. Da questa deflnizione ortodossa della Chiesa' appare chiaro come it probtema dell'unione delle chiese, per noi ortodossi, si basa più sull'elemento soprannaturale e divino, che su quello naturale e umano; sia cioè più un problema di unità ed identità di sacramenti, che di uniformità di riti e di tradizioni. L'organizzazione este.rnad.ella Chiesa puÒ'quindi essere diversa; diversi possonoesserei suoi riti, le sue discipline, le sue trad.izioni, gli usi, Ia lingua; diversa puÒ essere pure la sua evoluzione storica, etnica, culturale, psicologica a seconda delta geografla, dell'etnografla, talvolta anche nella politica, in cui la Chiesa ha dovuto svilupparsi. La formazibne quindi delle chiese locali che troviamo pullutare come una norita nei primi tempi della storia ecclesiasticaspiegano la formazione in tempi successividi chiese a sfondo nazionale, locale, indipendenti o autocefale. La gerarchia preposta ad ognuna di essesi sentiva, come si sente anche oggi, parte integrante della grand.e e universale chiesa di Cristo' Per la .unione basterà quindi che tutte queste chiese a carattere na-

,32


zlonale o locale si sentano parte viva ed operante del mistico corpo di Cristo. La gerarchia locale, pur godendo di una autonomia per quanto riguarda.I'amministrazione ecclesiastica pratica, costituirà invece un elemento di collegamento per la riunione di tutte le comunità da essa dipendenti in una grande comunione o ecumene. Queste idee che io le vengo esponendo sul modo con cui noi ortodossi impostiamo il problema dell'unità della unità della Chiesa, possono spiegarle come non vi siano particolari difficoltà per affrontare in comune la soluzione di questo angosciosoproblema. Forse la Chiesa Cattolica insiste piu sull'unità visibile che su quella invisibile ed è per questo che il problema per la Chiesa Cattolica può rivestire particolari difficoltà alla sua soluzione.V'e poi una pregiudiziale che compromette I'impostazione stessa del problema ed è quella che riguarda l'accettazíone preventiva e il riconoscimento immediato da parte delle chiese ortodossedel primato del Papa, cosi come essooggi si presenta. Ma si tra|ta anche qui di una questione, che puÒ essererisolta ove da una parte e dall'altra si superi I'irrigidimento di posizioni storiche e tradiZionali. Molto cammino s'è fatto in questo senso e nei miei incontri avuti nel gennaio scorso a Parigi con il cardinal Bea e qui a Romd con alcuni autorevoli esponenti del pensiero cattolico, ho potuto rendermi conto che anehe questo punto del primato e dell'infatlibitità del Papa, diventato come un punto morto, una volta chiarito il suo vero senso ed una volta precisate le funzioni del primato nella chiesa e i rapporti che esso dovrà avere con la gerarchia, non sarà piu un punto morto, ma potrà divenire invece un punto vivo, di progresso per la Chiesa stessa. Personalmente penso che siamo tutti molto vicini a trovare una soluzione. ed il Concilio Vaticano ha servito mirabilmente a preparare gli animi per iniziare un dialogo. Come Rettore poi di un Istituto Teologico Ortodossonori posso che auspicare che il dialogo si inizi subito e siano i teologi ad iniziarlo. Quello che io proporrei è uno scambio di idee, di studi, di esperienzefra teologi ortodossi e cattolici su quei punti di dottrina, che hanno avuta una diversa evoluzione nelle due chiese e che attualmente si presentano come contrastanti e divergenti

33


Ogni Istituto Teologico ha un corpo di professori ben preparato, ha una Rivista, pubblica dei resoconti; ecco, aItrettanti mezzi per iniziare il dialogo a distanza. Ogni anno poi favorire degli incontri personali fra i vari docenti per un dialogo piu ravvicinato. L'unione avverrà quando iI dialogo dei teologi avrà preparato il terreno per un incontro fra i vescovi. Una volta sgombrato 1l terreno da tante difficoltà e sottigliezze teologiche, i cuori potranno incontrarsi, le menti intendersi, le mani unirsi e le braccia aprirsi in un abbraccio fraterno.

il :

Alla domanda: 1l venerando

<<Che cosa pensa I'Eccellenz,a,Vostra d.el Concilio? >,

vescovo ci rispose:

<< Sono qui, come invitato ed ospite del Segretariato per l'unione delle Chiese,e come tale desideroosservarei diritti dell'ospitalità e dei segreto per quanto riguarda i iavori del Concilio. Ma se voi volete sapere come io veda il Concilio e quali impressioni io abbia provato a parteciparvi, vi diro subito che sono molto contento di avervi potuto partecipare e di pregare molto per il suo successo. Sono sicuro che esso porterà dei frutti meravigliosi per la Chiesd Cattolica e che altrettanti buoni frutti esso porterà a tutte le altre chiese cristiane. L'esempio di serietà, di pietà, di dottrina, di carità che ci hanno dato i Padri Conciliari; Ia saggezzadimostrata nei loro interventi; I'ansia pastorale rivelata nelle loro calde perorazioní; I'opportunità dei temi trattati sono stati una rivelazione dello spirito che anima la Chiesa Cattolica e tutto questo ha servito per fare un gran passo avanti nella via dell'incontro con le altre chiese. Nessun Concilio ha fatto tanto per l'Unione, come questo di cui si diceva che non avrebbe trattato dell'Unione! >

34


APPUD{TIDI TEOLOGIA ORTODOSSA

okll,dthusa L' Xnlollibilita londanentodognaticodel,l,asuqunità

t{ t

sicmo lieti di pubbJicare uno studio compiuto dal noto teologo orfodosso romeno, Prot. ]oAN BRIA, in collq.borqzione con qltri Docenti dellq FocoJtà di teologia ortodossq di Bucarest, su uno dei temj niù imporfanti dell'Ecclesiologio confemporoneq, cioè I'InIollibilitù deilo chieso, considerqto come tondqmento doqmqtico delJa suq unifà. Si trctta dt uno sfudío moJto serio, che íntendicmo oflrire si nostri treftori come un soggio di indogine teologica e che obbidmo riportoto guosi infegrqlmente dalia Fivista teologico " ORTODOXIA , dove è cppor{o nel numero tugrJio-Seftembre 1960,Iqsciqndo agli Autori 1o,responsobilifò di gucnto da essi esposfo. NeJJ'cffucle Íase dialogicq Írq. 7e vq.rie chiese e confessioni cristiqne, è guanto mci utile conoscere suqJe siq, su qlcunÍ punti tuttoru controversi, iI pensiero dei principcli teoloqi contemporanei. L'EccIesiologia oÍÍre unq femqficq Íro Ie più interessanti e Ie píù vqrie, fonfo più qttuc-le in quonto essq viene sfudiota e propostc in vistc di uno chiuriÍicqzione della posizione defle singole chiese, ín concomitqnzq con i lqvori del Concilio Ecumenico Vaticsno. Ci proponiomo di fenerne inÍormqti i nostri Lettori, riportando in ogni numero deJJq nostra Rivisto, softo il titolo " Appunti di Teologic ortodossc ", sfudi e indogini sugli sviluppi dei pensiero feo.logico ortodosso contemporqneo. i. - Il Concetto ortodosso di infcllibilitò Secondo il concetto dellc teoloeic ortod.ossa, l'infollibilità ò unc prerosctÍva che possiede lo Chiescl Sinodaie (Sobornst), per cui esso è continuqmente ossistito dr:llo Spirito Scrnto in modo da non sbo-

35


o devicne dollo veritò che Dio ho rivelcrto per lc ss.Ivezzs ciei credenti. Dc questc definizione risultc chiqro che la Chiesc hcr ricevuto il dono, iI potere e l'outoritù di conoscere, conservqre ed insegnqre in modo corretto e immutqbile lo rivelcrzione divinq. ò un cttributo proRisultcr pure chicro che questa infollibilitò prio della Chiesa Sinodole, cioò non solo dell'episcopcto e del clero, ma dello totalitò dei fedeli, compresi quindi onche i lqici, sotto l'inqliore

flusso dello Spirito Sonto. Neilc u Confessione di Dositeo ', che è uno dei Libri simbolíci, riconosciuto dcr tutti i teologi ortodossi come unq del1e fonti pirì outorevoli dell'insesnqmento dellc loro Chiescr, si legge: u Credlqmo che la Chiescr ccttoliccr viene istruitcl dallo Spirito Sonto... Come pertcnto tuttcr 1o Scritturcr è e si dice pcnolo dello Spirito Sqnto, non perchè ci siq stcrta do Esso direttcmente rivelqta, mo perchò ci ò stcrtcr qnnunzictc per mezzo dei profeti e desli opostoli, così qnche ia Chieso viene sì istruitq dcllo Spirito vivificqtore, mcr è per mezzo dei Scnti Podri e dei Dottori che lcr suq Parola ci viene crnnunziotc. Ora noi non solo credicrmo mq fermqmente qflermiqmo che 1o Chieso cattolicc non può sbcglicne o professcre I'errore invece dellcl verità, perchè lo Spirito Scnto operondo per mezzo dei SS. Podri e dei Pastori della Chiesa, i quoli sono i suoi fedeli servitori, preservcr lo sua Chies& da oqni errore r' Cfr. n Confessio Dosithei u, cop' XII. Nello " Liturgic Binzcrniincr dellc benedizione di unc chiesa ' lc Chiescr ò considerqtq come lcr cittò del Dio vivente (Efes. XIi, 22 -'24), nellc quole coesiste l'elemento divino con quello umono. Nello loro divinq economio tutte e tre le divine Persone hqnno strettcr relcrzione con lq Chiesa. Si lesse, infotti, testuqlmente: u Questc casa l'hq costruitq il Podre, il Fislio l'ho fortificctcr erlo Spirito Sonto i'hcr rinnovqtq u.Il Figlio, però, e lo Spirito Scnto hqnno relqzioni diverse con essq; questo concetto è espresso poco dopo con queste pcrrole, riferene tesi al Fiqlio: u Col verscrmento del preziosissimo Tuo Songue hci fondclo Ia Chiesa, con lo Tuq morte l'hci inncrlzctcr, con icr résurrezione l'hoi completotq, con la Tuc qscensione l'hoi benedettq e con 1o disceso dello Spirito Sonto l'hci sontificoto ed estesq ". Cfr. u Liturqicr Bizcnlina dellcr benedizione di uno Chiesa ,, Bucorest 1927, p. 58. 2. - Lo Spirito Scrnto soggetto dell'infctlibilitù Nella ecclesioloqia ortodossc, iI sogsetto deli'infqllibiiitù miercmente lo Spirito Scmto.

36

e pri-


Metropolio di Bucoresl. (Costruzione inizioto nel i654 do Coslontino Bosoron Cdrnul. Ultimoto e decoroto nel 1658).

Se nello creozione Esli si mcnifestc come < Spirito vivÌficotore ,, nella Chiesc Eqli si monifesiq come Spidto di veritò (Giov. XIV, 17). Son Mossimo confessore hc detto che lo Spirito Sonto ò la strodo verso Crisio; e Scm Giovonni Crisostomo e S. Simeone stilito, ii nuovo teolcgo, nel loro realismo pneumotologico, honno qffermato con coroggio che qnche se spqrisse íl Vongelo, qvremmo sempre lo Spirito Sqnto che conserverebbe intottcr lc predicozione del Cristo. Nell'epoco potristicc, Sqnt']reneo ovevo espresso questo concetto in unq formq clossico che mette ancor pÍrì in evidenzo Iq reLcrzione trq lo SpirÍto Sonto, io Chieso ed il Vonqelo. Eqli scrive, infciti: u Dove è lo Chieso, ivi ò lo Spirito Scnto ed osni grqzio.

37


Lo SpÍrilo poi à Veritù ". I tre eiementi: Io Spirito, ic Chiesa e lc Veritù, sono perciò considerqti come unq unità inseparcbile. Lo Spirito è proprio deila Chiescr, ia Verità ò proprio de1lo Splrito Sqnto. Dc questi concetti potrístici, così outorevolmenle espressi doi Pcdri Orientoli e dci teoloqi ortodossi, hqnno trclto queste conclusioni; u Quello che ò l'onímc per il corpo, lo Spirito Scnto ò per lc Chiescr. Lo Spirito Scrnto è lo quida infollibile dello Chiescr. Lo stesso Spirito divino che ha ispiroto qli Scrittori Socri ed hcr assistito qllo formulozione del1o Sonto Trcdizione in dogmi, gcrantisce per sempre l'intqttq conservqzione dellcr veritò e iq correttc esposizione del dogmo. Eslste una mcrnifestozione vivifico dello Spirito nellq Chiesc, mediqnte la quole I'infcllibilitò di questcr si esercito non solo nel conservqre e difendere lcr predicozione opostoliccr, mcr qnche nell'opprofondire questc predicczione, nel chiarirlc e nel formulcnla in doqmi e veritò dcr credere. La Chiescl non creq nuovi dogmi, non propone nuove veritò, mcr scopre, ottrqverso 1o Spirilo che conosce e penetrcr le profondità di Dio, lctí nuovi e sconosciuti del medesimo insesnqmenlo dotole dc Cristo. Così l'infollibilitò si fondo sul fq.tto che Cristo e lo Spirito Sqnto sono presenii nello Chiesq, come vivificotori di essq, I'Uno nellc Rivelcrzione che hc doto, l'Altro nell'essere stato inviqto per qiutcnlcr ct conoscere, q conservqre e qd crpprofondirg questa rivelqzione

senzq mutcnne l'essenzc r.

3. - L'universcrlità dei fedeli soggetto diretto dell'infcrllibilitù dellc Chiescr Lcr Chieso infallibile ò, secondo Io teoloqio ortotlossq, I'insieme di tutti i cristiqni che honno una fede vivo per mezzo dello Spirito Scnto. Essa ò per noi un vero effluvio dellcr nuovq vitq dello Spirito di Verilà, che non le loscic commettere errori. Credicmo pertonto nello Chiesc perchò esscr non sboqlio essendo infaliibile; perchò esscr ci unisce cr Dio e perchè in Essq si trovcr continuqmente Cristo e lo Spirito Sonto. L'infctlibilitò non si trovq nel simbolo niceno-costqntinopolítcno come unc noto distinto dalla Chiescr. Si potrebbe dire che essq ò 1o sintesi di tutte le sue nore. Depositori di questc infatlibilitc sono tutti i cristicni viventi in essq e costituenti ii Mistico Corpo di Cristo, cíoè i sqnti cristiani, quelli che per lo grczicr sono uniti ol Cristo, come membrq vive del suo mistico Corpo.

38


: i l

i ;

L'infollibilitù posqic quindi sulla santitù dellc Chiesa. Mcr come i cristicrni peccotori non impediscono che icr chiesq sic scntc, così pur i. cristiqni ereticÍ non le impediscono di rimqnere infaliibile. Per questo, qucndo porlicmo deli'infcllibilità dellc Chieso rnsrstiomo sul fatto che lcr Chiesc non hq perso nullcr delio suq scrntitò, nè dello suq comunione con lo Spirito Sqnto, in qucnto nella scntitò essq trovo il fondqmento della suo infoiiibilitò e nellcr infcllibÍlitò esscr hq lcr normq dellc sua scntità. II sosqetto diretto, però, di queslc infollibilitò ò lo Chieso sinodcle, intendendo con questcr espressione I'universitò dei fedeli, presi cioè neliq loro totclitù, non nei sinqoli fedeli. Vlodimir Lossky, uno dei più noti teologi russi contemporqnel dice che u Soborst u ò lo migliore definizione dellc Chieso, in quonto in questc pcrola ò rocchiuso non solo il concetto di cottolicitò, mq qnche quelio di unitò. Se 1o Spirito Sqnto, infotti, si ò doncto o tuttcr intero lo Chiesc, vuol dire che tutte le sue membrq portecipcno in egucrl misurq qllq formcrzione dellc unitò nellc verità. Lcr sinodolitò, eqli conclude, presupponè la pcntecipozione di tutti o meslio l'identificazione di tutti nello medesimcr professione di fede deilo Chiesa universole: I'unltù di tutti nella etessq veritù, costituisce lq bqse deÌi'infcrllibilità.

if

I I

4. - Come si riconosce l'infcllibilitò

dellq

Chiesc?

It

tt I I

II I ì I l

Per rispondere o questq domqndcr ci serviremo deqli orgomenti offertici dqlla Enciclica dei potriorchi ortodossi, pubblicatc nel 1948 e riprodotta recentemente dcllc Rivista u Bisericq Ortodoxc Roman o u n o l I 1 2 ( 1 9 3 5 )p p . 5 4 5 - 6 8 8 Si trcttq di un documento di un particolore vqlore dogmqtico, in quonto porto lc firmc di quottro pctriorchi ortodossi ed è consi derqto qnche ogqi in tutto il suo vqlore per lcr chiqrezzq.'teologiccr dei suoi cngomenti e lc voliditò delle sue conclusioni. I patriorchi orientoli, pcrtendo doll'idec che lc Chiesa nellci suc totclitò è depositaric infallibile dellc rivelcrzione divino, hànno voluto dimostrare che quellc chiescr può verqmente dirsi infollibile, che sempre e dovunque ho conselvqtcr intctto lq sucr trodizione. Orq, essi diconc che lc Chiesc orientqle ortodossq può vantcne questo diritto, in quonto i suoi fedeli non hqnno mci permesso che si mutossero in qlcun modo i doqmi tradizionoli. Altrettanto, invece, non può dirsi dellcr Chieso cottolicq occidentq-

39


]e, che ho perso iI suo cqroitere ortodosso, oppunto perchò hq introdotto qlcune innovozioni dogmcrtiche e di cuho' L'Encicliccr dei Potriorchi preciso q qtlesto riguordo: o Non dobqiudichiabicrmo giudicore l'Oriodossio secondo la Sontcr Sede, mcr Scritture' ie S' secondo mo lq Santq Sede e Colui che lcr occupo, vole professato, le disposizioni e Ie regole sinodoli, e secondo 1a fede semo dire secondo I',insegncrmento dell'ortodossiq trodizionqle dj. pre u. Queslo osservozlone costituisce lcr nolm(I seguitq dcqli Orto{ dossí nei confronti delle innovqzioni romqno-ccrttoliche' Un oltro punto messo in evidenzo dcrllo suddettcr Encicliccl ò che I'infollibiiità e l'outoritù di un insesnqmento dipendono dcllo sucr ortodossia, cioè dcrllcr sucr identiià con lq trqdizione della Chieso Apostolica sinodole. La Chieso Orieniole oppunto per questo si considerct " Chiesq Ortodossq,, per il fcrtlo che Lc sua dotirina ho un cqrqttere cpostolico e sinodale. Essq hc la coscienzq di non over mqi rotta l'unitù di fede con lcr trqdizione cpostoliccr e sinodqLe. In ciò ò stctcr solvcrtq u dcqii slessi suoi fedeli, tqnto da poter offermqre deciscrmente: Dcr potricrrchi, nò i i noi non honno potuto mcri introdurre cose nuove, nò narchà ìì clifensore dello reliqione ò 1o stesso corpo dellc chiesa, cioè i fedeii slessi, i quoli voievono e vogliono che lcr reu. liqione non siq cqmbiatq e che resti uguqle o quello dei loro pqdri totqdello custode Dcl qúi risultq che lcr trcrdizione è doto come prinlità dello chiescr e che lq sucr immutcbilità è uno dei doveri cipqli di tutti i suoi membri. Questcr qffermqzicne dogmoticcr è stctq u' inclusq nell'Ecclesiolcqiq Orodossq come u Locum Theologicum Sinndi

yvrvrrv

4r

\4!

5. - Elemento umcmo e elemento divino

nell'infcrllibilitè

Da tutto questo non si deve concudere che il potere di non sbaglicre oppcrtiene oll'elemento umono. Nellc Chieso l'elemento di Cquscr vino è quello principcrle, in qucnto l'Autore principale' 1o la'chiecomponsono che i fedeli sono non efficiente delf infollibilità, so di Cristo, mq lo stesso Dio. pogqia, -come su uncl base, nellcr noturcl Pertanto l'infollioilità visidivina e nella porte spirituole della chiesa, mentre l',elemento bile ed umqno lc possiede solo in modo dipendente e condizionato. L'elemento visibile ed umano deve, in crltre pcnole, sottostcre sll'czione qzione dello Spirito Sqnto, se vuole ricevere i suoi doni, e lo sua credenti' si esercitq non sui sinqoli fedeli, mcr sullo comunione dei

40


&

Porqclisiq

dello

Metropolicr di Buccrrest.

I singoli membri dello Chiesq pcssono onche interpretcre erronecmente la pcrolo di Dio e posscno cqdere neì.Ì'eresic'pirì gronde dellc Teologiq, ma la Chiescl sinodale ne restcr immune, perchè lo Spirito Scnto fcr di essa u lq colonncr e il fondcrmento dellcr veritò u. Gli errori e gli sbandqmenti sono personcli ed umcmi, non qpportengono perciò ollc Chieso nello suq totolitò. Esiste un'eresio soggettivo, mq non può esistere un'eresis oggettivo o ecclesiologico, perchò 1o Spirito Sonto non si contrqddice e lq Storic ò qui a dimostrcrci come qnche se tolvolto qualche Sinodo si sia ollontqnqto dollo dottrincr ortodosso o quclche vescovo o gruppi di vescovi cbbiano trodito io veritù, non è mqi qvvenuto che lo Chiescl per questo si siq controddetto. Non ò dcllcr Chiesc, infotti, che si qllontonq coiui che qbbqndonq Ic veritù dello Chieso, mq dollo Spirito Sqnto, che ò il principio dellc veritù, e doll'Ortodossio che ne è custode.

4l


1'_

lll l.

lrt

lr

I1i

I'li

l1. lli lt lì i

lli Ii

tìi

1I lì1 li i r

porte Ogni credente, perciò, crppunto perchè è cosciente di fcr qrmonlzzqrsi' L'Apostolo Pqolo ha combcrttuto le ,di un insieme, deve dimostrcndo tendenze seporotiste e i Sruppi scismotici di Coiinto, membrq' Ie crltre cbn pensqre insieme che ognuno deve vivere e debba questo non per qnche se ciqscuno e non individuolmenle, rinunciqre qilcr sua personalitù. mq è Nella Chiesa esiste certcmente unc plurolità di oSeetti, unq in soggettivq e individuole fede lc .lo Spirito Sqnto che unifica veritò' fede oqgettivq e universole nella stesscr

6. - Come clero e lqíci pcrtecipcrno

dell'infcllíbilitù

Encicliccr Abbiamo visto come i potriarchi ortodossi nells loro clero e i lcici, che codel 1848, .obbicno messo in evidenza come il in quciche modo stituiscono lo totolitù della chieso sinodole, siqno vedere orq Dobbicmo chiesa. i depositori dello Infattibilitò dellcr conoscenzq, crllq portecipino in che modo ed in quole misurq questi infollibile allcr conservqzione ed ollcl trqsmissione dell'insegnqmento dellc trodizione. : u del guale fanno I laici, nel quodro del u Reqale socerdotium pcrtemedionteilbqttesimoegliqltrisqcrqmenti,hqnnounggrqn Nello pcnte nello conservcrzione intqttq dellcr trodizione ecclesiostica. importonte e spesso thi"ro ortodossct il loro ruolo è stoto' sempre chiesc è sempre della vitc allo portecipcrzione determinonte, e la ioro stqtqconsid.erqtccomeeffettivcenecesscrriq.Ancheperciòcheri di qucndcf lq conservczione e lq trJsmissione infcllibile del deposito do propricr, ben distintcr veritù di fede, essi hqnno uno pcrrte loro quellochehoinveceilclero.Nellochiesqortodossccnonsièproposizioni ecclesicrstiche: i dottcl lo confusione delle funzicni e delle usurpcno le monsioni lqici non si considerqno uguoli al clero, nò scrcrq di cui il Clero ò che sono proprie di questo per ordinczione iI potere che ò loro insignito; mo colloborqno con esso e rispettcno dellc comunitù dei conferito da Dio, per mezzo e su designqzione cristicni. IiCleroepiùpcrrticolcrrmentelcrgerarchiqhcrnnocrnch,essiunq verità' gron pcnte nello conservcrzione e trqsmissione infcllibile dellcl pone ortodossi cqnonisti qgitqts e i teologi frc Uncr questione tuttoro in bcrse t'infollibiiitù il problema se lq serqrchio ed il clero obbiono qd manun in bqse clla grazic ricevutq per lcr ordincrzione' oppure sinodcle' Chiesa pcnte dello doio specicle da

I

I

il

+?


L'ordinqzione certo non conferisce il dcno delf infollibilitù, pero non ò nemmeno uno semplice delego, perchò ò Io Spirito Sqnto che elesse i Pastori (Giov. XIV, 16, Atti XX, 2B). Essa prende i vescovi d.aif intero corpo ecclesiqstico, tuttqvicr conferisce loro un proprlo operqre, cioè il potere di sqntificare e di dcre dei fedeli " i templi dello Spirito Sqnto ". L'infoilibilitò cppartiene quindi cll'intero corpo dello chiescr, in virtù dei potere dello stesso Spirito che crsisce ed operc neiiq Chieso e sceglie i suoi scrcerdoti, i suoi vescovi e Ii fc strumenti per sontificare i fedeli. Perciò il potere d'insegnqre e di formulare I'insegncrmento 1o hc l'episcopato in bqse oll'ordincrzione; invece Íl possesso dellcr veritò cpportiene all'intero corpo deilo chiesq, clero e loici, che ò infallibile. 7. - Il Concilio

ecumenico

è org<rno dellinfcllibilitè?

A questo punto uno domondc deve porsi: In che senso ed c gucli condizioni il concilio Ecumenico o Sincdo universqle è I'orgcrno infaitibile dello Chiesc? Se onalizziamo la formula del primo conciiio cpostolÍco: u E' cppcrso crllo Spirito Scmto ed q noi > (Att. XV, 28), osserviqmo che due fcttori hqnno colloboroto ollo fissozione dei dosmi: Io Spirito Santo e la Chiesc. GIi Apostoli crvevqno quindi coscienzc che Ie loro decisioni erono prese sotto l'qssistenzq dello Spirito Sonto e da questo si deduce che ogni concilio o sinodo universcrle, come orgono supremo del potere ecclesiqstico, deve qssicurcrrsi questa ossistenzcr. Il Sinodo universcrle e lq Chiesa non devono essere presi come due outorità indipendenti: il Sinodo ò infolllbile per mezzo dello spirito Ssnto solo se si identifica con lcr chiesq infcllibile di cui ne ò orgcno. Più precisomente esso deve essere in comunione di fede e di qmore con lo totslitò dellc Chiesa, di cui qnch'esso fc porte. Se neilo rivelqzione scritto Ìo Spirito Sonto è uno gqronziq incondizionctd e personole, ollc spiegazione ed ollc formulcrzione di questc rivelczione, sicr nel qucdro conciliqre come ottrqverso il consenso dellc Chiesa Íntero, l'qssistenzq dello Spirito Scrnto ò condizionota e collettiva. Per questo il Concilio deve crvere lc coscienzcr di for pcrte dellc Chieso e di professore Iq verq fede che Io Spirito Santo ho doto cr Lei. Portendo dc questa trcdizione crpostoliccr, lc Chieso Ortodossc, qnche se hq riconosciuto 1o prioritò e l'cutorità dellcr serarchiq nello insegncrmento, tuttaviq ncn i'ho mqi ritenuta orgqno infcllibile e so-

43


vrqpposto qllo comunitò dei credenti. Lcr'teologic attuqle hc ormqi fissqto il suo principio che nellcr chiesc l'cutoritù infoliibile ò la stessc Chieso nellq suq tototritò' II Prof. Zqnkov, eminente teoiogo ortodosso contemporoneo, nel suo studio " Dqs Orthodoxe Christentum des Ostens - Berlin 1928 ' p. 24, scrive testuqlmente: < Tutto io chieso, tuttc lo comunitò, non so1o i vescovi, qnche se questi hqnno uncr posizione speciole neiic Chiescr, possiede I'infollibilitò... Nelle quesiioni dosmotiche si richiede poi l'crccordo trq i vescovi e i laici u. Queste offermqzioni non controddicono il principio di sinodslitò che è pure così proprio onche Cellc Chiesa Ortodosscr, mcr sono conseguenzq logÍco dellq concezione ecclesiologicq ortodosso. Tì /ìnnniìin IMIIUII]V

nrrindi

rrnr-he

\4ullrul,

se

d e c i , - J e liyne vs o

j t4r' r ev . )

t

non

ho

I'infolli-

bilitù come concilio, cioè come un orgcrno cr sò steinte, mo solo in tcrnto in quqnto esso ò orgqno dellq comuniiù dei fedeli. Andrutzos, qltro noto teologo qreco deli'Universitò di Atene, scrivevq nel suo trqttoto di o Dogmaticc u pubblicoto in linguq romenq cr Sibiu nel 1930; u Se la Chiescr è infallibile in bqse oll'outorito conleritale dal Sclvotore, vuol dire che qnche I'orgqno tromite il quole si esprime, cioò il Conciiio, ò infollibile: quindi l'infollibilitù dellc Chiesa implicc l'infoilibilitò qnche della serorchiq rqccoltq in ^nnnilia

^^ma

rr^.o

ed

Ofgqno

sUO.

Brctsiotis, teologo, ortodosso contemporoneo, scrive in un suc iibro recente: < Autoritù e libertà nello teologia ortodoss6l ", pubbli coto c Bucorest nel 1940: u Lc veritò dogmoticq presuppone unct sua identitò con ia trodizione infollibile della chiesq sinodqle. Per questo motivo l'cutoritù dogmatico è lo stessq Chiesq ". Florenskii, qutore di numerosi scritti doqmotici, scomporsc in 'offermq qncoro un compo di concentrqmento sovietico nel 1946, più esplicitamente: u L'ortodossic non conosce orgoni assoluti e ignorq un'outoritù ersterna o unc ( pcrs pro toto >, fficr riconosce solo unq ( pcrs in toto >. Concludendo, quindi, secondo Ic teolosia ortodossa, l'Ínfallibiiitò dellc Chiesq non risiede nò nella sercnchio nè nel Concilio Ecumenico, mq nella Chiesa sinodcrle, cioò nella totolità deÍ fedelÍ, perennemente qssistitq doilo Spirito Sonto. D. MIRCEA CLINICI

44


tÈ L I I

di Cipro orlodossa LaChiesa S T O R ,I A di Cipro si hq'nno dagli stessi Le prirne notizie sul|euungeli?';?.azione Atti degti Apostoli, che narrano con largheeea di particolari., corne a Cipro si sia'no riluggiati motti cristiani' at tenxpo dello' persecuei'onedi Gerusq.Ie,nme(Atti. XI, L9-2Ù, ed a Cipro si siano recati lo stesso apostolo Paolo, con Ba.rn6ba e Marco, percoffendo I'isola in tutta la sua lungheeza, d,a Satamina fi,no a Pafo, per predicarDi il Vangelo' Fu a' Cilsro che t'apostoto Paoto sostenne la d,isputa con iI Îalso profeta Bar Jesu aIIa presenza d,el proconsole Sergi.o Paolo (atti }\III, 4-L2)i (Atti XV, lu a Cipro che d'opo iL Conci'Iio apostolico oi ritornò Barna'ba cesarea passò dq, Pao\o nell'andata 3D ed. è lungo il mare d,i cipro che a Roma Gtti NxvII, 4). Ma d,opo tutta questa riccft'ezzad'i pqrticolari, che mostrano quale grand,eeead.i origini' cristiane q,bbia auuto l'i'sola di Cipro, più nulla sà sa d,egti stsituppi d,elld,su(r chiesa, flno aI sec. IV' , quando lra i sottoscrittori d.et Concitio d,i Nicea aPpaiono i, nomi cli tre aescoui cípríoti' DaI sec. IV ta storia d.ell,aChiesa d,i Cipro si Ía più ch.iara e si i.Ilumi.nad,elle fr.gure cli d'ue grund.i aescoai e santi". S- Epi'Îanío, Descoao d.ì Salamina (368-404)e S. Spirid.ione,Descoaod,i TrimìtuntQ, ch'e è uno d.ei tre uescol)i cipri.oti,che parteciparono al concilío dì Nicea. AgLiinizi del sec. V" ta C|Lìesad,i' Cipro q,ppare giù così efficiente poter chied,ereed, ottenere nel Concitio d.i Efeso d.el 431,la sua autod,a nomia ecclesiastica,ponendo cosi fine alle pretese d'ella sede di Antì.ochia, che per it Ía.tto clLe cipro ciailmente d,ipendeÙada antiochia, riuend,i,caauIa giuri.sd,izioneanche ecctesiastica sull'isola. Risorta nuo' uamente Ia questione aI tempo d.eu'i.mperatorezenone, fu risolta defi'nitiuamente a Îaoore d,i cipro, grazie aI ritrouamento della tonba dt S. Barnuba. Nel sec. vI Ia chiesa d,i cipro app&re gerarchicamente organizzata e conta 14 aescouìsufrraganei con & capo I'arciaescouodi Costanza' il quale piene salutato col titolo dì Beatitud.ine, rtseruato ai capl di cfliese, ha it priui.Iegiodi, uestirsÌ d.Ì rosso conxe gli imperatorì.' dí portare lo scettro inuece d.etpastorale e d,i fr"rmare con iI cinabro o inchi'osúro rosso corne i cavi di Stato.

45


NeI sec. VII t'isota aenne Ìnt:asa e conqutstata daglí Atabì' ed incominci.a iI períod.o d.í d.ecadeneadella sua chíesq,.Molti dei cristiani per sîuggire aIIe persecuzioni sono costretti a Íuggire dall'isola ed a rifugi.arsi neì pressi di Costanti.nopoli, doue nel 688 I'imperatore Giusiiniano II fond,ò per i. profugtui siprioti ta rnetropoli dì Nuoaa Gi.ustíniana, d.î,cui il Descouodi Costanea diuenne titolare. SoIo nel sec. XI I'isola aenne fi'nalmente liberata e riconquístata d.aí bi.zanti,nt,che la rialearono d'alle sue rouine. Ben presto però il loro goaerno d.egeneròi.n ti.rannid'e sia ciuile che relì.gosq,per cui i Cipríoti fr.nirono per salutare cotne liberatori i Latíni che nel tL9l, sotto la gui,d,adi, Riccarilo Cuore d,i' Leone, s'i'mpadronirono dell'isola. Purtroppo anche lo' domìnazione latÍna non lu meno durd e per quanto r!,guarda ta chiesa, essa Denne completamente sottom'e,sn, alla gerarcltia tatina. Ora Íu aqpunto questa Íorzata sottomissione d.ella gerq.rch.iagreca a quelta tatina che generò nell'q,nimo dei greci una prolonila aauersione Derso Ia Chiesa Rornq.na e li portÒ per reazione atle soprafrazioni dei latini che tentaaano in ognì modo di' latiniz' zq,re l'i,solq,,ad, accostarsì, at patriarcclto greco di Costanttnopoli ed o segui.rlo nello scisma da Roma. NeI 1365ai latini slrccesseroí Genoaesí e nel 1498I Venezíanì.,ma per quanto ri.guarda la situazíone delta chiesa greca.,questa non rnutò per nutla, anei si. and,ò.sernpre pìù aggrauando a causa dellq, soppresoesco1ti sione quasi totate d,etta gerarchia grecd, ouunque sostituita da latínì. NeI l51i l,isola cad.dein mano aí TurchÍ ed ha ínizío così I'ultimo più d.otoqosoperíod.oilella sua storia, che uide ìl massacro di rnigliai'a e d.ì,crìstÍanì,e ta d.istruzione d.i.quasi tutte le sedi Descovilì.Ne ri'masero in pied.ì soTo3, che aennero ele\q,te q,t grado d,i ntetropoli, senea alcun paraDesconosufrraganeo. Ma Ie lotte intestine e Ie contese ambíeiose lizzarono t'attiaitd. d,etta Chiesa dì. Cípro, ch'e per quasi tre secolí, quantí ne d..uròI'occupaei.onenusuTmano (15?1-18?8),ai.ue nell'ornbr& quasi A\esse cessato d,i,esistere.A completare Ia sua di'strueione' A,'DDenne net t825 uno spauentoso massacro d.el clero e d.ei notabili, compiuto d,al Turchi sotto I'accusq,che i Cipriotì. aT)e\anoaiutato Ia' insurrezione greca del L821. Sotbnet |878, ín seguito a'l pq'ssaggioilell'ísola sotto la dotninazione brítannica,perunoscambioaaaenutocolgo\ernoturco,laChÍesa gerargreca d,í cipro potè fi.nalmente riprendersí e ricostruire la sua per di'Ifici'Ii. anni perìod'o àon sono rnancati inn. nta anche in questo la Chì.esadi CiPro. IVe' 1900, alla rnorte d,ell'Arciaescouosoîronio, sí lormarono nella isola d,ue partiti, ciascuno d.ei quatÍ sosteneaa un suo candìdoto alla e solsed,eareiaescooileper eui questa rimase aacante per ben l0 anni' persona Mons' dì' nella il successore tanto net LgOglu possibile eleggere CiriIIo Papad'opoutos,Descouod'i Cieio. di aaer lVel 1931 la Chi'esa d,i Cipro si trouÒ coínaolta nell'accusa capeggìatoun,insurrezìonereclamantel,unioned,íCiproallaGrecia eaue-suotmetropoliti,quetlod'iCirenia,equellodíCizio'aennerocon-

46


CHIESA

-

Ó 4

ORTODCSSA DI

CIPRO

sed.e Arclvescoyile

Ò

Setle ltíetropofitana

6

seite vesqorrile soppressa

a

Monastero

CIRYNIA

Arsi-rloe

i

O Chrysorlatissi

F.

F

ó solea

$ *rrorro

3 lrooditlssi Aghic-a Gheorghica .

1

8

Stavrovunl KIÎIO

?AFO

;

r

$r:-roaséo:. Amatrrnte

tI

I

dannati all'esil:o perpetuo. La stessa sorte toecÒ nel 1956all,arcìoescouo t Macarios che uenne confr.nato nelle isole Setchelle. Nel L960 I'isola ottenne fr.nu,Irnentela sua indipendenz,a e sí costítuì Ín Repubblica autononxa, la cuì, Presidenza Denne assunto dollo arciuescoDoMacarÍo. O RD INA MENTO

ATTUA LE

La Chlesa Ortodossa di Cipro è retta attualmente da un S. Sinodo, presteduto dall'Arcivescovo dl Nicosia e da alcune commissionl o organi centrall amministratlvl. Il S. Sinodo costltuisce I'autorita suprema della Chiesa Ortodossa dl Cipro. Esso si compone dell'Ar'civescovodi Nicosia, come Presldente. e dei tre metropoliti dell'isola. Tratta tutte Ie questioni riguardantt Ia fede, la mùrale e la disciplina, e funge anche da supremo tribunale eccleslastico per le questionl matrimoniali e di disclplina del Clero.

47


L'Arcioescoao di Nicosta che porta ll titolo di < Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta I'lsola di Clpro > è il capo naturale della Chiesa di Cipro. Egli la dirige tn attuazione delle deelsioni del S. Sinodo e la rappresenta legalmente. Nella gerarchla dei capi delle chiese ortodosse attualmente gll è riconosciuto quasi da tutti il 6' posto e vlene dopo i tltoLari dei 4 antichi patriarchi e del patriarca di Mosca. E' da notare che fino a qualche tempo fa gli era riconosciuto dai greci il 5" posto, ma i russi sono rlusclti recentemente a far riconoscere il 5' posto aI patriarca di Mosca. Egli risiede a Nicosia, che è anche la capitale della nuova Repubblica di Clpro. I Greci la chiamano Lefcosia. Gli Uffici del Santo Sinodo hanno sede presso la resldenza arcivescovile e sqno rettl da un corepiscopo. Dal Santo Slnodo dipendono: a) 1l Seminario o scuola sacerdotale < San Barnaba > che ha sede presso il Monastero di l{ikko in Nicosia ed è posto sotto la sorveglianza del metropollta di Cizio (Larnaca). Conta 5 insegnanti e una trentina di alllevi b)i monasteri di líkko, di Machera, dl S. Neoflto nell'archLdlocesi d,t Nicosia con un totale di circa 50 monacl. c)l monasteri di Troditissi e di Krlsorroiatlssi nell'Eparchia di Pafo; con elrca una ventina di monaci. ,d)il monastero maschile di Stavrovuniu con 20 monacl ed il monastero femmlnile di $. Gtorgio Alamano con 55 monache nell'Eparchla di Clzio. e) 1l nfonastero dl S. Pantelelmon con 2 monaci nell'Eparchla di Cirenla. Organo Ufficíhle della Chilesa Ortodossa dl Clpro è la rlvlst'a c Apostolos Barnà,bas > che esce una volta al mese, Altra pubbltrcazione è L'<Ecclesíastikí Zoi > che esce lnvece ogni quindlcl giornl. Fra a) b) c) d)

le opere caritative e asslstenzlall sono da ricordAre: l'Orfanotrof.o greco di Nlcosia I'Orfanotroflo < Dianelleion > di Larnaca il centro assistenziale dl Nicosla 1I Pensionato studentesco GERAR,CHIA

1) ARCHIDIOCESI DI NICOSIA Archtescouo: Macarlos III', Arclvescovo dl Nuova Giustlnlana e dl tutta I'lsola di Cipro Corepìscopo: Giorgio, corepiscopo di Treru-ltunte Parrocchíe: 175 Sacerdotí: 275 Fecleli:' 190.000

48


2) METROPOLI DI PAFO Metropotita: Gennadio, metropolÍta di Pafo ed esarca di Arsinol e dei Romel Parrocchie: 120 ' Sa,cerdoti: t50 Fedeli,: 75.000 3) METROPOLI DI CIZ.IO con sede a Larnaca Metropol:ùta: Antimo, metro,polita di Oizlo e Primate di Amatunte, della nuova eittà di Lemeso e dl Kuriu Parrocchie: 135 Sacerdoti: t50 Fedelí: 110.000 4) METR,OPOLI DI CIRENIA Metropolita: Cipriano, metropolita ' Parrocchie: tZO ì Sacerdotí: ll0 Fed,eti: 75.000

di Clrenia e Prlmate di Solea '

S T,A T I S T I C A Archidigcesi e Melropoli

Vescovi

Parr.

Sacerd. Fedeli

Archidlocesl d"l Nlcosia

185

190.000

Metropoll di Pafo

t20

150

75.000

Metropoll dl Cizio,.(Larnaca)

135

150

110.000

Metropolt dL Cirenia

L20

110

75.00r1

685

450.000

ARISTIDE BRUJ.IET,IO BIBLIOGAI'IA HACKETT PAPADOPOULOS

J., A CH.,

historu Storia

ol

the Orthodor C.llurcll oi Cgprus, London 1902; ecclesiastico, d.i Cipro (tn greco), Cipro 1912; LU-

KE I{.C.,

Caprus und,er the Tirks 11571-18?8); Oxford 1921;.STORRS R., The CAprus, London 1930; HILL G., A history oÍ Cvprus, g vol. Cambridge 1948; STYLIANOV A,, BUè,o,ntine Cvprus, Nicosta 1948; FRANCÍS 8, The rned.ieÙo,I Churches oÍ CAprus, Lond.on 1948; LAURENT V., Zes Íastes épíscopau.n de tEgti.se d,e Chvpre, i?x ( Rev. des étud, Byz. r, 194g pp. 1EB-166; 1949 pp.gg-bl. Ho.nd.book ol

49


La festa 'dell'Epifania o Teofania (manifestazione di Dio) è una delle più antiche della Chiesa. Nel rito bizantino, essa mira ad esaltare, oltre che la manlfestazfone di Cristo nel Suo batteslmo aI Giordano, la completa rivelazione di Dio-Trinità: del Padre ehe rende testimonianza: << Eceo 1l mlo Flglio diletto in cui mi sono complaciuto>; del Figlio che rigeneral neile acque del Giordano, il genere

Q,o (&enedísíone delle @tqrn

nel q,rcrnq

dellérífnnín umano;

dello Spirito Santo che sotto forma di colomba, attesta !a verità della voce del Padre. Tutto c1Òrisulta chiaramente dal Tropario principale della festa: < Mentre Tu aeniui battezzato nel Giorduno, o Signare, si rendeoa manitesta la adoraz'-onedella Trinitù,: la aoce infatti del Genitore ti rendeua testimonianeq.chiamandoti Ftglis diIetto e lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, conlermaaa Ia parola infallibi.le. O Cristo Dío, che ti sei manifestato a noi e che hai illuminato iI mondo, gloria a Te >. La festa dell'Epifania è ancora chiamata, già da S. Gregorlo dl Nazianzo, f1gépctdrv ed)rcov (dies luminum): è la festa delle luci che hanno iliuminato I'universo intero rappresentato dal Cristo Messla, luce 'del mondo, venúto a rlaprire I cieli che Adamo aveva chiusl a se stesso e ai suoi discendenti. L'Epifania vuole ancora sirn-boleggiare,nel battesimo, le mistiche nozze 'd7 Cristo con la Chiesa, alla quale cosl viene trasmesso il potere dl rigenerare e santiflcare er aqua et Spiri'tu Sancto i flgli dl Dio.

Rito proprio delt'Epifania è la Benedizione delle Acque ('Aytcxogóq; 'Chiese orientali' celebrato solennissimamente ancora oggidl ln tutte le quale la Chiesa implora da Dio che dlQuesta cerlmonia, con Ia scenda sull'acqua la potenza dello spirito santo, rinnova nel fedeli la grazLa det battesimo e ,comunica abbondanti frutti spirituall a quantl vi parteelpano.

50


Nel Giordano e nelle regioni limiuofe ha avuto slcuramente origine questo sacro rito e di 1à si è sparso in tutto il mondo. Sappiamo che Pietro Fullone 1+ 4BB),Patriarca di Antiochia, ha intro'dotto la consuetudine della benedlzione delle acque nella vigilla dell'Epifania, mentre la cornposizione delle preghlere sl attribuisce eomunemente a S. Sofronio di Gerusa.lemme. L'acoluthia è tutto un inno al Battesimo; nelle strofe che la compongono sono meravigliosamente illustrate le circsstanze in cul si svolge: venuta del Messia, esitazlone del Battista, spettacolo fircantevole deila partecipazione della divina Trinità. E qui cl piace far gustare-alcuni brani della preghiera che il celebrante recita ad alta voce per invocare la santifleazione delle acque: << T rinit ù soar asost anzlal e, buonis sima, dip inis sinl a, onni.pof ent e, on niaegente, inuisibile, ineomprensibile, creatri,ce delle sostanze spirituaIi e delle ragioneuo:l,inatr.tre, innata bontd., luce inaccessibile che illumini, ogní uomo che ui,enenel rnondo, illumi,na anche me, indegno tuo serao; illurninq.mì gli occhí della mente affr,nchè possa anch'ìo inneggiare alla incornrnensursbile tua opera e potenza. Bene accetta tì sia I:a m.ia supptica per it popolo qui, presente e lq, che Ie rnie colpe non inxpedisca,no che scenda qui il tuo Santo Spìrito, m.a concedimi di invoco,rti senz,a condanna e d.ire anche ora, tutto buonoi Ti glorifichiamo, Signore amico degli uomini, Onnipotente, eterno Re. Glorificltiamo Te autore e îattore di ogni cosa. Tí glorifichiamo, Fi.glio di Dio unigenito, senza padre d,a pslte d.etta Meatre e senzctmad.re cla.parte d,et Pad.re. Nella precedente Íesta inlatti ti abbiamo oi.sto bambino, in questa inaece ti oediamo perîetto, essendoti da perîetto rnaniîestato Dio nostro perletto. Oggi. inlatti è giunto i,I tenxpo deúa îesto., e i.l coro dei. Sa,nti si riunisce a noi e gIÍ Angelí Íanno Íesta ìnsieme agli uomini. OgSi la grazia del santo Spìrito, ìn fofma di colomba, è discesa sopra le acque. Oggi è spuntuto it SoLeehe mai tramonta, e it mondo risplend.e alla luce d,el Signore. Oggì.Ia luna con i suoi.Iucentì raggi brilta assieme aI mondo. Oggi le tumÍnose stelle con la chiareeza della loro luce renddno bello I'uniuerso.Oggí le nuuole d,aU'a.Itodei cieli Íq,nno piouere q.ll'umanitd. ta rugiaita d,ella gi,usti,zia.Qggi t'Inereato per sua oolontù oien toccato d,alle manì. della sua creatura. Ossi il Proleta e Precursore si apvicÍna al Sígnore, 'ma si arresta tremante, aedendo ta condÀscènd,enza d,ì Dio aerso di noi. Oggi le riue del Giord,ano aengono trq,mutate in larmaco per'ia presened.del Signore. Oggi tutto il creato si irrigq, con místíche correntt. Oggí Ie colpe degli uomíni, aengono cancellate con le acque del Gíord,ano. Oggi si apre agli uomini il paradiso e iI sole della gi,ustizia cl lnonda dí splendore. Oggi.,con Ia aenuta.del Signore, aiene traslormata in dolcezza per il popolo I'acqua.che era amara sotto la guida di Mosè. Oggi peniarno liberati dal ueccTti.olutto e corne noDeILoIsraele, si.ano sd,Ioatì. Oggi siamo rìscattati dalla tenebrq e ueniarno resí slaai.llanti dalla luce della diui.na conoscenza. Oggi la caligi.ne del mondo oiene lugata

51


con la rnaníîestazione del Dio nostro. Oggi risplende tutta Ia creaeioneOggí I'errore uien díssipato e la uenuta del Signore cí prepara la aia d.ella satueeea.Oggi, le creature celesti îan îesta assierne con'Ie terrene e le teffene ragionano con le celesti. Oggi esulta la so.crae sublim,e assemblea deglí ortodossi. Oggi il Signore si, accosta al battesimo per solleaare in alto l'umanìtd,. Oggi Colui che non si è curoato sí inchine al proprio sen)o per liberarci dalla schiaaitù. Oggi abbiarno acquistato ll regno dei cieli: e il regno del Signore non aurd, fi,ne. Oggì la terra e íiI mare prend,ono parte ella gioia del rnondo e il rnando è ripìeno dì allegrezza...

'

Ancor oggi la aerimonla si svolge nelle rive del flumi, nei laghi, nelle grandl fontane. E dopo i Vespri della Vigilla, essa viene ripetuta, in manlera plù solenne, f indomani, aJ termine della S. Liturgia. Tutti vi accorrono festanti: la processf.one sl snoda dalla Chlesa alla fontana, preceduta dalla Croce e seguita dai bambinf con rami di arancio dal frutto pendente, dai papàs vestiti con i ricchi. paramenti orientall bianco-dorati, dal popolo inneggiante. Con grande devozione i fedeli seguono lo svolgfmento della cerimonia. I1 Diacono, ad alta voce, invtta alla preghiera, oltre che per Le necessitàr comunl, particolarmente perchè quest'acqua divenga sorgente di vita'eteina; perchè possa divenire 'dono di santi-flcazione; perchè possa servire per la puriflcazione delle anime e del corpi di tutti quelli che la preri'dono e la usano con fede. II popolo, ad ogni invocazione, r1sponde Kyrie eleison. L'atlenzione 'dei presenti viene maggJormente attratta quando il celebrante benedice le acque col tricerio, a simboleggtare la partecipazione delle tre Persone divine. L'attesa diviene ancora più vtva quando, immersg nell'acqua dal celebrante la Croce benedizionale,una candida colomba vien fatta scendere lentamente dall'alto di una casa o da.un campanile sulla fonte, ove ha luogo la benedlzione; il popolo allora prorompe ln un canto dl giubilo e lntona 1l tropario della festa. Terminata la cerimonia, ognuno va a baciaie la Croce che ha r1cevuto il battesimo. Il celebrante, con un mazzolino di flori e di piànte aromatlche, sptuzza sul capo di ciascuno I'acqua santiflcata. Si va a casa glulivl, ùr attesa che il sacerdote passi a benedlrla. PAPAS DAMIANO COMO

52


PIONIERI DELL'APOSTOLATO UNIONISTICO

'f7op*t Qnetnno'pelrotta t t '"": i II giorno jo del dicembre tg6z si compiono dieci annr,.d,allamorte del nostro indimenticabile Papas Gaetano Petrotta,compianto Canonicod,ella Catted,raledi Piana d,egli Albanesi, Orclinario d,i lingua e letteratura aIbanese dell'Uniuersità, di palermo. e- tra i principati promotori e collaboratori dellAssociazione Cattolica Italiana per I'Oriente Cristíano. In occasione d,ella mesta riòorrenza il rea. p. Giuseppe valentini -suo successorenella catted,ra di albanología deita uniaersità d'i Palermo- ha d,ettato,per Ia nostra riviíta, il seguente profilo: Le grandi ffgure degli uomini apostolici che hanno lavorato per la causa c1ella specialmente in -o-uesti ultimi témpi, sembrano tielinearsi sotto clue segni apparentemente contrastanti; un piì) vasto e sensibile senso e coscienza d,uni_ versallsmo ner. mondo cattolico, e I'urgeD.za, in esso, di affermazione atene slngole famigiÌie cultulali, dei gruppi nazionali, dei riti partlcolari. Per questo, le grandi flgure alegli apostoll dell'unione in quest'ultimo secolo, per quanto eminenti anzitutto e sopratutto come uomini spiritua+i, sono apparsl anche come grandl flgure di patrioti, o almeno di patrocinatori ardenti dei diritti dei popoli al cui servizlo si erano posti. Talvolta, aI moùdo cattolico occidentale, oramai awiato, dopo il superaunione'

mento

della fase storica nazionale, vct orientamenti supernazionali ,essi sono poap.parire assertori d€l particolarismo, e persino uomlni più politici che apostoticl, e quindi da talunl, incapaci di apprendere la diversità, delle .posiztoni, esser guardati con sospetto; e fu ]a piri dolorosa tragedia delta loro vita. tutl

Papas Gaetano Petrotta, flglio della antiba migrazlone albanese dl rito btin Sicilia, ln parte condivise, in patte sfuggÌ, ln parte superò una tal sorte. Anch'egli, a, dire iI vero, non fu al tutto estraneo a una certa attlvltà, po_ litica,, Egli, nato a Piana Clegti Albanesi nei 1882, era già sacerdote e in grado di guerra balcanica (1911-12) si decidevano agiire quando, durante e flnita I'ultima zantinb

le contrastate softi dell'indipendenza nazionale dell,Albania; e d.i nuovo quando, alla flne della prima guerra mondiale, essa apparve revoca,ta in discussione, E agÌ. Ma, dlversamente da altri apostoli delÌa causa, che furono per lo piir uomini di azione, anctre se dotati

di eccezionale cultura

e ali spirito

dt potente

inizlativa

53


uomo dl letnel campo culturale, Papas Petrotta fu e I'imase preminentemente tere. La sua azione quindi, in tall occasioni, come in ogni altra, fu quella del1'uomo d.ella cultura e dello spirito, che paî1a in nome di questl e agÍsce con Ia forza dell.a ragione e della petsuasione; Ia sua azione fu qual'è quel1a dell'anima e del pensiero dell'uomo. Per lui agÌ, da lui animata, presso le folze polÍticlle ltaliane e nei consessi nazionali, la gran voce d.eÌla ComunitÈ1, albanese d'Italia. Nella stessa Albania la divina idea dell'unione. a chi ci avesse voluto lavoe dl una rare dapprésso, riusciva di una impostazione quanto mai problematica culolientamenti attuazi.one spinosissima. TIe religloni net paese, con altrettanti storiche da parte delle più opturall e politici, e lron senza giuste rivendicazioni presse. Impossibile pensare e agire senza plender partito, impossibile non prender quatche cosa. Diversa la situazione degli Alpartito senza sembrare traditore'di in Italia giÈì dall'epoca delf invasione turca; partiti da secoli solo banesi rifugiati da invocare, ma Albanesi di semper salvare un'idea, non avevano rivendicazioni sempre acl invocare f indipendenza della Pati'la, bizantini dl rito come latina' ma cattolici come la minoranza d'Albanla, la mageiioranza tlei cristianl potevano guardare a tutti come fratelli imparziau. la sua vita di studioso fu un costante Papas Gaetano Petrotta in tutta e culturall albanesi. dl tutti gli autenticÍ valori spirituall ricercatore e iltustratore Nel mondo cattolico, o, megiio, fra il mondo cattolico e quello ortodosso, pre, priml

il forte nucleo degli Albanesi di I'ito bizantino in Italia, gode dl una posizlone che vengano dl privitegio. Gli altri cattolici del medesimo rito caplta purtroppo qualiflcati dagli ortodossi deÌ14 qualiflca di ( uniati ) clre presso loro ha come un sapore spregiatlvo ali ( unitl ). Non cosl per questl Albanesi di cut si suppone' dl Roma, e storico, si.ano sempre stati col Patliarcato non senza fondamento staccatisi dal blocco ortodosso. non plopriamente ciò non basta per fot-mare dl essi un ane]lo di congiunzlone se Tuttavia rispetnon possono mostrarsi come comunltà di alto livello leligioso e cultulale, presso cattoUcl. gli 1 presso e rispettato ortodossi tabile Ed ecco I'opera del Petrotta intesa a dar prestlgio alla sua Comunità, nno dipendente dalla alla costituzione dl una apposita Eparchia immediatamente

quindi

S. Sede, opera tale che il suo nome rimarrà come ali Uno del massimi Costluttori dell'ediflcio prestigioso clelta ComunitÈt albanese di Sicilia nei secoli. Lavoro di scienziato, quello del nostro lnclimentlcabile Papas Gaet,ano, e }avoro delicato cli apolcgeta e dl esegeta delta funzione insostituibtle deUa Comunità, contrasti di intelessi. e agli inevitabiti stessa ali fronte alle incomprensionl Egli non fu un etnarca nè un gerarea: fu un uomo plo, dotto' animato dl apostolico che è tipico del]'uomo di sclenza e di scuola. Plofessore culcoltaboratore rlcercato quanto silenzioso di tutte le inlziative univetsitario, I'Albania, anch.e ad opera del Governo albaóese' turali albanesi e riguardanti pel l'Ollente Cristiano, una tra anlmatore alella Associazlone Cattolica Italiana te più florenti del genere nel monilo e benemerita della coDoscenza del.l'amore per I'Oriente Cristiano in ltalia, autore di opere letterarle rimaste fondamentali tuttora albanese, ma anche di altre lnnumerevoli per la storia della letteratura quello spirito

la pietèr nella lingua madel popolo italo-atbanese per nutrirne ma anche di ammilazlone, e di terna, egli costituisce un tipo degno di venelazione nostla in cul sl va la come in un'epoca piu esemplali, altri dl forse imitazione, pllnrlconcrscendo.semple piîr alla Chiesa i1 primato spilituale detl'asselzione del zíoÍaepotenza orgarrlzz quelle stessa e della della cipi e dell'uso di altre armi da

vive tra le mani

GIUSEPPE

54

VALENTINI

S'J.


petrotta nacque a piana aiegri Atbanesi il 18 giugno 1682; del seminario rtato-Albanese di parermo; orarlrìato sacerdote ner 190?, svolse intensa colaborazlone giornalistica dal 1910 al 191b, e poi alal 191g al L92L' ln difesa atell'indipendenza dell'Albania e atella integrità territoriale dei suoi conflni, sui quotidiani Giornare d,i sicilia e coîriere d,i sicitid, dr ,'€lermo e corriere d,'Itd,ria di Roma. Nel 1912 collaborò aLla, Ri}istd d,er Batco,ni: pubblicò il saggio crltico A proposito di un cateehislno a,rbanese d,el sec. xvII e cenno storico d,elie colonie a,lbd,nesi d,i siciria e loro cond,izioni. Dal 1912 al 1915 principaie coÌlaboratore del vescovo Mons. paolo schirò nel settimanale aI_ banese Fidld e t'in'zoti co'. a,pl.'ezzate traduzioni, specialmente, del veccnio Testamento. Nei 1913 laureato in lettere col masslmo dei voti au,univelsltÈr dl Palermo con una tesi su La fonetiea comparata d,elld lingud albanese. Collaborò alla rivista dl Grottaferrata, Roîna e rori.ente; dal 1919 ar 1927 ar7a, Eo,ssegno, Papas Gaetano

alunno

Italo-Albd,nese,' nel 1920 alra nassegna, Ito,Iidn(r d,i Lingue e Letterd,ture classiche; al Ma,rÈ,occo di Firenze; nel 1924 il suo ,s4ggio d.i Fonetica co4npL,rd,ta d,el,Ia \ingua a'Ibd,nese ottenne rode dalla commissione d.el concorso per. Ie scienze fiIorogiche dell'Accademla Nazionale dei Llncei; net 1926 collaborò alle croneche ita,to-alba_ nesi; dal 1923 ar 1937 fece parte det gruppo di KTrddizione) dal quare dopo I'Enclclica ( Rerum Orientalium ) di pio XI _ scaturì it movimento ( pro Orlente cristÍano ) di P,alermo; pubblicò II cdttoticesimo nei Balcani - L'Atbo,rÌia,. tenne dotte relazioni in tutte le ( Settimane pro-Orj.ente CristÍano ) dl palermo, Slracu_ sa, Venezia, Bari, Firenze e Milano sino al 1940; pubblicò, nel 1980, La Sicilia e I'oriente cristidno; nel 19a1 e 1992 Ie ctue edizloni dL popolo, Lingua e Letterodlbo,nese grande volume premiato dalla R. Accademia d'rtatia e ctal Be d'Albania zog colf, la commenda dell'ordine cli skanderbeg i IL sc,ggio d,i Bibtiogrd'frd Albdnese;, It sentinxento religioso e gli Inni so,cri d,i Frd,ncesco crispì: II cattolicesirrlo aerso I'oriente; It fond,atore d,ella Glottologict otba,nese: Demetno Ceîndrde. turq'

Nel 1932 inizia in RiDista Ind'o-Greco-Itarica la pubblicazione detl'an6chtssimo Messale albanese del Buzuku ( 19b5); nel 1983 inizia I'insegnamento atella lingua e letteratura albanese all'università, cll palermo, che dlventa, succestvamente, per lniziativa det Governo Regionale sicitiano, insegnamento orciinarro, Net 1938 nominato Canonico delta Cattedrale di piana degli Albansi. Net 1940 membro ordlnario del R,. rstituto di studi Albanesi di rirana; mJmbro corrispon_ dente delt'rstituto di studi Adriatici; dell,Accaciemia di scienze, Lettere ed Arti dl Palermo; e inf.ne del Consiglio Direttivo clel centro lnternazlonale ati Studi Albanesl di Palermo. rnsegnò per lunghi anni net semina'io A'civescovile di parermo e nel seminarlo rtalo-Albanese; svolse importanti missioni di studio in Albania. NeI 1943, oltrù che titorare di ringua e retteratura arbanese, incarlcato dl grammatica latina e greca e di. Filotogia bizantina nell'univer.sità di palermo; pubblicò Lettero,tuîa albanese ed, Itato-Albunese (1939); pi,o xI e Loriente cri_ stidno; II P. Giorgio Fishtcl, Írancesco,no-Accdd,emico d,,Italia; e, negll ultiml anni, suolgintento n6i;

Ld

storico d,ello. cultuta,

e deII& Lettero,turo elbonese; poeti greco-olho,tuese; Votrori retigrosi

Questione etnico-li?Lguistica d,elle Colonie albanesi d,í Sicilia,

Morì a Pi6na degli Albanesi it 30 dicembre

stcuto-atb6e cutrtuîali

19b2.

55


pre$uno d'0riente i nostriFrutelliCristiuni Come

1tffil

lNW@I' 6Èffiù eyúÀ.uvov,

VuXi $ou, t4v rt;rrotépav, xai èvòo(otépov t6v &vo otpcrreupútc,rv. Muoqprov {évov ép6 xqÌ ncpúEolov' oúpcxvòv tò onrlì.ctov, Opóvov lepouprxòv qv flop0évov' trlv qútvqv 1c,rpiov, èv Q dvexì.'rOr1é &1óprltog Xptotoq é Oeóq' òv &vuptvo0vteg peycì.úvoFTV. 'Erì

ooi lciper, Kelcxpttcopévq, 'AyyÉì.c^tv tó,otlnGocx f xtiorq, ornUcx xcxf àvOpóncov tò yévoq, flyraogéve Ncré, xtxi flcrpóòetoe ì"oytrcÉ,nap0evrxòv xcxú11pcx,èQ f,q @eòq èoapxóOq, xqi nqtòiov yÉyovev, ó npò cxióvcov ùnúp1cov Oeòq rìFdòv.Trlv yàp o4v pqtpcrv 0póvov ènoír1oe, xcrùr1v onv ycxotépa, nì.ctutÉpuv o ùpcvdrv dnerpyúoato.'Eni ooi 1cxIpet, Kelcrprtcoprévq, ndoc { xt[otg' òó[,cx oor.

ì.ta, o anima mia, Co-

lei che e piu onorabile e più gloriosa delle schiere celesti. Contemplo mistero meraviglioso ed incredibile: cielo é la spelonca, trono cherubico la Vergine,la mangiatoia culla in cui è adagiato Dio infinito, che inneggiando magnifichiamo, In Te si rallegra, o piena di grazíe, tutto iI creato: e gli anqelici cori e I'umana progenie, o Ternpio..e razionale Pa: radiso, vanto delle vergini. Da te ha preso carne Dio ed. è divenuto bambino Colui che fin dall'eternité, é il. Dio nostr:o. DeI tuo seno infatti Egli fece iI suo trono, rendendolo più vasto dei cieli. fn Te, o piena di grazie, si rallegra tutto il creato. Gloria. a Te.

Inni, detti " lv{eqclincrri u, in onore dellcl Vergine, nelle Liturqie di Natole e dell'Epifanicr, secondo il rito bizantino - sreco.

56


LA PAGINA DELL'ASSOC. CATT.ITAL. PER L'ORIENTECRISTIANO perl'0dente tu IX Settimanu di Preghiere e di Studio Cristiano L'Em.mo Sis. Ccrd. E. Ruffini, nostro Presidente, e S. E. Rev.mcr Mons. Sclv. Boldossorri, Arcivescovo di Rcrvenno, hqnno stcbilito Che Io IX SETTIMANA DI PREGHIERE E DI STUDIO PER L'ORIENTE CRISTIANO si tensa qllc fine del prossimo mese di settembre, con sede nellc medesimo cittù di Rcrvenncl, per lungo tempci ponte frc il mondo bizcntino e quello romqno. La notizic scnò sicuromente qccoltq con vivc soddisfozione do tutti coloro che seguono da vicino il nostro movimento e che si occupcno del errcve problema del]'Unione. Lq nuovc Settimano si terrà qucndo qiò scrò iniziatq lcl 2" Sessione del Concilio Ecumenico Voticono II. Il nuovo clima nelle relazioni con i nostri frctelli cristiom non cottolici creoto'dcl Concilio; 1o presenza in Romo, e noi ci ougunomo qnche ollq Settimcrno, di numerosi Osservqtori, rcppresentcntÍ delle Comunitù Cristicni Orientoli; la sede stessq, Rcrvenna, con il suo storico posscto, con i suoi monumenti unici cl mcndo, che ci richicrmiqmo i tempi qucrndo non vi erq nò Oriente nò Occidente, mo I'Unicc Chiesc di Cristo con un solo Pcstore, ci dqnno lcr sicura sperqnzq che cnche questc Settimcno, sotto lcr quidc di un Postore qnimcto, com'è noto in tutto ltolia, da un zelo ccttoliccrmente opostoiico, S. E. Mons. Bcldassorri, dqrà i suoi frutti e cioò, unq mqggiore conscrpevolezzcr dello responsqbilitò di noi cottolici, e pcnticolormente di noi ccttolici italiqni, nel momento qttuale di fronte ol probiema del-. l'Unione; unq maggiore conoscenza dei nostri fratelli d'Oriente, del ioro possoto e del loro stqto qttuqle, persucsi che la conoscenzq porta oll'gmore vicendevole; e soprottutto una preghiera ,più fervente e più continuc perchè il Siqncre ci concedo di vedere, cesscrtcr ogni divisione e ogni discordio, spuntane presto iI bramoto giorno in cui tutti i credenti in Cristo deli'Oriente e deii'Occidente, del nord e del sud, formino un cuor solo ed un'qnimc so-lc, un solo Ovile sotto un solo Pcstore.

57


@TizPsJ 2o

r Segsìoue. àeA Concìlio

é"o^.

T)aticano Il

Aperta, con tutta Ia solennità, l'11 ottobre scorso, la Prima sessione del concilio Ecumeniòo Vaticano II si è conclusa nel giorno dedicato alla Vergine Immacolata, l'8 dicembre. conclusivo' Questa sesslone, come ha affermato il santo Padle nel discorso lenta e solenne alla glande opera del concilio, un ( è stata come un,lntroduzione awio volenteroso ad. entrare nel Cuore e rreÌ1a sostanza clel disegno voluto da1 Signore D, preDalI'11 ottobre all'8 dlcembre si sono tenute 36 Congregazioni generali, partecipazione dl circa sieduti a tuúro da 10 Cardinali di varie nazionalÍtà. con la generali degti ordini Religiosi, e di un congluo 2500 Padri, vescovi e superiori delle cristianità numero di periti. Hanno as^istito, inoltle, moltl fapplesentanti da cilca ela lapplesentato cristiano separate in veste ati osservatori. L'oriente 130 Padri, _tra i quali sl notavano i vescovi Melchiti, guitlati da s. B. Massimo IV proSaieh, patiiarca di Antiochia e il gruppo dei vescovi Ucraini. Questi ultimi patlla, maltollata lofo nella perchè, noto, com'è dall'emigrazione, venivano solo l,Ucraina, non esiste plìt gerarcbia greco-cattolica e l'unico superstite, il metropolita Mons. slipij, dal 1954, nel carcere e nell'esitio, alà aÌ mondo .intero la più alla Chiesa e a Pietro. attaccamento del suo incrollabile iulgf cla testlmonianza Nelle prime quattro sedute, i Padl"i elessero i 160 membli delle diecl Commissioni (16 per ognuna, cui'si sarebbero aggiunti altri I membri nominati dlrettamente dal Santo Padle). Nella telza seduta, i Padri, Successori deelli Apostou, rivolgevano un Messaggio.al mondo intelo in cui sl affelma che essi si sfolzelanno e nella sua dl presentare agli uominÍ di oggi la veritÈr dl Dio nella suarinteglità, puuuru,pervenirelncontroalbisogniditutticoloroctìecercanoDio;non di oggi ed estenderanno i grandi probleml che assillano I'umanità trascurerarino la loro soltecitudine agli umlli, ai poveri, ai deboli. Concludono, facendo appello a tutti i fratelli che creclono in Clisto, come a tutti gli uomini di buona volontÈr' perchè si unÍscario nello sforzo di costnrire in questo mondo una società pil) glusta e pifi fraterna. dei vali scbemi co,mpilati Nella quarta Congregazione essi inizlano'I'esame con Cliscussioni libere, aperte, llpreparatorie del concillo, alalle commissionl Iuminate. Il primo schema esaminato e discusso è stato quelIo della costituzlone De dalsacra Liturgla, Diecine di Padri tntervengono neila discussione che si,protrae (13 novemble). Traspale generale (22 ottobre) aua xvIII Ia Mongregazione nella discussione la brama dei Padri che il clistiano viva una vita di più intlma unione con Cristo, attraverso una vita liturgica più intensa. Troppi cattolici vivono.al di fuori della sacia Liturgia, del sacriflcio della s. Messa, dei sacramenti, canali atella grazia. I Padri suggeriscono i fÎezzl pel.chè Ia massa dei crldi sa,wezza. Dalla XIX alla XXIII Constiani si avvantaggi di questi strumenti gregazione generale (20 novembre), i Padri iniziano la discussione della costlirrrio11" dogmatica de Fontibus Rel)elo,tio7,;is,che però, per disl)osizione d.el Sommo

58


I Podri

Conciliari dei vori riti orientoĂŒi presenti cilc Frimo Sessione ercno circo 130 Nella folo! Mons. Gqd, Esorco dei Greco-Cottolici di Grecia e Mons. Pernicioro, Vescovo AusilĂ­ore di Piono degii Albonesi.


Pontence comunicata durante ta xxrv congregazlone generale atel'21 novembre, viene rlnviata aila II Sessione. Dalla xxrrr alÌa xxvrr congregazione generale (26 novembre). i padrl studlano come servirsi dei mezzl d.i comunicazlone sociale, messi oggl a nostra dlsposizione dall'inteltlgenza clell,uomo (ractio, televisione stampa, ecc.). amnchè servano alla diffusione del messaggio di Cristo. Daua xxvll congregazione alla xxxr, si sottopone alla discussione il Decreto <<d'e unitate Ecclesi.a,e), diretto particotarmente al cristianl d'oriente. Essi, cosl viclni a nol cattolici devono sentire assieme a noi, plù clegli altri cristianl, la responsabilità della dlvisone mentre cristo ha pregato.il padre perchè tutti cotoro che credono in Lui siano una sola cosa. Riconosciamo che anche noi cattolict abbiamo trascurato questo probrema e non sempre l'abbiamo trattato con la dovuta carttà,. Siamo, perciò, anch.e nol in colpa. E' ]a prima volta nella storia della Chiesa, da dieci secoli a questa parte, che I vescovl deua chiesa cattolica affrontano cosi solenneménte Ia questlone dell'Unione. Ed è la prlma volta, dopo mllle annl che I rappresentanti delle Chiese prendono parte ad un concilio orientali della chiesa cattolica, senza preoccupazloni e finl temporall o politici come awenne a Lione îel. 1274 e a Firenze nel 1439, e senza sospetti e cattivo animo verso la Chiesa cattolica, ma spintl dalla carità e dalla volontà di andare incontro al desiderio del Fondatore Divino ( ut unum sint ). Purtroppo non tutte le Chiese d'Oriente hanno mandatÒ t loro OsseNatorl a questa prima sessione. In modo particolare si notava là, m:allcaîza dei rap; presentantl delle Chlese di Costantinopoli e di Grecia. La loro assenza venlva deflnita da un eminente teologo greco ( una colpa storlca inescusabile }). Tra i presenti al Concilio si notavano gli Osseryatori deua Chiesa ortodossa russa. Circondati. da una giustiflcata curiosità, e inizialmente, forse anclre da una ceÉa diffidenza, essi h.anno rlvelato invece la loro ansia di collaborare col 11manente del mondo cristiano pe? fare trionfare Cristo nel loro grande paese, come dall'intelvista,concessa ai ra,ppresentanti deU'ACIOC pubblicata in altra parrc cll questo fascicolo. L'impressione riportata da tutti gli Osservatori è buona e qualcosa di importante è stato ottenuto: sl è rotto il ghiaccio tra i cattollcl e non cattoucl, che ora sl conoscono meglio di prima. Diceva Pio XI dÍ s.m., ctre conoscersl slgnlflca amarsl e incammlnarsi verso la grande. meta dell'unione, Ciò accresce la nostra speranza anclìe se questa meta è ancora lontana. Le ultlme Congregazloni Generall (XXXI, 1 dicembre; XXXVI, ? dicembre) vennero dedicate all'esame in generale dello scfrema della Costituzione dogmalice" de Eccl*id, clÌe si riprenderà,, come è stato stabilito, l'8 settembre 1968, giorno iî cui si aprirà la seconda sessione del Concilio. In essa/ moltf Vescovi si augurano che il Concllio faccia per I'Episeopato ciò che iI Concillo Vaticano I féce per il Papa: definirne cloè la funzlone e I poteri. Veniva comunicato inta,nto, nella XXXV Congregazione generale det 6 dlcembre che ll Santo Padre, onde facilitare il lavoro delle varie Commlssioni aveva stabilito di nominare una Commissione particolare per il coordlnamento dei lavorl concillari, il cui Presidente veniva designato nella persona dell'Em.mo Cardinale Giovanni Amleto Clcognani, Segretario di Stato. giorni della sessione venivano rattristati Gli ultimi dalle notizle poco rasslcuranti sulla salute del Santo Padre. Nonostante clÒ, i. Padrt ebbero la gioia di vederlo prendere parte alle due ultime Congregazioni generali e, dl ascoltarne la paterna parola a concluslone dl questa prima parte dei lavori conclliari, che EgIi spera di ehiudere ( nel gaudto del Natale 1963, nell'anno centenario del Concilio di Trento >. Il tema dell'unione dl tutti i credenti in Cristo è amorato - possiamo alire in ognÍ óongregazione generale. Anzi per dimostrare t'importanza che vuol dare al problema dell'unlone, 1l Santo Padre non solo manteneva in vita 1l Segretariato per I'Unione, affidato sempre alla Pre"idenza detl'Em.mo Cardinale Bea, ma stablIlva di assimilarlo alle diecl Commissioni concillarl. pregato. Ogni Congregazlone generale sl E per l'unlone si è partlcolarmente

60


iniziava con la sacra Liturgia, ceiebrata rrei vari riti (romano, ambrosiano, blzantino, armeno, copto, slriaco, cardeo, ecc.:.) e con fintronizzazione del s. vangelo. r vescovi di tutto il monclo, in piedi, erevavano la roro voce a gr.orifi.care cristo; salvatore del mondo, in querlo steslo ruogo dove 19 secoli îa, Nerone ( aveva crocifi.sso e arso come torce ) i prlml seguacl del Redentore divlno. ora attorno a cristo Eucaristia e a cristo che ci istruisce, i cristiani cter mon_ do lntero supplicavano lI Redentore affinchè, cessati ognr scisma e ogni divisione, sl tealizzl I'Ununx Ouile et unus pastor. se 1 catolici del mondo rntero devono esultare per I'esrto . della prlma sesslone de} concilio,quanto pir) noi sacerdoti, soci dell'Associazlone Cattolica per I'orlente cristlano. Non è so"ta la nostra Associazione cor fine di concorrere a[,unione ateu'orlente a Roma? Quale piir fervido incoraggiamento e quale migliore incitamento, a continuare nella nostra opera e ad intensiflcare il movlmento a favore det nostrl fratelli d'oriente, di quello che ci viene dal concilio che passerà alla st;ria corne ll più amorevole tentativo dl ricostruire l,untà dei Cristiani fatto nnora? ci sforzeremo, quindi, d.i essere membra cosclenil del corpo Mistico ari crfsto e di impegnarci nella preghiela continua e nell'opera più attiva e generosa per raggiungere - con |intercesslone della Madre di Dio - Ia grand.e metà, amnchè il mondo lntero corì.osca che cristo è il Figliolo dl Dio e tl salvatore glt di tutti uominl.

tli

Osse.zoatozì Selle Chìnrn ottoìosse al Concìlìo APPELI.O DEI.L'IMPENATORE

CO.

STANTINO .RI VESCOVI DEI CON. CILIO DI NICEA, (325) ....9iù dc tenpo ero mÍo gronde desiderio di godere dello vista di tutti voi che vi trovote qui riuniti. Oro questo .mio desiderio è esoudÍto, per cui mi sento in dovere di rendere grozie o Dio, Signore uníversole... Non indugiote, cori omici; non indugiote, ministri di Dio e servi fedeli di Colui che è il nostro comune Signore e Solvotore: incominciote od elimínore le couse di quello disunione che esiste tra voi e od ollontonore

1o perplessità dello discordic obbrocciondo i princìpi dello poce... In toi modo voi compiocereie ol Dio Supremo e fotete un immenso fovore o me, vostro compogno nel servirlo..., (Eusebio, Vita Constontini - III. I2).

L'annunzio del Concilio e clel suo ultlmo scopo, Ia ricerca deUa unità cristiana, è stato bene accolto dagli am_ bientl ortodossi e particolarmente d.a S. S. Atenagora, patriarca di Costanil_ nopoll, le cui dichiarazioni al rlguardo e le cui congratulazioni per I'inizlativa del Sommo ponteflce, ci dimostrano quanto siano mutate, e favorevolmente, le relazioni tra I'Oriente Crisuano e la Cfrlesa Romana. Tuttavia netle ultime settimane precedenti I'apertura del Concilio, lo slancio dl prima sembrò venir meno e perciò, da parte soprattutto del patriarca di Costantinopoli e ctella Chiesa Ortodossa di Grecia, non sl,passò a gesti concretl, quale t,invio di Òsservatorl ufficiali, come awenne invece per altre Chiese. Crediamo opportuno dare ai nostrl lettori una breve cronistoria delle dlchiarazioni ufficiali e del contatti dal 1959 ad oggi che tranno portato alla nomina di osservatori da parte di alcune Cfìiese'Ortodosse e al rinuto di altre ad inviare loro rappresentanti, senza per altro dimostrare I'astlo e la awersi.one, eome in occasione Clel Concilio Vaticano f, anzi esprlmenilo il proprio rincresclmento per non poter dare questa manlfestazlone di fraternità alla chiesa cattotlca.

Ar,L'rNrzro DEL 19b9 sl è informati che lr nuovo Arcivescovo ortodossogreco derle due Americhe, Mons, Jacovos, che alipende dal patrlarcato di costantinopoli e che è considerato come il miglior lnterprete d.el pensiero del

61


Dopo p&trlarca Atenagora, è stato rlcevuto dal sommo Ponteflce Giovanni x)ÍII' tre secoli. è Ia prima volta che un vescovo ortodosso sÍ reca dal capo della che chiama I'awenlmento la sta,mpa greca commenta chiesa di ll,oma ( storico >. NELLA PR,IMAVER,A DEL 1960' nel Suo Atenagora lartcla un appello solenne au'unità. cile raggiungere I'unione ma ch.e è senz'altro collaborazione pratica tra le varle comunità deslderio di unità che anima l'OrtodossÍa e sl per lncontrarsi con il PaPa'

messaggio dl Pasqua' il Patflarca II Patriarca afferma che sara, diflpossiblle e necessarla una cerÈa clistiane, Egìi fa rÍsaltale 11 vivo dichiara pronto a recarsi a Iìorna

DEL-1960, prima reazione favorevole della Chlesa russa: NELL'AUTUNNO del del Metlopollta di Mosca pubblica una intervlsta Ia Rivista del Patliarcato Teoluonte Libano, prossimo coilaboratore del Patllarca ortodosso di Antiochia' varie doslo VI, dove si afferma che il Papa alesiclera sinceramente l'unione delle comunità erlstiane. NEL MAGGIO DEL 1961, la stessa Ilivista del Patriarcato di Mosca dichiala 'non in un articoto dal titolo ( Non possumus > che la chÍesa oltodossa russa un affare questo cbe perchè è altro non al concilio sia mand.erà rappresentanti questa dlmostra dl voler lnterno della Chiesa cattollca sla, d'altra parte, pérchè estenalere iI suo potere sulla Chiesa ortoalossa, dato ehe mette come condizione del .primato del Papa. La Rivista aggiunge che il conclllo sarà il riconoscimento (Non è col vero spirito eristlano: incompatibili uno strumento per fini poiitici )). cristianl I riunire deve che I'amole ma I'autorltà, NELLA PRIMAVERA DEf' 1961, in una sua dichiaooIVTEMPORANEAMENTE dl razlone, l,Arcivescovo di Atene, Mons. Teocllto, Pnmate della chiesa ortodossa Sinodo e 1l Santo di Costantinopoli Patriarca il in cui nel caso cfle afferma Grecia, lnvltata' dl Grecla lo giudicassero opportuno, là chiesa oltod.ossa dt Grecla, se lnterverrà, al Concilio. della s. congregazlone per ls' Chlesa NELL'ESTATE DEL 1961, due lnvlatl e P. Alfonso Raes' in Tulchia già Apostolico Delegato Testa, Mctns. orientale, di Ftoma, sono ricevuti dal Patrlarca Atenapreside del Pont. Istituto orientale gora:"I'informanosulconcilioegtlmanifestanoquantolas,sedeapprezzll suol gesti di stmpatla verso la chlesa cattollca. ha ALI,A FINE DI SETTEMBR,E 1961, al conglesso panortodosso di F,odl' si e la chlesa ati Grecia slano favoI'impressione che 1I Patriarcato di costantlnopoli revolt all'invio di proprl osservatori al Concllio. ALLAFINEDEI,196l,aNewDehti'allaulAssembleaGenera]edelcon. SlglioEcumenicodellechlese,ne]qualeentraafarpar'teancbplachiesarussa' che I'articolo ( Non possumus D della I'Arcivescovo Nlcotlemo dichiara a giornalisti R,lvlstadelPatriarcatodiMoscanonsignincaafiattochebisoeinarompereogni relazione con Ftoma. NELLAPRIMAVERADEL1962,MoDs.wlllebrands,segretariodelSegretae ad Atene per si leca a costantinopoll riato roma,no per I'Unione dei cristiani, e chlede if àesiderio del I'apa ali invitare al Conclllo degli Osservatori ò.-""i"*" dichiard c:re se.tale invito sarebbe accoltb favorevolmente. I1 Patriarca Atenagora desidera consultare il Santo Sinodo. NELLUGLIo1962,idodicimembrldèISantosinodo.liGrecia,riunitlad al concilio' L'arclati inviare osselvatoll Atene, non concord.ao.o sull'opportunltà Derchè I russi non sono statl invltati' vescovo cli Atene vl si oppon-e soprattutto ancora chiedono di rlmettere Ia questione alla declAltrl sono favorevoll. atiri n santo sinoato nnalmnte rimette ogini deali costantinopoli. Patriarca del sione (5? Vescovi) convocata per ll 1 plenalia delt'Episcopato "i"io,,u "ifa.semblea ottobre 1962. del Coai 1962, t'Alcivescovo Nicodemo partecipando l3Yo.rf NELL'AGOSTO a Partgl, dichiara che ll chiese, defle Ecumenlco oói"igiio atel centrale mitaro

62


Patrfarcato di Mosca non ha ricevuto 1o tlene al corrente suna preparazione

l'invito a1 concilio del Concilio.

e che ll vaticano

non

rL r orroBRE 1962, it primate di Grecia, Mons, cribostomo, Arcivescovo cu Atene, comunica che I'Episcopato de1la chiesa ortodossa di Grecia ha preso ra d.ecisione di non invÍare Osservatori al Concillo. ugualmente il patriarca Atenagora r'g ottobre comunicava .che, con rincresclmento, doveva rispondere negativamente all,invito. rL 12 oTTOBRE 1962, il patriarcato serbo dichiarava di non essere stato invitató nè direttamente nè indirettamente al concilio e che quindi quel patriarcato non avrebbe invlato Osservatori aI Conciiio. rN QUELLo srESSo pERroDo, altre chiese otodosse dichiaravano che avrebbero inviato i loro osservatori al concilio, Di ouesti- d.aremo un elenco completo, in calce a questa relazione: tra essi si notavano i due osservatori del patriarcato di Mosca. rnfatti, 11 27 settenlb,"e Mons. wiltebrands si era, recato a Mosca trattenendovisi flno al 2 ottobre, ospite del patrlarcato di Mosca (Monastero di zagorsl<, a 70 Km. da Mosca). EgIi fu accolto calorosamente e trattato con tutti i riguardi possibi.li nella sua qualità di .rappresentante del patriarcato di noma. rt giorno stesso dell'apertura del concilio, Mons. Nicodemo, a nome del patriarca di Mosca, comunicava la decisione favorevole del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa di inviare Osservatori al Concilio, che aírivavano a Roma la sera clel 12. FrNE Dr OTTOBRE 1962, ia Rivista greca ( Relazioni rnternazionati D af_ ferma ch.e ( Ì'ortodossia Íntera è dolente cli non poter partecipare anche solamente come osservatore al concilio ). spera clle si reaÌizzi il progettato incontro tra Giovanni xxrrr ed iI patriarca Atenagora, cÌre solo può prendere I'inizlativa dl un avvicinamento tra I'Oriente ortodosso e p"oma. Dalla stessa Rivilta, gli osservatori delegati di Mosca sono deflnitl ( agentl politici > recatisi a Roma per negoziare la coesistenza paciflca tra lo stato sovietico e i sudditi cattotici. DTOEMBRE 1962. L'Arciprete vitale Borovoi, uno dei due osser-vatori russi, in una intervista alla Rivista polacca Zo, i przeciu (16 dicembre) così si.esprime a proposito delle retazioni con la crriesa cattolica: (prima di tutto noi alobbiamo impegnarci a ca'Ilbiare iI clima esistente nei rapporti tra Ie nostre chiese per stabilire una vera fraternità, l'amicizia e 1a benevolerrza-.r>. A riguardo det concilio egli afferma: (...Noi teniamo a far rlsaltare I'atmosfera di Diena libe$à che permette ai Padri di presentare ]e piri differenti opinioni; un.atmosîera Diena dl benevolenza e di sentimenti fraterni nei rigua,rdi ategli altri cristiani; e, particolarmente, teniamo a far risaltare l'atteggiamento di simpatia delta maggioranza deÍ Membrl del concilio verso di noi. rI vaticano rr ha tutti i presupposti per arpositivi. Noi non posbiamo ch.e formulare rlvare a del risultati auguri ali tutto cuore e pregare per questo scopo... )). D_ICEMBRE 1962. MOSCA E COSTANTINOPOLI. Mons. Nicodemo, CaDo deuo ufficio delle relazloni estere del patriarcato di Mosca, ospite per lb giorni della Federazione protestante di Francia, lra così risposto alla questione po;tag1i suuo stato delle relazioni tra la Chlesa russa e il.patriarcato Cn Costantlnopoli, in seeRrito alla decislone di lnviare osservatori di Mosca aI vaticano rr: (ro dichiaro' c}ìe noi non eravamo legati da alcuna decisione comune a questo rlguardo. Mons. willebrands è venuto a Mosca, cl ha dato delle informazioni soddÍsfacenti e cl ha consegnato un invito da parte del cardinale Bea. Allora noi abbiamo preso Ia decisione di inviare degli osservatori; se egli fosse venuto prima, la nostra declsione sarebbe stata presa prima. Ognl Chiesa ortoclossa è autocefala, dunque lndipendente. ciascuna è libera nei suoi. atti interni ed esterni. Bisogna evidentemente cfì.e ognuno di questi atti non contravvenga ai dogmi e ai canonl ortodossl in alcun modo. Di conseguenza, ciascuna chiesa doveva deflnire il proprlo attegglamento a riguardo dell'lnvlo degli Osservatori. Ciò non importava affatto un giudizio e una decisioD.e comuni a tutti gli ortodossi... Le nostre relazioni con ll Patriarcato di Costantinopolt restano quanto mai fratelne... D,

63


della chiesa russa, oltle I'lntervlsta 1962. I due osservatorl DICEMBIìE e a quella polacca accennata avanti, ln altra rilasciata a noi e sopra riportata dell'Agenzia ( Novosti >, afiermano che 1l Papa, accorclata acl un corrispondeute il consiglio di Presldenza del concillo, i1 segxetaliato per I'unione e i Padl.l con( il lol'o affetto verso la Chiesa russa D e ancora ciliari tutti hanno manifestato ( ll loro rispetto e la loro amicizia verso I popoli deu'uRss )}, lnoltre essi esprldèlle chiese ortodosse mono il loro rammarico per lI fatto che gli osservatori al Concilio noD. slano stati più numerosl.

îegli

élnu"o

a0 Concilio

Ossezpatotì àe\b

Chintn

ottoîosse

écumeoico T)afieano Sn.ouào

CHIESA ORTODOSSA R,USSA (PAITiAICAIO di MOSCA) Rev.mo Arciprete vitali Borovoj, Prof. dell'Accademia teologlca di Lenlngrado. della Missione vlce-supedole Kotliarov, vladimiro Rev.mo AÌ.chimandrita retlgiosa russa di Gerusalemme. segretario della Delegazione russa aI M. Nicoiai Anf,noguenov, sostituto: Con3ig]io Ecumenico delle Chiese a Ginevra. CHIESA COPTA ORTODOSSA della Pubblica IstruRev.mo P. Youhanna Girgls, ex Ispettore al Mlnistelo zione di Eeitto. Dr, Tadros Mikhail, ex consigliere della Corte di ApDeuo di Alessandria. CIIIESA SIRO ORTODOSSA R,ev.moP.Rambanza:k]KaB.I.was,segretariodetcousiglioEsecutivodel Pàtriarcato. CTIIESA OR,TODOSS.T D'ETIOPIA Rev.mo Abba Petros Gabre Selassié. Dr, Hailé Mariam Teshome. CHIESA ARMENA ORTODOSSA (ClliCiA) Sarkisslan, Rettore del Seminarlo Armeno Karekin Rev.mo Arcblmandrita di Antelias (Libano). CHIESA ORTODOSSA RUSSA ALL'ESTERO S. E. Mons. Antony, Vescovo di Ginevra' rortodosse russe dl Etev.mo Arciprete rgor Troyanoff, Rettore ctelle chiese (Svizzera). e Vevey Losanna Prof. Dr. Sergio Grotoff, floma' Sostituto: OSPITI

DEL

SEGRETARIATO

PER, L'UNIONE

S'E.Mons.casslano,Arciveseovo,Etettored'ell'IstltutodlTeologiaortodossa : S. Sergio di Parigl. Rev.moArcipleteAlessand'roschmemann,vlce-Rettoledelseminarioortodos. so S. Vladimiro di New York.

64


!::::!:!!==ì:!ii!!::i ltl

!!r

rll

ttl

::! ::: ::! :!: o v

'

1-î

È

E

H

1a?

tv, t-

(-a O -, -4 -l -l

<,

F

l

È

g

ls - -

<

É,

É r

Í H

H

t3.-,

n

E o à É

È

; H Z

a a H

È H

Fl

rq

U F f i

z o

F 19 É È

a a t{

È r , r 4 È

.

H

V

4

1

E V E 5

CD

E o o H

t-< -

Fl

ÉI ó

o

O

o trl

-.? -l

(^D e, LJ-l

Él.-

r'

",

r vari fasclcoli d.i <Meditazioni sulla Divina Liturgia > ehe, a paltlre da questo numero, vengono inseriti nella nostra Rivista, possono essere richiesti a parte, riuniti

in volume. Coloro che invieranno richie-

sta di prenotazione riempendo e spedendoci l,apposita cartolina a flanco stampata usufruiranno di uno sconto

speciale, acquistand.o il . vo-

Iume con sole Lire 500, anzicchè con Lire BbO.

al ltr\ /allt\ .alrrtrtt atl lrt llt tlt It! rtt tfl llt lra

tra

.

lll tll lrt trl ttl ttl tll art trl trt trt


ì

U

9 H

lìi

P p

$ c

O

CD ?t)

G\

F

È

\

È

j

:l

s

F p

.

O

O.

e .

,

X

\

X.. e ù i Èo F t È è

i

A

A

ù, U)

H

6

É E T' B F 5 q . 5

ò

o H . ì l o

x . = A

È

N !i. 9 F A

'

È È

I

I

6

8 E - : gE ; o E .

*

E'

N

l

s

R N

a q , E t 9 . " 9 É F -

R Èar

A A

F 8 B . t E.EÉ'..

arr A U

d

'

EÈ E

cro È

H

_ P . ( D 5 = o c E . l r

e

A

X

È J DB B

ì-

È I

\ h

K ú p È r i . ^

E e q É 9 E a Ò P 9 .

/

.

È

F

È n' s H fr.'

-

È

A

'

ú

= . ú d aì

5 NN ' 5

6

, o ' . F ' 3

a - x I

H

E EI F

\

È

.

*

u r È . S F v t a ùa ìi ' .

d

9

È 9 6 $ E F ' B E .

J{D

:

ùè

A R

q

9

! o q ( ì . ) C | g ( D 4

È - F E s. ri. "i cÈ S' rì ì u

G

Éx

5. so s{ È 8 F ' H

! +

.

g

: F H

a

'.

:

H

;

E U ro É ! 0 t s er o ( D ,

FI

PRENOTATE < Meditazioni sulla Divina Liturgia >' per l'armoniosa bellezza e la Quanti apprezzarrola Divina Liturgia maestosità delie sue cerimonie potranno trovare svelato nelle Meditazioni penna ardel Gogol il suo signiflcato intimo e profondo, deseritto dalla deltistica dello scrittore che rispecchia fedelmente i sentimenti religiosi popOlo russo' l'Oriente cristiano e particolarmente quelti dell'anima del


PUBBtIICl/\ZJIOJL\f I dellASS0CIAZI0NE CATT0ilCA ITAL. PEnL'0RIENTE CRIIST,A,N0 PIATX,A BELIINI, s . PATERI/IO

MANUALE DI PREGHIEREper i fedeli di rito bizqntino. Contiene, oltre la liturqia quotidianc, le ufficioture domenicoli e festive secondo il colendcnio bizsntino. Formqto in 1B', su ccrtq color pcglino, o 3 colori, ricco di illustrozioni. Coperti.nc in plosticc con sovrcstcmpcr in oro. Testo greco e lrcduzione itclianc PrezzoL. 1.500 Testo greco trcslittercto e bqduz- itcl. PrezzoL. 1.200 LITURGIA BIZANTINA DI S. GIOVANNI CRISOSTOMO, su carto color poqlino, stcmpc q tre colori, con illustrczioni. Testo greco e traduzione itqlicrnc Prezzo L.300 Testo greco trcslitteralo e trqduz. ital. Prezzo L.200 BENEDIZIONEDELLE ACQUE nel siorno dell'Epifania, secondo ii rito bizcntino greco. Stcmpoto cr 2 coiori. PrezzoL. i00 MOSTRA D'ARTE SACRA BIZANTINA, con 66 riproduzioni q colori, in quattricromie, e numerose critré in bianco e nero. Testo e reiotive spiegozioni. Prczo L. 5.000 CARTOLINE a orientali.

colori, in

quottricromie,

con

soqgetti

Prezzo di cicscunc Verscsnenti sul c. c. p.7/8000 Cott.

Itclíqnq

per

l'Oriente

Cristiono

L. 30

intestato q: Associczione

- Pioizzc: Beilini,

3 - Polermo

Con crtrrprovczione ecclesicslicc Autorizzqzione

del Tribunole

Scuolo Tipogrofico

di Polermo 20 morzo lg6l Solesiono

- Palermo


È

o

z f

thhonatevia

F

a tr cl

0nrwre0nrwto R I V I S T AT R I M E S T R A ID. E L L A CATTOL.ITALIANA ASSOCIAZIONE CRISTIANO P E RL ' O R I E N T E

u-l F

z trl

tr

o t

IrlEllrtl0 lul ElEllutEl llllql

tu Ftrl

ORDINARIO- llclio u

- Estero

SOSTENITORE

l i r e 1 , 2 0 0o n n u e lire 2.000 annue lire 3.000 annue

Crtt ltalianrper l'0rienteGrirtlane Cn C, P. 7|8OOOlnlsllalo 6! lstociazionc P t ^ z z al E t t l N l , 3 - r a L E n m o

O

z

cl LL LL

o


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.