A pattern of illustrators

Page 1



MINISTERO DELL’UNIVERSITÁ E DELLA RICERCA AFAM

ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI PALER MO DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE E ARTI APPLICATE SCUOLA DI PROGETTAZIONE ARTISTICA PER L’IMPRESA DIPLOMA ACCADEMICO DI PRIMO LIVELLO IN PROGETTAZIONE DELLA MODA

A PATTERN OF ILLUSTR ATORS Una r assegna degli illustr atori di moda di ieri, di oggi e di domani

TESI DI

pamela romano MATRICOLA 7103

RELATORE

PROF. VITTORIO UGO VICARI

A.A. 2013-2014



Indice generale

Introduzione Cap. I

L’ILLUSTRAZIONE DI MODA

I.1 Note di storia dell’illustrazione giornalistica

p.13

I.2 L’illustrazione di moda oggi

p.19

Cap. II BIOGRAFIE DI ILLUSTRATORI ILLUSTRI:

UNA RASSEGNA

II.1. Gli anni ruggenti

Gli illustratori tra gli anni Venti e Trenta

p.31 p.33

II.1.1 Marcello Dudovich

p.35

II.1.2 Paul Iribe

p.37

II.1.3 Georges Lepape

p.41

II.1.4 Andrè Marty

p.43

II.1.5 Gino Boccasile

p.47

II1.6 Eric

p.51

II.1.7 Edina Altara

p.53

II1.8 Brunetta

p.55

II.1.9 Renè Bouchè

p.59

II.2. Les anneés folles Gli eleganti illustratori degli anni Quaranta e Cinquanta p.63 II.2.1 Maria Pezzi

p.65

II.2.2 Renè Gruau

p.67

II.2.3 Tom Keogh

p.71

II.2.4 Joe Eula

p.73

II.2.5 Kenneth Paul Block

p.75

II.2.6 Pino Lancetti

p.79

II.3. Gli anni ribelli - L’evoluzione del disegno di moda negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta

p.81


II.3.1 Gladys Perint Palmer

p.83

II.3.2 Antonio Lopez

p.85

II.3.3 Michael Roberts

p.89

II.3.4 George Stravinos

p.93

II.3.5 Mats Gustafson

p.95

II.3.6 Maddalena Sisto

p.97

II.3.7 Lorenzo Mattotti

p.99

II.3.8 Tony Viramontes

p.101

II.4. Gli anni 2.0 - La digitalizzazione dell’illustrazione di moda e gli esponenti di oggi

p.105

II.4.1 David Downton

p.107

II.4.2 Stefano Canulli

p.111

II.4.3 Arturo Elena

p.113

II.4.4 Ruben Toledo

p.115

II.4.5 Francois Berthoud

p.117

II.4.6 Aurore de La Morinerie

p.119

II.4.7 Jasper Goodall

p.121

II.4.8 Hiroshi Tanabe

p.123

II.4.9 Tanya Ling

p.125

II.4.10 Jason Brooks

p.129

II.4.11 Kareem Iliya

p.133

II.4.12 Julie Verhoeven

p.137

II.4.13 Liselotte Watkins

p.141

II.4.13 Garance Dorè

p.145

II.4.14 Cecilia Carlstedt

p.147

II.4.15 Ivo Bisignano

p.149

II.4.16 Marcela Gutierrez

p.153

II.4.17 Andrea Tarella

p.155

II.4.18 Ricardo Fumanal

p.157

II.4.19 Igor + Andrè

p.159

II.4.20 Laura Laine

p.161

II.4.21 Gerardo Larrea

p.163


II.4.22 Katie Rodgers

p.165

II.4.23 Kelly Smith

p.167

II.4.24 Sunny gu II.4.25 Jamie Lee Reardin

p.169 p.171

II.4.26 Hayden Williams

p.173

Cap. III

TRA IL DISEGNO E LA

FOTOGRAFIA: Renè Gruau

Cap. IV

IL PROGETTO

p.183

IV.1 A Pattern of Designers

p.193

IV.2 Da Pattern of Designers a Pattern of Flying Scissors

p.195

IV.3 L’Azienda: Bellino

p.196

IV.4 La prospettiva produttiva

p.197

IV.5 La stampa tessile

p.197

IV.6 Lo stampatore: Marco La Russa

p.199

Apparati

Indice delle illustrazioni

p.222

Indice delle tavole fuori testo

p.226

Indice catalografico p.227

Giornali e Riviste Italiani

p.231

Giornali e Riviste Francesi

p.243

Giornali e Riviste Americani

p.250

Giornali e Riviste Inglesi

p.261

Giornali e Riviste Australiani

p.268

Giornali e Riviste Cinesi

p.269

Bibliografia

p.270

Sitografia

p.272



Introduzione

L’obiettivo primario che la presente tesi si impone è la rivalutazione del disegno di moda; fondamenta di ogni creazione, stampa tessile e attività fine a se stessa. Su questa base si è proceduto con un quadro generale della nascita dell’illustrazione di moda, tramite le necessarie nozioni dell’evoluzione del giornalismo di settore, partendo dai primi oggetti utilizzati per la divulgazione delle notizie di moda come le poupèes de mode della Francia del XVI secolo, gli almanacchi, le prime riviste illustrate, in Francia, in Gran Bretagna e in Italia. Il presente lavoro propone l’introduzione alla conoscenza dell’illustrazione mediante la suddivisione storica, in breve, di quelle tendenze che hanno differenziato i decenni dal 1900 ad oggi, attraverso l’interpretazione degli illustratori che si sono distinti sia per collaborazioni giornalistiche che nell’evolversi in imprenditori di sé stessi. Sotto il profilo metodologico, sono stati consultati testi a carattere storico e artistico in grado di rispondere ai quesiti riguardanti l’utilizzo del disegno in atelier, nella fase progettuale; nei backstage delle sfilate, come documentazione da inserire nelle riviste del settore e nel modo più utilizzato di frequente, come campagna pubblicitaria. Tale ricerca ha imposto l’analisi di testi pertinenti lo sviluppo della stampa femminile, consultati presso la Biblioteca dell’Istituto Gramsci e la Biblioteca Nazionale Centrale, entrambe di Roma; altrettanti testi sull’evoluzione del disegno presso la Biblioteca Braidense, la Biblioteca Trivulziana e la Raccolta Civica Achille Bertarelli di Milano. Per un’analisi più approfondita sull’illustrazione di moda contemporanea, è stata 9


fondamentale la consultazione dei siti web dei vari illustratori ancora in attività come Mats Gustafson, Julie Verhoeven e Tanya Ling. Su questa linea, il progetto di tesi si è posto l’obiettivo di anteporre il disegno al vestito stesso, trasformando il primo in stampa decorativa, pattern tessile. Ne è derivato, in sintesi, un modulo di forbice che si ripete, come metafora di artigianalità e manualità, progettazione e criterio, ma anche di bellezza, poiché trasformato in uno degli insetti più belli in natura, la farfalla. Il tutto è stato prefigurato per una applicazione all’abito femminile: l’intramontabile tubino, bianco nel colore e in lino nel tessuto, stampata con le antiche tecniche della cera molle. Volendo perseguire una logica d’impresa e volendo verificare la tenuta del progetto innanzi al mercato, è stato chiuso un accordo con l’azienda Bellino Mode di Palermo, la quale è divenuta presto il primo committente della mia carriera di designer. Pertanto, tra i ringraziamenti, oltre al Maestro Marco La Russa di Palermo per l’esecuzione della stampa incisoria; al Prof. Sergio Pausig per l’impaginazione grafica e la presentazione degli elaborati di tesi on line; al Prof. Vittorio Ugo Vicari per avermi guidato e supportato durante la stesura della tesi; mi corre l’obbligo di ringraziare Antonino Valenti e Adriana Giannilivigni, della ditta Bellino Mode di Palermo.

10


Dedico questo lavoro alle persone a me pi첫 care



Capitolo I L’ILLUSTRAZIONE DI MODA I.1 Note di storia dell’illustrazione giornalistica Il mondo della moda possiede almeno venti figure professionali che si sviluppano a partire dal fashion designer, o più conosciuto come stilista, al modellista di accessori; dal buyer1 al product manager2; dall’ufficio stampa allo store manager, il direttore del punto vendita, dove infine marchio e clienti si incontrano. Ma all’interno di questo processo, ben strutturato cronologicamente, esiste una figura che trova il suo posto dove le viene più congeniale: l’illustratore di moda. Oggi il suo ruolo si focalizza più spesso nella post-produzione di una collezione di moda; il disegnatore ricrea, plasmandolo col suo stile, tutto quello che è già stato fatto, riproponendo le modelle con le migliori uscite della sfilata, cercando lo stilista che approvi la sua interpretazione per farsi pubblicità e proprio di questo campo l’illustratore comincia a far parte sin dagli anni Venti e più avanti vedremo le varie collaborazioni tra stilisti-illustratori, marchi-illustratori e riviste-illustratori. Questo mestiere non è sempre stato così, negli anni è stato rivoluzionato, non si intende solo con le tecniche di disegno e di elaborazione digitale di cui oggi si può usufruire, il suo posto si trovava ancor prima, negli atelier di moda, in cui disegnava modelli di abiti francesi per vendere i suoi bozzetti alle case di moda italiane. Molti disegni simili sono stati trovati in più di un atelier in Italia3; poiché questi disegni, provenienti da modelli preesistenti visti sfilare in Francia, ve13


nivano chiamati “croquis” e acquistandoli, lo stilista italiano apportava modifiche tipiche del mercato locale. Il disegnatore o meglio figurinista poteva far parte di una ditta specializzata in croquis francesi4 o essere un’artista, come l’incisore italiano Guido Gonin5, o illustratore per le riviste. Ancor prima dei figurinisti e della Milano capitale del giornalismo di moda, quest’ultima veniva comunicata attraverso le bambole di moda e le incisioni. Le cosiddette “poupées de mode” o “pandora” o “Queen Anne Dolls”6 (Fig. 1) fatte in cartapesta, cera, legno e porcellana, potrebbero anche definirsi le antenate dei manichini, nei casi in cui vennero realizzate ad altezza d’uomo. Ambasciatrici del gusto francese e indossatrici delle toilette più attuali viaggiarono per le corti, i centri commerciali e le migliori vetrine delle città d’Europa e d’America dal XIV al XVI secolo, fino a quando, un po’ per la loro fragilità e per il loro costo, nel Cinquecento vennero superate dall’immagine di moda e diventate privilegio di pochi collezionisti. È da questo passaggio che entrerà in gioco l’immaginazione ereditata dai giornali di moda7. Di probabilmente meno importanza ma da non tralasciare è un altro mezzo di comunicazione ritenuto basso perché letto dalle classi meno agiate era l’“almanacco”, che diede altre importanti prerogative, per il giornale di moda che si formerà in seguito, come la periodicità e l’aggiunta di informazioni e notizie che si riproponevano ciclicamente8. Nella prima metà del Settecento, in Inghilterra, nascevano riviste che non richiedevano esclusivamente un pubblico dotto e di conseguenza si fecero strada le rubriche di moda9; in Italia Firenze raggiungeva, anche se tardivo, il primato della produzione di testate dedicate alle donne, come «La Toeletta»10 (1770-1771), dedicata a racconti e fatti di cronaca verosimili, «La Biblioteca Galante»11 (1775-1777) di 14


sana morale e il «Giornale delle Dame»12 (1781) il periodico meno fortunato ma dai caratteri più innovativi per la varietà di rubriche, una sezione dedicata al teatro, una alle poesie e una alla storia corrente13. Fin ora la moda è apparsa più come pubblicità e annunci, mentre quando il primato passerà a Milano e Venezia avrà la sua rubrica dedicata ai propri aggiornamenti. Il primo giornale di moda stampato a Milano fu il «Giornale delle dame e delle mode di Francia»14, stampato a Milano dal 15 luglio 1786 al 21 dicembre 179415, il quale proponeva figurini spesso allegati su carta differente, più pesante, riprodotti tramite litografia e cromolitografia, con testi descrittivi tradotti dal francese, lingua utilizzata nei richiami tecnici. Alcuni editori vantavano la provenienza dei figurini da essi pubblicati, direttamente dai loro disegnatori inviati a Parigi, come il già citato Gonin, per la testata «La Novità»16 (1864-1943), una tra quelle testate che oltre al figurino offriva cartamodelli, tavole da ricamo e lezioni di pittura su stoffa; importanti segni di quel cambiamento e di emancipazione femminile di cui la donna ora lavoratrice, impiegata, maestra o giornalista di moda era protagonista17. Le prime riviste di moda, potremmo dire anche quelle di oggi, si ponevano come obiettivo la libertà di far sognare le donne della piccola borghesia, dando loro la sensazione di poter raggiungere attraverso l’abbigliamento l’omologazione con le classi più agiate18. Prima dell’Unità d’Italia erano ben otto le testate di cui si suppone la presenza di un figurino19. Dopo l’Unità nascono in Italia una centinaia di riviste di cui 75 solo a Milano, 13 a Torino, 11 a Roma e 11 a Genova, 5 a Firenze e 1 a Napoli20, godendo del nuovo clima sociale e culturale proponevano temi come la gestione della casa, l’educazione dei figli, opere di narrativa, geografia, viaggi e manuali di igiene21. 15


Le prime riviste che pubblicarono figurini di disegnatori italiani furono «Il mondo elegante», il «Corriere delle dame»22 e «La moda genovese»23. Come suddetto il ruolo dell’illustratore negli anni si evolve, da disegnatori, molti, divennero stilisti, come il francese Pierre Balmain24 e gli italiani Pino Lancetti25, Renato Balestra26 che disegnò molto per le Sorelle Fontana negli anni Cinquanta, Walter Albini27 e Franco Moschino che illustrò per riviste come «Gap»28, «Linea Italiana»29 e le pubblicazioni americane di «Vogue»30 e «Harper’s Bazaar»31 e maison come Versace fino a quando non fondò la società a suo nome nel 197832. Già in questi anni il disegno veniva considerato a posteriori più che a priori, perché il disegnatore non si interessava di dati tecnici che servivano alla sartoria, le progettazioni spesso venivano distrutte, insieme ai cartamodelli, mentre i disegni in bella copia venivano mostrati alle clienti e/o passati alle riviste di moda. Presentandosi a volte in un modo abbastanza descrittivo, il disegno d’illustrazione venne considerato similare al disegno per il costume teatrale, ma quest’ultimo spesso riportava diciture per l’esecuzione e veniva rappresentato indossato dall’attore per cui veniva proposto33, mentre il modello dei disegnatori d’atelier raramente veniva rappresentato indossato dalla cliente per cui doveva essere realizzato e più spesso addosso a figure di donna inventate, poste frontalmente o di lato o di dietro, se un particolare del modello lo richiedeva, e in piccolo, a lato, rappresentata la visione opposta per poter osservare tutte la facce dell’abito. La donna raffigurata era sempre lo specchio della cultura e delle mode del tempo; sin dagli anni della Belle Epoque con la Gibson Girl, disegnata dal Charles Gibson Dana34, che incarnava la giovane donna americana dal corpo sinuoso e 16


dai capelli raccolti sulla testa35 per passare a quelle donne estremamente longilinee di Georges Lepape, George Barbier e Paul Iribe degli anni Dieci coi capelli corti avvolti in turbanti, abiti stile impero lunghi dalle decorazioni stilizzate, tipici dello stilista Paul Poiret, ovvero il pioniere delle collaborazioni tra illustratori e stilisti, che rivoluzionò il mondo della grafica pubblicitaria facendo realizzare i primi album di bozzetti curati dagli illustratori come Les Robes de Paul Poiret raccontées par Paul Iribe e ancora Les hoses de Paul Poiret vués par Georges Lepape rispettivamente pubblicati negli anni 1908 e 191136. Il suddetto illustratore francese Lepape, dominò tra le più meravigliose copertine delle edizioni sia americane che francesi che tedesche del mensile Vogue, tra gli anni 1925-1933; nelle sue copertine vigeva un’atmosfera in bilico tra il sogno e la quotidianità che le rendeva appetibili alla vendita. E per continuare, dalle garçonne degli anni Venti che praticavano sport indossando le tute di Thayaht e i pijamas disegnate dallo spagnolo Eduardo Garcìa Benito e dall’italiano John Guida che sdoganò i canoni iribeiani che insistevano nelle riviste italiane37, ai cassetti illustrati sui tailleur surrealisti di Elsa Schiaparelli. Anche se nel frattempo, avanzati gli anni Quaranta, la fotografia faceva il suo prepotente ingresso, i figurini continuavano ad essere i privilegiati nel mostrare il modello e la sua costruzione non più come allegati ma come parte integrante della rivista38. Correvano gli anni Quaranta e Cinquanta e in Italia Bruna Mateldi Moretti rivoluzionava il mestiere dell’illustratore per non essere più “solo” una disegnatrice; coi suoi tratti semplici, veloci e vibranti criticava e ironizzava il mondo della moda, i suoi non erano più disegni fini a se stessi o modelli da riprodurre. Il suo modo di fare non le procurò facili appoggi da parte di molte riviste, ma collaborò con «Bellezza»39 insieme ad 17


altri disegnatori come Maria Pezzi, Chino Pert, Alberto Lattuada, Lina Bo, Marcello Dudovich e Federico Pallavicini, una lista di nomi che lascia ad intendere ancora l’utilizzo del disegno in copertina e la sua adattabilità e funzionalità accanto al testo40. Mentre in «Bellezza» Brunetta, così si firmava, disegnava la sua donna sempre in relazione con l’ambiente41, la rivista «Grazia»42 mostrava l’analisi dell’abito della giornalista e illustratrice Anna Vanner, che lo scompone e ne spiega pezzo per pezzo la modifiche apportate in quella stagione nella sua rubrica “Il taccuino” nata nel 195343. È in quest’ultimo anno citato, nei numeri della rivista «Marie Claire»44 (edizione italiana) la testimonianza dell’inizio della “convivenza” tra illustrazione e fotografia. In alcuni servizi sulle nuove proposte, si presenta un collage di immagini; fotografie di modelle scattate all’aperto e figurini dallo sfondo monocromo con colori pastello, indossano le varianti dei modelli raffigurati in foto. Tra le pagine di queste riviste troviamo le novelle, gli articoli sulla cura di se stessi e della casa incorniciati dagli inserti pubblicitari in cui l’illustrazione non demorde, una fra le tante la pubblicità quella del rossetto Le Rouge Braiser di Renè Gruau per Dior. Ma il protagonista dei numeri di «Marie Claire» del 1953-1955 è senz’altro l’illustratore Alberto Lattuada, sottili ed eleganti i suoi figurini indossano davvero gli abiti, lo si deduce dalle accurate ombreggiature che definiscono il volume e la densità dei tessuti; collaboratore di molte testate e case di moda, avrà anche lui una sua linea, molto sportiva, comoda e all’avanguardia. Gli anni Sessanta invece sembrano voler decretare l’abbandono del disegno, se non per eventi speciali, ma in qualità di reporter45. Colui che sostituì la macchina fotografica grazie alla sua abilità rappresentativa, avvantaggiato anche dalle nuove forme di moda che necessitavano di esser viste da più punti di 18


vista, fu Antonio Lopez, l’illustratore portoricano passato per New York e Parigi che incantò il fashion system e le sue personalità più di spicco tra cui Karl Lagerfeld e il brand italiano Missoni. Coi suoi colori vivaci derivati dall’influenza Pop e Surrealista, che ben si adattarono agli anni Settanta e Ottanta, collaborò alla rivista di culto «Vanity» edita da Condè Nast da un’idea dell’irriverente giornalista Anna Piaggi46 alla quale contribuì anche l’illustratore italiano Stefano Canulli47. La suggestione e l’espressione artistica dell’illustrazione torna in auge come un tempo, riviste come «The Sunday Times»48, «Vogue UK»49, «Tatler»50, «Harper’s Bazaar UK»51, «Le Monde»52, «The Face UK»53, ebbero molte collaborazioni con illustratori come Michael Roberts, poliedrico della moda dalle figure picassiane, l’italiana Maddalena Sisto con le sue donne longilinee, David Downton l’illustratore alla ricerca dell’attimo fuggente per renderlo eterno e Tony Viramontes, artista trasgressivo dal tratto vibrante e incisivo, che potremmo definire pioniere delle tecniche digitali dei giorni nostri, per il suo modo di interagire sulle superfici fotografiche con disegni e colore. Arrivano gli anni Novanta, in cui il disegno entra nel mondo del design, la computer grafica diventa alla portata di tutti e le riviste vengono a contatto con illustratori creatori di immagini pseudo realistiche come quelle di Jasper Goodall e Jason Brooks54. Che siano colori a matita, acquerelli, che si abbia abilità artistica o che sia solo il prodotto di ore su Photoshop poco importa, il prodotto finale è quello che conta, che riesca ad evocare il senso stilistico di chi ha operato accendendo i sensi di chi guarda.

I.2 L’illustrazione di moda oggi Come ogni artista del suo tempo, l’illustratore di oggi racconta, 19


interpreta e rappresenta tutto quello che lo circonda. Dagli anni Novanta, dopo tutti gli in e out nel mondo del giornalismo di moda, l’illustratore detterà stile anche nelle generiche riviste di lifestyle come «Wallpaper»55 e «Surface». L’illustrazione era ormai ritenuta un mezzo arcaico, ma grazie alla sua lunga assenza sulla scena e ai nuovi software nati in quegli anni, gli illustratori che utilizzarono entrambe le tecniche, ottennero scene di vita contemporanea che ebbero fortuna in varie riviste come «Vogue UK»56, «The Guardian»57, «The Sunday Times»58 e nel mondo della pubblicità, come accadde a Graham Rounthwaite e i suoi personaggi creati con Photoshop per Levi’s59. L’illustrazione nel mondo della moda diviene sinonimo di ispirazione, collezionismo e collaborazione; i figurini di moda acquisiscono valore, stilisti e illustratori collaborano nella realizzazione di intere collezioni ed il prodotto dell’illustratore diventa abito e/o stampa per l’abito, come nel caso delle illustratrici Liselotte Watkins per Miu Miu nel 2008 e Julie Verhoeven per Versace nel 2009. Personaggi di spicco del settore come designer, modelle e attrici testimonial iniziarono a farsi ritrarre; grande esponente, ancora oggi attivo, di tale pratica è il famoso David Downton, illustratore-ritrattista delle donne più belle al mondo come la modella Carmen Dell’Orefice, le sue colleghe Twiggy, Lily Cole, Linda Evangelista, la regina del Burlesque Dita Von Teese e l’attrice Julia Roberts, per citarne alcune. Inoltre i lavori dei grandi illustratori del passato sono ricercatissimi dagli antiquari e nelle aste, i fashionisti vogliono di nuovo vedere i disegni, non le fotografie, come se le storie dei servizi di moda fossero diventate sempre uguali e noiose, inoltre la foto non riesce mai ad esprimere il sentimento, l’emozione, così come può farlo un disegno fatto a mano. L’appuntamento con l’illustrazione che possiamo ritenere 20


una certezza dal 1989, che si ripete in ogni numero, è quello di Lele Acquarone coi suoi Scrapbook su «Vogue Italia»60 in cui inserisce le illustrazioni come in un collage insieme a foto di outfit o oggetti e testi, talvolta scritti a mano, che seguono il filo di una tendenza in particolare61(Fig. 2). L’interesse per il mondo dell’illustrazione è testimoniato anche dalla varietà di eventi ad essa dedicati. Non è solo la moda ad essere una forma d’arte, anche le illustrazioni di moda di alcuni grandi designer meritano di essere considerate opere d’arte a tutti gli effetti. Questa la convinzione di Connie Gray, collezionista e gallerista londinese, che per dimostrarlo ha progettato una mostra, insieme allo storico della moda e scrittore Colin McDowell che ne fu curatore, a Londra, nel 2010-11, dal titolo “Drawing Fashion” che raccoglie oltre quaranta opere di alcuni grandi nomi del settore, dai primi anni del dopoguerra agli anni Settanta. La mostra, che coincise con le sfilate di moda della London Fashion Week, presenta le illustrazioni di alcuni dei nomi più celebri dell’illustrazione di moda, dagli storici René Bouché, René Gruau e Carl Eric Erickson62 ai più contemporanei come Aurore de la Morinerie, Mats Gustafson e François Berthoud, oltre a disegni originali di designer come Christian Dior, Zandra Rhodes e Barbara Hulanicki di Biba. A volte sono schizzi rapidi, idee per un abito messe su carta di getto, a volte disegni dettagliati e acquerellati, destinati a essere pubblicati su «Vogue», «Jardin des Modes» e altre riviste patinate. Video degli artisti a lavoro, copertine di riviste rare accanto ad illustrazioni originali, permisero al visitatore di riflettere sui cambiamenti sociali e culturali più ampi del secolo. Questa collezione, considerata una delle più straordinarie collezioni di illustrazioni di moda nel mondo, è stata messa insieme in oltre 30 anni da Joelle Chariau, uno dei pochissimi esperti di 21


disegni di moda. Fu la prima volta in cui essa venne messa in mostra63. Mentre la più recente mostra sull’illustrazione di moda, la dobbiamo alla collaborazione tra «Vogue USA» e la Fondazione Culturale Hermann Geiger di Cecina (in provincia di Livorno) tenutasi dal 22 marzo al 28 maggio 2014. “Vogue. Donna e stile nell’arte dell’illustrazione” 120 anni di storia di «Vogue USA» attraverso una selezione di oltre sessanta copertine della celebre rivista. Particolare attenzione fu dedicata alla produzione grafica fino agli anni Quaranta, che annovera capolavori di artisti come Georges Lepape, Helen Dryden, Eduardo García Benito e Salvador Dalí. La mostra si è conclusa con un rapido accenno al cambiamento di stile segnato dall’imporsi della fotografia di moda. «Vogue» è senza dubbio la rivista femminile più famosa al mondo; dal primo numero, dato alle stampe nel lontano 1892; è stata specchio e vetrina di tutto quello che di meglio la moda ha presentato in più di un secolo. Ad essa hanno collaborato i più grandi artisti, disegnatori e fotografi del nostro tempo, creando dei capolavori assoluti e indiscussi che attraverso le sue pagine, permettono di ripercorrere nel modo più affascinante e completo la storia della fotografia e della grafica di tutto il Novecento. È anche stata ed è un obiettivo puntato sulla società e sul costume di America ed Europa, del nostro mondo occidentale, che sono in naturale e continua evoluzione. Su «Vogue» sono apparsi tutti i protagonisti e le icone femminili del nostro tempo; perché se è la moda che crea i miti è anche vero che sono i grandi personaggi a creare la moda e gli stili. La grande attenzione alla qualità delle cover è un tratto caratterizzante di «Vogue»: come aveva ben compreso Condé Montrose Nast, il più grande editore della storia di «Vogue» e uno dei più grandi editori di tutti i tempi; la copertina è ciò che caratterizza 22


subito una pubblicazione periodica e può decretarne il consenso del pubblico o l’insuccesso. Il percorso espositivo fu integrato da videoproiezioni e gigantografie di alcuni celebri scatti che hanno fatto la storia della rivista e della fotografia in breve64. Abbiamo già accennato alle grandi innovazioni che il disegno di moda ha subito nel corso degli anni, soprattutto nel procedimento della colorazione; oggi programmi come Illustrator, Photoshop, InDesign e molti altri sono utilizzati dalla maggior parte degli artisti, anche da quelli che preferiscono ancora “il fatto a mano” e disegnano prima a matita. Ma non è l’unica rivoluzione subita, l’altra è quella in cui viviamo oggi. A portata di click, touch, tap e swipe65, abbiamo tra le nostre mani la possibilità di seguire i passi dell’illustratore che più si preferisce; oppure andare alla ricerca di uno di loro su Google, semplicemente digitando la parola fashion illustrators; o cercando il suo blog e all’interno di esso leggere la sua formazione, i suoi interessi, le sue ispirazioni e aspirazioni, le sue collaborazioni e tramite i collegamenti ai vari social network basterà un like per ricevere ogni suo aggiornamento alla pagina che ci permetterà anche di scoprire le tecniche e i programmi che utilizza. Come nel caso dell’illustratore bolognese Devis Pederzini66 su Facebook, pubblicando step by step il suo lavoro (Fig.3). Questo vuol dire avere un ingresso gratuito dove e quando vogliamo ad un mondo che prima potevamo solo immaginare. Tutto il mondo della moda è cambiato grazie ai social, come scrive la fashion editor Pinella Petronio:

«Se prima durante la Fashion Week eravamo presi da quello

che succedeva in passerella, nell’epoca dei social, abbiamo iniziato a sentire l’urgenza di raccontare al mondo quello che vedevamo. Le file di giornalisti e buyer, una volta spente le luci, sono oggi illuminate da centinaia di lucine provenienti dai nostri smartphone in perenne e febbrile 23


attività. Fotografiamo il look e lo mettiamo su Instagram, filmiamo le uscite e mettiamo il video su Facebook, diamo uno sguardo agli abiti e ne scriviamo su Twitter. Il risultato è che spesso ci perdiamo effettivamente la sfilata, ma soprattutto ci perdiamo la magia, l’atmosfera che si respira prima e durante lo show»67.

24


Note al Capitolo I 1 Il buyer è il responsabile degli acquisti delle aziende commerciali. Si occupa dei cambiamenti di costume, di quello che può piacere ai clienti e del reperimento delle materie prime. A) http://www.unibocconi.it. 2 Il product manager si occupa del marketing del prodotto ovvero della promozione e delle vendite. B) http://www.unibocconi.it. 3 Bianchino, Gloria, Il progetto e l’abito, in La moda italiana, Le origini dell’Alta Moda e la maglieria, Milano, Electa, 1987, pag. 109. 4 Op.cit. pag. 113. 5 Caccarini, Rita, Caratteri formali e contenuti della rivista di moda, in La stampa di moda dall’Unità ad oggi, in Storia d’Italia. Annali 19. La moda a cura di C.M. Belfanti, F. Giusberti, Torino, Einaudi, 2003,pag.809. 6 http://www.thefashionhistorian.com/2010/02/fashion-doll.html 7 Sergio, Giuseppe, Parole di moda: Il Corriere delle donne e il lessico della moda nell’800, Milano, Angeli, 2010, pagg 20-21-22-23. 8 Idem, pag.24. 9 Idem, pag.29. 10 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 11 Idem. 12 Idem. 13 Sergio, Giuseppe, Parole di moda: Il Corriere delle donne e il lessico della moda nell’800, Milano, Angeli, 2010, pag.34-36-37. 14 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 15 Caccarini, Rita, Caratteri formali e contenuti della rivista di moda, in La stampa di moda dall’Unità ad oggi, in Storia d’Italia. Annali 19. La moda a cura di C.M. Belfanti, F. Giusberti, Torino, Einaudi, 2003, pagg.806-807. 16 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 17 Caccarini, Rita, Caratteri formali e contenuti della rivista di moda, in La stampa di moda dall’Unità ad oggi, in Storia d’Italia. Annali 19. La moda a cura di C.M. Belfanti, F. Giusberti, Torino, Einaudi, 2003, pag.808. 18 Carrarini, Rita, La rivista di moda e il suo pubblico nella società borghese post-unitaria, in Le riviste di moda dal 1861 al 1920: l’affermazione di un genere editoriale in op.cit. pag.798. 19 Morato, Erica, Donne e giornali, in La stampa di moda dal Settecento all’Unità, in op.cit., pag.780. 20 Carrarini, Rita, La rivista di moda e il suo pubblico nella società borghese post-unitaria, in Le riviste di moda dal 1861 al 1920: l’affermazione di un genere editoriale in op.cit. pag.797. 21 Op.cit. pag.805. 22 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 23 Carrarini, Rita, La rivista di moda e il suo pubblico nella società borghese post-unitaria, in Le riviste di moda dal 1861 al 1920: l’affermazione di un genere editoriale in op.cit., pag.810. 25


24 Bianchino, Gloria, Il progetto e l’abito, in La moda italiana, Le origini dell’Alta Moda e la maglieria, Milano, Electa, 1987, pag.114. 25 Ivi. pag. 129. 26 Ibidem pag. 120. 27 Nato come Gualtiero Angelo Albini a Busto Arsizio il 3 marzo 1941, frequenta l’Istituto d’Arte, Disegno e Moda di Torino. A 17 anni, collabora a giornali e riviste, con schizzi dalle sfilate d’alta moda, prima da Roma, poi da Parigi. Qui incontra Coco Chanel, restandone folgorato. Col boom degli anni Sessanta apre cinque case di moda e per primo degli anni Settanta sfilerà a Milano, con l’appellativo di “stilista” coniato dalla giornalista Anna Piaggi, creerà il pret-à-porter. Da http://www.bobos.it/ once-upon-a-time-walter-albini_72898.htm 28 Non soggiungono notizie relative alla sua pubblicazione. 29 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 30 Idem. 31 Idem. 32http://www.moda.san.beniculturali.it/wordpress/?percorsi=francescofranco-moschino-1950-1994. 33 Bianchino, Gloria, Il progetto e l’abito, in La moda italiana, Le origini dell’Alta Moda e la maglieria, Milano, Electa, 1987, pagg.120-121. 34 Gibson non è mai stato considerato un illustratore di moda, ma un commentatore sociale. Dal 1900 al 1910, Gibson ha goduto di un grande successo; “La Gibson girl” ha avuto una reale influenza sulle mode del tempo e le sue illustrazioni sono state ampiamente pubblicate e imitate. http://www.blog.jewelryaccessories.com/fashion-illustrators/410-danacharles-gibson.html. 35 Di Iorio Raffaella, Benatti Scarpelli Luisa, Grana Ilia, Il Tempo del Vestire, Storia del costume e della moda dall’Ottocento al Duemila, CLITT srl, Roma, 2008, pag.79. 36 Ivi, pag.89. 37 Bianchino, Gloria, Il progetto e l’abito, in La moda italiana, Le origini dell’Alta Moda e la maglieria, Milano, Electa, 1987, pag.116. 38 Caccarini, Rita, Fisionomia e struttura redazionale delle riviste, in La stampa di moda dall’Unità ad oggi, in Storia d’Italia. Annali 19. La moda a cura di C.M. Belfanti, F. Giusberti, Torino, Einaudi, 2003,pag.816. 39 Rivista nata tra le mani dell’architetto, designer e saggista Gio Ponti nel 1941 col tentativo di dare alla donna italiana, che ama l’arte e la sua casa, una rivista al livello di «Vogue» e «Harper’s Bazaar». L’anno della chiusura della rivista è sconosciuta. 40 Calzona, Arturo e Strukelj, Vanja, Moda, Grafica e Pubblicità in La moda italiana, Le origini dell’Alta Moda e la maglieria, Milano, Electa, 1987, pagg.160-165. 41 Ivi. pag.167. 42 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 43 Calzona, Arturo e Strukelj, Vanja, Moda, Grafica e Pubblicità in La 26


moda italiana, Le origini dell’Alta Moda e la maglieria, Milano, Electa, 1987,pagg.156-159. 44 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 45 http://www.psicolab.net/2008/l%E2%80%99illustrazione-di-moda/. 46http://www.beatricebrandini.it/index.php/antonio-lopez-il-picassodellillustrazione-di-moda/ 47http://www.lobra.se/blog/stefano-canulli-illustrations/&prev=/search %3Fq%3Dstefano%2Bcanulli%26sa%3DX%26espv%3D2%26biw%3D1 366%26bih%3D643 48 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 49 Idem. 50 Idem. 51 Idem. 52 Idem. 53 Idem. 54 Dawber, Martin, Introduzione in Disegnare la moda: illustrazioni d’avanguardia, edizione italiana di Rossella Botti, Modena, Logos, 2005, pag.9. 55 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 56 Idem. 57 Idem. 58 Idem. 59 Dawber, Martin, Introduzione in Disegnare la moda: illustrazioni d’avanguardia, edizione italiana di Rossella Botti, Modena, Logos, 2005, pag.9. 60 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 61 http://nastia.style.it/tag/illustrazione/ 62http://www.domusweb.it/it/notizie/2010/12/27/drawing-fashion-design-museum.htm 63http://www.moda24.ilsole24ore.com/art/stili-tendenze/2014-09-10/ drawing-on-style-mostra-opere-d-arte-illustratori-moda--152333. php?uuid=ABmpmLsB 64http://www.fondazionegeiger.org/index.php/it/mostre-fondazionegeiger/233-vogue-donna-e-stile-nell-arte-dell-illustrazione.html 65 Sono i neologismi essenziali diffusisi con l’avvento dei nuovi dispositivi, che descrivono i movimenti che questi ultimi richiedono per il loro utilizzo. Il click lo conosciamo tutti, proprio per questo motivo è ormai “antico”, il touch è appunto il “tocco” nella nuova era dei dispositivi touch-screen, il tap è un breve tocco sullo schermo, solitamente utilizzato per selezionare un elemento e lo swipe è il toccare un punto dello schermo e trascinarlo velocemente dove si desidera. Vedi: http:// windows8.myblog.it/2013/10/30/termini-da-conoscere-per-dispositivitouch-screen-tap-trasci/ 66 https://www.facebook.com/devispederziniillustrations?fref=ts 67http://www.ilgiornaledellusso.it/2014/09/04/moda-e-social-network 27


Fig. 1

28


Fig. 2

Fig. 3

29



Capitolo II Biografie di illustratori illustri: una rassegna

Per una migliore fruizione del testo e di tutti i richiami che esso contiene riguardanti le collaborazioni giornalistiche degli illustratori che hanno preceduto e che seguiranno in questo capitolo, si è scelto di inserire ad ogni relativa nota che accompagnerà il nome della testata giornalistica/rivista quella che è meglio conosciuta come una scheda di catalogazione. L’ICCD, ovvero l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, nato nel 1975 con l’istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali - oggi Ministero per i beni e le attività culturali - ha il compito di gestire il Catalogo generale del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico e etnoantropologico nazionale1 e per questo offre un modello di scheda nazionale contenente le cosiddette icon-class, degli acronimi, ognuno corrispondente al dato richiesto, per esempio dal nome di un autore interessato alle relative fonti che hanno sostenuto la compilazione della scheda. In questo capitolo verranno utilizzate quelle icon-class che fanno riferimento ai dati anagrafici dell’illustratore, alla sua istruzione e alle sue collaborazioni lavorative; e ne verranno proposte di nuove per la catalogazione delle riviste di moda, cultura e dei quotidiani che verranno citati. Si precisa che queste nuove icon-class non sono ancora state normalizzate dal Sistema Catalografico Nazionale Italiano. A seguire un esempio della scheda proposta:

31


«La Toeletta» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione La Toeletta

25

(*)

Si

COGG

Genere Raccolta di prose

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Giuseppe Pelli Bencivenni

250

COGDF

Data Fondazione 1770 – Data Chiusura 1771

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Firenze

50

(*)

32

Si

*

(*)


II.1 Gli anni ruggenti Gli illustratori tra gli anni Venti e Trenta

Gli anni dell’illustrazione e degli illustratori; in ordine alfabetico: Brunetta, Christian Berard, Edouard Benito, Eric, Ertè, George Barbier, George Wolf Plank, Georges Lepape, Gino Boccasile, Helen Dryden, Leon Bakst, Marcello Dudovich, Mario Simon, Paul Iribe, Renè Bouchè, Renè Gruau. Influenzati dalle correnti artistiche del Modernismo, Cubismo, Espressionismo, Futurismo e Astrattismo illustravano le creazioni di stilisti come Paul Poiret, Jean Patou, Jeanne Lanvin, Paquin. Creazioni indossate da quelle donne dalla silhouette snella e i capelli corti che durante il giorno vestivano alla garconne con abiti in chine, lana e seta, maglie con bordi dalle applicazioni intrecciate e iniziali ricamate su petto e taschine, il tutto corredato dai cappelli a cloche. Per trasformarsi la sera in flapper girl giovani e disinibite nei loro abiti di frange e boa di piume di struzzo che danzavano a suon di jazz e che negli anni Trenta indosseranno collant in nylon e tailleur che segnano leggermente la vita rispetto alla linea dritta del decennio precedente. Comodi tailleur di jersey di Coco Chanel e abiti da sera che mostrano le spalle, ispirati alle star del cinema spesso vestite da Madeleine Vionnet, Elsa Schiaparelli accompagnati dalle calzature di Salvatore Ferragamo. Esili ed eleganti donne definite da un contorno nero e colorate dalla tecnica del pouchoir: ovvero la realizzazione di stampini ritagliati e sagomati all’interno, con una tecnica simile allo stencil e alla serigrafia ottenuti con un cartoncino impermeabilizzato con paraffina oppure con sottilissime lamine di rame o zinco. Una volta create le 33


sagome, per ciascun colore si seguiva questo procedimento: la sagoma ritagliata veniva sovrapposta alla cartolina, veniva stesa una mano di colore, a spruzzo oppure a pennello; in questo modo, il colore aderiva alle parti a vista della cartolina, senza intaccare le altre. L’effetto di coloritura creava un senso di irrealtà per la rigidità dei colori applicati e dei contorni colorati, spesso non perfettamente sovrapposti ai contorni delle figure rappresentate.

34


II.1.1 Marcello Dudovich

AUTN2: Marcello Dudovich AUTA: Trieste, 21 marzo 1878 – Milano,31 marzo 1962 AUTU: Istituto professionale di Trieste AUTG: Martini & Rossi, La Rinascente, «La Donna» , « La Lettura». NSC: Notizie storico-critiche: Più famoso come pubblicitario e pittore, nacque a Trieste nel 1878 e si affermò come illustratore per la rivista «La Donna»3, per il suo amore per la figura umana e soprattutto femminile diventa portavoce della borghesia italiana della Belle époque; una donna mascolina e formosa, sempre adornata di importanti accessori che perderanno insieme alla loro eleganza per colpa del regime fascista che le vestirà con abiti da lavoro, gonne lunghe alla caviglia e strette giacche corte. La sua carriera cominciò come litografo e pittore, lavorò molto per la pubblicità di aziende come la multinazionale Martini & Rossi4 e La Rinascente5; nei cui cartelloni la figura femminile veniva messa in risalto al centro della pagina, come nell’illustrazione di moda; alla quale si dedicò per varie 35


riviste come «La Donna» e «La Lettura»6. Riusciva a far risaltare il modello d’abbigliamento, diventando funzionale alla divulgazione e all’induzione di desiderio per quel capo indossato7.

Fig. 4

36


II.1.2 Paul Iribe

AUTN: Paul Iribe AUTA: Angoulême, 8 giugno 1883 – 21 settembre 1935 AUTU: Ecole des Beaux-Arts;Collegio Rollin di Parigi. AUTG: «La Gazzette du bon ton», Paul Poiret. NSC: Notizie storico-critiche: Illustrazione e Design di interni furono i campi in cui eccelse l’artista Paul Iribe. Nato a Angoulême, Francia, iniziò la sua carriera come tipografo per alcuni giornali e illustratore di numerose riviste parigine e quotidiani, tra cui «Le Temps» e «Le rire». Nel 1906 Iribe collaborò con una serie di artisti d’avanguardia per creare il giornale satirico «Le Temoin»8. Le sue illustrazioni in questa rivista attirarono l’attenzione dello stilista Paul Poiret per il quale creò un album di bozzetti dal nome Les Robes de Paul Poiret raccontées par Paul Iribe nel 1908 e per la stilista Jeanne Paquin nel 1911 che lo assunse per creare un portfolio intitolato L’Eventail et la fourrure chez Paquin. Durante tutto il 1910 Iribe fu coinvolto maggiormente nella moda e nel design per il teatro, per gli interni e la gioielleria. Continuò ad illustrare la moda, ma 37


aprì anche un negozio di arte decorativa in Rue du Faubourg St-Honoré a Parigi, e creò tessuti per l’azienda Bianchini Ferier e per il progettista Andre Groult. La sua associazione con il teatro sfociò in diverse pubblicazioni relative al celebre danzatore Vaslav Nijinsky, tra cui l’album Prelude a l’apres-midi d’unfaune, che ha catturato la coreografia di Nijinsky per la composizione di Claude Debussy fotografata da Adolph de Meyer. Iribe è forse più riconosciuto per il suo contributo a «La Gazette du bon ton»9 che rallentando la sua pubblicazione durante la prima guerra mondiale, ha ripreso con edizioni mensili dalla fine della guerra fino al 1925, anno in cui l’editore Condé Nast la acquistò e fuse con «Vogue Paris»10. Nel 1919, Iribe si trasferì a New York e aprì un negozio sulla Fifth Avenue. Egli fu una delle prime figure di moda francesi a lavorare ad Hollywood. Tornò in Francia nel 1930 e fu coinvolto in numerosi progetti di design; continuò a disegnare gioielli, per la nuova linea di Coco Chanel nel 1932. L’anno dopo gli fu assegnata la Legion d’Onore per il suo lavoro di artista-illustratore. La delicatezza del suo tratto è percepibile in tutte le sue forme d’arte, dalle linee degli abiti alle linee dei suoi mobili, la stessa delicatezza ebbe però il suo cuore; lasciò questo mondo per un infarto nel 1935 nella villa di Chanel a Roquebrune Cap Martin, in Francia11.

38


Fig. 5

39



II.1.3 Georges Lepape

AUTN: Georges Lepape AUTA: Parigi, 26 maggio 1887 – Bonneval, 15 febbraio 1971 AUTU: l’Ecole des Beaux-Arts di Parigi. AUTG: Paul Poiret, «La Gazette du bon ton», «Vogue USA», «Harper’s Bazaar USA», «Vanity Fair USA», «Modes et Manieres d’Aujord’hui». NSC: Notizie storico-critiche: Manifesti, tessuti, costumi teatrali e illustrazioni firmati Georges Lepape sono il prodotto di un’ispirazione che trae i suoi ingredienti dall’orientalismo, l’art decò, le miniature persiane e i Balletti Russi. Nato a Parigi nel maggio 1887 diventerà famoso grazie all’amicizia e collaborazione con lo stilista Paul Poiret; illustrerà i suoi abiti in riviste come «La Gazette du bon ton»12, «Vogue USA»13, «Harper’s Bazaar USA»14, «Vanity Fair USA»15 e «Femina»16. Ma la loro più importante collaborazione sarà per il catalogo del 1911 Les choses de Paul Poiret, il quale diventerà pietra miliare dell’illustrazione di moda e fonte di ispirazione per l’impaginazione come per la rivista «Modes et Manieres d’Aujord’hui»17, che da questo album ne trasse i tipi di carta da utilizzare, un’ambientazione sobria per le illustrazioni, un numero ridotto dei personaggi e colori vividi dal segno 41


pastoso18. Egli stesso diceva di aver gettato del colore nella tavolozza spenta dei disegnatori di moda; le sue seducenti donne dall’incarnato diafano erano fasciate da lunghe gonne e turbanti ovviamente tipici della moda anni Venti e Trenta. Il suo tratto era preciso, lineare e contornato di chiara ispirazione dalle stampe giapponesi.

Fig. 6

42


II.1.4 Andrè Marty

AUTP: Andrè Marty AUTN: Edouard Andrè Marty AUTA: Parigi, 16 aprile 1882– agosto 1974 AUTU: l’Ecole des Beaux-Arts di Parigi, Atelier Fernand Cormon, Montmartre Parigi. AUTG: Ballets Russes,«La Gazette du bon ton», «Vogue USA», «Femina», «Harper’s Bazaar USA», Underground Group, London Transport. NSC: Notizie storico-critiche: Giochi di luce troviamo nelle scene di intimità domestica e di spensieratezza nelle passeggiate all’aperto, che si rispecchiano anche nella colorazione della pelle delle figure stilizzate di Andre Marty, il parigino formatosi presso l’Ecole des BeauxArts e l’Atelier Fernand Cormon, a Monmartre. Conosciuto soprattutto nel corso della storia della moda per il suo il suo stile Art Deco, Marty progetta i primi manifesti per i Ballets Russes di Diaghilev19 nel 1910, assicurandosi il successo nella sua professione. Come tanti altri avevano fatto prima e dopo di lui, Marty lavorò per molte prestigiose riviste di 43


moda come «La Gazette du Bon Ton»20, «Vogue USA»21, «Femina»22, «Jardin», «Harper’s Bazaar USA»23, «House and Garden», «Le Sourire» e «Comedia Illustre»24. Nel 1925, fu nominato membro della giuria del Exposition Internationale des Arts Décoratifs Industriels Modernes, da cui il movimento Art Déco ha preso il nome. Nel 1930 Marty ha lavorato come costumista e scenografo per il teatro, cinema e balletto. Produsse disegni per vasi, piatti, gioielli e negli anni 1931-1933, disegnò manifesti per l’Undergroud Group e la London Transport. Edouard Andre Marty morì nell’agosto 197425.

44


Fig. 7

45



II.1.5 Gino Boccasile

AUTP: Gino Boccasile AUTN: Luigi Boccasile AUTA: Bari, 14 luglio 1901 – Milano, 10 maggio 1952 AUTU: Studio grafico di Achille Luciano Mauzàn a Milano. AUTG: Rizzoli, Mondadori, «Le Grandi Firme». NSC: Notizie storico-critiche: Sono ancora gli anni del regime fascista, con la propaganda ufficiale contro l’emancipazione e il lavoro extradomestico femminile visti deleteri per lo sviluppo della Nazione. L’attività giornalistica di moda appariva come una trasgressione e le giornaliste si difendevano scrivendo di essere madri di famiglia come tante altre anche se parlavano di industria, commercio e problemi di alta moda. Le riviste si dividevano in quelle di lusso rivolte ad un pubblico femminile dall’alto tenore di vita e con un grado di libertà in più rispetto alla propaganda del regime e quelle popolari indirizzate ad un modello di donna il cui orizzonte è limitato a casa e famiglia. L’immagine femminile proposta dalle riviste non sempre fu coerente alle indicazioni del potere politico. Il capo ufficio stampa della Presidenza del Consiglio Gaetano Polverelli, nel 1931 emanò delle direttive in cui la donna 47


disegnata e fotografata dalle riviste doveva dare l’immagine di una donna sana, in grado di diventare madre di figli sani ed eliminare quei disegni di donne “artificialmente dimagrite”, mascolinizzate e sterili della decadente civiltà occidentale26. A tale descrizione e direttiva rispondevano le sensuali e formose donne illustrate da Gino Boccasile, illustratore, pubblicitario e pittore barese, nato nel 1901, che inizia la sua carriera a Milano illustrando libri per Rizzoli27 e Mondadori28 e che deve la sua fama alla serie di illustrazioni delle “Signorine Grandi Firme” ovvero le 76 copertine, del 1937 e 1938, per il periodico «Le Grandi Firme»29, fondato da Pitigrilli (Dino Segre) e trasformato in rotocalco settimanale da Cesare Zavattini dopo esser venduto ad Arnaldo Mondadori. Le copertine mostrano donne mediterranee, floride e procaci in atteggiamenti scherzosi, sognanti, di relax mentre leggono e spesso in compagnia di quello che può essere il proprio figlio e che rende l’idea del messaggio di donna e madre che il fascismo voleva inviare.

48


Fig. 8

49



II.1.6 Eric

AUTP: Carl Erickson AUTN: Carl Oscar August Erickson AUTA: Joliet, Illinois, 1891 – 1958 AUTU: Accademia di Belle Arti di Chicago. AUTG: «Vogue USA», Coty Leader. NSC: Notizie storico-critiche: L’illustratore americano, Carl Oscar August Erickson nato a Joliet, Illinoise nel 1892, più noto come Eric, ricevette la sua educazione artistica formale presso l’Accademia di Belle Arti di Chicago. Anche se limitata a soli due anni di scuola, il suo talento artistico ha attirato artisti dal calibro di Marshall Field, Lord & Thomas e altri ben noti a Chicago. Nel 1914 Eric si trasferì a New York per continuare le sue illustrazioni pubblicitarie. Nel 1916 Eric ha fatto il suo debutto nella rivista «Vogue» e dal 1925 il suo contributo alla rivista fu regolare. Continuò a dominare il campo dell’illustrazione di moda per oltre 35 anni, creando manifesti pubblicitari come per i cosmetici Coty Leader30 e ritraendo la società. Collaborò coi colleghi René Willaumez Bouet e René Bouche. Era conosciuto per i suoi disegni con persone in ambienti alla moda e sottolinea l’importanza del dettaglio nella sua arte. Ha continuato a lavorare per «Vogue USA»31 fino al 1950. Il Brooklyn Museum ha tenuto una retrospettiva dei 51


suoi disegni poco dopo la sua morte nel 195932.

52

Fig. 9


II.1.7 Edina Altara

AUTN: Edina Altara AUTA: Sassari, 9 luglio 1898 – Lanusei, 11 aprile 1983 AUTU: Autodidatta. AUTG: «Grazia», «Bellezza»33, Borsalino. NSC: Notizie storico-critiche: Personalità di spicco, ma non abbastanza conosciuta, tra le arti applicate del periodo Liberty in Italia: Edina Altara. Decoratrice, pittrice, ceramista e illustratrice, nacque a Sassari nel 1898 e da autodidatta amante del disegno sin da bambina fu notata ad una mostra della Società degli Amici dell’Arte, in cui Vittorio Emanuele III acquistò un suo collage adesso esposto al Quirinale. Firmò parecchi lavori col suo sposo e collaboratore Vittorio Accornero de Testa coi nomi Edina e Ninon, ma nel 1934 si separarono e lei aprì nella sua casa a Milano un atelier. Negli anni Quaranta invece comincia la sua carriera di illustratrice, un anno per la rivista «Grazia»34 e nel 1942 per la rivista «Bellezza» sotto la direzione del designer Gio Ponti di cui decorò molti arredi. Il suo amore per la decorazione e il modo in cui rappresentò buona parte 53


delle sue donne porta facilmente ad un’assonanza con lo stile dell’artista viennese Gustav Klimt; volti dagli sguardi profondi, frequentemente indossano cappelli e altri copricapi (spesso dell’abito tradizionale sardo) sulla capigliatura corvina come quella appunto dell’artista. Da non dimenticare l’altro stile di donna, più elegante delle illustrazioni pubblicitarie per Borsalino35, Bemberg e il marchio cosmetico Neovenere e le molte copertine per la rivista «La Donna» negli anni Venti.

Fig. 10 54


II.1.8 Brunetta

AUTP: Brunetta Mateldi AUTN: Bruna Moretti AUTA: Ivrea 1904 – Milano 1989 AUTU: Accademia di Belle Arti, Bologna; Accademia Albertina, Torino. AUTG: «La Gazzetta del Popolo», La Rinascente, Le calze Si-Si, «Harper’s Bazaar USA», «Vogue USA». NSC: Notizie storico-critiche: Probabilmente la più vasta e longeva carriera al femminile nel mondo dell’illustrazione sta sotto il nome di Bruna Moretti Mateldi. Nata ad Ivrea nel 1904 è a Milano che si avvicina al mondo della moda, a metà anni Venti, cominciando la sua carriera lavorando per «La Gazzetta del Popolo»36, poi «Lidel»37, «La Lettura»38, «Il Corriere della Sera»39, «Il Balilla»40, «I tessili nuovi»41, «La Donna»42 e altri43. Negli anni Trenta comincia a dedicarsi anche ai manifesti pubblicitari come il già citato Marcello Dudovich per Martini, anche per Campari, Olivetti44, Gi.Vi.Emme45 ma il manifesto 55


più celebre sarà quello delle calze Si-Si del 1957 in cui da un fondo nero spicca la pelle delle gambe, di un braccio e della scollatura della donna raffigurata. Quest’ultimo è chiaro esempio dell’estrema semplicità e chiarezza del tratto di Brunetta (nome con cui è maggiormente conosciuta e con cui firmava i disegni), spesso anche ironico, dinamico ed estremamente moderno come stile. L’uso del colore mai soppresso da linee di contorno anzi in molti lavori loro stesse erano protagoniste in illustrazioni monocromatiche. Ripeteva che nella sua vita osservava tanto, soggiornando a Parigi e sviluppando il suo occhio critico che la rese la migliore nel rappresentare l’Haute Couture. Fu l’unica grafica italiana chiamata a lavorare per «Harper’s Bazaar USA»46 da Diana Vreeland, storica direttrice anche di «Vogue USA»47. Tra mostre e premi come “Le persone che hanno fatto grande Milano” e l’Ambrogio d’oro dello stesso comune nel 1980 si chiude la sua straordinaria carriera, morendo l’1 Gennaio del 1989. È possibile deliziarsi con le sue figure presso la Sezione Media del CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) di Parma al quale lei stessa donò.

56


Fig. 11

57



II.1.9 Renè Bouchè

AUTP: René Bouché AUTN: Renè Robert August Bouchè AUTA: Praga, 20 settembre 1905 – 3 luglio 1963 AUTU: Università di Monaco AUTG: «Vogue Paris», Saks Fifth Evenue, Elisabeth Arden. NSC: Notizie storico-critiche: Renè Robert August Bouchè è nato il 20 settembre 1905, nella Praga austro-ungarica. Dall’età di 15 anni visse a Monaco di Baviera dov’era già diventato illustratore. Nel 1926 all’età di 21 anni, studia storia dell’arte con Heinrich Wölfflin presso l’Università di Monaco, guadagnandosi da vivere come illustratore di libri per bambini. Tra il 1934 e il 1938 René Bouché disegna per la rivista «Plaisir de France». Nel 1938, inizia il suo lavoro per «Vogue Paris»48 (Condé Nast), alla quale resta impegnato per tutta la vita. Mentre in Francia, René, separato dalla moglie e il figlio è costretto a fuggire per l’avanzare delle forze tedesche, dopo un breve periodo in un campo di detenzione alla fine arriva a Lisbona. Da lì parte per gli Stati Uniti; quando arriva nel Nuovo Mondo, si arruola nell’esercito, ma un incidente la notte prima della 59


sua iscrizione lo lascia con ferite gravi che lo costringono ad un lungo ricovero in ospedale. Congedato con onore dall’esercito, ottiene la cittadinanza statunitense, continua il suo lavoro per «Vogue» e illustra pubblicità per Saks Fifth Avenue49 e Elizabeth Arden50, diventando il loro principale illustratore delle campagne pubblicitarie. Nel 1944 insegna presso la Art Students League. Dopo la guerra, riunitosi alla moglie e al figlio, presto si separata divorziando nel 1954. Fino alla fine degli anni Quaranta, i dipinti di René Bouché sono molto figurativi, nel 1948 si lasciano influenzare dall’espressionismo astratto, unendosi a Motherwell, de Kooning e Pollock come membro del The Eighth Street Avant-Garde Painters Club. Nel 1953 perde interesse per l’espressionismo astratto e decide di concentrarsi sui ritratti. Allo stesso tempo, è tra i disegnatori di pubblicità di maggior successo e originali del suo tempo51.

60


Fig. 12

61



II.2 Les anneés folles Gli eleganti illustratori degli anni Quaranta e Cinquanta

Il ritorno dell’eleganza, abiti ad A, stile da principessa, Rock and Roll, film che influenzarono lo stile degli adolescenti e donne icona come Marylin Monroe, Elisabeth Taylor, Sofia Loren, Brigitte Bardot, Audrey Hepburn e Grace Kelly vestite da grandi nomi come Christian Dior, Cristobal Balenciaga, Hubert de Givenchy e ancora Coco Chanel. La fotografia avanzava ma il suo rapporto con l’illustrazione era ancora simbiotico nelle riviste più in voga. Gli illustratori Joe Eula, Kenneth Paul Block, Maria Pezzi, René Gruau e Tom Keogh dividevano le riviste con i fotografi Erwin Blumenfeld, Louise Dahl Wolfe, Irving Penn, Richard Avedon Norman Parkinson, Bert Stern e Clifford Coffin. Colori acrilici per dare corposità al disegno, inchiostri e acquerelli per lavorare con velocità e leggerezza sono le tecniche più utilizzate dai suddetti illustratori.

63



II.2.1 Maria Pezzi

AUTN: Maria Pezzi AUTA: Milano, 11 agosto 1908 – Milano, 10 aprile 2006 AUTU: Scuola Manzoni Milano. AUTG: «Grazia», «Vogue Italia», «La Donna». NSC: Notizie storico-critiche: Negli anni della lotta per una “Moda Nazionale” in cui il mercato italiano assorbiva da sola un terzo delle esportazioni francesi nel 1931, mentre la rivista «Vesta» lanciava perfino un concorso per sostituire i termini francesi con parole italiane equivalenti, viveva l’illustratrice Maria Pezzi. Donna dalla vita invidiabile, considerata “memoria del 900” assistette a partire dagli anni Cinquanta all’affermazione della moda italiana e lo sviluppo di quella francese. Avvenimenti come il New Look di Christian Dior del 1947, la sfilata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti che coronò la nascita del Made in Italy, il debutto di Givenchy, colui che vestiva Audrey Hepburn, Pierre Cardin, il ritorno di Coco Chanel con le sue giacche in tweed, Yves Saint Lauren a Christian Dior, tutto da 65


descrivere e disegnare per «Grazia»52, «Fili di Moda»53, «La Domenica del Corriere»54, «Il Corriere d’Informazione»55, «Il Giorno»56, «La Donna»57, «Vogue Italia»58. Ma tutto ebbe inizio solo dopo due importanti incontri, quello con il grafico pubblicitario Federico Seneca e quello col disegnatore grafico italo-francese René Gruau che la convinsero a fare del disegno il suo lavoro mentre la sua aspirazione era sempre stata la recitazione. Il suo stile ha un segno inconfondibilmente sottile, semplice e che lasciava spesso spazio all’intuizione dello spettatore, quando certe parti venivano a mancare, per gioco o per utilità, come si vede in due pagine dedicate alle collezioni parigine del 1947 nella rivista «La Donna» in cui le figure femminili si intersecano e librano tra le didascalie descrittive degli abiti di Fath, Dior, Balmain, Piguet e Rochas59.

Fig. 13

66


II.2.2 Renè Gruau

AUTP: René Gruau AUTN: Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate AUTA: Rimini, 4 febbraio 1909- Roma 31 marzo 2004 AUTU: Studio dell’artista Gino Ravaioli. AUTG: Christian Dior, Pierre Balmain, Jacques Fath, Balenciaga, Elsa Schiaparelli, Rochas, Lanvin, Elizabeth Arden, Hubert de Givenchy, «Lidel», «Femina», «Vogue Paris». NSC: Notizie storico-critiche: Illustratore per eccellenza, personalità e stile che lo definirono predecessore di quella che oggi è la pubblicità di moda. I colori della grafica, i suoi colori: Bianco come un foglio su cui disegnare, Nero come l’inchiostro e Rosso come il rossetto Rouge Basier di Dior, la cui pubblicità è tra le sue più famose. Tutto questo sta sotto il nome di Renè Gruau ovvero Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, nato a Rimini nel 1909 da padre conte italiano e madre aristocratica 67


francese; con la quale si trasferì a Parigi all’età di 3 anni, cioè quando i suddetti divorziarono. Fu nella capitale francese che il giovane Renè potè seguire la sua passione e propensione per l’arte, aiutando la madre economicamente, coi suoi primi incarichi di illustratore già all’età di 14 anni per le riviste come la milanese «Lidel» e le francesi «Femina», «Marie Claire» e «Vogue». Ma oltre le numerose riviste Gruau disegnò moltissime campagne pubblicitarie per grandi stilisti come Pierre Balmain , Jacques Fath , Balenciaga , Elsa Schiaparelli , Rochas , Lanvin , Elizabeth Arden e Hubert de Givenchy60 e per aziende come Air France, Martini, Omega, Elisabeth Arden, Bemberg, persino per Mouline Rouge e Lido de Paris. Ma è la sua lunga collaborazione con Christian Dior, durata 40 anni, che lo affermò come direttore pubblicitario nel 1947, anno in cui definirono il New Look cioè la collezione primavera-estate caratterizzata da abiti dal busto accentuato detto vitino da vespa e gonna lunga a metà polpaccio. Ancora oggi pensare a Gruau è pensare a Dior. Lo stilista John Galliano, si ispirò ai suoi disegni per la collezione Dior Haute Couture primavera-estate 201161.

68


Fig. 14

69



II.2.3 Tom Keogh

AUTN: Tom Keogh AUTA: San Francisco, 1922 – 15 febbraio 1980 AUTU: California School of Fine Arts; Clounard School of Painting. AUTG: «Vogue Paris», Balenciaga, Lanvin, Balmain. NSC: Notizie storico-critiche: Poche sfumature, ma colori brillanti, tratto deciso e incarnato bianco: le donne nelle copertine di «Vogue Paris» illustrate da Tom Keogh negli anni Cinquanta. Nato a San Francisco nel 1922 e noto per la sua carriera di scenografo e costumista, dopo la scuola di Belle Arti in California e il matrimonio con la nipote di Roosevelt si trasferisce a Parigi. Illustrò per Balenciaga, Lanvin, Balmain e le copertine dei libri Penguin e i romanzi di sua moglie: Street Music (1951), The Double Door (1952), The Tattooed Heart (1952) e The Fascinator (1955)62. Dopo il divorzio diventò illustratore per il «New York Magazine» e progettato la produzione berlinese di Jesus Christ Superstar. Morì nel 1980.

71


Fig. 15

72


II.2.4 Joe Eula

AUTN: Joe Eula AUTA: Norwalk, 16 gennaio 1925 – Kingston, novembre 2004 AUTU: Arts Student League di Manhattan. AUTG: «Town & Country», Saks Fifh Avenue, Tiffany. NSC: Notizie storico-critiche: Macchie di colore che si trasformano in modelle senza viso sono la riconoscibilità dei lavori di Joe Elua. Illustratore di moda nato nel gennaio 1925 negli Stati Uniti, combattuta la Seconda Guerra sugli Appennini italiani potè iscriversi come ex soldato all’Arts Student League di Manhattan e cominciò a vendere illustrazioni per la rivista «Town & Country»63 e Saks Fifh Avenue. Creò copertine degli album e poster per Miles Davis, Liza Minelli e Bette Midler64. Fu eletto direttore creativo di Halston nel 1970, definendone lo stile con la sua idea che essere chic non implicava necessariamente il denaro. Lavorò anche al profumo Halston con Elsa Perretti per Max Factor. Negli anni Ottanta cominciò ad allontanarsi 73


dal mondo della moda e progettò una linea di porcellana per Tiffany65 con tema floreale e animale che ancora troviamo in vendita. MorÏ a 79 anni nella sua casa a Kingston, New York, nel novembre 2004. Di improvvisazione e velocità sono fatti i suoi disegni, spesso dai visi non ben definiti a differenza dei dettagli degli abiti e dalla morbidezza che si può percepire nei cappotti e nei tessuti degli abiti che sembrano sfilare come se li stessimo ammirando dalla prima fila di una passerella.

Fig. 16 74


II.2.5 Kenneth Paul Block

AUTN: Kenneth Paul Block AUTA: Larchmont, New York, il 26 luglio 1924 – 23 aprile 2009 AUTU: Parsons School of Design, New York. AUTG: «Women’s Wear Daily». NSC: Notizie storico-critiche: Gestualità e tratto vibrante sono i caratteri fondamentali delle illustrazioni di Kenneth Paul Block, nato e cresciuto a Larchmont, New York, il 26 luglio 1924. Sin da bambino sapeva quale sarebbe stata la sua professione, sfogliando i numeri di «Harper’s Bazaar USA» della madre pianista, sognando già di disegnare quelle donne così glamour dei servizi di moda. Studiò alla Parsons School of Design e in seguito, per pagare dei debiti, lavorò per la McCall’s Patterns, pur trovandolo noioso rappresentare gli abiti per filo e per segno senza poter dare sfogo alla sua fantasia. Visse la sua vita accanto al compagno, anch’egli disegnatore, Morton Ribyat fino alla sua morte nel novembre 2009. Lavorò a lungo per 75


Fairchild Publications diventandone punto di riferimento per la prima rivista «Women’s Wear Daily»66 e la seconda «W»67 lanciata nel 1972 che devono a Block un grande rinnovamento. «WWD» divenne irriverente e simpatica nel suo esporre le notizie su cultura, società e moda, parlando dei protagonisti del periodo come il presidente J.F. Kennedy e la moglie Jaqueline, Babe Paley, la Duchessa di Windsor e Gloria Vanderbilt68. Anche all’inizio della sua carriera per Fairchild Publications i disegni risultavano piuttosto tranquilli per poi emergere la sua voglia di colore disegnando donne in atteggiamenti quotidiani come bere, fumare, sempre slanciate ed eleganti, donne che sapevano ciò che volevano, come quest’artista che seppe sempre rinnovarsi nei suoi 40 anni di carriera nonostante l’incombente successo della fotografia che voleva strappargli il suo ruolo.

76


Fig. 17

77



II.2.6 Pino Lancetti

AUTP: Pino Lancetti AUTN: Giuseppe Lancetti AUTA: Bastia Umbra, 27 novembre 1932 – Roma, 8 marzo 2007 AUTU: Istituto d’Arte Bernardino di Betto di Perugia. AUTG: Simonetta, Antonelli, Schubert, Sorelle Fontana, Carosa. NSC: Notizie storico-critiche: Il cosiddetto “sarto-pittore” nato a Gualdo Tadino (Perugia) nel 1932, formatosi all’istituto d’Arte Bernardino di Betto di Perugia dove vi tornerà come insegnante di Moda e Costume, nel 1950 comincia a vendere presso le migliori case di moda di Roma i suoi figurini. Venderà a Simonetta, Antonelli, Schubert e le sorelle Fontana e disegnerà per Carosa e De Luca. Il suo disegno era molto ispirato alla moda francese, mentre la sua moda a grandi artisti come Modigliani, Goya e Ingres e correnti come l’Impressionismo e il Futurismo che si tradurranno in straordinari tessuti; da lì il suo soprannome, coniato dalla rubrica Dossier del Tg2 nel 197769. 79


Fig. 18

80


II.3 Gli anni ribelli L’evoluzione del disegno di moda negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta

La ribellione e la libertà frutto delle rivolte degli anni Sessanta, nei decenni a seguire distinsero le mode di strada attraverso i vari generi musicali che si preferivano; nacquero gli Hippies caratterizzati da un look comodo composto da jeans, t-shirt e fantasie floreali, i Mods capitanati dalla modella icona Twiggy, dal look androgino, i Rockers in total look nero spesso in pelle e capelli con la brillantina stile anni Cinquanta e i Punk definiti anti-moda per i loro abiti spesso vecchi e rimodellati. Le proporzioni iniziarono a mescolarsi tra loro, abiti mini con cappotti maxi, dagli hot pants ai pantaloni a zampa. Gli stilisti cult del tempo interpretarono tali esigenze giovanili costruendo il leitmotiv del proprio brand: Mary Quant, l’ideatrice della mini gonna, Barbara Hulanicki, altrettanti abiti corti e colorati, Emilio Pucci, dalle fantasie psichedeliche, Yves Saint Laurent, dalle influenze artistiche e antropologiche e Andrè Courrèges dal mood futuristico e spaziale. Dalla maglia comoda e colorata di Sonia Rykiel e della famiglia italiana Missoni, illustrata da Antonio Lopez. Negli anni Ottanta la moda europea incontra quella asiatica oversize, monocromatica e asimmetrica di Kenzo Takada e Rei Kawakubo illustrati da Mats Gustafson.

81



II.3.1 Gladys Perint Palmer

AUTN: Gladys Perint Palmer AUTA: Budapest, 1947 AUTU: Saint Martin’s School of Art di Londra; Parsons School of Design di New York. AUTG: «Vogue UK», «Officiel», «Elle France», Missoni, Oscar De La Renta, Vivienne Westwood, Chanel, Dior, Valentino; Lancome e Estee Lauder. NSC: Notizie storico-critiche: Linea sinuosa e colorazione abbozzata hanno le donne rappresentate da Gladys Perint Palmer. Illustratrice nata a Budapest nel 1947 ma cresciuta a Londra, formatasi alla Saint Martin’s School of Art ed in seguito alla Parsons School of Design di New York dove cominciò a dedicarsi all’illustrazione. Tra le sue prime collaborazioni quelle con «Vogue UK»70 e «The Sunday Times»71 e con «Harper’s Bazaar USA»72. Nel 1972 si trasferisce a Hong Kong dove illustra una rubrica bisettimanale per il «South China Morning Post»73 ed espone i suoi dipinti poi acquisiti dal Museo della città e dall’Hong Kong Arts Center. Nel 1980 si trasferisce in California, dove ancora vive col marito, e viene nominata 83


Fashion Editor del «San Francisco Examiner» e direttore esecutivo del corso di moda dell’Accademia di belle arti di San Francisco74. In quegli anni lavorò come freelance per molte testate, tra cui le europee «Vogue Paris»75, «Officiel»76, «Elle France»77 e tra i suoi clienti pubblicitari Missoni, Oscar De La Renta, Vivienne Westwood, Chanel, Dior, Valentino; Lancome e Estee Lauder. I suoi disegni risultano un po’ distorti e simpatici, hanno un atteggiamento fresco e irriverente in contrasto col business della moda.

Fig. 19 84


II.3.2 Antonio Lopez

AUTN: Antonio Lopez AUTA: Puerto Rico, febbraio 1947 – Los Angeles, 17 marzo 1987 AUTU: Fashion Institute of Technology di New York. AUTG: «Vogue USA», «Harper’s Bazaar USA», «Elle France», «Interview», «The New York Times»; Missoni. NSC: Notizie storico-critiche: Potenza del colore e fisicità sono le caratteristiche dei disegni dell’illustratore Antonio Lopez. Originario di Puerto Rico, nato nel febbraio 1947 all’età di sette anni si trasferisce con la famiglia a New York e intraprende la sua formazione al Fashion Institute of Technology. Nel 1969 si trasferisce a Parigi col suo collaboratore Juan Eugenio Ramos e diventa socio di Karl Lagerfeld. Trascorre lì un anno, sono gli anni della Disco e del suo “talent scouting”, scopre Jessica Lang, Jerry Hall, Grace Jones e Tina Chow. I suoi lavori vennero pubblicati su «Vogue»78, «Harper’s Bazaar»79, «Elle France»80, «Interview»81, «The New York Times»82, ed è alle campagne pubblicitarie di Missoni che la sua padronanza del colore si adatta perfettamente con grande successo. Sodalizio, nel corso degli anni dal 1982 al 1985, testimoniato 85


in una raccolta di 88 pagine intitolata La moda sognata da Antonio Lopez uscito nel novembre 2001. Immagini dai richiami pittorici, come mai prima è presente anche il figurino maschile, fiero, quasi imbronciato ma pur sempre sensuale. Altri libri sulla sua carriera come Antonio Lopez: Moda, Arte, Sesso & Disco edito da Rizzoli nel settembre 2012. Il suo stile potrebbe dividersi in due versioni differenti del suo modo di interpretare la donna: una in cui si mostra tenace, corposa e forte e un’altra in cui appare più snella, ingenua e docile che probabilmente risale al primo periodo di formazione per poi subire un evoluzione, maturando, come succede ad ogni donna nella propria vita. Per intuire quanto il potere delle sue immagini sia vivo ancora oggi basta vedere la collezione MAC 2013 che racchiude palette occhi, lucidalabbra e pochette dai packaging raffiguranti le cosiddette Antonio’s Girl, ovvero con le immagini dei ritratti di Pat Clevaland, Jerry Hall e Marisa Berenson83.

86


Fig. 20

87



II.3.3 Michael Roberts

AUTN: Michael Roberts AUTA: Aylesbury, Regno Unito, 1947 AUTU: High Wycombe College of Art. AUTG: «The Sunday Times», «Tatler», «Vogue UK». NSC: Notizie storico-critiche: Il Jean Cocteau della moda, come geroglifici egizi, con volti dai profili bidimensionali, primitive, si presentano le donne illustrate da Mr. Michael Roberts. Una leggenda vivente della moda internazionale che nacque a Aylesbury, Regno Unito, nel 1947, da madre originaria delle isole Antille. Studiò all’High Wycombe College of Art con l’aspirazione di diventare art director per l’agenzia pubblicitaria di J. Walter Thompson ma ebbe successo come illustratore lavorando per «The Sunday Times»84, «Tatler»85 e «Vogue UK»86. Contribuì a queste riviste, e non solo, sia come direttore artistico (per «The New Yorker»87) che come fotografo, scrittore, regista di video, in una parola: poliedrico. La sua tecnica include anche decoupage, colori vivaci, giustapposizioni di 89


illustrazioni e fotografie. Lui stesso afferma di non imporre il suo stile ma è impossibile non notare il filo conduttore di tutti i suoi lavori. Star fanno la fila per un suo ritratto tra cui troviamo la “diabolica” giornalista Anna Wintour e il suo braccio destro, la fashion editor, Grace Coddington dalla chioma color carota, un altro poliedrico come lo stilista Karl Lagerfeld, la designer brasiliana di bikini Lenny Niemeier, la Pantera Nera Naomi Campbell e tanti altri personaggi del Fashion Sistem. Ritratti che nel 2013 divennero una capsule collection chiamata Fashionistas per il marchio One T-Shirt degli italiani Carlo Ninchi e Vittorio Locatelli; presentata durante la settimana della moda alla famosa boutique di Carla Sozzani, sorella della direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani, 10 CORSO COMO. Insieme all’esposizione dei disegni originali, insieme ai già citati si trovavano Donatella Versace, Stefano Gabbana e Domenico Dolce, Suzy Menkes, Tom Ford e Miuccia Prada tutti rappresentati come personaggi di un cartone animato o un fumetto ambientato nel mondo della moda.

90


Fig. 21

91



II.3.4 George Stavrinos

AUTN: George Stavrinos AUTA: Massachusetts, 1948 – 1990 AUTU: Rhode Island School of Design. AUTG: «New York Magazine»88, Bonwit Teller, Psychology Today , Pan Am, Columbia Records, Bergdorf Goodman. NSC: Notizie storico-critiche: Matita, matita e ancora matita. La maestria del chiaro scuro che possedeva George Stavrinos può essere considerata unica nel suo genere nella storia dell’illustrazione di moda. Il suo arrivo a New York nel 1973 insieme al prestigioso posto ai Push Pin Studios come grafico, gli permette di creare la sua lunga lista di clienti. Il suo ingresso nella moda fu decretato dalla collaborazione con Bergdorf Goodman, il lussuoso grande magazzino della Grande Mela, che gli concesse un contratto a sei cifre per la realizzazione di cataloghi e brochure. In seguito insegnò al Fashion Institute of Technology di New York. La sua vita fu interrotta all’età di quarantadue anni nel 1990 a causa dell’AIDS89.

93


Fig. 22

94


II.3.5 Mats Gustafson

AUTN: Mats Gustafson AUTA: Svezia, 1951 AUTU: Dramatiska Institutet, Stoccolma. AUTG: «Vogue», «New Yorker», «Visionaire»; Yohji Yamamoto, Commes des Garcons. NSC: Notizie storico-critiche: La semplicità del lavoro di quest’illustratore svedese parla da sola. Anonimi visi su una vista frontale del soggetto che indossa un abito dalle leggere sfumature acquerellate come fosse l’ombra di ciò è stato già realizzato, proposto nelle passerelle e fotografato, è il prodotto di Mats Gustafson. Nato nel 1951 in Svezia, laureatosi a Stoccolma al Dramatiska Institutet applica la sua grafica al mondo della scenografia. Ma più avanti il suo stile si è ben adattato a delle collaborazioni con stilisti come Yohji Yamamoto e Commes des Garcons e alle riviste «Vogue»90, «New Yorker»91 e «Visionaire». Oggi vive a New York92. 95


Fig. 23

96


II.3.6 Maddalena Sisto

AUTP: Mad AUTN: Maddalena Sisto AUTA: Alessandria, 1951 – Milano, 2000 AUTU: Politecnico di Milano. AUTG: «Vogue», Glamour», «Elle», «The New Yorker». NSC: Notizie storico-critiche: “Io non riesco a inserire delle battute per ridere di moda, mi piace invece disegnare personaggi che siano già intensamente espressivi in sé […]” diceva colei che solo dopo Brunetta diede un contributo all’illustrazione di moda Made in Italy: Maddalena Sisto. Mad, come si firmava, nacque ad Alessandria nel 1951, a vent’anni inizia a frequentare la facoltà di architettura del Politecnico di Milano e rispondendo ad un inserzione trova lavoro alla Condé Nast, per «Vogue Italia»93. Da una sfilata di Yves Saint Laurent degli anni Settanta comincia a sintetizzare il suo stile. Lavorò anche per «Glamour»94, «Elle»95, «The New Yorker»96. Libri e mostre documentano il suo raccontare la moda non solo delle sfilate, ma di tutti i giorni, un gioco quello delle sue 97


donne che sembrano lievitare su quelle gambe sottili come una punta di matita, slanciate all’inverosimile, tristi, felici, depresse, equilibriste o ballerine e quant’altro. Nel 2012, in suo omaggio, le sue illustrazioni furono tema della collezione Primavera-Estate delle famose borse Le Pandorine in cui le donnine sono accompagnate da simpatiche frasi che spesso si trovano nei disegni di Mad, in onore di tutte quelle donne che credono in se stesse e anche nella favole97. MorÏ nel 2000 prima di compiere 50 anni.

Fig. 24

98


II.3.7 Lorenzo Mattotti

AUTN: Lorenzo Mattotti AUTA: Brescia, 24 gennaio 1954 AUTU: Facoltà di Architettura, Università di Venezia. AUTG: «Vanity», «New Yorker», «Le Monde». NSC: Notizie storico-critiche: Dal Fumetto al Fashion. Un tratto pastoso e intenso quello di Lorenzo Mattotti, nato nel 1954 a Brescia, è considerato uno dei maggiori illustratori del mondo. Negli anni Settanta realizza le sue prime storie. Nel 1976 illustra Huckleberry Finn, con cui si fa conoscere dal pubblico e dalla critica. Oreste del Buono lo chiama a collaborare con Linus. Nei primi anni Ottanta fonda con Carpinteri, Igort e Jori il gruppo Valvoline. Nel 1983 è Doctor Nefasto, realizzato con lo sceneggiatore Jerry Kramsky, che lo affiancherà in molti altri progetti. Fuochi, che realizza nel 1984, è accolto alla sua pubblicazione come un evento storico nel mondo del fumetto. Mattotti ha pubblicato anche libri per l’infanzia (Pinocchio), ha realizzato manifesti e campagne pubblicitarie, e ha lavorato per la moda, reinterpretando i modelli dei più noti stilisti per la rivista «Vanity»98. Ha disegnato numerose copertine per il «New Yorker»99 e per «Le Monde»100. 99


Fig. 25

100


II.3.8 Tony Viramontes

AUTN: Tony Viramontes AUTA: Los Angeles, 1956 – 1988 AUTU: Parsons School of Design, New York. AUTG: «The Face UK», «Marie Claire», «Le Monde», «Vogue USA»; Yves Saint Laurent, Versace, Valentino, Chanel, Perry Ellis, Issie Miyake e Jean Paul Gaultier. NSC: Notizie storico-critiche: Mixate il colore e l’energia delle illustrazioni di Antonio Lopez all’anatomia distorta dei dipinti di Egon Schiele, aggiungete un po’ di trasgressione e otterrete la forza dei disegni di Tony Viramontes. Artista nato nel 1956 a Los Angeles, California, da genitori spagnoli e messicani, studiò Belle Arti e Fotografia alla Parsons School of Design di New York dove ebbe come insegnante colui che sarebbe diventato uno dei più grandi fotografi di moda: Steven Meisel. Alla fine degli anni Settanta esordisce nel mondo dell’illustrazione in un modo ben diverso da quello che presiedeva in quel periodo, leggero e fatto di colori pastello, lui irrompe con forti linee. Il successo lo porta a spostarsi in Europa ottenendo prestigiose commissioni editoriali come «Lei», «Per Lui»101 in Italia, «The Face UK»102, «Jill Magazine», «Marie Claire»103, «Le Monde»104, «City Magazine» in Francia e 101


«Vogue USA»105. Collaborò con grandi nomi della moda come Yves Saint Laurent, Versace, Valentino, Chanel, Perry Ellis, Issie Miyake e Jean Paul Gaultier. Si dedicò anche a ritratti come quelli di Isabella Rossellini, Paloma Picasso, Diana Ross e Janet Jackson106, quest’ultima non è l’unica con cui collaborò nel mondo della musica: nel 1985 disegnò la copertina dell’album So Red The Rose degli Arcadia (gruppo pop formatosi in una pausa della band Duran Duran). Erano gli anni in cui lavorava per Genius Group che comprendeva Goldie, Bo-Bo Kaminsky, Diesel e Replay e nel 1988 ottenne la direzione artistica della boutique e collezioni di Goldie e della stilista giapponese Hanae Mori, ma è l’anno in cui viene colpito dalla prematura morte dovuta all’AIDS. Pioniere di quelle che sarebbero diventate le rielaborazioni digitali, in un futuro non molto lontano, interagiva sulle fotografie col colore; col suo tratto velocissimo produceva milioni di disegni dei suoi modelli, e spesso anche amanti, che posavano nel suo studio indossando turbanti e gioielli, truccati come donne, la musica sempre altissima, come in una sorta di Studio 54, era frequentato da tantissima gente. Il 1984 era l’anno in cui esponeva per la prima volta a Parigi, il 2013 è stato quello in cui viene esposto per la prima volta in Italia, alla Galleria della famosa boutique di Milano 10 CORSO COMO, il cui catalogo Bold, Beautiful and Damned. The World of 1980s Fashion Illustration Tony Viramontes contiene un’introduzione scritta dallo stilista Jean Paul Gaultier107.

102


Fig. 26

103



II.4 Gli anni 2.0 La digitalizzazione dell’illustrazione di moda e gli esponenti di oggi

L’acquerello incontra Photoshop e gli illustratori si incontrano sul web. Tecniche di colorazione e modellazione 3D creano immagini nitide e realistiche; nei fashion show approdano macchinari come durante la sfilata couture di Alexander McQueen del 1999, in cui gli abiti venivano spruzzati dalla vernice emessa da dei robot per la verniciatura di automobili, e nei tessuti di Hussein Chalayan, in cui si combinano cristalli Swarovski e 15.000 led nella sua collezione Airborn nel 2007. L’illustratore di oggi non deve più la sua fama esclusivamente alle riviste, ma la crea con le proprie mani attraverso blog e social network, vetrine nel mondo alla portata di tutti.

105



II.4.1 David Downton

AUTN: David Downton AUTA: Kent, Inghilterra, 1959 AUTU: Non pervenuta. AUTG: «Harper’s Bazaar», «The Sunday Times», «Saturday Telegraph», «The Indipendent». NSC: Notizie storico-critiche: David Downton, l’illustratore più quotato e ricercato, la matita più conosciuta nel mondo dell’illustrazione di moda. Nato nel 1959 a Kent, in Inghilterra, comincia la sua carriera dal 1984 trasferendosi a Brighton, dedicandosi alla pubblicità, al confezionamento ed è nel 1996 che entra a contatto col mondo della moda assistendo alle sfilate d’Alta Moda parigina, disegnandole per il «Finanlcial Times», famosa testata anglosassone. I suoi disegni di moda furono pubblicati a livello internazionale, in USA, Cina, Australia, Medio Oriente, per testate come «Harper’s Bazaar»108, «The Sunday Times»109, «Saturday Telegraph»110, «The Indipendent»111. Nel 2007 lanciò la prima rivista di 107


illustrazione di moda «Porquoi Pas?»112. Perché come dice lui la storia è ciclica e il disegno tornerà come una volta, perché a differenza della fotografia non esige la precisione ma la flessibilità del gesto data dalla sensibilità personale. Nel 2009 ricevette una laurea onoraria dall’Academy of Art University di San Francisco113. Dal 1998 lavora ad una serie di ritratti delle donne più belle del mondo, fin adesso si elencano Erin O’Connor, Cate Blanchett, Paloma Picasso, Catherine Deneuve, Linda Evangelista, Iman, Carmen Dell’Orefice, Dita Von Teese e Lily Cole. Nel Novembre 2010 uscì invece il suo primo libro solista in cui onora il lavoro di grandi illustratori ed il suo. Di “spontaneità controllata” sono fatti i suoi capolavori, montagne di disegni prima di ottenere quello giusto, utilizzando acquerelli, gauche, inchiostri (come quelli Rotring) e a volte acrilici.

108


Fig. 27

109



II.4.2 Stefano Canulli

AUTN: Stefano Canulli AUTA: Roma, 1959 AUTU: Accademia di Belle Arti, Accademia di Costume e Moda di Roma AUTG: Atelier Lancetti, Roberto Capucci, «Vanity». NSC: Notizie storico-critiche: Ammiccanti, sensuali e misteriose, con un uso del colore paragonabile a quello del maestro Renè Gruau, l’italiano Stefano Canulli dice la sua in questo mondo dell’illustrazione tutto straniero. Nato a Roma nel 1959, lì frequenta l’Accademia di Belle Arti e quella di Costume e Moda, insieme ad altri corsi di fotografia e pubblicità per inizialmente approdare nei retroscena televisivi italiani. Di grande risonanza sono le sue collaborazioni nel mondo dell’opera e del teatro insieme a Piero Tosi114 e Mauro Pagano. Nel mondo della moda collabora con l’atelier Lancetti115 e come illustratore ufficiale di Roberto Capucci116. Ha firmato campagne pubblicitarie per 111


Valentino, Bruno Piatelli117, Chiara Boni, Contreau e Cartier, lavorato per la rivista ÂŤVanityÂť118 e collaborato con la Maison Mugler a Parigi. Oggi vive a Los Angeles e lavora come direttore creativo per Le Cirque du Soleil 119.

Fig. 28

112


II.4.3 Arturo Elena

AUTN: Arturo Elena AUTA: Teruel, Spagna AUTU: Non pervenuta. AUTG: Vinctor & Lucchino, «Cosmopolitan», «Elle», Audemars Piguet. NSC: Notizie storico-critiche: Se le creature che dominano la fantasia di Arturo Elena esistessero veramente sarebbero alte almeno 190 cm, con misure 40-30-40, vivrebbero al sud della Spagna, vestendo anni Cinquanta ma ascoltando musica anni Settanta. Nato a Teruel, in Spagna, disegna da quando era bambino ed entrò nel mondo della moda negli anni Ottanta come assistente a Barcellona e grafico per il brand Vinctor & Lucchino, nato a Siviglia nel 1991. Dal 1992 al 2009 collabora mensilmente all’edizione spagnola di «Cosmopolitan» e ancora oggi con «Mujer Hoy», «Yo Dona», «Elle» e «Telva»120. Vanta collaborazioni con Chanel, Loewe, Custo Barcelona, Audemars Piguet121 e molti altri marchi al di fuori della 113


moda122. Dal 24 luglio 2014 troveremo negli store Benetton le sue donne come stampa su t-shirt per una collezione limited edition per l’autunno-inverno 2014-2015123.

Fig. 29

114


II.4.4 Ruben Toledo

AUTN: Ruben Toledo AUTA: L’Avana, 1961 AUTU: Non pervenuta. AUTG: «The New Yorker», «Vogue», «Harper’s Bazaar», «Town & Country», «Interview», «The New York Times». NSC: Notizie storico-critiche: Corpi esili e teste ingigantite con occhi protagonisti hanno le donne bamboline dell’illustratore di moda Ruben Toledo. Nato a L’Avana, Cuba, nel 1961 oggi vive e lavora a New York in collaborazione con la moglie Isabel, stilista anche lei cubana, conosciuta nel New Jersey. Pittore, scultore, cronista di moda e critico, ha progettato manichini, vetrine, sciarpe, tessuti, piatti e tappeti. Nel campo dell’illustrazione ha collaborato con «The New Yorker»124, «Vogue»125, «Harper’s Bazaar»126, «Town & Country»127, «Interview»128, «The New York Times»129 e per le campagne pubblicitarie per la grande catena di calzature, abbigliamento, cosmetica e arredamento 115


statunitense Nordstrom. Il suo lavoro è stato esposto al Metropolitan Museum di New York e al Fashion Istitute of Technology con al mostra in collaborazione con al moglie dal titolo “Toledo/Toledo: A Marriage of Art and Fashion”. Ha pubblicato diversi libri come il suo Style Dictionary nel 2007 ovvero un dizionario sulla raccolta dei suoi disegni e acquerelli, ha illustrato tutti i libri della famosa giornalista di moda di origini colombiane Nina Garcia tra cui Nina Garcia Look Book, The One Hundred, The Little Black Book of Style, The Style Strategy. Dal suo libro Fashionation pubblicato nel 2009, nel 2012 ha realizzato il suo primo film animato sulla moda francese in cui Karl Lagerfeld racconta se stesso e lo stile Chanel130.

Fig. 30

116


II.4.5 Francois Berthoud

AUTN: Francois Berthoud AUTA: Le Locle, Svizzera 1961 AUTU: Graphic Design, Losanna AUTG: «Vogue», «Numéro», «Interview», Victor & Rolf, Yves Saint Lauren, Bulgari, Tiffany, Ferragamo, Dior. NSC: Notizie storico-critiche: Uno tra gli illustratori più all’avanguardia e richiesti degli ultimi tempi, dalle forme precise e dall’erotismo latente, Francois Berthoud stesso afferma che l’erotismo è un tema costante anche nella pubblicità, ma che in confronto alla fotografia l’illustrazione offre più spazio all’immaginazione e all’interpretazione131. Nato a Le Locle in Svizzera 1961, dopo gli studi in graphic design a Losanna nel 1982 arriva nella capitale meneghina della moda per disegnare fumetti per Alter-Alter e Linus. Sarà Anna Piaggi a farlo collaborare alla sua rivista «Vanity» come illustratore e in seguito per «Vogue Paris»132, «Numéro»133 e «Interview»134. Le sue incisioni su linoleum e le sue rielaborazioni grafiche hanno 117


fatto parte delle campagne pubblicitarie di Victor & Rolf, Yves Saint Lauren, Bulgari, Tiffany, Ferragamo, Dior135, è possibile vedere le sue illustrazioni anche sui packaging del brand Calzedonia136. Fino al 2007 ebbe lo studio a Milano, attualmente lavora nel suo studio a Zurigo137.

Fig. 31

118


II.4.6 Aurore de La Morinerie

AUTN: Aurore de La Morinerie AUTA: Saint Lo, Francia, 1962 AUTU: Ecole des Arts Appliqués Duperré di Parigi. AUTG: «Le Monde», «Elle». NSC: Notizie storico-critiche: Minimalismo e pieno controllo del pennello sono le caratteristiche di Aurore de La Morinerie, nata a Saint Lo, in Francia nel 1962, ha studiato presso l’Ecole des Arts Appliqués Duperré a Parigi negli anni ‘80; dopo di che ha iniziato una carriera di successo come illustratore per «Le Monde», «Elle», «World of Interiors», nonché per campagne pubblicitarie e per varie case editrici. Aurore ha lavorato anche per molte case di moda prestigiose, ad esempio Hermès, Issey Miyake, Azzedine Alaia e Kenzo e recentemente per il grande magazzino parigino Printemps. Le sue illustrazioni sono state esposte a Nagoya nel 2006, a Bastia nel 2007, presso l’Institut Francais de Monaco di Baviera nel 2009 e alla mostra Drawing Fashion del Design Museum di Londra nel 2011. Le sue tecniche includono l’inchiostro, acquaforte 119


e stampa per monotipi138.Â

Fig. 32

120


II.4.7 Jasper Goodall

AUTN: Jasper Goodall AUTA: Birmingam, 1973 AUTU: University of Brighton AUTG: «The Face UK» NSC: Notizie storico-critiche: Latex nero lucido, rosa gocciolante come nel dripping di Pollock e maschere ritagliate che più che all’erotismo riportano al feticismo. Questo è il lavoro dell’inglese Jasper Goodall; figlio d’arte, nasce a Birmingam nel 1973. Nel 1995 si laurea a Brighton ed è lui in prima linea in quella rivoluzione che subirà l’illustrazione di moda negli anni Novanta. Goodall possiede una lista di clienti lunghissima che varia dal mondo dell’editoria (per esempio con «The Face UK»139), della musica e della pubblicità140. Di grande impatto e descrittiva del suo stile è la collezione “Poster Girl”: una serie di opere che esplorano i temi della fantasia e della sessualità fetish141 in cui delle donne in carne de ossa indossano degli abiti, che come in un collage fotografico, sono il prolungamento dell’illustrazione che tengono tra le 121


mani. Oggi lavora come illustratore freelance ed è tornato a Brighton come insegnante nel corso di laurea di illustrazione.

Fig. 33

122


II.4.8 Hiroshi Tanabe

AUTN: Hiroshi Tanabe AUTA: Kanagawa AUTU: Tama Art College, Tokyo; Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. AUTG: Emilio Pucci, Anna Sui, «The New York Times», «The New Yorker», «Vogue UK», «Harper’s Bazaar». NSC: Notizie storico-critiche: Un altro artista passato per Milano, più precisamente all’Accademia di Belle Arti di Brera per approfondire i suoi studi sulla storia dell’arte e della scultura è il giapponese Hiroshi Tanabe142. Nato a Kanagawa, si laurea in graphic design presso il Tama Art College per poi trasferirsi nella capitale meneghina della moda italiana nel 1990, tanto che il suo primo progetto è stato un t-shirt per un night club della città. È in Italia che inizia a concentrarsi sull’illustrazione, col suo tratto che chiaramente richiama le xilografie tradizionali giapponesi ma sempre in continua evoluzione. Ha ottenuto premi come il Vogue/Sotheby’s Beaton Award 123


for fashion illustration nel 1994 143, collaborazioni come quella con Pucci per la creazione di manichini e grafiche da parete nel 1997 e un anno dopo pubblicò il suo primo libro Blue Mode. Le sue commissioni più famose sono quelle con Anna Sui, Shiseido, GAP, Barney New York, Ann Taylor, Sony e riviste come «The New York Times» 144 , «The New Yorker» 145 , «Vogue UK» 146 , «Harper’s Bazaar» 147 , «Rolling Stone» 148.

Fig. 34

124


II.4.9 Tanya Ling

AUTN: Tanya Ling AUTA: Calcutta, 1966 AUTU: Saint Martin’s School of Art di Londra. AUTG: Christian Lacroix, «Vogue UK», «Harper’s Bazaar», Veryta. NSC: Notizie storico-critiche: Con un qualcosa di Modigliani, il collo sempre allungato, che accompagna la testa spostata dal corpo e grandi occhi che guardano altrove, semplici e lineari le modelle di Tanya Ling. Artista nata a Calcutta nel 1966, trascorse la sua vita tra l’Africa, l’America e l’Inghilterra dove adesso vive e lavora. Laureatasi in Fashion and Textiles Design alla Saint Martin’s School of Art di Londra nel 1989, si trasferisce a Parigi lavorando come designer per Dohothee Bis e Christian Lacroix. Tornata a Londra collabora ad un progetto d’arte contemporanea col marito William Ling chiamato “Bipasha Ghosh” e nel 1996 avviene la prima mostra di suoi disegni nello studio dell’artista Gavin Turk, che fu galeotta per il suo incarico per «Vogue UK»149 ed in seguito per «Harper’s Bazaar»150 e «Elle USA». Nel 2002 produsse una collezione pret-à-portèr esposta e venduta nelle vetrine di Henri Bendel 125


sulla Fifth Evenue di New York. Nel 2003 venne eletta la pià importante trend setter della Gran Bretagna da «Vogue UK» e designer dell’anno da «The Observer Magazine»151. Nel 2009 fu nominata direttore creativo di Veryta un marchio fondato da Filippo Binaghi e Stefano Pilati (direttore creativo di Yves Saint Laurent) che dona il 50% dei suoi profitti all’omonima fondazione che aiuta a sconfiggere la povertà e promuovere l’educazione infantile in India. 50 suoi disegni furono acquistati dal Victoria&Albert Museum di Londra152 e tra i suoi clienti troviamo Marc Jacobs, Louis Vuitton, Lanvin, Balmain, Prada, Chanel e molti altri153. Un po’ bambinesche le forme e le linee ma senz’altro simbolo della sua esperienza di pittrice l’utilizzo del colore nelle sue illustrazioni, Tanya Ling sintetizza in modo eccellente le creazioni dei grandi stilisti di oggi.

126


Fig.35

127



II.4.10 Jason Brooks

AUTN: Jason Brooks AUTA: Londra, 23 Febbraio 1969 AUTU: Saint Martin’s School of Art di Londra. AUTG: «Vogue UK», «Elle». NSC: Notizie storico-critiche: Perfette ed impeccabili come delle Barbie prodotte in serie, la rielaborazione grafica prende il posto dell’ “imperfezione” del tratto personale che fa’ la differenza, sono le donne illustrate da Jason Brooks. Nato a Londra il 23 Febbraio 1969, cresciuto a Brighton, sin da adolescente lavorava come freelance. Studiò Graphic Design alla Saint Martin’s School di Londra e iniziò a lavorare per «Vogue UK»154 e vinse il “Cecil Beaton Award Vogue Soyheby for Illustration”, premio che prende il nome dal grande fotografo di moda Cecil Beaton. Nel frattempo viaggiava molto appuntando tutto con disegni e pitture nei suoi diari; per questo il viaggio è un tema spesso ricorrente nei suoi lavori, che continua ad arricchire il suo repertorio visivo. Dopo un master presso il Royal College of Art ottenne l’incarico di disegnare l’Haute Couture parigina per «The Indipendent Newspaper»155 e la London Fashion Week per «Elle»156. Ha lavorato per etichette discografiche come la Hedkandi, di musica house, 129


in cui le sue donne bellissime e perfette rese tali dalla grafica vettoriale incarnano quello stile di vita sexy e spensierato delle discoteche. Ăˆ noto come il pioniere dell’utilizzo della tecnologia informatica nell’illustrazione di moda, che si adatta in modo ideale alla promozione dello stile di vita dei marchi di lusso. Di fatti sono molto poche le illustrazioni in inchiostro su carta, che spesso preferisce color oro e utilizza carte metallizzate da applicare su carta. Veniamo in contatto con un nuovo modo di illustrare che si evolve giorno per giorno.

130


Fig.36

131


132


II.4.11 Kareem Iliya

AUTN: Kareem Iliya AUTA: Beirut, Libano, 1967 AUTU: The University of Texas di Austin, Institute of Fashion Technology di New York. AUTG: «The New Yorker», «Visionaire», «W Magazine» e «Harper’s Bazaar». NSC: Notizie storico-critiche: Da un perfezionista come Jason Brooks alle “macchie” di colore di Kareem Iliya. Ombre di donne vestite di linee ed iridescenze che avvolgono tutto in un’aria di mistero. Nato a Beirut, Libano, nel 1967 cresce in Texas, dove frequenta l’Università, ad Austin, per proseguire all’Institute of Fashion Technology di New York, laureandosi nel 1990, vive ancora nella Grande Mela. I suoi lavori sono stati pubblicati su «Mademoiselle»157, «Illustration Magazine» in Giappone, «Metropolitan Home», «The New Yorker»158, «Visionaire»159, «W Magazine»160 e «Harper’s Bazaar»161. Tra i suoi clienti Bergdorf Goodman, Barney New York, Kenneth Cole Shoes, Catherine Malandrino e Romeo Gigli. Ha illustrato libri 133


come Nouvelle Pornography di Marie Nimier, Slow Hand di Michele Slung, Moetsukim Made di Kei Yikawa. Le sue illustrazioni sono state esposte anche nella galleria Art 54 di NY e apparse sul canale CNN in uno show televisivo: Style with Elsa Klensch e Nicholas Drake lo ha inserito nel suo libro Illustration Today162. Oggi è anche stilista d’abbigliamento maschile. Nelle sue illustrazioni pur essendo senza volto si percepisce la sinuositĂ del corpo femminile, delle aderenze e dei volumi degli abiti che indossano, le quali fantasie e pattern spesso contaminano corpo e viso della donna rappresentata.

134


Fig.37

135



II.4.12 Julie Verhoeven

AUTN: Julie Verhoeven AUTA: Savenoaks AUTU: Kent Institute of Art & Design. AUTG: Versace, Louis Vuitton, Mulberry, H&M, «Dazed&Confused», «Vogue Italia», «The Face». NSC: Notizie storico-critiche: Tratto definito, spruzzi e pennellate di colore e accostamenti di immagini che strizzano l’occhio al Surrealismo sono le principali indicazioni del percorso per raggiungere il mondo onirico delle illustrazioni di Julie Verhoeven. Nata a Sevenoaks nella contea inglese del Kent, frequenta dal 1985 al 1987 il Kent Institute of Art & Design163 per poi lavorare come prima assistente per John Galliano, design consultant per Martine Sitbon e head designer per Gibo. Nonostante ciò è senz’altro più nota per le sue collaborazioni da illustratrice o, ancor meglio si potrebbe definire, progettista di stampe per tessuti come quelli per la collezione Primavera/Estate 2009 di Versace ed ancora Louis Vuitton, Mulberry, H&M, Cacharel 137


e Lancome. I suoi lavori di illustrazione sono stati pubblicati su «Dazed&Confused»164, «Vogue Italia»165, «The Face»166 ed attualmente insegna Fashion Design al Central Saint Martins Collage of Art e al Royal College of Art entrambe a Londra. Trae la sua ispirazione dagli alti e bassi della vita, dalla tv spazzatura, ed è stato emozionante per lei lavorare al wallpaper della mostra di abiti della Principessa Diana a Kansington Palace167. La sua tecnica illustrativa include la pittura mista a tocchi grafici con i quali rispettivamente raffigura capelli e corpo di queste creature un po’ picassiane e surreali.

138


Fig.38

139



II.4.13 Liselotte Watkins

AUTN: Liselotte Watkins AUTA: Nykoping, Svezia, 1971 AUTU: Art Institute di Dallas. AUTG: «New Yorker», «Vogue», «Elle», Anna Sui, Miu Miu. NSC: Notizie storico-critiche: Cura dei dettagli, favolose chiome e colorazione su Photoshop per le illustrazioni della svedese Liselotte Watkins, nata a Nykoping nel 1971 ma laureatasi presso l’Art Institute di Dallas negli Stati uniti d’America. Inizia la sua carriera a New York illustrando i prodotti make-up di Barney’s e le domeniche per il «New York Times»168. Attualmente collabora con «New Yorker»169, «Vogue», «Elle», «Bon», «Tush» e «D La Repubblica»170. Ha collaborato con griffe, anche come scenografa, come H&M, NK, Net-à-porter, Vagabond, KappAhl, MAC cosmetics, Sephora, Anna Sui, Rodebejer (brand svedese di un’amica dell’illustratrice), Valextra171. Come grande esempio di una sua collaborazione 141


“tutta italiana” nel 2008 Miu Miu scelse delle sue illustrazioni per dieci capi della collezione Primavera-Estate. La sua creatività è senza limiti ed insaziabile, si dedica anche allo styling e alla creazione di oggetti di scena vivendo, dopo 5 anni a New York, tra Milano e Stoccolma. Affascinanti raccolte dei suoi lavori sono le due pubblicazioni: Watkin’s Heroine e Watkin’s Box of Pin ups + Watkin’s No 1172. La sua tecnica include una particolare carta trasparente che ordina direttamente dal Giappone in cui disegna la struttura di partenza del soggetto da illustrare che importa sul computer e colora con Photoshop a campiture piatte, la mancanza di tridimensionalità dà un aspetto pop e molto contemporaneo. Il risultato non è affatto freddo come le sue origini nordiche, le donne appaiono audaci, sicure di sé e a tratti un po’ seriose ma sempre glamour.

142


Fig. 39

143



II.4.13 Garance Dorè

AUTN: Garance Dorè AUTA: Corsica, 1975 AUTU: Non pervenuta. AUTG: «Harper’s Bazaar», «Elle France», «The New York Times», «Vogue Paris». NSC: Notizie storico-critiche: L’ultima frontiera del fashion web si sa, sono i social network, ma qualche anno prima spopolarono i blog. Il blog creato dalla francese Garance Dorè definì la sua carriera, realizzandosi in ciò che prima considerava più un passatempo, cioè l’illustrazione. Nata in Corsica nel 1975, lavorava come illustratrice freelance e si evolve come fotografa di “street style”173. Nel giugno 2006, mentre viveva a Marsiglia, crea il suo blog in cui condivide illustrazioni, fotografia, narrazione e moda. Attualmente riceve circa 70.000 visite al giorno, ha lavorato con Chloè, Chopard, David Yurman, Tiffany & Co., J Crew, Dior, Petit Bateau, Max Mara. Riviste come 145


«Harper’s Bazaar», «GQ», «Self Service», «Elle France», «The New York Times» e molte altre elogiano il suo lavoro come fece «Elle» inserendola nella sua classifica delle 30 donne più potenti nel mondo della moda. Oggi vive a New York e oltre a gestire il suo blog scrive per «Vogue Paris»174.

Fig. 40

146


II.4.14 Cecilia Carlstedt

AUTN: Cecilia Carlstedt AUTA: Stoccolma, 1977. AUTU: Università di Stoccolma. AUTG: Swarovski, La Perla, IKEA, H&M, «Elle», «Vogue», «W Magazine». NSC: Notizie storico-critiche: Dalla delicatezza di un semplice gesto di pennello intriso di colore escono fuori le forme che definiscono il disegno di Cecilia Carlstedt. Illustratrice ricercata, nata a Stoccolma, dove apprende gli studi in storia dell’arte e graphic design, lavorando presto nel mondo dell’illustrazione e del giornalismo, tra cui l’edizione svedese di «Elle». Nel 1998 viene accettata dal London College of Communication nel corso di Graphic Design Foundation. Terminati gli studi, torna a Stoccolma dove oggi vive lavorando come freelance per molti clienti. Tra le sue ultime collaborazioni, il colosso del low cost H&M, che le ha affidato le sue pareti, sulle quali Cecilia ha rappresentato donne in posa e in movimento con la predominanza del suo tratto nero che la distingue, interrotto 147


da schizzi di colore e accessori in risalto nei toni del verde, fuxia e giallo.

Fig. 41

148


II.4.15 Ivo Bisignano

AUTN: Ivo Bisignano AUTA: Regalbuto, Enna AUTU: Facoltà di Architettura all’Università degli Studi di Palermo. AUTG: Prada, Fratelli Rossetti. NSC: Notizie storico-critiche: Dimentichiamo le donnine alte e snelle per entrare del mondo dei ricordi del siciliano Ivo Bisignano, in cui troviamo donne dal volto animalesco o con enormi occhi contornati da profonde occhiaie ma che indossano le ultime creazioni delle sfilate dei più grandi nomi del fashion system. Nato a Regalbuto in provincia di Enna, dopo la laurea in architettura, nel 1995 si trasferisce a Milano per intraprendere la carriera di fashion stylist, set decorator e consulente di immagine175. Il suo messaggio estetico è quello della bellezza della diversità e dell’unicità attraverso i suoi ricordi, da cui per esempio nacque la collezione “Les Pouppettes”176 ricca di tecniche e materiali, tra cui legno, plastica e vecchi tessuti 149


conservati. L’illustrazione quindi nei suoi lavori assume una terza dimensione, quella a cui Bisignano vorrebbe dedicarsi nel settore della progettazione visual di cartoni animati, come ha già fatto nel suo contributo alla mostra “Hat-ology”177 dedicata alla mitica giornalista Anna Piaggi tenutasi al Palazzo Morando di Milano dal 22 settembre al 30 novembre 2013. Ha inoltre interpretato insieme ai suoi colleghi Marcela Gutierrez e Andrea Tarella la collezione di occhiali da sole Prada della collezione Minimal-Baroque presentata a Milano e Pechino178. Egli stesso afferma: «L’illustrazione è un’operazione diversa dalla fotografia. La storia è stata da sempre illustrata: sui muri, con i dipinti, sulle colonne. La magia è che metti del tuo in quel che rappresenti; includi sempre il tuo stato d’animo, e questo traspare. La chiave del mio lavoro è far riflettere la gente, farla sognare, stupire. Da siciliano, ho un forte senso del tempo. Trovo strano l’affanno per accaparrarsi un’immagine con un semplice click, per poi dimenticare con la stessa facilità, perdendo i profumi e le emozioni in essa contenuti»179.

150


Fig. 42

151



II.4.16 Marcela Gutierrez

AUTN: Marcela Gutierrez AUTA: Florida, 1978 AUTU: Ateneo Universitario di Monterrey, Central Saint Martin School di Londra. AUTG: Alexander McQueen, John Galliano, Prada. NSC: Notizie storico-critiche: Bravura fotografica e padronanza del colore, le illustrazioni di Marcela Gutierrez sembrano immagini di un editoriale di moda. Nata in Florida nel 1978 e cresciuta in Città del Guatemala, fino all’età di 18 anni. Perseguendo il suo interesse nell’illustrazione, si è iscritta in Architettura a Monterrey, in Messico. Seguendo i passi dei suoi stilisti preferiti cioè Alexander McQueen e John Galliano si iscrive alla Central Saint Martins di Londra e durante gli studi collabora con Marc Jacobs e «Nylon Magazine» a New York, Luisa Beccaria di Milano ed i suddetti Alexander McQueen e John Galliano. Si è diplomata come stilista di moda. Tra le recenti collaborazioni troviamo i dipinti per uno store per Prada a New York e Los Angeles. Attualmente, Marcela vive e lavora a New York come artista180. 153


Fig. 43

154


II.4 17Andrea Tarella

AUTN: Andrea Tarella AUTA: Verbania, 29 novembre 1982 AUTU: Non pervenuta AUTG: Elio Fiorucci, Prada, «Lola Magazine», «L’officiel Homme Italia». NSC: Notizie storico-critiche: Vivendo circondato da pesci, rettili e roditori, la natura non può che essere la più forte fonte di ispirazione per il giovane Andrea Tarella. Nato a Verbania nel 1982 compiuti i diciotto anni si trasferisce a Milano portando con se la sua passione per i fumetti, i film e il disegno. Inizia a muovere i primi passi nella città e a collaborare con diverse associazioni ambientaliste per cui realizza libretti illustrati per le scuole e per i bambini. Collabora con “Love Therapy by Elio Fiorucci”, fino alla collaborazione con Prada per cui realizza le illustrazioni inserite nella campagna “Minimal Baroque Sunglasses Collection”. La sua non è una natura naturale, ma dai colori fantastici e destramente acquerellati; mentre per la 155


figura umana la pelle non è mai colorata, sono i capelli i veri protagonisti, voluminosi e accuratamente definiti da linee, che spesso definiscono una fantasia a sĂŠ, come una tappezzeria che fa da sfondo o ambientazione ad una donna che fluttua indossando Valentino e N°21 di Alessandro Dell’Acqua181.

Fig. 44

156


II.4.18 Ricardo Fumanal

AUTN: Ricardo Fumanal AUTA: Huesca, Spagna, 1984 AUTU: Scuola d’Arte di Lleida. AUTG: «Dazed & Confused», «Glamour Germania», «Marie Claire», «Harper’s Bazaar Australia», «Wallpaper», «Vogue Hommes Japan», «The Daily Telegraph», «L’Officiel Hommes Italia», «Madame Figaro», «Leer». NSC: Notizie storico-critiche: Notizie storico-critiche: Come un sogno, volti che si trasformano, linee delicate e quasi impercettibili, sono le illustrazioni di Ricardo Fumanal, che come in un quadro surrealista il volto dello stilista si intravede e nasconde tra le sue creazioni che sfilano o meglio fluttuano sul foglio di quest’artista. Nato a Huesca, Spagna, nel 1984, ha studiato alla scuola d’arte di Lleida, dove si è specializzato in progettazione grafica e della pubblicità. La sua carriera lo ha portato a Barcellona, dove ha lavorato come graphic designer. Dopo aver collaborato con diversi studi e come art director, si è concentrato sull’illustrazione. Fumanal ha realizzato illustrazioni editoriali per «V»182, «GQ Italia», «GQ 157


Style», «Dazed & Confused»183, «Glamour Germania», «Marie Claire USA»184, «Harper ‘s Bazaar Australia»185, «Wallpaper»186, «Vogue Hommes Japan»187, «The Daily Telegraph»188, «L’Officiel Hommes Italia»189, «Madame Figaro»190 e un gran numero di copertine di rivista letteraria «Leer». Del suo cliente commerciale includono Lou Dalton, Revlon, Mango, Fred Perr e Richard Nichol. Vive e lavora a Berlino191.

Fig. 45 158


II.4.19 Igor + Andrè

AUTP: Igor + Andrè AUTN: Daniel Jonathan (Danny) Roberts e David Roberts AUTA: California, 1986 AUTU: Academy of Art University. AUTG: Tiffany & Co., IMG Models, Lancome, «The Sunday Times Magazine». NSC: Notizie storico-critiche: Tratto incerto, grandi volti e gote rosa hanno le donne del giovane ventottenne Danny Roberts cofondatore insieme a suo fratello David del blog Igor + Andrè192 in cui condivide la sua arte dopo aver conseguito la laurea in fashion design all’Academy of Art University. Ha collaborato con Tiffany & Co., IMG Models, Lancome, W Hotels, Forever 21 e riviste come «The Sunday Times Magazine»193. Vasta è anche la sua collezione di ritratti: le modelle Lily Cole e Gemma Ward, gli stilisti Alexander McQueen e Karl Lagerfeld. Le sue illustrazioni possiedono un’aria molto fiabesca, con occhi sognanti e colorazione morbida e sfumata, perfette per 159


la realizzazione del loro fotoromanzo di fantascienza a cui stanno lavorando i due fratelli.

Fig. 46

160


II.4.20 Laura Laine

AUTN: Laura Laine AUTA: Helsinki AUTU: Università di Arte e Design di Helsinki. AUTG: Zara, «The New York Times Magazine». NSC: Notizie storico-critiche: Altrettanto surrealiste ma ad alta definizione, le donne misteriose e a tratti inquietanti dell’artista finlandese Laura Laine. Quasi tutti i suoi disegni sono in bianco e nero, infinite linee definiscono le chiome fluttuanti di queste donne dai polpacci sottilissimi e i piccoli piedi. Con la maestria del chiaro scuro che possiede ogni tessuto sembra reale e palpabile. Ha studiato fashion design presso l’Università di Arte e Design di Helsinki, con un focus sull’illustrazione di moda. Dopo gli studi ha lavorato a tempo pieno come illustratore freelance. I suoi clienti includono Zara, Tommy Hilfiger, H&M, Iben Hoej, Daniel Palillo e le riviste «The New York Times Magazine»194, «Elle Girl», «The Guardian»195, e «Pap Magazine»196.

161


Fig. 47

162


II.4.21 Gerardo Larrea

AUTN: Gerardo Larrea AUTA: Perù AUTU: Non pervenuta AUTG: Gucci, N°21, Thakoon, Dolce & Gabbana, Prabal Gurung, Stella McCartney, Kenzo. NSC: Notizie storico-critiche: L’illustratore per caso venuto dal Perù che crea donne e uomini dinamici, dall’aspetto molto giocoso e divertente, perché un disegno che ride fa ridere le persone e non c’è nulla di meglio che portare gioia con la propria arte, dice in un intervista197. L’unica ombra che troviamo nella colorazione delle sue illustrazione è quella sotto il collo e il trucco delle donne sul viso, il resto è molto piatto, il movimento è dato dall’interazione dei personaggi che compongono tutta l’opera; modelle che giocano tra di loro o che assumono pose da photo-shooting198. Dalla colorazione si deduce che utilizza Photoshop dopo aver disegnato a matita. Tra i suoi clienti troviamo Gucci, N°21, Thakoon, Dolce & Gabbana, Prabal Gurung, Stella McCartney e Kenzo. Al momento porta avanti il suo blog http://www.theillustratorfiles.blogspot.it/.

163


Fig.48

164


II.4.22 Katie Rodgers

AUTP: Katie Rodgers AUTN: Kathryn Elyse Rodgers AUTA: Non pervenuta. AUTU: Non pervenuta. AUTG: Valentino, «Elle», «Glamour»199, Reebok, Nina Ricci. NSC: Notizie storico-critiche: Un’altra blogger dell’illustrazione è Katie Rodgers, fondatrice di “Paper Fashion” nel 2009, cresciuta in una piccola città di campagna appena fuori da Atlanta insieme ai tre fratelli, si rifugiava spesso nei suoi mondi fantasiosi creati col suo primo set professionale di acquerelli regalatole dalla zia Katie all’età di 7 anni. Le sue modelle, come delle bambole hanno spesso gote rosa e splendide acconciature oppure lascia libera l’immaginazione di chi le guarda accennando la figura umana ma dettagliando l’abito indossato. E ‘stata commissionata da artisti del calibro di Cartier, Jaeger LeCoultre, Valentino, Swarovski, Clé de Peau, Kate Spade, Coach, Alicia Keys, Calypso St. Barths, Stuart Weitzman, Parker Penne, Lacoste, «Elle»200 e «Glamour Magazine»201. La sua più recente collaborazione invece è con l’italiana 165


stilista Nina Ricci che l’ha scelta per illustrare il packaging del suo nuovo profumo “Nina L’Eau”, in cui la giovane illustratrice ha realizzato con la sua tecnica acquerellata una delicata sagoma di donna nei toni del rosa che domina tutto lo spot. Katie attualmente risiede a New York dove lavora anche come designer per Reebok 202.

Fig. 49

166


II.4.23 Kelly Smith

AUTN: Kelly Smith AUTA: Tasmania AUTU: Studi di Graphic design e Fotografia. AUTG: Valentino, Armani, Jenny Packham, Samantha Wills, «Vogue Australia», «NET A PORTER Magazine», Reebok, Nina Ricci, «The Sunday Times Style». NSC: Notizie storico-critiche: Immagini romantiche, fotografie a matita, le illustrazioni di Kelly Smith, la giovane illustratrice australiana, più precisamente dalla Tasmania, laureatasi in Graphic Design e Fotografia nel 2006 lavora principalmente nel mondo della moda e del beauty pubblicando i suoi lavori sul suo blog birdy&me.com.au. Ha lavorato con una serie di marchi di lusso tra cui Valentino, Armani, Jenny Packham, H&M, Samantha Wills, «Vogue Australia»203, «NET-A-PORTER magazine»204 e «The Sunday Times Style». Il suo lavoro è stato pubblicato su «Harper’s Bazaar», «In Style», «Russh», «Flair», «NET-A-PORTER magazine», “Illustration Now! Fashion” della casa editrice Taschen e più recentemente nella serie di libri illustrati della Laurence King Publishers intitolato Sticker Fashionista. Prendendo spunto dalla moda, 167


dal cinema e dalle favole, l’opera di Kelly cattura i suoi soggetti in maniera delicata, con una consistenza e una linea a matita a mano molto dettagliata, mentre gli elementi digitali e ad inchiostro aggiungono sottili note di contrasto205.

Fig. 50

168


II.4.24 Sunny gu

AUTN: Sunny gu Non soggiungono notizie anagrafiche e di scuola di formazione riguardanti l’artista Sunny Gu. NSC: Notizie storico-critiche: Precisione da amanuense e colori vivaci sono le caratteristiche della cinese Sunny gu che a soli tredici anni si trasferisce negli Stati Uniti. Come illustratore lavora principalmente nella moda, dove Sunny ha affinato le sue capacità di rappresentare diversi tessuti, texture e superfici. Il modo in cui ritrae, nelle sue immagini, la luce che passa attraverso materiali diversi. È anche commovente sentirla parlare del suo lavoro, descrivendolo come un luogo in cui può trovare la verità, la bellezza e la felicità ed è quello che augura ai fruitori della sua arte. Utilizza prevalentemente la pittura ad acquerello, per la sua imprevedibilità; la grafite e la vernice acrilica per alcuni particolari. Per la realizzazione di tessuti e superfici progetta in digitale206.

169


Fig. 51

170


II.4.25 Jamie Lee Reardin

AUTN: Jamie Lee Reardin AUTA: Toronto, Canada AUTU: Ryerson University. AUTG: Forever 21, Moda Operandi, «V Magazine», Dior Beauty. NSC: Notizie storico-critiche: Evoluzione a casa Dior, dalle mitiche sensuali donne di Gruau, Dior Beauty passa quest’anno alle misteriose e a tratti macabre ragazze illustrate da Jamie Lee Reardin. Poco più che ventenne, di Toronto, Canada, frequenta la Ryerson University nel corso di Comunicazione e Design di Moda e si trasferisce in California per seguire il suo sogno di illustratrice. Le sue fonti di ispirazione sono la casa di animazione Disney, i personaggi del famoso regista Tim Burton, di cui è follemente appassionata, mescolati ad una corporatura estremamente longilinea, lineamenti del viso marcati e un forte trucco delineato da lunghe ciglia. Il suo prodotto risulta la somma di tre figure specifiche, come lei stessa afferma, la Sposa Cadavere, Crudelia Demon e la donna-tipo di Alexander McQueen207. Oltre a Dior ha collaborato con la linea Forever 21, Moda Operandi e «V Magazine»208.

171


Fig. 52

172


II.4.26 Hayden Williams

AUTN: Hayden Williams AUTA: Regno Unito, 1991. AUTU: Non pervenuta. AUTG: «Vogue USA» NSC: Notizie storico-critiche: Ma il blogger più giovane è senz’altro il ventitrenne britannico Hayden Williams. Re dei social network e amatissimo da celebrities a partire da Rihanna, che lo ha consacrato come suo illustratore preferito, Beyoncè, Oprah, Ariana Grande, Kim Kardashian, Kate Moss e Naomi Campbell. Ogni giorno, puntuale, “posta” su tutti i suoi account un’illustrazione, che sia la sua ultima creazione, essendosi affermato anche come designer, oppure il ritratto di qualche figura del fashion system e non; famose le sue interpretazioni sulle principesse Disney, riadattate e rimodernate per una perfetta copertina di Vogue209. Il suo stile potrebbe essere definito pop-vintage, decisamente pop perché è il “popolo” della moda, le bambole e le donne che rappresenta sono appunto “popolari” e riconoscibili a tutti, ma unici nel tocco che lui riesce a dare raffigurandoli e vintage per la sua ispirazione dagli anni Quaranta e Cinquanta di cui ama l’eleganza impeccabile che solo le donne di quegli anni possedevano. La cosa più sorprendente 173


di questo enfant prodige non è solo che sia un autodidatta ma che il lavoro più preciso può realizzarlo in un’ora e con pochissimo utilizzo di Photoshop210.

Fig. 53

174


Note al Capitolo II 1http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/95/istituto-centrale-per-ilcatalogo-e-la-documentazione 2 Icon class desunta dai modelli e standard catalografici delle Authority files-Autore fornite dall’ICCD. 3 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 4 Multinazionale italiana che produce e distribuisce vini e liquori, attualmente facente parte del Gruppo Bacardi, nata nel 1847 dall’apertura della Distilleria Nazionale da parte di quattro commercianti piemontesi che venne acquisita da Alessandro Martini e Teofilo Sola chiamandola Martini & Rossi nel 1863. Famosa per la sua comunicazione pubblicitaria tutto comincia dagli anni Quaranta con i Grandi Concerti Martini trasmessi via radio. Quando negli anni Cinquanta diventa una Società per Azioni collabora con grandi firme della cartellonistica come Armando Testa, Mario Rossi, Attanasio Soldati e Andy Warhol ed escogita nuove iniziative di comunicazione come le Terrazze Martini aperte nelle maggiori città europee; nel 1961 inaugura il Museo Martini di Storia dell’Enologia a Pessione; presenza affermata nello sponsor sportivo nel 1970 nasce il Martini Raicing Team, sponsor esterno nei circuiti automobilistici a queste attività dagli anni Ottanta in poi si aggiungono la pubblicità videotelevisiva firmata dai migliori nomi del settore e con protagonisti i volti del cinema mondiale. http://www.impreseneltempo-torino.it/index.php/ imprese-nel-tempo/biografie-impresa/martini/lo-stile-martini 5 La Rinascente è un’azienda italiana di grandi magazzini nata dai fratelli milanesi Luigi e Ferdinando Bocconi nel 1865 che opera ancora oggi nell’abbigliamento e i prodotti per la casa. La pubblicità fu affidata a Marcello Dudovich dal 1920 a almeno fino al 1955, anno al quale risale il suo ultimo cartellone. Nel frattempo, dal 1950 al 1954, fu nominato come art director il grafico Albe Stainer. Dopo di lui seguirà Lora Lamm, grafica dal talento semplice ed innovativo che cambierà il modo di intendere la pubblicità fino all’utilizzo della fotografia. 6 http://www.marcellodudovich.it/pdf/italiano.pdf 7http://www.marcellodudovich.it/vita.asp?id=3&idSub=12&idSx=59 8 Non soggiungono notizie relativa alla pubblicazione di tale rivista. 9 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 10 Idem. 11http://fashion-history.lovetoknow.com/fashion-clothing-industry/ fashion-designers/paul-iribe 12 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 13 Idem. 14 Idem. 15 Idem. 16 Idem. 17 Idem. 175


18 Alligo, Santo, Modes et Manieres d’Aujord’hui: quando l’illustrazione di moda diventa grande arte, Little Nemo Editore, Torino, 2011, pag. 11. 19 Sergej Diaghilev, impresario russo, fondò la compagnia di balletto Ballets Russes, nel 1909, dando vita ad una fonte di ispirazione che influenzò moda, costume e tendenze del primo Novecento. Collezionò collaborazioni coi migliori stilisti e artisti del periodo come Alexandre Benois, Natalia Gontcharova, Mikhail Larionov, Fortunato Depero, Henri Matisse, Pablo Picasso e Coco Chanel. Di altrettanto spessore a livello collaborativo furono i suoi manifesti pubblicitari, illustrati da Leon Bakst e Fortunato Depero. http://www.vogue.it/encyclo/manie/b/i-balletti-russi. 20 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 21 Idem. 22 Idem. 23 Idem. 24 Non soggiungono notizie relative alla storia delle pubblicazioni di «House and Garden», «Le Sourire» e «Comedia Illustre». 25http://www.blog.jewelryaccessories.com/fashion-illustrators/406andre-edouard-marty.html 26 Caccarini, Rita, La “nuova italiana” e la moda autarchica: il ruolo delle riviste, in La stampa di moda dall’Unità ad oggi, in Storia d’Italia. Annali 19. La moda a cura di C.M. Belfanti, F. Giusberti, Torino, Einaudi, 2003, pag. 818. 27 Rizzoli-Corriere della Sera Media Group S.p.A. (RCS) è oggi uno dei principali gruppi editoriali italiani attivo nel mercato di quotidiani, radio, libri, televisione, periodici e web, nata nel 1927. 28 La Arnoldo Mondadori Editore è una casa editrice italiana nata nel 1907 a Ostiglia che oggi si occupa di libri, giornali e riviste, e-book, App, negozi, radio, pubblicità e servizi. 29 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 30 http://www.americanartarchives.com/eric.htm 31 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 32http://www.blog.jewelryaccessories.com/fashion-illustrators/413-carlerickson.html 33 Vedi in APPARATI la relativa scheda di catalogo. 34 Idem. 35 Azienda di abbigliamento di Alessandria nata nel 1857 deve la sua fama all’invenzione dell’omonimo cappello in feltro. I suoi manifesti pubblicitari portarono la firma di Marcello Dudovich, Armando Testa e Gino Boccasile. 36 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 37 Idem. 38 Idem. 39 Idem. 40 Giornalino a fumetti nato nel 1923. 41 Non soggiungono notizie relative alla sua pubblicazione. 176


42 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 43http://www.treccani.it/enciclopedia/bruna-moretti_(DizionarioBiografico)/ 44 Olivetti S.p.A. è oggi una società del gruppo Telecom Italia. Fu tra le più importanti aziende di macchine da scrivere, calcolo ed elettronica. I suoi primi manifesti pubblicitari vantano le firme di Marcello Dudovich, Giovanni Pintori e Egidio Bonfante. 45 Fabbrica di profumi attiva dal 1900 al 1970 fondata da Don Giuseppe Visconti di Modrone. 46 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 47 http://www.150anni.it/webi/stampa.php?wid=1940&stampa=1 48 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 49 Saks Fifth Avenue è una catena di grandi magazzini statunitensi di proprietà e gestione della Saks Fifth Avenue Enterprises (SFAE), una sussidiaria della Saks Incorporated. Compete con i grandi magazzini di New York come Neiman Marcus, Bergdorf Goodman e Barneys New York. Il quartier generale di Saks è a New York City. 50 All’anagrafe Florence Nightingale Graham (Woodbridge, 31 dicembre 1878 – New York, 19 ottobre 1966) imprenditrice canadese a capo dell’omonima azienda di cosmetici nata nel 1909. Vanta collaborazioni anche con l’illustratore Renè Gruau. 51http://www.renebouche.com/artist/?page_id=74 52 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 53 Idem. 54 Idem. 55 Idem. 56 Idem. 57 Idem. 58 Idem. 59 www.vogue.it/encyclo/personaggi/p/maria-pezzi 60www.vogue.it/encyclo/personaggi/g/rene-gruau 61nastia.style.it/tag/rene-gruau/ 62http://www.theparisreview.org/blog/2011/08/22/the-late-greattheodora-keogh 63 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 64 www.nytimes.com/2004/10/28eula.html?_r=0 65 Nata nel 1837 è un’azienda statunitense rivenditrice di gioielli. 66 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 67 Idem. 68 www.societyillustrators.org/Awards-and-Competitions/Hall-of-Fame/ Past-Inductees/2011--Kenneth-Paul-Block.aspx 69 Giordani Aragno, Bonizza, Di Castro, Federica, I creatori della linea italiana, Il disegno della moda italiana 1940-1970, De Luca Editore, Roma, 1982, pagg.39-40. 70 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 177


71 Idem. 72 Idem. 73 Idem. 74 www.gladysperintpalmer.com 75 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 76 Idem. 77 Idem. 78 Idem. 79 Idem. 80 Idem. 81 Idem. 82Idem - www.fashionillustrationgallery.com/artist/antonio-lopez/ 83www.beatricebranzini.it/index.php/antonio-lopez-il-picassodellillustrazione-di-moda/ 84 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 85 Idem. 86 Idem. 87 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. http://www.ifashion. co.za/index.php?option=com_content&view=article&id=3939:michaelroberts-at-afw-&catid=7&Itemid=116 88 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 89http://www.societyillustrators.org/The-Museum/2013/Stavrinos/TheVision-of-George-Stavrinos.aspx 90 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 91 Idem. 92 http://matsgustafson.org/bio_contact.html 93 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 94 Edizione italiana pubblicata dal 1992 da Condè Nast. 95 Edizione italiana pubblicata dal 1987 da Hearst Magazine Italia. 96http://illustrautori.blogspot.it/2011/12/maddalena-sisto-1951-2000.html 97http://bags.stylosophy.it/articolo/maddalena-sisto-le-pandorine-unacapsule-collection-per-la-p-e-2012/27611/ 98 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 99 Idem. 100 Idem. http://www.incisione.com/opere/bio.php?cognome=mattotti 101 Non soggiungono notizie relative alle pubblicazioni di «Lei» e «Per Lui». 102 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 103 Idem. 104 Idem. 105 Idem. 106 http://tonyviramontes.com/about.html 107http://www.vogue.it/people-are-talking-about/vogue-arts/2013/09/ tony-viramontes-galleria-carla-sozzani 108 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 178


109 Idem. 110 Idem. 111 Idem. 112 http://www.daviddownton.com/biography 113 Idem. 114 Costumista teatrale e cinematografico, nato a Sesto Fiorentino (Firenze) il 10 aprile 1927. Avvalendosi di una solida preparazione culturale e di un gusto raffinato, ha offerto un importante contributo al rinnovamento del costume, ripensandolo non più come un’aggiunta al personaggio ma come una componente fondamentale della sua definizione, ovvero come un elemento che deve porsi in stretta relazione con i suoi connotati specifici. L’attività di Tosi si è legata in modo privilegiato alle regie di Luchino Visconti. Ha ricevuto nove Nastri d’argento, due David di Donatello, due BAFTA Awards, cinque nominations all’Oscar e il President’s Award della Costume Designers Guild, l’associazione dei costumisti americani. Studiò a Firenze, prima all’Istituto d’arte e poi all’Accademia di Belle Arti dove ebbe tra gli insegnanti O. Rosai. Iniziò l’attività di costumista nel 1947 in teatro. Nel cinema, per i primi venticinque anni si dedicò in prevalenza ai film di Visconti, nei quali fornì d’altronde i risultati migliori. http/www. treccani.it/enciclopedia/piero-tosi_(Enciclopedia-del-Cinema)/ 115 Pino Lancetti, il già citato illustratore “sarto pittore”. (1932-2007) 116 Il “sarto artista” nato a Roma il 2 dicembre 1930 a soli 26 anni è giudicato il miglior designer della moda italiana, particolarmente apprezzato da Christian Dior, che lo definì pubblicamente in un’intervista a Vogue il miglior creatore della moda italiana”, per l’assoluta originalità delle sue creazioni. È considerato e riconosciuto a livello internazionale come uno dei più grandi designer del XX secolo ed ha vestito grandi celebrità del mondo del cinema, del teatro e, soprattutto nelle cerimonie, tante donne dell’alta società italiana ed europea. Tra gli abiti più famosi c’è quello indossato da Rita Levi-Montalcini in occasione del conferimento del Nobel per la medicina del 1986. 117 http://www.multisrl.it/illustrator/stefano-canulli/ 118 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 119 http://www.lobra.se/blog/stefano-canulli-illustrations 120 Non soggiungono notizie relative alla storia della pubblicazione spagnola dei magazine «Cosmopolitan», «Mujer Hoy», «Yo Dona», «Elle» e «Telva». 121 Azienda svizzera produttrice di orologi fondata da Jules Louis Audemars ed Edward Auguste Piguet nel 1897. 122 https://www.facebook.com/arturo.elena.official/info 123http://blog.benetton.com/italy/2014/07/25/limited-edition-arturoelena-talento-e-avanguardia-per-la-nuova-collezione/ 124 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 125 Idem. 126 Idem. 179


127 Idem. 128 Idem. 129 Idem. 130 http://www.youtube.com/watch?v=UQNUn_W4DKs. 131http://www.styleclicker.net/2011/06/12/francois-berthoud-–-the-artof-fashion-illustration/ 132 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 133 Idem. 134 Idem. 135 Idem. 136http://www.fashionillustrationgallery.com/artist/francois-berthoud/ 137 Idem. 138http://www.agentandartists.com/special/aurore-de-la-morinerie/ 139 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 140 http://www.jaspergoodall.com/biography.php 141http://koikoikoi.com/it/2009/03/jasper-goodall-poster-girl/ 142 http://www.fashionillustrationgallery.com/artist/hiroshi-tanabe/ 143http://designersconfidential.blogspot.it/2011/01/illustrazioni-di-moda. html 144 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 145 Idem. 146 Idem. 147 Idem. 148 Idem. 149 Idem. 150 Idem. 151 Idem. 152 http://www.tanyaling.com/biography 153 http://www.fashionillustrationgallery.com/artist/tanya-ling 154 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 155 Idem. 156 Non soggiungono notizie storiche sulla pubblicazione inglese di «Elle». 157 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 158 Idem. 159 Idem. 160 Idem. 161 Idem. 162 http://kareemiliya.com/KAREEMILIYA/BIO.html 163http://www.julieverhoeven.com/biog.htm 164 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo 165 Idem. 166 Idem. 167 www.vogue.it/encyclo/personaggi/v/julie-verhoeven 168 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 180


169 Idem. 170 Idem. 171http://www.vogue.it/en/talents/talents-shooting/2011/11/talentshooting-27 172 Idem. 173 Stile di abbigliamento informale, talvolta eccentrico e provocatorio, adottato specialmente da giovani e da giovanissimi, e diversamente caratterizzato a seconda del gruppo di appartenenza (punk, dark, rapper, grunge, ecc.). Oggi sono proprio loro a dettare le tendenze, grazie al lavoro dei cool hunter, ovvero i “cacciatori di tendenze” che viaggiando per il mondo fotografano persone, oggetti, tessuti e quant’altro definendo i mood delle collezioni a venire. Vedi anche: http://www.sapere.it/sapere/ dizionari/neologismi/comunicazione/cool-hunter.html 174http://www.nespresso.com/citizdotmedia/es/documents/Biografia_ Garance_Dore.pdf 175http://www.vogue.it/talents/nuovi-talenti/2010/11/ivo-bisignano#adimage46685 176 Protagoniste anche di un video per il brand di calzature Fratelli Rossetti al Salone del Mobile di Milano nel 2011. 177http://www.lofficielitalia.com/2014/01/ivo-bisignanos-illustrations/ 178http://modaonlive.wordpress.com/2011/02/08/tre-illustratori-perprada-la-minimal-baroque-sunglasses-collection-firmata-prada/ 179http://fattitaliani.eu/index.php/fattiartistici/mostrearte/item/233blanco-milano-fino-al-31-gennaio-le-illustrazioni-di-ivo-bisignano-lesfemmes 180 http://marcelagutierrez.com/marcela-gutierrez/ 181http://www.andreatarella.com/#!webelieveinstyle/cjhs 182 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 183 Idem. 184 Si riferisce all’edizione americana, di cui non è pervenuta la data di inizio pubblicazione, del magazine nato in Francia nel 1945. 185 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 186 Idem. 187 Idem. 188 Idem. 189 Idem. 190 Idem. 191http://www.fashionillustrationgallery.com/artist/ricardo-fumanal/ 192 http://www.igorandandre.com/ 193 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 194 Idem. 195 Idem. 196http://koikoikoi.com/2010/02/laura-laines-fashion-illustrations/ 197http://eufashionla.wordpress.com/2012/05/01/gerardo-larrea-theillustrator-files/ 181


198Dall’unione dalla parola inglese “photo” cioè fotografia e dal verbo “to shoot” cioè sparare, ma anche riprendere con una cinepresa o fotocamera, può essere tradotto come sessione fotografica o servizio fotografico, nel campo dell’editoria di moda è un termine molto utilizzato. 199 Si riferisce all’edizione inglese, di cui non è pervenuta la data di inizio pubblicazione, del magazine nato negli Stati Uniti nel 1939. 200 Si riferisce all’edizione inglese, di cui non è pervenuta la data di inizio pubblicazione, del magazine nato in Francia nel 1945. 201 http://paperfashion.net/about-2/ 202http://koryvacuum.blogspot.it/2013/12/katie-rodgers-paperfashion. html 203 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 204 Rivista on line creata dall’azienda americana di shopping on line Net a Porter. 205 http://www.birdyandme.com.au/about/ 206http://apeonthemoon.com/2013/03/26/sunny-gu-fashion-illustrationwatercolour-and-happiness/ 207 http://www.jamieleereardin.com/about/ 208http://www.linkedin.com/pub/jamie-lee-reardin/58/ba5/7b5 209http://huininess.wordpress.com/2014/02/13/hayden-williamsconquering-the-world-with-one-fashion-sketch-at-a-time/ 210http://www.thearcadiaonline.com/faces-to-watch-hayden-williamsfashion-illustrator-extraordinaire/

182


Capitolo III Tra il disegno e la fotografia: Renè Gruau

All’anagrafe Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, in arte Renè Gruau; nome dal francesismo dovuto alla naturale adozione parigina e cognome in onore della madre. Grazie a lei e per lei entrò nel mondo della moda, donandogli il privilegio, sin da bambino, di frequentare atelier milanesi come le Sartorie Ventura1 e Radice2 e Marta Palmer3; e parigini4 come Vionnet5 e Paquin6. Seguire questo mondo affascinante lo portò ad apprezzare la figura femminile, che cominciò a disegnare sfogliando le pagine delle riviste «Vogue» e «La Vie Parisienne»7, arte che mise a frutto per contribuire al bilancio familiare, dopo il divorzio dei genitori8. La sua prima collaborazione fu con la rivista milanese «Lidel» tra il 1924 e il 1932, ed il primo disegno scelto dalla direttrice Vera Rossi Lodomez portava già la firma che lo seguì in tutta la sua opera, ovvero un asterisco creato da una goccia di inchiostro caduta per caso sul foglio9 e al di sotto una G (Fig.54). Dopo «Lidel», si susseguirono «Fémina», «Marie Claire», «Vogue», «Harper’s Bazaar» e manifesti pubblicitari per gli spettacoli del Moulin Rouge e Lido de Paris. Diceva di dovere tutto alla sua fantasia, non frequentò alcuna scuola d’arte, ma solo lo studio del pittore riminese Gino Ravaioli10. Le estati passate a Rimini gli furono fonte di ispirazione, con il suo turismo balneare e i suoi manifesti, di artisti come Marcello Dudovich11 (che conobbe lavorando a Milano12) e Leonetto Cappiello13. Gruau fece i primi passi nelle collaborazioni giornalistiche e stilistiche nell’era dell’Art Deco, ma raggiunse l’apice della sua carriera alla 183


fine degli anni Quaranta, periodo noto col nome di New Look (dato dalla caporedattrice di «Harper’s Bazaar» di allora: Carmel Snow) in riferimento alla collezione di Dior, stilista dal passato di illustratore diventato suo amico nel periodo in cui lavorarono per le riviste francesi «Marianne» e «Le Figaro»14. Alcuni dei successi più decantati nella sua collaborazione con Dior furono i manifesti pubblicitari per le fragranze: Miss Dior, Diorissimo, Diorella, Eau Savage e Dior-Dior (Figure 55-56-57-58-50)15. Illustrò per gli stilisti Elsa Schiaparelli, Coco Chanel, Cristobal Balenciaga, Balmain e Jacques Fath; collaborò con la testata «La Novità», rivista ufficiale del settore tessile in Italia e per la rivista francese «Marie Claire» la quale durante la Seconda Guerra Mondiale, trasferitasi a Lione, lo inviava a Cannes a disegnare le creazioni delle case di moda che si erano ivi rifugiate16. Come un paparazzo del suo tempo, Gruau raffigura le donne colte nei momenti di relax o di maggior movimento, danzanti insieme alle sue linee grafiche marcate di nero; neri anche gli sfondi e le figure geometriche utilizzate nel taglio delle ambientazioni come nel caso del poster del film La Dolce Vita17, in cui l’abito nero di Anita Ekberg crea un vortice che abbraccia i protagonisti, che Gruau realizzò nella riedizione del film nel 198118(Fig.60). E ancora nero fu il fiocco nell’illustrazione pubblicitaria per il profumo Miss Dior del 1947 (Fig.55), un fiocco che lega i fili di perle indossati dal cigno, simbolo di indiscussa eleganza, nonché sua prima esperienza pubblicitaria offertagli dall’amico stilista Christian Dior. In questi anni in cui si dedica al disegno pubblicitario per la promozione di accessori di moda, firmerà oltre ai profumi di Dior, Griffe, Balmain, Fath e Schubert, le affiches per la Martini, per le case produttrici di cosmetici (Pajor, Rouge184


Baiser,Elizabeth Arden), di tessuti (Dormeuil, Rodier, Fred, Nino), di biancheria (Scandale, Léjaby), per il marchio Ortalion (impermeabili, ombrelli e calze), per le fodere Bemberg, le camicie Pancaldi, i guanti Perrin e i cappelli Montezin. Tra i suoi ultimi contributi troviamo il logo dell’Accademia di Costume e Moda di Roma, diretta al tempo da Fiamma Lazzaro, nella quale tenne come docente seminari sulla grafica pubblicitaria di moda; un altro logo, all’amica stilista Laura Biagiotti, le campagne pubblicitarie per la Maserati, e per il 150° anniversario dei Bagni di Rimini19. Le sue illustrazioni accattivanti e riconoscibili al primo sguardo rappresentano un mix tra i classici disegni giapponesi, le opere di artisti come Degas, Manet, Boldini e gli schizzi del pittore Toulouse-Lautrec. Donne sensuali e sorridenti, che esprimono la loro gioia di vivere sempre avvolte nel mistero, volti semi-nascosti, semplicemente da un cappello, da una porta o nell’ombra. Molte pratiche ed escamotage del suo operare risalgono ad antiche tecniche giapponesi, i primi piani ingranditi, come quelli dell’incisore e pittore Ando Hiroshige; la composizione in diagonale che indirizza lo sguardo del fruitore dove si vuole che vada, lo stesso per l’uso di dividere lo spazio verticalmente e ancora la tecnica dell’ “impressione del vuoto”, derivante dal metodo chiamato hara-oshi nella stampa giapponese, che solo grazie al contorno (ukiyo-e) del soggetto rende l’idea della composizione20 (Fig.61). Una maestria impareggiabile nel disegno e un originale approccio al marketing della moda lo hanno reso pioniere del nuovo modo di fare pubblicità che nello stesso modo in cui lo influenzò, lo scacciò. Negli anni Trenta «Vogue» per la prima volta, utilizza un’immagine fotografica in copertina: simbolico spartiacque del declino dell’illustrazione del gior185


nalismo di moda. Morì all’età di 95 anni, ma quella macchia caduta sul foglio, diventata per caso un asterisco; come una stella, sarà destinata a brillare a lungo. È possibile ammirare la sua arte alla mostra permanente a lui dedicata all’interno del Museo della Città di Rimini.

186


Note al Capitolo III 1 Sartoria nata a Milano negli anni Venti, che vantò sedi a Roma, dalla quale diventò fornitrice ufficiale di casa Savoia, e Venezia. La sede di Roma che stava al numero 23 di Piazza di Spagna inizialmente fu diretta dalla grande Fernanda Gattinoni e fu rilevata dalla stilista Gabriella Robilant nel 1941, mentre la sede milanese di Corso Venezia 18 fu acquisita nel 1949 da Germana Marucelli che ne fece suo atelier, laboratorio e salotto del giovedì. La Sartoria Ventura oggi si trova a Milano in Via Serio numero 2. http://www. treccani.it/enciclopedia/germana-marucelli_(Dizionario-Biografico)/ 2 Sartoria del marchio Sandro Radice nato nell’ottobre del 1925 a Milano e noto per gli articoli di moda come cappelli e pellicce. http://www. vogue.it/encyclo/moda/m/la-moda-nel-ventennio3 Titolare della sartoria milanese a suo nome. 4 http://www.ocula.it/files/tosi%20brandi_[1,182.038Mb].pdf 5 Madeleine Vionnet (Chilleurs-aux-Bois, 22 giugno 1876 – Parigi, 2 marzo 1975), innovativa sarta francese con la passione per la geometria, nata nel 1876 a soli 10 anni inizia il mestiere di sarta a Parigi, dove tornerà solo dopo l’esperienza inglese nella sartoria di Kate O’Reilly. A Parigi lavorò per le sorelle Callot e la maison Doucet ed erano gli anni di Paul Poiret, al quale si ispira per i suoi abiti sciolti che lei rielaborò con la tecnica dello sbieco e le forme geometriche di tessuto utilizzate. Più avanti, Consapevole dell’unicità della propria tecnica, si protegge dalle imitazioni certificando ogni suo modello con tre fotografie, fronte, profilo e dietro, e registrando la loro paternità in 72 album da cui tuttora si può evincere il suo credo: “Esaltare la donna e in ciascuno dei suoi abiti comporre una sorta di poema compiuto”.La «Gazette du bon ton» nel 1922 mostra i modelli di Vionnet rappresentati dalla grafica matita di Thayaht che ne realizzò anche il logo nel 1919 e ne fu consulente e disegnatore fino al 1925. Madeline Vionnet morì nel marzo 1975, a settant’anni dalla sua morte la maison diventa italiana con a capo Rodolfo Paglialunga, ex collaboratore di Prada, sostituito nel 2011 da Barbara e Lucia Croce a loro volta sostituite da Goga Ashkenazi attualmente direttrice creativa. 6 Jeanne Paquin (Saint Denis, 1869-1936) nota come Madame Paquin iniziò la sua attività alla maison Rouff e fondò la propria casa a Parigi nel 1891; nel 1900 fu eletta presidente della sezione moda dell’Esposizione di Parigi e, due anni dopo, aprì filiali a Londra, Buenos Aires e Madrid. Era nota per i suoi abiti preziosi, sontuosi e romantici, di eccellente fattura, che, felicemente descritti come “provenienti dalla terra delle fate”, erano popolari presso le attrici e i personaggi dell’alta società. Donna di considerevole eleganza, la Paquin era un’abile promotrice delle sue creazioni: una volta per esempio, fece sfilare le sue modelle alle corse dei cavalli. Nel 1913 creò degli abiti da giorno che potevano essere indossati anche per la sera. Molti dei suoi abiti erano una sapiente 187


miscela dell’arte del drappeggio e di quella del taglio sapiente e adeguato alle esigenze della donna più attiva del primo Novecento, i suoi tailleur di stile Sartoriale erano tagliati in modo di facilitare il passo; fu famosa anche per i suoi abiti da tango, la lingerie e la pellicceria. Si ritirò nel 1920 sebbene la sua casa sia rimasta aperta fino al 1956. http://ladyreading. forumfree.it/?t=54557789&st=15 7 Vedi in APPARATI relativa scheda di catalogo. 8 Gruau, René, Gruau visto da Gruau, in Pollarini, Andrea, René Gruau. Un riminese a Parigi, catalogo della mostra tenutasi a Rimini, Milano, Electa, 1993, pp. 19-28, (intervista trascritta da L.Fontana). 9 Ivi, pp. 20-21. 10 Gino Ravaioli (Rimini 1895-1982) fu un’artista della cui vita ben poco si conosce, collaborò con la rivista romagnola «La Piè», una rassegna mensile sull’illustrazione, di cui sono famose le copertine rappresentati le xilografie a più legni del Ravaioli, che si avvicinò a questa tecnica a metà degli anni Venti. Tecnicamente la sgorbia dell’artista si rivela molto decisa e sicura nell’incidere il legno in profondità per ottenere chiaroscuri molto contrastati e immagini fortemente espressive. Una curiosità è la ripresa delle raffigurazioni sulla matrice sempre orientate come lo sono in realtà, facendole così risultare speculari sulla stampa. http://www. corriereromagna.it/news/cultura-spettacoli/3567/Gino-Ravaioli-e-il-suo.html 11 Vedi supra, Capitolo II, §II.1.1 Marcello Dudovich, p. 35. 12 Gruau, René, Gruau visto da Gruau, in Pollarini, Andrea, René Gruau. Un riminese a Parigi, catalogo della mostra tenutasi a Rimini, Milano, Electa, 1993, p.22. 13 Leonetto Cappiello (Livorno, 9 aprile 1875 - Cannes, 2 febbraio 1942) fu un illustratore, caricaturista e cartellonista italiano che eseguì tra Livorno e Parigi, lavorando per editori come Varcasson e Devambez, pubblicando il suo album dal nome Lanterna Magica nel 1896. Nel 1903 realizzando un manifesto per Choccolat Klaus ottiene un grande successo per la sferzata innovativa che riesce ad apportare al linguaggio pubblicitario e nel 1914 viene insignito della Legion d’Onore. Durante la Grande Guerra Cappiello ritorna in Italia per svolgere il servizio militare. Finito il conflitto ritorna in Francia e stipula un contratto con l’editore Devambez con cui lavorerà fino al 1936, ed è proprio Devambez che curerà una mostra retrospettiva di Cappiello nella capitale francese. Nel 1923 prosegue l’attività di decoratore per diversi negozi parigini e nel 1937 per il Padiglione della Pubblicità dell’Esposizione Universale di Parigim di cui ha anche l’incarizo di vice presidente. Negli anni della seconda guerra mondiale si trasferisce nel sud dell Francia a Grasse. Muore a Cannes nel 1942. http://www.800artstudio.com/it/cappiello.php 14 http://www.ocula.it/files/tosi%20brandi_ [1,182.038Mb].pdf 15http://trama-e-ordito.blogspot.it/2010/04/rene-gruau-la-moda-iltempo.html 188


16 Gruau, René, Gruau visto da Gruau, in Pollarini, Andrea, René Gruau. Un riminese a Parigi, catalogo della mostra tenutasi a Rimini, Milano, Electa, 1993, p.23. 17 Film storico del 1960 che interpreta un momento nella storia d’Italia, in bianco e nero, sonoro, di produzione italo-francese del regista Federico Fellini. Sceneggiatura di Tullio Pinelli, scenografia e costumi di Piero Gherardi e musiche di Nino Rota. Distribuito in Italia da Cineriz, appartiene al genere drammatico, dalla durata di 173 minuti. Nel cast: Polidor, Adriano Celentano, Alain Cuny, Anita Ekberg, Annibale Ninchi, Anouk Aimèe, Enzo Cerusico, Gianfranco Mingozzi, Jacques Sernas, Laura Betti, Lex Barker, Marcello Mastroianni, Nadia Gray, Valeria Ciangottini, Yvonne Furneaux, Mino Doro. La trama in breve: Marcello, scrittore mancato che lavora per un giornale scandalistico con la scorta di un paparazzo (termine che lanciò a livello internazionale), fa incontri ed esperienze nella Roma mondana, cinematografara e intellettuale di via Veneto e dintorni. Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Palma d’oro a Cannes e Oscar ai costumi di Piero Gherardi. 3 Nastri d’argento 1961 al soggetto originale, M. Mastroianni e P. Gherardi (scene). http:// trovacinema.repubblica.it/film/la-dolce-vita/116919 18http://trama-e-ordito.blogspot.it/2010/04/rene-gruau-la-moda-iltempo.html 19 Idem. 20http://www.ocula.it/files/tosi%20brandi_[1,182.038Mb].pdf

189


Fig.54

Fig.55

190


Fig.56

Fig.58

Fig.57

Fig.59

191


192

Fig. 61

Fig. 60


Capitolo IV

IL PROGETTO IV.1 A Pattern of Designers

Il progetto di tesi intende porsi come obiettivo la realizzazione di un pattern1 decorativo/tessile, che parte da un’attenta riflessione sul disegno di moda di ieri e dalle mille interpretazione possedute oggi. Tra le molteplici che era possibile scegliere, l’attenzione è caduta sull’immagine dei personaggi influenti della moda diventate icone riconoscibili da tutti e sui quali normalmente vengono costruite, nel mondo dell’illustrazione, vignette satiriche, stampe per t-shirt e fumetti o entrambe le cose, come, per citarne uno, nel lavoro dell’artista Giuseppe Codamo con il suo brand A FAULT, in cui rappresenta gli stilisti come i supereroi dei fumetti più famosi chiamandoli con nomi come Coco Kant, Super Karl e stampandoli su t-shirt, tank top e quant’altro (Fig. 62). Da questa riflessione nasce il progetto illustrativo “A Pattern of Designer”: Lo stilista e il suo abito, il suo volto e la sua stampa; come ne Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde il designer rivive attraverso la sua creazione. Sette come le meraviglie del mondo, come i peccati, come le note, le illustrazioni scelte che ritraggono figurini dal corpo femminile ma statico e dai volti surreali come se indossassero delle maschere. Abiti di ieri e di oggi partendo dalla creazione di Gianni Versace facente parte della sua collezione Pop degli anni ’90 (adesso tra le mani dell’esperto vintage Franco Jacassi) dal 193


tessuto con stampa all-over dei ritratti di Marilyn Monroe e James Dean firmati Andy Warhol. Nell’illustrazione troviamo il tutto capovolto, è Marilyn ad indossare Gianni e Donatella Versace, messa in posa come Linda Evangelista nella campagna pubblicitaria originale del tempo, con tanto di borsetta coordinata (Tav. Ia). Come è Miuccia Prada ad essere indossata dalla modella col volto di donna creato dall’illustratore Jeanne Detallante in occasione della sfilata Primavera-Estate 2014 in cui la nostrana Miu Miu collabora con atri artisti presentando il suo nuovo progetto in nome delle molte liaison creative chiamato In the Heart of the Moltitude (Tav. Ib). Sempre a proposito di arte, ecco Domenico Dolce e Stefano Gabbana “mosaicizzati” sul loro abito d’ispirazione bizantina della collezione Autunno-Inverno 2013/2014 (Tav. Ic). Come non ironizzare invece, sempre tra le collezioni 2014, sull’uscita dell’irriverente Top Model Cara Delevigne della sfilata Chanel by Karl Lagerfeld, mixando le due muse di quest’ultimo, la suddetta Cara e la sua gatta bianca, famosa in tutto il mondo, Choupette (Tav.Id). Restando in tema animalista, dalle collezioni Autunno-Inverno 2012 ecco altri due esemplari: Crazy Krizia su un abito bianco al posto della sua simbolica pantera dalle fauci spalancate (Tav. IIa) e l’americano Jeremy Scott, che spicca il volo sul suo abito nero come un unicorno appunto sul suo onirico e poco indossabile Unicorn Dress (Tav. IIb). Per finire, ecco i nuovi e talentuosi giovani del fashion system, non per nulla prediletti da Giorgio Armani, Mirko Fontana e Diego Marquez del brand Aujourlejour coi loro abiti dalle stampe canine, insieme a dinosauri e altre specie, dalla collezione Autunno-Inverno 2014/2015. Nell’illustrazione ecco i loro visi posti e riproposti nel loro abito bon ton anni ’60 indossato da una donna-chihuahua (Tav. IIc). Ironizzare, trasporre e 194


riproporre ma anche raccontare, come facevano una volta le illustrazioni sui primi giornali di moda, gli abiti nell’abito che racchiude tutte queste storie. Il disegno che di solito sta alle spalle di tutta la realizzazione reso protagonista.

IV.2 Da Pattern of Designers a Pattern of Flying Scissors Il progetto nel tempo ha subìto delle variazioni: • In osservanza alle normative sull’utilizzo dell’immagine di personaggi famosi e sulla loro riproduzione; • Volendo prediligere una tecnica come la stampa incisoria; • Il tutto in accordo con l’azienda Bellino. Le tre volontà sopra descritte hanno condotto ad un nuovo elemento (Tav. III); da riprodurre su tessuto sia come singolo che come modulo decorativo, ovvero come pattern, parola chiave di tutto il progetto. L’elemento citato, nei suoi mutamenti (Tav. IV), ha mantenuto le forme sinuose di farfalla, richiamando quelle tipiche del movimento artistico Liberty e allo stesso tempo il mondo degli strumenti tipici della sarta, poiché trae ispirazione da una forbice. L’antica forma della forbice da sartoria, si trova in contrapposizione ai colori scelti, che potremmo definire di derivazione pop. Dalla Pop Art traeva ispirazione anche il progetto precedente; coi suoi colori e la ripetizione di un elemento, a richiamo delle serigrafie di oggetti comuni dell’artista Andy Warhol. L’abito in questo modo diventa una tela bianca su cui le Flying Scissors volteggiano come farfalle e ipoteticamente lo tagliano, rievocando le linee e i tagli tipici degli abiti anni Sessanta e conformi al prodotto dell’azienda sopra citata. Stabilito 195


il progetto definitivo, è giunto il momento della ricerca di coloro che potessero concretizzarlo, ovvero un’azienda dalle caratteristiche conformi all’obiettivo da raggiungere. Nello stesso modo in cui si sviluppa questo progetto, è in crescita l’azienda Bellino Mode di Palermo, che una volta contattata, non ha esitato al volerci incontrare. L’incontro è preluso anche il loro possibile inserimento tra gli enti convenzionati con l’Accademia di Belle Arti di Palermo, quindi l’eventualità di dare vita ad altrettante future collaborazioni. Mostrato loro il progetto, con un layout descrittivo dell’idea iniziale, con le relative immagini dell’ispirazione e i bozzetti dei prototipi degli abiti da realizzare, i fondatori dell’azienda hanno visto in esso quel qualcosa in più adatto alla loro produzione.

IV.3 L’Azienda: Bellino Tradizione sartoriale, fibre naturali e praticità sono il leitmotiv del brand palermitano Bellino. Esso è nato nel 2010 dai coniugi Antonino e Adriana Valenti, che con la loro passione e professionalità portano avanti il prestigio del marchio fino alla distribuzione a livello internazionale. Presso la loro boutique di alto livello che sta sotto il nome di CVC 23 in Via Gaetano Daita, a Palermo, in cui troviamo il casual wear sia per l’uomo che per la donna. L’azienda è specializzata nella produzione di capi in lino, creato da filati e fibre purissime cucite secondo le tradizioni artigianali, per una linea basic nei colori distintivi: blu, beige, bianco e marrone. Inoltre essa offre mix di filati pregiati abbinando il lino a seta, chiffon, jersey e cashmere. I capi possono anche essere impreziositi di da particolari e luminosi dettagli come bottoni in madreperla, loghi ricamati e pietre gioiello che coniugano eleganza e comfort. 196


IV.4 La prospettiva produttiva L’accurata ricerca modellistica, la rigorosa attenzione alla vestibilità e lo spirito innovativo che distinguono i capi di Bellino si sono rivelati punti in comune al progetto di tesi. Tra tutti i capi: kaftani, tubini, camicie e chemisier, il più semplice, il tubino sembrava rispecchiare perfettamente il progetto prestabilito per il richiamo agli anni Sessanta e il suo candore pronto per essere arricchito e colorato dalla stampa creata (Tav. V). Stabilito quindi il primo prototipo, si è proceduto con le prove di stampa e la realizzazione. L’accordo progettuale prevede la creazione di una piccola collezione che includa altri tubini con i diversi pattern proposti (Tav. VI e Tav. VII) insieme ad altri capi. Il pattern possiede una grande versatilità: nel primo prototipo l’elemento crea una spirale che gira attorno all’abito, seguendo il tratteggio attenuto da un filato (non stampato, ma inserito in un secondo momento) degli stessi colori della stampa; esso permette di creare giochi di linee su tutto l’abito. Mentre la ripetizione dell’elemento consente dei motivi che richiamano le maioliche siciliane o più generalmente della cultura mediterranea.

IV.5 La stampa tessile Che risalga agli Egizi o ai Cinesi, la stampa tessile è certamente stata preceduta dalla tintura2, ben diversa per risultato e procedimento, essendo quest’ultima per immersione e dando come risultato una tinta unita; mentre per stampa s’intende quell’insieme di sistemi che procedono per aggiunzione o sottrazione nei suoi metodi più conosciuti: la stampa diretta, la più comune, realizzata con sostanze 197


coloranti contenenti mordenti e fissativi per il tessuto, che in un’altra procedura vengono aggiunti alla stoffa prima della colorazione; la stampa a riserva, o corrosione, che consiste nel riprodurre il disegno con un materiale impermeabilizzante come la cera, che non lascia penetrare il colore della tintura; con lo stesso procedimento ma con un agente decolorante che rimuove il colore di fondo si ottiene un disegno per sottrazione nella stampa detta a scarico. Ogni stampa è preceduta da un disegno che viene inciso sul supporto che si preferisce, il metodo più antico risale ai blocchi in legno intagliati, in seguito su rame e su stencil, ovvero il disegno ritagliato su carta pesante o metallo sul quale viene applicato il colore che creerà la stampa. Quest’ultimo metodo possiede delle affinità con quello scelto per la realizzazione del progetto di tesi, come l’utilizzo di una matrice che verrà impiegata più volte; ma la nostra E’ una stampa indiretta, altrimenti detta stampa a cera molle. Questa tecnica si diffuse molto nel Settecento per gli effetti pittorici che é in grado di dare e che rispecchiavano il gusto dell’epoca. È caratterizzata da due tipi di segno: uno granuloso, che imita quello lasciato da una matita o da un carboncino su una carta ruvida, e uno più morbido e pastoso, che richiama lo sfumato che si può ottenere con un pastello. La matrice, di rame, zinco o nel nostro caso, di ottone, viene precedentemente riscaldata e preparata con un sottile strato di vernice a base di cera che non indurisce grazie all’aggiunzione di un grasso detto sego (da ciò deriva il nome, poiché la cera resta molle) (Tav.VIIIa), sulla quale viene adagiato e fissato sul retro un sottile foglio di carta velina leggermente ruvida ove l’artista disegna liberamente con una matita più o meno tenera. La 198


pressione della matita provoca l’adesione della cera al foglio. Finita l’opera, il foglio viene sollevato (Tav. VIIIb). Il suo distacco comporta l’asportazione dalla lastra della cera in corrispondenza del disegno lasciando scoperte le parti che poi verranno morsurate (come per le altre tecniche di tipo indiretto in cui gli esemplari naturalmente saranno riflessi rispetto al disegno eseguito sulla carta velina). Successivamente si passa all’acidatura (Tav. IXa) che intacca soltanto le parti in cui la vernice è stata asportata, facendo attenzione che non si creino bolle e che la corrosione sia perfetta; dopo la pulizia (Tav. IXb) e il ritaglio della lastra la matrice sarà pronta per la sua inchiostrazione e stampa3.

IV.6 Lo stampatore: Marco La Russa La collaborazione col maestro Marco La Russa è nata dalla predilezione per un approccio tradizionale, artigianale ed evocativo, ad un progetto dalle prospettive contemporanee per la commercializzazione dell’abito. La Russa “colleziona” collaborazioni con l’Accademia di Belle Arti di Palermo sin da quando egli la frequentava. La sua partecipazione a questo progetto è dovuta alla sua recente collaborazione col professore Sergio Pausig, coordinatore del corso di Progettazione della Moda della suddetta Accademia. Questi a sua volta ha cooperato con Roberta Lojacono, fashion designer di Abiti da Sposa d’Alta Moda, nel progetto El Arbor de la Vida, in cui le stampe progettate dal professor Pausig, sono state stampate dal La Russa sui delicati tessuti della designer palermitana. Il progetto si è concretizzato in un allestimento tra moda, pittura e design tenutosi presso le suggestive Cantine Florio di Marsala il 5 Ottobre 2014 che ha permesso ai fruitori di entrare in un mondo onirico fatto 199


di simboli, flora, fauna e buon vino. Marco La Russa nato a Palermo il 22 marzo 1978, si iscrive all’Accademia di Belle Arti della sua città nel corso del vecchio ordinamento di Decorazione, dove viene a contatto con le preziose tecniche di incisione, calcografia e, appunto, decorazione per ben quattro anni; per poi proseguire con il biennio specialistico in Grafica. Durante questi anni partecipa ad uno stage a Roma dove con l’obiettivo di creare una figura professionale, quella del restauratore di matrici calcografiche, che potesse collaborare con l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma. Con questo stage contribuisce al restauro di lastre di artisti come Gino Morici4 e Raffaello Piraino5, e ad altre di proprietà della Diocesi di Monreale. Finiti gli studi, insegna per sette anni Decorazione, Tecniche Pittoriche e Tecniche di Incisione presso L’Accademia di Belle Arti Giorgio De Chirico di Riesi, in provincia di Caltanissetta. La sua esperienza lo porta oggi a sperimentazioni su supporti diversi dai soliti procedimenti calcografici6; invece di lastre squadrate lavora su sagome ben definite nei loro dettagli e anziché imprimere su carta lo fa su stoffa. La colorazione della stampa, mediante il processo citato nel precedente paragrafo, avviene tramite le tecniche dell’acquaforte7, con la morsura in acido dei segni dell’elemento e mediante l’acquatinta8 per supportare i colori calcografici; questi ultimi sono non molto diversi dai colori per stoffa per resa, lavabilità e stiratura.

200


Note al Capitolo IV 1 Pattern, termine inglese, dal latino patronus cioè patrono, nel significato figurativo di modello viene usato nella lingua italiana al maschile intendendo un modello, uno schema, una configurazione ripetuta per indicare una regolarità che si riscontra in un determinato oggetto come per esempio il modello di carta per un abito (paper pattern), in architettura e design indica la ripetizione geometrica di un motivo grafico su di un piano, nel linguaggio scientifico e tecnologico per designare lo schema di un circuito, in informatica (pattern recognition) per indicare ogni tecnica elettronica volta all’individuazione automatica di oggetti attraverso le loro forme e anche nelle scene antropologiche dove indica un sistema consolidato di convinzione, comportamenti e valori di un determinato gruppo (pattern culturale) e via discorrendo. http://www. treccani.it/vocabolario/pattern/ 2http://www.treccani.it/enciclopedia/stampa-dei-tessuti_(Enciclopedia_ Italiana)/. 3 http://angelofalsone.com/angelo/2010/02/cera-molle/. 4 Nato nel 1901 a Palermo, nel 1925 ha vinto il Pensionato nazionale di decorazione e dal 1931 ha insegnato Decorazione e Scenografia all’Accademia delle belle arti di Palermo. Morici era un pittore che spaziava dal design alla scenografia, fu anarchico in gioventù e difensore della Camera del Lavoro di Palermo contro la strumentalizzazione del regime e delle cosche. Maestro indiscusso, affreschista, scenografo, decoratore, incisore e illustratore di libri, esercita un’intensa attività artistica al di fuori delle esposizioni e dei premi ufficiali. Vince numerosi concorsi per la decorazione muraria di edifici pubblici come quello della Banca d’Italia di Palermo nel 1920. Nel 1932 affresca il Palazzo delle Poste di Caltanissetta e nel 1933 quello di Palermo. Nel 1937 il Palazzo del Governo di Ragusa. E’ anche scenografo cinematografico e costumista di svariati film, fra cui “In nome della legge” di Pietro Germi, in Italia e all’estero: a Parigi, Bruxelles, Buenos Aires e New York. Si occupa anche di architettura d’interni sistemando Palazzo Corner e il Museo Nazionale di Venezia, il Palazzo del Governo di Torino e la villa Paino di Palermo. Come illustratore lavora per le case editrici San Paolo di Torino, Tumminelli di Milano, Ires di Palermo e Danna di Messina. http://www. bancadelnissenonews.it/gino-morici/. 5 Nato a Casteldaccia (Pa) nel 1938. Si diploma al Liceo Artistico di Palermo e contemporaneamente ottiene il Diploma di mosaicista nell’annesso corso libero. Nel 1960 Raffaello Piraino si iscrive al Corso di Pittura nell’Accademia di Belle Arti di Palermo ed ha per maestri i pittori Pippo Rizzo ed Eustachio Catalano. Si laurea con il massimo dei voti (110/110 e lode) e, nei mesi estivi, frequenta a Salisburgo i corsi di tecniche grafiche e di pittura diretti rispettivamente dai maestri Slavi Soucek e Oscar Kokoschka e fonda nella città di Palermo con 201


alcuni giovani amici, la galleria “Arte al Borgo” e l’annessa stamperia calcografica e litografica. Inzia una proficua collaborazione editoriale con l’editore Recos, illustrando, per suo conto, una riedizione dei Lirici Greci, dell’Iliade e dell’Odissea. Contemporaneamente pubblica diverse cartelle di acqueforti e di litografie con qualificati testi di Leonardo Sciascia, Nello Ponente ed Alfonso Gatto, imponendosi all’attenzione della critica d’arte più qualificata, sia nazionale, sia internazionale. Nel 1977, l’Ente Lirico Teatro Massimo di Palermo lo chiama alla progettazione delle scene e dei costumi dell’opera buffa Les mamelles de Tirésias di Poulanc. Il successo riportato gli apre le porte ad altre realizzazioni teatrali, cinematografiche e televisive. L’Accademia di Belle Arti di Palermo lo chiama alla Cattedra di Storia del Costume annessa alla cattedra di Scenografia e presto ne ottiene la titolarità. Ha diretto per alcuni anni il laboratorio “Archivio e organizzazione di un Museo del Costume” per il Corso di Laurea in “Scienze e tecnologie dell’Arte dello Spettacolo e della Moda”presso l’Università degli Studi di Palermo, facoltà di Lettere e filosofia. Vive e lavora a Palermo. 6 Procedimento di stampa ad incisione in cavo di matrici in rame o altri metalli. 7 Risalente al Medio Evo il suo nome indicava la miscela di acqua e acido con cui si incidevano fregi, armi e armature e che gli artisti adottarono in seguito. Consiste nel corrodere una lastra di un qualsiasi metallo, con un acido, per corroderne delle parti, ottenendo un immagine da trasportare su un supporto, carta solitamente. La lastra va sgrassata e lucidata, cosparsa da una sostanza coprente che conservi l’acido e inciso il disegno, si immerge nella miscela di acqua e acido facendo attenzione ad aver isolato la faccia posteriore; questo procedimento può essere ripetuto più volte per ottenere diverse tonalità di incisione e quindi gradazione di colore. Una volta finito, la lastra viene sgrassata con prodotti come l’acquaragia e si ottiene la matrice del disegno da replicare. La stampa avviene al torchio calcografico su carte inumidite, la lastra viene tamponata con un grasso e riscaldata per trattenere meglio la figura che verrà impressa su carta. 8 Altra tecnica di incisione indiretta, variante dell’acquaforte, avente lo stesso procedimento ma con effetti simili all’acquarello ottenuti con una lastra granulata tramite granelli di bitume fatti cadere sulla lastra calda. http://www.acquaforte.it/

202


Fig. 62

203


Tav. I

a

c

b

d


Tav. II

a

c

b


Tav. III


Tav. IV


Tav. V


Tav. VI


Tav. VII


Tav. VIII

a

b


Tav. IX

a

b


Tav. X

a

c

b

d


Tav. XI

a

c

b

d


Tav. XII

a

b

c


Tav. XIII

a

b


Tav. XIV


Tav.XV


Tav. XVI



APPARATI

221


Indice delle illustrazioni Fig.1

Autore sconosciuto, Pandora, bambola di moda con p. 28 accessori, 1755, legno dipinto, capelli in lino, abito e accessori in seta, pizzo e passamaneria, Victoria & Albert Museum di Londra.

Fig.2

Devis Pederzini, Fashion is a declaration of your p.29 own freedom, illustrazione di moda, 2014, immagine digitale creata con Adobe Illustrator.

Fig.3

Lele Acquarone, Nuovo Punkorama, collage digitale p.29 di illustrazioni, fotografie di street style e descrizioni, 2013, pagg.116 – 117, «Vogue Italia» Numero 756.

Fig.4

Marcello Dudovich, La Dama Bianca, illustrazione p. 36 per il cartellone pubblicitario Martini & Rossi, 1918.

Fig.5

Paul Iribe, Les Robes de Paul Poiret raccontées p. 39 par Paul Iribe, illustrazione tratta dall’opera, 1918, tecnica pochoir.

Fig.6

Georges Lepape, Le Choses de Paul Poiret, 1911, p. 42 tecnica pochoir.

Fig.7

Andrè Marty, Brise du large, robe de vojage de p. 45 noces, de Doeuillet, 1921, tecnica pochoir.

Fig.8

Gino Boccasile, copertina «Le Grandi Firme», 18 p. 49 gennaio 1936.

Fig.9

Eric, copertina «Vogue USA», 15 novembre 1939.

p. 52

Fig.10

Edina Altara, Rose di Barbagia, copertina di p. 54 «Pagine d’arte», 15 maggio 1917.

Fig.11

Brunetta, Inverno a Firenze in anteprima,1959.

Fig.12

Renè Bouchè, copertina «Vogue USA», 1 marzo p. 61

p. 57

1917. Fig.13

Maria Pezzi, illustrazioni sulla rivista «La Donna», p. 66 ottobre 1947.

Fig.14 222

Renè Gruau, disegno per Christian Dior, 1955.

p. 69


Fig.15

Tom Keogh, «Vogue Paris», gennaio 1948.

p. 72

Fig.16

Joe Eula, illustrazione per Halston, 1980 circa.

p. 74

Fig.17

Kenneth Paul Block, ritratto di Diana Vreeland.

p. 77

Fig.18

Pino Lancetti, modello per l’atelier Lancetti, p. 80 figurino, 1970.

Fig.19

Gladys Parint Palmer, illustrazione per Philip p. 84 Treacy.

Fig.20

Antonio Lopez, manifesto pubblicitario per Missoni, p. 87 «Vogue USA», settembre 1983.

Fig.21

Michael Roberts, copertina «The New Yorker», 5 p. 91 agosto 1996.

Fig.22

Georges Stavrinos, illustrazione per Bergdorf p. 94 Goodman, «Vogue USA» aprile 1983.

Fig.23

Mats Gustafson, illustrazione di un abito Jean Paul p. 96 Gaultier, acquerello su carta.

Fig.24

Mad, illustrazione per Ceramica Bardelli.

p. 98

Fig.25

Lorenzo Mattotti, illustrazione per la rivista p. 100 «Vanity», pastello su carta.

Fig.26

Tony Viramontes, Violeta Sanchez So Red The Rose, p. 103 1985.

Fig.27

David Downton, ritratto di Twiggy.

p. 109

Fig.28

Stefano Canulli, illustrazione di un abito Roberto p. 112 Capucci, 1984, acquerello su carta.

Fig.29

Arturo Elena, illustrazione per Audemars Piguet, p. 114 2011.

Fig.30

Ruben Toledo, illustrazione per il libro The One p. 116 Hundred di Nina Garcia, 2010.

Fig.31

Francois Berthoud, Skeleton Legs, 1998.

Fig.32

Aurore de la Morinere, illustrazione di un abito di p. 120

p. 118

Azzedine Alaia, 2014. Fig.33

Jasper Goodall, illustrazione della collezione Poster p. 122 Girl, 2009, illustrazione digitale. 223


Fig.34

Hiroshi Tanabe, illustrazione per Anna Sui, p. 124 illustrazione digitale.

Fig.35

Tanya Ling, illustrazione della sfilata Dacks, 2012, p. 127 acquerello su carta.

Fig.36

Jason Brooks, illustrazione per Balenciaga, 2010, p. 131 illustrazione digitale.

Fig.37

Kareem Iliya, illustrazione per la campagna Perrier p. 135 Jouet Champagne, 2010, acquerello su carta.

Fig.38

Julie Verhoeven, Sundae Girl, 2013, tecnica mista p. 139 su carta.

Fig.39

Liselotte Watkins, illustrazione-stampa per Miu p. 143 Miu, 2008.

Fig.40

Garance Dorè, Illustrated Leopard Notebook set, p. 146 2012, illustrazione digitale.

Fig.41

Cecilia Carlstedt, illustrazione per H&M, 2014, ac- p. 148 querello su carta.

Fig.42

Ivo Bisignano, Le Poupettes per Fratelli Rossetti, p. 151 2013, legno, ferro e tessuto.

Fig.43

Marcela Gutierrez, Smokin, 2011. acquerello su p. 154 carta.

Fig.44

Andrea Tarella, illustrazione Minimal Baroque p. 156 Prada, 2011, acquerello su carta.

Fig.45

Ricardo Fumanal, ritratto Karl Lagerfeld per Fendi, p. 158 2013, matita su carta.

Fig.46

Igor + Andrè, ritratto della modella Daphne p. 160 Groeneveld, 2012.

Fig.47

Laura Laine, illustrazione per Zara, 2010.

p. 162

Fig.48

Gerardo Larrea, illustrazione Dolce&Gabbana, p. 164 2014, disegno matita su carta, colorazione digitale.

Fig.49

Katie Rodgers, Girl with ballons, 2013, acquerello p. 166 su carta.

Fig.50 224

Kelly Smith, illustrazione digitale, 2013.

p. 168


Fig.51

Sunny gu, illustrazione per la collezione resort di p. 170 Preen, 2013, acquerello su carta.

Fig.52

Jamie Lee Reardin, illustrazione per Dior Beauty, p. 172 2013, penna, acquerello e glitter su carta.

Fig.53

Hayden Williams, illustrazione di Shakira e p. 174 Rihanna, 2014.

Fig.54

Renè Gruau, firma.

p. 190

Fig.55

Renè Gruau, Miss Dior, illustrazione per Christian p. 190 Dior, 1959.

Fig.56

Renè Gruau, Diorissimo, 1970.

p. 191

Fig.57

Renè Gruau, Diorella, 1973.

p. 191

Fig.58

Renè Gruau, Eau Sauvage, 1975.

p. 191

Fig.59

Renè Gruau, Dior Dior, 1977.

p. 191

Fig.60

Renè Gruau, La Dolce Vita, manifesto per la p. 192 riedizione del 1975.

Fig.61

Renè Gruau, schizzo per il manifesto del profumo p. 192 Dior Dior,1979.

Fig.62

Giuseppe Codamo, Coco Kant, illustrazione per p. 203 T-shirt, 2010.

225


Indice delle tavole fuori testo Tav. I a-d –

Pamela Romano, Pattern of Designers, illustrazioni, 2014,

Tav. II a-c

matita e penna su carta e ritocchi digitali, Alcamo.

Tav. III

Pamela Romano, Flying Scissors, 2014, matita su carta e Photoshop, Alcamo.

Tav. IV

Pamela Romano, Flying Scissors, 2014, matita su carta, Alcamo.

Tav. V

Pamela Romano, Flying Scissors Dress, figurino, 2014, matita e penna su carta, Alcamo.

Tav. VI -VII

Pamela Romano, Flying Scissors, tipologie di pattern proposti, 2014, matita e penna su carta, Alcamo.

Tav. VIII a

Marco La Russa, primo passaggio della stampa incisoria: applicazione della cera molle su lastra in ottone.

Tav. VIII b

Pamela Romano, disegno su carta velina che incide sulla cera.

Tav. IX a-b

Marco La Russa, acidatura e pulitura della lastra.

Tav. X a

Matrice definitiva intagliata su lastra in ottone.

Tav. X b-d

Marco La Russa, fasi di stampa su tessuto e colorazione con tecnica dell’acquatinta.

Tav. XI a-d

Pamela Romano, fasi di progettazione dell’abito: figurino, cartamodello e piazzamento digitale del pattern.

Tav. XII a-c

Sartoria Bellino Mode, fasi di realizzazione dell’abito, Palermo.

Tav. XIII a-b

Pamela Romano, ricamo dell’abito.

Tav. XIV

Pamela Romano, Flying Scissors Dress, committente Bellino Mode, prototipo collezione primavera-estate 2015.

Tav. XV

Pamela Romano, Flying Scissors Dress, committente Bellino Mode, prototipo collezione primavera-estate 2015, foto di Matteo Chiarelli.

Tav. XVI

Pamela Romano, Flying Scissors Dress, committente Bellino Mode, prototipo collezione primavera-estate 2015, foto di Matteo Chiarelli.

226


Indice catalografico Giornali e Riviste Italiani: «La Toeletta»,

p.231

«La Biblioteca Galante»

p.231

«Il Giornale delle Dame»

p.232

«Il Giornale delle Dame e delle Mode di Francia»

p.232

«Il Corriere delle Dame»

p.233

«Gazzetta del Popolo»

p.233

«La Novità»

p.234

«Il Corriere della Sera»

p.234

«La Domenica del Corriere»

p.235

«La Lettura»

p.235

«La Donna»

p.236

«Lidel»

p.236

«Le Grandi Firme»

p.237

«Fili – Moda»

p.237

«Grazia»

p.238

«Bellezza»

p.238

«Il Corriere d’Informazione»

p.239

«Il Giorno»

p.239

«Vogue Italia»

p.240

«Linea italiana»

p.240

«Vanity»

p.241

«Marie Claire Italia»

p.241

«D La Repubblica delle Donne»

p.242

«L’Officiel Hommes Italia»

p.242

Giornali e Riviste Francesi: «Figaro Illustrè»

p.243

227


«La Vie Parisienne»

p.243

«Femina»

p.244

«Gazette du bon ton»

p.244

«Modes et Manieres d’Aujord’hui»

p.245

«Vogue Paris»

p.245

«L’Officiel»

p.246

«Mademoiselle»

p.246

«Marie Claire Francia»

p.247

«Le Monde»

p.247

«Elle France»

p.248

«Madame Figaro»

p.248

«Nùmero»

p.249

Giornali e Riviste Americani: «The New York Times»

p.250

«Harper’s Bazaar USA »

p.250

«Vogue USA»

p.251

«Cosmopolitan»

p.251

«New York Times Magazine»

p.252

«Town & Country»

p.252

«Women’s Wear Daily»

p.253

«Vanity Fair USA»

p.253

«The New Yorker»

p.254

«Glamour USA»

p.254

«Marie Claire USA»

p.255

«GQ»

p.255

«Rolling Stones Magazine»

p.256

«New York Magazine»

p.256

«Interview»

p.257

«W Magazine»

p.257

«Flare»

p.258

228


«Elle USA»

p.258

«InStyle»

p.259

«V Magazine»

p.259

«Vogue Hommes Japan»/ «GQ Style»

p.260

Giornali e Riviste Inglesi: «The Observer Magazine»

p.261

«The Sunday Times»

p.261

«The Guardian»

p.262

«The Daily Telegraph»

p.262

«Tatler»

p.263

«Vogue UK»

p.263

«Harper’s Bazaar UK»

p.264

«The Sunday Telegraph»

p.264

«The Sunday Times Magazine»

p.265

«The Indipendent»

p.265

«Dazed & Confused»

p.266

«Wallpaper»

p.266

«The Face UK»

p.267

«Net-a-porter Magazine»

p.267

Giornali e Riviste Australiani: «Vogue Australia»

p.268

«Harper’s Bazaar Australia»

p.268

Giornali e Riviste Cinesi: «South China Morning Post»

p.269

229



Giornali e Riviste Italiani­­ «La Toeletta» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione La Toeletta

25

(*)

Si

COGG

Genere Raccolta di prose

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Giuseppe Pelli Bencivenni

250

COGDF

Data Fondazione 1770 – Data Chiusura 1771

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Firenze

50

(*)

(*)

«La Biblioteca Galante» COG

25

(*)

Si

COGG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione La Biblioteca Galante Genere Rivista Femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1775 – Data Chiusura Lingua Italiano

COGF

Formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Firenze

50

(*)

COGD

Si

*

(*)

25

231


«Il Giornale delle Dame» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

25

(*)

Si

50

(*)

Si

COGP

Denominazione Il Giornale delle Dame Genere Rivista Femminile Illustrata Periodicità

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1781 – Data Chiusura 1823

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

COGG

Si

*

50

(*)

«Il Giornale delle Dame e delle Mode di Francia» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Il Giornale delle Dame e delle Mode di Francia

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Femminile Illustrata

50

(*)

Si

COGP

Periodicità

50

COGE

Editore

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1786 – Data Chiusura 1787 Lingua Italiano

COGF

Formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

232

Si

*

(*)

25


«Il Corriere delle Dame» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Il Corriere delle Dame

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1804 – Data Chiusura 1875 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

25

«Gazzetta del Popolo» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Gazzetta del Popolo

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Giornale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore Tipografia Baricco e Arnaldi

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1848 – Data Chiusura 1983 Lingua Italiano

COGF

Formato 28 cm

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Torino

50

(*)

(*)

25

233


«La Novità» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione La Novità

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Casa Editrice Sonzogno

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1864 – Data Chiusura 1943 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

25

«Il Corriere della Sera» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Il Corriere della Sera

25

(*)

Si

COGG

Genere Stampa Nazionale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore Rcs Quotidiani S.p.A.

250

COGDF

Data Fondazione 1876

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato Berlinese

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

234

Si

*

(*)


«La Domenica del Corriere» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

25

(*)

Si

COGG

Denominazione La Domenica del Corriere Genere Stampa Nazionale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Corriere della Sera – Rizzoli Corriere della Sera - RCS

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1899 – Data Chiusura 1989 Lingua Italiano

COGF

Formato Periodico

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

25

«La Lettura» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione La Lettura

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Rcs Quotidiani S.p.A.

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1901 – Data Chiusura 1945 Lingua Italiano

COGF

Formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

25

235


«La Donna» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione La Donna

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quindicinale

50

COGE

Editore Mondadori

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1905 – Data Chiusura 1968 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

25

«Lidel» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Lidel

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Mondadori

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1919 – Data Chiusura 1935 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

236

Si

*

(*)

25


«Le Grandi Firme» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Le Grandi Firme

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Letteraria

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quindicinale

50

COGE

Editore Pitigrilli - Mondadori

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1924 – Data Chiusura 1939 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

25

«Fili – Moda» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Fili – Moda

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Domus

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1934 – Data Chiusura 1947 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

25

237


«Grazia» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Grazia

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Mondadori

250

COGDF

Data Fondazione 1938

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

«Bellezza» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Bellezza

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore E.N.M. Torino

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1941 – Data Chiusura 1945 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

238

Si

*

(*)

25


«Il Corriere d’Informazione» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

25

(*)

Si

COGG

Denominazione Il Corriere d’Informazione Genere Stampa Nazionale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore RCS Quotidiani S.p.A.

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1945– Data Chiusura 1981 Lingua Italiano

COGF

Formato Periodico

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

25

«Il Giorno» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Il Giorno

25

(*)

Si

COGG

Genere Stampa locale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore Poligrafici Editoriale

250

COGDF

Data Fondazione 1956

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato Tabloid

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

239


«Vogue Italia» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Vogue Italia

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1966

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

«Linea italiana» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Linea italiana

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

50 250

COGL

Periodicità Semestrale – Trimestrale 1968 – Bimestrale 1972 – Mensile 1973 Editore Aracne – Arnaldo Mondadori Editore Data Fondazione 1965 – Data Chiusura 1985 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Segrate (Milano)

50

(*)

COGE COGDF

240

Si

25

*

(*)

25


«Vanity» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Vanity

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1981 – Data Chiusura 1984 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

25

«Marie Claire Italia» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Marie Claire Italia

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Mondadori - Hachette Rusconi

250

COGDF

Data Fondazione 1984

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Milano

50

(*)

(*)

241


«D La Repubblica delle Donne» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

25

(*)

Si

COGG

Denominazione D La Repubblica delle Donne Genere Rivista Culturale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Gruppo Editoriale l’Espresso

250

COGDF

Data Fondazione 1996

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Italia

50

(*)

(*)

«L’Officiel Hommes Italia» COG

25

(*)

Si

COGG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione L’Officiel Hommes Italia Genere Rivista Maschile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 2009

25

COGL

Lingua Italiano

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Italia

50

(*)

COGD

242

Si

*

(*)


Giornali e Riviste Francesi «Figaro Illustrè» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Figarò Illustrè

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quindicinale

50

COGE

Editore

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1883 – Data Chiusura 1911 Lingua Francese

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Francia

50

(*)

(*)

25

«La Vie Parisienne» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Le Vie Parisienne

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista erotica maschile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1863 – Data Chiusura 1970

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Francia

50

(*)

(*)

243


«Femina» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Femina

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quindicinale

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1911

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Francia

50

(*)

(*)

«Gazette du bon ton» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Gazette du bon ton

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quindicinale

50

COGE

Editore Lucien Vogel - Condè Nast

250

COGDF

25

COGL

Data Fondazione 1912 – Data Chiusura 1925 Lingua Italiano

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Parigi

50

(*)

244

Si

*

(*)

25


«Modes et Manieres d’Aujord’hui» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

25

(*)

Si

COGG

Denominazione Modes et Manieres d’Aujord’hui Genere Album

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Annuale

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1912 – Data Chiusura

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Parigi

50

(*)

(*)

«Vogue Paris» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Vogue Paris

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast

250

COGDF

Data Fondazione aprile1920

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Parigi

50

(*)

(*)

245


«L’Officiel» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione L’Officiel

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1921

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Parigi

50

(*)

(*)

«Mademoiselle» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Mademoiselle

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1935

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Francia

50

(*)

246

Si

*

(*)


«Marie Claire France» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Marie Claire France

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1937

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Francia

50

(*)

(*)

«Le Monde» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Le Monde

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Stampa Nazionale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore Groupe Le Monde

250

COGDF

Data Fondazione 1944

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato Berlinese

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Francia

50

(*)

(*)

247


«Elle France» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Elle France

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Hachette Filipacchi Médias

250

COGDF

Data Fondazione 1945

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Parigi

50

(*)

(*)

«Madame Figaro» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Madame Figaro

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Nicole Picart, Blanche Rival

250

COGDF

Data Fondazione 1980

25

COGL

Lingua Francese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Francia

50

(*)

248

Si

*

(*)


«Numèro» COG COGD

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE Denominazione Numèro

Si

*

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Groupe Alain Ayache

250

COGDF

Data Fondazione 1998

25

COGL

Lingua Francese

25

(*)

249


Giornali e Riviste Americani «The New York Times» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione The New York Times

25

(*)

Si

COGG

Genere Stampa nazionale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore Arthur Ochs Sulzberger

250

COGDF

Data Fondazione 1851

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Broadsheet

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

«Harper’s Bazaar USA » COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Harper’s Bazaar USA

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Hearst Corporation

250

COGDF

Data Fondazione 1867

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

250

Si

*

(*)


«Vogue USA» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Vogue USA

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1892

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione New York

50

(*)

(*)

«Cosmopolitan» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Cosmopolitan

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1886

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

251


«New York Times Magazine» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione New York Times Magazine

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Culturale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Arthur Ochs Sulzberger Jr.

250

COGDF

Data Fondazione 1896

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

«Town & Country» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Town & Country

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Lifestyle

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1901

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione New York

50

(*)

252

Si

*

(*)


«Women’s Wear Daily» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Women’s Wear Daily

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore Fairchild Publication, Inc.

250

COGDF

Data Fondazione 1910

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Tabloid

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

«Vanity Fair USA» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Vanity Fair USA

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Culturale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Condè Nast

250

COGDF

Data Fondazione 1913 – Data Chiusura 1936 – Data Riapertura 1983

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

253


«The New Yorker» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione The New Yorker

25

(*)

Si

COGG

Genere Periodico

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1925

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

«Glamour USA» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Glamour USA

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1939

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

254

Si

*

(*)


«Marie Claire USA» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Marie Claire USA

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Hearst Corporation

250

COGDF

Data Fondazione

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

«GQ» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione GQ

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Maschile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1957

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

255


«Rolling Stones Magazine» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Rolling Stones Magazine

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di musica

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Wenner Media LLC

250

COGDF

Data Fondazione 1967

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

«New York Magazine» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione New York Magazine

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Culturale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore New York Media, LLC

250

COGDF

Data Fondazione 1968

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

256

Si

*

(*)


«Interview» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Interview

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di spettacolo

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Hachette Filipacchi Médias

250

COGDF

Data Fondazione 1969

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

«W Magazine» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione W Magazine

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1972

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

257


«Flare» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Flare

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Rogers Communications

250

COGDF

Data Fondazione 1979

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Canada

50

(*)

(*)

«Elle USA» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Elle USA

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Femminile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Hachette Filipacchi Médias

250

COGDF

Data Fondazione 1985

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

258

Si

*

(*)


«InStyle» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione In Style

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Time Inc.

250

COGDF

Data Fondazione 1994

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

«V Magazine» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione V Magazine (Visionaire)

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Bimestrale

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1999

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

(*)

259


«Vogue Hommes Japan»/ «GQ Style» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Vogue Hommes Japan / GQ Style

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Maschile

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 2000 – Data Chiusura 2012 – Data Riapertura 2013

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione USA

50

(*)

260

Si

*

(*)


Giornali e Riviste Inglesi «The Observer Magazine» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione The Observer Magazine

25

(*)

Si

COGG

Genere Periodico

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Guardian Media Group

250

COGDF

Data Fondazione 1791

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Berlinese

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

«The Sunday Times» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione The Sunday Times

25

(*)

Si

COGG

Genere Periodico

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Martin Ivens

250

COGDF

Data Fondazione 1821

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Periodico di grande formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

261


«The Guardian» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione The Guardian

25

(*)

Si

COGG

Genere Periodico Nazionale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore Guardian Media Group

250

COGDF

Data Fondazione 1821

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Berlinese

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

«The Daily Telegraph» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione The Daily Telegraph

25

(*)

Si

COGG

Genere Stampa Nazionale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore Telegraph Media Group

250

COGDF

Data Fondazione 1855

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Broadsheet

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

262

Si

*

(*)


«Tatler» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Tatler

25

(*)

Si

COGG

Genere Quotidiano/Magazine

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1901

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

«Vogue UK» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Vogue UK

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1916

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

263


«Harper’s Bazaar UK» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Harper’s Bazaar UK

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Hearst Corporation

250

COGDF

Data Fondazione 1929

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

«The Sunday Telegraph» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione The Sunday Telegraph

25

(*)

Si

COGG

Genere Periodico

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Ian McGregor / Telegraph Media Group

250

COGDF

Data Fondazione 1961

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Periodico grande formato

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

264

Si

*

(*)


«The Sunday Times Magazine» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione The Sunday Times Magazine

25

(*)

Si

COGG

Genere Periodico

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Settimanale

50

COGE

Editore Sarah Baxter

250

COGDF

Data Fondazione 1962

25

COGL

Lingua Inglese Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

«The Indipendent» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione The Indipendent

25

(*)

Si

COGG

Genere Stampa Nazionale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore Indipendent Print Limited

250

COGDF

Data Fondazione 1986

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

265


«Dazed & Confused» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Dazed & Confused

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Culturale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 1992

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

«Wallpaper» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Wallpaper

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista Culturale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore IPC Media, Time Inc.

250

COGDF

Data Fondazione 1996

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

266

Si

*

(*)


«The Face UK» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione The Face UK

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di Cultuta Pop

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore EMAP

250

COGDF

Data Fondazione 1980

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

«Net-a-porter Magazine» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Net-a-porter magazine

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore

250

COGDF

Data Fondazione 2000

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Regno Unito

50

(*)

(*)

267


Giornali e Riviste Australiani «Vogue Australia» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione Vogue Australia

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Condè Nast Publications

250

COGDF

Data Fondazione 1959

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Australia

50

(*)

(*)

«Harper’s Bazaar Australia» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

COGD

Denominazione Harper’s Bazaar Australia

25

(*)

Si

COGG

Genere Rivista di moda

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Mensile

50

COGE

Editore Hearst Corporation

250

COGDF

Data Fondazione 1998

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Australia

50

(*)

268

Si

*

(*)


Giornali e Riviste Cinesi «South China Morning Post» COG

COLLABORAZIONI GIORNALISTICHE

Si

*

COGD

Denominazione South China Morning Post

25

(*)

Si

COGG

Genere Stampa nazionale

50

(*)

Si

COGP

Periodicità Quotidiano

50

COGE

Editore SCMP Group

250

COGDF

Data Fondazione 1903

25

COGL

Lingua Inglese

25

COGF

Formato Magazine

250

(*)

COGLP

Luogo di pubblicazione Hong Kong

50

(*)

(*)

269


Bibliografia Alligo, Santo, Modes et Manieres d’Aujord’hui: quando l’illustrazione di moda diventa grande arte, Little Nemo Editore, Torino 2011. Bianchino, Gloria, Il Progetto e l’abito, in, La Moda italiana, Le origini dell’Alta Moda e la maglieria, Electa, Milano 1987. Blackman, Cally, 100 Years of Fashion Illustration, Laurence King Publishing, Londra 2007. Bochicchio, Gisella, De Longis, Rosanna, La Stampa periodica femminile in Italia: repertorio 1861-2009, Biblink, Roma 2010. Buonanno, Milly, Naturale come sei: indagine sulla stampa femminile in Italia, Guaraldi, Rimini, Firenze 1975. Caccarini, R ita, La Stampa di moda dall’Unità ad oggi, in Storia d’Italia. Annali 19. La moda a cura di C.M. Belfanti, F. Giusberti, Einaudi, Torino 2003. Calzona, Arturo, Strukelj, Vanja, Moda, Grafica e Pubblicità in, La moda italiana, Le origini dell’Alta Moda e la maglieria, Electa, Milano 1987. Cesarini, Grazia, Marchi Ghita, La stampa femminile dal ‘700 ad oggi, Edizione “Noi donne”, Roma 1952. Dawber, Martin, Disegnare la moda: illustrazioni d’avanguardia, a cura di Rossella Botti, Logos, Modena 2005. Di Iorio R affaella , Benatti Scarpelli Luisa, Grana Ilia , Il Tempo del Vestire, Storia del costume e della moda dall’Ottocento al Duemila, CLITT srl, Roma 2008. Franchini, Silvia, Editori, lettrici e stampa di moda: giornali di moda e famiglia a Milano dal Corriere delle Dame agli editori dell’Italia Unita, Franco Angeli Editore, Milano 2002. Giordani Aragno, Bonizza, Di Castro, Federica, I Creatori della linea italiana, Il disegno della moda italiana 1940-1970, De Luca Editore, Roma 1982. Gnoli, Sofia, Un Secolo di moda italiana: 1900-2000, Meltemi, Roma

270


2005. Morato, Erica, Donne e giornali, in La Stampa di moda dal Settecento all’Unità, in, Storia d’Italia. Annali 19. La moda a cura di C.M. Belfanti, F. Giusberti, Einaudi, Torino 2003. Nodolini, Alberto, Brunetta: moda, critica, storia, Università, Centro studi e archivio della comunicazione, Parma 1981. Packer, William, I Grandi disegnatori di Vogue: 1922-1982, Idea Libri, Milano 1983. Pallottino, Paola, Caste dive nella vampa stridente: sessanta illustratrici in Italia dalla fine dell’Ottocento agli anni Quaranta, Kritik, Bologna 1982. René Gruau. Un riminese a Parigi, Rimini, Museo della città di Rimini, 1993-1994, catalogo della mostra a cura di A.Pollarini, Electa, Milano 1993. Sergio, Giuseppe, Parole di moda: Il Corriere delle donne e il lessico della moda nell’800, Franco Angeli Editore, Milano 2010. Tosi Brandi, Elisa, Gruau e la moda: illustrare il Novecento, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2008.

271


Sitografia http://www.agentandartists.com/special/aurore-de-la-morinerie/ http://www.andreatarella.com/#!bio/cfxq http://bags.stylosophy.it/articolo/maddalena-sisto-le-pandorine-unacapsule-collection-per-la-p-e-2012/27611/ http://www.beatricebrandini.it/index.php/antonio-lopez-il-picasso-dellillustrazione-di-moda/ http://www.birdyandme.com.au/about/ http://blog.benetton.com/italy/2014/07/25/limited-edition-arturo-elenatalento-e-avanguardia-per-la-nuova-collezione/ http://www.daviddownton.com/biography http://www.domusweb.it/it/notizie/2010/12/27/drawing-fashion-designmuseum.htm http://www.fondazionegeiger.org/index.php/it/mostre-fondazionegeiger/233-vogue-donna-e-stile-nell-arte-dell-illustrazione.html http://www.giornalismoscientifico.it/ www.gladysperintpalmer.com http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/95/istituto-centrale-per-ilcatalogo-e-la-documentazione http://www.igorandandre.com/ http://illustrautori.blogspot.it/2011/12/maddalena-sisto-1951-2000.html http://www.jamieleereardin.com/about/ http://www.jaspergoodall.com/biography.php http://www.jedroot.com/illustrators/hiroshi-tanabe/bio http://www.julieverhoeven.com/biog.htm http://kareemiliya.com/KAREEMILIYA/BIO.html http://www.lobra.se/blog/stefano-canulli-illustrations http://www.lofficielitalia.com/2014/01/ivo-bisignanos-illustrations/ http://marcelagutierrez.com/marcela-gutierrez/ http://www.marcellodudovich.it/pdf/italiano.pdf http://matsgustafson.org/bio_contact.html

272


www.nytimes.com/2004/10/28eula.html?_r=0 http://paperfashion.net/about-2/ http://www.renebouche.com/artist/?page_id=74 http://www.tanyaling.com/biography http://tonyviramontes.com/about.html http://trama-e-ordito.blogspot.it/2010/04/rene-gruau-la-moda-il-tempo. html http/www.treccani.it/enciclopedia/piero-tosi_(Enciclopedia-del-Cinema)/ http://www.unibocconi.it/wps/wcm/connect/Bocconi/SitoPubblico_IT/Albero+di+navigazione/Home/Servizi/Career+Service/ Studenti+e+laureati/Mercato+e+professioni/Schede+professionali/ Ordine+alfabetico/B/BUYER_EdAuthor+2008+06+23+11+23?back= y A) http://www.unibocconi.it/wps/wcm/connect/Bocconi/SitoPubblico_IT/Albero+di+navigazione/Home/Servizi/Career+Service/ Studenti+e+laureati/Mercato+e+professioni/Schede+professionali/ Ordine+alfabetico/P/PRODUCT+MANAGER_EDAuthor2+2008+09+1 7+05+03?back=y B) www.vogue.it/encyclo/personaggi/g/rene-gruau www.vogue.it/encyclo/personaggi/p/maria-pezzi www.vogue.it/encyclo/personaggi/v/julie-verhoeven http://www.vogue.it/people-are-talking-about/vogue-arts/2013/09/tonyviramontes-galleria-carla-sozzani http://www.vogue.it/talents/nuovi-talenti/2010/11/ivo-bisignano#adimage46685

273


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.