La nostra VOCE

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Periodico dell’ Istituto Suore Orsoline F.M.I. - Via Muro Padri, 24 - Verona - n°3 Settembre-Dicembre 2017 • Poste Italiane SpA, spedizione in abbonamento postale, Verona – Art.2 – comma 20/c-Legge 662/96

La Nostra N. 3

settembre dicembre 2017

VOCE


SOMMARIO N. 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2017

In Ascolto

Editoriale “I cieli narrano la gloria di Dio, la storia racconta...” Studiate, imparate, imitate A ciascun giorno basta la sua pena

Sr. Maria Giovanna Caprini Madre M. Luciana Spada a cura di Sr. M. Angiolina Padovani Don Giuseppe Laiti

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a cura di Sr. M. Angiolina Padovani

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Per approfondire... Una memoria grata

Nella Congregazione Casa “TABOR”... un pezzo di cielo caduto su un prato Una casa lontano da casa A servizio della vita Riscatto della dignità della donna emarginata Germoglio nuovo di olivo È avvenuto a Mahavokatra: Diego Suarez

Sara Belloni Sr. M. Lamberta Leoni Sr. M. Lúcia Schulz Comunità S. Orsola - Nova Mutum Paraná Sr. M. Virginia Zorzi Sr M Juliette Raivomanana

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Sono nella Pace... Progetti

a cura della Redazione

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a cura della Redazione

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editoriale Carissimi lettori e lettrici, i mesi da settembre a dicembre sono stati segnati da un forte distacco per la Congregazione e per i tanti amici e benefattori che hanno conosciuto Sr. Anna Maria Zanotto, Economa Generale dell’Istituto e Consigliere e Tesoriere di AMOV (Associazione Missioni Orsoline Verona Onlus), di cui è stata prima Presidente. “L’albero buono produce frutti buoni non per sé ma per farne dono agli altri” così diceva il B.Z. Agostini e così possiamo dire che i frutti buoni della vita di Sr. Anna Maria sono stati gustati da tanti e molti sono coloro che in questo numero della rivista condividono l’esperienza di un incontro, di un lavoro fatto con lei, di vissuti abitati insieme. Madre Luciana ci ricorda che la persona, immagine e somiglianza del Creatore, è strutturalmente relazione, tessuta da relazioni vive… relazioni radicate nella Vita che lasciano un segno positivo. Il frammento di memoria, offertoci da Sr. M. Angiolina Padovani, riporta un’esortazione del B.Z. Agostini all’inizio di un anno scolastico a vivere e scoprire il valore formativo dello studio. La riflessione

Sr. Maria Giovanna Caprini

di don Giuseppe Laiti continua ad accompagnarci nel nostro quotidiano con la Parola del Vangelo che ci invita ad affidarci alla Provvidenza e a “non falsare la vita riducendola alla preoccupazione per la risposta ai nostri bisogni”. Il di più che siamo chiamati ad onorare viene declinato nei contributi provenienti dai vari Paesi che mostrano la fecondità del Vangelo nelle molteplici realtà culturali ed ecclesiali in cui operano le comunità orsoline in collaborazione a tanti fratelli e sorelle. La proposta di nuovi progetti e l’aggiornamento sulla realizzazione di quelli compiuti, l’attenzione che AMOV cura per tutti coloro che in modi diversi stanno sostenendo le comunità orsoline sparse nel mondo. A tutti il Grazie. L’esperienza di vita e di fede che unisce tutti i lettori, trovi voce in queste pagine e sia motivo di fiducia e speranza. Come sempre invito tutti ad arricchire la rivista con racconti di esperienze vissute con le comunità orsoline sparse nel mondo, inviando il materiale anche fotografico a: marygio959@gmail.com

Periodico Suore Orsoline F.M.I. Verona, Via Muro Padri, 24 Tel. 045-8006833 Fax 045-8039430 lanostravoce@orsolinefmi.it www.orsolineverona.it C.c.p. 15126378 Numero 3 Settembre - Dicembre 2017 Direzione e Redazione: Sr. Maria Giovanna Caprini PEC: mariagiovannacaprini@pec.it Responsabile: Madre M. Luciana Spada Superiora Generale Gruppo Redazionale: Sr.M. Claudia Cavallaro, Sr.M. Pina Costantino, Sr.M. Angiolina Padovani Autorizzazione Tribunale di Verona N. 410 del 28-01-1978 Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafical srl Via Dell’Artigianato, 42 37020 Marano di Valpolicella (Vr) Tel 045.7704444 www.grafical.it GARANZIA DI RISERVATEZZA - L’Istituto delle Orsoline F.M.I., in qualità di Editore, garantisce, ai sensi dell’art. 13 del d. legs. 196/2003 in materia di protezione dei dati personali, che i dati relativi agli Abbonati vengono trattati nel rispetto della legge. Il trattamento dei dati sarà correlato all’adempimento di finalità gestionali, amministrative, statistiche, ed avverrà nel pieno rispetto dei principi di riservatezza, correttezza, liceità e trasparenza, anche mediante l’ausilio di mezzi elettronici e/o automatizzati. Il conferimento dei dati è facoltativo. Tuttavia il mancato conferimento degli stessi comporta la mancata elargizione dei servizi previsti. In ogni momento si potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del d. legs. 196/2003, tra cui il cancellare i dati ed opporsi al loro utilizzo per finalità commerciali, rivolgendosi al Titolare Dati dell’Istituto delle Orsoline, Via Muro Padri, 24 - 37129 Verona.


Madre M. Luciana Spada Superiora Generale

“I cieli narrano la gloria di Dio, la storia racconta le sue meraviglie” U

n modo di leggere la storia di ogni cultura è considerarla come il succedersi di alterne vicende che raccontano il rapporto tra l’uomo e Dio. Nel mondo occidentale, la relazione tra l’umanità e la divinità è stata vissuta in modi diversi: naturalismo, panteismo, fatalismo, autonomia dell’uomo rispetto a Dio, uomini e dei che, sia pure su livelli e binari diversi, avevano fondamentalmente gli stessi vizi e le stesse virtù, un mondo di immagini che rimandava a un aldilà, fondamentalmente inaccessibile…

Problema, domanda antica e sempre nuova, questo dialogo tra ‘fides et ratio’, questa ricerca profondamente umana di Dio, con tutte le tensioni che questo comporta e qualsiasi sia la risposta a cui si giunge. Uomo e Dio: chi sono? Quale relazione tra loro? … È vero che affermare l’uno significa negare l’altro? È proprio vero che l’uomo ha perso Dio? … Da alcuni decenni, ormai, a vari livelli si sottolinea con intensità il tema ‘relazione’: con noi stessi, con gli altri, con il mondo, la natura, … Dio. Può ve-

nire il sospetto che se ne parli tanto perché avvertiamo la difficoltà di stabilire relazioni veramente significative, e ne abbiamo nostalgia! Sì, perché la persona è per definizione ‘essere in relazione’, ed è chiamata ad esserlo sempre più profondamente. Noi crediamo che questa vocazione radicale all’incontro, al dialogo, alla relazione, riveli ciò che vi è di più originario nell’uomo: il suo essere immagine e somiglianza di Dio. Un’immagine rovinata, spesso abbrutita, quasi irriconoscibile, eppure sempre immagine di

In Ascolto · 3


n. 2 · Maggio · Agosto · 2017

Dio… Ed è fondamentale recuperarne la bellezza: da questo, infatti, dipende il riconoscimento della dignità di ogni uomo, il rispetto per la libertà di ciascuno e di tutti, la convivenza fraterna, la relazione tra i popoli. La storia è proprio

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questo sforzo di costruire e ri-costruire l’umanità, anche sbagliando direzione, percorrendo strade che non portano a niente. Ma questa storia può diventare anche il luogo della manifestazione, della presenza di Dio nella misura in cui ‘chi è di Dio’ propone orientamenti, obiettivi, percorsi, stili di vita nei quali è riconoscibile la paternità di Dio, il suo modo di agire, la sua ospitalità nei confronti di tutti, soprattutto di chi è più svantaggiato. Ad ogni cristiano è affidata la missione di vivere la vita nuova ricevuta nel Battesimo, di essere segno di quell’amore divino, trinitario, che apre alla relazione, permettendo a ciascuno di essere pienamente se stesso, non in modo individuale, ma ‘personale’, aperto alla relazione con l’altro. Ogni uomo, non solo porta con sé la storia, ma anche la costruisce. È una verità a cui non sempre pensiamo, un impegno che non tutti sappiamo assumere, perché esige uscire da se stessi, dai propri interessi ed orizzonti, per imparare a pensare e ad agire con un respiro molto più ampio, per un bene comune, universale, di tutti. In questo senso, ciascuno di noi è chiamato a lasciare un segno positivo del suo passaggio in questo mondo. È un modo di generare vita, con un proprio contributo specifico. ‘Mettere al mondo’ ha indubbiamente un sapore tutto femminile, materno, ma tutti noi siamo chiamati a ‘mettere al mondo il mondo’, a rendere questa terra sempre più abitabile, ospitale. E così, anche la nostra piccola e povera storia può diventare, per la forza di Dio e la potenza dello Spirito, storia di salvezza. E con tutto il creato può cantare la bellezza, la bontà, l’amore del Signore. Dio stesso è entrato nella nostra storia e l’ha arricchita di significato! “Infatti la gloria di Dio è l’uomo vivente, e la vita dell’uomo consiste nella visione di Dio: se già la rivelazione di Dio attraverso la creazione dà la vita a tutti gli esseri che vivono sulla terra, quanto più la manifestazione del Padre attraverso il Verbo è causa di vita per coloro che vedono Dio!”(Ireneo di Lione, Contro le eresie, 4,20,5-7).

“...Ogni uomo, non solo porta con sé la storia, ma anche la costruisce. È una verità a cui non sempre pensiamo...” La Chiesa, nella sua misteriosa realtà umano-divina, continua ad offrire l’acqua della vita che lei stessa attinge alla fonte viva della Vita: è il significato del camminare, la certezza che ogni esperienza, anche quella del dolore e della morte, è riscattata dall’Amore. Maria, la donna per eccellenza, ha cura che non manchi, nella vita, il gusto di vivere le vicende permesse dal Signore, il sapore della bellezza e dell’amore alla vita, il canto sempre nuovo di chi ogni giorno si scopre amato. Anche nella nostra vita ci è dato di godere la bellezza di tutto ciò che è vissuto nella luce di Dio, il misterioso fascino della storia della salvezza, la percezione delle realtà eterne, piene di luce e di vita, esplosione di amore e di grandezza. Non c’è tristezza neppure nel distacco di questa nostra vita terrena. C’è un profondo silenzio di fronte alle cose grandi che ci attendono, silenzio traboccante della misericordia di Dio. Anche la storia, come la creazione, geme nelle doglie del parto, è in attesa della piena manifestazione di Dio e, in Lui, della piena realizzazione dell’uomo. È in questa attesa che si inserisce l’impegno dell’uomo capace di collaborare con Dio, di partecipare alla sua azione creatrice, è in questa attesa, vigilante e operosa, che si forma il plusvalore dell’amore, materno e paterno. Questo amore è, forse, l’impensato della nostra epoca, che ha un estremo bisogno di padri e di madri, adulti capaci di generare e custodire la vita. Ci prepariamo a ricevere “l’ospite più atteso”, il Signore del mondo e della storia, che non ha avuto timore di entrare a far parte di questa storia umana, di abitare in mezzo a noi, perché tutti potessimo cantare il canto nuovo dei redenti, il canto della lode e dell’amore.


La Parola del Fondatore a cura di Sr. M. Angiolina Padovani

Studiate, imparate, imitate Apertura delle scuole 13 novembre 1886

A

ll’inizio dell’anno scolastico, il Beato Agostini raccoglieva tutte le alunne nella Cappella dell’Istituto, l’attuale Cappella dedicata a S. Angela, e rivolgeva loro alcune parole per orientare e arricchire di significato tutta l’attività scolastica. Pensieri rivolti, storicamente a bambine ed adolescenti, ma che possono illuminare, anche oggi, giovani e adulti. Quanto è bella e tanto significativa questa preghiera che la Chiesa mette sulle nostre labbra. “O Signore, ti supplichiamo: previeni le nostre azioni e continua il soccorso del tuo aiuto: “Actiones nostrae, quaesumus Domine adspirando praeveni et adiuvando prosequere” E questo, per quale fine? Perché ogni nostro dire ed operare cominci in Dio ed in Dio abbia termine: “ut cuncta nostra oratio et operatio a te semper incipiat et per te coepta finiatur. Per Christum, Dominum nostrum”. Ora voi, siete radunate qui per dare inizio allo studio in questo nuovo anno scolastico. E dunque, questo anno scolastico da chi deve cominciare e chi deve avere per termine? Lo avete udito: da Dio ed in Dio. Avete fatto molto bene a trovarvi in questa Cappella per rivolgervi a Dio, per supplicarlo e per dirgli: “previeni le nostre azioni e le nostre parole”. Questo vuol dire che avete deciso di venire a scuola e di continuarla fino al termine dell’anno, prima di tutto e soprattutto per la gloria di Dio e poi anche per il bene di voi stesse. Volete la gloria di Dio perché tutti siamo obbligati a riferire tutto a lui perché lui è nostro primo principio e nostro fine ultimo. Volete anche il vostro bene, per essere ben ammaestrate in tutto quello che, secondo la condizione del vostro stato, è necessario per essere utili a voi stesse, alle vostre famiglie e, nello stesso tempo, siate consolazione al

vostro prossimo nella società in cui vivete e vivrete. Ma tutto ciò non vi sarà possibile senza un continuo, efficace, instancabile aiuto di Dio. Come dunque chiedete a lui aiuto questa mattina, chiedeteglielo ogni giorno nelle vostre orazioni. Solo così frequenterete la scuola con vero amore e diligenza: studierete bene e lavorerete bene con vostro grande profitto. Per riuscire in questo ricordatevi che dovete essere devote ed obbedienti. Devote nelle pratiche di pietà, soprattutto nelle orazioni della mattina e della sera, santificando le feste attraverso la partecipazione all’Oratorio e alla Dottrina cristiana. Obbedienti non solo nelle vostre case, ma a scuola, a quanto viene prescritto e raccomandato dalle vostre maestre che, faticando nell’insegnamento, faticano per voi e per il vostro bene. Così avrete grandi meriti. Così santificherete gli anni della vostra giovinezza. Oggi è il giorno di S. Stanislao Kostka: un giovane gesuita che divenne un grande santo, in pochissimi anni, essendo volato al cielo a soli diciotto anni. Il suo esempio e la sua protezione vi devono essere di grande incitamento nella virtù, specialmente: 1. Nella sua vita di preghiera e di unio-

ne con Dio. Infatti non voleva neppure sentir parlare di peccato, né udire parole grossolane e volgari. Imitatelo, non avendo nessun’altra paura che quella del peccato, che offende Dio e anche il prossimo. Stanislao evitava tutti i pericoli e sempre si affidava a Dio con l’orazione, la più raccolta e fervorosa, e sempre pensava al Paradiso per innamorarsi di Dio e della sua gloria celeste. A chi cercava di convincerlo perché partecipasse ai divertimenti rispondeva: “Ad maiora natus sum!”, “Sono nato per cose più grandi!”. 2. In secondo luogo, imitate S. Stanislao nella sua grande diligenza nel compimento di tutti i suoi doveri. Guardatelo un po’ come scolaro. Egli fu mandato a studiare nel Seminario di Vienna, in Austria. Non ci fu mai una volta che i suoi maestri lo rimproverassero perché era disattento alle spiegazioni, o perché ciarlasse o facesse male o anche solo poco bene i suoi compiti. Questo non accadde nemmeno una volta. E perché? Perché Stanislao sapeva bene che, se studiava, doveva studiare per amore e gloria di Dio. Sapeva che Dio vuole tutto ben fatto e perciò si immaginava di esporre a Dio le lezioni imparate e di presentare a Dio i compiti che faceva. Fate anche voi così! 3. Stanislao era devotissimo di Maria. La chiamava sempre con il dolcissimo nome di Madre sua, e agiva con lei come un figlio tenerissimo ed amatissimo. Morì nel giorno dell’Assunzione, come desiderava. Consumato in poco tempo, fu come se fosse vissuto fino a tardissima età, fino ad essere centenario. Voi siete giovani: vivete con saggezza come se foste adulte: studiate, imparate, imitate. Sia questa la vostra orazione: “Tu, o Signore, che fra i tanti miracoli della tua sapienza, hai concesso la grazia di una santità matura anche nell’età più tenera, fa’ che, redimendo il tempo con l’assiduità delle buone opere, possiamo affrettare il nostro ingresso nel riposo eterno del cielo”.

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n. 3 · Settembre · Dicembre · 2017 Don Giuseppe Laiti

A ciascun giorno basta la sua pena Mt 7,34

Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33 Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena. 25

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D

al vangelo secondo Matteo che ha fatto da guida nell’anno liturgico che si conclude possiamo portare con noi un frammento, luce per la fragilità del tempo che viviamo e che il succedersi degli anni imprime dentro di noi, sul nostro corpo che ne tiene il conto e nei nostri cuori che ne raccolgono la memoria. La vita dei discepoli di Gesù si svolge dentro i ritmi della vita quotidiana, alle prese con i suoi bisogni elementari: per ogni giorno occorre cibo e vestito, nutrimento e protezione. Gesù non ha paura di nominare esplicitamente queste necessità, proprio all’interno del Discorso della mon-


tagna (Mt 6, 25-34), ove traccia una sorta di carta di identità o di mappa della vita dei figli di Dio. Importante è prendere le cose dal verso giusto, secondo una sorta di esodo dall’affannarsi/preoccuparsi al “cercare prima di tutto” (v. 33). La nostra attenzione viene richiamata attorno a tre punti, tre volti della grazia d’essere figli di Dio nella sequela di Gesù: § non falsare la vita riducendola alla preoccupazione per la risposta ai nostri bisogni. La nostra vita porta con sé una eccedenza, un “di più” che occorre onorare. Non siamo soltanto “bisogno”, nel nostro essere bisognosi non siamo dimenticati. Lo sguardo verso gli uccelli del cielo e i gigli del campo non è un invito alla spensieratezza, ma ad accogliere una testimonianza inconsapevole: c’è una gratuità che sempre ci viene incontro da parte di Dio. Non vederla sarebbe regredire alla vita “pagana”, falsare l’immagine di Dio e quella stessa della nostra esistenza. Sarebbe cedere alla “poca fede”, alla nostra difficoltà a entrare in sintonia con lo stile del Padre del cielo, con le sue “difficoltà” a farsi capire nella nostra storia. § I discepoli di Gesù hanno un “prima” che ravviva tutti i giorni: il prima del regno di Dio e della sua giustizia (v.

33). È questa la passione generativa di tutto il resto. Mentre il “preoccuparsi” concentra su di sé, la ricerca porta oltre se stessi, verso la passione di Dio, il suo modo di agire per condurre la storia a giustizia, suscitando un luogo ove esso sia visibile: il suo popolo, il tessuto dell’amore fraterno, della prossimità. L’agire di Dio per noi e tra noi conduce a giustizia, alla rettitudine delle relazioni, ove ciascuno ed ogni cosa vengono riconosciuti nel loro valore davanti a Dio. Il “resto” viene per tutti come corteo della giustizia del regno; senza di essa finisce per diventare arbitrario, creando sacche di scarto, come spesso ci ricorda papa Francesco. § L’esodo dall’affanno alla ricerca ha una conseguenza che ci conforta, ci da equilibrio nella vita di ogni giorno (v. 34). La ricerca del regno e della sua giustizia ci libera dal caricarci in anticipo di tutti i pensieri, le preoccupazioni che i giorni che verranno potrebbero portare con sé, fino a paralizzarci. Quando l’obiettivo è limpido, la direzione chiara, si è liberi di procedere passo dopo passo, semplicemente tenendone la pertinenza. Ogni giorno ha la sua fatica, ma non è la fatica a determinare il senso di ogni giornata. I giorni valgono perché sono carichi

della ricerca del regno di Dio e della sua giustizia. Noi non possiamo pretendere di dominare il futuro, di impadronircene: siamo cercatori del regno. Nella tensione tra giustizia del regno e tentazione dell’accumulo, del dominio, che abita la nostra storia c’è fatica, ma è la fatica della speranza, la fatica dei figli di Dio. Di questa fatica ad ogni giorno basta la sua, ombra di ogni passo perché prendano corpo relazioni fraterne e di prossimità. Così possiamo lasciarci “distrarre” dalla “profezia” del libero volo degli uccelli nel cielo e dello splendore del vestito dei fiori del campo, riprendendo i sentieri del regno e della sua giustizia.

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Per approfondire... a cura di Sr. M. Angiolina Padovani

Una memoria

grata

C

arissima Anna Maria, mi pare giusto che in questo primo Natale in cui tu sei lontana da noi (…) ti scriva alcune cose che il ricordo di te suscita in noi. Ormai sono passati i primi giorni, quelli del distacco difficile e pieno di commozione; ora noi possiamo pensare a te con più serenità: ed è per questo che in noi vengono pensieri più chiari e sentimenti di letizia, anche se continuiamo a sentire la tua mancanza. (…) Tu ormai sei chiamata a guardare molto lontano: sappiamo che a te come a noi è costato il distacco: ma sappiamo anche che tutto è avvenuto perchè venisse a te e a noi la grazia di Dio secondo i suoi disegni. E della gioia che in te si sta appena preannunciando, e che crescerà di pienezza in pienezza mano a mano che in te avrà agito la grazia del Signore trasformandoti fino alla misura della perfezione a cui Egli ti chiama, di quella stessa gioia noi siamo in un certo modo portatori perché ogni bene è di per sé destinato ad espandersi. Se tu sarai una suora mediocre, non ci sarà né nella tua vita né attorno a te una grande avventura dello spirito; ma se tu sarai una suora santa, come Dio ti vuole, come le tue consorelle confidano e come noi attendiamo, allora, Anna Maria carissima, in te e attorno a te ci sarà davvero una vita vibrante e illuminante. In fondo io credo che la gioia più grande (e che è un po’ la nostalgia di noi poveri uomini travolti dalla vita attiva) sia quella di poter incontrare ovunque Dio ricercarlo e di averlo con letizia ed amore. E una suora santa è un po’

8 · Per approfondire...

(come il Concilio dice a tutti i cristiani) una rivelazione di Dio in mezzo agli uomini: fa loro sentire la presenza intima e letificante di Dio, e con lo stile che è proprio della donna (il silenzio, la serenità, la bontà, la pazienza, l’intuizione) fa loro un dono, per cui ogni incontro deve essere un po’ come respirare assieme la presenza di Dio. Allora, Anna Maria, noi benediciamo questo apparente distacco natalizio, perchè ogni volta che ti vedremo, e sentiremo la tua letizia cristiana, sentiremo di aver fatto qualche piccola cosa perché il Regno di Dio crescesse in mezzo a noi (…).

Ora dobbiamo davvero finire; vorrei solo dirti che nelle difficoltà che troverai, nei momenti oscuri in cui tutto sembra andare a rotoli, non ripiegarti su te stessa, ma guarda lontano: in quanto per essere felici basta aver un ideale grande, saper donarlo, e saper ricevere in umiltà. So che farai così e che sarai felice. È questo l’augurio natalizio che ti facciamo di tutto cuore, e che rinnoveremo come preghiera quando - la notte di Natale - ci ricorderemo particolarmente di te. Con tanto affetto Giorgio La data precisa non la ricordo... …erano i primi giorni di settembre quando Sr. Anna Maria mi raggiunse al telefono chiedendomi di andare da Lei nella Casa di Via Cigno. Sottolineò che non doveva parlarmi di problemi di lavoro ma… di altro. È così che, alle 10 di mercoledì 6 settembre sono entrato


nella Casa dove Anna Maria stava trascorrendo le sue giornate in attesa di affrontare le - temute - cure per un male che non la voleva lasciare. Al consueto, forte abbraccio che segnava i nostri incontri, ha fatto seguito un momento della mia vita che mi accompagnerà per sempre. L’aria era colma di commozione e Anna Maria, misurando e pesando parole che con difficoltà riusciva ad esprimere, ha voluto condividere con me la bellezza e la significatività di un rapporto che, più che ventennale, da tempo aveva superato i talvolta aridi confini dei temi professionali per divenire un raro e prezioso rapporto personale basato su una schietta e reciproca fiducia.

Lo riconosco: preso dalla commozione ho faticato a risponderle, a ringraziarla, a dirle quanto io e la mia famiglia la sentissimo vicino a noi, quanto le fossimo accanto in questo momento difficile del suo vivere. Le parole che mi diceva confliggevano con quella indomabile voglia di vivere e di sconfiggere la malattia che sempre aveva conformato le sue giornate nei mesi precedenti … Inconsciamente mi è parso di assistere a quei momenti fondamentali in cui una persona diviene spettatrice del proprio percorso di vita e, quasi chiudendo un bilancio, ne vuole condividere i principali aspetti e risultati. Dopo avermi chiesto puntuali ag-

giornamenti sul cammino di crescita di ciascuno dei miei figli soffermandosi sull’ultimo, Giovanni, al quale, da sempre, era più legata, mi ha tranquillizzato assicurandomi la sua costante preghiera offrendo la sua sofferenza – e lei sapeva quanto grande fosse – affinché ogni difficoltà ed ostacolo fosse superato. Ripresasi – e ripresomi – da una “pesante” commozione, Anna Maria ha voluto passare brevemente in rassegna tutte le “questioni aperte” dell’Istituto dandomi, come sempre, una schietta, competente e trasparente lettura delle varie situazioni e raccomandandomi di custodire sempre un forte legame con l’Istituto, legame che, espressamente, ha voluto coinvolgesse anche la “sua” Associazione dedita a supportare le numerose missioni delle Orsoline nel mondo. Ci siamo poi salutati dandoci un appuntamento per i giorni a venire ma senza stabilire una data precisa …. Un mio sms inviatole il mattino di venerdì 8 settembre testimoniava ancora una volta il desiderio di ringraziarla per quanto ci si era detti … Ma ecco che, inaspettatamente, la sera di sabato 16 settembre, Anna Maria mi chiama. Il tono della voce è vivo, forte ed io mi complimento con lei perché la sento “come ai vecchi tempi!” Tralasciati – come al solito – i convenevoli, Anna Maria mi chiede che, nei giorni successivi, io passi da lei con Giovanni. Saputo infatti che di lì a poco se ne sarebbe andato in Germania per iniziare gli studi universitari, il suo desiderio era di vederlo, salutarlo e dirgli che gli sarebbe sempre stata vicino con la preghiera … Le ho promesso quindi che, di lì a poco, ci saremmo di certo incontrati e l’ho ringraziata ancora per questo forte legame che ritenevo assai prezioso. Ciò che è accaduto poco dopo, ci è noto. Giovanni è partito ed è in Germania e Sr. Anna Maria lo sta accompagnando così come accompagna gli altri miei figli, e Nicoletta e me. Ed è vicina a ciascuno di noi che l’abbiamo conosciuta, apprezzata per la sua schietta traspa-

Per approfondire... · 9


n. 3 · Settembre · Dicembre · 2017

TRO con il Signore: chi era presente può dirlo a gran voce perché Lo abbiamo visto nel viso “trasfigurato” di Anna Maria.... Lo Sposo ha abbracciato la sua sposa, davvero per sempre! Susanna Ligabò

renza che nulla lasciava all’ambiguità e stimata per il suo grande buon senso ed equilibrio che, anno dopo anno, avevano consolidato in lei una indubbia e rara capacità di gestire al meglio le complesse e diverse situazioni che ritmano la vita di ogni ente ecclesiastico. Alberto Centurioni Ultimo tratto di cammino Ho conosciuto Sr. Anna Maria nell’ultimo tratto del suo Cammino e ho avuto la Grazia di accompagnarla nei giorni del dolore. Nel nostro primo incontro mi consegnò subito, senza vergogna o pudore, la sua fragilità e la sua grande paura: “Non voglio morire, Susanna, e ho tanta paura del dolore”; a questo aggiunse un angosciato (ma non disperato) “Non mi abbandonare!”. In quell’occasione io consegnai a lei il mio impegno a non lasciarla sola e a

fare tutto quanto possibile, in collaborazione con il suo medico curante e la cara Sr. Chiara, perché non sentisse dolore rimanendo però lucida... “C’è tanto da fare!”, ripeteva spesso. È iniziata così la nostra breve ma intensa relazione, è iniziata così nella Verità. Una verità che ci ha rese entrambe libere di esprimere quello che eravamo, in quel Cammino che il Signore ci aveva posto davanti. Sr. Anna Maria nei giorni della sofferenza ha avuto il coraggio di esporsi con tutta la sua fragilità e tutta la sua forza di fede: spaventata, sofferente, dubbiosa, arrabbiata, offrente, abbandonata e affidata al suo Signore della Vita. E in questo suo calvario è stata dono per coloro che aveva vicino e dei quali sempre si preoccupava. Questo suo essere vera, questo suo donarsi è stato ripagato con l’INCON-

10 · Per approfondire...

L’incontro più bello che ebbi con Sr. Anna Maria fu proprio l’ultimo, solo pochi giorni prima che la malattia avesse il sopravvento sulla sua caparbietà e la sua voglia di vivere. Mi ero recato a trovarla a S. Maria del Giglio, dove combatteva la sua battaglia; mi accolse nella sua cameretta con modalità inaspettate. Accomodata sul letto sopra le lenzuola, in camicia da notte, con i piedi nudi e senza velo... Era sicuramente un modo per comunicarmi il suo intimo affetto, quello che si riserva a un fratello. Mi strinse le mani sorridendomi con uno sguardo splendente, lei stessa circondata da una aurea di serenità coinvolgente. La trovai, e glielo dissi, bellissima nella sua femminilità e mi parve impossibile che stesse subendo le aggressioni di un male così profondo. Mi chiese subito del lavoro per il quale mi aveva recentemente incaricato; volle sapere a che punto era il lavoro di ricognizione... e mi raccomandò di tenere in particolare considerazione il restauro degli affreschi. Non avevo particolare piacere di parlare del nostro progetto comune perché mi sembrava quasi di togliere all’incontro lo spazio per informazioni sul suo stato di salute. Sbagliando, ovviamente, perché per lei veniva prima l’impegno che si era preposto. Teneva in mano il rosario: “Chissà quante preghiere dirà in questi momenti”, pensai, quasi con l’invidia di chi troppo occupato in mille cose, molte inutili, si dimentica troppo spesso di rivolgersi al suo Dio. Poi la stanchezza ebbe il sopravven-


to, e allora mi rivolse queste parole che ricordo perfettamente: “Ringrazio sempre il Signore perché nel mio impegno e nel mio ruolo ho sempre incontrato persone con le quali ho intrecciato rapporti professionali sempre molto positivi, ma ancor più perché con tutte è nato un legame di amicizia spesso molto profondo!” Lei stava ringraziando così anche me…. non potei trattenere le lacrime. Mi chinai ad accarezzarle e baciarle i piedi ed uscii confuso dalla stanza. La richiamai un paio di giorni dopo, ma il telefono era silenzioso. Poi la telefonata di Sr. Angiolina per comunicarmi che se n’era andata... Mi rimarranno nel cuore il suo sguardo ficcante, la freschezza intellettuale, la determinatezza e il suo passo difficile da imitare; soprattutto, quando avevamo l’occasione di parlarci ed io le confidavo i miei problemi, i miei stati d’animo, le mie difficoltà, mai una volta un giudizio, solo l’ascolto e la promessa di una preghiera. Mi mancherai Anna Maria! Paolo Zoppi …per noi Fucio Cara Sr. Anna Maria, anzi, suor ‘Fucio’: così noi ti chiamavamo in famiglia, da quando t’incontrammo la prima vol-

ta a Misano Adriatico, dove trascorrevamo le vacanze, e portavi sulla fronte un bel ciuffo di capelli. Lele, uno dei miei figli che aveva tre anni, non era capace di dire ciuffo e voltò la parola chiamandoti Fucio. Da allora, sei rimasta per tutti noi Fucio. Tu hai accettato questo nostro modo di chiamarti lasciando da parte il tuo bel nome Anna, il cui significato “Grazia” meritava molto più rispetto di quanto noi abbiamo dimostrato. Se guardo come la tua vita si sia incrociata con quella di mio marito Giorgio, con la mia e con quella dei miei cinque figli non posso dire altro che la tua presenza è stata davvero una benedizione, una grazia. Infatti, cara Fucio, tu sei arrivata silenziosa e ti sei rivelata aperta, sei entrata guardinga e ti sei dimostrata gioviale e serena. Tu sei entrata nella nostra casa sconosciuta e sei uscita come figlia e sorella dei miei figli. La tua presenza è stata una cosa normalissima per me, per Giorgio e per i miei ragazzi. Il tuo bel carattere spontaneo, ci faceva sentire che ti trovavi bene. Era bello capire questo. Cosa posso dire davanti alla mia famiglia, alla tua comunità, alla presenza del Signore, oggi che celebriamo il Trigesimo della tua morte? Una sola parola: grazie! Grazie della delicatezza con cui ti sei inserita nella mia famiglia. Grazie di come hai

condiviso le nostre vicissitudini e i nostri problemi. Grazie del tuo farci partecipi della tua nuova vita del convento, del tuo desiderio di andare in missione, dell’accettazione della volontà dei superiori con spirito di obbedienza. Grazie Fucio per averci mostrato come hai affrontato la prova del dolore fisico con umana e cristiana visione. Un grazie a Dio perché la tua storia si è incontrata con la mia storia e con quella della mia famiglia, vivendo con noi sei anni nella nostra casa. Cara Sr. Anna Maria, cara Fucio, noi tutti della famiglia ti vogliamo abbracciare con affetto e gratitudine, ma sapendoti al cospetto di Dio, nella Chiesa trionfante, insieme al B. Zefirino Agostini e ai nostri cari che ti hanno preceduta, guarda noi che siamo ancora Chiesa pellegrina, con sguardo benevolo perché con la tua assistenza la mia famiglia e la comunità delle suore Orsoline possano diventare destinatari della grazia santificante di Dio. Giovanna Tanara Zanotto Una collaborazione durata trent’anni Ho avuto la fortuna e la gioia di conoscere Sr. Anna Maria oltre trenta anni orsono. Ero giovane funzionario di Banca ed avevo spesso l’occasione di incontrarmi in Casa Madre con la carissima Sr. Fidelis, allora Economa Generale, per operazioni di carattere strettamente bancario. Avevamo concordato, a quel tempo, una particolare operazione della cui gestione venne incaricata Sr. Anna Maria. Fin dal momento della presentazione capii che avrei avuto a che fare con una suora speciale. I nostri rapporti, infatti, assunsero da subito un atteggiamento di profonda stima e di grande simpatia. Sr. Anna Maria con la sua cordialità, la sua sincerità e la sua vasta competenza, metteva chiunque a suo agio. Ho sempre ammirato in lei il profondo amore per l’Istituto; la rapidità delle decisioni, frutto di un attento e meditato travaglio interio-

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re; le straordinarie competenze, in tutti gli ambiti, soprattutto nella gestione degli immobili, cui si dedicava con passione, una dedizione ed una precisione da lasciare stupiti perfino i vari professionisti. Trent’anni di collaborazione intensa arricchente non possono passare rapidamente nell’oblio. L’immagine e il ricordo di Sr. Anna Maria rimarranno nella mia memoria come dono prezioso. Grazie Sr. Anna Maria per l’amicizia donatami! Sono certo, oggi, di avere in cielo la presenza di un costante riferimento. Giorgio Arduini Memoria di Sr. Anna Maria Zanotto Se c’è un tratto di Sr. Anna Maria che era riconoscibile a prima vista, sempre presente nel suo modo di guardare e trattare le cose, questo era certamente il suo gusto per le cose fatte bene, la sua passione perché risultassero alla fine ben fatte, in grado di servire e durare. Se desiderava ancora, pressata dalla malattia, visitare comunità, anche lontane, in Africa, Madagascar – aveva già pronto il biglietto dell’aereo -, era anche per questo. Era un suo modo di essere adulta, di servire, mediare tra benefattori e necessità, traducendo in attenzioni concrete la sua fede, la sua fraternità.

Ha vissuto davvero una affabilità pratica, un “fare” come servizio fraterno. Anche per questo la malattia l’ha messa duramente alla prova, sottraendola, con il diminuire delle forze, alle sue occupazioni che erano anche passione, luogo di messa a frutto della sua competenza e della conoscenza delle situazioni. Fin che ha potuto ha cercato, ad ogni aggressione del male, di rimettersi in piedi, di stare nel suo servizio, di iniziare a consegnarlo ad altre sorelle. Da questa situazione per la quale nessuno di noi è mai pronto, ha guardato verso il Signore Gesù per trovare la strada dell’affidamento a lui facendo della debolezza e della impotenza un luogo di pratica della fede. Nei tanti grazie che ha detto a chi la visitava, le stava vicino, ha espresso la sua certezza che dal Signore ci viene sempre il bene, la benedizione, in modo particolare quando siamo piccoli e poveri. Nelle sue preghiere ha trovato la strada per affidarsi alla bontà del Padre di Gesù, Signore del cielo e della terra, dove ci è promesso di trovare riposo per la nostra vita. Nell’ultima eucaristia a cui ha potuto partecipare, la domenica prima della sua morte, ha ascoltato le parole di Paolo che proclamano la signoria di Gesù sulla vita e sulla morte, poiché Lui è il

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risorto dalla morte (Rm 14,7-9). E con questa fede ha preso congedo dall’esistenza terrena, lasciandoci la memoria di una esistenza che si è premurata di essere ben spesa. Rimane tra noi nel ricordo del suo passo svelto e del suo sorriso semplice, segno di gratitudine e gioia per il bene che passava dalle sue mani come esperienza effettiva di vita come scambio, come bene che viene messo a disposizione per gratitudine di un dono ricevuto e che mira ad abilitare al bene. È la “buona economia” ispirata dal vangelo, che cerca le sue strade dentro le generosità e le piaghe della nostra storia. Non siamo fatti per costruirci ciascuno un piccolo regno individuale, a nostra misura, un mondo che gira attorno alla nostra persona, inevitabilmente effimero. Ci è dato di lasciarci coinvolgere nel regno di Dio, unico a saper fare posto a tutti, a far circolare il bene, a farci bene uno per l’altro, facendoci capire che la gioia autentica è quella di tutti per tutti. I nostri cuori custodiscono così Sr. Anna Maria, che ora si trova custodita per noi nella pienezza della vita nel cuore di Dio, testimone semplice e buona, sempre in apprendistato, della sua benedizione. Don Giuseppe Laiti Carissima Sr. Anna Maria, in questo giorno, in cui la Congregazione, i famigliari, tua zia Giovanna, con gli amici e le amiche ti salutano, vengo a te con le sorelle dell’Africa, per dirti che siamo insieme, tu alla maniera di Dio, noi alla maniera degli uomini, tu più presente di quando lo eri fisicamente. Crediamo fermamente che questo è il dono di Dio per noi. Nel tempo della tua malattia non hai esitato a offrire la sofferenza che provavi, per la Congregazione e soprattutto per le giovani, nella prospettiva dei prossimi dieci anni, che intuivi incerti e instabili. Ti ringrazio, a nome di tutte le Orsoline, per quanto di più prezioso ci hai donato, grazie per la tua intelligente collaborazione.


Mandaci dal Cielo le tue dirette osservazioni, i tuoi lucidi, franchi commenti. Noi continueremo ad ascoltarti. Con affetto, M. Luciana Ricordando un’orsolina L’ho conosciuta giovane suora di voti perpetui, la vedevo passare in Casa Madre, un saluto e poi continuava il suo cammino. Dopo tanti anni, io in missione in Madagascar e Suor Anna Maria in missione in Italia, ci siamo riviste… tutte e due con un grande desiderio di bene nel cuore ma realizzato in modi differenti… Nel 2003, in Benin, dove eravamo arrivate da un anno, il gruppo di Sant’Ambrogio, guidato da Renato Zamperini, ha accettato l’avventura di costruire la scuola… Sono venuti in tanti: manovali, falegnami, saldatori, elettricisti… e con loro tre donne per aiutare in casa, accompagnate da… Sr. Anna Maria! Il lavoro è stato intenso per gli uomini sul cantiere e per le donne in casa: lavare, stirare, fare le pulizie e Suor Anna Maria era il legame tra i due gruppi, l’animatrice delle serate; portare l’acqua per gli uomini; chiacchierare un po’ con le donne per incoraggiarle; dare un occhio e una mano per la cucina. La costruzione avanza, le serate sono gaie e Suor Anna Maria ha sempre una sorpresa o un’idea per le domeniche dopo averne discusso con noi e visto le possibilità concrete perché gli uomini possano riposare un po’ e distendersi. Quando la stanchezza e la tensione aumentano, le incomprensioni sono più facili… ecco, ancora una volta, Sr. Anna Maria che cerca … di calmare le acque! La grande scuola finisce dopo due anni di lavoro a tappe, con viaggi ripetuti per seguire i lavori o farli avanzare veloci. Oggi la scuola accoglie circa 400 ragazze. C’è ancora un’altra esperienza e un altro progetto: la scuola di Zagtouli in Burkina. Ancora un sì dei cuori generosi del gruppo di Sant’Ambrogio e di Sr. Anna Maria, di nuovo pronta per una nuova avventura: questa volta in Burkina Faso, paese dal clima caldo, secco, meno attraente del Benin. Nei mesi di

luglio e agosto, la pioggia benedice il lavoro dei campi e dei nostri amici! Ancora una volta Sr. Anna Maria cerca di rendere meno pesante il clima quando i lavori non avanzano a causa della pioggia… Anche in Burkina la costruzione finisce e la scuola accoglie circa 400 bambini nei sei anni del ciclo elementare. Nel mese di maggio 2016, quando la malattia l’aveva già minata, mi diceva: “Voglio venire in Africa ancora una volta prima di morire!”. Noi l’aspettavamo con gioia e con timore… Potrà resistere al viaggio? Agli spostamenti? Il Signore aveva già previsto tutto, e semplicemente, senza troppe discussioni, al momento del viaggio di Madre Generale, lei era già troppo stanca e affaticata! È all’arrivo qui in Burkina della Madre Generale che la notizia della morte di Sr. Anna Maria ci ha raggiunto, e non potevamo, o non volevamo, crederci! Come Economa Generale hai sempre voluto che tutto fosse chiaro, giusto, trasparente e, nonostante i tuoi “rimproveri”, ho sempre sentito che il tuo cuore batteva con il nostro! Grazie anche di questo, grazie per averci insegnato, nella pratica, la giustizia: che non esclude la carità e la ricerca del bene di tutti! Sr. M. Rossella Fioramonti Il ricordo di Sr. Anna Maria in me si accompagna con l’interiore consapevolezza di essere donna graziata da Dio. Graziata per il dono della vita, della vocazione, del servizio fatto in Congregazione… Graziata per i tanti fratelli e sorelle nella fede che Dio mi ha regalato nello scorrere degli anni. Una di queste sorelle è Sr. Anna Maria! Il ricordo di lei è per me motivo di speciale gratitudine al Signore per il bene che ci siamo volute, per la collaborazione appassionata vissuta nel servizio alla nostra Famiglia Religiosa, per il dialogo aperto e propositivo. Anche le divergenze di vedute e i momenti di fatica sono stati occasione di confronto schietto e leale, di perdono reciproco e di rinnovata stima. La forza dell’amore vinceva sempre e rapidamente “sulle

ombre”. Ho sempre apprezzato in Anna Maria il suo modo concreto di esprimere l’affetto. Ad esempio, quando desiderava fare cosa piacevole alla Comunità generalizia, si metteva ai fornelli. Dopo la mia partenza da Verona, quando riceveva in dono cose buone da mangiare, le custodiva per mandarle alla Comunità di Roma. Così, quando riceveva “cose belle e profumate”, le custodiva per farmene puntualmente dono ad ogni Natale. Quando penso a lei, emerge vivo in me un piccolo messaggio di vita: che una delle cose che rende bella la vita è saper gustare la presenza delle persone amiche e condividere con loro nella gioia le cose buone. Madre Pierina Scarmignan Carissima Sr. Anna Maria, mi rivolgo a te, come tante volte l’ho fatto… ma non per chiedere, non per mandarti conti, ma per ringraziarti per quello che sei stata e continui ad essere per noi, che siamo le tue sorelle. La rettitudine e schiettezza, manifestate nel tuo sguardo lungimirante, sono ancora più vere, perché avvolte nel manto della misericordia di Dio. L’attenzione all’altro ed il tuo servizio, manifestati nella parola appropriata ed espressa nel momento giusto, sono ancora più convincenti, perché avvolte nella gioia divina, quella gioia che dà sicurezza e allontana ogni ombra di dubbio e timore. Il tuo amore al Signore, alle sorelle, alla congregazione, manifestato attraverso un cuore palpitante, è ancora più affettuoso, perché avvolto dalla stessa tenerezza di Dio. İHasta siempre! Sr. Virginia Con gratitudine Con cuore pieno di riconoscenza, noi, sorelle in Madagascar, ricordiamo Suor Anna Maria Zanotto come una suora coraggiosa, capace di affrontare la vita soprattutto nelle situazioni difficili. Aveva un grande amore e zelo per la missione alla quale si è donata totalmente, senza riserva. Anche in questi ultimi anni della sua vita, nonostante la sua malattia, ri-

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peteva il suo desiderio di fare visita alle comunità in Madagascar, per accompagnare i progetti che dovevano essere portati a termine. La ricordiamo come una suora onesta, coerente, precisa ed esigente nel lavoro, nel suo impegno a servizio della Regione del Madagascar. L’abbiamo vista sempre religiosa serena, gioiosa e scherzosa. Ci rivolgiamo a lei e le diciamo: “Sr. Anna Maria, sei sempre presente in mezzo a noi. Siamo sicure che ora sei più vicina a noi e comprendi meglio tutto ciò che viviamo in questa terra malgascia. Ricordiamo sempre la tua dinamicità, il tuo amore, tutto ciò che hai trasmesso attraverso la tua testimonianza di vita. Sei stata una vera madre, che provvede sempre alle necessità della sua Famiglia Religiosa. Grazie”! Sr. Dorothée Pascaline e Sr. Honorine Ricordo Sr. Anna Maria come una sorella, nel vero senso della parola: vicina, gioiosa, attenta e servizievole! Qui da noi, in Perù é venuta due volte: la prima volta ci ha aiutato a organizzare la casa di S. Felipe destinata al noviziato. La ricordo sulla terrazza, sotto un sole tremendo, a togliere la polvere, le cose che non servivano: una vera sorella senza paura di sporcarsi le mani e pienamente inserita nella nostra realtà. Una seconda volta, è venuta quando è morta Sr. Evangelina. La sua persona, il suo sostegno, la sua semplicità e disponibilità non hanno segnato solo noi, ma anche tante persone della parrocchia. A lei il nostro grazie per l’amore e l’attenzione fraterna che sempre ha avuto nei nostri confronti. A lei la nostra riconoscenza per essere “la sorella” che ci ha mostrato un volto tipico della Orsolina: semplice, servizievole e accogliente. Sr. M. Lúcia Schulz Vedo suor Anna Maria correre sulle scale un po’ curva con le braccia che aiutavano nella sali-

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ta, quasi ad affrettare l’arrivo. Era sempre in movimento, sollecita, attenta a tutto e a tutti. Quando tornavo in Italia, entravo nel suo studio, le consegnavo ciò che ricevevo dai benefattori e lei mi metteva da parte il gruzzolo per consegnarmelo alla partenza, tutto ordinato e con i biglietti puliti e integri. Già sapeva che all’estero non avrebbero accettato biglietti con difetti. Rivedo il suo sorriso… e immagino che ora sorriderà ancora di più, contemplando la Trinità, Maria, tutti i santi e … tutte le persone che le hanno voluto bene e a cui lei ha voluto altrettanto bene… Grazie Anna Maria, che hai sempre pensato a noi!!! Sr. M. Rosaria Vinco “Allora, Anna Maria, cosa hai deciso?” Era una giovane matura, ricca di sentimenti e desiderosa di fare la volontà del Signore. Dopo un mese di preghiera passato in una casa di ritiro, manifestò con il suo sorriso furbetto:

“Voglio entrare dalle Orsoline”. Giovane vivace e molto umile, intraprese il suo cammino di formazione con entusiasmo e generosità. Non esistevano per lei i mezzi termini nel lavoro, nella preghiera, nello studio: “Per il Signore si deve fare tutto e bene”, ripeteva a se stessa e quando si accorgeva che c’era una necessità, il suo aiuto era pronto e senza misura. Nelle varie missioni non perse mai il suo buon umore e il suo spirito di donazione; la sua presenza era un fedele punto di riferimento che rasserenava la comunità. Quando le fu affidato l’economato dell’Istituto correva la fama che la nuova economa stava molto attenta perchè nelle comunità ci fosse una buona amministrazione e andava incontro alle sorelle responsabili per aiutarle e, per quanto possibile, accontentarle! Cara Anna Maria, grazie per quello che sei stata per noi: coraggiosa sorella Orsolina, fedele e umile. Sr. M. Assuntina Mastrovincenzo Essere dono per l’altro Ricordando Sr. Anna Maria, mi sembra di poter dire che aveva acquisito l’arte del farsi dono nella concretezza del suo vissuto, distogliendo lo sguardo da sé per volgerlo sulle necessità della Congregazione presente nelle diverse realtà, per rispondere alle necessità delle persone povere che incontrava. Il dono di sé era espressione di una fede maturata nell’amore ricevuto e, in modo umile e discreto, donato nel servizio, nell’attenzione, nella cura per la vita. Non tratteneva nulla per sé, viveva il distacco, la povertà nella sobrietà. Donna di fede, sapiente, di carattere forte, deciso, era convinta che la Provvidenza Divina non ci abbandona mai. Una perla che porto con me, tra le tante, nell’esperienza vissuta con Sr. Anna Maria, è che, se desideriamo che anche la nostra vita diventi una benedizione a gloria del Padre che è nei cieli, è necessario vivere la vita come dono per gli altri. Sr. M. Silvania Golfetto


Comunità Internazionale

Sara Belloni

Casa “TABOR”... ...un pezzo di cielo caduto su un prato

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el Vangelo di Giovanni si legge… Rispose Gesù: “Fateli sedere. C’era molta erba in quel luogo; si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini” (Gv 6,10). Eccolo il prato di Casa Tabor! Il prato che ha accolto un pezzo di cielo! Un prato dove sedersi in compagnia di tanti fratelli, aspettando Gesù che mai smette di essere pane spezzato “per me e per tutti”. Quando ti dicono che il Signore mette alcune stelle sul tuo cammino, ci devi credere! Ho conosciuto Casa “Tabor” grazie ad un sacerdote che, per prepararsi alla Santa Pasqua, suggeriva l’esperienza degli Esercizi Spirituali. Ho accolto la provocazione ed il desiderio di questa esperienza si rinnova ogni anno. Arrivando a Casa “Tabor” in primavera mentre la natura dona i suoi nuovi colori percepisco da subito che anche in me qualcosa cambierà per rinascere alla Luce di una nuova stagione. Varcata la soglia, la stessa Luce mi accoglie nell’abbraccio delle Padrone di casa, spose del Signore, felici di vedermi e pronte a prendersi cura di me.

Da questo istante mi viene chiesta una sola cosa: lasciare aperta la strada all’Amore, a quella Luce che fa rinascere, che mi accoglie, che si dona e mi rivela come sono agli occhi del Padre. Non mi sono mai sentita sola in questo viaggio; insieme ai volti di chi condivide questa esperienza e prega anche per me, c’è un compagno speciale: il silenzio. Non lo incontro subito perché arrivo a Casa “Tabor” con tanto rumore dentro che non è facile spegnere. Mi accorgo che per “trovare il silenzio” non è necessario “fare silenzio” ma “chiedere il silenzio” così come si chiede insistentemente una grazia. Quando poi nella preghiera “sperimento il silenzio come dono”, il Signore non tarda a venire; mi parla, facendosi mendicante del mio cuore: “Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23). Essere “abitati “dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo è

possibile se ci si lascia amare e ciò genera immensa gratitudine. A Casa “Tabor” nulla è come appare. Tutto è come il Padre desidera e ogni gesto nasconde un Suo desiderio, anche se sembra una stranezza. Non è raro, infatti, veder spuntare sui volti di chi ti passa accanto improvvisi sorrisi o irrefrenabili lacrime: sentimenti che se anche non comprendo, silenziosamente condivido. Anche le rocce poste qua e là sul prato di Casa “Tabor” appaiono metafora dei pesi che ciascuno lascia prima di tornare a casa, come segno del principio di una trasfigurazione, del principio di una conversione, del principio di una vita nuova a cui tutti, sotto lo sguardo misericordioso del Padre, siamo chiamati. Allora Gesù… non smettere mai di farti nostro cibo e nostra bevanda, vieni a riempire i nostri silenzi con la tua Parola e donaci la gioia di portarti ai fratelli.

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Italia

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Una casa lontano da casa Sr. M. Lamberta Leoni

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ono Valentina, studentessa in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università Cattolica di Milano. Dopo aver conseguito una laurea triennale in Lingue a Trento, la mia città d’origine, ho deciso di trasferirmi a Milano per proseguire gli studi. Arrivando in una città così grande, la mia più grande paura era quella di sentirmi sola in mezzo a tante persone. Sono stata molto fortunata perché allo Studentato Maria Mater Mea ho trovato una casa lontano da casa. Qui, seguite dalla preziosa presenza di Suor Lamberta e Suor Sonia, noi ragazze viviamo in armonia mirando ad una crescita e

Mi chiamo Rosy, sono una ragazza Siciliana che a breve concluderà il suo percorso universitario presso la statale di Milano del seguente corso in Alimentazione e nutrizione Umana. Che dire, arrivata a Milano, l’idea di stare qui lontana dai miei cari, mi rattristiva molto. Tuttavia grazie all’accoglienza, e all’ospitalità datami dalle suore dell’istituto “Maria Mater Mea” hanno reso la mia permanenza più piacevole. soprattutto Suor Lamberta che, con il suo sostegno e le sue parole di conforto, è stata importante in alcuni momenti. Inoltre le occasioni di festa e di preghiera hanno contribuito a rendere unico e speciale

ne simpatiche. L’ambiente è molto piacevole per il nostro soggiorno e ottimo per gli studi. Ho due grandi amiche qui: Elena e Barbara, un’amicizia che voglio duri per tutta la vita. Insieme abbiamo fatto bellissimi viaggi: Sardegna e Roma sono i luoghi che abbiamo visitato insieme, la nostra prossima meta sarà la Spagna. Uno dei momenti più divertenti nella corsa quotidiana è la vivace conversazione che facciamo all’ora di cena. Sono molto grata verso le responsabili di questo studentato, e in particolare Sr. Lamberta, alle loro attenzioni e ai loro consigli che ci aiutano nella nostra crescita personale.

ad una maturazione tanto accademica quanto personale. Stiamo imparando il valore della condivisione e della vita comune, impegnandoci nel rispetto e nell’aiuto reciproco. Non avrei mai pensato di conoscere così tante persone belle ed interessanti in così poco tempo e posso dire di aver trovato delle amiche con le quali condividere un’esperienza che porterò per sempre nel mio cuore.

questo anno e mezzo trascorso insieme. L’affetto che mi avete dimostrato ha reso questo traguardo ancora più prezioso.

Sono Giulia, ho vent’anni e frequento la facoltà di Scienze Motorie, Sport e Salute. Dall’anno scorso soggiorno presso lo Studentato Maria Mater Mea, un luogo nel quale ho trovato una calorosa accoglienza, disponibilità, gentilezza e piacevole compagnia sia da parte delle ragazze, con cui ho instaurato legami di amicizia autentica, sia da parte delle responsabili Sr. Lamberta e Sr. Sonia.

Ciao, sono Carina Zuppa, vengo dal Brasile e vivo nello studentato dal mese di marzo del corrente anno. Sono qui a Milano per uno stage di specializzazione nella mia ricerca di dottorato. Qui nello Studentato ho trovato molte perso-

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Purtroppo, mi vedo costretta a lasciare prima del previsto questo luogo nel quale sono cresciuta insieme alle mie compagne perché l’orario del secondo semestre, essendo più leggero, mi permette di viaggiare e di potermi allenare a casa mia. Porterò sempre nel cuore uno splendido ricordo di questa esperienza e la consiglio vivamente. Mi chiamo Luisa sono una studentessa universitaria. Ho trovato questa accomodazione guardando in internet vari siti di appartamenti in affitto e studentati universitari. Questo studentato era in una posizione ottimale per le mie necessità e quando sono venuta a visitarlo mi sono subito piaciuti l’ambiente ampio e luminoso e l’atmosfera accogliente e confortevole. È quindi diventato per me una seconda casa, dove vivo ormai da quattro anni. Stare qui mi ha regalato tante nuove esperienze e soprattutto tante nuove amicizie e quest’ultimo per me è uno degli aspetti più belli di questa esperienza di vita. Sono Cecilia ho 24 anni e vengo da Roma. Frequento questo studentato da quasi due anni e tra poco finirò la mia avventura in questo posto. Sono capitata qui un po’ per caso, infatti, quando chiamai la responsabile dell’Istituto si

era appena liberata una camera singola che sono riuscita a prendere in affitto. Si tratta di uno studentato di 33 posti suddiviso in due piani: uno da n.21 camere singole e doppie e quello superiore da n.8 stanze singole. La struttura è ben organizzata, il mobilio e le attrezzature in dotazione sono efficienti e gode di una posizione geografica strategica per la vicinanza con la metropolitana (5 minuti a piedi). Che dire di più, questo posto è stato per me significativo sia per le persone che ho incontrato

che per quello che ho imparato. Le suore responsabili che si sono succedute dal mio arrivo, sono sempre state disponibili e pronte a venire incontro alle necessità e risolvere le eventuali problematiche. In conclusione suggerisco a chi deciderà di venire in questo posto di essere sempre aperta a fare nuove conoscenze e ad imparare il rispetto e l’accettazione dell’altro per una convivenza ricca e fruttuosa come è stata la mia. In bocca al lupo!

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Perù

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A servizio della vita Sr. M. Lúcia Schulz

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n questo tempo, guardando il nostro mondo, le persone, fratelli e sorelle che trovo nel mio quotidiano, spesso mi chiedo: che cosa muove la mia vita? cosa ci muove in questa vita? per cosa e per Chi viviamo? E dal mio interiore trovo una risposta che mi riempe di gratitudine e gioia: siamo qui per Te, Signore e per tutti! Al servizio della vera Vita. Sorprese da Dio che crea e ricrea in noi la vita, quella eterna che abbiamo ricevuto nel battesimo, con gratitudine cerchiamo di servire questa Vita nel nostro quotidiano camminare. Ecco alcuni frammenti di vita e di servizio. Claudia Sousa Soares: novizia brasiliana in Perù per la formazione: “Stiamo partecipando alla CONFER (Conferenza dei Religiosi del Perù) ricevendo la formazione intercongregazionale e Internazionale. Ho potuto condividere il cammino formativo con diverse giovani di diversi Paesi e la convivenza e il lavoro in equipe è stato una grande ricchezza per tutti. Qui abbiamo lezioni di teologia, spiritualità, Bibbia, psicologia e riflessioni sulla realtà attuale. Abbiamo avuto la possibilità di avvicinarci e aiutare le persone che hanno sofferto le conseguenze del “Niño”, l’alluvione e con loro abbiamo trascorso tutta una giornata, visitando le case, ascoltando le famiglie, giocando con i bambini, abbiamo preparato da mangiare e abbiamo mangiato con loro, condividendo anche vestiti e alimenti. Quest’anno il Perù sta accogliendo anche tanti Venezuelani che scappano dalla dittatura e vengono a cercare migliori condizioni di vita. Come CONFER, abbiamo avu-

to l’opportunità di invitare famiglie Venezuelane in difficoltà e condiviso con loro gli alimenti. Abbiamo ascoltato le loro storie; come hanno sofferto per arrivare in Perù e molti di loro hanno lasciato figli e familiari. Qui in Perù non è facile trovare lavoro, e poiché molti di loro sono clandestini lavorano, vendendo per strada pochi oggetti. È stato per me un tempo significativo per un cammino di apertura, di uscita dal mio piccolo mondo per conoscere e mettermi in relazione con culture e realtà diverse dalla mia. Ho capito che questa è formazione da condividere”. Joselyn Santos Quispe novizia peruana: “La vita risulta abbondante quando è donata”. La sequela di Gesù, il Buon Maestro, rallegra il cuore e mi conduce e mi invita ogni giorno a essere nella comunità, nell’attività che mi hanno affidato,

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come una candela che si consuma non per se stessa, ma per gli altri, aiutandomi a fare spazio alla volontà e al progetto di Dio preferendolo a piccole cose e a progetti solo miei. Condivido l’esperienza che sto vivendo nella pastorale che, il Signore e la mia comunità, mi hanno affidato. Attualmente mi trovo inserita nella comunità di Lucyana, cappella che appartiene alla parrocchia Santa Maria de Jesús, che è vicina alla nostra casa. Il servizio realizzato con il gruppo cresima e il gruppo giovani “Santa Ángela” è un dono e una ricchezza. Ogni attività è stata luogo di formazione, di crescita e, soprattutto di incontro personale e profondo con Gesù. “L’esperienza di un Dio che insegna, ama, accompagna, un luogo dove poter condividere la fede e la vita” è quello che i giovani e i genitori hanno sottolineato, pieni di gratitudine a Dio. Posso dire che è stata una sfida il


cammino con i genitori. In tutto questo, il Signore ha continuato a lavorare e sono grata del percorso fatto in ciascuna delle famiglie e per i legami di vicinanza che si sono creati. Un altro momento molto significativo è stata la visita al carcere “Castro Castro”, per un aiuto nella Messa e nella processione del Señor de los Milagros. L’esperienza vissuta nel carcere mi si è impressa nel cuore: mi sono commossa vedendo con che gioia e consegna gli adulti e i giovani detenuti hanno preparato l’Eucarestia e la processione, i loro differenti gesti, sguardi, voci, canti... Nel ricevere la comunione hanno mostrato la speranza e la fiducia di non essere soli, la certezza di sapersi perdonati e accolti da nostro Signore Gesù Cristo, che li risolleva e li incoraggia a camminare ogni giorno, come essi stessi mi hanno condiviso nei piccoli momenti di catechesi. Senza rendermene conto, ho visto e toccato con mano questa realtà del nostro Perù, dove molte volte non viene presa in considerazione la dignità dell’essere umano, dove sembra non ci sia giustizia. Sì, è vero che essi riconoscevano di aver sbagliato e che dovevano assumersi la responsabilità delle proprie azioni, ma meritano di essere trattati con dignità, senza annullare il loro essere persona, il loro essere soprattutto figli di Dio, in ricerca di un reinserimento in società. E se è bello vedere come essi percepiscono un Dio vicino attraverso le sorelle che li accompagnano e celebrano con essi la loro gioia, davvero, come diceva papa Francesco ai detenuti nelle carceri del Messico, la misericordia del Signore arriva a tutta la terra. Sono tanto grata a Dio per avermi permesso di incontrarlo lì, in carcere. Avevo paura all’inizio, ma il Signore mi ha dato lentamente il coraggio, la fiducia e le parole giuste. Abbiamo mangiato e celebrato come quelli che sono fratelli in Cristo...ed essi ci hanno chiesto di non essere dimenticati da noi. Alla fine hanno cantato un canto composto da loro: questo canto ora mi ricorda ciascuno e quello che Dio può fare nella nostra vita, perché per Dio nulla è impossibile e le loro vite ce lo dimostrano”.

Suor Lorena Sbizzera “Dio Padre è Buono! Anche se non seguo un gruppo per la catechesi e non posso parlare tanto con le persone perché trovo difficoltà per la lingua, posso visitare le persone e comunicare con loro in altri modi. Sono convinta che l’at-

tenzione verso l’altro, il sorriso e il saluto sono molto importanti e fanno capire alla gente che sono degne di rispetto e di amore. La mia esperienza qui in Perù è meravigliosa, sono partita senza conoscere la realtà e ho trovato l’Amore di Dio manifestato nelle persone piú povere. Ho capito che la ricchezza non è nelle cose ma nel bene, nell’amore verso l’altro. Queste sono alcune condivisioni di vita e esperienze che rivelano come il Signore veramente offre continuamente a noi la possibilità di avere in noi Vita eterna, perché c’è di mezzo l’amore. Un amore non romantico, ma concreto, fatto visibile in gesti, scelte e parole di vita, di perdono. Un amore che rende visibile il Regno del Padre, perciò è un servizio alla Vera Vita, quella che va oltre la tomba e che rimane per sempre.

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Brasile

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LL

Riscatto della dignità della donna emarginata

a Pastorale della Donna Emarginata (PMM) è una pastorale sociale, a livello diocesano e nazionale, organizzata dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi - CNBB, che ha come finalità aiutare donne emarginate a costruire una nuova relazione con se stesse, con gli altri, con la natura e con Dio, perché possano godere della vita, della “vita in pienezza”. La Pastorale della Donna Emarginata è presente in Brasile. Fondata nel nord-est (Ceará/Maranhão/Piauí) dal vescovo Antônio Batista Fragoso, di Cra-

téus, e simultaneamente nello stato di S. Paolo e Pernambuco. Fra’ Jean-Pierre Barruel de Lagenest accompagnava le ricerche sulla prostituzione in Brasile. Il vescovo Fragoso ha conosciuto in Francia un lavoro sociale chiamato “NINHO”, con donne in situazione di prostituzione. Lui ha invitato le volontarie Edit Benoist, Tania Micherde e Geneviève Nöel a venire in Brasile per aiutare nella formazione della equipe di leaders, che hanno preceduto la commissione della Pastorale della Donna Emarginata in Maranhão.

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Comunità S. Orsola Nova Mutum Paraná

Con il passare degli anni qualche equipe del NINHO si è trasformata in commissione della pastorale. Negli anni ’70 la Pastorale della Donna Emarginata è stata integrata nella Pastorale della Chiesa Cattolica come impegno sociale, parrocchiale e diocesano. Negli anni ’80 come Pastorale Sociale della Conferenza Nazionale dei Vescovi (CNBB). Attualmente la Pastorale della Donna Emarginata è presente in vari Stati del Paese e a partire dal 2015 nello Stato di Rondonia, specificamente in Jaci Parana. Inizialmente fu creata “l’Equipe


Cammino”, formata dalle Suore Orsoline e laici della comunità. Le leaders animano il Progetto Vita Felice, Valorizzando e Riscattando la Dignità della Donna e promuovendo azioni di prevenzione con la formazione e laboratori di approfondimento. Questa equipe ha la MISSIONE di essere solidale, profetica ed evangelica nei confronti della donna in situazione di prostituzione, costruendo relazioni umane e umanizzanti. Perno centrale dell’azione della Pastorale della Donna Emarginata: 1. Prostituzione - la situazione di vulnerabilità sociale nella quale la donna in rischio di prostituzione è inserita. 2. Sfuttamento sessuale - prendere consapevolezza e far fronte agli abusi e la sfuttamento sessuale e/o commerciale dei bambini e adolescenti. 3. La tratta - prendere consapevolezza e sradicare la tratta delle donne, dei bambini e adolescenti inseriti nella rete internazionale della sfuttamento sessuale e del commercio di organi umani. Donne, giovani e adolescenti in situazione di rischio di prostituzione, sono volti sfigurati dal dolore e dalla sofferenza, privati dei diritti umani di base

per una vita normale e felice e non possono godere della Vita in abbondanza che Dio gli dona. La Chiesa, come Madre, si prende cura di queste persone più fragile, che sono lo scarto della società, e gli offre accoglienza, percorsi

formativi a livello umano e spirituale, e laboratori professionalizzanti, recuperando la loro stima e dignità. Il Progetto VITA FELICE – Valorizzando e riscattando la dignità della donna, ha come finalità riscattare la dignità della donna per mezzo di percorsi formativi, del rinvigorimento dei vincoli relazionali che si sono frammentati, tirarle fuori della situazione di marginalità nel contesto di Jaci Paraná, alla luce della loro storia, promuovendo l’inclusione sociale e comunitaria e valorizzando la loro dignità di donna. Il Progetto, coordinato e animato dall’Equipe Cammino, promuove la formazione e la professionalizzazione, offrendo itinerari formativi/celebrativi, laboratori di convivenza e di arte di ma-

nualità e estetica. Cerca di conoscere a fondo il contesto sociale e la realtà locale di prostituzione, collaborando in rete con altri organi, per sanare questa profonda piaga, che è una vera tortura. Oltre le attività in gruppo, l’Equipe realizza visite periodiche alle donne e promuove l’ascolto, e di maniera più esplicita si rivolge alla società, richiamandola alla presa di coscienza del reale problema nelle seguenti date: 08 marzo – giorno internazionale della donna 18 maggio – giorno internazionale di lotta contro lo sfuttamento e gli abusi sessuali di bambini e adolescenti 23 settembre – giorno della tratta di essere umani 25 novembre – giorno di prevenzione alla violenza contro la donna Quest’anno, nei giorni 9 e 10 settembre è stato realizzato il 1º Incontro Arcidiocesano della Pastorale della Donna Emarginata a Porto Velho –RO, per: • Dare maggiore visibilità della PMM. • Approfondire la conoscenza sull’universo della prostituzione; • Rompere paradigma prefissato; • Conoscere per combattere lo sfuttamento sessuale; • Impiantare la nuova Equipe; • Formare nuovi animatori.

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Uruguay

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Germoglio nuovo di olivo Sr. M.Virginia Zorzi

CL

he bello far memoria e condividere alcune esperienze vissute quest’anno in parrocchia! Ci sono tante cose meravigliose che ci succedono nella vita e sentiamo il desiderio di comunicarle e di renderne partecipi anche gli altri! Questa è un’occasione per farlo. A febbraio, quasi ancora all’inizio dell’anno, abbiamo ricevuto il nuovo parroco: il padre Omar Franca e abbiamo iniziato un nuovo cammino. Ci ha fatto subito una proposta impegnativa: 10 incontri (chiamati anche ritiri) con il titolo: “Gajo nuevo de olivo”, ossia “Germoglio nuovo di olivo”. Sono stati 10 venerdì, iniziando dal primo dopo di Pasqua e terminando il venerdì del Sacro Cuore. Una trentina di persone ci siamo iscritte in questa avventura. Sempre, l’incontro iniziava con la cena insieme, poi una riflessione e il lavoro di gruppo. L’ultimo incontro si è concluso con la piantagione di un olivo nel cortile della parrocchia e a tutti i partecipanti è giunta la domanda che ci ha fatto pensare: “qual è il nuovo germoglio che debe crescere in parrocchia?” Al nostro silenzio, la risposta l’ha data lo stesso Padre Omar: ”Voi siete il nuovo germoglio”. Tutti, io per prima, siamo rimasti sorpresi, ed anche abbiamo sentito la responsabilità di una tale affermazione. Quasi per incanto, oltre a sentirci rinno-

vati personalmente, ci siamo sentiti in casa, ci siamo conosciuti, abbiamo sentito che è cresciuta la nostra conoscenza e la nostra amicizia reciproca. Si poteva vedere nel volto di tutti la gioia di incontrarsi attorno all’Eucaristia. E l’olivo sta crescendo, i nuovi rami e le nuove fo-

glie aumentano…, simbolo della nostra crescita? E lo sguardo è andato anche alla natura, accorgendoci quanto è bello il cortile (quasi un piccolo parco) della parrocchia con i suoi fiori, alberi ed uccelli che annidano; anche questo ci ha fatto gustare il Padre Omar e siamo grati al Signore per queste sue meraviglie. “L’amore alla natura e all’equilibrio fra l’essere umano e il mondo vegetale e animale è parte dell’amore alle creature di Dio.”, ha scritto nella pagina web della parrocchia. Insieme, in una prima assemblea parrocchiale abbiamo trovato lo slogan

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per i prossimi anni: “Puente vivo con nuestro barrio, de la alegría de Jesús” “Ponte vivo con il nostro quartiere, della gioia di Gesù”. E poi, in una seconda assemblea, ci siamo impegnati a individuare le debolezze e le forze che abbiamo como comunità, dal punto di vista interno: i nostri vincoli di amicizia… quante debolezze e forze abbiamo!!! E molto lunga è stata la lista delle proposte per crescere sempre di più nella comunicazione e nell’amore fra di noi. Quante riusciremo a metterne in pratica? Poi verrà lo sguardo al quartiere, perché il ponte sia solido, funzionante e soprattutto atto a dare i frutti desiderati. L’impegno è grande, ma è grande anche la gioia di sapere che il Signore è con noi e ci invita ad essere collaboratori e collaboratrici nella sua vigna, possiamo dire nel suo quartiere, il nostro quertiere di “Malvín Nuovo.” Ed ecco alcune opinioni: “Come integrante della comunità di Santa Bernardita, posso dire que quest’anno 2017 é stato molto importante per me, in vari aspetti. Il primo é stato il cambio del parroco per ragioni di salute e l’arrivo del nuovo nella persona del P. Omar. Fin dal principio ha dato un giro molto importante alla comunità, manifestando la sua intenzione di migliorare e potenziare i vincoli fra i par-


rocchiani. Quello che piú mi è piaciuto è stato che con questo cambio, ne sono venuti molti altri sia nel campo pastorale come in quello del vincolo fra noi. Ho goduto specialmente degli incontri in comunità dove la presenza del Resuscitato mi ha ispirato desideri di lavorare per una comunitá dove regni la

gioia que solo Lui può darmi e darci.” “Secondo me, quest’anno, per la parrocchia è stato buono, pieno di realizzazioni: il lasciare indietro il passato, senza pero dimenticarlo, per affrontare il futuro e guardare con occhio critico, una volta per tutte, le difficoltà che abbiamo. Un anno nel quale abbiamo

guardato a noi stessi per sapere chi siamo e come stiamo. Senza dubbio Dio ci ha offerto un regalo nella persona del P. Omar, che ci ha aiutato a svegliarci e ad avanzare. Il Signore l’ha portato qui come un regalo y una opportunità; speriamo di saperla approfittare per il bene spirituale di tutti.” “Con il cambio del parroco abbiamo notato subito un nuovo modo di relazionarci di estetica e di disposizione nel templo. Il P. Omar ci ha manifestato il desiderio di intercambio per conoscerci meglio e cercare di comunicare di piú fra di noi... Ha proposto formare una vera comunità fra i fedeli e il quartiere, invitando ad alcune assemblee. Nella prima è sorto lo slogan: “ponte vivo con il nostro quartiere, della gioia di Gesù”. Sempre c’è stata l’inquietudine, ma avevamo bisogno di rinnovazione e vicinanza di persone responsabili. GRAZIE A DIO, il P. Omar, nelle sue omelie, ci incoraggia e ci aiuta a portare il VANGELO alla nostra vita, facendoci riflettere molto chiaramente sulle nostre responsabilitá come cristiani, se realmente desideriamo e abbiamo FEDE nella gioia celestiale.”

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n. 3 · Settembre · Dicembre · 2017

Madagascar

Sr. M. Juliette Raivomanana e le Sorelle della Comunità di Mahavokatra

È avvenuto a Mahavokatra: Diego Suarez

C

on grande gioia condividiamo l’esperienza di un gruppo di giovani Australiane a Manongalaza a Diego dal 13 al 27 luglio. Erano dodici ragazze: Cecilia, Mariana, Christiana, Shibani, Francesca, Sarah, Vanessa, Veronique, Anne, Deniana, Stacey e Sai, venivano da diversi nazioni (Australia, Mexico, India, Sri Lanka, Libano e Cina). Si sono conosciute per lavoro o studio. Sono venute per darci una mano per un campo di giovani durante le vacanze. Con loro abbiamo organizzato: scuola di lingua inglese, cucina, pettinatura, cucito, sport e gioco. Alle attività hanno partecipato 70 giovani, qualche mamma e una decina di bambini. La formazione è stata svolta nella nostra comunità. Il mattino del 13 luglio, giorno del loro arrivo, sono andati all’aeroporto a prenderle: l’Arcivescovo Benjamin Marc, Sr. M. Lucie Raveloson consigliera generale, Sr. M. Jeanne d’Arc Rabebisoa, Sr. M. Viviane Razafimalala e tanti giovani del villaggio insieme a una famiglia collaboratrice della Diocesi Pierre e Marie. Adulti, giovani, e bambini le hanno aspettate in cortile con un canto di benvenuto. L’allegria brillava sul viso di tutti in questo primo incontro. In verità: “tafahaona ny tia sy ny manina”, un incontro desiderato da tanto. Il loro programma quotidiano cominciava alle ore 7.30 e finiva alle ore 16,00. Le diverse attività erano organizzate a gruppi di laboratorio: cucina, cucito, gioco, pettinatura, canto, inglese, visita di un luogo importante, disegno... Nel pomeriggio visitavano un luogo in

città. Il sabato, le giovani Australiane hanno tinteggiato la scuola e abbellito due aule. La difficoltà della lingua, la diversità della cultura svaniscono nella relazione infiammata di gioia e semplicità. La presenza di Sr. M. Charline e Sr. M. Denise ha reso facile la comunicazione. Erano brave aiutanti nelle traduzione della lingua inglese. Attraverso questo modo d’incontro, la conoscenza interpersonale ha dato la possibilità di una partecipazione viva da parte delle ragazze del luogo e un incoraggiamento alle giovane Australiane. La domenica del 24 luglio, l’Arcivescovo Benjamin ha celebrato la Santa Messa nella nostra parrocchia di San Francesco d’Assisi, i cristiani hanno espresso la loro gioia con un discorso in lingua inglese per ringraziare la presenza di queste giovani Australiane. Il 25 luglio, tutte sono andate alla spiaggia di Ramena e Orangia, luoghi turistici di

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Diego. È stata una giornata bellissima e divertente. Durante la loro permanenza abbiamo avuto il dono della celebrazione in malgascio e inglese, celebrata da Don Emmanuel, il nostro cappellano. Il 27 luglio, era il giorno del ritorno delle giovani Australiane nel loro Paese. È stata una nuova esperienza per noi Suore e per le giovane Australiane e anche un grande vantaggio per i giovani del luogo. È molto vero il proverbio che dice: “Pianta l’albero da giovane per avere l’ombra quando sarai vecchio”. Durante il mese di agosto trenta giovani continuavano a studiare l’inglese fra di loro. Vogliamo ringraziare l’Arcivescovo Benjamin “Angady nananana sy vy nahitana”, (origine di questo bel campo formativo), Sr. M. Lucie, Sr. M. Jeanne d’Arc e tutti i nostri benefattori. Diciamo: “conserviamo la luce della speranza che non si spegne da sola”.


Burkina Faso

«L

Africa dell’Ovest in festa

a terra ha dato il suo frutto, Dio, il nostro Dio ci benedica» Sal 66. È con animo grato al Signore che abbiamo celebrato la fedeltà di Dio nella nostra vita e nella nostra missione in Africa dell’vest. Infatti, l’anno scolastico 2016-2017 è stato segnato dalla celebrazione di due grandi avvenimenti: il decimo anniversario della scuola elementare di Zagtouli e il giubileo dei 25 anni di presenza orsolina in Africa.

Sr. M. Daniela Dalla Riva

Decennio della scuola di Zagtouli La scuola elementare Sant’Orsola di Zagtouli è stata aperta nell’anno scolastico 2006-2007. L’abbiamo iniziata timidamente con 46 alunni provenienti da tutti gli angoli di questo villaggio periferico della capitale di Ouagadougou. Era l’unica scuola cattolica della zona. Dopo 10 anni di esistenza, siamo a 382 bambini. Da qualche anno, al tempo delle iscrizioni, abbiamo sempre avuto il problema di posti. Accogliamo tutti

bambini senza distinzione di razza, di religione, di situazione sociale... All’inizio la scuola si trovava nel cortile della comunità ma abbiamo avuto l’opportunità di acquistare un terreno più ampio, non lontano dal primo, che ci ha permesso di costruire altre sei aule con la generosità dei benefattori. Quest’anno scolastico 2017-2018, la scuola si è trasferita in questo luogo in vista anche di continuare con la scuola media nel futuro. Già dall’inizio della scuola, il no-

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n. 3 · Settembre · Dicembre · 2017

stro impegno è di realizzare ciò che il nostro Fondatore ci ha raccomandato: “Educare il bambino di oggi per far crescere l’uomo di domani.” La festa del decennio è cominciata con la celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Monsignor Philippe Ouédraogo, Arcivescovo di Ouagadougou, giovedì 22 giugno 2017. Dopo La Messa, l’Arcivescovo ha proceduto alla benedizione dei diversi stabili della nuova scuola che ormai accoglierà la scuola elementare “Sant’Orsola” di Zagtouli. Il sabato 24 giugno 2017 è stato dedicato all’inaugurazione ufficiale della scuola e alla mostra delle creazioni artistiche dei bambini alla presenza delle autorità civili e religiose. Con grande gioia: suore, alunni, genitori, insegnanti, amici e conoscenti hanno reso grazie a Dio per tutto quello che abbiamo potuto realizzare nel suo nome in questi anni.

25 anni di presenza in Africa. Rallegratevi, rallegriamoci, gridiamo di gioia perché il Signore ha fatto per noi meraviglie. 1992-2017: 25 anni di grazia, di presenza in Africa particolarmente nel “Paese degli uomini integri”, nella bella città di SYA. Già alla vigilia il clima è di festa, è il 23 settembre, c’è la Prima professione di Sr. Maria Regina e Sr. Maria Domino Bernadette. Il 24 settembre, memoria del Beato Don Zefirino, la celebrazione è stata presieduta da Monsignor Paul Ouédraogo, Ar-

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civescovo di Bobo-Dioulasso, assistito da Monsignor Anselme Sanon, arcivescovo emerito di Bobo, e una ventina di preti. Molti religiosi e una folla immensa di cristiani si sono uniti a noi in questo giorno. Abbiamo reso grazie a Dio con canti e passi di danza, alla presentazione dei doni sono state portate 25 ceste contenenti frutta, verdura, materiale scolastico per il cucito, per la cucina, per la catechesi, giochi per i bambini dell’asilo. Simbolo di quanto l’opera delle orsoline produce in ogni comunità per la Chiesa e la società. Dopo la celebrazione, in processione, siamo andati nel cortile della comunità per la benedizione del busto del Fondatore, segno e memoria dei 25 anni; un pasto condiviso insieme con tutti nel cortile e accompagnato da danze, canti, musica tradizionale ha concluso la festa: eravamo un migliaio di persone nel cortile! La gioia brillava sul volto di tutti.


Sono nella Pace del Signore “Beati i miti..., beati i misericordiosi..., beati i puri di cuore..., beati gli operatori di pace, Mt 5, 1-12 perché saranno chiamati figli di Dio”. SR. M. LAURINA (Flora) ZIVELONGHI N. 08.11.1926 - M. 21. 08. 2017 Sr. M. Laurina, in attesa dello sposo si è fatta trovare pronta, perché ha saputo alimentare con la preghiera fiduciosa la lampada della fede, la lampada della consacrazione, la lampada del servizio. Sr. M. Laurina ha imparato in famiglia, nella semplicità del quotidiano, la vita cristiana, fatta di donazione e di servizio; ha partecipato alla vita della Parrocchia, formandosi ad apprezzare la bellezza delle celebrazioni liturgiche. Silenziosa e timida di carattere, ha intuito fin da giovane i segni della chiamata del Signore e, non ancora ventenne, si è consacrata a Lui. Ha speso la sua vita nel servizio ai bambini della scuola dell’Infanzia, come responsabile di comunità e, dal 1993, pur ammalata, offrendo il suo aiuto alle sorelle più anziane nella comunità di Tregnago. Dalla prima comunità, a Melara, RO, a tutte le altre, Bondeno, Guastalla, Cellore, Lizzanella, Palazzina, Roncanova, Lugo, Cavazzana, Mechel, Avenza, sempre è stata apprezzata per la sua delicatezza nel tratto, capacità di riconoscere anche i limiti e le fragilità, per superarle. Non ha mai smesso di fare quanto la mamma le aveva raccomandato e lasciato in eredità: pregare per i suoi fratelli, per le loro famiglie, ma soprattutto ricordare il fratello sacerdote, don Giuseppe, e tutti i sacerdoti. Ricordarli e pregare per loro soprattutto negli inevitabili momenti di solitudine che ogni Sacerdote vive, stare loro vicino, con l’affetto e la fraternità. ... SR. ANNA MARIA (Anna) ZANOTTO N.15.11.1943 - M.20.09.2017 Tra le “quattro mani” di chi l’aveva accompagnata e custodita fino all’ultimo istante, si è distesa serenamente nel Signore. Aveva ventiquattro anni quando chiese di entrare nella Congregazione delle Orsoline, conosciute negli anni in cui era stata collegiale presso l’Istituto “Nostra Sig. ra di Lourdes”, in Via Nicola Mazza. Ha vissuto inserita nella famiglia numerosa degli zii Giorgio e Giovanna Zanotto. “Ho capito, scriveva, che bisogna essere generosi... In tutte le cose c’è un bene e un meglio e per me il meglio è rappresentato dalla vita religiosa. Nell’abbracciare questa vita, è mio desiderio essere più vicina a Dio e al servizio del mio prossimo”. Possedeva una buona preparazione in formazione apostolica e pastorale, in contabilità, nell’impiego dei sussidi audiovi-

sivi, era abilitata all’insegnamento della religione e all’insegnamento nelle scuole del Grado Preparatorio e ha svolto sempre generosamente la missione affidatale, nelle comunità di Palazzina, Valgatara, Casa Serena, Milano e Casa Madre. Per diversi mesi ha offerto il suo aiuto in Irpinia, al tempo del terremoto, nel 1980 e in Madagascar durante i disordini politici e le guerriglie, nel 2003. Nel 1997 fu nominata economa regionale e dal 2001 svolgeva il suo servizio alla Congregazione, come Economa Generale, dopo essere stata alla scuola di Sr.Iginia M. Migliavacca e Sr. M. Fidelis De Sipio. Custodiva e sosteneva la missione di tutti i Paesi nei quali siamo presenti e aveva una profonda gratitudine per i numerosi benefattori. Era onesta, personalmente sobria, e queste sue caratteristiche, insieme con il senso di appartenenza, l’hanno mantenuta vigile, nel custodire il patrimonio della Congregazione. “Bisogna vedere un po’ più in là del proprio naso... non possiamo fermarci al presente... dobbiamo garantire, per quel che dipende da noi, anche il futuro...”. Pur consapevole della serietà della sua malattia, ha desiderato fortemente, fino all’ultimo giorno, di tornare a visitare i Paesi dell’Africa e del Madagascar e ha sperato di viaggiare per l’ultima volta, tenendo fra le mani i due biglietti del viaggio. Era il suo modo di servire, di tradurre in attenzioni concrete la sua fede, la sua fraternità. La malattia ha messo a dura prova Sr. Anna Maria che, nel pianto ripeteva spesso: “Non voglio morire!” Dopo ogni aggressione del male si rimetteva in piedi, tornava al suo servizio, ma iniziava anche a consegnarlo. Solo quando le forze l’hanno totalmente abbandonata, anche lei ha concluso: “Basta...Basta... Basta!”. Sono stati oltre due anni di sofferenza che Sr. Anna Maria ha desiderato offrire per la vita della Congregazione e soprattutto per le giovani, nella prospettiva dei prossimi dieci anni, che intuiva incerti e instabili. SR. M. EMILIA (Francesca) PERIN N. 05.11.1923 - M.11.10.2017 Ci ha lasciate nel cuore della notte, quando tutto era buio e il silenzio totale, ma certamente il Signore l’avrà trovata vigile. Sr. M. Emilia non aveva dato segno a noi della sua dipartita nei giorni precedenti la sua morte, l’abbiamo sempre vista serena, collaborante, interessata alla vita della sua Congregazione. Ella ha semina-

to “gioia cristiana” in tutta la sua vita, per questo il Signore Gesù l’ha trovata pronta e l’ha invitata a sedersi al banchetto eterno. Così di Lei, fedele e generosa, rimane una straordinaria eredità, di tanta serenità e bontà, di tanto bene “sparso” nelle Comunità e nei Paesi italiani in cui ella è stata inviata a svolgere la missione educativa ed evangelizzatrice. Sr. M. Emilia ha servito il Signore, insieme alle rispettive comunità, tra i bambini della Scuola Materna e ha lasciato la sua impronta di bontà, di preghiera e di tenacia, a Settecasoni, Aselogna, Bucchianico e Ripa teatina nell’Abruzzo, Cerenzia in Calabria, Palazzina (VR). Anche Birsfelden (Svizzera) è stato un campo di lavoro per lei, che si è occupata dell’assistenza ai figli degli Emigranti, e questo per parecchi anni. Abbiamo visto Sr. M. Emilia relazionarsi alle persone con il cuore, non solo con le mani e con la testa. Proprio questo ha fatto bella la sua vita. Finalmente, ricca di tanta grazia e tanti doni di Dio, è arrivata nella Casa “Maria Immacolata” di S. Zeno (VR) dove ha continuato a donare un po’ di aiuto nell’opera del “Pensionato per Signore anziane”, prima del meritato riposo. Portiamo con noi il suo sorriso, che ci ha regalato anche sul letto di morte. SR. M. CELSA (Rosa) DI CESARE N.08.10.1928 - M.31.10.2017 La vigilia della solennità di tutti i Santi il Signore l’ha resa partecipe della festa che la Chiesa celebra in Cielo con tutti gli angeli e i santi e con quanti hanno già raggiunto la dimora eterna. Soprattutto negli ultimi mesi di vita, Sr. M. Celsa ha vissuto, con paziente rassegnazione, una lunga sofferenza, che ha portato a maturazione quel tesoro di grazia, già in suo possesso, per i tanti anni di vita religiosa e di servizio apostolico. Molti sono i campi apostolici e gli ambienti di lavoro dove, fin dai primissimi anni di vita religiosa, Sr. M. Celsa ha donato se stessa, soprattutto con le giovani, attraverso la scuola di lavoro. Negli anni ‘50 era questo infatti il luogo dove la giovane, la donna, si preparava alla vita futura. Non esisteva ancora, in Italia, la Scuola Media in cui gli adolescenti avrebbero potuto curare la cultura e la formazione, così le giovinette venivano avviate verso il lavoro proprio della donna, a servizio della famiglia e della società. In questo campo di formazione,

Sono nella Pace... · 27


Sr. M. Celsa ha avvicinato e aiutato molte adolescenti e giovani (di Aselogna, Bondeno, Eraclea, Ponti e Nazzano), le quali hanno nutrito per lei una profonda riconoscenza e un ricordo sereno. Con gli anni ’70 il campo di lavoro di Sr. M. Celsa cambiò e divenne soprattutto la scuola materna, dove ai piccoli riservò sempre la sua pazienza e una immensa bontà di cuore. Così la ricordano tante famiglie di diversi paesi in cui operava la Comunità Orsolina: Morimondo, Trieste, Voghiera, Comacchio, Massa Carrara. Gli ultimi anni di attività sono stati da Sr. M. Celsa vissuti in aiuto alle Comunità di Casa Madre, Cerenzia, Milano Marittima e Barcola (TS). Gli ultimi 10 anni di vita, esaurite ormai tutte le sue forze, li ha trascorsi nella Comunità “Maria Immacolata” di Casa Madre, da poco si trovava nella comunità di S. Stefano (VR). Alle sorelle che l’hanno amorevolmente accompagnata e custodita fino all’ultimo giorno va il grazie di tutte noi e la preghiera: Signore benedici e sostieni chi si dedica ad alleviare ogni piccola e grande sofferenza. SR. M. FIORINA (Rosalia - Teresa) ZANINI N. 20. 09.1934 - M. 06.11.2017 Sr. Fiorina aveva anticipato la sua visita in Italia e dal 13 giugno al 25 agosto 2017 era stata con noi e con la sua famiglia. Dopo solo 15 giorni dal suo rientro a Montevideo ha cominciato ad accusare un dolore alla spalla. La superiora, Sr. M. Virginia Zorzi, l’ha portata subito e più volte dal medico, il quale diagnosticava: “polmoni liberi e buona condizione del cuore”, così le lastre, fino al 6 ottobre, davano risultato negativo. Il 15 ottobre, con un dolore fortissimo che lei minimizzava, dopo aver lavato i vetri della cucina, è stata ricoverata in ospedale, e da quel momento fino ad oggi costantemente assistita e vegliata dalla sua comunità e da tante persone che desideravano ricambiare il tanto bene ricevuto. Ha edificato tutti, anche i medici, per la sua serenità. Sono andate a trovarla e l’hanno raggiunta per telefono anche le ex bambine dell’hogar di Las Piedras, da lei tanto amate e curate. La visita che attendeva quotidianamente e che la rendeva felice era quella di Gesù Eucaristia, che voleva intera e non solo un pezzettino come Sr. M. Virginia le proponeva. Anche se il dolore era forte, non si è mai lamentata, anzi, diceva, “è normale che sia così, altrimenti non sarei qui in ospedale”. Il Padre Omar, parroco di S. Bernardita, è andato a visitarla il 2 novembre,

le ha detto chiaramente che il Signore la stava venendo a prendere, e lei, sempre lucida e presente, avrebbe risposto più volte: “Mi sta aprendo le porte del Cielo!”. L’ultimo suo desiderio era morire in terra uruguaya, divenuta ormai la sua terra, ed essere lì sepolta perché lì ha consumato la sua vita, servendo la Chiesa per cinquantatre anni. Ringraziamo i Padri Salesiani per averci offerto la loro tomba e per essersi incaricati a svolgere le pratiche necessarie alla sepoltura, in attesa della tomba della Congregazione. Dal 1955 ad oggi Sr. M. Fiorina ha educato tante giovani, facendo semplicemente ed egregiamente la cuoca. La ricordiamo a Tresigallo, Cadidavid, Torrechiara, Casa Madre, Nazzano, Milano Marittima. Nel 1965 è partita, missionaria, per l’America Latina ed è stata a Montevideo, Vichadero, Las Piedras, Santiago Misiones e per un po’ di tempo anche a Itacurubì. A Madre Clemente Micheloni, Superiora Generale in quel tempo, scriveva: ”Madre, lascia che ti dica che dentro di me scoppio dalla gioia, con la grazia di Dio farò sempre del mio meglio, sarò sorella per le sorelle, sarò loro vicina e le aiuterò, mi occuperò della casa e di tutto quello che comporta, provvederò al loro sostentamento, così loro potranno essere a tempo pieno nell’apostolato”. SR. M. ERMERINA (Maria) DE GRANDI N.12 .09. 1924 - M.16.11.2017 Da pochi mesi si trovava nella Comunità di accoglienza e assistenza di S. Zeno (VR), dopo tre anni di riposo trascorsi nella comunità di Tregnago. Sr. M. Ermerina ha servito il Signore e la sua Chiesa, per 70 anni, donando la sua vita e le sue energie soprattutto nell’educazione e formazione della gioventù, specie dei più piccoli e più bisognosi di attenzione e di delicatezza. La scuola materna, il dopo scuola, il catechismo parrocchiale sono stati i campi della missione apostolica a lei affidati. Proprio qui ha trafficato i suoi doni, con vivacità e impegno costante. Il suo carattere incontenibile, quasi prorompente ed istintivo, è stato da lei tenuto a freno con grande sforzo, sempre attenta che i frutti dell’educazione fossero conservati e positivi, e ci è anche riuscita. Ma ha dovuto lavorarsi molto per correggere loquacità e imprudenze e, come dice lei stessa, anche per “combattere una buona dose di permalosità”. Sr. M. Ermerina ha lasciato il segno del suo passaggio tra le molte famiglie di Ferrara, Ramodipalo, Guastalla, Reggiolo, Codigoro, Colorno, Rero, Castelnuovo Bariano, S. Girolamo, S.Zeno, Barcola, Mesola, Castelmassa, Ostellato, Sabbioncello,

Portomaggiore, Langhirano e Comacchio, che hanno affidato a lei i loro figli. Noi la ricordiamo, infine, nella Comunità S. Angela di Casa Madre, dove è stata dal 2002 al 2014, aiutando nella vita quotidiana, dove era necessario, secondo le sue possibilità, accettando con magnanimità il limite di malattie, pesanti e prolungate. SR. M. ISIDE (Giannina-Elisa) VERDOLIN N. 21.03.1936 - M. 26.11.2017 Si trovava in Casa Madre di ritorno dagli Esercizi Spirituali. Approfittando dell’occasione, aveva trascorso la giornata incontrando e salutando le sorelle, manifestando la gioia del suo incontro con il Signore e la contentezza per le grazie che aveva ricevuto. In mattinata era andata a visitare le sorelle di S. Stefano, nel pomeriggio, col quaderno delle sue preghiere, andava ad incontrare e a salutare la Madre Generale, prima di partire per Milano Marittima e raggiungere così la sua comunità. Sul pianerottolo, al primo piano della Comunità S. Orsola, tra la segreteria, la cappella e lo studio della Madre Vicaria, è stata colta da un infarto fulmineo, e non è servito a nulla il tempestivo intervento dei medici del pronto soccorso. La sua personale condizione di fragilità, anche fisica, e le situazioni familiari l’avevano portata a chiedere l’esclaustrazione, che ottenne dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Trascorse diversi anni assistendo i genitori anziani. Domandò di ritornare in Congregazione quando i genitori passarono ad altra vita. Riprese gradualmente la vita religiosa-apostolica nella comunità di Milano Marittima, aiutando e sostenendo la missione educativa, con i bimbi della Scuola dell’infanzia, e offrendosi generosamente e serenamente nei piccoli lavori, necessari alla vita della Comunità. Il suo amore alla Congregazione era sincero e profondo. La ricordano con affetto e stima, quanti l’hanno vista dedicata come assistente ai piccoli della Scuola dell’Infanzia, nelle comunità di Sommacampagna (VR), S. Ambrogio (VR), Lugo (VR), Domegliara (VR), Cadidavid (VR), di Roma anche come assistente delle giovani lavoratrici capoverdiane. Mentre la sua morte ci invita a guardare in Alto, raccogliamo anche l’eredità, che questa nostra sorella ci lascia, quando scrive e prega: “Noi siamo ciò che siamo davanti alla morte. Non dobbiamo aver paura di morire, ma lasciare entrare il Signore in tutte le nostre morti”.

Chi ci separerà dall’amore di Cristo?

28 · Sono nella Pace...


IL TUO AIUTO... UN GERMOGLIO DI VITA! ASSOCIAZIONE MISSIONI ORSOLINE VERONA ONLUS

Puoi versare il tuo contributo a: ASSOCIAZIONE MISSIONI ORSOLINE VERONA ONLUS

Codice IBAN: IT96 A030 3211 7020 1000 0002 360 Molti progetti promossi dall’Associazione Missioni Orsoline Verona Onlus sono stati realizzati: un grazie vivissimo a tutti coloro che in modi diversi se ne sono fatti carico.

Sr. Anna Maria Zanotto è stata la prima Presidente di AMOV e molti l’hanno conosciuta lavorando nei tanti cantieri da lei seguiti: in Madagascar, in Africa, durante i viaggi nelle realtà dove operano le comunità orsoline e negli incontri che ogni due anni la Congregazione organizza... ...Ora il testimone è passato a noi; insieme siamo chiamati a sostenere i progetti che vengono realizzati dalle comunità orsoline in Madagascar, Burkina Faso, Benin, Uruguay, Paraguay, Brasile e Perù. L’Assemblea dei Soci di AMOV onlus (Associazione Missioni Suore Orsoline Verona), ha pensato, con il contributo di tutti, di intitolare a Sr. Anna Maria Zanotto un progetto nella Comunità di Andraikiba, Antsirabe, che ospita la scuola agricola. La stalla dove vengono allevati i bovini e le strutture adiacenti, compreso il pollaio, necessitano di una ristrutturazione importante: è questo l’ultimo progetto per il quale Sr. Anna Maria ha dato il suo prezioso contributo. Il costo globale del progetto dovrebbe aggirarsi intorno ai 30.000,00 euro.

MADAGASCAR

Sementi ed erba... oggi per domani Le comunità di Andraikiba, Imerintsiatosika ed Analaroa hanno vasti terreni da coltivare con delle piccole stalle. Vengono proposti questi progetti: PROGETTO UTENSILI E SEMENTI 1 CARRIOLA € 30,00 1 VANGA € 4,00 1 FORCA € 3,00 1 RASTRELLO € 2,00 1 SALDATORE € 1470,00 1 TRAPANO € 210,00 1 COMPRESSORE € 380,00 1 GRUPPO ELETTROGENO € 1470,00 1 MOTOSEGA € 1470,00

ne servono 12 ne servono 20 ne servono 20 ne servono 30

SEMENTI (prezzo relativo al Kg) RISO € 1,00 MAIS € 0,50 FAGIOLI € 0,50 PISELLI € 0,50 GRANO € 2,00 AVENA € 2,00 LOGLIO € 6,00 STYLOSANTHES € 4,00

Imerintsiatosika

Ci sono ancora 3 casette su 13 da... rinfrescare PROGETTO: •riparazione del tetto •rifacimento porte e finestre •riparazione cucinetta esterna •tinteggiatura •mano d’opera Il Villaggio “Don Zefirino Agostini” è sorto 25 anni fa e ha accolto alcune famiglie povere… oggi queste casette hanno bisogno di manutenzione e sarebbero destinate ai giovani che vengono da villaggi lontani per poter studiare. Costo di una casetta: € 900,00

Progetti · 29

MADAGASCAR

In memoria di Suor Anna Maria


Nella Diocesi di Antsiranana, all’estremo nord dell’isola, a Diego Suarez, ha iniziato la sua missione una comunità di Orsoline. Al nuovo centro di promozione femminile giovanile servono:

La scuola tecnica a Bobo Dioulasso prepara giovani analfabete o quasi - ce ne sono che hanno fatto la prima o la seconda elementare perché possano trovare un lavoro: come sarte o come cameriere o cuoche nei ristoranti. Costo del progetto € 2000,00

Burkina Faso

Una casa e un pezzo di terra

MATERIALE DA CUCINA: pentole, mestoli, padelle, stufa a gas,... Costo del progetto € 1200,00

Il custode della scuola non ha casa e lo stipendio non è sufficiente per l’acquisto del terreno e per la costruzione della casa… Costo del progetto € 2500,00

ALFABETIZZAZIONE: quaderni, penne, matite, lavagne… Costo del progetto € 500,00 PROMOZIONE FEMMINILE: macchine da cucire a pedale, stoffa, forbici, filo... Costo del progetto € 1100,00

TOGO - Aklakou

10 Macchine da cucire

La scuola tecnica a Bobo Dioulasso prepara giovani analfabete o quasi - ce ne sono che hanno fatto la prima o la seconda elementare - perché possano trovare un lavoro: come sarte o come cameriere o cuoche nei ristoranti. Costo del progetto € 2500,00 (una macchina € 250,00)

30 · Progetti

AFRICA

Ambiente adiacente la cucina per magazzino e dispensa…

BURKINA FASO

AFRICA

Materiale per la cucina e la sala da pranzo

AFRICA

Centro femminile

MADAGASCAR

Diego Suarez

Burkina Faso

Gli alunni della scuola di cucina, sono aumentati di numero per cui è stato necessario aggiungere una nuova cucina, dato che tre gruppi in una sola cucina non avrebbero avuto sufficiente spazio e tempo per le loro esercitazioni... Costo del progetto € 1500,00


Progetto scuola

La scuola superiore Don Zefirino Agostini di Cocotomey accoglie circa 450 ragazze dalla prima media alla maturità. Il numero delle allieve aumenta ogni anno e la scuola è molto povera di materiale didattico. Il progetto prevede l’acquisto di 50 banchi con sedie... Il costo di un banco € 30,00

Progetto Arcobaleno

Il Progetto Arcobaleno: l’arte Culinaria per le Mamme e Adolescenti, nell’intento di fornire delle competenze per garantire un reddito familiare che aiuti la sostenibilità della loro famiglia. Il progetto potrà accogliere 60 adolescenti tra 14 e 18 anni e 60 Mamme tra i 25 e 20 anni. Il progetto prevede un corso da marzo a novembre e il costo del materiale da fornire è di: € 880,00 e le lezioni frontali e di laboratorio, con personale qualificato che potrà rilasciare una certificazione, è di: € 1680,00.

AMERICA DEL SUD

AFRICA

BENIN

BRASILE - Passo Fundo

Il costo dei libri: € 250,00 Il costo del microscopio e del materiale: € 400,00 Il costo di un dizionario: € 50,00 Il costo di una carta geografica: € 20,00

PARAGUAY

PERÙ - Lima

Progetto artigianato Creazione di un piccolo laboratorio di artigianato peruano con il Gruppo della terza età, guidato dalle signore della Pastorale della salute. Questo gruppo di signore, accompagnato dalle suore, si occupa degli infermi e anziani della Parrocchia che spesso hanno bisogno di aiuto economico, di pannoloni, medicine o medicazioni. Il Club realizza artigianato per recuperare fondi destinati a questo scopo. Costi: Macchina per ricamare: € 800,00 Macchina per cucire cuoio: € 350,00 Fustellatrice con accesori: € 50,00 Forbici robuste, materiali diversi, ecc.: € 150,00 Materiale per far partire il laboratorio: € 500,00

AMERICA DEL SUD

Santiago Misiones

Progetto la cura per la terra è un investimento per la vita Il progetto di orticoltura e lombrico coltura è finalizzato al miglioramento globale della comunità, promuovendo il superamento della malnutrizione e delle condizioni familiari dei ragazzi...

Costo del progetto: € 4.000,00

ASSOCIAZIONE MISSIONI ORSOLINE VERONA ONLUS PUOI SOSTENERE I PROGETTI AMOV INDICANDO QUESTO NUMERO ALLA VOCE 5X1.000 DELLA TUA DICHIARAZIONE DEI REDDITI

93216000237

AMERICA DEL SUD

Il progetto prevede un microscopio per la sala di scienze, materiale per le esperienze in laboratorio, 15 carte geografiche, 15 dizionari, libri di lettura per la Biblioteca, il tutto per aiutare le alunne a riuscire meglio nello studio.


Casa

“ Tabor”

Istituto delle Orsoline F.M.I.

Immersa nel verde tra il monte Baldo e il lago di Garda è aperta tutto l’anno e accoglie gruppi e singoli per riposo, riflessione e preghiera, offrendo ascolto e proposte formative. Inoltre nei mesi estivi diventa luogo privilegiato per coloro che desiderano trascorrere periodi di riposo, vacanza in un ambiente bello, armonioso e rilassante.

San Zeno di Montagna - VR

Come raggiungere CASA TABOR IN AUTO: A22 Verona - Brennero, uscita Affi, seguire le indicazioni per Prada, San Zeno di Montagna, Via Don Zefirino Agostini, 7. IN TRENO: scendere alla stazione Verona Porta Nuova da dove parte il servizio pubblico dei pullman per San Zeno di Montagna.

Per info e prenotazioni: SUORE ORSOLINE · Tel. 045.7285079 · casatabor@orsolineverona.it · www.orsolineverona.it

Roma · Casa per ferie

Angela Merici

La casa è attrezzata per il soggiorno di chi è presente in città per ragioni di studio, motivi culturali, formazione religiosa. La casa dispone di camere singole e doppie, con bagno, internet, aria condizionata, prima colazione, per accogliere chi desidera soggiornare qualche giorno a Roma. È possibile partecipare alla preghiera liturgica con la Comunità.

COME RAGGIUNGERE LA CASA Dalla stazione Roma Termini: Con il bus n. 70 via Giolitti - direzione “Piazzale Clodio”, scendere al capolinea. Con la metro A, direzione Battistini, Fermata Ottaviano, via Barletta, bus n. 32 su Viale Angelico e scendere alla fermata Viale Angelico-Maresciallo Giardino- attraversare e proseguire a destra fino al civico. Fermata Lepanto, uscita Marcoantonio Colonna, prendere il n. 30 o il n. 70 scendere al capolinea e attraversare e proseguire a destra fino al civico 159.

Per info e prenotazioni: Istituto delle Orsoline F.M.I. Circonvallazione Clodia, 159 · Roma · Tel. 06.37351071 · casaperferie.angelamerici@yahoo.it


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