Gli Ecomostri sotto il Letto

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Pamela Orrico



a Fortuna di Caivano, a cui è stata rubata l’infanzia.


Presentazione

PRESENTAZIONE

Legambiente definisce “ecomostro” un «edificio o complesso di edifici considerati gravemente incompatibili con l’ambiente naturale circostante. Termine intraducibile in altre lingue, come quello di “abusivismo”: a dimostrare come si tratti di un fenomeno marcatamente italiano». Il termine si è poi esteso alla scrittura giornalistica per descrivere più in generale luoghi in stato di abbandono che finiscono per inquinare il territorio. Rientrano in questa tipologia quindi, oltre agli abusi edilizi, anche complessi industriali dismessi o edifici di valore storico non più fruibili a causa della totale mancanza di manutenzione e di progetti inclusivi di riqualificazione urbana. Il progetto Gli ecomostri sotto il letto nasce da una suggestione: i genitori per far addormentare i bambini raccontano storie di “mostri sotto il letto”. Il trucco funziona finché il bambino non si avventura sotto il letto, scopre che non ci sono mostri e trasforma spontaneamente quello spazio in un rifugio o un nascondiglio. Questo lavoro si propone di fare la stessa cosa con gli ecomostri che popolano le nostre città. Il bambino inizialmente ha paura di questi edifici, poiché appaiono incombenti, grandi e pericolosi ma, attraverso il gioco, viene spinto a riappropriarsene, rendendoli parte attiva del luogo in cui vive e del suo immaginario. Lo scopo principale di questo laboratorio didattico è fornire ai partecipanti gli strumenti culturali e pratici per riappropriarsi dell’ecomostro attraverso l’atto creativo, elemento capace di sovvertire e rinnovare, così da ridefinire l’oggetto in sé e, più in generale, il contesto in cui è immerso.


PROGETTO/STRUTTURA


Progetto L’ex Manicomio Santa Maria Maddalena, poco distante dal centro storico di Aversa, fu fondato nel 1813 da Gioacchino Murat, e fu il primo manicomio d’Italia. Venne abbandonato nel 1999, dopo oltre un secolo di storia, in seguito alla legge Basaglia del 1978. Attualmente l’area è di 17 ettari ed è composta da diverse strutture con differenti stati di conservazione e finalità. Le strutture monumentali all’ingresso ospitano l’archivio storico autogestito e il Ser.T di Aversa; più avanti c’è la struttura dell’ex falegnameria e lavanderia riqualificata dal Laboratorio La Scintilla ISKRA Agro aversano. Proseguendo, si trovano i padiglioni in completo stato d’abbandono corrispondenti alle sezioni Leonardo Bianchi, Verga, Livi e Virgilio. In fondo è possibile scorgere l’attuale sede dell’ASL Caserta 2 e la fattoria sociale Fuori di Zucca. L’utenza è molto varia e cambia in base ai giorni della settimana e gli orari del giorno. Durante l’orario di lavoro della sede ASL, del Ser.T e della fattoria sociale c’è, oltre alla presenza dei lavoratori, un discreto traffico di utenti di passaggio che accedono ad uffici e strutture. Parallelamente lo spazio verde è frequentato anche da persone che utilizzano il parco per passeggiare, svolgere blanda attività sportiva, come ciclismo e corsa, e anche per passare del tempo con cani domestici. Nessuno spazio è però dedicato o finalizzato a questo scopo e tutto è affidato all’iniziativa privata. Nelle ore notturne e nei giorni festivi però, a causa della totale mancanza di sorveglianza, l’area è frequentata da tossicodipendenti, spacciatori occasionali, malavitosi di altro genere e senza tetto, la cui presenza si intensifica nelle aree dal più alto stato di abbandono all’interno dei complessi, non visibili dalla strada d’accesso. Ideare, sviluppare e attuare un laboratorio ludico-creativo per bambini in un luogo così problematico ma allo stesso tempo così pieno di potenzialità nasce dalla necessità di voler dare nuova accezione, non solo all’ecomostro abbandonato ma alla percezione che la popolazione e in particolare i bambini, hanno di esso. Ho sempre pensato che tutto ciò fosse possibile attraverso il medium dell’arte. Grazie alla collaborazione con il Laboratorio La Scintilla ISKRA Agro aversano, che porta avanti da tempo la riqualificazione del Parco della Maddalena, abbiamo aperto le porte alle famiglie con una serie di appuntamenti domenicali, diffusi a mezzo social e attraverso manifesti informativi, per permettere gradualmente ai partecipanti di conoscere e vivere il luogo. La base operativa del laboratorio è stata l’area dell’ex falegnameria dove si sono svolte le diverse attività quali collage, creazione di disegni ed infine la realizzazione di costumi in coerenza col tema cardine.


Ogni attività pratica è stata intervallata da escursioni. L’obiettivo finale, culminato nell’ultima giornata, è stato quello di concepire il luogo non più come una realtà a sé stante ma come uno spazio da poter vivere nel quotidiano. Il laboratorio ludico-creativo ha coinvolto bambini dai 4 ai 12 anni provenienti da Aversa e dai territori limitrofi. Le attività didattiche si sono svolte per tre giorni, così ripartite: 11 dicembre 2016 Escursione creativa tra i giganti della Maddalena I bambini hanno interagito con il luogo attraverso una caccia al tesoro seguita da un riscontro fotografico. Ciò ha permesso loro di relazionarsi attivamente con il luogo abbandonato. Per te che cos’è l’ex Manicomio di Aversa? Successivamente all’escursione creativa si è svolto un brainstorming finalizzato a raccogliere idee per la riqualificazione degli spazi attraverso l’ideazione di elaborati pittorici. 18 dicembre 2016 Diventiamo cavalieri e principesse del castello della Maddalena Attraverso l’utilizzo di materiali poveri quali stoffe e vecchi indumenti, i bambini hanno ideato costumi per impersonare gli abitanti immaginari del castello della Maddalena. Parata nel maniero della Maddalena I bambini hanno interagito con gli spazi travestiti dai personaggi da loro ideati. Ad ogni tappa hanno lasciato propri oggetti come segno di riappropriazione del luogo. 29 gennaio 2017 La festa degli ecomostri sotto il letto L’area dell’ex falegnameria ha ospitato una festa con giocolieri, video-proiezioni, fotografie e l’esposizione degli elaborati pittorici delle precedenti giornate. L’ultima fase del laboratorio ha permesso ai partecipanti di sviluppare familiarità con il luogo e ha completato il processo di liberazione di uno spazio inaccessibile.


Escursione creativa tra i giganti della Maddalena


Fabbricato centrale








Per te che cos’è l’ex Manicomio di Aversa?


Padiglione Leonardo Bianchi




Diventiamo cavalieri e principesse del castello della Maddalena


Padiglione Verga




Parata nel maniero della Maddalena


Padiglione Livi








La festa degli ecomostri sotto il letto


Padiglione Virgilio




Ringraziamenti Quando ho deciso di iniziare questo progetto molti hanno pensato che fossi impazzita. L’idea di portare dei bambini in uno spazio fatiscente e abbandonato ha fatto storcere il naso a tantissime persone e ne ha fatte ridere altre. Non è facile immaginare che dei bambini possano riappropriarsi di spazi che la comunità degli adulti ha destinato all’oblio. Abbiamo dimostrato che non solo è possibile, ma può essere la chiave di lettura per la rinascita della nostra società; buttando via luoghi, persone e oggetti non facciamo altro che gettare noi stessi. Accanto a questa diffidenza in tanti hanno creduto prima in me e nelle mie capacità, poi in questo lavoro. A loro, in ordine, vanno i miei ringraziamenti: Al prof. Rino Squillante che fin dal primo giorno ha visto in me delle potenzialità che nemmeno pensavo di avere e mi ha sostenuto per tutta la durata di questo percorso accademico, oltre che in questo progetto finale. Ad Arturo, perché, tra le tante persone che vanno e vengono, lui ci sarà sempre. A Daniele, la mia soluzione a tutto. Alla mia famiglia che non ha mai smesso di supportarmi. Agli amici di sempre e per sempre: Annarita, Mauro e Pino. Agli amici lontani ma sempre vicini: Eliano ed Enrico. Alla prof.ssa Liana Guadagni: il suo aiuto e il suo esempio sono con me fin dai tempi della scuola superiore. Ad Antonio, Veronica, Gennaro, Piero, Raffaele e Alessandra dell’Iskra di Aversa: senza il loro progetto di riqualificazione sociale e la loro ostinazione nel portare avanti la rivoluzione del Parco della Maddalena, questo lavoro non sarebbe mai nato. L’ultimo ringraziamento, il più importante, va ai bambini che hanno partecipato a questo laboratorio, riappropriandosi di uno spazio già loro.



Pamela Orrico


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