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I social e il cibo

IL FUTURO DEL CIBO È DIGITALE

DALLE APP DI DELIVERY ALLE PIATTAFORME PER LA SPESA ONLINE. UN’APPLICAZIONE PER CONOSCERE INGREDIENTI E PREPARARE PIATTI. NEL MONDO DEL FOOD LA TECNOLOGIA LA FA DA PADRONE

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Viviamo in un mondo sempre più digitale e interconnesso. Molte delle nostre azioni quotidiane sono accompagnate dall’utilizzo dello smartphone, che ci consente di usufruire di tutta una serie di servizi, di ordinare prodotti, fare prenotazioni. E grazie al multiforme universo delle applicazioni ogni iniziativa è possibile, anche nel mondo alimentare. Per capire come la dimensione e l’esperienza del cibo siano strettamente legate al digitale, basta pensare ad una semplicissima azione che molti di noi fanno spesso. Quella di pubblicare foto di piatti sui social. Si chiama foodporn. Termine usato per la prima volta nel 1984 da Rosalind Coward che ha definito nel suo libro Female Desire il termine “cibo pornografico” come qualcosa di commestibile che viene presentato in maniera impeccabile. E con questa accezione viene adoperato tutt’ora. Su Instagram #foodporn è un hashtag con 274 milioni di post. Con l’hashtag #food si ottengono, per fare un confronto, 466 milioni di post. Una tendenza cui ovviamente anche le varie realtà di ristorazione non hanno potuto sottrarsi. Il gioco è tutto a livello visivo. Il piatto si mangia prima di tutto con gli occhi. E la vera sfida che si propone un ristoratore è quella di far venire l’acquolina in bocca a chi visualizza il piatto. Alla ricerca della perfezione tutti possono concorrere. Ecco quindi postata la foto del nostro miglior piatto che abbiamo preparato in vista di una ricorrenza importante. I dispositivi tecnologici non ci aiutano solo a immortalare il risultato finale, ma ci accompagnano in tutto il processo a partire dall’acquisto delle materie prime.

E-commerce e pandemia

Basta un click, si riempie il carrello virtuale e la spesa arriva comodamente a casa. Il fenomeno dell’e-commerce, diffusosi massicciamente anche in Italia a causa della pandemia, ha conosciuto una forte accelerazione nei settori alimentare e dei beni di largo consumo. Nuove abitudini hanno conquistato il consumatore sempre più disposto a ordinare la spesa tramite l’App dello smartphone. I grandi supermercati si sono dotati di un servizio di consegna a domicilio. Ma hanno iniziato a fiorire anche servizi di spesa online non legati ad un particolare marchio, con consegna a casa in tempi molto celeri. È il caso dell’App Everli, il servizio che permette di fare la spesa online nei supermercati preferiti e di riceverla a casa anche in giornata. Una volta ricevute le materie prime è ora di mettersi all’opera per confezionare il nostro prodotto. Se abbiamo visto sui social la foto di una pietanza succulenta che vorremmo riproporre niente panico. Con Pic2Recipe è possibile identificare correttamente gli ingredienti di una ricetta attraverso il caricamento di una foto. Una volta inserita la foto, il sito fornisce attraverso un algoritmo che pesca da un database di oltre un milione di ricette un elenco di massimo cinque ricette. In Francia lo scorso anno è nata Yuka, l’App che valuta prodotti alimentari e cosmetici. Per farlo è sufficiente scansionare il codice a barre presente sul prodotto e il sistema associa a quel prodotto un determinato livello di rischio, dal semaforo verde (rischio assente) al semaforo rosso (rischio elevato). Un importante indicatore per la valutazione espressa dall’applicazione è la presenza di additivi in un prodotto. Altro indicatore, che influisce su una percentuale minore, segnala la presenza di ingredienti biologici, contrassegnati cioè dall’etichetta europea con la foglia verde. Per una conoscenza approfondita di un determinato prodotto e per capire se si tratta del cibo giusto che stiamo per mangiare viene in soccorso Edo - Ora sai cosa mangi, l’applicazione che attraverso la scansione del codice a barre riporta il contenuto di proteine, carboidrati e l’elenco degli ingredienti. Lo scopo è di aumentare la consapevolezza da parte del consumatore nei confronti del cibo. Se prevediamo già che una determinata sera non avremo voglia di cucinare possiamo visitare l’App The Fork per prenotare un’esperienza gastronomica alternativa. Nella pagina dedicata al ristorante compaiono il menu e la descrizione del locale. Altre informazioni riguardano un eventuale sconto che il ristoratore applica direttamente alla cassa. A corredare la pagina ci sono le recensioni da parte dei clienti.

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Le App di delivery

La pandemia ha accelerato anche un altro fenomeno già in atto nel nostro Paese, ovvero il delivery food. Il gesto di ordinare a domicilio, sia attraverso App di consegna sia contattando gli stessi ristoratori, è un trend in continua crescita. Molte attività, in tempi di Covid, si sono lanciate in questo modello di business per attirare nuovi clienti, sviluppando proprie applicazioni, mettendo su Facebook i propri menù oppure organizzando servizi di consegna a domicilio. Ci sono diventate più familiari in questi due anni piattaforme come Glovo, JustEat e Deliveroo, con i loro servizi di consegna che fungono da tramite tra ristoratore e consumatore. D’altro canto, i servizi di ristorazione hanno espresso una chiara necessità di ricostruire la propria identità e differenziarsi. La vera partita si gioca sul terreno della tecnologia, dove la ristorazione è chiamata ad un importante sfida per rimanere in contatto con i propri clienti.

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