La Voce della Compagnia

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 48) art. 1, comma 2, DCB Brescia

LA VOCE DELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA • BRESCIA

LUGLIO • AGOSTO • SETTEMBRE 2012

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VOCE

DELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA DI BRESCIA LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2012

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Via F. Crispi, 23 - 25121 Brescia Tel. 030/295675-3757965 c/c postale n. 12816252 Nihil obstat quominus imprimatur Aut. del Trib. di Brescia n. 24/69 del 5 sett. 1969 Direttore responsabile: D. Antonio Fappani Tipografia: Alfa - Brescia Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 nยบ 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia



La parola del Superiore

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- In ogni assemblea le Figlie in un clima di fraternità condividono alcune riflessioni sulla vita della Compagnia. In questo periodo stiamo riflettendo sui due temi che da qualche tempo ci sono stati proposti e precisamente sul contributo da dare in preparazione del Sinodo diocesano sull’Unità Pastorale e sul testo del Direttorio che era stato consegnato nel febbraio scorso per eventuali emendamenti. Il primo argomento è già stato trattato nei singoli gruppi ed il risultato della consultazione è confluito nel documento consegnato alla Commissione per il Sinodo. Il secondo è ancora oggetto di lettura nei singoli gruppi e si prevede di giungere a un testo condiviso nel prossimo mese di settembre.

“Fare vita nuova e seguitar l’antica strada”

† Vigilio Mario Olmi

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La parola del Superiore

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- Perché l’impegno di tutta la Compagnia giunga a buon fine, è sempre opportuno tener fermi i principi che assicurano un risultato positivo. Il primo principio è quello indicato da S. Angela: ogni aggiornamento va maturato nella preghiera fatta ai piedi di Gesù Cristo, unico vero Maestro, e concretizzato in proposte che rispecchiano fedelmente lo spirito e la lettera della Regola unitamente ai Legati e ai Ricordi. Lo “stare ai piedi” di Gesù Cristo non deve essere supposto ma deve accompagnare di pari passo il confronto con la Regola. Un altro principio da tener presente è la dimensione diocesana della Compagnia. Ci possono illuminare gli esempi delle venerabili Girelli e del beato Mosé Tovini, che qui richiamo perché hanno operato curando la vita interiore e mantenendo sempre vivo l’atteggiamento di fiducia nelle indicazioni del Vescovo. Anche se non sono coetanei, certamente si sono conosciuti e sono testimoni, secondo il ruolo proprio, di alcuni tratti caratteristici dell’azione pastorale nei primi decenni del 1900 nella diocesi bresciana, che possono essere di stimolo anche per noi.

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- Come sappiamo, le sorelle Girelli giunsero alla decisione di ridare vita alla Compagnia di S. Angela, per un provvidenziale intervento del Vescovo diocesano mons. Girolamo Verzeri. Da lui ricevettero la regola di S. Angela con qualche annotazione di adattamento alla nuova condizione sociale, e con lui operarono per l’animazione di tante iniziative educative ed assistenziali, mentre per la loro conformazione a Cristo sposo si affidarono all’opera sapiente di P. Giuseppe Chiarini, che contemporaneamente fu loro direttore spirituale e superiore della Compagnia. Da parte sua il giovane sacerdote Mosè Tovini volle affidare il suo ministero alla totale dipendenza del Vescovo, chiedendo di essere associato alla famiglia dei Padri Oblati, cioè di quei sacerdoti che si

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La parola del Superiore impegnavano a svolgere quei compiti che il Vescovo avrebbe loro affidato, specie in situazioni di emergenza o di supplenza. Pertanto in obbedienza al Vescovo, completati gli studi superiori a Roma, si dedicò per tutta la vita alla formazione dei sacerdoti, prima come professore e poi anche come rettore del Seminario. Non mancarono anche altri compiti, come supplente in parrocchie, per l’assenza del parroco, o come responsabile della formazione nell’Azione Cattolica, come collaboratore per la promozione catechistica in diocesi, per la preparazione di sussidi pedagogici richiesti dall’Editrice La Scuola. Nella molteplicità delle iniziative cui si dedicarono sia le sorelle Girelli che il sacerdote Tovini, ciò che costituisce il segreto dell’influsso benefico, da loro esercitato negli ambiti loro propri, è la perseveranza nella cura della vita interiore e la pratica dell’umiltà. La fedeltà alla meditazione della Parola di Dio, il tempo dedicato con assiduità alla preghiera costituiscono il tessuto della vita quotidiana e l’alimento dello spirito di fede e di dedizione nel compiere il proprio dovere, vissuto come adesione alla volontà di Dio. Nel sacerdote Tovini poi il segreto della sua vita interiore lo si comprese meglio, quando iniziando il compito di rettore si presentò ai seminaristi raccomandando loro i tre candori: l’Eucaristia, l’Immacolata e il Papa. Con l’ornamento di tali candori avrebbero sicuramente reso fruttuoso il loro ministero in qualsiasi parrocchia o in qualsiasi settore accolto con fede nell’obbedienza. E lui per primo è stato testimone vivente di questo appassionato amore all’Eucaristia, di figliale devozione alla Madonna, di piena adesione alle indicazioni del Papa e del Vescovo, e poté preparare preti che avrebbero superato bene le sfide che in quel periodo si presentavano a volte anche in forme roventi. E’ sufficiente ricordare le teorie del modernismo all’interno della Chiesa, e le tensioni sociali spesso causate

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La parola del Superiore da quelle scelte politiche che poi portarono alla guerra del 1915-18 e poi all’ascesa del fascismo. La fedeltà al Papa in ossequio del Concilio Vaticano I, della definizione dell’Immacolata Concezione della B. Vergine Maria, o delle direttive della “Rerum Novarum” in campo sociale costituì il punto sicuro di riferimento soprattutto per la guida del Seminario. Fu un’opera così esemplare, che rifluirà nella vita diocesana per il ministero di sacerdoti uniti al Vescovo, pastori attenti a promuovere la vita consacrata e a coinvolgere numerosi laici sia nella educazione alla fede con la dottrina cristiana e sia nell’azione sociale, a favore delle classi più povere.

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- Esperienze similari si possono evidenziare nella vita delle sorelle Girelli. E’ illuminante il loro rapporto con il P. Chiarini. La loro fiducia e docilità nel condividere con lui l’impegno di conformarsi a Cristo Sposo, è testimoniata dalle lettere, in cui gli manifestano la fatica per vincere la ritrosia del carattere, il risveglio del proprio “io”, per far tacere, nel rapporto con le persone, sentimenti e risentimenti, per cercare di capire, comprendere, aiutare ciascuno nelle sue situazioni concrete, senza lasciarsi condizionare da giudizi affrettati, da critiche infondate o da apprezzamenti interessati. La consapevolezza di essere strumenti a servizio della Compagnia di S. Angela, per il bene della Chiesa le rendeva pronte anche a compiti impegnativi, a interventi di sostegno a iniziative altrui, sempre in conformità alle indicazioni del Vescovo, specialmente per quelle indirizzate alla protezione e all’educazione della gioventù femminile. La piena dedizione a far conoscere la novità di vita consacrata nel mondo secondo la Regola di s. Angela, si spiega solo come una pronta adesione all’azione dello Spirito Santo. Il carisma mericiano quale dono dello Spirito Santo, durante la loro lunga esperienza di guida e di formazione, ha sprigionato tutta la sua vitalità che le coinvolse per rispondere alle attese che lo stesso Spirito andava suscitando in tante giovani con il desiderio della consacrazione e alla premura di tanti

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La parola del Superiore pastori intenti ad animare l’azione pastorale con la testimonianza di donne più motivate per la loro sequela di Cristo casto povero e obbediente.

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- La consonanza spirituale delle sorelle Girellli e del sacerdote Tovini sprona anche noi a leggere il presente con l’occhio della fede e a guardare al futuro con piena fiducia e con altrettanta determinazione: vivere la propria vocazione nella comunione ecclesiale e nella fedeltà all’amore di Cristo, secondo i mezzi e le vie indicati. Da parte loro le Girelli nell’accogliere dal Vescovo l’indirizzo per la rinascita della Compagnia sono state fedeli alle indicazioni date da S. Angela e cioè: “fare ricorso ai piedi di Gesù Cristo” e “fare vita nuova” ma seguendo “l’antica strada”, perché è confortata dall’esempio di tanti Santi, cioè di coloro che erano vissuti secondo lo Spirito e non secondo la carne. Esse l’assimilarono così intimamente che la loro condotta, le loro esortazioni e le loro indicazioni venivano dalle figlie considerate come il miglior commento alla Regola di S. Angela. Soprattutto si vede preminente lo spirito di umiltà, sia nel beato Tovini che nelle Venerabili Girelli. Il Beato Mosè era così schivo che rifuggiva da tutto ciò che poteva essere notato; desiderava che nessuno parlasse di lui, o si accorgesse della sua presenza. Nell’insegnare seguiva il testo e lo spiegava in modo piano per renderlo comprensibile a tutti e solo raramente si scostava dal testo per sostituirlo con uno più adeguato alla portata di tutti. Nella vita delle Sorelle Girelli si nota preminente lo sforzo di dominare i richiami del carattere o le suggestioni della superbia, cercando di riferire ogni cosa buona al Signore e di ritenersi non adatte alla guida di tante sorelle esemplari e di mantenere il tratto amorevole anche in situazioni di figlie insofferenti o di giudizi irriguardosi.

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La parola del Superiore

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- A conferma delle riflessioni fatte sulla necessità di mettere a fondamento di ogni aggiornamento una sincera conversione del cuore e un maggior impegno di conformazione ai sentimenti di Cristo, ritengo di luce e di conforto citare due passi del vangelo. IL primo è un invito a giudicare non secondo la mentalità corrente. “Seduto di fronte al tesoro, Gesù osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere” (Mc41-44). Il secondo è un invito a confidare più sulla potenza della grazia che sull’intraprendenza umana. “Diceva Gesù: Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura”(Mc5-26-29). Cosa possono suggerirci questi due brani? Gesù fu l’unico a notare e a lodare il gesto della vedova, a preferenza di altri che osservavano ammirati i soldi abbondanti messi dai ricchi. In ogni epoca i santi si ripetono: vivono nel nascondimento, non hanno bisogno di fare pubblicità. E’ il Signore che li fa notare, quando e come egli vuole; le persone umili sono notate per la loro semplicità, come avviene per la viola, che, pur essendo piccola e nascosta, viene notata per il suo profumo. Quante figlie di S. Angela che vivono nel silenzio la propria fedeltà a Cristo sposo, che coltivano il colloquio orante nel segreto della casa, che assumono compiti anche se poco appariscenti, con umile

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La parola del Superiore disponibilità, che intessono rapporti di bontà, di mitezza con la serenità del volto e la fiducia del cuore, sono proprio quelle che diffondono il profumo di Cristo! Nel nostro contesto è certamente importante anche l’azione vocazionale, come servizio nell’itinerario educativo a scoprire il disegno di Dio, ma nello stesso tempo è necessario affiancare la proposta del carisma di s. Angela, insieme ai sussidi, con la testimonianza della vita, accompagnata dalla preghiera perché “il padrone della messe mandi operai nella sua messe”.

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- Un ultimo richiamo. Faccio notare che per la nostra Compagnia il “far vita nuova” insieme al “seguitar l’antica strada”, richiede di non trascurare la dimensione diocesana, che lungo i secoli è diventata una caratteristica peculiare. Infatti si è consolidata nel condividere opere e servizi nell’azione pastorale parrocchiale, specialmente per l’educazione e l’assistenza della gioventù femminile, ma soprattutto quando, in momenti problematici, ha potuto contare sulla particolare premura e saggia assistenza dei Vescovi. Lo si è sperimentato già nei primi decenni della vita della Compagnia, lo si è riscontrato decisivo con la rinascita dopo la soppressione napoleonica, lo si è sperimentato nella chiarificazione maturata con il riconoscimento pontificio di Istituto secolare “ante litteram” del 2-61992. Ne abbiamo avuto una conferma di singolare importanza con il recente riconoscimento di S. Angela “Patrona secondaria di Brescia, città e diocesi”. Pertanto la Compagnia e tutte le figlie, riconoscendo che il Vescovo è insieme Superiore e Padre, vorranno mantenere, con rinnovato affetto e devozione, fedeltà e docilità come pegno della benedizione del Signore, affinché si compia la promessa di S. Angela che essendo “questa Regola di diritto piantata dalla Santa Sua Mano, mai abbandonerà questa Compagnia, finché il mondo durerà”.

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La parola della Superiora

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arissime, mmmmmmmmm ciascuna di noi, rispondendo liberamente ad una precisa chiamata del Signore, ha scelto di realizzare la propria vocazione nella Compagnia di S. Angela, affidando alla Regola mericiana il compito di guida sicura nella realizzazione piena del suo impegno battesimale. La Compagnia si colloca nella Chiesa con una fisionomia ben definita, come è ribadito nella Dichiarazione del 1992 (pgg. 41-42 della Regola). Quanto qui affermato, quanto è andato emergendo e via via definendosi in una storia secolare, trova però sempre e comunque il fondamento nella Regola di S. Angela. Come in ogni Istituto religioso, la regola ha il compito preciso di

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Regola e libertà

Maria Teresa Pezzotti


La parola della Superiora guidare la libertà fragile e incerta di ogni persona, tanto più in tempi controversi come i nostri, verso la meta di quell’incontro finale con Dio a cui è diretto ogni battezzato.

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a Regola, pertanto, non è un vincolo pesante alla libertà, ma un sostegno prezioso che fa superare momenti di confusione, di smarrimento, di incertezza. Essa garantisce di camminare sulla strada giusta, anche quando i dubbi provocati da tante sollecitazioni fuorvianti, assalgono penosamente l’animo di chi vorrebbe procedere spedito. Sant’Angela stessa usa per noi parole rassicuranti (Legato XI; Proemio). Si tocca qui un altro punto fondamentale per fare chiarezza sul nostro essere Figlie di Sant’Angela oggi: l’osservanza fedele all’impegno assunto, anche quando le “strade spinose, erte e sassose” ci sembreranno troppo difficili, anche quando tante voci che invitano a lasciar perdere, ad accontentarci del più facile e del più comodo diventano molto persuasive. Sembra che oggi la fedeltà con la sua forza e la sua costante sicurezza sia tramontata dal nostro orizzonte, purtroppo anche cristiano. E la situazione in cui versa la famiglia ne è testimonianza. Ma anche Sant’Angela ha voluto fondare una famiglia – la nostra – e le ha dato come esempio e come riferimento la famiglia degli sposi cristiani. Ella insiste continuamente sulla dignità delle spose del Signore e sulla loro capacità profonda di una maternità spirituale secondo il Cuore di Dio.

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se oggi questo nostro tempo ci richiedesse proprio questa precisa testimonianza? Se proprio ci fosse la necessità di testimoniare con fermezza serena la fedeltà convinta e totale alla Regola, a cui ci siamo affidate e a cui ogni giorno dobbiamo affidarci?

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La parola della Superiora Forse occorre fare sempre più profondamente oggetto della nostra riflessione la frase tante volte ripetuta “Tenete l’antica strada ed usanza della Chiesa …e fate vita nuova”; occorre mettere bene a fuoco in che cosa consiste realmente questo declinare il patrimonio antico di fede e di spiritualità nel nostro vivere quotidiano e capire come la perenne giovinezza dello Spirito sia: un rinnovamene continuo della disponibilità al servizio per renderlo più concreto; la capacità di accettare, di capire perché tutti trovino in ciascuna di noi un amore di madre; la fedeltà alla famiglia della Compagnia per testimoniare la presenza di una Casa sicura, accogliente sempre capace di offrire a ciascuno la percezione di un punto fermo in una società che sembra diventata invece incapace di certezza e di serenità.

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Alle sorelle ammalate

Sorelle Carissime, l’esigua presenza all’Assemblea di giugno mi ha fatto riflettere sull’attuale situazione della nostra Compagnia. Le molte anziane ed ammalate, non ci consentono di ritrovarci fisicamente tutte unite nella gioia della Famiglia spirituale, ma pur in questa realtà, abbiamo rivivificato l’impegno che ci siamo assunte nell’ormai lontana giovinezza, rinnovando i nostri fermi propositi di castità, povertà ed obbedienza al Signore. Mentre celebravamo i nostri giubilei, ci siamo rese conto che la vera fedeltà non è tanto la nostra, ma quella che il Signore ha avuto per ognuna di noi, amandoci intensamente e tenendoci per mano nonostante le nostre infedeltà. E’ proprio vero che quando l’anima si impegna con Dio è Dio stesso che deve e vuole aiutare a mantenere l’impegno. La consapevolezza di questo suo grande amore ha riempito di gioia noi che, per venticinque, cinquanta, sessanta anni e forse anche più, abbiamo preso parte mirabilmente e gratuitamente alla vita stessa di Cristo. “Che cosa renderò al Signore per tante meraviglie?” Mi sembra di poter affermare che il rimanere costantemente al “servizio di Dio”, nella sua Chiesa, in umiltà, con semplicità, con l’accettazione della sua volontà, sia la nostra riconoscenza più ricca di amore. Quanto S. Angela ci richiama a questo amore incondizionato che fa di noi una vera famiglia, nella quale una madre, possa continuare la Sua missione di guida materna! Madre, vuol significare tutta la maternità che S. Angela ha voluto donare a noi, alla quale dobbiamo la nostra obbedienza e la nostra gratitudine per esserci di guida. “...sappiate che adesso sono più viva di quando ero in questo mondo...” E nel Testamento, vuole farci comprendere il compito affidato alla Madre per la nostra Famiglia: “... considerate la grande grazia e ventura vostra, che Dio siasi degnato d’affidare alle vostre mani le sue

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Alle sorelle ammalate stesse Spose”. Certamente la Compagnia ha bisogno di aiuti per collaborare alla nostra formazione umana e spirituale; siamo particolarmente riconoscenti per quanto i Sacerdoti continuano ad arricchirci della grazia del loro ministero. Dobbiamo certamente impegnarci con la preghiera e l’offerta della nostra sofferenza perché la Compagnia risponda sempre agli insegnamenti della Chiesa e di S. Angela che la vuole dinamica nella sua originalità. Avremo modo di esprimere la nostra riconoscenza a colei che ci è Madre da tanti anni: festeggeremo il suo giubileo ringraziando il Signore per i suoi 50 anni di Professione e di fedeltà alla Compagnia. Se non potremo essere presenti, uniremo, in offerta, la nostra sofferenza e la nostra preghiera, affinché la Compagnia cresca sempre più nell’amore e nella carità fraterna. A tutte un affettuoso saluto Enrica L.

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Preghiera

La Passione delle pazienze

La passione, la nostra passione, sì, noi l’attendiamo. Noi sappiamo che deve venire, e naturalmente intendiamo viverla con una certa grandezza. Il sacrificio di noi stessi: noi non aspettiamo altro che ne scocchi l’ora. Come un ceppo nel fuoco, così noi sappiamo di dover essere consumati. Come un filo di lana tagliato dalle forbici, così dobbiamo essere separati. Come un giovane animale che viene sgozzato, cosi dobbiamo essere uccisi. La passione, noi l’attendiamo. Noi l’attendiamo, ed essa non viene. Vengono, invece, le pazienze. Le pazienze, queste briciole di passione, che hanno lo scopo di ucciderci lentamente per la tua gloria, di ucciderci senza la nostra gloria. Fin dal mattino esse vengono davanti a noi: sono i nostri nervi troppo scattanti o troppo lenti, è l’autobus che passa affollato, il latte che trabocca, gli spazzacamini che vengono, i bambini che imbrogliano tutto. Sono gli invitati che nostro marito porta in casa e quell’amico che, proprio lui, non viene; è il telefono che si scatena;

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Preghiera quelli che noi amiamo e non ci amano più; è la voglia di tacere e il dover parlare, è la voglia di parlare e la necessità di tacere; è voler uscire quando si è chiusi è rimanere in casa quando bisogna uscire; è il marito al quale vorremmo appoggiarci e che diventa il più fragile dei bambini; è il disgusto della nostra parte quotidiana, è il desiderio febbrile di quanto non ci appartiene. Così vengono le nostre pazienze, in ranghi serrati o in fila indiana, e dimenticano sempre di dirci che sono il martirio preparato per noi. E noi le lasciamo passare con disprezzo, aspettando – per dare la nostra vita prima di un’occasione che ne valga la pena. Perché abbiamo dimenticato che come ci sono rami che si distruggono col fuoco, così ci sono tavole che i passi lentamente logorano e che cadono in fine segatura. Perché abbiamo dimenticato che se ci son fili di lana tagliati netti dalle forbici, ci son fili di maglia che giorno per giorno si consumano sul dorso di quelli che l’indossano. Ogni riscatto è un martirio, ma non ogni martirio è sanguinoso: ce ne sono di sgranati da un capo all’altro della vita. E’ la passione delle pazienze. Madeleíne Delbrêl da Madeleíne Delbrêl, Il piccolo monaco, P. Gribaudi editore, Torino, 1990

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Spiritualità

La Liturgia delle Ore e il Mistero Eucaristico

Spiritualità

La celebrazione dell’Ufficio divino acquista tutta la sua freschezza e vitalità nel vasto contesto della vita liturgica della comunità cristiana il cui centro e compimento è dato dal mistero eucaristico (SC,10,95; PNLO 12,93-99). Guardando lo svolgersi concreto della “giornata liturgica” della Chiesa possiamo cogliere il legame intimo che esiste tra il sacrificio eucaristico e la liturgia delle Ore. Dal primo fluisce la gioia della preghiera comune della Chiesa che a sua volta prepara il clima per una sempre più esaltante celebrazione eucaristica (PNLO 12). La liturgia delle Ore avvolge di senso eucaristico il cammino della Chiesa nel tempo e permette ai fedeli una maggiore fruttuosità partecipativa nella celebrazione della Messa. Essa fa risuonare l’eco della grande preghiera eucaristica nell’arco della giornata, riprendendone i grandi temi e ampliandoli nel clima della lode e dell’intercessione che le è proprio. Se osserviamo la liturgia domenicale ci accorgiamo dell’uso comune, sia nella Messa, sia nella liturgia delle Ore, della stessa orazione - colletta, il che ci aiuta a cogliere come la Chiesa pur nella duplicità dei riti voglia rimarcare una profonda unità: celebrare il giorno del Signore. La vita liturgica della comunità cristiana rappresenta la continua attualità della Pasqua del Signore. La celebrazione eucaristica ritualmente ci rende contemporanei con l’evento della croce, mentre ne celebriamo la memoria e diamo attuazione ai gesti profetici che Gesù ha compiuto nell’ultima cena. Nello Spirito facciamo l’anamnesi della sua passione, morte, sepoltura e risurrezione, come ci ricordano le preghiere eucaristiche, e partecipiamo in

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Spiritualità modo vivo all’Ora del Padre come Cristo l’ha vissuta nel dargli gloria. L’Eucaristia e la liturgia delle Ore, che partecipa della sua fecondità, sono una liturgia di lode il cui scopo è glorificare Dio e santificare gli uomini. La preghiera che anima l’Ufficio divino scaturisce dalla contemplazione delle meraviglie di Dio, in un processo che avvolge in modo totale e totalizzante la comunità. La lode allora come esaltazione senza limiti delle grandezze di Dio, come riconoscimento pieno di entusiasmo e di lirismo si ritraduce in un ineffabile mistero di comunione con la SS. Trinità e qui si celebra il grande sacrificio della lode intercessione: espressione della nostra adorazione e del nostro riconoscimento del mistero divino e affermazione della nostra condizione di creature bisognose di lui. Il Salmo invitatorio(PNLO 34-35) ci aiuta ad entrare in tale cammino di glorificazione. L’uso dell’incenso nelle celebrazioni solenni è il segno visibile di questo sacrificio di lode che sale a Dio e che partecipa alla grande celebrazione celeste avvolta nella Nube della presenza di Dio.La liturgia delle Ore è l’estensione del sacrificio eucaristico nell’arco della temporalità della giornata e lo sviluppo dei temi principali della grande preghiera eucaristica. Molteplici espressioni consacrate dall’uso liturgico per designare l’Eucaristia quali azioni di grazia, rendere grazie, benedire, sacrificio di lode sono utilizzate per la liturgia delle Ore. Non si tratta solamente d’una tensione interna all’Ufficio divino verso l’Eucaristia, ma d’una assimilazione implicita

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Spiritualità tra la lode gratuita e perfetta del memoriale della Chiesa che sale verso Dio e la preghiera pubblica comune del popolo di Dio che è la liturgia delle Ore. Il cristiano dovrebbe vivere in un atteggiamento di continuato rendimento di grazie perché la sua vita si snoda all’insegna della gratuità e della bontà divina. Tutti i doni che noi riceviamo continuamente dal Signore risorto hanno la loro fonte nel sacrificio pasquale della sua vita. A sua volta la liturgia delle Ore ci rende più partecipi di tale rendimento di grazie perché la risurrezione di Cristo che è l’anima di tutto l’Ufficio divino, ne è il motivo principale. Il tema eucaristico che definisce l’atteggiamento più caratteristico dell’anima cristiana gode di un posto importante nella liturgia delle Ore come in tutta la vita cristiana. L’Eucaristia-Messa è come il sole che illumina le ore dell’Ufficio divino poiché l’Eucaristia è il centro e il culmine del culto della nuova alleanza. Questo sacramento ci offre il massimo di presenza del Signore e attorno a Lui, il Signore della Chiesa, si svolge la liturgia delle Ore. La liturgia delle Ore è “come una indispensabile integrazione di ciò che costituisce la sintesi di tutto il culto divino, cioè del sacrificio eucaristico, la cui straordinaria ricchezza fa rifluire ed estende ad ogni via della vita umana (PaoloVI, Cost.Apost.LaudisCanticum). La liturgia delle Ore crea l’atmosfera di ogni celebrazione eucaristica nell’attività incessante della sua preghiera. Il nostro lodare Dio nella liturgia delle Ore prolunga l’Eucaristia, prepara il cuore dei credenti a quell’azione di grazia perenne che si celebra nella Gerusalemme celeste. Il ciclo quotidiano della liturgia delle Ore è una specie di contemplazione costante del Signore nel mondo e nel tempo in cui la Chiesa dimora. Rosa P.

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Attualità

Cibo buttato in tempo di crisi

E’ i1 dato che la Last Minute Market, un’emanazione della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, ha recentemente pubblicato in un libro che denuncia una situazione terribile sullo spreco alimentare nel nostro Paese: gli “scarti” sfamerebbero ogni anno 45 milioni di persone. Secondo l’inchiesta, ogni anno, del cibo che giunge nel nostro piatto, se ne butta una quantità che potrebbe sfamare 1/4 della popolazione italiana. Ecco i dati raccolti in alcune realtà del settore alimentare del nostro Paese. Inizia nei campi lo spreco del cibo: nel solo 2009, sono stati buttati 18 milioni di tonnellate di frutta, verdura e cereali, il 3% della produzione agricola nostrana. Le cause: 7,5 mln di tonnellate sono rimasti sul campo; la frutta esteticamente scartata dalla clientela, i prodotti colpiti dalla grandine, le esigenze commerciali (pezzature non consone al mercato), fino ai costi della raccolta superiori al prezzo di mercato liquidato all’agricoltore per cui non c’è convenienza a raccogliere. Le cooperative (quelle realtà nate per la gestione delle crisi nel settore agricolo e che dovrebbero ritirare parte della produzione dal mercato per evitare il crollo dei prezzi), utilizzano il prodotto destinandolo alle fasce più Don Franco Frassine

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Attualità deboli della popolazione che altrimenti non consumerebbe questi beni, in parte a scuole e istituti di pena, in parte all’alimentazione animale, ma la stragrande maggioranza viene destinata alla distillazione per la produzione di alcool etilico, al compostaggio e alla biodegradazione. Lo spreco è nella misura in cui la destinazione del prodotto è a un uso differente da quello dell’alimentazione: delle 73 tonn. di beni ritirati solo il 4% è stato destinato a sfamare chi ne aveva bisogno. Nell’industria il quadro dello spreco si allarga. Ai prodotti agricoli si aggiungono le carni, le bevande, i prodotti caseari, che vengono buttati via per ragioni di mercato: date di scadenza ravvicinate, deterioramento delle confezioni, mancanza di richieste. Si tratta di oltre due milioni di tonnellate di prodotti che basterebbero per sfamare l’intero Veneto. Fortunatamente, proprio dalle imprese nascono, anche sempre più spesso, iniziative di recupero a favore di chi ha bisogno. Una pratica che fino a dieci anni fa era del tutto impensabile e che oggi, invece, assiste alla destinazione dei prodotti ritirati, ma ancora perfettamente commestibili, a enti caritativi, ospedali, mense per i poveri. Anche nella vendita al dettaglio (mercati, ipermercati e negozi di quartiere) ogni anno una percentuale di ortofrutta, che si attesta a circa il 1,2%, viene gestita come rifiuto; visto che nel 2009 sono passati nei mercati generali 9.134,747 tonnellate, ne risulta che 109.617 sono state sprecate per le ragioni sovraesposte. Ma è in famiglia che i numeri dello spreco dicono che la vera grande “discarica” è e resta nei frigoriferi degli italiani. Ogni nucleo familiare butta via ( lo dice l’inchiesta bolognese) 408 euro al mese di ciò che ha investito nella spesa, 515 se si aggiunge ciò che finisce in pattumiera a Natale, Capodanno, Pasqua e ricorrenze varie. Nell’immondizia finisce il 39% dei prodotti freschi acquistati (latte, uova, carne), pari al 9% della spesa alimentare affrontata nell’arco di

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Attualità

12 mesi, cui va aggiunto il 19% del pane, il 4% della pasta, il 17% della frutta e verdura. Secondo indagini incrociate, i motivi di tanto spreco sono dovuti, per lo più, all’eccessivo acquisto di generici (nel 36% dei casi), a prodotti scaduti o ritenuti tali (25%), all’eccesso di acquisti per offerte speciali (24%), a novità non gradite (8%) e a prodotti acquistati, poi rivelatisi inutili (7%). La lunga lista degli sprechi ha, ovviamente, i limiti della statistica, ma l’esperienza generale è tale da suscitare qualche interrogativo. Il buon senso e il Vangelo richiamano spesso alla sobrietà e la crisi attuale non lascia scampo, ma, un poco intontiti dai richiami della TV che pubblicizza quotidianamente beni e stili di vita, si fatica a scrollarsi di dosso le seduzioni offerte. Per questo il momento difficile potrebbe diventare prezioso per ripensare il nostro modo di vivere.

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Missioni

Messaggio dalle nostre Sorelle di San Geraldo, tanto lontane fisicamente, ma così vicine e presenti nelle nostre preghiere.

Carissime, abbiamo tanta nostalgia di tutte voi, nostalgia di Brescia, di Desenzano, di Salò, di Ponte di Legno, di Padre Giovanni di Montecchio, di Roma, nostalgia del viaggio in Italia, anche se è molto lungo, infine nostalgia del vostro affetto pieno di tenerezza che avete avuto per noi. Desideriamo dire a tutte le figlie di S. Angela e nossas irmas (nostre sorelle) che nei giorni 20-21-22 di aprile siamo state invitate dal nostro vescovo Dominique a partecipare al ritiro per tutte le congregazioni religiose e consacrate della diocesi di Conceição do Araguaia (sede vescovile). Il ritiro sul tema: “La vita religiosa e apostolica alla luce del Vangelo di S. Giovanni ” è stato proposto e seguito da frate Ireneo venuto da Salvador Baia. Sono stati giorni meravigliosi pieni di stupore che ci hanno lasciato molta gioia nel cuore. Ogni congregazione ha portato la propria esperienza e, noi come persone consacrate per stare nel mondo, la nostra testimonianza ha superato i confini del Brasile e tenendo la mente, gli occhi ed il cuore ben aperto abbiamo raccontato la nostra indimenticabile esperienza sulla strada di Santa Angela nella città di Brescia. Noi stiamo bene, con Dio, con la salute e con tanto lavoro..... Come sapete, tutta l’America Latina si sta preparando alla “Missione Continentale” indetta dall’Assemblea generale dei Vescovi; per questo

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Missioni è arrivato subito nella nostra parrocchia il primo missionario, padre Josè Freitas della congregazione di San Francesco di Sales per preparare la gente a questo grande evento. La Missione continentale ha un periodo di tre anni quindi aspettiamo tantissimi altri missionari, religiosi, diocesani e sopratutto tanti laici che verranno a vivere con noi occupando il nostro Centro Pastorale Santa Angela Merici nel Bairro N. Horizonte. Noi siamo in prima linea essendo le uniche persone consacrate in San Geraldo e potete immaginare il lavoro, ma siamo felici e contente di questo perchè per noi importante è parlare di Gesù, far sentire che Lui non ci ha mai abbandonato è sempre stato qui! Il tema proposto dai vescovi è: “CRISTIANI CATTOLICI RITORNATE A CASA” l’obbiettivo è far ritornare alla Chiesa coloro che per vari motivi si sono allontanati e ancora si sentono Cristiani Cattolici ma non praticanti. Carissime sorelle, pregate tanto per la buona riuscita di questa Missione affinchè la Luce di Cristo ritorni a brillare sul nostro continente Americano. Carissima Lucia, la Regina continua nella sua formazione, è contenta perchè è riuscita ad “ingaggiare” due giovani che l’aiutano nella catechesi, perchè ora più che mai in segreteria parrocchiale necessita la sua presenza e così siamo sempre insieme, questa lettera la stiamo scrivendo in due. Abbiamo fatto pitturare il C.P.S.A.M. ed aggiustare il cancello di ferro, così è pronto per accogliere i Missionari. Per quanto riguarda la scuola di rinforzo, abbiamo deciso di fare un lavoro diverso, più impegnativo per noi, ma sicuramente più efficace e cioè: visitare tutte le famiglie dei Bairros per individuare tutti i bambini che non possono o non vengono indirizzati a scuola, sensibilizzare così

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Missioni

Dalva, il Superiore - Regina, la Superiora

le famiglie che l’istruzione è molto importante e vedere insieme le condizioni per poterle aiutare. La Creuza e la Cleme continuano a preparare i ragazzi per il Battesimo e la Prima Comunione. “Graças a Deus!” Il nostro vescovo ci ha chiesto che vorrebbe conoscere di più sulla morte di S.Angela. Un abbraccio grande a tutte. Voi tutte siete speciali nella nostra vita. Dalva e Regina (PS: per quanto riguarda la richiesta del Vescovo Dominique, abbiamo provveduto traducendo la “morte e sepoltura di Santa Angela” tolta dalla “Spiritualità Mericiana di Monsignor Olmi” dalla pag. 111 alla pag. 118)

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Cronaca

Ricordando don Silvio Galli sacerdote salesiano

Ricordare Don Silvio da queste pagine, è un dovere di riconoscenza perché non poche volte è stato chiamato dalla Compagnia a predicare i S. Esercizi alle Consorelle ammalate. Ovunque soggiornava, lasciava l’esempio delle virtù che Egli praticava sempre in modo eroico. Per questo si distingueva. Ha amato Dio ed il prossimo con la semplicità di santo carismatico che lasciava intravedere nel lavoro giornaliero lo straordinario nell’ordinario. Arrivato a Chiari nel 1958, laureato in lettere, fu insegnante di latino e greco nell’Istituto dei Salesiani e preside delle Superiori. Dal suo agire traspariva un non so che di elevazione verso Dio che lasciava una scia di luce e serenità in tutti quelli che avvicinava per i quali è stato maestro di virtù, tanto che i suoi Superiori lo lasciarono presto alla missione di cui si sentiva portatore. Diceva di se stesso: “Io ho l’incarico di mostrare ai fratelli l’amore di Gesù misericordioso”. Fragile di salute, ma indomito nelle virtù, si è dedicato al Regno di Dio prestando attenzione ai fratelli più fragili nel settore della droga, del carcere, della prostituzione, delle varie sofferenze che agitano la famiglia. Ripeteva spesso: “… un po’ di paradiso aggiusta tutto”. La celebrazione dell’Eucaristia era l’appuntamento a cui dedicava il massimo di devozione. I chierichetti rifuggivano l’impegno di fare

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Cronaca servizio liturgico perché la durata delle celebrazioni era di un’ora; e poi durante la Messa aveva dei momenti di adorazione (e di estasi?) che duravano anche un quarto d’ora. Quando si riprendeva, chiedeva scusa ai fedeli, ma dopo un momento era ancora alla stessa. E le persone in chiesa: “Don Silvio è più di là, che di qua”. Quante volte si arrivava in chiesa, a San Bernardino alle ore 5.45 e Lui era già alla fine della Via Crucis, che ogni giorno pregava con puntualità prima di celebrare la S. Messa. Fondò in S. Bernardino l’Auxilium, un centro di “Ristoro” per i senzatetto, i carcerati e gli stranieri. In perfetta sintonia con l’ASL, il Centro provvedeva a un pasto al giorno per circa 100 persone, provvedeva all’igiene, procurava vestiti, medicine, si interessava delle visite mediche, anche specialistiche e tutto gratuitamente. Lo aiutavano finanziariamente amici e sostenitori. E come ringraziamento Don Silvio non di rado era assai maltrattato dai suoi beneficiati. Richiamato dai suoi Superiori, Don Galli rispondeva: “Ogni persona rappresenta Gesù che alla fine della vita mi giudicherà … io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. (Matteo, 25, 35 -36). E così Don Silvio è passato tra noi, come Gesù: facendo del bene. Tutte le persone da lui beneficate portano scolpito nell’anima la sua dolcezza, la sua santità e … anche il ringraziamento che ti lasciava perché avevi dato a lui occasione di fare il bene. Ogni persona che è stata da lui beneficata è oggi come Maria di Nazaret: porta in silenzio nel suo cuore le parole bibliche e le mette in pratica. “E’ morto un santo”, tutti lo dicono. Queste parole le ha pronunciate il Rettore nei cortili dei Salesiani a Chiari … e la tomba è diventata meta di pellegrinaggi. Il suo spirito è entrato nei cieli ed intercede per noi. Lode a te, o Cristo. Alleluia. Agnese V.

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Tra noi

Il premio “S. Bartolomeo” a Don Mario Trebeschi Agosto – settembre

A Don Mario Trebeschi è stato assegnato ieri il “Premio San Bartolomeo”, riconoscimento che la parrocchia di San Giovanni Battista, retta da don Franco Tortelli, ha istituito nove anni fa in occasione della festa patronale. Il premio viene conferito a persone, istituzioni, enti o associazioni che si siano distinte per particolari meriti nel campo della solidarietà e del sociale. E don Mario Trebeschi di meriti ne ha acquisiti parecchi, in particolare per la ricerca e la divulgazione di notizie e documenti che riguardano la storia di Carpendolo. La Compagnia di Sant’Angela e il Centro Mericiano di Brescia partecipano con gioia al riconoscimento che la parrocchia di Carpendolo ha recentemente assegnato a Don Mario Trebeschi per i suoi numerosi meriti acquisiti in tanti anni di scrupolose e pazienti ricerche, tra le quali particolarmente importanti quelle che hanno permesso alla Compagnia non solo di Brescia, ma anche di altre città italiane, di ricostruire la loro storia dall’epoca della rifondazione ad opera Sorelle Girelli a metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri. (dal Giornale di Brescia, domenica 26 agosto 2012)

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Tra noi

Il Centro Mericiano guarda con fiducia al futuro Agosto – settembre

Pensiamo che sia utile sottoporre alla vostra attenzione quanto il nostro Superiore, Mons. Vigilio M.Olmi, ha richiamato in una breve nota riguardo la natura che sta alla base del Centro Mericiano. Anche nel Direttorio della Regola al n. 86 si accenna all’apposita convenzione che è stata siglata tra la Compagnia ed il Centro medesimo. Il Centro Mericiano è stato promosso dalla Compagnia di S. Angela per avviare e sviluppare un dialogo aperto al contesto sociale. A tale scopo si è prefisso il compito di: – ricercare, raccogliere e conservare il patrimonio documentale, religioso e culturale che riguarda il pensiero e l’opera di S. Angela Merici; – promuovere iniziative per farlo conoscere e suggerire occasioni di incontro con proposte di riflessione su temi di attualità concernenti il mondo femminile, avendo come punto di riferimento la figura e la testimonianza di S. Angela. Con queste finalità il Centro Mericiano ha operato dalla sua fondazione fino al presente con iniziative coerenti, operando nel territorio con quelle istituzioni che erano interessate a conoscere S. Angela le sue scelte e le sue istituzioni. Di anno in anno circostanze varie hanno orientato il Centro Mericiano a suscitare iniziative, a promuovere occasioni di studio e progetti di interventi inerenti alla vita della Compagnia di S. A. o a settori di azione pastorale, caratteristici della sua storia, quali la promozione della donna e l’educazione dei fanciulli, degli adolescenti e dei giovani. Uno stimolo particolare ad approfondire la conoscenza della figura di

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Tra noi

La Presidente e il Superiore

S. Angela è venuto nell’ultimo decennio dal susseguirsi di alcuni eventi e ricorrenze di singolare rilievo che hanno caratterizzato la vita della Compagnia. E’ sufficiente ricordare il 470° della fondazione della Compagnia nel 2005, l’anno giubilare nel I° Centenario della Canonizzazione di S. Angela nel 2007, la proclamazione di S. Angela a Patrona secondaria di Brescia, Città e Diocesi, nel 2010. Sono state numerose le iniziative promosse dalla Compagnia per queste ricorrenze nel contesto della vita ecclesiale in diocesi e nei rapporti con gli Istituti religiosi e secolari delle Orsoline. Ed è stata provvidenziale l’opera del Centro Mericiano, perché per ogni ricorrenza ha promosso e curato un programma di notevole spessore storico, che ha coinvolto la partecipazione non solo degli Istituti delle Orsoline ma anche di Istituzioni civili e di Associazioni di laici che hanno fatto conoscere la figura di S. Angela e la storia delle istituzioni che la riconoscono ispiratrice, ben oltre ogni previsione.

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Tra noi Tra le iniziative più impegnative sono da ricordare i due convegni di studio: il I° del 22-25 novembre 2007: LA SPONSALITA’ DAI MONASTERI AL SECOLO: La diffusione del carisma di S. Angela Merici nel mondo; Il 2° del 25-28 novembre 2010: LA RISPOSTA FEMMINILE AI NUOVI BISOGNI DELL’ETA’ BORGHESE: La rinascita delle Compagnie e degli Istituti Religiosi delle Orsoline fra ottocento e primo novecento. Di tali convegni sono stati pubblicati gli Atti di alto valore documentario. Non sono mancate altre iniziative, soprattutto a livello locale, ecclesiale e civile, che propongono degli incontri annuali soprattutto di carattere educativo su temi attuali, alla luce della spiritualità sempre illuminante di S. Angela. A fianco delle proposte della Compagnia e delle iniziative promosse dal Centro Mericiano, provvidenzialmente si è andato sviluppando il rapporto anche con altri gruppi come quello degli Amici di S. Angela. Il tutto tiene vivo il messaggio di S. Angela in un contesto più vasto. Ripensare oggi al cammino percorso produce un senso di riconoscenza singolare verso tutti coloro che sono stati gli artefici più impegnati nel pensare, nel progettare e nel portare a compimento i vari eventi, ma soprattutto consolida la volontà a tener viva la ricchezza di valori, di esperienze, di istituzioni che lungo i secoli hanno operato per il bene di generazioni lasciando una traccia profonda nella vita della Chiesa e della società. Il singolare dono, con cui lo Spirito ha arricchito S. Angela Merici, nei secoli passati, ha manifestato in molti modi vitalità e grazia. Si può essere certi che non ha esaurito le sue potenzialità, e che anche in futuro potrà produrre nuovi virgulti e abbondanti frutti. Il Superiore † Olmi V.M.

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Tra noi

Notizie dal santuario di S. Angela visitato da tanti pellegrini che lasciano un pensiero scritto Agosto – settembre

Provenienti dal Malì (Africa settentrionale): “Soddisfatte dalle spiegazioni della guida. La sua fede in Dio e nell’opera di S. Angela, ci ha edificate e entusiasmate”. Dal Camerum due rappresentanti dell’istituto secolare “Regalità di Cristo” che hanno una fondazione dedicata a S. Angela: “E’ molto importante fare formazione internazionale sul carisma di S. Angela Merici”. Da Francia, Congo, Camerum e Italia, un gruppo di figlie di S. Angela dell’istituto secolare: “Ottima accoglienza fraterna e condivisione spirituale”. Dalla Polonia: “Tutto è bellissimo: Siamo felici di visitare questo luogo, specialmente perché abbiamo avuto la possibilità di incontrare S. Angela. Grazie”. Da Povo di Trento: “E’ stato molto commovente pregare vicino alle spoglie mortali di S. Angela. Abbiamo ricevuto un forte richiamo alla santità vissuta nel quotidiano. Dio ci aiuti per intercessione di S. Angela. Grazie”. Da Verona: “E’ come arrivare a casa ed essere attese. La voglia è quella di tornare”. Tantissimi altri messaggi non sono stati scritti in italiano, ma sicuramente sono belli e interessanti. Tutto attorno alla nostra cara madre S. Angela.

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Inserto

La risposta della Compagnia al questionario per il Sinodo Diocesano sulle Unit‡ Pastorali, letto nellí Assemblea del 9 giugno u.s. ed inviato alla Diocesi

Tutte le Figlie sono state consultate nei singoli gruppi e le Responsabili insieme al Consiglio hanno espresso le loro indicazioni nellí incontro del 19 maggio, e qui riassunte. Sono risultate le seguenti proposte.

Alcuni principi ispiratori 1 - Riteniamo opportuno porre come principio guida per le scelte del Sinodo circa lí U. P. la ì Lumen Gentiumî , affinchÈ lo scopo, gli orientamenti, le proposte e le scelte siano tutti illuminati dal mistero della Chiesa, quale corpo di Cristo, sacramento, cioË segno e strumento, della salvezza operata da Cristo per tutta lí umanit‡ . Pertanto tutte le membra vanno educate a prendere coscienza di far parte del corpo, di cui Cristo Ë il capo. Quanto pi˘ ciascun battezzato sapr‡ vivere in grazia di Dio, tanto pi˘ potr‡ vivere la comunione e contribuire alla missione della Chiesa. Pertanto tutti sono chiamati a sviluppare la vita cristiana secondo la vocazione universale alla santit‡ , mentre ciascuno Ë chiamato a tendere alla santit‡ secondo la propria vocazione, come sacerdote o diacono, come consacrato, religioso o secolare, come sposato e genitore, come giovane aperto alla vocazione. E contemporaneamente ciascuno sar‡ stimolato ad assumere, secondo la propria vocazione, lí impegno di contribuire alla vita e alla missione della Chiesa, in spirito di comunione e docilit‡ .

I


Inserto Il modello che ogni U. P. cercher‡ di tener presente sar‡ quello della chiesa primitiva, in cui i discepoli ì erano perseveranti nellí insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiereî . Pertanto deve essere chiaro che il progetto di U. P. tende a meglio coordinare persone, risorse, strutture delle parrocchie per attuare la volont‡ salvifica del Padre. Quanto pi˘ battezzati saranno aiutati a vivere in grazia di Dio, a seguire Cristo rinnegando se stessi e crescendo nella fede, speranza e carit‡ , tanto pi˘ lí U. P. raggiunger‡ il suo scopo. Lo sforzo principale sar‡ perciÚ quello formativo, da curare in modo diversificato secondo le et‡ , i ruoli e i compiti allí interno della nuova struttura, che Ë funzionale alla comunione e missione e non viceversa. 2 - Nel predisporre il piano pastorale secondo cui operare a livello parrocchiale e interparrocchiale Ë bene tener presente il principio di sussidiariet‡ . Al centro delle iniziative va posta la formazione di persone coscienti e libere, cosÏ che siano in grado di vivere con coerenza la propria fede e di assumere le proprie responsabilit‡ sia in famiglia che in parrocchia e a livello interparrocchiale. Allo stesso modo la famiglia sar‡ aiutata a svolgere i compiti propri della famiglia; ogni parrocchia curer‡ quei settori di annuncio, liturgia e carit‡ che puÚ svolgere proficuamente sempre nel rispetto del piano pastorale dellí U. P. Altrettanto si far‡ nella costituzione dei Consigli pastorali. 3 - La vita consacrata ì appartiene fermamente alla vita e alla santit‡ della Chiesaî (LG 44). Pertanto in ogni unit‡ pastorale va presa in giusta considerazione la testimonianza verginale di persone consacrate, religiose e secolari, in quanto rende visibile la presenza dello stile di vita introdotto da Cristo

II


Inserto casto povero e obbediente e continuato nella Chiesa con la professione dei consigli evangelici castit‡ , povert‡ ed obbedienza. Si puÚ correttamente aggiungere che lí eventuale assenza di persone consacrate denota un segno di minor vitalit‡ tra le risorse operanti nellí U. P. e una lacuna piuttosto grave nei tratti caratteristici della santit‡ cristiana. Pertanto nellí atto di costituire una U. P. si rende necessario verificare se nel territorio ci sono persone singole o comunit‡ di vita consacrata, per poi coinvolgerle nel progetto pastorale unitario, secondo il carisma del singolo istituto presente e secondo le attitudini personali. 4 - Tra le forme di vita consacrata esistenti in diocesi, la Compagnia di S. Angela si riconosce per alcuni tratti caratteristici. Eí il primo istituto femminile di vita consacrata nel mondo, essendo stato istituito a Brescia da S. Angela Merici il 25.11.1535, e approvato da Paolo III il 9.6.1544. Nel 2.6.1992 Ë stato dichiarato ì istituto secolare ante litteramî . Eí sempre rimasto a dimensione diocesana e si Ë sempre dedicato allí azione pastorale della Diocesi nel concreto delle Parrocchie, e con particolare attenzione alla promozione della donna e allí educazione cristiana della giovent˘ femminile. Lungo i secoli la Compagnia Ë stata presente in quasi tutte le parrocchie della Diocesi, e le figlie di S. Angela hanno operato in piena comunione con i Parroci, rendendosi disponibili a prestare la loro opera anche come collaboratrici familiari. Attualmente le figlie, pur essendo ridotte di numero, continuano la loro testimonianza e il loro servizio, secondo il piano pastorale diocesano e parrocchiale. 5 - I sacerdoti nellí adempiere la propria missione pastorale non possono trascurare la proposta della vita consacrata. PerciÚ accanto alla proposta della vocazione ai ministeri ordinati non deve mancare la

III


Inserto proposta alla verginit‡ consacrata, nei modi pi˘ appropriati sia nellí itinerario della iniziazione cristiana, che nel progetto formativo per i gruppi di adolescenti e giovani. Accogliamo la proposta di un rilancio dellí Azione Cattolica, pur apprezzando tutte le aggregazioni ecclesiali, a motivo della sua condivisione alla pastorale diocesana. Allo stesso modo ci permettiamo di proporre un rilancio della Compagnia di S. Angela, proprio a motivo della sua natura e della sua storia e per il suo particolare impegno pastorale nella Parrocchia. Proponiamo inoltre che, come nei sinodi precedenti Ë sempre stato raccomandato ai Sacerdoti in cura dí anime, di prendere a cuore la Compagnia, a motivo della sua diocesanit‡ , allo stesso modo, ora che S. Angela Merici Ë stata proclamata Patrona di Brescia insieme ai Santi Faustino e Giovita, venga inserita nel prossimo sinodo una particolare menzione per la Compagnia.

Risposte al Questionario Osservazioni preliminari 1 - La prospettiva sullí unit‡ pastorali si puÚ ritenere condivisa. Occorre perÚ prevedere un itinerario di preparazione, che risponda alle situazioni delle singole comunit‡ : tra parrocchie di citt‡ e di periferia; tra parrocchie attualmente affidate a un parroco solo nello stesso comune o in pi˘ comuni; tra parrocchie limitrofe o distribuite su un territorio pi˘ o meno vasto; tra parrocchie con pi˘ o meno numero di abitanti. 2 - La mobilit‡ non Ë tanto allí interno del territorio dellí U. P. quanto con lí esterno, senza delimitazioni, per motivi di studio, professionali, di lavoro, turismo. 3 - Valutare i punti di riferimento e di aggregazione allí interno presenti nel territorio:

IV


Inserto ñ

di ordine ecclesiale: associazioni e movimenti, istituti di vita consacrata, caritas, gruppi missionari, scuole di ispirazione cristiana; ñ o di ordine sociale: municipio, scuole secondarie o superiori associazioni di volontariato, culturali, sportive, ospedali o poliambulatori, case di riposo, centri commerciali, ecc. 4 - Rilevare nelle singole parrocchie il numero di: ñ catechisti - ministri straordinari della comunione animatori dellí oratorio, della caritas, del gruppo missionario o di altri settori dellí azione pastorale, ñ praticanti (anziani, adulti, giovani, adolescenti, ragazzi), saltuari, episodici alla messa domenicale e ai sacramenti, - battesimi, funerali, matrimoni religiosi e civili, convivenze, separazioni, - fanciulli e ragazzi per lí iniziazione cristiana e relative famiglie, - adolescenti e giovani presenti alle iniziative formative e oratoriane, ecc. - adulti presenti alle iniziative formative (ritiri, centri di ascolto, conferenze). 5 - rilevare le strutture, edifici, oratori, case canoniche delle singole parrocchie. 6 - rilevare il numero degli immigrati: di quali nazioni e religione (cattolici? ortodossi? protestanti? mussulmani? altri?). Hanno un luogo di culto (sala del Regno moschea altro)?.

Osservazioni sulle singole schede Prima scheda Fatta la rilevazione della situazione delle singole parrocchie, si propone un periodo previo di dialogo tra sacerdoti, consacrati e laici gi‡ operanti

V


Inserto nel territorio per una verifica delle risorse, in persone e strutture, per proporre le finalit‡ e le modalit‡ dellí U. P. per meglio valorizzare lí esistente, coordinare le iniziative e ravvivare la coscienza di corresponsabilit‡ per operare in spirito di fede e di comunione ecclesiale. Eí importante predisporre un piano pastorale unico, che contenga le linee di quello diocesano e le caratteristiche locali. Ad es. si ritiene importante rispettare le tradizioni qualificate delle singole parrocchie: feste patronali, tridui dei defunti, quarantore, ricorrenze iniziate per voto della popolazione, ecc. Lí esperienza dei sacerdoti ì fidei donumî puÚ suggerire proposte di coinvolgimento dei laici per la catechesi, la liturgia e la coscientizzazione circa i temi della dignit‡ delle singole persone, della vita in tutte le sue fasi, e della giustizia sociale. Seconda scheda Si ritiene indispensabile stimolare gli adulti a operare come lievito nella massa e, secondo le possibilit‡ , a iscriversi nelle associazioni gi‡ operanti sul territorio per i vari ambiti di interessi, di volontariato sociale e proposte culturali, sportive, politiche per evitare ogni antagonismo e favorire il dialogo o la collaborazione. Inoltre si rende necessario sollecitare e curare una adeguata formazione, man mano se ne presenta lí occasione, a superare lí individualismo, il relativismo e lí idea che si puÚ essere cristiani senza la Chiesa o senza lí adesione al Magistero in ambito morale sia personale che sociale. La diminuzione del clero rende necessaria la distribuzione dei sacerdoti e la partecipazione dei consacrati e dei laici, sviluppando i ministeri istituiti e di fatto gi‡ operanti. Questa constatazione sollecita una pastorale vocazionale pi˘ convinta e condivisa, proponendo la preghiera assidua, in quanto Ë una dimensione costitutiva della educazione cristiana.

VI


Inserto Terza scheda Sembra opportuno proporre lí U. P. con una certa gradualit‡ , partendo dallí esperienza delle parrocchie dello stesso comune con uno o pi˘ sacerdoti, che hanno gi‡ sperimentato alcune forme di collaborazione: orari complementari per la celebrazione delle messe, delle azioni liturgiche e dei pii esercizi in un calendario che tenga presente le iniziative e le feste delle singole parrocchie e lí utilizzo delle strutture esistenti nel territorio. Nei paesi di montagna si dovr‡ tener presenti le distanze tra le parrocchie e la distribuzione dei servizi pubblici (municipi, scuole, farmacia, assistenza medica, ecc). Inoltre Ë necessario tener presente quali possibilit‡ concrete esistono per uní azione pastorale di comunione, di punti di riferimento per la catechesi, lí iniziazione cristiana, le celebrazioni festive e feriali. Nelle chiese in cui si conserva il SS. mo Sacramento si propone che anche nei giorni feriali, quando non viene celebrata la s. Messa, si svolga, ad ora opportuna, un incontro di preghiera comunitaria, presieduta da una persona incaricata (diacono, ministro straordinario, una consacrata). Accanto al parroco, con uno o pi˘ preti in proporzione al numero degli abitanti e alla pluralit‡ di servizi specifici, si ritiene necessaria lí istituzione del gruppo ministeriale (diacono, consacrati e laici) con compiti ben definiti, per la attuazione del piano pastorale concordato. A seconda del numero e delle distanze, a fianco del gruppo ministeriale si puÚ ipotizzare un consiglio dellí U. P. con membri scelti tra i Consigli pastorali parrocchiali, o lí assemblea dei consigli pastorali parrocchiali, che si riunisce due tre volte allí anno. Il C. P. A. E. deve essere presente in ogni parrocchia. Al Consiglio dellí U.P. si potrebbe affidare il compito di una valutazione sullí opportunit‡ e le modalit‡ circa gli interventi di ordine economico di maggior rilievo nel settore economico.

VII


Inserto Quarta scheda In base alla rilevazione statistica delle famiglie e dei loro membri, delle strutture e delle distanze, nelle singole parrocchie va fatto ciÚ che puÚ essere fatto bene, specie per la catechesi e momenti significativi a seconda dei tempi liturgici ( ad es. centri di ascolto, via crucis, pii esercizi o rosario nelle contrade). A livello territoriale invece compete la programmazione delle iniziative per la caritas, per la pastorale della famiglia, del lavoro, dellí assistenza agli ammalati e alle persone sole, della vita sociale e politica, per gli immigrati, oltre a quelle per i catechisti e i Consigli parrocchiali, gli animatori della liturgia (es. lettori, ministri straordinari della comunione, ministranti, direttori di coro), degli oratori, ecc. Quinta scheda Ogni battezzato deve essere aiutato a prendere coscienza della sua dignit‡ e responsabilit‡ : Ë un compito da tener sempre presente e sollecitato. Pertanto Ë fondamentale lí educazione allí ascolto della Parola di Dio e alla preghiera. Gli organismi di comunione vanno studiati secondo le esigenze delle singole parrocchie, a seconda del numero degli abitanti Il gruppo ministeriale puÚ essere composto da sacerdoti e diacono, consacrati e laici in numero ristretto secondo i tre ambiti della pastorale, oppure allargato con un rappresentante di ogni parrocchia. Lí importante Ë che venga sempre curata la formazione e la qualit‡ di coloro ai quali viene affidato il servizio per la catechesi, la liturgia, la carit‡ , lí animazione degli oratori e dei vari settori pastorali. Il parroco, cui spetta il coordinamento, in ogni caso ritenga prioritarie le relazioni personali.

VIII


Inserto Sesta scheda Ministeri e carismi devono procedere in comunione secondo le indicazioni del Concilio. Deve esser sempre proposto il carisma della vita consacrata, religiosa e secolare, e valorizzata la testimonianza delle persone consacrate presenti nellí U. P. Lí opera dei laici Ë determinante per i Consigli parrocchiali, la catechesi, lí animazione liturgica, caritativa, e la testimonianza nel contesto sociale. A questo scopo vanno promossi iniziative e percorsi di preparazione congiuntamente alla formazione spirituale. Eí doveroso coinvolgere, nel rispetto dei loro statuti, le aggregazioni laicali esistenti. Lí Azione Cattolica va riproposta con convinzione e fiducia. Lí espressione della famiglia come ì chiesa domesticaî e della parrocchia come ë Famiglia di famiglieî richiede lí attenzione di informare le famiglie e sollecitare la loro collaborazione nel proporre iniziative o percorsi formativi. Dato lí influsso della scuola per lí educazione della giovent˘ si ritiene proficuo il dialogo tra genitori e insegnanti, mediante gli organismi di partecipazione e gli insegnanti di religione cattolica. Il contributo educativo della famiglia va curato in particolar modo per la preparazione dei fidanzati, lí accompagnamento dei genitori per il Battesimo e i Sacramenti (Cresima e Comunione), nei momenti della prova, del dolore e del lutto! Settima scheda Condividendo quanto Ë espresso nel fascicolo circa il significato e la funzione dellí oratorio, sembra utile richiamare le seguenti indicazioni: - predisporre un progetto educativo unico che guidi lí azione dei responsabili in tutti gli ambiti.

IX


Inserto - prevedere percorsi formativi distinti per gli adolescenti e i giovani e per le adolescenti e le giovani. ogni oratorio abbia un responsabile che vigila sul rispetto del luogo e sullí osservanza delle norme ecclesiali e civili. - le aggregazioni presenti collaborino destinando persone preparate per il servizio richiesto. - le singole strutture presenti nel territorio vanno utilizzate per iniziative interparrocchiali complementari. - per la loro animazione Ë preferibile lí opera di volontari, scelti anche tra le aggregazioni e le persone consacrate. In qualche caso si valuter‡ lí opportunit‡ di investire su direttori laici, qualificati e operanti in spirito di comunione e di servizio, magari anche stipendiati. In ogni caso il primo responsabile Ë sempre il parroco o il sacerdote incaricato. Ottava scheda Si vede con favore la partecipazione attiva delle aggregazioni ecclesiali, purchÈ condividano e collaborino al progetto pastorale, sempre sotto la guida del sacerdote incaricato. La presenza di un loro membro nel gruppo ministeriale o nel consiglio dellí U. P. va valutato caso per caso. In particolare si ritiene opportuno il rilancio dellí Azione Cattolica. Nona scheda In ogni U. P. il settore della comunicazione e della cultura va preso in maggior considerazione. Una attenzione particolare va data alla diffusione della comunicazione multimediale, specie tra la giovent˘ . Si propone che tra i giovani siano individuati coloro che dotati di particolare predisposizione possano essere indirizzati a percorsi adeguati di orientamento educativo nel

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Inserto settore. Se nellí U. P. Ë presente una scuola paritaria cattolica, va incoraggiata e sostenuta e dotata, nei limiti del possibile, di adeguati strumenti moderni. Dapprima Ë bene rilevare i mezzi operanti: notiziari parrocchiali, radio parrocchiali o locali. Quale diffusione di ë La Voce del Popolo, Avvenire, Madre, Famiglia Cristiana ecc. Inoltre Ë opportuno rilevare nel territorio la presenza di altri giornali locali, radio, iniziative e centri culturali e valutare la possibilit‡ di collaborazione. Si puÚ ipotizzare allí inizio un foglio informativo del programma di iniziative a livello parrocchiale e interparrocchiale; di seguito si potr‡ giungere alla stampa di un unico notiziario con le pagine parrocchiali. Pure a livello territoriale va pensato il sito internet e il programma delle sale della comunit‡ . A livello di U. P. si rende sempre pi˘ urgente il coinvolgimento di persone preparate e disponibili per un progetto di studio e di produzione nei singoli settori. Per tale settore si consiglia un dialogo proficuo con lí Ufficio diocesano delle comunicazioni sociali. Il Superiore della Compagnia Mons. Vigilio M. Olmi

La Superiora della Compagnia M. Teresa Pezzotti

XI



Compagnia di S. Orsola - Figlie di S. Angela

Calendario degli incontri formativi 2012 - 2013


Appuntamenti vari 24 - 26 agosto Giornate di fraternit‥ CIM a Desenzano del Garda Sabato 8 settembre Assemblea inizio anno pastorale della Compagnia Sabato 15 settembre Assemblea della vita consacrata con il Vescovo Luciano presso Ï Auditorium San BarnabaÎ 26 gennaio veglia vocazionale di preghiera presso il Santuario di S. Angela

Giornata per i sacerdoti Giornate per le Responsabili e formative Giornata di studio per tutte Sabato 23 marzo 2013

Giornata per le Commissioni e le Responsabili 24 novembre 2012 II


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Ritiri in casa S. Angela Iniziano puntualmente alle ore 8.45 e terminano alle ore 16, dopo la celebrazione comunitaria del Vespro. Nei tempi di Avvento e Quaresima iniziano la sera precedente con la veglia vocazionale alle ore 20.30. Il testo Ë quello preparato dalla Diocesi per la Vita consacrata. GIOVEDÃ

DOMENICA

Don Diego Facchetti

Don Luigi Gregori

4 ottobre

7 ottobre

8 novembre

4 novembre

6 dicembre

1 dicembre 6 gennaio

SABATO 26 GENNAIO Ritiro plenario - Festa di Santí Angela 3 febbraio 7 marzo

3 marzo

4 aprile

7 aprile

2 maggio

5 maggio SABATO 1 GIUGNO

Assemblea di fine anno pastorale

III


Ritiri in zona MALONNO Don Antonio Leoncelli Incaricata Carla Lazzarini Consigliera Giulia Salodini 17 15 9 9 13

novembre dicembre gennaio marzo aprile

PISOGNE Don Ermanno Turla Incaricata Rita Zanardini Consigliera Giulia Salodini 8 ottobre 12 novembre 10 dicembre 14 gennaio 11 febbraio 11 marzo 8 aprile 13 maggio 10 giugno

IV

MARONE Don Fausto Manenti Incaricata Maria Corbelli Consigliera M. Teresa Fenaroli 3 ottobre 7 novembre 5 dicembre 2 gennaio 6 febbraio 6 marzo 3 aprile 1 maggio 5 giugno IDRO Don Bruno Codenotti Incaricata Carmela Fusi Consigliera Giulia Salodini 17 ottobre 21 novembre 19 dicembre 20 febbraio 20 marzo 15 maggio


Ritiri in zona PONTOGLIO Don Angelo Mosca Incaricata Claudia Panizza Consigliera Natalina Vezzoli 10 ottobre 21 novembre 19 dicembre 20 febbraio 20 marzo 15 maggio

8 12 10 11

CHIARI Don Rosario Verzeletti Incaricata Emilia Ravizza Consigliera Natalina Vezzoli 13 ottobre 10 novembre 15 dicembre 12 gennaio 9 marzo 13 aprile 11 maggio MONTICHIARI Don Luigi Lussignoli Incaricata Gabriella Bianchetti Consigliera Letizia Nodari ottobre 11 marzo novembre 8 aprile dicembre 13 maggio febbraio

Nota: ï Lí Incaricata di Zona tiene i rapporti col Predicatore e per ogni Ritiro compila la ì relazioneî da consegnare alla Segreteria della Compagnia alla fine dellí anno. ï La Consigliera Ë presente per portare le notizie di Famiglia per poter riportare al ì centroî le osservazioni, soprattutto per le ammalate.

V


Corsi di esercizi spirituali Iniziano il sabato alle ore 18.30 con la celebrazione del Vespro e terminano il sabato successivo alle ore 9.30. Si raccomanda di: ï

prenotarsi, presso casa S. Angela, almeno 20 giorni prima dellí inizio corso; ï

partecipare al corso completo, che comprende la giornata di fraternit‡ ; ï

portare con sÈ la Regola e il breviario. n. data

sede

1

8-15 giugno 2013

Casa S. Angela - Brescia

2

7-14 settembre

Casa S. Angela - Brescia

3

VI

12-19 ottobre

Casa S. Angela - Brescia


Incontri dei gruppi locali Per questí anno pastorale la Commissione per la formazione predisporr‥ due sussidi: uno per la condivisione nei pomeriggi delle giornate di ritiro spirituale e uno per gli incontri di Congregazione.

VII



Indice La parola del Superiore (S. Ecc. Mons. Vigilio Mario Olmi) “Fare vita nuova e seguitar l’antica strada� pag.

3

La parola della Superiora (Maria Teresa Pezzotti) Regola e libertĂ

pag.

10

Alle sorelle ammalate (Enrica Lamberti)

pag.

13

Preghiera La Passione delle pazienze (Madeleine Delbrèl)

pag.

15

SpiritualitĂ La Liturgia delle Ore e il Mistero Eucaristico (Rosa Pollini)

pag.

17

AttualitĂ Cibo buttato in tempo di crisi (Don Franco Frassine) pag.

20

Missioni

pag.

23

pag.

26

pag. pag. pag.

29 28 32

Cronaca Ricordando don Silvio Galli

Tra noi Il Centro Mericiano guarda con fiducia al futuro Il premio “S. Bartolomeo� a Don Mario Trebeschi Notizie dal santuario di S. Angela



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