Storia e spiritualità delle orsoline

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MARIE-BENEDICTE RIO OSU

STORIA E SPIRITUALITA'

DELLE

ORSOLINE

Unione Romana dell'Ordine di Sant'Orsola Via Nomentana, 236 - 00162 Roma 1989-1990


SIGLE E ABBREVIAZIONI Vedere le precisazioni alla Bibliografia, pag. 403 (Bibliografia sommaria, del resto).

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Chr. DH DIP DR DS G J L LC MAJ MM MTS MV O OV PN PR R RMF SA T Tm UR V

: Ricordi di Sant'Angela : Chroniques : Ursulines françaises ... Documents pour une histoire : Dizionario degli Istituti di Perfezione, ed. Paoline, Roma : DANIEL-ROPS : Dictionnaire de spiritualité ascétique et mystique ... : GUEUDRE, Histoire de l'Ordre . : Dom JAMET, Ecrits spirituels . : Legati di Sant'Angela : Canonico L. CRISTIANI, La meravigliosa storia ... : Marie-Andrée JEGOU, Les Ursulines ... : Mèmoires de la Mère MICOLON : MARIANI, TAROLLI, SEYNAEVE, Angela Merici ... : Marie-Vianney BOSCHET, Les origines de l'Union Romaine ... : Guy-Marie OURY, M. de l'Incarnation, Correspondance : Guy-Marie OURY, Marie de l'Incarnation (Vie) : Processo Nazari : Paul RENAUDIN, Une grande mystique ... : Regola di Sant'Angela : La Révérende Mère Françoise de Bermond ... : Sant'Angela Merici e l'Ordine ... : Regola di Toumon : Témoignage de Marie de l'Incarnation ... : Unione Romana : Dom Claudio MARTIN, Vie de la Vénérable Mère ...

Nota: Le Chroniques hanno una struttura speciale: Vol. I:

I parte, pp. 1 a 125, parla delle Congregate; II parte, pp. 126 a 480, della fondazione dei monasteri; III parte, pp. 1 a 255, narra le "vite" di religiose. +Chiamo:

prima parte (1) le pagine da 1 a 480; seconda parte (2) le pagine da 1 a 255.

Vol. II: "continuazione della III parte"= pp. 256 alla fine, cioè p. 558. Ma, secondo i "trattati" di suddivisione, sono state fatte due impaginazioni diverse con un ritorno alla paginal in mezzo al volume. +Chiamo:

prima parte (1) le pagine da 256 a 538; seconda parte (2) le pagine da 1 a 558.


I

INDICE I VII VIII

Indice Premessa Introduzione Prima Parte

: DALL'ITALIA

Cap. I - L'epoca di Sant'Angela * Storia generale I - Epoca di grandi scoperte marittime II - Epoca del Rinascimento e dell'Umanesimo III - Epoca di guerre * Storia della Chiesa I - Il triste XVI secolo II - Il glorioso XVI secolo

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Cap. II - Sant'Angela Merici *Introduzione * La vita di Angela Merici I - La bimba di Desenzano e l'adolescente II - La giovane a Salò III - La terziaria francescana IV - La viaggiatrice intrepida V - L'"apostola nova" VI - La fondatrice VII - La "Madre viva e morta" * Opera di Sant'Angela I - Le ragioni della fondazione II - Gli scopi della fondazione III - Il patrocinio di Sant'Orsola IV - L'organizzazione della Compagnia V - Conclusione * La spiritualità di Angela I - La consacrazione verginale al Cristo Sposo II - Gli interessi dello Sposo * La pedagogia di Angela I - Il principio di base: il senso della maternità II - Le regole di applicazione Cap. III - La Compagnia di Sant'Orsola in Italia A. Nel XVI secolo

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*A Brescia dopo la morte di Angela I - La crisi iniziale II - La Compagnia divisa III - La riunificazione IV - Il governo di Isabetta Prato V - Il nuovo volto della Compagnia VI - L'intervento di San Carlo Borromeo VII - E più tardi ...

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II

* La Compagniadi Milano *

I - Carlo Borromeo II - Le Orsolinedi Milano Altre Compagnie I - Motivi della loro fondazione II - Caratteredi questefondazioni III - La Compagniadi Foligno IV - La Compagniadi Ferrara B. Dal XVIIsecolo ai nostri giorni

I - Nei secoliXVII e XVIII II - XIX secolo III - La situazioneoggi

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Secondaparte: ... ATTRAVERSO LA FRANCIA ... Cap. I - Lo stato della Francia alla fine del XVI secolo I - Il Regnodi Francia II - La Chiesa in Francia Fuori-testo:Un rinnovamentospirituale

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Cap. II - Il passaggio della Compagnia in Francia I - La nascita ad Avignone II - Il legamecon Angela:La Regoladi FerraraTournon III - Lo sviluppoe l'evoluzionedelle Compagniein Francia

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Cap. III - La trasformazione in Ordine religioso: 1612 I - Le cause II - Le condizioni III - I problemi IV - Le reazioni V - Le soluzioni VI - Rotturao continuitĂ ? Fuori-testo:Note su alcuni "monasteri"di Orsolinein Piemonteall'iniziodel XVII secolo

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Cap. IV - Le "Congregazioni" di Orsoline * Introduzione -*Le Orsolinedi Provenza I - La preparazione II - Gli inizi III - L'espansione IV - QualcheillustreProvenzale Fuori-testo:Francescadi Bermond * La Congregazionedi Arles I - Giovannadi GesĂš Rampalle II - Pierina della Croce de Garcin * Avignon-les-Royales

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III I - La fondatrice: Lucrezia di Gastineau 137 II - Le Costituzioni 139 *La Congregazione di Tolosa 141 I - Margherita Vigier 141 II - Le Costituzioni 143 Fuori- testo: Tavola riassuntiva 144 *La Congregazione di Parigi 145 I - La fondazione 145 II - La trasformazione in Ordine religioso 151 III - Figure di moniali 154 IV - Altre "parigine" 157 V - Un grande centro parigino: Ploërmel 158 Fuori-testo: Madre Maddalena degli Angeli Miron 162 * La Congregazione di Lione 165 I - La casa di Lione 165 II - Le grandi Lionesi 168 fuori testo: Caterina Ranquet 173 * La Congregazione di Bordeaux 178 I - I fondatori: Il Cardinale di Sourdis - Francesca di Cazères 178 II - La fondazione 180 III - L'erezione in monastero 181 IV - Due grandi figure di Bordeaux 183 Fuori-testo: Le Orsoline di Loudun 188 * La Congregazione di Digione 189 I - La famiglia di Xainctonge 190 II - Le Orsoline di Digione 192 III - Orsoline di Borgogna 196 IV - "Dole" e "Digione" 198 Fuori-testo: Le Suore di Sant'Orsola 200 * La Congregazione di Tulle 202 I - La vita di Antonietta Micolon 202 II - La spiritualità di Antonietta 209 III - Una discepola: Maddalena de Jasse della Croce 211 * Prospetti dei monasteri francesi nel 1673 Parigi . 213 Bordeaux 214 Lione 216 Digione 218 Arles, Tolosa, Tulle, Avignon-les-Royales 219 Cap. V - Maria dell'Incarnazione + Maria dell'Incarnazione, mistica e missionaria + Fuori-testo: Consigli di ieri per oggi

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Cap. VI - La grandezza delle Orsoline del XVII secolo * Consacrate I - I testi II - Gli esempi vissuti

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IV * Consacrate insieme I - I testi II - La carità vissuta * Consacrate apostoliche I - La sorgente di questo zelo apostolico II - Le forme che questo zelo deve rivestire III - Lo zelo vissuto: alcuni esempi

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Cap. VII - L'Ordine in Francia nei secoli XVII, XVIII e XIX 281 *Le Orsoline di Francia sotto 1'Antico Regime 281 I - La vitalità dell'Ordine all'inizio del XVII secolo 281 II - Le crisi e le loro ripercussioni 287 * La situazione alla fine del XVIII secolo 293 I - La situazione della Chiesa 293 II - La situazione degli Ordini religiosi 294 III - La situazione della società 294 * La Rivoluzione francese 296 * Le Orsoline di Francia sotto la Rivoluzione 304 I - Le prime reazioni 304 II - Interrogativi e problemi 305 III - La dispersione 307 IV - Le Orsoline in prigione 309 V - Tribunali e ghigliottina 31O VI - L'apostolato delle Orsoline durante la Rivoluzione

312 VII - La vita spirituale delle Orsoline durante la Rivoluzione 314 Fuori-testo: Dalla prigione di Valenciennes... 315 * La Chiesa concordataria 316 I - Il Concordato 316 II - Note importanti 317 * Le Orsoline sotto il Consolato e l'Impero 318 I - La situazione all'inizio del XIX secolo 318 II - Difficoltà della ripresa 318 III - Il riconoscimento legale 319 IV - Conclusione 320 * La Chiesa nel secolo XIX dopo il 1815 320 I - La restaurazione religiosa in Francia 320 II - La questione scolare in Francia 321 III - La situazione fuori di Francia 322 *Le Orsoline in Francia dopo il 1815 323 I - Il proseguimento dell'opera di restaurazione 324 II - La vita apostolica 327 Fuori-testo: Stato delle Comunità Orsoline in Francia nel 1880 331 Terza parte: ... AL MONDO INTERO ... Cap. I - L'espansione dell'Ordine * Diffusione in Europa

335 335


V

I - Paesi Bassi ed Europa Centrale II - Belgio e Olanda III - Paesi mediterranei IV - Irlanda e Inghilterra * Diffusione nel mondo I - America del Nord II - America Latina III - Estremo Oriente IV - Africa

336 345 348 352 357 357 363 367 371

Cap. II - Le Orsoline nei secoli XIX e XX * Nuove Congregazioni e raggruppamenti * L'Unione Romana I - La situazione alla fine del XIX secolo II - Il desiderio di unione III - L'approssimarsi dell'Unione IV - Le reticenze V - La preparazione provvidenziale VI - La realizzazione VII - La storia dell'Unione Romana fino al Capitolo Speciale Fuori-testo: Lo Stemma dell'Unione Romana

375 375 381 381 382 383 385 385 389

Conclusione

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Bibliografia

403

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392 400



VII

PREMESSA Da molti anni alcune Province dell'UR hanno espresso il desiderio di avere una "Storia dell'Ordine", aggiornata e presentata in forma didattica e facile da usare nelle Case di formazione e agevole da consultare nelle Comunità. Già Sr. Maria dell'Eucaristia Daniellou nel 1968-69, dopo lunghe ricerche negli archivi antichi, aveva fatto stampare a Rio de Janeiro una storia di questo tipo, ad uso delle sue giovani suore brasiliane. Ma da allora sono passati vent'anni e per quanto riguarda S. Angela, recenti scoperte hanno meglio precisato la conoscenza della Madre delle Orsoline. Si rende, pertanto, necessario l'aggiornamento di alcune pagine scritte da Sr. Maria dell'Eucaristia, anche se l'essenziale della sua opera resta di valore inestimabile. Questo studio ha conservato tale contenuto essenziale; tuttavia, per dare un panorama più completo di questa Storia delle Orsoline, sono state ampliate alcune sezioni ossia: la storia della Compagnia, dal 1540 ai giorni nostri, le tappe dell'espansione missionaria dell'Ordine, la situazione delle Orsoline nel XIX e XX secolo. Ma, soprattutto, è stata particolarmente sviluppata la parte dedicata alla storia delle Orsoline in Francia nei secoli XVII e XVIII. Ciò si spiega con l'evoluzione stessa dell'Ordine di S. Orsola da una parte, e dall'altra con il fatto che i documenti di base sono in francese del tempo e relativamente poco accessibili. Religiose non francesi hanno espresso il desiderio di poter disporre di una traduzione di questi vecchi testi, che sono una ricchezza del nostro patrimonio. Per questo si è dato ampio spazio alle citazioni - la cui ortografia è stata, salvo due o tre casi particolari, modernizzata. Poichè si tratta di una storia di tutte, l'ideale sarebbe che ogni Provincia dell'UR facesse un adattamento, più che una traduzione di quest'opera, sopprimendo ciò che in essa non sembra essere di interesse vitale, e sviluppando la parte riguardante il proprio Paese o la Provincia in causa. Qui è impossibile superare certi limiti parlando dell'espansione dell'Ordine, mentre un rimaneggiamento più locale permetterebbe di insistere sugli aspetti particolari di ogni regione. E ciò vale anche per le Provincie francofone. Per certi versi, il presente studio resta elementare: non si trattava di dire tutto e di spiegare tutto. E' consigliabile rifarsi di volta in volta, per quanto possibile, alle opere di base citate nel testo. La forma usata per questa storia delle Orsoline suggerisce, più che una lettura da fare, un insegnamento da trasmettere, un corso da dare, che varierà a seconda del gruppo, del materiale, del tempo a disposizione. Per questo, si è cercato di offrire quanta più materia possibile, per aiutare il maggior numero di Suore a rendere grazie a Dio per le meraviglie del Suo Amore nei riguardi delle figlie di S. Angela. Sr. Maria dell'Eucaristia è deceduta nel settembre 1989. Non dimentichiamola nella nostra preghiera: senza di lei questa "Storia e spiritualità delle Orsoline" non sarebbe mai apparsa.

Roma, 1989-90


VIII

INTRODUZIONE Nata verso il 1474 da una modesta famiglia rurale dell'Italia del Nord l'Italia del Rinascimento-, ANGELA MERICI è segnata molto presto dalla lettura delle Vite dei Santi che suo padre faceva la sera a voce alta. Rimasta orfana, si dà sempre più alla preghiera e alla penitenza. Tutto sembra predestinarla ad una vita contemplativa e questo, all'epoca, voleva dire clausura. Di fatto, le giovani non avevano scelta: "o un marito o un muro". Angela non avrà né l'uno né l'altro. Illuminata soprannaturalmente da Dio, fin dalla sua giovinezza si sa chiamata ad un'opera che la supera e il cui fine le è appena suggerito. Si preciserà poco a poco allo sguardo perspicace della giovane, divenuta terziaria francescana, poi della donna che osserva, riflette e prega e che aspetta l'ora di Dio. I suoi contemporanei, quelli che deporranno nel 1568 al "Processo Nazari" e che l'hanno conosciuta, chi più chi meno, sono unanimi nel presentarla come una donna di eminente santità, la cui vita si può riassumere in poche parole: preghiera, penitenza, irradiamento apostolico. Angela, "che predicava a tutti la fede nel Dio Altissimo", non faceva alcuna opera specifica, ma testimoniava con la vita e la parola. Una parola che scaturiva dal silenzio della sua contemplazione, una parola fecondata dalla sua incredibile mortificazione, una parola illuminante, incoraggiante, pacificatrice, una parola che portava a Dio. Numerose erano le persone che venivano a visitarla, attirate dalla sua sapienza e dalla sua carità. Non ci si meraviglia, dunque, che le giovani ricercassero la sua compagnia. Angela le formava alla vita interiore e al dono di se stesse; e un giorno capisce che è giunta l'ora di realizzare, con loro, l'intuizione della sua giovinezza. L'opera di Angela è la fondazione della Compagnia di S. Orsola. All'epoca, gli unici stati di vita riconosciuti erano il matrimonio ed il chiostro. La giovane povera , che desiderava consacrarsi a Dio, non poteva farlo, perché senza dote non c'era istituto atto a riceverla; e quella che, per motivi personali o familiari, doveva restare a casa sua, era frustrata nel suo desiderio di consacrazione. Lo stesso dicasi per quella che, desiderando donarsi a Dio, non voleva entrare in monastero. Angela colmerà questa mancanza nella Chiesa, andando contro corrente. Le sue figlie, entrate "liberamente e gioiosamente" nella Compagnia, pur restando nel loro abituale contesto di vita o di lavoro senza fare voti, saranno pienamente consacrate e vivranno i consigli evangelici in modo radicale. Saranno unite da un legame fraterno forte in una Compagnia governata da superiore che lavorano , come diremmo oggi,"collegialmente". La Compagnia di S. Orsola nasce ufficialmente il 25 novembre 1535. La Regola è approvata dall'autorità ecclesiastica diocesana 1'8 agosto 1536. Il 18 marzo 1537, Angela è eletta "Madre, maestra e tesoriera" della Compagnia. Muore il 27 gennaio 1540.


IX La fondazione di Angela è talmente corrispondente ai bisogni del tempo, che i Vescovi Italiani s'impossessano della sua idea ed introducono nelle proprie diocesi questa nuova forma di vita - con regole particolari-, talvolta molto diverse da quella voluta da Angela. Angela Merici aveva fondato nella Chiesa una struttura completamente nuova. Aveva lasciato alla Compagnia una Regola, e alle superiore i Ricordi ed un Testamento. Non aveva indicato nessun fine apostolico, nel senso stretto del termine, ma aveva chiesto un grande spirito apostolico. Aveva, inoltre, avuto la precauzione di assicurare alla sua discendenza spirituale la possibilità di modificare certe disposizioni: "Se, secondo i tempi ed i bisogni, si rendesse necessario rinnovare qualche cosa, fatelo con prudenza e buon consiglio" (Leg. XI). Tale potere di modificare gli ordinamenti antichi venne ratificato dalla Bolla di Paolo III (1544) e questa facoltà si è concretizzato lungo la storia, permettendo il nascere prima delle "Associazioni" di Orsoline, poi delle "Congregazioni", per sfociare in fine nella trasformazione in Ordine monastico all'inizio del XVII secolo. La Bolla di Paolo III riconosceva un fine apostolico alla Compagnia, ma senza definirlo: "Spinte dallo Spirito Santo, queste giovani, respingendo ogni alleanza terrestre ed ogni soddisfazione mondana, desiderose di perseguire diverse opere di carità, si sono determinate a servire 1'Altissimo in una perpetua verginità, in tutto ciò che piace a Colui che è il più bello dei figli dell'uomo". Parallelamente alla trasformazione delle strutture, si riscontra anche una specificazione sempre più precisa dell'apostolato: insegnamento della Dottrina Cristiana; poi, per meglio "predicare la fede", istruzione elementare delle bambine. Le prime Costituzioni monastiche, fedeli allo spirito di S. Angela, mostrano bene come questo apostolato dell'educazione è un frutto dell'unione con il Cristo e della maternità che ne deriva. Mentre le Orsoline secolari, in Italia, restano tali; quelle passate in Francia e divenute Congregate, sotto la pressione dei Vescovi e per altri motivi, si trasformano ben presto in moniali dai voti solenni e con clausura papale. La trasformazione è più o meno rapida a seconda delle regioni; ma nel 1650 quasi tutte le Orsoline francesi conducono vita monastica. Osservano, con la Regola di S. Agostino, le Costituzioni della loro "Casa-Madre" (vedremo in qual senso prendere questa parola), ma ogni monastero è autonomo; con il monastero dal quale è stato fondato ha soltanto legami spirituali. Tuttavia le religiose vivono uno stesso spirito e sono animate dallo stesso zelo apostolico, perché l'opera di educazione continua all'ombra dei chiostri. Iniziando dal 1620 alcuni monasteri francesi sciamano in Europa, fondandovi case che, a loro volta, sciameranno. Nel 1639 avviene la grande avventura canadese di Maria dell'Incarnazione Guyart-Martin. L'espansione non si fermerà più soprattutto nei secoli XVIII e XIX, malgrado i sussulti della storia e talvolta proprio grazie ad essi... Rivoluzioni, espulsioni, guerre, persecuzioni possono cacciare temporaneamente le Orsoline da un Paese, ma esse trasportano il loro ideale di vita consacrata contemplativa e apostolica in altre terre e sotto altri cieli.


X

Alla fine del XIX secolo, proprio una persecuzione porta tre monasteri ad unirsi - preludio dell'Unione Romana, che si formerà poco dopo a richiesta di Leone XIII stesso. L'Unione Romana nasce il 28 novembre 1900, con 63 case; altre si uniranno col passare degli anni. Le figlie di Angela Merici, nella forma secolare e religiosa, sono sparse nel mondo intero. Diversamente strutturate: Membri di diverse Compagnie di Sant'Orsola; Orsoline congregate ( nate soprattutto in Italia durante il XIX secolo); Orsoline rimaste in monasteri autonomi o appartenenti a questa o a quell'Unione; vivono tutte dello spirito che è stato loro lasciato dalla comune Madre Sant' Angela Merici. In questo studio viene presentata la loro storia e specialmente la storia dell'Ordine di S. Orsola che sfocia in quella dell'Unione Romana. Ma prima di tutto verrà presentata la figura di S. Angela e la sua opera. Da qui le tre parti di questo studio:

I - Dall'Italia ... II

- attraverso la Francia ... III

- al mondo intero.


PARTE I

DALL' ITALIA



3

Capitolo

I

L' EPOCA DI S. ANGELA Sant'Angela Merici, come ognuna di noi, è inseparabile dal suo contesto storico. Per capire ciò che significano nel piano di Dio la sua vita e la sua opera, bisogna, quindi, situarla nell'epoca in cui ha vissuto e guardare attentamente la situazione del mondo alla fine del XV secolo e la prima metà del XVI. Cercheremo di abbracciare in una visione retrospettiva, chiara e sintetica insieme, le grandi linee della storia dell'umanità e della Chiesa al tempo di S. Angela.

STORIA GENERALE Le caratteristiche essenziali dell'ultimo quarto del XV secolo e della prima metà del XVI possono essere classificate in tre punti essenziali: 1. E' l'epoca delle grandi scoperte marittime 2. E' l'epoca del Rinascimento e dell'Umanesimo 3. E' un'epoca di guerre.

I -EPOCA DI GRANDI SCOPERTE MARITTIME La fine del XV secolo è l'epoca delle grandi scoperte marittime che hanno cambiato il volto del mondo. Esse sono state rese possibili dal progresso della navigazione; la bussola permise ai marinai di dirigersi con sicurezza; le navi si perfezionarono: le galere e le vecchie navi del Medioevo, lente e pesanti, incapaci di affrontare l'Oceano, furono sostituite dalle caravelle, più grandi e più sicure; armate di cannoni, davano ai naviganti fiducia e audacia di fronte all'ignoto in cui si avventuravano e che immaginavano popolato da mostri spaventosi. Quanto ai motivi di queste spedizioni, erano vari: calcoli di profitti immediati e d'interessi talvolta sordidi, sogni bizzarri, desiderio di scoprire nuove terre o di incontrare il famoso Olandese volante (o vascello fantasma) o il"Prete Giovanni", di attaccare alle spalle l'Islam ...ecc ... C'era un po' di tutto! Il Portoghese Vasco da Gama (1469-1524) riuscì a scoprire la rotta delle Indie Orientali attraverso il Sud dell'Africa; doppiò il Capo di Buona Speranza nel Novembre 1497, quel Capo che Bartolomeu Diaz aveva doppiato nel 1487. Cristoforo Colombo (1451-1506) aveva già scoperto l'America nel 1492 e Pedro Alvares Cabrai avrebbe presto messo piede in Brasile (1500). Un po' più tardi, Magellano realizzerà il primo giro del mondo, l'anno stesso (1519)


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in cui Cortez cominciava la conquista del Messico. Nel 1532, Pizarro e Almagro attaccavano il Perù. Queste scoperte allargavano gli orizzonti ed inebriavano gli spiriti. Esse portavano all'Europa oro e ricchezze immense, facili mezzi di corruzione; aprivano le porte ai due crimini più vergognosi dell'era moderna: il genocidio degli Indiani (perché praticamente fu un vero genocidio), eroicamente, ma pressoché inutilmente difesi dal Domenicano Bartolomeo de las Casas (1474-1566); e il traffico degli schiavi neri, strappati all'Africa e trasportati come bestie fino alle Americhe. Ma, "lo zucchero sarebbe troppo caro", diceva Montesquieu, se non ci fossero gli schiavi negri per coltivare la canna. Eterno dramma degli interessi economici posti al di sopra dei valori umani.

II- EPOCA DEL RINASCIMENTO E DELL'UMANESIMO La prima metà del XVI secolo è conosciuta come l'epoca del Rinascimento. Non si tratta affatto di risurrezione, nel senso assoluto del termine, perché la cultura e la civiltà non erano morte alla fine del Medioevo. Ma è veramente una "rinascita", nel senso di una risurrezione dell'Antichità pagana greco-latina, verso cui gli uomini del XVI secolo si lanciarono con un entusiasmo febbrile, rompendo così con il Medioevo cristiano. Questo passaggio dal mondo medioevale a quello rinascimentale, del resto, non si è operato bruscamente, in una volta sola; è stato progressivo, e la rottura con il Medioevo non è stata totale e non ha investito tutti i settori. Al tempo di S. Angela il popolo, soprattutto nelle campagne, rimaneva fedele all'ideale cristiano dei propri antenati. Il Rinascimento è prima di tutto un fatto italiano. Il movimento nasce nella Penisola dall'incontro di un certo clima e di un certo stato di spirito (DR I, 201-202). E' un fenomeno complesso, insieme sociale, morale, estetico e filosofico, di cui l'infatuazione per le lettere e le arti antiche non è che un elemento. Il Rinascimento si caratterizza essenzialmente con una splendida fioritura delle Arti e dell'Umanesimo. 1. Una splendida fioritura delle Arti Si assiste, soprattutto in Italia, allo sbocciare, al proliferare, all'accumularsi dei talenti e dei geni. Ascoltiamo Daniel Rops: "In duecento anni circa, la Penisola (italiana)dava alla luce tanti di quegli artisti di classe come mai in nessun altro luogo se ne sono incontrati. Geni multiformi, capaci di esprimersi in tutte le arti plastiche e, alcuni di essi, di oltrepassarne anche i limiti: talenti innumerevoli, pronti a cogliere tutte le sfumature della corrente perenne che attraversava l'epoca e insieme, segnavano così profondamente la loro società che ancora oggi la consideriamo esaltata attraverso di essi." (DR, 213)


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Richiamiamo

semplicemente

i nomi di quattro di questi geni, i più grandi:

- Bramante, l'autore del progetto della Basilica di S. Pietro a Roma; - Michelangelo, pittore, scultore, architetto, creatore della cupola di S. Pietro, della "Pietà", del "Mosè", degli affreschi della cappella Sistina. E anche poeta. (E' esattamente contemporaneo di S. Angela).

- Raffaello, il pittore della "Disputa del SS. Sacramento" e de "La Scuola di Atene", il pittore di tante Madonne.

- Leonardo da Vinci, autore della "Gioconda", della "Cena"; pittore, scultore, architetto, ingegnere, scrittore e musicista. Questi artisti, e tanti altri della stessa epoca, erano tutti cristiani. Ma, per essi, l'oggetto principale dell'Arte, anche quando trattavano soggetti religiosi, era l'uomo, il corpo umano, bello e atletico, o molto bello e raffinato. Molto spesso il loro Cristo assomiglia a un semi-dio antico o a un campione dei Giochi Olimpici; e le loro Madonne non hanno avuto per modello la Vergine Maria contemplata nella preghiera di un Fra' Angelico, ma donne graziose, amanti del pittore. Immagini, in fondo, molto più sensuali delle nobili figure create dal pagano Fidia ...

2. L'Umanesimo del Rinascimento Epoca di splendore artistico, il Rinascimento si presenta a noi anche come il secolo per eccellenza dell'umanesimo, nei due sensi del termine. a) l'umanesimo si definisce come la formazione dello spirito attraverso le lingue e le letterature greco-latine. L'infatuazione per le lettere antiche era cominciata sporadicamente all'inizio del XV secolo. Ma dopo la conquista di Costantinopoli ad opera dei Turchi nel 1453, monaci e sapienti si rifugiarono in Italia, portando con sè preziosi manoscritti greci. Una vera febbre per l'Antichità prese allora l'Occidente. A Firenze, Lorenzo il Magnifico, principe dei mecenati, si divertiva ad ascoltare i membri della sua Accademia discutere sul "divino Platone" in dialoghi eruditi. E il Papa Leone X scriveva, a proposito di Tacito: "I grandi autori sono la regola della vita e la consolazione nella sventura". Due fatti che simboleggiano bene la passione che si provava per i vecchi testi greci e latini. Questi, d'altronde, erano moltiplicati grazie alla recente scoperta della stampa (1463), e questo con una facilità ed una rapidità sconosciuta dai copisti del Medioevo. Ormai Zeus, Marte e Apollo sostituiscono, sotto la penna dei poeti, il Cristo ed i santi, come era già avvenuto in campo artistico. La curiosità dell'uomo del Rinascimento si estende a tutto. Orgoglioso e fiducioso nella forza della sua intelligenza, vuole sapere tutto, capire tutto, spiegare tutto, per potere tutto.


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In quest'epoca, il metodo storico incomincia a dirigere lo spirito e le sue ricerche, opponendosi anche talvolta ad una tradizione cristiana basata sull'errata interpretazione della Sacra Scrittura. Basta ricordare il caso di Copernico e, un po' più tardi, quello di Galileo. b) L'umanesimo è anche la dottrina che fa dell'uomo il centro dell'universo in opposizione al teocentrismo del Medioevo. Questo umanesimo vuole lo sviluppo completo dell'uomo e, voltando le spalle a Dio, si dirige verso la creatura. Il nuovo tipo umano che ne risulta e che il Machiavelli ha descritto nel "Principe" - è individualista; cerca prima di tutto di realizzarsi con le proprie forze; vuole essere superiore a tutto e a tutti, creatore e vincitore, che sopravvive grazie alla propria gloria. Il suo ideale non è più il Cristo Gesù "dolce e umile di cuore", ma Achille o Ulisse, anche in ciò che hanno di peggiore: non esita, infatti, a maneggiare spada o veleno per raggiungere i suoi fini; il Rinascimento è un'epoca di innumerevoli assassinii - assassinii considerati come "bagatelle". Quest'uomo del Rinascimento, il cui motto è "Sequere naturam", ha un bell'essere cristiano, ma conduce una vita molto pagana. Ha sete di beni di questo mondo, che gli procurano piaceri, lusso, potenza. Mondanità, orgoglio e passione di godere esplodono dappertutto, nei palazzi e per le strade, nelle feste, nell'abbigliamento e negli ornamenti: dovunque. Questa coesistenza di tendenze pagane con le credenze tradizionali porta presto, da una parte, ad una attitudine interiore di scetticismo, e, dall'altra, alla critica della Chiesa e della sua teologia.

III - EPOCA DI GUERRE Quest'epoca brillante è anche un'epoca di guerre, molte delle quali furono guerre di religione: Luteranesimo e Calvinismo, infatti, divennero presto fazioni politiche. In Germania molte lotte si mescolarono. Vi si contavano circa quattrocento stati indipendenti, incastonati come i pezzi di un puzzle. Ed ogni principe era "papa" a casa sua. Si avevano dunque: - lotte tra principi per questioni di supremazia territoriale o politica; - lotte tra i principi ed i loro popoli; questi ultimi combattevano per la loro libertà; - lotte tra Chiese nemiche, per la conquista o la riconquista delle anime. In Francia, nelle Fiandre, Cattolici e protestanti si fanno spietatamente guerra. Ma qui è soprattutto l'Italia che ci interessa. Nel XVI secolo, la Penisola non era unificata come lo è oggi. Formata di diversi Stati, costituiva un vero mosaico, i cui elementi rivali conoscevano


7 soltanto la legge dei propri interessi. E li difendevano con le armi, quando lo credevano opportuno. Questi Stati erano: - Al Nord

- la Repubblica di Venezia, alla quale apparteneva Brescia; - il Ducato di Milano, governato dagli Sforza (che incontreremo nella storia di S. Angela); - la Repubblica di Genova, con la Corsica; - il Ducato di Savoia con il Piemonte.

- Al Sud

- il Regno di Napoli - il Regno di Sicilia-Sardegna (tutti e due in mano agli Spagnoli)

- Al Centro

- la Toscana con la sua capitale, la Firenze dei potentissimi banchieri Medici; - gli Stati Pontifici, allungati obliquamente da Mantova a Gaeta, stati diversi, la cui capitale era Roma e il cui Principe - il Papa - era sovrano temporale ancor pi첫 che capo spirituale. Situazione pericolosa quella di questi Stati, incuneati da Firenze e Napoli.

1. Repubblica di Venezia 2. Ducato di Milano 3. Repubblica di Genova e Corsica 4. Ducato di Savoia e del Piemonte 5. Regno di Napoli 6. Regno di SiciliaSardegna 7. Toscana 8. Stati Pontifici

Da tutto questo risultava una situazione permanente di anarchia, di rivoluzioni e di guerre. Le alleanze erano firmate, tradite, rifatte. Il disordine e la paura erano quotidiani. Tanto pi첫 che questa Italia - ricca ma divisa - sembrava agli occhi dei suoi vicini una preda facile e tentatrice. Durante la vita di Angela la Penisola fu vittima di parecchie invasioni:


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- quella dei Francesi di Carlo VIII nel 1494, di Luigi XII nel 1498 e di Francesco I nel 1515; - quella delle truppe dell'imperatore Carlo V (austriache e spagnole) nel 1525, poi - e fu il punto culminante - nel 1527 con il sacco di Roma. Precisiamo un po' quello che riguarda Brescia: 1509-1512: occupazione da parte dei Francesi 1512:occupazione da parte di Venezia, per 6 giorni 1512-1513:occupazione da parte degli Spagnoli (Ottobre 1512- Maggio 1513) 1513: dal Maggio 1513 all'8 giugno, occupazione veneziana 1513-1516: dall'8 Giugno 1513 al Maggio 1516, occupazione spagnola 1516 : 26 maggio, riconquista veneziana.

Queste guerre portavano con sè, e lasciavano poi, un sinistro corteo di rovine, di disordini, di sifilide, di peste nera, di morti, di orfani e di figli illegittimi abbandonati. Riassumiamo: opponendosi all'ideale di fede, di umiltà e di rinuncia cristiana del Medioevo, la prima metà del XVI secolo - molto simile al nostro - è caratterizzata dall'individualismo, dalla violenza, dalla sete di ricchezza, di gloria, di lusso e di godimento; e anche dallo spirito di autonomia e dall'orgoglio dell'uomo che si crede onnipotente e fa di se stesso il centro dell'universo. E' in questo mondo che visse S. Angela.

STORIA DELLA CHIESA La storia generale del Rinascimento è caratterizzata da violenti contrasti: ombre e luci, miseria e splendore, lusso e guerre. Analoghe caratteristiche si riscontrano nella storia della Chiesa, triste e gloriosa insieme, peccatrice e santa.

I - IL TRISTE XVI SECOLO *LA CHIESA DEI PECCATORI La fine del XV secolo e la prima metà del XVI sono tra le epoche più tristi della storia della Chiesa - forse la più triste, insieme al X secolo. Non serve a nulla "dissimulare le prove che le colpe dei suoi figli, e talvolta dei suoi ministri, hanno, nel corso dei secoli, fatto subire alla Sposa di Cristo" (Leone XIII al Clero francese l '8 settembre 1899). L'origine divina risalta ancor più chiaramente.


9 Parleremo qui dei Papi, dei Cardinali e Vescovi, dei sacerdoti, degli Ordini religiosi e del popolo cristiano. 1. I Papi Lorenzo de' Medici diceva di Roma che essa era l'incontro di tutti i vizi; e Lutero non aveva tutti i torti a chiamarla la "Babilonia moderna". Ambizioni politiche smisurate, immoralità e lussuria, spirito di lucro, simonia, nepotismo: non manca nulla al ritratto generico dei papi del Rinascimento. Sono principi italiani; la maggior parte appartiene alle famiglie nobili e gli altri cercano in ogni modo di diventare ricchi. Praticano un nepotismo oltraggioso, dato che essi stessi sono nipoti, cugini, fratelli o cognati dei papi precedenti. Sono diventati cardinali all'età dell'adolescenza; sono stati spesso eletti papi per mezzo della corruzione; impongono enormi tasse fiscali e vivono nel fasto. Non hanno paura dell'assassinio. Sono conquistatori, come i loro vicini. Entrano negli intrighi della politica, alleandosi ora con gli uni, ora con gli altri, ora con la Francia, ora con Venezia, ora contro di esse. Sono mecenati, preoccupati della bellezza e del sapere; fondano biblioteche (Nicolò V), avviano grandi lavori come San Pietro; abbelliscono Roma facendo costruire palazzi e fontane. Ma non sanno mettersi a capo della necessaria riforma. Chi sono? - Sisto IV (1471-1484). Francescano semplice e virtuoso, purtroppo non seppe rifiutare nulla ai suoi quindici nipoti. Due dei ragazzi, di cui uno pazzo dissoluto, furono creati cardinali da lui. Politico debole, nomina al Sacro Collegio gente totalmente amorale. Ha veramente, come si dice, contribuito all'assassinio di Giuliano de' Medici, in piena celebrazione della Messa? Non è impossibile. -Innocenzo VIII (1484-1489). Eletto con simonia ed eccessivamente debole, lasciò che un'officina del Vaticano fabbricasse false bolle che autorizzavano tutto, compreso il concubinato dei sacerdoti. Fece cardinale suo nipote, Giovanni de' Medici, quando aveva soltanto 13 anni. - Alessandro VI (1492-1503). "Il più carnal uomo", dicevano gli Italiani di questo Borgia troppo famoso. Incapace di resistere alle passioni della carne, scandalizzò il mondo con la sua condotta. Ebbe otto figli e non esitò mai ad ostentare la sua paternità. Suo figlio Cesare, fatto vescovo a 7 anni, fu la vergogna del suo secolo - non per niente Machiavelli lo scelse come modello per il suo "Principe". Senza dubbio, la malevolenza dei nemici e l'immaginazione dei Romantici ha attribuito a questo papa crimini che non ha mai commesso; ma bisogna ammettere che, durante il suo pontificato, la Chiesa è scesa molto in basso. Tuttavia - prova tangibile dell'assistenza divina - questo papa, che agiva così male, non ha pubblicato alcun documento criticabile in materia di fede.


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-Giulio II (1503-1513). Succede a Pio III, morto un mese dopo la sua elezione. Giulio Il, papa politico e guerriero, amava cavalcare con l'elmo in testa; diplomatico machiavellico, sperava di realizzare l'unità italiana sotto un solo sovrano, il Papa naturalmente. Per questo, bisognava prima di tutto schiacciare la potentissima Venezia. Per ottenere tale effetto, ricorse, con un'abilità consumata, ai Francesi e agli Spagnoli, pronto a tradirli quando avessero cessato di essergli utili. -Leone X (1513-1521). Giovanni de' Medici, cardinale a 13 anni, non aveva ancora ricevuto il sacerdozio quando fu eletto papa. E' il Papa delle Arti, a tal punto che i posteri daranno alla sua epoca il nome di "Secolo di Leone X". Le arti erano la sua ragione di vita. Vi sacrificò tutto; per soddisfare la sua passione, spese somme enormi, con una prodigalità sconsiderata, senza preoccuparsi delle riforme urgenti. Gli abusi che non aveva combattuto, finirono per suscitare la rivolta di Lutero ed il protestantesimo. -Clemente VII (1523-1534). "Il papa più sventurato", si è detto di lui. Bisognerebbe aggiungere che Giulio de' Medici, nella sua sventura, porta una pesante parte di responsabilità. Privo di passioni degradanti, pieno di buona volontà, di viva intelligenza, era molto debole di carattere, abulico, irresoluto, indeciso, incapace di prendere una decisione al tempo giusto e di mantenerla. Del resto, la politica italiana e gli interessi della sua famiglia lo preoccupavano molto di più delle riforme, di cui la Chiesa aveva urgentissimo bisogno. Durante il suo pontificato, l'eresia si sparse in Germania; Enrico VIII d'Inghilterra si separò da Roma; le truppe imperiali saccheggiarono la Città Eterna e imprigionarono il Papa a Castel S. Angelo. Riconosciamo tuttavia che questo papa, debole e ben intenzionato, incoraggiò diverse iniziative private, che rinnovarono presto il volto della Chiesa. Ritroveremo Clemente VII nella storia di S. Angela. -Paolo III {1534-1549). Dell'illustre famiglia Farnese, creato cardinale da Alessandro VI . Paolo III manifestò una passione estrema per il fasto e le arti. "Un artista geniale e al di sopra delle leggi morali", disse un giorno di Benvenuto Cellini, colpevole di parecchi crimini. Gli piacevano le cacce, i balli, le feste mondane. Anche lui fu celebre per la pratica del nepotismo, facendo cardinali due dei suoi nipoti - 14 e 16 anni. Ma era intelligente ed energico. Comprese che la riforma della Chiesa si imponeva. E cominciò dalla Curia Romana; i cardinali creati da lui furono quasi tutti uomini di valore. Ebbe il coraggio di condannare Enrico VIII e soprattutto, nonostante gli ostacoli e le opposizioni, ebbe quello di convocare un Concilio nel 1542, due anni dopo la morte di Angela. Sarà il Concilio di Trento. Questi furono i Papi contemporanei della Fondatrice delle Orsoline. Senza dubbio Roma deve loro le sue chiese più splendide; i suoi innumerevoli palazzi, le sue fontane, le sue opere d'arte tipiche dell'epoca. Ma, mentre si costruivano gli edifici di pietra, il tempio spirituale cadeva in rovina. I veri cristiani, assetati di riforme, trovavano nei Sovrani Pontefici soltanto


11 opulenti mecenati, politici e diplomatici di valore - ma non i pastori dall'anima evangelica che desideravano con tutto il cuore. 2. Cardinali e Vescovi La gerarchia seguiva l'esempio che veniva dall'alto. I cardinali che eleggevano tali papi non valevano certo più di coloro che avevano eletto. Infatti, come si è visto, la porpora cardinalizia era data frequentemente ad adolescenti, o anche a figli della famiglia del papa regnante. Pensiamo a Cesare Borgia. I vescovi - ma non tutti - prendevano, a loro volta, come modelli i cardinali: vestiti lussuosi, anelli alle dita, cavalli focosi, banchetti sontuosi ... Molti vescovadi costituivano doti per i cadetti delle famiglie nobili; per far fronte alle spese di una vita lussuosa, questi prelati ricorrevano a tutti i mezzi, anche quello di "vendere" le indulgenze. In generale, i vescovi risiedevano molto poco nelle loro diocesi; spesso diventavano gli strumenti dei re o dei principi a titolo di diplomatici o di militari; strumenti efficaci in questi campi, non assomigliavano affatto a pastori d'anime. Molti di loro provocarono indignazione e disprezzo tra il popolo cristiano, e non c'è da meravigliarsi. 3. I semplici preti. Separati dai loro superiori ecclesiastici da un fossato insuperabile, vivevano ad un livello molto basso, in una povertà che rasentava la miseria. Tutti gli stratagemmi erano buoni per ottenere qualche risorsa. Molti vivevano con una concubina e non lo nascondevano. Poiché i seminari non esistevano, erano di un'ignoranza incredibile ed erano incapaci di opporre la dottrina cristiana alle prediche dei pastori protestanti. Non si preoccupavano affatto - e lo si capisce - dell'istruzione religiosa dei fedeli. I predicatori dell'eresia avevano via libera. 4. Gli Ordini religiosi Senza dubbio l'Abbazia di Thélème, immortalata da Rabelais con la sua regola: "Fa' ciò che vuoi", è una caricatura. Ma tutte le caricature si appoggiano su una realtà. E di fatto, all'inizio del XVI secolo, nonostante le ammirevoli eccezioni, gli Ordini religiosi erano caduti molto in basso. Si entrava spesso in un monastero senza vocazione. Fin dall'infanzia, vi si rinchiudevano le figlie di famiglie nobili che i genitori non potevano dare in sposa, ma esse avrebbero ben voluto esserrlo! Sognavano allora amori e feste... E' evidente che Gesù Cristo non poteva essere "tutto per loro'". Nei conventi sovrappopolati le parole povertà, castità, obbedienza non significavano nulla. Si passava una gran parte della giornata in conversazioni frivole in parlatorio; le religiose vi ricevevano le visite di signore, di giovani, di monaci ... Nella Città di Brescia, al tempo di Angela, c'erano undici monasteri femminili - dieci rilassati e con spirito mondano, e uno fervoroso, quello di Santa Croce.


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5. Il popolo cristiano Abbandonato e scandalizzato dai suoi pastori, viveva in un'ignoranza religiosa inconcepibile, poiché non aveva né catechesi né omelie popolari. La religiosità, che si manteneva nel fondo delle anime, si traduceva frequentemente in superstizioni, in una fiducia esagerata nelle reliquie e nelle indulgenze. I Sacramenti non erano frequentati: ma come avrebbero potuto esserlo? I disordini morali e la corruzione imperversavano tra i cristiani, soprattutto nelle classi elevate della società. Ciò nonostante in molti focolari la fede rimaneva ancora viva e c'era rettitudine di condotta e di vita, perchè "nel regno della cristianità c'era molta pietà".

**LA RIVOLTA CONTRO GLI ABUSI Disgustati, ribelli per i disordini - e non distinguendo tra funzione e persona che l'esercita - molti cristiani e religiosi protestarono contro l'indegnità della Chiesa, che non faceva nulla per riformarsi. Nulla? - E' dire troppo. Poiché fin dal secolo XV c'erano stati esempi di generosa contestazione (S. Antonio, morto a Firenze nel 1459, per esempio). C'erano stati dei risultati presso i Chierici Regolari (citiamo S. Francesco di Paola, morto nel 1507). E i Minori dell'Osservanza si staccarono dai Francescani per ristabilire la Regola nella sua purezza. Ma i Sommi Pontefici non facevano nulla e finché non avessero agito, non si poteva fare nulla di valido.

1. Gerolamo Savonarola (1452-1498) Questo Domenicano di Firenze dagli accenti profetici galvanizzava i suoi uditori. Giudicandosi mandato da Dio per purificare la Chiesa, si mise a predicare a Firenze, a Brescia, a Genova, con sermoni ardenti, vibranti, che convertivano le folle. Stigmatizzando i vizi che disonoravano la Chiesa, profetizzava che sulla "Sposa di Cristo dalle vesti sudice", si sarebbero abbattuti gravissimi castighi. La condotta di Alessandro VI lo mise ancor più in collera. Una collera, a dire il vero, comprensibile. Ma, come tanti altri "riformatori", commise l'errore di assumere un atteggiamento politico e impose a Firenze una vera dittatura teocratica. Il Papa lo chiamò a Roma; Savonarola rifiutò di recarvisi. Il Papa gli proibì di predicare, egli continuò a farlo. Infine Alessandro VI lo scomunicò; Savonarola si ribellò, tacciando il Sommo Pontefice di "simonia, eresia e infedeltà". Stanco, Alessandro VI minacciò Firenze di interdetto se non gli avesse consegnato il ribelle. I Fiorentini spaventati, stanchi anche dell'austerità loro imposta dal monaco, lo imprigionarono, lo torturarono, infine, lo bruciarono vivo a Firenze.


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Non c'è dubbio: Savonarola non sarà mai beatificato, anche se alcuni lo desiderano. Ma bisogna notare che la sua dottrina non è mai stata condannata e che, pertanto, contrariamente a Lutero, non è un eretico. 2. Martin Lutero (1483-1545) Poiché Lutero è universalmente conosciuto - anche se non è sempre giudicato onestamente - sarà sufficiente fare un breve cenno. Religioso agostiniano pio e austero, predicatore famoso, il giovane monaco era torturato dall'angoscia; credendosi condannato all'inferno, viveva nel terrore di Dio. Una frase di S. Paolo (Rom. 3,28) - "L'uomo è giustificato dalla fede senza le opere della legge" - gli rese la pace e divenne la base della sua trasformazione spirituale e della sua dottrina: soltanto la fede giustifica, le opere non servono a nulla davanti a Dio. (S. Giacomo gli aveva già risposto (2, 17): "La fede senza le opere è morta" La fede che salva non può non dare i frutti delle opere). Lutero si mise a diffondere la sua dottrina in Germania; incominciò con la campagna contro la "vendita delle indulgenze" ( 1517) - ma bisogna riconoscere che la teologia del domenicano Tetzel, che le predicava, dava adito a molti dubbi! Lutero, senza contestare le indulgenze stesse, metteva in causa il potere della gerarchia; poi attaccò violentemente gli altri disordini che imperversavano nella Chiesa del suo tempo. Condannato dal Papa, rifiutò di sottomettersi e gettò la Germania nell'eresia; le sue tesi, radicalizzate da estremisti e sfruttate da fazioni politiche, erano diventate così un'arma sociale e politica, oltre che religiosa. Non schiacciamo Lutero! Forse, se Roma avesse lavorato prima e più velocemente per la riforma della Chiesa, avremmo avuto un santo Martin Lutero nel calendario ... Nota: Riforma= adattamento alla Storia nella fedeltà alla Tradizione. Eresia = * abolizione della Storia per mezzo di un ritorno violento alla "purezza" dei tempi evangelici, * rifiuto di ogni mediazione (niente clero), * estremismo.

II - IL GLORIOSO XVI SECOLO *LA CHIESA DEI SANTI In questa situazione deplorevole, quale fu l'atteggiamento dei cristiani fedeli? Non chiudevano gli occhi per non vedere, perfettamente lucidi, soffrivano più degli altri per i disordini e gli abusi. Volevano la riforma della Chiesa


14 ma senza uscire dal suo seno, senza ribellarsi. Per capire questo stato d'animo, basta ricordare le parole di S. Angela nel VII Ricordo: "Pregate e fate pregare perché Dio non abbandoni la sua Chiesa, ma la voglia riformare come a Lui piace e secondo ciò che vede esser meglio per noi e preferibile per il Suo onore e la Sua gloria". Fu in questo clima che si preparò la grande riforma cattolica. Effettivamente nulla era perduto; le basi dottrinali rimanevano solide, i principi non erano attaccati. Numerosi vescovi cercavano di realizzare riforme locali, in silenzio e umilmente; c'erano ancora sacerdoti fedeli e conventi fervorosi; e la massa dei cristiani conservava intatte le forze. Tra gli elementi più attivi, che hanno preparato la vera Riforma del XVI secolo - la Riforma cattolica - possiamo segnalarne quattro: 1. 2. 3. 4.

I movimenti di rinnovamento cristiano; La riforma di Ordini antichi e la nascita di nuove famiglie religiose; La proliferazione dei santi; L'espansione missionaria.

1. I movimenti di rinnovamento cristiano a) La devotio moderna: E' una spiritualità calda, affettiva che vuole reagire contro una teologia decadente ed una pietà troppo intellettuale. Più soggettiva che liturgica, più individualista che comunitaria, prima di tutto interiore, presenta come ideale una vita tutta penetrata dall'amore del Cristo. Il suo "manuale", se così si può dire, è "L'imitazione di Cristo". Questa spiritualità è vissuta in circoli ferventi e si traduce in concrete opere di carità. b) L'umanesimo cristiano. Ha per capofila Erasmo da Rotterdam(14661536). Erasmo era un essere diviso: pio, sensibile e timido da un lato, satirico e burlone dall'altro, vede con lucidità il bisogno di riforma nella Chiesa. In un primo tempo accoglie con speranza il passo di Lutero, ma si stacca da lui quando questi rompe con Roma. Ad una solenne riprensione di Lutero, Erasmo risponde: "Sopporto questa Chiesa fino a quando ne trovo una migliore; ed essa è altrettanto obbligata a sopportare me fino a che non divenga migliore". L'umanesimo cristiano è anche rappresentato, tra gli altri, da S. Tommaso Moro (1478-1535) e il "circolo di Meaux" con Lefèvre d'Etaples. E' un umanesimo cristocentrico che ritorna alle sorgenti evangeliche. In quanto umanesimo, dà fiducia alla natura umana creata da Dio. Tutto sommato, è molto vicino a quello di S. Francesco di Sales. A causa del suo amore per la Bibbia, si è talvolta "accusato" l'umanesimo cristiano di protestantesimo. In realtà, "il protestantesimo non è altro che un anti-umanesimo" (Delumeau). e) La Compagnia del Divino Amore. Fondata a Genova da Ettore Vernazza, aveva originariamente un fine unicamente spirituale: "piantare e radicare nei cuori il divino amore, cioè la carità", ed ogni membro poteva scegliere


15 tra le opere quelle che gli erano più congeniali. La Compagnia, chiamata anche ''Oratorio del Divino Amore", si stabilì a Brescia all'inizio degli anni 1520. Tra i suoi membri c'erano amici di Angela. ( cfr. MTS, 178 e ss.) Questi movimenti di rinnovamento, ed altre iniziative ancora, non erano abbastanza potenti per impedire il successo dei Riformatori. Di fatto, senza la Santa Sede, non si poteva fare nulla. Ma il movimento era abbastanza forte per vivificare anche la vita religiosa. 2. Riforme e creazioni nella vita religiosa Come abbiamo visto, gli Ordini religiosi, decaduti spaventosamente, più che edificare, scandalizzavano il popolo cristiano. Tuttavia, sbocciò un movimento di riforma. Alcuni santi vescovi, come Giberto di Verona, tentarono di riformare i religiosi, stimolandoli a ritornare all'ideale dei fondatori: ma, nonostante l'appoggio di Clemente VII, queste iniziative ebbero poco successo. La riforma doveva partire dagli Istituti religiosi stessi. E così avvenne a poco a poco: "Quasi dovunque il processo fu lo stesso: un uomo di Dio suscitava, dentro un vecchio Ordine più o meno decaduto, una congregazione od una comunità nuova, decisa a vivere nella stretta fedeltà alla Regola; dopo molte difficoltà, il gruppo riusciva ad imporsi, a prosperare; numerosi elementi venivano ad aggiungersi; talvolta addirittura accadeva che l'insieme o una larghissima maggioranza dell'antica congregazione si trasformasse". (DR II, 25) Ciò avvenne in alcuni monasteri in Germania, in Spagna e in Italia, nel convento domenicano di Firenze scosso da Savonarola, tra i Camaldolesi dove il beato Giustiniani (1476-1528) capeggiò il movimento. L'aspirazione alla riforma si manifestò soprattutto presso i figli di S. Francesco, l'Ordine più numeroso (contò fino a 165.000 membri) e più influente dell'epoca: Riformati da S. Bernardino da Siena, S. Giovanni da Capestrano, Giacomo della Marca e Bernardino da Feltre, i Francescani costituivano, al tempo del Rinascimento, l'elemento dinamico della vita religiosa. Angela si aggregò al Terz'Ordine dei Minori dell'Osservanza. Un ramo del Grande Ordine, quello dei Cappuccini, nacque nel 1528 ad opera di fra' Matteo da Bascio (1495-1552) e conobbe un successo impressionante: i Cappuccini fecero rivivere, nell'Italia del Rinascimento, l'idea di povertà e d'apostolato silenzioso del Poverello. Nel 1542 il loro Vicario Generale, Bernardino Ochino, passava al calvinismo, e i Cappuccini, sospettati al momento, ebbero l'interdizione di reclutare fuori dall'Italia. Ma dopo il Concilio di Trento potranno espandersi liberamente in Europa. E, poco dopo la morte di Angela, Teresa d'Avila (1515-1582), con l'aiuto di Giovanni della Croce (1542-1591 ), realizzerà la difficile riforma del Carmelo. Tuttavia non era sufficiente riorganizzare e rianimare alcuni Ordini antichi. Occorrevano formule nuove. Nacquero dunque diversi gruppi di Chierici Regolari.


16 Il primo gruppo uscì dalla Compagnia del Divino Amore, quello dei Teatini, fondati nel 1524 da S. Gaetano da Tiene (1480-1547) e da Gian Pietro Carafa (1476-1559). In vent'anni i Teatini si sparsero in Italia, in Spagna, in Germania e in Polonia. Alcuni anni più tardi, nel 1533, S. Antonio Maria Zaccaria (1502-1537) fondava i Chierici Regolari di S. Paolo - i Barnabiti - e S. Gerolamo Emiliani creò la congregazione dei Somaschi, sempre sotto l'influenza del Divino Amore. E nel 1534, sulla collina di Montmartre a Parigi, nasceva la più celebre di tutte queste nuove famiglie religiose, la Compagnia di Gesù, fondata dallo spagnolo basco Ignazio di Loyola (1491-1556), non come una macchina da guerra contro l'eresia, ma come uno strumento al servizio dell' "Eterno Re" e della Chiesa Cattolica. Le donne non occuparono, in questo vasto movimento creatore, un posto molto marcato, ma non furono assenti. Ricordiamo soltanto le "Angeliche" di S. Paolo, le Teatine e, naturalmente, la Compagnia di S. Orsola fondata da S. Angela Merici nel 1535. Angela è contemporanea a tutti i fondatori già citati. 3. La proliferazione dei santi L'epoca del Rinascimento, epoca di corruzione, di violenze, di deviazioni di ogni tipo, è forse quella che ha dato alla Chiesa il più gran numero di santi (canonizzati o no!). Ce ne sono dovunque, in tutte le regioni, in tutti gli ambienti; si trovano tra di essi gente del popolo, borghesi e membri di famiglie principesche, intellettuali ed artisti, monaci e vescovi, membri del clero e soldati. Abbiamo già citato molti santi nel paragrafo precedente, ma ce ne sono molti altri, che bisognerebbe elencare. Qualche nome soltanto: Caterina da Genova, Lorenzo Giustiniani, Luisa di Savoia, Filippo Neri! il più originale e popolare santo dell'epoca, epoca di Alessandro VI e Giulio II! Nell'Inghilterra di Enrico VIII, i martiri John Fìsher e Tommaso Moro ... La pastorale era difettosa, la santità non lo era affatto. 4. L'espansione missionaria "Andate ed ammaestrate tutte le genti". Questa divina chiamata fu sentita profondamente dai cristiani del Rinascimento .. Mentre la Chiesa, con le rivolte di Lutero, Calvino ed Enrico VIII, perdeva in Europa un terzo della "cristianità", inviava nelle terre, recentemente scoperte, un buon numero dei suoi figli migliori. Da più di un secolo la fiamma dello zelo missionario sembrava estinta; le vie terrestri verso l'Oriente erano bloccate dalla dominazione turca; la Cina non accettava più missionari; i Papi ed i Vescovi, apparentemente,si preoccupavano molto poco dell'estensione del Regno di Dio.


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Alla fine del XV secolo e durante il XVI, questa inerzia fu sostituita da un santo entusiasmo che suscitò realizzazioni impressionanti. L'allargamento del mondo, dovuto ai viaggi marittimi, aprì agli apostoli la porta delle terre pagane. Poiché i "Conquistadores" spagnoli e portoghesi appartenevano a nazioni dalla fede viva, associarono ai loro interessi materiali intenzioni evangelizzatrici. Mentre i Protestanti si mostrarono ostili all'idea di conquistare al Cristo "pecore lontane", i Cattolici decisero di guadagnargli nuove terre. Sempre, appena sbarcati, si preoccupavano anzitutto di innalzare la Croce e celebrare la santa Messa. Ogni volta, o quasi, che caravelle alzavano le vele per il Nuovo Mondo, alcuni missionari si univano alla spedizione: Francescani, Domenicani e più tardi Gesuiti partivano, incoraggiati dai Re cattolici e dai Papi, persino dal tristo Alessandro VI. Dovevano affrontare terribili difficoltà: viaggio penoso che durava mesi, ostacoli creati dai coloni, la cui condotta disonorava spesso il nome di cristiani, isolamento in terre lontane e sconosciute, diffidenza degli indigeni ... Senza dubbio, questi pionieri commisero l'errore di mescolare troppo evangelizzazione ed europeizzazione; non seppero approfittare di ciò che vi era di implicitamente cristiano nelle religioni che incontravano e che giudicavano di dover distruggere come "diaboliche". Il concetto dell'attività missionaria rispettosa delle tradizioni indigene è nato o almeno si è generalizzato - soltanto nell'epoca attuale. Nonostante tutto, questi missionari sparsero in terra pagana una semente dalla quale uscì l'immenso albero cattolico cresciuto nel Nuovo Mondo. Tra di essi ci fu un uomo "d'élite", Bartolomeno de Las Casas (1474-1566), per citare il più importante e il più moderno. Di idee molto avanzate rispetto al suo tempo, lottò per ottenere un adattamento dei metodi missionari alle culture e alle civiltà indigene e difese vigorosamente l'idea dell'uguaglianza totale tra Indiani ed Europei. Tutti questi missionari erano uomini. Nel XVI secolo l'idea di mandare donne in terra di missione era inconcepibile. Maria dell'Incarnazione e le sue compagne saranno eroiche pioniere, ma un secolo più tardi. Tuttavia il ruolo delle donne nel lavoro missionario - benché appartenga al mondo dell'invisibile - ha senz'altro contribuito alla conversione dei popoli scoperti di recente. Le preghiere femminili hanno ottenuto dal Signore l'efficacia della predicazione maschile. Pensiamo allo zelo apostolico di Angela, che pregava e chiedeva alle sue figlie di pregare così: "Signore, in luogo di quelle misere creature che non ti conoscono, né si curano di partecipare ai meriti della tua sacratissima passione, mi si spezza il cuore, e volentieri (se lo potessi) darei io stessa il mio sangue per aprire la cecità delle loro menti". (R, cap. VI) Ma, se nel XVI secolo, propriamente parlando, non c'erano donne "missionarie", c'erano già apostole tra le spose dei "conquistadores" e persino fra le figlie degli Indiani sposate a coloni. Così, la deliziosa Caterina Paraguaçu, figlia di un piccolo capo della regione di Bahia, sposò un Portoghese che la portò in Europa. Ricevuto il Battesimo, si ammalò gravemente nel 1528. La Madonna le apparve in visione e le ordinò di rientrare nel suo Paese e di portarvi il Vangelo. Ella obbedì e lavorò con


18 ardore, fino all' età di 80 anni, per "piantare la Croce nella sua Bahia di tutti i Santi".

** IL CONCILIO Dl TRENTO Si aprì il 13 dicembre 1545 e si svolse in tre sessioni separate da intervalli più o meno lunghi: 1545-49; 1551-52; 1562-63. Convocato 25 anni dopo la rivolta di Lutero, arrivava troppo tardi per una riconciliazione; il solo risultato possibile che si poteva sperare era la riforma degli abusi all'interno della Chiesa (ciò per cui, a suo tempo, Lutero aveva chiesto invano la convocazione di un concilio!). E di fatto il Concilio risponderà soltanto a questioni formulate da circa un secolo; e adotterà soluzioni per la maggior parte già proposte. E tutto in linea con la tradizione più vecchia. Non mancarono i pericoli. Secondo gli usi dei Concili cristiani, i Principi ebbero un ruolo non meno importante di quello dei Prelati, se non direttamente, per mezzo dei loro ambasciatori. E questi Principi cristiani erano più o meno in guerra gli uni con gli altri. All'interno dell'Assemblea c'erano varie divisioni: - L'Imperatore voleva una riforma disciplinare ed il Papa una riforma dottrinale. - Da ambo le parti, c'erano, per usare un linguaggio anacronistico, dei "modernisti" e degli "integralisti", degli umanisti cristiani e dei sostenitori dell'Inquisizione. In queste condizioni, è ammirevole che il Concilio abbia potuto arrivare sia a definizioni dogmatiche e dottrinali sia a riforme pastorali, con un triplice risultato ( cfr. DRII, 168 e ss.) - la fede cattolica si esprime ora in dogmi perfettamente chiari e solidi. - la religione appare più degna e nel suo insieme più seria, ed i cristiani rimasti fedeli a Roma ritrovano fiducia. - La rafforzata unità della Chiesa Cattolica si dispone attorno ad un Papato rinnovato e presto, grazie ai seminari, ci sarà anche un clero più istruito. Ma si sono elusi certi problemi, come la nomina dei vescovi e degli abati da parte dei Principi, il che lascia presagire che in futuro ci saranno delle difficoltà. D'altra parte, le circostanze che hanno accompagnato lo svolgimento delle sessioni del Concilio, sono state tali che, per forza di cose, la Chiesa ha assunto un'espressione da combattimento. La Chiesa istituzionale è stata esaltata a spese della Chiesa Corpo Mistico, così la Chiesa ora appare più che mai come una potenza temporale e sociale.


19

C'è un ultimo punto da segnalare, poiché si tratta oggi di una prassi sconosciuta: i Decreti del Concilio potevano essere applicati nei diversi Stati soltanto dopo l'approvazione dei loro Sovrani, solo allora diventavano obbligatori in quanto legge di Stato. Per questo ci furono, qui o là, delle resistenze. In Francia, per esempio, il Parlamento di Parigi rifiutò di registrare questi Decreti. Bisognerà attendere una cinquantina d'anni perché i Vescavi ne facciano una proclamazione unilaterale, il che era un ripiego. Ciò spiega perché il Concilio abbia portato frutto soltanto dopo lunghi, lunghissimi anni ..

*** Dopo aver richiamato l'epoca in cui è vissuta S. Angela, epoca triste e gloriosa, peccatrice e santa - così simile alla nostra per tanti aspetti possiamo ora addentrarci nella sua storia.



21 Capitolo II

SANT'ANGELA MERICI Dopo una breve introduzione, percorreremo le grandi tappe della vita di Santa Angela studiando le circostanze della sua fondazione, la sua spiritualità e quella che potremmo chiamare, nonostante l'anacronismo, la sua pedagogia.

INTRODUZIONE Nel 1540, quando Angela Merici muore, che cosa si sa di lei? Poco. Ma questa donna piccola e pallida lascia di sé il ricordo di una che "predicava a tutti la fede nel Dio Altissimo" (Cronaca di P. Nassino) e, soprattutto, un'opera destinata a crescere: la Compagnia di S. Orsola. L'opera di Angela, tuttavia, prima di portare frutto, deve essere purificata dalla prova. In quest'occasione, Gabriele Cozzano, segretario e confidente della Fondatrice, scrisse tre opuscoli nei quali ci consegna un certo numero di ricordi personali su Angela. Nel 1566, il confessore della Compagnia, Francesco Landini, invia a Milano la Regola di Brescia; vi aggiunge alcune informazioni sulla Fondatrice e la sua opera, riportando "ciò che ha sentito dire da parecchie persone, serve di Dio, quasi tutte del tempo" di Angela. Nel 1568, le governatrici della Compagnia chiedono al notaio Giovan Battista Nazari di scrivere una vita di Angela; cosa che egli fa, dopo aver interrogato sotto giuramento quattro testimoni oculari, che hanno promesso di dire la verità su tutta la vita di Angela Merici. Le deposizioni di Antonio Romano, Agostino Gallo, Giacomo Chizzola e Bertolino Boscoli formano ciò che è stato chiamato, e si chiama tuttora, il "Processo Nazari". Nel 1591, il Canonico Tribesco testimonia ciò che ha saputo da Angela stessa su un certo periodo della sua vita. Si può, in senso lato, considerare il cappuccino Mattia Bellintani da Salò come l'ultimo testimone indiretto della vita di Angela Merici. Nato nel 1535, si appoggia sui ricordi dei contemporanei di Angela e scrivere due libri della "Vita" di quest'ultima. Nel 1600 un Gesuita, Ottavio Gondi. utilizza il materiale di Bellintani per pubblicare una biografia, che sarà rieditata parecchie volte. Per il momento, Restiamo in Italia.


22 Nel 1672, è Bernardino Faino, superiore della Compagnia di Brescia, che diventa biografo della Fondatrice, dopo aver studiato e trascritto alcuni documenti d'archivio. Questo fu il primo passo verso un lavoro più critico e sistematico che verrà effettuato nel 1768, da Carlo Doneda, sacerdote bresciano, ex-bibliotecario della "Queriniana" e promotore fiscale della Curia episcopale al processo di beatificazione di Angela. La sua è, dunque, una documentazione ed una lettura seria. Nel 1778, nel quadro del processo di canonizzazione, Girolamo Lombardi, Gesuita, pubblica una nuova biografia, molto ricca di dettagli, non sempre vagliati. Il ritratto di Angela fatto da Landini e dai testimoni del Processo Nazari si è evidentemente arricchito a poco a poco nel corso dei due secoli passati, ma resta, tuttavia, sostanzialmente lo stesso. Angela appare come una grande contemplativa, che prega e si mortifica, come una donna dalla parola convinta e convincente che porta a Dio, come una costruttrice di pace, come una fondatrice geniale che ha saputo rispondere ad un bisogno urgente dell'epoca, quello di trovare un posto nella Chiesa per le giovani che non volevano - o non potevano - né entrare in clausura né sposarsi. Ed anche come un'apostola divorata dallo zelo per la gloria e l'onore di Dio. Vien allora da chiedersi: come mai si trovano, qua e là, presentazioni diverse del volto e dell'opera di Angela? - Angela che si occupa dei malati e che accudisce gli incurabili negli ospedali; Angela che va alla ricerca delle prostitute per strapparle alla loro vita cattiva; Angela che riunisce le fanciulle attorno a sè per insegnare loro il catechismo; Angela che fonda la prima comunità insegnante, ecc ... A dire il vero, tutto questo si spiega più facilmente se si pensa che è proprio questa l'immagine presentata dai decreti di beatificazione e di canonizzazione, e anche dalle didascalie del Messale e del Breviario. Ma tale ritratto è falso. Vediamone il perché ritornando all'anno 1648. Il 1648 vede la pubblicazione a Parigi di una "Vita della Beata Madre Angela ..., " autore, l'oratoriano Jean-Hugues Quarré, il quale prese la biografia scritta dal Gondi per tradurla in francese, "avendo cura" di "colmare le lacune" e di "chiarire ciò che era oscuro"; ma così facendo, le 75 pagine di Gondi sono diventate, grazie al Quarré, 582, dove una breve indicazione del primo diventa, nel secondo, racconto; e i "buoni uffici" di Angela, che i testimoni di Brescia collocavano in un contesto di preghiera, di penitenza e di aiuto occasionale al prossimo, si concretizzano ora in visite frequenti ai malati e in lavoro all'ospedale degli incurabili. Ma quest'opera del Quarré su Angela Merici era la prima edita in Francia. La Madre di Pommereu, Orsolina del Faubourg St-Jacques, ne pubblica allora un


23 estratto nel 1673, all'inizio delle "Cronache dell'Ordine", per far conoscere a tutte le Orsoline il volto della loro "fondatrice". Il libro delle Cronache si diffonde in tutti i monasteri di Francia, del Belgio, della Germania; ecc. Così le religiose conoscono Angela soltanto attraverso il Quarré. La stessa cosa in Italia, poiché i conventi provengono dal solco belga. Queste Orsoline, del resto, sono tutte educatrici, tenute per le loro Costituzioni a dedicarsi all'istruzione delle fanciulle (ne vedremo più avanti la motivazione). Esse si rappresentano, perciò, la loro prima Madre come una religiosa circondata da bambini, ai quali insegna a leggere e, certamente, a pregare. Quando le Religiose di Roma saranno chiamate a testimoniare al momento del processo di beatificazione e canonizzazione, offriranno agli inquirenti un ritratto di Angela preso sia dal Quarré sia dalla loro tradizione. Ma i testimoni al tempo del Processo Nazari non vi avrebbero riconosciuto la loro "Madre Suor Angela". Inoltre La perdita della Regola autentica di Angela contribuisce anch'essa a dare a questa deformazione un'apparenza di verità. Effettivamente, la Regola mericiana, che non menziona alcun apostolato specifico, pur essendo impregnata da un grande spirito apostolico, si è persa nel corso dei processi: dal 1582 la Regola riformata da S. Carlo Borromeo l'aveva praticamente soppiantata - e forse era già invalso l'uso di seppellire le vergini della Compagnia con il loro piccolo libro, il che spiegherebbe la scomparsa progressiva degli esemplari. Ora la Regola riformata menziona (Cap. XIX) "l'Istituto cristiano" come un'opera buona particolarmente raccomandata. D'altra parte, molti membri della Compagnia di Brescia davano il loro apporto alle scuole della Dottrina Cristiana. Si è dunque creduto, in buona fede, che fosse stata Angela a stabilirlo. La scoperta verso il 1930 della prima edizione stampata della Regola autentica non è stata sufficiente a dissipare gli errori e le inesattezze riguardanti la vita e l'opera di Angela Merici. Per ritrovare il vero volto della fondatrice, bisogna, pertanto, ritornare alle fonti e, prima di tutto a tre fonti principali: • Gabriele Cozzano • il Processo Nazari • gli Scritti di Angela stessa. Le biografie pubblicate nei secoli XIX e XX sono studiate, come le precedenti, nell'ultima opera pubblicata nel 1987 sulla fondatrice delle Orsoline: L. MARIANI - E. TAROLLI - M. SEYNA VE Angela Merici. Contributo per una biografia Editrice Ancora Milano - Mediaspaul


24 Per approfondire la vita e l'opera di S. Angela, è assolutamente indispensabile riferirsi a questo volume, esauriente per quanto possibile, che servirà di base al nostro studio.

LA VITA DI ANGELA MERI CI I -LA BIMBA DI DESENZANO E L'ADOLESCENTE 1. La terra natale E' una delle più pittoresche che ci siano. Gli ultimi contrafforti delle Alpi si riflettono nelle acque del Lago di Garda. Tutto è chiaro e luminoso ir questo paesaggio dell'Italia settentrionale. Il clima è sano, tonico. Le terre sono coltivate ad olivi e a vigne; i campi di grano e di lino si alternano cor i prati; il lago abbonda di pesci saporiti. Le industrie della carta e del linc costituiscono la principale ricchezza della regione. All'epoca, essa apparteneva alla Repubblica di Venezia.

Desenzano, la città natale di Angela Merici, era un prospero porto da pesca ed un ricco mercato di granaglie:

2. La famiglia Merici Giovanni Merici, agricoltore e proprietario terriero, si era stabilito a Desenzano già da alcuni anni, quando fu ufficialmente accettato come cittadino del comune nel 1475. Aveva sposato una giovane della città di Salò, Caterina de' Bianchi, il cui fratello Biancoso era consigliere comunale e, probabilmente, notaio. Lui stesso, Giovanni, aveva ricevuto una certa istruzione poiché sapeva leggere, cosa rara all'epoca negli ambienti rurali. Certi autori hanno parlato dei Merici come "poveri contadini". Ma l'espressione non è esatta; sembra ben provato che la loro situazione economica fosse sufficientemente agiata, pur rimanendo modesta, "mediocre" nel senso etimologico del termine.


25 L'ambiente familiare era sano, onesto, cristiano, non contaminato dalla corruzione e dagli errori dell'epoca. Giovanni e Caterina ebbero probabilmente tre ragazzi e certamente due figlie. Una lunga tradizione conservata a Desenzano fa nascere Angela al primo piano di una casa posta sotto il castello, in Via del Castello. Nessun registro, di stato civile o parrocchiale, permette di precisare l'anno di nascita di Angela. Poiché al momento della morte aveva "tra i 65 e i 70 anni" (1540), si è adottato, per lo meno come verosimile, l'anno 1474. I genitori la chiamarono Angela- femminile di Angelo ~ angelo. 3. L'infanzia di Angela Sembra si svolgesse tutta alla fattoria delle "Grezze" situata a qualche chilometro dal borgo, dove i Merici si erano trasferiti. Qui la vita quotidiana seguiva il ritmo delle ore del giorno e quello delle stagioni; era segnata dai lavori dei campi e da quello in casa; dalla preghiera comune; dalle veglie, durante le quali Giovanni leggeva ai suoi i "libri religiosi sui santi e le vergini". Questi racconti, presi sicuramente dalla Leggenda Aurea di Giacomo da Voragine, impressionarono profondamente la piccola Angela e la spinsero a darsi, dall'età di cinque anni, "a una vita sobria, spirituale e contemplativa". Col tempo, questa attrattiva non fece che crescere. E si traduceva concretamente nei digiuni, nelle penitenze corporali, in un sonno limitato, e anche in un desiderio, una ricerca di solitudine ad imitazione degli eremiti (Angela avrebbe pure tentato una "fuga nel deserto"!). Ciò fintanto che non si aveva bisogno di lei. Perché i bimbi di campagna, non andavano evidentemente a scuola, ma aiutavano molto presto nei lavori quotidiani: portare il pranzo ai mietitori, custodire le pecore, dar da mangiare ai polli, ecc. Si giocava anche e si correva sui prati, ma presso i Merici, il padre certamente avrà fatto di tutto per far imparare a leggere i figli: la loro era una vita sana, laboriosa, felice. I giovani Merici, bisogna dirlo, non erano tutti angeli. Angela stessa sembra aver avuto il suo caratterino, e una vivacità di reazioni che non scomparirà mai del tutto. Quanto agli altri, ebbero spesso a che fare con le guardie campestri! Non appena la sorveglianza del giovane guardiano si allenta un istante, la capra va a brucare nel prato del vicino. Denuncia, multa. Ma che, deliberatamente, un ragazzo ed una delle ragazze attraversino un campo di segale con le mucche, o che rubino dell'uva, è ancor più grave perché vi è disobbedienza e danno agli altri. Angela si ricorderà più tardi della vigna che si pota, della messe, degli alberi che si piantano, delle erbe che si sradicano ... I suoi scritti sono disseminati di espressioni prese dalla vita rurale. Si ricorderà anche, è certo, delle negligenze e delle cattiverie dei suoi fratelli e di sua sorella, che hanno fatto torto ai vicini; e non è senza motivo che chiederà alle sue figlie di obbedire alle autorità civili.


26 4. Le prime prove e la visione del "Machetto" Questa vita semplice e felice è improvvisamente spezzata. Secondo la tradizione, in poco tempo, Angela perde il padre, la sorella e la madre, forse portati via da qualche epidemia. Non si sa. Angela aveva allora dai 16 ai 17 anni. Non ha mai parlato delle sue sofferenze umane; ma ha confidato le sue angosce per la sorella: era salva? Il Signore glielo farà capire: "Un giorno, mentre si trovava in un campicello di sua proprietà presso Desenzano e pregava per sua sorella, come era solita fare, ecco che, verso mezzogiorno, vide nell'aria un corteo di angeli tra i quali si trovava l'anima della sua carissima sorella, tutta felice e trionfante" (Romano, PN). Secondo la tradizione, il campicello era quello del Machetto - o "Machet" situato a circa mezzo chilometro dalle Grezze. Dopo questa visione, Angela si diede ancor più, ai digiuni, alle astinenze e alle preghiere. Ed è poco dopo, probabilmente, che sopravvenne la morte di Caterina. Allora Angela ed il suo fratellino andarono ad abitare presso lo zio Biancoso a Salò.

II -LA GIOVANE A SALO' 1. Salò Era una "grande" città in confronto al borgo natale. "Ser Biancoso", notaio probabilmente, abitava sicuramente con la sua famiglia in una casa più confortevole di quella delle Grezze. Angela si trova dunque immersa in un ambiente urbano, molto diverso da quello cui era abituata. 2. Controcorrente Questo cambiamento avrebbe potuto facilmente distogliere la giovane dalle sue abitudini di lavoro, austerità e preghiera. Lei, invece, le accentua, con una determinazione irremovibile. Lavoro? Lava la biancheria, passa il grano al setaccio, fa il pane, porta l'acqua ... occupazioni normali per una serva o una contadina in casa sua, molto meno per una giovane cittadina. Austerità? Senza dubbio è in quel periodo che prende definitivamente l'abitudine di dormire su una stuoia, di fare digiuni rigorosi - che sapeva, tuttavia moderare quando era in compagnia - di mortificarsi senza averne l'aria, perché era troppo equilibrata per fare penitenze spettacolari! Tuttavia, accade che talvolta la si veda. Così quando la giovane si rovina volontariamente i bei capelli biondi ..... Non le avevano forse detto che con


27 una simile capigliatura troverebbe facilmente da sposarsi? Il suo gesto è come una barriera messa tra lei ed eventuali pretendenti, come un baluardo contro le tentazioni esterne. E contro le tentazioni interiori, c'è la sua umiltà, la sua perspicacia spirituale infatti quando l'angelo delle tenebre le appare travestito da angelo di luce lo respinge immediatamente: "Va all'inferno, nemico della Croce, non sono degna di vedere un angelo di Dio". Preghiera? Quanto a questo, Angela potè realizzare il suo desiderio di ricevere più frequentemente i sacramenti, divenendo terziaria francescana. "Esteriormente rivestì l'abito bruno; interiormente, fu vestita dallo spirito del gran Patriarca umile, povero, amante della preghiera, ardente e crocifisso" (Bellintani). E già la vita orante e ardente della giovane impressiona i suoi contemporanei.

III - LA TERZIARIA FRANCESCANA 1. Il ritorno a Desenzano

Non si sa né quando né perché "Sur Anzola" (è il nome che ormai gli hanno dato) ritornò a Desenzano. Si dedica ai lavori dei campi, partecipa alla vita contadina, si reca ogni giorno al borgo per assistere alla S. Messa. Come buona terziaria (semplicemente come buona cristiana), pratica le opere di misericordia corporale - elemosina, visita ai malati, accompagnamento dei defunti al cimitero - ed ha sempre una buona parola, un buon consiglio, un incoraggiamento da offrire. Probabilmente ha vissuto così almeno una quindicina di anni, un lungo periodo di vita nascosta durante il quale continua il lavorio su se stessa: carattere da addolcire, vivacità del temperamento da calmare, spontaneità troppo grande da moderare ... Angela non è una santa già fatta! Da questo periodo emerge un avvenimento, uno solo: 2. La visione del Brudazzo Quando ebbe luogo? Poco dopo il ritorno alle Grezze, sembra, secondo la testimonianza di Cozzano: afferma che la Compagnia è stata divinamente ispirata e mostrata ad Angela "fin dalla giovinezza". Per il luogo, la tradizione locale è formale: si tratta del luogo chiamato "il Brudazzo". Che cosa avvenne? E' l'epoca della mietitura. Al momento del pranzo, Angela s'è ritirata in disparte per pregare. Improvvisamente il cielo sembra aprirsi ai suoi occhi,


28 ed ecco che ne esce una specie di processione di angeli e vergini. Tra queste ultime, la sorella di Angela, che le predice la sua missione: prima di morire fonderà una compagnia di vergini. A questi elementi essenziali, i biografi aggiungeranno dei dettagli; amplificheranno i dati di base; ma questo non è molto importante per noi. L'importante è questo: Dio è intervenuto soprannaturalmente per svelare ad Angela Merici la missione che voleva affidarle. Quanto al momento in cui dovrà realizzarsi e alle modalità precise, nulla è stato detto. Attendendo l'ora di Dio, "Sur Anzola" continua, lungo le settimane, i mesi e gli anni a vivere povera, caritatevole, sempre più affabile e piacevole, "cercando sempre di orientare le anime verso il cielo" (Faina).

3. I primi anni a Brescia Angela arrivò a Brescia quando la città era tra le più ricche d'Italia, grazie soprattutto ad un prospero artigianato. O piuttosto era stata tale. Poiché la peste nera e le invasioni, le guerre e le conseguenze delle guerre l'avevano resa una città desolata. La situazione religiosa non era migliore e le dottrine eretiche trovavano molte orecchie compiacenti. Tra le tenebre, tuttavia, cominciava a spuntare una luce; essa brillerà presto con un tale splendore che la città meriterà il bel titolo di "Brescia beata". E' in questa città che ritroveremo Angela. Lasciò definitivamente Desenzano nel 1516, quando aveva già passato la quarantina. Partì per obbedienza: i suoi superiori del Terz'Ordine, infatti, le avevano chiesto di andare a Brescia per confortare la signora Caterina Patengola, che aveva appena perso il marito ed i suoi due figli. La presenza confortatrice di "Sur Anzola" e le sue parole soprannaturali ridiedero coraggio a donna Caterina che, a poco a poco, riprese il gusto di vivere. Angela potrebbe pensare di ritornare presto alle Grezze. Ma decide di restare. Ha già l'intuizione che Dio la vuole lì? Ha già compreso, consolando Caterina, ciò che Dio si aspetta da lei? Una cosa è certa: ha avuto occasione di conoscere molta gente nella casa di colei che è diventata un'amica; è stata messa in contatto con i leaders spirituali della città; ha potuto rendersi conto di molte cose riguardanti la società bresciana. Perciò resta e accetta l'ospitalità di un giovane mercante, che ha conosciuto presso Caterina, Giovanni Antonio Romano - generalmente chiamato Antonio - che ha 23 anni circa- e un grande affetto filiale per questa terziaria francescana, che potrebbe essere sua madre. Angela abiterà presso il Romano fino al 1529, un po' più di 12 anni. Che genere di vita vi conduce?


29 Anzitutto, "guadagna la vita lavorando", come S. Paolo (è il Cozzano che l'afferma). Senza dubbio esercita un ruolo di padrona di casa presso i domestici del giovane mercante, assumendosi la sua parte di lavoro. Prega - e molto - assistendo a parecchie messe ogni giorno, consacrando una parte della notte alla contemplazione e leggendo molti libri spirituali (Gallo, PN). Il tempo, che le rimane, è dedicato a rendere "buoni uffici" al prossimo; ci ritorneremo. La sua austerità è sempre più grande: non ha un letto, dorme su una stuoia con un pezzo di legno come guanciale, si nutre di frutta e di legumi, non mangia mai carne, non beve vino, prende pane solo due volte per settimana, digiuna con ancor più rigore in Quaresima e nei giorni che separano l'Ascensione dalla Pentecoste. Di tanto in tanto, va a Salò. Di queste visite, Bellintani riporta due ricordi: - la conversione di un giovane studente di diritto, Stefano Bertazzoli, mondano e superficiale, il cui cuore è toccato dalle esortazioni di Angela; conversione durevole, poiché Stefano divenne sacerdote, un sacerdote pieno di zelo e di fervore, dedito alle opere di carità; - un fallimento apostolico di Angela, i cui discorsi insistenti, le suppliche e le preghiere non poterono ottenere il ritorno ad una vita onesta di un prete concubino. A causa dell'antagonismo franco-spagnolo, l'orizzonte politico si oscura. Carlo V s'impadronisce della Lombardia; il Papa, spaventato, si allea con la Francia e scoppia la guerra. Nel 1527, ad opera delle truppe imperiali, avviene il sacco Roma. Nel 1529 Brescia è minacciata, e quelli che possono, cercano rifugio altrove. Alcuni amici di Angela, Agostino Gallo, sua moglie e sua sorella, insistono perché ella si aggiunga alla compagnia e li accompagni a Cremona dove hanno una casa. Vi è pure Girolamo Patengola, nipote di Caterina. A Cremona, Angela continua a condurre vita di orazione, di penitenza e di assistenza spirituale ai visitatori che assediano la sua camera dal mattino alla sera. Per ottenere la pace, ha forse intensificato le suppliche, accresciuto le mortificazioni, allungato le veglie? Sta di fatto che ella cade ammalata, e così gravemente che la morte sembra imminente. In quell'occasione Girolamo Patengola compone un epitaffio che legge alla moribonda; Angela, al pensiero di morire, è presa da una gioia così grande che si raddrizza, parla per mezz'ora della felicità del cielo ... e si accorge, con dolore, di essere guarita! Nel frattempo la situazione politica è migliorata ed i rifugiati rientrano a Brescia. Ma Angela non ritorna dal Romano, sposato da poco. Abita per qualche mese presso la famiglia Gallo, prima di stabilirsi, dapprima vicino alla chiesa di S. Barnaba, poi in una cameretta attigua alla chiese di S. Afra dove vivrà fino alla morte.


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IV - LA VIAGGIATRICE INTREPIDA Nella bara di Angela a Brescia, è stato messo un bastone da pellegrino; e la statua che si erge nella piazza di Desenzano la rappresenta con il bordone. Di fatto, durante gli anni di Brescia, Angela intraprese parecchi pellegrinaggi. Non fu certo la curiosità a spingerla a queste avventure, allora piene di pericoli e di imprevisti; furono la sua fede ed il suo fervore.

Viaggi di Angela nell'Italia del Nord

1. Mantova Nei primi anni del suo soggiorno a Brescia, Angela si recò a Mantova in compagnia del Romano. Desiderava venerare la tomba della beata Osanna Andreasi, terziaria domenicana, morta nel 1505, il cui culto era appena stato autorizzato da Leone X. Al ritorno, volle passare per Solferino per incontrare il marchese Luigi Gonzaga (nonno del santo novizio gesuita). Che affari doveva trattare Angela con il signore di Castiglione? Voleva ottenere la grazia per un uomo bandito dal principe, amico o parente suo , i cui beni erano stati confiscati. Supplicò in una maniera tale che ottenne il favore chiesto. Questo episodio rivela la forza di persuasione della parola di Angela. In seguito vedremo altri esempi.


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2. Gerusalemme Nel 1524, un anno dopo Ignazio di Loyola, Angela intraprende una vera spedizione verso la Terra Santa. Romano, suo fedele amico, l'accompagna insieme al suo cugino di Salò, Bartolomeo Biancosi ("Biancosi" aveva finito per sostituire il cognome "de Bianchi"). Era un gesto coraggioso in tutti i sensi. Il mare avrebbe potuto spaventare una donna di terra ferma di 50 anni; la promiscuità sull'imbarcazione era senza dubbio una penitenza più grossa del mal di mare; il tempo era stato molto brutto e, per di più, il Mediterraneo era infestato dalle navi turche. Romano era già a Venezia quando Angela e Bartolomeo lo raggiunsero, dopo aver percorso più di 170 Km. a cavallo. Nei dintorni di Montebello Vicentino era capitata loro un'avventura, per lungo tempo considerata leggendaria, ma che, date le circostanze, non ha nulla di inverosimile. Si tratta della traversata "miracolosa" del torrente ingrossato dalle piogge, quando il cavallo avanza da solo su una passerella traballante (Bellintani). A Venezia i pellegrini presero parte alla solenne processione di quel giorno ( era la festa del Corpus Domini) poi si partì. La traversata fu buona, ma allo scalo di Creta, a La Canea, avvenne un fatto strano: "Angela perse quasi completamente la vista". Proseguì il viaggio con coraggio, aiutata dai suoi due compagni, visitando i Luoghi Santi "contemplandoli con gli occhi dell'anima come se li avesse visti con gli occhi del corpo" e ricevendo al Calvario una grazia speciale di unione a Cristo. Il ritorno fu molto movimentato: otto giorni di sosta a Rama a causa di un'imboscata da parte di musulmani armati; scalo a Cipro e a Creta, dove sarebbe avvenuto il miracolo della guarigione di Angela (perché, di fatto, ha ricuperato completamente la vista durante il viaggio di ritorno); tempesta terribile di nove giorni, durante la quale due navi fanno naufragio; pericolo di cadere in mano ai pirati berberi; incontro della flotta turca a Durazzo e tranello del capitano alla nave cristiana ... Si è scampati, è il parere di tutti i pellegrini, grazie alle preghiere di " Sur Anzola"! Si arriva infine a Venezia all'inizio di novembre. Angela dapprima è ospitata dalle Clarisse del Santo Sepolcro - senza dubbio perché terziaria dello stesso Ordine - ma il raccoglimento delle moniali è presto turbato dalle continue visite che la loro ospite riceve; Angela, allora, secondo l'usanza dei pellegrini, va ad alloggiare presso l'ospedale degli incurabili della città, dove i visitatori continuano ad affluire. Tutti quelli che erano tornati con Angela da Gerusalemme non avevano mancato di proclamarne le lodi. Così, religiosi e nobili vengono a vederla e parlarle. Sono talmente impressionati dalla santità di questa umile donna che le chiedono di restare a Venezia "per il bene generale dei luoghi pii" - non per prenderne la direzione, come diranno molti, in seguito. Temendo di essere trattenuta a forza, Angela affretta la partenza e, il 25 novembre 1524, festa di S. Caterina d'Alessandria, è di ritorno a Brescia.


32 3. Roma Qualche tempo dopo, secondo il Romano, senza lasciarsi scoraggiare dai pericoli in cui era incorsa, Angela riprese il bastone da pellegrina e si diresse verso Roma in occasione del Grande Giubileo del 1525; desiderava "visitare le sante reliquie", così numerose, esposte alla venerazione dei fedeli durante l'anno giubilare. Durante questo pellegrinaggio, fu notata e riconosciuta da un Cameriere di Sua Santità, Piero della Puglia, che aveva partecipato al viaggio in Terra Santa. Grazie a lui, Angela fu ricevuta in udienza da Clemente VII. Questi, "avendo sentito parlare dell'eccellenza della sua vita", le chiese di rimanere a Roma nei Luoghi pii della città 1. Angela si scusò umilmente, rifiutò, e rientrò a Brescia con la benedizione del S. Padre. 4. Varallo In Piemonte, il monte Varallo, situato in mezzo ai boschi e dominato da picchi coperti di neve, era stato scelto dai Francescani come luogo ideale per riprodurvi i Luoghi della Terra Santa dedicando una cappella speciale ad ogni mistero della vita e della Passione del Signore. Nel decennio 152030, diverse cappelle, con le statue a grandezza d’uomo, furono costruite a poco a poco qui e là sulla roccia. Alla fine del 1528 o all'inizio del 1529 Romano non lo precisa - Angela percorse i sentieri scoscesi che conducevano a questa Nuova Gerusalemme, come allora veniva chiamata, perché Ella voleva percorrere ancora una volta la Via dolorosa, e anche implorare da Dio "la pace tra i principi cristiani". Questa pace, infatti, detta "pace delle Dame", venne firmata a Cambrai nel mese di agosto. Angela ritornerà ancora una volta a Varallo nel 1532, quando la costruzione delle Cappelle era più avanzata, e il suo gruppo di pellegrini comprendeva anche Agostino Gallo, con la sorella Ippolita e altre dodici persone di cui si ignora assolutamente tutto.

V- L' "APOSTOLA NOVA" E' il Cozzano a dare questo titolo ad Angela, poiché ha nella mente la precisa immagine degli Apostoli e delle vergini della Chiesa primitiva, che hanno seguito Cristo in una obbedienza totale allo Spirito Santo. La "vita apostolica" non è altro che una vita "conforme al modello di vita che Gesù Cristo, uscendo dal seno del Padre, portò dal cielo". Secondo il Cozzano è questo il modello di vita che Angela ha rimesso in auge. Una vita contemplativa ed attiva insieme. Abbiamo già parlato della penitenza di Angela, della sua vita di preghiera. Ma quali sono i "buoni uffici" che rendeva al prossimo?

_______________________________ ¹ Luoghi pii: nome dato alle istituzioni di assistenza mantenute dalla carità pubblica, orfanotrofi, ospedali, ecc.


33 -Mette pace

"tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli". E Romano riporta (PN) come seppe trovare le parole giuste per riconciliare i nemici irriducibili di Brescia, Filippo Sala e Francesco Martinengo.

- Conforta

coloro che attraversano la prova - poveri e ricchi, gente del popolo e grandi signori. L'esempio che colpisce di più è quello del Duca di Milano, Francesco Sforza: malato e depresso, era venuto a cercare luce e sostegno presso Angela. Dietro sua richiesta, ella l'aveva accettato come "figlio spirituale" ed aveva adottato anche i suoi sudditi.

- Consiglia

chiunque venga a chiederle aiuto - per sposare una figlia, per redigere un testamento (ha forse acquisito tale esperienza presso lo zio di Salò?) ... Ma consiglia anche predicatori e teologi che la consultano chiarendo loro questo o quel passo della Scrittura, con grande meraviglia di tutti.

- Intercede

presso gli uomini (ricordiamo il caso di Luigi Gonzaga); ma intercede soprattutto presso Dio, perché si corre da Lei per ottenere grazie con la mediazione delle sue preghiere.

- Insegna il vero cammino della vita spirituale, aiuta le persone a cambiare vita, a fare orazione; "predica a tutti la fede nel Dio Altissimo", e questo con una affabilità, una "piacevolezza" che la fa amare. Terminiamo questo ritratto, presentatoci dal Cozzano, con la descrizione eh' egli fa di Angela in mezzo alle sue prime figlie: "Era come un sole che rischiarava tutte le altre. Era come un fuoco e un incendio d'amore che le infiammava. Era come un trono di Dio che le ammaestrava." "E chi era più peccatore riceveva da lei maggior amabilità perché, se non poteva convertirlo, almeno, con un dolce affetto, lo persuadeva a compiere qualche bene o a fare meno male ( ... ). Le sue parole erano ardenti, potenti e dolci e pronunciate con un tale vigore di grazia che ciascuno era costretto a dire: "Dio è qui". Furono questi i "buoni uffici" di Angela. E' tutto - ed è molto.

VI - LA FONDATRICE 1. La lunga attesa Tra l'annuncio della fondazione (visione di Brudazzo) e la sua realizzazione passano una trentina d'anni. Perché questa attesa così lunga? - Il messaggio era vago, come abbiamo già visto.


34 - Angela, da una parte, sentiva il bisogno di prepararsi con la preghiera e la penitenza, dall'altra, di apprendere attraverso l'esperienza. - bisognava, pure, attendere un clima di pace (almeno relativa) prima di cominciare qualunque cosa. - Bisognava anche - nel piano di Dio - che gli spiriti e gli animi fossero preparati ad accogliere l'audace iniziativa di "Sur Anzola". - Infine, senza dubbio, bisognava fare i conti con la sua umiltà, il suo timore umano di iniziare qualcosa di così nuovo. Allora il Signore intervenne. Ascoltiamo Cozzano: "Anzitutto Dio stesso ha ispirato e al tempo stesso obbligato la Madre fondatrice a piantare e fondare in suo nome questa santa Regola di vita. E ciò è talmente vero che lei la chiamava non la sua Compagnia, ma quella di Gesù Cristo ( ... ) e benché le fosse stata ispirata e mostrata divinamente fin dalla sua giovinezza, e che essa ne concepisse un vivissimo desiderio, tuttavia non volle mai cominciarla finché Gesù Cristo non glielo ebbe comandato, finché non le ebbe gridato in cuore, finché non l'ebbe spinta e costretta a cominciarla e stabilirla". Quale fu il mezzo di cui Cristo si servì per costringerla così? Lo ignoriamo. Ma è certo che Angela poi pose mano, senza esitazione, all'opera comandata.

2. La preparazione immediata La reputazione della santità di "Sur Anzola", le sue esortazioni, la sua bontà, la sua comprensione le avevano attirato dei discepoli, tra cui un piccolo gruppo di giovani che ella formava alla vita spirituale. Già nel 1532 le riuniva di tanto in tanto e "discuteva con loro chiedendo il loro parere sui punti della futura Regola" (Cozzano). Che modernità! Anche alcune nobili vedove di Brescia, abbastanza giovani, frequentavano la cameretta di Sant'Afra. Angela formava anch'esse alla responsabilità che pensava di affidare loro. Nel 1533 una di esse, Isabetta Prato, mise a disposizione di Angela una sala di casa sua. L'alloggio di S. Afra era diventato troppo piccolo per le riunioni. Da allora queste ebbero luogo nell' "oratorio di Isabetta Prato", sistemato ed affrescato. Secondo il desiderio e la devozione della "Madre" (lo è per tutte ora), questi affreschi evocano la vita di Cristo, della Santa Vergine, dei Santi patroni e patrone della Compagnia e di Brescia. Qui si fa, per così dire, il noviziato delle vergini che Angela continua a preparare con umiltà, non esigendo ma "pregandole e mettendole in grado di fare ciò che ella chiedeva" (Cozzano). Nel 1534 ci fu un avvenimento memorabile: l'estasi della "Madre Suor Angela" a S. Barnaba descritta da Bertolino Boscoli (PN): durante la lettura del Vangelo la si vide "in piedi e sollevata da terra di quasi un palmo; e rimase a lungo così, con gran meraviglia di tutti".


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3. La realizzazione Il 25 novembre 1535 Angela e 28 vergini assistono insieme alla Messa a S. Afra, poi si recano all'oratorio. Il nome di ciascuna è scritto su un libretto ricoperto di cartone bianco. E' tutto. La Compagnia di S. Orsola è fondata con un minimo di apparato esteriore. Ma tutte le circostanze di questo atto, apparentemente così semplice, erano cariche di un simbolismo profetico. La data scelta dalla fondatrice fu il 25 novembre, festa di S. Caterina d'Alessandria, vergine, martire e "dottore" della Chiesa primitiva, mistica alla quale Gesù Bambino aveva donato l'anello delle nozze. Ora Angela vuole che le sue figlie siano "spose di Gesù Cristo" e apostole nel loro ambiente di vita. La patrona data dalla Madre alla sua Compagnia è S. Orsola, molto popolare nell'Italia del Rinascimento; ora, anche Orsola è una vergine, una martire della cristianità primitiva che consacrò la sua vita al Signore e gli portò un numeroso corteo di spose verginali. Notiamo pure che il pellegrinaggio di Orsola a Roma (per quanto leggendario) manifestava un atteggiamento di fedeltà alla Chiesa. In tutti questi elementi si rivela il fondamento dell'ideale intravisto da Angela quando fonda la Compagnia. Qualche mese più tardi, nell'agosto 1536, la fondatrice ottiene l'approvazione episcopale della sua Regola, concessa dal Vicario Generale di Brescia - in quanto il Vescovo era assente .. come sempre-. Con questo atto veniva costituita canonicamente la Compagnia di S. Orsola. Chi sono le vergini che la formano? Conosciamo il nome di parecchie di loro ed abbiamo qualche informazione, molto vaga, delle altre. Ma ci permettiamo di constatare che esse appartenevano a tutte le classi sociali. Tutte queste giovani, "giovinette" dice Cozzano, erano serve, figlie di artigiani, o - ma è l'eccezione - giovani di nobile famiglia; e come S. Paolo ai Corinti (I Cor. 1, 26), Angela poteva dire alle sue figlie: "Non ci sono tra voi potenti o nobili, perché Dio ha scelto ciò che è vile in questo mondo per confondere i potenti".

VII - LA "MADRE VIVA E MORTA" 1. "Novissima verba" Prima di morire, Gerolamo Patengola ha lasciato alla Compagnia di S. Orsola un legato che essa non può toccare, poiché manca di rappresentante legale. Bisogna rimediarvi e si organizzano delle elezioni. Angela è eletta, a viva voce e all'unanimità, "Madre, maestra e tesoriera" a vita. In questo 18 marzo 1537, le capitolari erano 76 (63 presenti e 13 che votavano per procura). Ecco dunque Angela "Madre principale" della Compagnia, secondo il titolo ricevuto. Ella continua la sua missione di formatrice, governando con


36 autorità e tenerezza, come vera madre. Ma, sentendo le sue forze diminuire, fa chiamare il suo fedele segretario Gabriele Cozzano, cancelliere della Compagnia, per dettargli le sue ultime volontà - o piuttosto ciò che essa vede essere la volontà di Dio sulla Compagnia stessa. La Regola esisteva già, per le vergini. Per le superiore immediate, le "colonnelle", detta al Segretario i Ricordi; per le dame vedove che hanno l'incarico di vegliare sulla giovane istituzione, detta il Testamento. Alle une e alle altre, raccomanda insistentemente l'unità, incoraggia e fa promesse: - "Se è Dio che ha piantato questa Compagnia, non l'abbandonerà mai" (4°R). - "E io sarò sempre in mezzo a voi, aiutando le vostre orazioni" (ultimo R). - Gesù Cristo "nella sua bontà immensa, mi ha scelta per essere, da viva e da morta, madre di questa così nobile Compagnia, benché, da parte mia, ne fossi indegnissima" (3° R) Infine, sceglie la contessa Lucrezia Ladrone per succederle nella carica di Madre principale. 2. La morte Angela doveva aver vissuto a S. Afra secondo il suo modo austero di sempre. Tuttavia, alla fine del 1539, deve accettare un letto perché è spossata e malata. Giacomo Chizzola, un testimone del Processo Nazari, la visita accompagnato da un amico. Angela fa loro una bella esortazione sulla vita cristiana; e, a Tommaso Gavardo che le chiede un consiglio spirituale, risponde: "Fate durante la vita quello che vorreste aver fatto al momento della morte". Questo momento arriverà per lei il 27 gennaio 1540. Morì tranquillamente, in pieno pomeriggio, vestita del suo abito di terziaria. La Compagnia contava allora 150 membri. L'indomani mattina fu portata alla chiesa di S. Afra; e per tre sere consecutive, sopra la chiesa brillò una stella splendente. Ma Angela, che per tutta la vita era stata un "angelo di pace", dopo la sua morte causò una controversia tra i canonici di S. Afra e quelli della Cattedrale: ambedue le chiese volevano possedere i resti della "santa". Per tutto il tempo della disputa, il suo corpo rimase dunque esposto nella cripta di S. Afra e si conservò morbido e in perfetto stato. Alessandro Bonvicini, celebre pittore di Brescia detto "il Moretto", ne approfittò per fare il ritratto della defunta; e si fece pure una maschera mortuaria della "Madre Suor Angela".


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Quadro eseguito dalla maschera mortuaria di Angela Tuttavia si finì per trovare la risposta della Sacra Penitenzieria ad una supplica che Angela aveva inviata nel 1532: chiedeva il favore di poter essere sepolta in S. Afra e non in un luogo francescano secondo la Regola del Terz'Ordine. Il suo corpo rimase dunque a S. Afra in una tomba preparata appositamente per lei. Più tardi, fu messa in una bara di cristallo. Causa la seconda guerra mondiale, nel 1940 la bara fu deposta in luogo sicuro e per fortuna perché la chiesa fu bombardata nel 1945. Dopo la guerra, la chiesa fu ricostruita; attualmente si chiama Santuario di S. Angela Merici e l'Urna occupa un posto d'onore sopra l'altare laterale a sinistra rispetto l'altar maggiore.

3. Il culto e la glorificazione Il culto della "Beata Angela" fu spontaneo fino al decreto del Papa Urbano VIII (1625) che proibiva di rendere pubblico culto ad un servo di Dio non ancora ufficialmente beatificato da Roma. Il processo di beatificazione si svolse nel XVIII secolo, avendo come postulatrice della causa la Madre Maria Luisa di S. Giuseppe Schiantarelli del monastero di Roma, unica donna nella storia ad aver adempiuto questa funzione. Clemente XIII proclamò Angela beata il 30 aprile 1768. La conferma dei miracoli fu proclamata da Pio VI nel 1790, nella cappella delle Orsoline di Roma, dove Madre Maria Luisa era stata nuovamente postulatrice della causa di canonizzazione. Ma la cerimonia fu ritardata dalla Rivoluzione Francese, l'esilio e la morte di Pio VI a Valenza. Madre Maria Luisa morì prima di sentir proclamare Angela "Santa" da Pio VII, il 24 maggio 1807 in S. Pietro.


38 Nel 1861, un decreto di Pio IX estendeva alla Chiesa universale la festa di S. Angela, fissata al 31 maggio ed elevata alla seconda classe. Nel 1866, su suggerimento dell'abate RÏchaudeau, cappellano delle Orsoline di Blois, che seppe interessare tutte le Orsoline del mondo, fu eretta nella basilica di S. Pietro a Roma una monumentale statua di S. Angela in marmo di Carrara. In seguito alle riforme liturgiche dopo il Vaticano II, la festa di S. Angela per la Chiesa universale è soltanto una memoria facoltativa fissata al 27 gennaio, data della morte della santa.


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L'OPERA DI ANGELA Parlando di Angela "apostola nova", abbiamo visto quali erano state le sue "buone opere": pacificare, confortare, intercedere, consigliare, orientare verso il cielo, predicare a tutti la fede nel Dio Altissimo, senza darsi ad alcuna opera particolare nel campo dell'apostolato. La sua opera è la fondazione della Compagnia di S. Orsola. Fino a questi ultimi anni, la fisionomia della Compagnia, nella forma datale da S. Angela, era mal conosciuta a causa della scomparsa di numerosi documenti di base. Oggi siamo più attrezzati, perché parecchi di questi documenti sono stati ritrovati, a cominciare dal testo della prima Regola stampata, scoperta all'inizio degli anni 1930 da Madre Cecilia Lubienska,Orsolina polacca dell'UR. Questa e altre scoperte che seguirono, ci permettono ora di rispondere più chiaramente a certi interrogativi concernenti sia la fondazione - le sue motivazioni ed i suoi scopi - sia l'organizzazione della Compagnia primitiva.

I - LE RAGIONI DELLA FONDAZIONE Molti istituti religiosi sono stati fondati per rispondere a un bisogno pressante della società in una data epoca: congregazioni ospedaliere, o Fratelli delle Scuole Cristiane, Piccole Sorelle dei Poveri ... Diciamo subito che la Compagnia di S. Orsola non risponde ad alcun "bisogno sociale", strettamente parlando. Si tratta di una fondazione religiosa. La dimensione sociale esiste, chiara, originale, ma solo a titolo di conseguenza. Vedremo come si svilupperà secondo due linee principali: la promozione femminile e l'uguaglianza delle classi sociali. Ma vediamo prima di tutto qual era la situazione della donna e come Angela risponderà alla sfida lanciata dalla società.

1. La situazione della donna Nell' Italia del Rinascimento dalla civiltà lussuosa, raffinata e crudele ad un tempo, la donna è considerata in generale come una perpetua minorenne, una irresponsabile. Sottomessa alla tutela del padre o del marito, sposata o mandata in convento senza chiedere il suo parere, che abbia o no il desiderio di sposarsi, che abbia o non abbia la vocazione religiosa. "Minorenne" e perciò sottomessa, salvo alcune eccezioni dovute alla fortuna o al prestigio della famiglia, salvo pure, in modo relativo, per le vedove che godevano un po' più di libertà. In fondo alla scala sociale, la prostituzione costituiva un altro genere di schiavitù. Un Terz'Ordine come quello di S. Francesco era soltanto un modestissimo palliativo per l'aspetto negativo di questa situazione.


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Le classi sociali erano nettamente separate, anche all'interno monasteri, dove le serve dovevano rimanere sempre tali.

dei

Ricordiamo che, d'altronde, degli undici monasteri femminili di Brescia uno solo, quello di Santa Croce, meritava veramente questo nome.

2. La risposta di Angela Nacque da un'intuizione profetica. Angela sapeva che c'erano giovani che non volevano o non potevanc sposarsi o entrare in convento. Infatti, la giovane, povera e senza dote, eh: desiderava consacrarsi a Dio, non poteva farlo per mancanza di un istitutr atto a riceverla; quella che, per motivi familiari, doveva rimanere in cas: era costretta a rinunciare al suo desiderio di consacrazione; poi e' en quella che voleva la consacrazione, aveva la dote, ma non volev: chiudersi in convento ... Per queste, non c'era nulla nella Chiesa. Angel: colmerà questo vuoto; le sue figlie saranno pienamente consacrate pu: rimanendo nel mondo, per scelta, per dovere o per necessità. Nessuno I'h: spiegato meglio del Landini: "Sembra che la Divina Provvidenza abbia suscitato questa nobili vocazione per aiutare ed esaltare numerose vergini, ricche < povere, che, pur stimando la vita religiosa, non si sentono tuttavia, inclini a rinchiudersi con tanto rigore nel chiostro, né ; legarsi con voti, o che non possono ritirarsi in convento a causi della loro povertà o non lo vogliono per altri buoni motivi. Ess: non desiderano meno seguire l'Agnello dovunque vada e cantan il cantico nuovo, ed essere coronate, anch'esse, del diademi splendente dell'aureola". L'iniziativa era audace. Andando contro corrente, Angela si propone d rompere con il sistema codificato dall'uso, offrendo un'alternativa alla vite religiosa nel convento. Alternativa? Sì. - Perché si tratterà di seguire Cristo altrettanto radicalmente (e anche d più). - Perché questa consacrazione sarà vissuta nel proprio ambito di vita e d lavoro, benché la Regola non lo dica: la "vita nel mondo" non è un "punte di regola" come per gli Istituti secolari di oggi. C'è un altro modo di andare contro corrente: l'entrata nella Compagnia dovrà farsi "lietamente e liberamente". Infine, il governo istituito da Angela sarà nelle mani di donne cht: lavoreranno, passi l'anacronismo, collegialmente.

Conseguenze sul piano sociale C'è un punto sul quale Angela insiste: non si parla di costringere una giovane ad entrare nella Compagnia. E non si tratta neppure,per i genitori, di impedire alla figlia, entrata nella Compagnia con la loro autorizzazione, di


41 assolvere i doveri che si è assunta di buon grado. In quest'epoca, questa rivendicazione di un diritto alla libera scelta, per una giovane, costituisce una vera rivoluzione, una promozione della donna di fronte alla società. Ed è pure una promozione di fronte a se stessa, qualunque sia il suo ceto sociale: tutte le figlie di Angela sono "chiamate al grandissimo onore di essere spose del Figlio di Dio e in cielo gloriose regine". Se lo Sposo è Re, effettivamente, come non sarebbero regine? E la Regola stampata dirà anche: "tutte le grandi personalità del mondo, cioè imperatrici, regine, duchesse e simili, si rammaricheranno, per la loro maggior felicità e gloria, di non essere state vostre infime ancelle, perché stimeranno che la vostra condizione sia stata più meritevole e tanto più onorevole della loro"! E' in forza di questa "nuova dignità", comune a tutte, che le classi sociali, all'interno della Compagnia, sono senza importanza. Le nobili dame di Brescia scelte da Angela come "matrone" (bisogna familiarizzarsi con un certo lessico), si mettono al servizio delle giovani della Compagnia che sono spesso di famiglia povera e vegliano su di loro come sulle spose del Re del cielo. Chi è in alto serve, chi è in basso non si sente umiliato e si crea un'uguaglianza basata sul rispetto e sull'amore. Istituendo una forma di governo laico e femminile, Angela dichiara di fronte alla società la sua fiducia nella capacità della donna di discernere, di giudicare, di governarsi. Le sue figlie saranno sottomesse alla gerarchia, ma nessun ecclesiastico interverrà direttamente nel governo dell'istituzione. Una simile modernità non mancherà di essere criticata dopo la morte della fondatrice. Ora la promozione della donna di fronte alla società e di fronte a se stessa e l'uguaglianza di tutti i membri della Compagnia sono già una testimonianza evangelizzatrice. Infatti, la Compagnia nata da una intuizione specificamente religiosa, finisce per rispondere a un problema sociale molto vivo in quell'epoca e, facendo ciò, testimonia il Vangelo.

II-GLI SCOPI DELLA FONDAZIONE Abbiamo esaminato il "perché della Fondazione", ma "in vista di che cosa"? Leggiamo nel Prologo della Regola: 1. "Dio vi ha riunite per servire a sua divina Maestà" Dio "vi ha riunite" in vista di un "servizio" che non sarà altrimenti precisato; e, le prime figlie di Angela, si sono viste talvolta assimilate, senza precauzioni, alle vergini della Chiesa primitiva.


42 E' la mancanza di precauzioni che è grave! Agnese, Cecilia, Lucia e le altre erano in effetti consacrate a Dio nel mondo; ma ciascuna viveva individualmente la sua consacrazione. Le vergini di S. Orsola, invece, "sono state riunite"; formano una "compagnia" che ha strutture proprie destinate a favorire una vita fraterna e comunitaria intensa. Questa unione fraterna, questa "comunione" è uno degli scopi della Compagnia. 2. "Siete state scelte per essere le vere ed intatte spose del Figlio di Dio" La Compagnia esiste per formare vere ed intatte spose del Figlio di Dio. E' la ragione per la quale è stata fondata. Conseguenza: "Riconoscete quale importanza abbia tale scelta e quale insolita e mirabile dignità rivesta la scelta stessa". Seguiranno, nei capitoli della Regola, delle spiegazioni su "tutto ciò che implica tale scelta". Quali sono queste implicazioni? - impegno della verginità a vita; - radicalità nel modo di vivere i consigli evangelici (la Compagnia è molto più esigente di un Terz'Ordine); - vita di intimità con il Signore espressa in termini di sponsalità; - testimonianza di vita che sia una edificazione per il prossimo; - dimensione apostolica data alla preghiera e alla penitenza; - impegno per un solo tipo di "apostolato": far crescere il numero delle vergini della Compagnia diffondendo l'ideale della consacrazione. Nessun scopo sociale e neanche apostolico, in senso stretto; nessuna indicazione "di opere" da compiere.

III - IL PATROCINIO DI S. ORSOLA Perché questo patrocinio? Lasciando da parte la leggenda di una apparizione di S. Orsola ad Angela, chiediamoci quali hanno potuto essere le motivazioni di questa scelta. 1. Celebrità e popolarità

di Orsola e delle sue compagne

Il culto delle vergini martiri di Colonia risaliva al V secolo. Si era propagato in tutta Europa insieme alle leggende accumulate intorno a S. Orsola e alle sue undicimila compagne. Ma c'era una storia vera alla base delle leggende, quella di alcune giovani - erano forse undici - martirizzate a Colonia tra il III e il IV secolo. I loro nomi, il loro numero reale, le circostanze del loro martirio sono ignote. Poco importa: il martirio ci fu, questo è provato. Ed è possibile che una delle martiri si sia chiamata Orsola!


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2. Parentela spirituale tra Angela ed Orsola Angela ha potuto conoscere la leggendaria storia di Orsola solo attraverso le letture che suo padre le faceva da bambina e che, più tardi, sentì spiegare dai predicatori, trovando in essa delle caratteristiche che sentiva in armonia con le sue personali aspirazioni. Si può tentare di abbozzare, in parallelo, queste caratteristiche: - Orsola è figlia di re e fidanzata a un figlio di re

- Le vergini, spose del Figlio di Dio, sono destinate ad essere gloriose regine nel cielo.

-L'audacia di Orsola che affronta il mare e i pericoli.

- L'audacia di Angela che si avventura in una spedizione marittima e sfida gli elementi.

-Il pellegrinaggio di Orsola a Roma

- Il pellegrinaggio di Angela a Roma che manifesta il suo senso ecclesiale.

Orsola riunisce attorno a sé un gran numero di vergini per farle spose di Cristo.

- Angela fa la stessa cosa.

- Orsola esorta le sue compagne al "cor unum et anima una".

- Angela fa lo stesso.

- Orsola guida "la sua armata" al martirio.

- Angela fonda la sua "compagnia".

- Dopo il martirio, c'è l'esultanza e la corona.

- "Nel cielo è preparata per tutte e per ciascuna una corona di gioia e di allegrezza".

Angela ha scelto S. Orsola in omaggio a questa "armata di vergini" intrepide, che avevano saputo lottare fino alla morte in difesa della loro verginità e della loro fede.

IV- L'ORGANIZZAZIONE

DELLA COMPAGNIA

1. Carattere generale Abbiamo già detto che il governo della Compagnia è laico e femminile. a) E' un governo laico. Angela è terziaria francescana; il suo confessore è un canonico lateranense; è stimata dal clero. Ma non introduce nel governo della Compagnia alcun religioso od ecclesiastico.


44 - Un religioso? La Compagnia rischierebbe di diventare prima o poi un nuovo Terz'Ordine, cosa che non corrisponde del tutto al concetto che Angela si fa della sua Compagnia. - Un sacerdote? Rischierebbe di provocare gelosie e rivalità (tra parroci, per esempio). C'è un "padre spirituale comune", ma ha solo questa competenza spirituale. b) E' un governo femminile. Nella Regola sono menzionati "quattro uomini"; ma la loro funzione si limita a quella di agenti per gli affari materiali, non "governano". Il governo è femminile, ma eterogeneo. (Ricordiamo ciò che abbiamo detto circa la condizione della donna e che molte delle prime "giovinette" erano serve analfabete). Angela prevede, per la sua Fondazione, due tipi di "Superiore": le" colonnelle", dirette responsabili della cura spirituale delle vergini, membri della Compagnia; e delle nobili vedove di Brescia, le "matrone", che non fanno parte della Compagnia.

2. Il governo della Compagnia E' importante studiarlo, perché la sua struttura si evolverà nel tempo in funzione delle circostanze. Qui prenderemo in considerazione i cambiamenti che avvengono, quando Angela è ancora viva, e che conservano al governo i suoi caratteri essenziali. Tuttavia questo periodo conosce tre tappe di evoluzione. La prima è fissata nella Regola; la seconda avviene nel 1537; la terza tra il 1537 ed il 1540, anno della morte di Angela. a) Nella Regola. Secondo la Regola, il governo comprende: - 4 vergini, scelte tra le più capaci che hanno doppia autorità: - quella di superiore immediate delle vergini; - quella di formatrici. - 4 vedove, dette "matrone" ("Madonna" in italiano); giovani donne della nobiltà bresciana, hanno soprattutto una carica amministrativa e di rappresentanza sociale; saranno "come madri" per le vergini della Compagnia. - 4 uomini, maturi ed irreprensibili; sono incaricati di difendere gli interessi della Compagnia in caso di necessità, di aiutare con i loro consigli, se c'è bisogno, il "collegio" delle vergini e delle matrone. Facciamo due sottolineature: - Si tratta veramente di un "collegio"; non è menzionata né prevista alcuna "Superiora generale". - L'ordine dell'enumerazione non è neutro; prima vengono le vergini; seguono le matrone e gli uomini arrivano per ultimi. b) Nel 1537. Le circostanze, come si è visto, evidenziano una lacuna giuridica:non esiste rappresentante legale abilitata a ricevere, in nome della


45 Compagnia, un legato di Gerolamo Patengola. Si procede quindi ad una elezione giuridicamente valida. Angela è eletta "Madre, maestra e tesoriera" a vita: è il 18 marzo 1537. Così nella pratica si introduce la carica di "Madre principale" senza ritenere di doverla introdurre nella Regola; e si evince che queste attribuzioni siano rimaste abbastanza vaghe. Anche le vergini e le matrone del governo sono elette in questo 18 marzo 1537. L'elezione degli uomini, invece, è rimandata a più tardi. Nota:

è previsto (secondo il processo verbale) che alla morte della fondatrice si eleggerà una vergine per succederle. In realtà, Angela stessa sceglierà a succederle la contessa Lucrezia Ladrone, una delle matrone. Ne vedremo più tardi la possibile ragione. e) Tra il 1537 e il 1540. L'aumento del numero delle vergini porta Angela a modificare un po' l'organizzazione primitiva (sappiamo dal Cozzano che tale modifica è dovuta alla fondatrice stessa).

La Compagnia è divisa in settori - i "colonnellati" - e il governo si articola nel modo seguente: - Le "colonnelle" sono vergini della Compagnia. Ogni colonnella è Superiora immediata di un colonnellato; conserva le sue funzioni di formatrice e i suoi compiti sono indicati nella Regola e nei Ricordi. (Ci sono solo due esempi di "colonnelle-vedove", senza dubbio per mancanza di vergini aventi le qualità richieste). - Le "matrone", vedove, conservano la loro carica di tipo amministrativo e rappresentativo; esercitano la loro responsabilità sull'intera Compagnia (cfr. fine del V Legato). Per ben adempiere il loro compito, le matrone hanno il Testamento che Angela lascia loro prima della sua morte. - Gli uomini vedono il loro compito raddoppiato come "agenti" e "protettori".

- Il governo resta collegiale, femminile e l'ordine gerarchico è: vergini, vedove, uomini. - Le matrone, che partecipano al governo, non votano, ad eccezione dei consigli di governo, poiché non sono membri della Compagnia. Queste note sono importanti perché si vedrà più tardi il governo diventare individuale e la gerarchia rovesciata; e comparirà anche il "padre generale" ...


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V - CONCLUSIONE Riassumiamo La Compagnia di S. Orsola, come Angela l'ha concepita, non è un Terz'Ordine, perchè vi si vivono i consigli evangelici in modo radicale. Non è ciò che si chiama oggi un Istituto secolare, perché: * i suoi membri vivono apertamente la loro consacrazione, * la "vita nel mondo" non è un obbligo di regola; i membri della Compagnia non devono essere "lievito nella pasta" - anche se di fatto lo saranno. - Non è una congregazione religiosa, perché le vergini non fanno i tre voti di religione; è tanto se talvolta, e solo a titolo privato, qualcuna ha fatto il voto di castità. E' una creazione assolutamente originale del genio di Angela, una creazione che risponde a un bisogno religioso del suo tempo. Angela ha inventato una nuova forma di vita consacrata per la sua epoca. Le circostanze cambieranno; e Angela prevede che ci potrebbe essere la necessità di cambiare anche certe disposizioni. Allora che lo si faccia "con prudenza e buon consiglio" ... Questa flessibilità permetterà allo spirito di Angela di vivere in famiglie religiose con strutture diverse, nessuna delle quali, oggi, riproduce esattamente la fisionomia della Compagnia primitiva.

*** LA SPIRITUALITA' DI ANGELA La spiritualità di Angela è interamente segnata dalla mistica della consacrazione verginale al Cristo Sposo '. In effetti, se Gesù Cristo è per lei il "Re dei re", il "Signore dei signori", "l'immortale Figlio del Dio eterno", è soprattutto 1' "Amatore", e colui che ama tutte le sue figlie di un amore di predilezione (cfr. 5°R e 4°L). Angela non cessa di ripetere loro che "sono state scelte per essere le vere ed intatte spose del Figlio di Dio" (Prol.R). La vocazione alla verginità consacrata è interamente in questa chiamata gratuita di Dio e nella risposta di un cuore indiviso: "Che abbiano Gesù Cristo per unico tesoro" (5° A). Per Angela, la perfezione sta soltanto nell'unione di amore a Gesù Cristo. Questo ideale può sembrare, a prima vista, puramente contemplativo. Non lo è affatto, perché lo zelo apostolico è il frutto naturale e spontaneo di questa unione d'amore. La Compagnia di S. Orsola non è "ordinata"

2 Molti esitano oggi davanti a queste espressioni. Sembra tuttavia necessario conservarle, per fedeltà a S. Angela e alla tradizione della Chiesa. Si tratta evidentemente ed unicamente del dono totale di sé, della consacrazione dell'intero essere al Signore Gesù, di ciò che M.Judith Mietzelfeld osu chiamava "la nostra consacrazione sponsale a Dio nell'Uomo Gesù" (Circ, 205)


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all'apostolato, ma la vergine di S. Orsola, che ha preso a cuore gli interessi dello Sposo divino, non può non essere apostola.

I -LA CONSACRAZIONE

VERGINALE AL CRISTO

SPOSO 1. Sgorga dalla scelta di Dio E' ciò che Angela ama ricordare: - Nella Regola Pr.: "Siete state scelte per essere vere ed intatte spose del Figlio di Dio". "Siamo chiamate a tal gloria di vita, da essere spose del Figliolo di Dio". X:

Angela chiede alla vergine consacrata "che non faccia nulla che sia indegno delle spose dell'Altissimo".

XII:

Le sorelle anziane devono essere soccorse "come vere spose di Gesù". "Quando una sorella sarà morta, tutte le altre ( ... ) pregheranno perché ( ... ) il nostro dolce e benigno Sposo Gesù Cristo si degni di condurla alla gloria celeste con le altre vergini, incoronata di quell'aurea e trionfale corona verginale".

- Nei Ricordi e nel Testamento. Angela ritorna sul tema, perché i membri del governo abbiano una coscienza chiara della dignità delle vergini. Pr. A:

Potrete "aspettare la grande rimunerazione che Dio vi ha preparato ( ... ) se vi sforzerete ( ... ) di essere fedeli e sollecite verso le sue spose, che sono state affidate alla vostra custodia".

Pr. L:

"Dio si è degnato di farvi madri di tante vergini ed ha affidato nelle vostre mani le stesse sue spose".

4° L:

"Dovete essere ardentemente desiderose nel porre ogni studio ed ogni cura nel far sì che le vostre figlioline siano adornate di ogni virtù ( ... ) per poter quanto più è possibile piacere a Gesù Cristo, loro Sposo." Esse sono "le spose dell'immortale Figlio dell'eterno Iddio (...), le spose del Re dei Re, del Signore dei signori".

2. Implica come conseguenza: a) Azione di grazie. gioia e fiducia. Questa donazione totale di sé, che rende la figlia di Angela sposa del Cristo, è per lei sorgente di azione di grazie, di gioia, di fiducia, ed anche di umile fierezza ed entusiasmo. - "Essendo voi state scelte ad essere vere ed intatte spose del Figliolo di Dio, vi esorto, o piuttosto vi supplico, a voler in primo luogo


48 riconoscere quale importanza abbia tale scelta e quale insolita e mirabile dignità rivesta la scelta stessa". (Pr. R) - "Siamo chiamate a tal gloria di vita, da essere spose del Figliolo di Dio e in cielo gloriose Regine". (Ibid.) - "( ... ) trascorreremo questa nostra brevissima vita così consolatamente, che ogni nostro dolore, ogni nostra tristezza si volgerà in gaudio ed allegrezza, e scopriremo che le strade spinose, erte e sassose si renderanno a noi fiorite, piane, gioconde e coperte di preziosissimi tesori". (Ibid.) E questa gioia, a dispetto delle difficoltà e delle prove, deve accompagnare la vergine di S. Orsola - come del resto ogni Orsolina - fino alla sua entrata "nella gloria celeste". Gli stessi accenti di letizia, di fiducia, di fierezza si ritrovano nei Ricordi e nel Testamento. Accostiamoci ai Ricordi: - "Egli vi aiuterà in ogni cosa ... Vedrete meraviglie" (Pr.) "Invitatele a desiderare le allegrezze e i beni celesti, a desiderare ardentemente le festose ed inaudite allegrezze del cielo, i trionfi beati ed eterni" (5° R) - "Comunicherete loro questa buona nuova che io annuncio loro da parte di Gesù Cristo e della Madonna: quanto esse abbiano a giubilare e far festa perché in cielo a tutte, una per una, è approntata una nuova corona di gloria e di allegrezza" (ibid.) - "Rallegratevi, chè, senza dubbio, quel che vi dico sarà così" (Angela ha appena finito di dire: "Sarò sempre in mezzo a voi, in aiuto alle vostre orazioni") (Ult. R). b) Imitazione dello Sposo per amore La consacrazione totale a Dio, sorgente di gioia, è anche principio di generosità. L'amore obbliga, ancor più della nobiltà! L'imitazione del Cristo, per amore, è, per la vergine consacrata, il suo primo dovere di sposa, il suo primo bisogno, e, per così dire, il suo primo "istinto", poiché l'amore vuole la somiglianza con l'essere amato. Così, quando S. Angela esorta: "Sforzatevi di vivere come si richiede alle vere spose del Salvatore" (Pr. R), vuol certo significare la conformità con la vita di Gesù, e di Gesù Salvatore. Di qui l'accento che pone sulla penitenza e sul modo radicale di vivere i consigli evangelici. - Penitenza: "Digiuneranno ( ... ) sull'esempio di tutta la vita di Cristo" (E bisogna vedere il numero di digiuni indicati dalla Regola!). - Obbedienza: Obbediranno come Gesù "che ha detto: Non sono venuto per fare la mia volontà, ma quella del Padre che mi ha mandato" (RIX); impareranno da "Nostro Signore che, nel tempo che stette in questo mondo, vi stette come servo, e ubbidì al Padre Eterno fino alla morte" (1° R); le matrone devono imitare Gesù Cristo che ha detto: "Imparate da me che sono mansueto e umile di cuore" (3° L).


49 -

Verginità: "Ciascuna voglia conservare la santa verginità, non già di ciò facendo voto per umana esortazione, ma volontariamente, facendo sacrificio a Dio del proprio cuore" (R X). - Povertà: "Esortiamo ciascuna ad abbracciare la povertà,.. la vera povertà di spirito, per la quale l'uomo spoglia il cuore da ogni affetto e speranza di cose create, transitorie, e di se stesso, e in Dio ha ogni suo bene... Ognuna si sforzi di spogliarsi di tutto e porre ogni suo bene, amore e diletto, non negli averi,. .. non in se stessa e in alcuna sua propria dote e nel sapere, ma in Dio solo ( ... ) il quale non vuole se non il solo bene e la felicità vostri" (R XI). e) Intimità con Cristo Sposo. L'amore non esige soltanto la somiglianza con l'essere amato; ha sete di intimità con Lui. L'Orsolina si sforzerà quindi di vivere il suo amore in una unione intima con il Cristo, unione assicurata e mantenuta dalla preghiera e che si traduce in una vita totalmente soprannaturale, nella quale "non si vede che Gesù solo", e in Lui tutte le creature. Preghiera: Tutti i testimoni assicurano che Angela è stata una grande orante. Preghiera di umile adorazione davanti a "Sua divina Maestà". Preghiera d'esultanza davanti alla scelta che Dio ha fatto di lei "nonostante la sua indegnità". Preghiera che sembra essere stata costante, poiché ella fa scrivere al cap. VI della Regola che "è necessario pregare incessantemente con lo spirito e la mente". Tuttavia, il mistero profondo della preghiera di Angela ci è stato svelato solo parzialmente. La formula che inserisce nella Regola lascia intravedere la limpidezza della sua anima mistica. Vi implora la luce divina che dissiperà "le tenebre del suo cuore"; chiede la grazia della fedeltà, quella della forza, quella del perdono per i propri peccati, per quelli dei parenti ed amici e "quelli del mondo intero". Si umilia della sua miseria, dei suoi "smarrimenti"; supplica il Signore di aver pietà di lei e di "donarle i tempi di far penitenza... dopo aver tanto tardato a mettersi al servizio della Divina Maestà". Si offre totalmente al suo Signore, sua "sola vita ed unica speranza", supplicandolo: "Perciò, Signor mio, unica mia vita e speranza, ti prego di degnarti di ricevere questo mio vilissimo ed immondo cuore, e di togliere da questo ogni suo cattivo affetto e passione, abbruciandoli nella ardente fornace del tuo divino amore". Questa preghiera contemplativa, espressione concreta dell'amore che unisce la sposa allo Sposo, sa anche farsi preghiera di umile domanda. Angela raccomanda alle colonnelle di "pregare Dio di illuminarle, di dirigerle, di insegnar loro ciò che dovranno fare per amor suo". E ripete alle matrone: "Che sempre la principal risorsa vostra sia di unirvi insieme ai piedi di Gesù Cristo; là, con tutte le vostre figliole, fare caldissime orazioni. Così, senza dubbio, Gesù Cristo sarà in mezzo a voi, e vi illuminerà ed ammaestrerà, come vero e buon Maestro, su ciò che avrete da fare". (Pr. R.- Ult. L)


50 Vita soprannaturale: Lasciarsi illuminare, guidare, istruire da Gesù Cristo, è condurre una vita soprannaturale, è essere docili allo Spirito. E Angela sottolinea l'importanza di questa docilità al capitolo dell' obbedienza: "Soprattutto, bisogna obbedire ai consigli e all'ispirazione, che di continuo ci detta nel cuore lo Spirito Santo, la cui voce tanto più chiaramente udiremo, quanto più purificata e monda avremo la coscienza". (R IX) Ella stessa, Angela, si è lasciata sempre "fare" dallo Spirito, a tal punto che poteva affermare che la Compagnia di S. Orsola non era opera sua, ma unicamente opera di Dio. Da qui la sua assicurazione: "Tenete per certo che questa Regola è stata legittimamente piantata dalla sua santa mano e che non abbandonerà mai questa Compagnia fin che il mondo durerà. Poiché se è Lui che principalmente l'ha piantata, chi potrà sradicarla?" (Ult. L) E osa aggiungere: "so ciò che dico". d) Vigilanza per lo Sposo. La sposa di Cristo veglia a non fare nulla "che sia indegno" di questo titolo. Attinge forza e soccorso nella sua vita di preghiera, certo; ma usa anche tutti i mezzi a sua disposizione per "fare onore a Gesù Cristo". S. Angela lascia le sue figlie nel mondo, ma le circonda di una vera clausura morale, estremamente stretta, e non risparmia loro i consigli appropriati. Sapendosi poste "quaggiù in mezzo ad inganni e pericoli", saranno vigilanti e si ricorderanno che "il demonio, nostro avversario, mai dorme e mai riposa, ma sempre ... scruta e ricerca come divorare ... "(R.Pr.) Lo combatteranno, dunque, come Giuditta ha combattuto e vinto Oloferne. Segue una serie di note di cose da non fare, richiami che Angela distribuisce nei diversi capitoli della Regola: III. Nessuna ricerca nei vestiti, nelle vanità che possono macchiare la coscienza o che siano contrarie alla verginale modestia. IV. Non cattive compagnie, non nozze .. balli, spettacoli mondani; non indugiare nelle strade, ecc. V. Nessuna indulgenza verso la sensualità ... da qui i digiuni. Alle colonnelle e alle matrone, Angela raccomanda la stessa vigilanza: "Siate sollecite e vigilantissime al modo di tante solerti pastorelle, sopra questo celeste gregge a voi affidato" (XL}. Così, grazie all'austerità della loro vita, alla vigilanza delle superiore, le vergini potranno vivere in tutta sicurezza e fiducia in mezzo ai pericoli di questo "mondo corrotto" - quello del XVI secolo.


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Possono così riassumersi: - Lo zelo apostolico: venga il tuo regno! - L'unione fraterna: che tutti siano UNO! - L'amore della Chiesa: Corpo di Cristo, Sposa di Cristo.

a) La sua sorgente. S. Angela, "apostola nova dei tempi nostri", era una grande contemplativa. Qui sta la fonte del suo zelo. Passava lunghe ore in preghiera e la sua unione con Dio nella preghiera la portava ad una ardente supplica apostolica. La luce che contemplava sulla "lucidissima faccia" del Signore e che la colmava di gioia, che la "saziava", avrebbe voluto comunicarla a "tutti coloro che non si curano di essere partecipi della Tua santissima Passione". L'offerta di tutto il suo essere e di tutta la sua vita è volta al servizio di Dio e alla salvezza del mondo intero. La sposa di Cristo, infatti, è spinta a farlo conoscere ed amare: "Signore, mi duole e mi si spezza il cuore per quelle meschine creature che, come cieche, non ti conoscono ... Per questo, s'io lo potessi, volentieri spargerei il mio sangue, purché fosse bastevole ad aprire la cecità delle loro menti" (R. VI) b) La sua espressione. Vediamola nella vita di Angela e nei suoi scritti.

* Vita.

Ricordiamolo: questa apostola nuova non esercitava un apostolato organizzato, istituzionalizzato. Secondo le circostanze ed i bisogni che le si presentavano, donava Dio alle anime, dedicandosi al bene di tutti. Durante i suoi ultimi anni, diede il meglio di se stessa alla formazione delle sue figlie. Ma a chiunque si presentasse a lei, "predicava la fede nel Dio Altissimo"; e, secondo la testimonianza di Cozzano, "le sue parole erano ardenti, potenti e dolci, e pronunciate con un tale vigore di grazia che ciascuno era costretto a dire: Dio è qui."

*

Scritti. Abbiamo visto che cos'era la preghiera apostolica di Angela, preghiera che raccomanda di recitare ogni giorno. Ma è anche importante notare la dimensione apostolica che attribuisce alla penitenza, ai digiuni in particolare:

+ I 40 giorni che seguono l'epifania: "( ... ) ma anche per impetrare dinnanzi al trono della divina Altezza la misericordia per tante dissolutezze, che in siffatti tempi son commesse dai cristiani, come è palesemente manifesto a tutti." + I tre giorni delle Rogazioni: " ... per impetrare il divino aiuto per il popolo cristiano". + I giorni che seguono l'Ascensione: "(...) sollecitando con la preghiera la grande promessa fatta da Gesù Cristo ( ... ).


52 Notiamo infine la raccomandazione importante: "Sforzatevi di agire per il solo amore di Dio e il solo zelo della salvezza delle anime" (I L). Per Angela, amore di Dio e zelo delle anime sono, per così dire, una sola ed unica cosa. Concludiamo con un testo di Cozzano, che parlando della vita della Compagnia e dei suoi membri, aggiunge: "così era la fondatrice"; ma avrebbe dovuto dire innanzi tutto che ciò era vero soprattutto della fondatrice: "Una vita attiva, ma tale che lo spirito abita in cielo ( ... ), una vita contemplativa nell'attività e una attiva, nella contemplativa ( .... ) un'altezza di contemplazione che non impedisce le occupazioni e occupazioni che non impediscono di gustare i beni celesti... Così gli Apostoli, così la vita di questa Compagnia". L'integrazione è completa. 2. L'unione fraterna Angela sembra essere stata colpita in profondità dalla preghiera di Gesù: "Padre, che tutti siano uno"; ha, per parlare dell'unione fraterna, accenti che ricordano quelli del quarto vangelo. Ma dobbiamo sottolineare un altro aspetto proprio di Angela. Uno degli aspetti più caratteristici del suo carisma, difatti, è la coscienza che ella ha della sua maternità spirituale nei confronti delle sue "Figlie e sorelle carissime nel Sangue di Gesù Cristo" (1° R), che l'ha scelta "per essere, viva e morta, madre di sì nobile Compagnia". Per Angela, la Compagnia è il luogo privilegiato in cui le vergini imparano a diventare, insieme e sempre di più e meglio, le spose del Figlio di Dio. Questo "insieme" suppone una fortissima unione fraterna. Il bene dell'unione è l'oggetto delle più insistenti raccomandazioni della Madre alle superiore e alle loro figlie, con una forte sottolineatura delle virtù della vita fraterna: umiltà, rispetto, dolcezza, pazienza, e, per riassumere tutto, "piacevolezza". Vediamo, dunque, come Angela parla dell'unione e della concordia nella sua Regola, nei Ricordi, nel Testamento. - -REGOLA. E' rilevante il fatto che il cap. X, consacrato alla verginità, insista molto più sulla carità che sulla castità. Ma la verginità va molto più lontano della castità perchè il dono totale di sé a Dio trova una delle sue più autentiche espressioni nella carità. "Sicché, soprattutto, si conservi puro il cuore, e la coscienza monda da ogni cattivo pensiero, da ogni ombra di invidia, di malevolenza, di discordia, di cattivo sospetto e da ogni altro cattivo desiderio o volontà ( ... ) ma che sia lieta, e sempre piena di carità, di fede e di speranza in Dio".


53 Al cap. XII, sul governo, Angela mostra come ella concepisca l'esercizio dell'autorità come servizio d'amore, destinato a mantenere i membri della Compagnia tutti "uniti con il legame della carità". - RICORDI. Sono rivolti alle vergini-colonnelle, superiore e formatrici. Una delle loro principali preoccupazioni sarà quella di mantenere l'unione e la concordia tra tutte le loro figlie. Bisogna citare qui il 9° Ricordo, che riassume tutto il pensiero, tutto il desiderio di Angela a questo proposito. "L'ultima parola mia, che vi dico, e con la quale perfino col mio sangue vi prego, è che siate concordi, unite insieme tutte di un solo cuore e di un solo volere. Siate legate l'una all'altra col legame della carità( ... ). Considerate dunque quanto è importante tale unione e tale concordia, sicché desideratela, cercatela, fatela vostra, conservatela con tutte le vostre forze. E vi dico, infatti, che se starete voi tutte così insieme unite di cuore, sarete come una fortissima rocca, o come una torre inespugnabile contro tutte le avversità, le persecuzioni e gli inganni del diavolo. Ed ancora vi do la certezza che ogni grazia che voi domanderete a Dio vi sarà concessa senza fallo. Ed io sempre sarò in mezzo a voi, in aiuto alle vostre orazioni". - TESTAMENTO. Alle matrone Angela lancia lo stesso pressante appello all'unione. Dal X legato: "... e specialmente abbiate cura che esse siano unite e concordi di volere, come si legge degli Apostoli, e di altri cristiani della Chiesa primitiva: un sol cuore era di tutti loro. Anche voi sforzatevi di essere così con tutte le figlioline vostre, perché quanto più sarete unite, tanto più Gesù Cristo sarà in mezzo a voi a guisa di padre e di buon pastore. Né altro segno vi sarà che si sia in grazia del Signore, che l'amarsi ed essere unite insieme". Possiamo concludere: Angela ha voluto che i membri della sua Compagnia, che vivono dispersi nella città, siano unite con un legame molto forte di carità. Si preoccupa, del resto, che siano sostenute e fortificate da incontri regolari. Si può dire che Angela è stata tormentata dalla preoccupazione dell'unità. 3. L'amore della Chiesa Angela aveva vent'anni quando Rodrigo Borgia divenne Papa con il nome di Alessandro VI... Il suo amore e la sua fedeltà verso la Chiesa sono lucidi e forti. Sa a che punto il volto della Sposa santa e senza macchia è sfigurato. Ma comanda alle sue figlie di obbedirgli; aggiunge tuttavia: "Pregate e fate pregare, affinché Dio non abbandoni la sua Chiesa, ma la voglia riformare come a Lui piace e come a Lui pare essere meglio per noi, e a maggior onore e gloria suoi". (7° R)


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LA "PEDAGOGIA" DI ANGELA La spiritualità della consacrazione orsolina e le norme per viverla bene fanno l'oggetto della Regola di Angela. La spiritualità e le norme del governo sono da ricercare soprattutto nei due scritti lasciati alle superiore, i Ricordi e il Testamento. Colonnelle e matrone si erano viste messe a capo della Compagnia senza aver ricevuto formazione preliminare a tale funzione. Angela, perciò, spiega loro come debbano comportarsi nel ruolo di cui si trovano investite. Tutte le raccomandazioni della Fondatrice, tutti i Ricordi e i consigli hanno un solo fine: aiutare a formare "vere ed intatte spose del Figlio di Dio". Ma Angela non sogna e la sua spiritualità non è disincarnata. Ricordi e Testamento sono così ricchi di esperienza - e di una esperienza concreta - , così pieni di sapienza, di buon senso e di equilibrio, che sono stati spesso considerati piccoli trattati di pedagogia ad uso delle educatrici, ma non lo sono. Tuttavia, è sufficiente sostituire nei testi le espressioni "spose di Cristo", "vergini" con "figli", "alunni", perché madri di famiglia ed insegnanti possano trovarvi un buon numero di principi educativi atti ad aiutarli nel loro compito. In questo senso, e soltanto in questo senso, possiamo parlare di una "pedagogia mericiana"; ed ogni educatore può trarne profitto.

I-

IL PRINCIPIO DI BASE: IL SENSO DELLA MATERNITA'

1. La maternità di Angela Prorompe sia dalla sua vita sia dai suoi scritti. -

Per i suoi contemporanei, ella è stata "la Madre", la "Madre Suor Angela". Francesco Sforza la supplica di adottarlo come "figlio spirituale". Ma è stata soprattutto veramente madre per i membri della Compagnia, per le sue "giovinette".

-

E Angela ha una coscienza acuta di questa maternità, al punto da conferirle, se così si può dire, un carattere indelebile. Ci vuole molta audacia e fede per osare dire: "Gesù Cristo, nella sua bontà immensa, mi ha scelta per essere, viva e morta, madre di sì nobile Compagnia" (3° R). La missione materna, che ha assolto con tanta sollecitudine durante la sua vita, Angela continua e continuerà ad assolverla, finché il mondo durerà, presso le Orsoline, sue figlie. Dice infatti:

- "Sappiate che ora son più viva di quando non lo fossi quando ero in vita... ed ora più voglio e posso aiutarvi e farvi del bene in ogni modo" (Pr. R)


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- "Direte loro ancora che ora son più viva di quando mi vedevano corporalmente; che ora le vedo e le conosco di più, e più le posso e le voglio aiutare, e che son continuamente tra loro con l'Amatore mio, anzi nostro, e di tutte noi" (5° R). - "Io sarò sempre in mezzo a voi, in aiuto alle vostre orazioni"

(Ult.R).

Infine, ci promette la sua assistenza speciale al momento della morte; ci attende in cielo, il cielo verso il quale vuole che noi dirigiamo la nostra speranza. (5° R)

2. La maternità delle superiore - delle educatrici Presente tra noi, ma invisibile, S. Angela delega la sua maternità alle superiore "che ci lascia in vece sua" (3°). Perché nella Compagnia, che è una famiglia, il governo è concepito essenzialmente come "materno". "Siete riconosciute degne di essere vere e cordiali madri di sì nobile famiglia, a voi affidata, affinché ne abbiate quella cura e quella custodia che avreste, se fossero nate dallo stesso corpo vostro, e maggion ancora'' (Pr. L). Le Superiore sono, pertanto, vere madri spirituali. Da questo principio fondamentale vengono diverse regole.

II-LE REGOLE D'APPLICAZIONE Sono dettate dall' evidenza: se sono madri spirituali, le superiore devono avere le qualità delle madri. Un governo menciano, una pedagogia menciana hanno precisamente queste qualità come fondamento:

1. Stima. Superiore ed educatrici devono stimare le loro figlie, rispettarle nella loro dignità umana, e considerare umilmente che è un grande onore, per loro, "servirle": "Non reputatevi degne di essere superiore e colonnelle, anzi, ritenetevi quali assistenti e serve, nella considerazione che avete maggior bisogno voi di servire a loro di quanto esse non abbiano bisogno di venir servite da voi, o governate" (I 0 R). " ... dovete anche considerare in che misura le dovete stimare, poiché quanto più le stimerete, tanto più le amerete; e quanto più le amerete, tanto maggior impegno e vigilanza eserciterete su loro" (Pr. R).

2. Amore. Di fatto, non c'è formazione né educazione senza amore; e qui si tratta di un amore personale e personalizzato: " Amate tutte le vostre figlioline nella stessa misura, né vogliate considerar più l'una che l'altra; perché tutte sono creature di Dio" (8° R)


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- "Vi supplico che vogliate tener conto, ed avere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliole, ad una ad una, non solamente i loro nomi, ma ancora la condizione, la natura, ed ogni stato ed essere loro. Il che non vi sarà cosa difficile, se le abbraccerete con viva carità. Infatti, si osserva nelle madri carnali che, se avessero mille figli e figlie li avrebbero tutti totalmente presenti nell'animo, ad uno ad uno, perché così opera il vero amore" (II L). 3. Dolcezza e bontà. Angela non vuole attitudini autoritarie: - "Siate affabili ed umane con le vostre figlioline ( ... ) Infatti, otterrete più con testimonianze di affetto e con l'affabilità che con l'acerbità e gli aspri rimproveri" (2° R). - "Sforzatevi di attirarle con amore e con la mano soave e dolce, e non imperiosamente, né con asprezza, ma vogliate essere piacevoli in tutto ... Anche voi vi dovete sforzare di fare ed usare ogni possibile piacevolezza. E, soprattutto, guardatevi dal voler che gli altri facciano per forza, perché Iddio ha dato il libero arbitrio a ciascuno e non vuol far forza a nessuno; ma soltanto dimostra, invita e consiglia ( ... ) (III L). 4. Fermezza. E tuttavia bontà non è sinonimo di debolezza. Talvolta è necessario riprendere e correggere. Allora lo si faccia per il bene dell'interessata e per quello degli altri, ma sempre con discrezione, discernimento e carità: - "La carità, la quale indirizza ogni cosa all'onor di Dio ed all'utilità delle anime, ben insegna tale discrezione, e muove il cuore ad essere, a luogo e a tempo, ora affabili, ora aspre, o poco o molto, secondo la necessità" (2° R). -

“Voi fate in ogni caso il vostro dovere, correggendo con amore e con carità se le vedrete cadere in qualche errore per effetto di qualche fragilità umana, e così non cesserete di potare la vite che vi è affidata”; (8° R).

-

"Non dico, però, che talvolta non si debba usare qualche richiamo, e qualche asprezza, a luogo e a tempo, secondo l'importanza, la condizione ed il bisogno delle persone; ma dobbiamo agire soltanto per la carità ed il solo zelo delle anime" (III L)

5. Esempio. Si educa più con l'esempio che con le parole. S. Angela vuole che le superiore siano le prime a fare ciò che esigono dalle altre. Le invita ad essere come specchi per le figlie: - "Voi dovete vivere e comportarvi in tal modo che le vostre figlioline si specchino in voi. E quel che voi volete che facciano, fatelo voi prima. In qual modo voi potrete riprenderle, od ammonirle di qualche errore, se questo sarà anche in voi? Ovvero, richiamarle ed indurle a qualche virtù,


57 che voi prima non abbiate, o almeno, che voi non cominciate ad esercitare insieme a loro?" (6° R). 6. Santa ambizione. La superiora, l'educatrice deve essere esigente, ragionevolmente, perché le figlie sono chiamate alla santità. Sa che il suo ruolo è quello di formare personalità di valore; ed è per questo che Angela avverte: - "Dovete essere ardentemente desiderose nel porre ogni studio ed ogni cura nel far sì che le vostre figlioline siano adornate di ogni virtù e di ogni reale e bel costume, per poter quanto più piacere a Gesù Cristo, loro Sposo ... Si vedono le madri carnali porre tanta cura e sforzo nell'acconciare, nell'adornare e nell'abbellire in tante varie fogge le loro figliole, affinché esse possano piacere ai loro sposi ... "(IV L) Bisognerebbe qui trascrivere tutto il 5° Ricordo, il cui punto culminante è come un'eco del comandamento di Gesù: "Siate perfetti ... ": "Che facciano onore a Gesù Cristo, al quale hanno promesso la loro verginità e se stesse" (5° R). 7. Coraggio. Il compito può essere difficile, monotono. Non bisogna lasciarsi abbattere. Da questo punto di vista, è interessante constatare la frequenza dell'espressione "Sforzatevi" o dei sinonimi: - "Fate, muovetevi, credete, sforzatevi, sperate, gridate a Lui col cuor vostro: e senza dubbio vedrete cose mirabili indirizzando tutto a lode e gloria della sua Maestà e a vantaggio delle anime" (Pr. R). - " ... e porre ogni studio, e ogni forza nel far il vostro dovere. Perciò, vi è necessario fare l'integrale e stabile deliberazione di sottomettervi del tutto alla sua volontà e, con una viva e salda fede, ottenere da lui ciò che dovete operare per amore suo. E in questo perseverare costantemente, fino alla fine, qualunque cosa accada" (Pr. L). Siamo a mille miglia dal quietismo passivo! 8. Vigilanza. "E' meglio prevenire, che guarire", dice il proverbio. Le responsabili devono essere attente ai pericoli che possono minacciare le "giovinette": pericoli che vengono dalla corruzione del mondo o dalle ideologie sbagliate (E questo vale anche oggi, non solo per il tempo di Angela). - "Sappiate che avete da difendere e da proteggere le vostre pecorelle dai lupi e dai ladri, cioè da due sorte di persone pestifere, dagli inganni della gente mondana, o dai falsi religiosi, e dagli eretici. Anzitutto, dunque, per quanto si riferisce alla frequentazione della società, specialmente mettetele in guardia dal prendere dimestichezza con i giovani, o con altri uomini, anche se professano spiritualità, perché la eccessiva dimestichezza spirituale con uomini, quasi sempre si volta in


58 Familiarità carnale ... E infine, per il riguardarle dalle pestifere opinioni degli eretici, quando udirete che qualche predicatore, o altra persona, ha fama di eresia, o che predica delle novità oltre la comune tradizione della Chiesa, o contro quello che avete avuto da noi, in tal caso, con bella maniera, fate in modo che le vostre figlioline non prestino ascolto a simili persone. Perché accade spesso che piantino nella loro mente certe cattive sementi, che poi a fatica si possono estirpare. (7° R). Certo, la forma rivestita dalla vigilanza cambia a seconda delle circostanze; ma il principio rimane; l'educazione deve preparare, "armare" per la vita reale; non può avvenire in una calda serra artificiale. 9. Fiducia e ottimismo. Si tratta di avere una fiducia incrollabile in Dio, prima di tutto; ma anche di credere nelle capacità e nelle possibilità dei discepoli. - "Abbiate speranza e ferma fede in Dio: egli vi aiuterà in ogni cosa" (Pr. R).

- "Se Dio ha piantato questa Compagnia, non l'abbandonerà mai" (4° R). - " ... e voi non sapete che cosa Egli voglia far di loro. In qual modo potete voi sapere che quelle che a voi sembreranno più dappoco e di minor conto, non siano per diventare le più generose e le più accette alla sua Maestà?" (8° R). 10. Unione fraterna. S. Angela invita, esorta instancabilmente colonnelle e matrone a vivere unite tra di loro, a saper lavorare insieme: - "Fate in modo che vi abbiate tutte a congregare, con i colonnelli, due, o almeno una volta al mese. E così insieme consultarvi a fare un buon esame del governo"( ... ) (VII L). - "Siate concordi, unite insieme tutte di un solo cuore e di un solo volere ... Considerate, dunque, quanto è importante tale unione e tale concordia, sicché desideratela, cercatela, fatela vostra, conservatela con tutte le forze. E vi dico, infatti, che se starete voi tutte così unite di cuore, sarete come una fortissima rocca ... (Ult. R). Consiglio prezioso e sempre attuale, e l'esperienza lo prova. Angela, del resto, lo dice, quando raccomanda l'unione, alla quale attribuisce, a ragione, una forza invincibile nella formazione e nell'educazione: - "Abbiate cura che esse siano unite e concordi di volere, come si legge degli Apostoli e di altri cristiani della Chiesa primitiva. Anche voi sforzatevi di essere così con tutte le vostre figlioline, perché quanto più sarete unite, tanto più Gesù Cristo sarà in mezzo a voi ( ... ). Dove è diversità di volontà, lì è inevitabile che vi sia discordia, dove vi è discordia, lì senza dubbio vi è rovina, così come dice il Salvatore: Ogni governo in sé discorde andrà in rovina". (X° L).


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11. Fede. Il compito di formare, di educare sorpassa le semplici forze umane. E' necessario il ricorso alla forza di Dio, che non si può fare se non si è anime di fede. Che cosa dice S. Angela, a questo proposito, quando prevede le difficoltà che non mancheranno? - " E sempre la principal risorsa vostra sia il ricorrere ai piedi di Gesù Cristo, e lì con tutte le vostre figliole far caldissime orazioni. Perché in tal caso, senza dubbio, Gesù Cristo sarà in mezzo a voi, e vi illuminerà ed ammaestrerà, come vero e buon Maestro, su ciò che avrete da fare ( ... ) (Ult. L) E' un'esortazione a pregare incessantemente e a lasciarsi sempre muovere dallo Spirito Santo. Angela, del resto, lo precisa in queste righe:

- "Quanto dovete pregare Dio che vi illumini e vi diriga e vi insegni quello che dovete fare per amor suo circa tale impegno!" (Pr. R) - “O quanto avete da ringraziarlo ed anche da pregarlo perché, come si è degnato di porvi a presiedere a sì nobile gregge, così egli si degni anche di darvi tal sapere, potere da riuscire a far opera degna di lode al suo cospetto”( ... ) (Pr. L). Sono alcuni esempi; molti altri testi meriterebbero di essere citati e non sarebbero che una scelta ... Ricordi e Testamento hanno contribuito a formare le prime figlie di Angela; hanno anche ispirato la pedagogia delle Orsoline attraverso i secoli. ******* ***** *



61 Capitolo III

LA COMPAGNIA DI SANTA ORSOLA IN ITALIA Modo rapido e generale di dire, perché, di fatto, esistono diverse Compagnie di S. Orsola. Evidentemente qui interessa particolarmente la Compagnia di Brescia, anche se ci si soffermerà su qualche altra. Sembra inoltre conveniente studiare il XVI secolo indipendentemente dagli altri secoli che l'hanno seguito.

Nel XVI SECOLO A BRESCIA DOPO LA MORTE DI ANGELA Prima di morire, Angela aveva affidato la Compagnia alla contessa Lucrezia Lodrone, una delle matrone. Senza dubbio nessuna vergine era ancora in grado di assumere il ruolo di Madre principale, di fronte agli altri membri della Compagnia, ma forse, soprattutto, di fronte alle nobili matrone. Lucrezia Lodrone, di origine modesta, era entrata nell'alta aristocrazia bresciana sposando il conte Ettore Lodrone. Era ricca, non aveva figli a carico, ed era, perciò, più disponibile delle altre, ancora prese dai loro doveri materni. Il compito del giovane governo era difficile. L'opera di Angela era stata una novità talmente radicale ed audace che doveva per forza provocare contraddizioni. Finchè visse la Fondatrice, la sua autorità eccezionale ed indiscussa aveva fatto tacere le critiche, che esplosero dopo la sua morte. La contessa Lodrone dovette affrontare una spaventosa tempesta, che avrebbe potuto annientare la Compagnia - se non fosse stata "piantata dalla mano stessa di Dio". (Ult. L) · Conosciamo poco questa tempesta; gli storici contemporanei ne parlano per sottintesi. Anche Landini nel 1566: "Dopo il suo beato trapasso (di Angela) il demonio, perseguitando questa Compagnia per permissione divina, volle passarla al vaglio".


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I - LA CRISI INIZIALE Senza dubbio siamo di fronte ad un'astuzia del demonio; ma l'uragano che scosse la Compagnia nascente ha avuto anche cause umane, provenienti sia dall'esterno che dall'interno. 1. Le cause a) Cause esterne alla Compagnia. Sono di due tipi: - L'opposizione di molte famiglie, che non ammettono che le loro figlie restino nella casa paterna senza sposarsi. - Le critiche dei sacerdoti e dei religiosi che biasimano l'audacia di Angela, questa "contadina ignorante"; l'accusano: + di imprudenza, per aver proposto di vivere la verginità rimanendo nel mondo; + di presunzione, per aver osato fare ciò che i Padri della Chiesa non hanno mai fatto. E' già molto se non le assegnano un posto all'inferno per simile orgoglio! Si rimprovera alla Compagnia di accogliere soltanto le figlie dei poveri - il che era falso, perché non c'erano soltanto delle povere, anche se queste costituivano la maggioranza -, di non beneficiare di indulgenze e di essere stata approvata da un semplice Vicario. b) cause interne alla Compagnia. Critiche e opposizioni contribuiscono a seminare il dubbio negli animi e la Compagnia conosce qualche defezione. E' allora che Cozzano, che Angela aveva nominato cancelliere della Compagnia, prende in mano la penna per confortare le giovani vergini disorientate. Scrive la sua Epistola Confortatoria per sollevare il morale; esalta le virtù e la figura della Fondatrice, i valori della Compagnia e la grandezza della vita condotta dalle vergini. Gli ecclesiastici che giudicavano dannosa l'opera di Angela non si accontentano di denigrarla; si mettono ad esercitare una vera pressione in favore del convento. Il fedele Cozzano si accende di zelo; indirizza allora alle colonnelle e alle matrone una lunga missiva per aiutarle a fronteggiare la situazione. E' la Risposta - Risposta a coloro che vorrebbero claustrare le vergini di S. Orsola -, opera polemica dallo stile tormentato, dagli accenti appassionati, in cui Cozzano esprime la sua pena ed i suoi timori. 2. La risposta di Lucrezia Lodrone alle difficoltà. Anche la Madre principale è inquieta. Prende allora in esame quello che pensa essere un doppio rimedio. Un rimedio di ordine psicologico, in qualche modo: fortificare presso le giovani della Compagnia la coscienza di appartenere ad un gruppo ufficialmente riconosciuto; e far loro esprimere questa coscienza con un simbolo della loro consacrazione, cioè “ una cintura di cuoio”.


63 Un rimedio di ordine giuridico: ottenere l'approvazione pontificia per mezzo di una Bolla (non si sarebbe più potuto dire che la Compagnia era stata approvata soltanto da un semplice Vicario!) La cintura e la bolla ... sono precisamente le cose che porteranno la crisi fino al parossismo.

II - LA COMPAGNIA DIVISA La storia di questi anni di crisi - un po' più di dieci - è molto complicata in sè. Inoltre, sono spariti troppi documenti importanti riguardanti questo periodo. E' dunque difficile dire esattamente ciò che è capitato. In molti casi si sono fatte deduzioni e supposizioni che, tuttavia, i documenti esistenti sembrano confermare. 1. La cintura L'idea di Lucrezia Lodrone a questo proposito (si suppone, almeno che l'idea sia stata sua; avrebbe potuto benissimo esser stata suggerita da un'altra matrona) provoca due reazioni opposte: - La maggioranza delle matrone e delle vergini l'approvano. Una matrona, Ginevra Luzzago, e qualche vergine, sostenute dal Cozzano, vi si oppongono; per due motivi, sembra: + per fedeltà alla Fondatrice; + per paura delle conseguenze: il portare una cintura avrebbe potuto essere una primo passo verso la vita religiosa tradizionale, ciò che avrebbe riportato allo statu quo ante rischiando di soffocare per sempre l'intuizione profetica di Angela. Che cosa avviene? Diciamolo in modo schematico: - 19 Maggio 1545:

il Vicario Ferretti conferma ufficialmente la Regola di Angela - senza dubbio su domanda di Ginevra e dèl suo piccolo gruppo (Il testo dettato da Angela non parlava di cintura!)

- 11 Dicembre 1545:

Lucrezia Lodrone impone la cintura ai membri della Compagnia, sotto pena di espulsione accompagnata da altre sanzioni ancora. ("Guardatevi dal voler che gli altri facciano per forza", aveva detto Angela nel III Legato!).

Il gruppo Luzzago si sarebbe appellato al Vicario Generale; questi avrebbe minacciato la Madre principale di scomunica se avesse perseverato nel suo proposito. (Notare i condizionali!). - 14 Aprile 1546:

E' arrivata la Bolla; essa è solennemente promulgata a Brescia. Chiesta dai membri del governo,


64 rinforzava il diritto di legiferare. Di più, la sua esecuzione era affidata a tre ecclesiastici, di cui due erano figure importanti della Chiesa bresciana favorevoli a Lucrezia Lodrone. Questa ne approfitta. - 20 aprile 1546:

Un'ordinanza dei due esecutori suddetti, chiamati ancora "conservatori apostolici", conferma il decreto dell' 11 Dicembre 1545. L'ordinanza è firmata anche dalla contessa Lodrone.

- 21 giugno 1546:

Il governo istituisce un "Libro Bollato", registro ufficiale nel quale saranno iscritti i nomi di quelle che hanno accettato, e che accetteranno di portare la cintura. Le altre si vedranno escluse dalla Compagnia.

Il processo verbale dell'istituzione di questo registro rivela che cinque matrone hanno appoggiato Lucrezia Ladrone: Caterina di Mei, Orsolina Gavardo, Veronica Buzzi, Leonella Pedezocca e Isabetta Prato - Isabetta Prato che a lungo è stata presentata tra gli oppositori di Lucrezia Ladrone. 2. La Bolla "Regimini Universalis Ecclesiae" Chiesta non si sa quando, datata 9 giugno 1544, promulgata a Brescia il 14 aprile 1546, ha una importanza che va molto più in là dei privilegi concessi al governo di poter legiferare e innovare in ogni cosa "lecita e onesta". Con questa Bolla, infatti, la Compagnia di S. Orsola diveniva una istituzione di diritto pontificio; i suoi membri ricevevano uno statuto canonico legale; si vedevano riconoscere, tra l'altro, il diritto di entrare in possesso della loro dote e di ogni altra eredità, senza restrizioni, esattamente come le donne sposate e le religiose in convento; risposta della Santa Sede all'intuizione profetica di Angela. Appena arrivata la Bolla, Cozzano si mise al lavoro per tradurla e spiegarla; ma la Dichiarazione della Bolla non è affatto chiara, perché è stata scritta sotto una violenta emozione e senza le conoscenze specifiche richieste per interpretare il testo oggettivamente: - Emozione: Cozzano è un uomo lacerato, diviso tra la gioia e l'indignazione. Gioia - e gioia esaltata, esuberante - perché è infine arrivata, questa bolla. Indignazione - perché il povero cancelliere crede di trovarvi la prova che Lucrezia ed il suo governo hanno sollecitato dei privilegi contrari alla Regola, e ciò all'insaputa della Compagnia. - Ignoranza: non del latino; la traduzione del Cozzano è perfettamente leale; ma del linguaggio specifico della Curia Romana nella redazione delle bolle: i privilegi accordati facevano parte, così si può dire, della "routine".


65 Da notare che la Dichiarazione è dedicata "alla nobel matrona Genevra Luciaga et a essa Compagnia" - non a Lucrezia, ma a Ginevra Luzzago e al suo gruppo. Si apre allora un lungo periodo di nove anni, per il quale non abbiamo nessun documento, nessun ricordo, nessuna tradizione orale. L'esame degli atti notarili recentemente scoperti e posteriori agli anni in causa -15461555- permette, tuttavia, di far emergere due fatti importanti di questo periodo, che sarà seguito da almeno tre anni di scontro tra le due matrone, Veronica Buzzi e Ginevra Luzzago. 3. La rivalità Buzzi-Luzzago E' impossibile - lo abbiamo detto - scrivere una narrazione ininterrotta, ma abbiamo alcuni punti di riferimento: - Tra il 1551 e il 1555:

1° Muore Lucrezia Lodrone; 2° Ginevra Luzzago è eletta Madre principale della Compagnia. Questa elezione non è documentata da un atto, ma un atto notarile del 30 Novembre 1555 prova che tale elezione è avvenuta.

E ciò sembra dimostrare, o che c'è stato un avvicinamento tra i due gruppi, o che Ginevra sia sembrata una personalità senza pari alle vergini dell'altro gruppo (ricordiamo che le matrone non votavano alle elezioni). - Nel maggio 1555: Una parte della Compagnia fa secessione, non si sa perché, e il 14 Maggio sceglie Veronica Buzzi come Madre principale. Le altre matrone si mettono con queste dissidenti che sono nettamente maggioritarie. Sembra che Ginevra, sostenuta da Cozzano, sia rimasta sola con un piccolo gruppo di vergini. - Il 16 settembre 1555: Il Legato del Papa a Venezia promulga una lettera che conferma l'elezione di Ginevra come superiora legittima della Compagnia. - Il 23 Novembre 1555: Il "gruppo Luzzago" procede all'elezione degli agenti e dei protettori, tra cui Cozzano. - Il 1° Dicembre 1555: La conferma della legittimità dell'elezione di Ginevra Luzzago è solennemente notificata al canonico Giovanni Paolo della Corte, "governatore della pretesa Compagnia di S. Orsola" (è il gruppo di Veronica Buzzi che è chiamato così). Questo gruppo illegittimo si appella, allora, a Roma per ottenere che la secessione, di cui è responsabile, sia ratificata. Per appoggiare la sua domanda, accusa falsamente Ginevra Luzzago di aver sottratto dei fondi alla Compagnia.


66 - Il 18 settembre 1556: La Compagnia legittima, temendo senza dubbio che quella falsa accusa trovi credito a Roma, affida a Cozzano un mandato di procura molto vasto. - Il 31 maggio 1558: gli autori del ricorso a Roma - o piuttosto coloro che sono serviti da intermediari - sono sottoposti ad un vero e proprio interrogatorio da parte delle autorità ecclesiastiche. - Il 31luglio1558: Il canonico Della Corte è colpito da una nuova monizione canonica. (Si ignora tutto del seguito dato a questi ricorsi a Roma, interrogatorio e monizione canonica). - Il 18 settembre 1558: Ginevra Luzzago fa il suo testamento - un documento molto commovente in cui la fedeltà di Ginevra ad Angela e alla sua opera prorompe. Muore poco dopo. Cozzano è morto anche lui ... non si sa quando ... 1557, 1558? Nonostante la sua legittimità sia stata affermata e proclamata, Ginevra Luzzago fu iscritta nel Secondo Libro Generale della Compagnia tra le matrone, e non tra le "madri". Cozzano non vi è neppure menzionato. Con loro si fermava una pagina dolorosa, consegnata forse in un Primo Libro Generale perso per sempre.

III - LA RIUNIFICAZIONE La morte di Ginevra era una prova per il piccolo gruppo che le era rimasto fedele. Che cosa sarebbe diventato? Nel 1559 Brescia riceve un vero pastore nella persona del nuovo vescovo, Domenico Bollani. Questi ha fatto tutto il possibile per restaurare una situazione che rasentava l'assurdo e restava dolorosa; sembra sia stato aiutato in questo da un Padre dell'Oratorio - o "Padre della Pace"Francesco Cabrino d'Alfianello; era, probabilmente, il confessore di parecchie vergini del gruppo Luzzago. Fatto sta che: - Nel 1559: Bianca Porcellaga è messa a capo della Compagnia, che sembra riunificata. Non si è ancora mai parlato di lei, ma è detta "mater et gubernatrix" in un atto del 19 Novembre 1559. La sua elezione sembra una soluzione di compromesso. - Nel 1560: (Data approssimativa) Il Padre Cabrino diventa "padre spirituale" della Compagnia e può contribuire a riconciliare definitivamente le due tendenze, prima opposte. Un segno della riconciliazione è che le vergini accettano tutte di portare la cintura e la "veletta" sulle spalle. A poco a poco il reclutamento si intensifica; la Compagnia ritrova il vigore di una volta.


67 - Nel 1568. E' l'anno del Processo Nazari; la pubblicazione della vita della "quasi beata Madre Suor Angela" risveglia l'entusiasmo verso la Fondatrice. - Nel gennaio 1569: Bianca Porcellaga muore dopo dieci anni di responsabilità. - I1 6 febbraio1569: Veronica Buzzi, che aveva diretto il gruppo dissidente nel 1555 - e che non doveva mancare di certe qualità - è eletta Madre Principale, riprendendo così le redini del governo, che conserverà fino alla sua morte nel 1572.

IV - IL GOVERNO DI ISABETTA PRATO Tanto Ginevra Luzzago avvince per la sua dirittura, la sua limpidezza e la sua fedeltà, altrettanto la personalità di Isabetta Prato colpisce per il suo lato oscuro, ambiguo. Intraprendente, devota, generosa, fu molto sicuramente un appoggio reale per Angela agli inizi della fondazione. Ma doveva esserci in lei qualcosa che Angela aveva percepito e che verrà in piena luce nel 1572, in cui ella diventa Madre principale. Perché, infine, non è lei che Angela ha scelto per succederle, ma Lucrezia Lodrone. Alla morte di Lucrezia, le vergini elessero Ginevra. Nel maggio 1555, nel gruppo dissidente, Isabetta è in ballottaggio con Veronica, ma, in fin dei conti, Veronica ha la meglio. E nel 1569 è eletta Bianca Porcellaga (è vero che Isabetta era "segnata" come Veronica, e che si imponeva una soluzione di compromesso). Ma alla morte di Bianca, è ancora Veronica che ritorna. Isabetta avrà dovuto attendere a lungo un posto che molto probabilmente pensava le toccasse. - Il 21 ottobre 1572. Isabetta Prato si trova, dunque, messa a capo della Compagnia; ha circa 70 anni. Agisce immediatamente, con una rapidità ed una autorità che lasciano un po' perplessi gli spettatori, che siamo noi. - I1 28 ottobre. infatti, convoca i membri del governo, matrone e colonnelle, per proporre al loro voto (le matrone votavano nei consigli di governo) ciò che potremmo chiamare un "direttorio degli uffici". Questi regolamenti che comprendono rispettivamente 9 e 20 punti, sono stati "considerati con maturità, discussi e, finalmente, approvati". Quando? - E da chi? - E tutto questo in otto giorni? ... Siamo lontani dalla maniera di agire mericiana! Non è tutto. - Il 24 marzo 1573 il governo della Compagnia approva una procedura che termina la ristrutturazione del governo. Ricordiamo come si presentava alla morte di Angela: + La Madre principale;


68 + Le vergini-colonnelle, superiore immediate dei loro rispettivi colonnellati e formatrici; + Le matrone vedove, responsabili insieme dell'intera Compagnia; + Gli agenti e protettori per aiutare negli affari temporali. Governo femminile e collegiale. Con Isabetta Prato avvengono tre cambiamenti: + Il governo diventa individuale; + La gerarchia è rovesciata; + Sparisce il carattere femminile, almeno nei testi! a) Il governo diventa individuale. Non è più collegiale perché ci sarà ora, per ciascuno dei sette colonnellati: - Una matrona che è la superiora; - Una "vergine-maestra", formatrice senza autorità; - Una "colonnella", vergine o vedova, semplice commissionaria. Al vertice, la Madre principale gode di una autonomia quasi totale. b) La gerarchia è rovesciata. Perché i 31 membri del governo si vedono enumerati nell'ordine seguente: - Il "padre generale" e la "madre generale"; - Quattro governatori - Quattro agenti (di cui un cancelliere); - Sette matrone; - Sette maestre; - Sette colonnelle. e) E' sparito il carattere femminile. Bisogna infatti notare che questo "padre generale" viene per primo. Praticamente non farà gran che; ma esiste il pericolo che faccia molto! Il testo della Regola rimane invariato. Isabetta Prato governa la Compagnia fino al 1580, anno della sua morte. E' sostituita da un'altra vedova, Caterina Chizzola (Vedova, ma non di Giacomo Chizzola, come si potrebbe credere).

V- IL NUOVO VOLTO DELLA COMPAGNIA Non cambia soltanto la struttura del governo. Verso il 1580, la Compagnia stessa presenta un volto un po' diverso da quello che aveva al tempo di Angela. 1. Dal punto di vista apostolico La Compagnia di S. Orsola, ce ne ricordiamo, non aveva in quanto tale una missione apostolica specifica. I suoi membri evangelizzavano con la testimonianza della loro vita e con quella della parola, dovunque fossero e qualunque cosa facessero.


69 Ma è passato il Concilio di Trento ed ha suscitato un movimento molto forte per riparare l'ignoranza religiosa; si videro dunque i Vescovi organizzare le scuole della Dottrina Cristiana, che funzionavano tutte le domeniche e feste. E si può essere certi che il Bollani non fu l'ultimo a preoccuparsene. Nessuna meraviglia perciò che le vergini della Compagnia, capaci di farlo, siano state richieste per fare lezioni di catechismo nelle scuole della Dottrina Cristiana e nei locali degli ospedali dove erano raccolti i bimbi orfani o abbandonati. E' così che, a poco a poco, il "servizio della parola", così caratteristico di S. Angela, diventa anche una caratteristica delle sue figlie. Landini scriveva nel 1566: "Fino ad oggi, tutti gli ospedali di Brescia hanno beneficiato dei loro servizi, come pure le scuole dell'Istruzione cristiana per le figlie". 2. Dal Punto di vista comunitario Al tempo di Angela, ogni vergine viveva nella sua famiglia o presso i suoi datori di lavoro. Ma la fondatrice aveva previsto, e anche chiesto l'erezione di case di vita comune: - "Se vi siano almeno due delle sorelle rimaste sole ( ... ), allora, per carità, sia loro presa una casa in affitto e siano sovvenute nelle loro necessità" (R. XII). - "Ma se ne rimarrà una sola, allora qualcuna delle altre sorelle la voglia ospitare in casa sua( ... )" (Ibidem). A poco a poco, si era presentato il caso di consacrate divenute anziane, incapaci di "bastare a se stesse" (R XII), e di giovani rimaste orfane. Ora si presenta un altro caso, quello dell'utilità apostolica, per esempio per i membri della Compagnia che si occupavano delle orfane e delle abbandonate. Sia che vivano in famiglia o insieme, tutte praticano la stessa Regola. Quelle che vivono in famiglia rappresentano la grande maggioranza. 3. Dal Punto di vista dell'abito Si è visto come si sia introdotta la cintura e la veletta. Quando l'abito è diventato uniforme, non si sa. Ma è certo che negli ultimi anni del governo di Isabetta Prato tutti i membri della Compagnia portavano lo stesso abito. Ne è testimonianza una nota destinata al Visitatore Apostolico Carlo Borromeo.

VI - L'INTERVENTO DI S. CARLO BORROMEO Nel 1580, Carlo Borromeo arrivava a Brescia come Visitatore Apostolico della Diocesi a nome del Papa Gregorio XIII. Aveva lui stesso costituito a Milano una "Compagnia di S. Orsola", come vedremo più avanti; doveva,


70 perciò, essere interessato da vicino alla Compagnia di Brescia. Poté constatare una reale mancanza di concordanza tra la Regola scritta e quella vissuta, soprattutto sul piano del governo. Cosa assai spiacevole per il suo spirito logico ed organizzato. Bisognava, pertanto, cambiare qualcosa. Ma che cosa? Il Cardinal Borromeo è uomo della Chiesa post-tridentina, un uomo della Riforma cattolica; e il nuovo volto della Compagnia è più aderente ai suoi gusti. Riformerà, perciò, la Regola di Angela. Sono ritoccati i primi undici capitoli (Prologo e dieci capitoli): soppressione delle citazioni bibliche, diminuzione dei digiuni, attenuazione delle espressioni mistiche, colore nero prescritto per gli abiti, correzione importante di un passaggio del capitolo dell'obbedienza: la frase: "soprattutto bisogna obbedire ai consigli e alle ispirazioni che lo Spirito Santo di continuo ci detta nel cuore ... " è così modificata: "Oltre questa (la gerarchia), alle ispirazioni interiori che sapranno loro venire dallo Spirito Santo a giudizio e con l'approvazione del Padre spirituale". Questa correzione traduce un profondo cambiamento di mentalità; allo slancio mistico dell'epoca pre-tridentina succede, dopo il Concilio, una giurisdizione che diffida delle ispirazioni individuali. Il capitolo del governo è quasi completamente rifatto. In realtà è sostituito da sedici capitoli distinti, ispirati, in parte, dai regolamenti di Isabetta Prato. - Ormai in ogni colonnellato ci sarà: + La matrona superiora, + la vergine maestra, + l"'avisatrice", una specie di messaggera, di persona di collegamento, senza molto peso. - Quando una vergine presenterà le qualità richieste, dovrà essere preferita ad una vedova per la carica di Madre principale1. A quest'ultima si danno quattro assistenti. - Il Vescovo della diocesi è ormai il superiore della Compagnia; designa un sostituto nella persona di un vicario generale. - La Compagnia di Brescia diventa la "madre" delle altre compagnie della diocesi. - I "Ricordi" (ritoccati) sono inseriti nella Regola. - L'istruzione cristiana è menzionata come un'opera apostolica da . incoraggiare. Durante la sua visita, il Cardinale aveva presieduto, il 25 novembre 1580, la cerimonia dell' "incoronazione" (nome dell'impegno definitivo) di parecchie vergini. Nell'Ottobre 1581, faceva notificare i suoi decreti a Caterina Chizzola e nel 1582 veniva stampata la Regola riformata. Abbiamo già spiegato come questa regola abbia finito per soppiantare l'autentica regola mericiana. __________________________________________________________________ 1 Di fatto, Caterina Chizzola sarà sostituita da una vergine, Anna Scalvini de Usupini, eletta nel 1583, governerà la Compagnia fino al 1591.


71

Oggi possiamo rimpiangere la trasformazione apportata al testo di Angela. Ma la situazione religiosa della diocesi di Brescia, verso il 1580, potrebbe benissimo aver giustificato certe misure prese dal Cardinale riformatore.

VII - E PIU' TARDI... Nel 1626, iniziò la costruzione della chiesa di S. Orsola, che sarà terminata nel 1628, sull'area di parecchie case appartenenti alla Compagnia. Irene Asti, superiora generale, dona alla Compagnia la sua casa ed il suo giardino. Lo stesso fanno le sorelle Rodengo. La casa attigua alla chiesa fu riservata a coloro che per povertà, infermità o circostanze speciali rimanevano senza tetto. Vi vissero in comune, assistite dalle loro sorelle della città. Si chiamava questa casa il "convento di S. Orsola". Nel 181O la proprietà fu pignorata e venduta. (Da: Storia di Angela Merici ... del reverendo Postel, vol. I, pag. 332).

LA COMPAGNIA DI MILANO Questa Compagnia presenta un triplice interesse: il fatto che sia stata introdotta nella capitale lombarda da S. Carlo Borromeo, le particolarità di questa fondazione in rapporto a quella di Angela, i malintesi relativi al ruolo del Cardinale e ai documenti di Gregorio XIII.

I - SAN CARLO BORROMEO "Bonus Romanus" era il soprannome dato ad uno dei suoi antenati durante la lotta contro Totila, re degli Ostrogoti. Il soprannome finì per diventare cognome. Carlo Borromeo era il nipote di Papa Pio IV. Pio IV aveva reagito fortemente contro il nepotismo, usando anche una repressione feroce contro i Caraffa, famiglia del suo predecessore Paolo IV. Sembrò, tuttavia, cedere allo stesso abuso nei riguardi di suo nipote, sul cui capo accumulò le dignità. Quando Carlo ebbe 22 anni, il Papa lo creò cardinale e lo associò al governo della Chiesa. Intendeva farne un importante personaggio della corte di Roma ... La Grazia ne fece un santo. Nel 1562 Carlo perdeva il fratello maggiore. La famiglia, Papa compreso, lo sollecitò a rientrare nel mondo e a sposarsi. Per tagliar corto a queste richieste, il giovane si fece ordinare prete e scrisse a suo zio: "Non biasimatemi; ho scelto una fidanzata che amo da molto tempo". Nominato arcivescovo di Milano, doveva esercitare una reale influenza sul Papa; aiutò per la ripresa del Concilio ed il suo successo; contribuì a far eleggere, alla morte di Pio IV, il santo Papa Pio V. Sotto il pontificato di


72 Pio V e sotto quello del suo successore Gregorio XIII, lavorò ardentemente, con perseveranza all'applicazione dei decreti del Concilio, e ciò, nonostante le opposizioni inevitabili e anche i pericoli: alcuni membri della confraternita detta degli Umiliati, che volle correggere, tentarono di assassinarlo il 26 ottobre 1569. In vent'anni convocò undici sinodi diocesani, sei concili provinciali; visitò tutte le parrocchie della sua diocesi tre volte e fu ricevuto anche da diverse parrocchie delle diocesi vicine. Vi si logorò … Durante la peste del 1576, si prodigò per gli appestati con pericolo della sua vita. Passato il flagello, moltiplicò i soccorsi e le opere caritative per sovvenire a tutte le miserie conseguenti l'epidemia. Morì nel 1584 e fu canonizzato vent'anni più tardi.

II - LE ORSOLINE DI MILANO 1. I preliminari della fondazione Carlo Borromeo era amico di Domenico Bollani. Si può benissimo pensare che Bollani avesse parlato all'arcivescovo della Compagnia di Brescia e del bene che faceva in città. Borromeo chiese, perciò, delle informazioni ed il Padre Landini le inviò a Milano nel Dicembre 1566. Nella sua lettera, il confessore della Compagnia bresciana riassumeva la vita di Angela, "angelo di nome e di vita", la cui "fede era così grande che, se questa virtù si fosse perduta, la si sarebbe ritrovata in lei". Poi parlava della fondazione della Compagnia, delle sue prove (per sottintesi, l'abbiamo visto) e del suo stato attuale. “E' difficile dire il gran bene universale che Dio opera attraverso questa Compagnia”. La lettera era accompagnata da una copia della Regola. 2. La fondazione S. Carlo decide di fondare immediatamente una Compagnia simile a questa. La mette sotto il patrocinio di S. Orsola, ma non le dà la Regola di Angela; le dona una regola propria, molto più giuridica di quella di Brescia, molto più dettagliata al capitolo del governo, un governo che è, d'altronde, molto diverso nella sua struttura. Effettivamente, a Milano ci sarà non una Compagnia, ma parecchie, ognuna delle quali avrà il suo proprio governo. Parallelamente ad ogni Compagnia di S. Orsola, il Cardinale istituisce una Compagnia di S. Anna, formata da vedove che saranno le superiore delle Orsoline. Evidentemente non ci sarà una "madre generale", ma ogni Compagnia ha un "priore" particolare; ci sarà pure un "priore generale", eletto dagli altri priori. L'insegnamento della Dottrina cristiana diventa un "punto di regola", sia per la Compagnia di S. Anna che per quella di S. Orsola.


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3. La Regola Questa regola milanese, che non ha strettamente nulla di mericiano, fu pubblicata nel 1567. Il nome di Angela Merici non vi compariva neppure. Nella seconda edizione, quella del 1569, fu inserito un estratto della lettera di Landini; faceva conoscere alle Orsoline di Milano qualcosa del volto di colei che era stata, in maniera indiretta, la loro fondatrice. Ma nella regola non c'era nulla di Angela. Di modo che, tra le diverse compagnie che si fondarono qui o là in Italia, quella di Milano è forse la meno mericiana di tutte. 4. La vita a Milano Le Orsoline milanesi, come quelle di Brescia, vivevano per lo più nelle loro famiglie. Tuttavia, come a Brescia, alcune vivevano insieme, sia in case messe a loro disposizione quando rimanevano sole, sia nei "conservatori" o negli orfanotrofi con le bimbe abbandonate, alle quali si dedicavano. Queste Orsoline seguivano la regola comune a tutte, e anche, naturalmente, i regolamenti propri del conservatorio o dell'orfanotrofio nel quale abitavano. 5. "Bolla" e "Breve" Brescia aveva la "sua" Bolla. Carlo Borromeo ottenne da Gregorio XIII un Breve per le Compagnie milanesi. Datato 24 Dicembre 1582, è abbastanza simile alla Bolla di Paolo III ed ha, del resto, lo stesso titolo: "Regimini Universalis Ecclesiae". Un errore di data in una traduzione (1572 invece di 1582) fece credere che Gregorio XIII avesse inviato due documenti, uno per le Orsoline che vivevano in famiglia nel 1572, l'altro per le Orsoline di vita comune nel 1582. Il Breve del 1582 è destinato a tutte le Orsoline di Milano, indistintamente. E S. Carlo morì senza aver dato una regola speciale alle Orsoline che vivevano insieme. Ma tra le carte lasciate dall'Arcivescovo, il suo Vicario Generale, Fontana, trovò parecchie minute di regole destinate a vergini di vita comune (vergini anonime: non si tratta di Orsoline!). Ne scelse una, redasse un testo di regola e la diede alle "congregate" di Milano nel 1585, come se fosse stato un testo di S. Carlo. In ogni modo, si trattava soltanto di un complemento alla regola generale. Sono questi i fondamenti della leggenda secondo la quale Carlo Borromeo avrebbe "rinchiuso in chiostro" le Orsoline.

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Gregorio XIII, eletto papa il 25 Maggio 1572, accorda un Breve alla Compagnia di Milano il 24 Dicembre 1582. Nel 1597, il tipografo della Regola di Toumon (vedi più avanti) dimentica un X nella data: MCLXXX} (1582) diventa MCLXXII (1572). Errore che avrebbe dovuto essere immediatamente rilevato poiché in calce al Breve figurava la nota: "pontificatus nostri aruto undecimo". La regola di Toumon divulgò in Francia la data errata: tradotta in tedesco, questa si diffuse in Europa e l'errore arrivò in Italia. Faina, poi Doneda e Lombardi la trovano il primo nel Quarré, gli altri in Faina! E gli storici seguono le orme ...

E tuttavia l'originale del Breve si trovava a Milano, negli Archivi della Diocesi; non era sconosciuto. Se ne conclude dunque che il Papa aveva pubblicato una "bolla" nel 1572 ed un "breve" nel 1582. Non c'è da meravigliarsi che Madre Maria di Chantal Gueudré dica che "la bolla del 1572 è introvabile (G.I,29) Tanto più che questa bolla sarebbe stata datata 14 aprile 1572, più di un mese prima che Gregorio XIII divenisse papa!

ALTRE COMPAGNIE I -MOTIVI DELLA LORO FONDAZIONE Quando Carlo Borromeo arriva a Brescia nel 1580, c'erano già piccoli gruppi di Orsoline fuori città. La Regola del 1582 renderà queste compagnie diocesane filiali di quella di Brescia, se così si può dire. D'altronde, l'idea geniale di Angela corrispondeva in modo così adeguato ai bisogni del tempo che si presentava come un mezzo per rispondere alle preoccupazioni di molti Vescovi alla fine di questo XVI secolo. Molti documenti evidenziano la loro preoccupazione per le donne che desideravano servire il Signore senza chiudersi in convento. Carlo Borromeo, constatato il bene che la Compagnia operava a Milano, approfittò di un Sinodo Provinciale per chiedere subito fondazioni simili ai suoi suffraganei. Lo stesso faceva dove lo conducesse la sua carica di Visitatore apostolico.

II - CARATTERE DI QUESTE FONDAZIONI I Vescovi furono sedotti dall'idea e molti istituirono effettivamente delle "compagnie" nelle loro diocesi. Talvolta esse non avevano nulla in comune


75 con quella di Brescia se non il nome! Ogni fondatore, di fatto, che si tratti di un vescovo o di un religioso, redigeva la sua regola; si ispirava più o meno, talvolta non si ispirava affatto, alla Regola bresciana. Fu così che nacquero! Citiamo tre esempi: - La Compagnia di S. Orsola di Cremona, fondazione somasca, non ha legami con l'istituzione mericiana, se non il nome; e questo si cambiò presto in "Compagnia delle Figlie della Madonna". -

La Compagnia di S. Orsola di Napoli, ancor più lontana dalla concezione di Angela, riceve donne e uomini sposati.

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La Compagnia delle "Dimesse" di Vicenza; senza dover nulla ad Angela, questa Compagnia ha, tuttavia, una regola che presenta una certa affinità con quella mericiana, perché il suo fondatore, Antonio Pagani, Minore dell'Osservanza, era un santo pure lui.

Non ci dilungheremo su queste diverse fondazioni - ce ne furono molte. Ma ce ne sono due sulle quali ci attarderemo un po', per diverse ragioni.

III - LA COMPAGNIA DI S. ORSOLA DI FOLIGNO E' dovuta alla Venerabile Paola Sberna (1571-1647). Il suo direttore spirituale era un amico di Bellintani. Per mezzo loro, Paola conobbe la regola di Brescia (quella del 1582) e modellò la sua fondazione sulla Compagnia bresciana. Nella sua regola il riferimento ad Angela è esplicito. Questa Compagnia di Foligno presenta dei tratti originali; e, a dire il vero, unica nel suo genere. -

Le vergini vivono in famiglia; ma si riuniscono per le preghiere quotidiane, per quanto possibile, nella cappella dell'"Oratorio". Nella cappella è conservato, grazie ad un permesso speciale, il SS. Sacramento. Nei giorni di festa è normale l'esposizione e l'adorazione. Le lezioni di catechismo - e la Madre Generale fa attenzione a scegliere bene le maestre - sono impartite nei locali dell'oratorio. Altri locali dello stesso oratorio sono riservati ad un gruppo particolare: sette "moniali" ("monache") vi conducono una vita strettamente claustrale. Sono elette da tutto il corpo della Compagnia. Vivono così nella preghiera e nella penitenza, offrendo la loro vita per una intenzione ben precisa: la santità del Vicario di Cristo e la vera riforma della Santa Chiesa.

IV - LA COMPAGNIA DI S. ORSOLA Dl FERRARA E' istituita nel 1584 dal Vescovo, Mons. Paolo Leone. Nel 1587 le dà una regola, che deriva da quella di Brescia. Fermiamoci un po' su questo testo:


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Il Prologo della Regola mericiana resta pressoché invariato (è stato "ringiovanito" il vocabolario).

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L'ispirazione di Angela permane nell'aspetto sponsale della spiritualità e nelle esigenze circa la pratica dei consigli evangelici.

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Compare un tema nuovo, quello della Dottrina Cristiana come opera, non più soltanto da incoraggiare, ma da esercitare come apostolato specifico, missione precisa della Compagnia. Tutti i suoi membri vi sono impegnati, chi per insegnare, chi per ispezionare, chi per mantenere la disciplina, chi per accompagnare gli alunni ... Questo insegnamento ha un tale valore per la Compagnia di Ferrara, che la Regola vi dedica un intero capitolo.

- Il governo è totalmente affidato alle matrone e alle vergini, come voleva S. Angela; e i Ricordi sono inseriti nelle pagine dedicate al governo. Questa Regola di Ferrara è molto importante. E' attraverso di essa, infatti, che in Francia sarà conosciuto il nome di Angela Merici e la sua spiritualità, il nome della Compagnia di S. Orsola con il suo orientamento catechistico ben preciso. Sul suolo francese si sarebbero moltiplicate le fondazioni; le Compagnie sarebbero divenute case di "congregate" che, nel corso degli anni, si sarebbero trasformate in monasteri; ma alla base di tutte queste trasformazioni c'era la Regola di Ferrara, tradotta a Tournon nel 1597, e che assicurava la filiazione con Angela Merici.

**DAL XVI SECOLO AI NOSTRI GIORNI I - NEI SECOLI XVII E XVIII Nei secoli XVII e XVIII, in Italia, molte Orsoline continuarono a vivere in famiglia. Tuttavia si accentuò il movimento verso la vita comune. Si crearono così diversi "collegi", cioè case di vita comune informali, senza voti pubblici, senza stretta clausura. La principale attività apostolica di questi collegi era l'educazione delle bambine, soprattutto di quelle povere e abbandonate. All'insegnamento del catechismo si era a poco a poco aggiunto quello della lettura e della scrittura. Nella Diocesi di Brescia, tutte le Orsoline dipendevano dalla "Casamadre", dalla Madre Generale e dal Padre Generale. Nelle altre diocesi, le Compagnie erano autonome e avevano come superiore il Vescovo o un suo rappresentante (ad eccezione di Ferrara).


77 La Compagnia di Brescia, lo abbiamo visto, viveva secondo la regola del 1582, che fu rieditata nel 1620 e nel 1672. Nel 1673, il padre generale della Compagnia, Cristoni, la pubblicò nuovamente; era convinto si trattasse del "testo antico della Madre istitutrice che aveva lo Spirito di Dio", appena ritoccata dal Cardinal Borromeo. Questa pubblicazione di Cristoni fu riedita nel 1795.

II - XIX SECOLO 1. Scomparsa e rinascita Alla fine del XVIII secolo, tuttavia, la Compagnia di S. Orsola di Brescia, come del resto le altre Compagnie, si trovarono indebolite. Cominciava a soffiare un vento di persecuzione. Nelle provincie del Nord che appartenevano all'Austria, il Giuseppinismo obbligò i collegi a passare sotto la direzione dello Stato - e a subire, al tempo stesso, la sua fiscalizzazione. Aggravandosi la persecuzione, molte case furono soppresse. Napoleone completò, poi, la rovina della Compagnia. Nel 1810, ne decretò la soppressione insieme a quella di tutte le associazioni religiose d'Italia Ma l'opera doveva risorgere. Nel 1861 il Papa Pio IX pubblicava un decreto che estendeva il culto di S. Angela alla Chiesa universale. Vi esprimeva il desiderio di veder rinascere il suo Istituto. Il Vescovo di Brescia, Gerolamo Verzeri, raccolse l'appello e mise tutto il suo zelo per ridar vita alla Compagnia di S. Orsola. Vi riuscì nel 1866 ... 2. Le figlie di Maria Immacolata Poiché nel 1864 era nata a Brescia una "Pia Unione di Figlie di Maria Immacolata sotto il patrocinio di S. Orsola e di S. Angela Merici". Le sue due fondatrici, Maddalena ed Elisabetta Girelli, avevano scritto per essa una regola fortemente mariana. Quando vollero farla approvare dal Vescovo, questi chiese loro di adottare piuttosto la "regola di S. Angela", già approvata da S. Carlo e che comportava aspirazioni e doveri simili. Maddalena riunì le sue compagne e, in un gesto di fede e di abnegazione, disse loro di bruciare le regole preparate. Poi le due sorelle si misero all'opera, lavorando soprattutto a partire dal testo di Cristoni che esse pensavano, in buona fede, fosse quello della fondatrice. 3. La regola Verzeri-Girelli La Regola fu stampata nel 1866 insieme al decreto di erezione canonica della "Compagnia dell'Immacolata con la vera Regola di S. Angela Merici". L'equivoco doveva durare fin verso il 1930, quando Madre Cecilia Lubienska scoprì nel Secondo Libro Generale una trascrizione della Regola primitiva. Nel 1932, la scoperta della prima edizione stampata (Turlino 1569) confermava questa trascrizione.


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III - LA SITUAZIONE OGGI Ci sono Compagnie di S. Orsola in Italia (una sessantina), in Germania, in Francia (Compagnie interdiocesane dette ISAM - Istituto Secolare Angela Merici), in Brasile, negli Stati Uniti, in Canada, ed in altri Paesi. Queste compagnie sono diocesane e sono federate in un Istituto Secolare. L'apostolato dell'Istituto è prima di tutto penetrazione e animazione cristiana nell'ambiente sociale di ogni "Angelina": famiglia, scuola, parrocchia, officina, ospedale ... Ogni Compagnia che appartiene alla Federazione vive secondo la Regola autentica di S. Angela e secondo costituzioni proprie. * Situazione a Brescia La Federazione ha una Compagnia a Brescia. Ma a Brescia esiste una seconda Compagnia. Dopo aver aderito alla Federazione nel 1958, se ne è staccata nel 1971, come le Compagnie di Mantova e di Verona, per riprendere la regola Verzeri-Girelli. Questa seconda Compagnia bresciana - la "Compagnia di S. Angela" - non è un istituto di vita consacrata, ma una pia unione governata da un superiore ... * Situazione a Milano Quanto alle Orsoline di Milano, fondate da S. Carlo, dopo essere quasi completamente scomparse, furono rifondate nel 1844 da Maddalena Barioli, su richiesta del Cardinale Arcivescovo Gaysruck. Ma il Cardinale le eresse in “Congregazione” e non sotto la forma di "compagnia". Questa fondazione è diventata la Casa-madre delle "Orsoline di S. Carlo", congregazione con voti semplici, senza clausura; oggi di diritto pontificio.


PARTE II

ATTRAVERSO LA

FRANCIA



81 Capitolo I

LO STATO DELLA FRANCIA ALLA FINE DEL XVI SECOLO La Compagnia di S. Orsola nasce in Francia nel 1592; nel 1594 è fondata la prima casa di "congregate". I primi vent'anni della storia delle Orsoline coincidono, perciò, press'a poco con il regno di Enrico IV. Come abbiamo situato sant'Angela nella sua epoca, così ora dobbiamo vedere: I - Ciò che era la Francia alla fine del XVI sec. e all'inizio del XVII. II - Come si presentava allora la Chiesa di Francia.

I - IL REGNO DI FRANCIA Ci interessa qui dai tre punti di vista: politico, economico e sociale. 1. Situazione politica Il Paese emerge appena dalle guerre "di Religione" - di fatto e soprattutto dalle guerre civili tra grandi famiglie, che si contendevano il potere - . Otto guerre tra il 1562 ed il 1593, che hanno opposto Cattolici e Protestanti, partito dei Guisa) (con la Santa Lega) e partito dei Borboni. Otto guerre raddoppiate da tradimenti, assassinii e massacri, di cui il più terribile era stato quello di San Bartolomeo, perpetrato su istigazione di Caterina de' Medici (24 agosto 1572).

Enrico II + Caterina de' Medici 1559-60 I

I Francesco II 1559-60

I Carlo IX 1560-74

I

San Luigi

I

Enrico III Duca d'Alencon 1574-89 morto 1564

I I I Enrico di Navarra

La dinastia dei Valois si è estinta alla morte di Enrico III nel 1589. L'erede al trono, un discendente di S. Luigi in linea diretta (da Roberto di Clermont, spos di Beatrice di Borbone) è protestante. Enrico di Navarra deve conquistare il suo regno, sconfiggendo i Leghisti e abiurando il protestantesimo (1593).


82 Enrico IV (1589-1610) sistema la situazione e ristabilisce la pace tra cattolici e protestanti promulgando l'Editto di Nantes (Aprile 1598). Egli restaura l'autorità reale e rinforza il potere centrale. 2. Situazione economica Le guerre civili hanno fatto piombare il Paese in una miseria atroce; le campagne sono state devastate; l'agricoltura è rovinata ed il tesoro è vuoto. A poco a poco, grazie a Sully, sono restaurate le finanze e l'economia; l'agricoltura ed il commercio ricevono un impulso definitivo, come le vie di comunicazione. Nel 1608 Champlain fonda Québec in Canada - nella Nuova Francia, come si diceva allora. 3. Situazione sociale Nonostante il ritorno - lento - alla prosperità, nonostante l'unione che si fa a poco a poco attorno alla persona del Re, la Francia resta un paese diviso: - I contrasti tra le province sono accentuati, poiché ciascuna provincia ha le proprie tradizioni, i propri privilegi, il proprio diritto consuetudinario, il proprio dialetto, i propri pesi e misure, che non sono quelli della provincia vicina ... Ai fini pratici, la Francia si presenta ancora come una specie di "federazione" di province. - Le ferite provocate dalle guerre civili sono lontane dall'essere cicatrizzate. - La vita è dura per i piccoli, ingiusta e crudele: miseria di poveri, di malati ammassati negli ospedali, numerosi bambini abbandonati, mendicanti ed handicappati, galeotti ... E ci sono i flagelli della fame e delle epidemie, senza parlare dei pericoli dovuti a bande di furfanti e ladri ... - L'ignoranza nel popolo è una piaga generale; ci vorrà tempo per guarirla e le Orsoline vi si prodigheranno. - Le differenze tra le condizioni di vita sono sorprendenti; • Vita fastosa a corte, le cui feste (a partire da Luigi XIII) attireranno sempre più i nobili (di spada o di toga). • Lavoro paziente dei borghesi agiati, che si arricchiscono e sperano di poter comprare titoli nobiliari. • Condizione difficile degli artigiani raggruppati in corporazioni. • Condizioni precarie dei contadini, nonostante i miglioramenti intervenuti (per esempio, è sparito lo stato di servitù).

II - LA CHIESA DI FRANCIA Chiesa di Francia, nazionale, perché molto marcata dal gallicanesimo, che, del resto, va di pari passo con l'esaltazione della "Monarchia di Diritto Divino" (V. DR I, 207). La confisca reale si estende su tutti i benefici maggiori. Ne consegue una politica che s'insinua dovunque: 72 vescovi sono principi di sangue o nobili di alto rango. Gli abusi che ne derivano sono evidenti.


83 Ma la Chiesa non è fatta solo dai vescovi. E sono da segnalare due fenomeni: 1. Decadenza E' comprensibile che si parli di decadenza all'uscita dalle guerre di religione: più di 20.000 chiese distrutte o saccheggiate, parrocchie abbandonate, curati ignoranti (S. Vincenzo de Paoli ne ha incontrati che non conoscevano la formula dell'assoluzione in latino, che dicevano la messa non si sa come ... ). Il popolo cristiano minaccia l'apostasia per ignoranza. E' immerso in un ambiente pagano e materialista. La stessa atmosfera, del resto, regna anche nella maggior parte dei conventi e delle abbazie (soprattutto tra gli uomini). E' delle più mondane e frivole. 2. Rinnovamento Tuttavia, si sta operando una trasformazione. Frutto del Concilio di Trento? No, almeno inizialmente - perché il Parlamento ha rifiutato di registrare i Decreti del Concilio (saranno promulgati più tardi, unilateralmente, dall'Episcopato). Il rinnovamento è opera dello Spirito Santo; sgorga dai cuori. Il popolo ignora il catechismo, ma s'interessa alle vite dei santi e attende qualcosa, senza saperlo. Le abbazie femminili sono popolate da religiose costrette ad entrarvi - e sono le artefici della riforma, una riforma rapida, folgorante, che punta sulla povertà, la vita di preghiera, la clausura; basta pensare a Port-Royal: Angelica Arnauld aveva 18 anni al momento della famosa "Journée du guichet" nel 1609. (Cf Daniel-Rops, la Chiesa dei Tempi Classici, I, 3 85 ss.) La Francia, che era "paese di missione", diventa la patria dei santi, di una folla di santi, canonizzati o no. Ricordiamo qualche nome ... - Francesco di Sales (1567-1622), che rende amabile la devozione e fonda con Giovanna dì Chantal (1572-1641) la Visitazione. - Pietro de Bérulle (1575-1629), fondatore della "Scuola francese di spiritualità" e dell'Oratorio, che introduce il Carmelo in Francia. - Carlo di Condren (1588-1641), suo discepolo e successore, che va ancora più lontano del suo maestro nel senso di un teocentrismo assoluto.

- Gian Giacomo Olier 0608-1657), fondatore del Seminario di San Sulpizìo e delle missioni lazzariste. - Vincenzo de Paoli (1580-1660), l'apostolo della carità, la cui spiritualità prende sia da Bérulle che da Francesco di Sales.


84 - Giovanni Eudes (1601-1680), il missionario della Normandia, l'araldo della devozione ai Sacri 'Cuori di Gesù e Maria. - Benedetto di Canfeld (1562-1610), il cappuccino, la cui "Regola di perferzione" nutrì molte anime - Giovanni di San Sansone (1571-1636), emulo del padre Giovanni della Croce. - Giovanni di Bemières (1602-1659), laico spirituale, il cui "Cristiano interiore" è un grande successo librario - e che interverrà nell'avventura canadese di Maria dell'Incarnazione. Vi sono poi i Gesuiti: Luigi Lallemant (1588-1635), Rigoleuc, Maunoir, Guilloré, Surin,,. E' una "turba magna" - uomini e donne, nobili e servi, borghesi e gente del popolo - che pratica l'orazione mentale, fa ritiro, frequenta i sacramenti e si dà alle opere di carità. Un gesto, tra molti altri, dà testimonianza di questo rinnovamento cristiano: Luigi XIII consacra il Regno alla Madonna il 15 agosto 1638. E' troppo poco dire rinnovamento cristiano. Si tratta, in realtà, di una vera "invasione mistica". Ed Enrico Bremond non scrive a torto che "il Contado Un rinnovamento spirituale Il XVI secolo sta per finire. Enrico Le Béamais è divenuto il re cattolico Enrico IV. Si spegne il rumore delle guc:m:di religione.La Lega si scioglie. La calma, per un momento, rinasce. Ma imoti sono stati troppo violenti ed i capovolgimenti sono stati troppo profondi perché si acquieti tutto in una volta... E tuttavia si prepara un rinnovamentospirituale di una profondità singolare. E, propriamente parlando, non sono ·i Canoni del Concilio di Trento a suscitarlo, e nemmenol'Assemblea del Clero di Francia. Non viene nè da un ordine del re, nè da un decreto del Parlamento. E' l'opera dello Spirito nel profondo delle anime, di un certo numero di anime elette. Ora, questo Spirito soffia dove vuole, sia dietro il banco di un debito di vino sia nei chiostri delle moniali; nella bottega di un calzolaio o nel palazzo del Vescovo. Ma dovunque soffi, accende lo stesso fuoco, sempre, la stessa sete di assoluto; grida la stessa chiamata verso questa unione intima e sostanziale dell'essere umano con la grande realtà: Dio; e, di conseguenza, solleva lo stesso slancio, irresistibile, verso i piccoli, i poveri, gli infelici. Questo sgorgare, questo zampillare, questo rinnovamentoreligioso e mistico - gli si sono dati tutti questi nomi - si opera anzitutto nell'intimodelle anime "in spirito e verità".




87 Capitolo II

IL PASSAGGIO DELLA COMPAGNIA IN FRANCIA Generalmente l'espansione delle congregazioni religiose avviene con l'invio di soggetti. In questo caso, nessuna Orsolina italiana lascia il proprio Paese per introdurre la Compagnia al di là delle Alpi. Angela penetra in Francia direttamente, per mezzo del suo spirito (Regola, Ricordi), e in modo puramente provvidenziale. E' ancora la Provvidenza che suscita, qua o là, gli strumenti umani di cui Dio si servirà per piantare la Compagnia nei diversi luoghi del Regno ed assicurarne lo sviluppo. Questa installazione presenta un certo carattere che le è proprio: Essa avviene quasi simultaneamente in diversi luoghi, nella maggioranza dei casi, senza che le persone implicate si conoscano. Sono come dei focolai che sorgono nello stesso momento, in risposta ad appelli identici; e da questi focolai partono scintille che vanno ad accenderne altri ancora. Gli artefici di questa installazione appartengono a tutte le classi sociali, a tutte le professioni: serva, studente, commerciante, cardinale, nobildonna ... Le Orsoline fondatrici non si somigliano (che differenza tra una Francesca di Bermond ed una Antonietta Micolon!), ma dovunque soffia il medesimo spirito, quello di S. Angela. Ascoltiamo che cosa scriveva nel 1673, nelle sue Chroniques de l'Ordre, la Madre di Pommereu: "Non ci si deve meravigliare del fatto che questo Ordine sia iniziato quasi improvvisamente in diversi luoghi di Francia, per mezzo di diverse persone e in modi differenti: tutto ciò proviene dall'abbondanza e dalla fecondità del sangue della gloriosa Sant'Orsola e delle sue compagne, poiché le grandi sorgenti ordinariamente si scaricano attraverso canali diversi. Inoltre, poiché la necessità in questi ultimi tempi era assai grande, ci sarebbe voluto troppo tempo per riceverne i frutti, se esso fosse nato in un solo luogo; e se si fosse atteso che una casa fosse in grado di formarne un'altra e così via( ... ). Certo, essendo state molte le persone che han messo mano alle diverse fondazioni, si è introdotta conseguentemente qualche abitudine difforme; il che non impedisce che tutte le Religiose Orsoline compongano un grande corpo, e siano unite nel loro fine principale, che è la buona educazione della gioventù, e anche nella maggior parte


88 degli esercizi religiosi ( ... ). Tuttavia, c'è da sperare che con la grazia di Dio, questo Ordine, ora così esteso, si unisca sempre più e divenga conforme, per quanto lo permetta la diversità del paese" (Cap. I, 1617; citato daLC,15-16). Cristiani commenta: “Si dovrà ben riconoscere che ciò che impedì o ritardò l'unificazione perfetta dell'Ordine delle Orsoline, nel nostro paese, è causa anche per lo storico di grandi difficoltà per l'unità della sua esposizione” (LC, 16). Nulla di più vero. Dovremo andare da una provincia all'altra, avanzare nel tempo e poi tornare indietro, ripercorrere cammini già intrapresi, incrociare e reincrociare personaggi già incontrati: le ripetizioni sono inevitabili. In questo capitolo accosteremo i seguenti punti: I - La nascita della Compagnia ad Avignone. II - Il legame con Angela: la regola di Tournon. III - Lo sviluppo e l'evoluzione delle Compagnie.

I - LA NASCITA AD AVIGNONE Avignone, città dei Papi, è la capitale del Contado Venassino. Il contado è una inclusione pontificia in terra francese¹; perciò sono frequenti i rapporti con la Penisola e si parla indifferentemente francese o italiano nella stessa Avignone. La regione è abitata da Francesi, ma i tre Vescovi del Contado sono italiani, salvo rarissime eccezioni. 1. Gli associati Due sacerdoti, che ritroveremo più avanti, hanno avuto l'intuizione di ciò che bisognava fare per restaurare la religione cattolica in Francia. Cesare de Bus (beatificato nel 1976) e Giovan Battista Romillon (che si dice essere suo cugino) hanno fondato l’ “Associazione dei Padri della Dottrina Cristiana” per l'insegnamento del catechismo. Nel 1592 fondarono una casa a l'Isle-sur-Sorgues (o Isola di Venezia) a 20 Km. da Avignone; poi un'altra nel 1593 ad Avignone. Cesare de Bus si fa aiutare a l'Isle-surSorgues da sua nipote, Cassandra de Bus, e da due figlie del dottore de l'Isle, Margherita e Maddalena Planchier. Ad Avignone esiste un altro gruppo, 23 giovani "associate per servire Dio ed il prossimo". Francesca de Bermond ne è l'anima (ritroveremo ancora Francesca). Quando passa sotto la direzione spirituale del P. Romillon, si impegna naturalmente nell'esercizio della Dottrina, come faranno le sue compagne. Una di esse, desiderando condurre un genere di vita più stabile, scrive al Vescovo, chiedendogli per il gruppo la regola di un Ordine religioso. Mons. Grimaldi risponde che "le religiose del regno non erano _________________________________________ 1

Ceduto nel 1274 al Papa Gregporio X da Filippo III l'Ardito, doveva restare sotto l'autorità di Roma fino al 1791 - quando fu annesso dal governo rivoluzionario


89 abbastanza raccolte, e che c'erano in Italia delle sante giovani che, pur facendo soltanto voti semplici e senza clausura, li osservavano con più santità ed esattezza, e che, senza perdere la solitudine ed il ritiro interiore, erano infinitamente più utili alla salvezza delle persone del loro sesso" (LC,48-49). Voleva senza dubbio parlare delle Orsoline italiane, che egli aveva conosciuto durante un viaggio al di là delle Alpi. Ma in Provenza nessuno le conosceva ancora. Le giovani catechiste non capiscono l'osservazione del Prelato e si separano; alcune entrano in convento ed altre si sposano. Ne restano quattro: Caterina e Francesca di Bermond, Giovanna e Sibilla d'Olivier. E' in questo momento che interviene la Provvidenza. Per quanto ci è possibile sapere (non c'è una documentazione storica sul periodo che ci interessa), le cose sono andate così: Sibilla de Mazan, figlia del barone di Vaucluse, è diretta dal P. Romillon. E' giovane, ricca, bella e molto corteggiata. Ma vuole consacrarsi a Gesù Cristo. Poiché la salute non le permette di pensare alla vita monastica, fa il voto di verginità nelle mani del Vescovo di Carpentras, Mons. Bichi. Di ritorno da uno dei suoi viaggi in Italia, questi porta a Sibilla la Regola delle Orsoline di Ferrara. Sibilla la comunica al Padre Romillon, che la riceve con una emozione intensa. Romillon trasmette la Regola di Ferrara a Cesare de Bus e al gruppetto di Avignone. Francesca e le sue compagne vi trovano l'espressione del loro ideale: consacrazione totale a Dio e servizio apostolico del prossimo. Siamo nel 1592. La quattro "Orsoline associate" incominciano a vivere secondo la Regola di Ferrara; ciascuna vive in famiglia, ma si riuniscono per insegnare la Dottrina alle bambine: così nasce la Compagnia di S. Orsola in Francia. 2. Le "Congregate" Le circostanze portano le Orsoline a riunirsi non soltanto per il catechismo, ma anche per vivere insieme e così esse divengono delle "congregate". a) All'Isle-sur-Sorgues. Sibilla de Mazan, che si era anch’essa entusiasmata alla Regola di Ferrara, approfittando del fatto che il Padre Romillon era stato nominato canonico della chiesa collegiale dell'Isle, promette di affittare ed ammobiliare una casa all'Isle per il primo gruppo costituito di Orsoline, così il loro apostolato ne sarà molto facilitato, e promette di farsi anch'essa Orsolina non appena potrà. Nel 1594, dunque, le quattro avignonesi arrivano all'Isle, e Francesca di Bermond ottiene da Papa Clemente VIII un Breve che l'autorizza ad insegnare pubblicamente la Dottrina Cristiana.


90 Vi sono pertanto nella stessa cittadina due gruppi di catechiste che dipendono dagli stessi "Dottrinari". Tra il gruppo di Francesca e quello di Cassandra avverrà una fusione naturale. Ricordiamo i nomi delle prime congregate: Francesca e Caterina di Bermond, Giovanna e Sibilla d'Olivier, Cassandra de Bus, Margherita e Maddalena Planchier. Ben presto saranno raggiunte da altre: Sibilla di Mazan, Pierina di Bermond e Bianca Planchier ed altre ancora. Anche la Signora Planchier, rimasta vedova, si aggiunge alla Compagnia e mette a disposizione la grande casa del dottore, ormai vuota, e le Orsoline vi si trasferiscono nel 1595. Francesca è la loro superiora. b) Ad Avignone: Romillon si stabilisce all'Isle, mentre Cesare de Bus lo sostituisce ad Avignone e nel 1596 vi organizza una seconda casa di Orsoline congregate, completamente indipendente dalla prima. La benefattrice è una pia vedova, Madame de Capelis; le Orsoline fondatrici si chiamano Delfina, Caterina e Giovanna Rampalle. Parleremo di loro più oltre.

II - IL LEGAME CON ANGELA: LA REGOLA Dl FERRARA-TOURNON (cfr. MTS 441s) La Regola di Ferrara, lo si è visto, conservava l'essenziale della Regola di Angela: spiritualità sponsale, interpretazione radicale dei consigli evangelici, governo affidato alle donne. Inoltre impegnava tutti i membri della Compagnia nell'insegnamento della Dottrina Cristiana. E' significativa la reazione di P. Romillon alla lettura di questo documento: "Ecco finalmente, mio dolce Gesù, ciò che mi facevate desiderare da tanto tempo ed il compimento delle vostre promesse. Ecco il contratto di matrimonio che vi deve inseparabilmente unire alle vostre caste spose ..." (LC,51) Ma la Regola di Ferrara non diceva gran che della fondatrice, "un'umile vergine dai costumi angelici che si chiamava Angela e che era veramente angelica", secondo la dedica. Questa stessa dedica menzionava le fondazioni di Milano, Venezia e Verona. Tutto lascia supporre che si scrisse da Avignone a Milano per saperne qualcosa di più. La traduzione francese della Regola di Ferrara, fatta a Tournon nel 1597, contiene effettivamente elementi presi dalla Regola milanese - molto probabilmente l'edizione del 1585. Poiché la Regola di Tournon ha avuto un ruolo molto importante nella storia e nella spiritualità delle Orsoline, bisogna conoscerla. Questa conoscenza ci convincerà, se ce ne fosse bisogno, che le Orsoline di Francia sono davvero figlie di Angela Merici.


91 1. Composizione della Regola di Tournon Diciamo anzitutto che nel XVIII secolo la Regola di Tournon originale, era scomparsa; si conosceva soltanto una copia manoscritta in latino degli anni 1610: Regulae Virginum Societatis Sanctae-Ursulae. Nel 1958 M. Maria di Chantal Gueudré scoprì una copia completa dell'originale (sembra la sola esistente) a Vesoul negli Archivi dipartimentali dell'Haute-Saòne; ne fece fare un micro-film che ora si trova negli Archivi della Casa Generalizia delle Orsoline dell’Unione Romana. La comparazione tra le Regulae ... e le Regole della Compagnia delle Vergini di Sant'Orsola messe in luce dal comandamento del Reverendissimo Vescovo di Ferrara, e dell'Illustrissimo Cardinale di Santa Prassede, Arcivescovo di Milano, evidenzia differenze sensibili tra i due testi. La Regola autentica di Tournon comprende: - Il Breve di Gregorio XIII che approva la Compagnia di Milano (24 dicembre 1582), in latino, seguito dalla traduzione del "sommario"; - L'estratto della lettera di Landini che fa conoscere il volto della fondatrice; - Una poesia di Francesca di Bermond, dedicata "alle carissime Sorelle di Sant'Orsola associate ad Avignone", che traduce la sua profonda devozione verso S. Angela; - La lettera del Vescovo di Ferrara che presenta la Regola; - Un messaggio "Al lettore cristiano" che fa l'elogio della Compagnia; - Il testo della Regola, diviso in due parti: I) La Regola delle Vergini 2) Il Governo. a) Prima parte. Comprende 14 capitoli; si nota che è molto vicina alla Regola di S. Angela, di cui è spesso una libera traduzione, talvolta quasi letterale. I capitoli hanno un ordine un po' diverso, ciò non è molto importante. Ad es.: il capitolo della "Verginità" è il terzo; quello della "Povertà" il quinto. Al 4° capitolo, sull’ “Obbedienza”, la Regola di Tuornon, che traduce quella di Ferrara, si avvicina a quella di S. Carlo (Brescia 1582) e il capitolo 10°, "Dell'obbligo di lavorare alla Dottrina Cristiana", non esisteva nella Regola mericiana. b) Seconda parte: Del Governo. Contiene 34 capitoli. Sotto la direzione del Vescovo della Diocesi, il governo comprende: una Madre Generale, una Vicaria, una Segretaria, quattro Assistenti - una per ogni quartiere della città - e dodici Governanti; più quattro Maestre delle novizie. Sono menzionati quattro protettori, due ecclesiastici e due laici. Per introdurre tante persone nel governo, bisogna che la speranza di vocazioni e di espansione fosse grande! Il capitolo 24, "Insegnamenti dati dalla Venerabile Madre Angela, Fondatrice della Compagnia di Sant'Orsola, alle Governanti ed Ammonitrici", è la traduzione dei "Ricordi alle Colonnelle", tali quali erano nella Regola di Ferrara. La loro presenza nel testo stesso della Regola conferisce loro un peso maggiore e contribuirà a diffondere lo spirito mericiano.


92 Il capitolo 31 è interamente dedicato a "La Dottrina Cristiana". 2. Lo spirito di Angela nella Regola di Tournon Per ritrovarlo ci basterà qualche citazione. Le disporremo secondo l'ordine usato per esporre la spiritualità di S. Angela. a) Consacrazione verginale al Cristo Sposo - Scelta di Dio: "Toccate dallo Spirito Santo ( ... ) queste ragazze hanno deciso di contenersi in perpetua verginità ( ............ ) come Caterina, Agata, Agnese, Cecilia, Lucia e altre sante vergini ( ... ) Hanno scelto Cristo come loro Sposo" (Al lettore). + "Essendo scelte e chiamate per essere vere spose del Figlio di Dio( ... ) sforzatevi di vivere come si richiede alle vere spose di Gesù Cristo" (premessa). + "Vivano nella fedeltà( ... ) fin quando il loro Sposo Gesù si degnerà di condurle con sé nell'eternità" (Cap. 14). -Ringraziamento: + "Avete occasione di rendere alla Divina Maestà infinite grazie per avervi particolarmente affidato un dono così singolare, perché quanti grandi personaggi, come Imperatrici, Regine, Duchesse e simili (… .) sarebbero troppo felici di essere state la più piccola di voi (. ……… .) Vogliate dunque considerare e riconoscere (...) quale mirabile e nuova dignità vi è concessa" (Premessa). - Imitazione: + "La vergine sia povera, ricordandosi della povertà del suo Sposo Gesù Cristo" (Cap. 15) + "E' conveniente che chi fa professione di essere sposa e serva di Gesù Cristo sia anche imitatrice delle virtù del suo Signore e Sposo" (Cap. 5) - Intimità: La Regola di Tournon dà ampio spazio alla vita contemplativa e alla preghiera, in maniera più precisa di quanto non faccia Angela. Ad es. nel cap. 10: Nei giorni festivi "oltre l'orazione vocale e mentale ordinaria, e oltre la messa e la predicazione, cerchi sempre di occuparsi in pii esercizi come leggere libri spirituali; meditare e pregare".

Come aveva fatto Angela, Paolo Leone, vescovo di Ferrara, ha dato alle sue Orsoline un "modello di preghiera", fortemente ispirato a quella di Angela e tradotto nella Regola di Toumon. Ma l'accento profetico ed il soffio apostolico sono meno evidenti. Nonostante i meriti, Mons. Leone non era un santo. D'altra parte, seguendo in questo il Concilio di Trento, diffidava del misticismo e delle esagerazioni, tendendo a sottomettere la vita spirituale al controllo della ragione e della giurisdizione ecclesiastica. Tra la preghiera di Angela e la sua, c'è tutta la distanza che separa la santità preconciliare, con il suo affiato mistico, dalla pietà solida e controllata posteriore al Concilio. E tuttavia la preghiera del Vescovo di Ferrara non è meno bella, perché proviene da un'anima umile e fervorosa.


93 L'Orsolina vi chiede luce: "Illuminami, dolce Gesù, con la chiarezza della tua luce eterna, e caccia dal mio cuore le tenebre". Si riconosce "violentata" dalle distrazioni e si umilia. Implora la grazia di morire piuttosto che offendere la Divina Maestà. Chiede aiuto per non essere "mossa" dalle vanità; supplica Dio di perdonarla e di innaffiare il suo cuore con la rugiada celeste. E termina con una supplica: "Solleva lo spirito appesantito dal penoso fardello dei peccati e attira tutto il mio desiderio verso le cose celesti affinché, avendo gustato la dolcezza della suprema felicità, provi dispiacere nel pensare alle cose terrene. Attirami a Te, Signore, e liberami da ogni consolazione delle creature, che non può essere durevole ( ... ). Attaccami a Te, Signore, con il legame della tua inseparabile dilezione, perché Tu solo sei sufficiente all'Amante, e senza di te tutte le cose non hanno valore alcuno. Amen, Gesù" (Cap. 6) Ma la vergine di S. Orsola non deve vivere unita al Cristo soltanto nell'ora della preghiera formale. L'unione a Cristo deve esserci lungo tutta la giornata, a casa e per strada, nella salute e nella malattia, "dono mandato dalla mano di Dio" (Cap. 13). Dovunque e in tutte le circostanze, "avrà come consigliere principale Nostro Signore" e conserverà "continuamente accesa nel suo cuore la carità" (Cap. 12). Vigilanza: Le prime Orsoline francesi che seguivano la Regola di Toumon conducevano una vita simile a quella delle loro sorelle italiane. A queste e a quelle si imponevano le stesse precauzioni. Troviamo, quindi, nelle due Regole di Ferrara e Tournon le stesse prescrizioni, che sono poi quelle date da Angela. Non le ripeteremo, quindi. Ma è impossibile resistere alla tentazione di trascrivere qualche passo saporoso. Al capitolo 3, della Verginità", è chiesto alla vergine di S. Orsola "di conservarla con ogni diligenza e cura, ricordandosi che porta un ricco tesoro in un vaso di terra, una luce al vento, un prezioso gioiello invidiato da parecchi nemici". Eviterà ogni forma di "civetteria" con la quale la donna vuol piacere all'uomo. A Dio solo lei vuole e deve piacere. Di conseguenza: "Non si vedano cordoni, nastri o lacci di seta colorati in testa o altrove, nè crespature al collo nè alle mani, nè polsini nè altre lavorazioni da nessuna parte, nè i capelli arricciati, biondi e dipinti con artifici, nè altri ornamenti delicati, effemminati e leggiadri, nè cosa alcuna che sia contraria alla vergine onesta nè che possa macchiare la propria coscienza o dare poca edificazione al prossimo" (Cap. 11). "Non cercare di piacere se non allo Sposo": questa è la regola suprema di cui le prescrizioni relative alla salvaguardia della castità non sono che corollari. Questa regola suprema rimane identica, sia per le Orsoline che vivono nel mondo, sia per quelle congregate in comunità - sia di clausura stretta che mitigata-: cercare di piacere a Dio solo.


94 b) Gli interessi dello Sposo. - Zelo apostolico. Leggiamo nella prefazione di Mons. Leone: "Servano da luci ardenti per il mondo tenebroso", perché, prima di darsi come Marta alla vita attiva, hanno "con Maria Maddalena atteso all'orazione, meditazione ed altri esercizi spirituali". E al cap.12: "Tutto nella vergine serva di insegnamento ed edificazione a coloro che converseranno con lei, avendo continuamente l'accesa carità nel cuore". Come deve manifestarsi questo zelo? Essenzialmente con l'insegnamento della Dottrina. Al cap. 10, che tratta dell'uso delle feste, leggiamo: "( ... ) specialmente la vergine vada, per quanto possibile, al luogo in cui si insegna la Dottrina Cristiana; e là che si eserciti a insegnare ( ... ) Ed essendovi, non solamente si dia da fare per questo esercizio, ma, accrescendo la carità, cerchi sempre di esortare gli altri a frequentare i Santi Sacramenti, ad avere il timor di Dio( ... )". In tutti i capitoli che trattano delle riunioni delle superiore, è inserito un obbligo: vegliare sulle scuole della Dottrina e provvedere o far provvedere a tutte le loro necessità. E' uno dei più gravi doveri delle superiore. Questo mostra l'importanza del dovere dell’insegnamento catechistico nella vita delle prime Orsoline. Abbiamo già segnalato che a ciò è dedicato tutto il cap.31. - Carità- Unione fraterna: Nel capitolo dell'orazione (cap. 6) è detto: "La carità e la discrezione ammaestrino tutte di fare in tempo comodo e prontamente le loro orazioni per evitare ogni disordine ( ... ) e per non incomodare la casa, nè impedire gli operai, nè infastidire i suoi, al che deve avere un gran riguardo". E al cap. 9: "Ciascuna disponga in modo tale le sue devozioni da non essere causa, mentre prega, che quelli della sua casa bestemmino e disonorino Nostro Signore, e si mortifichi in qualche cosa piuttosto che permettere che Nostro Signore ne resti offeso". Bel consiglio di discrezione e di delicatezza, che richiama quelli di S. Francesco di Sales alla Baronessa di Chantal. Trattando dell'elezione della Madre Generale, la Regola di Toumon chiede (Cap. 8) che sia soprattutto "riconosciuta come persona di grande carità ed affetto verso le Figlie di questa Compagnia, affinché in ogni necessità sia pronta, con pietà materna, a soccorrere dove vedrà essercene bisogno". In tutto ciò si ritrova lo spirito della Madre Suor Angela. E il capitolo 24, traduzione dei Ricordi. presenta la stessa nota di carità tenera e forte che caratterizza la versione l'originale.


95 3. Diffusione della Regola di Tournon

Non sono soltanto le Orsoline di Provenza ad adottare, come Regola di vita, la Regola di Tournon. Dovunque si fondino Compagnie in Francia, dovunque nascano Orsoline, secolari o congregate, vivono secondo quelle prescrizioni. Chi dice "Orsolina", infatti, dice "Angela Merici". E la Regola di Toumon è la sola che esista in francese; pertanto è lei che forma le Orsoline sul suolo di Francia; è lei che assicura la permanenza dello spirito della Fondatrice. E' lei ancora che assicura un obiettivo apostolico comune, e presto una vita apostolica simile. L'attività catechistica, infatti, agli inizi, era esercitata la domenica e i giorni festivi. Non tardò a diventare quotidiana a partire dal momento in cui, con il catechismo, le Orsoline si misero a insegnare a leggere e poi a scrivere. Lettura e scrittura furono prima di tutto strumenti preziosi per imparare la Dottrina, prima ancora di diventare strumenti non meno preziosi di progresso morale e di promozione sociale. E' cosi che le scuole della Dottrina Cristiana divennero a poco a poco semplicemente “scuole”. Questo fatto avrebbe dovuto rendere difficile il reclutamento, perché il mestiere di insegnante era piuttosto malvisto e fonte di umiliazioni. Perché coloro che vi si dedicavano, in generale, erano studenti affamati, chierici miserabili, preti senza beneficio ecclesiastico. Ma le Orsoline non saranno senza sostegno: i Gesuiti - e anche gli Oratoriani - diedero loro un apporto inestimabile. Inoltre Vescovi e preti, pieni di zelo, diedero il loro appoggio; uomini e donne, di fede robusta, consacrarono una parte della loro fortuna per promuovere il loro apostolato; alcuni Comuni le chiamarono in aiuto, avendo sentito parlare del bene che esse facevano; e vocazioni e fondazioni si moltiplicavano ... Le fondazioni avvennero per filiazione o ramificazioni, o anche semplicemente per semplice trasmissione della Regola.

III - SVILUPPO ED EVOLUZIONE DELLE COMPAGNIE Intendiamo per "sviluppo" la propagazione nello spazio e per "evoluzione" la trasformazione nel tempo. 1. Sviluppo Una volta impiantate in Provenza, le Orsoline incominciano moltiplicarsi sul suolo francese. Infatti molte giovani desiderose e di consacrarsi a Dio e di rispondere ad uno dei maggiori bisogni del tempo, ossia rimediare all'ignoranza religiosa, trovano che la Compagnia di S. Orsola permetteva di realizzare questo duplice desiderio. Occorreva solo che fosse conosciuta; e la Provvidenza utilizzerà tutti i mezzi, di cui alcuni non mancano di umorismo, per far conoscere la Regola o qualche "Vita" di Angela Merici a queste giovani apostole. Ed è cosi che esse diventano Orsoline. Aix-enProvence è nata dall'Isle-sur-Sorgues, mentre gli altri centri sono indipendenti gli uni dagli altri. Aix è del 1600; Arles 1602; Tolosa 1604; Digione 1605; Bordeaux 1606;


96 Parigi 1607; Lione 1610; Ambert 1613; Tulle 1618. "Centri", perché queste Case diventano punti di partenza per altre fondazioni, e l'espansione avviene attraverso la conoscenza dello spirito, del messaggio e del volto di Angela. Questa espansione rapidissima, come si spiega? Senza dubbio, ciò che le Orsoline fanno corrisponde ad un bisogno disperato; il paese è appena uscito dalle guerre di religione e dovunque si reclamano maestre di dottrina cristiana. Ma c'è di più. Il motivo principale di questa fioritura abbondante di case di Orsoline è dovuto al fatto che esse sono: - grandi oranti, e spesso autentiche mistiche; - donne totalmente consacrate a Dio in uno spirito di distacco radicale e di povertà; - donne totalmente donate al loro apostolato in uno spirito di gioioso disinteresse. Queste donne non sono "religiose", nel senso stretto del termine. Vivono insieme o nella loro famiglia, sotto la stessa regola, senza voti pubblici, senza clausura. Sono "soltanto" donne consacrate a Dio. 2. Evoluzione L’evoluzione è press'a poco uguale per tutte le Compagnie ed avviene, inizialmente, senza scosse e senza soluzione di continuità. Le Orsoline si sviluppano nel tempo in tre tappe: come "associate", come "congregate", come "moniali". a) Associate. Vivono nelle loro rispettive famiglie, evidentemente senza clausura, e senza voti - se non, casualmente, a titolo privato. b) Congregate. Vivono insieme in una casa comune, senza clausura giuridica nè voti pubblici; a poco a poco, tuttavia, saranno portate a fare i voti semplici. Il passaggio dalla vita in famiglia alla vita insieme si fa in modo insensibile e come naturale. E' sempre la stessa Regola che si segue e il fatto di praticarla insieme non sembra a nessuno una modifica dell'istituzione mericiana. La "vita in famiglia" - o "nel mondo" - non è del resto mai stata un "punto di regola"; e Angela stessa aveva specificato, nella sua Regola, che le vergini senza famiglia, malate o isolate non restassero sole. c) Moniali. Vivono in un monastero, con clausura papale e fanno professione solenne ... Ma questa è un'altra storia ... Nota:

La Compagnia di S. Orsola di Dole, Franca Contea, è la sola in Francia a non aver conosciuto la terza tappa. Anna di Xainctonge,


97 sua fondatrice, voleva assolutamente che le sue figlie fossero libere di andare e venire secondo le esigenze del loro apostolato. Il punto di "non clausura" era per lei capitale. Segnaliamo anche il caso un po' particolare delle Orsoline di St. Charles du Puy, che vissero come secolari fino al 1836 e non furono mai "moniali". ******* ***** *** *



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Capitolo III

LA TRASFORMAZIONE IN ORDINE RELIGIOSO: 1612 Nel 1612, in Francia esistevano 26 case di Congregate, (non tratteremo qui delle associate che continuavano a vivere in famiglia); e nei vent'anni seguenti, saranno fondate altre case, circa una sessantina. Tuttavia prima del 1650, quasi tutte le Orsoline francesi avevano abbracciato la vita monastica con clausura papale e voti solenni. Come è potuto accadere ciò? Questa trasformazione ha avuto parecchie cause; si è realizzata mediante certe condizioni; ha posto problemi e suscitato reazioni ed è toccato alle Orsoline trovare soluzioni adeguate senza perdere la loro identità. Divideremo così questo capitolo: I - Le cause 1. I Decreti del Concilio di Trento 2. La pressione episcopale 3. L'opinione pubblica 4. L'influenza di Parigi II - Le condizioni

1. Le leggi dello Stato 2. Le leggi della Chiesa

III- I problemi

1. Problema apostolico 2. Problema giuridico

IV - Le reazioni

1. La questione della clausura 2. La questione dell’apostolato

V - Le soluzioni

1. Al problema apostolico 2. Al problema giuridico 3. A certi problemi pratici

VI - Rottura o continuità? _________________________________________________ Vedere specialmente: - MARIE DE CHANT AL GUEUDRE, Histoire de l'Ordre ... Vol. I -MARIE-ANDREE JEGOU,Les Ursulines du Faubourg St- Jacques ... - MERE DE POMMEREU, Chroniques de l'Ordre ... Vol. I


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I - LE CAUSE Per quanto é possibile conoscere, si possono raggruppare in quattro punti. 1. I Decreti del Concilio di Trento Rinforzati dalle decisioni del Papa S. Pio V, non autorizzavano l'esistenza di case religiose femminili senza voti solenni e senza stretta clausura. Ora, inconsciamente per così dire, le Orsoline francesi che vivevano in comune, congregate, nelle loro case in cui la vita era regolata press'a poco come nei conventi, si trovavano in contraddizione con la legislazione ecclesiastica. 2. La pressione episcopale I vescovi francesi, preoccupati da questa legislazione, decisero di trasformare le case di congregate in monasteri, conformemente al Diritto Canonico. Ciò non avvenne senza merito da parte di alcuni che apprezzavano altamente la vita spirituale e apostolica delle congregate, come, ad esempio, il Cardinal de Sourdis che ne aveva fatto un magnifico elogio nella sua lettera pastorale del 1609 ( G I, 330); e che questo punto sia stato giudicato tra i più seri è testimoniato eloquentemente dagli esempi di S. Francesco di Sales e da S. Vincenzo de' Paoli. Le Orsoline si trovarono davanti ad una scelta da operare: o il monastero con clausura e voti solenni, o una semplice forma associativa a carattere secolare (ciò che sopprimeva ipso facto la presenza eucaristica nelle loro case). Docili alla Chiesa come la loro Madre e Fondatrice, si sottomisero "nonostante l'obbedienza fosse per molte di loro un olocausto". 3. L'opinione pubblica Bisogna riconoscere che dal XVI secolo, le Orsoline "secolari" o "congregate" erano abbastanza frequentemente assimilate a religiose di secondo ordine, anche dai loro ammiratori, come prova il testo che segue: "Anche se la prima lode ed il primo grado di verginità sono di quelle che, perpetuamente recluse, si consacrano a Dio", poiché ci sono giovani che non possono o non vogliono entrare nei monasteri, "non è ragionevole che siano fatte decadere dal secondo" (Nota al lettore, Regola di Ferrara - Tournon). Simili osservazioni potevano creare un complesso di inferiorità e suscitare, nelle anime generose, il desiderio di una vita considerata più perfetta. Evidentemente - ed era normale - gli scritti del Cozzano in Francia non erano conosciuti! 4. L'influenza esercitata dalla casa di Parigi Alle precedenti ragioni di carattere spirituale, bisogna aggiungerne una quarta, più umana e naturale: l'influenza esercitata dalla Casa di Parigi. Questa casa era formata, in maggioranza, di suore che avevano prima desiderato il Carmelo e che non avevano fatto l'esperienza della vita orsolina


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nella sua forma primitiva. Tutto le predisponeva, quindi, ad accettare di buon grado la vita monastica. Ora, è proprio tale vita che la loro fondatrice laica, Madame di Saint-Beuve, voleva per esse fin dagli inizi della fondazione. Ella non poté che rallegrarsi delle decisioni prese dai vescovi, e si affrettò a chiedere al Papa una Bolla che facesse delle "sue" Orsoline delle "vere religiose". Ottenuta la Bolla, la casa di Parigi si trasformò in monastero ... Altre case seguirono, poiché giudicavano cosa buona e motivo di onore seguire l'esempio della Capitale, come del resto avviene generalmente tanto nel campo delle idee che in quello delle mode e dei costumi ...

II - LE CONDIZIONI Sono poste sia dalle Leggi della Chiesa che da quelle dello Stato. 1. Leggi dello Stato C'è, anzitutto, una condizione previa: le suore devono provare che il monastero avrà le rendite necessarie per bastare a se stesso: non deve essere a carico né dello Stato né della Città. Ciò implica: - - Il monastero non può essere eretto senza una "Lettera patente" del Re, che ne assicura il riconoscimento legale. E questa Lettera bisogna ottenerla!

- Queste Lettere patenti devono essere registrate ufficialmente dai diversi Parlamenti (che potrebbero rifiutare di farlo - il Re era meno "assoluto" di quanto si dicesse!). - Per far stampare le loro Costituzioni e Statuti, le religiose avevano bisogno di un "Privilegio del Re". Una volta costruito il monastero - e ne occorreva di denaro! – bisognava rispettare le raccomandazioni delle Lettere d'ammortamento1 e stare in regola con le autorità locali. Tutto era stato pensato, come si vede, per assicurare la docilità delle religiose al potere civile. ______________________________________ 1

Lettere d'ammortamento: Lettere con le quali il Re autorizzava "gente di manomorta ad acquistare e conservare beni, senza essere obbligati a metterli "fuori dalle loro mani". Gente di manomorta: Comunità, confraternite, Chiese, ecc. la cui esistenza è perpetua a causa del rinnovo dei membri. I loro beni sono perciò sottratti alle regole ordinarie di mutazioni di proprietà per decesso del proprietario. Di conseguenza il Re perde il "diritto di mutazione". Le persone di manomorta debbono pagare un "diritto di ammortamento", a meno che il Re accordi "Lettere d'ammortamento". Beni di manomorta: case, giardini, appartenenti a gente di manomorta: questi beni non "passano di mano"


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2. Leggi della Chiesa Le Leggi si possono dividere in due gruppi:

a)

Concernenti la clausura. E' una clausura molto severa. Poiché le religiose non dovranno mai uscire, occorrono edifici con locali numerosi: Chiesa con Coro e sacrestia, chiostro, refettorio, dormitori, sale comuni, biblioteca, annessi (lavanderia, guardaroba, panetteria, infermeria, farmacia ... ). Occorre terreno per il cimitero, l'orto, il frutteto, il prato se si può avere qualche mucca, nel qual caso occorre una stalla, il pollaio ... ecc ... e un giardino per le suore. Un monastero è una grande proprietà in cui si vive in autarchia. Questo è vero per ogni specie di convento di clausura. Nel caso delle Orsoline, bisogna per di più prevedere il pensionato e le classi esterne.

Questa situazione non è senza conseguenze, che bisogna prevedere: - Necessità di trovare appoggi altolocati che aiutino a finanziare la fondazione.

- Necessità di chiedere doti alle religiose. Prima le famiglie assicuravano alle congregate l'alloggio e un riparo; e, nelle loro case, esse vivevano modestamente della loro eredità, senza nulla attendere dal loro lavoro ( cf G I, 63). La questione della dote restringeva le possibilità di reclutamento.

- Necessità di stabilire rette di pensione per le eventuali educande - ed è in questo punto che sorgeranno i maggiori problemi.

b) Concernenti l'iniziazione monastica. La vita di clausura chiede un'iniziazione, un noviziato canonico, una formazione adeguata. La prima Bolla, quella di Parigi, preciserà che le novizie dovranno essere iniziate alla loro nuova vita da quattro religiose di professione monastica. Le Bolle successive non menzioneranno più questa esigenza.

III - I PROBLEMI Sono essenzialmente di due tipi, apostolico e giuridico. I problemi pratici sono facili da indovinare.

1. Problema apostolico Si pone in modo molto semplice: potranno le Orsoline di stretta clausura conservare le loro attività apostoliche, elemento essenziale della loro vita e della loro vocazione? Questo punto appariva loro cruciale. Sono figlie di Angela, contemplative e apostole; non possono né vogliono sacrificare né la loro Vita di preghiera né il loro apostolato.


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2. Problema giuridico Per riconoscere un nuovo Istituto Religioso, la Chiesa esigeva, dopo il Concilio Laterano IV (1215) che si seguissero una delle quattro grandi Regole tradizionali (Cap. XIII). Ciò supponeva, per le Orsoline, l'abbandono della Regola di Tournon e l'adozione di una delle Regole approvate, quelle dei Santi Agostino, Basilio, Benedetto, Francesco. Di comune accordo i vescovi scelsero quella di S. Agostino: "Tra le antiche Regole, non ce n'è una che, per la sua dolcezza e moderazione, sia più conveniente alla debolezza del sesso femminile e al lavoro del nostro Istituto di quella del glorioso S. Agostino, preparata ( ... ) per la condotta di altre religiose, anch'esse desiderose di morire al mondo per meglio vivere per Gesù Cristo" (Mons. Zamet, citato in G I, 113). Non è molto lusinghiero per il sesso femminile ... ma la scelta della Regola di S. Agostino è stata comunque provvidenziale: lo spirito che l'anima è molto vicino a quello di S. Angela, con la sua insistenza sulla carità e la concordia: "Ci sia tra voi un cuore ed un'anima sola in Dio".

Ma la Regola di S. Agostino, da sola, è insufficiente per le prescrizioni concrete. Bisognerà quindi pensare ad affiancare Costituzioni adeguate che le apportino le precisazioni necessarie.

IV - LE REAZIONI Il passaggio dalla vita Orsolina "associata" alla vita "congregata" era avvenuto, lo abbiamo visto, naturalmente e senza scosse. Da allora le suore hanno potuto apprezzare i vantaggi che la vita comune offriva per la vita spirituale e per l'apostolato. Il cambiamento che si chiede loro ora è molto più drammatico.

Sono in causa soprattutto due punti:

1. La clausura Non bisogna credere che una maggioranza favorevole alla trasformazione si sia immediatamente manifestata ( cfr. G I, 3 l 4ss) · Le anziane sono molto attaccate alla loro forma di vita; con carità, si lascerà che finiscano i loro giorni come hanno vissuto. - Alcune lasciano provvisoriamente la comunità. - Molte al momento in cui la loro casa si trasforma se ne vanno per raggiungere una comunità di congregate (E' così che Renata Thomas e Francesca de Léguisé lasciano senza rimpianto Parigi per Lione). - In alcune comunità avvengono scissioni. - E altre semplicemente spariscono. Madre Marie de Chantal spiega: "La legislazione civile, in quel caso, non rispettava né la loro vita né le loro opere; non garantiva loro il minimo necessario alla sussistenza se le religiose non si conformavano alle decisioni di un episcopato gallicano. Rifiutarsi di entrare in questa ottica, era risolversi a morire


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a fuoco lento; la scadenza sarebbe stata più o meno lunga, ma certe fondazioni conobbero così una vita molto breve." (G I, 317) Soltanto in Franca Contea, provincia che apparteneva alla Spagna, le Orsoline di Anna di Xainctonge poterono conservare la loro forma di vita congregata.

2. L'apostolato Lo zelo apostolico delle congregate era intenso; si davano anima e corpo al loro compito, a prezzo di numerose difficoltà. Sono sul punto di raccoglierne i frutti, quando viene loro proposta una trasformazione sconcertante. Che cosa sarà del loro apostolato? Questa volta, la questione si pone a tutte. Per alcune di loro, ripetiamolo, non si tratta di rinunciare all'annuncio di Gesù Cristo. Ma il problema sollevato è una fonte di inquietudine, di apprensioni e, si può esserne certe, di intensificazione della preghiera per discernere chiaramente la volontà di Dio:

- clausura senza apostolato (come sarà imposto alla Visitazione)? - apostolato senza clausura (come sceglierà S. Vincenzo de' Paoli)? Le Orsoline troveranno una terza via.

V - LE SOLUZIONI La questione che comanda tutte le altre è evidentemente quella dell'apostolato.

1. Risposta al problema dell'apostolato Per ottenere una bolla di erezione in monastero, bisognava chiederla alla Santa Sede. Ciò facendo, le Orsoline insistettero tanto e così bene nelle loro suppliche che tutte le Bolle papali riconobbero come fine specifico e obbligatorio dei monasteri di Orsoline " l' istruzione delle bambine". A Parigi, questa attività apostolica doveva anche costituire l'oggetto di un quarto voto.

In clausura, le figlie di Angela restarono apostole e continuarono ad insegnare la Dottrina Cristiana. Ciò esigeva, evidentemente, una clausura aperta alle alunne, almeno in parte. Le educande saranno accolte intra muros - ma separate dalle religiose - mentre le "scolare", esterne, verranno ogni giorno alle classi attigue al convento. Nel XVI secolo Angela aveva inventato una nuova forma di vita consacrata per risolvere il dilemma chiostro o matrimonio. Nel XVII secolo, le sue figlie inventano un nuovo tipo di vita religiosa, che unisce la vita contemplativa dei monasteri alla vita apostolica esigita dal carisma della loro vocazione.


105 La Compagnia di S. Orsola diventa così, con la benedizione della Chiesa, l'Ordine di S. Orsola.

2. Risposta al problema giuridico a) Regola e Costituzioni. Una volta adottata la Regola di S. Agostino, fu dunque necessario scrivere le Costituzioni. Queste furono generalmente redatte da ecclesiastici - dottori della Sorbona, religiosi - prima di essere sottoposte alle religiose interessate. La reazione di queste ultime diede luogo, talvolta, a frizioni, anche con il vescovo (ad es. Digione si appella a Roma contro Mons. Zamet! cfr. G I, 121-123), e ad episodi coloriti (V. le tribolazioni di Antonietta Micolon! LC, 256-261; 266-269). Così all'origine ci sono, lo si vedrà, otto testi di Costituzioni. Vi si possono notare le influenze dominanti; quelle dei Gesuiti per sei di essi (citiamo ad esempio il P. Carrière a Bordeaux, il Padre de la Tour a Parigi) e quella degli Oratoriani (Mons. Zamet a Langres, e il Padre Bourgoing ad Avignone).

La Regola di Tournon, pertanto, non è più in vigore e le Costituzioni sono segnate da un nuovo stile che non è più mericiano. Che cosa conservano dello spirito di Angela? Qui ancora bisogna distinguere tra Parigi e le altre Comunità. - Parigi era stata iniziata alla vita Orsolina da Francesca di Bermond, che vi era stata chiamata a questo scopo nel 1608, ma quando Madame de SainteBeuve partecipa alle suore il suo desiderio di trasformazione in monastero, Francesca riparte per il Contado Venassino (mese d'agosto 1610), portando con sé la Regola di Tournon ed i regolamenti di Provenza.

All'inizio di settembre, gli "Statuti" provvisori delle Orsoline di Parigi vengono approvati da Mons. Enrico Gondi. E' un testo cortissimo, in latino, a carattere molto giuridico, senza grande rapporto con la Regola di Tournon. Nessuno si é accorto, senza dubbio, che si rischiava, con questo testo, di perdere lo spirito delle origini. E di fatto, si dimenticò a poco a poco la Fondatrice, pur sapendo che era stata la "pietra fondamentale". Se la Madre di Pommereu dà un riassunto della vita di S. Angela, nelle "Chroniques", è soprattutto a titolo storico (cfr. MAJ, 33-36). In questo stesso senso bisogna capire questa nota: "S. Orsola è la radice di questo grande albero (. .. ), la beata Angela ne è il tronco e tutte le Orsoline i rami" (Chr. I, 11). - Le altre case, invece, hanno avuto la preoccupazione di mantenere vivo il legame con il passato e con Angela. Alcuni esempi basteranno2.

____________________________ 2 "BORDEAUX",

"PARIGI" ... significheranno: Costituzioni di Bordeax, Parigi, ecc.


106 

Somiglianza nei testi

+ BORDEAUX : Ci sono alcuni passaggi in cui si ritrovano quasi letteralmente le parole di Angela. Ad esempio: "Bisogna che esse si sforzino di vivere e di comportarsi con tale purezza e santità che le fanciulle loro affidate possano specchiarsi in loro e nelle loro virtù. Perché come potrebbero avviare e condurre le altre a qualche virtù, se esse stesse non le avessero prima acquisite, e come potrebbero anche ammonire e riprendere le fanciulle di qualche mancanza che si vede in loro?" (p. 94). Alcune Costituzioni riproducono quasi testualmente la Regola di Tournon. + TOURNON : Leggiamo al cap. 21 per l'Ufficio della maestra delle novizie: "E poiché conviene che colei che fa professione di essere sposa e serva di Gesù Cristo, sia anche imitatrice del suo Signore e Sposo, e poiché tra le altre virtù di Lui, l'umiltà, la pazienza, la carità e la dolcezza furono in tutte le sue azioni le più illustri, le esorteranno affinché nelle loro case si mostrino verso tutti molto umili, caritatevoli e dolci ( ... ). Bisogna che le vergini abbiano in mano le lampade delle buone opere accese con un tale splendore che, illuminando, edifichino quelli che le vedono". --BORDEAUX: Apriamo una delle prime edizioni (verso 1620) di Bordeaux dove si tratta (Cap. 18, pp.94-95) della direzione e istruzione delle "Educande ed esterne": "Il Nostro Signore e Salvatore ( ... ) vuole che le vergini abbiano in mano delle lampade di buone opere così splendenti da edificare, illuminando, coloro che le vedono ( ... )Poiché tra le virtù ( ... )" (E si trova qui la stessa lista di "virtù" di Tournon ). -- TOURS: Le Costituzioni del 1635 cominciano così: "Il nostro Signore e Salvatore ( ... ) vuole che le vergini abbiano in mano lampade di buone opere, accese con una tale splendore da edificare, illuminando, tutti quelli che le vedono" (p. 45) .

+ TOURNON : Il capitolo dell'Obbedienza comincia così: "E' scritto nei Proverbi che l'uomo obbediente racconterà le sue vittorie; per questo la Vergine di questa Compagnia, desiderosa di vincere le tentazioni diaboliche e di riportarne vittoria, cercherà di avere in tutte le sue opere il merito della santa Obbedienza". -- TOURS: "Poiché il Saggio insegna che colui che obbedisce vince i propri nemici e racconta giustamente le sue vittorie, questa Compagnia3 vincerà facilmente i suoi avversari e oserà ben pubblicarlo e attenderne le corone dalla mano di Gesù Cristo se vi è stabilita e praticata la perfetta obbedienza" (pag.72) . __________________________________________ 3

La parola resta per un certo tempo; qui e là si può leggere "L'Ordine della Compagnia di S. Orsola"


107 Tali similitudini tra la Regola di Toumon osservata dalle Orsoline, secolari e congregate, e le Costituzioni dell'Ordine non possono essere effetto del caso.

Devozione alla Beata Angela

Le Costituzioni monastiche provano, d'altra parte, che la devozione alla "Beata Angela" non è scomparsa, anzi al contrario. Riprendiamo qualche testo:

+ BORDEAX: Si comunicheranno nelle "feste della Madonna ( ... ) di S. Agostino, sant'Orsola ( ... ) Sant'Angela (sic) (p.146) + TOURS: Le Suore digiuneranno "le vigilie delle feste ( ... ) dei loro santi patroni, cioè S. Agostino, S. Orsola, di S. Angela (sic), S. Carlo Borromeo ( ... )" (p.161) Cosa interessante, alla fine del volume4 è inserito il "Piccolo Ufficio di S. Orsola, vergine e martire, con la commemorazione della Beata Angela Merici, Fondatrice del S. Ordine della Congregazione della suddetta Santa Orsola". A tutte le Ore, questo Ufficio comporta una orazione diversa in cui S. Angela occupa sempre un posto importante. (cfr. MTS, 612ss).

+ TULLE: "Saranno molto devote al nostro glorioso Padre S. Agostino, a S. Orsola nostra patrona e alle sue compagne, come anche alla beata Angela" (p. 84)

+ AVIGNONE: "A imitazione della Beata Angela che ha gettato i primi fondamenti di questa Compagnia nella città di Brescia, in Italia, scelgano tutte S. Orsola come loro patrona" (p. 3) + LANGRES: "Il nome sarà di Religiose di S. Orsola, seguendo ciò che è piaciuto a Dio rivelare alla beata Angela, Istitutrice di questo Ordine" (p. 3). E si digiuna anche alla vigilia della "Beata Madre Angela" (p. 39). ·

+ DIGIONE: Il monastero di Digione occupa un posto speciale tra quelli che si mostrarono più devoti a S. Angela. Associate e Congregate, le Orsoline di questa città avevano osservato " per quanto possibile la Regola della B. Madre Angela, che avevano fatto venire dall'Italia, con la vita di questa prima Orsolina, per modellarsi sui suoi esempi ed i suoi precetti". E questi due libri erano conservati nel monastero di Digione con venerazione filiale. Nessun monastero fu più pieno di zelo per la beatificazione dell'istitutrice dell'Ordine e la prima Orsolina del mondo" (cfr. MTS, 337).

b) Iniziazione monastica. Parigi fa appello alle Canonichesse di S. Stefano di Soissons la cui Abbadessa, Anna di Roussy, viene a Parigi, nel luglio del 1612, con tre religiose. _______________________________________ 4

Questo piccolo volume contiene la lista delle professe che hanno approvato il Direttorio. Vi troviamo il nome di Sr. Maria Guiard, ventunesima


108

Negli altri centri sarà sufficiente rifare il noviziato prima di pronunciare i voti solenni. Poi le prime Orsoline moniali andranno a stabilire la vita monastica presso altre Orsoline che potranno, a loro volta, "monializzare" altre case (se si vuol accettare questo neologismo). E si vedrà quel convento, divenuto monacale prima della casa da cui è nato, andare più tardi a "monializzare" la casa d'origine. 3. Soluzione ad alcuni problemi pratici. Per risolvere alcuni problemi, le Orsoline si vedono obbligate ad adottare una misura, comune a tutti i monasteri di clausura, quella delle due classi di religiose: - le "coriste", tenute all'Ufficio in Coro", che si dedicano all'educazione e all'insegnamento; - le "converse", incaricate dei numerosi lavori materiali del monastero, le quali erano ammesse anche senza dote. Questa divisione non scioccava nessuno; corrispondeva, in un certo senso, ad una necessità; e per di più era conforme alla mentalità e alle strutture sociali dell'epoca.

VI - ROTTURA O CONTINUITA'? Prima di tutto, notiamo questo - e cito M. M. di Chantal Gueudré: “S. Angela aveva avuto la preoccupazione profonda e costante di assicurare alla sua discendenza spirituale la possibilità di modificare uno statuto che le pareva non presentare alcun carattere definitivo. Nel suo Testamento diceva: 'E se, in accordo coi tempi e le necessità, accadesse di dare nuovi ordini e di dover fare altrimenti qualche cosa, fatelo prudentemente, e con buon consiglio’ (l 1°L). La Santa Chiesa, fin dalla prima Bolla, concedeva del resto ufficialmente alla Società "il potere di fare ogni regolamento lecito e onesto, sia in rapporto al governo e alla buona amministrazione della Compagnia delle dette vergini, sia al numero, condizioni, età ( ... ) così che gli statuti ed i regolamenti antichi possano essere modificati, cambiati, rinnovati: cambiamenti, rinnovamenti, modifiche che saranno e dovranno essere considerati confermati dall'autorità apostolica per il fatto stesso che sono stati fatti" (G I, 98). La storia mostra che c'è stato l'obbligo di "ordinare" di nuovo. E' pure evidente che il cambiamento è stato “lecito, onesto e confermato dall'autorità apostolica”. Ma non è meno vero che si è avuta una rottura. Vedremo in che cosa. Vedremo pure in che cosa consiste la continuità. 1. Rottura La modifica della struttura canonica ha necessariamente comportato cambiamenti su punti pratici e giuridici:


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- cambiamento nello stile di vita; la clausura, i diversi servizi da assicurare all'interno del monastero, la presenza costante di educande di cui bisognava occuparsi giorno e notte, lungo i mesi e gli anni; - cambiamento nella composizione della comunità, più numerosa, con la presenza di coriste e converse - per non dire nulla delle torriere; - cambiamento di Regola e adozione di Costituzioni. Se si riflette e si ricordano le sottolineature fatte precedentemente a proposito delle Costituzioni, ci si accorge che questi punti di rottura sono dell'ordine degli accidenti e non toccano minimamente la sostanza. 2. Continuità Infatti, la continuità in profondità è non meno evidente della rottura apparente.

a) E’stata concretamente vissuta dalle prime Orsoline moniali senza che si siano mai dette che facevano subire all'istituzione mericiana una trasformazione sostanziale, che sarebbe stata una infedeltà al carisma della Fondatrice. Così: • Anna di Beauvais fu congregata per 17 anni e soltanto due anni moniale; • Francesca Carrelasse: 27 anni congregata; 13 anni moniale; • Francesca di Bermond: circa 2 anni in famiglia, 25 anni congregata, meno di 6 anni moniale. Fermiamoci un istante a Francesca di Bermond: "fondatrice di questa Santa Congregazione" secondo la biografia del P. Rornillon; "fondatrice dell'Ordine di S. Orsola in Francia" e "prima Orsolina di Francia" secondo le Chroniques. Nella storia dell'Ordine ha un ruolo tra i più importanti; ne è senza dubbio la rappresentante più caratteristica. Costituisce come una cerniera tra le Orsoline che, "seguendo l'Istituto della Beata Angela", vivevano nelle loro famiglie e le Orsoline moniali, claustrate nei loro conventi. Più di ogni altra assicura la continuità nell'evoluzione della grande famiglia mericiana. Di fatto, ella cominciò a vivere "alla maniera delle Orsoline d'Italia" secondo la Regola di Tournon; poi fondò le prime case di Congregate francesi, rette dalla stessa Regola, prima di divenire la prima professa del monastero di Lione. b) E' caratterizzata dalla permanenza di un certo numero di elementi tipicamente mericiani. La radicalità della consacrazione. E' un elemento essenziale della Regola di Angela. La secolarità, l'abbiamo detto, era solo un elemento formale del messaggio mericiano (del "messaggio", non della Regola), un elemento dovuto alle circostanze. L'elemento costitutivo, primordiale della Regola era la donazione totale di sé vissuta in termini di sponsalità. Non soltanto questo elemento non si è perso per la trasformazione in Ordine religioso (lo vedremo dettagliatamente al cap. VI), ma acquista un'espressione nuova con l’emissione dei voti solenni.


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Il ministero della parola, così tipico di S. Angela che "predicava a tutti la fede nel Dio Altissimo". Che cosa diventa?  Si esercita attraverso la missione educativa affidata all'Ordine dalla S. Chiesa e riconosciuto come fine specifico dalle Bolle e dalle Costituzioni. Le rette versate dalle educande agiate permettono alle Orsoline di esercitarlo anche a profitto delle esterne, le cui classi sono gratuite. E bisogna notare che generalmente le esterne erano dieci volte le interne (350 per una trentina).  Si prolunga con i colloqui in parlatorio, con le classi domenicali e festive per donne adulte, serve e altre, e, occasionalmente per i soldati! (Cfr. Chr. I, 322). L'esercizio della maternità spirituale presso le allieve, ispirato dagli Scritti di S. Angela. I Ricordi, in particolare, serviranno da fondamento ad una pedagogia Orsolina molto mericiana. La vita insieme, vissuta con elasticità dalle Congregate, diventa "vita comunitaria", obbligatoria per forza di cose. E' il luogo di elezione della carità fraterna, così importante per Angela. L'insieme" voluto da lei è realizzato nel modo più concreto. 5 Conseguenza di tutto questo? A dispetto dei cambiamenti esterni, il passaggio dalla vita consacrata nel mondo alla vita monastica - passaggio che si realizzerà, del resto, per tappe successive e provvidenziali - è una rottura soltanto in apparenza. E' piuttosto un adattamento inevitabile alle esigenze concrete dei tempi, secondo quanto previsto da Angela stessa; adattamento alla volontà divina manifestata nelle decisioni della Santa Chiesa. Il Signore benedisse questo adattamento in modo meraviglioso. Mentre in Italia la Compagnia nella sua forma primitiva si indebolisce a poco a poco, c'erano in Francia, alla fine del XVII secolo, circa 300 monasteri di Orsoline - e il loro numero arriverà a 400 nel XVIII secolo. Tutti pieni da scoppiare (70, 80 religiose), potevano mandare apostole in altri Paesi. E dove coesistevano l'Ordine e la Compagnia, le vocazioni erano per l'Ordine e le Compagnie finivano per estinguersi; i tempi erano cambiati; la linfa passava ora attraverso il ramo monastico.

_____________________________________________

5

Prima del 1969 e "MVN", le Costituzioni non parlavano di "vita comunitaria"; era ovvia. Invece c'era tutto un insieme di capitoli (carità, umiltà, ... )che costituiva un vero codice di "vita comunitaria".


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NOTA SU ALCUNI "MONASTERI" DI ORSOLINE IN PIEMONTE ALL'INIZIO DEL XVII SECOLO Tre località piemontesi, nelle province attuali di Vercelli ed Asti, conservano il ricordo di "monasteri della Congregazione di S. Orsola" fondati agli inizi del XVII secolo. Sembra esistesse già dal 1575 a Fontanetto Po una Comunità di Orsoline che vivevano senza voti e senza clausura. Un altro gruppo, i cui membri vivevano in famiglia, era sorto a Bianzé, non si sa quando. La chiesa di questo "monastero di S. Orsola" fu solennemente consacrata nel 1612. Poco dopo le "moniali" adottarono la vita comunitaria ad imitazione di quelle di Fontanetto Po. Erano governate da una "badessa" eletta, recitavano in coro l'Ufficio divino e conducevano, a tutti i fini pratici, una vita monastica. Il "vero" monastero che fecero costruire più tardi comprendeva 54 locali, granai, magazzini, una scuderia, terreni, un chiostro a tre piani, senza parlare della doppia chiesa: il coro con gli stalli e la grata in ferro dorato, la chiesa esterna con una statua della Madonna e un'altra di S. Orsola. Nei resti di questo monastero si trova oggi il municipio. Nel 1625, quattro monache di Bianzé, tra cui la badessa, partono per fondare Moncalvo. Guglielmo Caccia, famoso pittore che viveva a Moncalvo, ha fatto tutti i passi presso le autorità ecclesiastiche perché le sue quattro figlie vengano a fondare un monastero nella cittadina. Ciò che fanno il 2 Maggio 1625. Gli anni passano. Nel 1802, il dramma: monasteri soppressi, religiose disperse, beni venduti o confiscati. L'ultima badessa, Sr. Colomba, doveva finire i suoi giorni a Bianzé (Da le "Antiche Memorie di Bianzé di Giovanni Rosso). L'anno 1802! Qualche anno prima, lo si sa, si era stabilita una fitta corrispondenza tra Madre Maria Luisa di S. Giuseppe Schiantarelli del monastero di Roma e le diverse case di Orsoline .. L'esame degli archivi della Casa Generalizia delle Orsoline U.R., rivelò l'esistenza di tre lettere: •

Di Bianzé, 2 luglio 1765. La Vicaria, Sr. Maria Costanza Gais, ringrazia Madre Maria Luisa per le notizie ricevute circa la causa di canonizzazione della "Beata Angela" e si rammarica di non poter fare più di quanto le Suore di Bianzé abbiano già fatto. Di Moncalvo, 23 ottobre 1781. Sr. Anna Cristina Zenone, superiora, è desolata: i cattivi raccolti ìmpediscono alla comunità di aiutare finanziariamente la causa della "nostra beata Fondatrice". Di Fontanetto Po, 3 febbraio 1787. Sr. Maria Adelaide Rossi scrive a Madre Maria Luisa per supplicarla di trovarle la Bolla del suo monastero, poiché le suore vogliono poter provare di essere delle "Regolari" ... anche se vivono senza voti né clausura. E questa Bolla non ce l'hanno!

E non è tutto … L'esame della corrispondenza di M. Maria Luisa - limitata alla regione piemontese - ha messo in luce l'esistenza di quattro altri monasteri ...


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• • •

Di Borgomanero, lettera non datata. La superiora dice la sua speranza e quella "delle monache tutte di questo monastero" di vedere la "nostra santa Madre" venerata sugli altari ... Di Alessandria, 1769. M. Orsola Maria Guasta, superiora di questo monastero "fondato da poco", scrive per ringraziare per le informazioni ricevute sull'Ufficio e la Messa della beata Angela ... Di Galliate, 1772. M. Angiola Isabella Ferrari, superiora del "Collegio di S. Orsola", scrive a nome delle sue 30 religiose. Prega M. Maria Luisa di procurale una "Vita" della "Beata nostra Fondatrice Angela Merici", quella che si trova negli Atti del Processo, per far conoscere a tutti la "santa Madre". Di Casale, infine. M. Maria Luisa ha ricevuto quattro lettere: una del vescovo il 18 Maggio 1768, e 1’8 giugno, una della superiora, M. Camilla Quassera. L'annuncio della beatificazione "della nostra Fondatrice Angela Merici" ha riempito i cuori di gioia e si farà partecipare il popolo alle feste previste.

Nel 1777, scrive la nuova superiora, Elena Teresa Sordi. In unione con "i tre altri monasteri del nostro Ordine" presenti nella diocesi (Bianzé e i due altri), invia qualcosa per la canonizzazione "della beata nostra Fondatrice" e manifesta la preoccupazione di farlo in comune con gli altri tre per vedere "sempre più glorificato il Signore nella nostra comune e beata Madre" ... e vedere anche "La Chiesa universale rallegrarsi in lei con tutto il nostro Ordine ... " Nel 1783, un'ultima lettera spiega l'impossibilità di inviare qualcosa ... Che cosa si può dedurne? Certamente alla fine del XVIIl secolo le Orsoline di queste case si consideravano vere figlie di S. Angela. E' anche certo che pensano di essere autentiche moniali ... Lo erano veramente? Il "monastero" di Bianzé era stato canonicamente eretto come tale? E sotto quale regime canonico erano nate queste Orsoline di Casale, Alessandria, Borgomanero e Galliate, scomparsi nel 1810? Allo stato attuale delle conoscenze, è molto difficile dirlo. C'è una pista interessante aperta alla ricerca.

***** *** *


113

Capitolo IV

LE "CONGREGAZIONI" DI ORSOLINE Nota preliminare: Ci sembra necessario parlarne un po' dettagliatamente. La loro storia, infatti, non interessa soltanto le comunità francesi; è un tesoro comune a tutto l'Ordine di S. Orsola, poiché tutte le Case dell'Ordine, tutte, risalgono alle grandi "Congregazioni". Tutte hanno vissuto, nel passato, secondo le Costituzioni del XVII secolo. Per questo ci limiteremo a questi vecchi testi per studiare la spiritualità dell'Ordine.

INTRODUZIONE Abbiamo già menzionato i primi centri di vita congregata orsolina .. La maggior parte - non tutti - sono diventate come "case-madri" per le comunità da esse fondate. Ciò è avvenuto senza predeterminazione, a causa del gioco delle circostanze, e senza che esistano legami giuridici tra gli uni e gli altri.

Cosi, ad esempio, Bordeaux, divenuto monastero nel 1618, fonda o "monializza" sedici case in vent'anni; ogni nuovo monastero fonda a sua volta, e così via, con una rapidità sorprendente. Bordeaux si trova così ad essere il primo monastero di tutta una famiglia che vive, più o meno, secondo le "Costituzioni di Bordeaux", ma che non ha, ricordiamolo, alcun legame giuridico con il monastero d'origine (con dispiacere del Cardinal de Sourdis . Cfr. G I, 293). Questa famiglia costituisce la "Congregazione di Bordeaux". Lo stesso dicasi della "Congregazione di Parigi", la "Congregazione di Lione", ecc. E si verificano situazioni strane: - Per esempio una casa congregata, fondata da Bordeaux, diverrà un monastero "parigino" se a trasformarla viene una religiosa "di Parigi"; e Centri fiorenti di vita congregata non divengono capi di congregazioni (Aix, Ambert ... ). Si possono trovare congregazioni diverse nella stessa diocesi (come è evidente in Bretagna, perchè "Parigi", "Bordeaux" e "Lione" vivono fianco a fianco).


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Bisogna, inoltre, notare che le Bolle si sono moltiplicate, perchè ogni nuovo monastero cerca di ottenerne una propria. Le Costituzioni sono state più o meno modificate ( cfr. G I, 298ss) a piacimento dei diversi Ordinari desiderosi di unificare i regolamenti di tutti i monasteri della loro giurisdizione; ed alcuni non esitano, per fare questo, ad obbligare le Orsoline ad abbandonare le loro regole per adottare quelle di un altro convento. Da ciò viene una grandissima differenza, anche all'interno di una stessa Congregazione (V. anche G I, 307).

Terminato il periodo della trasformazione monastica, rimangono, secondo la divisione tradizionale, otto congregazioni di cui Bordeaux, Lione e Parigi sono le più importanti in numero ed estensione; mentre Digione, Tolosa, Arles, Avignone e Tulle sono molto più ridotte e localizzate. Questa divisione è opera della Madre Agostina di Pommereu, detta di S. Paolo, del monastero di Parigi, donna intelligente, con una cultura molto al di sopra della media, per la sua epoca ( cfr. G I, 2-6), che aveva scritto dovunque e raccolto memorie dei diversi conventi per scrivere le sue "Chroniques" pubblicate nel 1673. L’opera risulta un po' troppo sistematica e risente di un giudizio un po' unilaterale, ma la Madre di Pommereu non aveva mai conosciuto la vita congregata. Tuttavia le sue Croniques sono la fonte più sicura per conoscere la vita delle prime Orsoline francesi, congregate e moniali (G I 309). Inoltre, la divisione proposta da lei, oltre ad essere tradizionale, è ancora la più comoda e senza dubbio la più vicina alla realtà storica che, per la maggior parte, ci sfugge. Qui non prenderemo in esame queste Congregazioni secondo l'ordine cronologico di fondazione, ma secondo ciò che suggeriscono gli accostamenti di luoghi o di persone. Eccone il piano:

I I

I I I I I I I I I | |

LE ORSOLINE DI PROVENZA Con le congregazioni "filiali" regionali: - ARLES - AVIGNONE-LES ROYALES -TOLOSA PARIGI

(Il LEGAME è creato qui da Francesca di Bermond)

Poi

-LIONE BORDEAUX DIGIONE TULLE

Queste congregazioni sono di varia importanza a causa del numero di monasteri rispettivi, dell'irradiamento apostolico, dell'estensione geografica, della durata di esistenza, della documentazione conservata. Perciò non ci si



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LE ORSOLINE DI PROVENZA

1594 Francesca di Bermond:

Padre Romillon Sorelle Planchier Caterina di Gaumer Caterina di Bermond Perrette di Bermond Anna Carrelasse Anna di Luynes Désirée d'Anthoine

Chroniques II, 2,63(Chr) CRISTIANI, 17ss (LC) GUEUDRE I, 217-226(G) Sainte Angèle ... I, 302 (SA) Vie de la Révérende Mère ... (RMF)

RMF

SA I

Chr l

53 71 100-137

314ss

38-48 37 208 55-58 60-62 48-52

135 142

324-325 327 328 315,326

I - LA PREPARAZIONE Abbiamo già parlato della nascita della Compagnia di S. Orsola ad Avignone. Bisogna ritornarvi e vedere il modo in cui la Provvidenza ha preparato gli artefici di questa nascita: i Dottrinari da una parte e, dall'altra, Francesca di Bermond.

1. I Dottrinari a) Cesare de Bus. E' nato a Cavaillon (Vaucluse) nel 1544. Dopo un'infanzia ed un'adolescenza qualificate come "angeliche", diviene, dai 20 ai 30 anni, l'allegrone della pazza gioventù del paese e si dà ai piaceri. E' lo scandalo. Si monta una pia cospirazione, capeggiata da un cappellaio molto devoto, Luigi Guyot, ed una brava contadina, Antonietta. Cesare si converte; e così completamente che prende un direttore spirituale, il Padre Pecquet, SJ, e riceve l'ordinazione nel 1582. b) Gian Battista Romillon. Nato a l'Isle-sur-Sorgues nel 1553, aveva seguito suo padre nell'eresia calvinista, al punto da armarsi contro i cattolici, con grande disperazione di sua madre. La predica di un pastore semina il dubbio in lui, poi l'angoscia. Una delle sue parenti gli presta allora un'opera di Luigi di Granada, "Il trattato dell'orazione". Questo libro gli fa bene ed il giovane si mette a fare il confronto con gli scritti di Calvino. Confronta, studia e finisce per abiurare l'eresia nel 1579 (cfr. LC,35ss).


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Da quel momento, si abbandona alle dolcezze dell'orazione, dedicandovisi da sette ad otto ore al giorno. Vuole anche servire le anime, ma si giudica indegno del sacerdozio. Consulta i Certosini che lo rimandano ... al Padre Pecquet. Costui impegna Gian Battista ad andare al collegio di Tournon; Giovan Battista vi si reca. Ha trent'anni, comincia il latino con compagnetti di sette anni e diventa prete nel 1588.

e) I Dottrinari. Cesare e Gian Battista, tutti e due diretti dal P. Pecquet - e forse parenti - si uniscono per rimediare al grande male del momento, l'ignoranza. Fondano l'Associazione dei Padri della Dottrina Cristiana, o Dottrinari, fondano una casa a l'Isle-sur-Sorgues nel 1592 ed un'altra ad Avignone nel 1593. Riceveranno l'approvazione pontificia nel 1597. Il loro metodo è quello del P. Chanan, SJ. Consiste nel prendere uno o due articoli del Simbolo Apostolico e fare su ciascuno una lezione chiara e semplice. Era una novità, perché l'eloquenza dell'epoca comportava o pagliacciate o magniloquenza. Essi conducono una vita di preghiera e missionaria e il frutto del loro zelo sono le numerose conversioni. Abbiamo già visto il loro ruolo nella fondazione delle Orsoline nel Contado Venassino. Più tardi ci sarà disaccordo tra i due. • Cesare de Bus desidera trasformare l'Associazione in Società con voti religiosi; • Romillon, stimando il suo titolo di prete assai grande, non vuole diventare "religioso". Si ritira allora ad Aix-en-Provence con alcuni Dottrinari che la pensano come lui. Il loro gruppo, di cui Gian Battista è il superiore, funziona sul modello dell'Oratorio di S. Filippo Neri. L'Oratorio di Provenza ispirerà a sua volta l'Oratorio di Francia del Card. de Bérulle. Le due istituzioni si fonderanno nel 1619. Naturalmente questa scissione tra i Dottrinari - scissione amichevole del resto - avrà le sue ripercussioni sulla vita delle Orsoline.

2. Francesca di Bermond (1572-1628)

a) La famiglia. E' abbastanza notevole. Sembra che non la si possa caratterizzare senza usare dei superlativi. =Molto antica: si conoscono dei Bermond prima di Carlo Magno. = Molto nobile: un'antenata di Francesca, Costanza di Tolosa, era nipote del re di Francia Luigi VI il Grosso. = Molto cristiana: il suo motto era "Plus fidei et fidelitati quam vitae". = Molto religiosa: ha avuto almeno dodici prelati, religiosi e religiose in gran numero. = Molto coraggiosa: ha combattuto per cause nobili, tra le altre contro i Turchi ed i Saraceni. =Molto colta: con le sue poetesse ed i suoi trovatori.


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Lo stemma di famiglia aveva un leone, simbolo di forza; un orso, simbolo di coraggio; e un cuore, simbolo di carità. "Bermond", bisogna notarlo, voleva dire al tempo dei Goti, lontani antenati del lignaggio, "Orso valoroso". Orso ... Orsola ... E', per lo meno, una graziosa coincidenza. I genitori di Francesca erano anch'essi tutto questo: nobili, coraggiosi, cristiani, colti e pii. Il loro unico figlio, Pietro, divenne sacerdote dell'Oratorio di Provenza. Delle otto figlie, tre rimasero nel mondo, due si fecero Domenicane e tre Orsoline.

b) L'infanzia di Francesca. Notiamo che prima della nascita sua madre ebbe un sogno quasi profetico: vedeva il suo bimbo nascere come un sole luminoso (si pensi alla mamma di S. Domenico). Il Signore di Bermond, tesoriere del Re nella Generalità di Provenza, risiedeva abitualmente ad Avignone ed è lì che Francesca nacque lo stesso anno della strage di S. Bartolomeo: 1572. Che cosa possiamo ricordare di lei?

E' una bimba molto dotata, dall'intelligenza precoce e dalla memoria prodigiosa, che impara a leggere in otto giorni e quasi da sola. = Una bimba intrepida, che si arrampica a 5 anni su una muraglia alta in rovina, affidandosi al suo Angelo Custode. = Una bimba molto pia, che ha una devozione speciale alla Vergine Maria da cui riceve moltissimi favori ( cfr. LC, 21) e manifesta una grande attrattiva per la preghiera. = Una bimba piena di zelo, con grande desiderio della salvezza delle anime, il che la spingerà ad atti inattesi: - pretende di insegnare il Pater e l'Ave ai volatili da cortile (senza dubbio ha sentito raccontare la storia di S. Francesco che predica agli uccelli); - "battezza" gli Ebrei che incontra per strada ... fin quando la Signora di Bermond, avvertita, le proibisce questo apostolato intempestivo; - si mette a digiunare il venerdì ed il sabato per ottenere la conversione di uno zio eretico. · =

e) La giovinezza di Francesca. Si può dividere in tre periodi: fervore, rilassatezza, conversione. - Fervore. L'adolescenza della futura Orsolina è fervorosa, entusiasta. La vestizione di sua sorella Giovanna, divenuta Domenicana a dodici anni, l'impressiona molto. Si fa dirigere dal P. Pecquet (che ritroviamo per la terza volta) e comincia a vivere costantemente sotto lo sguardo di Dio. Ma il P. Pecquet muore nel 1591 curando gli appestati. - Rilassatezza. Già da qualche tempo la giovane si era un po' rilassata nel fervore: lettura di romanzi, compiacenza in se stessa (non aveva fatto pubblicare alcuni suoi versi?), divertimenti mondani ... nulla di grave, ma Dio le faceva sentire il vuoto interiore ed aveva in sé una certa inquietudine. Questo stato si accentua dopo la morte del P. Pecquet e si prolunga fin quando il Signore mette sulla strada di Francesca gli strumenti della conversione.


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Conversione. C'era in città una serva chiamata Antonietta, molto pia e molto santa. Sibilla d'Olivier, figlia di un negoziante di Avignone, le era divenuta arnica ed insieme edificavano gli abitanti (cfr. LC, 27-28). Il loro esempio, forse il loro incontro, fa rientrare Francesca in se stessa. Si ritrova e sente l'obbligo di rompere definitivamente con il mondo. Antonietta e Sibilla la portano dal P. Rornillon... che era stato diretto da P. Pecquet, e che ora era direttore di Antonietta e Sibilla.

Siamo nel 1592. Dopo aver subito critiche e rimproveri dalle sue arniche mondane, Francesca ha la gioia di vederne parecchie seguire il suo stesso cammino. Presto diventano una ventina e, tra loro, la sorella di Francesca e quella di Sibilla. Ma il gruppo si divide ed il primo nucleo della Compagnia di S. Orsola in Francia è composto da quattro giovani: Francesca e Caterina di Bermond e le due sorelle d'Olivier, Sibilla e Giovanna.

II - GLI INIZI Abbiamo visto come le Orsoline si siano impiantate ad Avignone, a l'Isle surSorgues e nella città di Avignone stessa. Ora consideriamo la loro vita.

1. La loro regola. Inizialmente è quella di Ferrara, poi, a partire dal 1597, diventaquella di Tournon. Né l'una né l'altra obbligava ad emettere voti, perché "è meglio non farne, piuttosto che, avendolo fatto, non si osservi" (T, 40). Ma sembra che la maggior parte abbia fatto il voto privato di castità. Due o tre anni dopo il loro insediamento, pronunciarono anche quello di obbedienza . (La Madre di Bermond) sapeva ben trovare dodici ore per pregare i giorni feriali e quattordici nelle feste. Verso la fine della vita ne prendeva fino a 17 o 18( ... ) Diceva che non faceva più fatica a pregare di un uccello a volare o di un pesce a nuotare, e che si stava bene all'orazione quando Dio stesso ci intratteneva( ... )

. Nessun voto di povertà; ma "queste buone figlie non avevano nulla tanto a cuore quanto lo spogliamento di tutte le cose"( cfr.LC, 73-74) Nessuna clausura; ma si sono date con tanta intensità a Dio che "Gesù Cristo è il loro muro".

Pregano ad ogni istante. Romillon e Francesca sono due grandi contemplativi; formano le altre alla contemplazione e ad un apostolato contemplativo.


120 2. Il loro apostolato

Consiste, come già si è visto, nell'insegnare la Dottrina Cristiana; la domenica prima di tutto, poi tutti i giorni e talvolta due volte al giorno. Il loro metodo è quello che i Dottrinari hanno preso dal P. Chanan. Si tratta di insegnare in modo semplice, concreto e ricco insieme, con una convinzione che tocca e trascina perché nata dall'orazione - il metodo del Curato d'Ars, insomma. Con la Dottrina, le Orsoline insegnano alle giovani ad esaminare la loro coscienza, a confessarsi bene, a ben servire Dio e ad attendere convenientemente ai loro doveri in casa. Gli studi "profani" sono ridotti al minimo. Lettura e scrittura sono un aiuto insostituibile per il catechismo. Un po' di calcolo, di cucito per quando saranno future mamme di famiglia. Ma lo scopo essenziale è formare buoni cristiani.

III - L'ESPANSIONE Dal 1599 un'Orsolina dell'Isle-sur-Sorgues, Margherita Vigier, va a Chabeuil per fare una fondazione. Nel 1600, Francesca de Bermond e sua sorella Caterina fondano una casa ad Aix-en-Provence che diverrà centro di irradiazione. Nel 1602, Avignone manda le sorelle Rampalle a fondare Arles. Arles diventerà capo di congregazione, mentre la casa di Avignone ("Avignone I") si trasformerà nel 1623 in monastero ... della Visitazione (V. G I, 37). Ricordiamo che c'è stato nell'anno 1602 la contesa fra Cesare de Bus e P. Romillon¹. Le Orsoline subirono inevitabilmente il contraccolpo del disaccordo tra i due ed alcune incominciano a desiderare di fare "veri" voti di religione. Una tra queste è Margherita Vigier il cui fratello, Antonio, era uno dei più fedeli sostenitori di Cesare de Bus; così le case di Orsoline di Chabeuil, Isle-sur-Sorgues e Avignone restano sotto la dipendenza di Cesare de Bus, ormai quasi cieco, e di Antonio Vigier. Mentre Aix-en-Provence, dove si trova Francesca de Bermond, obbedisce al P. Romillon e si continua ad "osservarvi la regola della Beata Angela, con la sola aggiunta della comunità". 1. Aix-en-Provence

a) La fondazione: 1600. Chiara di Pérussis, figlia del Presidente del Parlamento di Aix-en-Provence, aveva sposato Jean Forbin de la Fare, cui aveva donato dieci figli. E' ricca, ma conduce ad Aix una vita austera, orante, tutta dedita alla carità. Avendo sentito parlare delle Orsoline dell'Isle-sur-Sorgues, vuole fare una fondazione ad Aix; invita perciò il P. Romillon a venire a vedere. Gli si fa un'accoglienza trionfale e si decide la fondazione. Venga, dunque, la Madre di Bermond : la Signora de la Fare fornirà tutto il necessario. Il P. Romillon ,per qualche giorno, fa fare a Francesca un ritiro spirituale poi la fa partire per Aix con sua sorella Caterina, a dorso d'asino. Non è molto glorioso e la Signora de la Fare se ne dispiace, ma il Padre Romillon ne _____________________________________________ ¹

La rottura definitiva avverrà circa 10 anni più tardi.


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AIX-EN-PROVENCE. 1660-1634 Aubagne 1617-1634 Marsiglia. 1602-163 8 ---------->Pezenas 1618-1637 La Ciotat 1618-1635 Valenza. 1608-1630 [Avignone-les-Royales 1623-1637] Pont-S aint-Esprit 1610-1637 --> Chambéry 1625-1627 Beaucaire 1629-1630 Bagnols 16 ... -1639 Saint-Chamond 1613-1620 Moulins 1616-1620 [Lione 1610-1620] -------------> Autun 1617-1620 Màcon 1618-1620 ecc ... Brignoles, 1616-1632 ----------> Aups 1628-1636 Draguignan 1628-1636 Martigues 1630-1640 Salon-de-Provence 1631-1640


122 2. Marsiglia a) La fondazione: 1602. E' dovuta al famoso P. Coton, SJ, che doveva diventare il confessore di Re Enrico IV. Venuto a predicare l'Avvento del 1601 a Marsiglia, vi aveva riscosso grande successo. Per assicurare la permanenza dei frutti di questo Avvento, il P. Coton prega Aix di inviare Orsoline a Marsiglia. Francesca di Bermond arriva con Caterina de Gaumer. I benefattori sono numerosi; le postulanti accorrono, tra cui una certa Désirée d'Anthoine che diventerà una religiosa notevole.

b) Le difficoltà. Gli inizi erano stati troppo belli, ma interverrà il demonio ( cfr. SA I, 315-316). Maddalena de la Palud sembra una novizia perfetta; pratica la virtù meglio di tutte; ha tutte le apparenze della santità. Le apparenze, perché, di fatto, essa è posseduta. Alcune novizie lo intuiscono e, temendo il suo contagio, lasciano il noviziato; avvengono dei disordini; capitano cose straordinarie. La superiora, Caterina de Gaumer, fa fare degli esorcismi, chiede preghiere, intensifica le penitenze. La disgraziata novizia sarà liberata dopo tre anni. Ma che umiliazioni e che preoccupazioni per il convento! (Cfr. G I, 204-205) e) La scomparsa. Nel 1637 le Orsoline, coscienti della necessità di diventare di clausura, chiedono di farlo sull’esempio delle loro sorelle di Aix, già moniali, o almeno di quelle di Avignone. Ma né Aix né Avignone sono nella diocesi di Marsiglia: il vescovo rifiuta. Per operare la trasformazione le Orsoline marsigliesi finiranno per accettare delle ‘Bernardine’; e più tardi le novizie arriveranno a fare professione secondo la regola seguita da costoro e il monastero diverrà quello delle "Bernardine di S. Orsola" ( cfr. G I, 303).

Ciò non significa, tuttavia, che le Orsoline siano scomparse in città: - "Marsiglia II" è fondata nel 1636 a cura di un'Orsolina di Brignoles. Ed è probabile che vi entrassero alcune suore della prima casa di Marsiglia. - "Marsiglia III" è una fondazione di Avignone-les-Royales del 1647. Si tratta dunque di una fondazione fatta dalle "Orsoline della Presentazione di Nostra Signora" (V. più avanti) e le suore di Marsiglia III si chiamarono le "Presentandine". 3. Valenza, 1608 All'origine di questa fondazione troviamo un personaggio da romanzo, un'altra grande mistica dell'epoca, Maria Teyssonier. I suoi genitori erano protestanti e di condizione modesta. La sposano a 13 anni, contro la sua volontà, con un certo Matteo Ponchelon, ubriacone e brutale, stravagante, soggetto a crisi furiose; Maria si ammala e, durante questo periodo, ritorna al cattolicesimo. Trova il modo di convertire il marito, che muore poco dopo. Maria è sempre stata molto pia; ora si dà tutta a Dio .. E' una contemplativa pura. I doni ed i favori divini che riceve sono tali che tutta la Francia parla


123 della santità di "Maria di Valenza". E' ammaestrata solo da Dio, fino al giorno in cui arriva a Valenza un Gesuita a predicare. Questo Gesuita è il P. Coton; diventa il direttore di Maria. Parigi, 1606-1607. Vi si trova la Sig. Forbin de la Fare; vi incontra il P. Coton che le parla di Maria di Valenza. Le dice il suo desiderio di poter far beneficiare la capitale di questo tesoro. La Sig. de la Fare decide di recarsi a Valenza ad incontrare Maria. Va in compagnia della Duchessa d'Aiguillon. A Valenza la grande signora e la grande mistica si incontrano e simpatizzano. Una chiede, prega, insiste .... L'altra esita ad accettare. Il vescovo, avvisato, decide di conservare il suo tesoro. Ma come trattenere Maria a Valenza? E' ancora più difficile quando "Parigi" manda una seconda delegazione. Ed ora è tutta la popolazione della città che si allarma. Ma viene un'idea: si facciano venire le Orsoline; Maria dovrebbe occuparsene; potrebbe alloggiare nel loro convento, invece di vivacchiare di carità nella sua casettina ... e Maria accetta. Valenza si rivolge, quindi, ad Aix. Quando Francesca di Bermond parte per Parigi nel 1608, porta due sorelle e fonda con loro la casa desiderata. Maria Teyssonnier vi si installa come previsto, edificando la comunità, ma senza farne mai parte. Montélimart vi stabilirà la clausura monastica nel 1630.

IV - QUALCHE ILLUSTRE PROVENZALE I. Francesca di Bermond Conviene terminare la sua storia. Vedremo più tardi come fu chiamata a Parigi per stabilirvi la vita congregata; come, dopo un soggiorno di due anni nella capitale (1608-1610) fu condotta a fondare Lione, poi altre comunità nella regione ; come Lione divenne monastero nel 1620 e come la "Madre di Bermond" vi pronunciò i voti solenni con il nome di Francesca di Gesù Maria. Per dispensa speciale non dovette rifare il noviziato. Qualche mese più tardi, partiva per Màcon per trasformare la casa in monastero. Con lo stesso scopo si recò a St.Bonnet-le-Chàteau nel 1622. Vi resterà fino alla morte, dopo avervi subito molte prove. - Persecuzioni dall'esterno: Bisognò restituire una novizia alla sua famiglia. Malcontento della popolazione, arresto delle elemosine e grande miseria nella comunità. Francesca avrebbe il diritto di tornare a Lione, suo monastero di professione; chiede di rimanere a St. Bonnet perché "il monastero era povero, perché vi era disprezzata ed aveva tempo di dedicarsi all'orazione". Diceva volentieri che Parigi era stato il suo inferno, Lione il suo purgatorio e St. Bonnet il suo paradiso. - Lutti numerosi: Enumeriamoli semplicemente: luglio 1622, il P. Romillon; agosto 1622, Margherita Planchier; settembre 1623, Bianca Planchier


124 ottobre 1624, sua sorella Giovanna, la Domenicana; marzo 1626, il P. Coton; maggio 1626, Maddalena Planchier. - Prove interiori: molto crocifiggenti, l'accompagnano fino alla morte, che sopraggiunge il 19 febbraio 1628, a soli 56 anni. Subito dopo il decesso della Madre di Bermond, il paese la venera e la comunità comincia a prosperare. Avvengono miracoli - mai documentati purtroppo. E si comincia a parlare delle sue virtù: -- Mortificazione: Non aveva l'abitudine di sfregare le screpolature delle mani con sale e aceto? -- Umiltà: uscita da un'estasi, dice ad una sorella che ne era stata testimone: "Mio Dio, sorella, siete troppo paziente! Dovreste andarvene durante il mio sonno( ... ) oppure svegliarmi!" Obbedienza: una sola parola dei superiori di Aix e parte. Diceva: "Quando i superiori hanno ordinato di partire, bisogna mettersi in cammino, anche se piovessero pietre". -- Zelo: non si può dimenticare che avrebbe desiderato partire per il Congo a fondarvi le Orsoline ... -- Devozione: Le Chroniques ci dicono cose affascinanti sulla devozione di Francesca all'Eucaristia (Chr. Il, 70ss; LC, 65-66), alla Madonna, all'Angelo Custode, che salutava prima di oltrepassare una porta e che era per lei un amico. Scrivendo i lori ricordi per le Chronigues, le suore di Lione raccontano: "A causa delle occupazioni interiori in cui Dio la teneva quasi continuamente, non aveva la libertà di dedicarsi alle faccende domestiche e si affidava interamente alla Madre Renata( ... )" Non era né debolezza, né incapacità ... Francesca aveva allora 40 anni! Ma era completamente perduta in Dio. 2. Le sue due Sorelle a) Caterina, la primogenita della famiglia, era stata una delle prime conquiste di Francesca. L'aiutò a fondare Aix, di cui fu più tardi superiora; fondò ella stessa Pont-Saint-Esprit e altre case. Morì nel 1621 senza aver mai conosciuto la forma monastica. Di temperamento molto dolce, si dice che non rimproverava mai senza avere le lacrime agli occhi. Piena di zelo, aveva chiesto la grazia di poter compiere le funzioni di Orsolina fino alla morte. Voto esaudito, perché fu colta dalla febbre in piena lezione di catechismo ... b) Pierina era più giovane di Francesca. Non aveva accettato subito la sua vocazione: "Se avessi seguito le mozioni che avevo allora, sarei stata tra le più mondane del mio tempo". Aiuta Francesca per la fondazione di Lione; poi fonda ella stessa Saint-Chamond (1613) e Moulins (1616). Da Moulins va in Bretagna a fondare Quimperlé (1623). Quanto a SaintChamond, durante il XVII secolo ne usciranno circa 30 monasteri, di cui 9 direttamente.


125 Pierina era notevole per il suo ardente amore di Dio, al punto che la si designava "la Madre che ama tanto Dio". "Le sue visite al Divin Prigioniero del Tabernacolo erano molto frequenti, quanto glielo permettevano le occupazioni; andando e venendo per la casa, baciava i muri vicino al luogo dove riposava". 3. Le Planchier Hanno vissuto tutte e tre una vita nascosta, sotto il solo sguardo di Dio; furono tutte e tre anime di orazione, animate da un grande amore. 4. Caterina de Gaumer Era in mezzo ad una società brillante, quando fu subitamente toccata dall'amore di Dio. Nonostante la sua ripugnanza per il genere di vita delle Orsoline, si sentiva spinta a chiedere di entrare nella Compagnia. Ciò che fece, ma precisando: "Desidero non essere impiegata nelle classi, perché sono incapace di insegnare alle bimbe". - "Non aver paura , piccola", dice Francesca, allora superiora ad Aix. Caterina comincia il noviziato. Un bel giorno, un ordine formale le ingiunge di "andare in classe". Che fa? Obbedisce e, per lunghi anni, ogni volta che andava dalle allieve, il Bambino Gesù entrava in classe immediatamente prima di lei ... Fondatrice con Francesca della casa di Marsiglia, vi rimase come superiora; fu lei a soffrire di più per la presenza di Maddalena de la Palud, la novizia posseduta di cui abbiamo già parlato. Anche lei è una grande mistica. Sembra avesse ricevuto la grazia della transverberazione, come S. Teresa d'Avila. La sua morte, in ogni caso, fu quella di una santa (SA I,321-322). 5. Ancora qualche nome ... - Désirée d'Anthoine, "figlia tanto desiderabile quanto desiderata" .. .il cui motto era: "Sempre amare, sempre soffrire, sempre fare bene". - Anna Carrelasse, la cui carità giungeva fino a donare i propri abiti, che non perdeva mai la presenza di Dio e vedeva il pane moltiplicarsi nelle sue mani. Amava dire il "Gloria Patri" facendo il segno di croce sul cuore con il pollice. E questo pollice dopo la sua morte non si corruppe. - Anna de Luynes, sorella del famoso “generale d’armata”, il favorito di Luigi XIII. La sua vocazione alla Compagnia di S. Orsola le valse numerose critiche, rimproveri veementi dalla famiglia, che cercava di distoglierla dal suo proposito promettendole... un pastorale di badessa. La si conosce male. La si scongiura in nome del Re di accettare l'Abbazia di Maubuisson. Anna rifiuta costantemente. In questa occasione, Anna era stata anche chiamata a Corte. Vi si recò per obbedienza con una nipote. Luigi XIII la vedeva spesso, "le introduceva nel suo Studio dove la nostra Suora di Luynes, seguendo l'ardore del suo zelo, gli parlava delle cose sante, dell'importanza della salvezza e del disprezzo delle grandezze della terra; ciò che Sua Maestà gradì moltissimo, dicendo che traeva più profitto da questi colloqui che


126 da una predica" (Chr.1,50) Le Chroniques sono brevi a proposito di Anna di Luynes; le "Orsoline di Pont-Saint-Esprit si sono maggiormente applicate a seguire le belle azioni della Madre de Luynes che neanche a descriverle".

PICCOLE PERLE ... - "Gesù Cristo mi ordina di non amare i doni di Dio, per amare Dio in modo più puro" (Madre Bon di S. Marcellino) - "O Gesù! O mio Salvatore! Siate conosciuto, amato, onorato e servito come meritate!" (Pierina di Bermond) - "Ricevo sempre il soccorso di Dio in proporzione della mia fiducia". (Désirée d'Anthoine) - "Chi ha lavorato con ardore per vincere le proprie passioni e avvicinarsi a Dio, crede di aver fatto una perdita quando ha passato un giorno della sua vita senza soffrire" (Désirée d'Anthoine) · - "Voglio vivere e morire negli umili lavori della nostra Compagnia, che si dedica alla salvezza delle anime" (Anne de Luynes) - "Anna, attenzione! La tua vocazione alla Compagina di S. Orsola è il frutto del sangue di Gesù Cristo sparso sulla croce. Oh! quale gran prezzo ha il frutto di un simile albero! (Anna di Beaumont, di Pont-SaintEsprit, parlando a se stessa).

FRANCESCA DI BERMOND (1572-1628): PRIMA ORSOLINA DI FRANCIA

Conviene riprendere la sua vita in maniera un po' più continuata. E' nata ad Avignone, possesso della S. Sede, l'anno della strage di S. Bartolomeo. La famiglia è stata tutta più o meno toccata dall'invasione mistica. La mamma faceva succhiare la devozione con il latte ai suoi figli: un bimbo sarà prete; otto figlie due delle quali Domenicane e tre Orsoline. Dall'età di tre anni, scrive il cronista Bourguignon, "tempo al quale le fu anticipato l'uso della ragione, aveva un desiderio così forte della conversione delle anime che ne parlava continuamente alle sue sorelle ed ai domestici. Va oltre, visto che, ad imitazione di S. Francesco, ama predicare ai volatili da cortile. Poiché non può ancora andare a convertire i Turchi, "battezza" gli Ebrei che incontra per strada, aspergendoli d'acqua di nascosto. Fervore intempestivo e toccante al quale, avvertita, la Signora di Bermond mette il veto!


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Francesca ha nove anni. Uno zio è passato al protestantesimo. La bimba si mette a digiunare per ottenere la sua conversione, cibandosi, il venerdì ed il sabato, soltanto di pane e acqua. Comincia a vivere costantemente sotto lo sguardo di Dio ... E ciò durerà per tutta l'adolescenza. Arrivano i diciotto anni, l'età dell'ingresso nel mondo. Francesca è allegra, spiritosa, intelligente e colta (ha imparato il latino!). Si esprime agevolmente e con facilità; compone versi, ama brillare e gusta i complimenti. Certo, non abbandona le sue devozioni, ma il cuore non vi partecipa più come prima e la giovane si sente divisa, attirata sia dalle attrattive mondane sia dall'appello interiore. Sono tre anni di lotta che sboccano - la Provvidenza veglia e si serve per questo dell'esempio di due amiche - su un ritorno definitivo al fervore di prima. Francesca si pone sotto la direzione di P. Romillon, protestante convertito e fondatore, con Cesare de Bus, dei Padri della Dottrina Cristiana ... Diventa l'animatrice spirituale di un piccolo gruppo informale che si dedica alla preghiera e all'esercizio della Dottrina. Ma le 24 giovani che lo formano si separano presto. La Provvidenza permette che il P. Romillon riceva comunicazione della Regola di Ferrara e si entusiasmi; che Francesca e le tre compagne, che le sono rimaste, riconoscano in essa il loro ideale e che arrivino gli appoggi finanziari necessari. Nonostante i commenti degli uni e le obiezioni degli altri, nel 1594 si fonda la prima casa di Orsoline a l'Isle-sur-Sorgues,

Le Orsoline fondatrici sono quattro e la loro superiora, Francesca, ha 22 anni. La loro vita, tutta preghiera, povertà e zelo apostolico è all'origine di un'espansione sorprendente: è un vero contagio. Mentre Cesare de Bus nel 1596 fonda la seconda Casa di congregate ad Avignone, Francesca stessa nel 1600 va a fondare Aix-enProvence con sua sorella Caterina, poi Marsiglia nel 1602. Nel 1604 una delle sue figlie fonderà Tolosa. E non è tutto: sono soltanto gli inizi.

Parigi 1607. La Signora de la Fare, che ha aiutato finanziariamente la fondazione di Aix incontra la celebre Signora Acarie, che ha appena contribuito all'introduzione del Carmelo in Francia. Dall'incontro nasce una idea: installare le Orsoline a Parigi. Le prime suore sono già sottomano: giovani formate dalla Sig. Acarie desiderose di votarsi a Dio, ma che non hanno potuto - o voluto - entrare al Carmelo. Si è trovata l'indispensabile benefattrice: è la cugina della Sig. Acarie, una delle signore più influenti della capitale e anche tra le più ricche, la Signora di Sainte-Beuve - volentieri soprannominata "la santa Vedova" .La Signora de la Fare si impegna a persuadere Francesca a venire a portare lo spirito di Angela Merici al piccolo gruppo in attesa.

Francesca di Bermond arriva effettivamente a Parigi nel 1608 con Lucrezia de Montez, " per formare le giovani alla loro maniera di vivere" . Durante il viaggio ha fondato Valenza.


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A Parigi, Francesca pone mano con ardore al compito assegnatole. Ma come far fronte alle lunghe ore di preghiera (passa ore e ore in orazione), alla formazione delle future Orsoline, agli inizi delle classi e alle numerose visite che riceve, a cominciare da quelle della Regina Maria de' Medici e del Delfino - il che significa poi ricevere anche le grandi dame della Corte ..?... E poi ancora c'è tutta l'élite spirituale della capitale: Bérulle, i Padri Coton e Gondery, il cancelliere de Marillac e, naturalmente, la signora Acarie ... Quando la nostra Provenzale è avvertita dell'intenzione della Signora di SainteBeuve di trasformare le Orsoline in Ordine Religioso, ricorre ai suoi superiori il Padre Romillon e l'Arcivescovo d'Aix (è infatti da Aix che è partita per Parigi), e in Provenza c'è ansia . Ma che pensa l'interessata? Sembra che in quel momento non abbia avuto il desiderio di diventare una religiosa di clausura (cfr.MAJ 27-28). Francesca e Lucrezia lasciano dunque Parigi, portando con loro una compagna. E’l'agosto 1610. Le tre Orsoline se ne vanno con il progetto di recarsi ad Aix.

Ma questo non è il disegno di Dio. Le viaggiatrici devono fermarsi a Lione; fermata obbligatoria in questo lungo tragitto. Senza dubbio devono anche consegnare lettere ai Gesuiti della città. Sta di fatto che nel momento in cui si apprestano a prendere la " vettura d’ acqua" per discendere il Rodano sono avvicinate da due uomini. Possiamo soltanto immaginare la forza dei loro argomenti per trattenerle. Fatto sta che Francesca e le sue compagne seguono Giovanni Ranquet a casa sua. Vi resteranno quattro mesi, in attesa che si trovi loro un alloggio. Nel frattempo, Francesca si è preoccupata di chiedere ad Aix l'autorizzazione per una fondazione. La vita in casa di Ranquet è regolata come un vero convento, in cui tutte le ore sono "orientate alla più grande gloria di Dio" e dove i poveri sono sempre ben accolti. Mentre proseguono le pratiche necessarie alla fondazione, Francesca comincia l'opera dei catechismi e presto dà inizio alla scuola. Le prime allieve si chiamano Clementina e Caterina Ranquet. Inizialmente gli abitanti di Lione guardano un po' di traverso le Orsoline, queste donne che sembrano religiose, ma che si vedono per strada. Ci si burla di loro quando vanno in chiesa. Alcuni le considerano come pentite . Un giorno uno di loro grida a Francesca: "Sappiamo la vita che avete condotto ad Avignone, dove vostro marito è stato impiccato!" E Francesca risponde sorridendo: "E' vero, il mio Sposo è stato appeso alla croce per i miei peccati . Infine pazienza e dolcezza hanno la meglio su queste derisioni e la popolazione è presto conquistata.

Ma sono soltanto tre! Clementina e Caterina hanno senza dubbio vocazione (e si faranno Orsoline); ma per il momento è impossibile contare su di loro: hanno undici e otto anni! Né Aix né Marsiglia possono aiutare. Allora Francesca scrive a Parigi: sollecita l'invio della sua "amica solida", Suor Renata Thomas, che volentieri si prepara a partire, visto che aspettava solo questo - e che trova il mezzo di fare una recluta per strada.


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Grazie a questo rinforzo, la casa di Lione potrà organizzarsi. Francesca, "a causa delle occupazioni interiori in cui Dio la teneva quasi continuamente, non avendo la libertà di occuparsi della conduzione domestica", conta totalmente su Madre Renata; le dà la carica di assistente e di maestra delle novizie. Il suo assorbimento in Dio non le impedisce - e si pensi a S. Teresa d'Avila - di continuare a fondare: Saint-Bonnet-le-Chàteau, Saint-Chamond, Montbrison, Bourg-en-Bresse ...

Viene il momento in cui l'Arcivescovo di Lione, che ha già costretto un santo Francesco di Sales - a "rinchiudere" le sue Visitandine, insiste perché le Orsoline della sua diocesi chiedano a Roma una Bolla di erezione delle loro case in monasteri. Questa volta esse acconsentono (cfr.MAJ 28). Ed Aix pure. Il 25 Marzo 1628 ha luogo la professione solenne di Francesca di Bermond; divenuta Madre di GesùMaria, è dispensata dal rifare il noviziato. Si avvicina alla cinquantina. Bisognerà presto lasciare Lione, "questo vero paradiso di delizie spirituali", per andare ad iniziare alla vita monastica le Orsoline di Màcon. Andrà in seguito a Saint-Bonnet, dove finirà i suoi giorni il 19 febbraio 1628, a 56 anni, nella più estrema povertà, sofferenza e preghiera, "nascosta nel segreto del Volto di Dio". Molto tempo prima, Ella aveva chiesto a Dio la grazia di morire "nel più piccolo monastero dell'Ordine e nell'abbandono - per onorare l'abbandono di Gesù nella sua morte"- e fu esaudita. Oltre le Chroniques, 11, 63 ss., vedere specialmente: - La Révérende Mère Françoise de Bermond ... . - BOURGUIGNON: La vie du Père Romillon .... . - CRISTIANI: La merveilleuse histoire ... pp. 17 ss - GUEUDRE op.citi 217-226;288-289 - M. A. JEGOU: Les Ursulines du Faubourg St-Jacques ...


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ARLES 1602-1624

Chroniques Fondazione:

1624 1632 1634 1637

Arles Avignone II Saint-Rémy Tarascon

Giovanna di Gesù Rampalle Pierina della Croce

I, 219 298 315 339

Chr II

SA II

GI

229 (2)

269

271-77

333 (2)

272

La Congregazione di Arles non ha avuto una grande estensione ed è stata fondata da una famiglia abbastanza singolare, le Rampalle, di cui una è Madre Giovanna di Gesù; tra i suoi membri ci furono religiose insigni, ma di queste, ricorderemo solo Madre Pierina della Croce.

I -GIOVANNA DI GESU' RAMPALLE 1. Famiglia e giovinezza Quando Giovanna venne alla luce a Saint-Remy di Provenza, il 30 gennaio 1583, i suoi genitori, Nicola e Delfina, erano appena "entrati in una conoscenza penetrante dei Misteri del Cristo". Vanno ad abitare ad Avignone nel 1592, con due preoccupazioni: santificarsi e crescere bene i loro figli, Anna, Antonio, Giovanna e Caterina. La piccola Giovanna è abbastanza portata all'amor proprio, ma più ancora all'amore di Gesù e sua madre sa come prenderla: "Figlia mia, se farete questo, Dio ed io vi ameremo di più". La bimba, a queste parole, si disarma. Giovanna fa la prima comunione a 10 anni e si distingue per il coraggio e l'amore alla solitudine. La piccola "eremita", come la si chiama, si ritira per pregare e lavorare ... davanti a un teschio. Il pensiero dell'eternità non l’abbandona mai, e l’interessamento agli altri come pure il suo zelo per l’insegnamento del catechismo sono strabilianti. Molto presto si mescola con le Orsoline associate di Avignone per "aiutarle", ha solo dodici anni e si rivela già un'educatrice modello ... "Versava la dolcezza sugli altri, riservando per sé tutti i rigori".


131 Caterina ha seguito sua sorella. Ma ecco che Nicola, il padre, entra tra i Gesuiti, e Delfina, la mamma, raggiunge le due figlie Orsoline ( le Orsoline presto si congregheranno) e Antonio si fa prete. (Non si conosce la sorte di Anna). Antonio diventerà canonico d'Apt e più tardi collaborerà con Giovanna per la trasformazione della casa di Arles in monastero. 2. La fondazione di Arles Arles... la città dei monumenti romani e della magnifica cattedrale SainteTrophime ...

a) 1602: forma congregata. I Consoli di Arles chiedono Orsoline ad Avignone; viene loro inviata la famiglia Rampalle: la madre Delfina; le due figlie Giovanna e Caterina; e due loro cugine: Onorata Fine e Agnese Rampalle. E' una fondazione in povertà. La casa, che viene loro offerta, è tutta sbrecciata, mal ammobiliata ed "il divino Sposo ha cura di circondare il nuovo frutteto con una siepe viva di tribolazioni e di croci": - una prima persecuzione viene da alcune madri di famiglia, che giudicano le Orsoline troppo severe (in realtà, erano soltanto giuste !); - ed una seconda viene da un "suonatore, professore di danza", ugonotto, furioso per l'insegnamento delle Orsoline che orientando le anime a Dio, le distoglievano dalla danza. Infatti "Cercò di intaccare l'onore di questa famiglia angelica… Madre Giovanna non ebbe altra emozione che quella della gioia di essere trovata degna di soffrire qualcosa per Dio". Nel 1616 Madre Delfina, superiora, chiede di essere sostituita da sua figlia Giovanna (Caterina è morta nel 1609). Giovanna accetta per obbedienza, tanto più che soffre di pene e di malattie strane che sopporta con apparente impassibilità; e, "ciò che è ancor più ammirevole, sbrigava più affari nei minimi momenti di tregua di quanti altri ne avrebbero fatto in parecchi giorni".

Delfina Rampalle muore nel 1621 in una casa molto fervente. (Per Delfina, v.Chr. I, 64)

b) 1624: forma monastica. Sostenuta dai consigli del fratello Canonico, Madre Giovanna sollecita una Bolla di ‘erezione in monastero’, e grazie al credito di cui gode il Canonico, l'ottiene nel 1624 dal Vice-Legato di Avignone. Il noviziato, per dispensa, è ridotto a tre mesi; ma il giorno della vestizione Giovanna è malata perciò riceve il velo bianco a letto. La professione ha luogo il 21 gennaio 1625. Giovanna, divenuta Giovanna di Gesù, resta superiora. " ‘Giovanna di Gesù’! Questo nome è per me rimprovero sanguinoso delle mie imperfezioni. Mi starebbe meglio Giovanna della miseria". Imperfezioni? Non è il parere di quelle che la circondano. "Il nuovo monastero fece rapidi progressi nella perfezione, grazie alle sue(di Madre Giovanna) istruzioni; le più tiepide avevano di che incoraggiarsi, le imperfette di che correggersi e le più perfette di che apprendere sempre. La superiora redasse le Costituzioni nelle quali erano


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uniti gli esercizi dell'azione e della contemplazione, ad imitazione di S. Ignazio cui era molto affezionata". Si era anche procurata le Costituzioni di Lione e ne aveva tratto ispirazione.

3. Nuove fondazioni - 1627: Le Orsoline congregate di Valréas chiedono alla Madre Giovanna di venire ad istituire la clausura. Il suo stato di salute non glielo permette; allora le congregate vanno ad Arles per formarsi alla vita monastica. - 163 2: Madre Giovanna manda un piccolo gruppo per una fondazione ad Avignone. Fu "Avignone II". - 1634: Saint-Rémy, la città natale di Giovanna, chiede una fondazione, che ha luogo nel 1634. E' Saint-Remy "in Città". - 1637: è fondata Tarascona, qualche mese dopo la morte di Madre Giovanna, da undici Orsoline di Arles ed una di St-Rémy; compiono così un caro desiderio della loro Madre. 4. Morte di Giovanna Rampalle Giovanna pensava alla fondazione di Tarascona, quando, di passaggio ad Avignone, seppe che stava per morire. Durante le privazioni e nella povertà delle sue fondazioni, soleva dire: "Ce ne andremo in un monastero dove non mancherà nulla" ... Ci va ora, e muore nel 1637, a 54 anni. Dopo la sua morte, sulla sua tomba avvengono numerose guarigioni. 5. Spiritualità di Giovanna Rampalle Brillarono in lei, e precocemente, tutte le virtù. - Umiltà: Credendosi degna di oblio, usava santi artifici per nascondere il bene che faceva. "Nelle sue strane malattie, soffriva con una compiacenza indicibile sapendo che Dio disponeva di lei a suo piacimento, il che cercava di nascondere per quanto potesse per non essere stimata affatto paziente" (Chr.Il,301-2) - Mortificazione "L'assenzio che mescolava a tutti i suoi bocconi era, a suo dire, per far morire i vermi che la tormentavano. Faceva credere che i cibi delicati le facessero male, che l'aria fresca le nuocesse, che la luminosità l'annoiava, che la stoviglia di stagno le causasse nausea e che aveva bisogno di una di terraglia" (ibid. 305) - Zelo per la gloria di Dio. "Non risparmiatevi per nulla nelle azioni di religione e di pietà; ma portate il fuoco ed il fervore dovunque mettiate i piedi e le mani". - Spirito di penitenza. "Lavorava senza sosta a rinunciare alle sue più innocenti inclinazioni: nella fondazione di Avignone e di St-Rémy, mandò religiose


133 per le quali sentiva più tenerezza, trattenendo presso di lei quelle che erano meno conformi al suo umore" (ibid. 306) - Spirito di santa gioia. "Anche se era molto seria, teneva le sue figlie nella gioia, faceva loro cantare arie spirituali che compose espressamente per questo, dicendo che questa maniera di addolcire il giogo della vita religiosa aveva potenti effetti per il progresso nella virtù" (ibid.) - Grande bontà. Soprattutto per i poveri ed i malati. " Le era abituale, quando qualche suora, essendo afflitta o tentata, stava un po' di tempo senza venire nella sua camera, mandarla a cercare; e faceva sciogliere tutte le nubi del loro spirito per le tenerezze che testimoniava loro" (ibid.) - Senso del governo. Un prelato diceva di lei: "Bisogna sempre arrivare a ciò che la Madre ha deciso!" Non era testardaggine, ma aveva un tale senso degli affari temporali che tutti finivano per schierarsi con la sua opinione. Giovanna Rampalle fu proprio una grande Orsolina! Prima di lasciare la famiglia Rampalle, non si può omettere una graziosa testimonianza su Onorata Fine, la cugina, che fece professione sul letto di morte sei settimane dopo la vestizione: "Aveva abitualmente il Rosario in mano, il silenzio in bocca e la Passione di Gesù nel cuore".

II - PIERINA DELLA CROCE DE GARCIN 1. L'Orsolina suo malgrado I suoi genitori erano persone oneste, ricche, a cui piaceva fare elemosina. A Pierina non sembra piacere il matrimonio, perciò sua madre decide che sarà religiosa [ In ogni caso la giovane ha quindici anni quando viene portata al monastero delle Orsoline di St-Rémy "dove è come una mercenaria che serve il suo maestro per essere pagata". Tuttavia ‘mercenaria’ eroica, visto che si fa notare per il suo fervore ed il suo zelo. A 19 anni è nominata maestra delle novizie. "Il demonio, prevedendo il bene che farà in questa carica, istillò lo spirito di invidia nel cuore di una sorella ( ... ). Costei la calunniò presso la superiora, che la destituì dalla sua carica e la trattò duramente fino alla fine del suo priorato (Chr. II, 333-334). Le elezioni mettono a capo della comunità una religiosa incapace. Seguono disordini: non più ufficio in coro, non più orazione in comune, non più pasti preparati ... Madre Pierina si mette d'accordo con tre religiose più serie; fa conoscere la situazione al Vicario generale; da qui visita canonica al convento, deposizione della superiora, elezione di Madre Pierina... che ha solo 22 anni. "Versò due ruscelli di lacrime e si mise all'opera" (ibid. 335)


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2. La riformatrice Madre Pierina agisce su due piani: a) Ristabilisce la vita spirituale, facendosi al tempo stesso temere e amare. Comincia col dare buon esempio, e viene imitata. Si riprende l'orazione del mattino e l'ufficio con le cerimonie prescritte. Si frequentano più spesso i sacramenti. Si rimettono in uso la lettura spirituale e l'esame di coscienza. Si osserva il silenzio. Per ristabilire lo spirito di fervore e di penitenza, Madre Pierina prende il suo pasto per terra, si accusa frequentemente delle mancanze e, poco a poco, si ritorna a mettere in onore la regolarità.

b) Migliora la vita temporale. Per estinguere i debiti, la Madre e le sue figlie per tre anni lavorano di notte facendo lavori che poi rivendono. 3. La religiosa Si santifica sotto il segno della Croce, ma si dirige da sola fino al giorno in cui incontra il Sig. Olier di passaggio a St.-Rémy. Questi l'affida ad uno dei suoi discepoli, di cui le Chroniques tacciono il nome perché nel 1673 viveva ancora. Questo direttore sarà di grande aiuto per Pierina, anche se la tratterà con fermezza, come dimostra questo consiglio: "Non c'è nulla di sicuro in questo mondo al di fuori della diffidenza di sé; nulla di certo se non volere ed essere nella mani di Dio come una cera pronta per ogni forma, come un pesce per ogni salsa, come un valletto per ogni comando" (ibid. 342) La vita spirituale di Madre Pierina presenta caratteristiche particolari:

a) Amore alla Croce. La Croce è per Pierina come una vocazione speciale: - Fa vestizione il giorno dell'Invenzione della Santa Croce. - Riceve il nome di "Pierina della Croce". - Nostro Signore stesso l'assicura: "Voglio che ormai tu conduca una vita simile alla mia; e che tu beva per lunghi tratti al calice delle mie amarezze" (ibid. 337) Come contribuisce alla realizzazione di questa vocazione? - Va incontro alle penitenze, inventandosi croci secondo la sua devozione, (percuotendosi con ortiche; masticando alloro; prende l'olio dalla lampada versandovi sopra dell'acqua per poi berla ... ) - Accetta, per amore,la sofferenza delle prove che si abbattono su lei: = prove d'anima molto grandi e molto lunghe, = violenti dolori corporali... "Ho fretta di ricevere i colpi, perché così vi piace, Padre mio" (ibid. 344), = difficoltà nella ricostruzione del monastero dopo un'epidemia di peste. b)Zelo delle anime. Eleva preghiere ferventi intercedendo per i peccatori e le anime del Purgatorio.


135 e) Umiltà . Quando le si parlava delle grandi obbligazioni che il monastero aveva con lei, si affliggeva: "Rendiamo grazie a Dio. A Lui è dovuta la gloria, a me la confusione" (ibid.345) Sul letto di morte, invitata a dire qualche parola di esortazione: "Vi prego, Madre, di non obbligarmi ad insegnare le cose che non ho mai praticato. Devo soltanto chiedere perdono per la mia vita scandalosa" (ibid. 348) Era il 1663. Aveva 44 anni.


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Chroniques I, 335 Chr. II (2)

SAII

GI

377

278

278

411 414

281

Nel 1623, Anna di Luynes lasciava la sua casa congregata di Pont-SaintEsprit per andare a fondarne un'altra ad Avignone; una casa diversa da quella fondata da Cesare de Bus e diversa anche da quella, che abbiamo chiamato "Avignone Il", e che era stata fondata direttamente come monastero da Arles. Questa (che sarà "Avignone III") porta il nome di Avignon-les-Royales perché, poco dopo il loro l'arrivo, le Orsoline dovettero cercare un alloggio più grande di quello che le aveva accolte e si stabilirono in una casa che era appartenuta al Re Renato (Duca d'Angiò, Conte di Provenza, morto ad Aix nel 1480); il nome, tuttavia, non deriva da questa appartenenza, ma dal fatto che Anna de Luynes aveva ottenuto nel 1637 da suo fratello, favorito di Luigi XIII, le lettere patenti per l'erezione in monastero. Sono queste lettere che giustificano il nome.( cfr. G I, 281) La congregazione di Avignon-les-Royales è rimasta, come quella di Arles, assai ridotta ed essenzialmente locale. - Fondazioni:

-1646: Avignone IV (detta "Avignone S. Andrea") -1647: Marsiglia III -1658: Narbonne

- Monializzazioni:

-1637: Pont-Saint-Esprit -1638: L'Isle-sur-Sorgues e Apt -1639: Martigues e St.Rémy 'au Faux-Bourg'2 Pont-Saint-Esprit e Isle-sur-Sorgues andranno, a loro volta, a monializzare Pézenas (1637), Salon (1640), Cavaillon (1648) e Pernes (1658). -1645: Pertuis.


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I - LA FONDATRICE: LUCREZIA DI GASTINEAU DELLA PRESENTAZIONE 1. Una vocazione drammatica Nata nel principato di Orange nel 1594, presto orfana, fu allevata da uno zio e una zia che l'amavano molto. Essendo di grande bellezza, intelligenza elevata, fascino e fierezza insieme, tutti le volevano bene ... Aveva tutto per piacere, e cercava di piacere, essendo "incline ad anticipare le mode" e ad eccedere "nella passione di essere amata". Fu "un idolo profano, prima di divenire una vittima della Grazia". A 23 anni, toccata da una predica sui fini ultimi, ma non abbastanza per convertirsi a fondo, avviene in lei una lotta tra Dio ed il mondo, fino al giorno in cui rompe i legami che l'avvincono a quest'ultimo. Il tempo delle frivolezze e dei piaceri si muta in visite ai malati e il lusso in semplicità. Ci si prende gioco di lei. Deve combattere la sua famiglia, il che la esaurisce e la rende "tisica". Vuole servire Dio ... ma nella libertà, per poter visitare la sua famiglia e assisterla in caso di bisogno. Pensa perciò di entrare alla Visitazione che non era ancora di clausura, ma la grazia la sollecita a presentarsi alle Orsoline congregate di Pont-Saint-Esprit. La Madre de Luynes, superiora di questa casa, va ad Orange. Lucrezia le parla e decide. Lucrezia si separa in modo drammatico dalla sua famiglia, nella cappella dei Cappuccini, con la benedizione del vescovo ed "è consegnata nelle mani della Suora de Luynes come la sua cara preda" (Chr. 379). 2. Una vita religiosa fervente Lucrezia inizia il noviziato nel fervore, vince tentazioni diverse (tra le altre quella di rientrare a casa sua per curare lo zio, che la vuole) e " getta le fondamenta di quella mortificazione eccessiva nella quale si è esercitata tutta la vita" (Chr. 379)³ E' nominata infermiera ed il suo volto è tanto dolce, tanto gioioso, che consola solo a guardarla. Nel 1623, Anna de Luynes la porta con sé per la fondazione di Avignone. Ha soltanto tre anni di professione. Le viene affidata l'educazione delle educande e fa "quasi dei miracoli in questo compito". Non passa molto tempo e le viene affidato l'incarico di maestra delle novizie. "Trovando in queste giovani una materia disposta a prendere fuoco, vi accese facilmente quello che bruciava nel suo cuore" (Chr. 381). E la sera dà dei punti di orazione alle signore della città, nella qual cosa si mostra ugualmente "incomparabile". Poi Lucrezia, all'unanimità, viene eletta superiora e dà alla comunità un impulso deciso:

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Le Chroniques parlano di mortificazione "eccessiva" a motivo dello zio.


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"Le sue figlie, di vita evangelica, non avevano altro obbligo che quello della volontà sottomessa alla Grazia; erano delle ‘giuste’ che non avevano bisogno di leggi ( ... )" (Chr.381); tuttavia vollero imporsene ed il convento fu eretto in monastero da un Breve di Urbano VIII, nel 1637. Le suore ricominciarono il loro noviziato. Nel secondo anno, del suo ultimo triennio, Lucrezia, "poiché i suoi giorni erano stati pesati al peso del santuario e trovati pieni davanti a Dio" (Chr.388), morì accidentalmente il 30 agosto 1657, per causa di alcuni operai che gettavano calcinacci da una finestra del piano superiore ed una pietra colpì Lucrezia in testa. Aveva 63 anni. Il Superiore dell'Oratorio di Avignone ebbe a dire: "La terra non è degna di avere santi; questo frutto era maturo per la vita eterna" (Chr. 389). 3. Una spiritualità oratoriana Ricordiamo che Lucrezia di Gastineau era entrata a Pont-Saint-Esprit e che questa casa era stata fondata da Aix-en-Provence nel 1611. Aix, fino alla sua erezione in monastero ad opera di Grenoble nel 1634, era sotto l'obbedienza del P. Romillon, morto il quale, nel 1622, passò sotto gli Oratoriani. Lucrezia era diretta dal P. Bouchard, oratoriano; perciò al P. Bourgoing, Superiore generale dell'Oratorio, chiederà di redigere le Costituzioni per il suo monastero. Nella sua personale spiritualità è presente l'influenza berulliana, ecco come:

a) Spirito d'adorazione. applicato alla Passione del Signore ed al S. Sacramento, e più tardi a Gesù Bambino: adorazione del Verbo Incarnato, devozione molto tenera verso la Vergine; "Parlare delle grandezze di Maria, è parlare delle grandezze di Gesù" (G I, 285). · Lucrezia prende il nome de "la Presentazione", per se stessa e per la sua congregazione: "Orsoline della Presentazione-Nostra-Signora dell'Ordine di S. Agostino".

b) Spirito di preghiera, conseguenza dello spirito di adorazione. Lucrezia comunica questo spirito alla sua comunità: "E' meglio annoiarsi davanti a Dio che divertirsi altrove". e) Spirito di penitenza, che deriva dal suo zelo per la Giustizia e la Santità di Dio. Lavora senza sosta all'annientamento di se stessa e si dà talvolta a penitenze così violente che pensa di morirne. d) Spirito di umiltà. Da Superiora, non esitava a chiedere consiglio a giovani suore; e non era mai così eloquente come quando parlava dell'umiltà. Quando le si chiedeva come prepararsi ad una festa, rispondeva: "Umiliatevi! La grazia dei misteri si ottiene solo con l'umiltà". e) Spirito di carità, dura con se stessa, si mostrava tutta tenerezza per le altre. "Quando devo dare qualche triste notizia, ho bisogno di andare a chiedere il coraggio al nostro Buon Gesù, perché ne sono così toccata che si penserebbe che sia arrivato qualche grande dispiacere a me stessa".


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E, piccolo dettaglio, all'inizio delle stagioni, faceva in refettorio il bacio dei piedi... per vedere se le religiose erano ben calzate ...

"L'amore che da un lato sembrava evaporare il cuore di questa Madre in incenso di devozione, lo fondeva dall'altro e lo faceva colare in oro liquido di carità verso il prossimo. (Chr. 385)

f) Spirito di gioia. Desiderava che si servisse Dio con gioia e libertà di spirito: "Non voglio affatto figlie malinconiche e timide che si inquietano di tutto. Mi piacciono le anime generose che sanno divertirsi e divertire gli altri" (Chr. 382).

II - LE COSTITUZIONI Nel 1623, quando Avignon-les-Royales si stabilisce come casa congregata, esistono già in Francia una trentina di monasteri. Questa casa attenderà ancora 15 anni per trasformarsi. E' del resto una tendenza generale delle comunità di Orsoline del Sud-Est, ad eccezione di Arles. Fu per influenza del pensiero del P. Romillon? Probabilmente. Quando Lucrezia si decide, in ogni caso, si rivolge al terzo Padre Generale dell'Oratorio per la redazione delle Costituzioni. Queste sono seguite da "Istruzioni" dello stesso P. Bourgoing, destinate a renderne più agevole la pratica. Nella Prefazione, le religiose si dicono di "S. Angela di Brescia, di S. Agostino e di S. Orsola loro patrona". I testi (Costituzioni e Istruzioni) portano il marchio della spiritualità berulliana e sono impregnati di un grande spirito religioso.

"Nulla stimeranno piccolo, perché nella casa di Dio, tutto deve essere pesato al peso del santuario".

Le suore fanno un'ora di orazione al giorno, e un'ora di "ritiro"; nessuna potrà dispensarsi da sola, ma la superiora potrà addolcirla per quelle che la sopporterebbero molto difficilmente.

La ricreazione del venerdì sera è soppressa in memoria della Passione di Nostro Signore. Ciascuna pranzerà una volta la settimana "alla tavola dei poveri" ... Si tratta di una riduzione sulla qualità, non sulla quantità. Alle ricreazioni (normalmente due volte al giorno) si manifesterà una sana allegrezza ed una onesta libertà; le suore sono incoraggiate a proporre "dubbi" spirituali e ricreativi. In infermeria ci saranno giochi per le malate ... La carità impregna tutta la Regola in uno spirito di larghezza e di gioia.


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TOLOSA 1604-1616 P. PAREYRE, Chroniques de Toulouse ... GUEUDRE, Histoire de l'Ordre ... I

Le Chroniques della Madre di Pommereu ignorano la fondazione del monastero di Tolosa; non dicono nulla neppure della fondatrice, Margherita Vigier. Probabilmente perché nessuno da Tolosa aveva risposto alle domande dell'autrice delle Chroniques (CfrChr. I,lV). L'unica menzione fatta è quella della lista dei monasteri fondati da Tolosa fino al 1673.

I -MARGHERITA VIGIER 1. La fondatrice Margherita nasce a l'lsle-sur-Sorgues nel 1575. E' una bimba pia e giudiziosa, un'adolescente seria, molto ricercata dalle famiglie che hanno un figlio da sposare. Ma appena installato all'Isle il primo gruppo di Orsoline, Margherita si presenta a Francesca di Bermond. E' facile, tanto più che suo fratello Antonio è Dottrinario e molto apprezzato da Cesare de Bus. Non resta molto all'Isle, perché è presto inviata nella seconda casa di congregate ad Avignone; e quando da Chabeuil, nel Delfinato, si chiede una fondazione, Cesare designa Antonio e la giovane Margherita. La loro missione è molto fruttuosa: tutta la popolazione, ad eccezione di cinque persone, ritornano al cattolicesimo. Margherita, andata a Chabeuil nel 1599, vi resta fino al 1603. Quell'anno, infatti, è richiamata ad Avignone. Nel frattempo, il Cardinale di Joyeuse, arcivescovo di Tolosa, chiede a Cesare de Bus Dottrinari e Orsoline. Cesare manda a Tolosa due Padri, tra cui Antonio, e due Orsoline, tra cui Margherita. 4 Gli inizi a Tolosa sono poveri e difficili; ma i bimbi affluiscono nelle classi e presto arrivano vocazioni. Nel 1608 entrano 10 postulanti; nel 1610, la comunità conta 34 membri ed aumenta il numero delle novizie.

2. La moniale Prestissimo Margherita ha desiderato una vita religiosa canonica completa, se così si può dire. Era senz'altro influenzata da suo fratello, divenuto il braccio destro di Cesare de Bus ormai cieco. E ci si ricorda delle posizioni

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La seconda Orsolina , Francesca Blanchette, dovrà molto presto ritornare ad Avignone.


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di Cesare circa i voti di religione, per cui parteggiava molto. Comunque, ancora prima dell'erezione in monastero, Margherita fa condurre alle sue figlie una vera vita monastica. Prima del 1609 – ossia prima della "rottura" ufficiale tra Cesare de Bus e il P. Romillon - aveva mandato Antonio a Roma per chiedere le Bolle necessarie. La risposta fu piuttosto "un avviso salutare che un rifiuto". Si riassumeva cosi: "S. Angela non ha fondato un ordine monastico e non potete appoggiarvi sulla sua Regola. Bisogna che questa Congregazione si metta sotto un Ordine approvato dalla Chiesa ( ... )" (G I, 252). Ci si mette quindi a studiare la Regola di S. Agostino, come la più vicina allo spirito della comunità; si comincia a salmodiare l'Ufficio divino come le Canonichesse di clausura di S. Agostino, a praticare le austerità proprie di questo Ordine puramente contemplativo ... continuando a insegnare con nuovo ardore. Primo incoraggiamento: le lettere patenti del Re sono registrate dal Parlamento nel 1612. Seconda speranza: la Bolla, spedita da Roma il 9 aprile 1615, arriva a Tolosa. Ma, a Margherita e alle sue figlie, sembra incompleta: il loro apostolato non sembra essere sufficientemente salvaguardato; chiedono, allora, un Breve supplementare che garantisca la loro opera apostolica e l'ottengono nel 1616. Tuttavia alcune professe non desiderano fare la professione solenne: una suora chiede la dispensa dai voti semplici e se ne va. Altre sollecitano l'autorizzazione di restare senza pronunciare, per il momento, voti solenni. Di fatto, molte li faranno più tardi, anche tre anni dopo la trasformazione monastica. Rispetto della libertà delle anime ...! La superiora, Margherita di S. Orsola, continua a stimolare lo zelo e l'ardore delle religiose, la cui mortificazione ed il cui fervore di carità crescono continuamente. Si coricano vestite sulla nuda paglia, portano camicie di lana, si alzano a mezzanotte per pregare Mattutino..., ma per ordine dell'Ordinario, dovranno redigere Statuti più adatti al fine apostolico del monastero.

3. La moniale fondatrice Nel 1607, Margherita aveva fondato una casa congregata a Brive. Divenuto monastero nel 1620, Brive è all'origine dei monasteri di Limoges e Angoulème, fondati, con l'autorizzazione della Madre Margherita, da alcune religiose di Tolosa. In seguito erano venuti Auch, Bayonne, Granada; poi ci fu la partenza da Bayonne e la fondazione della comunità al Borgo Santo Spirito, in un sobborgo della città, nel 1624. Nel 1627, Margherita, da lungo tempo superiora, rientra nei ranghi; si mostra modello di docilità e di obbedienza. Ed ecco che viene il suo turno di essere mandata; le è chiesto di andare a fondare a Villafranca di Rouergue. Vi troverà la peste, la povertà, per non dire la fame, senza parlare della croce rappresentata per lei da suor Giovanna di Mondredon, la cui


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famiglia aveva aiutato la fondazione e che "esige" in cambio certi privilegi (cfr. G I, 257).

II - LE COSTITUZIONI Insistono sul collegamento con la "Beata Angela", ma soprattutto sul legame con S. Agostino. La religiose si danno volentieri il nome di "Agostiniane-Orsoline". Citiamo qualche particolarità delle Costituzioni: - Per compensare la soppressione di certe austerità e mortificazioni, le religiose fanno voto di insegnare gratuitamente ai poveri. -Recitano il Breviario Romano in coro, intero, e tutti i giorni; ma a causa dell'opera apostolica, pregano Mattutino e Lodi alle 17, la sera della vigilia e non più, come prima, nel cuore della notte e di primo mattino. -Portano un abito bianco i giorni feriali e un abito nero la domenica e le feste; hanno un grande mantello per il coro. -Hanno una specie di "oblate", le "Dame della Misericordia", che visitano le prigioni, gli ospedali, i malati, e che vanno ad istruire le donne delle classi povere a domicilio.

Se le Chroniques non dicono nulla di Tolosa, ci parlano della vita di tre suore del monastero d'Eynoutiers, le cui fondatrici venivano da Limoges. Ecco qualche ricordo: - Della Madre Claudia Maria della Trinità di Noailles: = "Queste occasioni (di rifiuto) sono così preziose che, se Dio non vi fosse mai offeso, non ci sarebbe nulla di più desiderabile"(Chr. 11,285) = "Ripresentava spesso alle suore... ciò che avevano abbracciato per Dio; che non era un semplice complimento,ma uno stretto obbligo; che molte cose permesse ai secolari erano crimini per le religiose; che le vane libertà erano la peste dell'anima (...) e che tutto il loro studio era di trattare con Dio, di andare oltre le creature e ben educare le giovani nelle classi" (ibid. 286). - Della Madre Amata di Gesù della Pomélie: = "Una religiosa morta al mondo non deve uscire dal chiostro più di un morto dalla tomba (...) e il permesso dei superiori non è un comandamento" (290). = "Sono nel mio stato ordinario di abbandono, non volendo ritornare né sugli avvenimenti, né sui miei sentimenti. La volontà divina è nella mia anima ciò che il nutrimento è nel corpo. Più divento cieca in tutto e mi allontano da tutto, più trovo Dio vicino. Non sento altra volontà che quella di non averne affatto" (ibid. 292). - Di Sr. Gabriella della Vergine dei Rubens: = "Qualunque oscurità sia presente in un'anima e qualunque povertà senta, Dio è sempre ciò che è: se in verità non cerca che Lui, lo troverà sopra ogni sentimento"(ibid. 295). = "Il desiderio di me è buono (le dice Gesù), ma quello di obbedire è migliore" (ibid.)


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TAVOLA RIASSUNTIVA Avignone

L'ISLE-SUR-SORGUES 1594-1638

AVIGNONE I 1596 Visitadine 1623

I I

I

J,

J,

AIX-EN-PROVENCE 1600-1634

J,

ARLES 1602-1624

I I

I !

J,

! Marsiglia I 1602 -e Bernardine 36/37

TOLOSA 1604-1616

Avignone II 1632

I I ! Valenza 1608-30

I I I I I

I .I I I I I

! PARIGI 1608 1612

I

I I I I

I

I

I I I I

I

J, Marsiglia II 1636

AVIGNON-LES-ROYALES 1623-1631

I Pont-Saint-Esprit I !

1637

Brignoles 1616 I 1632

Pont-Saint Esprit 1611

!

I

!

J,

LIONE 161O 1620

--

I I

I

!

!

Avignone IV Marsiglia III 1646 1647

J,

L'Isle-sur-Sorgues 1638 Dal grafico risulta che le Orsoline di Provenza hanno dato origine: -- direttamente a 3 Congregazioni: Arles, Tolosa, Avignon-les-Royales -- e con Francesca di Bermond alle due Congregazioni: Parigi e Lione


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PARIGI 1607-1612

A. BERTOUT, Les Ursulines de Paris sous l'Ancien Régime ... M.A. JEGOU, Les Ursulines du Faubourg Saint-Jacgues ... (MAJ)

Fondazione Madame Acarie Madame de S.te Beuve Cecilia di Belloy M.SteMadeleine Béron M.SteUrsule Coton Amaurie Trochet

Chr. I

LC

SAI

128

87

339

88 98

340

99 5 (2) 26(2) 184 (2)

Luisa de Mazon

SAII

MAJ

61-76 77-93

346

37 40 46 85

349

89

Tra tutte le fondazioni che avvengono all'inizio del XVII secolo, quella di Parigi è senz'altro la più prestigiosa per l'importanza delle personalità che vi partecipano.

I -LA FONDAZIONE: 1607 *UNA ISPIRATRICE: MADAME ACARIE (1566-1618) Figura che segna il XVII secolo religioso, perché ha conosciuto, raggruppato, e diretto quasi tutti i grandi spirituali del tempo. I Berulle, i Marillac e tanti altri frequentano il suo palazzo dove nasceranno i Carmelitani, gli Oratoriani, le Orsoline, e da dove partirà la riforma benedettina.

1. La sua vita a) La giovane donna. Barbe Avrillot, figlia di un consigliere del Re, cresciuta all'Abbazia di Longchamp5, desiderava molto dimorarvi. Ma i suoi genitori la riportano a casa, le fanno condurre una vita mondana "per distoglierla", e la sposano, a 16 anni, a Pietro Acarie, maestro dei conti. Questi è un uomo di una allegria un po' pesante, pronto a contraddire tutto, per non dire

_________________________________________ 5

Questo monastero delle Suore dell'Umiltà-Nostra-Signora (Clarisse) era stato fondato nel 1252 da Isabella di Francia (1225-1270), sorella di san Luigi ed ella stessa beata.


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collerico. Non è molto intelligente, ma è un brav'uomo, un buon cristiano; ed è molto ricco, almeno per il momento. La signorina Acarie, come si diceva all'epoca, diventa allora la provvidenza dei poveri e si dà a numerose opere di carità. Ma non le si deve attribuire il comportamento modesto di una monaca mancata nostalgica del suo convento! No! E' allegra, spiritosa e brilla nelle riunioni mondane. Non per nulla la si chiama "la bella Acarie" (nonostante un'infermità dovuta ad una gamba spezzata in un incidente), ed è una padrona di casa perfetta! Possiede dunque una perfezione? No, non ancora. Perché la Sig. Acarie ha una passione sfrenata per la lettura ... e accanto al letto dei suoi bimbi divora romanzi d'amore. Suo marito la sorprende un giorno immersa in "Armadigi delle Gallie"; confisca il romanzo e, poiché non può star senza lettura, le procura dal suo confessore una pila di libri di devozione, opere riposanti, pensa lui ... Ah! Se sapesse! Poiché deve leggere, Madame, legge. Ed ecco che una frase, di uno di quei libri, la sconvolge e sconvolge tutta la sua esistenza: "Troppo è avaro colui al quale Dio non basta". Da quel momento la sua vita si trasforma: è presa dalle estasi nei momenti opportuni e inopportuni e la povera giovane donna non ci capisce più nulla. Per 5 anni i medici le ordinano salassi su salassi e questa poveretta ha solo 22 anni! Finalmente un giorno il grande mistico, il Cappuccino Benedetto di Canfeld, rassicura tutti: ciò viene da Dio; ed è quello che conferma anche il Certosino Riccardo Beaucousin. Pietro Acarie, un gran ficcanaso, si immischia perchè vuole conservare le estasi mistiche di sua moglie. A dire il vero, immischiarsi è una sua spiccata caratteristica tanto che accumula imprudenze finanziarie e politiche: rovina i suoi e si fa esiliare. Madame Acarie gli otterrà la grazia.

b) La "coscienza di Parigi". E' il soprannome che ora le si dà, talmente è diventata come il centro spirituale della capitale. La sua casa diventa il luogo di incontro di tutte le personalità ecclesiastiche e religiose del tempo: Bérulle, Marillac, i Padri Coton e Binet, Gallemant, Duval, Canfeld, Beaucousin ... e vi passano illustri visitatori come, ad esempio, S. Francesco di Sales. La sua influenza si estende anche a Corte; si viene da lei, attirati dalla sua prudenza e dalle sue illuminazioni soprannaturali. Questa mistica è una donna dallo zelo infaticabile; si prodiga da ogni parte: - opere di conversione (gliene si attribuiscono circa diecimila!) - introduzione del Carmelo in Francia (1604), - contributo all'istallazione delle Orsoline (1607), - contributo alla fondazione dell'Oratorio francese ( 1611 ), - visite ai poveri, cura dei malati all'ospedale maggiore, e anche - azione spirituale personale con un irraggiamento contagioso; dotata di uno straordinario discernimento degli spiriti, può dirigere efficacemente


147 religiosi, giovani, badesse che incoraggia nella riforma dei loro monasteri. c)''Maria dell'Incarnazione" è questo il nome che prenderà, dopo aver sistemato i suoi figli, perché entra come conversa nel Carmelo più povero di Francia, ad Amiens, da dove sarà trasferita a quello di Pontoise. Vi conduce una vita di nascondimento e muore in odore di santità nel 1618. Sarà beatificata nel 1791. 2. I suoi doni di educatrice I suoi genitori le avevano dato esempi da non seguire; non li seguì e seppe essere, per i suoi sei figli, un'educatrice sorprendentemente moderna: Li tenne presso di sé - cosa rara all'epoca nel suo ceto sociale - e li crebbe in un'atmosfera di semplicità, libertà e gioia. = Semplicità: i bimbi devono essere cortesi verso i domestici; e questi li chiamano per nome, cosa non affatto comune. = Libertà: non fa alcuna pressione su di loro per indirizzare l'uno o l'altro al convento - o al matrimonio. Li veste bene; fa loro impartire lezioni di contegno affinché, se entrano nella vita religiosa, non deve essere a causa di qualche difetto fisico; preoccupazione rara anche questa. Tuttavia Pietro diventerà sacerdote e le tre figlie saranno carmelitane. = Gioia: questa ‘estatica’, ai suoi figli, insegna a giocare e riprende la figlia Maria quando è troppo tranquilla. 3. Il suo ruolo nella fondazione delle Orsoline a) L'idea è sua. Tra il 1602 e il 1607, Madame Acarie aveva riunito un gruppo di giovani che desideravano consacrarsi a Dio, e ciò in vista di formare le prime postulanti per il Carmelo di Francia. Ma alcune non avevano una vocazione puramente contemplativa. Che fare? Incoraggiata da Bérulle, Ella pensa che un’altra opera, tra le più urgenti da fondare, sia un'opera di educazione per le bimbe e le giovani, perciò i membri di quel gruppo, detto di ‘S. Genoveffa’, che non intendono diventare Carmelitane, potrebbero dedicarsi all’educazione; e così poiché a Pontoise, Gallemant curato d'Aumale, aveva istituito nel 1599 un gruppo di ragazze, che si dedicava proprio all'istruzione della gioventù e di cui Madame Acarie aveva pensato, in un primo momento, di farle diventare tutte delle Carmelitane insegnanti, Ella incominciò a riflettere e separò le due idee: Carmelitane contemplative, le une e Orsoline insegnanti, le altre. La prima maestra di Parigi sarà così una ragazza di Pontoise, Nicole Pelletier, che diventerà anche la prima Orsolina parigina. Madame Acarie aveva saputo dell'esistenza delle Orsoline da Madame de la Fare, benefattrice di Aix-en-Provence. A Parigi occorrono delle Orsoline e Madame Acarie vede in questo la volontà di Dio come soluzione per le giovani del gruppo S. Genoveffa in attesa. Resta quindi da trovare una seconda Sig. de la Fare, ma che sia parigina; b) Comunica quest'idea a sua cugina Maddalena l'Huillier, signora di Sainte Beuve, che possiede le risorse per finanziare una fondazione, e per di più,


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ha già compreso l'importanza di educare la gioventù, e Madame di Sainte Beuve accetta. Al tempo stesso, Madame Acarie interessa alla cosa persone influenti: Bérulle, la grande autorità spirituale dell'epoca, e Michele di Marillac, relatore sui ricorsi al Consiglio di Stato, uomo sapiente e santo, zio di S. Luisa di Marillac.

e) Sceglie e forma le reclute: grazie al dono del discernimento e di quella sua notevole facoltà di critica soprannaturale6, Madame Acarie fa rifiutare una candidata "che evitava ogni mancanza per prudenza e accortezza, ma non per grazia" e ne ammette altre che "promettono" meno apparentemente. Diceva, infatti, "bisogna vedere se Dio c'è o ci sarà quando la formazione religiosa avrà coltivato la Grazia iniziale";e si preoccupa personalmente della loro formazione. Le prime Orsoline sono già sue "figlie" da molto tempo. Inoltre Madame Acarie ha avuto un'influenza considerevole su Anna di Roussy al momento della riforma del suo monastero; è Anna, infatti, che formerà le prime Orsoline moniali.

**UNA FONDATRICE: MADAME DE SAINTE-BEUVE (1562?1630) 1. La sua vita Figlia di un Presidente della Camera dei Conti, è cresciuta in tradizioni di coraggio, lealtà, onore, buon senso e virilità. Riceve in famiglia un'educazione accurata. E' bella; è virtuosa e costituisce ciò che si chiama un buon partito. A 19 anni sposa Claudio Le Roux, signore di Sainte-Beuve. A 22 resta vedova, senza figli ... e si lancia nella politica. Leghista accanita e convinta, è costernata dall'entrata di Enrico IV a Parigi. E tuttavia, col tempo, diventerà per il Re un'amica fedele - fedele e francamente audace per dirgli la verità. E' entrata anch'essa nelle vie dell'orazione e della carità, una carità fattiva e lavora: = a rialzare moralmente la donna, = a secolarizzare persone impegnate nello stato religioso senza vocazione, = ad opere di insegnamento: tra le altre, anche la fondazione delle Orsoline. La "santa vedova" ha pertanto accolto con gioia la proposta di Madame Acarie; consulta le persone competenti e, quando si impegna, non si fa alcuna illusione circa il peso delle sue responsabilità. Vende la sua casa e va ad abitare in un luogo vicino a quello destinato alle Orsoline, vigilando su tutto. _______________________________________ 6

Quando i direttori spirituali di Parigi, Gesuiti, Foglianti e altri, avevano penitenti complicati, li mandavano da Madame Acarie.


149 Il suo ruolo è tra i più importanti nella trasformazione della casa di congregate in monastero; ma lo è anche nell'opera di educazione: aiuta le religiose nel loro lavoro, dà lezioni alle educande, si occupa delle esterne delle classi povere. Vive poveramente, in una casetta attigua al convento, visitando spesso le sue care Orsoline, ma non intervenendo mai al Capitolo (contrariamente ad altre benefattrici del tempo!). Quando muore nel 1630, Parigi aveva già fondato circa trenta monasteri. 2. La sua fisionomia Le Chroniques la descrivono come una persona di umore costante, dal viso sereno, dal contegno grave ma amabile, dal cuore generoso, premuroso e tenero. Diceva di sé: " Il denaro non può stare con me più della tristezza". E' una perfetta donna di mondo; possiede bellezza, grazia e buon umore, grandi doni naturali (Enrico IV l'ammirava molto, anzi moltissimo!); sa unire giocondità di spirito e dignità. E' una grande cristiana, di una franchezza a tutta prova, anche di fronte al’ autorità della Regina di Francia, alla quale rimprovera di volersi trarre d'imbarazzo con la menzogna (cfr. Chr. I, 118; SA II, 22). Il suo rispetto per la vita religiosa è immenso: "Sono libera con ognuna di voi in particolare (. .. ), ma quando vi vedo tutte riunite, mi sembra di essere in presenza degli angeli, e per dirvi una parola tremo di più di quanto non abbia mai fatto davanti ai più grandi del mondo. Sì, parlerei con maggior sicurezza al corpo del Parlamento( ... )" (Chr. 1,113).

***LA FONDAZIONE: 1607 Rimasta vedova, Madame de Sainte Beuve s'era ritirata per qualche tempo dalla Corte (per sfuggire alle galanterie del Re che non per niente era soprannominato il "donnaiolo"!). Il soggiorno nelle due abbazie benedettine le hanno certo dato il gusto dell’ osservanza monastica. Fatto sta che ha accettato di essere fondatrice, a condizione, tuttavia, che "le figlie che sarebbero educate fossero religiose". Tuttavia, Madame Acarie e lei stessa convengono "che tale disegno sarebbe tenuto segreto fino al momento in cui non si vedano le cose disposte" Nell'attesa, si cominciano i lavori.

1. I lavori Il gruppo S. Genoveffa si è già trasferito all'albergo S. Andrea; perciò si acquista un terreno di fianco a questo albergo. - 1608: Si comincia a costruire. Michele di Marillac percorre il cantiere per sorvegliare la costruzione.


150 - 1610: E' pronto un grande corpo dell'alloggio; comprende le celle e il refettorio, quattro classi e, naturalmente, il coro. Il 26 settembre 161O vi si può celebrare la prima messa. - 1620: Il monastero ha la sua chiesa, una chiesa magnifica, stile gesuita, che è consacrata nel 1627. La Regina ne ha posata la prima pietra. 2. L'apertura dell'educandato Ha avuto luogo dall'inizio e l'opera era già cominciata mentre si attendeva l'arrivo di Francesca di Bermond - chiesta all'Arcivescovo di Aix da Madame de Sainte-Beuve. La direzione spirituale è affidata a tre dottori della Sorbona: Giacomo Gallemant, Guglielmo Geslin, Tommaso Gallot. = L'insegnamento è diretto da Nicole Pelletier venuta da Pontoise, perché le aspiranti del gruppo Santa Genoveffa "erano più portate al ritiro che alla conversazione"; e Nicole Pelletier era una maestra eccellente. = Marillac stesso dà lezioni di diritto. =

Le prime allieve furono Valenza e Innocenza de Marillac (figlia e nipote del futuro Guardasigilli) e la nipote del P. Coton. 3. Francesca di Bermond a Parigi Quando nel 1608 Francesca arriva finalmente a Parigi, dopo un viaggio lungo e penoso, è congregata da 14 anni. E' accompagnata da un'altra Orsolina, Lucrezia di Montez, e da due Padri dell'Oratorio, tra cui suo fratello, Pietro di Bermond. Le due Provenzali sono ricevute come angeli di Dio. Francesca è subito installata come superiora. A Parigi ella stringe amicizia con Bérulle, Marillac, Madame Acarie e Madame. de Sainte-Beuve. Così si fondono i due focolari mistici: quello di Parigi, con una dignità molto alta ma un po' severa, e quello di Provenza, non meno sincero e solido ma più semplice, più spontaneo, distinto, senza rigidezza. Presto tutta Parigi parla delle "illustri Provenzali". Le dame della Corte vengono a trovarle; grandi personaggi assistono al catechismo di Francesca; la regina Maria de' Medici le conduce il Delfino ed il futuro Luigi XIII perde in quel momento la sua abituale taciturnità. Di modo che il P. Coton, incaricato dal giovane Principe, non esita a prendere a prestito il metodo della Madre di Bermond. Ma nel 1610 inizia una svolta. Madame de Sainte-Beuve, infatti, non ha dimenticato il suo sogno iniziale. E le pare sia venuto il momento di affrettarne la realizzazione.


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II - LA TRASFORMAZIONE IN ORDINE RELIGIOSO: 1612

-

Fino a questo momento, soltanto Madame de Sainte-Beuve e Madame Acarie sognano questa trasformazione. E' ora di passare ai fatti. 1. Progetti e approcci Madame de Sainte-Beuve comincia a consultare chi di diritto: -- I protettori della giovane istituzione: sono tutti abbastanza favorevoli, ad eccezione di Marillac; questi teme una deviazione nello spirito della fondazione. Ma, a poco a poco, si allinea al parere degli altri, avendo acquisito la convinzione che l'elevazione a stato religioso imprimerebbe all'opera di Angela Merici il sigillo della perfezione. -- Le Orsoline stesse: la maggior parte di loro avevano desiderato il Carmelo o almeno la vita contemplativa (alcune erano uscite da diverse abbazie); il progetto di trasformazione non le spaventa. La comunità si pronuncia largamente per la clausura. In Provenza, senza dubbio tramite Francesca, si sono saputi i passi fatti e ci si turba. Temendo di perdere la Madre di Bermond, i suoi superiori (l'Arcivescovo di Aix, il P. Romillon) la richiamano insieme alla sua compagna, Lucrezia di Montez. Ripartono tutte e due e portano con loro un'altra suora che ha chiesto di seguirle: Sr. S. Ambrogio de Gérard. Dio si servirà di questa partenza per permettere a Francesca di fondare Lione ...

2. Gli statuti e la Bolla A Parigi si preparano degli Statuti provvisori, senza grande rapporto con la Regola di Tournon , che Francesca ha portato via. Le Lettere patenti del Re arrivano abbastanza presto. La Bolla di Paolo V, invece, impiega più tempo. Datata 13 giugno 1612, arriva a Parigi il 20 settembre. C'è un certo mistero attorno alla supplica che l'aveva sollecitata e che è sparita (cfr. MAJ, 29-31). In attesa della Bolla,che tardava a venire, alcune s'erano stancate ed erano partite. Così fece Renata Thomas, che rimpiangeva Francesca di Bermond e che la raggiunse a Lione, come pure Francesca di Léguisé. La Bolla di Paolo V fa l'elogio dei monasteri ferventi; enuncia chiaramente lo scopo dell'Ordine: dedicarsi all'istruzione e all'educazione delle giovani, tanto da farne l'oggetto di un quarto voto. Molto probabilmente Madame de Sainte Beuve stessa aveva sollecitato questa clausola per salvaguardare l'opera apostolica. Alla fondatrice sono accordati alcuni favori: entrare in clausura; prendervi i pasti, dormirvi ... finché rimarrà vedova.


152 Una delle disposizioni della Bolla stupisce: bisogna rifare l'anno canonico del noviziato sotto la guida di religiose già legate da voti solenni. Era stata un'iniziativa Madame de Sainte-Beuve che l'aveva chiesto? Era una decisione del Papa? Non si sa. Madame Acarie si rivolge ad Anne de Roussy, canonichessa di S. Agostino, Abbadessa di S. Stefano di Soissons. Anne de Roussy viene a Parigi lei stessa con altre tre religiose. Nell'attesa del suo arrivo, Madame Acarie influenza la comunità, insistendo sul senso dell'austerità e della mortificazione. 3. La formazione religiosa monastica

Le religiose di S. Stefano, che hanno una lunga tradizione claustrale (la loro abbazia era del 1228), prendono in mano tutti gli uffici della casa. Alcune delle 25 postulanti che Anne de Roussy ha trovato vengono rinviate, ma se ne presentano altre. Dopo una solennissima visita canonica, 12 di esse sono scelte per prendere l'abito. Questo abito è un compromesso tra quello delle carmelitane e quello delle canonichesse: una sottoveste grigia, un abito nero, un mantello da coro nero senza maniche (una cappa), e la cintura di cuoio delle eremite di S. Agostino. La vestizione ha luogo 1'11 Novembre 1613. Le dodici "elette" sono condotte all'altare dalle gran dame della Corte: la Duchessa di Mercoeur, la Marchesa di Verneuil, la Duchessa di Longueville. Ufficia l'Arcivescovo di Parigi, Mons. Enrico de Gondi, e il P. Gontery fa la predica. Madame de SainteBeuve "serve" tutti, mentre Madame Acarie, raggiante, aiuta in cucina. Il noviziato inizia con grande fervore. Si dà un posto importante alla preghiera e all'allenamento alle virtù. = Ogni giorno si recita in coro l'Ufficio della Madonna; sostituito nelle feste di prima classe dall'Ufficio canonico; ... ma senza musiche e canti, perché nulla distolga le suore dall'insegnamento (Chr. 133). La prima professione, 21Novembre1614, è fatta dopo una preparazione di quattro settimane ed il Ritiro del P. de la Tour, S.J, ma già nel 1613, P. Jacquinot aveva predicato i "Trenta giorni" alla Comunità. Le prime professe sono: - Cecilia di Belloy, detta di Santa Croce, - Barbara Bénard, detta di S. Francesco, - Maria Béron,detta di S. Maddalena, - Barbara Desnots, detta di S. Domenico. Un po' più tardi fanno professione: - Maria Coton, detta di S. Orsola, - Giovanna Martin, detta di S. Orsola, - Claudia de la Haye, detta di S. Benedetto.


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Nel 1623 le religiose di S. Stefano pensano di potersi ritirare. Ma sono rimaste undici anni al Faubourg Saint-Jacques. Durante questi undici anni hanno formato le Orsoline di Parigi ai loro costumi e, senza volerlo, hanno contribuito a modificare lo spirito primitivo della congregazione. - le danno un notevole orientamento liturgico; - istillano nelle novizie un culto della regolarità ed austerità; - portano le Orsoline parigine a ricercare la direzione spirituale dei Gesuiti, mentre le Provenzali erano guidate dagli Oratoriani. Attraverso tutte le influenze ricevute nel corso degli anni, la vita religiosa vissuta dalle Orsoline parigine si rivelava come una vita monastica e insegnante, contemplativa e apostolica, fatta di carità verso Dio e verso il prossimo. "Senza saperlo, le Orsoline parigine ritrovavano il carisma originale di S. Angela che raccomandava di lasciarsi muovere dal solo amor di Dio e dal solo zelo per la salvezza delle anime" (MAJ, 57). Il 13 giugno 1623, la Madre Maria di S. Maddalena Béron fu eletta superiora del monastero. 4. L'irradiamento del "Grande Convento" Il successo delle Orsoline parigine è dovuto certamente alla loro vita spirituale, ma forse soprattutto alla loro opera apostolica. Vita monastica regolare, con clausura stretta, anche per moniali di un altro Ordine, anche per altre Orsoline; vita comunitaria familiare, perché vi si trovano spesso membri appartenenti alla stessa famiglia o che erano state educande insieme; ordine e pace nel convento per un miglior servizio di Dio e delle bimbe .. Infatti, uno stesso scopo polarizza gli sforzi delle religiose: comunicare alle fanciulle l'amore di Dio che abita il loro cuore e le anima. Il "Grande Convento" irradia per il buon odore delle sue virtù, per le sue innovazioni pedagogiche ed anche per le sue fondazioni. a) Il "buon odore delle sue virtù". Si spande prima a Parigi. L'Arcivescovo di Parigi manda al Faubourg Saint-Jacques religiose di Port-Royal perché si emendino, purtroppo senza successo! Si affideranno loro fanciulle e giovani uscite dal protestantesimo e taluna entrerà in noviziato. La più illustre delle educande "eretiche" è Francesca d'Aubigné, la futura Madame de Maintenon. La Madre di Pommereu, dopo aver enumerato i grandi personaggi che hanno concesso il loro favore al monastero (Maria de' Medici, Anna d'Austria, la Duchessa di Guise, madmoiselle de Monpensier...) termina, non senza fierezza: "Infine il buon odore di questa comunità si è conservato fino ad ora ( ... ).Non ci sono famiglie della Corte né della città di Parigi che non ne abbiano approfittato. Ci sono poche città nel regno che non vi abbiano inviato figlie. Se ne sono viste anche della maggior parte delle contrade d'Europa e anche abitanti delle Indie Occidentali e dei paesi d'America sono stati attirati e vi hanno portato le loro figlie, per prendervi l'aria della pietà cristiana" (Chr. I, 137; LC, 146).


154 Altro segno di questo irradiamento: nel 1615, Pietro Fourier chiedeva alle Orsoline di accogliere Alix Le Clerc e Angelica Milly per formarle alle abitudini monastiche sotto l'autorità delle religiose di S. Stefano di Soissons. Le future Canonichesse di Nostra Signora restarono due mesi a Parigi e ad un certo momento pensarono persino di fondersi con le Orsoline. b) Le innovazioni. *La Maestra Generale. In realtà ce n'erano due. Una era incaricata delle esterne e l'altra delle educande. Compito molto pesante, per la seconda soprattutto, che viveva fra le ragazze giorno e notte. Ella aveva la direzione di tutti gli studi e anche dei particolari della formazione spirituale delle alunne. Il suo prestigio era grandissimo. Madame de Maintenon se ne ricorderà più tardi: "Sono stata dalle Orsoline e mi ricordo che quando la maestra generale veniva in classe, era una notizia di cui si parlava per quindici giorni prima e quindici giorni dopo; aveva l'abito con le maniche abbassate e noi tremavamo di rispetto". Non è affascinante veder tremare la futura madame de Maintenon? ** La prima "Comunione solenne". L'iniziativa è dovuta a Sr. Barbara di S. Francesco7. La preparazione durava sette settimane e terminava con due giorni di ritiro. Il giorno della festa, le ragazze erano vestite di bianco ed il loro corteo impressionava coloro che assistevano. Mademoiselle de Soissons e Mademoiselle de Montpensier, vennero anch'esse qualche settimana al convento per prepararsi alla prima comunione. *** Le fondazioni. Si fanno a ritmo rapido, secondo le domande, senza aver prestabilito un progetto. Talvolta sono religiose di Parigi che vanno a fondare; talvolta sono giovani che vengono a formarsi a Parigi per tornare poi nel loro paese a fondare un nuovo convento. La tavola riassuntiva di queste fondazioni è molto eloquente. Questo ritmo è veramente notevole se si pensa che a Parigi si era estremamente prudenti ad ammettere le novizie, sia che si trattasse della dote che della salute. Ma lo zelo è grande quanto la prudenza. Le fondazioni di Parigi e le fondazioni delle fondazioni porteranno gli stessi segni distintivi del Grande Convento. E questo conserverà sempre una certa fierezza di essere stato il primo monastero dell'Ordine di S. Orsola.

III - FIGURE DI MONIALI 1. Cecilia di Belloy (1583-1639) Appartiene ad una grande famiglia piccarda, molto cristiana. A 10 anni Cecilia si ammala gravemente; si pensa persino che muoia. Ma guarisce. Poco dopo, è presa dall'invasione mistica e vuole "piacere soltanto a Dio". _____________________________________ 7

Secondo gli Annales di Parigi. Le Chronigues parlano di Madre Elisabetta des Nots (I, 632). Forse hanno preparato la cosa insieme.


155 I suoi non vogliono sentir parlare di vita religiosa e Cecilia deve aspettare di aver 20 anni per cercare di realizzare il suo sogno. Entra in un'abbazia ... e ne esce quasi subito dopo averne constatato il rilassamento. Avendo saputo della fondazione del Carmelo a Pontoise, ci va; prende l'abito e crede di essere alla fine delle sue pene. Ma da casa sua le si scrive che sua madre è morente e vuole vederla un'ultima volta. Per ordine della priora, Cecilia parte. A casa stanno tutti bene. La giovane non apprezza l'inganno e scappa di nuovo senza nemmeno salutare. "Ciò che è contrario alla salute è ordinariamente adatto alla santità." Colpo di scena. Mentre sta per rientrare nel suo caro Carmelo, incontra il suo direttore, un francescano, che le ordina perentoriamente di recarsi a Parigi e di attendervi la volontà di Dio. Cecilia è sorpresa; ma obbedisce ed arriva - come? - al gruppo di S. Genoveffa. Qui viene formata da Madame Acarie, prima di diventare la prima discepola di Francesca di Bermond. Ritroverà presto la sua cara clausura; sarà la prima professa del Faubourg Saint-Jacques. Cecilia di Belloy - Cecilia di Santa Croce - non tarda a lasciarlo, tuttavia, per fondare Abbeville, Amiens, Montargis, dove muore nel 1639 all'età di 56 anni. Le preoccupazioni della vita attiva "Un'Orsolina deve tendere non le hanno mai fatto dimenticare all'orazione come al proprio gli splendori della vita peso; chi prega soltanto quando contemplativa. E' un'anima di la campana chiama mostra poca orazione; ha una predilezione affezione per questo santo spiccata per la virtù di religione. esercizio". Anima di silenzio, profondamente distaccata, animata da uno zelo veemente, che la rendeva un po' severa all'inizio della vita religiosa; ma alla fine della vita era divenuta totalmente e costantemente amabile, al punto da non essere riconoscibile ... E' sua questa parola esigente: "Un'Orsolina non fa che passare". 2. Maria di S. Maddalena Béron (1581-1657) Prima superiora Orsolina canonicamente eletta, doveva governare il Grande Convento per 18 anni, condividendo la carica con M. Maria di S. Orsola Coton. Il suo primo governo fu soprannominato il "regno di ferro", il che dice molto sul suo rigore. Questo rigore lo esercita prima di tutto su se stessa. "Nulla mi incomoda se non i miei peccati", diceva. Ma la Grazia e la direzione benefica del P. Saint-Jure addolciranno questo temperamento forte. Le Chroniques potranno dire un giorno: "Lo zelo pieno di dolcezza era il cuore che animava il suo comportamento e la prudenza l'occhio che lo illuminava" (Chr.42).


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La Madre Béron sapeva compatire le sofferenze altrui e gli Annales sottolineano i suoi numerosi atti di carità: - procura sostegni finanziari e materiali al convento di Québec, spoglio di tutto dopo l'incendio del 1650; - accoglie le Orsoline di Crepy che fuggono davanti alle truppe spagnole durante la Guerra dei Trent'anni; - si priva per aiutare i poveri; - si occupa personalmente delle suore malate; - previene i bisogni delle religiose e sa portarle a vedute soprannaturali. Madre Maria di S. Maddalena è notevole anche per un lato modernissimo della sua personalità. Con Maria dell'Incarnazione, con Antonietta Micolon sogna e lavora per l'unione dei monasteri di Orsoline di Francia - ce n'erano circa 150 nel 1635. Quell'anno, la questione fu persino portava davanti all'Assemblea del Clero ma non se ne fece nulla. Certamente ci furono reticenze, per non dire opposizioni, da parte dei vescovi. E, probabilmente, anche da parte dei monasteri stessi, ciascuno dei quali trovava che i propri regolamenti erano buoni se non migliori di quelli degli altri. Per terminare, citiamo la testimonianza del P. Saint-Jure sulla Madre Béron, fatta dopo la sua morte ( cfr. Chr. 41 ): "Questa venerata Madre era un frutto maturo che cade da solo dall'albero appena lo si tocca. Il suo corpo, senza che lo si vedesse, aveva talmente sofferto e la sua anima era giunta ad un punto tale di perfezione, che occorsero pochi giorni soltanto perché si staccassero l'uno dall'altra". 3. Maria di S. Domenico Desnots (1593-1657) Della sua infanzia si conosce soltanto un grazioso tratto che dipinge la limpidezza della sua anima. Un giorno la si trovò in lacrime apparentemente senza motivo. Interrogata sulla causa del suo dispiacere, rispose che l'indomani avrebbe compiuto sette anni e che a partire da questa età si era capaci di offendere Dio. Entrata giovane dalle Orsoline "Nulla poteva toglierle la pace, (aveva fatto parte del gruppo di perché il suo cuore non era Pontoise ), prese l'abito a 19 anni e vincolato da nessuna creatura". le si affidò subito la preparazione alla prima comunione. Ebbe così come allieve la Grande Madamigella e la Duchessa di Longueville. Nel 1623 è mandata a Rouen come superiora; vi resterà 34 anni, quasi sempre in carica. Notevolmente dotata, aveva un ascendente assai straordinario sulle allieve, di cui non si vantava perché era molto umile. E il suo direttore la chiamava la "fedele a Dio".

-

"Si è adattato a noi con il suo annientamento, tocca a noi adattarci a Lui".

La sua spiritualità è nettamente nella linea di Bérulle, fatta di adorazione della SS. Trinità di unione al Verbo Incarnato - amava


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offrire al Padre Gesù Cristo nei suoi misteri ed unirsi a Lui - di devozione alla Vergine Maria, sua cara Madre e Maestra. 4. Maria di S. Orsola Coton (1597-1654)

La nipote di P. Coton entra nell'educandato delle Orsoline a dodici anni. Ben presto la raggiunge sua cugina, Caterina di Gresoles, e tutte e due divengono amiche di un'altra educanda, Anna Collas. Tre ragazze che gareggiano in fervore, e, nel settembre 1613, tre novizie di appena 16 anni. Durante il noviziato, Maria Coton sa soltanto "tacere e obbedire". Dopo la sua professione, ben presto è data come aiuto alla maestra delle novizie, sua cugina, divenuta Caterina di S. Agostino; grave e dolce, la si chiama "il Dottor Coton". Nel 1629 è eletta superiora per sostituire la Madre Béron. Al "regno di ferro" sarebbe succeduto un regno molto più dolce, ma non meno fervoroso, anche se alcune rimproveravano alla Madre di S. Orsola di essere troppo buona. Spirito chiaro e rapido, mostra un'attitudine sorprendente per risolvere i problemi di ordine materiale; e quando non è superiora, è assistente o depositaria. Dotata di grande bontà e discernimento, intuisce le cose difficili da dire e sa dar fiducia; ha il talento di saper comunicare la sua pace interiore. Interessata alla storia, comincia a scrivere gli Annales del monastero e le sue note serviranno alla Madre di Pommereu per redigere le sue Chroniques. Timida e riservata, Madre Maria di S. Orsola ha tuttavia rivestito un ruolo grande nella vita del monastero del Faubourg Saint-Jacques.

IV- ALTRE ‘PARIGINE’ - Maria della Natività Charlet, di Abbeville, la cui preghiera si riduceva alla prima domanda del Pater che contiene tutto. (Chr. I, 119; SA II,67) - Suor del S. Sacramento Rouault, figlia del marchese di Gamache,

chiamata il piccolo Serafino del monastero... "Le sue delizie consistevano nel meditare la Passione del suo Sposo e di imporsi ogni tipo di pratiche per l'onore di rendervisi conforme ( .. .).Una di queste pratiche era di rimanere immobile durante le sue preghiere( ... ). Ma la sua devozione più grande era il S. Cuore di Gesù; non desiderava e non domandava altro che di abitarvi (... )" (SA II, 64-65) e ciò quarant'anni circa prima di Santa Margherita-Maria!


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- Sr. Giovanna della Guardia. Di lei si ha questa graziosa testimonianza:

"Parlava poco, faceva molto, ricercava la virtù senza alcun desiderio di essere considerata virtuosa" (SA II,64) - E quante altre potremmo citarne, come quella Madre S. Bernardo di Mailly, soprannominata la Sorella della Volontà di Dio! Ma bisogna limitarsi ... Leggendo queste biografie, si sarebbe talvolta tentate di credere che queste Orsoline non avessero altro da fare che darsi alla contemplazione. Solo talvolta. Perché si vede anche a che punto si dessero all'apostolato. Il fatto è che esse hanno preso a cuore l'articolo delle loro Costituzioni che chiede loro di "sforzarsi di arrivare ad un alto grado di orazione e ad una grande unione con Dio" per poter "riscaldare gli altri all'amore divino". Nel 1673, data della pubblicazione delle Chroniques, "Parigi" contava sul suolo francese 45 monasteri.

V - UN GRANDE CENTRO PARIGINO: PLOERMEL Grande tra gli altri, che lo sono pure; e senza dubbio meno importante di parecchi altri per tanti versi. Ma Ploermel merita di fermare la nostra attenzione per diverse ragioni (V. Chr. I, 1,224;SA II,86), eccole: 1. Una fondazione movimentata Avviene in 5 atti, nei quali non è assente l'umorismo. 1 °) un Padre Gesuita, una signorina ed un gruppo di giovani fanno un grande progetto. · La signorina si chiama Giuliana Labbé, si dà al ritiro e alla preghiera sotto la direzione di P. Girard, SJ. Desidera essere religiosa, ma non carmelitana, nè clarissa. Accetterebbe di pensare ad una fondazione di Orsoline? Giuliana accetta e comincia a fare scuola con tre compagne. 2°) scoppia una guerra civile. Quando la città sente parlare di una fondazione di Orsoline, scoppia la tempesta. Perché, se l'elemento maschile è fortemente propenso a questa fondazione, le donne protestano: vogliamo le carmelitane. E le tre compagne di Giuliana Labbé, vedendo ciò, la abbandonano. 3°) interviene il Vescovo La controversia dura un intero anno. Allora Mons. di Saint-Malo interviene. Arriva a Ploermel e convoca un'assemblea per sistemare la cosa. Ma ascoltiamo il racconto delle Chroniques: "A tale notizia, la città si agitò così tanto da sembrare che si avesse di mira la perdita e l'intera rovina delle famiglie. Le donne, oltretutto,


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si adirarono così tanto che chiusero le porte delle case ai mariti di ritorno dalla riunione. I cittadini più saggi, in questa pubblica costernazione, dicevano di non aver visto nulla di simile dalle guerre civili del secolo passato. L'opinione era sempre favorevole alle Carmelitane; ma Mons. di Saint-Malo, usando la sua autorità, disse che non avrebbe affatto consentito l'ingresso ad altre religiose che non fossero Orsoline; che le avrebbe fatte venire e che in seguito si sarebbe pensato alle Carmelitane. A questo oracolo, tutti si pacificarono ( ... )". 4°) - arrivano le Orsoline Monsignore mandò quindi a chiedere Orsoline a Rennes. Per questa fondazione sono designate la Madre Maria dell'Incarnazione Trochet e qualche altra religiosa. La clausura è stabilita in un alloggio provvisorio il 21 novembre 1624. 5°) - si immischia la Madonna La Vergine Maria è stata ufficialmente riconosciuta come fondatrice e principale superiora. Le religiose hanno in lei una fiducia totale e non hanno certo torto di pensare che Maria stessa ha contribuito alla costruzione del loro monastero. Come avrebbero fatto altrimenti, visto che le doti sono magre e le risorse pressoché inesistenti? A chi la deride, Maria dell' Incarnazione risponde semplicemente: "La borsa di Dio è grande!" 2. Una fondatrice notevole: Amaurie Trochet (1585-1632) Nata a Ifs - diocesi di Saint-Malo - Amaurie resta orfana a 14 anni. Insieme con una cugina "cospira ad amare Dio". E anche ad amare gli altri: "era di tutti perché non era di se stessa". Vuol farsi clarissa, ma è rifiutata a causa della sua fragile salute. Va allora a Rennes e si unisce ad un piccolo gruppo di giovani che aspirano alla perfezione e lavorano per l'istruzione delle fanciulle. Siamo nel 1611. Si organizza una vita di comunità; si apre la scuola; arrivano vocazioni ed Amaurie viene scelta come maestra delle novizie. E' un modello di virtù, ma con una certa durezza. Durante una quaresima, il P. Binet aveva ben parlato delle Orsoline, ma nulla era stato fatto. Ora nasce l'idea di unire la comunità di Rennes ad un gruppo di Orsoline già costituito. Quale? Parigi? Bordeaux? Ci si decide per Parigi. Si domanda quindi a Parigi di inviare a Rennes delle religiose per una fondazione ufficiale. Ma in quel momento non ci sono suore libere. Madame de S.te-Beuve suggerisce che alcune vengano a Parigi da Rennes per "prendervi lo spirito dell'Ordine". Amaurie e due


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compagne partono per Parigi, dove rimarranno due anni: 1617-1619. Al loro ritorno, Rennes diventa monastero sotto l'autorità di Amaurie, divenuta Madre Maria dell'Incarnazione; e divenuta anche molto più dolce e docile ... L'abbiamo vista andare a Ploermel ed affrontare molte difficoltà; sua arma per venirne a capo: la preghiera fiduciosa con la penitenza. Perché Maria dell'Incarnazione stessa è un'anima di altissima orazione. "Al tempo dell'orazione e della comunione, si immergeva talmente in Dio da essere come fuori di sè, e le religiose soprattutto non volevano interromperla in questo dolce sonno della sposa. Impiegava parecchie ore della notte in questi dolci trattenimenti ( ... ) ed il suo volto era talvolta cosi luminoso e splendente da non potervi fermare gli occhi". Anima fervorosa e fiduciosa, abbiamo detto. Ascoltiamo questa risposta al suo vescovo: "Non sapremmo essere buone religiose senza le nostre osservanze; e possiamo dedicarci molto difficilmente se mancano i luoghi regolari. Spero che se le mie religiose ed io saremo fedeli a Dio, non ci mancherà nulla" (Chr. 189) Maria dell'Incarnazione ritornò a finire i suoi giorni a Rennes, dove morì il 27 febbraio 1632, dopo essere stata soprannaturalmente preavvisata. La sua vita è stata pubblicata a Rennes nel 1644. Nota: Ploermel è l'unica fondazione di Maria dell'Incarnazione Trochet. Ma dopo il suo ritorno a Rennes, Ploermel andrà a fondare Pontivy (1633) e Hennebont (1641). 3. Una santa Orsolina: Luisa di Mazon di S. Paolo (1613-1636) Era nata a Saint-Brieuc, da una famiglia eccezionale. Orfana di padre a 6 anni, allevata da una madre molto pia (che si farà essa stessa Orsolina), si distingue per il suo amore della solitudine e per il suo zelo: a 7 anni fa il catechismo ai domestici e ai poveri. Quando entra come educanda a Ploermel, non può contenere la gioia di "essere nella casa di Dio". Ma i suoi desideri di vita religiosa urtano da una parte contro gli assalti del demonio e, dall'altra, contro la tenerezza della madre che vuole trattenerla presso di sè. Grazie a Madre Maria dell'Incarnazione, può infine entrare in noviziato 1’8 dicembre 1630. Ha 17 anni. Lo stesso giorno, la Madre dell'Incarnazione rientrava a Rennes. Sono 25 in noviziato e gareggiano in fervore. Luisa, divenuta Maria di S. Paolo ("per il suo fuoco ed il suo coraggio"), mortifica senza sosta il suo corpo. Fervore dell'anima e languore del corpo la fanno ammalare per un anno.


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Guarisce, e raddoppia in fervore. Trova la sua felicità nelle umiliazioni - e non le sono risparmiate! Progredisce a passi da gigante nelle vie mistiche, "entrando in un santo trasporto alla sola parola d'amore di Dio". Fa professione il 25 aprile 1633. La si mette a fare catechismo e le educande ricorderanno più tardi le sue lezioni, e le sue elevazioni in Dio. All'inizio del 1635, dopo un raffreddore "furioso che la rese malata di polmoni", cadde seriamente malata; visse perciò ancora un anno "in grandi languori" mentre il suo fervore cresceva sempre più. Morì in concetto di santità il 7 giugno 1636, avendo appena finito di dire, come se parlasse a persone invisibili: "Portatemi via!" Aveva 24 anni. La fama di santità di Madre Maria di S. Paolo non tardò a diffondersi per tutta la Francia, in seguito a miracoli che le furono attribuiti. Il Vescovo in un inizio di processo diocesano ne ha autenticati più di 50. 4. Ancora qualche perla ... -- Di Madre S. Crisostomo di Riant: "Ci sono anime che vogliono avere un'esperienza certa della loro fede. Non è affatto necessario. Un'anima che non cammina con la nuda fede è molto soggetta all'incostanza nella vita spirituale; perché nello stato di pena, la fede serve da fiaccola; e se l'anima vi dimora ferma, farà grandi progressi" (Chr.II, 1, 172; SA II, 91) - Di Madre Elena di S. Croce di Vaunoise: "Abbandonate il vostro corpo alla croce, il vostro cuore all'Amore, il vostro spirito alla fede" (SA II, 93). -- A proposito di Madre Maria della Natività Josse de Launay: "Sembrava che la sua assiduità all'orazione le servisse da nutrimento ... Passò per tutti i gradi dell'orazione e giunse a quello dell'unione più di 15 anni prima della sua morte ( ... ), (ma diceva) che l'unione più perfetta di questa vita era quella che si faceva attraverso le croci( ... ) I misteri della Passione di Nostro Signore facevano un'impressione così forte sul suo cuore che si pensava portasse interiormente le stigmate di Gesù, e la si paragonava a S. Francesco e a S. Gertrude per l'unione con Gesù sofferente" (Chr. I, E, 197; LC, 348; SA Il,91) Il convento di Ploermel e quello di Pontivy fu frequentato da parecchi Gesuiti eminenti (Lallemant, Surin, Maunoir, Rigoleuc, Huby). Rigoleuc, soprattutto, dirigeva numerose Orsoline, tra cui quella conversa di Pontivy, Maria di S. Barbara, la cui vita, diceva il Padre, era stata la realizzazione perfetta della dottrina di S. Giovanni della Croce.

***


162 Una dimenticata da scoprire ...

MADRE MADDALENA DEGLI ANGELI MIRON (1619-1652) Madre Maddalena degli Angeli è senza dubbio sconosciuta a molti; eppure ha particolarmente diritto alla riconoscenza da parte delle Orsoline perché ha contribuito alla formazione di numerose generazioni di religiose. Vediamo come. Messere Roberto Miron, signore di Tremblay, era ambasciatore del Re in Svizzera, quando nacque Maddalena l'ultima di sedici figli. Crebbe felice e amata in una famiglia molto cristiana di medici, magistrati, senza parlare degli ecclesiastici. Il Sig. Miron è un uomo di grande cultura, dal cuore tanto generoso quanto è perspicace lo sguardo e attiva la fede. Rientra in Francia nel 1627 e Maddalena diventa educanda al Faubourg Saint-Jacques. La fanciulla è intelligente, avida di sapere: "Non la si vedeva mai senza libro, lo portava persino a tavola e a letto . (Chr. I 79). Impara da sola il latino e saprà anche comporre in questa lingua. Quanto al temperamento, è "molto docile quando la si governa con ragione" altrimenti "fa la difficile e fa fatica a cedere alla forza e al rigore". Entra in postulato a quindici anni e mezzo e si fa notare per il suo carattere serio e ragionevole; e anche per una curiosità di spirito che la maestra delle novizie si incarica subito di mortificare. Professa nel gennaio 1638, passa in comunità quattro anni dopo, secondo l'uso del tempo. Avrà di volta in volta come priore la Madre Maria di S. Orsola Coton e la Madre S. Maddalena Béron. Sia con l'una che con l'altra, la giovane Sr. Maddalena è coinvolta in una vita religiosa regolare e fervente e in una vita apostolica tutta dedicata alla scuola e alle educande. E' lei che darà più tardi questo prezioso consiglio: "Bisogna che l'Orsolina porti e trovi Dio dovunque, sia in classe che in chiesa. Per me mi farei scrupolo di non attaccare una spilla ad una piccina per andare a sentire una messa di devozione perché la nostra devozione e la nostra santità consiste nel far bene il nostro dovere (Annales di Parigi pag. 275). . Nel 1646, Madre Maddalena attraversa una crisi interiore dolorosa; si confida allora con P. Saint-Jure, SJ, predicatore della comunità da qualche anno. Questi si adopera "a ridurre questo bello spirito alla semplicità" e le dà un solo consiglio: applicarsi all'unione con Gesù Cristo e disfarsi di tutto il resto. Presto Maddalena "rinuncia ai suoi libri e alle sue poesie"; non smetterà più di progredire nella scienza di Gesù Crocifisso. Gravemente malata di polmoni nel 1651 continua a tendere verso il più grande spogliamento: "Desidero perdermi e annientarmi perché Lui solo viva in me ( ... ). Non desidero nè luce nè sentimento. Sono felice di non aver nulla perché Nostro Signore mi sia tutto(. .. ) Molto spesso alla Messa e all'orazione mi sembra che non devo fare altro che aderire a Gesù Cristo. Ugualmente in tutte le altre azioni: non formulo affatto le mie intenzioni; trovo che non sono io a farlo ma mi dò soltanto a Nostro Signore e mi unisco a Lui affinché Egli le diriga come a Lui piacerà ( ... ) Per il presente, destino qualche settimana all'esercizio particolare delle virtù teologali come il mezzo principale d'annientare il mio spirito e vivere quello di Nostro Signore che è tutto ciò che pretendo (Lettera al P. Saint-Jure).


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E ancora: "Ormai voglio morire, perdermi e dimenticare me stessa.Essendo Nostro Signore il mio Tutto, io non sono più nulla . Quando suo fratello Roberto muore assassinato il 4 luglio 1652 durante i disordini della Fronda, Maddalena riceve la notizia ringraziando Dio che le offre l'occasione di un simile sacrificio prima di morire. E il P. Saint-Jure le scrive: "Supplico Nostro Signore di unire i vostri dolori ai suoi e la vostra morte alla sua". La morte? Non tarderà: dopo una giornata di intensa agonia spirituale Madre Maddalena degli Angeli raggiunge il suo Diletto il 30 Settembre 1652. Aveva 33 anni meno tre mesi. In che cosa questa religiosa morta così giovane desta il nostro interesse? Aveva rinunciato ai suoi libri e alle sue poesie; aveva bruciato le sue opere almeno quelle che aveva potuto; ma le sue superiore conoscevano il suo talento di scrittrice; e pertanto, per obbedienza, Maddalena si reimmerge nei libri e mette mano alla penna. Le è chiesto infatti di "redigere il Cerimoniale e tutti i Regolamenti dell'Ordine". Ciò che fa con l'aiuto di Madre Elisabetta Sannat che si limitava quasi a trascrivere ciò che la Madre Miron redigeva. Il Cerimoniale è stampato nel 1648; i Regolamenti nel 1653 dopo la morte della redattrice. Ma Madre Maddalena ha dedicato gli ultimi mesi della sua vita al Direttorio per le Novizie. Dall'inizio della vita religiosa, ella si è prescritta degli "esercizi" per compiere bene tutte le azioni con spirito interiore. Alla fine della vita, li adatta ad uso delle novizie ed i suoi commentari costituiscono la prima parte del Direttorio. Ci interessa soprattutto la seconda parte. Contiene gli Esercizi spirituali da dare alle novizie quando entrano in religione, quelli che sono proposti per la vestizione e quelli che devono prepararle alla professione, e questi ultimi sono i più sviluppati. Già nel 1614 il P. de la Tour, SJ, aveva preparato le prime professe del monastero con Esercizi appropriati: quattro settimane dedicate ai quattro voti: povertà, castità, obbedienza, istruzione delle fanciulle. Madre Maddalena riprende queste quattro "settimane" ma rimaneggia profondamente il testo: ne modifica il fondo - ispirandosi alla dottrina del P. Saint-Jure - e la forma - adattandola alle novizie e alle professe del 1652. Vi aggiunge gli Esercizi della Passione, opera di Mons. Gallemant, ed il ritiro preparatorio alla professione composto da lei stessa. Abbiamo le "Sei settimane" che tante Orsoline hanno praticato prima di pronunciare i loro voti. Le meditazioni proposte da Madre Maddalena, dirette, ben strutturate, sorprendentemente ricche in citazioni bibliche e patristiche, manifestano la prodigiosa cultura dell'autrice; svelano soprattutto le ricchezze della sua vita spirituale, una vita spirituale tutta radicata in Gesù Cristo - Capo, Re, Sacerdote, Sposo - una vita spirituale che la direzione del P. Saint-Jure ha semplificata e ridotta all'essenziale: appartenenza a Dio in Cristo, ritorno a Dio in Cristo, unione a Dio in Cristo. Spogliarsi dell'uomo vecchio per rivestire Cristo ... E' tutto S. Paolo. E anche tutto Bérulle, tutto Condren e tutto Saint-Jure. In certo qual modo è anche S. Angela, che esorta alla vera povertà di spirito per la quale l'uomo spoglia il suo cuore da ogni affetto verso le cose create e transitorie, da ogni speranza in esse e finalmente da se stesso (R. XI) per avere Dio come "unico tesoro".


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E ritroviamo altre eco di Angela nel ritiro di 8 giorni: centrato sull'alleanza tra l'anima e il Verbo Incarnato, avvia progressivamente la futura professa a divenire conforme a Cristo, suo Sposo. Da qui vengono le esigenze ascetiche e la profondità mistica di questo piccolo volume. Si comprende come l'autrice delle Chroniques abbia potuto scrivere a proposito del Direttorio "che è sufficiente a rendere eterna la memoria della Madre Miron nell'Ordine di S. Orsola" (Chr. I 82). Da MADRE MADDALENA DEGLI ANGELI MIRON (1619-1652)I suoi scritti, la sua dottrina spirituale, tesi dattilografata di Madre BernadetteJosèphe Berquer o. s. u. Regina Mundi, Roma 1957

******** Estratto del Direttorio per le Novizie: meditazione per la vita d'unione con Dio ( ... ) Lo Spirito Santo è disceso in forma di fuoco; affinché come il fuoco purifica, consuma, cambia e trasforma in sè, è in continua azione e tende sempre in alto verso la sua sfera, facesse gli stessi effetti nei cuori dei fedeli, purificandoli dai peccati, consumando in essi tutto ciò che vi è di terrestre, trasformandoli perfettamente in sè, che è solo amore, animandoli ad agire senza sosta per la gloria di Dio e facendoli tendere continuamente verso di Lui come verso la loro sfera, il loro centro, la loro unica beatitudine (...). Questo stesso Spirito presiederà l'offerta di voi stesse, che farete a Dio per mezzo dei voti. E' il fuoco celeste, che deve consumare il vostro sacrificio

(...).

Invocatelo, dunque, con fervore, pregandolo di venire a riempire il vostro cuore e che mentre morirete alla vostra natura corrotta con il sacrificio dei voti, vi animi di quella vita d’ amore con cui animò gli Apostoli il giorno di Pentecoste. Lo Spirito Santo discese sugli Apostoli sotto forma di lingue di fuoco per mostrare che essi non ricevevano questo fuoco divino soltanto per se stessi ma anche per comunicarlo agli altri( __ ) La comunicazione, che lo Spirito divino vi farà di se stesso il giorno della professione, avrà lo stesso fine, perché, senza dubbio, offrendovi a Dio con tutto il cuore, riceverete da Lui la grazia per adempiere l'obbligo dei vostri voti e del vostro Istituto (. . .]. Disponete il vostro cuore per ricevere questo fuoco divino con una tale abbondanza da poter infiammare gli altri.


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LIONE 1610-1620

Chr I Fondazione

172 81 91 114

Renata Thomas Clemente Ranquet Caterina Ranquet G. GUEUDRE, OSU:

Chr. II

LC

SAI

148

361

SAII

155 262

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203 212

- Catherine Ranguet. mystigue et éducatrice - Ecrits spirituels de Mère Catherine de Jésus

Fondata dalla prima Orsolina di Francia, primo titolo di gloria, la casa di Lione doveva dare i natali ad una Congregazione viva e dinamica; doveva anche offrire all'Ordine di S. Orsola uno dei suoi gioielli più magnifici: Caterina Ranquet.

I -LA CASA Dl LIONE 1. La fondazione Ricordiamo che rientrando da Parigi ad Aix, Francesca di Bermond ha dovuto fermarsi a Lione. Questo lungo viaggio imponeva una sosta; inoltre sembra che i Padri Gesuiti della Capitale abbiano affidato alle Provenzali lettere per i loro confratelli di Lione in cui, certamente, si parlava anche di ciò che le Orsoline avevano fatto a Parigi. Comunque sia, le nostre viaggiatrici non possono ripartire .. perché al momento in cui andavano a prendere "la vettura d'acqua" per raggiungere Avignone attraverso il Rodano, vengono avvicinate da due uomini, due grandi cristiani, Giovanni Ranquet ed il suo amico Faure, i quali,probabilmente avvertiti dai Gesuiti, le supplicano di rimanere a Lione e promettono loro tutto l'aiuto necessario purché esse fondino nella città un'opera simile a quella di Parigi. Poiché il battello è partito, non c'è più tempo per rifiutare. Le tre Orsoline, Francesca di Bermond, Lucrezia di Montez e Ambrogia de Gerard, accettano pertanto l'ospitalità di Giovanni Ranquet. E se i superiori di Aix autorizzano la fondazione, Ranquet stesso troverà loro una casa. La famiglia Ranquet viveva in una grande casa nella quale le Orsoline passeranno quattro mesi. Giovanni, il padre, è un negoziante agiato ed un cristiano fervente. Clementina Dusoleil, la madre, è una donna di temperamento "dolce e moderato", ed è anche caritatevole. In questa casa si serve Dio con lo zelo dei primi cristiani. I Ranquet hanno cinque figli, due ragazzi e tre


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ragazze: Clementina, Caterina e Giovanna saranno le prime allieve delle Orsoline. Francesca e le sue compagne iniziano, pertanto, le classi di catechismo mentre Giovanni Ranquet si occupa delle pratiche presso la Corte - per ottenere le lettere patenti e presso l'Arcivescovo. Occorre pure, ben inteso, l'autorizzazione da Aix. Questa è chiesta ed ottenuta. Essendo in regola, si apre l'educandato ed è sempre Giovanni Ranquet che provvede al finanziamento, in attesa che l'opera si affermi. 2. La "persecuzione" La popolazione di Lione, facilmente diffidente, si interroga su questa specie di religiose, che vivono apparentemente come tutti, che vanno in chiesa come tutti. Vengono prese per giovani "pentite" - o peggio ancora - e ci si burla pesantemente di loro. Ne è testimonianza questo piccolo dialogo, che segnerà, peraltro, l'inizio di un dietro- front per molte persone: - "Ringrazio Dio di avervi tolta dal peccato( ... )" (Francesca tace) - "Sappiamo bene che vita avete fatto ad Avignone, dove vostro marito è stato impiccato!" - "E' vero (dice Francesca ridendo): il mio Sposo è stato appeso ad una croce per i miei peccati" (Chr. 77). Poco tempo dopo, tutta la città è conquistata ed affluiscono le allieve. Ma le maestre sono soltanto tre! Aix non ha potuto mandare nessuna e neanche Marsiglia. Francesca di Bermond scrive a Parigi. 3. L'evoluzione ... =da "congregate" ... Parigi può difficilmente rifiutare aiuto a colei che è venuta ad iniziare le suore alla vita Orsolina. E tra le religiose del Faubourg Saint-Jacques, c'era una certa Renata Thomas che era divenuta "grande amica" di Francesca. Non potrebbe venire a Lione dove, ci sono "così poche operaie per una grande messe?" Parigi lascia partire Renata Thomas che ... obbedisce senza farsi pregare. Cammin facendo, s'aggiunge una recluta, Isabella del Moulin che sarà, anch'essa, Orsolina. Arrivata a Lione, Madre Renata si mette risolutamente all'opera nei suoi due uffici di assistente e di maestra delle novizie. La casa prospera e si può sciamare: Saint-Chamond nel 1613; Màcon nel 1615; Moulins nel 1616 ... Le Orsoline continuano a far vita di congregate, vita di preghiera e apostolica.


167 =a "moniali" ... Ma Mons. di Marquemont, arcivescovo di Lione, vuole che tutte le religiose della sua diocesi lo siano conformemente ai decreti del Concilio di Trento. Ha già reso di clausura le Visitandine; insiste perché anche le Orsoline chiedano al Papa la Bolla voluta. Spinte da lui, scrivono a Roma. E la Bolla arriverà. In attesa di questo documento, Madre Renata si è messa a redigere le future Costituzioni, poiché Francesca di Bermond si trova a Màcon. Finalmente la Bolla arriva; è datata Aprile 1619. La prima professione solenne ha luogo il 25 marzo 1620. Per dispensa speciale, Francesca di Bermond, Renata Thomas e Clementina Ranquet non devono rifare il noviziato. Si chiameranno ormai Francesca di Gesù-Maria, Renata di tutti i Santi e Clementina della Presentazione. Circa un mese dopo, si da il velo bianco ad una trentina di novizie, tra le quali la giovane Caterina Ranquet. Questo reclutamento eccezionale si spiega con il grande fervore del monastero. La Madre Renata diceva un giorno all'Arcivescovo: "In questa casa c'è un solo spirito, una sola volontà, due occhi, due orecchie ed una lingua" (LC, 166). La maggior parte delle religiose hanno l'abitudine di passare una parte della notte in preghiera e l'autrice delle Chroniques potrà scrivere più tardi: "Quel chiostro era veramente la casa di Dio, la porta del cielo ed un vero paradiso di delizie spirituali" (Chr. II, 84). I monasteri usciti da Lione erano nel 1673, al momento della pubblicazione delle Chroniques, un centinaio; ma la "Congregazione di Lione" ne aveva una ventina di meno, poiché alcuni, nel frattempo, erano passati a quella di Parigi. 4. Le Costituzioni Madre Renata, aiutata da un Gesuita e da un Oratoriano, si è largamente ispirata al testo di Parigi, ma lo ha semplificato molto. Notiamo alcune particolarità: - Non c'è quarto voto; - L'Ufficio della Madonna è salmodiato in coro tutti i giorni; e la domenica ed i giorni festivi si cantano i Vespri del Rito Romano; ma la recita del "Grande Ufficio" è considerevolmente ridotta: Natale e Settimana Santa; - Il tempo prescritto per l'orazione resta lo stesso: un'ora al mattino e mezz'ora al pomeriggio; - L'abito assomiglia a quello di Parigi; ma invece di una cintura di cuoio, le suore portano un cordone di lana nera con cinque o sei nodi.


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II - LE GRANDI LIONESI 1. Renata Thomas di tutti i Santi E' nata a Tours. Come arriva a Parigi? Come incontra la Sig. Acarie? Non si sa. Già "prevenuta del dono dell'orazione", volerà verso le altezze. Renata è una di quelle aspiranti Carmelitane che la Sig. Acarie orienta verso le Orsoline. Fa meraviglie con le educande. Nel 1611, raggiunge Francesca di Bermond a Lione, come abbiamo detto. Spirito pratico oltre che mistico, non lascia perdere l'occasione di portare a Francesca un aiuto supplementare nella persona di Isabella del Moulin. Madre Renata, del resto, è una donna completa: grande orante, ammirabile maestra e non meno ammirevole educatrice, sorprendente economa, notevole superiora ... e mancano gli aggettivi per qualificare la maestra delle novizie! Nel 1630, va a Montbrison come superiora. Vi trova disordine e lo ripara, rimettendo pace ed unione. Dopo ciò, non le resta altro che morire dopo una breve malattia, "come figlia della Chiesa" (Chr. 89). -- Renata Thomas educatrice, ama le fanciulle; sa condurle a Dio. Si guarda bene di orientarle verso la vita religiosa, ma di fatto molte uscivano dalle sue mani per entrare in un chiostro. "Le Orsoline, secondo lo spirito del loro Istituto, dovranno essere tutte delle voci, come S. Giovanni Battista, per predicare Gesù Cristo e preparare le sue vie nei cuori" (Chr. 82) -- Renata Thomas mistic~ è un'anima favorita da grazie straordinarie, che nasconde sotto il velo dell'umiltà e del silenzio. Ma talvolta balza agli occhi, come capita una certa seconda domenica di Quaresima. Madre Renata si trovava in cappella per l'esame con le bambine. Suona la campana per il pranzo; invano. "Bisogna bisogna morirvi" ·

amare la croce; portarla· bisogna '

Il tempo. passa; e. la Madre non s~ muove; il suo piccolo mondo sr agita attorno a lei e Madre Renata resta immobile, in estasi.

Meno male che quel giorno non ne ha una anche la Madre di Bermond. Fa cercare le fanciulle e lascia la loro maestra al suo rapimento ... da cui esce completamente trasfigurata, al punto "che appena si poteva sopportare il fulgore del suo volto" secondo l'espressione delle Chroniques (V. anche LC, 158).


169 Madre Renata non è stata canonizzata dalla Chiesa, ma lo è stata da viva da S. Francesco di Sales. Questi diceva "di non aver mai conosciuto spirito di giovane salita più in alto del suo e che era nel suo monastero un tesoro di santità" (LC, 161) 2. Clementina Ranquet (1599?-1651)

"Nata sul finire del secolo", si dice. Perciò, della stessa età di Maria dell'Incarnazione. Da bambina veniva chiamata "la piccola che porta bene il suo nome". Clementina è giudiziosa, dolce, silenziosa, le piace nascondersi per pregare, andare in chiesa. E' talmente pia che le si permette di fare la prima comunione a otto anni. Prima allieva delle Orsoline, entra in noviziato a 15 anni, come congregata; è tra quelle che non hanno dovuto rifare il noviziato prima della professione solenne. Subito dopo è nominata maestra delle novizie, a 18 anni. Ma presto ha 22 anni - la si manda a stabilire la clausura a Clermont (1621). Quando lascia Lione, tutti piangono, ad eccezione di Clementina e della sua giovane sorella Caterina (Chr. 93-94). Il suo governo a Clermont è segnato dalla sofferenza: calunnie, diffidenze, malattia grave, epidemia di peste. Ma il "dolce odore delle sue virtù" è tale che la priora di Saint-Genest - una Benedettina - viene a stare presso di lei con nove sue religiose prima di intraprendere la riforma del suo monastero (Chr. 97). Clementina resta dodici anni a Clermont; fonda poi Thiers (1633) e Montferrand (1638), poi ritorna a Clermont e a Thiers, dove muore nel 1651.

Clementina Ranquet è un'anima semplice e santa. E questo costituisce il suo fascino. Dovunque vada è amata; la si rimpiange quando parte. Incarna la pace; umile nella prosperità, serena nell'avversità, sempre abbandonata. La sua vita è insieme "una Domenica delle Palme e un Venerdì Le Chroniques ci dicono anche che la sua Santo". potenza d'intercessione era tale da 11 chiamarla il Mosé d'Auvergne" (Chr.106) "Siate umili e semplici; camminate diritte davanti a Dio, perché le piccole scappatoie gli spiacciono immensamente"

3. Caterina di Gesù Ranguet (1602-1651)

"Il più grazioso fiore dell'aiuola", secondo Cristiani, Caterina ha avuto la fortuna di avere presso di sè la Madre du Mas, che le ha dedicato un cenno di più di 150 fogli manoscritti nella sua Histoire du Monastère di Grenoble. Queste pagine sono servite al priore Augeri per scrivere la biografia di Caterina, pubblicata nel 1670; esse riportano, inoltre, tutta una raccolta di


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lettere, per cui Caterina Ranquet è una delle Orsoline del XVII secolo di cui abbiamo maggiori informazioni. Sottolineiamo le grandi tappe della sua vita con le loro caratteristiche proprie:

a) Precocità spirituale. Caterina ha otto anni quando la incontriamo per la prima volta nell'educandato delle Orsoline a Lione. E' una fanciulla facile, docile, dal fascino naturale. E' anche una bimba precoce: - nella pietà: amore speciale per le anime del Purgatorio, devozione alla Passione di Gesù; - nello zelo: Caterina riunisce le compagne. per parlar loro di Cristo Crocifisso ... e le fa piangere di compassione; - nella virtù: +amore del sacrificio, della sofferenza; spia tutte le occasioni per poter essere mortificata; + fondo di pace ardente che viene dal suo amore per Gesù. Caterina vuole essere religiosa. Ma è così giovane! Si cerca di portarla nel mondo, sforzo inutile: "credeva di essere stata all'inferno e di non poter più appartenere a Gesù Cristo" (Chr. 114). La fanciulla manifesta una costanza così tranquilla che i genitori non la possono scuotere. E cedono.

b) Maturità spirituale. Novizia. Ha 12 anni. Chi la circonda vuole una cerimonia di vestizione il più semplice possibile (a 12 anni sarebbe permesso cambiare parere!). Ma l'interessata non vuole; occorre una vestizione pubblica e solenne "per attirare qualcuna a seguire il suo esempio ( ... ) e, se fosse divenuta così infedele a Dio da abbandonare il suo servizio, avrebbe ben meritato di essere presa in giro e disprezzata da tutti". Caterina è affidata alla formazione vigorosa di Madre Renata, che non la risparmia, anzi: "E' una buona terra, bisogna ben farla valere". La novizia segue la Regola senza mitigazioni, dandosi a tutto con la stessa serietà, la stessa gravità: "Quando scopava la cappella aveva la stessa grandezza d'animo di quando faceva orazione". Nel 1620, il passaggio alla vita monastica obbliga Caterina a rifare il noviziato. Ai rigori di Madre Renata si aggiungono quelli di Dio. Oppressa da pene interiori, Caterina non allenta il fervore e si dà ancor più alla penitenza (Chr. 151 ). Madre Renata la mette a capo delle educande - ha appena 18 anni! e Caterina si rivela già un'educatrice compiuta. • Professa. Festa della SS. Trinità 1622. Caterina fa la professione solenne e si dona completamente a Dio. Lui, da parte sua, la colma al di là delle attese e le accorda il dono della Scienza. Madre Renata, tuttavia, la toglie dal suo ufficio presso le educande per metterla.. in cucina. La giovane professa vi si dedica con lo stesso fervore di prima, perché la sua felicità consiste nell' "aderire a Dio" Formula tipicamente berulliana ... Madre Renata era stata per qualche tempo diretta da Bérulle; e ha segnato la sua novizia ...


171 • Superiora. Le Orsoline di Grenoble, congregate dal 1606, hanno chiesto a Lione delle religiose per stabilire la clausura presso di loro. Viene designata Caterina. Lei si sente troppo giovane - 21 anni! - e si giudica incapace, ma non può che obbedire. Parte perciò con una assistente. A Grenoble manca tutto; la casa è oberata di debiti e non ha rendite. Parecchie religiose sono contrarie alla trasformazione; fanno una specie di campagna contro le Lionesi. Risentono in particolare la giovinezza di Caterina: "Questa giovane suora ha dunque fatto voto di essere superiora" (Chr. 124). E questo per due anni. Ma l'esempio di Caterina, la sua dolcezza, la sua umiltà hanno la meglio sulle resistenze. E, per di più, riesce a rimettere in piedi la casa. Nel 1627, va a Chambéry a stabilire la clausura, poi torna a Grenoble. Poco dopo il suo ritorno, una grande prova: una epidemia porta via improvvisamente il padre, la madre, il giovane fratello e lo zio. Il modo in cui Caterina accetta il dolore, che la colpisce, mostra quanto sia già staccata dalla terra. Ed è in quel momento che entra nelle vie dell'orazione più alta.

e) Sublimità spirituale. Ha 27 anni. Ed ecco che entra "in una occupazione con Dio diversa da quella sperimentata fino ad allora". Comincia la storia mistica di Caterina. 1629-1630. Periodo di consolazione. Presenza costante di Dio, non più soltanto vissuta, ma provata in modo speciale. = 1630-1637. Periodo di desolazione. E' come una persona "costretta a camminare di notte". Il suo spirito è "impedito". L'orazione diventa tormento. La preghiera per chiedere l'amore le porta soltanto disperazione. Dio la spoglia di tutte le sue attività di superficie per agire solo nel fondo dell'anima ( cfr. LC, 204ss). = 163 7-1651. Periodo d'illuminazione crescente. Dio era in lei prima, ma con tutte le luci spente; a poco a poco sorge il giorno, le pene diventano passeggere, la pace cresce. =

• il 1642 è un anno di luce. La disposizione di Caterina è quella "di una semplicissima e nuda fede"; parla di "un'umile confessione della Sua Grandezza, in una totale dipendenza ed adesione alla Sua Volontà". E' attirata sempre più dall'adorazione del Verbo Incarnato annientato nel Presepe e sulla Croce, dal "mistero santamente spaventoso", come dice lei. Questa contemplazione la getta in vere estasi ( cfr. LC, 218).

In maniera molto berulliana, Caterina adora e aderisce. La sua preghiera si riduce ad una sola parola "SI"'. E può dire in tutta sincerità: "Tengo soltanto a Dio e alla sua Volontà; tutto il resto mi è indifferente, l'orazione e l'azione, la solitudine e la conversazione." "Che cos'ho da desiderare se non la Croce?"

• Il 1643 la vede privata della presenza di Dio; ma l'unico desiderio del suo cuore è "di non essere più se stessa per essere perduta in Dio". Tuttavia Egli, talvolta, quando meno se l'aspetta, l'invade; le fa capire che la vuole


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staccata da tutto, totalmente. Scrive, senza dubbio nel 1646, che Dio si ritira ... - "se agisco in qualcosa con fretta, - se sono attaccata in qualcosa alla mia opera, - se prendo, anche per inavvertenza, qualche soddisfazione nelle creature". d) Semplicità spirituale. In questa stessa lettera, Caterina spiega di aver trovato la parola "più corta" del sì della sua adesione, la parola che cercava e che, ora, colma tutti i suoi desideri: "PADRE". E' invasa dalla presenza e dall'amore del Padre. Nel gennaio 1647 conosce una specie di trasfigurazione dell'anima e del corpo (cfr. LC, 229-230). E i favori di questo genere sono abbastanza frequenti negli ultimi anni della sua vita; riceve in particolare la grazia di godere in modo soave della presenza della Madonna. Si vede ridotta allo stato di infanzia: "Grido 'Madre' e in quel momento il Padre mi prende e mi porta con sé" ( cfr.LC,231 ).

All'avvicinarsi della morte, con la "Stimo ancor più la semplice e malattia, viene l'abbandono nuda fede che ci tiene nella apparente di Dio: "Sento che Dio si fedeltà in mezzo alle tentazioni e è allontanato da me ed è in collera. tribolazioni". Tuona, minaccia, i miei sensi mi sembrano tutti ribelli mio malgrado". Anche lei si trova obbligata a dire come Gesù: "Padre, perché mi hai abbandonata?" Ma quando le si chiede come si sente, ha una sola risposta: "Ho Gesù Cristo". (Chr. 126) Caterina muore la vigilia della Festa di Tutti i Santi dicendo: "Gesù!". Aveva 49 anni. Sua sorella Clementina l'aveva preceduta di qualche giorno nella patria del cielo.


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Per saperne di più su CATERINA RANQUET (1602-1651), LA "PERLA DELLE PERLE" Caterina è la secondogenita di quel negoziante lionese che ha trattenuto Francesca di Bermond e le sue compagne. A otto anni, la bimba mostra già "uno spirito flessibile e docile, un ricco temperamento ed un gran giudizio". Il suo ideale è S. Agnese, la piccola martire romana. Sogna soltanto vita religiosa, mortificazioni da fare, e, meglio ancora, da subire. E' un'anima di dolcezza, di pace, di luce. Ed è pure un'intelligenza eccezionale, dotata per gli studi profani come pure per ciò che costituisce la sua gioia: la scienza di Dio. Stupisce coloro che la circondano per la comprensione del mistero della Croce, per la fame dell'Eucaristia. Fa la prima comunione all'età di dieci anni, dopo un lungo anno di fervore e di suppliche. Vivace, allegra, è anche seria. Troppo seria per essere una bimba. Bisogna distrarla, si pensa. I genitori la ritirano dall'educandato e la tengono a casa. La si conduce al ballo e a teatro. Ma la fanciulla supplica che la si riporti al S. Orsola: "credeva di essere stata all'inferno e che non sarebbe mai appartenuta a Gesù Cristo". Ritorna, pertanto, all'educandato, per esserne di nuovo ritirata. Non si è messa in testa di farsi subito religiosa? Ma ha appena 12 anni! E' un capriccio che a casa le passerà. Ma non si tratta di un capriccio, ed i Ranquet ben presto se ne accorgono: divertimenti, prove, nulla distoglie la giovinetta. Tutto si spezza contro la roccia di una dolce fermezza. I suoi genitori hanno troppo senso soprannaturale per non capire e cedere. Almeno che questa entrata avvenga discretamente! Niente affatto! Bisogna che la vestizione sia pubblica e solenne. E che la fidanzatina di Gesù sia bella. Infatti lo era talmente che "dava gioia e ammirazione a coloro che la vedevano pronta e preparata in quel modo". Ci tiene anche "che tutte le giovani siano presenti, soprattutto quelle che conosce, per attirarne qualcuna a seguire il suo esempio". E afferma che "se le accadesse di essere così infedele a Dio da lasciare il suo servizio, meriterebbe ben di essere derisa e disprezzata da tutti". La giovane novizia, infatti, si fa notare per la sua fedeltà, la sua serietà, la sua assennatezza, e per un'umiltà poco usuale alla sua età (per quanto l'umiltà non sia mai una virtù corrente!). Madre Renata la forma ad una scuola rude, non risparmiandola in nulla ed esercitandola in tutto. Sa che Caterina "è una terra buona e bisogna valorizzarla". Il Signore, del resto, agisce nello stesso modo verso la fanciulla. Il 26 aprile 1620, essendo S. Orsola divenuto monastero, Caterina, a 18 anni, prende il velo bianco e ricomincia il suo noviziato. E' messa a capo delle educande, che forma, pur così giovane, "con infaticabile cura, con una carità universale ed un discernimento che porta frutto". Vi mostra un sorprendente senso dell'organizzazione e, nonostante la sua naturale indipendenza, una vera attitudine alla collaborazione. Il suo amore per la penitenza cresce, soprattutto all'avvicinarsi della professione.


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Quel 22 maggio 1622, festa della SS. Trinità, le porta "un dono di presenza di Dio così sublime che il suo spirito rimarrà totalmente assorbito in Lui per quasi quindici giorni". Madre Renata non considera terminata la sua opera di formazione: ritira Caterina dall'educandato per metterla in cucina come dispensiera. Il convento non ne avrà una migliore e più disinteressata ... Ma non ne approfitterà per molto tempo! Le Orsoline di Grenoble hanno chiesto suore di Lione per iniziarle alla vita monastica. In mancanza della Madre di Bermond, allora a Saint-Bonnet-leChàteau, viene designata a divenire superiora del futuro monastero del Delfinato Suor Caterina di Gesù. Davanti all'obbedienza non contano né timori di ciò che l'attende, né dispiaceri di ciò che deve lasciare. Madre Caterina si mette in viaggio con quella che sarà la sua assistente. In viaggio, approfitta di tutte le occasioni per catechizzare ed istruire le fanciulle, le serve e altre persone che incontra: non può che parlare di Colui che riempie la sua vita. Le due viandanti arrivano a Grenoble il 6 settembre 1623. La casa ha circa vent'anni: oberata di debiti, ha molte sorelle anziane, e la superiora è malata. La situazione è tale che Caterina deve assumersi tutte le responsabilità: Priora, Maestra delle Novizie, Direttrice delle educande, Direttrice delle esterne. Deve inoltre far fronte alle enormi difficoltà materiali, e anche a certe opposizioni alla prevista trasformazione. Allora raddoppia il suo fervore nella preghiera e nella penitenza. A poco a poco, le sue conferenze, i suoi capitoli, la sua umiltà e dolcezza si rivelano efficaci: Grenoble diverrà un monastero ragguardevole per la sua regolarità. Nel 1627, Caterina va a Chambéry per introdurre la clausura presso le Orsoline di quella città. Conquistate dal suo fascino, queste vogliono trattenerla definitivamente, ma Grenoble la reclama. Rientra quindi; e presto avrà una grande prova. Nel 1628, la peste infuria nella regione lionese e Caterina apprenderà contemporaneamente la morte dei suoi genitori, di suo zio e del suo giovane fratello. Accoglie la notizia con le parole di Giobbe e soltanto l'espressione del volto rivela il suo dolore. Nel 1629, nuova partenza, questa volta per una fondazione. Si tratta: di Gap. Caterina vi cade gravemente ammalata e si vede in punto di morte. Guarisce, però, ed entra in una occupazione con Dio diversa da quella sperimentata fino ad allora. Il 6 marzo 1630 torna definitivamente a Grenoble. Viaggi e fondazioni sono finiti. Per 21 anni Caterina vivrà dentro, almeno per gli avvenimenti esterni, perché i lavori non cessano per tanto tempo. Se Madre Caterina di Gesù non va più a fondare o ad iniziare alla vita monastica, manda le sue figlie al suo posto; porta le loro preoccupazioni; provvede a sostituirle a Grenoble; intrattiene con loro una corrispondenza attenta. Ha cominciato e continua una fatica di scrittura di vasto respiro: la storia del monastero di Grenoble che scrive - o piuttosto detta - dopo aver fatto numerose ricerche sulle origini della Casa. Così pure stila il Libro delle professioni, di cui si prende cura minuziosamente.


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E ancora il Direttorio, nel quale profonde tutta la sua esperienza di educatrice e di superiora. Talvolta si distrae da questa occupazione per visitare le classi, e anche per esercitarvi qualche funzione - a meno che non condivida i lavori manuali di scopare le foglie secche o di cacciare i ragni. I consigli della Madre Caterina, così rude con se stessa, portano il marchio della sua intelligenza e della sua bontà. Buona latinista, introduce nel programma delle educande non il latino, ma le etimologie: il solo mezzo per far capire alle fanciulle i termini difficili del catechismo. Perché, se le allieve devono imparare a memoria il catechismo, devono anche saperlo spiegare con le loro parole. La Madre sa che le classi non devono essere sovraccariche: non più di venti per classe per permettere un'educazione seria, approfondita. Madre Caterina raccomanda che le piccole educande abbiano biancheria bianca e asciutta due volte per settimana; e che la si faccia intiepidire se necessario! Avverte la Maestra Generale della necessità di una collaborazione continua con i genitori. Insiste perché nelle classi delle esterne si dia un posto importante alle cure corporali. Non c'è nulla di giansenista e di duro nell'educazione che vuole promuovere. Il Direttorio di Madre Caterina si rivolge anche alle superiore e a tutte le persone in carica. Ogni ufficio del monastero è studiato e spiegato. E' così che con mano magistrale traccia il profilo di quelle che devono essere priore e maestre delle novizie. Terminato questo lavoro, Madre Caterina benedice il modesto impiego di guardarobiera che le è affidato, perché le lascia la libertà di spirito voluta per dimorare in Dio. D'altronde non può più fare grandi cose. La sua salute è sempre stata precaria: ha avuto tre malattie gravi e nel 1647 confessa: "Quanto alle forze fisiche, ne ho così poche che non posso rendere alcun servizio alla casa e le sono di peso." Si cerca di procurarle qualche piccolo sollievo; ma lei, sempre così accogliente e dolce, protesta vivamente: ''Non mi piace; mi togliete l'appetito. L'unica cosa che mi fa bene è la vita comune". Da molto tempo ha adottato come pratica ordinaria di virtù quella di non soddisfarsi in niente; al punto che è impossibile capire i suoi gusti e le sue ripugnanze. Nessuna parola scortese sembra turbarla; la sua carità ha una sfumatura ancor più amabile per chi le fa torto. Nessuno come lei sa diffondere la pace e la fiducia. Ma per se stessa è di un'esigenza radicale: "Se agisco in qualche cosa con fretta, se sono attaccata a qualche cosa, anche alla mia opera, per quanto giusto e santo possa esserne il motivo; se per inavvertenza prendo qualche soddisfazione nelle creature, per quanto piccolissima e molto innocente, (mi separo da Dio) per quattro o cinque ore e anche più .

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Un giorno in cui una religiosa la trova in attesa sola nel buio, le domanda: "Madre che cosa fate lì?" E Caterina risponde: "Imparo a fare a meno di tutto". Madre Maria di S. Giuseppe du Mas, la sua compagna di sempre, potrà scrivere più tardi parlando di lei: "Il suo annientamento era così perfetto che era arrivata a spogliarsi di ogni tipo di desideri, anche delle virtù e dei doni di Dio, rimanendole solo quello di non essere più se stessa per essere perduta e inabissata in Dio; la via di Dio su di lei è stata una totale cessazione ed una completa rinuncia a tutte le sue operazioni, che le è servita da esercizio continuo di abnegazione". Quella di Caterina è mistica dell'annientamento, nella linea di ciò che le hanno insegnato i Maestri della Scuola Francese. Ascoltiamola: "Provo gioia nel vedermi carica di miserie, perché Dio me ne libererà e mi farà partecipe di tutto ciò che Egli è. Il mio nulla diverrà qualcosa con il Tutto; la mia debolezza, onnipotenza con l'Onnipotente". "Abitualmente non prego Dio, soltanto aderisco a Lui, e mi trovo in una tale ignoranza ed impotenza da esprimergli la mia sottomissione e la mia dipendenza totale, e anche per ogni altra cosa che dovrei dirgli, anche per gli amici, sono ridotta a spiegarmi con questa parola: SI'! Tuttavia, accade spesso che questa parola, poiché non è abbastanza semplice né abbastanza corta, non mi accontenta più. Cerco dunque una parola breve che possa meglio enunciare la grandezza di questo Essere infinitamente adorabile ed il mio estremo annientamento davanti a Lui. Ma non ne trovo e resto in un muto balbettamento". "Avevo dimorato, fino ad ora, in un grande silenzio nella presenza di Dio, non potendo quasi dirgli che un'unica parola con sforzo; quando mi trovavo spinta da qualche desiderio o afflizione, mentre volevo aprire la bocca per parlargliene, mi sembrava di diventare muta, tanto che, per costrizione, dovevo accontentarmi del mio silenzio" Il Signore insegnerà a Caterina la parola "più semplice e più corta", che l'aiuterà a uscire dal suo silenzio, la parola che dirà tutto: PADRE! "Non so, ma bisogna che sia diventata bambina, perché mi è stata insegnata la prima parola che i bimbi dicono per chiamare il papà, quando cominciano a balbettare ( ... ) Tutti i miei desideri sono saziati nella misura in cui la pronuncio (…) E Caterina non si sente diventata bambina solo di fronte al Padre dei cieli. Nella lettera del 1647, confida un'esperienza totalmente nuova che fa nei riguardi della Santa Madre di Dio: "Mi stupisco grandemente di aver dimenticato per lunghi anni la SS. Vergine, verso la quale ho obblighi talmente grandi poiché ricevo tutta la mia felicità dal suo amore materno. Mi ricordo che le prime attrazioni che ho ricevuto della presenza di Dio, mi furono donate durante l'ottava dell'Assunta, circa l'anno 1637, che fu il tempo nel quale cominciavo a uscire dalle mie pene ed angosce interiori. Avevo avuto sempre grandi tenerezze per la sua sacra persona, ma da quando la divina presenza prese il mio spirito, tutto il resto si allontanò così tanto che anche questa adorabile Vergine mi sembrava lontana, cioè che non vi facessi attenzione.


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E malgrado la mia attrattiva mi tenesse avvinta ai più teneri misteri della nostra redenzione, in cui lei c'è sempre con S. Giuseppe, e che in genere non respirassi che per Gesù, Maria e Giuseppe, tuttavia appena mi rendevo presente a questi divini oggetti, ero insensibilmente tirata e unita a questo Dio abbassato e debole, che faceva eclissare tutto il resto. Ora non sono più in questa impotenza di vederla. Mi è soavemente presente... e sono talmente inebriata da un delizioso liquore, vedendo la Sapienza eterna ringiovanita e ridotta all'estremità dell'infanzia, che credo che il divino Bimbetto voglia condividere con me il latte delle sue verginali mammelle, dopo avermi fatta diventare bambina, poiché mi riduce a chiamarla "mia madre" come lui ... Mi sembra di essere sempre nel suo seno o in quello di Dio. Talvolta chiedo uno e mi trovo nell'altro. Grido, dal profondo del cuore, "madre mia" e in quel momento mio padre mi prende e mi porta con sé. Mi accade spesso questo gradevole errore e inganno. Altre volte sono attirata nello stesso tempo sia dall'uno che dall'altro. Allora il mio cuore, infiammato di amore e di desiderio, non sapendo dove andare, si abbandona a chi lo prende e si lascia perdere in una dolce pace". La pace! Tutta l'ascesi di Madre Caterina si riassume in questo: rimanere nella pace: "Trovo ben strano che tutto il mio lavoro per la perfezione debba consistere nel non fare nulla, giorno e notte, al di fuori di tenere la mia anima nella pace; e quando il mio spirito si smarrisce, faccio fatica a capire che è meglio lasciarlo là piuttosto che turbarmi tanto o poco per cercarlo e ricondurlo; faccio fatica a capirlo; e tuttavia, sento nel profondo del mio essere, se non mi sbaglio, che devo fare così ( ... )". E un anno dopo: "Sento una meravigliosa docilità di spirito ed una sottomissione e duttilità straordinarie nella mia volontà per ricevere le impressioni e le operazioni del mio divino Operaio, sia di dolcezza, sia di dolore". Impressioni di dolore... Gli ultimi mesi di Caterina sono una vera agonia fisica e spirituale. Conosce l'abbandono apparente di Dio: "Non oso più parlare a Dio con i termini di tenerezza e di amore cui ero solita; ma mi sento obbligata a dirgli: "Padre perché mi avete abbandonata?" E ancora: "Mi vedo come una piccola lucertola ai piedi della croce... ma questa lucertolina non è sempre ai piedi; talvolta sale fino al cuore e fino alla bocca" (Chr. 125), dice, alludendo a rari momenti di tregua. Ma le sofferenze non chiudono Caterina in se stessa: "Non posso mai trincerarmi nelle mie preghiere senza farvi entrare tutti gli afflitti e tutte le anime in pericolo". La sua ultima parola prima di morire a meno di 50 anni: "GESU'!" Un giorno, guardando le mani che si raggrinzivano, aveva esclamato tutta contenta: "Questa carne che si mina a poco a poco, risusciterà!" E quando la vista si era abbassata seriamente: "I miei occhi vedranno Dio!" I suoi occhi vedono Dio ...


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BORDEAUX

Chr.I Fondazione

Chr.II

148

Francesca di Cazères

LC

SA 1

276

376

282

378

226

313

159

Francesca Foumier Anna di Beauvais

447

Margherita di Berty

293

SA2

Gl

387

287

La Congregazione di Bordeaux, la più feconda di tutte, si rivelerà pure, nel corso dei secoli, la più intraprendente dal punto di vista apostolico.

I -I FONDATORI "Bordeaux" deve i suoi natali alla sola iniziativa del suo Arcivescovo, il Cardinale di Sourdis. La prima Orsolina di Bordeaux ha, effettivamente, un ruolo molto più nascosto di quello di una Francesca di Bermond, per esempio - il che non diminuisce certo la sua importanza. 1. Il Cardinale di Sourdis (1575-1628)

Francesco d'Escoubleau appartiene ad una famiglia nobile, molto conosciuta dal "Béarnais". E' destinato alla carriera militare, ma un viaggio a Roma gli fa prendere la risoluzione di consacrarsi al servizio di Dio. Nel 1598, Enrico IV gli ottiene il cappello cardinalizio. Nel 1600, diviene arcivescovo di Bordeaux e prende come modello S. Carlo Borromeo. Il nuovo prelato si fa notare per diverse qualità: -- la sua fermezza di fronte ad un Parlamento battagliero; -- la sua carità ... lo si è visto donare la sua talare ad un prete povero; -- la sua umiltà... alla sua intronizzazione chiede che gli onori, generalmente riservati al nuovo vescovo, siano resi a Gesù Cristo; -- il suo zelo ardente ... riforma la sua diocesi, dà il suo appoggio agli Ordini religiosi, ecc. Come ha avuto l'idea di stabilire le Orsoline a Bordeaux?


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All'inizio del 1605, il Papa Clemente VIII cade gravemente malato. In vista del Conclave imminente - ed effettivamente Clemente VIII muore il mese di marzo il cardinale de Sourdis parte per Roma in compagnia dell'arcivescovo di Tolosa, il cardinale di Joyeuse. Da un anno Tolosa ha le sue Orsoline, la cui fondatrice, Margherita Vigier, era venuta da Avignone. I due prelati decidono quindi di fermarsi ad Avignone; visitano le Orsoline ed assistono ad una lezione di catechismo che incanta il Vescovo di Bordeaux. E gli viene l'idea di seguire l'esempio di Tolosa. Al ritorno da Roma, va a Milano a venerare la tomba di S. Carlo; e là, durante una lunga preghiera di sette ore, riceve conferma del suo desiderio e prende la decisione: Bordeaux avrà, a sua volta, le Orsoline.

I Un'altra tradizione presenta le cose alla rovescia: I l'ispirazione alla tomba di S. Carlo avrebbe avuto Luogo I all'andata, ed è vedendo le Orsoline di Avignone al ritorno I da Roma che il Cardinale si sarebbe deciso ( cfr.LC,280-281 ). Appena tornato da Roma, il cardinale parla del suo progetto al confessore, Don Gian Giacomo de Berty. Questo Fogliantino ha giusto due penitenti che gli sembrano adatte ad entrare nelle vedute del prelato. Si chiamano Francesca di Cazères e Giovanna de la Mercerie.

2. Francesca di Cazères (? - 1649) E' la terza di cinque figli. Intelligente e piena di zelo, ma anche timida e un po' esitante, è attirata ancor giovanissima dalla vita interiore. Umile, sottomessa, vive nel nascondimento, ricercando e ambendo di essere dimenticata. E' lei che nella primavera del 1606 Don de Berty presenta al Cardinale come la futura fondatrice. Ella protesta: l'ultima delle serve, se si vuole, ma non la Superiora! Il Cardinale insiste e Francesca acconsente, nonostante le naturali ripugnanze. Chiede soltanto la grazia di prepararsi con un ritiro di sei mesi. Vanno quindi a passare sei mesi in una casetta di Libourne, Francesca, Maria di Cazères, sua cugina, e Giovanna della Mercerie. Durante questo ritiro, "tutte e tre fecero del loro cuore un Tempio ed un Altare allo Spirito Santo", vivendo nella preghiera e nella penitenza (Chr.150) Così preparate, ritornano a Bordeaux. Con l’emissione dei voti il 30 Novembre 1606, è ufficialmente fondata la nuova congregazione di Orsoline. Le congregate non avevano l'abitudine di prendere un "nome di religione", ma Francesca diventa allora Francesca della Croce. Ed il Signore stesso sembra ratificare tale scelta: durante questa cerimonia del 30 Novembre - nella festa di S. Andrea, notiamolo il celebrante presenta a Francesca il crocifisso della professione, secondo l'uso. Ella ha allora "una visione intellettuale, nella quale il Salvatore le mette in mano una croce e si offre di aiutarla a portarla. La sua anima fu allora colmata di amore, di fede e di forza per il servizio di Dio" (LC,286).


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II - LA FONDAZIONE Se la fondatrice ha messo la sua vita d'Orsolina sotto il segno della Croce, gli inizi della storia della congregazione di Bordeaux portano anch'essi lo stesso marchio. 1. Gli inizi

a) Diffìcoltà. Le giovanette affluiscono e anche le postulanti. Ma non danno tutte le garanzie volute e, d'altronde, la Superiora non sa gran che praticamente del modo di vivere delle Orsoline. A tal punto che il Cardinale pensa ad un certo momento di operare una fusione tra le figlie di Francesca e quelle di Giovanna de Lestonnac. Di fronte alle reticenze di queste ultime, ritorna sulla sua idea, ma scrive a Tolosa: Margherita Vigier non potrebbe venire ad aiutare? Non può e non ha nessuna disponibile. Ma che Francesca venga a Tolosa. b) Francesca a Tolosa. Vi passa pertanto otto mesi con un'altra suora. Vi si formano alla vita congregata Orsolina, imparano da Margherita l'arte di governare, e ritornano a Bordeaux con una deliziosa recluta, Margherita de Berty. e) Monsignor de Lurbe. Nel 1609, il Cardinale approva nuovi regolamenti, sulla falsariga di quelli dei Gesuiti. Il medesimo anno scrive una lettera pastorale molto elogiativa per la Compagnia di S. Orsola ( cfr. G I, 330-342). Poi, molto occupato, affida la direzione della comunità al suo Vicario, Pietro de Lurbe. Austero, timido, non ha mai parlato ad una religiosa in vita sua, e non sembra aver voglia di cominciare... Madre Francesca chiede alle sue figlie di fare un'ora di orazione per ottenere da Dio che doni un cuore di padre al nuovo superiore. Preghiera esaudita: il nuovo superiore si "converte" e "la sua avversione si muta in cordiale dedizione" (SA I, 381, G I, 229-230). Per essere all'altezza delle religiose, Pietro de Lurbe si impone due ore di orazione al giorno, e morrà da santo nel 1621. d) Apostolato. Le suore si danno all'insegnamento della Dottrina Cristiana . . sotto l'impulso della Madre Francesca. Questa concepisce la vocazione Orsolina come una vocazione sacerdotale. Ascoltiamola: "Dobbiamo aver riferimento allo spirito apostolico, secondo la nostra vocazione, che è di seminare ed aumentare la fede in tutto il mondo, istruendo le anime e lavorando alla salvezza del prossimo. Piaccia a Dio santificarci e renderci utili nel nostro ministero per l'infusione del duplice spirito di santità e di zelo" (Chr.I, 151 ). e) Sguardo in avanti ... Due volte almeno, nel 1606 e nel 1608, Francesca della Croce ha dei rapimenti di tipo profetico che le mostrano le croci che l'aspettano, l'estensione della sua congregazione e la sua erezione in Ordine religioso: "Tu sarai Madre di un Ordine religioso e soffrirai grandi croci..."


181 Tra le vocazioni che si presentano, alcune sono di notevole qualità. Parleremo più avanti di Anna di Beauvais. Ma bisogna citare quell'incantevole Margherita di Berty - una seconda Caterina Ranquet - anima divorata di amore e di zelo e che, in mancanza delle missioni che desiderava, farà numerose fondazioni.

2. L'espansione Fin dal 1606 è fondata una seconda casa a Libourne. Ed il 1607 vede due fondazioni, Bourg-sur-Gironde e Saint-Macaire. Ma lo zelo di Francesca la porta al di là della regione di Bordeaux. - Il 1616 è l'anno della fondazione di Laval e di quella di Poitiers. + La fondazione di Laval era oggetto di negoziazioni che duravano da due anni. Infine, il 15 giugno 1616, nove Orsoline, tra cui Madre Francesca e Anna di Beauvais, lasciano Bordeaux con la benedizione dell'Arcivescovo. + Poitiers è una fermata obbligatoria. L'edificazione che danno è tale che il Vescovo di Poitiers non vuole lasciarle partire; offre loro 500 scudi d'oro per iniziare immediatamente una fondazione. Ecco quindi Francesca della Croce tra l'obbedienza e la carità. Si appella al Cardinale di Sourdis. Questi invia quattro Orsoline e Pietro de Lurbe per fondare Poitiers, mentre le prime nove partenti continuano la loro strada e fondano Laval. Quanto a Francesca, farà la spola tra una Casa e l'altra. -

1618: è fondata Angers un po' come lo era stato Poitiers. La Madre della Croce passava per Angers rientrando a Bordeaux ... Si sa che la superiora di Bordeaux è in città; le si rende visita e si vuole trattenerla; il Vescovo saprà far riuscire il progetto. E' ancora Francesca a fondare questa casa con sei suore di Bordeaux.

- E continuerà dopo la trasformazione monastica: sarà Saumur nel 1619, Tours nel 1622, Le Mans nel 1623.

III - L'EREZIONE IN MONASTERO 1. La Bolla e le Costituzioni Nonostante la sua grande stima per la vita congregata, il Cardinale di Sourdis è obbligato anch'egli a seguire i decreti del Concilio di Trento. Ha pertanto fatto chiedere a Roma una Bolla di erezione su presentazione della Regola di S. Agostino e di un progetto di Costituzioni. Paolo V lesse, approvò e fece spedire la Bolla il 5 febbraio 1618. E' una delle più dettagliate; ed anche una delle più elogiative.


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Quanto alle Costituzioni, esse riprendevano una parte dei regolamenti del 1609, che a loro volta erano spesso una trasposizione di articoli presi dalle Regole della Compagnia di Gesù. Le Orsoline di Bordeaux non fanno il quarto voto. Non hanno, come "Parigi", il "Grande Ufficio" nei giorni di festa; ma recitano ogni giorno il Rosario intero in coro e fanno due mezz'ore di lettura spirituale. Portano un grande crocifisso sul petto.

2. La vita al monastero Il giorno dell'Ascensione 1619, Francesca della Croce pronuncia i voti solenni con tre sue figlie. a) Fondazioni. Prestissimo la casa si popola. Lo si presentiva leggendo il racconto delle fondazioni di Laval, Poitiers ed Angers. Ma si spopola pure man mano che le suore partono per stabilire la clausura nelle fondazioni già fatte, quando non si tratta di fondare di nuovo. Madre Francesca è la prima in cammino; e a fondare manda le religiose migliori. In trent'anni, dal 1619 al 1649, vi furono 17 fondazioni dirette di Bordeaux e 49 di seconda o terza generazione. Una fondazione indiretta, Liegi (1622), darà il via alla notevole espansione dei monasteri "di Bordeaux" in Belgio, Olanda ed Europa Centrale. b) Dissensi. Esiste un'altra ragione per la diminuzione del numero di religiose a Bordeaux. Ci sono state partenze. Ci sono nella comunità figlie di parlamentari ostili all'Arcivescovo; ci sono religiose poco sicure; certe devono essere dispensate dai voti; parecchie cercano di dominare il convento, il che porta ad altre partenze. Quando torna a Bordeaux tra un viaggio e l'altro, Madre Francesca fa di tutto per appianare gli urti e calmare gli spiriti. Purtroppo non può impedire che si formino cricche ed è per lei una immensa sofferenza. Nel 1643, anziana e malata, Francesca della Croce presenta le sue dimissioni a Mons. Enrico di Sourdis, fratello e successore del Cardinale fondatore, che le accetta. Si procede, pertanto, all'elezione di una nuova Superiora. Ma all'indomani scoppia lo scandalo: una parte della comunità si rivolta. Il Parlamento vi si immischia, quel Parlamento di Bordeaux che il re Enrico IV giudicava "il peggiore di tutti" (cf G I, 238, nota). Impossibile trovare una soluzione; tanto più che attraverso la nuova priora, si vuole attaccare la Madre Francesca. Nel 1645, Mons. di Sourdis si decide a separare la comunità: 34 oppositrici della Madre di Cazères restano sul posto; la fondatrice e 27 fedeli vanno a Moulerins.

3. Gli ultimi anni di Madre Francesca A Moulerins, la Madre della Croce prega e si prepara alla morte; del resto ne ha il presentimento: "Sarò sepolta nella cappella di questa casa e non farò più fondazioni". Muore I' 11 novembre 1649 dopo due mesi di malattia.


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"Sono la santificazione personale e lo zelo per la salvezza delle anime che fanno la vera Orsolina." Qualche anno più tardi, la comunità di Bordeaux doveva ritrovare la sua unità sotto il governo della Madre de la Roque, che era stata la segretaria e la prima biografa di Francesca di Cazères. Al momento della pubblicazione delle Chroniques, nel 1673, la congregazione di Bordeaux contava qualcosa come 70 monasteri in Francia ed una trentina all'estero (Canada, Olanda, Belgio, Germania ed Europa Centrale).

IV - DUE GRANDI FIGURE Dl BORDEAUX 1. Anna di Beauvais (1587-1620) Non è affatto nobile; e neppure di Beauvais. E' semplicemente un'abitante di Bordeaux, figlia di un mercante di seta della città. La madre, molto pia, cresce i suoi quattordici figli nel timore e nell'amore di Dio. Anna è ammessa dall'infanzia al S. Banchetto e attinge nel ricevere l'Eucaristia un vivo sentimento di orrore del peccato ed un grande amore della croce. Questo amore della croce la porta a mortificazioni estreme: a 14 anni s'accorge di compiacersi un po' della bianchezza delle sue mani; per punirsi, si sferza le dita con delle spine. Il suo maestro di musica, vedendo la cosa, ne è talmente colpito che si converte; diverrà religioso fogliantino. Anna è, nondimeno, una giovinetta saggia e prudente. Sa discernere interiormente la volontà del Signore e si guarda bene dal cercare la croce per se stessa; ciò che cerca è Gesù. Ed è anche piena di zelo; riunisce attorno a sé delle compagne ed insegna loro l'arte di amare Gesù Crocifisso. Tutto questo piccolo mondo si dedica all'orazione, in attesa di andare a servire Dio nei chiostri.

Francesca di Cazères conosceva Anna e l'amava molto. Racconta lei stessa che la giovane entrò in noviziato all'età di vent'anni ( cfr. LC, 302-303). Vi si rivela così virtuosa, così obbediente e fedele, così piena di zelo, che Francesca la porterà con sè a fondare Laval, poi Saumur dove sarà priora e dove muore, nel 1620, di un eccesso di amore mentre la si crede in orazione. Aveva 33 anni e 4 mesi. Un profumo soprannaturale riempie la cappella dove il suo corpo è esposto e si trasmette a tutti gli oggetti che si portano per toccarlo. "Il riposo di questa povera vita è di saper soffrire" (Chr.448)

A Parigi è pubblicato fin dal 1622 un "Compendio della sua vita ... ".


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Nel 1667 appare una nuova biografia dal titolo vecchiotto ma evocatore: "Il Ritratto delle Anime amanti di Gesù rappresentato nella persona di Anna di Beauvais, religiosa di S. Orsola". Da qui conosciamo alcuni tratti della sua fisionomia: ++ Il suo spirito di orazione ... "la teneva spesso occupata in Dio che le faceva la grazia di farla morire a tutte le cose del mondo per farla vivere eternamente in Lui". L'intensità del suo amore era tale che la si chiamava: "la Madre che ama tanto Dio". Sentir dire "Gesù" la rapiva, e si svegliava improvvisamente di notte per esclamare: "O Gesù, come siete amabile!".

++

I suoi doni mistici. Ha conosciuto estasi, rapimenti, trasporti. Il suo spirito era "attaccato a Dio".

++

I suoi doni profetici. Aveva ricevuto questo dono di profezia, non soltanto per ciò che la riguardava (ad es. la sua partenza per Laval) ma per ciò che concerneva grandi personaggi; così aveva predetto l'assassinio del re Enrico IV ed il matrimonio di Luigi XIII. Predisse pure la sua morte.

"Non è per le vostre dolcezze che vi servo, ma per l'amore di Voi stesso; e quand'anche non ci fosse né paradiso né altra ricompensa, mi sentirei infinitamente felice di aver avuto la fortuna di conoscervi e di amarvi" (LC, 309). 2. Francesca Fournier (1592-1675) E' ignorata dalle Chroniques, e con ragione: muore due anni dopo la loro pubblicazione. Fortunatamente abbiamo una "vita" di Francesca, pubblicata nel 1685, partendo dalle note della Madre stessa. Questa aveva dato per iscritto il resoconto della sua vita interiore al suo direttore, per suo ordine. E questo religioso era proprio il fratello dell'Orsolina.

a) La sua vita. Francesca Fournier nasce a Lude, in Angiò, da una famiglia di santi. Suo padre, medico, conduce una esistenza esemplare di carità e muore in odore di santità. Sua madre si fa notare per la sua pietà. Un fratello è missionario cappuccino presso i Maroniti, anch'egli venerato come santo. Un secondo fratello, canonico regolare di S. Genoveffa, è quel direttore di cui abbiamo parlato. Morto nel 1647, appare a Francesca nella gloria, quattro giorni dopo il decesso; manteneva così una promessa fatta alla sorella. Quanto a lei, la sua santità è attestata da parecchi testimoni della sua vita: - il Vescovo di Angers; - le consorelle in religione;


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- i suoi confessori; uno di essi afferma che, in una confessione generale di più di sessant'anni, egli non aveva trovato alcuna colpa veniale deliberata. Molto pia fin dall'infanzia, la giovane Francesca passa da cinque a sei ore di seguito in orazione. Il suo desiderio di vita religiosa, pertanto, non sorprende i genitori. Ne sono anche profondamente felici; a causa della loro pietà, certo, ma anche perché sperano, non senza motivo, che la loro figlia sia obbligata a moderare per obbedienza le sue mortificazioni. Ella entra quindi dalle Orsoline di Angers, non si sa esattamente in quale epoca. Bruciando dal desiderio di dare la sua vita per Cristo, chiederà di andare nei paesi di missione; ma rimarrà per tutta la vita ad Angers, dispensando carità a tutte le persone che la circondano. Incaricata di insegnare il catechismo alle bambine, vi mette uno zelo pieno d'amore, soprattutto verso le più povere. Infermiera, manifesta una carità delicata ed una dedizione infaticabile; ciò si vide specialmente durante una epidemia di dissenteria. Superiora per quattro volte, si mostra provvidenza per i poveri che vengono a mendicare alla porta del convento; e ce n'erano di poveri durante la grande carestia del 1663 ! E' ancora Madre Francesca a portare a termine la costruzione della chiesa del monastero. E' sempre di una regolarità perfetta. Regola vivente, a 80 anni è ancora esatta nelle più piccole osservanze come una novizia alla vigilia della professione. Benché spossata ed indebolita dall'età, dalle fatiche e dalle mortificazioni, "al momento in cui la Regola la chiamava, si sarebbe detto che risuscitasse, camminando con passo fermo come se avesse avuto soltanto 20 anni". Il fatto è che stimava la Regola come Dio stesso. Questa fedeltà resta intatta persino il giorno della sua morte: si alza alle 5; fa orazione, si comunica. Prima del pranzo chiede preghiere; va in ricreazione con la comunità ... e muore serenamente in serata all'età di 83 anni.

b) La sua spiritualità. Madre Francesca era una piccola religiosa che non sembrava un gran che. Una certa signora, avendo voluto vederla, si voltò dicendo: "E' proprio da prendere ‘tanto’ in considerazione!" Francesca sentì, si mise a ridere e confidò a una delle sorelle: "Quanto sono riconoscente a questa signora! Ecco che cosa occorreva alle nostre Madri che continuano a parlare di me a tutti. Sono contenta che sia capitato così, perché mi considereranno per ciò che valgo". Francesca vale prima di tutto ed essenzialmente per la sua anima.


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+ E' un'anima inabissata nell'adorazione. "Qualsiasi intralcio incontri, sento continuamente e senza interruzione che la parte più intima e più spirituale della mia anima guarda incessantemente la Divinità. Da più di diciassette anni non ho perso di vista un solo momento la Divinità. La guardo senza alcun ritorno su di me; e oltre questo fondo interiore della mia anima verso Dio, sento continuamente la sua presenza e la sua protezione esteriore che mi è molto sensibile; e quando voglio agire da sola, me ne trovo impedita e bisogna che smetta e rimanga senza azione per lasciar agire Dio che mi è molto intimo ( ... ). Ordinariamente non ho affatto gusti e devozioni sensibili, ma Dio, comunicandosi nella parte più intima della mia anima, vi fa delle impressioni del suo valore, della sua dignità, del suo essere, del suo amore, che non si possono esprimere. Avviene una associazione dell'essere di Dio con la creatura, che diventa una cosa sola con Dio. Non Lo guardo né come buono, né come sapiente, né come potente, ma semplicemente ed in un unico atto, lo guardo come Dio che comprende tutto senza alcuna distinzione né riflessione sui suoi attributi; e questo sguardo non è interrotto da alcuna creatura, né da altra cosa se non il sonno, durante il quale non tralascio di ricordarmi spesso di Dio e di ricevere ciò che gli piace. Questo ricordo continuo di Dio è accompagnato da un amore così grande che mi sembra di sentire nel petto tutti i fuochi e gli ardori che infiammavano S. Caterina. Questo amore mi porta con desideri violenti a fare grandi penitenze e grandi austerità, e sento in me stessa un ardore interiore che mi spinge a fare e a soffrire grandi cose per Dio. Ma dopo tutto, poiché desidero Lui solo, quando ho fatto tutto ciò che ho potuto per ottenere il permesso, resto indifferente per farne o non farne". + Al contatto di Dio, acquisisce un orrore sempre più intenso del peccato. "Solo questo temo al mondo. Mi sarebbe più facile sopportare l'inferno che una sola mancanza, e ciò a causa della dignità di Dio che è travolgente. E nonostante questo non faccio che commettere continuamente peccati. Mi ci vedo immersa, il che è per me un tormento assai grande. Malgrado la mia coscienza non mi rimproveri alcun peccato, me ne trovo così circondata che mi sembra di essere il peccato stesso; e volentieri vorrei soffrire tutto quello che i dannati hanno sofferto o soffriranno eternamente, per poter abolire il peccato e far sì che Dio non sia mai più offeso". Che amore di Dio in verità! Si capisce allora come Francesca pratichi una penitenza eroica, per se stessa e per i peccatori. "Diceva che Dio le aveva dato certe anime per le quali bisognava che ottenesse la salvezza con le preghiere e le macerazioni; ed era questo zelo a far sì che ella si desse alla penitenza e martirizzasse il suo corpo fino al termine della vita per la conversione dei peccatori".

+ A contatto con Dio, Fuoco consumante, la sua anima prende fuoco. "Non so che nome dare a certi stati se non assalti d'amore. In questi stati corro come una persona fuori di sé. Grido a Dio che non ne posso più e che muoio d'amore".


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Brucia per il desiderio del martirio: "O mio Dio! Perché non ho questa felicità? Come darei volentieri non una vita, ma mille e mille volte la mia vita per provare verità così sante e così sicure!"

+ Al contatto con Dio, partecipa alla pace divina. "Quand'anche tutto il mondo si rovesciasse, sarò sempre irremovibile in una perfetta pace e tranquillità".

+ Al contatto di Dio, partecipa alla sua gioia. "Non so ciò che Dio farà in cielo, ma non credo di poter essere più felice di adesso. Mi vedo totalmente inabissata e perduta in questo Essere infinito. La mia gioia è che Egli sia sufficiente a se stesso, grande, immenso, eterno ( ... ). Mi stimo infinitamente contenta del fatto che Egli è ciò che è e non posso desiderare di più".

"Mi basta che Dio sia Dio, cioè tutto ciò che è e che non può dirsi"

Il solo piacere di Dio è ciò che fa e farà eternamente la mia felicità"

Dio è tutto per lei e le basta ... Francesca Fournier aveva compreso l'invocazione del GLORIA: "GRATIAS AGIMUS TIBI PROPTER MAGNAM GLORIAM TUAM"


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Le Orsoline di Loudun Le Orsoline di Loudun, e soprattutto la loro Superiora, hanno fatto troppo parlare di sé perché noi non ne diciamo neppure una parola. Nata nel 1605, Giovanna Belcier, figlia del barone di Cosse, entra nel 1622 dalle Orsoline di Poitiers. Nel 1626 Poitiers fonda Loudun, dove Giovanna degli Angeli, è il suo nome di religione, è inviata nel 1627. Non tarda ad essere eletta priora della comunità. Ma non è affatto la religiosa fervente e tutta devota, il "bel giglio bianco" di cui parlano le Chroniques. Passa il tempo in parlatorio "per scacciare la noia"; e, naturalmente le sue figlie fanno altrettanto. Ora, il Curato della S. Croce, Urbano Grandier, fa molto parlare di sé a Loudun, e le religiose ne discutono in parlatorio; non tarderanno a rifiutarlo come confessore. Nel 1632, iniziano le "crisi" di Giovanna. Accusa Grandier di averle messo il malocchio. Se ella è posseduta - e con lei parecchie religiose - è certamente a causa sua: ha voluto vendicarsi. Esorcismi e processo di Grandier si svolgono di pari passo sotto l'egida di Mons. di Laubardemont. Questi, che desidera sbarazzarsi del prete per ragioni essenzialmente politiche, è troppo contento di farlo mandare al rogo nell'agosto del 1634. Urbano Grandier era tutto ciò che si vuole: un intrigante, un prete indegno, e va bene, ma non era uno stregone. Nel 1634 arriva un nuovo esorcista: il P. Surin. Si offre vittima per la liberazione di Giovanna degli Angeli: fa orazione a voce alta davanti a lei per obbligarla a pregare. E' "guarita" nel 1635. La sua reputazione di "miracolata" cresce; nel 1638 sono guarite le altre "possedute". Giovanna inizia allora, con il permesso del vescovo, una tournée trionfale attraverso la Francia. La comunità la rieleggerà regolarmente come priora, ad eccezione del periodo che va dal 1657 al 1660. Muore nel 1665, considerata santa dalle sue figlie, il che spiega sicuramente il tono elogiativo del capitolo che le è dedicato nelle Chroniques, volume II, pag. 456, prima parte. Giovanna degli Angeli ha lasciato una autobiografia ambigua ed una copiosa corrispondenza. Sembra essere stata segnata dal desiderio di far parlare di sé. Vent'anni dopo la sua "guarigione", il P. Surin le raccomandava ancora la "sincerità del cuore", insistendo sullo "spirito di verità". Ella stessa confessava: "Mi studiavo, per quanto possibile, di dare una buona opinione di me stessa alle persone spirituali con le quali potevo avere qualche comunicazione". No, Giovanna degli Angeli non era una santa; non era neppure un demonio, ma una povera malata. "Giovanna degli Angeli rivela anzitutto, nei suoi testi come nella sua vita, una forma patologica" (André Derville, SJ). Vedi: Dictionnaire de Spiritualité, voi. VIII, c. 850. GUEUDRE, Histoire de l'Ordre ... voi I, 205-215.


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DIGIONE 1605-1619

Chr. I

SA I

LC

Fondazione

160

392

320

Anna di Xainctonge

69

Anna di Vesvres

71 Chr.II (2)

Francesca di Xainctonge Margherita Coutier di S. Saverio Maddalena de la Boutière del SS. Sacramento

335 SA II

1 15

231

29

233

GI 239

La fondazione di Digione non assomiglia affatto a quella di Bordeaux, se non per la similitudine dei nomi delle due fondatrici. Del resto, non è possibile studiarla senza parlare al tempo stesso di un'altra fondazione, quella della Compagnia di Dole, opera di Anna di Xainctonge, sorella della nostra Francesca, la cui causa di beatificazione è stata introdotta il 24 novembre 1900. Anzi, è proprio la "Positio super Virtutibus"8 di questa causa a darci il maggior numero di elementi per ricostruire una storia, di cui molti punti permangono ancora oscuri (cfr. P.206, n.22). I numerosi documenti, difatti, sono talvolta incompleti; non tutti danno relazione degli stessi avvenimenti; manifestano una preoccupazione molto relativa delle date, e gli storici non sono tutti d'accordo su alcuni dettagli (P. 361, n.117). Soltanto con una verifica attenta si può arrivare a ricostruire la sequenza dei fatti in modo, se non rigoroso, almeno, per quanto possibile, logico e verosimile. N.B.: La vita di Anna di Xainctonge, movimentata, appassionante, certamente degna di essere studiata per se stessa, ci tratterrà soltanto nella misura in cui coincide con la storia di Francesca.

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I riferimenti alla "Positio" vengono segnalati con la lettera "P", seguita dal numero della pagina (ed. 1972)


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I -LA FAMIGLIA DEI XAINCTONGE E' una delle più nobili di Borgogna. Il padre, Giovanni, è consigliere al Parlamento ed è molto legato al presidente Frémyot. Ha sposato una vedova, Margherita Colard, già madre di una piccola, Nicole. Famiglia molto cattolica, le cui simpatie primarie vanno a Mayenne più che ad Enrico IV; molto pia, ma forse non abbastanza interamente "cristiana" quando si tratta della vocazione religiosa delle due figlie. -- Nicole de Ligeras, la maggiore, la sorellastra, è una specie di angelo in terra, un angelo che vive di preghiera, di penitenza e di carità. Il suo confessore, P. Gentil, dopo la morte le attribuirà parecchi miracoli (P.204; CHP.II, (2) 4). -- Pietro, un po' più giovane, avvocato generale del Re, pubblica una "Pratica delle virtù", alla quale non ci sarebbe nulla da rimproverare se l'avesse prima ... praticata. -- C'è, sembra, un'altra figlia, di cui ignoriamo il nome (P.204). Ma a noi interessano Anna e Francesca. 1. Anna di Xainctonge (1567-1621)

Fin da bambina si fa notare per l'amore alla Penitenza e alla preghiera, per lo zelo delle anime. Gravemente malata, guarisce miracolosamente ed il suo zelo aumenta ancora. Giovinetta diretta dai Gesuiti, fa la catechista e si mette a far visite negli ospedali. Ha un solo desiderio ( e la vicinanza del collegio dei Padri lo alimenta) : fare per le ragazze ciò che essi fanno per i ragazzi. Fondare una scuola. Suo padre vi si oppone in maniera categorica. Anna sa allora, con certezza interiore, che deve andarsene a fondare a Dole (P.307;527). Vi si sente ancor più spinta quando i Gesuiti sono cacciati da Digione nel 1595 (P.350) e molti si sono rifugiati a Dole. Dole è vicina, precisamente a 48 Km. da Digione. Ma in Franca Contea. E questa provincia di lingua francese è territorio spagnolo - quindi nemico. Anna, tuttavia, vuole una cosa sola: obbedire a Dio. Parte clandestinamente nel 1596. Le occorreranno dieci anni per fondare, dieci anni di lotte, di difficoltà di ogni genere. Tra le accuse di tradimento da una parte, la diffidenza ed i sospetti di spionaggio dall'altra, i pettegolezzi della gente, della municipalità, dei Parlamenti, le privazioni, il freddo e la fame, Anna continua il suo cammino, maestra competente e devota, sempre ben decisa a fondare una Compagnia di donne facenti vita comune, non di clausura, e votata all'istruzione delle giovani, una Compagnia di Maria sul modello della Compagnia di Gesù. Sono i Gesuiti stessi a consigliarla (nel 1603, nel 1604?) di progettare piuttosto una Compagnia di S. Orsola, già conosciuta ed approvata (P. 375; 645). In occasione di un soggiorno a Digione, infatti, durante l'inverno


191 1604-1605 (P.25;364;643), dovrà difendere il suo progetto davanti a parecchi Gesuiti (sono tornati a Digione nel 1603) e dichiara la sua intenzione di porre la sua Compagnia sotto il patronato di S. Orsola (P.28;368), e ciò "da molto tempo". Anna rientra a Dole, dove "si scrisse ad Avignone ad una orsolina, chiamata Sr. Cibile9, che mandò il loro esercizio giornaliero e la regola" (P. 645). Si dovette pure scrivere in Italia (cfr. P.206, n. 23). Nel gennaio 1606, Mons. Giovanni Doroz, vescovo di Losanna e suffraganeo di Besançon, arriva a Dole. Il 24 gennaio, Anna gli presenta un rendiconto accompagnato dalla Regola di Tournon e dagli Esercizi giornalieri (P.30). L'autorità ecclesiastica approva il progetto. La municipalità non tarda a fare altrettanto. Ma il Parlamento nicchia, pone condizioni, una dopo l'altra, fino ad un'ultima esigenza: va bene, la Compagnia di S. Orsola è approvata, ma non per la Franca Contea. Per fondare a Dole, occorre un documento speciale della S. Sede. Miracolo! Un procuratore, favorevole alla fondazione, si ricorda di aver qualcosa nelle sue carte... E' un Breve del 29 novembre 1603, rilasciato su richiesta di una nobildonna italiana sposata a un marchese della franca Contea; voleva fondare una casa di Orsoline a Vercel. Clemente VIII vi approvava una fondazione della Compagnia di S. Orsola in Franca Contea. Ma il marchese era morto; sua moglie era tornata in Italia: la Compagnia non aveva mai visto i natali ed il Breve non era mai servito. E' presentato in Parlamento e stavolta nessuno può più obiettare (P.44-45;377). La fondazione è approvata il 13 aprile 1606. Anna si affretta a preparare la casa in cui - in due - iniziare la vita comune il 16 giugno 1606, data ufficiale della fondazione di una Compagnia in cui la Madonna è la Generale e S. Orsola la luogotenente.

- "Signore, che cosa vi piace che io faccia? Non saprei vivere senza mangiare e non ho nulla e non so dove prenderne". - Allora nostro Signore le dice con voce· intellegibile che se volesse vivere senza mangiare, egli glielo accorderebbe. Stette un po' a pensare, poi gli rispose: "Signore, Vi ringrazio, desidero, se vi piace, vivere come gli altri". (P. 314-315)

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Già nel 1614 (P.65), i testi ricevuti da Avignone erano un po' mo~ dificati. Di fatto erano stati adottati per ragioni di opportunità, "trovati belli e praticati fedelmente" (P.375), ma come soluzione provvisoria (P.645). Nel 1621 il P. Et. Guyon, SJ, redigerà regole più particolari per l'Istituto, a partire dalle note di Anna (P.96). Queste regole, dette del 1623, non hanno più gran che in comune con le precedenti; sono prettamente ignaziane (P. 103 - 105)

"Cibile"? Sibilla d'Olivier o Sibilla di Mazan? Senz'altro la seconda.


192 Anna, tuttavia, è morta 1'8 giugno 1621, a 53 anni. Molto umile, prodigiosamente austera ed obbediente, preoccupata di vivere come tutti, è stata favorita di parecchie grazie mistiche che si sforzava di nascondere. Come Francesca di Bermond, viveva in grande familiarità con il suo Angelo Custode. Senza di lei, Francesca di Xainctonge avrebbe fondato la Compagnia di S. Orsola a Digione? Si può dubitarne. Perché Francesca non ha né il genio, né l'originalità, né la potenza di volontà di sua sorella. L'influenza di Anna su Francesca è fondamentale nella sua vita. 2. Francesca di Xainctonge ( 1578-1639)

Da bambina e da adolescente, vive all'ombra delle sue sorelle maggiori. Dopo che Anna partì per Dole - ella ha 18 anni - diventa un po' frivola ed i suoi genitori sognano di farla sposare. Ma, a sua volta, Francesca sente la chiamata; sogna il Carmelo. A tal punto che aiuterà a fondarne uno a Digione; e vi riuscirà nel settembre 1605. Ma Francesca non sarà carmelitana. Da una parte, suo padre e sua madre le rifiutano l'autorizzazione (questi genitori così "cristiani" sono veri tiranni in proposito, e non abbiamo detto tutte le sofferenze cui hanno sottoposto Anna!). Dall'altra, lei stessa comincia a sentire un'altra attrattiva (P. 201). E' al corrente di ciò che sua sorella cerca di fare a Dole dal 1596. In un soggiorno a Digione nel 1603 (P. 636) - durante il quale ha luogo la sua prima controversia con alcuni teologi (P.535), Anna le ha certamente parlato del suo ideale e trasmesso qualcosa del suo zelo. Nel 1604, il Sig. di Xainctonge ha mandato Francesca a Dole (P. 642) per riportare Anna a Digione. A Dole, ha visto agire la sorella maggiore. Le loro conversazioni continuano a Digione durante quell'inverno 1604-1605, che ha visto Anna sferrare la battaglia per il suo progetto, mentre i suoi genitori facevano di tutto per contrariarla. Proprio come contrariavano il suo: assolutamente no all'entrata in Carmelo. Francesca va perciò a "consolarsi" dalla sorella. Questa le dice di pazientare e ... "che non sapeva ciò che Dio desiderava da lei. Tali parole calmarono un po' il suo spirito, e, gustando fortemente il modo di vivere della sorella(...) decise di estendere questo Ordine e di aiutare le anime per le quali era morto un Dio" (Chr.11, 4; P. 205-206).

II - LE ORSOLINE DI DIGIONE 1. Forma secolare Di ritorno a Digione (primi di novembre 1605, probabilmente), Francesca trova una compagna, Elena Guélaud, "che infiamma con lo stesso fuoco che bruciava il suo cuore" (Chr. 5).


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Pregano, confidano il loro desiderio al P. Gentil, SJ, che le incoraggia, raccomandando loro, al tempo stesso, la pazienza, poiché il signor di Xainctonge è difficile da convincere. Per Francesca, come del resto aveva fatto per Anna, esige un esame davanti a quattro dottori in teologia. Costoro approvano il progetto ed il Signore di Xainctonge finisce per risolversi a vedere sua figlia ... maestra. Francesca ed Elena si mettono ben presto a ricevere bambine e ad insegnare; quando queste se ne vanno, visitano i poveri e gli ammalati. Ma nella città di Digione c'è stupore e scandalo. Come può una signorina di buona famiglia abbassarsi fino a questo punto! Le lingue corrono ... Tuttavia, tre altre catechiste si aggiungono a quello che è soltanto un embrione di gruppo. Ciascuna vive a casa sua; per le riunioni e le classi ci si ritrova presso i Xainctonge. Ma le critiche non accennano a diminuire e la signora di Xainctonge, che aveva accettato malvolentieri la cosa, proibisce alle compagne della figlia l'ingresso in casa sua. Francesca non esita; lascia il focolare paterno, affitta una dimora modesta, dove le cinque "apprendiste Orsoline" entrano il giorno di Natale 1605, nella miseria più completa. 2. Forma congregata Non hanno nulla se non Gesù Cristo. Vivono di elemosine, quando ce ne sono, ma sono sempre piene di zelo. Dopo il 16 giugno 1606, Francesca ritorna a Dole dove è appena avvenuta la fondazione ufficiale delle Orsoline (P.541). E' soprattutto in questo periodo che impara da Anna come condurre una scuola ed utilizzare i migliori metodi pedagogici. E' soprattutto allora che le due sorelle meditano insieme la Regola delle Orsoline e la vita di Angela Merici, che Anna ha fatto venire dall'Italia (P. 206)10. Per Francesca, è un approfondimento ed un consolidamento della vocazione di Orsolina. Di ritorno da Digione, si preoccupa di avere le necessarie autorizzazioni. Il 4 Ottobre 1607, due anni dopo l'installazione, Mons. de Langres autorizza il piccolo gruppo a vivere come congregazione e a far scuola nella loro casa per istruire le bambine. Il 2 Maggio 1608, arriva l'approvazione municipale. Le lettere patenti del Re finiscono col fare della Compagnia di S. Orsola di Digione "Le suore erano fortemente una "congregazione ufficiale". avanzate nella vita spirituale e talmente unite a Dio che le Le vocazioni, del resto, cominciano creature, invece di distrarle, le ad arrivare. Il 29 settembre 1611 ha portavano a Lui." (Chr.I, 162) luogo la benedizione della cappella; l0

Quale vita? Nazari ricopiato? Gondi edito nel 1600 in italiano? O si tratta semplicemente di un piccolo profilo steso da Landini?


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si celebra la prima Messa, e le prime 9 Orsoline di Digione fanno i tre voti semplici (Chr. I, 161). Dal 1613, possono andare a fondare a Langres, mentre a Digione bisogna ingrandire e pensare a nuovi locali. L'insediamento nella nuova e vasta casa si fa in gran pompa con una processione imponente e solenne, con il concorso di preti, di religiosi, di nobildonne e di bimbi... non senza danno per le risorse della comunità, perché gli abitanti di Digione concludono: "Son ben ricche le suore di S. Orsola"! I doni e le elemosine finiscono. E' di nuovo la povertà. Ma la Provvidenza veglia. Non soltanto per sovvenire ai bisogni materiali delle suore, ma ancor più per mettere sul loro cammino la persona che aiuterà il passaggio dalla forma congregata - durata quattordici anni - alla forma monastica.

3. Forma monastica

a) L'intervento provvidenziale. Caterina di Montholon, vedova del Sig. di Sanzelle, relatore sui ricorsi al Consiglio di Stato a Parigi, è amica intima di Madame Acarie. E' venuta a Digione su consiglio - profetico? - di costei ed entra in contatto con Francesca di Xainctonge. Colpita dalla carità che regna nella comunità, ha l'ispirazione di farsi Orsolina. Esita per un anno; pur tuttavia si dice pronta a pagare i debiti e a sovvenire ai bisogni della Casa, a condizione che se ne faccia un monastero. Nel giugno 1616 si propone come fondatrice. Francesca accetta. Per convinzione, dicono le Chroniques. Per salvare la situazione, pensa Madre Maria di Chantal Gueudré (G I,242). Perché lei non ha probabilmente dimenticato il parere sfavorevole alla clausura dato una volta da S. Francesco di Sales ad Anna di Vesvres.¹¹ In ogni caso, il Vescovo di Langres, ( Digione non è un vescovado ), vuole una congregazione diocesana di clausura. Convoca otto teologi, la cui conclusione è chiara: "ci sarebbe più perfezione se si abbracciasse la clausura", ma poiché l'istruzione delle bambine è il punto essenziale della loro vocazione, "giudicano che le Suore che si impegneranno dovranno fare, con i voti solenni, il quarto voto dell'istruzione". (Chf. I, 164).

b) La realizzazione. Non è immediata per due motivi: un motivo comunitario, ed un altro giuridico. -- Francesca ha accettato generosamente la decisione. Ma occorre anche il parere di ogni religiosa e la discussione in Capitolo è vivace, perché parecchie tengono al tipo di vita che hanno scelto. Finalmente il 31 agosto 1618, le suore "si allineano con questa decisione come se l'avesse ispirata lo Spirito Santo". (Chr. I, 164)

11

Ricordiamo che il Vescovo di Ginevra voleva che le sue Visitandine andassero a visitare i malati.


195 -- Bisogna ottenere una Bolla. Ci si affretta a mandare a Roma il confessore, Carlo Albéron. Ritornerà otto mesi più tardi con il documento desiderato, datato 23 maggio 1619. Il 22 agosto 1622 ha luogo la professione solenne. La fondatrice, divenuta Francesca della Trinità, aveva fatto venire tutte quelle che, partite in fondazione, potevano spostarsi. Le altre dovevano fare i voti - i quattro voti lo stesso giorno. e) Il conflitto con il Vescovo. Alle elezioni di settembre dello stesso anno 1619 è eletta Superiora di Digione Madre Giovanna della Madre di Dio. Francesca parte per Chàtillon-sur-Seine il 30 novembre per accompagnare Madre Margherita Le Jeune, che sarà la Superiora. Nel 1620 Mons. Zamet vuole unire le cinque Case digionesi - Digione, Langres, Chaumont, Chàtillon, Pouligny - sotto un'unica autorità. Convoca a Langres le cinque Superiore per parlare del progetto. La Comunità di Digione reagisce ed entra in conflitto, più o meno ammesso, con il Vescovo. Nel 1623, in seguito ad una questione di elezioni, le religiose di Digione (sono allora una cinquantina) protestano: la centralizzazione diocesana, voluta da Mons. Zamet è contraria alla loro Bolla. Minacciate di scomunica, si appellano a Roma contro il Vescovo appoggiato dal Parlamento. E Roma dà loro ragione. Isolato dalle sue filiali, il monastero di Digione ottiene dalla S. Sede un Breve del 31maggio1624 che gli dà regolamenti propri (cfr. G II, 478). Ma Mons. Zamet non si dà per vinto. Nel 1637 convoca le Superiore delle dieci case fondate più o meno direttamente da Digione, allo scopo di stabilire nuove Costituzioni per monasteri uniti, che riconoscano uno stesso superiore, il vescovo, e pensate in modo che le suore possano essere trasferite da un monastero all'altro. Mons. Zamet ha dunque raggiunto gli scopi che si era prefisso, malgrado la Bolla e malgrado Roma. Ma Digione non vivrà mai sotto le Costituzioni di Langres. Sta forse in questa polemica la ragione per la quale parecchie Case di Borgogna passarono a Lione o a Parigi? Madre Maria di Chantal Gueudré pensa sia così (G I, 123). d) Gli ultimi anni di Francesca. Quando lascia la sua comunità di Digione nel 1619, le restano vent'anni di vita. Una vita fatta di umiltà, d'abnegazione, di sofferenze di ogni tipo (e il conflitto del "suo" monastero con il vescovo non è stata la minore), di viaggi per contribuire a fondazioni, di apostolato presso le giovani, quell'apostolato che è la sua gioia. Le fa pregare per la conversione dei peccatori, e per le anime del Purgatorio. La sua devozione all'Eucaristia aumenta con l'età così come la sua familiarità con i santi del cielo. Muore a Troyes, il 4 novembre 1639, nella festa di S. Carlo Borromeo, che amava particolarmente.


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III - ORSOLINE Dl BORGOGNA 1. Anna di Vesvres (1579-1616) E' la terza Orsolina di Borgogna, dopo Francesca di Xainctonge ed Elena Guélaud. Ancora giovane, "anticipava già le funzioni alle quali Dio la destinava", riunendo le donne e le giovani la domenica in chiesa. Le Carmelitane la desideravano tra loro, ma Dio le fa capire che la vuole a S. Orsola: vi troverebbe "tutte le croci di cui il suo cuore era innamorato". Entra a Digione a 28 anni. Messa ad insegnare, fa meraviglie. Si occupa delle malate con tanta dedizione quanta scienza, operando numerose guarigioni che sono, a parer generale, frutto della sua virtù e delle sue preghiere, oltre che dei rimedi. E' Anna di Vesvres che va a fondare Langres nel 1613. Vi conosce persecuzioni, sofferenze che colmano veramente il suo amore della croce. Vi muore all'età di 37 anni, avendo vissuto eroicamente la sua vita di congregata. Le Chroniques riportano che ella ebbe parecchie volte l'occasione di parlare della sua vita interiore con S. Francesco di Sales; e questi manifestò spesso la sua ammirazione per le Orsoline; diceva di loro: "E' una delle congregazioni che il mio spirito ama". Ed è ad Anna di Vesvres che doveva consigliare: "( ... ) non dovete affatto obbligarvi alla clausura, il vostro Istituto non tende a questo ( ... )" (G. I. 242).

1. Margherita Coutier di S. Saverio (1603-1647) Il Sig. Coutier, barone di Souhé, ebbe un figlio Gesuita e tre figlie Orsoline. Margherita, ci dicono le Chroniques, era talmente bella da incantare, talmente bella da ingelosire, il demonio ... cercherà di gettarla nel fiume. Amava il mondo, le feste, gli abiti, i gioielli; ma Dio la stacca da tutto, usando mezzi sorprendenti: i suoi tentativi di civetteria prendono la piega più brutta. Ella capisce la lezione. Nel 1622 entra dalle Orsoline e deve uscirne tre mesi dopo per le insistenze del padre. Passa cinque anni a casa sua, pacificando le liti, praticando la carità, dandosi ad austerità segrete, attendendo di ripresentarsi alla porta del convento nel 1627. Il padre piange, minaccia, supplica ... Questa volta Margherita non cede.

cella come Gesù Cristo lo è stato nel deserto" (Chr 20) ·

Dopo la sua professione nel 1628, è nominata maestra delle novizie. Nel 1638 diventa Superiora. Durante l'elezione vede in spirito una moltitudine di


197 piccole croci: "Ti occorre accettarle di buon cuore e caricartene per mio amore", sente. Ed effettivamente il suo superiorato sarà molto difficile, se non altro per la sua continua angoscia interiore e per le malattie costanti. Mistica lei pure, ricevette l'impressione dei dolori di Nostro Signore e della Madonna; ebbe visioni del Purgatorio, di Gesù Cristo e della SS. Trinità. Muore a 44 anni, pronunciando queste parole ammirevoli:

"In unione a quell'adorabile Sacrificio, mi offro in olocausto alla SS. Trinità, per Gesù Cristo, mio Signore". (Chr. 26)

E le Chroniques parlano di miracoli dopo la sua morte. 3. Maddalena de la Boutière del S. Sacramento Ancora giovanissima ha il pensiero di consacrarsi a Dio. Ma i suoi genitori, che la amano molto, non pensano la stessa cosa. Cede; poi si dà con passione ai giochi, ai balli e ai divertimenti del mondo. Il Signore interviene allora in modo curiosissimo . Sono arrivati altri bimbi, tardi. Maddalena non è più così amata, e sua madre la prende in antipatia. La si spedisce - è la parola giusta - presso una zia badessa che promette di trasmetterle la sua carica. Ma la vita religiosa all'abbazia non "Bisogna essere tutte di Dio e le piace affatto; c'è una rilassatezza servirlo in bella maniera o non che la giovane (ha 15 anni) non può immischiarsene" (Chr. II, 30) ammettere. Si fa dunque richiamare a casa. E tuttavia si sente "abbastanza invogliata ad essere religiosa". Cura con amore suo padre, che si è nel frattempo ammalato, ma l'avversione di sua madre si fa sempre più forte e si finisce per mandare Maddalena presso le Orsoline come educanda. Dio o il mondo? La giovane ed alcune amiche fanno insieme una novena alla Madonna per abbandonare le loro idee di vita religiosa ... ma l'ultimo giorno, per un colpo di grazia, Maddalena cambia parere e chiede di entrare in noviziato. Siamo nel maggio 1619. Noviziato fervoroso. Vita religiosa edificante, sia come Maestra generale delle educande, che come Maestra delle Novizie o come Assistente. Colpisce per la sua umiltà, obbedienza, per il suo silenzio ("la sua cella era il suo cielo"), per la sua estrema mortificazione. E se edifica all'interno del convento, la sua azione esterna non è meno feconda perché, con i suoi trattenimenti in parlatorio, converte: conversioni ad una vita più cristiana, conversioni al cattolicesimo di numerosi eretici.


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II desiderio di Dio che abita Maddalena non tarda a condurla effettivamente dove la porta il suo amore.

"La mia anima è in un tal riposo che mi sembra che nulla al mondo potrebbe togliermelo". (Chr.37)

Ha soltanto 32 anni, quando il

"Non vedo nulla sulla terra che possa darmi piacere, né che mi attiri tanto o poco. Ho un solo desiderio: morire per vedere Dio" (Chr.37)

Signore la chiama. Durante l'agonia, che dura poco, si cerca di rinfrescarle le labbra. "Ho tutto ciò che desidero, ho soltanto bisogno di Dio .. ". E rende l'ultimo respiro dicendo semplicemente: "Ti offro". (Chr.38)

4. Alcuni nomi ancora ... -- Anna di Simony de Revelle, piena di ardente zelo, che desidera andare in Canada per aiutare a dissodare la vigna del Signore (Chr. Il, 10) -- Claudia Mortaine della Purificazione, anima purissima, dapprima poco aperta alle cose spirituali, ma che divenne molto interiore. E' lei che si trovava trasportata sotto la campana al momento di suonarla, che dimenticava tutto, tanto era presa dall'Amore Divino, ma il cui lavoro era fatto senza che lei sapesse come. Nella sua vita non mancano favori e visioni (cfr. Chr. Il, 38-SA II, 236). -- Anna dei Serafini, che mostrava un amore purissimo in mezzo a grandi pene interiori, un amore alla Teresa d'Avila:

"Mio Dio, anche se non mi voleste salvare, non mi stancherei di impiegare tutta la vita a servirvi, ad amarvi e ad onorarvi". (Anna dei Serafini, Chr. 13)

IV- "DOLE" e "DIGIONE" Nate, per così dire, sorelle gemelle, avendo vissuto i fondazione in modo identico, con la stessa regola, le stesse Congregazioni di Dole e di Digione non tardarono ad dall'altra. Ciò è chiarissimo specialmente in due punti: strutture ed il legame con S. Angela.

primi anni della ispirazioni, le due allontanarsi l'una l'evoluzione delle

1. L'evoluzione delle strutture Si è visto come la Compagnia di Digione sia stata condotta a trasformarsi in Ordine religioso. Nulla di simile a Dole. Da una parte, la fondazione della Franca Contea non era sotto la giurisdizione di un episcopato gallicano ben deciso a fare di tutte le Case


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religiose femminili monasteri di clausura. Pertanto, essa poteva più facilmente rifiutare la clausura. Ma, soprattutto, essa non la voleva. Il punto della non clausura era uno di quelli che Anna difese con maggior vigore durante le controversie con i teologi ed i Gesuiti, e nelle diverse petizioni alle autorità ( cfr. P .23 ). Ciò che vuole, ed è ciò che otterrà e conserverà, è una vita comune non claustrale, avente, come opera, l'istruzione delle bambine. E data ufficialmente la sua fondazione dal giorno in cui le suore (sono soltanto due!) cominciano a vivere insieme nella loro casa.

2. Il legame con S. Angela a) A Dole. E' certamente esistito all'inizio, poiché si è fatta venire dall'Italia una vita di Angela. Ma questo legame ha dovuto allentarsi molto presto. Infatti, se si leggono, nella "Positio", gli scritti di Anna di Xainctonge stessa, o le numerose testimonianze a suo riguardo, Anna ha avuto, chiaramente, una grande devozione verso la Vergine, verso il suo Angelo Custode. Nessuna menzione di S. Angela. Anna ha conservato in fondo al cuore qualche ricordo della fondatrice delle Orsoline di Brescia? Non lo sappiamo.

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Nel 1768, al momento in cui Angela sta per essere beatificata, le Orsoline del monastero romano scrivono a quelle di Dole, come del resto a tutte le Orsoline del mondo. A Dole, sorpresa estrema: "L'Ordine di queste religiose non ha alcun rapporto con il nostro", nota una di loro (cfr. P.716-719). E Roma, infatti, non riceve risposta. Tanto più che anche loro, a Dole, hanno bisogno di denaro per la causa della loro fondatrice, Anna di Xainctonge. Ed una Orsolina di Digione si lamenta: "La Congregazione di Dole finge di ignorare la nostra Santa Madre, nonostante la Madre di Xainctonge abbia dato loro le regole della nostra Madre Angela" (G II, 507).

b) A Digione va diversamente. Benché la partenza sia la stessa, a Digione la devozione a S. Angela diventa sempre più importante; e la trasformazione in monastero non la diminuirà, contribuirà persino ad accrescerla. 1'° '

Nel 1618, quando Francesca manda a Roma Mons. Albéron per ottenere la Bolla di trasformazione, il buon padre fa un pellegrinaggio a Brescia, in omaggio di venerazione alla "Beata Angela". Riporterà a Digione, un "ritratto" della "Beata" non ancora beatificata - "che è conservato in questo monastero di Digione con una singolare venerazione". Porta anche una biografia della fondatrice e le sue regole scritte in italiano. "Le Suore osservavano, per quanto possibile, la Regola della Beata Madre Angela, che avevano fatto venire dall'Italia, con la vita di questa prima Orsolina, per potersi modellare sui suoi esempi e sui suoi precetti. E questi due libri sono conservati in questo monastero di S. Orsola di Digione come l'origine da cui è nato" (Chr. 165,161). Nel 1673, una Orsolina di Digione scrive alla Madre Paola Peschera, nuova Superiora di Brescia, per ottenere una partecipazione a tutti i beni spirituali


200 della Compagnia bresciana. Esprime anche il desiderio di vedere introdotta la causa della Madre comune (G Il, 480). Nel 1680, la Madre Claudia-Margherita di S. Saverio, Superiora di Digione, lancia un appello a Brescia: "Non si potrebbe arrivare alla beatificazione della nostra venerabile Madre Angela, secondo il desiderio di tutti i nostri conventi?" (G II, 481). Nel 1691, alcune Orsoline di Fiandra si fermano a Digione nel corso del loro viaggio a Roma e una di loro scrive: "Queste virtuose religiose (di Digione) testimoniano uno zelo tutto particolare per la canonizzazione della nostra beata Madre Angela, il che lo sottolineano in più di un incontro. Da parecchio tempo hanno inviato a Roma certe "Memorie" che avevano, riguardanti la nostra Beata Fondatrice, il che prova abbastanza la grande passione che esse hanno per contribuirvi" (G Il, 507), Nel 1756, a proposito della Regola della Beata Madre Angela che si era fatta arrivare dall'Italia, la Superiora scrive: "Vi abbiamo conformato le nostre (regole) per quanto lo permettono gli usi del paese e la clausura... La conserveremo con rispetto" (G Il, 478). E in queste Costituzioni di Digione era detto, dall'inizio: "E' piaciuto a Dio di rivelare alla beata Madre Angela il nome della Compagnia, quello di religiose di S. Orsola". E più avanti: "Digiuneremo la vigilia della festa della fondatrice" (G Il, 479). E a Digione ci si meraviglia "dell'indifferenza delle Orsoline di Parigi" circa la beatificazione della beata Angela ... , "prima istitutrice dell'Ordine" (G Il, 508). Sì, Digione ha avuto fin dalle origini, e non ha smesso di avere per tutta la sua esistenza, "la preoccupazione primaria del suo legame con Brescia" e, di conseguenza, con S. Angela. (cf G Il, 479).

Le Suore di Sant'Orsola E' il nome che le figlie di Anna di Xainctonge preferiscono darsi. Formano una federazione di sette "Case" (cioè "congregazioni") autonome che hanno in comune tutta la prima parte delle loro Costituzioni. Sono Dole, Friburgo, Briga, Freiburg, Villingen,Tours, Sion. Nella seconda metà del XVII secolo, Dole, poi Tours, hanno inaugurato il termine nuovo di "Orsole", senza dubbio per distinguersidalle altre Orsoline; ma non fu generale. Le suore della Svizzera e della Germania ignorano questa parola.

Nel corso della storia, la casa di Tours ebbe anche l'idea di aggiungere al nome quello della Madonna e si ebbe questo: "Suore della Compagnia di S. Orsola della SS. Vergine". Da cui la denominazione di "Orsoline della Vergine".


201

Ma con l'elaborazione di Costituzioni comuni a tutte le Case, quella di Tours ha lasciato cadere la seconda parte del suo titolo. Il titolo ufficiale è il seguente: "Compagnia di S. Orsola di Anna di Xainctonge"


202

TULLE 1618-1623 Chroniques I

Fondazione dei monasteri Ambert Clermont Tulle Arlanc

Antonietta Micolon 1592-1659

179 182 211 433

1620 1621 1623 1650 Chr. II (2)

SA II

LC

GI

231

260

236

258

- Vedere anche le Memorie della Madre Micolon ... (MM)

Che cosa sono in Francia nel 1673, data delle Chroniques, i sei monasteri nati da Tulle in confronto alla cinquantina di conventi parigini, alle circa 70 Case bordolesi e al centinaio uscito da Lione? Veramente poca cosa. E tutti localizzati in Alvernia. La loro gloria consiste nel fatto di essere stati fondati da una grande Orsolina, una delle più grandi e, certamente, la più originale. La nostra fortuna è di disporre della sua autobiografia. Scritta per ordine del suo direttore, Padre della Renaudie, SJ, ci permette di seguire passo passo Antonietta Micolon. E possiamo darle fiducia. Le sue pagine sono di una sincerità assoluta, di tale spontaneità e semplicità da far sembrare artificiale la "virtù" dell'umiltà. Quel modo di raccontare le sue vanità, i suoi desideri di diventare erudita, di essere chiamata "Signora" a S.te-Florine, le sue civetterie, la sua pigrizia per alzarsi, le sue "pagliacciate" in ricreazione, descrive senz'altro le sue caratteristiche. Possiamo essere tranquilli: non cercherà mai di farsi prendere per ciò che non è.

I -LA VITA Dl ANTONIETTA MICOLON (1592-1659) 1. I preparativi "Questa figlia di benedizione nacque il 16 Marzo, nel 1592, in un piccolo castello, casa di sua madre ... a due leghe da Ambert in Alvernia" (MM, 25).

a) Nascita ed infanzia di Antonietta sembrano piuttosto destinarla ad essere una "figlia di maledizione" ...


203

Nasce come morta, rimane tutta una giornata senza dar segno di vita ed occorre tutta l'ostinazione di sua madre per impedire la sepoltura della neonata ... che finisce per uscire dal suo stato misterioso. La bimba ha appena tre anni, quando la madre muore. Il padre, uomo brutale e grossolano, si risposa; e la sua seconda moglie non ha nulla da invidiare alle matrigne delle fiabe. Antonietta è trascurata, maltrattata. La si lascia in campagna fino a dodici anni. Vi vive come piccola selvaggia, in compagnia dei contadini e dei garzoni di fattoria. Non le è data alcuna educazione. A 12 anni non sa chi sia Dio né di avere un'anima. Farà la prima comunione senza saper nulla di religione. La sola cosa che ha imparato è quella di giocare a carte - e gioca molto bene! Con questo, un cuore d'oro: dona ai poveri la metà di ciò che vince; un cuore puro, semplice e retto che ha orrore del vizio; un cuore sensibile che ad Ambert soffre per i rimproveri ed i rabbuffi della matrigna. A tal punto che la fanciulla è tentata un giorno di suicidarsi, "non sapendo che fosse male". Una voce misteriosa, "che la chiama per nome"12, le impedisce di gettarsi nel fiume.

b) Progetti di matrimonio. Dai Micolon sono nati altri figli - quattro. Ciò crea problemi e si decide di sbarazzarsi della maggiore facendola sposare. Fallito il primo tentativo, a causa di una scabbia provvidenziale che ricopre il viso di Antonietta, ecco una nuova speranza. Ma il giorno in cui si deve firmare il contratto, mentre i genitori discutono ed Antonietta gioca a carte con la gioventù, il fidanzato esclama durante la partita: "Ah, diavolo!" Un marito che invoca il demonio! Mai! Antonietta dichiara che non si sposa. I genitori si adontano; Antonietta tien duro; e anche loro. Infine la firma è rimandata alla domenica seguente. Ma un temporale, puramente locale, impedisce ai Micolon di recarsi al luogo fissato. Il futuro marito e la sua famiglia, offesi, rompono essi stessi le trattative (MM,29:..30).

,-·--

e) La chiamata di Dio. Poco dopo Antonietta coglie una conversazione tra la sua matrigna ed una zia. Le due donne parlano delle loro afflizioni e della preoccupazione del governo di una casa; invidiando la sorte delle religiose "che sono esenti da questo tipo di cose e dalla cura dei mariti". E' la prima volta che la giovane sente questa parola: ... religiose ... Non sa ancora di che si tratti, ma eccola che si precipita per le scale e corre in chiesa dove fa il voto di verginità, senza sapere ciò che questo significhi, però lo Spirito glielo fa capire. Quando dice a casa sua che vuol farsi religiosa, riceve soltanto derisioni ed ingiurie. Ma Antonietta rinuncia al gioco, si taglia i capelli, getta nastri e merletti. Nuovi attacchi in casa, violenta collera del Sig. Micolon che minaccia la figlia, poiché è pazza, di attaccarla ad un palo con una catena; le si darà da mangiare fieno come ai cavalli (MM, 36).

12

Notiamolo: questo fenomeno della voce che le parla all'improvviso, che la sostiene e guida la sua azione, sarà frequente nella vita di Antonietta (cfr. Chr. 234).


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La giovane resta irremovibile. Ed ecco che, senza preparazione, è introdotta nella vita mistica. Si trova immersa in Dio e non capisce ciò che le accade. Ne è insieme turbata e consolata. Non può più recitare il "Padre Nostro" Perché il suo spirito, rapito in Dio, vi si perde per ore. Tutta afflitta per non aver potuto terminare la sua preghiera, si confessa. Il sacerdote, assolutamente estraneo a questo genere di cose, la riprende: "bisogna pregare e non pensare". Poco dopo, a lei che sente soltanto parlare il dialetto d' Alvernia, è dato in dono di capire e parlare francese. Da sola, impara a leggere; si sente spinta a parlare di Dio e a farlo amare (MM, 39). E, per tutto questo tempo, deve subire terribili tentazioni: pensieri di disperazione, notte dello spirito, tentazione di impiccarsi... "rudi e lunghe battaglie" che "le fecero perdere tutto il suo colore; rimase pelle e ossa". La sua resistenza è tale che il demonio fugge ... dopo tre anni (Chr.235-236). d) La vita religiosa. Il padre, stanco, ha acconsentito. Dopo tutto, è un'altra maniera per sbarazzarsi di questa figlia così ingombrante. -- Primo tentativo a Courpière. Antonietta è stata mandata presso lo zio, che ha una figlia religiosa in questa casa, ma che per il momento è in famiglia. E' stabilito che le due cugine vadano insieme in convento. Quando si preparano a partire, Antonietta si trova coperta di scabbia e parassiti. La cugina parte sola ed Antonietta è guarita ben presto. Il tentativo è fallito prima ancora di essere cominciato (MM, 48). -- Secondo tentativo a Sainte-Florine. Antonietta vi entra nel 1611, a 19 anni. La vestizione è rimandata a più riprese, perché il Signor Micolon non rispetta gli impegni presi. Dopo due anni, il Signore dice ad Antonietta di partire e di fondare lei stessa un convento ad Ambert. E lei lo farà. Durante i due anni passati nel monastero benedettino, tuttavia, la giovane ha imparato a scrivere, ha potuto familiarizzarsi con le "pratiche della religione", mentre riceveva "la scienza infusa dell'architettura, dell'agricoltura e della disputa, come pure dell'economia e degli affari temporali" (Chr. 237). e)Il ritorno ad Ambert. E' penoso. Antonietta vi

è più o meno perseguitata. Fa

penitenza e prega: "Mio Dio, che volete che io faccia?" Poi, stanca, passa circa cinque settimane di vita mondana, con abbandono della preghiera. Allora ritorna la scabbia... Si riprende, guarisce, e si preoccupa della fondazione di cui il Signore le ha parlato (MM, 74)13

13 Antonietta ha avuto un attacco di scabbia al momento del matrimonio mancato; ed un altro prima del tentativo di Courpière; il terzo avviene durante una crisi spirituale. Non c'e bisogno di vedervi un intervento soprannaturale. Si sa quanto la psiche possa influire su uno stato fisico e che parecchie malattie della pelle sono la conseguenza di turbe interne. Niente di soprannaturale, quindi, ma lettura soprannaturale dell'avvenimento da parte di Antonietta.


205

2. Le fondazioni a) Ambert: 1613. Antonietta sa che deve fondarvi un convento. Pazza ... pazza ... pazza, pensano: la famiglia, il parroco, l'intera città. E lei insiste. Il parroco le dice che se riuscirà a reclutare delle compagne, crederà ad un ordine del Signore. Passa qualche giorno ed Antonietta ritorna alla carica con tre giovani. Il parroco è scosso. Si sente anche molto imbarazzato e chiede consiglio a degli amici gesuiti. Questi hanno una risposta pronta. Da tre o quattro anni c'è a Le Puy una casa di Orsoline congregate; le quattro giovani potrebbero andarvi per formarsi. Ad Ambert tutti continuano a deriderle. Il Signor Micolon, che aveva dato il suo consenso, lo ritira; e le future postulanti partono di nascosto per andare presso le Orsoline. Il Padre Goux aveva preparato loro il posto; si incarica della loro formazione, una formazione spirituale solida, della quale approfitteranno per due mesi. Il 29 novembre 1613, ritornano ad Ambert, ognuna sul cavallo del proprio padre. Mentre questi signori discutono sulla scelta della Superiora, le figlie, mentre passano davanti alla casa loro destinata, si lasciano scivolare a terra e si chiudono nel loro "convento". Loro non hanno dubbi: la Superiora è Antonietta. Ha 21 anni. La giovane "Madre Micolon" ha portato da Le Puy una "Vita della beata Angela di Brescia". Istituisce un regolamento ibrido, che racchiude un po' della vita congregata Orsolina e molto della vita benedettina di Sainte-Florine, senza dire dell'apporto originale di Antonietta. Nel gennaio 1614 si aprono le classi. Subito sono piene da scoppiare e vi si fa un bene immenso. Lo zelo della Madre si estende alle donne della città, alle quali insegnerà a pregare e a far orazione. In meno di un anno la parrocchia è trasformata (MM:, 100).

Come si vive in questo convento d'Ambert? A dire il vero, in una maniera ben strana per educatrici impegnate tutto il giorno con bambini. Le suore dicono l'Ufficio canonicale e si alzano a mezzanotte per Mattutino. Si alzano ... ? Per modo di dire, perché parecchie sono autorizzate a fare orazione per alcune ore nella notte. Le penitenze e le mortificazioni corporali sono numerose, perché le "nostre fervorose figlie" si appropriano di quelle di tutti gli Istituti di cui sono a conoscenza... Cappuccini, Ricolletti... E' una emulazione continua tra tutte, per la preghiera; per la penitenza, ed anche per lo zelo. "Sembrava che tutto il desiderio di queste figlie fervorose fosse di crocifiggersi con Gesù Cristo ( ... ) e tutta la loro pretesa, quella di fare della loro casa un Purgatorio per il corpo ed un Paradiso per l'anima, una montagna di mirra ed una collina d'incenso, un Calvario ed un Tabor insieme" (Chr.I,181)


206 Madre Micolon lascia questo convento d'Ambert nel 1615, per non ritornarvi mai più. Dopo la sua partenza il fervore non diminuirà. Ambert riceverà la "sua" Bolla nel 1620. Nel 1632 il Monastero s'affilierà a quello di Clermont, passando così alla "Congregazione di Lione". b) Clermont: 1615. Mons. Torrillon, canonico della cattedrale, desiderava una fondazione di Orsoline a Clermont. E' in relazione con tre terziarie francescane, tutte disposte a diventare Orsoline soltanto se avessero saputo come fare, soltanto se avessero saputo leggere! Neppure il buon canonico sa cosa fare. Un giorno, mentre ne parla a voce alta con un amico sulla piazza del mercato, è sentito da un mercante d'Ambert, che lo interrompe e gli dice che ad Ambert ci sono appunto delle Orsoline: e che la loro superiora è una donna straordinaria, "sufficientemente coraggiosa per intraprendere questo progetto". La conversazione prosegue, ed il canonico Torrillon apprende con sorpresa che la Superiora in questione è figlia di un suo nipote. Questa nipote sconosciuta avrebbe accettato di venire a Clermont? A questa domanda, trasmessa verbalmente dall'uomo di Ambert, Madre Micolon risponde affermativamente. Alle recriminazioni delle suore e a quelle della famiglia, ella oppone una perseveranza ferma e sorridente, una preghiera intensificata ed un'accresciuta mortificazione che la conduce in punto di morte. E Gesù le dice: "Figlia mia, coraggio!, vivrai ancora per più di quarant'anni" (cfr.MM,104; Chr. 242). Difatti, guarisce miracolosamente il 20 Marzo(vigilia della festa di "sant" 'Angela!). Ma dovrà ancora attendere. L' 11 giugno 1615, infine, parte per Clermont, più o meno di nascosto, con una torriera. A Clermont, tutto è pronto. Le tre terziarie hanno imparato a leggere, a scrivere e hanno persino cominciato ad insegnare. Antonietta comunica loro il suo fervore religioso. A dispetto dello zio Torrillon, stabilisce una vera clausura e vi si comincia a vivere come ad Ambert. Ma Antonietta non è tranquilla. Porta il nome d'Orsolina, ma le pratiche ed i regolamenti sono tutti suoi, e sono più quelli di un Ordine che non quelli di una congregazione. E non sono stati approvati da alcuna autorità ecclesiastica. Desidera vivamente una Bolla e vere Costituzioni, ma non osa sollevare il problema. Per timore di suscitare inquietudine nella piccola comunità. E che terrore, un giorno! Mons. di Marquemont, in viaggio a Clermont, va in convento e chiede di vedere la Bolla e le Costituzioni. Antonietta confessa la situazione - a metà; saranno mandate in vescovado delle Regole redatte dal p. Boyre, SJ, ... ma saranno perse in seguito e non si ritroveranno mai (MM, 118). La Madre Micolon sogna allora di affiliarsi a Bordeaux con la mediazione di un Oratoriano. Il risultato è inatteso: -- Il viaggio dell'Oratoriano è infruttuoso -- Antonietta andrà a fondare Tulle -- Clermont resterà senza Costituzioni.


207 L'avventura terminerà nel 1620-1621, quando Antonietta è già partita da due anni. Clermont domanda allora a Lione di inviarle una religiosa per stabilire una vera clausura monastica. Nel 1621 vi verrà Clementina Ranquet e, grazie a lei, il monastero di Clermont conoscerà la prosperità e potrà, a sua volta, fondare. (14) e) Tulle: 1618. Il messaggero oratoriano andando a Bordeaux è passato da Tulle, ha saputo che nella città si desiderano le Orsoline. Al ritorno, partecipa la cosa alla Superiora di Clermont. Ma Antonietta urta contro parecchi ostacoli:

-- l'opposizione dello zio canonico e delle religiose; -- l'opposizione del Vicario Generale che "l'onorava della sua antipatia"; -- i suoi stessi dubbi interiori. I suoi dubbi ... ma ecco che sente la voce del Signore: "Figlia mia, perché ti lasci tanto abbattere nella tentazione? Intraprendi per mio amore la fondazione di Tulle. Lì devo essere molto servito e io sarò sempre con te". Perciò Antonietta si decide (Chr. 243). Nonostante le difficoltà, nonostante l'opposizione degli abitanti di Clermont, che hanno messo guardie alle porte della città per impedirle di uscire, Antonietta riesce a fuggire di notte il 27 agosto 1618. Porta con sé due religiose e ne lascia diciotto a Clermont. Dopo un viaggio con peripezie inverosimili - e non è un'esagerazione arriva a Tulle il 4 settembre. L'accoglienza è trionfale. In qualche giorno riempiono le classi, mentre si moltiplicano le prove di ogni tipo. E Costituzioni! Antonietta non ne ha ancora: "Non sapevo cosa fossero Costituzioni, non avendone mai viste" (MM, 161).

si si le le

Che preoccupazione queste Costituzioni! E' il grosso punto nero. La Madre Micolon ha chiesto e ricevuto copia di quelle di Bordeaux: ma le piacciono solo a metà. Una visita a Bordeaux non le fa cambiare parere. Bisogna dire che la Madre di Cazères è assente e che il superiore, Mons. de Lurbe, l'accoglie seccamente: "Che cosa siete venuta a fare qui?" Questa parola mi inquietò, e, sul momento, cattiva come sono, gli avrei risposto che ero venuta ad imparare a piantar cavoli; ma la buona creanza mi trattenne". Evidentemente tutto questo era assai poco incoraggiante. Tuttavia Antonietta rimane a Bordeaux cinque settimane, senza giungere a "gustare le osservanze di quella comunità".

14 Clermont,

fondato da Ambert, divenuto monastero lionese, passerà più tardi alla Congregazione di Parigi.


208 All'andata, tuttavia, si era fermata presso le Orsoline di Brive, della Congregazione di Tolosa, le cui Costituzioni le erano piaciute. Ne ha ottenuta una copia che porta a Tulle. E un giorno, mentre era in preghiera davanti al SS. Sacramento, sentì una voce interiore: "Prendi in mano la penna e fa' ciò che Dio ti ispirerà". Antonietta si mette, pertanto, a scrivere, prendendo qua o là, e, soprattutto, tenendo conto della sua esperienza. E si domanda una Bolla a Roma, dopo che il P. della Renaudie - lo stesso che ordinò ad Antonietta di scrivere le sue memorie - ha rivisto le Costituzioni. E si aspetta la Bolla15, che è stata chiesta il 12 settembre 1619. Quando arriva? Il 22 Gennaio 1621 secondo alcuni documenti che precisano che le Orsoline fecero professione otto giorni più tardi? Nel 1623 secondo le Chroniques? Antonietta Micolon scrive nelle sue Memorie: "Le comunità di Lione, di Clermont e di Ambert avevano ricevuto la loro qualche anno prima, nel 1620" (1621 secondo un altro manoscritto) (MM. 193). La data delle Chroniques s'accorda meglio con i ricordi di Antonietta. Ed è quella che adottiamo.16 Le 24 religiose rifanno un anno di noviziato, prima di pronunciare i voti solenni. Per Antonietta, che ha preso il nome strano di Madre Colomba dello Spirito Santo, non sono finiti i trambusti: epidemia di peste, presenza di una novizia posseduta dal demonio che bisogna rimandare, lotta con il governatore della provincia a proposito di una educanda... e fondazioni ... La sostengono la sua fede, il suo amore, e la voce del suo Signore. A Tulle, intanto, si è cominciato - meglio, si è continuato a vivere secondo le Costituzioni approvate dalla Santa Sede. Seguendole, le suore recitano ogni giorno l'Ufficio canonicale salmodiandolo: ben inteso, Terza, Vespri e Compieta vengono cantati la domenica e nei giorni di festa. A Tulle bisogna notare una disposizione speciale, dovuta certamente ad Antonietta: circa due anni dopo la professione, le suore faranno un "secondo noviziato" di un anno; durante quest'anno (considerato un po' come preparazione ad eventuali cariche), faranno ogni giorno una mezz'ora supplementare di orazione e diranno un rosario intero tutti i sabati... una "probazione" ante litteram! Notiamo ancora, in queste regole, la raccomandazione fatta alle religiose di essere molto devote alla "beata Angela" (G I, 125).

15

La Bolla di Tulle è oggi introvabile: una riedizione delle Costituzioni, datata 1846, è preceduta dalla Bolla di Limoges, "essendo perduta" quella di Tulle.

16 Postel -ed altri che lo seguono – ha la Bolla datata 9 febbraio 1621...


209

3. La morte di Antonietta Una volta stabilito il monastero di Tulle, Madre Colomba dello Spirito Santo stessa aveva fondato Beaulieu (1632), Espalion (1634) e Arlanc (1650). Lì la troveremo negli ultimi anni di vita. Ha smesso di scrivere le sue memorie; le forze diminuiscono; è oppressa dall'asma. Sa che i circa quarant'anni di vita che le erano stati promessi nel 1615 volgono al termine e, da tre anni, prepara le sue figlie. L' 11 Marzo 1659, durante la ricreazione della comunità, Antonietta si avvicina ad una finestra, "lancia occhiate verso il cielo" e dice a voce alta: "Si vedranno grandi cose!" Ma si sente male, va a stendersi, mormora un "A Dio!", entra in una specie di estasi, e muore dolcemente senza che attorno a lei ci si accorga. Aveva 67 anni. (Chr. 255) Dopo la morte, si dice che divenne . , molto bella ed Il suo corpo emano . · f " · bb un de 1izroso pro umo; si sare e · a· a· detto che erano senton 1 para tso ,,. . . . I capelli e la biancheria che aveva ,, . . usato hanno . guanto . parecchie persone colpite da febbn o da altre infermità" (MM, 229).

"Aveva moIto ehiesto a o·10 eh e . . non avvemsse nulla di notevole li d fi · I a a sua morte vo1en o rure a . · ? bb d propna vita m un a an ono . di l · · estenore 1 tutte e conso1az1oru (MM, 228) esterne e sensiìbili" 11 .

La piccola selvaggia del castello degli Escures era entrata come regina nel Regno dello Sposo.

II - LA SPIRITUALITA'DI

ANTONIETTA

1. Le grazie di Dio Abbiamo già detto come un giorno la giovane Antonietta si fosse trovata presa da Dio, come la sua vita mistica fosse stata posta, in qualche modo, sotto il segno della "voce" del Signore. Tale voce non cessa di guidarla e sostenerla. Divenuta religiosa, ha frequenti orazioni estatiche e visioni. - Visione della SS Trinità. "che vidi senza forma né figura, ma era qualcosa di così grande, di così misterioso e così pieno di splendore che non potevo sostenerlo. E in questo splendore mi vedevo talmente piccola che un atomo al raggio del sole aveva più apparenza di me. Allora sentii le Tre Divine Persone che dicevano tra loro: - Che faremo di questa figlia? - Al che il Figlio rispose: - Ce ne serviremo per la nostra gloria" (Chr. 246). - Numerose visioni di Nostro Signore, che le parla familiarmente e al quale ella si rivolge allo stesso modo: = "Ecco, mio Signore, un grembiule pieno di ingiurie che ho ricevuto per vostro amore!" (Chr. 254)


210

"Mio Signore, perché mandate tante signore ricche e di qualità alle Carmelitane e non alle Orsoline? (. .. ) Tutti si affrettano ad aiutare le Carmelitane e le Orsoline sembrano abbandonate da tutti! Signore, lo so per esperienza!" = "Figlia mia, le Orsoline ed i Padri della mia Compagnia sono i ritratti della mia vita conversante ... Non ho chiamato come apostoli dei re né dei grandi signori, ma dei poveretti per far risplendere la mia potenza. Se non ho mandato nelle tue case tali persone eminenti, sappi che non sarebbe stato a proposito, Perché dall'inizio avrebbero cambiato tutto: avrebbero avuto bisogno di troppi privilegi e dispense". = "Ma, Signore, permettetemi ancora di chiedervi come mai, pur ricevendo giovani di condizioni modeste, bisogna vezzeggiarle tanto e parlar loro solo con dolcezza?" = "E' necessario che tu riceva delle giovani, per sottometterle presto allo spirito del tuo Istituto, che è l'umiltà, la mortificazione e la carità ( ... )E' perciò necessario disporre le novizie alla sottomissione, perché sappiano dimenticare se stesse nel servizio del prossimo ( ... ). Mi prenderò sempre cura dei tuoi monasteri, fin tanto che tu ricorrerai più a me ed ai miei servi che alle persone del mondo( ... )" (Chr. 251). E la conversazione prosegue sullo stesso tono. Non vi troviamo l'eco delle vivaci conversazioni di S. Teresa d'Avila con il suo Signore? =

- Grazie di unione molto forti, che le rendono presente per parecchi anni di seguito la Santa Umanità di Gesù e che rendono il suo cuore vera vittima d'amore. 2. La risposta di Antonietta E' di una generosità meravigliosa. Antonietta si dà interamente con una energia indomita, uno zelo bruciante ed una freschezza d'animo squisita. Ascoltiamo le Chroniques: "Gli elementi del suo cuore sono stati quattro: l'umiltà era l'aria che respirava incessantemente e di cui erano impregnate le sue azioni, malgrado cercasse di renderle invisibili come l'aria. L'obbedienza la teneva pronta a ricevere tutte le forme della volontà di Dio, come l'acqua che prende la forma del recipiente nel quale la si mette. La pazienza l'ha resa resistente a mille pene, che sono state per la sua anima come l'aratro che serve per rendere fertile la terra. Infine, la carità è stata il bel fuoco che ha animato la sua vita ed il suo vigore spirituale" (Chr. 253)17 Due esempi possono confermare questi elogi: - Pazienza. "Ventidue anni prima della morte, le fu tolta tutta la grazia sensibile; camminò allora nella via comune. Dopo tante visite, carezze e godimenti, soffrì l'assenza del suo Sposo per questo

17

L'aria, l'acqua, la terra ed il fuoco ... non meravigliamoci di questo stile e di questo genere di paragoni: siamo nel XVII secolo! Bisogna sempre ricordarsene quando si leggono le Chroniques. Vedi, ad esempio, più avanti il gioco di parole su "colomba".


211

lungo periodo, portando questa privazione con pace ed uniformità d'umore, al punto che non trasparì nulla dal suo viso, benché avesse perso il sonno." (Chr. 253) - Umiltà. La sua umiltà l'aveva sempre fatta dubitare dei favori straordinari: "Li riceveva con la stessa pena in cui si sarebbe trovato, diceva lei, un povero pastore che il Re, per divertimento, avesse posto sul trono; non sapendo che comportamento tenere, preferirebbe cento volte tornare dietro il suo gregge, invece di rimanere in quello stato non suo" (Chr. 253). E le Chroniques concludono: "Era una colomba senza fiele, senza pompa e senza doppiezza". 3. Un tratto speciale: il desiderio d'unione dei monasteri Prima di redigere le sue Costituzioni a Tulle, la Madre Micolon aveva espresso un desiderio che fa di lei un vero precursore e rivela una sorprendente larghezza di vedute: "Non mi stancavo di lavorare all'unione delle nostre Case. Mi sembrava che Dio me ne avesse incaricato e contasse su di me. Non mi accontentai di scrivere a Bordeaux e a Clermont; scrissi anche, per la detta unione, a Tolosa, a Lione e a Brivio, ed ebbi parola e gradimento e totale consenso da tutte queste Case per deputare un uomo capace e dargli potere di trattare questo affare dell'Unione. Detto deputato, provvisto a tal fine delle ragioni, difficoltà e desideri di ogni Casa, ognuna delle quali si scomoderebbe un po', insieme a persone sagge, concluderebbe che cosa lasciare o prendere l'una dall'altra e tutte le Case si sottometterebbero a tali osservanze, che si farebbero approvare dal S. Padre, il che sarebbe un mezzo sovrano per fare l'Unione generale di tutte le Orsoline di Francia, rendendole tutte conformi. Le quattro principali Case di Orsoline erano Parigi, Bordeaux, Lione e Clermont. Avendo avuto parola da tutte, mi sembrava che l'affare fosse fatto. Ne ricevetti grandissima gioia" (MM,166). . Antonietta non vedrà realizzato tale desiderio. Si sa che, nella stessa epoca, tale desiderio era condiviso da Maria dell'Incarnazione. Antonietta e Maria si collocano ambedue nel solco della loro Madre S. Angela che non smetteva di dire: "Siate concordi, unite insieme, tutte d'un cuore e d'un volere". (R. ultimo).

III - UNA DISCEPOLA. MADDALENA DE JASSE DELLA CROCE (614-1656) Tra le discepole che non mancano di interessare, Madre Caterina de la Praderie della Croce (Chr. 257-259) è esempio d'austerità e di tale


212

mortificazione che la Madre di Pommereu ne parla "perché sia ammirata e non imitata". Avrebbe potuto dire altrettanto della Madre Maddalena della Croce, almeno per certi versi ( cfr. Chr. 260-268). Nata nel 1614, "la bella Maddalena", come la si chiamava, dopo un'infanzia fervorosa, un'adolescenza rilassata, si decise alfine a "seguire le dolci attrattive dello Spirito Santo" ed entrò dalle Orsoline d'Ussel nel 1639. Non smetterà di combattere se stessa e di mortificarsi in tutti i modi, alcuni dei quali spettacolari; faceva cadere cera bollente sulla pelle; per tre volte, impresse il nome di Gesù sul cuore - con un coltello arroventato col fuoco, con un timbro di ferro arroventato, con un bisturi. "Ammirevole ma non imitabile". E, "più si separava dalle delizie terrestri, più godeva quelle celesti", tra le altre quella di una grandissima intimità con il Signore Gesù. - Cambia il suo cuore con lei: "Mi piace prendere il tuo, è uno dei miei tesori" (Chr. 263). - Il Bambin Gesù le si mostra e l'abbraccia: "Mia cara Sorella, se rimarrai fortemente attenta a ciò che desidero da te, ti possederò, tu mi possederai, e saremo una cosa sola" (ibid.) - Le predisse la morte: "Dove vi siete nascosto, caro Amante, dopo avermi tanto ferita?" E Gesù risponde prontamente: "Languirai per tre mesi soltanto" (ibid.). Madre Maddalena riceve lezioni dalla santa Vergine - e, questa volta, possiamo farle nostre, completamente:


213

E le Chroniques ci parlano dei miracoli ottenuti per l'intercessione della Madre Maddalena della Croce.

******* Riproduciamo qui di seguito i prospetti delle Chronigues sui monasteri di Francia nel 1673. "PARIGI"

- Abbeville 1615

- 1612

Evreux 1625 (Gournay 1630 (Gisors 1621

I Magny 1639 I Grand-Andely

I

lElbeuf 1648

1641

I I Falaise

1622

Vire 1631 Pont-Aud~rner 1665

I - Pontoise 1616

I Bayeux 1624 I Mantes 1629 I Clerrnont-en-Beauvaisis

1639

lPoissy 1647

- Amiens 1616

{Montdidier 1623 I Boulogne 1624 I Beauvais 1627 ~ lNoyon 1628

(Ohio, USA, 1845)

(Saint-Malo 1622

I

(Pontivy 1633 I ~ Carhaix 1644

I I Ploerrnel - Rennes 1617

1624 ~

I I Fougères

I lHennebont 1641

1624 lLe Faouet 1658

- Eu 1618 - Rouen 1619 - Parigi Ste-Avoye 1622~ - CrĂŠpy 1624 - Caen 1624 - Saint-Omer 1626 ~ - Saint-Denis 1628 ~ - Bourges 1631 - Montargis 1632 - Montucon 1645 -Meaux 1648

Dieppe 1624 Le Havre '1627 Lisieux 1631

Lille 1638 Argenteuil 1647

(Luisiana 1727)

Toumai 1667

C'erano in Francia, in totale, 45 monasteri usciti da Parigi.


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"-BORDEAUX" - 1618 - Liborne 1618 ---7St.-Emilion

1630

- Bourges/Gironde 1618 - St.-Macaire 1618 --7 (Montauban 1629 Castel-Sarrazin 1629 (St.-~rieuc 1624--7 (Lamballe 1637 I \Lannion 1659

l

I

I (Dinan 1621~

I I I

I

- Lavai 1618~

(Vannes 1627(*) I I St-Pol-de-Léon 1629 I [Landemeau 1651 I Tréguier 1625 --7 I Morlaix 1638 I IQuimperlé 1652 I I Guingamp 1654 I \Hédé 1666

I

I I Chateau-Gontier

lThouars

\Josselin 1646 1630

1632 (Blois 1624 ~

(Orléans 1622 ~

I I I -Poitiers 1618 ~

I INoirt

(~n 1623 ~

I I Parthenay

Celles 1633

I --7 Valençay 1642 I Beaugency 1629 I lssqudnn 1630 --7 Chàtillon 1646 \0rtéans n 1636 1631

I St-Jean-il'Angély \

~

1635 La Vallette 1665

1624\Loudun 1626

- Angers 1619

---7

La Rochelle 1630

(Tours 1622 ~

I

I

(Amboise 1626 I Loches 1628 ~ Lignères 1664 I Chinon 1632 ~ Ile Bouchard 1645 ·1QUEBEC 1639~ (Canada) lMontrichard 1642

I - Saumur 1619

I Chartres I I I

1626 ~ (Vendome 1631 lNogent-le-Rotrou 1631

\Nantes 1627~

- (Liége 1622)

(*)

( Ancenis 1642 I Chambriant 1643 (Chàteaubriant)

lGuérande

1644 (Belgio... Germania Europa Centrale.)

Vannes: fatto risorgere nel 1807 da "Parigi" (Orsoline di Ploérmel, Hennebont, Le Faouet)


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- Le Mans 1623 - Carcassonne 1627 - Cahors 1629

- Gonclrin 1630 -~ (Condom 1633 ~ Marmande 1644 l Auvillars 164 7 - Bazas 1632

PĂŠrigueux 1641

- Saint-Sever 1634 ~ (Mont-de-Marsan 1638 lSteLivrade 1654 - Tarbes 1636 - Port-Ste-Marie 1637


216

"LIONE" 1620 (Nevers 1622* - Moulins 1620* ~

I I

~ (Moulins-Angilbert 1635* \Nevrs-au-Faubourg 1639*

\Quinper 1623* ~ Pontcroix 1653*

(Beaune 1626~

(Autun 1620*~

I I I I Arnay-le-Duc ~ I 1628 I I Semur 1631* I Nuits 1634* I Marcigny 1643*

(Seurre 1632* I Bourbon-Lancy 1633* IArc-en-Barrois 1643 \Moncenis 1647 (Viteaux 1633* \Vézelay 1647*

\Paray-le-Monial 1647* Saulieu 1624* ~ Beaulieu 1633~Bourg-Argental - St. Chamond 1620

~

1638

Auxonne 1625* ~ (Vesoul 1629 \Flavigny 1632* Montbrison 1628~ (Montbrison II(?) \Feurs 1639 Monistrol 1634 Mende 1634 St.-Symphorien 1635 Malzieu 1635 ~ St-Chély (?) \St-Etienne 1636 ·

-Macon 1620* ~ (Charlieu 1633* \Metz 1649* - Clennont 1621·~ (Thiers 1633 ~Maringues I Montferrand 1638 I Arnbert 1621 ~Cunlhat \Aigueperse 1650

(Germania)" 1663 1661

- Saint-Bonnet-le- Chateau 1622

I monasteri segnati con l'asterisco, dopo la fondazione ad opera di Lione, hanno adottato più tardi le Costituzioni di Parigi (23 monasteri)


217

"LIONE" 1620 (seguito)

(St-Geoire 1623 (Belley 1629 ~ Chambéry 1625 ~

(Bourgoin 1634 l Gex 1637

I I Thonon 1634 lsallanges 1636

Gap 1629 Briançon 1629

(Romans 1635 ~ St-Marcellin 1630

Cote-St-André 1635

I Vienne (Delfinato) ll635

- Grenonle 1623 ~

(Aubagne 1634 -~ I Barjols 1635 IMarseille II 1636 Broignoles 1632~ IDraguignan 1636 IOllioules 1638 ITholon 1639 ICavaillon 1643 I Aix II 1666 lValensoles (?)

Le Ciotat 1635

Cuers 1642

Riez 1633 Aix-en-Provence 1634 Tullins 1638 Sisteron 1642 lsignes 1645

-Montélìmart-c-e 1624

(St.-Andéol 1627 IValence 1630 ~ Chabeuil (?) [Beaucarie 1631* ~Alès 1634* ICarpentras 1637•-e-Caromb 1643 IDié 1638 . IDigne 1642 lCrest 1645

- Roanne 1631-~

Trévoux 1640

- Lyon II 1633 - Villefranche 1634 -Nimes 1637 - Lyon III 1651 - Saint-Galmier 1651.

In totale, solo per la Francia, sono usciti da Lione 98 monasteri in 33 anni

* Beaucairie, Alès et Carpentras si uniranno più tardi ad Avignon-les Royales.


218

"DIGIONE" - 1619 (Chaumont 1619 I St-Jean-de-Lone 1641 I Joinville 1641* \Saint-Dizier 1646 ~

- Langres 1619

- Chàtìllon-sur-Seìne-c-» 1619

Chàlons-sur-Marne 1661

Tonnerre 1627

(Bar-sur-Aube 1634 \Ligny 1646

(Bar-sur-Seine 1628~ I Troyes 1628* I Noyers 1632 I Epernay 1642* \Mussy 1654

Melun 1643

(Corbigny 1629*~

Montbar 1647

(Lorme 1645* \St-Pierre-le-Moutier 1657*

I

- Auxerr 1623 ~

\Gien 1629

- Bourg-en-Bresse 1624

~

(Chàtìllon-en-Dombes-e-e Thoissey 1666 I 1634 I Crémieu 1633 Moirans 1636

I

~

Vif 1639

\Pont-de-Vaux 1635 (Montereau 1642* - Chàlons-sur-Saòne-c-c-s I (frasferito a St.-Cloud) 1627 \Sens 1642 - Avallon 1633 ~

Cravant 1644*

- Poligny 1629 ~

(Salins 163'.J \Nozeroy )648

Dei 37 monasteri usciti . da Digione, 8, segnalati da un asterisco, adotteranno più tardi le Costituzicni di Parigi.


219

"TOLOSA" - 1616 (Limoges 1620 lAngouleme 1627

- Brive 1620 - Auch 1623 - Bourg-Saint-Esprit 1624 - Villefranche de Rouergue 1627 - Béziers 1635 - Montpezat 1631

Lodève

1634

I I

"Tulle" - 1623 - Saugues 1631 (passato a Lione) - Beaulieu 1632 - Espalion 1633 - Ussel 1636 - Argentat 1645 - Arlanc 1650 (unito a Clermont)

Eymoutiers 1629

I

I !

~ Lunel 1673

"Arles" - 1624

- Valréas 1627

Bollène 1627

- Avignone II 1632 - Saint-Rémy la Ville 1634 à

- Tarascon 1637

"AVIGNON-LES-ROYALES" -1637 - Pont-Saint-Esprit ~ 1637

(Pézenas 1637 ~ lSalon 1640

- L'Isle-sur-Sorgues ~ 1638

(Cavaillon 1648* lPemes 1658

Montpellier 1641

-Apt 1638 - Martigues 1639 - Pertuis 1645 - Avignon-St-André 1646 - Marseille III 1647 - Narbonne 1658

*

Cavaillon si unirà a "Lione", attraverso Brignoles Beaucire. Alès. Car:pentras. fondazioni di "Lione" da Montélimart, si uniranno ad "Avignon-les-Royales",



221 Capitolo V

MARIA DELL'INCARNAZIONE Due note preliminari: 1 - L'essenziale della bibliografia che concerne Maria dell'Incarnazione si trova alla fine del volume. Per un primo approccio, vedere soprattutto: - H. BREMOND, Histoire littéraire du sentiment religieux ... Vol. VI - Dom A.JAMET, Ecrit spirituels ... Le Temoignage ... - LEBRETON, Tu solus sanctus.:. pp. 169-206. - Dom Cl.MARTIN, Vie de la Vénérable Mère ... - R. MICHEL, Vivre dans l'Esprit. .. -Dom G.M.OURY, Marie de l'Incarnation - Vie et corrispondance Ciò che credeva Maria dell'Incarnazione. - P. RENAUDIN, Une grande mystigue franҫaise .. 2 - Questo capitolo non ha la struttura di quelli precedenti, piuttosto didattici. E' concepito in modo da dare più spesso, e più naturalmente, la parola a Maria stessa.

MISTICA E MISSIONARIA: LA BEATA MARIA DELL'INCARNAZIONE (1599-1672) Infanzia. Tours, 29 ottobre 1599. Le campane della chiesa di S. Saturnino suonano per il battesimo di una piccina nata la vigilia. Maria Guyart è la quarta figlia di una famiglia che ne conterà otto. Fiorenzo Guyart, fornaio, e sua moglie, Giovanna Michelet, sono gente dalla fede solida e di pietà. La piccola cresce vivace, sensibile, allegra, in un focolare unito. Dotata di memoria e facilità di parola sorprendenti, incanta tutta la famiglia quando ripete, non senza umorismo, le prediche ascoltate in chiesa. Chi, tra i parenti, pensa allora che questa bimba diventerà una delle più grandi mistiche del XVII secolo, che ne ha tante, e la prima donna missionaria?


222

Tutto comincia con un sogno ... Maria ha sette anni. "Avendo gli occhi levati al cielo, io lo vidi aprirsi e Nostro Signore Gesù Cristo uscirne sotto l'aspetto umano venendo attraverso l'aria fino a me che, vedendolo, gridai alla mia compagna: "Ah! Ecco Nostro Signore, è verso di me che viene". E mi sembrava che dal momento che quella bambina aveva commesso un'imperfezione Egli mi aveva preferito ad essa, che era nondimeno una buona bambina. Ma c'era un segreto che io non conoscevo ( ... ). Io cominciai a stendere le mie braccia per abbracciarlo. Allora Lui, il più bello di tutti i figli degli uomini, con un volto pieno di una dolcezza e di un fascino indicibile, abbracciandomi e baciandomi amorosamente mi disse: "Vuoi essere mia?" Io Gli risposi: "Si". Allora, avendo udito il mio consenso noi Lo vedemmo risalire in cielo" (J II, 160-161). E' solo un sogno, ma la bimba ne è segnata per tutta la vita. La sua "tendenza al bene" ed il suo desiderio di Dio crescono, concretizzando il "sì" pronunciato nel sonno - un "sì" che è già un "sì" di fidanzamento. Ella sceglie Cristo come suo "capitano" e già sogna terre straniere dove "annunciare la Parola di Dio". (cfr. J Il, 171). Non sorprende perciò che Maria, verso i quindici anni, pensi alla vita religiosa. Ma quando ne parla con la madre, questa ritiene che la figlia sia troppo allegra per il convento ... ! Del resto i Guyart, come facevano tutti i genitori dell'epoca, le avevano già cercato un marito. Lo hanno trovato nella persona di un lavorante in seta - giovane o vecchio non si sa. E la giovane, docile, "lasciandosi condurre alla cieca dai genitori" come dalla Provvidenza, sposa Claudio Martin nel 1617. Ha detto questo "sì" per obbedienza. Durante i due anni di matrimonio, lo dirà spesso, in un modo o nell'altro. Sposa e madre. "Mademoiselle Martin" lavora come ricamatrice nel laboratorio di suo marito. Ma è anche la padrona di casa. A 17 anni si trova ad essere incaricata del governo di una famiglia che comprende anche gli operai, le operaie e le loro famiglie. Non è certo facile! La vita si complica ulteriormente a causa della suocera, probabilmente delusa del fatto di non essere più la "prima" e lo fa sentire; dal fatto di un'altra donna - gelosia? Ambizione? - che è causa di grandi prove per Maria (cfr. OV, 36-37). Quest'ultima è stata così discreta a tale proposito che non è possibile sapere esattamente in che cosa consistessero. Quel che è certo è che nel 1619 il laboratorio è sull'orlo del fallimento, e che il povero Claude Martin sembra impossibilitato ad uscirne. Una gioia in mezzo alle preoccupazioni: il 2 aprile 1619 è nato il piccolo Claudio. Ma sei mesi dopo la giovane Signora Martin rimane vedova. La visione del Sangue. Ha 20 anni, un neonato in culla, ed il peso di tutte le difficoltà di una liquidazione. Ha anche dalla sua la forza che le viene donata dalla preghiera, dal suo equilibrio e dal suo "talento per gli affari". E'


223

durante questo periodo di preoccupazioni che il Signore, il 24 Marzo 1620, le si manifesta di nuovo, ed in modo folgorante. "Una mattina, mentre stavo per metter mano alle mie occupazioni ordinarie che raccomandavo insistentemente a Dio con la mia aspirazione ordinaria: "In te, Domine, speravi, non confundar in aeternum" ( ... ), fui fermata all'improvviso interiormente ed esteriormente; e questi pensieri che avevo in mente mi furono tolti dalla memoria da quell'arresto così improvviso. Allora, in un momento, furono aperti gli occhi del mio spirito e tutte le mie colpe, i peccati e le imperfezioni che avevo commessi da quando ero al mondo mi furono presentati nell'insieme e in particolare con una distinzione e una chiarezza più certa di qualsiasi certezza che l'industria umana possa esprimere. Nello stesso momento mi vidi tutta immersa nel sangue, ed il mio spirito fu convinto che quello era il Sangue del Figlio di Dio, della cui effusione ero colpevole per tutti i peccati che mi venivano presentati, e che quel Sangue prezioso era stato sparso per la mia salvezza( ... ) (J II, 181-183). Quando Maria ritorna in sé, si trova davanti alla Cappella dei Padri Foglianti. Entra, vuole confessarsi, ma le si dice di ritornare l'indomani. Incontra allora colui che diventerà il suo primo direttore. In seguito a questo avvenimento, che chiamerà sempre la sua "conversione", Maria ritorna a casa, "trasformata in un'altra creatura". La sua famiglia la spingeva a risposarsi, il che era semplice buon senso. E lei esitava. Ora basta. Lei è sicura. Rinnova il suo "Sì" a Colui che l'ha attirata fin dall'infanzia: fa voto di castità perpetua, liquida il laboratorio e ritorna a vivere presso suo padre. Lavorando per allevare suo figlio, facendo grandi penitenze, si immerge nella preghiera e nella solitudine con Dio. Nel fastidio degli affari. Maria gode un anno solo di questa solitudine. Perché sua sorella e suo cognato le chiedono di venire ad aiutarli. Paolo Buisson è a capo di una impresa di trasporti che si sviluppa rapidamente e diventa sempre più importante. C'è lavoro anche per la giovane vedova. Maria è fortemente tentata di rifiutare, ma il suo direttore la impegna ad accettare. Potrebbe non dire "sì"? Eccola perciò nel 1621, impiegata presso i Buisson. Una domestica come gli altri, incaricata della casa, della cucina e di ogni tipo di bisogno materiale, lo Spirito "la ispira a nascondere i suoi doni naturali" (cfr. V, 41). In realtà, non è una domestica proprio come le altre: interiormente conduce una vita di unione intima con il Signore; diventa la catechista degli altri dipendenti, la loro infermiera e la loro coscienza. Ha su di loro un ascendente morale poco comune; la sua influenza è tale che Paolo Buisson finisce per notarla. E quando nel 1624 la Signora Buisson ha la speranza di una prima maternità dopo quindici anni di matrimonio, Paolo, temendo per la salute della moglie, la manda in campagna ed affida la direzione dell'impresa alla cognata¹ .

1

Il piccolo Paolo nasce nel giugno 1624 e muore poco dopo. Maria nascerà nel dicembre 1626


224 A partire dal 1624, Maria abita perciò completamente nella casa dei Buisson. Ormai i giorni e le notti diventano per lei sfibranti, con innumerevoli preoccupazioni e con responsabilità ben pesanti per le sue giovani spalle. Nulla di tutto ciò la distrae da Dio. Al contrario, vive allora una esperienza mistica straordinaria: "Passavo quasi tutti i giorni in una scuderia che serviva da magazzino, e talvolta a mezzanotte ero ancora sul porto a far caricare o scaricare merci. Scaricatori, carrettieri e anche cinquanta o sessanta cavalli di cui bisognava avessi cura erano la mia compagnia abituale ( ... ) E tuttavia tutti questi fastidi non mi distoglievano affatto da Dio, ma piuttosto mi fortificavano, perché tutto era per la carità e non per mio personale profitto. Mi vedevo talvolta così sovraccarica di affari che non sapevo da dove cominciare. Mi rivolgevo al mio abituale rifugio, dicendogli: "Amor mio, non posso fare tutte queste cose; fatele voi per me, altrimenti tutto si fermerà" (. .. ) Tutte le mie austerità non mi appesantivano per niente il corpo; ero molto gioiosa con chi dovevo esserlo tanto che si pensava mi divertissi con loro; ma era l'unione che avevo con Dio a rendermi così gaia e allegra, perché non trovavo nulla di piacevole nel mondo" (V, 55-56; J I, 162-163). E ancora: "Nostro Signore voleva che io fossi legata in quel modo, lenendo il mio dolore col ricordo delle sue parole: Il mio giogo è dolce il mio peso è leggero (Mt 13, 11 ). Egli infondeva poi nella mia anima l'effetto e l'efficacia di queste parole divine, ciò che calmava il mio dolore, e la faceva correre nella sua via in mezzo alle cose più grossolane e materiali, nelle quali, pur applicandosi ad esse con il corpo, lo spirito è continuamente unito al sovradorabile Verbo Incarnato. Se suona l'orologio, è costretta a contare con le dita, perché questo intervallo per contare, benché avvenga per necessità, serve ad interrompere il suo colloquio amoroso con l'Amato. Se bisogna parlare al prossimo, il suo sguardo non si distoglie da Colui che ama. Quando il prossimo risponde, il suo colloquio riprende e l'attenzione a ciò che è necessario non le impedisce quella che rivolge a Dio. Così avviene anche per lo scritto, nel quale la sua attenzione è duplice: al suo divino Oggetto e alla cosa della quale si tratta. Quando deve intingere la penna nell'inchiostro, questo tempo è prezioso, perché lo spirito e il cuore ne approfittano per il loro colloquio. Anche alla presenza di tutti, nulla è capace di distrarla." (J II, 231) Questa "grande applicazione a Dio" non impedisce a Maria di passare attraverso dolorose oscurità che si alternano a grazie di luce intensa. All'inizio del 1625, vede il suo cuore incastonato nel Cuore di Cristo; si trova "applicata" ai misteri del Verbo Incarnato. Lo stesso anno, il lunedì di Pentecoste, una visione della SS. Trinità fa nascere in lei un ardente desiderio di unione, desiderio che è insieme gioia e tormento. Durante la Settimana Santa, nel 1626, riceve una conoscenza tutta particolare degli Attributi divini. Il giorno di Pentecoste del 1627, durante una seconda visione Trinitaria, vede realizzato il suo desiderio nel matrimonio mistico con il Verbo Incarnato. Ne segue un "martirio d'amore"; poi, nel 1628, è la volta di uno stato di cui Maria potrà scrivere: ·


225 "Il mio spirito si semplificava sempre più per fare meno atti interiori ed esteriori ( ... ). E' una cosa talmente semplice e delicata che non si può esprimere. Si può parlare di tutto, si può leggere, scrivere, lavorare e fare ciò che si vuole, e, tuttavia, questa occupazione profonda rimane, e l'anima non smette di essere unita a Dio" (V, 152; J I, 234). La vocazione religiosa. Non meravigliamoci se Maria si sente sempre più attirata dal chiostro. Nel corso degli anni, ha pensato alle Carmelitane, stabilite a Tours nel 1608, poi alle Fogliantine; questi Ordini contemplativi non potevano non sedurla. Ma molto presto ha sentito un'altra attrattiva: "Da quando Dio mi aveva dato le prime e forti impressioni di lasciare il mondo, esse furono di essere Orsolina, perché esse erano state istituite per aiutare le anime, cosa alla quale ero potentemente inclinata, ma a quel tempo non c'erano ancora a Tours ( ... ) avevo soltanto sentito parlare di loro ( ... ). Ma essendo venute le Reverende Madri Orsoline ad alloggiare dove sono ora, tutte le volte che passavo davanti al loro monastero, sentivo in me una tale emozione che sembrava che il mio cuore si dovesse fermare in quel posto con l'affezione di rimanervi. Non volevo, tuttavia, affezionarmi tanto perché temevo di attaccarmi ad una cosa di cui non avrei potuto venir a capo. Così, cercavo di far svanire questi sentimenti del mio spirito e di perderne la stima, benché riflettessi spesso sui pensieri che Nostro Signore mi dava sull'utilità di questo Ordine e come strappasse anime dalle mani di Satana. Mi sembrava che dovessi fare più caso a questo che non a tutte le austerità degli altri, e che avendomi la Sua Bontà fatto tutti i favori di cui ho parlato in mezzo alle preoccupazioni del secolo, questo Ordine mi sembrava più adatto degli altri, poiché la conversazione con il prossimo era ancora conforme a quella che Nostro Signore aveva avuto quaggiù nell'istruzione delle anime. Soppesavo molto questa considerazione e la trovavo di gran peso" (V, 162 ... 165; J I, 261-262). "Temevo di attaccarmi ad una cosa di cui non avrei potuto venire a capo"! Lo si capisce. Il suo ruolo presso i Buisson... e Claudio! Claudio soprattutto! Occorrerà l'incoraggiamento unanime dei Foglianti, del Superiore delle Orsoline e dell'Arcivescovo di Tours; occorrerà l'assicurazione formale dei Buisson che si prenderanno cura del ragazzino; occorrerà anche la voce di Dio: "Affrettati! E' ora; nel mondo non vi è più nulla da fare per te", perché Maria varchi finalmente la porta del monastero, il 25 gennaio 1631. Lasciare suo figlio è per lei una lacerazione. Alla fine della vita ne fremerà ancora. La disperazione del figlio, disperazione fomentata, lo possiamo ben pensare, dallo zio Buisson trasforma in agonia i primi giorni di Maria in convento. Claudio continua a venire a reclamare sua madre in parlatorio; approfitta dei lavori in corso per introdursi nella clausura; con alcuni compagni viene ad insistere in portineria e ad urlare alla porta: "Restituitemi mia madre!" Povera madre! Si aspetta di essere rimandata a causa di questo scandalo. Ma le è data una certezza interiore: Dio stesso si prenderà cura di


226 questo figlio tanto amato. Quanto al padre di Maria, molto rattristato anche lui, morirà nell'estate del 1631. Al Monastero di Tours. Claudio si e tranquillizzato: e Maria si prepara alla Vestizione, fissata per il 25 Marzo. Le cerimonie della Chiesa, gli uffici e le processioni le sono sempre piaciuti. Ha letto e gustato i Salmi da cui traeva volentieri giaculatorie ("In Te Domine speravi ... "). Ora gusta più che mai profondamente la salmodia, la liturgia; pone la sua gioia nel seguire la vita comune; si sente nel suo elemento. L'unione con Dio si approfondisce ancora; e il 17 marzo, durante l'orazione della sera, è nuovamente trasportata nel mistero della Trinità: il Padre, il Figlio e Io Spirito Santo si comunicano a lei per possederla interamente. Si vede "come un puro nulla inabissato nel Tutto" (J II, 285-287). Questa terza estasi Trinitaria è il preludio di una lunga notte. Il noviziato di Maria dell'Incarnazione - è il suo nome ormai - trascorre nelle tentazioni, nei dubbi, nei sentimenti amari. Il suo direttore ha lasciato la città e nessuno la capisce. Di tanto in tanto, qualche sprazzo di gioia, come avviene al - momento della professione, che ha luogo il 25 gennaio 1633. Breve tregua. Ma la Provvidenza manda allora alla giovane professa un Gesuita esperto, il Padre Giorgio de la Haye, che riconosce il carattere soprannaturale delle prove subite dalla sua penitente; dopo averla rassicurata, le ordina di mettere per iscritto il racconto di tutte le grazie ricevute da Dio. Questa "Relazione del 1633" servirà più tardi a Dom Claudio Martin, insieme a quella del 1654 indirizzata a lui stesso, per scrivere la vita di Maria dell'Incarnazione. Nell'autunno del 1633, le pene sono scomparse. Maria dell'Incarnazione ha ritrovato la pace. E tuttavia non è completamente appagata; si sente nella comunità "come in un luogo di rifugio", in attesa che il Signore le manifesti i suoi disegni.

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227

Antico monastero delle Orsoline di Tours

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Via Poitou

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Cimitero

'\J 16 1. Residenza della Petite Bourdaisière 2. Cappella di San Michele (1626-1655) poi classi 3. Primo coro delle religiose 4. Educandato: 3 piani (1655?) 5. Cucine 6. Refettorio (1631) 7. Capitolo (1655) 8. Nuovo coro delle religiose 9. Cappella di Nostra Signora dell'Assunzione (1655) 10. Sacrestia 11. Parlatori e infermeria (1682?-1690?) 12. "Servitù" 13. Vecchie classi 14. Priorato di St-Jean-des Coups

·,

15. Fontana (1644) 16. Verso la Cappella S. Giuseppe Da Mons. J. Beaumier,

Il Reliquiario della Grande Orsolina a Tours. Trois-Rivières, Canada 1972, p. 99


228

La vocazione missionaria. Comincia il Natale del 1633, ancora una volta durante un sogno (J II, 303-305). Maria si vede, in compagnia di una signora sconosciuta, camminare molto faticosamente verso un paese di nebbie "tanto desolato quanto spaventoso", dove l'aspetta la Vergine Madre di Dio, che sta parlando di lei a suo Figlio. Si sveglia "con nel cuore una pace ed una dolcezza straordinarie", senza tuttavia capire il significato di un sogno simile. Poco dopo riceve una grazia che orienterà tutto il resto della sua vita: "Dunque, all'età di trentaquattro-trentacinque anni, entrai nello stato che mi era stato mostrato in qualche modo e del quale stavo come in attesa. Era un'emanazione dello spirito apostolico, il quale altro non era che lo Spirito di Gesù Cristo; questi si impadronì del mio spirito, perché non avesse più vita se non nel suo e per il suo, essendo io totalmente occupata degli interessi di questo divino e sovra adorabile Maestro e dello zelo per la sua gloria, affinché egli fosse conosciuto, amato e adorato in tutte le nazioni che aveva riscattate con il suo Sangue prezioso. Il mio corpo era nel nostro monastero, ma il mio spirito, che era legato allo Spirito di Gesù, non poteva essere rinchiuso. Questo Spirito mi portava col pensiero nelle Indie, nel Giappone, nell'America, nell'Oriente, nell'Occidente, nelle regioni del Canada, presso gli Uroni e in tutta la terra abitabile dove v'erano anime razionali, che vedevo appartenere tutte a Gesù Cristo. Con una certezza interiore, vedevo i demoni trionfare di quelle povere anime che essi strappavano al dominio di Gesù Cristo (nostro divino Maestro e sovrano Signore, che le aveva riscattate col suo Sangue prezioso). A causa di queste certezze e visioni, diventavo gelosa, non ne potevo più, abbracciavo tutte quelle povere anime, le tenevo nel mio seno, le presentavo al Padre Eterno, dicendogli che era tempo di fare giustizia in favore del mio Sposo (che sapeva bene di avergli promesso in eredità tutte le nazioni, e per di più che aveva soddisfatto col suo Sangue per tutti i peccati degli uomini, i quali prima erano tutti morti e condannati alla morte eterna; e che, sebbene egli fosse morto per tutti, non tutti vivevano e che mancavano tutte le anime che gli presentavo e che portavo nel mio seno; che gliele domandavo tutte per Gesù Cristo al quale appartenevano di diritto). Passeggiavo in spirito in queste grandi immensità e vi accompagnavo gli operai del Vangelo, ai quali mi sentivo unita strettamente (per il fatto che essi si consumavano per gli interessi del mio celeste e divino Sposo) e pensavo di essere una cosa sola con loro. Sebbene, col corpo, mi applicassi alla pratica attuale delle regole, il mio spirito non tralasciava le sue corse; né il mio cuore, con un'attività amorosa più veloce di qualsiasi parola, cessava di importunare il Padre Eterno per la salvezza di tanti milioni di anime che gli presentavo." (V, 300-301; J Il, 309-313). Nominata sotto-maestra delle novizie nel gennaio 1634, Maria le prepara al loro futuro compito di catechiste, comunicando anche a loro lo zelo missionario che la brucia.


229 Parla delle missioni alle suore, alle allieve, a coloro che vengono a trovarla in parlatorio. E continua a pregare: si esaurisce in suppliche. Non sa ancora che la sua preghiera è imperfetta ... "Una notte gli stavo presentando questo grave problema; attraverso una luce interiore, conobbi che la sua divina Maestà non mi ascoltava (né accoglieva benignamente, come faceva di solito, i voti e le istanze che gli presentavo). Questo punse il mio cuore e il mio spirito di un'angoscia estrema, (accompagnata da umiliazione e disposizione a sottomettermi alla sua divina Giustizia per quanto mancava da parte mia. Da parte del mio Sposo, infatti, vedevo la giustizia, e avrei voluto essere condannata a subire tutte le pene immaginabili al fine di trovarmi nello stato di purità richiesta per poter raggiungere il mio scopo e piegare il cuore dell'Eterno Padre a fare sì che il mio diletto Sposo, che egli aveva costituito Re delle nazioni, ne fosse il pacifico possessore mediante la loro conversione. Sentivo nella mia anima che il Padre Eterno gradiva le mie insistenze per una causa così giusta, ma che mancava qualche cosa che egli voleva da me per essere esaudita). Mi consumavo ai suoi piedi, mi inabissavo nel centro della mia bassezza per ottenere che piacesse alla sua divina Bontà mettere in me quello che più le sarebbe piaciuto, perché mi esaudisse in favore del mio Sposo. Allora sperimentai un flusso e un raggio divino nella mia anima, che fu seguito da queste parole : "Pregami per mezzo del Cuore di Gesù, il mio amabilissimo Figlio: per mezzo di esso ti esaudirò e ti concederò quello che chiedi". (V, 305-306; J II, 314-315)2 Maria non dimenticherà mai la lezione divina. Ormai domanderà sempre all'Eterno Padre la conversione delle anime "per il Cuore di Gesù Cristo." Ed ecco che, poco dopo, sperimenta il rapimento della sua volontà da parte di Dio (J II, 323-325). D'ora in poi, sarà il Cristo a pregare in lei, a volere in lei. D'altro canto, il sogno del 1633 si chiarisce: all'inizio del 1635, mentre Maria dell'Incarnazione è in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, si rinnova la visione del paese misterioso, accompagnata da una spiegazione e da un ordine: "E' il Canada che ti ho fatto vedere; bisogna che tu ci vada a costruire una casa a Gesù e a Maria". Adesso sa. Ma che cosa fare? Il Padre Gesuita al quale parla la scoraggia. Allora, per il momento, Maria non fa niente. Questo affare non è suo, ma di Dio; aspetta quindi nella pace, con la volontà perduta nella volontà divina. Non fare nulla ... aspettare nella pace ... un modo di dire, perché scrive, e molto, per cercare di interessare chi di dovere; infiamma lo zelo delle educande di cui ha appena ricevuto l'incarico, quello delle novizie e quello delle religiose della comunità. E aspetta... Aspetterà quattro anni poiché gli ostacoli sono numerosi; così pure le reticenze di coloro che la circondano. Lei non dubita. E infatti, quando è il momento, la Provvidenza interviene - e con mezzi inattesi.

2

Altra versione in V,524 e O,659. La sola differenza è l'espressione.


230

Verso il Canada. Maddalena di Chauvigny, signora de la Peltrie, è una giovane vedova d'Alençon che ha deciso di dedicare la sua fortuna ad una fondazione in terra canadese. Per riuscirci, bisogna usare sotterfugi romanzeschi, far credere che si risposa, cercare appoggi altolocati, ottenere numerose autorizzazioni, lottare palmo a palmo con i superiori religiosi ed ecclesiastici. Eccola infine presentarsi alla porta del monastero di Tours. In parlatorio, stupore di Maria dell'Incarnazione: riconosce in Madame de la Peltrie la signora del sogno. Da quel momento, tutto va velocemente, la partenza potrà avvenire entro pochi giorni. Giorni segnati dalla sofferenza: "Ebbi un presentimento di quello che mi doveva accadere in Canada. Vidi croci senza fine, un abbandono interiore da parte di Dio e delle creature in un grado molto crocifiggente; che stavo per entrare in una vita nascosta e sconosciuta. Avevo l'impressione che la Maestà divina mi dicesse con un'insinuante penetrazione: "Va', ora mi devi servire a tue spese; (va' a darmi prove della fedeltà che mi devi con la fedele corrispondenza alle grandi grazie che ti ho concesse"). Non posso dire lo spavento che provarono il mio spirito e tutto il mio essere per quel presentimento. (Tuttavia sentii in me stessa una generosità così grande per fare e soffrire tutto quello che sarebbe piaciuto alla Maestà divina, che al momento stesso mi abbandonai per uniformarmi ai suoi ordini e seguirli in questa cosa che, umanamente, non potevo affrontare senza il suo aiuto). Nessuno si rese conto di quello che soffrivo durante quell'operazione." (V, 367; J II, 348349). E, certamente, Maria soffre al pensiero di suo figlio di vent'anni che sa di non dover mai più rivedere e che, volontariamente, non ha avvisato. Il 22 febbraio 1639, Maria dell'Incarnazione, accompagnata da una giovane suora di 22 anni, Maria di S. Giuseppe, lascia per sempre il suo monastero. Non sospetta minimamente dello choc che l'attende a Orléans: Claudio, avvertito dalla zia Buisson, ferma sua madre e cerca di impedirne la partenza ... Quali parole non deve strappare dal cuore per calmarlo! Fatto sta, che il giovane si acquieta e consente, anch'egli, al sacrificio. Quanto a lei, "mi sembrava che le ossa mi si slogassero", dirà più tardi. A Parigi, Madame de la Peltrie tenterà invano di avere una Orsolina parigina per la fondazione: opposizione dell'Arcivescovo. Ma la Regina, Anna d'Austria, e grandi personaggi della Corte e della capitale s'interessano all'avventura e promettono aiuto e protezione. Quanto ai conventi, promettono preghiera e sacrifici. A Dieppe, al piccolo drappello si aggiungono Maria Cecilia di Santa Croce, della Congregazione di Parigi, e tre Agostiniane che partono, queste ultime, per fondare un ospedale grazie alla Duchessa d'Aiguillon. Ed è una traversata epica di tre mesi: mal di mare, tempeste, pericolo di un incontro con gli Spagnoli, perfidia della nebbia e, soprattutto, lo spavento dovuto ad un iceberg, evitato appena appena, che getta tutti nel terrore - tutti tranne Maria la cui “sola inclinazione è nella volontà di Dio”.


231 In Nuova Francia. Il 1° Agosto 1639, le missionarie arrivano finalmente a Québec. Québec. Champlain ha gettato le fondamenta della città nel 1633. Ma per ora c'è soltanto il forte (a dire il vero poco imponente), rare case di pietra e capanne di legna; circa 250 coloni francesi. Un certo numero di Algonquini si sono stabiliti a Sillery, ad una lega da Québec. Le altre tribù indiane sono nomadi. Quella degli Irochesi è, e sarà ancora a lungo il terrore della colonia. L'accoglienza del Governatore e dei coloni è entusiasta, senza parlare di quella dei Gesuiti. Quanto alle condizioni di vita, sono tra le più dure: due piccole stanze che non riparano nè da la pioggia nè dal vento, e servono a tutto: clima molto duro; cibo strano; minaccia frequente di fame; timore di guerra, spesso giustificato; adattamento alla sporcizia delle piccole indiane, al loro odore, alla loro psicologia sconcertante; apprendimento, oh! quanto difficile! delle lingue indigene ... Ma che gioia anche quando una giovane "selvaggia" si converte e riceve il battesimo: "Le feci dare il nome della nostra prima Madre, Sant'Angela, stimando che ciò le era dovuto poiché Dio l'aveva convertita in una Casa delle sue figlie" (O, 165). Maria dell'Incarnazione non smetterà più di "consumare la sua vita per il servizio di Dio e delle povere selvagge". Lavori e preoccupazioni innumerevoli costituiscono il suo retaggio quotidiano, mentre la sua vita mistica va approfondendosi e semplificandosi sempre più. Lavori e preoccupazioni. Per insegnare il catechismo alle giovani e alle donne indiane, Maria impara il montagnais, l'algonquino e l'urone. Comincerà l'irochese verso i 70 anni. Dà lezioni alle sue giovani suore; e, per aiutare le sue allieve e le religiose che verranno più tardi, compone in queste lingue "barbare" dizionari, grammatiche e catechismi. Riceve nelle sue classi le giovani Francesi della colonia, signorine non facili a quanto sembra, poiché trenta di loro le danno più da fare di sessanta in Francia. Il suo parlatorio non si svuota: religiosi, abitanti di Québec, a cominciare dalle autorità, visitatori di Francia, viaggiatori di passaggio che vengono a chiedere preghiere o consigli; l'influenza dell'Orsolina sull'evoluzione della colonia è considerevole. E poi scrive. Intrattiene una corrispondenza abbondante e continua con suo figlio, con i Gesuiti missionari del Canada stesso, con le sue suore di Tours e numerosi conventi di Francia, con la sua famiglia. Scrive a quei grandi personaggi incontrati a Parigi che hanno promesso aiuto e protezione; sa ringraziarli, tenerli al corrente di ciò che avviene, mantener vivo il loro interesse, e anche tendere la mano. Lo fa in lettere spesso pittoresche, redatte in fretta e in condizioni di totale mancanza di comfort. Sì, i lavori non mancano.

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232 E neppure le preoccupazioni. Colei che non smetterà di essere sia superiora sia "depositaria", cioè incaricata del materiale, capirà allora quanto gli avvenimenti della sua vita passata siano stati provvidenziali: "Vedo e sperimento che tutti gli stati, prove, lavori ed infine tutto ciò che è avvenuto presso mio cognato a mio riguardo, era una disposizione per formarmi per il Canada; è stato il mio noviziato, dal quale tuttavia non sono uscita perfetta, ma almeno, per la misericordia di Dio, in grado di portare le preoccupazioni e i lavori del Canada" (V, 56; J Il, 485). E il problema delle Costituzioni: due suore di Parigi sono venute nel 1640 a raggiungere il piccolo gruppo. Ma "Parigi" e "Tours" non hanno le stesse Costituzioni. Ci vuole un adattamento; tanto più che alcuni usi, normali in Francia, non sono affatto applicabili in Canada. Ci sono le preoccupazioni finanziarie, sempre presenti, ma accresciute ancora nel 1641 con la partenza a Montréal di Madame de la Peltrie - un colpo di testa che passerà: rientrerà a Québec tra la fine del 1643 e gli inizi del 1644. C'è la costruzione del monastero - e bisogna far venire tutto dalla Francia, materiali ed operai, senza contare gran parte del cibo. Poi l'incendio di questo povero convento a Natale del 1650 e le difficoltà della ricostruzione. E poi la guerra, le incursioni degli Irochesi ( 1646-1649), e il martirio di parecchi Padri Gesuiti. Ci sono i diverbi con il primo Vescovo della nuova Francia circa i regolamenti della Comunità. All'interno di quest'ultima, ci sono sofferenze di altro genere: e due religiose ritornano in Francia. Ci sono le scosse sismiche (1663);e la preoccupazione causata alla missionaria per i danni provocati, tra le tribù, dall'acquavite, ed i suoi interventi presso il Governatore (O, 681). Inoltre la preoccupazione costante della madre, che pensa al figlio che ha lasciato, questo figlio che ha avuto molte difficoltà nel trovare la sua strada, ma che nel 1641 ha finito per entrare dai Benedettini. Claudio, però, non ha il bell'ottimismo naturale di sua madre che dovrà continuamente sostenerlo con il suo affetto e le sue lettere. Grazie alla direzione materna, insieme molto alta e molto realista, Dom Claudio Martin diverrà un santo monaco. E' in risposta ad una reiterata richiesta da parte sua che Maria scrive, nel 1654, una seconda Relazione della sua vita spirituale. Con i suoi consigli aiuta anche sua nipote, Maria Buisson, entrata anche lei nel 1644 dalle Orsoline di Tours e diventata religiosa con lo stesso nome della zia.

"L'amore divino si mostra terribile, penetrante, inesorabile in materia di purezza, nemico irriconciliabile dello spirito della natura

Vita mistica. Nella "Relazione del 1654", Maria spiega come, fin dal suo arrivo in Canada, ebbe a soffrire una lunga notte di sette anni, durante la quale tutto è per lei


233 croce. Maria è come immersa in un inferno; sente un'estrema avversione per le Sorelle; conosce tentazioni di disperazione. E' aiutata in questa prova dal P. Gerolamo Lalemant, Gesuita, che le permette, nel 1645, di fare il voto di cercare in tutto la maggior gloria di Dio. Il Padre Lalemant l'ha anche aiutata a redigere le Costituzioni del monastero canadese. Sono terminate nel 1647. E, questo stesso anno, improvvisamente, il giorno dell'Assunta, ritorna la luce nell'anima di Maria. Nel 1650, è capace di accogliere l'incendio del convento con parole di benedizione e di abbandono. Nel 1653, quando il Canada sembra perduto, pronuncia il voto di vittima "per tutto questo desolato paese". Resistendo alle pressioni provenienti dalla Francia perché le Orsoline abbandonino il Canada, Maria dell'Incarnazione, forte della certezza interiore, continua a ricostruire e la Vergine le tiene compagnia: "Appena ebbi incominciato, sentii la sua assistenza in un modo e in una misura molto straordinaria, che consisteva nell'averla sempre presente. Non la vedevo con gli occhi del corpo né attraverso una visione immaginaria, ma nel modo con cui il sovradorabile Verbo Incarnato mi fa l'onore e la misericordia di comunicarsi a me, per unione, per amore e per una comunicazione attuale e continua. Era una cosa che non avevo mai sperimentata riguardo alla santissima Vergine, Madre di Dio, se non in quell'occasione, pur essendole stata sempre molto devota. Anzi qui, a parte l'unione che avevo con lei nel mio intimo, che mi induceva a parlarle con la mia amorosa attività semplicissima e intensissima nel fondo della mia anima, come parlavo al suo dilettissimo Figlio, io la sentivo, senza vederla, accanto a me; ella mi accompagnava ovunque negli andirivieni che dovevo fare nella costruzione, da quando incominciammo ad abbattere i muri rovinati fino al compimento dell'opera. Cammin facendo, m'intrattenevo con lei e le dicevo: "Andiamo, Madre mia divina, andiamo a vedere i nostri operai". Secondo le circostanze, andavo su o giù sulle impalcature senza paura, intrattenendola in quel modo." (V, 588-589; J II, 440-441). Quanto alla sua vita profonda, essa diventa sempre più semplice e spoglia. Ascoltiamola nelle sue due ultime lettere a Claudio: -- Ottobre 1668. "Non ho più parole ai piedi della Divina Maestà. Le mie orazioni non sono altro che queste parole: Mio Dio, mio Dio, siate benedetto, o mio Dio. I miei giorni e le mie notti passano così, e spero che la Sua Bontà mi faccia spirare in queste parole, e che mi faccia morire come mi fa vivere. Ho detto, in queste parole; dirò meglio, in questi respiri, che non mi permettono di fare alcun atto; non so come bisogna dire quando si tratta di cose così spoglie e così semplici come queste, che consumano l'anima mia nel suo supremo ed unico bene, nel suo semplice ed unico tutto" (V, 713; O, 826). -- Due anni dopo. "Mi vedo perduta per stato nella sua divina Maestà che, da parecchi anni, mi tiene con lei in un commercio, in un legame, in una unione e in una familiarità che non posso spiegare. E' una specie di povertà di spirito che non mi permette di intrattenermi con gli Angeli né delle delizie dei Beati, ne dei misteri della fede. Talvolta voglio distrarmi


234 io stessa dal mio fondo per fermarmici e rallegrarmi delle loro bellezze come di cose che mi piacciono molto; ma immediatamente le dimentico; e lo Spirito che mi conduce mi rimette più intimamente nel mio fondo nel quale mi perdo in Colui che mi piace più di tutte le cose ( ... ). L'anima porta in questo fondo tesori immensi e che non hanno affatto limiti: non c'è nulla di materiale, ma una fede totalmente pura e totalmente spoglia che dice cose infinite" (V, 717; O, 896-897). Verso l'unione consumata. Quando Maria scrive queste righe, ha 70 anni; le restano due anni da passare quaggiù. E' sempre stata robusta e forte; tuttavia, nel 1645, è stata molto malata; e di nuovo nel 1657, gravemente questa volta. Si è rimessa. Dal 1664, tuttavia, è preda di sofferenze quasi continue, alle quali è stata preparata da un sogno profetico - ancora uno! E non ha diminuito 1a fatica. Nel 1671 vede morire Madame de la Peltrie, poi si ammala lei stessa seriamente e deve acconsentire a stare a letto il Venerdì Santo 1672. Sapendo che la sua fine è ormai vicina, apre la sua camera alle sue care piccole selvagge per sorrider loro e benedirle un'ultima volta. E il 30 aprile 1672, stringendo al cuore il crocifisso, entra finalmente nella gioia del suo "gran Dio"! Maria dell'Incarnazione è stata beatificata il 22 giugno 1980. La sua vita non è forse una magnifica illustrazione dell'incoraggiamento dato da S. Angela?: "Fate, muovetevi, credete, sforzatevi, sperate, gridate a Lui col vostro cuore; e senza dubbio vedrete cose mirabili, rivolgendo tutto a lode e gloria della sua Maestà e al bene delle anime" (Pr.A) E S. Angela, nella Regola, aveva raccomandato alle figlie una preghiera fatta di spirito apostolico: "Degnati, Signore, di perdonare i peccati (. .. ) del mondo intero, del che ti prego per la tua sacratissima Passione, per i1 tuo Sangue prezioso sparso per amor nostro( ... ) Signore, mi dolgo e mi si spezza il cuore in luogo di quelle misere creature che non ti conoscono, né si curano di partecipare ai meriti della tua sacratissima Passione. Volentieri darei io stessa il mio sangue per aprire la cecità delle loro menti" (R. V). · E Maria dell'Incarnazione, come un'eco, presenta all'Eterno Padre la sua preghiera quotidiana: "E' attraverso il cuore del mio Gesù, mia via, mia verità e mia vita che mi avvicino a voi, o eterno Padre. Attraverso questo Cuore divino io vi adoro per tutti quelli che non vi adorano, vi amo per tutti quelli che non vi amano, vi adoro per tutti i ciechi volontari che per disprezzo non vi conoscono. Io voglio attraverso questo cuore divino pagare per tutti i mortali. Faccio il giro del mondo per cercarvi tutte le anime riscattate dal Sangue preziosissimo del mio divino Sposo; voglio pagare per tutte loro attraverso questo divino Cuore. Le abbraccio tutte per presentarvele attraverso di lui. Vi chiedo la loro conversione; vorrete tollerare che non conoscano il mio Gesù? Permetterete che non vivano in Colui che è morto per tutti? Voi vedete, o divino Padre,


235 che esse non vivono ancora. Ah! Fate che esse vivano attraverso questo divin Cuore. Su questo adorabile Cuore vi presento tutti gli operai del Vangelo; riempiteli del vostro Spirito Santo per i meriti di questo divin Cuore. Su questo sacro Cuore come su un Altare divino io vi presento Claudio Martin, vostro piccolo servo (mio figlio) e Maria Buisson, vostra piccola serva (mia nipote), vi domando nel nome del mio divino Sposo che li riempiate del suo spirito e che siano eternamente vostri sotto gli auspici di questo adorabile Cuore." L'Orsolina francese del XVII secolo è davvero la figlia della vergine di Brescia.

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236

MARIA DELL'INCARNAZIONE CONSIGLI DI IERI PER OGGI Vivere di fede Ci sono vere visioni che vengono da Dio ma ciò che avviene nell'anima per l'operazione della fede è più sicuro e di più grande merito, e conserva meglio lo spirito di umiltà. O, 764 Ma come, mi direte, sono sacrificato sul Cuore che mette dovunque l'incendio, e non brucio? Pensate che sentiamo sempre il fuoco che ci brucia? Parlo di questo Fuoco divino. Non saremmo mai umili se non sentissimo le nostre debolezze, ed è bene che l'amore ci renda il suo fuoco insensibile affinché bruciamo in modo più puro. O, 184

Poiché lo volete, chiedo a Dio per voi il dono d'orazione e soprattutto quello dell'umiltà e della vera abnegazione di voi stesso, senz.ala qual virtù non c'è affatto vera orazione né vero spirito interiore, dovendo l'uno e l'altra andare di pari passo, altrimenti tutte le nostre devozioni sono sospette. Ed è questa la lezione che ci insegna la nostra vera Causa esemplare, per possedere interamente il suo spirito. 0,228 Non mi sarebbe possibile, benché sia una creatura debole e idiota, di gustare una devozione campata in aria, e che avesse fondamento solo nell'immaginazione. Il nostro divin Salvatore e Maestro si è fatto nostra causa esemplare( ...) perché lo possiamo più facilmente imitare( ...). Ecco la devozione che mi sostiene, senz.ala quale crederei di costruire sulle sabbie mobili. 0,373 Ci sono dunque due cose in questa imitazione, cioè la pratica esteriore delle massime del Vangelo e la familiarità interiore in rapporto alla vita interiore di Gesù. Non avrei creduto( ...) che la vita più sublime consistesse in questo, se non ne fossi stata assicurata per una via che non posso scrivere (...) In apparenza ci sono i tempi di estasi e di rapimento che sembrerebbero essere qualcosa di più sublime; ma no; il nostro Gesù, la sua Santa Madre e i santi Apostoli ci sono testimoni fedeli del contrario. Benché tutte queste cose siano buone e sante quando vengono dallo Spirito di Dio, non sono nulla confronto alla suddetta virtù né alle disposizioni interiori di grazia di cui ho parlato e che sono tutta la mia vita, la mia forza, il mio sostegno. Il dono più prezioso (...) in definitiva, è lo spirito del Sacro Verbo Incarnato quando Egli lo dona in modo sublime( ...). E' un dono che non si acquista in una meditazione. Può, tuttavia, accadere che Dio lo doni ad un'anima che è stata fedele in qualche occasione importante per la sua gloria, e anche in una piccola fatta con perfetto amore di Dio e completo odio di sé; ma ordinariamente lo dona dopo molti sudori nel suo servizio e fedeltà alla sua Grazia.


237

Questo dono è un'intelligenza dello spirito del Vangelo e di ciò che ha detto, fatto e sofferto il nostro adorabile Signore e Maestro, con un amore nella volontà conforme a questa intelligenza.

0,376 Quando si appartiene a Dio, bisogna seguirlo dove Egli vuole, e bisogna sempre ritornare a questo punto di perdersi nella sua santa volontà. Credo sia ciò che lo Spirito voglia dire nella Scrittura: Avrà nome "Mia volontà in lei". Per anivare a questa perdita, bisogna vivere di fede, poiché dice ancora: "Il mio giusto vivrà per la fede".

0,597 Non mi dite più quindi che preferireste la solitudine e la vita ritirata alle cariche e agli impieghi. Non amateli perché sono brillanti, ma perché sono nell'ordine della volontà di Dio.

O,896 Fate attenzione( ...) di non voler troppo avanzare prima del tempo. Quando vorrà che, nonostante le occupazioni esteriori, non lo perdiate di vista, lo farà Lui stesso. Di più: quando il suo spirito si sarà reso maestro del vostro e si sarà impadronito del vostro profondo per tenervi nell'unione intima e attuale con la sua divina Maestà con uno sguardo d'amore, tutte le vostre occupazioni non potranno distrarvi da questo divino commercio.

O, 715 Purezza Anche se avessi passato tutto il giorno a parlare di affari necessari, ciò non mi avrebbe affatto distolto da questo grande sguardo di Dio. Ma se vi fossi stata un po troppo libera, lasciandomi andare a qualche parola inutile o a qualche divagazione di spirito, per poco che ci fossi stata, sentivo questo legame interiore indebolirsi in me e come se volesse sciogliersi, con un grande rimprovero interiore. J I, 154 Per prendere un sentiero molto breve, mi sembra sia assolutamente necessario troncare le riflessioni sulle cose che possono darci pena. (...). A dire il vero, dai trent'anni, quando Dio ini ha fatto la grazia di attirarmi ad una vita più interiore, non ho trovato mezzo più potente per farvi grandi progressi all'infuori di questo troncamento universale di riflessione sulle difficoltà che si incontrano, e su ciò che non tende a Dio o alla pratica della virtù.

0,374 Infanzia spirituale I piccoli fanno piccoli regali; ma un Dio divinizza i suoi figli e dona loro qualità conformi a questa alta dignità. E' per questo che mi piace di più amarLo ed accarezzarLo piuttosto che fermarmi a considerare le mie bassezze e le mie indegnità.

O, 271


238

E' molto importante che sperimentiamoin noi stessi delle debolezze, perché, portandole in noi, abbiamo umiltà in noi stessi e compassione per gli altri. V 238 Orazione Qualunque soggetto d'orazione prenda, qualunque cosa abbia letto o sentito leggere con tutta l'attenzionepossibile, la dimentico( ...) (O,930; V, 722) Commento di Claudio: Cinquant'anni dopo che Dio aveva preso possesso della sua anima, per quanta esperienza avesse (...) non smetteva di disporre la sua anima per qualche soggetto che leggeva o sentiva( ...). Con questo ci insegna che, per quanta attrattiva l'anima possa avere (...) non deve trascurare la preparazione dell'orazione comune. Quando bisogna intingere la penna nell'inchiostro questo tempo è prezioso, poiché lo spirito ed il cuore ne approfittano per fare il loro colloquio. J II, 231 Giaculatorie Mi ricordo che la nostra defunta mamma, quando era sola nel suo traffico, approfittava di questi momenti liberi per fare delle orazioni giaculatorie molto affettive. In quei momenti la sentivo parlare a Nostro Signore dei suoi figli e di tutte le sue piccole necessità. 0,235 Vi dico questo( ...) affinché l'imitiate.

0,236 Bisogna che questa pratica sia la vita della vostra anima. .

0,237 Non diminuite mai il vostro impegno nelle orazioni, soprattutto nell'orazione mentale, e nelle orazioni giaculatorie e nelle aspirazioni del vostro cuore a Dio. 0,369 Vocazione Orsolina La vita mista ha i suoi grattacapi, ma è animata dallo spirito di Colui che l'ordina. Non mi trovo mai meglio in Dio che quando lascio il mio riposo per suo amore (...). La vita mista di questa.qualità mi dà un vigore più grande di quanto possa dire. Così è la mia vocazione che devo amare al di sopra di ogni altra. O, 187


239

Abbiamo grandi obblighi verso Nostro Signore per averci chiamato a seguirlo nella via dello spirito che è la via dell'orazione unita alle buone opere, e che si avvicina di più alle massime di Gesù Cristo.

0,494 ... Non prendersi sul serio ... Sto per lasciare la carica di Superiora, e al tempo stesso molti fastidi inerenti a questo impiego; dopo di che cercherò di praticare i consigli che dò ...

0,236 Prudenza Quanto alle dottrine che fanno oggi tanto rumore in Francia, faccio attenzione di non intromettermi a parlarne, e ancor meno di scrivere in alcuna maniera né i miei sentimenti né quelli di chiunque, riguardanti l'affare di Mons. Arnauld. Avendomene scritto una persona di Francia, che vi è molto implicata, non le ho risposto per non darle modo di scrivermene in avvenne.

0,344 Ho appreso che gli screzi, in occasione delle notizie e cattive dottrine, continuano in Francia, come e più che mai. Ciò mi affligge stranamente(. ..). Quanto a noi, mio carissimo figlio, non entriamo affatto in questi partiti; detestiamo la cattiva morale come la falsa speculazione, per seguire quella che è più conforme allo spirito di Gesù Cristo e della Chiesa sua Sposa.

0,610 Commento delle massime del Vangelo (O, 342) 1.

Accusata d aver fatto qualche mancanza, non scusarsene per niente, anche se si è innocenti, e non accusare coloro che l'avrebbero fatta per scaricarsene, se non ci va di mezzo la gloria di Dio, a giudizio di chi è interessato.

2.

Vegliare sul proprio spirito e sul proprio cuore, per non lasciarsi sorprendere a dire parole lamentose o esagerate, quando si pensa di essere o si è effettivamente offese, ferite, respinte, umiliate, sia con parole sia con azioni.

3.

Non dire nulla a propria lode, né sminuire l'altro, tacitamente o apparentemente, quando è lodato da qualcuno o che si tratti, secondo carità, di lodare o di dirne bene. .

4.

Fuggire l'emulazione o la gelosia dei beni e delle soddisfazioni altrui, sia interiori, sia esteriori, ma piuttosto gioirne e stimarsi indegna di possederne altrettanto.

5.

Esercitarsi ad un pio e caritatevole affetto verso coloro per i quali si ha naturale antipatia, prendere per innocenti le loro azioni e giudicare le loro intenzioni secondo carità.


240

6.

Esercitarsi ad uno spirito di pazienza verso il prossimo, secondo i precetti del Vangelo.

7.

Lavorare al troncamento di ogni tenerezza verso se stessi e di riflessioni superflue su ciò che potrebbe causare pena.

8.

Lavorare seriamente alla dolcezza interiore ed esteriore e alla mansuetudine ed umiltà di cuore conformementeal Vangelo.

9.

Non adombrarsi volontariamente,né sospettare per piccole apparenze, e non lasciarsi affatto andare all'inquietudine.

10.

Soffrire con amore e dolcezza i dolori del corpo e le afflizioni dello spirito, le umiliazioni e le mortificazioni da parte di Dio e del proSSlIDO.

11.

Mortificare certi piccoli appetiti, inclinazioni e tendenze naturali in tutto ciò che è possibile, senza far torto allo spirito e al corpo.

12.

Obbedire con fedeltà ai movimentied ispirazioni di Dio, e in tutto ciò obbedire e seguire la direzionedel Padre spirituale.


241 Capitolo VI

LA GRANDEZZA DELLE ORSOLINE DEL XVII SECOLO "Historia magistra Vitae" "La meravigliosa storia delle prime Orsoline francesi". Questo il titolo che il canonico Leone Cristiani dava nel 1935 al libro che pubblicava per commemorare il quarto centenario della fondazione della Compagnia di S. Orsola. Storia meravigliosa in effetti. Nel 1673 (data della pubblicazione delle Chroniques ), una sessantina d'anni dopo la fondazione dell'Ordine come tale, c'erano in Francia circa 300 monasteri dove vivevano circa 10.000 religiose. E le Orsoline, educando nelle loro scuole - riempite, appena aperte - bimbe e ragazze di tutte le classi sociali, hanno avuto un ruolo di primo piano nella formazione del XVII secolo francese. Donde è venuto loro questo successo prodigioso? ...Un po' di gloria umana... Si conteranno tra le Orsoline: Caterina di Noailles Tre nipoti di Descartes La nipote di Malherbe La figlia di Racine Tre zie di Fénelon

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Senza . dubbio_ _la opera di educazione cnstiana nspondeva al bisogno pressante del tempo, di quell'epoca uscita dalle guerre di religione che avevano accumulato sul suolo francese rovine spirituali oltre che materiali. In alcuni casi, la spiegazione del favore di cui godettero E più tardi... i monasteri di Orsoline sta proprio in Una sorella di Diderot questo, quello di Parigi ad esempio. La sorella di Buffon Il frutto apostolico nelle profondità dei Due zie di Lamartine... cuori è venuto dalla vita soprannaturale intensa che anima, fin dall'inizio, l'Ordine di S. Orsola.: vita attinta nell'unione intima con Dio e che fruttifica in apostolato.

La prefazione del Breviario Romano usato dalle Orsoline (1687) mette magnificamente in rilievo questa caratteristica della loro vocazione: "Sia cantare le lodi di Dio e sia applicarsi alla santificazione delle creature; elevarsi fino al cielo per mezzo dell'Ufficio divino, abbassarsi verso la terra per mezzo dell'educazione dei fanciulli, è imitare gli angeli ( ... ) è praticare la carità dei santi nel cielo e quella dei giusti sulla terra; è partecipare ai due ministeri del sacerdozio di Gesù Cristo, è, infine, essere e sue spose divulgando la sua gloria e sue vittime consumandosi nel suo amore.


242

I Padri della Chiesa e i maestri della vita religiosa hanno creduto che questi due ruoli non fossero incompatibili e che la loro unione, conservata con fedeltà, potesse essere senz'altro molto eccellente. Non c'è nulla di più utile nè di più perfetto nella religione (. .. ) che l'unire la vita attiva alla contemplativa ( ... ). La contemplazione più solida e meno soggetta alle illusioni (dice S. Agostino ) è quella in cui si sa prendere il volo verso il cielo per amore di Dio, ma nella quale si scende anche sulla terra per amore del prossimo. ( ... ) Che le vergini occupate a seguire l'Agnello facciano risuonare su tutti i loro passi inni alla sua gloria, ma si ricordino che, se la sola purezza insegna questo nuovo canto, lo canta soltanto la carità ( ... ). Che si salga come Mosè sulla montagna per parlare al Signore nell'orazione, ma che non si dimentichi anche di scenderne, a seconda dei bisogni, per insegnare la legge di Dio agli uomini, per impedire alle figlie di Israele d'adorare l'idolo ( ... ) E' lo spirito dell'Ordine di S. Orsola; è la vocazione perfetta delle sue figlie." Vocazione perfetta delle sue figlie... La studieremo sotto i tre aspetti già incontrati. Le Orsoline sono: - consacrate, - donne consacrate insieme, - consacrate apostoliche.

*CONSACRATE Abbiamo visto come la consacrazione verginale al Cristo Sposo sia stato il perno di tutta la spiritualità di Angela, e come la Regola di Tournon sia divenuta l'eco della Fondatrice. Che cosa ne dicono le Costituzioni dell'Ordine? Come è stato vissuto questo mistero sponsale dalle Orsoline moniali? Sono le due domande che affronteremo, seguendo il piano precedentemente utilizzato.

I - I TESTL: COSTITUZIONI 1. La scelta di Dio Il titolo di "sposa di Gesù Cristo" si ritrova ad ogni pagina delle diverse Costituzioni dell'Ordine, con la menzione della scelta divina più o meno esplicita.

- AUTUN: La maestra delle novizie deve "preparare una futura sposa del Figlio di Dio" (pag. 295). -LIMOGES: La maestra delle novizie deve renderle "capaci di essere alla

-r-,


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fine del noviziato spose di Gesù Cristo, Re dei re che ricerca la loro alleanza (... ) Che non ignorino (... ) le qualità dello Sposo che le chiede in matrimonio" (271).

- AUTUN: Quando una sorella sarà molto malata, "la si avvertirà di prepararsi ad andare allo Sposo" ; e, attorno a lei, le sue compagne "preverranno con le loro preghiere l'arrivo dello Sposo divino" (150). Ma prima di arrivare a questo punto supremo, devono lavorare a rendersi sempre "più predilette del loro Sposo Gesù Cristo al quale devono perpetuamente rendere grazie dell'onore che ha fatto loro di averle scelte" (12). - TOURS: "Avranno un crocifisso su una croce di legno, che si deve portare sul cuore, ricordandosi che il loro Diletto è per loro, come per la santa sposa, un vaso di mirra" (205). -LANGRES: "Si sono consacrate come spose di Nostro Signore Gesù Cristo" (17). - AVIGNONEl;_ "Le sorelle devono ricordare sempre ciò che sono, cioè consacrate a Dio"(67). E nelle "Istruzioni" si può leggere: "Non sono chiamate a questo santo stato per servire nel timore dei servitori, ma nell'amore dei figli di Dio e delle spose del Re celeste" ( 4); e a pag. 13. "La religiosa è la sposa di Gesù Cristo, grandemente prediletta da Lui".

2. Gioia, azione di grazie Questa donazione totale, che fa dell'Orsolina la sposa del Cristo, è sorgente di gioia, d'umile fierezza e di entusiasmo, abbiamo detto. Se nelle Costituzioni dell'Ordine, l'accento è forse messo soprattutto sull'austerità, più che sulla gioia, tale nota di gioia vi risuona tuttavia molto spesso. E, del resto, perchè dovrebbe esserci incompatibilità tra austerità e gioia? La vita di numerosi santi prova il contrario. - TULLE: "Che tutte siano gioiose, sia alla ricreazione che altrove ( ... ) poichè lo spirito di Dio è sempre gaio, come anche quello dell'Istituto; e che considerino che faranno di più in un'ora di gioia spirituale che in cento di tristezza" (89). (Ecco un testo fondamentale della Madre Micolon!) - LIONE:

Lione fa molto spesso risuonare questa nota di gioia:

+ "Andranno in coro con gioia" (189). + "Accomoderanno la loro camera senza far rumore con gioia e in silenzio" (191). + "Andranno in refettorio ( ... ) godendo interiormente di vedersi in compagnia delle figlie di Dio" ( ... ).(193)

¹ Si tratta evidentemente delle costituzioni di Avignon-les-Royales


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+ "Rinnovino spesso una santa gioia nel vedersi in compagnia di prescelte e predilette Figlie del nostro Dio" (111). + "Le loro risate siano modeste, a testimonianza di una santa ed interiore esultanza in nostro Signore" (115).

- AVIGNONE: "Come lo spirito di malinconia e di tristezza consuma le forze e nuoce alla vera devozione, così la gioia dello Spirito Santo che si diffonde nei cuori con una interiore allegrezza si manifesta esternamente nelle ricreazioni delle religiose, e in una gaiezza e prontezza in tutte le azioni ( ... ) Tutte le suore sono esortate con queste parole dell'Apostolo (... ): "Rallegratevi nel Signore; ve lo dico ancora: rallegratevi!" (61). - BORDEAUX: "Il loro volto deve mostrare più gioia e soddisfazione che non tristezza o altre passioni meno regolate"(66). + "In ricreazione, s'intratterranno in modo santamente gioioso con modestia e semplicità" (75). + "Adempiranno tutti gli incarichi che saranno loro dati dalla Superiora, accettandoli volentieri" (80). - TULLE: "Si mantengano gioiose e gaie tra loro (le allieve) (264). - LIMOGES: "Prenderanno gioiosamente per amore di Lui questo lavoro (la classe) (12). Ce n'è abbastanza per rendere ogni Orsolina seminatrice di gioia! 3. Imitazione L'imitazione di Nostro Signore per amore è il primo bisogno della sposa, poichè l'amore vuole la somiglianza con l'Amato. Qui i testi abbondano. Insistono sull'obbligo dell'Orsolina di seguire e imitare il Cristo, in particolare nella povertà, nella penitenza, nella carità e nello zelo per la salvezza delle anime. Tratteremo a parte la carità (nella seconda sezione) e lo zelo (nella terza sezione). Vediamo ciò che dicono le Costituzioni circa le altre virtù: scelta ridotta di testi tutti dominati da un principio direttore ben enunciato da TULLE: "Il fine dell'Istituto sarà di aspirare a rendersi il più possibile gradite e simili allo Sposo Divino" (3). a) Povertà - PARIGI: "La religiosa che, per conformarsi al suo Sposo Nostro Signore Gesù Cristo, ha rinunciato a tutti i beni della terra, deve procurare di tenersi lontana da ogni cupidigia e da ogni attacco ai beni temporali" (41)2 -LIMOGES: "Non è ragionevole che le spose siano più ricche dello Sposo" (5 e 48).

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Gli articoli segnati con I' asterisco sono stati ripresi nelle costituzioni dell'Unione Romana dal 1903 al 1969.Ciò vale anche per le sezioni seguenti


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+ "Faranno più caso alle cose più povere, come più presentabili alla povertà del loro Sposo" (55). - AVIGNONE: "La povertà è stata resa divina in Gesù Cristo, il Re dei re che l'ha insegnata col suo esempio, con il vivere povero nel mondo e nascendo in una stalla, e predicandola agli Apostoli col Discorso della montagna" (19). b) Obbedienza - TULLE: "Obbediranno, ricordandosi dell'amore che ha portato il loro Sposo all'obbedienza" (12). - LIMOGES: [testo identico al precedente, pag. 44] -AUTUN: "Gesù Cristo si è fatto obbediente fino alla morte di croce. ( ... )

Ha preferito perdere la vita piuttosto che l'obbedienza. Ecco il motivo più potente per seguire Gesù Cristo per la via ed il cammino tracciato dall'obbedienza" (27) - LANGRES: "Può ben esigerla da noi colui che, per risollevare il genere umano abbattuto dal crimine della disobbedienza, si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce" (19).

Apriamo qui una parentesi. Le Costituzioni esigono dalle religiose una obbedienza "cieca", immediata e totale. E il governo delle Comunità può, a buon diritto, essere detto "autoritario". D'altra parte i testi (Bolle e Costituzioni) prevedono un esercizio dell'autorità pienamente equilibrato. E' raccomandato alle Superiore di non prendere decisione alcuna senza aver consultato le "Madri", e talvolta persino tutte le professe. Non si può fare nulla di importante senza il voto del Consiglio. Così, "le superiore avranno il loro potere limitato, e le inferiori la loro obbedienza regolata; queste eviteranno il desiderio del governo e quelle l'eccesso della sovranità" ( cfr. G I, 107). · e) Umiltà - BORDEAUX: "Per trar profitto nella vita spirituale è necessario abbracciare ed amare con tutto il cuore ciò che Nostro Signore ha abbracciato ed amato. Così (Esse ) devono vestirsi dello stesso abito e livrea del loro Maestro, per suo amore; di modo che vorrebbero soffrire ogni tipo di disprezzo e obbrobrio( ... ) per rendersi conformi a Gesù Cristo, che per nostro amore se ne è rivestito e ce ne ha dato l'esempio, affinchè cerchiamo per quanto possibile, con l'aiuto della sua grazia, di imitarlo e seguirlo, visto che è la vera via che conduce alla vita" (12)* - TULLE: "Accetteranno le piccole umiliazioni per amore del loro Sposo celeste che ne ha ricevute di così terribili per loro" (93).


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- LANGRES: "Che tutte le Sorelle, a imitazione del Figlio e della Madre, si umilino di una umiltà interiore ed esteriore, la più bassa e profonda possibile, considerando che questa virtù è il fondamento di tutte le altre" (26). - PARIGI: "Fuggano l'onore e si guardino dal ricercare nè dal procurarsi per qualunque via carica alcuna nè superiorità, per rendersi simili a Nostro Signore, che è rimasto nascosto fino all'età di trent'anni, occupandosi in azioni vili e basse" (112). d) Purezza - PARIGI: La castità, virtù caratteristica di vergini chiamate a "seguire l'Agnello" è “ una virtù tutta angelica e divina, tra le più care a Dio e consacrata nella persona di Nostro Signore” ( 46). Le Orsoline praticheranno dunque "la modestia come si conviene a spose di Gesù Cristo che, per conformarsi al loro Sposo, hanno disprezzato il mondo e abbracciato la croce" ( 48)* - AVIGNONE: "Il Figlio di Dio è stato donato dal Padre suo alla Vergine Santa che è la più pura tra le vergini ( ... ) Le Suore devono amare questa virtù che le rende spose del Re degli Angeli"(21 ). -LIMOGES: "Le suore agiranno come si addice alle Spose di Gesù Cristo, l'Idea di ogni purezza e l'Agnello guida generale delle vergini" (76). e) Penitenza e mortificazione - PARIGI: "Conviene ben che tutti i cristiani l'abbraccino con tutto il loro potere (la penitenza), ma principalmente le anime religiose che devono studiarsi di essere totalmente conformi all'immagine di Gesù Cristo che ( ... ) in tutta la sua vita e morte ha deciso di soddisfare alla giustizia di Dio". Così, "benchè i continui lavori delle Orsoline non permettano di caricarle di grandi austerità ( ...), esse devono tuttavia amarle e stimarle molto, e farne quanto lo permettano la salute e le occupazioni di maggiore importanza"* -BORDEAUX: "Per imitare Nostro Signore, ricercheranno la più grande abnegazione di se stesse e una continua mortificazione in tutte le cose" (54)* Non si può certo andare più lontano nel campo della penitenza al seguito e ad imitazione di Cristo Gesù. 4. Intimità con lo Sposo Se la clausura ha ristretto il campo visibile dell'apostolato delle Orsoline, ha contribuito ad approfondire la loro vita spirituale. Le Costituzioni insistono molto fortemente sull'importanza della vita di preghiera e tantissimi esempi mostrano fino a che punto le nostre Sorelle del XVII secolo siano state grandi contemplative.


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a) Orario. In quasi tutte le Congregazioni, l'orario quotidiano degli esercizi spirituali è il seguente: + Orazione: un'ora il mattino, una mezz'ora la sera; + Ufficio: = della Madonna ogni giorno, = del Breviario Romano nelle feste grandi, = canonico talvolta (Tolosa, Tulle); + Letture: almeno mezz'ora al giorno; + Corona del Rosario: quotidiano, talvolta l'intero Rosario quotidiano; + Esame: due volte al giorno; + Litanie della Madonna ogni sera. -- Ritiro mensile e ritiro annuale (otto o dieci giorni):

-- E TULLE aggiunge un "secondo noviziato". b) Clausura - AUTUN: Se si sforzeranno veramente con la grazia di Dio, di mettere a frutto queste lunghe ore di preghiera, le Orsoline "conserveranno per tutto il giorno lo spirito di orazione" (66) e "il fuoco brucerà sempre nelle loro anime" ( 49). - LANGRES: Per conservare meglio questo spirito di orazione, osserveranno attentamente la clausura, "poiché, per mezzo di essa, saranno maggiormente aiutate al raccoglimento interiore ( ... ) benché la principal clausura delle moniali sia il puro e santo amor di Dio" (21 e 25). e) Silenzio - BORDEAUX: "Ameranno il silenzio, riposo dell'anima" (71 ). -PARIGI: Il silenzio è il "fedele guardiano dell'unzione interiore" (114). - AVIGNONE: (E' il "silenzio sacro" ) "che onora il silenzio del cielo e imita quello di Gesù e di sua Madre sulla terra" (28).

+ Cercheranno di acquisire, per quanto possibile "lo spirito di ritiro e di solitudine ( ... ) perché colui che aderisce a Dio è reso uno stesso spirito con lui, porta con sé la sua solitudine nella conversazione, il suo riposo nel lavoro e il ritiro nelle occupazioni, perché ovunque trova Dio, trova in lui il suo centro, il suo riposo, la sua solitudine( ... ) Il raccoglimento e la solitudine interiore con lo Sposo divino deve essere il banchetto perpetuo delle anime consacrate a Dio" (26 e 27). In questo ambiente di preghiera e di silenzio raccolto, le Orsoline condurranno una vita tutta unificata e soprannaturalizzata.

5. Vita unificata e soprannaturalizzata La preoccupazione dell'unità interiore è evidente dovunque.


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- AVIGNONE: "Bisogna unire Marta e Maria, il lavoro con il riposo, l'azione con l'orazione ( ... ). Per quanto possibile, bisogna che tutte conservino il riposo nel lavoro, lo spirito d'orazione nell'azione( ... ) e che si spendano nelle funzioni della vita attiva con le motivazioni ed i principi delle contemplative" ( Instructions, 6667).

- BORDEAUX: "Tutte si studino di avere un'intenzione pura e retta, non soltanto in ciò che concerne lo stato della loro vita, ma anche in tutte le cose particolari, proponendosi sempre nelle loro azioni, con tutta sincerità, di servire e piacere alla divina Bontà per amore della stessa e per la dilezione ed i singolari benefici di cui le ha prevenute ( ... ) Cerchino Dio in tutte le cose" (55)* Sì, è Dio solo che devono cercare e vedere in tutto.

+ E' l'immagine di Nostro Signore, loro sposo, alla cui presenza si devono sempre mantenere, "che vedranno in ciascuna delle loro sorelle" (47). + E' "nostro Signore, per amore del quale obbediscono ad una creatura, che avranno sempre davanti agli occhi", per aiutarsi a praticare l'obbedienza (48). + In una parola, "ameranno Dio in tutte le creature e tutte le creature in Lui" (56)3 Essendo tutte le azioni così soprannaturalizzate, le Orsoline saranno ancor più unite a Cristo. E le Costituzioni non esitano ad entrare nel concreto: -- Il servizio di tavola: "Immagineranno di servire Gesù ed i suoi Apostoli 11 (Bx,75). -- La cura delle malate. "Vi si dedichino con grande affetto, come se veramente servissero Nostro Signore Gesù Cristo" (Parigi, 145). -- La portinaia: “Si ricorderà, aprendo e chiudendo le porte, di aprire il suo cuore allo Spirito Santo e di chiuderlo al mondo. ( ... ) Onorerà specialmente la Santa Vergine dicendo queste parole: "Ecco la serva del Signore" con le quali Ella aprì al Verbo Eterno l'ingresso nel suo seno verginale e nel mondo” (Avignone, 108) -- La "sacrestana": "Considererà che fa l'ufficio degli angeli ( ... ) Quando darà i paramenti della Chiesa, immaginerà di darli al Figlio di Dio per offrire se stesso come Sommo Sacerdote alla divina Maestà" (Bx, 74 e 75). -- La giardiniera: “Si ripresenterà spesso la cura amorosa con cui Nostro Signore coltiva le nostre anime per renderle gradite al suo Eterno Padre” (Bx, 110). -- La cuciniera: Farà il suo duro lavoro "con allegrezza spirituale, considerando che prepara da mangiare a Nostro Signore ed ai suoi discepoli" (Bx, 107). -- La guardarobiera: "Quando distribuisce gli abiti, domandi a Dio che la rivesta della veste nuziale per andare un giorno in cielo" (Bx, I 03). -- La superiora: "Farà il proposito di essere la Luogotenente di Nostro Signore Gesù Cristo e, di conseguenza, deve svolgere il suo incarico

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Si ricorda che le Costituzioni cli Bordeaux sono state ampliamente influenzate dai regolamenti dei Gesuiti


249 come Egli vuole" (Limoges, 232). Pertanto, "se non vuole fallire, deve spesso guardare alla Divina Maestà( ... ) e pensare spesso che Cristo è la sola via che deve seguire" (Bx, 1 O). Potremmo percorrere così tutti gli impieghi, tutti gli uffici e moltiplicare le citazioni. Queste sono sufficienti per mostrare fino a che punto le Costituzioni insistano sulla soprannaturalizzazione di tutte le attività. In tal modo, tutto sarà mezzo di unione con Dio. Il sonno stesso non interromperà questa unione, perchè "le sorelle tutte le sere uniranno il loro sonno al riposo eterno di Nostro Signore nel seno di Dio suo Padre" (Autun, 133); e così attenderanno in pace che il Cristo loro Sposo venga a cercarle per la divina e definitiva unione in Paradiso. 6. Vigilanza Dal giorno in cui è stabilita la clausura, le Orsoline vivono in condizioni diverse dalle prime figlie di Angela. Ma anche nel monastero dovranno praticare la vigilanza, proteggere il tesoro della loro verginità consacrata. Le Costituzioni a questo scopo prendono molte precauzioni. Alcune di queste misure - imposte del resto dal Concilio di Trento e dalla legislazione ecclesiastica del tempo - hanno un carattere accidentale e sono oggi abrogate negli Istituti religiosi votati alle opere apostoliche: stretta clausura con tutti i suoi corollari, doppia grata, "ruota", velo abbassato per parlare alle persone del mondo, campanello da suonare davanti a qualcuno dell'esterno che entra per necessità in clausura - perché le religiose possano ritirarsi - compagna in parlatorio, visita delle celle da parte della superiora ... ecc. Ma accanto a questi elementi caduchi, ci sono numerose regole essenziali che si impongono a tutte coloro che vogliono rimanere fedeli a Cristo Sposo. Elencate soprattutto nei capitoli della castità e della modestia, si ritrovano in tutte le Costituzioni sotto una forma o l'altra. Ascoltiamo BORDEAUX, che costituisce come un buon riassunto delle altre: =

"Si preoccuperanno di custodire da ogni disordine le porte dei loro sensi, principalmente della vista, dell'udito e del parlare, e di mantenersi soprattutto nella pace ed umiltà interiore ed esteriore, con modestia e serenità di volto, particolarmente quando bisogna parlare, con educazione e gravità del camminare e di tutti gli altri gesti e movimenti corporali senza dar segno di leggerezza e immodestia, negli sguardi o nelle parole" ( 46).

= "Non usino affatto fra loro esagerate dimostrazioni di familiarità ( ... ) E, per meglio conservarsi nella castità del corpo e dell'anima, nel ristoro corporale avranno cura che la temperanza, la modestia e l'onestà esteriore siano custodite in tutte le cose" ( 46ss ). Per meglio conservarsi nella castità, le religiose reagiranno anche contro l'ozio, e contro la civetteria che può annidarsi perfino nei conventi più


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isolati. LIMOGES, riprendendo la Regola di S. Agostino, avverte le sorelle di aver molta cura di non lasciar apparire i capelli. "Se qualcuno vi contravviene, sia punita e notata [e notiamo bene la ragione] - come se non cercasse di piacere allo Sposo" (68). "Cercare di piacere solo allo Sposo". Ecco la regola suprema, di cui tutte le prescrizioni particolari sono soltanto conseguenze. Regola suprema e ultima: chi vuole unicamente Dio, chi non cerca che Lui, chi si appoggia su di Lui, si conserva per Lui solo nella purezza di un grandissimo amore.

Il - GLI ESEMPI VISSUTI 1. Il mistero sponsale E' stato vissuto giorno dopo giorno da migliaia di Orsoline*, senza che abbiano provato il bisogno di discorrerne. Ma basta rileggere certe pagine di Maria dell'Incarnazione o di Caterina Ranquet - per citarne due sole - per rendersi conto che Gesù era veramente per loro lo Sposo che le aveva "sposate".

2. Gioia, azione di grazie Le illustrazioni antiche rappresentano generalmente le Orsoline - secondo l'iconografia tradizionale - solenni nel loro abito monastico, sia come contemplative immerse nell'orazione, sia come maestre gravi e serie, impassibili e ieratiche in mezzo alle loro allieve. Certo esse vivevano claustrate in monasteri circondati da alte mura, monasteri che mostravano al pubblico una facciata austera, una porta conventuale forata da uno sportello, una "ruota" dalla quale doveva passare tutto ciò che proveniva dall'esterno, grate dovunque, in cappella come in parlatorio. All'interno, le religiose conducevano vita austera, "ognuna, sull'esempio di Nostro Signore, ricercando in tutto la più grande abnegazione di se stessa e una continua mortificazione in tutte le cose". Ma optare per la rinuncia per amore di Cristo Gesù, non sarebbe optare per la gioia? In ogni caso, dietro la pesante porta e le grate, le Orsoline vivevano felici e contente. Antonietta Micolon giungerà fino a parlare delle sue "buffonate" in ricreazione. Quanto alla gioia, ci basterà richiamare due esempi:

- CATERINA RANQUET: "La mia anima è sempre in un'allegrezza interiore simile alla felicità che speriamo". E ancora: "Sono talvolta presa da una consolazione ineffabile e non so come farlo capire se non con il

*E continua ad esserlo ... Non resisto al piacere di citare questo piccolo dialogo al capezzale di una suora conversa morente, circa 50 anni fa: - Allora, Sorella, cosa direte a Nostro Signore,arrivando in cielo? - Non dirò nulla. E' Lui che mi dirà: "Eccoti finalmente, mia diletta ! " Non occorrono commenti, vero ?


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paragone di una persona che ha trovato un grande tesoro e che lo porta senza che nessuno lo sappia". Senza che nessuno lo sappia? Sembra dubbio: la gioia interiore irradia una luce che non può essere nascosta! - FRANCESCA FOURNIER: "Non so ciò che Dio farà in cielo; ma penso che non potrei essere più felice di quanto lo sono ora. Mi vedo inabissata e immersa in questo Essere infinito. Mi considero felice, perfettamente, perché Egli è ciò che è. Non posso desiderare nulla di più". "Mi considero felice, perfettamente, perché Egli è ciò che é". Questa gioia è quella di ogni sposa di Gesù. 3. Imitazione a) Povertà - MARIA DELL'INCARNAZIONE: Lei stessa e le sue compagne praticarono eroicamente la povertà in mezzo alle privazioni nel nascente Canada. Durante i primi tre anni del loro soggiorno, tre religiose vivevano con alcune "seminariste" indiane in due camerette "che ci servono da cucina, da refettorio, da luogo appartato, da classe, da parlatorio e da coro"; e in una casa "così povera che attraverso il soffitto vediamo splendere le stelle durante la notte, e dove a mala pena possiamo tenere accesa una candela a causa del vento" (O, 98). Si privavano del necessario per darlo alle "piccole selvagge". E, quando poterono infine vivere un po' più umanamente, l'incendio del 1650 le spogliò di tutto. "Un buon uomo, non potendo capire come si potesse sopportare un simile colpo senza manifestare dolore( ... ) disse forte: "Bisogna che queste figlie siano pazze o che abbiano un grande amore di Dio!" (0,414). Era infatti l'amore di Dio che le rendeva "pazze". b) Obbedienza - FRANCESCA DI BERMOND: Fu richiamata ad Aix, mentre si trovava a Parigi; obbedì immediatamente. Alcuni anni dopo altre superiore le ordinarono di lasciare Macon per rientrare a Lione. La popolazione voleva trattenerla; Francesca obbedì di nuovo: "Quando i superiori danno un ordine, bisogna obbedire, anche se piovessero pietre". -FRANCESCA FOURNIER: Aveva desiderato le missioni; passò tutta la vita nel monastero di Angers, modello di obbedienza. A 80 anni, come è normale, era molto stanca. "Tuttavia, quando la Regola chiamava, sembrava risuscitare e camminava con passo fermo, come se avesse avuto vent'anni". A darle questo vigore era il suo amore della Regola perché, diceva, "la Regola manifesta la volontà di Dio e la volontà di Dio è Dio stesso".


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e) Umiltà - ANTONIETTA MICOLON: Questo tipo originale era colmata di grazie eccezionali; ma le riceveva "come un pastorello idiota che il Re, per divertirsi, avrebbe chiamato presso il suo trono ( ... ) perché, non sapendo come comportarsi, avrebbe preferito cento volte ritornare al suo gregge piuttosto che rimanere in questa situazione non adatta a lui". Un giorno in cui un medico la coprì di ingiurie, le ascoltò senza contraddirlo; poi se ne andò "tutta gioiosa davanti al SS. Sacramento, e lì, aprendo il grembiule, disse al suo Re: Ecco, mio Signore, un grembiule pieno di ingiurie che ho appena ricevuto per vostro amore" (Chr. Il, 254). - RENATA THOMAS: "Essendo calunniata, rimaneva così serena che sembrava dormire con il divin Maestro in una barca agitata dalla tempesta. Mai dalle sue labbra uscirono parole di lamento o di giustificazione. Una religiosa le disse un giorno, tutta indignata: Madre mia, voi tacete troppo. Perché non parlate per ristabilire la verità? Rispose: Ah! figlia mia! Sappiate che se avessi una maggiore conformità con Gesù Cristo, mi lamenterei perchè non sono sufficientemente umiliata" (Chr. Il, 87). -MADRE DELLA NATIVITA' CHARLET: Essendo stata anch'essa ingiustamente accusata di colpe gravi che, si diceva, avevano turbato la comunità e causato scandalo in città, "sopportò questa confusione senza volersi difendere. Ho molte altre colpe, diceva a chi si meravigliava del suo silenzio, e quelle colpe che la luce divina mi rivela mi causano maggiore confusione di quelle di cui mi si accusa e che non ho commesso". - MADRE MARIA DEGLI ANGELI GAY: Ripagava ogni umiliazione ricevuta con un favore a chi gliela aveva causata (Chr. II, 505-1). d) Purezza. castità ... e vigilanza Tutte le Orsoline, "affascinate" da Cristo, hanno voluto piacere a lui solo. Alla richiesta del Signore: "Volete essere mie?" - una richiesta che hanno tutte sentito, ciascuna a suo modo - hanno risposto "SI'", come Maria Guyart. Così CECILIA DE BELLOY. -- Un giorno, quand'era ancora nel mondo, qualcuno le fece un complimento sull'eleganza della sua acconciatura. "Voglio piacere solo a Dio", fu la sua risposta; e immediatamente "tolse questa vanità". -- Piacere a Dio solo, non attaccarsi a nulla, è quanto fece Cecilia come religiosa, e quanto, come superiora raccomandava alle sue suore. Viaggiando per una fondazione, raccontano le Cronache, dovette fermarsi nel castello di una giovane religiosa che l'accompagnava. La suora, istintivamente, stava per chinarsi a cogliere un fiore nel parco; Madre Cecilia le fece un cenno per impedirglielo e le disse: "Bisogna solo passare ... " (Chr. I, 15-2).


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"Bisogna solo passare" ... nel distacco da tutto, per aderire a Cristo, lo Sposo, l'unico Tesoro. Questa è la lezione che ci dà, dopo S. Angela, la prima professa dell'Ordine di S. Orsola.

e) Penitenza Le Chroniques narrano le penitenze spaventose praticate dalle Orsoline del XVII secolo: digiuni, veglie, mortificazioni corporali. Le Costituzioni ne imponevano già un certo numero, ma le suore erano ingegnose per trovarne altre. Così CATERINA RANQUET -- "Durante i grandi freddi, si esponeva all'aria. In primavera ficcava le mani nelle ortiche e tra le spine dei rosai. E d'estate, andava nei luoghi più pieni di pulci e di moscerini per sentirne il disagio" (Chr. 11, 115-2). Nessuno obbliga a fare altrettanto, ma forse c'è qualcosa da imparare circa la disposizione interiore che spingeva la Madre Caterina a questo genere di cose ... 4. Intimità con lo Sposo Le Costituzioni vissute hanno formato delle Orsoline autenticamente contemplative.

- MARIA DELL’ 1NCARNAZIONE: La più celebre di tutte. Non c’è bisogno di parlarne lungamente qui. Ma la sua "aderenza a Dio attraverso tutto", nelle angosce materne, nelle tribolazioni di fondatrice, nel "trambusto degli affari" è più importante di tutte le grazie mistiche di cui fu gratificata. La vita spirituale aveva semplificato la sua anima "in un amore consumante". - FRANCESCA Dl BERMOND: E' stata paragonata da P. Bourguignon a S. Teresa d'Avila, come del resto Maria dell'Incarnazione lo sarà da parte del Bossuet. Passava in preghiera dodici ore nei giorni feriali e quattordici nei giorni festivi. Poteva confessare in tutta semplicità che non faceva più fatica a pregare di un uccello a volare; e che non avrebbe voluto cambiare la dolcezza di un quarto d'ora d'orazione con tutti i godimenti dei piaceri del mondo. E le Chroniques ci dicono, nel loro stile fiorito: " Alzandosi il mattino, si volgeva come il fiore di girasole verso l’Altare dove era il vero Sole · di Giustizia e di Misericordia. ( ... ) Quando entrava in chiesa, il suo cuore volava nella Santa Pisside, come un uccellino che ritorna nel suo nido ( ... ). Quando usciva di chiesa, offriva il suo cuore a Nostro Signore perché la tenesse con Lui nella Pisside" (Chr. II, 71-2):

- CATERINA RANQUET: La conosciamo già bene. Richiamiamo soltanto qualche frase molto eloquente:

+ "Sono come perduta e inabissata in un oceano di pace".


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+ "Ordinariamente non prego Dio, gli aderisco soltanto". + "Sono ridotta a spiegarmi con una parola: SI'!". + "Cerco una parola breve( ... ) ma non la trovo, tanto rimango in un muto balbettamento". + "Non so, ma bisogna che sia divenuta bambina, poiché mi é stata insegnata la prima parola che dicono i bimbi per chiamare il loro padre ( ... ) (cf. p.156) Così a Caterina è stata insegnata tutta la via dell'infanzia spirituale, tre secoli prima di Teresa di Gesù Bambino.

- FRANCESCA FOURNIER: L'abbiamo vista vivere unicamente di adorazione, in un abbandono totale al Dio infinito la cui "dignità è travolgente". - GABRIELLA DES RUBENS: Era mossa dal solo amore di Gesù; ed il Signore le dava le sue lezioni, tra le altre questa: " Figlia mia, voglio che tu unisca il tuo cuore a quello di mia Madre che è una cosa sola con il mio; per questo sono più perfettamente lodato da lei che da tutte le creature" (Chr. Il, 295-2). Inseparabile dall'intimità con il Cristo, la devozione filiale alla sua S. Madre ha caratterizzato fin dai primi giorni l'Ordine di S. Orsola. Abbiamo già parlato a questo proposito di Maria dell'Incarnazione ( p.233 ) e di Caterina Ranquet (pp. 174-175 ). Gli esempi riportati nelle Cronache non si contano. Ne citeremo uno solo:

- Sr. SAINT ALEXIS CONDAMIN: E' una delle prime converse di Lione. Infaticabile nella sua devozione a Maria, aveva eretto un piccolo altare davanti ad una statua di pietra bianca rappresentante la Madonna con il Bambino Gesù. Fiori, ornamenti, lampade accese, nulla era troppo bello per la Madonna. E Sr. St-Alexis "usava della polvere grattata dal piede di questo simulacro per diversi tipi di mali che ne erano diminuiti e spesso completamente guariti". Faceva mille carezze a questa statua e andava a suonarle qualche strumento musicale per farle festa... a parte che non sapeva suonare. A chi glielo faceva notare, rispondeva: "Mi unisco al concerto degli angeli; i loro begli accordi mi suppliranno ben!" (Chr. II, 491-2). Santa semplicità dei "piccoli"! Per terminare questo punto dell'intimità, concludiamo con Cristiani: "Raramente l'intimità tra il divin Sposo e le sue verginali spose è stato più profondo che in questa deliziosa famiglia di S. Orsola" (LC, 233).

5. Vita soprannaturalizzata e unificata Saranno sufficienti alcuni esempi:

- Sr RAYMOND DE S.TE GERTRUDE: Diceva alla sua compagna mentre


255 preparava il pasto della comunità: "Cara Sorella, consideriamo che i nostri angeli custodi ci sostituiscono in coro e fanno ciò che dovremmo fare se l'obbedienza non ci trattenesse qui. Cerchiamo di lavorarvi per amore di Dio, considerando che questa carne che distribuiamo deve servire per nutrire le ostie viventi e consacrate alla Divina Maestà" (Chr. II, 209-2).

- Sr. FRANCESCA PASCAL: Riceveva anch'essa le lezioni da nostro Signore, che un giorno le dice. "Come l'orologiaio dà il movimento all'orologio, anch'io voglio dare il movimento al tuo cuore in tutte le tue opere" (Chr. II, 273-2). - MARIA DELL’INCARNAZIONE: Per non citarla ancora una volta, ascoltiamo ciò che scriveva suo figlio, parlando di questa vita così unificata: "Come gli impieghi esterni non interrompevano affatto l'unione interiore, così l'unione interiore non impediva affatto gli impieghi esteriori. Marta e Maria non furono mai meglio d'accordo in chiunque e la contemplazione dell'una non metteva alcun ostacolo all'azione dell'altra" (V, 702).5 Il fatto è che tutte queste Orsoline contemplative e così spesso autentiche mistiche, erano anche e nello stesso tempo donne eminentemente attive: fondatrici, superiore, econome, insegnanti, catechiste, missionarie. Non si possono avere dubbi: l'efficacia del loro apostolato era il frutto della loro unione con Cristo, della loro intimità con Lui, della loro vita di preghiera, per così dire, ininterrotta. Una vita di preghiera che vivevano insieme.

**CONSACRATE INSIEME "Dio vi ha accordato la grazia di unirvi insieme", dice S. Angela all'inizio della sua Regola. E la parola "insieme" ritorna con insistenza nei suoi scritti, così come le esortazioni alla mutua carità. L'Ordine ha conservato queste caratteristiche. Lo verificheremo ancora una volta nei testi e nella vita.

I - I TESTI: COSTITUZIONI 1. Il principio fondamentale Si enuncia facilmente: la carità vicendevole deve avere la sua sorgente in Dio e mantenersi in Dio. S. Agostino lo diceva già.

- SANT'AGOSTINO: "Poichè siete riunite in comunità, vivete unanimi nella casa, e abbiate tra voi un cuor solo ed un'anima sola in Dio". - LANGRES: "La carità è diffusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo, dice __________________________________ 5

Paragonare con le citazioni di Cozzano

E' esattamente lo stesso spirito


256 l'Apostolo. Questa carità verso Dio e verso il prossimo deve essere la condotta e la regola delle anime religiose" (7).

- AUTUN: "Il termine e il fine del vostro Istituto e delle vostre azioni, è adorare Gesù Cristo che ama il Padre suo e le creature, e di conseguenza amare Gesù Cristo come vostro Dio e di riflesso il prossimo" (11).

-AVIGNONE: "Amate Dio e poi il vostro prossimo; fondamento e fine più alto di perfezione" (35). + "Carità, che è l'unica disposizione per la quale dobbiamo cominciare, continuare e finire, e che comprende tutte le altre" (127). - TULLE: "Ciascuna guardi quanto sia importante essere uno stesso cuore e volontà con le sue sorelle, per mezzo di una perfetta, generale e comune affezione fondata in Dio" (21).

2. La carità richiesta dalle superiore E' la superiora che deve per prima praticare la carità. Infatti, se le Costituzioni parlano dell'autorità della superiora e dell'obbedienza "cieca" delle "inferiori", forse con un po' dell'autoritarismo assoluto che caratterizzava il secolo di Luigi XIV, non mancano tuttavia d'insistere sulla bontà materna che deve addolcire l'autorità.

- LIMOGES: "Il nome di Madre l'obbliga all'amore delle figlie e ad avere un cuore pieno di compassione per sopportare gioiosamente le loro infermità, e di sollecitudine per provvedere liberalmente alle loro necessità ( ... ) Essendo madre comune, deve mostrare lo stesso amore a tutte" (234).

- AUTUN: "Non ha autorità per avere autorità, ma soltanto per esercitare la carità ( ... ) Deve agire come Madre e serva di tutte, non come Signora e maestra "(175).

- PARIGI: "La superiora provvederà con cura e carità alle necessità delle religiose, senza aver riguardo alla loro estrazione e alle altre qualità naturali o vantaggi che potrebbero aver reso al monastero" (27). Si riconoscono in questi testi la bontà e la "piacevolezza" della Madre Suor Angela. Le si ritroverà ancora più tardi quando si tratterà delle maestre delle novizie, come vedremo.

- BORDEAUX: "La maestra sia sempre portata più alla dolcezza che al rigore, perchè la via dell'amore è più conforme allo Spirito di Dio" (35).

- AUTUN: "La maestra delle novizie si comporterà verso di loro come Madre, generandole con pena e lavoro nello spirito di religione ( ... ). Come nutrice e come maestra ( ... ) le amerà teneramente e fortemente" (199).

- LIMOGES: "La maestra delle novizie cercherà di rendersi per loro amabile come la nutrice per il piccolo lattante, come è vero che le novizie sono le bimbe lattanti della Religione" (268).


257 + "Non pensi affatto di governarle a bacchetta, nè di guidarle con autorità, ma con amicizia e benevolenza ( ... ) per far loro amare e abbracciare con franchezza e di buon cuore la vita religiosa" (270). 3. La carità tra sorelle Così accolte e formate alla vita religiosa, le Orsoline costituiscono una famiglia spirituale nella quale tutte devono rispettarsi e amarsi come sorelle. Senza dubbio le Costituzioni insistono fortemente sul danno delle "amicizie particolari", sull'austerità che deve regnare nelle relazioni mutue, "sulla più grande abnegazione di se stesse, la continua mortificazione in tutte le cose" e quindi anche nei rapporti comunitari. Basta, tuttavia, esaminare queste antiche Costituzioni, così austere, per convincersi che questa austerità, questa mortificazione non soffocano l'amore sincero e vero. - BORDEAUX: "Procureranno in tutto e dovunque di preferire le altre a se stesse, stimandole interiormente e portando loro esternamente onore e riverenza ( ... ) con ogni modestia e semplicità religiosa" (54). - PARIGI: "Eviteranno il rumore, per timore di impedire o disturbare il riposo delle altre" (51). + "Non incomoderanno le altre restando troppo a lungo in confessionale, rimandando ad altro tempo il chiedere pareri e consigli di cui avessero bisogno" (98)6 - TULLE: "Ogni sorella sia pronta a scomodarsi volentieri dal riposo e anche dagli esercizi spirituali per aiutare una sorella nelle sue necessità ( ... ) considerando che in lei serve Nostro Signore" (21). + "Le suore converse saranno servite e soccorse come le altre" (147). - AVIGNONE: “Non ci sarà tra le sorelle alcun titolo di Donna, Signora, Riverenza (. .. ). Si renderanno l'un l'altra un rispetto reciproco e cordiale, senza cerimonie e complimenti mondani, ma nella semplicità e modestia religiosa” ( 61) 7 Le Costituzioni giungono fino a chiedere attenzioni tutte piene di delicatezza che sorprendono nell'ambiente religioso così austero dell'Antico Regime. - PARIGI: "Le occupazioni dell'Istituto non impediscono la cura e il tempo che bisogna dedicare alle malate" (144). - LIMOGES: "Le classi finiranno alle quattro; le Insegnanti avranno una mezz'ora per divertirsi" (108). - TULLE: "Dopo le classi, le Insegnanti dedicheranno un'ora a qualche

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Abbiamo incontrato un articolo di questo genere nella Regola di Tournon cfr. pag. 83 7 Raccomandazione assai spiritosa


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distrazione di spirito" (63). - E questa raccomandazione così umana, e d'altronde necessaria per delle religiose di stretta clausura: "Ci siano in giardino dei bei viali per la ricreazione delle religiose" (234). Questi testi mostrano bene quale atmosfera di carità delicata e comprensiva regnava nei monasteri delle Orsoline nel XVII secolo. Lo si vede, è tutto un codice di vita comunitaria - di vita insieme - che vi si trova codificato.

II - LA CARITA ' VISSUTA Ci sarebbero migliaia di esempi da citare per mostrare come la carità fraterna sia stata praticata dalle Orsoline del Gran Secolo. Quelli che presenteremo sono tratti dalle Cronache dell'Ordine.

1. La carità praticata dalle Superiore - CECILIA DE BELLOY: "Allenava gli spiriti in una santa libertà, desiderando che ci si volgesse alla virtù per amore e non per forza; e, nella sua direzione, seguiva l'attrattiva di Dio sulle anime. I suoi rimproveri incoraggiavano invece di abbattere, perché usava parole che rivelavano sempre la tenerezza" (I, 20-2). - MARIA MADDALENA BERON: Era particolarmente buona con le novizie: "stimava che bisognasse un po' coccolare le novizie e le giovani perché prendessero facilmente forza per rendere servizio alla Religione" (I,37-2). . - LA MADRE COTON: Fu spesso criticata per la sua bontà, giudicata eccessiva. Rispondeva che "preferiva andare in Purgatorio per l'eccesso di dolcezza che per quello di severità, poiché Nostro Signore aveva raccomandato la dolcezza e non la severità" (59). - MADRE DELLA NATIVITA’ BOICERVOISE: Fu eletta superiora "a soli 21 anni ( ... ). Con il nome di Madre ne prese anche il cuore" (I,95-2). Molto austera per se stessa, trattava le altre con tanta bontà, dolcezza e sollecitudine che alcune talvolta si lamentavano, dicendo che era esagerato; al che rispondeva che preferiva render conto a Dio della misericordia piuttosto che della giustizia. - LUCREZIA DE GASTINEAU: Mostra la stessa bontà e le stesse esigenze: "L'amore che da un lato sembrava evaporare il cuore di questa Madre in incenso di devozione, lo fondeva dall'altro e lo faceva colare in oro liquido di carità verso il prossimo8. Continuiamo: " ( ... ).Non c'era nulla di più tenero né di più obbligante per lei ( ... ). "Quando devo dare qualche notizia triste, diceva un giorno, ho bisogno di andare a chiedere coraggio al nostro buon Gesù, perché abitualmente sono così commossa che si potrebbe pensare che sia capitato qualche grande dispiacere a me . " Dopo aver _______________________________ 8

Non ritorneremo più su questo carattere fiorito dello stile delle "Cronache". Non per nulla siamo al tempo delle Preziose.


259 ripreso forte una sorella, le dice l'indomani: "Vi amo più di me stessa; voglio vedervi santa ed è per questo che vi rimprovero" (II, 385-2).

- FRANCESCA CARRELASSE: "Ingrandiva il grembo della sua carità, di modo che vi conteneva tutto il mondo (. .. ) Visitava diverse volte al giorno l'infermeria per vedere se le malate non mancassero di farmaci, di alimenti o di dolciumi, raccomandando che nulla vi fosse dimenticato o risparmiato ( ... ) perché il suo cuore era profondamente radicato in Dio. Così Egli vi provvedeva quando meno lo si aspettava ed ella distribuiva liberalmente la parte che gli faceva dei suoi tesori, sapendo che essi erano inesauribili" (II, 278-2). - CATERINA RANQUET: Come mistica ed educatrice è conosciuta. Osserviamola in quanto superiora: Aveva appena 21 anni quando ebbe a compiere questo incarico per la prima volta. All'inizio del suo mandato si mostrò, come molte giovani superiore, "molto rigida; incitava le anime alla perfezione ed esigeva molto da loro". A poco a poco acquisì la bontà e la dolcezza che si addicono alle "Governatrici" della famiglia di S. Angela. Una religiosa, "malata di mente", le procurava pene incredibili; aveva la carità di ascoltare, dalle due alle tre ore, le fantasticherie che le passavano per la testa, e faceva di tutto per evitarle la minima occasione di turbamento. La sua pazienza verso le religiose era invincibile: "Ci trattava tutte con tanta dolcezza e affabilità che ci confondeva ( ... ) e ci portava senza fatica alla pratica delle virtù solide" (Cfr. Gueudré, Catherine Ranquet mystique ... 278-279) 2. La carità praticata dalle suore tra loro In questo campo, gli esempi che abbiamo potuto spigolare sono relativamente poco numerosi: Cronache e monografie parlano soprattutto di quelle che hanno avuto un ruolo importante nel loro monastero. Potremo tuttavia citarne qualcuno. "Unite con il legame della carità", come voleva S. Angela, le Orsoline si sono sforzate di vivere come sorelle nella loro vita monastica comunitaria. E questa unione fraterna ha costituito uno stimolo molto forte per le vocazioni.

-MADDALENA TUBERT e una sua cugina entrarono nel monastero di Blois "soltanto per vedere ciò che vi capitava", con l'intenzione di uscirne subito per "ridere e per beffarsene". Ma quando si resero conto dell'amicizia sincera che regnava tra le religiose ed ebbero sotto gli occhi le loro reciproche attenzioni, quella cordialità di cui non avevano mai visto esempi nel mondo, compresero di aver giocato con il fuoco. Maddalena, "avvinta", confessò la sua colpa, chiese ed ottenne di rimanere nel monastero dove divenne un'eccellente religiosa ed una superiora secondo il cuore di Dio (9).

- Sr. S.TE PAULE DE CHOISEUL: "Non c'era opera faticosa in cui non si 9

Maddalena Tubert é troppo "giovane" per figurare nelle Cronache


260 mettesse per prima e che non lasciasse per ultima" (Chr. I, 76-2).

- Sr. DELL'ANNUNCIAZIONE DE LOUVENCOURT: "Era la religiosa più piccola di statura che sia mai stata ricevuta nel convento di Parigi, ma anche una delle più grandi in spirito, in grazia e in virtù ( ... ). Tutta la sua austerità non andava al di là di se stessa ( ... ) Serviva e obbligava generalmente le sorelle secondo il suo potere; era compassionevole, sincera e cordiale nella conversazione e preveniva quelle che giudicava aver bisogno di riposo, andando a lavorare al loro posto" (I, 91-2). - Sr. CARLOTTA ROUAULT: Apparteneva per nascita ad un ceto sociale elevato "del quale disprezzava gli onori". Serviva le sue suore a spese del suo riposo e dei suoi interessi, e per quanto possibile in segreto ( ... ) Per molto tempo andò a rifare il letto, scopare e ripulire la cella di una inferma, rendendo questo servizio di nascosto, mentre si credeva che a farlo fosse una suora conversa. Insomma, diventava come l'asino del monastero che si caricava tutti i fardelli delle altre" (I, 114-2). - Sr. ROSA LE ROUX conversa, gareggiava in carità con le coriste: "Il colore incarnato da questa Rosa era la carità. Studiava le occasioni per metterla in pratica e suppliva tutte le sorelle negli uffici umili e faticosi. Quelle che la volevano impiegare, la trovavano sempre pronta e di buona volontà, malgrado nascondesse più che poteva le sue buone azioni" (Il, 492-1). - Sr. MARIA DRELY, di Le Havre, estendeva la sua carità alla pazza del convento - siamo nel XVII secolo non dimentichiamolo! - "La carità di questa suora era così manifesta nella comunità che la superiora, per favorirla, le diede di accompagnare totalmente una povera creatura che aveva perduto il senno e che era furiosa. La nostra sorella l'amò come propria figlia, con accortezze straordinarie perché non mancasse di nulla ( ... ). Benché avesse occupazioni più importanti, lasciava tutto quando pensava di esserle necessaria. E, malgrado naturalmente la minima cosa sconveniente le facesse venire la nausea, la carità la rendeva così forte e coraggiosa che superava le sue ripugnanze per soccorrere in tutte le cose colei che non poteva aiutarsi( ... ). Pensava sempre che gliela avesse affidata Nostro Signore, come se avesse rivolto personalmente a lei queste parole: "Ciò che farete al più piccolo dei miei, lo riterrò fatto a me" (11,330-1 ). - MADRE SAN FRANCESCO PALLU: Questo "fiore di amabilità e cortesia" si "rendeva così accomodante verso le sue suore che a tutto ciò che esse le proponevano, non aveva altra risposta se non: come piace a voi. Avrebbe voluto ( ...) dar sollievo a tutte"(II, 489-1). 3. La carità praticata verso le altre comunità Nonostante fossero autonome e limitate dal regionalismo, le comunità di Orsoline seppero praticare la carità fraterna verso le sorelle di altre case, sopratutto in caso di difficoltà straordinarie o di persecuzioni. Ci limiteremo ad un esempio che ci è riportato dalle Cronache, quello della MADRE MADDALENA BERON:


261

"Nel 1636, durante la Guerra dei Trent'Anni e l'invasione spagnola, raccolse e alloggiò caritatevolmente tutte le religiose di Crépy, che erano circa quaranta, e prestò loro il corpo dell'edificio in cui si istruivano le bambine esterne, permise alla sua comunità di prestar loro parte dei loro effetti personali, ella stessa per prima prestò il suo letto e materasso, coricandosi sulla paglia finché esse rimasero al monastero ( ... ) esultando nel vedere, a sua imitazione, tutte le sue figlie incomodarsi e praticare di gran cuore la povertà, la carità e l'ospitalità" (l,33-2 ... ) Segnaliamo anche il caso abbastanza particolare della Bretagna, soprattutto nei conventi di Bordeaux, dove i prestiti e gli scambi di soggetti tra le case erano largamente consentiti (G II, 456-458). La carità verso le altre comunità è una forma allargata di quell'"insieme" voluto da S. Angela e di cui abbiamo parlato. E', invece, molto concretamente, che le Orsoline del XVII secolo lavorano alla loro missione, l'opera di educazione che è stata loro affidata dalla Chiesa.

***CONSACRATE APOSTOLICHE Tutta la nostra vita di Orsoline ha la sua fonte primaria nel grande precetto del Signore: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e con tutta la tua mente, e amerai il tuo prossimo come te stesso" (Le. 10,27). Questo precetto primario lo troviamo all'inizio della Regola di S. Agostino, comune a tutte le Congregazioni di Orsoline: "Prima di tutto, carissime sorelle, amate Dio e poi il vostro prossimo". Precetto ripetuto da S. Angela: "siate mosse dal solo amor di Dio e dallo zelo per le anime" (2° Ric.); e al primo Legato: "siate mosse dal solo amor di Dio e dal solo zelo per la salvezza delle anime". In un modo o nell'altro, le diverse Costituzioni dell'Ordine fanno proprio questo precetto. Come abbiamo fatto precendemente, ci appoggeremo sui testi per studiare lo zelo apostolico delle Orsoline.

I - LA SORGENTE DI QUESTO ZELO DELLE ORSOLINE Non è altro che la loro vita interiore. Il loro zelo è frutto della loro unione con Dio, del loro amore appassionato per Cristo. Le Orsoline sono apostole non "malgrado siano contemplative", ma perchè lo sono e nella misura stessa in cui lo sono. E' questa l'eredità che ci ha lasciato S. Angela.


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Abbiamo visto come la Regola di Tournon abbia saputo conservarla ( cfr. p93). Le Costituzioni dell'Ordine lo evidenziano magnificamente. Ci limiteremo a tre esempi, tra i più belli: - PARIGJ: "Perché Dio benedica la loro fatica e lavorino fruttuosamente, devono sforzarsi di acquisire una grande perfezione e cercare di arrivare ad un alto grado di orazione e a una grande unione con Dio. Perché come il carbone solo caldo non accenderà un altro carbone quanto quello che è arroventato, così coloro che sono poco riscaldati nell'amore di Dio, difficilmente e raramente riscalderanno gli altri nell'amore divino, ma quelle che colmate "di doni perfetti che vengono dal Padre delle Luci" e "contemplando la sua grandezza sono trasformate di chiarità in chiarità come dallo Spirito di Dio", queste con parole efficaci che vengono da un cuore illuminato e infiammato dell'amore di Dio, aiutano molto il loro prossimo. Questo ci insegna la Sapienza increata, il nostro Salvatore e Redentore quando dice: "Chi dimora in me e io in lui, fa molto frutto". Vedete dunque, spose di Gesù Cristo quanto siete obbligate a lavorare per acquisire una grande perfezione e santità, affinché possiate lavorare fruttuosamente e con benedizione e con ciò soddisfacciate la vostra vocazione" (Ch. 11, prima parte).* -AVIGNONE: "La vita delle Orsoline ( ... ) deve essere ben fondata e stabilita nell'orazione e nell'amore di Dio, al fine di espandersi verso gli altri dalla pienezza di questo amore ( ... ): Deve dedicarsi alla contemplazione quanto più ne deve trarre luce e grazia, non soltanto per sé, ma anche per il vantaggio altrui." La religiosa dovrà quindi vivere "in un ardente amore di Dio, perché non si dona agli altri se non ciò che si ha e bisogna essere in uno stato di una grazia eminente prima di operare e di portare effetti di grazia nelle anime" (79). E ancora questa formula lapidaria: "L'effusione delle acque divine della grazia suppone l'infusione" (112). -LIONE-AUTUN: "Se il Padre delle Luci le colma dei doni perfetti e se, contemplando la sua grandezza, sono trasformate di chiarezza in chiarezza dal suo Spirito, le loro parole saranno efficaci come dardi divini, e comunicheranno agli altri la grazie ricevute" (10)

II - LE FORME CHE QUESTO ZELO DEVE RIVESTIRE Prima di esaminare le Costituzioni, conviene vedere brevemente ciò che ne dicono le Bolle di erezione. 1. L'apostolato delle Orsoline secondo le Bolle -PARIGI: "Superato il tempo del probandato, faranno la professione e si

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Si noterà la somiglianza con il testo di PARIGI. Le Costituzioni dell'Unione Romana hanno fuso questi due articoli in uno solo.


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obbligheranno ai voti di povertà, castità e obbedienza e ad occuparsi dell'istruzione delle bambine, proponendosi questo come fine e scopo principale, pensandovi continuamente, disponendo per questo tutte e ciascuna delle cariche ed uffici, applicandovisi con tutte le forze e attenzione di spirito, e stimando che con questo mezzo potranno soddisfare alla vocazione di Dio (Notiamo in questo passo il quarto voto). - TOLOSA: "Le Moniali ( ... ) si occupino gratuitamente dell'istruzione delle bambine, insegnando loro prima di tutto, con la pietà e la virtù, le cose degne di una vergine cristiana, cioè: il compendio della Dottrina cristiana, il modo di esaminare la propria coscienza, di confessare i peccati, di comunicarsi, d'ascoltare la S. Messa, di pregare Dio, di recitare il Rosario, di meditare e leggere i libri spirituali, di cantare i cantici, di fuggire il vizio e le occasioni di esso, di esercitare le opere di misericordia, di governare la casa e, infine, di fare tutte le opere del buon cristiano. Ma, per portare con ancor maggior ardore a questa Istituzione e ritirare dalle scuole impure ed eretiche le fanciulle, insegnino loro a leggere, scrivere, lavorare ad ago in diversi modi, insomma ogni tipo di lavoro decente e conveniente" (Trad. del 1682). - BORDEAUX e LIONE: Queste due Bolle riprendono quasi parola per parola il testo di Tolosa. 2. L'apostolato delle Orsoline secondo le loro Costituzioni Le Costituzioni si conformano alle Bolle e tutte affermano, più o meno negli stessi termini: "Il fine principale per il quale le Religiose di S. Orsola sono state istituite, dopo lo zelo e la gloria di Dio e la loro salvezza , è quello di istruire le ragazze" (Bx, 26). E le Costituzioni precisano: a) Verso chi deve esercitarsi l'apostolato. b) Chi deve esercitarlo. e) In che cosa deve consistere. d) Come si deve esercitarlo. a) Verso chi deve esercitarsi l'apostolato. + Le allieve prima, educande ed esterne: Le educande sono ammesse dall'età di sei anni; ma non le si tratterrà oltre i diciotto anni. Appartengono alla nobiltà (soprattutto alla "nobiltà di toga") o alla borghesia; pagano una pensione. Il loro numero deve essere proporzionato a quello delle religiose. Vivono nel monastero, ma i loro locali sono separati da quelli riservati alle suore; possono ricevere visite in parlatorio, dietro la grata, "assistite da una religiosa" - ma la superiora può permettere ai genitori di vederle qualche


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volta in particolare. Ben inteso, non si parla di "vacanze" fuori dal convento" (11) Le esterne, dette "scolare", appartengono soprattutto a famiglie povere. A Tours ci sono due classi di scolare, una per le "ragazze di qualità" e una per quelle che avranno bisogno di guadagnarsi la vita lavorando con le proprie mani. Questa separazione - esigita dalle abitudini del tempo e dalla grandissima differenza esistente allora tra le classi sociali - "non è ordinata a preferire le une alle altre; ma perché l'esperienza insegna che le ragazze nobili che sono allevate in modo educato e civile, perderebbero tale educazione nella continua e familiare frequentazione delle povere che sono quasi tutte molto rozze". L'istruzione degli ambienti popolari, sempre gratuita, è un obbligo per le Orsoline: "Non ci si dispenserà dall'insegnare alle esterne se non in caso di necessità, quale la peste o altre cause simili, giudicate tali dal Superiore o dalla Superiora" (Parigi, 38). Mai sarà rifiutata una bambina a causa della sua povertà. Ma le si chiederà di essere pulita, altrimenti rischia di essere rimandata per "sporcizia". (Bx, 61). Le scolare passano a scuola due ore al mattino, da due o tre ore al pomeriggio, nelle classi attigue al convento. Hanno circa un mese di vacanza, dalla festa di S. Michele a quella di S. Orsola. Ci si aspetta che le educande ed esterne diventino, a loro volta, apostole: "Le Direttrici veglieranno che le scolare facciano partecipi quelli di casa di ciò che hanno imparato in classe" (Tulle, 273). E BORDEAUX precisa: "Insegnino la prima Dottrina ai loro fratelli e sorelle, alle serve e altre ragazze (. .. ) (82). Più tardi, madri di famiglia, agiranno nello stesso modo verso i loro figli e i loro domestici.

+ Le serve sono anch'esse l'oggetto dello zelo delle Orsoline, e non soltanto attraverso le loro alunne: - TOURS: "Tutte le domeniche, da un'ora a due, si farà nelle classi la Dottrina Cristiana alle povere donne e serve che non hanno la capacità di ascoltare le istruzioni di gente dotta e letterata" (148). · - AVIGNONE: "Tutte le domeniche e feste si farà una Dottrina ( ... ), cui è permesso a tutte le donne e ragazze di assistere, ma non agli uomini (. .. ) La Madre Superiora destinerà a questa funzione le più capaci e le più prudenti tra tutte le religiose" (137). - BORDEAUX: Le Costituzioni chiedono alle Orsoline di creare una "Congregazione di Dame della Città" (42) per insegnare la Dottrina Cristiana alle ragazze povere dell'ospedale ed insegnar loro qualche mestiere

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Queste misure ci sorprendono; allora erano considerate normali e benefiche dalle religiose e dalle famiglie


265 per guadagnarsi la vita. "Le faranno venire tutte le domeniche al Collegio per essere istruite ed esortate a fare bene". Abbiamo incontrato un'istituzione analoga a Tolosa, le "Dame della Misericordia" (cfr. pag. 141); e ne esisteva una anche a Digione. Così, per le molteplici forme di apostolato che la clausura non permette più loro di esercitare, le Orsoline formano e dirigono delle collaboratrici laiche. Non si accontentano di fare, "fanno fare", ed in tal modo possono allargare il campo del loro apostolato.

b) Chi deve esercitarlo E' la comunità intera che è apostolica. E tutte le religiose hanno un ruolo nell'apostolato, perché tutto è organizzato in vista dell'apostolato.

- PARIGI: "Quelle che ( ... ) avranno esercitato e tenuto le principali cariche, come quelle che possono portare il titolo di Fondatrici o di Benefattrici non pretenderanno per questo di dispensarsi o farsi dispensare dall'esercizio dell'istruzione della gioventù, ma vi potranno essere impiegate, secondo le loro forze fisiche e intellettuali, e come riterrà bene la Superiora" (14).

- AUTUN: "Tutte le Suore in diverse cariche, condizioni e gradi (questo è scritto al capitolo delle suore converse), come i membri dello stesso corpo che hanno funzioni diverse, devono essere animate da uno stesso spirito, tendere ad uno stesso fine, partecipare ad una stessa grazia e attendere lo stesso compenso giornaliero, per aver lavorato ad una stessa vigna della Religione, che sarà la corona di giustizia che il Giusto Giudice e Padre di misericordia renderà loro, secondo il grado della loro fedeltà e il merito della grazia" ( 136). L'intero corpo della Comunità è dunque apostolico; ma, come in ogni corpo, le funzioni sono diverse. Così, alcune sono impiegate direttamente nell'educazione e nell'istruzione delle allieve: sono le Madri delle Educande, la Prefetta o Madre delle classi, le Direttrici o Maestre di classe, che, nella Congregazione di Parigi, lavorano sotto la direzione della Maestra Generale. E un capitolo speciale delle Costituzioni è dedicato a ciascuna di queste "ufficiali", con l'indicazione di ciò che si deve fare e come lo si deve fare.

e) In che cosa deve consistere Poiché l'apostolato delle Orsoline è, essenzialmente, come dicono le Bolle e le Costituzioni, l'istruzione delle bambine, bisogna capire bene ciò che si comprendeva nel XVII secolo sotto il termine "istruzione". Non si trattava soltanto dell'acquisizione di conoscenze intellettuali; si trattava anche e soprattutto dell'educazione e della formazione integrale del bambino che il battesimo aveva reso "figlio di Dio". In questa formazione integrale, la catechesi occupa il primo posto.


266 Come già abbiamo detto, le Orsoline erano catechiste anche prima del passaggio alla vita monastica. La Dottrina cristiana è sempre stata l'elemento base, l'elemento essenziale di tutti i loro programmi scolastici ed extrascolastici. Le Costituzioni lo ripetono senza stancarsi: -PARIGI: "Si ricorderanno che la Dottrina cristiana è la prima e principale cosa che devono insegnare loro" (26). -LIONE e AUTUN: dicono esattamente la stessa cosa (88 e 73). - LIMOGES: "Capiscano bene che il fine del loro Istituto è di insegnare alle bambine la Dottrina cristiana ( ... )". "Tutto il resto che possono mostrare loro, serve solo da esca per indurle e attirarle alla loro Disciplina" (296). C'è dunque la "DOTTRINA" e ... il "RESTO", che chiameremmo e - che chiameremo – l’ “ISTRUZIONE PROFANA”.

LA DOTTRINA CRISTIANA Comprendeva + una parte teorica: insegnamento del catechismo,

+ una parte pratica: formazione alla pietà formazione alla virtù. +Insegnamento del catechismo. -BORDEAUX: (Insegneranno) "le quattro parti del catechismo ( ... ) conformandosi interamente alla Chiesa Romana, guardandosi dall'insegnare cose troppo alte e che non capiscono affatto. Per questo si accontenteranno di insegnare semplicemente ciò che è contenuto nel catechismo del Cardinal Bellarmino, ordinato dal santo Concilio di Trento" (81). -PARIGI: "Si atterranno semplicemente al testo del catechismo, senza introdurvi alcun discorso, nè questioni ricercate, reprimendo la curiosità degli spiriti per abituarli a trattare le cose con rispetto, e renderli più umili e sottomessi alla semplice credenza della nostra santa Fede" (27). · - LIMOGES: "Ricerchino invenzioni e industrie per istillare in queste piccole anime molto soavemente quel latte apostolico, quel miele celeste, quell'alimento dell'eternità che è il succo del frutto della vita, la luce delle virtù e la teologia degli Apostoli "(298). Non è bella questa notazione pedagogica nell'austero XVII secolo? +Formazione alla pietà. - BORDEAUX: "Impareranno prima di tutto ad amare Nostro Signore con tutto il cuore ed a fare tutte le cose per amore di lui; ad essere devote alla Santissima Vergine, al loro Angelo Custode e ai santi e alle sante di cui


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portano il nome". Insegneranno loro anche "a dire l'Ufficio, la corona del Rosario, a fare l'esame di coscienza, il buon proposito del mattino, a ben confessarsi e comunicarsi, e daranno loro un metodo per istruirle all'Orazione mentale, e a fare orazioni giaculatorie per mantenersi alla presenza di Dio". (96 e 54). - LIONE: "Insegneranno alle bambine a convertirsi a Dio con l'amore non appena abbiano raggiunto l'uso di ragione; ad armarsi, al risveglio, del segno della croce, ad adorarlo, ringraziarlo, domandargli la grazia e il mezzo di amarlo perfettamente. Insegneranno loro il Pater ( ... ), l'Ave Maria ( ... ), i comandamenti della legge, il Simbolo degli Apostoli" (86). - PARIGI: A pag. 21 si trova lo stesso suddetto testo. La tradizione vuole che la formazione liturgica sia stata molto curata a Parigi: le alunne, ad esempio, assistevano a tutte le cerimonie della Settimana Santa. La preparazione alla prima comunione - solennizzata per la prima volta nella storia al Faubourg StJacques - era fatta in sei settimane rispettivamente dedicate alla Fede, la Speranza, la Carità, la Confessione, la Messa e la Comunione. Al tempo stesso, le religiose dovranno fare attenzione a non frammischiare alla formazione che danno alle bambine ciò che è proprio alla vita religiosa, e meno ancora di "volercele attirare con parole o altre tacite sollecitazioni" (Parigi, 32); poiché, secondo la felice espressione della Madre Micolon nella Regola di Tulle, non spetta a loro "mettersi a far l'ufficio dello Spirito Santo".

+ Formazione alla virtù. -BORDEAUX riassume in una pagina (96) ciò che si trova sparso nelle altre Costituzioni: Impareranno "ad avere odio e avversione al peccato ( ... ) e a voler piuttosto morire che offendere Dio volontariamente, né fare cosa alcuna, per quanto piccola possa essere, contraria alla volontà di Dio" ( ... ) Insegneranno loro "l'onore, l'amore e il rispetto che devono portare al Padre, alla Madre e altri Parenti, a non disprezzare nè dire male di nessuno e a stimare il prossimo; ad onorarsi ed amarsi l'un l'altra , ad astenersi da ogni menzogna e a non prendere nè donare senza permesso; ad essere dolci, umili e sottomesse". · - TOURS aggiunge un consiglio eccellente: "Eserciteranno le loro figlie alla mortificazione delle loro passioni, perché, in qualunque stato di vita Dio le chiami, avranno bisogno di questo esercizio, dovendo dipendere dalla volontà altrui e vivere in società, e anche perché non possono salvarsi seguendo le loro passioni ed appetiti sregolati" (306). - PARIGI riassume in modo generale: Bisogna "inculcare nelle loro anime una grande stima di Dio, un grande timore di dispiacergli e disobbedirgli; poi (insegnar loro) a detestare i vizi, a fuggire la menzogna e i sotterfugi, ad amare la verità e la luce, e a evitare l'ozio" (32).


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L'ISTRUZIONE PROFANA Si era, nel XVII secolo, presi tra due estremi ugualmente pericolosi: un'ignoranza ermetica o una scienza superficiale, pedante e orgogliosa - Basta rileggere la "Scuola delle Donne" e "Le Donne Colte". E si può dire che borghesi e grandi signori volessero meno per le loro figlie - e le loro mogli una istruzione approfondita che una educazione generale seria che facesse di loro delle spose coscienti della loro dignità, delle madri capaci di allevare i figli, delle padrone di casa che sapessero guidare i domestici. E' in questa via media che le Orsoline si impegnarono. Il "resto", l'abbiamo visto, doveva essere insegnato per "servire da esca" ( cfr. pag. 266); ma anche perché questa istruzione profana fa parte della formazione integrale della persona, perché essa può e deve costituire un eccellente mezzo di apostolato. Istruzione: è press'a poco la stessa nelle diverse Congregazioni. In che cosa consiste? Secondo PARIGI, nell’ "insegnare alle educande a leggere, a scrivere, a cucire, e a fare altri lavori onesti e convenienti alla loro età" (27). BORDEAUX è più precisa e più ampia: "Insegneranno loro a leggere in francese e in latino, a scrivere, a contare, a numerare, a scrivere correttamente (. .. )" e anche a parlare in "buon francese". Programma molto ridotto, certo, ma che, ben insegnato, può portare molto lontano. AVIGNONE presenta una piccola originalità: "Non sarà permesso far venire da fuori alcun maestro o maestra per insegnar loro a suonare strumenti o cantare ( ... ), ma se c'è all'interno qualche suora che lo possa, potrà insegnar loro a suonare la spinetta o cantare, ma solo cantici o cose sante" (134). Educazione e galateo: Le alunne vi sono formate dovunque, secondo il loro stato. E BORDEAUX precisa anche: "La Madre delle classi farà una volta al mese lezione di galateo alle esterne" (55). Ordine e pulizia: "Insegneranno alle educande ad abbigliarsi e a tener puliti le proprie cose ed i propri abiti" dice BORDEAUX (55). E TOURS: "Le abitueranno ad abbigliarsi ed accomodarsi loro stesse, a tenere la biancheria e gli effetti personali ben ordinati nel loro baule ( ... ), a non lasciare in giro nulla dei loro lavori, delle loro carte per scrivere, dei loro libri, di tutto ciò che appartiene loro, per ammonirle di essere un giorno buone casalinghe". E in questo campo le suore converse possono molto contribuire all'educazione: Si facciano aiutare dalle grandi a fare i letti per esercitarle". Preparazione all'avvenire: "La Madre delle classi deve avere grande cura che quelle che sono povere apprendano un mestiere", dice BORDEAUX (58). Primo abbozzo delle "scuole professionali" del XX secolo.


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Una giornata al "Grande Convento" di Parigi Giornata d'una religiosa

Giornata d'una educanda

h. 4 Levata h. 4.30 Orazione h. 5.30 Angelus, Ore Orazione h. 6 h. 7 Santa Messa h. 7 h. 7.30 "Regolamento"(= impiego) h. 7.30 h. 7.45 h. 8.15

h.10.30 Pranzo, Ricreazione h. 12 Angelus h. 12.15 Regolamento

h. 14.15 Vespri h. 15 Regolamento h. 16.15 Litanie, orazione h. 17 Cena, ricreazione h. 19 Angelus, Mattutino e Lodi h. 21 Riposo

Levata Santa Messa I Colazione Ricreazione Classe (lettura, maglia, cucito) h. 1O Corona del Rosario, Litanie h. 10.30 Pranzo, Ricreazione h. 12.15 Classe (Ortografia, scrittura, cucito) h. 14 Vespri, merenda h. 15 Catechismo h. 15.15 Lavoro manuale h. 16 Ricreazione h. 16.15 Catechismo, lettura h. 17 Cena, ricreazione h. 19 Preghiera, riposo

Da ANNE BERTOUT, Les Ursulines de Paris... pp. 70 e 107. E' questa la formazione che le Costituzioni chiedono alle Orsoline di impartire alle loro allieve. Oggi sarebbe del tutto inadeguata. Sarebbe impossibile e inconcepibile. Ma era adatta alle abitudini dell'Antico Regime e ha formato legioni di eccellenti cristiane, spose e madri di famiglia esemplari. Di piĂš, in tutte queste raccomandazioni, di cui molte sono arcaiche e superate, si possono cogliere qua e lĂ consigli preziosi che, una volta adattati all'epoca attuale, possono ancora rendere servizio alle educatrici. d) Come si deve esercitar lo S. Angela non ha mai studiato pedagogia, ma era dotata di un'intuizione pedagogica fuori del comune. Era soprattutto illuminata dallo Spirito Santo; e le sue figlie hanno attinto dai Ricordi e dai Legati dei consigli di cui hanno fatto il fondamento della loro pedagogia. Vediamo, dunque, percorrendo alcune Costituzioni, come l'Ordine, erede di Angela, ha giudicato di dover applicare le raccomandazioni della


270 Fondatrice. Le Orsoline dovranno compiere il loro dovere con rispetto, spirito soprannaturale, gioia ed entusiasmo, bontà materna, dominio di sé - e anche dando l'esempio.

+ Con rispetto. Ricordiamo prima di tutto Francesca d'Aubigné, piccola ugonotta di 13 anni che si lasciava libera di mangiare di grasso il venerdì e di non andare a messa. Per rispondere alle sue domande sulla Bibbia, le si fece sentire in parlatorio una controversia tra un teologo cattolico ed un pastore protestante, e si convertì. Rileggiamo ora un testo già incontrato (Parigi, 32) ma in un'altra ottica sotto una forma un po' diversa: "Le bambine secolari devono essere formate dalle maestre - come vere e caritatevoli madri - all'educazione e all'onestà comuni delle cristiane più modeste e virtuose che vivono nel secolo, facendo attenzione a non mescolarvi ciò che è proprio alla vita religiosa, nè nel parlare, nè nelle azioni, e molto più ancora di non volerle attirarcele con taciti procedimenti".

+ Con spirito soprannaturale. Basteranno alcune citazioni: - PARIGI: "Per fortificarsi e incoraggiarsi, si proporranno spesso Gesù Cristo che le vede ( ... ), che queste anime sono il prezzo del suo Sangue, che Egli è morto per loro ( ... ). Potranno rappresentarsi gli Angeli presenti, che contano tutte le loro parole e le loro azioni come cose preziosissime davanti a Dio e delle quali saranno ricompensate in Cielo" (21). - LIONE: "Le Suore, rappresentandosi l'eccellenza di quest'opera; si ricorderanno che Dio ha chiamato a sé i piccoli, che Egli li ha riscattati con il suo Sangue, che gli Angeli li assistono ( ... ) e che saranno ben ricompensate in Cielo" (90). -LIMOGES: "Cerchino di alleggerire il lavoro. e la noia che talvolta accompagna questo ministero con la considerazione del guadagno e profitto inestimabile che ne viene a loro stesse e a queste piccole anime, e da questo alla gloria di Dio e al bene della Chiesa" (298). - Nessun idealismo! Si sa che questo lavoro è "noioso"! =

Ancora Limoges: "Si abitueranno a non guardare nelle loro discepole nè il corpo, né gli ornamenti esteriori, ma a portare lo sguardo sulle loro anime, le quali non sono più belle in un bel corpo né lo sono di meno in uno brutto, né più preziose sotto la seta che sotto poveri stracci; e contempleranno sotto questi corpicini ( ... ) poveramente coperti la bellezza dell'origine divina, l'immagine della Santa Trinità, l'alleanza e la fraternità di Gesù Cristo, il prezzo della Croce pagata per loro, il diritto che loro è acquistato al Regno dei Cieli, l'eredità dell'eternità per la quale sono fatte" (301).

Sembra difficile trovare un testo più bello in tutta la letteratura pedagogica. Un'Orsolina del XVII secolo poteva commentare: "Quanto a me, mi farei scrupolo di non attaccare una spilla ad una bambina per andare ad una


271 messa di devozione, perché tutta la nostra devozione e santità consistono nel far bene il nostro dovere" (Madre Miron, cfr. pag.162).

+ Con gioia ed entusiasmo - disposizioni così conformi allo spirito di S. Angela!

-PARIGI: "Che grandezza nel fare qui l'ufficio degli Angeli Custodi!" (22). -AVIGNONE: "E' fare l'ufficio degli Angeli Custodi ( ... ) e anche con un vantaggio su di loro, perché un Angelo solo è destinato alla custodia di una sola anima ( ... ) ma tra le Orsoline una sola ne può allevare e guidare parecchie ( ... ) e così occuparsi e cooperare all'esecuzione della loro eterna predestinazione".

- LIMOGES: "Dovranno perpetuamente rendere grazie a Dio dell'onore che ha loro fatto di averle scelte per cooperare con Lui a salvare le anime, che è, come dice S. Denys, il ministero più divino che si possa trovare" (12).

+ Con bontà materna. Come richiesto sia da S. Angela sia dalle Costituzioni dell'Ordine:

- BORDEAUX: "Le Madri di ogni classe non saranno soltanto per le loro scolare direttrici per istruirle, ma vere madri, che le amano teneramente, per educarle più soavemente alla devozione" (80).

- LIONE: "Si comportino nei loro riguardi come buone e caritatevoli madri, adattandosi sempre alle necessità e alle infermità della loro età" (96).

- TULLE: "Amate teneramente Dio in queste anime, perché l'amore vi farà trovare tutto facile, e procurate di essere amate da loro". Amate, sì; ma "senza attaccamento".

- LIMOGES: "Faranno attenzione che queste bambine non leghino in loro il proprio affetto, ma in Dio e nella loro salvezza; e che al cambiamento di Maestre non trovino difficoltà in quelle che saranno loro date" (302), Come una madre, l'Orsolina sarà attenta a tutto, ai bisogni delle anime ma anche ai bisogni dei corpi:

- PARIGI: "Si avrà una grande cura nel pettinare e pulire le educande; abbiano biancheria quanta ne avranno bisogno e siano onestamente vestite; ma soprattutto si avrà cura del loro nutrimento corporale, dando loro del buon pane e buon cibo, nella quantità e così sovente quanto è necessario, senza eccesso di troppo o troppo poco che possa interessare la salute" (31 ).

+ "D'inverno, la Maestra Generale vedrà se le educande hanno del fuoco; farà la visita dei dormitori più spesso che potrà e avrà grande cura che le finestre siano chiuse mentre si pettinano le allieve" (il che prova, tra


272

parentesi, che si pettinavano le bambine e che le finestre erano generalmente aperte, anche d'inverno!). + "Le maestre faranno attenzione alla statura delle allieve; veglieranno che siano allacciate diritte (...). La maestra di scrittura veglierà affinchè abbiano un buon assetto mentre scrivono, soprattutto quelle la cui vita avrebbe tendenza a piegare". Si avrà ugualmente cura della loro distensione: nell'orario sono previste delle buone ricreazioni; e quella che le sorveglia farà attenzione a che le bambine "non si scaldino correndo". La bontà materna dell'Orsolina deve manifestarsi verso tutte, senza preferenza di persone: "Si guardino dal mostrare più affetto alle une che alle altre" (Tulle, 263). Il che non deve, invece, impedire di discernere i bisogni diversi e agire di conseguenza:

-PARIGI: "( ... ) tanto più che, delle giovani, le une si correggono con il timore, le altre con la dolcezza, le une con la verga , le altre con dolci persuasioni, le une con il silenzio, le altre guardandole e con il solo contegno; le maestre di ogni classe si studieranno di notare il loro carattere, la loro inclinazione e capacità, per guidarle e trattarle con prudenza e discrezione" (24). Questo consiglio, già dato da S. Angela (VIII R) è una delle regole d'oro della pedagogia che, lo si vede, non è stata inventata nel XX secolo!

+ Con dominio di sè. Un dominio di sé tanto più necessario in quanto le religiose dell'epoca non potevano mai contare su un solo giorno di vacanze senza le educande. Le Costituzioni avvertono:

- PARIGI: "Se, per ben governare, bisogna aver imparato a comandare a se stessi, le Religiose che sono destinate per la guida e l'istruzione delle giovani veglieranno a reprimere le passioni ed i movimenti che potrebbero essere oggetto di correzione, facendo attenzione a non lasciarsi andare alla collera" (23). - TOURS: "Le sorelle reprimeranno le inquietudini, le impazienze, le vivacità e la collera, cui coloro che trattano con le bambine sono soggette, a causa del poco di soddisfazione che da parte loro hanno ordinariamente gli spiriti più formati e più solidi. Non diranno mai ingiurie alle loro allieve tali da far notare in loro qualche notevole difetto del corpo o dell'anima, sia per non offendere i genitori, sia per custodire la modestia" (143)

+ Con l'esempio. Abbiamo già citato un testo di BORDEAUX che riprende quasi testualmente le parole di S: Angela: "Che le figlie loro affidate possano specchiarsi in loro( ...)". Questo apostolato per mezzo dell'esempio, tutte possono e devono praticarlo, quelle che sono incaricate dei lavori domestici come le insegnanti; e non c'è nulla di più efficace: TOURS osa scrivere, al capitolo sulle suore converse: "Le giovani si formano più sull'esempio di quelle che le servono che non per mezzo delle istruzioni loro impartite".


273

III - ZELO APOSTOLICO VISSUTO: ALCUNI ESEMPI Lo zelo apostolico che le Costituzioni esigono dalle Orsoline è passato nella loro vita. Alcuni esempi testimonieranno della spiritualità apostolica dell'Ordine concretamente vissuta. Conosciamo già Maria dell'Incarnazione, non ci ritorneremo sopra. Ma prima di far posto ad apostole più oscure, ascoltiamola parlare della sua prima compagna che le Chroniques chiamano "La nostra Amazzone cristiana" (Chr. Il, 456-2). Si tratta di MARIA DI S. GIUSEPPE de la Troche de Savonnières, partita da Tours con Maria all'età di 22 anni; arrivata in Canada, impara molto velocemente l'urone e l'algonquino e si sacrifica senza risparmiarsi. Dopo la sua morte, Maria dell'Incarnazione scrive di lei: "Nostro Signore le aveva donato una grazia particolare per guadagnare i cuori, non soltanto delle giovani ma anche degli uomini e delle donne di queste due nazioni (uroni e algonquini) ( ... ). La si chiamava la santa figlia. E io l'avrei volentieri chiamata la santa Madre, perchè li amava e consolava come una madre fa con i suoi figli, e li guardava come creature fatte ad immagine di Dio, per la cui salvezza avrebbe voluto donare la propria vita, se le fosse stato possibile" (O, 451 ). Notiamo ancora questo: l'apostolato esercitato dalle figlie di Angela è stato spesso il motivo decisivo per certe vocazioni; e l'appello sentito a "lavorare per le anime" è sorgente di azione di grazie ed anche stimolo. 1. La stima delle Orsoline per la propria vocazione - MADDALENA DE LA BOUTIERE ( del S. Sacramento) della Congregazione di Digione: "Quando le si ebbe detto l'ufficio delle Orsoline e che esse lavoravano al bene delle anime senza mancare agli esercizi dell'orazione, manifestò che entrerebbe più volentieri là che altrove" (Chr. II, 31-2).

+ L'inclinazione del suo cuore era per il suo Istituto. Diceva ordinariamente che una delle cose che le davano più speranza per la sua salvezza era la grazia che aveva di essere dedicata all'istruzione, e che facendola le sembrava di essere ai piedi della Croce, a raccogliere le gocce del prezioso Sangue di Gesù Cristo" (ibid. 34). -

MADRE MARIA TOULOUSE, di "Lione". Piena di zelo per i lavori dell'apostolato presso "povere figlie", quando si sentì prossima alla fine, "pregò insistentemente la Superiora di raccomandare alla comunità lo zelo dell'Istituto, e che si facesse bene attenzione di non scaderne. Disse la stessa cosa a tutte le sorelle che la visitarono nella sua ultima malattia, assicurando che Dio dispenserebbe le sue grazie alle Orsoline per lo spirituale e per il


274 temporale, nella misura in cui avrebbero la gioventù da istruire" (Chr.II, 2162). - CATERINA Dl BERMOND: "chiese a Dio la grazia di insegnare alle bambine fino alla morte" e fu esaudita, poichè fu presa dalla febbre mentre faceva il catechismo. E pochi giorni dopo, guardando il cielo, la si vide sorridere, e nello stesso istante spirò" (Chr. I, 38-1). -MARIA FREMONT: Questa giovane suora di Le Havre "disse una volta ( ... ) alla Superiora che se avesse avuto la sicurezza di morire quel giorno, non domanderebbe nulla, per disporsi, se non andare in classe, poiché credeva di rendere più servizio a Dio in quello che non in ogni altro esercizio" (Chr. II, 333-1). - FRANCESCA Dl MARSILLAT: "Essendo sul letto di morte e vedendo che il suo male andava per le lunghe, supplicò che le si facesse la grazia di portarla dalle esterne, affinché fino alla morte attendesse a questa carità" (Chr. II, 1532). stima - FRANCESCA Dl CAZERES esprime mirabilmente questa dell'Orsolina per la propria vocazione. Rileggiamo qui il testo già citato: "Dobbiamo avere riferimento allo spirito apostolico, secondo la nostra vocazione che è di seminare ed aumentare la fede in tutto il mondo, istruendo le anime e lavorando alla salvezza del prossimo. Gli piaccia santificarci e renderci utili nel nostro ministero per l'infusione del duplice spirito di santità e di zelo" (Chr. I, 151-1) (vedere pag. 178). 2. L’esercizio dello zelo apostolico Abbiamo già detto (pag. 265) che tutte le religiose della comunità dovevano esercitarlo, ciascuna secondo le proprie possibilità. Ci sembra giusto dire che molte erano particolarmente adatte a farlo: donne colte, che venivano da ambienti umanistici o che appartenevano alla nobiltà di toga, parecchie sapevano il latino e la filosofia di S. Tommaso non era loro estranea. (12) Vediamo ora questo zelo esercitarsi. +Presso le bambine - esterne ed educande. - MADRE MADDALENA BERON: "ha stabilito nel suo monastero lo spirito di misericordia verso i poveri". E' così che venne in aiuto ad una famiglia bisognosa; dopo aver aiutato il padre, la madre e il figlio, "restavano ancora due fanciulle che furono istruite dalle Religiose nelle classi esterne, dove la nostra caritatevole Madre andò a portare abiti onesti all'una, e tirandola a parte fuori dalla classe, si mise in ginocchio davanti a lei, come se avesse servito Gesù Cristo; la spogliò dei suoi vecchi stracci, la ripulì dei parassiti, le lavò le mani e i piedi e poi la rivestì interamente con

12 Cfr.

GUEDRE,Catherine Ranquet, mystique et éducatrice ... pp. 12-13


275 ripulì dei parassiti, le lavò le mani e i piedi e poi la rivestì interamente con gli abiti che aveva portato" (Chr. I, 44-2). Il vecchio testo non dice quello che Madre Maddalena fece per la seconda bimba: fu certamente trattata come sua sorella, o dalla Superiora, o da un'altra religiosa. - MADRE ELISABETTA TURGIS, d'Evreux, considerava le classi esterne "come il suo caro piccolo Canada. Si dava da fare incredibilmente per le idiote e le ignoranti, e acquistò con il suo fervore il bel nome di: La grande zelatrice dell'onore di Dio e la tenera Madre delle bambine" (Chr. Il, 288-1 ). -MADRE FRANCESCA TAVIGNON, di Morlaix, "perse quasi la vista per la sua assiduità alla scrittura, cui si dedicò giorno e notte, per più di vent'anni, per farla imparare a un gran numero di educande e di esterne" (Chr. Il, 506-1). - ISABELLA DU MOULIN, di Chambéry, "amava tra tutte le sue scolare le disgraziate di natura e le povere, dedicando persino le sue ore di divertimento per istruirle. Prendeva a parte quelle che avevano la testa dura e ripeteva loro le cose per ore intere" (Chr. Il, 173-2). -MADRE RENATA THOMAS, di Lione, praticava ciò che diceva: “Le Orsoline, secondo lo spirito della loro vocazione, dovebbero essere tutte delle voci, come S. Giovanni Battista, per predicare Gesù Cristo e preparare le sue vie nei cuori” (Chr.II, 82-2). - CATERINA RANQUET merita un posto speciale. Nello studio a lei dedicato, Madre Maria di Chantal Gueudré scrive, a pag. 287: "La Madre Renata Thomas non esitò a farle fare i primi passi durante il noviziato; alle educande che le furono affidate allora, si dedicò con uno zelo infaticabile ed una carità universale, a tutte senza eccezione. Chi le era vicino notò tuttavia una predilezione particolare per le piccolissime, ed ella manifestò le due ragioni delle sue preferenze: la loro innocenza e la grazia che risplendeva in loro in modo più puro; poi l'esempio di Nostro Signore che si diletta con i semplici ed i piccoli". - SUOR DELL'ASSUNZIONE, conversa di Blois, è un prodigio di dedizione: "Essendosi in città diffuso il contagio, un'educanda cadde malata, ed il medico credette pericolosa la malattia. La Superiora ordinò alla Suora dell'Assunzione di portare la bambina in un luogo isolato. La buona suora pregò Dio in ginocchio di accettare la sua obbedienza, molto dura per i suoi sensi; poi, con un fervore meraviglioso, prese la bambina con il letto e tutti suoi abiti, e portò tutto al luogo destinato, così facilmente come se tutto fosse stato una piuma. Passò tutta la notte sola con questa malata; ed il mattino cantò il Magnificat perchè la trovò guarita" ( ... ) "Fu quasi sempre addetta a servire le educande. Il suo esempio e la sua conversazione ne attirò parecchie alla Religione" (Chr. II, 483-2). + Presso gli adulti. Se il passaggio alla vita monastica concentrò l'apostolato delle Orsoline sulla persona delle bambine, rimase tuttavia vivo nei monasteri l'apostolato presso gli adulti.


276 - A CARCASSONNE (Bordeaux): "Le domestiche e le donne povere erano istruite con frutto meraviglioso, di modo che i confessori inviavano e inviano ancora oggi le ignoranti alle Orsoline, perchè insegnino il modo di ben accostarsi ai Sacramenti, il che diede molto da fare alle buone religiose; perchè ce ne sono talvolta un sì gran numero, soprattutto in Quaresima, che a stento parecchie possono bastarvi" (Chr. I,257-2). - MADRE MARIA DEGLI ANGELI GAY, di Tréguier, è presentata dalle Cronache come una donna dallo "zelo incandescente ( ... ) che apparve in tutti gli uffici per i quali passò, benchè la punta più viva si fece particolarmente sentire in quello di Madre della Congregazione delle povere giovani e donne che si istruivano tutte le domeniche. Vi si dedicò con tanto fuoco ed amore che sembrava pretendesse di sacrificarvi le forze e la vita ( ... ) Le donne lasciavano tutto per venire a sentirla, e il luogo della riunione, che conteneva fino a 500 persone, era abitualmente pieno" (Chr. II,504-1). - MADRE GIACOMINA CARPENTIER, di Nevers, aveva, si può dire, altrettanto successo: "Questa cara Madre aveva un facilità grandissima ad esprimersi sui misteri della nostra santa Fede. Era meraviglioso vedere il gran numero di persone di tutte le condizioni che accorrevano ai suoi catechismi" (Chr. I,224-2). - LUCREZIA DI GASTINEAU, d'Avignon-Les-Royales, "ogni giorno verso sera dava alle Signore della Città dei punti di meditazione. Era incomparabile per questo ufficio, avendo una grazia particolare per imprimere nelle anime il bene che proponeva ( ... ). Perciò la si stimava così tanto che gli abitanti e i forestieri la consultavano come un oracolo" (Chr. II, 381-2). La Madre Lucrezia era "incomparabile" certo, ma erano parecchie a dare questi punti di orazione.

+ Presso eretici e soldati. In questa prima metà del XVII secolo, in cui la Francia soffriva ancora delle conseguenze delle guerre di religione, lo zelo delle Orsoline si esercitò anche verso coloro che si chiamavano "gli eretici". Parecchie delle loro allieve appartenevano alla Religione riformata e furono numerose ad abiurarla per farsi cattoliche. La più nota è Francesca d'Aubigné, la futura Madame de Maintenon, prima educanda a Niort, poi a Parigi; ma molte di queste eretiche, che dovettero la conversione allo zelo delle Orsoline, erano adulte. - FRANCESCA DI BERMOND convertì in tal modo la Signorina de la RocheBlavé, "che aveva una grande intelligenza, ma fortemente attaccata all'Eresia. Parecchi dotti personaggi s'erano sforzati di convincerla, senza riuscirci; ma non resistette alla Madre di Gesù-Maria; e dopo aver abiurato l'eresia, la considerò sempre sua Madre spirituale" (Chr. II, 76-2). - MADRE MARGHERITA POISSON, di Poitiers. Benchè superiora, "si incaricò ella stessa di una classe, e mostrò con il suo esempio come bisognasse condurla; il profitto seguì ben presto, perchè una bambina, raccontando alla nonna, molto accanita nell'Eresia, ciò che aveva imparato dalle Orsoline, questa anziana ne fu convertita, ricevette i Sacramenti della


277 vera Chiesa, e finì i suoi giorni da buona cattolica" (Chr. 11,471,1). Bell'esempio dell'Orsolina "formatrice di apostoli". + La stessa Madre Margherita aiutò alla conversione di una giovane eretica che si fece Orsolina. "L'esempio di questa signorina eretica ne attirò cinque altre, che sono state pure religiose nello stesso convento; parecchie altre convertite da lei rimasero nello stato secolare" (Ibid. 474).

- CLAUDIA-MARIA Dl NOAILLES, d'Eymoutiers, "pregò Dio per quindici anni per un signore della provincia, che era eretico con tutta la sua famiglia che, infine, fu felicemente conquistata alla Fede cattolica. Convertì con i suoi colloqui un altro Gentiluomo ugonotto, che si protestò: debitore, benchè non sapesse che cosa ella avesse segretamente fatto per ottenergli questa misericordia da Dio" (Ibid. 287-2). Preghiere e penitenze, santi colloqui ... armi delle Orsoline, molto più potenti delle Dragonnades di Luigi XIV per ottenere dal cielo autentiche conversioni. Lo zelo delle Orsoline si estende occasionalmente ai soldati; come a Romans: "Ci fu là un reggimento di stanza. Venendo uno dei primi ufficiali in parlatorio a visitare una delle novizie, fu incitato da lei a confessarsi e a far fare la stessa cosa a tutti i suoi soldati. Glielo promise e lo fece; e così tutto questo reggimento si mise a posto; i soldati venivano con tanta buona volontà che li si trovava prestissimo nella cappella delle Orsoline per essere catechizzati, di modo che fu necessario che, dalle cinque del mattino fino alle otto di sera, ci fosse una Religiosa alla grata per insegnar loro ( ... ) Parecchie di queste persone che erano eretiche si convertirono, e molti che conducevano una vita dissoluta fecero penitenza" (Chr. 1,322-1). La stessa occasione si presentò a Saint-Denis durante la Fronda: si vide allora la Suor Colomba dell'Assunzione medicare "tante ferite, con altrettanta bontà e destrezza che successo. Parlava loro della salvezza, come anche ai Cortigiani e Ufficiali, di cui istruì anche qualcuno nell'Orazione mentale" (Chr. II, 473-2).

+ Presso ''pagani". Sull'esempio di S. Angela che pregava per "tutte le povere creature" che non conoscono il Signore, le Orsoline hanno, fin dal XVII secolo, allargato l'orizzonte del loro zelo apostolico e abbracciato i "pagani" nel loro zelo missionario. Maria dell'Incarnazione, Maria di S. Giuseppe e altre sono effettivamente partite ad evangelizzare i "selvaggi" della Nuova Francia. Ma quante hanno desiderato partire e non hanno potuto, e sono state tuttavia, con la preghiera ed il desiderio, vere, autentiche missionarie. Abbiamo parlato di Francesca di Bermond che sognava una fondazione in Congo, di una Francesca Fournier, che desiderava andare in missione ... Citiamo ancora:

- Sr. ELISABETTA COTEREAU, di Tours, di cui le Cronache dicono: "Le mancò l'occasione di andare così lontano, ma non il desiderio" (Chr. 490,1) - Sr. GIOVANNA BERGET, anch'essa di Tours, che " fu tra le prime e le

('


278 più premurose ad offrirsi per andare in Nuova Francia; ma Dio non permise che fosse scelta, perchè pretendeva di farle fare Lui un ben più grande viaggio e metterla nel riposo eterno" (Ibid. 483). -MADRE VINCENZA DELLA CONCEZIONE, di Parigi, offre a Dio le sue sofferenze "per contribuire alla salvezza dei poveri selvaggi e per cooperare ai lavori di coloro che portano loro la Fede" (Chr. 1,71-2). -MARGHERITA DE BERTY, di Bordeaux, "che desiderava di andare a morire per il sostegno della Fede nelle terre straniere, con uno zelo che la consumava di guadagnare anime che amassero Dio eternamente" (Chr. Il, 442-1). - GIORDANA DI BERNIERES, di Caen, orientava il suo zelo in una direzione più inattesa: "Se questa venerabile Madre avesse seguito l'attività del suo zelo, avrebbe passato i mari e prodigato la sua vita nel Regno d'Inghilterra per contribuire a ridurre i Popoli alla Fede cattolica" (Chr. II, 284-1). Sì, nel concreto della vita, come nella teoria delle Costituzioni, lo zelo apostolico è stato una delle caratteristiche più evidenti delle Orsoline del Gran Secolo.

********** Figlie di S. Angela, questa contemplativa apostola interamente abbandonata a Cristo suo Sposo nell'adorazione e nell'amore, e fraternamente dedicata al prossimo cui ella non cessava di "predicare la fede nel Dio Altissimo" - il che può essere letto anche come "proclamare la fedeltà del Dio Altissimo" - le Orsoline del XVII secolo si sono mostrate degne della loro Madre. Anch'esse hanno avuto Gesù Cristo come unico tesoro; l'hanno amato ardentemente, fedelmente, coscienti della loro dignità di spose, sicure della fedeltà del loro Signore, gioiose di seguire l'Agnello dovunque Egli le conduceva. Hanno vissuto concretamente la vita di unione fraterna voluta da S. Angela; sono state, per coloro che le avvicinavano, delle sorelle che sapevano unire l'amore per le persone alla fermezza dei principi, in una dedizione di tutti i giorni. Si sono sforzate di vivere nella luce e nella verità, e di irradiarle fino alle estremità della terra, in tutte le classi sociali, senza distinzione di razza, di colore o di cultura. Hanno saputo adattarsi a nuove situazioni, rispondere ai bisogni di coloro che le circondavano, trionfando sulle difficoltà e gli ostacoli, opponendo a tutto l'irradiazione luminosa della loro consacrazione verginale al Signore.


279

Hanno dovuto soffrire - e anche molto - nella loro vita spirituale, conoscere in questo campo delle lacerazioni. Non sembra abbiano avuto difficoltà ad equilibrare i diversi aspetti della loro vita, per integrarli in modo armonioso. Questo equilibrio è uno degli elementi più notevoli della loro grandezza.

"La vera devozione propria delle Orsoline non è una devozione di tenerezza, di sospensione dei sensi e di rapimenti; è una devozione forte e solida che sa trovare e gustare Dio in mezzo al trambusto delle classi e che le eccita alle virtù generose e guerriere per le quali si acquisiscono le estasi pratiche che sono le migliori, poichè fanno uscire queste buone anime da loro stesse e lasciare Dio per Dio, servendo il prossimo" Madre di Pommereu

Le circostanze cambieranno nel XVIII secolo, come vedremo al capitolo seguente. Le Orsoline dovranno fronteggiare altri problemi, prove, la persecuzione. Come coloro che le hanno precedute, però, resteranno sempre:

- consacrate, - consacrate che vivono insieme, - consacrate apostoliche, fedeli alla ricchezza del loro patrimonio.



281

Capitolo VII

L'ORDINE IN FRANCIA NEI

SECOLI XVII, XVIII E XIX Gli avvenimenti che segnarono la storia di Francia - e quella della Chiesa di Francia - nei secoli XVII, XVIII e XIX hanno avuto evidentemente delle ripercussioni, spesso drammatiche, su quella delle Orsoline. E' quindi impossibile qui ignorare le prime due. E' per questo motivo che questo lungo capitolo sarà diviso in otto sezioni: * Le Orsoline di Francia sotto l'Antico Regime. * La situazione alla fine del XVIII secolo. * La Rivoluzione Francese. * Le Orsoline di Francia sotto la Rivoluzione. * La Chiesa concordataria. * Le Orsoline sotto il Consolato e l'Impero. * La Chiesa nel XIX secolo dopo il 1815. * Le Orsoline in Francia dopo il 1815.

LE ORSOLINE DI FRANCIA SOTTO L'ANTICO REGIME Il "Gran Secolo", portato da un magnifico slancio religioso e missionario, non è meno segnato da crisi, che hanno la loro ripercussione sulla vita spirituale delle Orsoline già ben impiantate nel Regno. Queste crisi e, più tardi, Io spirito di contestazione del "Secolo dei Lumi", spiegano un certo indebolimento della vitalità dell'Ordine in Francia nel corso del XVIII secolo: alla vigilia della Rivoluzione, conta soltanto 300 monasteri.

I - LA VITALITA' DELL'ORDINE ALL'INIZIO DEL XVII SECOLO Il primo monastero, Parigi, è eretto nel 1612. Per circa dieci anni, ci si dedica soprattutto a trasformare le case di Congregate. Soprattutto, ma non unicamente. A partire dal 1624, sono fondati numerosi nuovi monasteri: 9 nel 1624; 12 nel 1627; altrettanti nel 1629, 15 nel 1633 e 1635 ... 240 fondazioni in 60 anni, di cui molte sono all'origine di tutta una propagginazione (G II, 87).


282 1. Cause di questa vitalità

a) L'affluenza delle vocazioni. Un'affluenza che ha essa stessa parecchie spiegazioni: "l'invasione mistica", di cui parlava Enrico Bremond è certamente una. Ma questa abbondanza trova nella società altri punti d'appoggio: siamo in un'epoca di fede solida in cui si considera normale che Dio sia "servito per primo", in cui l'austerità non fa paura a nessuno, in cui si è più portati verso l'eroismo che verso la facilità (G II, 89-90). b) il favore dei Grandi. A cominciare da quello della famiglia reale. Il 9 Aprile e il 18 Novembre 1609, Maria de' Medici aveva portato il futuro Luigi XIII alla Madre di Bermond. Più tardi Anna d'Austria e Luigi XIV trovarono rifugio dalle Orsoline di St-Denis durante i disordini della Fronda. Enrichetta di Francia, Gastone d'Orléans, la Grande Madamigella non sono da meno. Bourbon-Condé, Gonzaga, Rohan e Longueville sono nomi ricorrenti nelle Cronache. Questo favore si traduce con doni (cf G II, 90ss). - in natura: frammento della corona di spine, ad esempio; reliquia di S. Anna(!) ben incastonata ... - in argento: 2000 libbre qui, 10.000 là ... - in privilegi di fondazione, - in lettere d'ammortamento da parte del Re (v. nota pag. ). Conseguenza: le famiglie agiate affidano volentieri le loro figlie alle religiose Orsoline. e) L'alto livello della vita spirituale. "Lo spirito che Angela [Merici ha passato] alle sue figlie è liberato dalle caratteristiche di civiltà, paese, epoche. Penetra in una Francia in cui le diversità regionali consacrano tutti i particolarismi, in un periodo di effervescenza spirituale, d’ “invasione mistica”, di cui parecchie Orsoline sono le beneficiarie" (G II, 433).

+++ Le influenze. Ricordiamo che parecchie delle prime Orsoline di Parigi sono state discepole di Madame Acarie, che uomini spirituali eminenti si sono interessati da vicino a questo "Grande Convento": Francesco di Sales, Bérulle, il P. Coton, dom Asseline, dom Beaucousin... Le prime moniali, tuttavia, non vogliono assoggettarsi ad alcun Ordine maschile in particolare, almeno giuridicamente. Poiché quando la Regola di Toumon dovrà cedere il posto a quella di S. Agostino e a delle Costituzioni, queste porteranno il marchio di certe influenze, tra cui due dominano: quella dei Gesuiti e quella degli Oratoriani, la prima nettamente più importante: Oratoriane: Langres, opera di Mons. Zamet, Avignon-lesRoyales, opera del P. Bourgoing. Gesuitiche: Parigi, in gran parte opera del P. de la Tour, Bordeaux, opera del P. Carrière, Lione, fortemente ispirata da Parigi, così come Arles ... L'influenza dei Gesuiti va più lontano: nella maggior parte dei monasteri, il ritiro annuale si fa secondo gli Esercizi di S. Ignazio; esso è predicato da Gesuiti. I "libri di meditazione" sono, salvo qualche eccezione, opere dei Padri Hayneuve, du Pont, Nouet. I missionari di Bretagna, Gesuiti, circolano nella regione, andando da un convento all'altro (ce ne sono una


283

quarantina, 2/3 circa "di Bordeaux" e 1/3 "parigino", con Quimper "lionese" finchè passa a "Parigi"); consigliano le religiose, le confessano, le dirigono. Sono i Padri Maunoir, Huby, Rigoleuc, per citare soltanto i più noti. A Caen, per quarant'anni si succedono superiore notevoli, sostenute dai Padri Coton, Pallu, Lejeune e altri. ¹ A Caen si esercita una seconda influenza, quella della Scuola mistica di Normandia: la fondatrice del monastero, Giordana di Bernières, è la sorella di Giovanni di Bernières. Questa doppia influenza (Gesuiti e Giovanni di Bernières) spiega la resistenza accanita della comunità al giansenismo ( G II, 434 ss). Su un altro piano, bisogna segnalare l'influenza dovuta alla prima formazione monastica ricevuta, quella delle religiose dell'Abbazia di S. Stefano di Soissons, che ha contribuito a sviluppare il senso liturgico nei monasteri. Detto questo, non è meno vero che ogni religiosa ha la sua propria fisionomia spirituale, questa più "carmelitana", quella più "salesiana", quest'altra nettamente "berulliana"... Questa flessibilità non sarebbe conseguenza, giustamente, del fatto che le Orsoline non dipendono nel diritto da alcun Ordine maschile? +++Le caratteristiche. - Una vita spirituale eminentemente teologale, - radicata nell'umiltà; - mirante ad una unione permanente a Dio; - una vita di cui l'orazione (un'ora e mezza al giorno) e la liturgia sono i tempi forti. Se la Messa è per tutte una partecipazione cosciente al sacrificio di Cristo, l'Ufficio non è recitato dovunque allo stesso modo: • "Parigi" recita quotidianamente il Piccolo Ufficio della Madonna, e il "Grande Ufficio"(= il Breviario Romano) nelle feste di I e II classe. • "Bordeaux" prega il Piccolo Ufficio tutti i giorni, ma canta i Vespri del Breviario le domeniche e i giorni di festa. • "Tolosa" recita il breviario intero ogni giorno. • "Tulle" lo stesso, cantando certe parti le domeniche e i giorni di festa. L'amore dell'Eucaristia è molto forte, commovente nelle case toccate dal giansenismo. La penitenza è ricercata, amata, portata in spirito di partecipazione alla redenzione. Presso la maggior parte, la fedeltà alla Chiesa è indefettibile: "Manteniamoci sempre ferme nella fede e moriamo da vere figlie della Chiesa" (G II, 440). La devozione a Maria è profonda e tenera. S. Giuseppe è guardato dovunque come un protettore potente.

Che ne è della devozione alla "Beata Angela"? 1

Ricordiamo l'influenza, per così dire, esclusiva dei Gesuiti su Anna di Xainctonge


284 Se il monastero parigino, e di conseguenza le sue fondazioni, dimenticano dapprima in un certo modo, poi tardano a riconoscere i loro vincoli con Angela Merici ( cf MAJ, 3 5), se le Orsoline di Anna di Xainctonge considerano quest'ultima come loro sola fondatrice, le altre intrattengono una reale devozione verso la loro "prima Madre", senza evidentemente renderle un culto ufficiale. Ma ecco i fatti: =

=

=

Nel 1627 le Orsoline d'Orléans fanno stampare un "Piccolo Ufficio di S. Orsola, vergine e martire, con la commemorazione della beata Angela Merici, fondatrice del santo Ordine della Congregazione della suddetta Orsola". Le Orsoline di Tours lo riproducono, in aggiunta alle loro Costituzioni, in un libretto edito nel 1635. Ora, ogni Ora comporta un'orazione propria, e Angela è menzionata in ogni orazione. Ad esempio a Prima: "Esto nobis, Domine, humilibus ancillis tuis supplicantibus contra omnia mundi inquinamenta praesidium singulare; ut quae ( ... ) in tuo servitio sub vexillis congregationis Santae ( ... ) Ursulae, per beatam famulam tuam Angellam erectae, jugiter militamus. Per Dominum nostrum ... " Nelle Costituzioni di Tulle (1630, p. 84) si legge: "Saranno molto devote al nostro glorioso Padre S. Agostino, a S. Orsola nostra patrona e alle sue Compagne, come anche alla beata Angela ( ... ). Maria dell’Incamazione, in Canada, darà il nome di Angela alla sua prima convertita. Si digiuna la vigilia della sua "festa". In quasi tutte le Comunità c'è una "Madre Sant'Angela", così come c'è una "Madre S. Orsola" e una "Madre S. Agostino". Le Cronache della Madre di Pommereu - eppure è una "parigina"- dichiarano: "Ella [sant'Orsola] è la radice di questo grande albero, così gradevole nel giardino dello Sposo; la Beata Angela ne è il tronco, e tutte le Orsoline i rami ( ... )". Ma tra tutti i monasteri, quello che si distingue di più in questo campo è quello di Digione (cf. pp. 197-198 e G II, 477-486).

Spiritualità contemplativa, liturgica, eucaristica, mariana, mericiana. Bisogna aggiungere apostolica. Le Orsoline possono tutte dire, come la Madre Elena di Vaunoise: "Mi sentivo spinta a pregare per la conversione dei peccatori con un desiderio estremo che Dio fosse conosciuto da tutte le anime ragionevoli". Si rilegga l'esortazione di Francesca di Cazères, già citata due volte, pagine (178 e 274). Ci sembra dì sentire la voce di Maria dell'Incarnazione, mistica e missionaria

2. Conseguenze di questa vitalità Limitiamole all'aspetto più visibile, l'espansione dell'Ordine, facilitata all'inizio, dalla posizione che la Francia occupava nell'Europa del tempo.

a) Espansione in Europa. =

Alcune Orsoline congregate di Liegi, in paese fiammingo, entrate in relazioni epistolari con la fondatrice di Bordeaux, chiedono di adottare le


285 Costituzioni di Bordeaux. Pronunciano i voti solenni nel 1622. Da Liegi escono sette monasteri che a loro volta sciameranno. Sono: 1627:Dinant, da cui escono Aix-la-Chapelle (1651), Merchen (1658) e Landshut (1663). 1636:Mons, da cui verranno Bruxelles, Valenciennes e Gand. E da MonsBruxelles le Orsoline partiranno per Roma. E' da Roma, ufficialmente fondata nel 1688, che nasceranno, direttamente o indirettamente, quasi tutti i monasteri italiani dell'Ordine. 1638: Huy, che fonderà Lovanio nel 1671. 1639: Colonia che fonderà Dusseldorf attraverso Dorsten. 1645: Ruremonde. 1655: Praga. 1660: Vienna, fondata per iniziativa dell'Imperatrice Eleonora, madre di Ferdinando III. =

Vienna dà origine a cinque monasteri: Klagenfurt 1670; Gorizia 1672; Presbourg 1675; Linz 1679; Gratz e Raab. Queste case sciameranno a loro volta, soprattutto Presbourg, da cui vengono le Comunità di Polonia, di Croazia, d'Ungheria e parecchie della Germania (v. pag. 337 ss).

= Saint-Omer sciama nei Paesi Bassi spagnoli. =

Mâcon è all'origine di Metz, Kitzingen, Erfurt.

= Parigi, alla fine del XVII secolo, con la mediazione dei Gesuiti, aiuta per una fondazione a Naxos. Ed è ancora Parigi che aiuterà Nano Nagle a stabilire le Orsoline in Irlanda nel 1771, più di un secolo dopo i primi tentativi di Caen per rispondere agli appelli del vescovo di Killala nel 1644. Tutti questi monasteri diventeranno presto fiamminghi, austriaci, polacchi ... ma conserveranno a lungo il marchio della loro origine prima, la terra di Francia. b) Espansione fuori d'Europa.

++ Il Canada - Il 4 Maggio 1639, tre Orsoline lasciano Dieppe per la Nuova Francia, prime educatrici a passare l'Atlantico. La loro epopea si confonde con l'avventura missionaria di Maria dell'Incarnazione. Il piccolo gruppo - Maria dell'Incarnazione, Maria di S. Giuseppe de la Troche e Cecilia Richer di S. Croce - è raggiunto nel 1640 da due coriste del Faubourg St-Jacques, Anna di Bugle di S. Chiara e Margherita di Flécelles di S. Atanasio. Nel 1641 Tours, Ploërmel e Dieppe inviano nuovi rinforzi. Alla morte di Maria dell'Incarnazione, nel 1672, saranno 18 Orsoline ad aver lasciato la Francia per Québec. Nel 1701, tre di loro andranno a fondare Trois-Rivières. ++ La Martinica - Seconda terra di missione per le Orsoline di Francia. Su richiesta dei Gesuiti, Madre Anna di Comans della Madre di Dio, del convento di St-Denis, parte, ha più di 65 anni, verso le Antille, portando con


286 sè cinque coriste. Arrivano a Fort-Saint-Pierre 1'8 Aprile 1682. Tre mesi dopo hanno 18 educande. Nonostante i doni, gli esoneri di tasse concessi da Luigi XIV, le lettere d'ammortamento, le Orsoline conoscono una situazione finanziaria difficile, talvolta angosciante, che peggiorerà nel XVIII secolo. Alla vigilia della Rivoluzione, la comunità conta 32 coriste e 8 converse. Non toccata dalla Rivoluzione, sparirà tuttavia poco a poco, per mancanza di reclutamento sufficiente.

++La Louisiana - Qui, dobbiamo anticipare un po', poichè è all'inizio del XVIII secolo che la Louisiana accoglie la terza missione Orsolina - benchè si possa dire, in certo qual modo, che questa fondazione è dovuta alla vitalità che l'Ordine aveva nel XVII secolo. Con la mediazione del Padre di Beaubois, SJ, la Compagnia delle Indie fa appello alle Orsoline di Rouen ². Il gruppo delle partenti comprende nove professe che vengono di fatto da Rouen, da Vannes, da Le Havre, da Elbeuf, da Ploërmel e da Hennebont - reclutate senza dubbio dai Gesuiti - e tre novizie (G II, 314). La superiora è di Rouen, Madre Maria di S. Agostino Tranchepain, le cui notevoli qualità saranno preziose perchè la fondazione (1727) presenta grosse difficoltà. A La Nouvelle-Orléans la Compagnia delle Indie impiega le Orsoline come ospedaliere; hanno bisogno di molto coraggio e d'ingegnosità per arrivare ad occuparsi anche di educazione. Non è tutto. Un Cappuccino, con l'appoggio dell'Ordinario s'aggiudica la direzione delle Orsoline e delle loro opere, mentre le religiose restano agganciate ai Gesuiti. La questione dell'alloggio resta a lungo cruciale. La Compagnia delle Indie pone ostacoli al reclutamento locale e bisogna chiedere rinforzi in Francia. Arriva la Guerra dei Sette Anni, la scissione dalla metropoli. E dal 1749 si presentano postulanti americane. Ma il 3 Novembre 1672 Luigi XIV cede la Louisiana al Re di Spagna, Carlo III. La Comunità sarà soggetta alla Spagna (in dipendenza ecclesiastica da Cuba) fino all'inizio del XIX secolo: nel 1802, la Louisiana ridiventa interamente francese. Ma in questi anni di dominazione spagnola, ci sono state vocazioni e parecchie religiose hanno paura di ciò che può accadere. Otto Spagnole ed alcune Francesi partono per Cuba dove fondano un convento a L'Avana. Nel 1803 tuttavia, nuovo cambiamento: la Francia cede la Louisiana agli Stati Uniti. Il monastero della Nouvelle-Orléans è ora americano... Dedicato unicamente all'educazione dal 1769, è la prima sorgente delle comunità di Galveston (1847) e di Sant' Antonio (1851). Galveston fonderà Dallas; Sant' Antonio fonderà Laredo e Puebla in Messico.

2 Rouen?

Forse perchè Cavelier de la Salle era di Rouen? E' possibile.


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La Comunità della Nouvelle-Orléans ha una devozione particolare a Nostra Signora del Pronto Soccorso, devozione che le è stata trasmessa da una Orsolina francese di Pont-Saint-Esprit, Questa devozione si è diffusa ben al di là dell'ambiente delle Orsoline.

Bisognava parlare dell'evoluzione storica di questo monastero durante il XVIII secolo. Ma è certamente dall'ardore missionario delle Orsoline del XVII secolo che esso ha attinto la sua vitalità. Si può dire altrettanto dell'avventura che segue, la quarta dell'epoca per le Orsoline; e, di nuovo, eccoci in pieno XVIII secolo.

++ Pondichéry - Fu un'avventura, sì, nel senso stretto della parola, e senza domani. Richieste dalla Compagnia delle Indie; partite da Vannes nel 1738, senza contratto; installate molto provvisoriamente al loro arrivo, si trovano, volenti o nolenti, dipendenti da un Cappuccino "autoritario e terribile", che elabora per la comunità statuti impossibili: vanno contro il Diritto Canonico e la Bolla di Paolo V. Ne consegue un conflitto in cui si vedono implicati il Cappuccino, il suo Superiore, il Vescovo, il Governatore, la Compagnia delle Indie, e di cui le Orsoline sono le vittime. Avevano già aperto tuttavia un educandato per le figlie dei coloni francesi; ma era loro impossibile insegnare il catechismo ai figli degli schiavi e degli indigeni, perchè non parlavano la loro lingua. Finirono per rientrare in Francia nel 1744. Abbiamo sconfinato, e largamente, sul XVIII secolo: lo richiedeva la coerenza della narrazione. Ritorniamo indietro e vediamo quali sono le crisi che hanno avuto ripercussioni sulla vita delle Orsoline.

II - LE CRISI E LE LORO RIPERCUSSIONI Si producono sia nella Chiesa e nello Stato che nella società. 1. Crisi nella Chiesa a) Il gallicanesimo. La parola, del XIX secolo, designa una tendenza vecchia di parecchi secoli: pensiamo a Filippo il Bello, al Grande Scisma, alla Prammatica Sanzione di Bourges. E' una tendenza che sostiene la superiorità del Concilio sul Papa. Parlamento e Sorbona sono molto gallicani. Dopo l'affare della Regalia (1673), il conflitto culmina nel XVII secolo con la Dichiarazione dei Quattro Articoli (1682). Nel 1688 ci sono 35 vescovadi vacanti. Ora le Orsoline dipendono dai Vescovi. Questi intervengono nei loro affari: finanze, scelta delle educande, regolamenti. Nominano i superiori ecclesiastici, scelgono i confessori. Ma il Re e il Parlamento hanno anche la loro da dire nella vita dei monasteri ... Da qui un conflitto d'influenza all'interno dei conventi. Si sono viste - caso limite - le Orsoline di Pamiers cacciate da casa loro: vendetta reale nei confronti di Mons. Caulet (cf G 11, 184).


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b) Il giansenismo. Antigesuita, antiromano, antireale, è sostenuto dall'opposizione parlamentare fino a quando il Re impone la firma di un Formulario nel 1661. L'austerità di Port-Royal, tuttavia, continua ad attirare membri del clero; Luigi XIV ottiene dal Papa Clemente XI la Bolla "Unigenitus" che condanna il giansenismo (1713). Quattro Vescovi si appellano contro la Bolla a un Concilio generale nel 1717; i gallicani sostengono gli "appellanti", che contano un certo numero di vescovi. L'episcopato è diviso.

Come tutte le comunità femminili, le Orsoline sopportano il contraccolpo degli avvenimenti. Certo, hanno firmato il Formulario del 1661 - e ciò ha fatto scrivere che il giansenismo non aveva toccato l'Ordine . "Per chi conosce la storia della Chiesa di Francia, l'affermazione è inverosimile" (G II, 187). Del resto i documenti del XVIII secolo lo provano. Dopo la pace clementina (1669), alcune Orsoline hanno vissuto in dipendenza di vescovi giansenisti; hanno avuto dei confessori giansenisti; e alcune appartenevano a famiglie più che simpatizzanti. Alcune religiose rappresentano casi isolati all'interno di un monastero non contaminato. Nella maggior parte dei casi, la comunità è divisa in due campi (Melun, Troyes, Montpellier, per esempio). Certi conventi si rivelano vere roccheforti del giansenismo (così Beauvais, notevole per il suo fervore e la sua vitalità apostolica, Clermont-sur-Oise, e il secondo convento d'Orléans). Ci sono quelli che sono bastioni di resistenza all'eresia (Caen, Boulogne, Tours). Angers resta indenne benchè Enrico Amauld vi sia vescovo per 43 anni. In totale, una ventina di case toccate sulle 400 che l'Ordine contava in Francia, e circa 200 religiose su circa 10-12 mila. Cosa notevole, la devozione delle Orsoline gianseniste all'Eucaristia non si è mai smentita ( cf G II, 198, 500). Si può spiegare questa deviazione agli antipodi del voto di obbedienza? Sì; paradossalmente, per un "gusto ardente della fedeltà, un desiderio di austerità di cui le Orsoline avevano trovato espressione nella dottrina di Port-Royal" (G II, 199) mentre avevano potuto incontrare qua e là ecclesiastici poco soprannaturali, mondani, essi stessi in ribellione più o meno confessata contro il Papa. Ma "qualunque fosse la rettitudine di intenzione dei soggetti implicati nella setta, la loro azione nuoceva singolarmente, a loro insaputa forse, agli interessi della Chiesa e dello Stato" (G II, 201). e) il quietismo. Ancora una parola nuova per designare una lunga tradizione di preghiera passiva e di abbandono. La disputa si concretizza nel conflitto Fénelon-Bossuet. Le "Massime dei Santi" del primo sono condannate da Innocenzo XII, per ragioni che sono lontane dall'essere tutte religiose. Se le Orsoline di Meaux, ben catechizzate dal loro vescovo, non rischiavano di sbagliare, molte altre, senza cadere negli eccessi del quietismo, sono state attirate da questa corrente. Erano già numerose a praticare l'orazione di silenzio e l'abbandono passivo. La dottrina del puro amore, la sottomissione


289 incondizionata al beneplacito divino non potevano che incoraggiarle nella loro preghiera contemplativa; questa, del resto, rimarrà in onore nei monasteri per tutto il XVIII secolo. d) La soppressione della Compagnia di Gesù. I Gesuiti si sono attirati molti nemici. Ai giansenisti, ai regalisti e ai parlamentari gallicani si sono aggiunti nel XVIII secolo i filosofi e il trono ( il Reggente e Luigi XV). In seguito a diversi conflitti e sotto la pressione dei Borboni (di Spagna, di Francia e di Napoli), il Papa Clemente XIV (1769-1774) soppresse la Compagnia nel 1773. Ma già sotto Clemente XIII i Gesuiti erano stati scacciati dal Portogallo (1759), dalla Francia (1764) e dalla Spagna (1767). Le Orsoline persero così alcune delle loro migliori guide spirituali e i loro migliori consiglieri pedagogici. · 2. Crisi nello Stato Ci interessano particolarmente: a) La revoca dell'Editto di Nantes (J 685 ), misura politica e insieme religiosa. Enrico IV aveva imposto l'Editto di Nantes (13 aprile 1598) per ristabilire la pace tra i suoi soggetti. Luigi XIII e Richelieu erano stati meno favorevoli ai protestanti. Quanto a Luigi XIV, fa una politica di forza: il protestantesimo è una minaccia per l'unità del regno, un'ombra sul potere assoluto del Re; deve sparire. La revoca dell'Editto di Nantes (Ottobre 1685) provoca l'esilio di una aristocrazia potente che emigra portando con sè tecniche e capitali. Le Orsoline non avevano come scopo speciale la conversione dei non cattolici (cfr. G II, 265 ss). Una sola comunità, la terza di Montpellier, fu sovvenzionata dal Re per l'educazione dei protestanti. Ma molte ricevettero le bimbe di famiglie calviniste, e alcune si convertirono. Certi monasteri accolsero educande eretiche su ordine reale, in vista della loro iniziazione al battesimo cattolico. Ed è così che le Orsoline si videro incaricate di un apostolato tutto particolare. Abbiamo già avuto l'occasione di parlare di Francesca d'Aubigné. Dopo la revoca, un'ordinanza del gennaio 1686 vieta ai genitori rimasti protestanti l'esercizio della patria potestà sui figli dai 5 ai 16 anni. Il potere affida questi bambini a cattolici. Le Orsoline vedono allora affiuire educande che non hanno sempre desiderato ed hanno la missione di convertirle. Conobbero sconfitte ma anche successi; ebbero anche la gioia di ricevere in noviziato nuove convertite. b) Le crisi finanziarie. Sotto Enrico IV, Sully aveva rimesso in ordine le finanze dello Stato, e il paese aveva ritrovato una certa prosperità. La flessione registrata sotto Luigi XIII sarà rettificata all'inizio del regno di Luigi XIV grazie a Colbert. Il lusso della Corte, tuttavia, le guerre, la rivalità commerciale con l'Olanda, l'emigrazione dei protestanti più influenti


290 mettono ben presto la Francia in gravi difficoltà finanziarie che richiedono un aumento delle imposte. La decadenza si accelera dopo la pace di Ryswick (1697) e, alla sua morte (1715), Luigi XIV lascia un paese in rovina. Sotto la Reggenza una serie di espedienti scontenta il Parlamento e il popolo. Il sistema di Law, basato sulla cartamoneta, conosce una sconfitta clamorosa (1720) dopo i successi iniziali. Le spese della Corte e le guerre di Luigi XV non favoriscono affatto i tentativi di ripresa. Tutto questo ha, evidentemente, ripercussioni sulla vita economica delle comunità religiose. Le elargizioni delle famiglie ricche all'inizio del XVII secolo, le elemosine dell'alto clero hanno permesso alle Orsoline, come ad altri Ordini religiosi, di costruire monasteri, di ingrandirli, di estendere le loro proprietà. Ma i Parlamenti guardano di cattivo occhio l'estensione dei beni di manomorta; si danno da fare quindi molto velocemente per limitare i benefici che le comunità possono trarne; il che graverà pesantemente sulla loro situazione finanziaria ( cfr. G I, 93-95). Fin dal 1640 cominciano perquisizioni per il recupero dei diritti d'ammortamento non pagati o in ritardo; i beni della Chiesa sono sottoposti a imposizioni incompatibili con le risorse delle case. Perquisizioni (talvolta accompagnate da sequestro del temporale) e abusi di fiscalità sfociano il 5 luglio 1687 nella revoca delle lettere d'ammortamento. Talvolta è impossibile per le comunità pagare i diritti e le altre tasse imposte ( G Il, 144). Bisogna quindi prendere a prestito, ricorrere ad altri espedienti: lavori d'ago che si vendono, coltivazione di erbe medicinali, vendita d'argenteria ... ( G II, 151153). Nel 1727 il Re stabilisce una Commissione di Assistenza; presieduta dal Cardinal di Rohan, conta tre altri vescovi e quattro maestri di richieste. Suo scopo: studiare la situazione e sopprimere conventi per metterne altri, più utili e meglio situati, in grado di sussistere senza essere a carico di nessuno. Le case interessate devono istruire delle pratiche; i vescovi devono dare il loro parere (benevolo per le Orsoline grazie al loro apostolato). Questa Commissione viene in aiuto alle comunità più disagiate ma suscettibili di risollevarsi; consiglia al Re la chiusura di quelle che sono giudicate "insalvabili"; aiuta i monasteri che accoglieranno i membri dispersi delle case chiuse. Delle 400 case dell'Ordine fondate in Francia nel XVII secolo, circa 50 spariscono: estinzione per mancanza di vocazioni, o in seguito al decreto di interdizione ad accogliere novizie; chiusura per decreto reale per circa venti conventi ( G II, 154). Sopravvivranno circa 300 monasteri, non senza difficoltà e non senza seri timori per l'avvenire.

3. Crisi nella società E' cominciata dalla fine del regno di Luigi XIV.


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Nel Secolo dei Lumi, la società francese perde molto del suo senso cristiano. La Corte con il suo lusso, il suo amore del piacere, dà l'esempio di una vita poco conforme ai consigli evangelici. Si crea una mentalità egoista e mondana (G Il, 550). I filosofi non risparmiano alcuna autorità, appellandosi alla sola ragione, e contestano sia la Chiesa che la Monarchia. Gli enceclopedisti, anticlericali; lanciano attacchi sornioni contro tutte le istituzioni. La massoneria diffonde le idee nuove che hanno una grande influenza sulla nobiltà, l'alta borghesia e anche sul clero. La società è ormai animata da uno spirito mondano e da uno spirito di contestazione. Questo spirito penetra più o meno nei conventi - con le educande, certo, ma anche con le vocazioni che si presentano, meno numerose che in passato e spesso meno solide. 4. Conseguenze di queste crisi a) Sul reclutamento. -- Le contese nella Chiesa scoraggiano le vocazioni sacerdotali e religiose; la condanna di Fénelon ha segnato la morte della grande corrente mistica. -- Sono nate e si sono moltiplicate sul suolo francese altre congregazioni (G Il, 103); le vocazioni esistenti si ripartiscono tra loro e le Orsoline. -- La povertà, talvolta la miseria che è la sorte di molti conventi, non costituisce più un'attrattiva per le nuove generazioni, anzi. D'altra parte, "gli atti di carità che permettevano di accettare eccellenti soggetti senza fortuna e di allargare così il reclutamento, sono per il fatto stesso proscritti" ( G II, 551). -- Le famiglie sono sempre più ostili all'entrata delle loro figlie in monasteri il cui avvenire è incerto. -- Qua e là è penetrato un certo spirito aristocratico; e anche questo è una causa di decadenza (cfr. G II, 115-116). -- L'indebolimento generale della fede impedisce alle vocazioni di nascere, o di germogliare: molte giovani che entrano non perseverano - o non sono ammesse alla professione ( G II, 550). b) Sull'indipendenza -- Nel governo: data l'importanza del ruolo dei vescovi, il clima della Chiesa gallicana indebolita dal giansenismo ed i conflitti che ne conseguono all'interno delle comunità, è talvolta difficile per le religiose procedere in tutta libertà all'elezione della loro superiora (G II, 210-211).


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Capita che la superiora sia imposta dal vescovo. E più le comunità si assottigliano, più le elezioni sono difficili. -- Nelle finanze: in ragione dell'accresciuta dipendenza dalla Commissione di Assistenza. e) Sul dinamismo Reclutamento diminuito, indipendenza ridotta, difficoltà di ogni tipo hanno indebolito il dinamismo dell'Ordine, specialmente nel XVIII secolo.³ Se le superiore hanno in generale manifestato prudenza, giustizia e carità, non hanno sempre saputo evitare l'abitudine nel funzionamento delle opere; le religiose hanno perso il sostegno di religiosi impegnati come loro in un apostolato educativo. Hanno cercato, malgrado tutto, di adattare i programmi allargando la parte del francese nell'apprendimento della lettura, insistendo maggiormente sulla storia e la geografia. La presenza di numerosi dizionari nelle biblioteche denota una reale preoccupazione di apertura. Ma la creatività sembra essere sparita: in passato, le Orsoline componevano esse stesse i catechismi, scrivevano molto, quasi sempre, purtroppo, con la copertura dell'anonimato: libri di pietà, opere di pedagogia, trattati di vita spirituale, "trattenimenti spirituali", cerimoniali, biografie, senza parlare delle loro lettere. Una certa Madre Marta Doujat di S. Bernardino scrisse una "Giornata religiosa" in latino - introvabile oggi. Madre Filiberta Champeaux ha lasciato dieci volumi manoscritti in-8° su diversi soggetti spirituali. E quante altre sarebbero da citare! (cfr. G II, 8ss). Non che le Orsoline del XVIII secolo non sappiano scrivere, no certo. Ma la loro "produzione letteraria", se si osa parlare così, non può essere paragonata a quella della generazione precedente.

Nella Francia dell'Antico Regime, i cristiani sono divisi da liti intestine; la mentalità del secolo penetra poco a poco nei chiostri; la Chiesa è indebolita dalle ingerenze dello Stato. L'autorità reale cerca di appropriarsi dei beni ecclesiastici. D'altro canto, gli capita di appoggiare famiglie che impongono ai conventi soggetti senza vocazione. La vitalità apostolica, di cui si è dato prova all'inizio del XVII secolo ha ceduto, il posto ad un'attitudine più statica, a un certo ripiegamento su di sè; l'una e l'altra si spiegano in parte con la necessità pressante, per le religiose, di sovvenire ai loro bisogni senza diminuire possibilmente la loro carità. L'idea di chiedere una modesta retribuzione per l'insegnamento non fu praticata se non da due o tre monasteri. Le Orsoline, tuttavia, hanno affrontato le difficoltà con coraggio, perseverando nella preghiera e nell'opera di educazione, aprendo la via ad

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Senza legame diretto con la storia delle Orsoline, l'opera di Martine Sonnet, L 'éducation des fllles au temps des Lumières , Cerf, Parigi, 1987, presenta una documentazione che non manca di interesse.


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altre congregazioni (quella di S. Pietro Fourier, per esempio), combattendo la buona battaglia e, preparandosi, senza saperlo, alla tormenta rivoluzionaria. ( cfr. G II, 543 ss).

LA SITUAZIONE ALLA FINE DEL XVIII SECOLO Questa sezione e la seguente saranno presentate in modo schematico: si tratta di un richiamo di fatti conosciuti; ma sembra utile rivederli brevemente per una migliore comprensione di ciò che fu, per le Orsoline, il periodo rivoluzionario.

I -LA SITUAZIONE DELLA CHIESA E' insieme confortevole e minacciata: -- Ben impiantata: i dogmi della Chiesa hanno forza di legge civile. -- Ricca: + in terre - possiede almeno la sesta parte del suolo francese; + in numero - per 25.000.000 di abitanti ci sono: = 135 arcivescovadi e vescovadi, = da 60.000 a 70.000 preti, = 30.000 religiosi circa = 40. 000 religiose. -- Esente da imposte - MA: + l'Assemblea del Clero versa al Re il "dono gratuito"; + compensa riscuotendo un'imposta sul popolo (la decima) per il mantenimento del culto; + ha tutta la cura dei poveri e dei malati (2.200 ospizi) e dell'insegnamento, senza alcun aiuto dallo Stato. -- Minacciata: + dall'esterno dalla filosofia, dalla massoneria ( 600 logge nel 1770), benché i filosofi siano stati quasi tutti allievi dei Gesuiti; e la massoneria non è vigorosa solamente perché conserva pratiche religiose tradizionali e incoraggia una fraternità internazionale e interconfessionale. Questo "esterno" è nato all’ "interno". + dall'interno per la divisione tra l'Alto e il Basso Clero. =

Alto Clero: L'episcopato è una carriera; i vescovi, nominati dal Re sono dei "funzionari". Vescovadi e arcivescovadi sono il monopolio di una trentina di famiglie nobili che formano un gruppo di pressione finanziaria e politica. Questo Alto Clero è in maggioranza degno e preoccupato di una certa pastorale; comprende una minoranza spendacciona, assenteista, talvolta scandalosa; ma Loménie de Brienne, Rohan e Talleyrand sono casi limite.


294

= Basso Clero: E' povero, vicino al popolo, meglio formato di un tempo perchè i seminari, alla fine del XVIII secolo, hanno avuto il tempo di dare pieno risultato. E' cosciente dell'ingiustizia della sua situazione e chiede più cooperazione con i vescovi. Si unirà al Terzo Stato e contribuirà a lanciare la Rivoluzione; non bisogna meravigliarsene.

II - LA SITUAZIONE DEGLI ORDINI RELIGIOSI -- Esposti agli attacchi dei filosofi, gli Ordini religiosi sono in decadenza, soprattutto gli Ordini maschili, tranne qualche eccezione, Cappuccini e Certosini ad esempio. -- Appena prima della Rivoluzione, tuttavia, comincia una ripresa, sia nel campo del fervore sia in quello delle vocazioni. -- Ci sarà grazie ad essa: + il permanere della fede cattolica durante la Rivoluzione; + eroismo di molti durante questo periodo; + possibilità di una restaurazione una volta passata la tormenta.

III - LA SITUAZIONE DELLA SOCIETA' La società si vuole cristiana e cattolica. Ma: + le contese ecclesiastiche hanno fatto torto al magistero della Chiesa e alla corona; da qui stanchezza; + per paura del quietismo, si evita ogni slancio; + per paura del giansenismo, si cade nel lassismo. Risultato: - una religione di conformismo più che di convinzione, - tutto quel che ci vuole per alimentare un deismo vuoto. - un ribasso di vocazioni, un abbassamento del senso cristiano. Abbassamento, ma non scomparsa: il popolo resta attaccato alla religione, ai suoi preti ( vedere certi registri di lagnanze in cui molti lodano il lavoro delle Orsoline e reclamano il ritorno dei Gesuiti). Le cause prime della Rivoluzione non sono di ordine clericale o religioso, ma sociale ed economico. La Chiesa non l'ha capito ... Una fazione scristianizzata farà le sue balordaggini. Se la Rivoluzione ha finito per scatenarsi contro la Chiesa e la religione, non era nella sua prima intenzione. Se l'Alto Clero non fosse stato così attaccato ai suoi privilegi, parecchie disgrazie probabilmente sarebbero state evitate.


295 ASPETTO GENERALE DELLA POSIZIONE DEI MONASTERI ORSOLINE IN FRANCIA PRIMA DELLA RIVOLUZIONE

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LA RIVOLUZIONE FRANCESE Le difficoltà: - economiche (rialzo dei prezzi, salari in ribasso, cattivi raccolti che comportano periodi di carestia), - finanziarie (debito pubblico crescente, monarchia rovinata, tra l'altro, dalla Guerra d'Indipendenza americana), provocano: - la convocazione degli Stati Generali, - la redazione dei Registri di lagnanza. Gli avvenimenti si svolgono secondo una dinamica imprevedibile a priori.

5 Maggio

Apertura degli Stati Generali: Messa solenne. Il clero conta 208 curati per 47 vescovi e 35 abati.

19 Giugno

Il clero si schiera a favore dei diritti del popolo (voto per testa, verifica dei poteri in comune), a piccola maggioranza. • pro: 148 (145 preti e 3 vescovi) • contro: 136 (quelli che restano)

9 Luglio 14 Luglio

4 Agosto

Gli Stati si proclamano Assemblea Costituente.

Presa della Bastiglia →Moti a Parigi, "Grande Paura" in provincia" Per salvare l'Assemblea, abolizione dei privilegi = per il clero abolizione della decima. (Generosità del clero da una parte,e dall'altra ingenuità di credere alle promesse della "nazione"].

26 Agosto

Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del cittadino fonte di una frattura interna alla Chiesa, ancora invisibile: -- per alcuni, la dichiarazione è conforme al Vangelo -- per altri, è contraria ai diritti di Dio. Il fatto è che il principio ne è ateo

5/6 Ottobre

Marcia del popolo su Versailles (per avere pane).

N.B. Molti ecclesiastici hanno già lasciato la Costituente: vescovi per principio, curati per occuparsi della loro parrocchia.


297

Risultato: scivolamento a sinistra. 2 Novembre: Destinazione dei beni del clero al rimborso del debito pubblico - proposta da Talleyrand, fu votata da 568 voti contro 346 (o 386, cifra talvolta indicata). Questi beni sono venduti e per la maggior parte acquistati dalla classe borghese che diventa così una classe di proprietari immobiliari o terrieri. Questi nuovi proprietari non avranno voglia più tardi di rendere questi beni! 22 Dicembre : Decreto che toglie ai vescovi la vigilanza sull'educazione pubblica per affidarla alle amministrazioni dipartimentali. Fin qui non c'è stato nulla contro la religione come tale. Le cose cambieranno.

13 Febbraio

=

Secolarizzazione degli Ordini religiosi - manifestazioni: - soppressione dei monasteri "inutili", - interdizione di pronunciare i voti, - "libertà" resa a tutti i religiosi che lo desiderano = uscita in massa di alcuni: OSB, OP, ... fedeltà di molti: Certosini, Trappisti, Capuccine quasi tutte le religiose.

N.B. Nessuna reazione del clero secolare (sempre in lite con i regolari) Nessuna reazione neppure dei laici dal momento che nè gli ospedalieri nè gli insegnanti sono molestati, Questa secolarizzazione appare loro come una misura amministrativa, niente di più. 12 Luglio

Voto della Costituzione Civile del Clero - opera di un comitato ecclesiastico, e perciò di credenti, che torna ad annullare il Concordato del 1516. +Misure salutari: - 85 vescovi invece di 135 (uno per dipartimento); - divisione di parrocchie troppo popolate; - raggruppamento di parrocchie troppo poco popolate;


298

- istituzione di un trattamento fisso ai vescovi e ai curati, mediante obbligo di residenza + Misure nefaste: - vescovi eletti dal collegio elettorale del dipartimento (cittadini agiati, cattolici o no); - curati eletti dal collegio elettorale del comune; - istituzione del curato da parte del vescovo, da parte dell'arcivescovo. - di tutto questo, il Papa è "avvertito". + Conseguenze: - rottura pratica con Roma; - risultato logico del gallicanesimo; - Chiesa -- subordinata allo Stato, -- organizzata secondo la struttura dello Stato. +Reazioni: - del Re: Sanziona il decreto del 22 luglio. il 23, riceve un Breve confidenziale: la Costituzione Civile è scismatica. Luigi XVI chiede al Papa di approvarla come un male minore per evitare lo scisma. Nessuna risposta. Il Re ratifica la Costituzione Civile il 24 Agosto. - dei Vescovi: 30/32 dell'Assemblea protestano contro uno statuto stabilito senza Roma. 123/135 in totale seguiranno. Alcuni cominciano ad emigrare. - di Roma: Silenzio di Pio VI. Desiderio di risparmiare il Re? di evitare lo scisma tacendo? di salvare il Contado Venassino? oppure speranza che la Costituente cambierà parere? - dei preti: Dubbio, incertezza. Come discernere ciò che è in gioco?

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27 Novembre: Giuramento Civico esatto dal clero, imposto a tutti i funzionari della Chiesa. Bisogna giurare fedeltà alla Nazione, al Re e alla Costituzione. Rifiutare il giuramento equivale a perdere il posto; ci sono 8 giorni per ottemperare .. Sette vescovi e il 50% dei curati "giurano" ... mentre Roma continua a tacere; - si giura, talvolta con restrizione mentale, per non abbandonare il gregge, per non interrompere il culto, l'amministrazione dei sacramenti; talvolta perchè sembra che la Chiesa sia così ritornata ad una sorta di purezza primitiva; - si rifiuta,per fedeltà a Roma, perché la Costituzione Civile usurpa lo spirituale


299

Risultato: - migliaia di parrocchie, di vescovadi vacanti; - elezioni di nuovi vescovi, presi in maggioranza tra i preti che avevano prestato giuramento, consacrati da Talleyrand (sacro illecito ma valido). Alcuni, circa 15, sono increduli; altri molto stimabili (Gregorio); qualcuno esemplare, giuramento a parte; ma la loro autorità è contestata dal popolo.

1791

Aprile

Condanna della Costituzione da parte di Pio VI. - proclamata con due Brevi, 10 Marzo e 13 Aprile 1791; - conosciuta in questo mese di aprile. Da qui un'ondata di ritrattazioni, ma è troppo tardi: - la rottura con Roma è consumata; - la Chiesa di Francia è spaccata.

Giugno

Fuga del Re a Varennes - che ha come conseguenza, tra l'altro: - la sfiducia verso i refrattari, quelli che non hanno prestato giuramento (nonostante la Costituente, poi la Legislativa li abbiano inizialmente tollerati: troppe parrocchie sarebbero rimaste senza prete). MA

+ preti refrattari incitano il popolo contro i giurati, + scoppiano scontri tra partigiani degli uni e degli altri. 14 Settembre : Avignone è ricongiunta alla Francia e occupata militarmente. · E' la rottura con la Santa Sede. Gli scontri sopra menzionati provocano un altro decreto dell'Assemblea legislativa: 29 Novembre:

Decreto contro i refrattari - il primo. + Il giuramento civico è esatto a tutti i sacerdoti senza eccezione, sotto pena di perdere trattamento o pensione. + Ogni resistenza è punita con l'incarcerazione. + il veto del Re è sfidato in 42 dipartimenti.


300

1792 28 Aprile

Interdizione di portare l'abito religioso o ecclesiastico. Soppressione di tutte le congregazioni religiose.

27 Maggio

Secondo Decreto contro i refrattari. + Ogni prete che non ha giurato può essere deportato su denuncia di 20 cittadini dello stesso cantone. + Il veto del Re è inefficace.

10Agosto

Caduta di Luigi XVI - in seguito al manifesto di Brunswick.

14 Agosto

Nuovo giuramento, detto di "LibertĂ -Uguaglianza", esatto da tutti i cittadini. + alcuni preti l'accettano per salvaguardare il servizio dei fedeli; + certi, anche refrattari, lo prestano per togliersi il marchio di una controrivoluzione che inizia. + i vescovi emigrati l'interdicono in generale. Conseguenze: - nuova divisione nel clero; - indebolimento dei rimasti in Francia che non hanno giurato. + i clandestini esercitano il loro ministero con la copertura di un mestiere, mercante ambulante, operaio agricolo, ecc - e anche:

2 Settembre :

Arresto a Parigi di tutti i preti che non hanno giurato.

2/5 Settembre: Massacro dei preti imprigionati nel Convento del Carmelo, circa 300, senza alcun processo.

20 Settembre :

Laicizzazione dello stato civile.

+ Divorzio, matrimonio dei divorziati autorizzati; + matrimonio dei preti autorizzati; Conseguenza: la divisione si introduce all'interno dello stesso clero costituzionale. 21 Settembre :

Abolizione della Monarchia, decretata dalla Convenzione nata la vigilia.


301 179 3 21 Gennaio

Esecuzione di Luigi XVI.

10 Marzo

Sollevamento della Vandea. Creazione del Tribunale Rivoluzionario. Sotto i Girondini, la situazione delle due Chiese è precaria: - diffidenza verso la Chiesa costituzionale; - esasperazione contro la Chiesa refrattaria - che è legata agli emigrati ed ai Vandeani.

6 Aprile

Creazione del Comitato di salute pubblica, dominato da Danton.

Luglio

Dittatura della "Montagne" - sospensione delle libertà.

5 Settembre :

E’ messo all'ordine del giorno il Terrore. Il clero costituzionale, a sua volta, è sospettato.

17 Settembre : Legge contro i sospetti. 5 Ottobre :

Istituzione del calendario rivoluzionario: + "settimana" di 10 giorni, mesi "ribattezzati": Vendemmiaio Nevoso Germinale Messidoro

Brumaio Frimaio Piovoso Ventoso Floreale Pratile Termidoro Fruttidoro

Culto della Ragione obbligatorio. La persecuzione si intensifica a Parigi e in provincia: ruolo dei Rappresentanti in missione: Carrier, Fouché .. + Obbligo di abiurare il sacerdozio; + Matrimonio dei preti incoraggiato; - 1/6 rifiutano di essere "spretati" (tra cui Gregorio), - molti si sposano (matrimoni bianchi talvolta) per paura, per pressione, per dar prova di civismo.

+ N.B. La Chiesa costituzionale ebbe pure i suoi martiri: . 24 vescovi su 85 abdicano, . 23 apostatano, . 10 si sposano, . 8 sono ghigliottinati, tra i preti, parecchi lo furono per la fede.


302

24 Novembre:

Chiusura delle chiese.

1794

Marzo

Istituzione del culto dell'Essere Supremo

Giugno

Legge di Pratile =Nuova legge contro i sospetti. Unica pena prevista: la morte, praticamente senza processo. E' il "Grande Terrore".

Luglio

9 Termidoro. caduta di Robespierre - ma le persecuzioni e le esecuzioni continuano ancora per qualche tempo ...

18 Settembre : Proclamata separazione della Chiesa e dello Stato; bilancio dei culti soppresso: constatazione che la religione sta sparendo. Conseguenza: - protesta di Gregorio; - riapparizione di preti clandestini.

1795

21 Febbraio

30 Maggio

Reazione anti-montagnarda: Decreto sulla libertĂ dei culti.

Riapertura delle chiese. Il culto è permesso per le due Chiese all'interno degli edifici religiosi. Ma lo scisma persiste.

26 Ottobre

Inizio del Direttorio. Il regime oscilla tra il desiderio di separare bene la Chiesa dallo Stato e la nostalgia dei rigori giacobini. Questo spiega la fluttuazione della sua politica religiosa.

179 6 Abolizione progressiva dei decreti ostili alla Chiesa


303

1797

15 Agosto

A Parigi si tiene un Concilio. Per Gregorio si tratta di rimettere in piedi la Chiesa. Ma è una Chiesa molto povera e ben presto nuovamente divisa.

4 Settembre

Colpo di stato di Fruttidoro - che provoca una svolta a sinistra:

+ ristabilimento di una legislazione antireligiosa, + obbligo di giurare odio alla Monarchia Risultato: ritorno di molti alla Chiesa refrattaria. Durante tutto questo tempo, la Chiesa è nascosta, aiutata da religiosi secolarizzati per forza, da laici fervorosi che conservano la fede, organizzano celebrazioni religiose a domicilio a rischio della vita. Ma è una Chiesa esplosa in diversi modi:

- Refrattaria:

Alcuni preti hanno rifiutato tutti i giuramenti. Alcuni hanno giurato il primo. Alcuni sono rimasti in Francia, altri sono emigrati. Ci sono dei clandestini. Altri sono in prigione o deportati.

- Costituzionale:

Alcuni hanno prestato tutti i giuramenti. Hanno giurato liberamente o sotto pressione. Hanno continuato a persistere o hanno ritrattato (velocemente o a poco a poco). Sono rimasti celibi o si sono sposati. Sono credenti o increduli.

Ed è una Chiesa privata di autorità: Pio VI è morto a Valenza (1799). Ma la vitalità dei cristiani annuncia il rinnovamento: ci sono scuole clandestine, nuovi missionari animati da una grande esigenza dottrinale e da una profonda preoccupazione pastorale. Ed anche le religiose usciranno dall'ombra. Nota:

nei territori annessi dalla Francia rivoluzionaria (soprattutto in terra tedesca) i decreti contro la religione non furono automaticamente applicati. Nessuna persecuzione, ad esempio, nella Repubblica Batava.


304

LE ORSOLINE DI FRANCIA SOTTO LA RIVOLUZIONE Le fonti per la loro storia sono poco numerose e incomplete, il che si spiega molto bene:

Per l'Ordine - Non ci sono più "Chroniques", "Annales" interrotti. - I fatti sono ricostruiti tardivamente a partire dai ricordi delle Madri anziane. - C'è sproporzione tra l'apporto delle regioni controrivoluzionarie e le altre, poichè le prime hanno dato relazione delle loro sofferenze mentre le seconde avevano meno da dire. Restano alcune relazioni preziose: + Registri di Quimperlé. + Racconto della Madre Michelle Bruneau (1789-1807) di ChàteauGontier. + Racconto della Madre Marie-Anne (1790-1792) di San Severo. + Racconto di deportazione a Lorient di due Orsoline d'Angers. + Racconto di una Orsolina di Quintin (1793-1795). + Processo di beatificazione delle Orsoline Martiri. + Alcune lettere.

Per lo Stato - Gli inventari, dichiarazioni d'intenzione, ecc. sono preziosi quando esistono, ma molti sono introvabili. D'altra parte le procedure erano diverse a seconda dei dipartimenti, e persino a seconda dei comuni. Conseguenze: statistiche ‘esatte’ sono impossibili. - I registri di stato civile non sempre aiutano perchè non sempre è segnalato l'Istituto religioso interessato. Conclusione: si può avere qualche fatto, ma non si trova alcuna confidenza diretta sulla vita soprannaturale e intima delle religiose di quest'epoca, se non per qualche rara lettera dalla prigione.

I -LE PRIME REAZIONI 1. Ai registri di lagnanza Le comunità religiose hanno eletto all'Assemblea di baliato o di parrocchia un rappresentante che doveva preparare i registri; spesso è il superiore o il parroco.


305 Questo rappresentante le tiene al corrente del contenuto dei registri: non c'è nulla che possa allarmare le suore; sia il clero che il Terzo Stato le reclamano per l'educazione della gioventù (G III, 21-22).4 2. Al Comitato ecclesiastico della Costituente Comincia a funzionare il 20 agosto 1789. Le Orsoline fondano su di esso grandi speranze. Scrivono al primo Presidente, Mons. de Bonal, vescovo di Clermont. 3. Alla Dichiarazione dei Diritti dell'uomo In questa Dichiarazione, le suore possono leggere che "tutti gli uomini nascono liberi e uguali nei diritti". Ciò non può che rassicurarle. Ma presto si porranno interrogativi.

II - INTERROGATIVI E PROBLEMI 1. La questione dei voti a) Sospesi il 28 Ottobre ‘89 - da qui, afflizione, ma non abbattimento: le novizie restano in monastero; le vestizioni continuano; qualche cerimonia di professione è anticipata (con il permesso del vescovo); altre han luogo clandestinamente ( G, 24-27). Soppressi il 13 Febbraio '90 - le religiose sono libere di andarsene. Ciascuna deve dichiarare ufficialmente la sua intenzione.

b)

La stragrande maggioranza delle religiose di tutti gli ordini affermano la loro volontà: vogliono "conservare la libertà di vivere e di morire nella loro santa vocazione" (G,245-250; 32 e 13-14). Inoltre, poichè "per il momento non sarà cambiato nulla riguardo alle case incaricate dell'educazione pubblica e delle opere di carità", c'è speranza ( cfr. G,30). 2. La questione dei beni monastici a) Confiscati il 2 Novembre ‘89. Nel 1789, le comunità Orsoline vivono, ma senza essere ricche. Le perdite dovute al sistema di Law sono state superiori ai diritti d'ammortamento di cui le comunità hanno potuto essere dispensate. Di fronte alla confisca dei loro beni, le religiose manifestano un'attitudine di distacco (G, 210-214); tanto più che la pensione "promessa" dalla Nazione deve permettere loro di vivere modestamente. (Ma questa pensione sarà

4

Salvo eccezioni, qui si tratterà sempre del volume III di M.M. Ch. Gueudré


306

spesso mal pagata, o non pagata del tutto, con conseguenti grosse difficoltà). b) Sottoposti agli inventari. Le procedure variano. Alcune municipalità sono "arrendevoli", altre rapaci. Le visite d'inventario si situano tra il 13 Febbraio '90 e il 3 Novembre '91 (G, 31). Alcuni conventi sono visitati parecchie volte. E guai se qualcosa è sparito nel frattempo! 3. La questione delle elezioni - Le elezioni devono avvenire in presenza dei rappresentanti della Nazione, che obbligano le converse a votare nonostante la loro resistenza. - Il risultato è quasi sempre identico a quello che aveva dato l'elezione canonica e questo non manca di attirare l'attenzione degli ufficiali municipali. (G, 250-251 ). 4. La questione del giuramento - 27 Nov. '90: Il giuramento civico è esatto dal clero parrocchiale, non dai cappellani dei conventi; alcuni tuttavia lo prestano. Conseguenze: = Le religiose si trovano talvolta private di un sacerdote che non ha prestato giuramento e portate a nasconderne uno; altrimenti, avendo rifiutato i servizi di un sacerdote che ha giurato, si vedono private dei sacramenti. = Le cappelle sono chiuse per ordinanza e talvolta abbandonate al saccheggio (G, 49). - 29 Nov. ‘91: Il giuramento è esatto da tutti i sacerdoti, cappellani compresi, con conseguenze per la vita delle suore: = Sono coinvolte, volenti o nolenti, nella lotta tra preti che hanno prestato giuramento e quelli refrattari. La buona fede delle religiose è talvolta ingannata (G, 255); e il cappellano può avere molta influenza (G, 257). = Sono talvolta spinte a prestare esse stesse giuramento per non perdere la loro magra pensione. - Agosto 1792: Giuramento "Libertà-Uguaglianza". E' reso obbligatorio soltanto il 3 Ottobre '93; ma Pio VI non ha condannato la formula; così parecchie Orsoline lo prestano in tutta buona fede fin dal 1792 - alla vigilia della dispersione. Quante Orsoline hanno prestato questi giuramenti? -- Sotto la prima formula non se ne trovano nemmeno dieci. -- Sotto la terza formula, è impossibile dirlo. Uno spoglio approfondito dei documenti esistenti fornisce la convinzione che la maggior parte siano state fedeli. Ed è per aver rifiutato questo giuramento che parecchie sono salite sul patibolo (G, 7). Del resto, alcune che l'avevano prestato sono diventate refrattarie in seguito.


307

III - LA DISPERSIONE Tra 1’ ll e il 15 Agosto 1792, tutti gli Ordini religiosi sono soppressi; i monasteri devono essere tutti chiusi il 1 ° Ottobre. E' l'ora della dispersione.

1. I momenti Quasi tutte le partenze hanno luogo tra il Settembre e il Novembre 1792; ma alcune sono avvenute prima (G, 67). Arnay-le-Duc dall'estate '90 (La superiora è parente di un parroco che ha prestato giuramento) • St-Cloud nell'Aprile '91 (la comunità, fortemente indebitata, non può più vivere. Le Suore vanno in altri conventi di Orsoline). • Idem Montargis (Piccolo numero, debiti ... alcune vanno a St-Denis). • St-Pol-de-Léon nel Marzo '92 (espulse per rifiuto delle elezioni legali). • Landerneau, Lesneven, Orléans (stessa ragione che a St-Pol). Alcune comunità resistono fino al Dicembre '92; ma allora sono disperse di forza; il mobilio è sequestrato e venduto.

2. Le modalità Variano anch'esse (G, 73). Tutte le religiose insieme, che trascinano carriole con i loro abiti e cercano uno o più rifugi (Orléans). = Sotto i fischi della plebaglia (Grenoble, Beaugency - dove avviene il "miracolo" di Nostra Signora della Consolazione). = Per piccoli gruppi, su ordine del Direttorio (Ploërmel: 9 suore il 28 Settembre al mattino, 9 alla sera, 9 il 30 al mattino, ecc. Così a Vannes). = Ad una ad una (Montluçon). = Dopo resistenza e manu militari (Redon), =

3. Le destinazioni a) In Francia (G, 80 ... ) + Piccoli gruppi cercano di formarsi nelle vicinanze con una "delegata"della Superiora (Per es. 4 gruppi a Bordeaux con alcune suore presso parenti od amici). + Religiose, sole o a due, trovano alloggio presso la loro famiglia o presso famiglie amiche (In tal modo, a Parigi, restano molto vicine al convento). + Alcune, braccate, si nascondono di villaggio in villaggio (Redon). + Spesso non hanno l'autorizzazione di vivere insieme più di due, a meno che siano sorelle di sangue (G 85). b) All'estero (G, 85 ... ) Valenciennes cerca rifugio a Mons (sua casa di origine) nel Settembre '92 ma ritorna nel Novembre '93 quando gli Austriaci hanno ripreso la città. = Tourcoing si ritira a Tournai (sua culla).

=


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Lille parte, alcune suore in Belgio, altre in Inghilterra. Saint-Omer se ne va in Belgio e in Germania. = Arras e Amiens vedranno una religiosa andarsene da ogni comunità. = Alcune Orsoline del Sud-Est (19) sono accolte negli Stati del Papa. = Oloron-Ste-Marie manda 4 religiose in Spagna. = =

Note: 1. Sono molto poche le Orsoline che espatriano. 2. Ad eccezione della Spagna, nessuna opera durevole sarà fondata all'estero; la maggior parte delle esiliate rientreranno nel 1795.

4. I mezzi di sussistenza (G, 98-99)

+ Alcune si nascondono, cercando di farsi dimenticare, oppure vanno verso le città importanti per guadagnarvi il pane: lezioni private, lavori di cucito, impiego di domestica ... + Altre, in campagna, lavorano nelle fattorie; alcune sono ridotte a mendicare. + Al tempo stesso si dedicano a coloro che le circondano, si danno alla preghiera, aiutano i preti refrattari. + Quando possono, si uniscono ad altre religiose; e, passata la tormenta, si vedrà un'Orsolina diventare Ospedaliera, un'altra Visitandina, mentre alcune non Orsoline divengono Orsoline.

5. I pericoli Sono stati talvolta previsti dal vescovo o dalla superiora. Per es. abbiamo la lettera di Mons. de la Marche (G, 265-268), quella della Superiora di Ploërmel (G, 268-271). Talvolta, ma non sempre. Quali sono questi pericoli? - Miseria: Quelle che hanno rifiutato il giuramento hanno perso la pensione. - Disoccupazione: Non tutte trovano un lavoro in rapporto alle loro capacità. - Isolamento: Non tutte le famiglie sono disposte ad accogliere delle religiose. - Atmosfera pagana: Odio verso Cristo e la Chiesa; disprezzo per il celibato.

6. Le defezioni Si spiegano con ciò che precede e anche con la legislazione: La legge incoraggia il matrimonio dei sacerdoti e dei religiosi-religiose, attraverso il quale possono conservare la pensione. = Le famiglie, talvolta, incoraggiano le suore che si sono rifugiate presso di loro a sposarsi (talvolta per preoccupazione della loro sicurezza personale). = Alcuni ecclesiastici cercano di sposare delle religiose per poter continuare un certo apostolato (talvolta è un matrimonio bianco ma non lo si sa). Da trenta a quaranta Orsoline hanno così rinnegato il loro voto di castità: =


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• 5 almeno erano entrate senza vocazione; • 4 si credettero legittimamente dispensate dal voto, sia attraverso un vescovo costituzionale, sia per "La Legge"; e compresero solo più tardi; • 2 o 3 hanno ceduto alla paura (della prigione, della povertà ... ). Al momento del Concordato, tutte queste ex-Orsoline, eccetto una, faranno i passi necessari per ritrovare la comunione con la Chiesa. Ma i matrimoni contratti dopo il 15 Agosto 1801 non saranno regolarizzati; fu il caso di due Orsoline in Ariège e Côte d'Or. (cfr. G, 277-285) Queste poche defezioni non devono far dimenticare la fedeltà, la generosità e talvolta l'eroismo delle altre.

IV - LE ORSOLINE IN PRIGIONE 1. Il loro numero Mancano troppi registri di immatricolazione perchè si possa dare una cifra approssimativa. Dalle informazioni trovate, dovettero essercene circa un migliaio sulle circa diecimila Orsoline viventi allora in Francia. 2. Le ragioni del loro imprigionamento Molte sono "aristocratiche", e tutte "sospette", passibili delle pene previste dalla legge del 17 Settembre 1793 e per motivi che si ritrovano dovunque: rifiuto di giuramento, delitto d'opinione, insegnamento del catechismo, propagazione delle "superstizioni", ecc. Talvolta basta una denuncia per mettere qualcuno in prigione, soprattutto quando si è nascosto un prete refrattario. · Espressione tipica per giustificare un arresto - e incontrata spesso, quasi negli stessi termini: "Aristocratica, fanatica, che ha rifiutato il giuramento, carattere di religiosa in tutta la forza del termine" (G, 137). 3. Le modalità di internamento (G, 112 … ) Può essere nel penitenziario della città, oppure a vista, dove vivono, prima di essere trasferite nelle prigioni nazionali.

Ma -- I prigionieri sono talmente numerosi che i locali sono insufficienti; così certi monasteri sono trasformati in prigioni (Bourges, Tonnerre, Amiens, Blois, Digne, Quintin ... ). -- I nuovi soldati da alloggiare sono numerosissimi ed altri monasteri sono trasformati in caserme (Dijon, Nantes, Tréguier) o in ospedali per i feriti di guerra.


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Alcune Orsoline conosceranno la prigione presso il loro o in altri conventi; parecchie saranno internate in una prigione di stato con prigionieri di diritto comune. Alcune passeranno da uno statuto ad un altro. 4. Le condizioni d'internamento (G, 154 ... )

ammucchiamento, promiscuità; = igiene inesistente; = prigione fredda e umida (niente fuoco!) = nutrimento insufficiente sotto tutti gli aspetti (pane secco ed acqua) e che bisogna pagare! (G, 151 ). = sadismo dei carcerieri. =

Risultato: + fame, freddo, parassiti, malattie contagiose, febbre ... parecchie Orsoline morirono in prigione;

+ privazione completa dei sacramenti quando nel gruppo dei prigionieri Non c’è alcun prete che non ha prestato giuramento.

V - TRIBUNALI E GHIGLIOTTINA Non c'è da stupirsi se parecchie Orsoline abbiano cercato di evitare la prigione, lasciando il luogo del loro censimento, cambiando domicilio, nascondendosi sulle montagne o nei boschi, spesso aiutate dalla popolazione, talvolta denunciate e arrestate.

+ La maggior parte delle imprigionate non furono mai giudicate. + Quando lo furono, i trattamenti apparivano differenti da un tribunale all'altro, ma anche nel corso dello stesso giudizio. -- A Orange, 25 Orsoline sono imprigionate per lo stesso motivo; 16 sono ghigliottinate. E le altre? (vedi G, 159). -- Alcune prigioniere sono giudicate, condannate, poi rilasciate. Perchè? + Agli occhi della legge, la pena massima era l'imprigionamento fino alla fine della guerra. Ma quando venne il Terrore, fu la morte. + Morte talvolta senza giudizio: Elisabeth Chesneau è massacrata su un sentiero di Vandea. La morte è anche conseguenza dei maltrattamenti ricevuti. Per es. le prigioniere d'Angers deportate e condotte a Lorient in condizioni spaventose riferite da Madre Besnard (cfr. G, 529 e 532).

+++ 38 Orsoline furono ghigliottinate - di cui 27 beatificate, 16 a Orange e 11 a Valenciennes. • Madre Angelica Berthelot, di Nantes. Espulsa nel Settembre '92, si nasconde qua o là - conservando l'abito religioso! E' arrestata, imprigionata, giustiziata il 2 Marzo '94 ( G, 172-173).


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• Madre Serafina Pavie, di Tourcoing, rimasta in Francia durante l'esilio a Tournai. Condannata per aver "corrotto lo spirito pubblico e armato i cittadini contro la sovranità del popolo", è giustiziata il 26 Aprile 94 ad Arras (G, 173). • Madre Domenica di Bragelongue, "ex-religiosa, ex-nobile", imprigionata al Carmelo il 5 Aprile 94, giustiziata il 29 insieme a sua sorella, la marchesa di Montbrun (G, 175). • Madre Anna Gassiot, di Bordeaux, condannata per aver servito da "postina" e giustiziata il 7 Luglio 94 (G, 181 ). • Margherita e Maria Giraud, due converse sessantenni che hanno nascosto un prete refrattario e cercato di coinvolgere alla messa un ragazzino; sono giustiziate due giorni prima della caduta di Robespierre (G, 387-388). • Margherita Jobard, 20 anni, ancora novizia... e non molto prudente perchè ha conservato lettere di suo fratello, prete, che non ha prestato giuramento. Giustiziata il 24 Giugno ‘95 (G, 177). In quale misura queste vittime non beatificate siano state autentiche martiri, non si saprebbe dirlo. In ogni caso, probabilmente vi hanno giocato motivi politici ... +++Le Beate Martiri di Orange (G, 182 ... ) Sedici Orsoline di 5 monasteri diversi, 13 Sacramentine, 3 Cistercensi ed una Benedettina subirono il martirio tra il 6 e il 26 Luglio 1794. Erano in prigione a Orange dal 2 Maggio. In prigione formano un'unica comunità, recitando insieme l'Ufficio e le preghiere degli agonizzanti quando l'una o l'altra è portata via (poichè le esecuzioni sono scaglionate) e cantano il "Laudate" e il "Te Deum" quando l'ora indica che tutto è finito. Salgono sul patibolo "ridendo" e cantando ... E anche pregando per i loro carnefici: tre di essi più tardi si convertirono. Sono state beatificate da Pio XI il 10 Maggio 1925. +++Le Beate Martiri di Valenciennes'(G, 193 .. .) Le Orsoline erano ritornate a Valenciennes nel Novembre '93 grazie all'occupazione austriaca. Ma la città è ripresa dai Francesi rivoluzionari nel Settembre '94. Le Suore sono espulse e arrestate. Motivo: sono "emigrate" e sono ritornate sotto la protezione del nemico per esercitare funzioni proibite. In realtà, erano andate a Mons con passaporti legali; il capo d'accusa è un pretesto.


312

La vera ragione è che sono ritornate "per insegnare la religione cattolica, apostolica e romana; non abbiamo altre mire". La Superiora, Madre Clotilde Paillot, cerca di prendere su di sè tutta la responsabilità. Invano. Alla lettura della sentenza, le religiose ringraziano i giudici: "questo sarà il giorno più bello della nostra vita". Perdonano ai giudici e ai carnefici e salgono il patibolo cantando. Sono state beatificate da Benedetto XV il 13 Giugno 1920.

VI - L'APOSTOLATO DELLE ORSOLINE DURANTE LA RIVOLUZIONE 1. Prima della dispersione Il loro desiderio è quello di continuare l'opera di educazione. + Ne sottolineano i buoni risultati nelle lettere all'Assemblea Nazionale (G,287-288). + I comuni appoggiano le loro domande: "sono della massima utilità a tutti i cittadini, ma soprattutto alla classe povera di cui istruiscono le figlie" (G,289). + Fino all'espulsione, le Orsoline rivendicano questo diritto. Ma se ci si mostra prudenti a Parigi (il decreto del 13 Ottobre 1790 prevede che "il rientro nelle diverse scuole pubbliche si farà come sempre"), non è la stessa cosa in certi dipartimenti (G, 291) = =

Qua e là apostolato soppresso su rifiuto del giuramento (quando non è ancora obbligatorio) . Educandato soppresso quasi dovunque (ed era spesso l'unica fonte di entrate).

Tutte le comunità si ingegnano a conservare il loro apostolato il più a lungo possibile e lo difendono con coraggio e audacia (G, 298-301). Ma le soppressioni si moltiplicano; si ripartiscono soprattutto tra Agosto e Settembre '92 - e non sempre nella calma: in parecchi luoghi (Grenoble, Beaugency ... ) le religiose sono insultate da fanciulle educate da loro (G, 304). 2. Durante la dispersione (G, 304 ... ) Converse si trovano un posto come domestiche, diventano infermiere delle loro sorelle anziane o inferme, e portano la "buona parola" dovunque sia possibile. Coriste diventano istitutrici private presso parenti o amici - usando mille precauzioni.


313 Alcuni comuni chiedono alle Orsoline di continuare a far scuola (per mancanza di sostitute). Ed ha inizio il loro apostolato in favore dei preti refrattari ... 3. Durante il Terrore (G, 310 ... ) In quel momento si intensifica l'apostolato verso i preti refrattari: per trovare loro nascondigli, portar loro da mangiare, condurli presso morenti che conoscono. Preparano le riunioni notturne durante le quali un prete refrattario celebrerà la Messa; servono da "agenti di collegamento". Raggruppano fanciulli per fare loro il catechismo, soprattutto in campagna; diventano catechiste di adulti; preparano celebrazioni domenicali in mancanza di messa (G, 311); preparano i fanciulli alla prima comunione. Prigioniere, consolano i loro co-detenuti, aiutando alcuni a convertirsi, a prepararsi alla morte; guidano la preghiera ed il loro esempio porta talvolta alla conversione i loro carcerieri. 4. Dopo il Terrore (G, 313 ... ) Cercano di raggrupparsi, di riprendere l'opera; insegnano più o meno clandestinamente in locali di fortuna. Istituiscono educandati sotto forma di laboratori diversi, di cucito per esempio (G, 318). Continuano la catechesi (G, 319), senza dimenticare gli adulti (G 326). Il 18 Fruttidoro riporta una maggioranza giacobina. Seguono nuove chiusure, nuovi interrogatori, nuove perquisizioni, soprattutto in città. Le opere fondate in piena campagna resistono meglio (G, 336). Alla fine del 1797, i vescovi scismatici promulgano un decreto sull'educazione nazionale (G, 337). Il loro programma raggiunge su molti punti quello assunto dalle Orsoline; ma esse non l'accettano a causa della sua origine. D'altra parte i rivoluzionari hanno anch'essi, dal 1791, elaborato piani di riforma concernenti l'organizzazione dell'insegnamento (G, 295). Non era tutto negativo, al contrario (necessità di formare gli alunni a mestieri diversi, di avere scuole sufficienti in ogni dipartimento ... ) Negli anni 1791- 1797, si sono fatte sentire altre esigenze ... Le Orsoline avrebbero avuto bisogno di una autorità forte per ripensare i regolamenti del passato in funzione dell'epoca, per creare opere più adatte e rimediare alle carenze della Chiesa e del paese (G, 339).


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VII - LA VITA SPIRITUALE DELLE ORSOLINE DURANTE LA RIVOLUZIONE La conosciamo soprattutto grazie alla corrispondenza con il monastero di Roma. 1. Prima della dispersione - I monasteri divengono centri di preghiera intensa; + sollecitano la preghiera degli altri conventi (G, 449). + Ci si richiama specialmente alla "beata Angela" (G, 448). Le pratiche di pietà s'intensificano: + Novene ai santi Angeli, adorazioni notturne, digiuni accresciuti. + "Quaresime" introdotte in diversi periodi dell'anno (G, 450). Sorgono problemi in caso di cappellani che hanno prestato giuramento: -Si può conservare l'Eucaristia? • Come assicurare la Messa? • Come ricevere l'assoluzione? + In questo caso si supplisce • con la ricezione spirituale dei sacramenti (G, 457). • con una maggiore fedeltà all'Ufficio (G, 459). - Cresce il senso della riparazione: + Dolore di veder divisa la Chiesa. + Dolore per molte di vedere parenti prossimi seguire una rotta falsa: ad es., fratelli sacerdoti passati allo scisma (G, 459). - Allo stesso modo si intensifica la devozione al Sacro Cuore (G, 460). + Le Suore recitano con fervore la preghiera di Maria dell'Incarnazione. 2. Durante la dispersione e il Terrore Cresce la devozione al Sacro Cuore e parecchie salgono il patibolo per averla diffusa: Anna di Rocher a Bollène, Anna Gassiot a Bordeaux, Susanna Loustalet e Margherita Durant a Langon (G, 460-461).5 Presso le Orsoline disperse appaiono due tendenze:

a) Tendenza contemplativa: si cerca prima di tutto di preservare la vita di preghiera e la clausura (anche se si vive nella propria famiglia), di mantenere le Costituzioni. Alcune Orsoline vivono invece come delle Carmelitane o delle Certosine (G, 462-463). b) Tendenza apostolica: il pensiero delle anime spinge le suore ad affrontare tutto per preparare ai sacramenti fanciulli e morenti. Ma presso la maggior parte le due tendenze arrivano ad armonizzarsi nonostante tutte le difficoltà (G, 465). Del resto, per tutta la durata della prova, si manifesta una stessa disposizione innata, fatta di abbandono e di gioia: + Abbandono ... Ci si concentra sul momento presente (G, 467).

s Ricordiamo che l'immagine del Sacro Cuore era il sogno di unione della Vandea. Chiunque la portasse su di sè, poteva apparire legato agli insorti


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+ Gioia ... Anche in prigione le religiose sono gioiose e contente, cantano le lodi di Dio e fanno della prigione un "paradiso", nell'attesa di "volare al luogo del supplizio" (G,467 ss.).

3. Dopo la tormenta + Cercano di riprendere la vita regolare: silenzio, puntualità, tenuta del Capitolo ... (G, 477).

+ Si formano gruppi provvisori, soprattutto in campagna (G, 479).

+ l'Orsolina

accoglie in casa sua qualche sorella e la piccola comunità si affretta ad aprire una scuola (G, 483).

Ma prima del 1802 non si potrà fare nulla di stabile; ed è soltanto nel 1806 che le Orsoline saranno riconosciute legalmente; ma come insegnanti e non come religiose.

Dalla prigione di Valenciennes... Non affliggerti della nostra sorte; noi gustiamo una gioia che non si può esprimere a parole. Non l'avrei mai creduto (...) -Ci spiacerebbe molto sfuggire alla gloria del martirio; ma ormai esso ci è assicurato e non tarderemo a riceverlo. Pregate per noi: state tranquille: noi siamo pronte, tutte, a dare la vita per Gesù Cristo( ...). Il Sangue di Colui che è morto per me laverà tutte le mie colpe; il sangue che io verserò, unito al suo, mi dà grande fiducia nella sua bontà. E' di fede che, dando io la vita per Colui che è morto per me, posso essere sicura che godrò delle sue misericordie. La gloria del martirio non è forse desiderabile? Che faremmo noi, ormai, su questa terra? Ogni istante sarebbe per noi un martirio; saremmo continuamente esposte al rischio di perdere la nostra vita religiosa. Durante gli interrogatori volevano farcela rinnegare: chi mai vorrebbe vivere, a tal prezzo? No, no, mia cara: siamo impazienti di ricongiungerci al nostro Sposo divino.Quante volte gli abbiamo detto: "Chi ci separerà da te, mio Dio? Le croci? Le persecuzioni?No!Ti amerò sempre, dovesse costarmi la vita, mio Dio". Ora è venuto il momento di realizzare queste disposizioni interiori. Dobbiamo dargliele la prova, e rendergli morte per morte. Prega per noi, perchè il Signore ci sostenga fino all'ultimo respiro. E noi ci ricorderemo di te, quando saremo in possesso della gloria". Scolastica [ Leroux] (...) Prendete parte alla mia felicità (...) Nessuna inquietudine per la mia sorte, io sono la più felice del mondo( ..:) Addio per sempre. ClotildePaillot. Annales - IV, pp.553,552.


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LA CHIESA CONCORDATARIA La Rivoluzione appena terminata ha avuto tre aspetti principali: - Aspetto politico:

principio monarchico screditato; = anticlericalismo evidente; = diritto proclamato dei popoli a disporre di se stessi.

=

- Aspetto economico e sociale: = ascensione della borghesia. - Aspetto intellettuale: = tendenza anticristiana del pensiero - sia filosofico sia scientifico. Tutto contribuisce a spingere la Chiesa cattolica verso la reazione. La "fortuna" sembra essere più dalla parte protestante.

I - IL CONCORDATO Firmato il 15 Luglio 1801, è pubblicato il 18 Aprile 1802 - giorno di Pasqua con 77 Articoli Organici che non erano compresi nel testo del 1801. 1. Ragioni del Concordato a) La volontà di Bonaparte:

+ aiutare la Chiesa per meglio asservirla ("la religione è utile"); + riunificare il clero per attaccarlo al potere. b) Il desiderio del Papa. Pio VI è morto a Valenza il 29 Agosto 1799. Pio VII, eletto il 14 Marzo 1800, uomo aperto, è persuaso che la democrazia non è contraria al Vangelo; desidera prima di tutto la riconciliazione ed è pronto a certe concessioni. 2. La negoziazione E' laboriosa e si svolge tra molte insidie tese da coloro che volevano farla fallire. Il Cardinal Caprara, legato a latere, è vecchio e timoroso; lo si inganna con menzogne. Grazie allo spirito di conciliazione del Papa - che è consapevole che la sorte della cristianità dipende dalla posizione della Francia - si arriva ad un necessario compromesso. 3. Misure principali

+ Religione cattolica riconosciuta come "quella della maggioranza dei Francesi". + Culto pubblico sottomesso ai regolamenti di polizia. + Nuova circoscrizione delle diocesi, ormai 60 di numero. + Vescovi = nominati dal Primo Console, = istituiti canonicamente dal Papa. + Stipendio ai vescovi ed ai curati assicurato dallo Stato.


317

+ Assicurazione data agli acquirenti di beni ecclesiastici che saranno lasciati in pace.

II - NOTE IMPORTANTI 1. Sulla dimissione dei vescovi Il Papa ha chiesto la dimissione di tutti i vescovi, misura dolorosa esatta da Bonaparte. Ciò vale per la Francia e per tutti i territori annessi. = 55, fedeli a Roma e scismatici confusi, si sono dimessi. = 37 hanno rifiutato. Da qui la formazione di piccole comunità, scismatiche a loro volta, che formano la "Piccola Chiesa". 2. Sul nuovo episcopato

a) Composizione:

b) Carattere:

16 vescovi di Vecchio Regime, 12 vescovi costituzionali, 32 vescovi nuovamente creati.

= non è più unicamente aristocratico: vi sono rappresentate tutte le classi sociali;

= è obbligato alla residenza - in forza della legge; = è più povero- il salario è modico;

·

è poco portato alla contestazione; = è messo sotto tutela dagli Articoli Organici (reintroduzione dei principi gallicani).

=

e) Opera:

E' immensa e consiste nel restaurare le chiese (lavoro enorme); trovare preti; = rilanciare la liturgia; = aprire seminari (necessari, anche se l'insegnamento vi è controllato dal potere) =

=

3. Sulle "omissioni" Il Concordato ignora gli Ordini monastici. Solo alcune congregazioni "utili" sono autorizzate dal governo.

CONCLUSIONE Il Primo Console appare come il restauratore della religione. L'Imperatore ne ricaverà il beneficio, malgrado le sue lotte con Pio VII:

+ Annessione degli Stati Pontifici nel 1809; + Affare del divorzio nel 181O; + Imprigionamento del Papa, ecc.


318 Dopo gli anni di prove, le Orsoline dovranno far fronte ad altre difficoltà. Per il momento le guarderemo vivere durante il periodo del Consolato e quello dell'Impero.

LE ORSOLINE SOTTO IL CONSOLATO E L'IMPERO I - LA SITUAZIONE ALL'INIZIO DEL XIX SECOLO Le religiose sono senza risorse: è stato preso loro tutto. Sono invecchiate, alcune ferite e indebolite dalla vita che sono state costrette a condurre. Va da sè, che non c'è stato reclutamento per anni. Ma in Francia se ne trovano dovunque, che vivono come possono, a due o tre, generalmente isolate nella loro famiglia. Quando la famiglia non ha potuto aiutarle, esse hanno trovato mezzi di sussistenza, per esempio aprendo una bottega; hanno utilizzato doni che sono stati loro fatti. Da qui, al momento del Concordato, lettere al Legato in vista di ottenere una sanatoria per questo genere di mancanze (vedi G, 238-241). Più tardi, per ricostituirsi, chiederanno talvolta il permesso di contrarre prestiti (G, 242).

II – DIFFICOLTA’ DELLA RIPRESA 1. I motivi povertà di denaro, di appoggi (la nobiltà è rovinata), talvolta di energia (età, salute ... ) (G, 493); · = dispersione forzata che le ha portate a vivere in ambienti totalmente diversi: diversi dall'ambiente conventuale e diversi tra loro, dai più "reazionari" ai più aperti; = problema dell'insegnamento che dovrà rispondere alle esigenze intellettuali di una nuova società; = problema delle scuole aperte nella clandestinità e senza garanzia di continuità; = instabilità dell'ora: lo Stato aiuterà? Si può aver fiducia nell'avvenire? = ambiguità del Concordato che ammette dei Costituzionali nel corpo episcopale... E si vedranno Orsoline che hanno tenuto duro durante il Terrore entrare nella "Piccola Chiesa". Succede a Blois, per esempio. (G, 501). =


319

2. Le ripercussioni a) Sulla ripresa della vita comune. + Un'Orsolina, malata, 59 anni, scrive al Card. Caprara per chiederne dispensa; per chiedere anche di poter disporre della sua pensione: 13 Maggio 1802 ( cfr. Les Ursulines Françaises ... - DH - p. 5). + Le Orsoline di Aix chiedono al loro Vescovo di poter cambiare i loro regolamenti, perchè quelli dell'Antico Regime non sono più adatti alla vita attuale: 6 Novembre 1805. (DH, 10). + Le religiose di Carhaix, 22 Settembre 1807, sollecitano l'aiuto del vescovo di Quimperlè per acquistare una casa che permetterà loro di vivere la vita comune. Finiranno per trovarla nel 1808, presso il loro antico convento. (DH, 32). b) Sulla ripresa dell'apostolato. - E' iniziata fin dal 1795: Parigi, Quintin, Lione, ecc. (G, 315). - E' minacciata nel 1797: scuole chiuse, talvolta seconda espulsione, a Saint-Pol-de-Léon (G, 331). - E' difesa con coraggio: Quintin (G, 332) . . . . e continuata in modo illegale fino al 1806.

III- IL RICONOSCIMENTO LEGALE 1.11 decreto imperiale del 9 aprile 1806 autorizza provvisoriamente le Orsoline come Insegnanti; = permette il reclutamento, ma proibisce i voti solenni; = condiziona la fondazione delle Orsoline in un comune all'approvazione dei loro Statuti da parte del Prefetto su certificato del Vescovo (cfr. DH, 26). =

2. La ricostituzione dei monasteri

+ Avviene molto raramente nell'antico convento, come succede a Chàteau Gontier nel 1806 grazie all'appoggio di Madame Letizia. + Avviene più spesso nei monasteri di Ordini monastici non autorizzati, per esempio: 1808: Brive si ricostituisce presso i Cordiglieri; Clermont (S. Alyre) presso i Benedettini; Grenoble alla Visitazione. 181O: Aix s'installa alla Visitazione. + Si tratta talvolta di fondazioni nuove: 1805: Avranche, fondato da suore del convento di Vire, sparito. Così anche Chàteaugiron, fondato da suore di Redon. 1808: Aire-sur-la Lys, da Arras. 1809: Annonay, da Beaulieu. 1810: Ispagnac, Quézac e Serverette da un'Orsolina di Mende.


320

Le rinascite o fondazioni continuano negli anni che seguono la caduta di Napoleone. In totale, si rialzarono un centinaio di comunità sulle 350 che l'Antico Regime contava alla vigilia del 1789.6

3. La preoccupazione di adattamento

= Sono nate altre congregazioni insegnanti ("Orsoline" di Chavagnes, Dame del S. Cuore, ecc.). = Le Orsoline riprendono l'insegnamento con la cultura di una volta, ma i tempi sono cambiati e pertanto sono obbligate a progredire. = Fin dal 1808, il Vescovo d'Orléans, Mons. Rousseau può congratularsi con le Orsoline di Beaugeancy d'aver formato classi "in cui l'istruzione è più estesa di quella che si dava un tempo"; e consiglia: "Siete fondate per l'educazione della gioventù e dovete adattarvi ai bisogni della vostra epoca" (SA II, 326). = Più di una Superiora fa riprendere gli studi alle religiose insegnanti procurando loro lezioni da sacerdoti capaci; ed è veramente meritorio da parte loro, perchè non sono più giovani! = Ma questo lavoro di adattamento darà frutto solo più tardi, quando nuove generazioni di religiose saranno in grado di dare il cambio.

IV - CONCLUSIONE Oggi si può essere dispiaciuti che al momento della ripresa non si sia trovato nessuno per riunire le forze sparse delle Orsoline, per ristabilire nelle grandi città case potenti. Disperse com'erano, hanno fatto meraviglie; unite ed organizzate, si sarebbero sviluppate con una vitalità nuova. (V. M. Vianney Boschet, Les origines de l'Union Romaine, p.54)

LA CHIESA NEL SECOLO XIX DOPO IL 1815 Il Trattato di Vienna (1815) ristabilisce le Monarchie in Europa: ed instaura un certo periodo di pace che permette la restaurazione religiosa, ma non impedisce che sorgano gravi problemi, tra cui quello della questione scolare.

I - LA RESTAURAZIONE RELIGIOSA IN FRANCIA E' + aiutata da "l'alleanza del Trono e dell'Altare"; + ripartita su più o meno anni secondo le regioni; + appoggiata da - lo zelo dei vescovi, - lo sviluppo delle congregazioni religiose,

6

Dove Daniel Rops ha appreso che c'erano 500 comunità di Orsoline in Francia nel 1808? ( L 'Eglise des Révolutions ... I, p.176).


321 - rinnovamento cristiano delle élites (influenza, per esempio del "Genio del Cristianesimo" di Chateaubriand);

+ manifestata da - la ricostituzione del clero, - la religiosità popolare fervida, - la pratica più regolare, - l'importanza delle "devozioni", - un immenso sforzo di educazione popolare, - lo sforzo missionario. MA Questa riconquista spirituale appare spesso come un'impresa politica di dominazione e di resistenza alla civiltà moderna. Di conseguenza, il proletariato industriale, che nasce allora, si costituisce fuori della Chiesa e diverrà presto anticlericale (propaganda socialista). Nello stesso tempo, lo sviluppo del grande capitalismo pone alla Chiesa un nuovo problema, quello del profitto illecito del denaro, la canonizzazione di Benedetto Giuseppe Labre, contestatore quant'altri mai della società del denaro-re, è uno scandalo per la borghesia.

II - LA QUESTIONE SCOLARE IN FRANCIA Fino alla Rivoluzione, ricordiamolo, la Chiesa sola aveva l'incarico dell'insegnamento. Napoleone ha messo tutto sotto il controllo dell'Università e la Monarchia ha conservato il sistema napoleonico. 1. Il principio La libertà d'insegnamento, desiderata dalla Chiesa, è combattuta - dagli anticlericali, il che non ha nulla di sorprendente; - dai liberali, per certi motivi: = l'insegnamento libero è diretto dalle congregazioni religiose; quindi non può essere che retrogrado e reazionario (il che non è completamente falso); = i liberali sono ostili agli Ordini religiosi: . . . giudicano i voti contrari alla libertà delle persone .. . . . temono che gli Ordini divengano dei gruppi di pressione e conducano il popolo verso l'oscurantismo ... . . . pensano che gli Ordini immobilizzino economicamente i beni che possiedono (problema della manomorta). Questa tendenza dei liberali spinge i cattolici a diffidare di loro; spiega anche l'opposizione di Pio IX all'ascesa del liberalismo.


322 2. I fatti principali

1833: La Legge Guizot accorda la libertà dell'insegnamento primario. 1850: La Legge Falloux accorda la libertà dell'insegnamento secondario; ma il suo valore sarà controllato dallo Stato. 1877: La "Repubblica monarchica" lascia il posto alla "Repubblica repubblicana" e si afferma la spinta anticlericale. 1880: Jules Ferry comincia a promulgare le leggi che instaurano: 1881: -- la gratuità dell'insegnamento primario, 1882: -- l'obbligo e la laicità di questo insegnamento 7 Leone XIII invita i cattolici ad accettare la Repubblica e le congregazioni insegnanti riguadagnano terreno. MA 1894: L'Affaire Dreyfus comporta una seconda campagna laica. 1901: La Legge sulle Associazioni (Waldeck Rousseau) ritira il diritto d'insegnare alle congregazioni non autorizzate. 1902: Combes proscrive le congregazioni: religiosi e religiose sono condannati sia all'esilio sia alla secolarizzazione. 1904: L'interdizione di insegnare si estende a tutte le congregazioni. 1905: Voto della Legge di separazione della Chiesa e dello Stato. • Condannata da Pio X (Enciclica "Vehementer Nos''): • Applicata unilateralmente da Clémenceau. Le scuole private non spariscono per questo, ma esse potranno sussistere solo grazie alla generosità dei cattolici. Questa generosità permetterà la fondazione di una vasta rete di scuole primarie private: ci saranno in Francia due scuole rivali.

III - LA SITUAZIONE FUORI Dl FRANCIA + Germania

:

Il Reich nasce nel 1871. I cattolici sono sospettati di non accettare l'unità tedesca sotto l'egida della Prussia protestante. Bismarck vuole una unità forte, da qui la sua politica del Kulturkampf. Nel Maggio 1873, scuole e congregazioni sono toccate; la resistenza causa imprigionamenti ed espulsioni. Nel 1880-1883 saranno firmati accordi di compromesso con Roma.

+Austria

:

La proclamazione dell'infallibilità pontificia spinge il governo austriaco a denunciare il Concordato del

7 Tutti i comuni con più di 500 abitanti dovranno avere una scuola primaria di Stato; e, nelle campagne soprattutto, si vedrà lo Stato fare appello ad una religiosa che se ne occupi, per mancanza di maestre ...


323

1855. Il conflitto dura fino al 1879, ma resta di un'intensità molto media. +Belgio

:

Nel 1879 si istituisce una scuola primaria per comune; ma il 1884 vede la disfatta dei liberali.

+ Spagna

:

Nel 1868, c'è la rivoluzione; si saccheggiano le chiese, si fanno violenze contro i preti, i religiosi e le religiose. Nel 1876 la restaurazione monarchica ridà al cattolicesimo il posto di religione di Stato; la Chiesa conserva il controllo dell'insegnamento.

+ Italia

:

Qui, tutto è legato alla "Questione Romana". Alla politica di Cavour, sottile, succede la politica anticlericale di Crispi; una certa riconciliazione avviene sotto Pio X nel 1913.

+Paesi Bassi

:

1878: una legge minacciosa avvicina i cattolici e i protestanti antiliberali.

+Portogallo

:

La rivoluzione del 1910 proscrive le congregazioni; i beni della Chiesa sono confiscati. La separazione durerà fino al 1918.

+ America Latina :

La situazione varia secondo i paesi; ma dovunque si registra una diminuzione di influenza della Chiesa, soprattutto in Messico con la rivoluzione del 1926.

Piccola nota sull'anticlericalismo. 1) "Assoluto" - diffida di Roma ma giudica utile la Chiesa: concordati. 2) "Liberale" - vuole la Chiesa libera nello Stato libero: separazione. 3) "Settario." - mira a distruggere la Chiesa e la religione: guerra.

LE ORSOLINE IN FRANCIA DOPO IL 1815 Dopo il 1815 l'opera di restaurazione prosegue, non senza difficoltà. La legislazione del 1825 sembra voler assicurare l'avvenire, ma l'evoluzione della vita politica è tale che l'apostolato delle Orsoline si trova nuovamente molto compromesso alla fine del secolo.


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I - IL PROSEGUIMENTO DELL'OPERA DI RESTAURAZIONE 1. La ripresa della vita comune Conosce le stesse difficoltà dell'epoca precedente. - Una superiora, M. S.Pelagia di Morlaix, scrive al vescovo di Quimper il 31 Dicembre 1819 per segnalare: • le "contrarietà" causate da una giovane suora. • le difficoltà che molte hanno a sottomettersi e a vivere la dipendenza (DH, 17). - La comunità di Carhaix chiede al vescovo il 18 Luglio 1817: • il permesso di riprendere la clausura e l'abito religioso, • la grazia di ricevere un direttore, • quella di ricevere una superiora - o di poterne designare una esse stesse; + e questo per aiutare la riunificazione. (DH, 19). - Le cronache di Lione segnalano la prudenza della superiora (Madre S. Ambrogio Boulard) che riesce ad ottenere meraviglie di obbedienza e ad unificare una comunità i cui membri sono quanto mai diversi. (DH, 18).

2. La legge del 24 Maggio 1825 Accorda alle congregazioni religiose una esistenza legale, a condizione però che gli Statuti di ogni comunità siano approvati dal vescovo, poi verificati e registrati al Consiglio di Stato. La prima comunità Orsolina così riconosciuta è Amiens, il 7 Giugno 1826. Numerose case adottano gli stessi statuti e sono riconosciute a loro volta. (Vedere gli Statuti-tipo in DH, 39). Altre, tuttavia, esitano ad adottarli: Desiderano poter conservare fedelmente il loro voto solenne di povertà; ora questo è proibito dall'art. 6 degli statuti: "Ogni suora conserva la proprietà dei fondi che le appartengono e di quelli che possono pervenire per successione". Così Ploërmel scrive al Papa Leone XII, il 27 Agosto 1826, per sottomettergli il suo “caso”. Il Papa autorizza le suore a possedere i beni nonostante il loro voto solenne e la comunità sarà riconosciuta legalmente nel 1827 (DH, 45-46). = Vogliono conservare gli statuti provvisori accordati nel 1817; essi presentano alcune differenze con gli statuti-tipo. E' il caso delle comunità di Montauban e di Montpezat, i cui statuti sono approvati il 23 Aprile 1827 (DH, 49). =

Queste leggi e decreti di Carlo X assicurano l'avvenire delle comunità ed aiutano la ripresa.


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3. Gli insuccessi

Alcune comunità, un tempo fiorenti, non hanno potuto ristabilirsi, nonostante i tentativi e gli sforzi delle anziane professe. E' così che il Grande Convento del Faubourg St-Jacques non risorgerà mai a dispetto dei passi fatti dalle suore rimaste a Parigi. Una di esse scriveva: "I soggetti che ci vorrebbero vanno in comunità tutte formate ... ". Di modo che verso il 1830 le Orsoline di Parigi "si dispersero per non più riunirsi quaggiù ... " (DH, 55-58). 4. Le difficoltà con le autorità civili

a) A proposito della clausura = Per controllare il valore dell'insegnamento, le autorità vogliono ispezionare le scuole e perciò poter entrare nella clausura. Ciò è contrario agli Statuti. Il vescovo di Quimperlé rassicura la superiora di Quimperlé: le Orsoline potranno aprire la porta solo alle persone che presenteranno un permesso firmato da lui o da un Vicario generale (Maggio 1822). E il prelato aggiunge che, riguardo a ciò, si è messo d'accordo con il Prefetto. (DH, 67) = Per il censimento delle porte e delle finestre, sempre a Quimperlé, il Sottoprefetto ed il Sindaco della città vogliono entrare senza il permesso del vescovo. (Settembre 1830) Le suore hanno la legge dalla loro parte e la reazione del vescovo è molto forte (DH, 69- 79). b) A proposito dell'educazione impartita = Lo stesso Sottoprefetto di Quimperlé si lagna con il Prefetto nel Febbraio 1831 che le Orsoline - [sono 53 ] - sono responsabili del "cattivo spirito che anima qui le famiglie", poiché esse sono ostili alle idee liberali e opposte al sistema attuale. Il Prefetto, a sua volta, scrive al Ministro dei Culti; riprende le critiche del Sottoprefetto e chiede che le scuole delle congregazioni religiose siano sottomesse agli stessi regolamenti ed ispezioni delle altre (DH, 71-72). = Le Orsoline di St-Pol-de-Léon sono criticate dall'ispettore delle primarie (Marzo 1850) per il seguente motivo: il loro programma per le esterne [ alunne della scuola gratuita] è veramente troppo limitato (DH, 83). e) A proposito dell'ispezione delle alunne e delle classi = Capita che dei membri del Comitato d'Istruzione Primaria vogliano oltrepassare i loro diritti; le Superiore se ne lagnano; da qui scambi di lettere tra ministri, vescovi e superiore. E' così che Arras rifiuterà ogni ispezione fino al 1880; lo stesso dicasi di Carhaix. A Bourges - Dicembre 1846 - si arriva a un compromesso tra le disposizioni delle regole di clausura e il diritto di sorveglianza dello Stato (DH, 74-81 ). d) A proposito delle finanze Le leggi finanziarie del XIX secolo sono meno favorevoli di quelle dell'Antico Regime alle comunità religiose. Le comunità, ad esempio, si vedono obbligate a sollecitare una autorizzazione per entrare in possesso di


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ogni eredità che sopravviene, e sulla quale dovranno talvolta pagare una tassa... a meno che l'autorizzazione non sia semplicemente rifiutata ... Parecchie cercano di aggirare la legge facendosi legati individuali tra religiose (DH, 71-72). = Le Orsoline di Crémieu sono minacciate di un sequestro mobiliare per ordine del fisco. Motivazione addotta: rifiutano di pagare l'imposta. Un manifesto del loro cappellano alla popolazione mostra dettagliatamente fino a che punto questa accusa sia falsa (DH, 99-101). = Le Orsoline di Pont-de-Beauvoisin redigono, anch'esse, nel Maggio 1899, un manifesto alla popolazione, insieme con le Suore del Rosario. Protestano contro il fisco che ha messo in vendita una parte dei loro immobili, e questo ingiustamente e illegalmente (DH, 102-103). Due manifesti che sono chiari e veri! 5. La vita spirituale

a) Le esigenze rimangono quelle del XVII secolo quanto al tempo di preghiera e alla pratica del silenzio (DH, 109-110), all'osservanza della clausura (DH, 131), all'esercizio della mortificazione, del distacco e della povertà, anche se concretamente non è sempre facile mettere tutti i beni in comune (DH, 132). b) La frequenza dei sacramenti è segnata dal rigorismo abbastanza tipico dell'epoca. A Parigi, ad esempio, le religiose “non si comunicheranno tre giorni di seguito senza permesso della superiora” (DH, 115). e) Le letture spirituali sono prese dalle opere del XVII secolo: Rodriguez, Saint-Jure, Croiset, Nouet... Una superiora (Novembre 1878) " è alla caccia di tutti quei foglietti così diffusi oggi dalle anime devote a Dio per fare da contropiede alle tristi produzioni dell'empietà" (DH, 113). d) La direzione spirituale della superiora è, in generale, austera ed esigente, anche se la tale o la tal'altra raccomanda ad una novizia di trattare la sua anima con dolcezza (DH, 113). e) I ritiri. quelli delle allieve come quelle delle religiose, sono generalmente predicati da Padri Gesuiti .

.f) Le devozioni permettono ai sentimenti religiosi di manifestarsi sotto varie forme, dagli atti di pietà quotidiani fino alle celebrazioni solenni delle feste del SS. Sacramento, del S. Cuore e della Madonna, passando dalla Via Crucis, le novene e le processioni. La devozione a S. Angela si intensifica dopo la sua canonizzazione nel 1807; più tardi le Orsoline si affretteranno ad iscrivere le loro allieve all'Arciconfraternita di S. Angela lanciata dall'abate Richaudeau. Si prega per la beatificazione di Maria dell'Incarnazione; e si prega con lei per l'estensione del Regno, senza dimenticare, naturalmente, il progresso dell'educandato (DH, 143).


327 S. Giuseppe ha un posto tutto particolare tra gli altri santi (DH, 144-145). Villefranche ha una devozione speciale alla Santa Infanzia di Gesù (146); Aix si rivolge con fiducia a S. Rocco e a S. Massimino (148) e Bordeaux si rivela molto sensibile alle anime del Purgatorio (149-150). Tutto ciò porta il marchio del secolo. Lo stesso dicasi per l'insieme delle pratiche legate all'Eucaristia e al S. Cuore:  Ora Santa - di cui Nevers fa la sua "preghiera delle vacanze" per le fanciulle assenti (DH, 151 ).  Adorazione perpetua del SS. Sacramento in unione con Montmartre (153). La devozione delle Orsoline al S. Cuore troverà la sua pienezza nella Consacrazione generale di tutte le Comunità al S. Cuore nel Giugno 1872.

II - LA VITA APOSTOLICA Se lo zelo apostolico delle Orsoline si rivela intenso, lo si vede soprattutto in patria, mentre il movimento missionario conosce un certo rallentamento, senza tuttavia spegnersi. Perchè le risposte da dare alle nuove esigenze accademiche assorbono le energie? Forse.

1. L'insegnamento a) Le condizioni. Le insegnanti sono a poco a poco obbligate a presentarsi agli esami di Stato. Per questo, bisogna uscire dalla clausura - e lo si deplora; ma è l'occasione di incontrare altre Orsoline della regione - della qual cosa si gioisce (DH, 172, a proposito delle Orsoline di Quintin, 1883). b) I programmi scolastici. Devono seguire gli sviluppi di quelli delle scuole pubbliche; questo viene fatto con più o meno lentezza o rapidità. Facciamo un paragone: + Parigi 1823 = Religione, lettura, scrittura, aritmetica applicata al commercio secondo i principi del vecchio e del nuovo calcolo, lingua francese, elementi di letteratura necessari per formare il gusto e lo stile delle allieve, storia antica e moderna, mitologia e geografia, economia domestica e lavoro manuale, arti minori coltivate per diletto, musica vocale e disegno. Le arti minori (disegno, musica, danza) e le lingue straniere ( .. ) sono a spese dei genitori così come i materiali occorrenti a queste arti ... (DH, 182-183). + Nantes verso il 1870 = Insegnamento della Religione... Lettura, Scrittura, Aritmetica, Lingua Francese, Letteratura, Geografia, Storia, Ambiente, Mitologia, elementi di Scienze Naturali (. .. ) Le allieve possono imparare Lingue Straniere (. .. ) e


328 ricevere lezioni di Disegno,Pittura, Musica e Galateo (. .. ) quando i genitori lo desiderano ( ... ) (DH, 186187). Alle materie puramente scolastiche e alle arti minori s'aggiungono ancora il rammendo, lo stiro, la cucina (DH, 193). Ma il programma giornaliero dà anche largo spazio alle ricreazioni.

e) i mezzi di emulazione sono press'a poco gli stessi dovunque: note giornaliere, bollettini mensili, pagelle di merito, distribuzione di croci, premi e corone a fine anno, concorsi tra le diverse classi (DH, 183-184; 187; 193; 195).

d) Le innovazioni. Hanno lo scopo di rispondere a certi bisogni: Le alunne dette "chambrières" a St-Pol-de-Léon. Di famiglie poco agiate, sono accolte in un “ secondo educandato”; pagano una somma minima e ricevono dai genitori ciò che è necessario per il loro nutrimento (DH, 189). = La scuola materna a Blois - 1888 - dove 80 bambine lavorano giocando e giocano lavorando; costituiscono buone reclute per le classi seguenti (DH, 191). = Il semi-convitto, sempre a Blois, creato su richiesta dei genitori. Le semiconvittrici partecipano allo stesso insegnamento delle interne; sono assoggettate allo stesso regolamento e portano la stessa divisa (per evitare gli "assalti di toilette che non mancherebbero se si lasciassero le fanciulle alla loro ispirazione") (DH, 191 ). = L'omnibus, con cavallo e vetturino, che fa la "raccolta scolastica" delle semiconvittrici (DH, 192). =

2. La formazione delle allieve Tutte le Orsoline pensano, come quelle di Blois, che l'ideale per la formazione sia l'educandato (DH, 191). E i regolamenti per le giovani educande sono stretti anche se vanno umanizzandosi. 1817: Nessun permesso di uscita mentre i genitori lasciano la loro figlia in educandato (Quimperlé- DH, 187). 1870: è dato il permesso di passare circa un giorno al mese in famiglia, ma non la domenica (Nantes - DH, 187). Ma tutte le allieve sono formate dovunque: = Alla pietà, soprattutto grazie alle "congregazioni - del Bambino Gesù, di S. Luigi Gonzaga, dei santi Angeli, delle Figlie di Maria ... (DH, 208). Le novene, i pellegrinaggi (207) stimolano la devozione e l'Arciconfraternita di S. Angela conosce un grande successo (204). = Alla preghiera, grazie ai ritiri regolari, all'esempio delle congregazioniste (209); grazie anche al Formulario di preghiere composto dal cappellano di Blois, l'abate Richaudeau (206). = Alla disciplina. Morlaix spiega, ad esempio, (1880) che occorre un "codice penale", ma che i suoi articoli devono essere applicati "con


329 giudizio" e che la forza della correzione risiede meno nella correzione stessa che nella maniera di farla (DH, 199). = Alla generosità. Le religiose fanno appello alla fede e al cuore delle bambine perchè i loro sacrifici servano ad un'opera buona. Esempio di Quintin (1881 ): i sacrifici serviranno all'acquisizione di una cappella nella Basilica di Montmartre (DH, 202). = Al senso sociale. Le suore interessano le fanciulle all'opera del lavoro per le chiese povere; così a Grenoble (DH, 186). Le Orsoline non dimenticano le ex-allieve e continuano a seguirle con i loro consigli. Nel 1817, Madre Pelagia Derm di Quimperlé manda anche ad una exallieva una regola di vita molto dettagliata - e molto esigente! (DH, 162- 163).

3. L'Orsolina educatrice Ama la sua vocazione, ne è fiera, e fa del suo meglio per compierla. Per questo si preoccupa della sua formazione pedagogica e perfeziona senza posa i suoi metodi. Le Orsoline del XIX secolo annoverano grandi educatrici.

a) La formazione pedagogica. Utilizza tutti i mezzi possibili: + Uso del "Giornale di Corso" (l'attuale "diario scolastico") che ogni maestra tiene giorno dopo giorno; il che assicura continuità e permette verifiche. + Uso degli stessi metodi da parte delle diverse maestre di una istituzione; il che permette maggior equilibrio alle fanciulle. + Istituzione di "conferenze pedagogiche" durante le vacanze, con esposizione didattica, esercizio pratico e critica dell'esercizio; il che assicura l'unione delle maestre (Blois 1888 - DH, 164-165). A Nantes ci sono "corsi di vacanze" (DH, 196). + Scambio di informazioni tra diverse comunità, comunicazione dei metodi che hanno dato risultati (DH, 166-167); per esempio: uso di tavole sincroniche nell'insegnamento della storia ( 168); comunicazione dei titoli di testi scolastici giudicati migliori (165; 194). E, a Blois, le suore non esitano a comporre esse stesse i loro testi. + Progetto di una Scuola Normale per la formazione delle giovani religiose nel 1899 (DH, 173). Non dimentichiamo che, nell'ultimo quarto di secolo, la legislazione si fa sempre più ostile verso l'insegnamento privato; e che, dal 1904, le Orsoline, come gli altri membri delle congregazioni insegnanti, si vedranno espulse, condannate alla secolarizzazione o all'esilio. E' così che la persecuzione spinge 5 comunità francesi a stabilirsi in Belgio; altre vanno in Inghilterra, in Italia o in Spagna ... Lo stesso fa la persecuzione del KulturKampf che caccia Orsoline di Prussia o di Annover e le conduce chi in Canada, chi in Inghilterra, chi negli USA; chi in Australia, dando così i natali ad altre case di Orsoline.


330

b) Una grande educatrice:.Madre Ste-Claire Boutros (1811-1880) Quando sentì la chiamata di Dio, il suo direttore spirituale l'incamminò verso il monastero delle Orsoline di Blois che ella non conosceva. Che cosa vi trovò? - Un convento scuro e in cattivo stato, religiose anziane, spossate. La giovane Melania deve armarsi di coraggio per rimanere. E' incaricata delle bambine povere. Abituate a "far cagnara" durante le lezioni dell'anziana suora che si occupava di loro, le fanciulle tentano di intimidire la giovane ... Ma hanno trovato a chi parlare e Melania si rivela un'educatrice nata. Divenuta Suor Ste-Claire alla vestizione, riceve l'ufficio di vegliare sulle interne e fa parte del consiglio delle maestre. Gli studi seri che ha fatto con suo fratello prima di entrare - latino compreso - ed il suo ascendente naturale le permetteranno di trasformare a poco a poco il programma degli studi. Sotto la sua influenza, la scuola "risuscita", il numero delle alunne aumenta ed il noviziato si riempie. Austera per se stessa, sorridente a tutti, riesce a sostituire i procedimenti educativi annosi con studi solidi; prende dal passato ciò che ha di prezioso e accoglie "con riconoscenza, dalla mano di Dio, il progresso del tempo presente". Sette volte superiora, esige da se stessa e da tutte le sue figlie uno sforzo di "formazione permanente", sforzo che giudica un dovere professionale molto grave. Abitua le sue alunne a scrivere con chiarezza e semplicità (il che è meritorio all'epoca del romanticismo); inculca loro il gusto delle letture serie. Ma è prima di tutto una catechista senza pari. La sua corrispondenza con le ex-allieve mostra a che punto sapeva consolare, incoraggiare, illuminare e convincere. "Testa d'uomo e cuore di donna", conduceva le anime a Dio virilmente, ma con tenerezza e amore. Pochi giorni prima della morte, presiedeva ancora gli esami trimestrali delle alunne. Morì nella notte del Venerdì Santo, il 27 Marzo 1880, a 69 anni. (Vedi anche Les origines de l'Union Romaine di M. V. Boschet, pp. 72- 75). Le emule di Madre Sainte-Claire non mancano in questo XIX secolo: Madre S. Emilia de Joulin (Quintin), Madre S. Paolo Grandin (Angers), Madre S. Cecilia Lenègre (Clermont-Ferrand) e tante altre di cui le comunità conservano con cura il ricordo. Gli Annales de Sainte-Ursule. pubblicati da Clermont-Ferrand nel 1856 e 1878, raccoglieranno molti di questi ricordi biografici. N.B. Nell'accostamento pedagogico delle Orsoline del XIX secolo, nei documenti che possiamo avere a questo riguardo, si trovano pochissime referenze esplicite e dirette agli Scritti di S. Angela. Ma la loro azione pedagogica, la loro "maniera" vi si ispirano con evidenza.


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Situazione delle comunità di Orsoline in francia nel 1880 (Cf. DH, 261) (Quando è conosciuto,il numero dellereligiose è scrittotra parentesi) Abbeville,Somme(45) Aire, Landes (39) Aire si Lys, P. Calais (17) Aix, Bouches-du-Rhone Ambert, Puy-de-Dome(37) Amiens,Somme(60) Angers, Maine-et-Loire(30) Annonay, Ardèche(41) Argentat,Corrèze (39) Auch, Gers (47) Auch (Urs. du S.C.) (47) Auvillar (Tarn-et-Gar.) (30) Auxerre, Yonne Avallon, Yonne (27) Avignon, Vaucluse (15) Avranches,Manche (51) Bayeux, Calvados (29) Bazas, Gironde (25) Beaugency, Loiret Beaujeu, Rhone ( 17) Beaulieu, Corrèze (31) Blois, Loir-et-Cher Bourges, Cher (45) Bordeaux, Gironde Boulieu, Andèche(30) Boulogne, P. Calais (65) Bourg-Argental,Loire (36) Brignoles, Var (28) Brive, Corrèze (48) Caen, Calvados (35) Carhaix, Finistère (43) Charlieu, Loire (20) Chateau-Giron, Ille-et-Vil.(43) Chateau-Gontier, Mayenne (53) Chirac, Lozère Condom, Gers (35) Corbigny, Nièvre (26) Crérnieu, Isère Digne, Alpes-Hte-Prov.(43) Dinan, Cotes-du-Nord(47) Evreux, Eure (25) Flavigny, Cote-d'Or (44) Gravelines, Nord (56) Grenoble, Isère (25) Hennebont, Morbihan (42) lspagnac, Lozère (36) Lamballe, Cotes-du-Nord(41) Langon, Gironde (27) L'Arbresle, Rhone Le Faouet, Morbihan (34) Le Havre, Seine-Mar.(37) Limoges, Hte-Vienne(15) ("Petites Urs. de Ste Claire")

Lyon, Rhone, (36) Marche,Doubs(22) Monistrolsi Loire, Hte-Loire(37) Montauban,Tam-et-Gar- (45) ("Ursulines-Augustines") Montbard,Cote-d'Or(30) Montfort si Meu, Ille-et-Vil.(32) Montigny,Cote-d'Or(45) Montpezat,Tam-et-Gar, (35) Morlaix, Finistère(44) Mortai, Manche(36) Nantes, Loire-Atlantique(66) Nevers, Nièvre (33) Nice, Alpes-Maritirnes(20) Orchamps-Vennes,Doubs (7) Orléans, Loiret (31) Pau, Pyrénées-Atlantiques(39) Périgueux,Dordogne(23) ("PetitesUrs. de Ste Claire") Pézenas,Hérault (17) Ploermel,Morbihan(43) Pont-de-Beauvoisin,lsère (25) Quézac, Lozère(12) Quirnper,Finistère(29) Quirnperlé,Finistère (70) Quintin, Cotes-du-Nord(36) Redon, Ille-et-Vilaine(48) Reims, Marne(40) Rive-de-Gier,Loire (26) Rouen, Seine-Maritirne(38) Rouen, Seine-Maritime(45) Saint-Chamond,Loire (33) St-Cyr-au-Mont-d'Or,Rhone (18) St-Jean-de-Bournay,Isère(25) St-Oner,Pas-de-Calais(40) St-Pol-de-1.eon,Finistère(37) Saint-Saulve,Nord (52) Saint-Sever,Landes (25) Serverette,Lozère (15) Sommières,Gard (20) Sousceyrac,Lot (34) Tartas, Landes(35) Thoissey,Ain (21) Tonnerre, Yonne (50) Tréguier, Cotes-du-Nord(26) Trévoux, Ain (29) Tulle, Corrèze (42) Tullins, 1sère(25) Valréas, Vaucluse(20) Vannes,Morbihan(47) Villefranche,Rhone Viriville,lsère (25) Vitré,llle et Vilaine (37)

Congregazioni di Orsoline insegnanti Arras, Pas-de-Calais(128) Dijon, Cote-d'Or Congregazioni insegnanti e ospedaliere Orsoline del Sacro Cuore a Pons,Charente Maritime(92) Orsoline di Maria Immacolata a Rongères,Allier (55) Orsoline di Istruzione Cistiana a Troyes, Aube (228)

Marseille(Breslau) (18) Nontmartin,Doubs (41)



III

NEL MONDO INTERO



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Capitolo I

L'ESPANSIONE DELL'ORDINE Note preliminari: 1) Per l'essenziale, la documentazione è tratta dai ciclostilati inviati dalle Province al Generalato come compendio della loro storia. 2) A volte si rimanda all'opera di Madre Marie de Chantal Thibault, Sainte Angèle et l'Ordre des Ursulines, soprattutto al volume II, dove si troveranno dettagli supplementari e brevi profili biografici.

DIFFUSIONE IN EUROPA Abbiamo già parlato dell'espansione dell'Ordine nel XVII secolo, ma vi ritorneremo brevemente per dare un quadro più completo di tale espansione. Con il medesimo intento toccheremo anche - e largamente - il XX secolo. Prima di passare allo studio delle fondazioni, in Europa e nel mondo, si impone un ultimo colpo d'occhio sulla Francia. Abbiamo detto che il Grande Convento di Parigi non aveva potuto riprendersi dopo la Rivoluzione. Verso il 1920, tuttavia, quando le comunità cominciarono a ricostituirsi - in maniera un po' clandestina perché le leggi del 1904 non erano state abolite - le Orsoline di Angers ritornarono · dal loro esilio in Inghilterra e formarono due comunità, una ad Angers e l'altra a Parigi. Rifondazione lenta ma durevole. E ciò vale. per tutte le case che in quel momento rinascono. La Seconda Guerra mondiale ne spezza il movimento e, per molte delle nostre comunità di Francia, è il segnale della scomparsa a più o meno breve scadenza. Così Blois è chiusa nel 1952. Fino al 1929, c'erano in Francia due Province dell'Unione Romana, l'Ovest e l'Est. Dopo il 1929 ce ne sono tre, il Nord, l'Ovest ed il Sud. Studieremo la diffusione dell'Ordine in Europa in quattro tappe: I - Paesi Bassi ed Europa centrale. II - Belgio e Olanda. III - Paesi mediterranei. IV - Irlanda e Inghilterra.


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I - PAESI BASSI ED EUROPA CENTRALE (cfr. SA II, 334 ss)

*A Partire da Liegi Nel 1614, il coadiutore del vescovo di Liegi1 fondò in questa città una casa di Orsoline congregate che divenne molto prospera. Avendo sentito parlare delle Religiose di Bordeaux dal Padre Gérard de la Carrière - Rettore del noviziato dei Gesuiti a Bordeaux - il prelato e la superiora scrissero a Bordeaux e l'atto di affiliazione fu firmato nel 1622. Fin dallo stesso anno, e durante gli anni seguenti, il monastero di Liegi fonda a sua volta sette case; e queste sciameranno in seguito in tutta l'Europa Centrale. Sono:

1. 1622: Givet che fonda 2: > 1633:Mons (fondazione "ufficiale" nel 16~8) > Valenciennes, 1654 > Gand, 1662 > Bruxelles, 1665 Mons fornirà anche i primi soggetti per la > fondazione di Roma, 1688. > 1636: Namur - oggi affiliata alla Congregazione di Wavre-NotreDame, Motivi di queste due fondazioni: la guerra francospagnola ha cacciato le Orsoline di Givet (I Paesi Bassi appartenevano alla Spagna).

2. 1627: Dinant > 1651: Aix-la-Chapelle>Düren>Montjoie - che si trasferisce nel 1838 a Ahrweiler (*) > 1660:Messkirchen-: abbandonata per Landshut. > 1663:Landshut > Straubing (**) > Innsbruck >Trento >Brunico > Saint-Louis (USA). (*)

Stabilite su una collina chiamata il Monte Calvario, con Costituzioni particolari, le Orsoline della congregazione di Calvarienberg si diffonderanno in Germania, in Olanda e nel nord degli USA.

1

Liegi, oggi in Belgio, faceva allora parte dei Paesi Bassi. Lo stesso dicasi per Givet,Dinant, Mons e Namur.

2

Le fondazioni sono indicate con il segno >


337

(**) Straubing invierà religiose negli USA nel 1858: fondazione di Louisville. 3. 1638 Huy > 1671: Lovanio. 4. 1639 Colonia > 1669 Dorsten > Düsseldorf, 1681. =

Dorsten, Colonia e Haselunne ( v. pag 300?) faranno fondazioni in Canada a partire dal 1911. Queste diverse fondazioni si raggrupperanno per formare le "Orsoline di Prelate".

=

Düsseldorf si unirà nel 1881 alle Suore del Santo Salvatore. Le "Orsoline del Santo Salvatore" fanno parte della Federazione di lingua tedesca.

5. 1646 Ruremonde

> Lierre. Ruremonde (o "Roermond") e Lierre spariranno nel 1798, e rivivranno nel 1863 grazie alle Orsoline di Tildonk. 6. 1655 Praga:

> 1697: Olmutz (Olomouc) > Brunn (Brno), 1782, scomparso dopo il 1945.

> 1712 Kuttenberg (Kutnà Hora).

* Praga e le fondazioni che seguono si trovano tutte in ciò che era l'impero austro-ungarico. Quelle che esistono ancora sono divise in diversi paesi e i loro nomi non sono più quelli della fondazione. 7. 1660 Vienna - dove le Orsoline sono chiamate dall'Imperatrice. > 1670: Klagenfurt > Salzburg, 1695.

> 1672: Goritz > Ljubljana, 1702. ("Goritz" è diventata in italiano "Gorizia)

> Cividale, 1843. > 1676 : Presbourg (Bratislava)- che fonda un gran numero di comunità, tra cui: > 1683: Breslau (Wroclaw) da cui usciranno tra le altre Liebenthal, 1845, Berlino e Poznan, 1857. Da Poznan nascerà Cracovia. > 1698: Kassa (Kosice) > Oradea Mare, 1772. > Dombovar, 1915. > Szegvar, 1920.


338 > 1703: Varazdin.

> 1724: Tymau (Trnava) > Gyor, 1726 > Sopron, 1747. > 1918: Kiswarda.

> 1679: Linz > 1686: Gratz > 1782: Bischoflack (Skofja Loka). Raab > Oedenburg.

** A partire da Macon Macon uscito da Lione, aveva adottato le Costituzioni di Parigi. >

1649: Metz > 1660: Kissingen > Erfurt, 1667 > Duderstadt, 1700.

* Duderstadt > 1712: Fritzlar, Hildesheim, Haselunne > CANADA > 1882: Annidale= AUSTRALIA

** Fritzlar e Erfurt, espulse durante la persecuzione nazista, > PERU. ***A partire da Venray (Olanda)

> 1875: Francoforte sul Meno Alcune di queste fondazioni hanno avuto una storia sulla quale vale la pena di soffermarsi.

Per il Belgio e l'Olanda, v, la sezione seguente. · In tutto l'impero, le Orsoline , come gli altri religiosi, del resto, soffrirono delle ingerenze nei loro affari dell' imperatore Giuseppe Il Dopo di che la storia è diversa secondo le regioni. In Germania Durante la dominazione napoleonica sulla Prussia, nel 181 O, le Orsoline furono tollerate a causa dei servizi resi alla società. Ma alla fine del secolo, la persecuzione del Kulturkampf ne scaccerà parecchie e le condurrà: -- quelle di Liebenthal in Boemia, -- quelle di Hannover in Inghilterra, -- quelle di Duderstadt in AUSTRALIA


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La maggior parte delle comunità potranno ricostituirsi più tardi, e nello stesso luogo della loro nascita ... in attesa delle persecuzioni del nazismo che comporteranno le fondazioni del Cile e del PERU'.

In Austria Durante la guerra contro i Turchi (ricordiamo l'attacco contro Vienna fermato nel 1683 grazie a Giovanni Sobieski), le suore dovettero rifugiarsi in piccoli villaggi dove continuarono a formare giovani alla vita cristiana. Ripresero in seguito la loro opera di educazione, nonostante le difficoltà dovute alle vicissitudini della storia. L'entrata nell'Unione Romana si fece per tappe. La Provincia d'Austria fu eretta nel 1921. Nel 1927, Innsbruck lasciò l'Unione Romana per aderire più tardi alla Federazione di lingua tedesca. Anche Gratz, senza essere mai appartenuta all'Unione Romana. Durante l'occupazione nazista, gli edifici furono quasi tutti confiscati e il noviziato si rifugiò in Francia, lo juniorato in Inghilterra. Molte religiose trovarono rifugio all'estero: Inghilterra, Belgio, Olanda, Francia, Italia. La ripresa dopo la guerra fu lunga e difficile . . Dopo la rivoluzione ungherese del 1956, la Provincia d'Austria accolse molte religiose ungheresi.

In Cecoslovacchia L'evoluzione è più o meno la stessa in Boemia e in Slovacchia.

-- Boemia: Ai conventi usciti da Praga, si aggiungeranno quelli che vennero dalla Germania, per esempio quelli di Breslau e di Liebenthal negli anni 1880. Ci furono quindi scuole ceche e scuole tedesche, il che creava molte difficoltà a ragione del risveglio del senso nazionale. L'entrata nell'Unione Romana fu più tardiva che iPI Slovacchia per varie ragioni; si decise nel 1921. Nel 1922, era creata la Provincia di Cecoslovacchia. Nel 1933, la provincia fu sdoppiata in Ceco-Moravia e Slovacchia. Il governo nazista chiuse le scuole e le suore tedesche dovettero lasciare il paese. Nel 1949, prende il potere il comunismo ed è, per le Orsoline, la fine del loro apostolato scolastico, l'internamento, il campo di .concentramento, e poi. .. ma parliamo prima della Slovacchia. -- Slovacchia.: Bratislava (Presbourg) era stata fondata nel 1676, su richiesta dell'Imperatrice Eleonora. Erano venute sei Orsoline: una da Liegi, due da Colonia e tre da Vienna. Bratislava conobbe la peste nel 1679 e l'invasione turca nel 1680. Le religiose si rifugiarono a Vienna e ritornarono nel 1683, dopo la


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vittoria di Giovanni Sobieski. Erano allora 37 e poterono fondare Breslau. Nel 1698, hanno quattro scuole a Bratislava e possono fondare Kassa (allora in Ungheria, oggi Kosice), che sciamerà in Ungheria e in Romania. Dopo la fondazione di Varazdin, oggi in Yugoslavia, c'è quella di Tyrnau nel 1724, oggi Trnava, di cui la comunità diceva di essere stata fondata da "il Re Maria Teresa". Nel 1900, Bratislava e Trnava aderiscono di primo acchito all'Unione Romana. Nel 1906 è creata la Provincia austro-ungherese. Poi nel 1922 sarà la volta di quella di Cecoslovacchia, sdoppiata in seguito, lo abbiamo già detto, in Ceco-Moravia e Slovacchia (1933). Nel 1949, viene la dominazione comunista. E ciò che avviene allora in Slovacchia è emblematico. 1950: In aprile, i religiosi maschi sono internati. Alla fine dell'anno scolastico, ogni religiosa insegnante è "licenziata dall'insegnamento" a causa della sua "incapacità ad educare la coscienza nazionale e politica delle allieve". Il 28 Agosto, le suore sono costrette ad abbandonare i loro conventi nelle ore che seguono l'ordine di espulsione. Le giovani professe sono condannate a lavorare dapprima nei campi, poi in una officina di macchine tessili. Vi vivono in un internato per operaie e installano una cappella dentro l'officina stessa. Le suore di Bratislava e Trnava sono deportate al sud del paese per lavorare nei campi; poi le si separa e alcune sono mandate in officina. 1952: Tutte le superiore e formatrici di 18 istituti sono internate per 3 anni per "ostilità verso lo stato". In seguito, le religiose sorto spostate per un sì o per un no, sempre lavorando nei campi o nelle officine. I centri di Bila Voda, Broumov e Kostolna sono i più popolati. 1963: Da Broumov, 24 suore sono mandate a Zvikovec per curare 53 bambini handicappati. 1965: A Cernikovivce partono in 15 con lo stesso scopo. 1968: Alcune giovani religiose fanno tentativi di apostolato catechistico. Ripresa del reclutamento dopo 18 anni di interruzione. 1970: Le speranze di apostolato sono soffocate. 1973: Il reclutamento è nuovamente proibito.


341 1986:Le Orsoline cessano il loro lavoro presso gli handicappati. Diciamo piuttosto che le si obbliga ad abbandonarlo. Alloggiate in grandi stanze, in specie di caserme, con i letti stretti gli uni contro gli altri, senza alcuna possibilità di vita privata, le Orsoline di Cecoslovacchia, in Boemia e in Slovacchia, sono rimaste, per tutti questi anni, eroicamente fedeli - fedeli alla loro vita di preghiera, al loro ritiro di otto giorni preso sui 15 giorni di "ferie", ai loro uffici liturgici che seguivano su testi ciclostilati - in mancanza di libri d'ufficio ...

I E venne l'anno 1989. Non può trattarsi qui di scrivere la storia I degli avvenimenti di quell'inverno 1989-1990. Diciamo però che I i cambiamenti che sono avvenuti e continuano a prodursi nei I paesi sotto regime comunista hanno modificato I considerevolmente la situazione delle Orsoline in questi paesi,

II

soprattutto in Cecoslovacchia e in Ungheria. Ormai le suore possono a buon diritto sperare di riprendere una vita religiosa normale ed una attività apostolica corrispondente allo spirito I dell'Istituto.

In Ungheria Presbourg (= Bratislava, Pozsony in ungherese) fondata nel 1676, fu la sorgente di numerosi conventi di Orsoline di cui alcuni furono alternativamente ungheresi e slovacchi. E' il caso di Kassa (1698) divenuto slovacco nel 1920 sotto il nome di Kosice, reso ali' Ungheria nel 1941, e ritornato alla Slovacchia nel 1945. Al trattato di Versailles, in effetti, l'Ungheria aveva perduto il Nord, passato alla Slovacchia, il Nord-Est divenuto sovietico, e la Transilvania divenuta rumena. E' così che Nagyvarad, fondato nel 1772 da Kassa, divenne Oradea Mare nel 1920, fu nuovamente annesso ali' Ungheria nel 1941 e ritornò alla Romania nel 1945. Nel 1948, le scuole di Oradea saranno prese e le suore disperse. Dopo la Prima Guerra mondiale, c'erano in Ungheria due case dell'Unione Romana: Gyor, entrata nel 1913, e Kiswarda, fondata nel 1918. Ma le fondazioni continuarono: Heves, 1922; Bacsa, 1923; Eger, 1926. E nel 1928 fu costituita la Provincia di Ungheria. Se la guerra causò alcuni cambiamenti radicali, sono soprattutto penosi gli anni del dopoguerra. 1948: Scuole ed educandati sono confiscati dallo Stato con tutti i loro beni. Le suore cercano lezioni private e per vivere si danno ai lavori manuali. 1950: Il 18 Giugno, tutti i religiosi e le religiose sono riuniti in campi di concentramento.


342 L'8 Settembre, secondo un concordato firmato tra lo Stato e l'Episcopato, Ordini e Congregazioni religiose sono soppressi: religiosi e religiose non hanno più il diritto di esistere. Lasciano i campi di concentramento e cercano di integrarsi nella vita civile. Le suore che possono lavorano; le più anziane sono accolte in pensionati sociali dove vivono povere, silenziose, fedeli. La maggior parte non avrebbero conosciuto i rivolgimenti politici che si produrranno nel 1989-90 e che ridaranno speranza alle più attive. In Yugoslavia ... che non ha ancora questo-nome ... Riprendiamo il nostro quadro: Goritz 1672

> 1702: Ljubljana - entrata nell'Unione Romana nel 1900. - fonda Mekinje nel 1902.

Presbourg 1676 > 1703: Varazdin

Gratz 1686

- Una rivoluzione contro gli Asbugo ha 1676 portato alcune Orsoline a rifugiarvisi. - Entrata nell'Unione Romana nel 1927.

> 1782 : Bischoflack = Skofja Loka. La missione della superiora era di (nel1686) trasformare 14 Clarisse in Orsoline. - Entrata nell'Unione Romana nel 1900.

1906:Ljubljana, Mekinje e Skofja Loka fanno parte della Provincia austro-ungarica. 192l: Dopo la dislocazione dell'impero austro-ungarico, l'U.R. stabilì la Provincia di Yugoslavia =le tre comunità precedenti+ Goritz. 1926: Goritz passa alla Provincia d'Italia e diviene Gorizia. 1933: Alcune Orsoline di Varazdin vanno a fondare Zagabria. 1939: Dal 1939 al 1945, il paese conosce l'occupazione tedesca e italiana, ora l'una, ora l'altra. Da qui cambiamenti di politica riguardo alle religiose. Furono talvolta ridotte a mendicare il pane. 1945: Il comunismo prende il potere. L'apostolato delle scuole è proibito. Le comunità sono una dopo l'altre espropriate. Le Orsoline vanno dunque a stabilirsi altrove: A Sveti Josip (Croazia) nel 1957; a Sveti Duh (Slovenia) nel 1961. Continuano l'apostolato sotto forma di catechismo, di


343 collaborazione alla pastorale, e alcune si danno al lavoro dei campi. 1957: Fondazione di Slavonski Brod: vita parrocchiale attiva. 1967:Fondazione di Zenica, in Bosnia, tra i musulmani e gli ortodossi. 1972: Sdoppiamento della Provincia in Croazia e Slovenia. Nelle due Province, il lavoro apostolico consiste essenzialmente in catechesi parrocchiale, organizzazione di ritiri per i fanciulli e i giovani.

In Polonia Nel 1857, alcune religiose di origine polacca del convento tedesco di Breslau (che diventerà Wroclaw) partono per fondare il primo monastero polacco a Poznan, allora nella zona di occupazione tedesca. E Poznana fonderà Gniezno. 1875: Il Kulturkampf caccia le Polacche che passano nella regione occupata dall'Austria. Poznan > 1875: Cracovia Gniezno > 1876: Tarnow 1900: Le Orsoline polacche rifiutano di entrare nell'Unione Romana per non essere incorporate alla Provincia d'Austria - cioè per non ricevere una formazione in tedesco. Questione di patriottismo. Le fondazioni, tuttavia, si moltiplicano, tra cui una in Russia, a S. Pietroburgo, da parte di Madre Ursula Ledochowska nel 1907. 1918: La Polonia rinasce di nuovo come nazione indipendente. 1919: Per meglio rispondere ai bisogni dei paese e ai desideri del Papa viene fondata l'Unione delle Orsoline Polacche. 1920: Madre Ursula Lodochowska ed il suo gruppo sono state condotte ad adottare uno stile di vita e un apostolato molto diversi. Vi si tiene e la Madre fonda le Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante (cfr. pagina seguente). 1928: Fondazione di Harbin, Manciuria, con il rito orientale. Harbin sarà soppressa nel 1949. 1936: L'Unione Polacca, con 20 case molto dinamiche, entra nell'Unione Romana. 1939: Il pericolo viene dall'Ovest e dall'Est: Le suore saranno espulse. 1945: dalla maggior parte delle scuole. Molte organizzano classi clandestine, affinchè le giovani possano terminare la loro educazione.


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E non dimentichiamo che, durante questi anni, due religiose polacche subirono il martirio per aver resistito a dei soldati che volevano far loro violenza. apr.45: Yalta ha messo la Polonia dietro la cortina di ferro. La Polonia stessa non ha avuto nulla da dire ... La parte Est diventa russa ed i suoi abitanti deportati ad ovest in territori una volta tedeschi. Tre comunità Orsoline subiscono la stessa sorte. 1949: Si cominciano a chiudere le scuole private, così come le facoltà di teologia nelle Università.

1950: La Superiora Provinciale fonda a Krakow (Cracovia) l'Istituto Superiore Catechetico per preparare professori di catechesi: Istituto clandestino che, benchè "chiuso" più tardi, funzionerà sempre. 1962: La scuola di Wroclaw rimane alle Orsoline ... mezzo di propaganda: ogni Istituto ha diritto a una - UNA - scuola per mostrare che la "libertà" esiste. 1982: Nel solco di "Solidarietà", il governo restituisce alle Orsoline Poznan e Rybnik. Esse hanno molto da fare presso le giovani (campi, ritiri ... ) e parecchie sono missionarie in Brasile, in Indonesia, in Perù, in Senegal, a Taiwan ... in attesa - è una speranza - di poter passare in Russia.

La Beata Ursula Ledochowska (1865-1939) Nata in Austria da padre polacco e madre svizzera, la piccola Giulia entrava in una famiglia la cui vita si identificava dal X secolo con la storia polacca e il cui nome doveva diventare illustre in quella della Chiesa: lo zio Mécislas? Cardinale. Il caro "fratellino" Vladimiro? Generale dei Gesuiti. La sorella maggiore, Maria Teresa? Fondatrice dell'Istituto di S. Pietro Claver, beatificata nel 1975.

Giulia ama il cavallo, gli sport, la danza; suona la chitarra; dipinge, compone poemi e canzoni. Questa signorina educata entra a 21 anni dalle Orsoline di Cracovia. Nel 1906 fonda, non senza difficoltà, il primo pensionato polacco per studenti universitarie. Nel 1907, parte in borghese per S. Pietroburgo dove prende la direzione di un internato per giovani polacche. Situazione scomoda perchè la si conosce solo come "Contessa Ledòchowska".


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1914. La guerra. L'espulsione dalla Russia. Madre Orsola va in Svezia. Vi lavora per la sua Polonia, percorrendo i paesi scandinavi per dare conferenze, componendo articoli per riviste. Crea una scuola di lingue, organizza tutta un'opera di educazione e beneficenza. 1920: Rientra in Polonia con un gruppo di suore e alcuni orfani raccolti da lei. Grazie all'appoggio del P. Vladimiro, ottiene dalla S. Sede l'autorizzazione di trasformare il suo convento autonomo in congregazione indipendente. Nel frattempo, però, le Orsoline polacche hanno formato una Unione e le opere della Madre Orsola possono difficilmente integrarvisi: s'impone una separazione. Alle Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante, è chiesto di estendere il Regno

di Dio sulla terra attraverso il lavoro educativo, l'apostolato negli ambienti più poveri e tutto ciò che può contribuire a propagare la fede. Si vedranno "Orsoline Grigie" insegnare in scuole polacche di Stato mentre altre catechizzano i pastorelli nei luoghi dei pascoli. Orfanotrofi, scuole, educandati, stamperie, laboratori di tessitura, posti di missione nei villaggi più isolati e nei quartieri più poveri delle grandi città sono i luoghi in cui l'Orsolina Grigia vive la sua vocazione. 1939. Madre Ursula è sempre stata fragile. Ora, è seriamente malata. Deve tuttavia recarsi a Roma per affari importanti. Parte, nonostante i rumori di guerra e la situazione critica della Polonia. Non ritornerà. In piena lucidità, "si lascia prendere" dal Signore il lunedì della Pentecoste 1939. Madre Ursula è stata beatificata il 20 Giugno 1983. Le Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante erano allora più di mille, operanti in otto paesi d'Europa e d'America.

II -BELGIO E OLANDA (C(r. SA Il, 371; 420 ss) I "vecchi"monasteridi Liegi, Dinant e Givet non sopravvisseroai disordinidella Rivoluzionefrancese.Rimanevanosolo: -- Mons e Namur, della Congregazionedi Bordeaux, -- Toumai, fondata da Lille nel 1667, con le Costituzionidi Parigi. Ma nel 1818 nasce a Tildonk nel Brabant (SA II, 425) una importantefamigliadi Orsoline. La parrocchia di Tildonk era in uno stato pietoso quando l'abate Giovanni Lambertz (1785-1869) è nominatocurato nel 1815. Sta cercandodi guadagnarela gioventù.Il 30 Aprile 1818, apre una scuola nel presbiteriocon tre giovani.La scuola si sviluppa; il numerodelle maestreaumenta- 7 nel 1819 - e si comincianoa ricevere educandee a costruire. Il gruppo è posto sotto la protezione di S. Orsola (era normale per un'opera di insegnamento,e ciò dal Medioevol). Nel 1823, ottiene l'autorizzazionedal governo. Per quantoriguarda la legge ecclesiastica,è costituitoin "pia associazione".


346

Dopo l'indipendenza del Belgio, nel 1831, l'Istituto potrà svilupparsi liberamente. Su suggerimento del Cardinal Sterckx, le suore adottano le Costituzioni di Bordeaux, ma adattate ai bisogni locali: non voti solenni, non clausura papale. Diciotto suore pronunciano i voti perpetui il 1° Maggio 1832. Dopo di che le fondazioni si moltiplicano. Alla morte del fondatore, nel 1869, la congregazione conta 43 conventi autonomi in Belgio, Olanda, Inghilterra, Germania e nelle Indie Orientali, cioè in Indonesia, dove il primo impianto ebbe luogo nel 1855. Nel 1895, fondazione nel Transvaal; nel 1903 in India; nel 1914 in Canada; nel 1924 negli Stati Uniti; nel 1955 in Zaire. Durante tutta la sua vita, "Monsieur Lambertz" non ha smesso di incoraggiare le suore ad essere vere figlie di S. Angela, per la quale aveva una grande devozione. Le sue istruzioni erano parafrasi degli insegnamenti di Angela, soprattutto quando si trattava di esaltare l'unione e la concordia. Come si è sviluppato tutto questo? In Belgio La storia ha quindi condotto sul territorio belga tre famiglie di Orsoline: -- delle moniali (Mons, Namur, Toumai) di due "congregazioni" diverse (Bordeaux e Parigi); -- Le Orsoline di Tildonk. E' una comunità di Tildonk, Zaventem, che entra per prima nell'Unione Romana nel 1905. Mons lo desiderava vivamente, ma il vescovo vi si era opposto. L'entrata di Mons nell'UR avverrà solo nel 1914. Toumai seguirà nel 1919. Lovanio, fondata nel 1671 da Huy, non sopravvisse alla Rivoluzione; ma l'Unione Romana vi introdusse di nuovo le Orsoline nel 1947. Vi era un pensionato per studentesse e religiose di diverse nazionalità, e una comunità per Orsoline studenti o di passaggio. Le leggi linguistiche obbligarono a chiudere la casa nel 1975. Bruxelles, fondata da Mons nel 1665, disparve non si sa quando. Le Orsoline di Tildonk e quelle di Wavre-Notre-Dame vi si stabilirono nel XIX secolo. Nel 1963, quelle dell'Unione Romana vi aprirono un pensionato per studentesse che dovette essere chiuso nel 1976. Wavre-Notre-Dame, fondata da Tildonk nel 1841, è divenuta a sua volta una casa-madre. La congregazione ha missioni in Zaire e in Cile. La comunità di Namur si è affiliata a Wavre. Hasselt, fondata nel 1867 da Saint-Trond - fondazione di Tildonk nel 1850 è anch'essa una casa-madre. La congregazione ha missioni in Congo e in Cile.


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In Olanda La maggior parte delle comunità Orsoline nei Paesi Bassi sono uscite dalla congregazione di Tildonk, come si vede dal prospetto che segue - prospetto sommario, peraltro. (Uden, 1845 - trasferito in parte a

I Vught:1845-19083 I - in parte a Boxtel: 1908. (Venray --+ I Maastricht, 1850 + 2 filiali I 1838 \Grubbensvorst, 1859 + 2 filiali I 1979 Tildonk --+ 1818

I I Haacht I I Maaseyck -+ (Echt, 1865 I \Bergeyk, 1889-1939 I (Eysden, 1849-1972

I I I

I . > Orsoline di Bergen, non UR. I I Roermond,1853-1979 (= Ruremonde) I

I I

I Sittard --+I Kerkrade, 1859 I 1843 I Driebergen, 194 7 \ 1977 I ... Geilenkirchen ...>>Aarle Helden Panningen Rixtel, 1970 I > Venlo, 1885 >Lichtenvoorde, 1972 I Mentre Vught, Uden e Bergeyk entravano nell'Unione Romana dal 1900, il vescovo di Ruremonde si mise a promuovere la fondazione di una unione diocesana. L'Unione di Ruremonde fu istituita nel 1916. Venray, Sittard e Weltevreden non vi si unirono. Sittard raggiunse l'UR nel 1921, Venray e tutta l'Unione di Ruremonde nel 1928, Venlo nel 1934, Weert nel 1937 e Halfweg nel 1939. Erano già state fondate nuove comunità, di cui parecchie dalla Provincia di Indonesia; esse formavano il Gruppo Missionario Olandese. Nel 1987, le case della Provincia dei Paesi Bassi dell'Unione Romana avevano quattro origini differenti: "Bordeaux" (la comunità di Weert da 3

La seconda data è quella della chiusura o della scomparsa


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Colonia e Dorsten), "Tildonk", il governo provinciale e il Gruppo Missionario Olandese. La situazione dei Paesi Bassi spiega il perché molte delle nostre case abbiano dovute essere chiuse, le scuole in parte abbandonate e gli educandati soppressi. Alcune religiose hanno, tuttavia, un apostolato scolastico, ma non "in casa". Altre fanno della catechesi parrocchiale ... e le suore anziane sono molto numerose.

III - PAESI MEDITERRANEI (cfr. SA II, 370; 373 ss)

a) 1672: Gorizia è il primo monastero dell'Ordine4 fondato sul suolo italiano; ma nel 1672 la regione era sotto la dominazione degli Asburgo. Ed è Vienna che manda a "Goritz" sei Orsoline. Queste ignorano l'italiano. Una futura novizia, Maria Bonzi, le attende. A prezzo di grandi difficoltà, riuscirono a fondare un monastero e ad aprire in Italia la prima scuola pubblica per ragazze. 1843: Gorizia fonda Cividale in un antico monastero di Benedettine. b) 1688: Roma. La fondazione di Roma è dovuta alla persecuzione dei cattolici in Inghilterra. Maria d'Este, moglie del re d'Inghilterra Giacomo II, era rifugiata a Bruxelles negli anni 1680, con sua madre, la duchessa di Modena. Il loro appartamento era vicino al convento delle Orsoline. Le due italiane si auguravano di procurare al loro paese il beneficio della loro presenza: passi presso il Papa con la mediazione del Cardinale di Norfolk, attesa, ed infine arriva una approvazione. Sei Orsoline di Bruxelles-Mons partono il 9 Settembre 1684, guidate da Madre Maria Agnese de la Hamaide e "in compagnia di Sua Altezza Serenissima" si fermano presso le Orsoline di Colonia e presso quelle di Digione. Arrivano a Roma sei mesi dopo la loro partenza. Occorre loro molto tempo per fondare il monastero desiderato, via Vittoria; soltanto nel 1688, infatti, un Breve d'Innocenzo XI accorda loro il privilegio della clausura e il potere di espandere l'Istituto in tutta l'italia. Le Orsoline fiamminghe verranno a due riprese a rinforzare il convento di Roma (cinque nel 1692 e 6 nel 1732). Le alunne affluiscono perché é la sola comunità insegnante della città. I Papi le inviano educande molto illustri, come Maria Clementina Sobieski, nipote di Giovanni Sobiescki e fidanzata a Giacomo III d'Inghilterra. Tra le sante religiose di cui "Roma" conserva il ricordo, citiamo soltanto Madre Luisa Maria di Borbone Parma (1774- 1841 ), pronipote del Re di Spagna e nipote della Regina Maria Antonietta, notevole per la sua umiltà. ( cfr. SA II, 383-385).

4

Non prendiamo qui in considerazione i "monasteri" del Piemonte di cui abbiamo già parlato per mancanza di documentazione precisa a loro riguardo.


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"Roma" è all'origine di quasi tutti i monasteri d'Italia, sia direttamente, sia indirettamente. Roma> 1718: Calvi (nel vecchio palazzo dei Ferrini -l-abbandonato dalle Benedettine)

J.

J.

1726: Stronco ne

1786: Benevento

!

· 1831: Miasino (trasformato in Comunità contemplativa)

I.

J.

Cannobio 1837

J.

Milano 1884 can. eretta 1848

J.

Saluzzo 1851

I I

J. Sesto Calende 1857

J.

Mantova 1856

J.

J.

Omegna 1858

Galliate 1860

Nel 1810, avviene la "soppressione napoleonica". Monasteri e collegi lottano ciascuno per sè, in Stati diversi, con risultati diversi. Le suore di Benevento si secolarizzano; sopravvivono il "collegio" di Parma, il "conservatorio" di Velletri (V. pag. 310), il convento di Calvi e quello di Roma a causa del bene fatto per l'educazione delle giovani. Ma la clausura è d'ufficio abolita e le religiose sono considerate come delle laiche dalle autorità. La clausura sarà ripresa nel 1814, alla caduta dell'imperatore. Nel 1848, il monastero di Roma conosce un momento di persecuzione che dura poco. Le difficoltà riprenderanno negli anni 1870 (V. il capitolo sull'Unione Romana). e) 1806: Gavardo si stabilisce in un antico convento di Francescani, con una struttura giuridica molto poco precisa. La comunità riceve le Costituzioni da Roma nel 1831. Sarà chiusa nel 1989. d) 1827: Brescia è fondata dietro insistenza del vescovo, Mons. Nava, con le

Costituzioni di Roma, dette anche di "Bordeaux". Brescia, entrata nell'UR nel 1928, ne esce nel 1948. e) 1835: Capriolo. Alcune religiose cappuccine, stabilite in un vecchio castello dal 1694, ne sono scacciate nel 1810. Maria Rosa Capuani, una di loro, vi ritorna nel 1814 in compagnia di due "dimesse". A poco a poco arrivano altre Cappuccine, delle Clarisse, delle dimesse... che decidono di


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costituirsi in una vera comunità di Orsoline; a questo scopo saranno aiutate da tre religiose di Brescia. 5 f) 1856: Manerbio. Nel 1846, sette membri della Compagnia di S. Orsola vi fondano un oratorio, poi un orfanotrofio. ma esse desiderano la vita religiosa; questa sarà canonicamente stabilita nel 1856 con 14 suore.

Velletri ha una storia speciale. Nel 1696, c'era a Velletri un orfanotrofio. Alcune giovani, arrivate all'età di 18 anni, furono costrette ad emettervi i voti. Le responsabili furono accusate di violentare le coscienze ed il vescovo chiese a delle Orsoline secolari di venire a sistemare la situazione. Esse lo fecero, stabilendovi anche la clausura con le Costituzioni di Bordeaux. 2. Grecia a) Naxos. Nel 1670, una nobile dama e la sua serva avrebbero costituito un embrione di comunità Orsolina a Naxos ... Tradizione orale. Ma dal 1675 si stabilirono relazioni epistolari tra l'arcivescovo di Naxos e le Orsoline del Faubourg St-Jacques. Nel 1714, alcune religiose erano pronte a partire per la Grecia. Ma alla morte di Luigi XIV, nel 1715, la pirateria in mare diventa così intensa che è impossibile pensare ad una partenza. Parigi manda le Regole e Costituzioni, con una bambola modello per l'abito. Naxos sarà dunque "parigina". Il monastero comincia a funzionare con tre "Orsoline di casa", cioè tre Angeline di Syra, fondate da poco sul tipo bresciano ma senza legame di filiazione. Parigi finanzia l'opera. Nel 1739, quattro giovani di Naxos ricevono l'abito. 1789:

La Rivoluzione francese rovina Naxos che vive sul denaro di Parigi. Le suore vegetano fino al 1856. Il loro arcivescovo si rivolge allora in loro favore al vescovo di Digione e le Orsoline di Montigny rialzeranno il convento con un aiuto finanziario e l'invio di due religiose. Altre seguiranno. ·

1904: Naxos entra nell'Unione Romana ... ma non sopravvivrà alla Seconda Guerra mondiale. b) Lutra (Isola di Tinos) è fondata nel 1862 da cinque religiose di Montigny, tra cui una anglicana convertita. Questa era divenuta "Orsolina di casa" in Grecia, prima di arrivare a Montigny, dove aveva fatto professione. Non senza molteplici delusioni prima di arrivarvi! In quest'isola poverissima, la comunità ha un magnifico sviluppo, diventa un "villaggio nel villaggio". Nel 1890, 36 religiose di sei nazionalità educano un

5

Una delle prime arrivate, Benedetta Cambiagio, parte prima di emettere i voti per fondare le Benedettine della Divina Provvidenza. Sarà beatificata nel 1987.


351 centinaio di fanciulle, ortodosse e cattoliche. L'educandato e la "scuola francese" sono molto rinomate. La guerra del 1939-1945 rovina Lutra che viveva dell'educandato. Le religiose italiane sono portate via dalla polizia; la miseria va aumentando. Finita la guerra, si sostituiscono le educande di un tempo con delle orfane cattoliche dell'isola. L'"educandato" è divenuto "la casa dei poveri" in cui funzionerà, a partire dal 1964, "la scuola dei tappeti" destinata a limitare l'esodo delle giovani verso Atene... ma il numero delle giovani va diminuendo mentre le suore invecchiano! e) Atene. La sua fondazione è dovuta all'intelligenza superiore di Madre Maria Maddalena Le Charpentier. Questa ha compreso da tempo la necessità di ellenizzare l'insegnamento. Risponde pertanto ad un appello della Chiesa ed apre ad Atene una scuola di lingue. Le suore partecipano anche alla catechesi dei fanciulli cattolici. Ciò avveniva nel 1947. 1951:

La tenacia di Madre Maddalena finisce per ottenere che i diritti del ginnasio di Lutra, scomparso, siano trasferiti ad Atene.

1952:

Fondazione del ginnasio di Psychico. Corsi di francese e di inglese si aggiungono alle classi di greco.

1959:

Fondazione di una scuola americana (chiusa nel 1976) per i bambini americani e di una scuola primaria francese per i francofoni, senza dire di una scuola demotica greca.

La maggior parte degli alunni sono ortodossi, ma il numero dei cattolici è abbastanza elevato se si pensa che essi costituiscono soltanto lo 0,3% della popolazione totale. Gli ortodossi ricevono la formazione religiosa da teologi laici specializzati. Le relazioni con la parrocchia ortodossa sono buone. L'aspetto internazionale è sempre stato una caratteristica delle comunità greche. E' una ricchezza, ma il reclutamento locale resta insufficiente. 3. Spagna La Rivoluzione francese è all'origine dell'arrivo delle Orsoline in Spagna. 1792:

Quattro suore del convento d'Oloron-Sainte-Marie (Bassi Pirenei), appartenenti alla Congregazione di Tolosa, fuggono la persecuzione e passano i Pirenei a prezzo di molte difficoltà. Dapprima ben accolte a Valenza, poi a Murviedo, devono ripartire dopo 13 anni a causa delle leggi sugli emigrati.

1807:

Trovano finalmente le condizioni volute per fondare un monastero a Molina de Aragòn, in Nuova Castiglia. Ma, con la guerra, arriva una serie di disordini: saccheggio, esodo, incendio del convento ...


352 1812:

E' ristabilita la stretta clausura, nonostante le difficoltà causate dalle guerre di Napoleone.

1818:

Molina fonda Siguenza (dove le suore hanno soggiornato dal 1813 al 1815). Da Siguenza uscirà, nel 1887, Taranc6n (affiliata all'UR nel 1905 e passata nel 1929 ad una altro Istituto perché minacciata di chiusura). Durante la guerra civile, le suore di Siguenza corsero il rischio di essere tutte fucilate. A Molina, furono perquisite, gettate sulla strada e raccolte dalla popolazione. Nel 1939, poterono riorganizzarsi; la clausura è stata ristabilita nel 1940.

1968:

Molina de Arag6n entra nell'Unione Romana.

1971:

A Guadalajara è fondata una filiale.

4. Portogallo

1754:

Coimbra. All'origine di questa fondazione, c'è la regina del Portogallo, Maria Anna d'Austria. Avendo conosciuto le Orsoline nel suo paese, fa in modo che un gruppo di terziarie di S. Francesco si metta sotto la regola delle Orsoline di Tolosa.

La Rivoluzione del 191 O disperde la comunità e rovina le sue opere. Le religiose trovano rifugio in Brasile.

IV -IRLANDA E INGHILTERRA (c(r.SA II. 371; 404 SS) 1. Irlanda

I tentativi di Giordana di Bernières (Caen) per rispondere nel 1644 all'appello del vescovo di Killala ebbero come unico risultato di formare a Caen anche delle Orsoline irlandesi... che non poterono mai ritornare nel loro paese. 1771:

Fondazione di Cork/Black-Rock. L'Irlanda cattolica è oppressa dall'Inghilterra protestante. Nano Nagle, una Irlandese che ha soggiornato presso le Orsoline di Parigi, ha già aperto sette scuole a Cork. Chiede delle Orsoline al Faubourg St-Jacques. Ci sono alcune volontarie, ma si impedisce loro di partire. Nano invia allora sei giovani Irlandesi a Parigi perché vi facciano il noviziato. Nel frattempo, fa costruire per loro un convento a Cork. Le giovani professe vi arrivano nel 1771 con una madre di Dieppe, irlandese di nascita: Margaret Kelly resterà in Irlanda tutto il tempo necessario e rientrerà a Dieppe nel 1775.

1775:

E' anche ranno nel quale Nano Nagle si accorge che la sua vocazione personale non è la clausura. Comincia la sua fondazione


353

delle Suore della Presentazione, 1825:

consacrate esclusivamente

ai poven.

Le Suore della Presentazione si installano nel primo convento delle Orsoline che si sono spostate non lontano da lì, a Black-Rock (Cork). Tutte le altre case di Orsoline in Irlanda sono uscite da Black-Rock.

La causa di beatificazione

di Nano N agle è stata introdotta a Roma.

Nel prospetto che segue, bisogna capire bene che "Cork" e "Black-Rock" la stessa comunità, in momenti diversi della sua esistenza.

sono

Cork!Black-Rock

I J.

J.

Thurles, 1787

I I

J. Waterford, 1816

J. Sligo 1844

New York 1812-1815

J.

J.

J.

J.

Charleston Patrick's (Sud Carol.) Hill 1s34 ·18s1

Columbus (Georgia) 1960

I

J.

Brecon (Wales) Springfield 1948 (Ill.) 1857 [>UR]

J. Dublino 1963

I J. Georgetown 1847 [UR]

J. Lough Gill 1950

J. Kenya .1957

J. Dublino 1968

J. Barbados 1894 [UR] -- Sligo è fondata - nel 1844 ! - dopo parecchi vagabondaggi - qui e là - di religiose che avevano lasciato Waterford nel 1826 per rispondere a un appello venuto da Limerick. -- Georgetown (Guyana inglese) è fondata su richiesta del vescovo. Gli inizi sono molto difficili e le suore hanno veramente rischiato di ritornare in Irlanda. -- L'Unione Irlandese si è costituita nel 1978. Waterford vi entra nel 1982. L Unione ha fondato recentemente parecchie piccole comunità.


354

-- La missione del Kenya contava nel 1987 un noviziato a Nairobi, con 12 novizie indigene, 2 case nel deserto e 2 nella savana. 2. Inghilterra Le Comunità inglesi hanno due origini: Tildonk e monasteri francesi, sia di Parigi, sia di Bordeaux. a) Tildonk. 1851:

Papa Pio IX ha ristabilito la gerarchia in Inghilterra nel 1850. La popolazione cattolica ha un gran bisogno di scuole. Il curato di una parrocchia dell'East End di Londra fa appello alle Orsoline di Tildonk, più precisamente a quelle di Sittard. Arrivano nel 1851. Sanno poco di inglese; vivono in un vero tugurio - dopo tutto è lo "stile" del quartiere; si barricano in casa; devono andare a messa in parrocchia e, naturalmente, vi si recano con gli abiti religiosi, tra i sarcasmi della gente: le "figlie del Papa" sono mal viste e mal accolte. II Cardinale Wiseman trova loro un altro alloggio, un po' meno malandato; ma anche lì il vicinato non è accogliente. In dieci anni, le suore faranno cinque tentativi di fondazione, compreso Oxford dove, almeno, l'accoglienza è rispettosa. Nel 1859 sono nove; ma gli insuccessi subiti impongono il ritorno in Belgio. Prima di lasciar partire la superiora, il Cardinale Wiseman le dice: "Fino ad oggi avete seminato; ritornerete per raccogliere: non c'è gioia senza lacrime".

1862:

In Inghilterra, il vecchio cappellano delle Suore, il Padre McQuoin, cerca loro un posto conveniente per farle ritornare. Trova a Upton due case del XVIII secolo con giardino. Nella "via" - è soltanto un sentiero - ci sono tre o quattro case. Di fronte, un gran campo; è campagna. Dietro il giardino, Epping Forest. · Il 7 Maggio 1862, quattro Orsoline ritornano. Il 14, arrivano le altre. E subito la scuola prospera. La comunità anche: nel 1892 conta 36 membri, 5 novizie e 3 postulanti. Upton/Forest Gate potrà cominciare le sue fondazioni, cinque in 24 anni. La tavola seguente le indica. Upton e le sue fondazioni conservarono stretti legami con Tildonk, e questo fino al momento della loro entrata nell'Unione Romana - ad eccezione di Brentwood che è rimasta comunità autonoma.

Upton/Forest Gate 1862

I J, Wirnbledon 1892

J, Hythe (Kent) 1895

J,

J,

Brentwood Ilford 1900 1903/43

J, Palmers Green 1916


355

-- Hythe era entrata nell'UR nel 1900, ma senza l'approvazione del vescovo. La comunità ne uscì quindi nel 1908 e si affiliò a Tildonk nel 1911. Difficoltà diverse portarono le Suore a passare nel 1914 la loro opera alle Suore Mariste. Le Orsoline rientrarono allora a Upton. -- Ilford è stata filiale di Upton per 40 anni. Per tutto questo tempo, le suore fecero ogni giorno andata e ritorno tra Upton, la comunità, e la scuola d'Ilford. Dal convento, si mandava loro in calesse il pranzo di mezzogiorno! Ilford è divenuta comunità indipendente nel 1943. -- Palmers Green è stata passata nel 1932 alle Figlie della Provvidenza. b) Congregazione di Parigi -- Greenwich: 1877 - Alcune Orsoline tedesche di Duderstadt (Annover) sono cacciate dal Kulturkampf. Si stabiliscono in un quartiere di Londra, a Greenwich. Nel 1892, ricevono una postulante inglese, Mary Ann Cahill. 1892 - Le Tedesche sono libere di rientrare a Duderstadt. Vendono il convento inglese alle Orsoline francesi di Gravelines, poichè la Francia è minacciata, anch'essa,di persecuzione. Poco a poco, le suore di Gravelines fanno passare in Inghilterra tutto ciò di cui hanno bisogno, mobili compresi. 1907 - E' l'esilio per tutta la comunità di Gravelines Le religiose portano con sè parecchie educande". Anche la persecuzione di Combes porta alle fondazioni di :

6

-- Crewe 1904,

da Rouen. Crewe sarà chiusa nel 1933; ma dopo aver fondato Oxford (1924-1930) e Chester (1925-1988).

-- Westgate 1904,

da Boulogne (con 45 educande).

--Bideford 1906,

da Avallon, chiusa nel 1926. Quando "Boulogne" rientra in Francia nel 1926, le suore inglesi di Bideford e parecchie francesi vanno a Westgate a sostituire le partenti.

-- Chudleigh 1907,

da Carhaix. La casa di Chudleigh, che si chiamava "Oaklands", accolse le novizie della Francia Ovest con Madre St.-Jean Martin dal Dicembre 1916 agli inizi del 1918. 7

Da notare che questo fatto si ritrova in tutti gli esili francesi dell'epoca: le bambine seguono le loro "madri". 7 Andarono in seguito a St-Pol-de-Léon, poi a Beaugency.


356 -- Spetisbury 1907, da Mortain, chiuso nel 1924. -- Warminster 1906, da Ploermel, chiuso nel 1919. e) Congregazione di Bordeaux. =Beacontield 1907, da Quimperlé (e 85 educande) chiuso nel 1930. -- Cheltenham 191O, da Angers, chiuso nel 1931 - e "ricostituito" in Francia, a Parigi ed Angers. -- Thornton Heath 1912, da Bordeaux, chiuso nel 1938. d) L'Unione Romana. 8 1923:

Creazione della Provincia d'Inghilterra con 5 comunità: Greenwich, Crewe, Bideford, Beacon:field e la comunità di Dartford che sarà chiusa nel 1924.

1927:

Upton, Ilford e Palmers Green entrano nell'Unione Romana. Naturalmente Westgate ne fa parte, perchè "Westgate" è Bideford" trapiantato dal 1926. Inoltre, prima di "ritornare" a Boulogne, anche "Westgate" era entrato nell'UR nel 1919. Nota:

1956:

8

Upton e Ilford erano entrate nel 1896 nell'Unione di Tildonk. Ora Tildonk non fece nulla per aggregarsi all'Unione Romana nel 1900. Per fedeltà a Tildonk, Upton, e di conseguenza Ilford, non furono quindi tra le prime comunità inglesi ad entrare nell'Unione Romana. La creazione di una "Provincia d'Inghilterra", da una parte; difficoltà concernenti la formazione delle novizie in un noviziato belga, dall' altra, decisero finalmente la questione. Fondazione della casa di studi di Parkside a Wimbledon - chiusa nel 1969, essendo diminuito il numero delle juniores.

1964:

Fondazione del convento di Christ's College, Liverpool, chiuso nel 1980:diminuzione del numero di vocazioni e di religiose in grado di insegnare al livello superiore.

1978:

Fondazione della casa di Bickley (Kent) per il Provincialato, chiusa nel 1986.

1980:

Fondazione della piccola comunità di Shotton (Nord del Paese di Galles) resa possibile grazie alla chiusura di Liverpool.

Prima della creazione della Provincia d'Inghilterra, le comunità appartenevano sia a Francia Ovest, sia a Francia Est.


357 Alla fine degli anni 1980, in Inghilterra si accentua la tendenza a creare piccole comunità, filiali di una casa più importante. Per esempio, Forest Gate ha due filiali e Greenwich una.

DIFFUSIONE NEL MONDO Il nostro studio dell'espansione dell'Ordine nel mondo s'articolerà attorno alle seguenti sezioni: I - America del Nord II - America Latina III - Estremo Oriente IV- Africa

I - AMERICA DEL NORD *Canada (cfr. SA Il, 452 ss) 1. Canada francese Maria dell'Incarnazione, fondatrice di Québec nel 1639, muore nel 1672. Nel 1681-1682, su decisione delle autorità ecclesiastiche, la comunità abbandona le Costituzioni elaborate nel 1647, dal Padre Lallemant e Maria, per adottare quelle della Congregazione di Parigi9. Ma una delle prime missionarie, Madre S. Atanasio de Flécelles, spesso superiora, rimane fino al 1695 come la memoria dei tempi eroici e contribuisce a mantenere ben vivo il ricordo di "Madre Maria". Il trattato d'Utrecht (1713) procura inizialmente 30 anni di pace alla colonia e la famiglia Orsolina ne approfitta. Ma la Guerra di Sette anni (1756-63) con l'Inghilterra inferte colpi terribili al Canada, che è ceduto all'Inghilterra dal Trattato di Parigi (1763). Le Orsoline, in quanto educatrici, giocheranno ormai un ruolo importante in Canada per quanto concerne il mantenimento della lingua francese. Québec, tuttavia aveva fondato Trois-Rivières nel 1697. La nuova comunità sciamerà a sua volta, nel Canada stesso, negli Stati Uniti (1887) e fino in Perù (1961). Québec, da parte sua, s'è sviluppato, mandando qualche religiosa in Cina (1922), poi stabilendo con la sua fondazione di Rimouski una missione in Giappone (1936), che diventerà fiorente. Dopo esperienze di unioni parziali, tutte le Comunità del Canada francese e le loro fondazioni sono unite dal 1953 nell'unione delle Moniali Orsoline Canadesi, la cui casa-madre è a Québec.

9

Ragione per cui, al momento della Rivoluzione francese, gli Archivi del Faubourg St. Jacques saranno istradati a Québec via Londra


358

Il grafico seguente mostra bene quale sia stato lo sviluppo delle comunità canadesi.

2. Canada inglese a) Chatham: è stato fondato nel 1860, con le Costituzioni di Parigi, da Madre S. Saverio Le Bihan della comunità del Faouét (Francia), dopo un primo tentativo infruttuoso a Sault-Sainte-Marie (Michigan) nel 1853. Chatham ha sciamato in Canada e negli Stati Uniti: - Muskegon (Michigan) nel 1888, - St.-Ignace (Michigan) nel 1896, - Malone (NY) nel 1898> nell'UR nel 1910. Queste comunità formano l'Unione di Chatam, che ha inoltre una missione in Perù.


359 b) Le Orsoline di Prelate) sono state fondate all'inizio del XX secolo da Le Orsoline di Bruno ( religiose tedesche di parecchie comunità. Anche Prelate e Bruno sono case-madri. **Stati Uniti (cfr. SA II, 452; 475 ss) Le fondazioni negli Stati Uniti sono caratterizzate da: -- le numerose sorgenti, -- lo sviluppo rapido, diversificato, coraggioso. I diversi prospetti che seguono sono redatti secondo la congregazione di origine e menzionano soltanto le case principali. Da notare che alcune comunità nascono per filiazione "normale" (freccia piena) e alcune per rottura ("break off") con un'altra comunità (freccia tratteggiata). Le "genealogie" sono disposte sia verticalmente, sia orizzontalmente per maggiore comodità.

1. Congregazione

di Parigi

a) Rouen!Hennebont Rouen-Hennebont

J,

Nuova-Orleans 1727

Pont-St-Eprit 1810

I J, L'Avana (Cuba) 1804

Galveston (Tx.) 1847

I

San Antonio (Tx.) 1851

I

J,

Camaguey (Cuba) 1819-1932

J.

J,

J. Dallas 1874

I J,

Bryanl 1903-1930

J,

J

J,

Laredo 1868

Puebla (Mex.) 1892

Texarkana 1913-1969 La Nuova Orléans, che contava allora alcune migliaia di abitanti, ha potuto essere fondata perchè il Duca d'Orléans aveva concesso le autorizzazioni necessarie alla partenza di qualche decina di Orsoline. Esse erano di Rouen, di Le Havre, d'Hennebont, di Vannes. Comunità francese, quindi. Il trattato di Parigi - lo stesso che dava il Canada all'Inghilterra - cede la Luisiana alla Spagna nel 1763. Quando questa ridiventa francese nel 1802, 9


360

religiose spagnole e alcune francesi decidono di andare a Cuba. Il 29 Maggio 1803 partono in sedici. Ma nel 1810, la Nuova Orléans riceve un soccorso insperato: Madre San Michele Gensoul, del Ponte Santo Spirito, aveva finito per ottenere dal Papa, per l'intercessione di Nostra Signora del Pronto Soccorso, l'autorizzazione di andare ad aiutare le Orsoline della Nuova Orléans. Portava con sè dieci religiose o postulanti ... e la statua di Maria, sempre onorata laggiù come Nostra Signora del Pronto Soccorso. La Nuova Orléans, divenuta New Orleans (cfr pp. 253-254) entra nell'Unione Romana nel 1919.

b) Black-Rock (Irlanda)

J. Charleston 1834 - che si scinde in due: (Carol:Sud) = Springfield(Ili.) fondata con "Brown County" nel 1857 = Columbia(Carol.Sud), 1858, - assorbita nel 1938 da "Louisville". e) Boulogne-sur-Mer e Beaulieu (Francia)

J. Brown County (Ohio) 1845 *

I J.

J.

Springfield 1857 con Charleston

J. Cincinnati * 1910

Santa Rosa a S. Francisco (Calif) 1880

I

(1917: S: Francisco ·~I 1948: Los Angeles lt958: Novato ... ecc. Cleveland(Ohio) 1850 *

d) Boulogne-sur-Mer

I.

J. Toledo (Ohio) 1$54 *

J.

Missioni del Montana 1884

J. Missioni d'Alaska 1905 A aueste fondazioni

è Iezato il nome dell'abate Ranoe.

J. Younstown 1874 *


361

Cappellano del convento di Boulogne-sur-Mer, era partito per gli Stati Uniti per portarvi la Buona Novella e volle farvi venire delle Orsoline, ottenendolo, non senza difficoltà. Così nacque Brown County. Nel 1880, alcune suore di Brown County rispondono all'appello d'un vescovo missionario e vanno all'ovest, a 4000 km. dalla casa-madre. Inizi difficili, come dappertutto ... Nel 1920, le case della California entreranno nell'Unione Romana. Divenuto vescovo di Cleveland. Mons: Rappe scrive nuovamente a Boulogne-sur-Mer per ottenere Orsoline per la sua diocesi. Boulogne. risponde all'appello ancora una volta.

* Le case

così contrassegnate sono divenute "case-madri".

2. Congregazione di Bordeaux a) Oedenburg-Landshut La prima fondazione della congregazione di Bordeaux è dovuta anch'essa all'appello di un vescovo, Mons. Henrick, che mandò il suo vicario generale sul vecchio continente per cercarvi religiose insegnanti. Trovò 3 Orsoline a Oedenburg (Ungheria) e una postulante a Landshut (Baviera). Potè così fondare Saint Louis (Missuri) nel 1848. Nel 1849, Landshut invierà quattro coriste e due converse come rinforzo. Saint Louis era destinato a grandi sviluppi, com'è dimostrato dal numero di fondazioni del prospetto - molto incompleto del resto.

Oedenburg-Landshut

J. Saint Louis (Miss.) 1848

I J.

J.

Morrisania (NY) 1855 trasferito a

J.

Alton (Ili.) 1859

Arcadia 1877 ·

J. Kirkwood 1926

I Bedford Park 1892

J. S. Teresa 1873

I

J. trasferito a New Rochelle 1897 (1904)*

J.

J.

Decatur (Ill.) Frontenac (Minn.) 1873 1811

J. Wilmington (Del.) 1893

I I J. Lake City 1899

* 1904 è la data di fondazione del Collegio di New Rochelle. **Tutte le comunità qui sotto menzionate fanno parte dell'Unione Romana.


362

b) Straubing (Baviera)

---~ Louisville (Kent) 1858

I

.l

.l

Maple Mount (Kent) 1874 *

Paola (Kansas) 1895 *

Maple Mount e Paola sono case-madri. Dal 1911 al 1916, Paola ha fatto parte dell'Unione Romana. e) Dilren (Westfalia)

---~ Peoria (Ili.) 1879, trasferito nel 1890 a I York (Nebraska)

.l Falls City 1893

.l Hartington

Verso il 1875, il Kulturkampf spinse parecchie Orsoline di Duren a cercar rifugio negli Stati Uniti. Sette di loro arrivarono all'improvviso al convento di Toledo dove la superiora, Made Amedea Dunne, le accolse molto caritatevolmente e le aiutò a stabilirsi a Peoria. Il gruppo si trasferì nel 1890 a York. Le fondazioni del Nebraska furono chiuse negli anni 1941-1943. d) Ahrweiler

---~ Belleville (Ili.) 191 O

e) Il Canada Verso il 1850, famiglie intere del Canada francese emigrano verso il Maine per sfuggire alle pratiche discriminatorie del governo canadese. I Canadesi rappresentano "i meschinelli che tirano a campare", non troppo ben visti dagli "yankees"!. . . Vivono tra loro, raggruppati attorno alla loro chiesa cattolica e alla loro scuola. Ma occorre che la scuola possa funzionare; la popolazione fa quindi appello a religiose canadesi. E arrivano delle Orsoline: 1888:

di Trois-Rivières; si stabiliscono a Waterville e cominciano immediatamente il catechismo. La loro vita è povera, totalmente donata. Alunne e vocazioni affluiscono. "Merici" diventa come una casa-madre per le fondazioni successive: Fairfield ( 1911 ), Skowhegan (1913), Brunswick (1915), Lewiston (1916), Sanford (1919), Sanford II (1924), ecc.

1939:

Le Orsoline del Maine entrano nell'UnioneRomana e formano la Provincia franco-americana, più tardi la Provincia del Nord-Est.

1956:

Apertura di Springfield (Mass.)

1973:

Apertura di Mount Merici per le suore anziane.


363

3. Le missioni americane: Montana, Alaska (cfr. SA Il, 516 ss) Sono l'opera di un'emula di Maria dell'Incarnazione, Madre Amedea Dunne, della comunità di Toledo. Rispondendo all'appello del vescovo d'Helena (Montana), partì come volontaria nel 1884 con cinque altre suore.

-- Montana: Le suore si stabilirono dapprima a Miles City nella più estrema povertà. Due mesi più tardi, Madre Amedea e tre suore partono per la riserva indiana del fiume Tongue (Cheyenne) e fu la prima missione: S. Benedetto Giuseppe Labre. poi, con la protezione dei Gesuiti, si fonda S. Pietro, dove si stabilisce un noviziato, S. Paolo e S. Saverio nella tribù dei Corvi. La vita in questi posti chiede un'abnegazione costante. Nel 1912, alcune Orsoline di S. Pietro fondano Great Falls, che diverrà il centro dell'opera Orsolina nel Montana.

-- Alaska: Nel 1905, Madre Amedea manda tre suore nel Gran Nord, alla foce dello Yukon. Occorrevano allora 3 giorni e 3 notti di ferrovia per arrivare da Great Falls a Seattle, poi da 5 a 6 di mare per raggiungere S. Michele, la prima missione in Alaska. I Gesuiti affideranno in seguito alle Orsoline una seconda fondazione, St. Mary a Akularak, e più tardi ancora, sarà Hot Springs. Clima glaciale, inverno interminabile senza sole, grande silenzio della neve, mancanza di comunicazioni, cibo monotono a base di pesce essiccato, lingua strana da imparare ... tutto questo è portato nella gioia - una gioia alla Francesco d'Assisi!

4. L'Unione Romana Madre Amedea fece entrare le sue missioni del Montana nell'Unione Romana fin da 1900. E le fondazioni dell'Alaska ne fecero parte fin dalla loro nascita. Le altre case americane entrarono in momenti diversi. Le Province degli Stati Uniti si sono chiamate: Sud, Nord, Franco-americana, fino alla ripartizione attuale in quattro province: Centro, Est, Nord-Est e Ovest. Le comunità devono rispondere ai bisogni di culture molto varie: esquimese, nera, messico-americana, indiana, anglosassone, ispanica. Da qui la tendenza, soprattutto nell’ "Est", a diversificare gli apostolati e a formare piccole comunità.

II - AMERICA LATINA 1. Brasile ( cfr. SA II, 509 ss) 1735:

Nossa Senhora das Mercés (Salvador). Una giovane di Bahia, ricca e orfana, ha chiesto al Re del Portogallo l'autorizzazione a fondare un convento di Orsoline in vista dell'educazione delle


364 giovani. Il permesso è dato nel 1735, e il Breve di Clemente XII è ottenuto nel 1739. La prima professione solenne ha luogo nel 1744, con le Costituzioni di Bordeaux. 1739:

Nossa Senhora da Soledade (Salvador). Fondazione dovuta a un Gesuita, il P. Malagrida, d'origine italiana. Apre un "Recolhimento" per sedici giovani che desiderano consacrarsi a Dio e dà loro la Regola di Ferrara. Vivono così 12 anni. Il Padre Malagrida ottiene allora l'erezione in monastero, sempre con le Costituzioni di Bordeaux. Siamo nel 1753. Ingiustamente condannato durante la persecuzione del Marchese di Pombal contro i Gesuiti, il P. Malagrida fu bruciato vivo a Lisbona nel Settembre 1761. Persino Voltaire protestò!

1890:

Proclamazione della Repubblica in Brasile. Le comunità brasiliane stanno per morire; l'arcivescovo di Bahia lancia un appello alla Francia perchè alcune religiose vengano in loro aiuto.

1895:

Quattro suore d'Aire-sur-l'Adour arrivano a Mercés; l'anno seguente si riapre il noviziato. Seguono altre suore, di cui 3 da Bordeaux. Nel 1899 la comunità conta 15 membri, 8 Francesi e 7 Brasiliane. Nel frattempo, Mercès ha mandato due Francesi a N.S. da Soledade.

1900:

Le due comunità entrano nell'Unione Romana.

1904:

La persecuzione in Francia spinge in Brasile tutta la comunità di Pont-de-Beauvoisin, cioè 24 religiose che sono ripartite tra Mercès e Soledade.

1911:

Nuovo rinforzo venuto dal Portogallo a seguito della persecuzione del 1910 che annientò la comunità di Coimbra. Mercès e Soledade sono pronte a svilupparsi e a sciamare.

1912:

Riberào Preto; poi Ilhéus nel 1916; nel 1938, Rio de Janeiro, dove si istituisce l'insegnamento superiore all'Università Santa Ursula. Nel 1955 sarà la volta di Resende.

1938:

In quest'anno sono arrivate a Paraisopolis alcune religiose tedesche di Slesia in fuga dal Reich.

1958:

- Paraisopolis s'aggrega all'Unione Romana. - Fondazione di Santa Olga (Sào Paolo) per l'educazione dei figli dei rifugiati russi 10

1970/80: Questi anni vedono una fioritura di piccole "fraternità".

10 La Comunità "Santa Olga" è stata sospesa nel 1987: è passata tutta una generazione; il senso dell'opera è più o meno venuto a mancare, visto che la maggior parte delle alunne sono ora brasiliane. Ma il lavoro nella parrocchia russa continua.


365 Le comunità del Brasile si caratterizzano per una preoccupazione di fedeltà a S. Angela e all'Unione Romana. Potrebbero avere come motto: "Tenete l'antica strada e fate vita nuova". Questa "vita nuova", la conducono nella preoccupazione del servizio ai più poveri. 2. Cuba

L'Avana, lo si è visto, è stata fondata da 16 Orsoline della Nuova Orléans che vi giunsero nel Giugno 1803. Non tardarono a prosperare. Nel 1819 si faceva una seconda fondazione a Puerto-Principe, oggi Camaguey, al nord dell'isola (cfr. SA II, 505). Quando Fidel Castro arrivò al potere nel 1959, il noviziato fu trasferito negli Stati Uniti. Nel 1961, le cinque Orsoline nord-americane del gruppo lasciano Cuba su ordine della Superiora Generale e, poco dopo, tutte le Cubane espatriano, soprattutto in Messico. 3. Messico ( cfr. SA II, 508) 1892:

Madre S. Claudio Nicoud, del convento di Laredo (Tx.) fonda Puebla. Nata in Francia, avvertita dal Curato d'Ars che Dio la voleva Orsolina, aveva fatto il noviziato nella Nuova Orléans. Venne a Puebla con 3 religiose - di Laredo e di San Antonio.

1900:

La comunità entra nell'Unione Romana.

1910:

Scoppia la Rivoluzione. Le suore devono abbandonare il loro convento.

1917:

Il governo promulga una costituzione anticattolica.

1919:

E' proibito insegnare la religione nelle scuole.

1924:

La persecuzione diventa attiva: interrogatori, prigione, torture, martirio di sacerdoti. Per le suore è la dispersione. Qualcuna va in esilio nel Texas dove· Madre· S. Claudio è tornata parecchi anni prima: era morta a Galveston nel 1915.

1935:

Scuole e conventi sono confiscati. Le religiose si mettono a. insegnare in case particolari.

1943:

Le circostanze permettono di quattro postulanti e di cominciare la costruzione di un convento, poi di una scuola in cui le suore lavorano come secolari.

1953:

Apertura di un'Accademia Merici a Mexico (passata ai genitori nel 1975).

1963:

Apertura della Casa Santa Angela a Iguala.


366 1965:

Il Messico, che faceva parte della "Provincia latino-americana" diventa una Provincia a sè stante.

1973:

Avvio dell'opera di Tabasco in cooperazione con i Gesuiti.

1979:

Influenza enorme della Conferenza Episcopale di Puebla.

Le Orsoline del Messico sono povere in molti modi; ma sono ricche di fede. Le vocazioni, che sono aumentate negli anni 1980, sono per esse un pegno di speranza. 4. Perù

1936:

In Germania, il nazismo si annuncia pieno di minaccia. Fritzlar manda quattro religiose e due postulanti a Lima; vi fondano la scuola Santa Ursula. Nel 1941 sarà inaugurato un nuovo convento.

1939:

Le Orsoline di Lima chiedono suore a Erfurt per una fondazione al nord del Perù, a Sullana. Arrivano quattro suore da Erfurt; 5 altre seguiranno, in piena guerra, e nel 1940 si aprirà la scuola. Ma alla fine della guerra, la maggior parte delle suore tedesche ritornano a Erfut. Nel 1950 Sullana è lasciata alle Carmelitane. Le 3 Orsoline che restano si uniscono a quelle di Lima.

1951:

Una delle religiose venute da Erfurt comincia a interessarsi ai poveri dei tuguri del quartiere di Miramar.

1955:

Entrata nell'Unione Romana.

1962:

Fondazione dell"'Hogar Santa Angela" a Miramar. La comunità sarà istituita nel 1968.

1974:

Due suore si recano a Shintuya, nella giungla, per lavorare con gli Indiani Maschos. Un incidente d'auto, un anno dopo, interrompe l'esperienza.

1977:

Fondazione de Jarpa, nelle Ande, comunità sperimentale che fu sospesa nel 1986.

-- L'Unione Canadese ha due scuole a Lima e tre luoghi di presenza nella giungla, vicino a Iquitos. -- Chatham ha quattro Orsoline a Chiclayo, nel nord. -- Louisville ha tre suore a Callao. 5. Venezuela

1957:

La Provincia Latino-americana dell'Unione Romana fonda a Maracaibo.

1966:

Maracaibo è passata alle religiose di "Mater Salvatoris" e la Provincia UR dei Caraibi fonda a Caracas.


367

Il Collegio Merici di Caracas vi conosce una rapida crescita. L'appoggio e l'aiuto dei genitori nell'organizzazione della scuola permettono alle suore un apostolato fecondo presso i poveri del Barrio Rico e nella scuola di questo quartiere. Ironia delle parole: "Barrio Rico" vuol dire "Quartiere Ricco"! 6. Cile

Le Orsoline di Wavre-Notre-Dame e quelle di Hasselt hanno aperto delle missioni in Cile. Le Orsoline tedesche vi sono pure presenti dal periodo delle persecuzioni naziste. 7. Diversi:

Bisogna ancora segnalare: -- Le Orsoline di Gandino in Argentina, quelle di Somasca in Bolivia e quelle di Verona in Uruguay.

III - ESTREMO ORIENTE 1. Indonesia ( cfr. SA II, 443 ss) Le fondazioni in questo paese, conosciuto dapprima come le "Indie Orientali", musulmano all'86%, sono dovute alle Orsoline di Tildonk. 1856:

Arrivo a Batavia (oggi Jakarta) di 7 suore di Sittard.

1863:

Ci sono già 3 fondazioni e 31 missionarie venute dall'Olanda. Il loro apostolato si rivolge alle giovani Neerlandesi; l'insegnamento si fa secondo i programmi dell'Olanda.

1929:

Viene presa una decisione importante: dedicarsi maggiormente all'educazione delle giovani Indonesiane.

1932:

Entrata in noviziato della prima Indonesiana . . . . Le entrate nell'Unione Romana sono scaglionate ....

1939:

Costituzione di una Vice-Provincia d'Indonesia. Il che si rivelerà una benedizione durante l'occupazione giapponese, perchè l'unità dava più forza. Le religiose olandesi furono internate; le altre lottarono per continuare il lavoro di educazione dal 1942 al 1945.

1965:

Il Vaticano II favorisce l'inculturazione; le vocazioni aumentano e le Indonesiane diventano a loro volta missionarie nel proprio paese.


368 2. Australia

Le fondazioni australiane sono dovute al Kulturkampf. 1877:

Duderstadt - Le Orsoline ricevono l'ordine di chiudere la scuola e lasciare il convento prima del 1° Ottobre. Si sono già preoccupate di trovare un rifugio altrove - tra cui anche a Greenwich. Vi incontrano il Padre Torreggiani, superiore del convento dei Cappuccini.

1880:

Australia - "L'Atto d'educazione" sopprime ogni sussidio dello Stato alle scuole private. I cattolici reagiscono costituendo una rete scolastica indipendente. Ma bisogna trovare insegnanti religiosi. Il Padre Torreggiani, che è divenuto vescovo di Armidale, si ricorda delle Orsoline e scrive a Greenwich.

1882:

Armidale - Dieci Orsoline e due postulanti arrivano a quello che ancora è soltanto un piccolo villaggio; si mettono subito all'opera. E prosperano. Meno di 40 anni dopo il loro arrivo, possono pensare a delle fondazioni, alcune delle. quali sono state poi abbandonate. Rimangono oggi Dutton Park (1919), Sydney (1930) e Toowomba (1930).

Le Orsoline d'Australia avevano studiato la possibilità di entrare nell'Unione Romana fin dagli inizi e di nuovo nel 1906, senza prenderla in considerazione in quel momento. Ma nel 1930 la fondazione di parecchie filiali comportò difficoltà di ordine canonico (si trattava di comunità "autonome" che "dipendevano" da Armidale); c'era anche il problema del superiore ecclesiastico. Una commissione costituita nel 1933 studiò la questione ... ma venne la guerra. Nel Gennaio 1945, tutte le professe perpetue (65) votarono per l'Unione Romana con una maggioranza schiacciante. L'affiliazione ufficiale è del 1947. Da allora il ritmo delle fondazioni crebbe: Melbourne (1950), Kingsgrove (1952), Canberra (1959). · L'apostolato delle Orsoline australiane è molto diversificato. Oltre le scuole, hanno l'incarico di centri spirituali, animano ritiri, collaborano alla pastorale, lavorano tra gli aborigeni, i poveri, gli immigrati dei quartieri poveri, danno lezioni private, ecc. 3. Cina 1921 : Mons. de Guébriant, vescovo missionario in Cina, scrive alle Orsoline di Stanstead (fondazione di Québec del 1884) perchè vengano a fondare a Swatow. La comunità pensa di dover rifiutare; ma tre suore si sentono una vocazione missionaria e, per realizzarla, chiedono di entrare nell'Unione Romana - il che avverrà ufficialmente quando la casa sarà fondata.


369

1922:

Comincia l'opera della Santa Infanzia (orfanotrofio, scuola primaria) a Swatow. Dieci giorni dopo l'arrivo delle suore, è distrutta da un tifone gigantesco. Si ricomincia, nonostante la guerra civile (1917-1928).

22-30:

Sono fondate due altre case: Chao Cho Fu (scuola primaria e Santa Infanzia); Hopo, con una congregazione di "vergini cinesi". Altre missionarie sono arrivate dall'Europa e dall'America e si son potute ricevere quattro novizie cinesi. 1940: Nonostante la guerra cino-giapponese (1936-45), le Orsoline gettano le basi di una scuola secondaria femminile. "Stella Matutina", fondata nel 1945, diventa una sorgente di vocazioni cinesi.

1949:

Entrata a Swatow dei soldati comunisti. E chiusura di Harbin.

1950:

"Stella Matutina" viene confiscata e la direttrice, Madre Agostina Zing, rinviata a giudizio. Resterà in prigione tre anni. Le missionarie sono tutte espulse.

1952:

In Cina resta soltanto M. Agostina in prigione e le sorelle Elena e Anna a casa loro. Della missione, nulla. Ma sette allieve de Swatow hanno già abbandonato il paese per salvaguardare la loro vocazione religiosa. Faranno il noviziato in Francia con l'ultima Superiora missionaria, Madre Orsola Blot.

Altre Cinesi, studenti negli Stati Uniti, entrano in noviziato nella Provincia dell'Est. Grazie a queste giovani Cinesi, si potrà ricominciare, non in Cina continentale, ma nell'isola di Formosa, Taiwan .. 1958:

Madre Orsola, Madre Agostina e 2 giovani Orsoline cinesi arrivano a Hualien. Aprono una scuola materna, poi, dal 1959, una scuola secondaria. Inoltre il vescovo, Mons. Vérineux, chiede loro di formare le suore della Congregazione diocesana di Santa Marta; sono suore di tribù aborigene montanare.

1965:

Seconda fondazione a Kaohsiung. Nel 1966 vi si apre un Istituto superiore di Lingue Moderne, il Collegio "Wen-Tzao".

1972:

Il raggruppamento di Taiwan riceve la sua prima superiora cinese.

1974:

Terza fondazione a Taipei, vicino ali' Università Cattolica.

1984:

Il raggruppamento diventa "Provincia di Cina".


370 L'Istituto Santa Marta riceve la sua prima Superiora generale autoctona: fino a quel momento lo era stata Madre Orsola Blot.

4. India Le Orsoline di Tildonk sono arrivate in India nel 1903. Vi hanno opere molto fiorenti. Quelle di Somasca vi hanno pure delle missioni.

5. Tailandia 1924:

Quattro Orsoline (una belga, una francese, due iugoslave) lasciano l'Europa per... la Cina. Durante la traversata, ricevono un ordine inatteso: sbarcare a Bangkok. Lo eseguono. Ma per fare che cosa? Dio solo lo sa ... esse si mettono a studiare quel che allora si chiamava il siamese ..

1925:

Il vescovo le manda nella parrocchia del Calvario; dovranno farvi tutto: la scuola, certo, ma anche la cucina, il bucato per i sacerdoti, le candele, ecc ... Sono raggiunte da altre missionarie provenienti dal Belgio, dall'Olanda, dalla Francia, dall'Italia, dall'America.

1928:

Fondazione della scuola secondaria "Mater Dei" a Bangkok su richiesta del delegato apostolico. Le Orsoline vi aggiungono una scuola primaria ed una scuola materna.

1932:

Apertura a Chieng-Mai, nel nord del paese, di "Regina Coeli". E le missionarie continuano ad arrivare.

1949:

Gli avvenimenti della Cina portano al Siam undici Orsoline espulse. Il loro arrivo permette la fondazione di "Regina Mundi" in un quartiere povero della capitale.

1964:

In collaborazione con i Gesuiti sono fondati un Centro ed un Pensionato per studenti a Chieng-Mai.

1965:

"Mater Dei" ospita il Centro Nazionale Catechistico.

1974:

Nel piccolo villaggio di Chombung è fondato un centro di sviluppo sociale. Le Orsoline vi assicurano anche un lavoro catechistico e visite a domicilio.

Dipendenti inizialmente dalle Province di Francia, le comunità tailandesi si videro unite nel 1938 alla Provincia di Giava. Nel 1955 fu costituita la Provincia di Tailandia. Conta circa il 50% di suore missionarie ed il 50% di suore tailandesi. Questo processo di inculturazione è molto avanzato, anche per quel che concerne la spiritualità ed il modo di vivere.


371 Un'associazione informale delle Orsoline d'Asia (Unione Romana, Unione Canadese in Giappone, Tildonk in India) riunisce i tre Istituti dal 1977.

IV-AFRICA 1. Africa Nera Occidentale 1958:

Guinea. Per rispondere all'appello di "Fidei Donum", le tre Province di Francia decidono una fondazione che sarà affidata a Francia Ovest. Mandano perciò parecchie religiose a Boké. Le suore, tuttavia, devono rientrare in capo a 4 anni a causa della politica di Sékou Touré.

1963:

Senegal. Francia Ovest risponde questa volta all'appello dell'arcivescovo di Dakar, ed ecco la fondazione di Thiès, con, tra le altre, alcune suore che avevano conosciuto Boké. Thiès è una comunità internazionale. - 197 4: fondazione di Thiaroye, in una bidonville di Dakar. - 1981: fondazione di Lehar, sito nella macchia. - 1988: Il Senegal, fino a questo momento dipendendente da Francia Ovest, diventa un raggruppamento.

2. Africa del Sud 1895:

Un primo gruppo venuto da Sittard (“Tildonk”) arriva al Transvaal in un campo di minatori. Ma le miniere si esauriscono ed il campo si vuota nel giro di qualche anno, verso il 1897. Le Orsoline vanno a stabilirsi dalle parti di Braamfontein.

1899:

Guerra dei Boeri- Le suore sono costrette a divenire infermiere (1902) nelle loro scuole trasformate in ospedali. Nel 1902 il caos è tale che ritornano in Olanda.

1902:

Ma in quello stesso anno un secondo gruppo parte, a sua volta, per il Transvaal.

1904:

Fondazione di Krugersdorp: scuola "a pagamento",· catechesi parrocchiale e istruzione religiosa ai minatori.

1911 :

Fondazione di una scuola primaria mista a Roodeport, città mineraria a 20 Km da Krugersdorp. Per 40 anni le suore faranno ogni giorno la spola in un carretto tirato da cavalli.

1921 :

Fondazione di una comunità a Roodeport, con un convitto per i ragazzi. Più tardi bisognerà sgomberare: l'edificio passerà ai Fratelli delle Scuole Cristiane.


372

Ma già nel 1914 le Orsoline sono state chiamate in un sobborgo di Johannesbourg; vi fondano un convento, Kensinton, centro della vita parrocchiale. In seguito, saranno fatte altre fondazioni, ma la loro esistenza sarà effimera. 1921:

Krugersdorp, Roodeport e Kensinton entrano nell'Unione Romana.

1966:

Apertura a Bryanston di "Brescia House", istituzione cattolica moderna in cui la maggioranza dei genitori hanno un senso acuto della giustizia nei riguardi delle popolazioni nere oppresse. Parallelamente a queste fondazioni, ci sono "scuole di missione":

1926:

Musieville - che conobbe grandissime difficoltà fino al 1971,

1971:

quando i neri sono sistematicamente trasferiti a Kasigno. Le Orsoline, le Compagne di S. Angela ed i laici vi collaborano nel loro servizio alla popolazione. Le Compagne di S. Angela. Si tratta di una congregazione diocesana di religiose nere fondata nel 1955 su richiesta del vescovo di Johannesbourg. La loro formazione fu affidata alle Orsoline. Nel 1977, in occasione del loro primo Capitolo Generale, fu eletta una superiora generale nera. La congregazione divenne allora indipendente Orsoline e Compagne di S. Angela lavorano sempre in collaborazione: qualche scuola nera ha come direttrice una Compagna di S. Angela e insegnanti Orsoline. Le vessazioni del governo sud-africano non hanno risparmiato la giovane congregazione ed alcune suore hanno conosciuto la prigione.

Negli anni 1920, un'altra iniziativa si è rivelata di grande utilità, anche se l'opera ha dovuto, anch'essa, spostarsi: "Santa Angela" era una cappellascuola fondata per l'educazione dei 'bambini, delle donne e degli operai. Divenne un vero alveare. Ma negli anni 1950, dovette trasferirsi a . . Dobsonville, alla periferia di Soweto. 1968:

L'arcivescovo di Lusaka, Zambia, chiese alle Orsoline di venire a fondare una scuola normale ed un pensionato per religiose studenti. Ma si ebbero così poche iscrizioni che le Orsoline si ritirarono.

1970:

Invece esse rispondono nel 1970 all'invito di Mons. Murphy per una fondazione a Serowe in Botswana, paese sottosviluppato ma pacifico, indipendente dal 1966. Nel 1973, grazie all'arrivo di nuove missionarie, è resa possibile una seconda · fondazione a Mahalapye.


373

3. Camerun

Nel 1984, il Generalato dell'Unione Romana prende a carico la fondazione di una piccola comunità a N'Gaoundéré, comunità internazionale di 5 persone: americana, inglese, iugoslava, italiana e una canadese dell'Unione Canadese. Nel 1989 si unirà al gruppo una seconda francese. Le suore insegnano nel collegio tenuto dagli OMI, formano catechisti ed hanno un'opera di promozione femminile. 4. Altri paesi

-- Il Kenva

: 5 case dell'Unione Irlandese e le Orsoline di Bergen.

--Lo Zaire

: Orsoline di Tildonk e Wavre-Notre-Dame.

-- Il Congo

: Orsoline di Hasselt.

=L'Eritrea

: Orsoline di Gandino.

-- Madagascar

: Orsoline di Verona.

******* ***** ***

*



375

Capitolo II

LE ORSOLINE NEI SECOLI XIX e XX Il XIX secolo vede nascere nuove congregazioni di Orsoline, nello stesso tempo in cui si assiste al movimento che tende a raggruppare case precedentemente autonome. Uno di questi movimenti sfocerà nel 1900 nella nascita dell' Unione Romana, che ci interessa in modo tutto particolare. Da qui le sue sezioni di questo capitolo: -- Nuove Congregazioni e raggruppamenti. -- L'Unione Romana.

NUOVE CONGREGAZIONI E RAGGRUPPAMENTI La Rivoluzione francese, con tutte le sue ripercussioni in Europa, ha spazzato via i principi dell'Antico Regime. Il trattato di Vienna, 1815, potrà ben tentare di ristabilirli, ma è cambiato qualche cosa che non ritornerà. E, periodicamente, movimenti rivoluzionari scuoteranno l'Europa. La Chiesa ha subito il contraccolpo di tutti questi avvenimenti politici e sociali. Una delle conseguenze, importanti per la vita religiosa, fu il fatto che, ormai, saranno ammessi i voti semplici. Questa concessione, fatta al Primo Console in occasione del Concordato, aiuterà le comunità insegnanti a ricostituirsi. "L'alleanza del Trono e dell'Altare", dopo il 1815, permetterà del resto la nascita ufficiale di numerose famiglie religiose con fine apostolico, specialmente educativo, tanto è grande il bisogno. E, tra queste, nuove congregazioni di Orsoline dai voti semplici. Nate diocesane, diventeranno più tardi - quasi tutte almeno - di diritto pontificio. E' il caso di parecchie congregazioni di Orsoline in Italia. E abbiamo già incontrato la congregazione di Tildonk, dai voti semplici, ma anche con costituzioni adattate da quelle di Bordeaux. D'altra parte - lo si è visto - diverse persecuzioni, qua o là, hanno cacciato Orsoline dalla loro patria. Monasteri con voti solenni si sono insediati in Australia, in Canada, negli Stati Uniti. Originariamente autonomi, diverranno, ad eccezione dell'Australia, "case-madri" di congregazioni. E talvolta alcune delle loro fondazioni lo diventeranno a loro volta. Colpisce l'esempio degli Stati Uniti. r:


376 Del resto si assiste, all'inizio del XX secolo, a movimenti di raggruppamenti di monasteri autonomi: Unioni alle quali altre case potranno in seguito aggregarsi; Federazioni che lasciano più autonomia alle comunità. Certe case restano autonome. Sono, nel 1989: = quelle che fanno parte della Federazione di lingua tedesca, = Brescia - entrata nell'Unione Romana nel 1928 e uscita nel 1948, Clermont-Ferrand (Francia) e Siguenza (Spagna). Per quel che riguarda le Compagnie bisogna dire questo:

-- La Federazione delle Compagnie di Sant'Orsola è stata istituita nel 1958, sotto il nome di "Compagnia di S. Orsola, Figlie di S. Angela, Istituto Secolare". Raggruppa più di 60 Compagnie diocesane, di cui una a Brescia, e una Compagnia interdiocesana (ISAM: Istituto Secolare Angela Merici, Francia) che conservano la loro autonomia. La maggior parte di queste Compagnie si trovano in Italia. -- Le Compagnie non federate di Brescia, Mantova e Verona, hanno uno statuto di "pia unione", non di vita consacrata. La Compagnia di Brescia porta il nome di "Compagnia di S. Angela". ******* Le Compagne dì S. Angela, di cui abbiamo già parlato (cfr. p. 372) contava 26 membri nel 1987. ******* Una Conferenza Italiana Mericiana.(CIM) raggruppa le Orsoline d'Italia religiose e membri della Federazione delle Compagnie. In Asia, incontri regolari riuniscono i diversi rami di Orsoline che vivono e lavorano in India, Indonesia, Giappone, Taiwan e Thailandia (cfr. pag. 371). Negli USA, esistono incontri simili per le Orsoline americane. ******* Le pagine seguenti danno una lista delle diverse congregazioni di Orsoline che si rifanno a S. Angela. Perché bisogna anche ricordare che nel secolo XIX sono nate famiglie religiose che hanno preso il nome di "Orsoline" semplicemente per avere il diritto di esistere davanti allo Stato. Napoleone, infatti, dapprima aveva dato l'autorizzazione ad insegnare alle sole Orsoline 1. Esempio in Francia, le Orsoline di Gesù, dette di "Chavagnes", o le Orsoline di Maria Immacolata.

1 Poco. dopo, la Compagnie Notre-Dame (Jeanne de Lestonnac) ricevette la stessa autorizzazione.


377 Avviene lo stesso in Italia. Così le Orsoline missionarie del S. Cuore, le Orsoline di Parma, di Piacenza ... senza parlare delle comunità passate ad altre congregazioni, come quella di Mantova che si è fusa con le "Dorotee" ...

ORSOLINE - XIX e XX SECOLO INGHILTERRA - Orsoline di Brentwood, di diritto diocesano, fondate da "Tildonk" ( cfr. pag. 354). Missioni in Kenya. 1979: 1 casa, 57 professe, 6 scuole.2 GERMANIA - Congregazione Orsolina di Calvarienberg-Ahrweiler. Casa fondata nel 1838 da Duren (cfr. pag. 336). Approvata come congregazione diocesana nel 1870, di diritto pontificio nel 1929. 1989: 4 case, 141 professe in Germania e negli USA. BELGIO - Orsoline di Tildonk, fondate da Jean Lambertz (1818). Ogni fondazione diventa come una "casa-madre" con filiali. Nel 1878, istituzione di un governo centrale. Nel 1982, approvazione come congregazione di diritto pontificio. 1989: 83 case (Belgio, Canada, India, USA, Zaire), 84 7 religiose. - Orsoline di Wavre-Notre-Dame, fondata da Tildonk (1841). Di diritto diocesano; Costituzioni di "Bordeaux", modificate più tardi. 1979:40 case (Belgio, Cile, Zaire), 258 religiose. - Orsoline di Hasselt, fondate nel 1867 dalla comunità di Sint-Truiden nata nel 1850. Divenute autonome nel 1946. Nel 1952, forma una unione diocesana a governo centralizzato. 1979:20 case (Belgio, Congo, Cile), 288 religiose. CANADA - Orsoline dell'Unione di Chatham. Raggruppamento di diverse case di Orsoline attorno al monastero di ·chatham, fondato nel 1860 con le Costituzioni di Parigi. Nel 1915, governo centrale diocesano. Nel 1952, l'Istituto è riconosciuto di diritto pontificio. 1989:30 case (Canada, USA, Perù), 248 religiose. - Orsoline di Prelate. Raggruppamento di diverse fondazioni dovute a parecchi gruppi tedeschi stabilitisi in Canada a partire dal 1922, in luoghi e momenti diversi, venuti soprattutto da Dorsten, Haselunne e Colonia.

2 Le

cifre date vengono dal DIP e dall'Annuario Pontificio per il 1989.


378

Prelate è riconosciuto indipendente da Colonia nel 1922 e diventa nel 1954 capo di una congregazione religiosa centralizzata di diritto diocesano. 1980: 14 case, 104 professe.

- Orsoline di Bruno. Fondate nel 1913 da 5 religiose di Hasselunne, rese indipendenti da Hasselunne nel 1916. 1989:7 case (Canada, Brasile), 58 religiose. STATI UNITI - Orsoline di Brown County (Convento del Cuore Immacolato di Maria, Cincinnati) fondate nel 1845 da Julia Chatfield, Orsolina inglese di Boulogne s/Mer, con 2 suore di Boulogne e 8 di Beaulieu. 1989: 1 casa principale con delle filiali, 55 religiose. - Orsoline di Cleveland, fondate nel 1850 da Orsoline di Boulogne s/Mer. Approvate nel 1948 come Istituto centralizzato. 1989:26 case, 361 religiose. - Orsoline del S. Cuore di Toledo, fondate nel 1854 da Cleveland. Rese indipendenti nel 1874. Nel 1948, approvazione dell'Istituto come congregazione di diritto pontificio con governo centralizzato. 1989: 33 case, 152 religiose. - Orsoline dell'Immacolata Concezione di Louisville - dette "del Kentucky" fondate nel 1858 da Madre Salesia Reitmaier e dalle Orsoline di Straubing (Germania) con le Costituzioni di Parigi. 1946: si aggregano all'Ordine dei Fratelli Minori Conventuali. 1989: 36 case (USA-PerĂš), 322 religiose. - Orsoline di Mt. St. Joseph, Maple Mount, nate nel 1874 da una separazione con Louisville. Riconosciute autonome nel 1912. Approvazione pontificia nel 1929 con Costituzioni proprie che sostituiscono quelle di Parigi. 1989: circa 50 case e 320 religiose (una postazione in Guatemala). - Orsoline di Youngstown, fondate nel 1874 dalle Orsoline di Cleveland. Rese autonome nel 1943. Approvazione pontificia nel 1958 come congregazione a governo centralizzato. 1989: circa 1 O case e 100 religiose. - Orsoline di Paola (Convento N.S. di Lourdes), nate nel 1895 da una separazione con Louisville. Riconosciute autonome lo stesso anno. Congregazione di diritto diocesano. 1979: 11 case, 75 religiose. - Orsoline di Cincinnati ("Sisters of St.Ursula"), nate da una rottura con Brown County. Approvate nel 1910. Il convento diventa nel 1967 capo di una congregazione centralizzata. 1989:4 case, 43 religiose (urna missione in Zambia).


379

- Orsoline di Belleville, venute da Ahrweiler nel 1910. Diventano congregazione di diritto diocesano nel 1983. 1987: 1 casa, 25 religiose. FRANCIA - Orsoline di Gesù e di Maria, Malet, fondate nel 1806 dalla M. Planchon. Riconosciute legalmente nel 1846. Formano una unione con monasteri nati nel XVII secolo (Ambert, Monistrol, St-Chamond) 1981: L'Unione Sant'Angela Merici conta 17 case e 154 religiose.

- Orsoline d'lspagnac, fondate nel 181 O da Madre Orsola Castan, del convento delle Orsoline di Mende distrutto nel 1789. Formano con le loro fondazioni (Chirac, Quézac e Serverette) l'Unione delle Orsoline di Lozère. 1978: 5 case, 41 religiose. - Orsoline di S. Carlo du Puy, fondate nel 1624 da Mons. Just de Serres come Compagnia secolare, con la Regola di Milano, tradotta e "accomodata" ... Vivono come secolari fino al 1836, quando adottano la vita comune. 3 1986: una ventina di gruppi, circa 100 religiose. ITALIA - Orsoline di Maria Immacolata di Gandino, fondata nel 1818 da don Francesco della Madonna. Congregazione diocesana canonicamente eretta nel 1858. Approvazione pontificia nel 1922. 1989: 93 case (Italia, Argentina, Eritrea), 603 religiose.

- Orsoline di S. Carlo di Milano, fondate nel 1824 da Maddalena Barioli, per desiderio del Cardinal Gaysruck ( cfr. pag. 72). 1989:20 case, 285 religiose. - Orsoline di S. Gerolamo Emiliani o di Somasca, fondate nel 1844 da · Caterina Cittadini. Approvazione diocesana nel 1857, pontificia nel 1935. Nel 1939, si aggregano all'Ordine dei Frati Minori. 1989: 84 case (Italia, India, Bolivia, Francia, Svizzera, Belgio), 417 religiose. - Orsoline Figlie di Maria Immacolata di Verona, fondate nel 1856 da don Zefirino Agostini come "pia unione". Nel 1860, fondazione di un gruppo di vita comune che diventa nel 1923 congregazione religiosa di diritto diocesano e ottiene lo statuto di diritto pontificio nel 1940. 1989: 100 case (Italia, Madagascar, Svizzera, Brasile, Uruguay), 669 religiose - Orsoline del S. Cuore d'Asola, fondate nel 1893 da un'Orsolina di Somasca, Ignazia Isacchi. Adottano il nuovo nome nel 1894.

3

Esse non hanno nessun rapporto con le Orsoline du Puy che abbiamo visto accogliere Antonietta Micolon (cfr. pag. 203). Queste ultime avevano chiesto nel 1618 di aggregarsi alla Compagnie Notre-Dame di Jeanne de Lestonnac.


380 1989: 20 case, 106 religiose.

- Orsoline del Sacro Monte di Varallo, fondate nel 1903 come Compagnia secolare da Clotilde Verno. Diventa congregazione religiosa nel 1930. 1989: 9 case (Italia, Spagna, Perù), 45 religiose. - Orsoline del S. Cuore di Maria di Breganze, fondate nel 1907 da Giovanna Meneghini, Compagna di S. Orsola. Approvazione canonica diocesana nel 1941, pontificia nel 1971. 1989: 23 case, 146 religiose. - Orsoline della S. Famiglia di Siracusa, fondata nel 1908 come Compagnia da Angela Salerno. Congregazione di diritto diocesano nel 1946, pontificio nel 1971. 1989: 17 case (Italia, Brasile), 117 religiose. - Orsoline del SS. Crocifisso di Palermo, fondate nel 1921 da Maria Di Gregorio, presidente della Compagnia di S. Orsola di Palermo. Approvazione di diritto diocesano nel 1932, pontificio nel 1961. 1989: 8 case, 60 religiose.

MALTA - Suore Orsoline, fondate nel 1883 come Compagnia da Mons. Isidoro, conte Formosa Montaldo. Nel 1889, erezione in congregazione religiosa di diritto diocesano. 1979: 7 case a Malta e 3 in Sicilia, 109 religiose.

PAESI BASSI - Orsoline di Bergen, fondate nel 1898 da B. Antonius Aloysius Smeeman, con 5 Orsoline de] Limbourg (Brenst-Eysden) che si separarono dal loro Istituto per questa fondazione. Missioni: Uganda (1925) e Kenya (1928). 1980: Bergen 3 case, 375 religiose.

POLONIA - Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante, fondate nel 1920 dalla B. Ursula Ledochowska, Orsolina di Cracovia ( cfr. pag. 305). 1989: 108 case (Polonia, Italia, Francia, Canada, Argentina, Brasile, Danimarca, Finlandia), 1041 religiose.

UNIONE ROMANA 1900. Gruppo di monasteri autonomi e di Unioni precedenti (Weltevreden in Indonesia, Ruremonde nei Paesi Bassi, Unione Polacca) 1989: 266 case, 3759 religiose.

UNIONE CANADESE 1953: Gruppo di monasteri autonomi, tra cui quello di Québec (- 1639).


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1989: 56 case (Canada, Giappone, Perù), 622 religiose.

UNIONE IRLANDESE 1978: Originariamente raggruppava 3 monasteri. 1989: 16 case (Irlanda, Inghilterra, USA, Kenya), 165 religiose.

FEDERAZIONE Dl LINGUA TEDESCA Nata a partire da un'unione di conventi autonomi formata nel 1907. Approvata nel 1964. 1980: 28 monasteri autonomi + una congregazione di diritto pontificio, le Orsoline del S. Salvatore, nate dalla fusione delle Orsoline di Dusseldorf (1681) con le Suore del Santo Salvatore.

L'UNIONE ROMANA Le Orsoline si erano stabilite a Liegi nelle Fiandre, ricordiamolo, fin dal 1622. Da lì sciamarono molto presto, nelle stesse Fiandre, in Olanda, in Germania, poi in tutta l'Europa. Ma già, nel 1639, la grande avventura missionaria di Maria dell'Incarnazione le aveva portate nel Nuovo Mondo. Alla fine del XIX secolo, ci sono monasteri di Orsoline in quasi tutti i paesi d'Europa, in Canada, negli Stati Uniti, in Brasile, in America Centrale; in Australia, nelle Indie Olandesi. Nel 1900 parecchi di essi si uniranno per formare l'Unione Romana dell'Ordine di S. Orsola. E' l'esito di un lungo processo che non fu esente da difficoltà.

I - LA SITUAZIONE ALLA FINE DEL XIX SECOLO Deriva dal modo in cui l'Ordine si è sviluppato, un po' come si costituiscono le colonie di api: se un alveare è sovrappopolato, uno sciame ne esce e va a costituire una nuova famiglia, indipendente dalla prima. Avviene la stessa cosa nella storia delle Orsoline di vita monastica: un monastero fiorente manda qualcuno dei suoi membri altrove 4 e fonda così una nuova casa. Questa riceve novizie, le forma e a poco a poco diventa un monastero interamente a sè, indipendente dal primo. Solo le "fondatrici" restano legate, a titolo personale, al loro monastero di professione; questo può richiamarle; esse possono chiedere di tornarvi. Scomparse loro, non esiste più alcun legame canonico tra le due case. Ne consegue una situazione che bisogna capire bene per comprendere poi ciò che fu la creazione dell'Unione Romana e le difficoltà che la sua organizzazione incontrò. 4

Non in qualsiasi posto, semplicemente per diminuire il numero delle suore, ma per rispondere ad un bisogno apostolico, a un appello della Chiesa


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1. I monasteri di Orsoline sono autonomi. Il loro superiore è il vescovo della diocesi o un sacerdote da lui designato. Le comunità accettano postulanti e formano le novizie all'interno delle proprie mura. Le coriste votano per ammetterle alla professione. Votano pure per eleggere la superiora. Naturalmente la clausura è totale. Un monastero è un mondo chiuso su se stesso. 2. Sono "di Parigi". o "di Bordeaux" ... meno sovente "di Lione" o "di Tolosa". E le altre "congregazioni" sono sparite con la Rivoluzione. In una stessa congregazione la Bolla d'erezione è spesso la medesima; le Costituzioni sono quasi - "quasi" - identiche e ci sono molti usi comuni. Ma, benchè si tratti di una stessa congregazione, non c'è, ripetiamolo, alcun legame giuridico tra i conventi. 3. Sono isolati ... anche se appartengono alla stessa congregazione; può anche accadere che non si conoscano: il tempo è passato, le comunicazioni sono difficili, si è finito con l'ignorarsi. Questa situazione, immutata dal XVII secolo, si accordava con gli istinti di particolarismo e di regionalismo dell'epoca; si spiegava anche con la volontà dei vescovi di restare sovrani nelle proprie diocesi ... Ma! Ma il mondo è cambiato; le relazioni da città a città, anche da paese a paese si sono moltiplicate. Nella Chiesa sono state fondate nuove congregazioni, con strutture unificate e governo centralizzato; queste ultime sono anche più mobili, più aperte, più adatte all'evangelizzazione del momento; hanno una visione più larga. Le Orsoline resteranno isolate? Che cosa pensano?

II- IL DESIDERIO D'UNIONE Fin dal XVII secolo alcune Orsoline - e non le meno significative - hanno desiderato ardentemente l'unione. Non, è vero, sotto forma giuridica, canonica; esse desideravano una unione realizzata uniformando . le diverse Costituzioni e l'abito religioso. Due religiose in particolare. 1. Antonietta Micolon scriveva nel 1620: "Non smettevo di lavorare all'unione dei nostri monasteri. Mi sembrava che Dio mi avesse incaricato di questo affare e che contasse su di me. Non mi accontentai di scrivere a Bordeaux e a Clermont..." Scrive altrove. sogna di un uomo di fiducia che si manderebbe a negoziare a Roma per una fusione, ogni casa "scomodandosi un poco lasciando qualche cosa" (cfr. pag. 209 e MV, 19-20). 2. Maria dell'Incarnazione in Canada, vent'anni più tardi, afferma che "lavorare per l'unione delle Orsoline è l'unico motivo capace di decidermi a lasciare il Canada". L'aspirazione all'unione l'accompagna per tutta la vita, e muore nella ferma speranza che questa unione un giorno si realizzerà. Lei stessa era riuscita, con numerose difficoltà, a unire Orsoline venute da "Bordeaux" e da "Parigi". E scriveva a suo


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figlio:"L'unione generale di tutte le Orsoline di Francia, ripartite in diverse congregazioni e, per conseguenza, costituzioni, malgrado abbiano tutte la stessa Regola e le stesse funzioni ( ... ) dà motivo di sperare. L'esempio di Quèbec è un piccolo seme che Dio farà fruttificare a suo tempo" (MV, 21-22). Quel tempo non era ancora venuto. E tuttavia - cosa quasi miracolosa nonostante l'isolamento delle case, tutte le Orsoline conservavano la stessa spiritualità ereditata dalla loro Madre e Fondatrice come dalle prime religiose dell'Ordine: vita contemplativa unita allo zelo apostolico esercitato nell'opera d'educazione, e vita comunitaria impregnata da uno spirito di famiglia soprannaturale. Tutte5 avevano un culto filiale per la "beata Angela", anche prima della beatificazione. E' precisamente attorno ad Angela Merici e alla sua causa di beatificazione che comincerà l'avvicinamento delle sue figlie.

III - L'APPROSSIMARSI DELL'UNIONE 1. Nel XVIII secolo Natalina Schiantarelli, intelligente, colta, tenace, organizzata, è entrata nel monastero di Roma nel 1738. Non avrà tregua fino a che non avrà ottenuto la beatificazione di Angela, soprattutto dopo la sua professione, e più ancora quando diventa superiora. A partire dal 1754, Madre Maria Luisa di S. Giuseppe Schiantarelli scrive dunque a tutte le case di Orsoline di cui ha potuto avere l'indirizzo - con l'aiuto di uno zio gesuita. Vuole interessare tutte le figlie di Angela a questa causa. E' il primo legame epistolare tra i diversi monasteri. Acquisita la beatificazione nel 1768, dopo un lungo processo, la Postulatrice, infaticabile, ricomincia a scrivere e a trafficare per la causa di canonizzazione. "Roma" diventa un centro cui arrivano migliaia di lettere: gli Archivi del Generalato ne conservano più di 2000 ( cfr. MV, 33 ss). Nel medesimo tempo, si creano legami "orizzontali" anche tra case, o si rafforzano (MV, 43). E, a poco a poco, il processo avanza. Ma· la Rivoluzione francese e le sue conseguenze in Italia ne ritarderanno la conclusione. Angela Merici è proclamata "santa" ufficialmente il 24 Maggio 1807. Il decreto era stato firmato nel 1790 e Madre Maria Luisa era morta nel 1802.

2. Nel XIX secolo A rilanciare l'interesse delle Orsoline per Sant'Angela è, questa volta, il cappellano della comunità di Blois (Congregazione di Bordeaux). Francesco Pietro Richaudeau (1806-1880) è un sacerdote .molto zelante, un uomo di fede, fedele a Roma; un uomo austero, un "appoggio senza cuscino ma che non manca mai"; un uomo che si è messo interamente al servizio delle Orsoline e di Sant'Angela. Tutta una serie di iniziative dovute al suo zelo contribuisce ad avvicinare ancor di più i

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Con qualche riserva per "Parigi" (cfr. pag. 198 e G II, 508).


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diversi conventi di Orsoline. Si tratta sempre di approcci per corrispondenza. L'abate Richaudeau riunisce l'Ordine attorno a S. Angela: suscita petizioni affinchè la sua festa sia iscritta nel Calendario universale. Il decreto è firmato da Pio IX nel 1861. 61/66: L'abate comincia allora a suggerire l'erezione di una statua di Santa Angela fondatrice nella Basilica di S. Pietro: nuova serie di lettere, lunghe pratiche, richiesta di un contributo in denaro (una simile statua costa cara!). Tutti sono d'accordo per la statua; non lo si è per quanto riguarda l'abito da dare alla Santa ... in fin dei conti, sarà quello di Bordeaux, poichè le Orsoline di Roma erano "di Bordeaux". E l'aiuto arriva da ogni parte, in denaro, in preghiere, in sacrifici. La statua è eretta nel 1866. 1862: Mons. Richaudeau crea l'Arciconfraternita di S. Angela, pia associazione avente sede a Blois; sarà approvata nel 1863. Nel 1865 conta già 25.900 associati. 1866: L'abate lancia una campagna di preghiere per ottenere che sia introdotta la causa di Maria dell'Incarnazione.6 Scrive una "Vita" della grande Orsolina, riferendosi a quella di Dom Claudio, e pubblica la sua corrispondenza. Chiede resoconti dei favori ottenuti grazie alla sua intercessione, li fa conoscere, e fa conoscere al tempo stesso tutte le note "d'unione" contenute nelle lettere ricevute. Approfitta anche dell'occasione per lanciare appelli a favore di qualche casa in difficoltà su un punto qualunque, pedagogico, finanziario ... e sottolinea :"E' vero che non avete la risorsa di una superiora generale". 1870: Mons. Richaudeau lancia un appello di soccorso e riunisce l'Ordine in un atto di carità in favore delle Orsoline di Roma perseguitate dal governo italiano. Riunisce di nuovo le Orsoline attorno ad un'idea suggerita da diverse 1872: comunità: quella di una consacrazione comune al S. Cuore. L'abate se ne fa apostolo presentandola come mezzo d'unione; ed è una Orsolina di Bourges che, attraverso Mons. Richaudeau, esprime il desiderio di un triduo comune per chiedere tre cose: un grande numero di alunne, la beatificazione di Maria dell'Incarnazione e "l'uniformità delle nostre Costituzioni'' (MV, 117-118).7 73/76: A poco a poco sorge dovunque il desiderio di relazioni regolari tra le case. L'abate Richaudeau comunica a ciascuna gli indirizzi delle altre, e si comincia con l'inviare gli annunci dei decessi, e a chiedere preghiere. 8 1860:

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La causa di Maria, lo si sa, sarà introdotta nel 1877 e l'eroicità delle virtù proclamata il IO Luglio 1911. La beatificazione si farà attendere fino al 22 Giugno 1980.

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Questa consacrazione fu fatta in tutto l'Ordine nel giorno della festa del S.Cuore, 1'8 Giugno 1872, fu poi rinnovata ogni anno fino a questi ultimi tempi

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Questo si faceva già all'interno di alcune congregazioni, ma era generalmente limitato al paese.


385 1876:

Nel solco di questi scambi, l'abate lancia l'idea di comporre "Circolari triennali" ufficiali: ogni comunità scriverebbe ogni tre anni alle altre case, per farsi conoscere, per dire le sue gioie, le sue pene, le sue difficoltà. E' Blois, evidentemente, che si farebbe carico di ricevere e di comunicare queste lettere debitamente stampate. L'idea è accettata con entusiasmo. E porta il suo frutto: è così che si vedranno le Orsoline di Francia - che godono ancora la pace invitare le sorelle perseguitate di Germania e d'Italia a venire a condividere la loro vita. Comincia a diffondersi in modo concreto un'era di carità fraterna. E parecchie manifestano il desiderio di una maggiore unità ed auspicano un intervento della S. Sede (cfr. MV, 139 ss).

IV- LE RETICENZE Verranno, tuttavia, le difficoltà, provenienti dall'Ordine stesso. Due comunità sopratutto preconizzano l'unione, ma in un senso diverso: = Blois fondendosi e facendo una sintesi; = Clermont-Ferrand trasformando tutti i monasteri in monasteri della Congregazione di Parigi, giudicata superiore alle altre a motivo del 4° voto. "Una stessa congregazione come abbiamo un solo fine ... " L'espressione non ha lo stesso senso qui o là, nonostante parecchie prevedano "concessioni e sacrifici". Ma bisognerebbe che tutte vi fossero realmente pronte, come Morlaix (MV, 151), Montpezat - che vede lontano - (MV, 151-152) e Carhaix (MV, 154). Clermont non è pronta a questo. Clermont fa propaganda perchè il 4° voto sia adottato dappertutto. L'abate Richaudeau risponde a una comunità inquieta che il voto di obbedienza basta largamente. E Clermont ritorce con una lettera tale che il malcapitato si ritira dalla lotta, "affidando tutto alla Provvidenza". Questa non sembra aver fretta. Mons. Richaudeau, che merita ben di essere chiamato il "padre dell'Unione Romana", muore 1'8 Maggio 1808. Scomparso lui, la corrispondenza va rallentandosi - non c'è più lui a stimolare e le questioni di politica e di fisco contribuiscono a renderla più distanziata. Ha pure perso qualcosa del suo carattere ufficiale. ·

V - LA PREPARAZIONE PROVVIDENZIALE 1. Blois Nel 1859, la comunità contava 51 religiose; ne aveva 86 nel 1876, un centinaio nel 1896. Alla fine del secolo, Blois è un alveare ronzante e prospero (cfr. MV, 175 ss): due educandati (uno primario ed uno


386 secondario), una scuola gratuita, una scuola materna, un oratorio festivo, una biblioteca per la città, un'opera dei venditori ambulanti. Le religiose sono istruite; hanno ottenuto i diplomi esigiti dallo Stato; alcune hanno composto testi scolastici apprezzati. Due di esse avranno un ruolo di primo piano nella storia dell'Unione Romana. a) Madre Maria di S. Giuliano Aubry, nata nel 1850 in una famiglia profondamente cristiana. Il padre, avvocato a Parigi, era stato professore all'Università di Québec e all'Università Cattolica d'Angers recentemente fondata. Genoveffa era la maggiore di cinque. La morte prematura degli altri quattro fece di lei l'unica erede dei beni familiari. Il Signor Aubry si prese a cuore l'educazione della figlia; le diede una formazione classica solida e profonda ed è a lui che ella deve la sua non trascurabile conoscenza del Diritto Romano. La sua energia virile la rendeva capace di intraprendere qualsiasi cosa per la gloria di Dio, a dispetto della timidezza e della scrupolosità del suo carattere. Del resto, piccola, tarchiata, claudicante, aveva fisicamente poche attrattive ... ( cfr. MV, 174). Entra nel noviziato delle Orsoline di Blois nel 1869 e fa professione nel 1871. Ha come superiora Madre S. Clara Boutros (cfr. pag. 291) che le fa insegnare storia e letteratura. Madre S. Giuliano è una maestra esigente che si impone e che si stima ... e poi si finisce per amarla. Sarà più tardi maestra delle novizie e, nel 1882, superiora della comunità. E' rieletta nel 1885; dopo di che è sostituita da Madre S. Aurelia. Madre S. Aurelia Gaudichau. Nata nel 1848, sembra l'antitesi di Madre S. Giuliano (MV, 178): bella presenza, viso nobile, intelligenza vivace, temperamento audace ed entusiasta, occhio perspicace, senso del temporale e del rischio. Oltre tutto un'anima di fede, capace di grandi sacrifici sopportati con gioia (MV, 258). b)

Le due religiose saranno elette a turno a capo della casa di Blois, così che agiranno tutte e due insieme nel corso degli anni che porteranno alÌa realizzazione dell'Unione: azione complementare, come i temperamenti, una con il ruolo di acceleratore e l'altra con quello di freno, una necessaria quanto l'altra (MV, 347-348; 374-5; 394-395). 2. Roma A partire dal XVIII secolo, lo abbiamo visto, si erano annodate relazioni epistolari amichevoli tra le Orsoline del mondo intero e quelle di Roma. Ora nel 1870 le truppe di Raffaele Cadoma s'impadroniscono della Città Eterna, aprendo così un'era di persecuzioni. I conventi sono spogliati dei loro beni. Le Orsoline di via Vittoria sono minacciate d'espulsione: si proibisce loro di ricevere novizie; e, quando saranno sei soltanto, le si metterà alla porta del loro monastero. In attesa, lo si "mangia" a poco a poco per installarvi l'Accademia Reale di Musica - l'Accademia S. Cecilia. L'abate Richaudeau, avvertito, lancia un appello a tutto l'Ordine; arrivano soccorsi in denaro. Blois, da parte sua, riceverà con gioia le novizie italiane.


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Madre Gertrude Graziosi è eletta superiora di Roma. Ha una sorella Orsolina. Madre Metilde, e un'altra sorella, Virginia, sposata all'avvocato Filippo Pacelli. Le religiose di Roma, fedeli fino all'eroismo alla loro vita religiosa ed apostolica chiedono soccorso: è un appello angosciato. Blois risponde immediatamente e in modo pratico: Madre S. Aurelia, allora superiora, e Madre S. Giuliano si recano a Roma - viaggio straordinario all'epoca, intrapreso con il permesso del vescovo. La Signora Pacelli le attende in stazione. Le due Francesi hanno chiesto e ottenuto un'udienza di Leone XIII. Il Papa dice loro: "Venite a Roma" e manda la sua benedizione a tutte le Orsoline. Di ritorno a Blois Madre S. Giuliano, su comando di Madre S. Aurelia, comunica all'Ordine la benedizione del S. Padre e chiede alle comunità di unirsi per salvare il "Venerabile Monastero" di Via Vittoria. Ad eccezione di quelli di Québec e d'Amiens, i soccorsi inviati sono magri perchè le case sono povere. Ma da ogni parte si incoraggia fortemente Blois ad agire. Alcune comunità consigliano la fondazione a Roma di un convento francese sul quale il governo italiano non avrebbe presa, e che farebbe da tramite tra tutte le case. Madre S. Giuliano è appena stata eletta Superiora di Blois. Con il permesso del vescovo, manda a Roma tre religiose: una "scaltra", M. S. Aurelia; una "dotta", Madre S. Andrea; e una "santa", Madre S. Gertrude. Devono trovare urgentemente una proprietà· che possa essere conveniente sia per un convento sia per un'opera di educazione. E' urgente, perchè la situazione a Via Vittoria diventa intollerabile; il governo occupa quasi tutto l'immobile, relegando le Orsoline in alcuni recessi oscuri dove sono come sepolte vive. Bisogna perciò far presto. Ricerche, proposte, tentativi e delusioni si succedono. Finalmente, aiutate dall'avvocato Pacelli, padre del futuro Pio XII, possono affittare una casa che le Visitandine avevano cominciato a costruire vicino a Porta Pia, in un quartiere allora popolare. Bisogna anzitutto procedere a ristrutturazioni indispensabili. Le Orsoline possono finalmente insediarsi a "Villa Maria". Ma tre suore italiane restano a Via Vittoria fino a che non sono cacciate perchè sia ben evidente che esse sono state espulse. La comunità elegge come superiora Madre S. Aurelia - che continua a dipendere dalla Superiora di Blois, Madre S. Giuliano. Le opere cominciano immediatamente: classi gratuite, educandato, "Dottrina Cristiana" la domenica, preparazione alla prima comuruone ... Blois stacca due nuove religiose per rinforzare Roma, dove le suore sono potentemente aiutate dal Padre Giuseppe Lémius, Procuratore degli Oblati di Maria Immacolata.

Ma già si è fatto sentire un nuovo appello.


388 3. Calvi

Calvi era stato fondato nel 1718 da tre religiose di Roma e aveva a sua volta fondato Stroncane (1726) e Benevento (1786). Le leggi di spoliazione del 1870 hanno indebolito il monastero e la situazione diventa più critica nel 1893: restano quattro religiose molto anziane (una corista e tre converse) e otto postulanti che aspettano di far vestizione da 10, 15 anni e più! Il cappellano, ricordandosi di Mons. Richaudeau, fa appello alla comunità di Blois. 1895:

Madre S. Giuliano e Madre S. Aurelia vanno a vedere questo convento-fortezza appollaiato sul suo spuntone roccioso. D'accordo con il suo vescovo a Blois, Madre S. Giuliano intraprenderà l'opera di restaurazione di Calvi. Ma c'è un grosso problema da risolvere perchè la situazione giuridica non è per niente chiara: nel 1870, lo Stato s'è arrogato la proprietà dell'edificio; poi l'ha ceduto, per atto reale, al Comune. Questo, come tutti nel paesino, è favorevole alle suore e le ha lasciate in pace. Ma basta che l'amministrazione comunale cambi e può esserci l'espulsione senza preavviso; non esiste, infatti, alcun documento che autorizzi l'occupazione dei luoghi da parte delle religiose. Bisogna risolvere questa questione il più presto possibile ... Ci vorranno tre anni! Ma nel 1898 è finalmente firmato un contratto di locazione per 99 anni.

Fin dal 1896, tuttavia, tre Francesi sono arrivate a Calvi: Madre S. Andrea come superiora; Madre Maria degli Angeli d'Allaines come maestra delle novizie, e Sr. Felicità, tutta contenta di lasciare Roma e di ritrovare la campagna ... Il compito della Superiora - una straniera - non è facile, con una certa Clarissa Turchetti in convento! Clarissa, postulante da 18 anni, fa praticamente tutto nella casa: perno della scuola, è lei che vede i genitori; ha relazioni con l'esterno ed esce liberamente per tutti gli affari. L'unico mezzo, sembra, è di farne immediatamente una novizia; ci sono dei pro e dei contro, poichè il Comune non farà nulla circa la proprietà se le opere non sono veramente sicure. A poco a poco le cose si sistemano (cfr. MV, 283 ss). Clarissa diventa Sr. Maria Giacinta e comincia la sua vita Orsolina; la terminerà nel 19169 4. Blois-Roma-Calvi

La situazione che di fatto si è creata è molto irregolare: ci sono 3 comunità "autonome", situate in tre diocesi diverse, dipendenti perciò da 3 Ordinari diversi, e sottomesse ad una stessa Superiora. Certo, i 3 vescovi hanno accettato questa situazione, ma con un atto personale arbitrario che i loro successori avrebbero il diritto di revocare (cfr. MV, 357).

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Vedere il suo annuncio mortuario nella Rivista dell'UR, 6° anno, n° 4, pag.74.


389 Non c'è che una soluzione e una sola: chiedere alla Chiesa l'erezione canonica di una unione di tre case, ciascuna con la sua superiora sotto l'autorità di una Superiora Generale e del suo Consiglio. Il che viene fatto. Un decreto del 15 Luglio 1898 approva l'Unione Blois-Rorna-Calvi. Madre S. Giuliano è eletta Superiora Generale con residenza provvisoria a Blois. E Blois procede all'elezione di un'altra superiora locale. L'Unione appena nata riceve un Cardinale Protettore nella persona del Cardinal Satolli. Questi chiederà ben presto a Madre S. Giuliano un atto di reale e costosa obbedienza, come vedremo. Ma già prima sono arrivate critiche, e preoccupazioni ... "Parigi" (capiamo "Clermont") ha suggerito alle "sue" case di mandare una supplica al Papa per chiedere lo "statu quo dello stato in cui viviamo" - cioè il mantenimento della divisione in congregazioni distinte. Si rimprovera a Madre S. Giuliano di aver agito troppo in fretta, di avere idee di dominio su tutto l'Ordine ... Madre S. Giuliano tace.

VI -LA REALIZZAZIONE 1. La fase ufficiosa, 1899

a) Il desiderio del Papa. Il Cardinal Satolli ha chiesto a Madre S. Giuliano di comunicare a tutto l'Ordine il seguente messaggio: "Il Santo Padre mi ha incaricato di dichiarare a tutte le case di Orsoline del mondo intero che esse farebbero cosa a lui molto gradita se si unissero sotto la direzione di una Superiora Generale, con futura residenza a Roma, in una unione reale, effettiva e durevole ( ... ). Vi prego, Reverenda Madre, di servirmi da intermediaria per portare questo desiderio del Papa a conoscenza di tutte le case". La "parola del Papa", che tante Orsoline attendevano, è detta. b) Le reazioni. Una volta comunicato il messaggio, le reazioni sono varie: entusiaste o prudenti; ponderate e interrogative (sulla posizione dei vescovi, ad esempio); ma anche violentemente opposte, con Clermont in prima linea. = Clermont non ha torto di rilevare che il modo di procedere è strano e inusuale: quando il Papa vuole comunicare qualche cosa alle comunità religiose, lo fa con la mediazione della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari; questa trasmette ai vescovi interessati; e questi ultimi, superiori delle comunità della loro diocesi, agiscono di conseguenza. = Clermont non ha torto di sentire qualche inquietudine sulle conseguenze del cambiamento previsto. -- Ma Clermont ha torto nel dire che "si fa parlare la Santa Chiesa" e che "unirsi a Bordeaux sarebbe una decadenza". -- E Clermont ha torto nel prendersela con Madre S. Giuliano e nell'attaccarla trattandola da ambiziosa.


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E Clermont invia una circolare in questo senso a tutte le case della Congregazione di Parigi, con l'intenzione dichiarata di realizzare la loro unione: "La Congregazione di Parigi è stata la prima organizzata e la prima riconosciuta come vero Ordine religioso; tutte le nostre case non potrebbero unirsi insieme, senza fondersi con le altre le cui regole ed i cui usi sono così diversi?" - "Parigi" teme di perdere i suoi privilegi e le sue tradizioni (cfr. MV, 413 ss). Questo intervento di Clermont causa esitazione ed agitazione in parecchie comunità che, senza di esso, avrebbero volentieri aderito all'Unione Romana. 2. La fase ufficiale, 1899-1900 Luglio 1899: Serafino Vanutelli, Cardinale Prefetto della S.C. dei VV. e RR. scrive per ordine del Papa a tutti gli Ordinari che hanno Orsoline nelle proprie diocesi. Chiede loro in nome del S. Padre di proporre l'Unione alle loro Orsoline. Ogni suora dovrà dare liberamente il suo voto segreto: SI' o NO. L'Unione è pertanto proposta, non imposta. E lo è attraverso i canali regolari: la S. C. ed i vescovi. Ma appunto: molti vescovi sono contrari, il che implica che parecchie comunità facciano marcia indietro. Ci sono effettivamente 3 specie di situazioni, 3 tipi di comunità: I 0 quelle che desiderano l'unione - ed i vescovi non vi si oppongono; 2° quelle che desiderano l'unione - ma i vescovi si oppongono; 3° quelle che non vogliono - e perciò il desiderio del vescovo conta poco. Molte Orsoline, quelle delle case del tipo 2, sacrificheranno i loro desideri. L'Unione sarà più ristretta ed è provvidenziale; era meglio cominciare con un numero relativamente piccolo. . 1900: Il 18 Agosto, Madre S. Giuliano può finalmente - poichè i passi in ogni diocesi sono stati lunghi - inviare alle case, quelle che hanno dichiarato di essere a favore dell'unione, con il consenso del loro Vescovo, una lettera del Cardinal Satolli. Questi vi esprime il desiderio del Papa di vedere a Roma le superiore, prima della fine dell'anno giubilare, perchè si mettano d'accordo circa l'Unione. Questa riunione, primo Capitolo Generale dell'Ordine di S. Orsola, si apre a Villa Maria il 15 Novembre 1900. E' presieduta dal Cardinal Satolli, assistito dal P. Lémius e Mons. Battandier, Consultore della S.C. dei VV. e RR. e Protonotaio apostolico. Settantun comunità di Orsoline vi sono rappresentate, d'Italia, di Francia, degli Stati Uniti, d'Indonesia, d'Austria, di Germania, d'Olanda, del Brasile, d'Inghilterra. Madre S. Giuliano ha preparato uno schema delle future Costituzioni a partire da quelle delle congregazioni di Parigi, Bordeaux, Lione e Tolosa. Tale schema è stato inviato prima ai membri del Capitolo perchè potessero studiarlo. Assicura l'autonomia delle case e la stabilità dei soggetti; ma la formazione dovrà essere fatta nei noviziati provinciali. La gerarchia del


391 governo comprende: la Superiora Generale, delle Superiore Provinciali e delle Superiore Locali con i loro rispettivi consigli. Come si vede, l'Unione si presenta come un compromesso tra la situazione anteriore delle comunità ed una unione canonica centralizzata. Visti i tre secoli di tradizione radicata nell'Ordine, non avrebbe potuto essere diverso. Non si possono unire case fino a quel momento indipendenti come si creerebbe una congregazione religiosa centralizzata e unificata, partendo da zero. Le Capitolari votano questo schema - ritoccato un poco. Discutono finanze ... Ma un giorno la miseria finanziaria del Generalato - che non ha entrate - farà vedere il beneficio di una centralizzazione più forte. Viene il momento di votare l'adesione all'Unione: 63 comunità danno il loro voto affermativo, per mezzo della superiora o della delegata.!" 28 Novembre 1900: Leone XIII approva oralmente l'Unione Romana. E il 29 si procede alle elezioni. = Madre S. Giuliano è eletta Superiora Generale con 63 voti su 65, cioè all'unanimità: lei stessa, infatti, aveva diritto a due voti come Madre Amedea Dunne, superiora generale delle missioni del Montana. Ma questo risultato fu annunciato soltanto il 3 Dicembre, dopo la conferma della Santa Sede. = Le quattro consigliere sono: + Maria di S. Ignazio Jacquemotte, Sup. di Francoforte sul Meno (Germania). + Maria di S. Angela Lincoln, Sup. di Anaconda (USA). + Maria Stanislas Beisson, Sup. d'Aix-en-Provence (Francia). + Maria Pia da Silva, Sup. di Saluzzo (Italia). Tra le elezioni e la conferma, le Capitolari hanno preso un certo numero di provvedimenti e deciso circa l'abito. Prenderà dai diversi vestiti: cintura di Parigi, velo di Bordeaux, benda dagli USA, soggolo d'Angers, crocifisso di Tolosa, anello d'Italia. Il 4 Dicembre, il Papa riceve in udienza speciale il primo Capitolo Generale dell'Unione Romana. Il 31 Dicembre, si apre a Villa Maria, che le Orsoline hanno acquistato insieme ad una casa in costruzione in via Nomentana 14 (oggi il "34"), un noviziato internazionale. 11

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Si potrebbe chiedersi come mai tutte e 71 abbiano accettato lo schema delle Costituzioni e soltanto 63 l'adesione all'Unione Romana ... 11 Nel 1901, la comunità di professe di Villa Maria si trasferisce in Via Nomentana, il che permette a Villa Maria di accogliere una ventina di Carmelitane di Trévoux che si sono rifugiate a Roma. (Cfr. Circ. n° 2 del 3 Dicembre 1901, pag. 12)


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VII - LA STORIA DELL'UNIONE ROMANA FINO AL CAPITOLO SPECIALE + Decreto d'approvazione: 17 Luglio 1903 (Leone XIII). + Decreto d'approvazione delle Costituzioni: 14 Settembre 1903 (Pio X). + Motu Proprio che esorta le comunità di Orsoline ad aggregarsi all'Unione Romana: 8 Maggio 1905 (Pio X). 1. Madre Maria di S. Giuliano Aubrv. 1900-1909. Durante il Capitolo Generale del 1900, il Cardinal Satolli aveva esaltato "la forza potente che l'unità può dare alle cose più piccole". Disgraziatamente, ottenere tale unità tanto desiderabile era ancora impossibile, vista la situazione anteriore delle case. I nove anni di governo di Madre S. Giuliano furono costellati di difficoltà e di problemi d'organizzazione; essi lasciarono l'Unione Romana in uno stato che la Superiora Generale stessa giudicava "provvisorio, poichè l'unificazione poteva essere realizzata solo in tempi lunghi". = Difficoltà interne al Consiglio: nessuno dei suoi membri era abituato al lavoro in équipe, e a livello internazionale, dopo essere stato abituato a comandare con autorità. Il rodaggio non può essere fatto senza sofferenze e senza urti. = Difficoltà d'organizzazione: creazione di una Segretaria Generale a partire dal nulla, procedura per l'aggregazione delle nuove comunità, sforzo continuo di corrispondenza, necessità di incontri, di viaggi lunghi e faticosi - tanto più che Madre S. Giuliano non gode buona salute! = Inquietudine per i monasteri francesi, sballottati da una nuova ondata di persecuzione; necessità di trovare un luogo di rifugio per le religiose espulse. = Sofferenze impreviste: Nell'Agosto 1902, Madre S. Ignazia Jacquemotte rinuncia alla sua carica di prima Assistente Generale ( cfr. il Decreto · annesso alla Circ. n° 8, pag. 12). Nell'Agosto 1905 (conseguenza del Motu Proprio dell'8 Maggio?) Madre Pia da Silva "rifiuta" di rientrare a Roma ( cfr. Decreto annesso alla Circ. n° 8, pag. 13). Le due religiose saranno sostituite · - Madre S. Ignazio da Madre Angela di Nostra Signora Lorenzutti; - Madre Maria Pia da Madre Metilde del S. Cuore. =Problemi finanziari enormi: Madre S. Giuliano aveva rifiutato di chiedere contributi in denaro alle case unite; ma i doni spontanei sono lontani dall'essere sufficienti per mantenere il Generalato, per le spese comportate dall'amministrazione, per il rimborso dei debiti contratti per l'acquisto di Villa Maria e del "34". La situazione finanziaria dell'Unione Romana diventa ben presto molto precaria, nonostante i sacrifici importanti consentiti dalla comunità di Blois e la donazione di tutto il patrimonio personale delle Madri S. Giuliano e d'Allaines. La crisi si aggravò ancora durante la persecuzione di Combes in Francia, persecuzione che privava i monasteri delle loro risorse.


393 Alcune collaboratrici di Madre S. Giuliano si allarmarono - più di quanto fosse ragionevole - e chiesero l'intervento di un Visitatore Apostolico che verificasse i conti del Generalato. Era una nota di sfiducia verso la Superiora Generale. Madre S. Giuliano lo comprese: diede le dimissioni. Con una certa sorpresa dolorosa, vide che esse furono immediatamente accolte, il 3 Luglio 1909. Si ritirò allora a Calvi, che contava circa 3 5 religiose. Vi soffrì molto, di corpo e di spirito, prima di morire il 14 Febbraio 1914. Il suo corpo fu riportato a Roma e tumulato nel Campo Verano. Dopo le dimissioni di Madre S. Giuliano, si vendette Villa Maria per pagare i debiti; anche una parte del terreno di Via Nomentana fu venduta. La prima Superiora Generale dell'Unione Romana ha scritto parecchie circolari. Tre, in particolare, sono da segnalare: + Sulla preghiera - pagg. 12-42 della Circ. n°2; pagg. 14-15 della Circ. n° 3. + Sulle Costituzioni - (che saranno pubblicate nel 1908), "( ... ) tre volte sacre, per la loro origine, per l'autorità che ce le dona e per il loro fine". Destinate a fare di noi delle sante, sono "il contratto dell'unione di ciascuna con il Signore" (Circ. n° 5 del 1903, pagg. 1-46). + Sull'obbedienza - (Circ. n° 11 del 1908, pagg. 52-84). Madre S. Giuliano vi spiega il carattere propriamente religioso dell'obbedienza consacrata in rapporto agli altri tipi di obbedienza (naturale, politica, servile, militare, abitudinaria ... ). Vi mostra la religiosa obbediente per amore, come il Cristo suo modello. E paragona con audacia l'installazione canonica di una superiora con la transustanziazione. Infine, denuncia le possibili illusioni. 2. Madre Angela di Nostra Signora Lorenzutti. 1910-1926. Clementina Lorenzutti ("Tini"), nata nel 1861, aveva fatto professione nel 1887 a Bischoflack; lì fu maestra delle novizie e superiora. Oltre al tedesco, parlava francese e italiano. Nel 1905, fu chiamata a Roma per aiutare Madre S. Giuliano e, in Agosto, fu scelta per sostituire _in Consiglio Madre S. Ignazio Jacquemotte. Eletta come seconda Assistente al Capitolo Generale del 1907, divenne Prima Assistente e Vicaria nel mese di Maggio 1908, dopo la morte di Madre S. Melania, che aveva ricoperto questa carica. Come Vicaria Generale, governa l'Istituto dopo le dimissioni di Madre S. Giuliano e convoca il Capitolo Generale del 191 O che . la porta alla testa dell'Unione Romana. Il fardello è pesante: organizzazione amministrativa da mettere a punto; nuove comunità aderenti da integrare; debiti da ammortizzare; anni di guerra da vivere - e per una Superiora Generale austriaca è ancora più duro! - in una povertà estrema: nel piccolo villino di Via Antonio Musa che ospita il governo generale, sono i lavori di cucito che permettono di acquistare di che mangiare ...


394

Finita la guerra, Madre Angela di Nostra Signora si mette a far crescere nell'Istituto: + L'amore della vita contemplativa e della preghiera. E per far questo prende due iniziative: • stabilisce il ritiro di trenta giorni durante il noviziato e lo propone alle religiose coriste aventi dieci anni di professione - primo passo verso un Terzo Anno come ce l'hanno i Gesuiti; • organizza ritiri periodici per le Superiore. + Lo zelo apostolico. Madre Angela lo vuole basato sullo sforzo di santificazione personale come richiesto dalle Costituzioni; non c'è apostolato degno di questo nome senza una vita santa. + L'amore e la fedeltà alla Chiesa. Madre Angela dice, a proposito di questa caratteristica delle Orsoline dell'UR: "Che beneficio aver avvicinato al Centro della Verità apostolica tante case isolate di Orsoline! L'unione ci ha fatto beneficiare delle direttive pontificie che stillano da Roma sull'intero Istituto". Dopo il Capitolo del 1926, Madre Angela di Nostra Signora fu mandata a Gorizia; ne divenne Superiora nel 1929 e vi mori nel 1933. 3. Madre Maria di S. Giovanni Martin. 1926-1959. Eletta al Capitolo del 1926, Superiora Generale per 33 anni, riuscì in ciò che Madre S. Giuliano non aveva potuto realizzare: stabilì l'uniformità e la centralizzazione nell'Istituto. Giovanna Martin apparteneva a una famiglia di militari del Nord della Francia. Nata nel 1876, era la seconda di 5 figlie. Ricevette in famiglia, come pure nell'educandato delle Orsoline di Saint-Omer, una formazione cristiana solida e virile. Nel 1900, entra nel noviziato di Saint-Omer. Poco dopo la sua professione le si affida la divisione delle "Grandi"; nel 1913, è nominata maestra delle novizie. La guerra e l'invasione tedesca obbligano il noviziato ad esiliare in Inghilterra, dove Madre S. Giovanni scrive per le sue novizie i "Punti di meditazione sul Vangelo". In seguito va a Saint-Pol-de-Léon, in Bretagna, e infine a Beaugency, dopo la fine della guerra. Nel 1922 Madre S. Giovanni, che non è mai stata superiora locale, è nominata Provinciale dell'Ovest12 della Francia. Alla fine del 1923, la morte di due membri del Consiglio Generale, tra cui la Madre Maria di Chantal Thibault, Assistente di Francia, crea un vuoto a Roma. Madre Maria di S. Giovanni vi è chiamata nel 1924 come Assistente Generale 13.

12 Ricordiamo 13

che fino al 1929 c'erano in Francia due sole Province (cfr. pag. 297). La Rivista dell'UR n° 1, 1924, dice che fu "eletta". Errore di termine: di fatto, fu "chiamata" dalla Curia Generalizia.


395 Al Capitolo del 1926, Madre S. Giovanni diventa Superiora Generale. Sarà regolarmente rieletta nel 1932, 1938, 1947, 1953, essendo immediatamente accettate dalla S. Congregazioni le tre postulazioni necessarie a partire dal terzo mandato. Si rivelerà in questa carica un capo, una madre, un dottore, lavorando senza posa e pregando altrettanto, dando prova di una incredibile attività e compiendo un'opera considerevole. a) Organizzazione dell'Istituto. Al Capitolo del 1926, l'UR ha 25 anni d'esistenza. L'autonomia delle case, lo si è visto, sussiste ancora fino a un certo punto perchè ogni comunità continua ad eleggere la sua superiora e le suore sono stabili nella loro comunità d'origine - ad eccezione delle "professe dell'Istituto" che si sono messe segretamente nelle mani della Superiora Generale. Ogni monastero recluta i suoi soggetti e, normalmente, li recupera dopo i voti temporanei. E' uno stato di transizione resosi necessario da tre secoli di storia. Ma sono passati 25 anni. I vantaggi delle vecchie forme conservate sono passati a poco a poco soffocati dagli inconvenienti che esse causano al progresso generale dell'Istituto e spesso a quello delle case stesse. E' giunto il momento di realizzare una vera unione centralizzata. E' ciò che Madre S. Giovanni ha capito e, come Assistente Generale, ha preparato il cambiamento. Cambiamento rivoluzionario! Poichè la centralizzazione amministrativa non può stabilirsi che sulle rovine della passata autonomia, un'autonomia che dura da secoli. E non abbiamo idea di ciò che questo potesse rappresentare per le suore dell'epoca. Ciò che Madre S. Giovanni propone alle Capitolari del 1926 è semplicemente inaudito: la stabilità passerà alla Provincia (i conventi non ricup~nno più automaticamente le ex-alunne divenute professe!); le Superiore non saranno più elette dalla comunità ma nominate dalle Superiore Maggiori (ed è molto probabile che lo divenga una religiosa "d'altrove" !) Le trasformazioni previste sono spiegate e finalmente accettate, tuttavia non senza difficoltà e senza discussione. Esigevano effettivamente grandi sacrifici, soprattutto per le più anziane così fortemente attaccate alle loro tradizioni. Madre S. Giovanni ne fece essa stessa l'annuncio a tutto l'Istituto nella sua seconda Circolare. Questa, letta in ogni comunità, suscitò le emozioni che si possono indovinare; ma lo spirito di fede ebbe la meglio quasi dappertutto. Gli anni che seguono questo Capitolo del 1926 formano un ·periodo di completa uniformità. Fu una sorgente di forza per l'Istituto, poichè questo periodo permise di consolidare sia le strutture che lo spirito. b) Servizio dell'Istituto. Madre S. Giovanni riunisce dei Congressi di Orsoline per studiare i problemi importanti concernenti la vita religiosa o la vita apostolica. Crea le Case di Studi per la formazione delle Orsoline professoresse. Visita lei stessa tutte le comunità dell'Unione Romana - ad eccezione di quelle dell'Alaska - scrivendo regolarmente la relazione dei suoi viaggi. E' in occasione di uno di essi che si trovò bloccata parecchi anni negli USA, avendo la guerra impedito il suo ritorno in Europa.


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Istituisce la Terza Probazione dopo circa dieci anni di professione.14 Fece ristabilire i voti solenni dovunque fosse possibile e sostituire il Piccolo Ufficio della Madonna con il Breviario Romano. Orienta la vita spirituale delle Orsoline con numerose circolari, meditazioni, libri di dottrina: "Gesù è tutto per noi", "La nostra vita di grazia", "La preghiera dell'Orsolina", "Lo spirito di Sant'Angela", "L'educazione delle Orsoline", ecc.

e) Servizio della Chiesa. Nel 1952, Madre S. Giovanni è nominata Segretaria dell'Unione delle Superiore Maggiori dalla S. C. dei Religiosi; aiuta alla fondazione di "Regina Mundi", Scuola superiore di teologia per religiose; apporta il suo aiuto alla fondazione del "Mondo Migliore"; accoglie al Generalato sacerdoti, superiore generali di giovani Congregazioni alla ricerca di un alloggio (Piccole Sorelle di Gesù, per esempio, che vivranno per lungo tempo al Villino). E quanti servizi nascosti da lei resi alla Chiesa! Tutte le attività di Madre S. Giovanni Superiora Generale sono radicate in un principio chiaramente enunciato dalle Costituzioni di tutte le "congregazioni" fin dal XVII secolo: "Le Orsoline costituiscono un Ordine monastico il cui fine speciale è l'educazione". Da questo principio fondamentale, Madre S. Giovanni tira le conseguenze con una logica caratteristica della sua mentalità francese e cartesiana: 1° Le forme esteriori della vita monastica devono essere subordinate all'apostolato dell'educazione; da qui le direttive ·a proposito della clausura, delle letture, della formazione permanente. 2° Ma le Orsoline sono prima di tutto delle religiose; e il loro primo obbligo riguarda la loro vita di intimità con Gesù che "è tutto" per loro, una intimità che è la fonte della fecondità del loro apostolato. Madre S. Giovanni non smette di insistere sulla sintesi armoniosa da stabilire tra vita di preghiera e vita apostolica. Al Capitolo del 1959 Madre S. Giovanni, a 83 anni, chiese la grazia di poter rimanere in Generalato per condurvi una vita felice e nascosta. Felice, lo fu. Nascosta, molto meno; nessuno se ne stupirà. Ma la presenza di una exSuperiora Generale di questa levatura ha dovuto essere più di una volta imbarazzante per chi le è succeduta! Madre S. Giovanni morì il 28 giugno 1965, così dolcemente che nessuno si accorse del momento esatto in cui se ne andò ... La Madre Generale recitò il "De Profundis", poi il cappellano intonò un vibrante "Magnificat". C'era di che rendere grazie, infatti. Certo, Madre Maria di S. Giovanni aveva i suoi limiti, tra gli altri una certa rigidità di temperamento; ma resterà nella storia dell'Unione Romana delle Orsoline una figura di primo piano, ammirevole per intelligenza, rettitudine, forza di volontà, autentica vita

14

La prima Probazione internazionale a Roma ebbe luogo dal 1° Ottobre 1934 al 31 Marzo 1935.


397 spirituale. Ha segnato profondamente lo spirito dell'Istituto; l'ha fatto progredire in tutti i settori; ha formato generazioni di Orsoline in una fedeltà incondizionata alla Chiesa e nella convinzione dell'Assoluto di Dio, che ha il diritto di chiedere tutti i sacrifici alle religiose consacrate per sempre alla persona del Cristo Gesù e al suo Regno.15 4. Madre Maria Felicia Pastoors. 1959-1971. Il Capitolo Generale del 1959 elesse come Superiora Generale dell'Unione Romana la Superiora Provinciale dei Paesi Bassi. Tedesca d'origine, nata nel 1905 e naturalizzata olandese, Madre Felicia Pastoors si vede messa a capo dell'Istituto in un'epoca difficile. Il suo governo è contemporaneo al Concilio Vaticano II che costituisce non soltanto un "aggiornamento" nella Chiesa, ma anche una svolta nella sua storia. La tendenza sempre più forte verso la decentralizzazione, il pluralismo, la diversità; il passaggio dal "verticalismo teologale" all' “orizzontalismo antropologico" si manifestano dovunque, nel mondo ecclesiastico come nel mondo religioso. E' in questo mondo instabile - talvolta caotico - che Madre Felicia deve dirigere l'Unione Romana. Il suo governo è segnato da tre avvenimenti principali: - la soppressione delle due classi di religiose; - la riunione a Roma delle rappresentanti di tutti i rami della grande famiglia mericiana; - il Capitolo Speciale del 1969. a) La soppressione delle due classi di religiose. Dalla fondazione dell'Ordine, nelle prime decadi del XVII secolo, c'erano sempre state due classi di religiose, le Coriste e le Converse - o Coadiutrici. Tutte erano Orsoline, "spose di Cristo", chiamate alla stessa santità, ma le loro attribuzioni differivano. Durante l'autonomia delle case, . le converse non avevano nè la voce passiva nè la voce attiva: non avevano il diritto di votare e potevano ancor meno essere elette superiore o consigliere. Le coriste univano le attività di educatrici e di insegnanti alla vita del "Coro"; esse soltanto salmodiavano l'Ufficio divino - il che non impediva loro di prendere la loro parte dei lavori materiali ... Le converse, dal canto loro, si dedicavano alle faccende domestiche e al servizio delle educande. Questo non significava affatto che esse non contribuissero all'opera educativa come le coriste, talvolta anche di più. Per la loro umiltà, la loro dedizione silenziosa e la loro santità, esercitavano un'influenza profonda sulle giovani. Numerose sono le ex alunne che confessano di dover loro la vocazione religiosa o il coraggio cristiano di cui hanno bisogno nella loro vita di famiglia.

¹5 Dall'opuscoletto di

M. M. Vianney Boschet "In memoriam" - lato OSU IV, c.36 alla biblioteca del Generalato. V. anche l'articolo del DS, volume X, cc. 505-707.


398 Questa situazione, normale ai tempi dell'Antico Regime, non era più ammessa in questa seconda metà del XX secolo, quando tutte le donne, nella società civile, possedevano il diritto di votare e di essere elette. Una tale "discriminazione" tra le religiose di una stessa famiglia appariva come un anacronismo scandaloso agli occhi di molti. Il Capitolo del 1965 prende atto e decide che, ormai, ci sarà nell'Unione Romana una sola classe di religiose, con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Certo, questo non sopprimerà la diversità dei compiti: ciascuna, secondo le sue capacità, la sua competenza, la sua formazione, dovrà compiere il ruolo assegnatole dall'obbedienza, "per la gloria di Dio e per il bene nelle anime", come voleva S. Angela. b) La riunione a Roma delle figlie di Sant'Angela. Il 27 gennaio 1968, doveva essere consacrata a Roma la prima chiesa eretta nella Città Eterna in onore di S. Angela Merici. Questa chiesa era stata costruita su un terreno che apparteneva all'Unione Romana: Madre Felicia aveva offerto al Vicariato una parte della proprietà del Generalato in vista della costruzione di un luogo di culto per una nuova parrocchia. Madre F elicia pensò che la consacrazione della chiesa S. Angela si presentava come un'occasione provvidenziale per un incontro - mai realizzato fino a quel momento - tra rappresentanti di tutti i rami di Orsoline. Invitò perciò tutte le Superiore a venire a Roma; sarebbero fraternamente ricevute al Generalato dell'Unione Romana. L'invito fu accettato quasi unanimemente e fu così che si incontrarono, nella persona delle loro rappresentanti: l'Istituto Secolare delle Figlie di sant'Angela; l'Ordine di S. Orsola (Unione Romana, Unione Canadese, Federazioni degli USA e di Germania, case autonome); le Congregazioni di Tildonk, delle Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante, di Verona, ecc ... Questo incontro fraterno, al quale tutte parteciparono con entusiasmo, gioia e riconoscenza, ha avuto un ruolo importante nella storia delle Orsoline: ha avvicinato i membri delle diverse famiglie mericiane e manifestato il loro "cor unum et anima una". Ha suscitato il desiderio di creare, nella pluralità, i legami di una unione sempre più stretta e di una collaborazione sempre più effettiva tra le figlie spirituali della Santa di Brescia, loro comune Madre e Fondatrice. e) Il Capitolo Speciale del 1969-1971. Dopo il Concilio Vaticano II, la Sacra Congregazione per i Religiosi chiese a tutti i religiosi di convocare un Capitolo Speciale in vista dell'elaborazione di nuove Costituzioni, attualizzate secondo i dettami del Concilio. Il Capitolo Speciale dell'Unione Romana si tenne in due sessioni, nel 1969 e nel 1971. Fin dal 1965 Madre Felicia aveva organizzato un sistema di preparazione tale che le religiose, le comunità e le province poterono studiare da vicino i grandi problemi dell'aggiornamento e manifestare la loro opinione; le soluzioni dovevano essere cercate in comune. Di fronte alle opinioni espresse - che andavano dall'estremo tradizionalismo all'estremo progressismo, poichè le une non volevano modificare nulla e le


399 altre volevano trasformare tutto - Madre Felicia riflettè sulla nozione di UNITA' e comunicò all'Istituto, in parecchie circolari, il risultato delle sue riflessioni. Con un solido buon senso, notò prima di tutto che "unità" non è sinonimo di "uniformità". L'unità è opera di carità e trascende l'uniformità esteriore e giuridica. E' l'unità, non l'uniformità, che le Orsoline devono sforzarsi di realizzare, secondo l'ultima volontà di S. Angela. Ma questo non significa che si debba sopprimere ogni uniformità e ogni struttura. Senza di esse, nessuna società organizzata potrebbe sussistere. Il compito del Capitolo dovrà quindi essere il seguente: "armonizzare l'unità e la diversità, nella fedeltà alle sane tradizioni dell'Ordine". E nella Circolare n° 163 del 1965 Madre Felicia scrive: "Il rinnovamento non distrugge il passato; costruisce sul passato, integrando valori nuovi. Non dovrebbe apparirci come uno sconvolgimento rivoluzionario. 11 Il Capitolo Speciale formulò esplicitamente il principio de "L'unità nella diversità", unità che ha il suo modello nella "Vita Trinitaria, comunione di persone distinte nell'unità". Questa unità deve realizzarsi nell'Istituto attraverso "strutture di partecipazione" e non più sotto la forma monarchica di un regime autoritario, il che non vuol dire che l'autorità debba essere soppressa e nemmeno l'obbedienza: la decisione spetta sempre alle Superiore. Il Capitolo del 1969 elaborò una nuova "Regola di Vita" ad experimenturn: "Fate Vita Nuova", norma di vita dell'Istituto fino al Capitolo costituzionale.

Il Capitolo del 1971 terminò il lavoro iniziato due anni prima, redigendo le pagine concernenti il governo. Madre Felicia aveva diretto l'Istituto durante dodici difficili anni. Le Capitolari del 1971 misero a capo dell'Unione Romana la sua quinta Superiora Generale, Madre Maria Giuditta Mietzelfeld, nata nel 1921 negli Stati Uniti, naturalizzata austriaca e Provinciale d'Austria. Fu rieletta al Capitolo del 1977 e preparò il Capitolo costituzionale del 1983. Il Capitolo del 1983 donò all'Istituto le sue Costituzioni "definitive", che furono approvate il 24 Maggio 1984, e la sua sesta Superiora Generale, Madre Bernadette-Josèphe Berquer; Provinciale del Nord della Francia, rieletta durante il Capitolo del 1989. Ma questo non è più storia, è attualità ....

1900 - 1907 - 1910 - 1920 - 1926 Capitoli 1932 1938 - 1947 - 1953 - 1959 - 1965Generali 1969 1971 - 1977 - 1983 - 1989 -1995 dell'Unione Romana :


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LO STEMMA DELL'UNIONE ROMANA

Lo scudo è diviso in due parti.

+ Sinistra: fondo bleu = cielo, verità, coscienza, fedeltà.

- Nomi di Gesù e Maria intrecciati tra *una croce patente sopra, *tre chiodi della Passione sotto; il tutto circondato da un alone di gloria.

- Fiori di giglio = simbolo di verginità, di purezza; = segno della protezione accordata al primo monastero dell'Ordine dal Re di Francia.

+ Destra: fondo argento = luce, purezza, innocenza, fede, gioia. - Lauro

[ "Laurus" è l'anagramma di "Ursula"] dai rami alti, che cresce sulla montagna = l'anima religiosa elevata per la sua vocazione al di sopra delle tentazioni e delle ambizioni di questo mondo. - Colomba = lo Spirito che riempie l'anima dei suoi doni.

+ Motto: SOLI DEO GLORIA

************* Lo stemma accordato nel XVII secolo al monastero parigino del Faubourg St-Jacques comportava in più: + a sinistra: una doppia stella di quattro punte, = simbolo della vita contemplativa attiva dell'Orsoline, = le quattro punte rappresentano i 4 voti della Congregazione di Parigi. + a destra: - una croce = fede forte che nulla spezza; - una freccia diretta verso l'alto = purezza d'intenzione.


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CONCLUSIONE Sant'Angela aveva detto: "Abbiate cura grandissima che i buoni ordini dati, specialmente quelli della Regola, siano osservati diligentissimamente. E se, secondo i tempi e i bisogni, accadesse di dar nuove disposizioni, o di fare diversamente qualche cosa, fatelo prudentemente e con buon giudizio" ( 11° L). E al 7° Ricordo: "E' meglio seguire senza pericolo il certo, piuttosto che l'incerto con pericolo. Tenete l'antica strada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo. E fate vita nuova". Continuità e adattamento in fedeltà allo Spirito Santo ... E' ciò che è avvenuto nel corso dei secoli. Abbiamo seguito l'evoluzione della Compagnia, poi quella dell'Ordine di Sant' Orsola. Abbiamo visto come "Dio stesso ha piantato" l'opera in terra bresciana. Abbiamo visto l'albero mericiano diventar grande, passare attraverso tappe di crescita successive; l'abbiamo visto, come sotto la spinta di una linfa feconda, dar vita a rami diversificati. E, tuttavia, attraverso le trasformazioni esteriori di uno stesso ramo nel tempo, abbiamo potuto constatare la fedeltà dinamica ad uno stesso carisma; al di là dei modi di vivere diversi abbiamo ritrovato, intatto, lo stesso spirito. Ci sono infatti, nella vita e nella spiritualità delle Orsoline, elementi che rimangono stabili attraverso le vicissitudini della storia. Ne abbiamo parlato a più riprese e le numerose riunioni a livello generale li hanno spesso richiamati. Il messaggio del Capitolo del 1977 li sintetizzava in una formula lapidaria: - Amore di Dio e degli uomini vissuto come un unico amore; - Contemplazione ed apostolato vissuti come un unico appello; - Consacrazione e missione vissute in uno stesso dono. Ecco gli elementi che restano saldi, come gli strati di pietre di un edificio, caratteristiche delle Orsoline nel passato, nel presente e nell'avvenire fino alla fine del mondo. Bisogna osare scriverlo, perchè Sant'Angela ce lo ha affermato: "Dio non abbandonerà mai questa Compagnia fin che il mondo durerà" (11° L)



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BIBLIOGRAFIA REGOLE E COSTITUZIONI - Scritti di S. Angela: Regola, Ricordi, Testamento. Roma, 1985. - Regole e Costituzioni delle Religiose Orsoline           

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Bremont è da leggere con occhio critico, tanto più che la sua lettura è avvincente: C'è presso quest'uomo, molto intuitivo, un miscuglio di trovate felici, di vedute giuste e penetranti e di paradossi storici difficilmente sostenibili. Ciò che dice della Scuola Francese, delle Badesse riformatrici, di Madame Acarie, di Maria dell'Incarnazione è solido. Ciò che scrive della Compagnia di Gesù generalmente è molto soggettivo. Bremont seduce, appassiona (perchè lui stesso è appassionato) ma le sue analisi morali, fini e penetranti, non sono supportate da una metafisica ed una teologia dogmatica sufficientemente sode. (Secondo J. de Guibert, !IB, voi. I (2), cc.1928- 1937).


405 JAMET Dom Albert, Marie de l'Incarnation. Ecrits spirituels et historiques. Parigi- Québec, 1929-1939 (4 volumi). JEGOU Marie Andrée, Les Ursulines du Faubourg Saint-Jacques à Paris 1607-1662, PUF, Parigi, 1981. JETTE Femand, La voie de la sainteté d'après Marie de l'lncarnation, Ottawa, 1954. Joumal des illustres religieuses de l'Ordre de Ste-Ursule avec leurs maximes et pratigues spirituelles ... Bourg-en-Bresse, 1683-1690 (4 t.) KLEIN Joseph, L'itinéraire mystique de la Vénérable Mère Marie de l'Incarnation, Ursuline de Tours et de Québec. Parigi, 1938. LEBRETON Jules, Tu solus sanctus, Parigi 1948, pp. 169-206. LORIDAN J., Les voyages à Rome des Ursulines de Fiandre, Tours, s.d. LUBAC Henri de, La spiritualité des Ursulines de l'Union Romaine, Lione M. Lescuyer et Fils, 1959. LEDOCHOWKA Teresa, A la recherche du charisme de l'Institut, Roma, 1976. MARIANI-T AROLLI-SEYNAEVE, Angela Merici. Contributo per una biografia, Milano Ancora-Parigi Mediaspaul, 1987. MARTIN Madre M. de St-Jean, Lo spirito di Sant'Angela Merici, Roma, 1947. MICHEL Robert, Vivre dans l'Esprit Marie de l'Incarnation. Montréal, 1975. OURY Guy-Marie, Marie de l'Incarnation. Correspondance,. Solesmes, 1971. - Ciò che credeva Maria dell'Incarnazione. Città Nuova, Roma, 197 4. - Marie de l'lncamation, articolo del DS, voi. X, cc. 487-507. POINSENET Marie-Dominique, France religieuse du XVIle siècle. Romanesque et sainteté, Castermann, Parigi, 1954. Positio super virtutibus ... [Causa d'Anna di Xainctonge] Roma, 1972. RENAUDIN Paul, Une grande mystique française du XVIIe siècle. Marie de l'Incamation. Essai de psychologie religieuse, Parigi, 1935. RETIF André, Mari e de l'Incarnation et la mission, Tours, 1964. Riviste dell'Unione Romana, 1910-1957.


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2 Inesattezze sulla vita e l'opera di sant'Angela, comprensibili vista la data dell'opera. Ma sono da segnalare due aspetti interessanti: + Buoni estratti delle Chronigues per evocare figure di Orsoline + Un prospetto abbastanza completo (fino al 1920) dell'espansione nel mondo, con tabelle di fondazione che possono essere utili. 3 Nulla di falso; tutto è basato sulle lettere di Madre San Giuliano; ma il profilo che appare è un po' unilaterale, a causa dello sguardo dell'autrice portata soprattutto a vedere il lato triste delle cose. (Secondo M.M. Vianney Boschet).


407

La vie de la Mère Françoise Foumier d'Angers, di un canonico regolare, Parigi, 1685. La vie de la Mère Marie de l'lncarnation [Amaurie Trochet], Rennes, 1644. Les trente-deux Martyres d'Orange, dell'abbé :MERT AN, Vaison, 1925. Les Ursulines de Valenciennes, del canonico LORIDAN, Parigi, 1920. ARTICOLI

= Nel Dictionnaire de spiritualité ascétique et mystique, sotto la direzione di Marce} Villier, SJ, Parigi, 1937 ss. (DS):

+ su Maria dell'Incarnazione: Volume X, cc. 487-506. + su Caterina Ranquet : Volume XIII, cc. 92-93. + su Marie de St-Jean Martin: Volume X, cc. 705-707 . ... in attesa che sia pubblicato l'articolo "Orsoline" ... in Giugno 1991... =

In Vie Consacrée:

+ parecchi articoli del Padre GERVAIS su Maria dell'Incarnazione.

4 Molte inesattezze su Sant'Angela. Non poteva essere altrimenti.



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