NOVANTA ANNI DI ASTE
UN CAPOLAVORO DI TISSOT IN ITALIA 28 O TTO BRE 2014
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ESPERTI PER QUESTA VENDITA
DIPINTI E SCULTURE DEL SECOLO XIX ESPERTO Lucia Montigiani lucia.montigiani@pandolfini.it
ASSISTENTE Raffaella Calamini dipinti800@pandolfini.it
ESPOSIZIONE Palazzo Ramirez Montalvo Borgo degli Albizi, 26 - Firenze dal 23 al 27 ottobre 2014 orario 10.00-13.00 / 14.00-19.00
ASTA Firenze Martedì 28 ottobre 2014 immediatamente a seguire il catalogo CAPOLAVORI DA COLLEZIONI ITALIANE
AVVISI I lotti presentati potranno essere visionati ed esaminati durante i giorni di esposizione indicati in catalogo. È possibile richiedere maggiori informazioni sui lotti ai dipartimenti competenti, pur rimanendo esclusiva responsabilità dell’acquirente accertarsi personalmente dello stato di conservazione degli oggetti. Per maggiori dettagli si vedano le condizioni generali di vendita pubblicate alla fine del presente catalogo. Si ricorda che per l’esportazione delle opere che hanno più di cinquanta anni la legge italiana prevede la richiesta di un attestato di libera circolazione. Il tempo di attesa per il rilascio di tale documentazione è di circa 40 giorni dalla presentazione dell’opera e dei relativi documenti alla Soprintendenza Belle Arti. Si ricorda che i reperti archeologici di provenienza italiana non possono essere esportati.
PANDOLFINI CASA D’ASTE Palazzo Ramirez Montalvo Borgo degli Albizi, 26 50122 Firenze Tel. +39 055 2340888-9 Fax +39 055 244343 info@pandolfini.it
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ARCHEOLOGIA CLASSICA ED EGIZIA ESPERTO Neri Mannelli
neri.mannelli@pandolfini.it
ASSISTENTE Silvia Cosi
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ARGENTI ESPERTO Roberto Dabbene
roberto.dabbene@pandolfini.it
ASSISTENTE Chiara Sabbadini Sodi argenti@pandolfini.it
ARREDI E MOBILI ANTICHI ESPERTO Neri Mannelli
neri.mannelli@pandolfini.it
ASSISTENTE Silvia Cosi
arredi@pandolfini.it
ARTE DELL’ESTREMO ORIENTE ESPERTO Thomas Zecchini
thomas.zecchini@pandolfini.it
ASSISTENTE Claudia Cangioli
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ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA ESPERTO Jacopo Antolini
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CONSULENTE Andrea Alibrandi
ASSISTENTE Carolina Orlandini
CONSULENTE Lino Signaroldi
ASSISTENTE Chiara Sabbadini Sodi
artecontemporanea@pandolfini.it
ARTI DECORATIVE DEL SECOLO XX E DESIGN ESPERTO Alberto Vianello
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DIPINTI E SCULTURE ANTICHE ESPERTO Francesca Paolini
francesca.paolini@pandolfini.it
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CONSULENTE Roeland Kollewijn CONSULENTE
Ludovica Trezzani roma@pandolfini.it
artidecorative@pandolfini.it
ASSISTENTI Debora Loiacono Lorenzo Pandolfini
dipintiantichi@pandolfini.it
DIPINTI E SCULTURE DEL SECOLO XIX ESPERTO Lucia Montigiani
lucia.montigiani@pandolfini.it
ASSISTENTE Raffaella Calamini
dipinti800@pandolfini.it
GIOIELLI E OROLOGI DA POLSO E DA TASCA ESPERTO Maria Ilaria Ciatti
ilaria.ciatti@pandolfini.it
CONSULENTE Luna Mancini
gioielli@pandolfini.it
LIBRI, MANOSCRITTI E AUTOGRAFI ESPERTO Chiara Nicolini
chiara.nicolini@pandolfini.it
MONETE E MEDAGLIE ESPERTO Claudio Maddalena
ASSISTENTE Silvia Cosi
numismatica@pandolfini.it
OGGETTI D’ARTE, PORCELLANE E MAIOLICHE ESPERTO Alberto Vianello
alberto.vianello@pandolfini.it
CONSULENTE Giulia Anversa
ASSISTENTE Chiara Sabbadini Sodi
artiapplicate@pandolfini.it
STAMPE E DISEGNI ANTICHI E MODERNI ESPERTO
Antonio Berni antonio.berni@pandolfini.it
ASSISTENTE Debora Loiacono
stampe@pandolfini.it
VINI PREGIATI E DA COLLEZIONE ESPERTO Francesco Tanzi
francesco.tanzi@pandolfini.it
ASSISTENTE Carolina Orlandini vini@pandolfini.it
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DIREZIONE
SEDI E REFERENTI
Remo Rega Pietro De Bernardi
RESPONSABILE AMMINISTRATIVO Massimo Cavicchi massimo.cavicchi@pandolfini.it
COORDINAMENTO DIPARTIMENTI Lucia Montigiani lucia.montigiani@pandolfini.it
UFFICIO STAMPA Davis & Franceschini P.zza S. Maria in Campo, 1 - 50122 Firenze E-mail: davis.franceschini@dada.it Tel. +39 055 2347273 Fax +39 055 2347361
SVILUPPO CLIENTI E ABBONAMENTI CATALOGHI Elena Capannoli elena.capannoli@pandolfini.it
SEGRETERIA E CONTABILITĂ€ CLIENTI Alessio Nenci alessio.nenci@pandolfini.it Nicola Belli nicola.belli@pandolfini.it
SEGRETERIA AMMINISTRATIVA
FIRENZE Borgo degli Albizi, 26 50122 Firenze Tel. +39 055 2340888 (r.a.) Fax +39 055 244 343 www.pandolfini.it info@pandolfini.it Via Poggio Bracciolini, 26 50126 Firenze Tel. +39 055 685698 Fax +39 055 6582714 www.poggiobracciolini.it info@poggiobracciolini.it
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RITIRI E CONSEGNE Marco Fabbri marco.fabbri@pandolfini.it
ROMA Ludovica Trezzani Mobile +39 340 5660064 www.pandolfini.it roma@pandolfini.it
Stefano Bucelli
INFORMAZIONI info@pandolfini.it
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E. Degas, Ritratto di James Tissot
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James Jacques Joseph Tissot (Nantes 1836 - Chenecey-Buillon 1902) James Jacques Joseph Tissot nasce a Nantes, nella Loira, il 15 ottobre del 1836. Il padre era un affermato mercante di stoffe, la madre, cattolica fervente, una disegnatrice di cappelli, una modiste. Tissot trascorre l’infanzia in un universo di abiti, accessori e ornamenti, di forte influenza sulla sua immaginazione e in seguito sulla sua pittura. Dopo aver studiato nelle migliori istituzioni della sua città, nei collegi gesuiti, intorno al 1856 o 1857 Tissot lascia la città natale per Parigi, con l’intenzione di intraprendere la carriera di artista. Dopo un breve apprendistato nella bottega di Hippolyte Flandrin, si sposta nella bottega di Louis Lamothe, anch’egli, come Flandrin, allievo di Ingres, più famoso per i pittori che si formarono presso di lui – del calibro di Edgar Degas, Henri Regnault, Henry Lerolle, Jules-Élie Delaunay – che per le proprie doti di artista. A Parigi Tissot stringe amicizia con numerosi pittori, quali James Abbott McNeill Whistler, Édouard Manet e Edgar Degas; quest’ultimo ne dipingerà, intorno al 1868, il ritratto. Le opere della prima fase della sua carriera, inauguratasi con l’esposizione di alcuni dipinti al Salon nel 1859, sono caratterizzate dallo storicismo romantico particolarmente in voga attorno alla metà del secolo; in esse Tissot predilige soggetti storici e religiosi, influenzati dalla letteratura
Édouard Manet
e da un’idea tutta ottocentesca di Medioevo. Particolarmente rappresentativa della pittura di questi anni è la serie di Faust e Margherita, ispirati dal poema goethiano, oggi suddivisa tra musei e collezioni private. Già in questo primo periodo, secondo una pratica comune degli artisti, Tissot si era costruito una collezione di abiti – alcuni da lui ideati, altri acquistati nei mercati o da costumisti – a cui attingere durante l’esecuzione dei dipinti. In quegli anni la supremazia della Francia sulla moda era assoluta; essa costituiva anche lo strumento della nuova borghesia finanziaria, edonistica e opulente, per esprimere e sfoggiare il proprio avanzamento sociale. Il fenomeno era troppo importante perché Tissot potesse evitare di documentarlo nei propri dipinti. I costumi lo appassionavano, e la familiarità con il bello, il lusso e le stoffe lo rendevano selettivo e sicuro delle sue scelte estetiche. Era in grado di creare combinazioni eccentriche
Edgar Degas
e raffinate, in cui il rispetto della filologia era sacrificato all’effetto finale; utilizzava gli stessi abiti per dipinti diversi ed aveva una particolare predilezione per i tessuti a righe o a quadri di tipo scozzese, stimolanti per la sua creatività nella rappresentazione di pieghe e panneggi. Ciononostante, i costumi nelle opere di Tissot non distraggono lo spettatore della scena, ma costruiscono una visione più equilibrata della stessa, attirando lo sguardo simultaneamente sui vari personaggi distribuiti nello spazio della tela. «La toilette est, tous à la fois, une science, un art, une habitude, un sentiment» (Honorè de Balzac, Traitè de la vie elegante) Lo stile dei primi anni viene abbandonato a partire dal 1863, quando Tissot lascia i temi medievali in favore della raffigurazione prima di ritratti, poi di scene della vita moderna. I soggetti prediletti diventano le giovani signore distinte dell’alta borghesia prima francese e poi inglese, colte nei momenti di ozio o ritratte nelle occasioni sociali, spesso ritratte con espressioni malinconiche che paiono contrastare con la ricchezza, varietà, preziosità ed eleganza degli abiti e delle ambientazioni, quasi a riflettere l’ambiguità della condizione femminile nella società d’epoca vittoriana. Questa vena psicologica è un altro tratto caratteristico di Tissot, che lo rende qualcosa di più del semplice pittore di belle signore e di sontuosi abiti, come spesso è stato interpretato dalla critica. In questi anni è evidente nel lavoro di Tissot anche la conoscenza del lavoro di Manet e di Degas, le cui sperimentazioni e novità non vengono tuttavia abbracciate dall’artista, dall’animo più conservatore e poco propenso a rischiare la perdita del favore dei collezionisti. Egli condivide invece con molti dei suoi contemporanei un grande interesse per l’arte giapponese, di cui è anche collezionista.
J. Tissot, Il ballo
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J. Tissot, Autoritratto
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Nel 1871, in seguito anche all’assedio parigino della guerra franco-prussiana, il pittore si trasferisce a Londra, dove trascorrerà i successivi undici anni della sua carriera. I primi guadagni sono garantiti dalla collaborazione con Vanity Fair, alla quale fornisce caricature di personaggi contemporanei; prosegue inoltre la produzione di ritratti e di spaccati di moderna vita altoborghese. Particolare fortuna incontrano le scene ambientate in luminosi salottini affacciati sul Tamigi, o a bordo di navi ancorate nei porti, replicate da Tissot in più varianti; grande successo riscuotono anche gli episodi di vita sociale inglese, in cui eleganti donne e uomini, talvolta raffigurati in atteggiamenti galanti, trascorrono il loro tempo tra balli, picnic all’aperto, passeggiate londinesi e tè nei salotti. Intorno al 1876 Tissot conosce Kathleen Newton, una giovane e avvenente irlandese, già divorziata e con due figli illegittimi, con la quale inizia quella che, seppure breve e dal tragico risvolto, sarà la relazione più importante della sua vita. Da quel momento la donna comparirà in quasi tutti i suoi dipinti, la maggior parte dei quali ambientati nella casa e nel giardino del pittore in Grove End Road, nel distretto di St. John’s Wood. Risalgono a questi anni alcune delle opere più note e meglio riuscite dell’artista, dalle quali traspare la serenità del suo momento personale; a questa
44 Grove End Road, Londra
fase appartiene il dipinto presentato in questo catalogo, I Rivali. Alla fine del 1882 Kathleen muore di tisi; con la drammatica fine della storia d’amore si interrompe anche il soggiorno londinese del pittore, che nel giro di cinque giorni dalla morte dell’amata abbandona la casa – più tardi venduta al pittore Lawrence Alma Tadema – e ritorna a Parigi. Al rientro nella città francese Tissot s’impegna per riacquistare il favore del pubblico parigino, organizzando un’esposizione di 102 opere prodotte negli anni precedenti, e realizzando una serie di monumentali dipinti intitolata La Femme à Paris; suo malgrado, le opere vengono criticate e giudicate ‘troppo inglesi’, mentre incontrano una certa fortuna i suoi pastelli, tecnica a cui si dedica negli anni Ottanta e Novanta. Nel 1885 la ‘riconversione’ al cattolicesimo, seguita a una visione mistica avuta nella chiesa di Saint Sulpice durante la messa, e il parallelo avvicinamento allo spiritualismo in voga in quegli anni, tramite l’equivoca figura del noto medium William Eglinton, generano una svolta nella carriera dell’artista, che abbandona i soggetti di vita moderna per dedicarsi alla pittura religiosa. Risale agli anni dal 1886 al 1894 la realizzazione di 365 illustrazioni per il Nuovo Testamento, intervallata da viaggi in Palestina dove raccoglie documentazione tramite schizzi, disegni e fotografie. L’esposizione di 270 dei disegni al Salone di Champe-de-Mart a Parigi riscuote un successo prodigioso. Nel 1896 Tissot intraprende un ultimo viaggio in Palestina, per poi impegnarsi nell’illustrazione del Vecchio Testamento; l’impresa, mai portata a termine, lo
K. Newton e J. Tissot sulle scale di casa
occuperà fino alla morte nel 1902. Gli ultimi anni furono trascorsi nella dimora paterna, il Chateau de Buillon vicino a Besançon; il suo atelier rimase intatto sino al 1964, anno della morte della nipote, quando tutto quello che era stato gelosamente conservato fu disperso.
J. Tissot, Pater Noster, illustrazione per La vita di Cristo
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35 James Jacques Joseph Tissot (Nantes 1836 - Chenecey-Buillon 1902)
I RIVALI 1878-79
olio su tela, cm 92x68 firmato in basso a sinistra: J.J. Tissot
€ 600.000/1.000.000 - $ 780.000/1.300.000 - £ 480.000/800.000 L’opera è corredata da certificato di libera circolazione
Provenienza John Polson, of Tranent and Thornly, Christies’s Londra, 21 luglio 1911 Sir Edward J. Harland, Baroda House, Londra, Christies’s Londra, 31 maggio 1912 Collezione Ingegnoli, Milano, Galleria Pesaro, maggio 1933 Collezione privata, Milano
I Rivali è un capolavoro pittorico di precisione calligrafica e caratterizzazione che condensa in sé l’agiatezza e gli ambienti in cui si svolgeva la vita dell’alta società tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 in Europa. In questa bellissima opera, l’anglofilo artista francese James Tissot dipinge non solo la donna che ama, ammirata da altri uomini, ma anche l’impressionante giardino d’inverno affollato di piante esotiche che egli fece costruire adiacente all’elegante studio della sua casa londinese, acquistata
Esposizioni
grazie allo sfolgorante successo ottenuto producendo e vendendo arte ai collezionisti inglesi nei primi
Londra, Grosvenor Gallery, 1879, numero 95 come Rivals Manchester, Royal Manchester Institution, Exhibition of Modern Paintings and Sculpture, 1879, n. 188
anni Settanta dell’Ottocento.
Bibliografia Athenaeum, 10 maggio 1879, The Grosvenor Gallery Exhibition, pp. 607-608 Era, 4 maggio 1879, The Grosvenor Gallery, p. 3 Graphic, 10 maggio 1879, La Royal Academy and the Grosvenor Galleries di Tom Taylor, p. 463 Manchester Guardian, 3 settembre 1979, ‘Royal Institution, First Notice’, p. 5 Spectator, 31 maggio 1879, p. 691 The Times, 2 maggio 1879, The Grosvenor Gallery, p. 3 Ugo Ojetti, La Galleria Ingegnoli, Milano [1933], p. 9 e tav. 191 (come Il tè nella serra) Willard E. Misfeldt, James Jacques Joseph Tissot: a Bio-Critical Study, PhD dissertation, Washington University, 1971, pp. 162-163, 191 Willard E. Misfeldt, The Albums of James Tissot, Bowling Green, Ohio, 1982, p. 52 Michael Wentworth, James Tissot, Oxford, 1984, pp. 88, 119, 141, 145-6, 147, 151, 203 e tavola 159 Christopher Wood, Tissot: the life and work of Jacques Joseph Tissot, 1836-1902, Boston, 1986, p. 106 Margaret Flanders Darby, The Conservatory in St John’s Wood, in Seductive Surfaces: The Art of Tissot, a cura di Katharine Lochnan, New Haven, 1999, pp. 163, 166, 180-181 e fig. 73
Jacques Joseph Tissot nacque a Nantes, nel nord della Francia; appassionato fin dalla gioventù di ogni cosa che provenisse dall’Inghilterra, l’artista si faceva già chiamare James quando si trasferì a Parigi per studiare arte. Da subito riscosse grande successo, aggiudicandosi un’ampia clientela e profitti invidiabili. Particolarmente abile nell’immortalare con rassomiglianza i suoi modelli, era anche innovativo nella scelta dell’ambientazione e della posa dei ritratti dei suoi ricchi clienti; riuscì inoltre a creare una gamma di tematiche diverse per soddisfare gusti ed esigenze delle più disparate, dalle immagini in costume medievale di Margherita – l’eroina di Goethe nel Faust – ai soggetti di gusto troubadour di amanti seicenteschi ostacolati da forze oscure, alle nature morte, ai paesaggi e alle immagini di moderne donne parigine colte nei momenti della loro vita quotidiana. Il successo di Tissot non è dovuto solo alle sue abilità come pittore, ma anche alla sua comprensione del mercato dell’arte e della varietà tipologica di dipinti che potevano attrarre clienti diversi. All’età di trent’anni era abbastanza ricco da potersi costruire una villa in stile inglese a Parigi vicino al Bois de Boulogne, sull’Avenue de l’Impératrice (oggi Avenue Foch). La riempì di manufatti giapponesi e cinesi, che collezionava con avidità, di mobili ottocenteschi e di piante esotiche, quest’ultime raccolte in una serra dotata anche di una vasca di pesci rossi. La guerra franco-prussiana e l’assedio di Parigi nel 1870-71 lo videro combattere come tiratore scelto volontario al fianco dei suoi colleghi artisti. Dopo che la Commune venne brutalmente soppressa, fu testimone di feroci esecuzioni di massa vicino alla propria casa. Per sfuggire agli orrori di Parigi, Tissot accettò alcune committenze offertegli da amici in Inghilterra, producendo nuove opere da vendere ed esporre, pensate appositamente per il mercato inglese. Il successo fu tale che dal gennaio del 1873 Tissot decise di trasferirsi momentaneamente a Londra,
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Fig. 1 – J. Brydon, Progetto per l’interno dello studio di Tissot, Grove End Road
Fig. 2 – J. Tissot , Nella serra
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dove prese in locazione una proprietà al 17 (ora 44) di Grove End Road, St.
Tissot, mentre al di là delle vetrate, chiuse quelle di sinistra e aperte quelle
John’s Wood, affidando ad un amico l’affitto della sua casa parigina.
di destra, si intravedono un uomo e una donna che s’intrattengono nella
Tissot commissionò al giovane architetto John Brydon la progettazione di
serra in atteggiamenti galanti. La serra è affollata di una grande varietà di
un’estensione della casa in Grove End Road, che prevedeva l’aggiunta di
palme, sulle quali si stagliano i fiori rosa pallido di un rododendro e macchie
un elegante e ampio studio e una grande serra. I progetti di Brydon per la
di altri fiori di colore rosso. Simili piante esotiche necessitavano di un clima
villa furono esposti alla Royal Academy nel 1874, e il disegno dell’interno
particolare per fiorire e le finestre di vetro facilitavano il mantenimento
dello studio di Tissot fu pubblicato nell’edizione di maggio del Building News
della corretta umidità e temperatura, mentre le tende garantivano l’ombra
(fig. 1). “Come si può vedere dal disegno” recita la didascalia per i lettori,
nello studio. Sulla sinistra, in distanza, si può distinguere la parete esterna
“si tratta di un ampio appartamento, luminosissimo, con luce proveniente
incurvata della serra, composta di pannelli di vetro alti e stretti incorniciati
da nord ad est. Uno dei lati dell’ambiente (alla destra di chi guarda) si
dagli infissi di ferro dipinti di bianco. Al centro del dipinto, in secondo
apre completamente su una grande serra, dalla quale è separata da una
piano, è raffigurato uno dei numerosi vasi allungati e biansati in bronzo
quinta di vetro e di tende. Il pavimento è rivestito di parquet in quercia e
che segnano il punto di congiunzione tra lo studio e la serra, come quello
alle pareti sono appese delle tappezzerie di un colore tra il blu e il verde”
visibile in alto al centro ne I Rivali.
(Building News, 15 maggio 1874, p. 526). Le “vetrate e le tende” situate tra
Una diversa veduta della serra affollata di piante è usata come scenario
l’edificio e la serra, omesse nell’illustrazione del Building News per probabili
per un dipinto di Tissot presentato a Londra alla Royal Academy nel 1875,
esigenze di semplificazione, sono tuttavia chiaramente visibili in un dipinto
Il Mazzo di Lillà (fig. 3, collezione privata). In questo dipinto il familiare
di Tissot databile al 1874 circa, molto spesso confuso con I Rivali, oggi
albero di banane che appare a destra sullo sfondo di Nella serra è visibile
intitolato Nella serra ma inizialmente noto al suo primo proprietario come
dietro una giovane donna che indossa la stessa veste di mussola celeste
Il tè del pomeriggio (fig. 2, collezione privata). In quest’opera le figure che
della figura femminile ritratta in piedi nello studio: in il Mazzo di Lillà la
sorseggiano il tè in primo piano sono raffigurate all’interno dello studio di
gentildonna tiene in mano la sua cuffia invece di indossarla. Le luminose
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pareti di vetro della serra e le piante si riflettono sul pavimento tanto lucido da specchiarle. Alla sinistra della gentildonna vestita di celeste compare la grande lanterna orientale di legno intagliato e dorato che si distingue anche nel dipinto I Rivali. Nel dipinto Nella serra Tissot ha semplificato i dettagli e il profilo della lanterna, che posta al centro della composizione e riflessa nello specchio sulla destra, rispetto a quella de I Rivali presenta una differente decorazione e non è dorata. La scena de I Rivali si svolge nella parte più bassa della serra, al livello del giardino, accessibile dal livello più alto, dallo studio e dalla casa, attraverso delle scale. Queste figurano in molti dipinti di Tissot, quali La sorella maggiore, conosciuto anche come Madre e Figlia (fig. 4, Musée Municipal di Cambrai, Francia). In cima alla rampa si nota la porta di vetro da cui si accede allo studio. Le modelle sono Kathleen Newton, il grande amore di Tissot, e sua nipote Lilian Hervey. È Kathleen l’oggetto dell’attenzione ne I Rivali.
Kathleen Irene Ashburnham Kelly nacque nel 1854 ad Agra, India, dove suo padre lavorava come amministratore nell’ufficio della British East India Company. Dopo i moti indiani, Kathleen fu mandata in Inghilterra insieme alla sorella più grande, Mary Pauline, per la loro sicurezza e per frequentare la scuola cattolica dove le ragazze avrebbero ricevuto i necessari insegnamenti per renderle spose appetibili. Al compimento del suo sedicesimo anno d’età, Kathleen venne promessa in sposa al Dottor Isaac Newton, chirurgo in India. La cerimonia si svolse a Hoshearpore (oggi Hoshiapur) in India nel gennaio del 1871, ma la coppia si separò molto velocemente dopo il matrimonio, quando Kathleen ammise di essersi innamorata di un certo Capitano Palliser conosciuto sulla nave durante il viaggio dall’Inghilterra. Iniziate le pratiche di divorzio, la ragazza fu rimandata in Inghilterra, dove a dicembre nacque Muriel Violet Mary Newton, dieci giorni prima della dichiarazione della sentenza provvisoria di divorzio. Niente si sa di lei sino al marzo del 1876, quando darà alla luce un altro figlio, Cecil George Newton, a casa della sorella Mary Pauline a Hill Road, St. John’s Wood, a poca distanza dall’abitazione
Fig. 3 – J. Tissot , Il mazzo di lillà
di Tissot in Grove End Road. Mary Pauline aveva sposato Hervey Augustus Frederick Hervey nel 1874, ed era la madre di Isabelle Mary (conosciuta come Belle) e Lilian Ethel. Lilian era la favorita di Kathleen, ed è stata la fonte delle informazioni biografiche su Kathaleen date alla giornalista Marita Ross nel 1946. Secondo la Ross, Tissot “non poteva non notare la graziosa Signora Newton che passava davanti al suo cancello per imbucare le lettere, o portare a passeggio i suoi bambini. Un giorno la chiamò chiedendole se poteva farle il ritratto; durante le sedute s’innamorarono profondamente e ben presto la Signora Newton si trasferì da Tissot”. Il primo ritratto datato di Kathleen eseguito da Tissot è lo schizzo Ritratto di M. N. del 1876, comunemente denominato La Frileuse, nel quale ella indossa una veste orlata di pelliccia e un largo cappello nero. Un ritratto non finito di Kathleen è datato 1877, e sembra che quello sia proprio l’anno in cui si trasferì a casa di Tissot. I suoi figli continuarono a vivere con i loro cugini a Hill Road, dove condividevano la tata, e tutti insieme andavano a trovare Tissot e Kathleen regolarmente per il prendere il tè, giocare in giardino e suonare il piano con la madre. Tissot e Kathleen non poterono sposarsi: entrambi erano cattolici romani e il divorzio, sebbene fosse da poco possibile per legge, non era riconosciuto dalla chiesa. I due vissero insieme come marito e moglie e il personale di servizio chiamava Kathleen Madame Tissot, come testimoniato da Lilian. Le convivenze erano piuttosto comuni nell’Inghilterra vittoriana, specialmente tra artisti e bohémien, così come nella classe operaia, ma non erano viste di buon’occhio dalla maggioranza degli appartenenti delle classi alta e media. Nel corso degli anni, poiché Kathleen appare sempre di più nei dipinti di Tissot, la sua grande passion per una donna sposata, con cui conviveva, divenne cosa risaputa, ma pochi ne conoscevano il nome. “La coppia frequentava i propri piccoli circoli artistici e culturali”, Lilian raccontò a Marita Ross, “nel quale l’assenza di un convenzionale anello di matrimonio non faceva alcuna differenza”. Come citato dalla giornalista, Lilian riportò che “Whistler e Oscar Wilde, con suo fratello Willie, era frequentatori assidui”, così come “Sir Charles Wyndham, Sir Henry Irving e Miss Mary Moore”. Thomas Gibson Bowles, fondatore del settimanale satirico Vanity Fair, era amico di lunga data di Tissot, visitava la coppia di frequente e presentò loro altri personaggi quali William Stone, che
Fig. 4 – J. Tissot, La sorella maggiore (Madre e figlia)
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fu “molto presente al 17 di Grove End Road e spesso prendeva il tè nel giardino con Tissot e la sua signora”. Stone affermò che “Tissot era piuttosto un uomo di mondo e non riusciva a comprendere la nostra visione in un certo senso puritana…”. Kathleen era chiaramente molto ammirata tra gli amici che visitavano Tissot: i due protagonisti de I Rivali potrebbero ben essere dei ritratti di amici e il dipinto conseguentemente uno scherzo per coloro che conoscevano i modelli.
Noi, come spettatori de I Rivali, abbiamo davanti in primo piano un tavolino apparecchiato per il tè, con una tazza con il manico girato verso di noi come per invitarci al convito. La giovane padrona di casa, seduta di fronte su una poltrona di vimini con una pelliccia sulla spalliera e vestita di nero, forse a lutto, è impegnata con il suo lavoro a maglia ma pare rivolgere la sua attenzione verso l’anziano gentiluomo al centro della scena. Alla nostra destra siede un uomo dai capelli biondo rossicci, evidentemente a suo agio nella sua sistemazione; egli sta già sorseggiando il suo tè, ed appoggia il braccio sinistro che sorregge il piattino sullo schienale della sedia, mentre solleva con raffinatezza la tazza con la mano destra. Le gambe dell’uomo sono accavallate in direzione della giovane donna e il suo volto, distolto da quello dell’altro uomo, è a lei rivolto. Il suo rivale dai capelli bianchi sembra essere arrivato da poco e indossa ancora un guanto sulla mano destra che impugna con delicatezza il bastone. Anch’egli Lotto 35, particolare
si protende verso la giovane donna, le cui ginocchia sono rivolte nella sua direzione. Nell’occhiello dell’uomo più anziano si nota quello che sembra essere un profumato fiore di arancio (Choisya), il preferito per i bouquet da sposa. Alla sua sinistra, sul parapetto di pietra che circonda le piante della serra, si trova un coniglio verde di ceramica. Il 1879, l’anno in cui il dipinto fu esposto alla Grosvenor Gallery – e fu probabilmente finito – era l’anno cinese del Coniglio. Secondo la tradizione cinese, chi nasce sotto il segno del Coniglio è molto realista: i suoi consigli possono essere severi ma onesti, la vita familiare è importante quanto il denaro e le cose materiali. Quelli nati sotto il segno del Coniglio sono amichevoli e socievoli, preferiscono la compagnia ed evitano i conflitti, cosa che li porta a rifiutare le situazioni aggressive o competitive. Mettendo il coniglio accanto all’anziano gentiluomo, Tissot ne descrive la personalità e lascia forse intendere la preferenza della nostra eroina. L’artista conosceva bene i segni zodiacali cinesi e i loro significati simbolici, essendosi molto interessato alla cultura sia cinese che giapponese. Ci sono ceramiche, bronzi, vasellame orientale della sua collezione sparsi per tutta la serra, e alla sinistra della testa della giovane donna si può intravedere una scultura che raffigura uno degli esponenti più importanti degli Immortali cinesi, Zhongli Quan. Questo Immortale è conosciuto per la sua piacevole indole e si riconosce per la lunga barba e il petto nudo, il ventaglio di piume che tiene
Lotto 35, particolare
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UN CAPOLAVORO DI TISSOT IN ITALIA - 28 ottobre 2014
Lotto 35, particolare
in mano ha il potere magico di resuscitare i morti, e in alcune occasioni può
Grosvenor Gallery di Londra nel 1877.
trasformare le pietre in oro e argento.
I Rivali fu esposto da Tissot alla Grosvenor Gallery nel 1879, con altri sette
La bella teiera in stile orientale in primo piano, con l’ansa modellata a
dipinti e quattro incisioni. Kathleen Newton era la modella principale in sei
lucertola, era un manufatto inglese di epoca recente, ispirato a quelli cinesi
degli otto dipinti. Il critico che recensì l’esposizione nel Times descrisse i
e giapponesi. Tissot possedeva molti mobili e ceramiche moderne in stile
soggetti di Tissot come “quelli che si possono trovare abitualmente nella
giapponese, ma anche i manufatti originali che li avevano ispirati. Disegnata
vita salottiera di lussuose ville arredate, dove graziose signore, in perfette
da James Callowhill per Royal Worcester, la teiera mostra cicogne e motivi
toilette, tengono a bada i pretendenti durante il té delle cinque, mentre
floreali intarsiati in bianco contro il blu scuro dello sfondo.
lavorano all’uncinetto con l’indifferenza di chi è abituato a ricevere le
La stessa teiera ha il posto d’onore al centro del picnic raffigurato in Vacanza
attenzioni degli uomini. Una simile scena è il soggetto di una delle più
(fig.5, Tate Britain), che include lo stesso bollitore d’argento e zuccheriera
ingegnose opere di Tissot, ambientata in una serra con uno sfondo di
che compaiono ne I Rivali, così come una simile tazza tenuta da una delle
piante tropicali meravigliosamente dipinte. Le altre ci mostrano la stessa
giovani ragazze vicine alla vasca. I riflessi sull’argenteria, dal cucchiaio
gentildonna dondolarsi all’ombra in un’amaca brasiliana, in un caso da
d’argento alla tazza scintillante, così come il modo in cui i vari materiali quali
sola, sotto una tenda da sole giapponese, gialla e nera (L’amaca, collezione
la ceramica, l’argento lucidato, manici d’osso e i prodotti di pasticceria, sono
privata, fig. 7); in un altro con un gentiluomo dai capelli grigi che le tiene
riprodotti in maniera realistica e sottolineano la sbalorditiva abilità pittorica
compagnia” (Un pomeriggio tranquillo, collezione privata). Alcuni critici si
di Tissot. Nessuno dei suoi contemporanei poteva rivaleggiare con la sua
mostrarono scontenti della ripetizione della stessa modella, mentre altri
capacità di dipingere l’argenteria, la ceramica e il vetro.
facevano allusioni a una possibile sconvenienza. Tom Taylor, scrivendo sul Graphic, elogiò i dipinti di Tissot come “delicati e sfarzosi”. Il critico giudicò
Ne I Rivali Tissot ostenta la sua abilità pittorica nel modo in cui rende i
il dipinto “molto elaborato nei dettagli e accuratamente liscio nella sua
riflessi del tetto e della struttura portante della serra, le fronde delle palme
superficie pittorica, e ben rifinito nell’esecuzione”. Le esposizioni di Tissot
sui riquadri delle finestre di vetro che separano la serra dallo studio in
alla Grosvenor Gallery, disse Taylor “gioiscono nelle irreprensibili toilette,
secondo piano. La presenza predominante delle piante, che occupano i due
costosissime serre” e “nei sontuosi tè delle cinque”. Un critico in Era scelse
terzi superiori della tela, è una scelta compositiva audace e inusuale, che
I Rivali per la descrizione della sua recensione: “vi si vede una signora molto
si nota anche nei Crisantemi (fig. 6, Sterling and Francine Clark Art Institute,
affascinante che prende il tè in una serra con una coppia di gentiluomini,
Massachussetts).
uno un più anziano e l’altro un più giovane ammiratore. Entrambi sono
I crisantemi erano coltivati nei vivai riscaldati e servivano per decorare le
protesi al massimo per compiacere la bella, che non sembra conferire
abitazioni; la casa di Tissot in Grove End Road ne aveva molti dove venivano
particolare attenzione a nessuno dei due”.
coltivati con successo fiori, frutta e verdura di diversi tipi. Sia Crisantemi che Vacanza furono presentati da Tissot alla mostra d’apertura della nuova
John Polson, primo proprietario de I Rivali, fu probabilmente attratto dal
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Fig. 5 – J. Tissot, Vacanza
dipinto perché Tissot vi aveva dipinto tantissime piante esotiche. Polson “era molto interessato alla coltivazione di piante rare”, secondo quello che afferma suo nipote, Thomas Godfrey Polson Corbett, Secondo Barone Rowallan, ed era spesso in corrispondenza “con i Kew Gardens riguardo una Gravilea robusta e altri giovani virgulti.” Aveva vivai e grandi giardini nelle numerose proprietà in Scozia, dove Polson era il direttore delle famose manifatture di granoturco Brown e Polson, avendo scoperto nel 1854 come produrre un amido commestibile dalla maizena. Pioniere nell’introdurre la condivisione dei profitti con i lavoratori e nel costruire loro case e scuole, Polson supportava inoltre numerose attività benefiche e promuoveva la letteratura, la musica e l’arte nella sua città natale di Paisley. Dopo la morte avvenuta nel 1900, sua moglie Mary proseguì l’attività filantropica del marito. La sua collezione d’arte fu venduta alla scomparsa della signora Polson nel 1911. Polson possedeva una grande quantità di opere, tra le quali figurava anche un altro dipinto di Tissot Una visita pomeridiana, conosciuto anche come Miss Lloyd o La visita (Tate Britain), che fu esposto con Vacanza e Crisantemi nel 1877 alla Grosvenor Gallery.
Kathleen Newton, il grande amore di Tissot, morì di tubercolosi nel novembre del 1882, circa tre anni dopo la stesura de I Rivali. Con il cuore a pezzi Tissot abbandonò Londra e tornò a vivere a Parigi, vendendo la sua casa di Grove End Road al collega Lawrence Alma-Tadema. Quest’ultimo modificò fortemente la proprietà, mantenendo alcuni dei pilastri scanalati voluti da Tissot ma riducendo le dimensione del vasto giardino d’inverno ai fini di ottenere uno studio più grande.
Krystyna Matyjaszkiewicz Giugno 2014 22
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Fig. 6 – J. Tissot, Crisantemi
Fig. 7 – J. Tissot, L’amaca
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I Rivali in Italia
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Nel 1911, con la scomparsa della Signora Mary Polson, moglie di John
“I raccoglitori d’arte sono di due specie: quelli che si concentrano gelosi in
Polson primo proprietario de I Rivali, la grande collezione d’arte che
un solo campo dell’arte, in una regione, in un’epoca, in una scuola, in un
il marito aveva formato in anni di ricerche e frequentazioni di artisti
genere, in un autore solo; e quelli che, più curiosi e ambiziosi, mirano a
contemporanei viene dispersa in una vendita pubblica. Non sappiamo
ordinare per via di buoni esempi l’universale, a raccogliere opere tipiche
quale sia stato l’iter di I Rivali, in quali mani sia passato il dipinto
d’ogni patria e scuole e, chiusi nella loro quadreria, se ne dilettano come
da allora sino alla ricomparsa nel catalogo della Galleria Pesaro che
d’un bel viaggio, confrontando autori diversi, cercando in essi i segni di
nel 1933 presenta per una vendita le opere raccolte dal raffinato
tempi e luoghi e maniere anche lontane e, liberi di scegliere e di mutare,
collezionista italiano Paolo Ingegnoli. In questo testo l’opera di Tissot
quasi entrano in gara con le pubbliche gallerie. Da questi generosi
è illustrata col titolo italiano Il tè nella serra, poiché in quel periodo
amanti dell’arte hanno infatti principio molte delle gallerie e musei, ad
per le vigenti leggi nazionaliste era vietato l’uso di parole straniere.
esempio, delle città americane. Gli stessi vocabolari distinguono con
Gentiluomo aggiornato sui gusti internazionali e sulle tendenze
parole diverse il frutto delle due diverse passioni, e chiamano raccolta
dell’epoca, si può ipotizzare che Paolo Ingegnoli avesse acquistato
quella più limitata e parziale, e collezione questa più vasta, la quale può
I Rivali durante uno dei suoi viaggi in Francia o Inghilterra, forse da
anche includere più raccolte. Dalla collezione un buon conoscitore può
mercanti o da un privato collezionista; fatto inequivocabile è che il
passare alla raccolta, che è come passare dalla svagata giovinezza alla
dipinto arriva in Italia e rimane nella sua collezione sino al 1933.
fedeltà del matrimonio. Ma è raro che da una raccolta esso passi alla
Dopo la vendita alla Galleria Pesaro l’opera entra a far parte di un’altra
collezione, dal monoteismo cioè al politeismo. È che a riunire quadri o
collezione privata milanese.
sculture o stampe o bronzi nella propria casa e pel proprio godimento si
Per meglio inquadrare l’importanza della collezione Ingegnoli nel
può cominciare per voglia di lusso, per speranza di lucro, per desiderio di
panorama italiano, riproponiamo una parte del testo che Ugo Ojetti
dare rinomanza a sé, alla famiglia, alla città; ma si séguita e ci si ostina
dedicò alla memoria del collezionista, nell’introduzione al catalogo
soltanto per amore. Comprar quadri od oggetti d’arte è fare della critica
della vendita della Galleria Pesaro, dove sottolinea la vastità e la
a proprio spese, che è il più sicuro modo per aguzzare l’ingegno e il gusto.
ricercatezza della collezione di cui anche il dipinto di Tissot, I Rivali
Presto il più ingenuo amatore viene a capire che una collezione d’arte
(da noi presentato in questa asta) faceva parte.
è lo specchio dell’intelligenza e del carattere di lui, e perciò va cauto e
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scarta il peggio e cerca il meglio con una severità sempre più attenta,
Questa pittura italiana dell’Ottocento non aveva irraggiato anche di là
prima affidandosi ai consigli, poi giudicando da sé sulle proprio costose
dalle Alpi con una luce che era la riprova del suo nativo calore? Bastavano
esperienze. Lo animano l’ansia della gara, la sorpresa della caccia, la
due esempi, De Nittis e Boldini. Ed ecco qui tre tele di Boldini, fra le quali
soddisfazione d’essere invidiato, lodato, imitato.
il più bel ritratto d’uomo ch’egli abbia mai dipinto; e quattro di De Nittis
Così è stata formata questa bella collezione di Paolo Ingegnoli. Essa
che darebbero rinomanza a qualunque pinacoteca.
doveva nientemeno rappresentare la pittura italiana di tutto l’Ottocento,
Infine Paolo Ingegnoli aveva cominciato, col suo instancabile desiderio
anche, s’intende, di quei pittori che, venuti alla fama sullo scorcio di quel
del meglio, a cercare anche oltre confine, in Francia, qualche buona tela:
secolo, hanno, come Mancini o Boldini, continuato a lavorare in questo,
del marsigliese Monticelli, per quello ch’ebbe di splendor veneziano la
restando, secondo l’uso di allora, fedeli alla propria natura. Il gusto
sua rotta abbagliante pittura; del borgognone Ziem, dal pennello sempre
mutava, ma questo giovava all’Ingegnoli perché gli provava quali erano
in fiamme, per la passione spesso sincera con cui s’ostinava ad appiccar
gli artisti e le opere che sopravvivevano al mutare del gusto, e quali invece
fuoco a tutte le vedute di Venezia; del sodo e quadrato Lhermitte, per la
sotto le nuove ondate colavano a picco per sempre. Non rinunciava al
serietà con cui aveva ritratto la vita operaia e paesana, in una pittura
suo vasto disegno, ma lo vedeva sempre più chiaro, e la sua collezione si
sociale, come si diceva nell’Ottocento, che da Michetti a Mentessi ha avuto
faceva così sempre più pura e rinomata. Per dare un esempio, la cordiale
anche da noi i suoi campioni; del nantese Tissot, nel più caratteristico
e succosa pittura di Giacomo Favretto d’anno in anno dominava sempre
quadro della sua vita mondana e londinese, dipinto poco prima di partire
meglio tutta la pittura veneziana dell’Ottocento, ed egli s’è fatto una
per la Palestina a illustrare la Vita di Gesù col minuto e sgargiante
raccolta di Favretto quale nessun’altra galleria può vantare. D’anno in
realismo con cui allora si scriveva fin la storia delle religioni.” (in: Ugo
anno si vedeva più chiaramente che senza la pittura di Filippo Palizzi la
Ojetti, La Galleria Ingegnoli, Milano 1933, pp. 7-9).
storia della pittura napoletana sarebbe stata un’altra, meno schietta cioè e più lontana dalla sua tradizione, e che senza il maschio insegnamento di lui Michetti e Mancini si sarebbero forse perduti in una bravura superficiale; e nella quadreria Ingegnoli sono entrati quattro Palizzi, tre Mancini, dieci Michetti.
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E. Degas, Portrait of James Tissot
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James Jacques Joseph Tissot (Nantes 1836 - Parigi 1902)
James Jacques Joseph Tissot was born in Nantes, Pays de la Loire, on the 15 th October 1836. His father was a successful drapery merchant, his mother, a fervent Catholic, a hat maker, a modiste. Tissot spends his childhood in a universe of clothes and accessories, which strongly influences his imagination and later his art. After studying in Jesuit institutions, the best schools of his city, Tissot leaves Nantes for Paris around 1856 or 1857 with the intention of setting out on an artistic career. After a brief apprenticeship under Hippolyte Flandrin, he moves to the workshop of Louis Lamothe, who was, like Flandrin, a pupil of Ingres, and more famous for the artists who studied under him – Edgar Degas, Henri Regnault, Henry Lerolle, Jules-Élie Delaunay – than for his own artistic talent. In Paris Tissot becomes friends with a great number of painters, such as James Abbott McNeill Whistler, Édouard Manet and Edgar Degas; around 1868 the latter will paint his portrait. The first stage of his career, inaugurated with the exhibition of several paintings at the Salon in 1859, is characterized by the romantic historicism in vogue around the middle of the century; in these works Tissot favours historical and religious subjects, influenced by literature and by the 19 th century concept of the Middle Ages. The Faust and Marguerite series, inspired by Goethe’s tragic play and today to be found in various different museums and private collections, is typical of these years. Following a common custom among artists, Tissot is already in possession of a collection of clothes – some designed by himself, some bought in markets or from costumiers – from which to draw inspiration during his painting. In those years French supremacy in fashion was absolute: the new financial middle class, edonist and wealthy, used it to express and flaunt its advancement in society. The phenomenom is too important for Tissot to ignore in his paintings. He has a passion for fashion, and his familiarity with beauty, splendor and fabrics makes him selective and confident in his choices. He is able to create eccentric and sophisticated combinations, often sacrificing respect for philology to obtain the final effect; he uses the same clothes in different paintings and he is particularly fond of striped and checked fabrics, which stimulate his creativity in representing the folds and creases of the material. Nonetheless, costumes in Tissot’s works never distract the viewer from the picture, but help build a more balanced view of the scene, simultaneously attracting attention to the various characters present on the canvas.
Édouard Manet
Edgar Degas
«La toilette est, tout à la fois, une science, un art, une habitude, un sentiment» (Honorè de Balzac, Traitè de la vie elegante) Tissot abandons his original style and medieval themes from 1863 onwards when he starts first to favour portraits and then scenes from modern life. Distinguished young ladies from the French, and later English, upper middle classes, pictured during moments of idleness or on social occasions, become his favourite new subjects. These women are often characterized by a melancholic air that contrasts with the richness, variety, preciousness and elegance of the clothes and settings, as if reflecting the ambiguous female condition in society throughout the Victorian age. This psychological flair is another characteristic feature of Tissot, which makes him something more than the simple painter of pretty ladies and luxurious clothes, as he has been often judged by critics. The awareness of Manet’s and Degas’s work is clear in Tissot’s pictures in this period; their experimentations and innovations are not fully embraced by the artist however, who is more conservative and less willing to lose the approval of collectors. He nonetheless shares, along with many of his contemporaries, a great interest in Japanese art, of which he is also collector. In 1871, also as a result of the Siege of Paris during the Franco-Prussian War, the painter moves to London, where he will pass the following eleven years of his career. His caricatures of contemporary personalities for Vanity Fair grant him his first earnings, while he continues
J. Tissot, The ball
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J. Tissot, Self portrait
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painting portraits and scenes from upper middle class life. The pictures set in bright sitting rooms looking out over the river Thames, or on board ships anchored in ports, something which Tissot repeats in many variations, are met with much approval; great success is also obtained with his episodes from English social life, where elegant men and women, often depicted in flirtatious poses, pass their time between balls, picnics, London walks and tea parties. Around 1876 Tissot meets Kathleen Newton, a young, attractive Irish woman, already divorced and mother of two illegitimate children; though brief and coming to a tragic end, their relationship will be the most important of his life. From that moment onwards Kathleen will appear in almost every painting, many of which set in the artist’s house and gardens in Grove End Road, in St. John’s Wood. Some of his most famous and successful pictures, from which the painter’s serenity clearly emerges, date from these years; as does the painting we present in this catalogue, The Rivals. At the end of 1882 Kathleen dies of consumption. With the dramatic conclusion of his love story the painter’s stay in London comes to a sudden end: no more than five days after Kathleen’s death Tissot abandons his home – later sold to artist Lawrence Alma Tadema – and returns to Paris. Once back in France, the artist works hard to regain the favour of the Parisian public. He organizes an exhibition with 102 works produced in the previous years, and paints a series of monumental pictures entitled La Femme à Paris; however, to his disappointment, his paintings are criticized and considered ‘too English’, while his pastels, a technique he adopts in the 1880s and 1890s, obtain a certain success. In 1885 his ‘reconversion’ to Catholicism, following a mystical vision during mass in the church of Saint Sulpice, and his getting closer to the spiritualism in vogue in that period, thanks to the shady figure of the famous medium William Eglinton, are a turning point in his career; the artist abandons the scenes of modern life to dedicate himself to religious painting. 365 illustrations for the New Testament date from 1886-1894, when he often journeys to Palestine to collect documentation (sketches, drawings and photographs) for his works. 270 of the drawings are exhibited in the Champe-de-Mart Salon in Paris, encountering extraordinary success. In 1896 Tissot embarks on his last trip to Palestine, to then continue working on the never completed illustrations of the Old Testament until he dies in 1902. His last years are spent at his father’s abode, Chateau de Buillon near Besançon; his atelier remains untouched until the death of his niece in 1964, whereupon everything that until then had been preserved with loving care, is dispersed.
44 Grove End Road, London
K. Newton and J. Tissot on the stairs of Tissot’s house
J. Tissot, The Lord’s Prayer, illustration for the Life of Christ
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35 James Jacques Joseph Tissot (Nantes 1836 - Chenecey-Buillon 1902)
RIVALS 1878-79
Oil on canvas 92 x 68 cm Signed bottom left J. J. Tissot
€ 600.000/1.000.000 - $ 780.000/1.300.000 - £ 480.000/800.000 An export licence is available for this lot
Provenance John Polson, of Tranent and Thornly His executors’ sale, Christie’s London, 21 July 1911 Sir Edward J. Harland, Baroda House, London His executors’ sale, Christie’s London, 31 May 1912 Ingegnoli Collection, Milan His executors’ sale, Galleria Pesaro Milan, May 1933 Private collection, Milan
Exhibited London, Grosvenor Gallery, 1879, number 95 as Rivals Manchester, Royal Manchester Institution, Exhibition of Modern Paintings and Sculpture, 1879, number 355, priced £400 Milan, Palazzo della Permanente, La Mostra Nazionale di Pittura, ‘L’Arte e il convito’, 1957, number 188
The Rivals is a masterpiece of painterly detail and characterisation that encapsulates the leisurely life and surroundings enjoyed by people of comfortable wealth in late-nineteenth and early-twentieth-century Europe. In his beautiful painting, the anglophile French artist James Tissot depicts not only the woman he loves, admired by other men, but also the stunning conservatory filled with exotic plants that he built adjacent to an elegant studio in the London house he acquired, thanks to meteoric success in making and selling art to British collectors in the early 1870s. Born Jacques Joseph Tissot in Nantes, northern France, the artist was a fan of all things English from his early years, and was calling himself James by the time he went to study art in Paris. He became successful very rapidly, gaining a wide clientele and an enviable income. Tissot was
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Literature
good at capturing a likeness but also innovative in his choice of settings and poses for portraits
Athenaeum, 10 May 1879, ‘The Grosvenor Gallery Exhibition’, pp. 607-8 Era, 4 May 1879, ‘The Grosvenor Gallery’, p. 3 Graphic, 10 May 1879, ‘The Royal Academy and the Grosvenor Galleries’ by Tom Taylor, p. 463 Manchester Guardian, 3 September 1979, ‘Royal Institution, First Notice’, p. 5 Spectator, 31 May 1879, p. 691 The Times, 2 May 1879, ‘The Grosvenor Gallery’, p. 3 Ugo Ojetti, La Galleria Ingegnoli, Milano [1933], p. 9 and plate 191 Willard E. Misfeldt, James Jacques Joseph Tissot: A BioCritical Study PhD dissertation, Washington University, 1971, pp. 162-163, 191 Willard E. Misfeldt 1982, Albums, p. 52 Michael Wentworth, Michael, James Tissot, Oxford, 1984, pp. 88, 119, 141, 145-6, 147, 151, 203 and plate 159 Christopher Wood, Tissot: The Life and Work of Jacques Joseph Tissot, 1836-1902, Boston, 1986, p. 106 Margaret Flanders Darby, ‘The Conservatory in St John’s Wood’, Seductive Surfaces: The Art of Tissot, edited by Katharine Lochnan, New Haven, 1999, pp. 163, 166, 180181 and figure 73
of wealthy clients. In addition he created a range of thematic pictures to suit different tastes,
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from medieval-dress images of Marguerite – the heroine of Goethe’s Faust – to troubadour pictures of seventeenth-century star-crossed lovers, still life paintings, landscapes, and images of modern Parisian women going about their daily lives. Tissot’s success lay not only in his skills as a painter but also in his understanding of the art market, and the types of pictures that would appeal to different buyers. At the age of thirty he was sufficiently wealthy to build an English-style villa in Paris near the Bois de Boulogne, on the Avenue de l’Impératrice (now Avenue Foch). He filled it with Japanese and Chinese artefacts, which he collected avidly, and eighteenth-century furniture, along with exotic plants in a conservatory that included a goldfish tank. The Franco-Prussian war and siege of Paris in 1870-71 saw Tissot fighting as a volunteer sharpshooter alongside fellow artists. After the Commune was brutally put down, he witnessed mass executions near his home. To escape the horrors of Paris, Tissot was offered commissions by friends in Britain, and also created new works for exhibition and sale, designed specifically for the British market. So successful was Tissot that by January 1873 he had decided to settle for the time being in London, and bought the lease of a property at 17 (now 44) Grove End
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Fig. 1 – J. Brydon, Studio for James Tissot Esquire, Groove End Road
Fig. 2 – J. Tissot , In the Conservatory
Road, St John’s Wood, arranging for a friend to rent his Paris house.
and woman having gone through into the conservatory and engaging
Tissot commissioned the young architect John Brydon to design an
in conversation or flirtation. The conservatory is filled with a range of
extension to the house in Grove End Road, comprising an elegant,
palms and there are pale pink blooms of a rhododendron, and flashes
spacious studio and a large conservatory. Brydon’s designs were
of red from other blossoms. Exotic plants like these needed a particular
exhibited at the Royal Academy in 1874 and his view of Tissot’s studio
climate to flourish, and the glass screen facilitated maintenance of the
interior was published in the May issue of Building News (figure 1).
correct temperature and humidity, while the striped blinds provided
‘As will be seen from the drawing,’ the accompanying text informed
shade in the studio. On the left, in the distance, can be seen the curved
readers, ‘it is a large apartment, amply lighted, principally from the
exterior wall of the conservatory, comprising tall narrow panes of glass
north and east. The whole of one side (the right in the view) is open to
held between white-painted cast-iron ribs. In the centre of the painting
a large conservatory, from which it is separated by an arrangement of
is one of several bronze two-handled, elongated vases that punctuated
glass screens and curtains. The floor is laid with oak parquet, and the
the junction between studio and conservatory, like the one that can be
walls are hung with a kind of tapestry cloth of a greenish blue colour.’
seen in the upper centre of The Rivals.
(Building News, 15 May 1874, p. 526) The ‘glass screens and curtains’
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between studio and conservatory are omitted from the Building News
Another view of the plant-filled conservatory provides the setting for a
illustration, probably for clarity. They can be seen clearly, however, in a
Tissot painting shown at London’s Royal Academy in 1875, The Bunch
Tissot painting of about 1874 that has sometimes been confused with
of Lilacs (figure 3, Private collection). In this painting the banana palm
The Rivals and is now called In the Conservatory but was known by
familiar from the right background of In the Conservatory can be
its first owner as Afternoon Tea (figure 2, Private collection). In this
seen behind a young woman in the same blue muslin gown as the
picture the foreground figures taking tea are located in Tissot’s studio,
standing figure in the studio, who this time carries rather than wears
with the glass screens closed on the left and open on the right, a man
her bonnet. The polished tile floor gleams mirror-like, reflecting the
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plants and sky-lit conservatory glass. To the blue-clad figure’s left is the large wooden carved and gilded oriental lantern visible also in The Rivals. Tissot appears to have simplified its outlines and detail for In the Conservatory, as the lantern centrally placed there, and reflected in the mirror on the right, has different decoration and no gilding. The Rivals is set in the lower part of the conservatory, at garden level, which was reached from the upper part, at studio and house level, via stairs. These appear in several paintings by Tissot, such as The Elder Sister, also known as Mother and Child (figure 4, Musée Municipal, Cambrai, France). At the top of the stairs can be seen the glass screen doors leading into the studio. The models are Kathleen Newton, the great love of Tissot’s life, and her niece Lilian Hervey. It is Kathleen who is the subject of attention in The Rivals. Kathleen Irene Ashburnham Kelly was born in 1854 in Agra, India, where her father worked in the accountant’s office of the British East India Company. After the Indian Mutiny, Kathleen was sent to England with an older sister, Mary Pauline, for safety and to attend Catholic school, where the girls would obtain suitable accomplishments to make them attractive marriage partners. When Kathleen reached the age of sixteen, a marriage was arranged to Dr Isaac Newton, a surgeon in India. The ceremony took place in Hoshearpore (now Hoshiapur), India, in January 1871 but the couple separated soon after the wedding, Kathleen having admitted that she had met and fallen in love with a Captain Palliser on board ship during her journey from Britain. Divorce proceedings were begun and she was sent back to England, where a daughter, Muriel Violet Mary Newton, was born in December, ten days before Kathleen’s decree nisi was declared. Nothing is known about Kathleen until March 1876, when she gave birth to a son, Cecil George Newton, at Mary Pauline’s house in Hill Road, St John’s Wood, a short distance from Tissot’s house in Grove End Road. Mary Pauline had married Hervey Augustus Frederick
Fig. 3 – J. Tissot , The bunch of Lilacs
Hervey in 1874, and was the mother of Isabelle Mary (known as Belle) and Lilian Ethel. Lilian was Kathleen’s favourite, and the source of biographical information about Kathleen given to the journalist Marita Ross in 1946. According to Ross, Tissot ‘could scarcely help noticing the pretty Mrs Newton who tripped past his gate to post letters, or to take the children out for a walk. One day he called to ask if he might paint her portrait. Over the sittings they fell deeply in love, and soon Mrs Newton went to live with Tissot.’ The earliest dated portrait of Kathleen by Tissot is the etched Portrait de M. N. of 1876, popularly called La Frileuse, in which she wears a fur-edged wrap and a wide-brimmed black hat. An unfinished painted portrait of Kathleen is dated 1877, and it is likely that she came to live with Tissot that year. Her children continued to live with their cousins at Hill Road, where they shared a nanny, and all visited Kathleen and Tissot regularly for tea, play in the garden, and music with Kathleen at the piano. Tissot and Kathleen were unable to marry: both of them were Roman Catholics and divorce, though newly available in civil law, was not recognised by the Church. The two lived together as man and wife, Kathleen being known to the servants as ‘Madame Tissot’, according to Lilian. Cohabitation was common in Victorian England, especially among artists and bohemians, as well as the working classes, but was frowned upon by most people in the middle and upper classes. Over the years, as Kathleen came to feature in an increasing number of Tissot’s works, it became well known that he had a grande passion for a married woman, with whom he lived, but few knew her name. The two ‘had their own little literary and artistic circles,’ Lilian told Marita Ross, ‘in which the absence of a conventional wedding ring made no difference.’ The journalist quoted Lilian as saying that ‘Whistler and Oscar Wilde, with his brother Willie, were constant visitors,’ as were ‘Sir Charles Wyndham, Sir Henry Irving and Miss Mary Moore.’ Thomas Gibson Bowles, founder of the satirical weekly Vanity Fair, was a longstanding friend of Tissot and frequent visitor, introducing others such as William Stone, who ‘was a good deal up at 17 Grove End Road and often had tea in the garden with Tissot and the lady’. Stone
Fig. 4 – J. Tissot, The Elder sister (mother and child)
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said ‘Tissot was quite a boulevardier and could not grasp our somewhat puritanical outlook.’ Kathleen clearly had admirers among the friends who visited Tissot; the two protagonists in The Rivals may well be portraits, and the painting therefore an in-joke for those who knew the sitters. We, as viewers of The Rivals, have a laden tea table in front of us, including a teacup with handle turned invitingly in our direction. The young hostess, sitting opposite in a fur-draped wicker armchair, is dressed in black, probably in mourning, and busy with crochet but looking towards an elderly gentleman in the centre. On our right is a sandy-haired gentleman, who is clearly well settled in and already taking tea, his left arm with saucer in hand resting along the chair-back as he daintily lifts a teacup with his right. This man’s legs are crossed in the direction of the young woman and his face is turned towards her, away from the second gentleman. His white-haired rival appears to have arrived more recently and still wears a glove on the right hand that lightly holds his cane. He is leaning towards the young woman, whose knees extend in his direction. In the elderly gentleman’s buttonhole is what looks like fragrant orange blossom (Choisya), a favourite flower for wedding bouquets. To his left, on the stone parapet surrounding the conservatory plants, is a green ceramic rabbit. Lot 35, detail
1879, the year in which this painting was exhibited at the Grosvenor Gallery – and was probably completed – was the Chinese year of the Earth Rabbit. According to Chinese tradition, people born under the sign of the Earth Rabbit are grounded in reality; their advice can be harsh but honest, and home life is as important to them as money or material goods. Those born under all Rabbit signs are friendly and outgoing, preferring the company of others and avoiding conflict, which can lead them to shy away from aggressive or competitive situations. By placing the rabbit next to the elderly gentleman, Tissot is describing that man’s personality and hinting, perhaps, at the heroine’s preferences. He was familiar with the Chinese zodiac and symbolic meanings, as Tissot was a great fan of Chinese and Japanese culture. There are ceramic and bronze oriental vessels from his collection dotted around the conservatory, and to the left of the young woman’s head can be glimpsed a sculpture depicting one of the leaders of the Chinese immortals, Zhongli Quan. This immortal is known for his pleasing disposition and is distinguished by his long beard and bare chest, and the feather fan that he holds, which has the magical ability of reviving the dead, and in some stories can transform stones into gold and silver.
Lot 35, particolare
Lot 35, detail
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A MASTERPIECE OF TISSOT IN ITALY - 28 th October 2014
Lot 35, detail
The showpiece, oriental-style teapot in the foreground, with curving
with seven other paintings and four etchings. Kathleen Newton was
lizard handle, was of recent British make, inspired by Chinese and
Tissot’s principal model in six out of the eight paintings. The exhibition
Japanese artefacts. Tissot owned many such modern Japoniste pieces
reviewer in The Times described Tissot’s subjects as being found ‘as
of furniture and ceramics, as well as the oriental items that had
usual, in the boudoir life of luxuriously appointed villas, where graceful
inspired them. Designed by James Callowhill for Royal Worcester, the
ladies, in irreproachable costume, keep a brace of rivals in play at
teapot has floral sprays and storks embossed in white against a dark
five o’clock tea, plying their crochet pins the while as demurely as if
blue ground. The same teapot has pride of place at the centre of the
men’s affections were women’s natural playthings. Such a scene is the
picnic spread in Holyday (figure 5, Tate Britain), which includes the
subject of one of Tissot’s cleverest pictures here, the scene of which is
same silver teakettle and sugar bowl that feature in The Rivals, as
laid in a conservatory with a background of tropical plants wonderfully
well as a similar teacup held by one of the young women by the pool.
painted. The others show us the same lady swinging in the shade in a
Reflections in the silverware, and from silver spoon to glazed teacup,
Brazilian hammock, in one case alone, under a Japanese sunshade of
as well as the way that the different materials of ceramics, polished
black and yellow (The Hammock, figure 7, Private collection); in the
silver, bone handles and bakery products are clearly distinguishable,
other with a grey-haired elderly gentleman to keep her company’ (A
demonstrate Tissot’s astounding painterly skills. No contemporary
Quiet Afternoon, Private collection). Some reviewers were unhappy
rivalled his ability to paint silverware, ceramics and glass. In The Rivals
to see repetition of the same model, while others made allusions to
Tissot further shows off his painterly flair through the reflections of
possible impropriety.
glasshouse roof, supporting structure and palm fronds on the window
Tom Taylor, writing in the Graphic, praised Tissot’s paintings as ‘dainty
panes of the glass dividing screen between conservatory and studio
and luxurious’. He thought the work ‘highly wrought in its detail, and
in the picture’s background. The dominance of plants, filling the top
elaborately smooth in its surface, and finished of execution.’ Tissot’s
two-thirds of the canvas, is a bold and unusual choice of composition,
Grosvenor Gallery exhibits, he said, ‘revel in irreproachable toilettes,
seen also in Chrysanthemums (figure 6, Sterling and Francine Clark
costly conservatories’ and ‘sumptuous five o’clock teas’.
Art Institute, Massachussetts). Chrysanthemums were hot-housed for
A reviewer in the Era singled out The Rivals for description: ‘There is
decoration in the home, and Tissot’s Grove End Road property included
a very dashing young lady taking tea in a conservatory with a couple
a number of greenhouses for cultivating different flowers, fruit and
of gentlemen, one an elderly, the other a youthful, admirer. Both are
vegetables successfully. Both Chrysanthemums and Holyday were
striving their utmost to please the fair one, who appears to bestow no
shown by Tissot at the opening exhibition of London’s new Grosvenor
particular attention upon either of them.’
Gallery in 1877. John Polson, the first owner of The Rivals, was probably attracted The Rivals was exhibited by Tissot at the Grosvenor Gallery in 1879,
to the picture because of Tissot’s depiction of so many exotic plants. A MASTERPIECE OF TISSOT IN ITALY - 28 th October 2014
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Fig. 5 – J. Tissot, Holyday
Polson ‘took a great interest in the growth of rare plants’, according to his grandson, Thomas Godfrey Polson Corbett, 2 nd Baron Rowallan, and often corresponded ‘with Kew Gardens over a Gravilea robusta and other tender shoots.’ He had greenhouses and extensive gardens at several properties in Scotland, where Polson was the director of famous cornflour manufacturers Brown and Polson, having discovered how to make an edible starch from maize in 1854. Pioneering a profit-sharing scheme for workers and building them homes and schools, Polson also supported many charities, and promoted literature, music and fine art in his hometown of Paisley. Following his death in 1900, his wife Mary continued John’s philanthropic work. His art collection was sold after her death in 1911. Polson owned a wide range of pictures, including Tissot’s An Afternoon Call, also known as Miss Lloyd or The Visit (Tate Britain), which was exhibited with Holyday and Chrysanthemums in 1877 at London’s Grosvenor Gallery. Kathleen Newton, the great love of Tissot, died of tuberculosis in November 1882, barely three years after The Rivals was painted. A heartbroken Tissot abandoned London and returned to live in Paris, selling his Grove End Road house to fellow artist Lawrence Alma-Tadema. The latter had extensive alterations made to the property, retaining some of Tissot’s fluted pillars but reducing the size of Tissot’s vast conservatory to make room for a larger studio.
Krystyna Matyjaszkiewicz June 2014
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Fig. 6 – J. Tissot, Chrysanthemums
Fig. 7 – J. Tissot, The Hammock
A MASTERPIECE OF TISSOT IN ITALY - 28 th October 2014
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The Rivals in Italy In 1911, after the death of Mrs. Mary Polson, the first Rivals owner’s
this auction, The Rivals by Tissot, belonged.
wife, the large art collection that her husband had assembled in years
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of research and acquaintances with contemporary artists was dispersed
“Art collectors are of two kinds: those who focus solely on one field of
in a public sale.
art, on a region, on a period, on a school, on a genre, on one author
From this moment onwards, the course The Rivals took remains uncertain:
only; and those, more curious and ambitious, who aim at organizing,
we don’t know through whose hands it passed before re-emerging in the
by means of good examples, the universal, at collecting works typical
catalogue of the Galleria Pesaro, where, in 1933, the collection of the
of every land and school and, locked up in their art gallery, delight in
refined Italian collector Paolo Ingegnoli was put up for sale. In this text
them as if they were a wonderful journey, comparing different authors
the painting by Tissot is illustrated with the Italian title Il tè nella serra
and searching in them for signs of distant times and places and styles,
(Tea in the Conservatory), since the nationalistic laws in force during that
and, free to choose and to change, can almost compete with public
period forbade the use of foreign names.
collections. Many museums and galleries, for example in American cities,
A gentleman, well informed on international tastes and the tendencies of
came into being thanks to these generous art lovers. Italian dictionaries
the time, Paolo Ingegnoli had presumably purchased The Rivals during
define the outcome of these two different passions with different words,
one of his journeys to France or England, maybe from dealers or from a
the first, more limited and partial, a raccolta, the second, more extensive,
private collector; what we know is that the painting arrived in Italy and
a collezione, which can include several raccolte. A good connoisseur
remained in his collection until 1933.
can move from the collezione to the raccolta, similar to passing from
After the sale at the Galleria Pesaro the picture entered another private
carefree youth to the loyalty of marriage. But it is rare to pass from a
Milanese collection.
raccolta to a collezione, that is from monotheism to polytheism. One
In order to contextualize the importance of the Ingegnoli collection
may start collecting paintings or sculptures or bronzes in one’s own
on the Italian scene, we will here quote part of the text by Ugo Ojetti,
home and for one’s own enjoyment, for the love of luxury, with hope of
dedicated to the memory of the collector, in the introduction to the
profit, for the desire of acquiring fame for oneself, for one’s family, for
catalogue of the Galleria Pesaro sale, where he underlines the size and
the city; but one carries on and persists only for the love of it.
preciousness of the collection to which the painting that we present in
To purchase paintings and art objects is make art criticism at one’s own
A MASTERPIECE OF TISSOT IN ITALY - 28 th October 2014
expense, which is the most reliable way of sharpening one’s wits and
its tradition, and that without his manly teaching Michetti and Mancini
taste. The most naïve amateur soon understands that an art collection
could have been lost in a superficial prowess: Ingegnoli’s art gallery had
mirrors his intelligence and character: he is therefore cautious, discards
four Palizzi, three Mancini and ten Michetti.
the worst and looks for the best with an ever-growing scrupulousness,
Hadn’t this Italian painting from the 19 th century emanated a light
first relying on other people’s advice, then judging by himself, going by
from beyond the Alps that was the evidence of its innate warmth? Two
his own costly experiences. He is animated by competition, by the spoils
examples were sufficient, De Nittis and Boldini. And here are three
of the hunt, by the satisfaction of being envied, praised, imitated.
canvases by Boldini, among which the most beautiful male portrait he
This is how Paolo Ingegnoli’s beautiful collection was born. It was
has ever painted; and four by De Nittis, which would bring fame to any
intended to do nothing less than represent Italian painting from the
art gallery.
entire 19
century, including, of course, also those artists that, having
Finally Paolo Ingegnoli had also set out, with his tireless desire for the
become famous at the end of that century, such as Mancini or Boldini,
best, to look for good paintings abroad, in France: by Monticelli, from
had continued working into the present one and, according to custom,
Marseilles, for the Venetian splendor in his broken, dazzling painting; by
remaining faithful to their own nature. Tastes changed, but this was
the Burgundian Ziem, whose paintbrush burned with the often sincere
an advantage to Ingegnoli, because it showed him which artists and
passion with which he persisted in igniting all his views of Venice; by
works had survived the transformation of taste, and which instead had
the compact and solid Lhermitte, for the earnestness with which he
disappeared for good under the new waves. He didn’t give up his great
had portraited the life of peasants and the working class, in a social
design, which was, on the contrary, even clearer in his mind, and his
painting, as it was called in the 19 th century, that also had its champions
collection became increasingly more refined and renowned. For example,
in Italy, from Michetti to Mentessi; by the Nantese Tissot, in his most
Giacomo Favretto’s affable and tasty style dominated year after year
characteristic picture of his high-society life in London painted not long
century, so he collected works
before he left for Palestine in order to illustrate The Life of Jesus Christ
by Favretto like no other gallery could be proud of. It became clearer
with the minute and gaudy realism with which, at that time, even the
every year that without Filippo Palizzi the history of Neapolitan painting
history of religions was described.” (in: Ugo Ojetti, La Galleria Ingegnoli,
would have been different, that is less sincere and more distant from
Milano 1933, pp. 7-9).
th
the whole Venetian painting of the 19
th
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J. Tissot, Going to business
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UN CAPOLAVORO DI TISSOT IN ITALIA - 28 ottobre 2014
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Exposition des oeuvres de M. J.-J. Tissot, organisée par l’Union Centrale des Arts Décoratifs, Paris 1883 [1981]
1885
1er série, quinze tableaux sur la femme à Paris; 2e série, tableaux à l’huile, pastels, aquarelles; 3e série, eaux-fortes originales; 4e série émaux cloisonnés; du 19 avril au 15 juin 1885, Parigi 1885 [1981]
1894
Catalogue des oeuvres de J. James Tissot, exposées au Palais du Champ de Mars, 1894 [1981]
1896
P. BETTÒLI, Artisti contemporanei: James Tissot, in “Emporium”, IV, 1896, pp. 403-411
1933
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1936
J. LAVER, Vulgar Society: The Romantic Career of James Tissot, London 1936
1955
ARTS COUNCIL OF GREAT BRITAIN, Paintings, drawings and etchings by James Tissot: 1836-1902, Sheffield 1955
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1964
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V. ENDICOTT, Gentleman in a coach, in “News bulletin and calendar”, XXXI, 1965, p. 1
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H. ZERNER, James Tissot: de l’Angleterre victorienne au Paris de Marcel Proust, in “L’oeil”, 1968, 160, pp. 22-29
H. ZERNER, D.S. BROOKE, M. WENTWORTH, James Jacques Joseph Tissot, 1836-1902. A retrospective exhibition, Providence 1968
1969 1969-1970
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D.S. BROOKE, An interesting story by James Tissot, in “Art Bulletin of Victoria”, 1969/70, pp. 22-29
1971
H. ZERNER, The return of “James” Tissot, in “Academic Art”, 1971, pp. 169-181
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UN CAPOLAVORO DI TISSOT IN ITALIA - 28 ottobre 2014
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M.J. WENTWORTH, Tissot and Japonisme, in Japonisme in art: an international symposium, Tokyo 1980, pp. 127-146
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W.E. MISFELDT, Energized punctuality – James Tissot’s “Gentleman in a railway carriage”, in “Worcester Art Museum journal”, III, 1979/81, pp. 8-27
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F. MULDER, J.J. Tissot: etchings, drypoints and mezzotints; Bury Street Gallery, London 30.11-12-12-1981, London 1981
1982
W.E. MISFELDT, The Albums of James Tissot, Bowling Green, Ohio, 1982
Y. MUFFS, J. James Tissot: biblical paintings, catalogo della mostra (The Jewish Museum, New York, 1982), New York 1982
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H. PRESTON, Tissot and “Renée Mauperin”, in “Apollo”, CXIX, 1984, pp. 442-444
G. REYNOLDS, James Tissot and his age, in “Apollo”, CXX, 1984, pp. 318-322
M.J. WENTWORTH, James Tissot, Oxford 1984
James Tissot Exhibition, cat. mostra (Barbican Art Gallery) a cura di K. Matyjaszkiewicz, London 1984
1985
James Tissot, 1836-1902, cat. mostra (Besançon, 1985) a cura di C. Loisel, Besançon 1985
F. DURET-ROBERT, James Tissot, in “Connaissance des arts”, 1985, 398, pp. 42-47
I. THOMSON, Tissot’s enigmatic signatures, in “Gazette des Beaux-arts”, CV, 1985, pp. 223-224
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42
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W.E. MISFELDT, James Tissot and Alphonse Daudet: friends and collaborators, in “Apollo”, CXXIII, 1986, pp. 110-115
1986
C. WOOD, Tissot: the life and work of Jacques Joseph Tissot, 1836-1902, Boston, 1986, p. 106
1988
W.E. MISFELDT, Lettres de James Tissot, in “Archives de l’art français”, XXIX, 1988, pp. 163-168
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C. REEVE, A portrait by James Tissot, in “The Burlington Magazine”, CXXXI, 1989, pp. 218-219
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N.R. MARSHALL, James Tissot: victorian life, modern love, New Haven 1999
Seductive surfaces: the art of Tissot, a cura di K. Lochnan, New Haven 1999
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P. STIRTON, New Haven, Québec and Buffalo: James Tissot, in “The Burlington magazine”, CXLII, 2000, pp. 130-131
R. THOMSON, Tissot, in “Apollo”, CLII, 2000, 463, pp. 45-46
2005
James Tissot et ses maîtres, cat. mostra (Nantes 2005) a cura di C. Sciama, Paris 2005
2006
De Nittis e Tissot: pittori della vita moderna, cat. mostra (Barletta, 2006) a cura di E. Angiuli, Milano 2006
2007
S. SCHIMPF, La vie de Notre Seigneur: James Tissots Bibelillustrationen zwischen mystischer Verklärung und historischer Aufklärung, in Kanonisierung, Regelverstoss und Pluralität in der Kunst des 19. Jahrhunderts, Frankfurt am Main 2007, pp. 120-135
2009
James Tissot, the Life of Christ: the complete set of 350 watercolors, cat. mostra (Brooklyn Museum, 2009-2010) a cura di J.F. Dolkart, London 2009
2010
P. TEN-DOESSCHATE CHU, James Tissot: “The Life of Christ”: Brooklyn Museum of Art, Brooklyn, New York, 23 October 2009 – 17 January 2010, in “Nineteenth century art worldwide, IX, 2010, p. 1
2011
X. REY, Paris, musée d’Orsay: “Le Cercle de la rue Royale” (1868) de James Tissot, in “La revue des musées de France, LXI, 2011, 5, pp. 21-22
2012
V. GREENAWAY, The edge of reason?: dockside and riverbank in J.A. McNeill Whistler’s “The Thames set” (1859-1861) and James Tissot’s painting of the Thames, 1871-1882, in Art and identity at the water’s edge, a cura di T. Cusack, Farnham 2012, pp. 177-192
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Lotto 35 con cornice - framed
Crediti fotografici Thierry Le Mage/RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari (Il ballo) Bridgeman Art Library/Archivi Alinari (Andando in città; Pater Noster, illustrazione per La vita di Cristo; J. Brydon, Progetto per l’interno dello studio di Tissot, Grove End Road; Autoritratto; Nella serra; Il mazzo di lillà; La sorella maggiore (Madre e figlia); Crisantemi; L’amaca) © 2014. Tate, London / Foto Scala, Firenze (Vacanza) © 2014. The Metropolitan Museum of Art/Art Resource/Scala, Firenze (E. Degas, Ritratto di James Tissot) Thierry Le Mage/RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari (The Ball) Bridgeman Art Library/Archivi Alinari (Going to business; The Lord’s Prayer, illustration for The Life of Christ; J. Brydon, Studio for James Tissot Esquire, Grove End Road; Self Portrait; In the Conservatory;The Bunch of Lilacs; The Elder Sister (Mother and Child); Chrysanthemums; The Hammock) © 2014. Tate, London / Foto Scala, Firenze (Holyday) © 2014. The Metropolitan Museum of Art/Art Resource/Scala, Firenze (E. Degas, Portrait of James Tissot) Nota: I crediti fotografici sono stati identificati dove è stato possibile. 44
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UN CAPOLAVORO DI TISSOT IN ITALIA - 28 ottobre 2014
CONDIZIONI GENERALI DI VENDITA
1. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. è incaricata a vendere gli oggetti affidati in nome e per
7. Durante l’asta il Banditore ha la facoltà di riunire o separare i lotti.
conto dei mandanti, come da atti registrati all’Ufficio I.V.A. di Firenze. Gli effetti della vendita influiscono direttamente sul Venditore e sul Compratore, senza assunzione di altra responsabilità da parte di Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. oltre a quelle derivanti dal mandato ricevuto.
2. L’acquirente corrisponderà un corrispettivo d’asta, per ciascun lotto, pari al 20% sul prezzo di aggiudicazione.
3. Le vendite si effettuano al maggior offerente e si intendono per
8. I lotti sono aggiudicati dal Direttore della vendita; in caso di contestazioni, il lotto disputato viene rimesso all’incanto nella seduta stessa sulla base dell’ultima offerta raccolta. L’offerta effettuata in sala prevale sempre sulle commissioni d’acquisto di cui al n.6.
9. Il pagamento totale del prezzo di aggiudicazione dei diritti d’asta potrà essere immediatamente preteso da Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l.; in ogni caso lo stesso dovrà essere effettuato entro e non oltre le ore 12.00 del giorno successivo alla vendita.
contanti. Non sono accettati trasferimenti a terzi dei lotti già aggiudicati. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. riterrà unicamente responsabile del pagamento l’aggiudicatario. Pertanto la partecipazione all’asta in nome e per conto di terzi dovrà essere preventivamente comunicata.
4. Le valutazioni in catalogo sono puramente indicative ed espresse in Euro. Le descrizioni riportate rappresentano un’opinione e sono puramente indicative e non implicano pertanto alcuna responsabilità da parte di Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. Eventuali contestazioni dovranno essere inoltrate in forma scritta entro 10 giorni e se ritenute valide comporteranno unicamente il rimborso della cifra pagata senza alcun’altra pretesa.
5. Per preservare lo stato di conservazione le bottiglie non verranno esposte, ma
10. I lotti acquistati e pagati devono essere immediatamente ritirati. In caso contrario spetteranno tutti i diritti di custodia a Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. che sarà esonerata da qualsiasi responsabilità in relazione alla custodia e all’eventuale deterioramento degli oggetti. Il costo settimanale di magazzinaggio ammonterà a euro 26,00.
11. Le seguenti forme di pagamento potranno facilitare l’immediato ritiro di quanto acquistato: a) contanti; b) assegno circolare soggetto a preventiva verifica con l’istituto di emissione; c) assegno bancario di conto corrente previo accordo con la direzione amministrativa della Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l.;
saranno conservate nella nostra cantina. Si invitano i futuri acquirenti a richiedere ai
d) bonifico bancario.
nostri esperti un report dettagliato sulle condizioni di ciascun lotto. Su appuntamento è
Codice IBAN - IT 25 D 01030 02827 000006496795
anche possibile vedere le bottiglie. Tutti gli oggetti vengono venduti “come visti”.
6. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. può accettare commissioni d’acquisto (offerte scritte
12. Il presente regolamento viene accettato automaticamente da quanti concorrono alla vendita all’asta. Per tutte le contestazioni è stabilita la competenza del Foro di Firenze.
e telefoniche) dei lotti in vendita su preciso mandato, per quanti non potranno essere presenti alla vendita. I lotti saranno sempre acquistati al prezzo più conveniente consentito da altre offerte sugli stessi lotti e dalle riserve registrate. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. non si ritiene responsabile, pur adoperandosi con massimo scrupolo, per eventuali errori in cui dovesse incorrere nell’esecuzione di offerte (scritte o telefoniche).
13.
I lotti contrassegnati con (*) sono stati affidati da soggetti I.V.A. e pertanto
assoggettati ad I.V.A. come segue: 22% sul corrispettivo netto d’asta e 22% sul prezzo di aggiudicazione.
Nel compilare l’apposito modulo, l’offerente è pregato di controllare accuratamente i numeri dei lotti, le descrizioni e le cifre indicate. Non saranno accettati mandati di acquisto con offerte illimitate. La richiesta di partecipazione telefonica sarà accettata solo se formulata per iscritto prima della vendita. Nel caso di due offerte scritte identiche per lo stesso lotto, prevarrà quella ricevuta per prima.
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L’ASTA Le aste sono aperte al pubblico e senza alcun obbligo di acquisto. I lotti sono solitamente venduti in ordine numerico progressivo come riportati in catalogo. II ritmo di vendita è indicativamente di 90 - 100 lotti l’ora ma può variare a seconda della natura degli oggetti.
Offerte scritte e telefoniche
Pagamenti
Nel caso non sia possibile presenziare all’asta.
Il pagamento dei lotti dovrà essere effettuato, in €,
Pandolfini CASA D’ASTE potrà concorrere per Vostro conto all’acquisto dei lotti.
entro il giorno successivo alla vendita, con una delle
Per accedere a questo servizio, del tutto gratuito, dovrete inoltrare l’apposito modulo che troverete in fondo al catalogo
seguenti forme:
o presso i ns. uffici con allegato la fotocopia di un documento d’identità. I lotti saranno eventualmente acquistati al minor prezzo reso possibile dalle altre offerte in sala.
- contanti
In caso di offerte dello stesso importo sullo stesso lotto, avrà precedenza quella ricevuta per prima. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. offre inoltre ai propri clienti la possibilità di essere contattati telefonicamente durante l’asta per
- assegno circolare non trasferibile
concorrere all’acquisto dei lotti proposti.
intestato a:
Sarà sufficiente inoltrare richiesta scritta che dovrà pervenire entro le ore 12:00 del giorno di vendita. Detto servizio sarà
Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l.
garantito nei limiti della disposizione delle linee al momento ed in ordine di ricevimento delle richieste. - bonifico bancario presso: Per quanto detto si consiglia di segnalare comunque un’offerta che ci consentirà di agire per Vostro conto esclusivamente nel
BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA
caso in cui fosse impossibile contattarvi.
Filiale 1874 Sede di Firenze: Via del Corso, 6
Rilanci Il prezzo di partenza è solitamente inferiore alla stima indicata in catalogo ed i rilanci sono indicativamente pari al 10% dell’ultima battuta. In ogni caso il Banditore potrà variare i rilanci nel corso dell’asta.
Codice IBAN: IT 25 D 01030 02827 000006496795 - assegno bancario previo accordo con la Direzione amministrativa.
Ritiro lotti I lotti pagati nei tempi e modi sopra riportati dovranno, salvo accordi contrari, essere immediatamente ritirati.
Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. agisce per
Su precise indicazioni scritte da parte dell’acquirente Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. potrà, a spese e rischio dello stesso,
conto dei venditori in virtù di un mandato
curare i servizi d’imballaggio e trasporto.
con rappresentanza e pertanto non si sostituisce ai terzi nei rapporti contabili.
Per altre informazioni si rimanda alle Condizioni Generali di Vendita.
I lotti venduti da Soggetti I.V.A. saranno fatturati da quest’ultimi agli acquirenti. La ns. fattura, pur riportando per quietanza gli importi relativi ad aggiudicazione ed I.V.A., è costituita unicamente dalla parte appositamente evidenziata.
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ACQUISTARE DA PANDOLFINI Le stime in catalogo sono espresse in Euro (€). Dette valutazioni, puramente indicative, si basano sui prezzo medio di mercato di opere comparabili, nonché sullo stato di conservazione e sulle qualità dell’oggetto stesso. I cataloghi Pandolfini includono riferimenti alle condizioni delle opere solo nelle descrizioni di opere multiple (quali stampe, libri, vini e monete). Si prega di contattare l’esperto del dipartimento per richiedere un condition report di un lotto particolare. I lotti venduti nelle nostre aste saranno raramente, per natura, in un perfetto stato di conservazione, ma potrebbero presentare, a causa della loro natura e della loro antichità, segni di usura, danni, altre imperfezioni, restauri o riparazioni. Qualsiasi riferimento alle condizioni dell’opera nella scheda di catalogo non equivale a una completa descrizione dello stato di conservazione. I condition report sono solitamente disponibili su richiesta e completano la scheda di catalogo. Nella descrizione dei lotti, il nostro personale valuta lo stato di conservazione in conformità alla stima dell’oggetto e alla natura dell’asta in cui è inserito. Qualsiasi affermazione sulla natura fisica del lotto e sulle sue condizioni nel catalogo, nel condition report o altrove è fatta con onestà e attenzione. Tuttavia il personale di Pandolfini non ha la formazione professionale del restauratore né e ne consegue che ciascuna affermazione non potrà essere esaustiva. Consigliamo sempre la visione diretta dell’opera e, nel caso di lotti di particolare valore, di avvalersi del parere di un restauratore o di un consulente di fiducia prima di effettuare un’offerta. Ogni asserzione relativa all’autore, attribuzione dell’opera, data, origine, provenienza e condizioni costituisce un’opinione e non un dato di fatto. Si precisano di seguito per le attribuzioni:
1. ANDREA DEL SARTO: a nostro parere opera dell’artista. 2. ATTRIBUITO AD ANDREA DEL SARTO: è nostra opinione
7. DA ANDREA DEL SARTO: copia di un dipinto conosciuto dell’artista.
che l’opera sia stata eseguita dall’artista, ma con un certo grado
8. IN STILE …: opera eseguita nello stile indicato ma di epoca
d’incertezza.
successiva.
3. BOTTEGA DI ANDREA DEL SARTO: opera eseguita da mano sconosciuta ma nell’ambito della bottega dell’artista, realizzata o meno sotto la direzione dello stesso.
4. CERCHIA DI ANDREA DEL SARTO: a ns. parere opera
9. I termini firmato e/o datato e/o i-scritto, significano che quanto riportato è di mano dell’artista.
10.
Il termine recante firma e/o data e/o iscrizione significa
che, a ns. parere, quanto sopra sembra aggiunto successivamen-
eseguita da soggetto non identificato, con connotati associabili al suddetto artista. E’ possibile che si tratti di un allievo.
5. STILE DI …; SEGUACE DI …; opera di un pittore che lavora seguendo lo stile dell’artista; può trattarsi di un allievo come di
te o da altra mano.
11.
Le dimensioni dei dipinti indicano prima l’altezza e poi la
base e sono espresse in cm le dimensioni delle opere su carta sono invece espresse in mm
6. MANIERA DI ANDREA DEL SARTO: opera eseguita nello stile
12. I dipinti s’intendono incorniciati se non altrimenti specificato. 13. I lotti contrassegnati da (•) sono in temporanea importa-
dell’artista ma in epoca successiva.
zione artistica in Italia.
altro artista contemporaneo o quasi.
CORRISPETTIVO D’ASTA E I.V.A. Corrispettivo d’asta
Imposta Valore Aggiunto
Lotti contrassegnati in catalogo
L’acquirente corrisponderà un corrispettivo d’asta calcolato
L’I.V.A. dovuta dall’acquirente è pari al: 22% sul corrispettivo
I lotti contrassegnati con (*) sono stati affidati da soggetti
sul prezzo di aggiudicazione di ogni lotto come segue:
netto d’asta. Pertanto il prezzo finale sarà costituito dalla
I.V.A. e pertanto assoggettati ad I.V.A. come segue:
20,49% sui primi € 100.000 e 18,03% sulla cifra eccedente
somma dell’aggiudicazione
€ 100.000.
e di una percentuale complessiva del 25 % sui primi €100.000
A tale corrispettivo dovrà essere aggiunta l’I.V.A. del 22% oltre
e del 22% sulla cifra eccedente.
a quella eventualmente dovuta sull’aggiudicazione (vedere di
22% sul corrispettivo netto d’asta e 22% sul prezzo di aggiudicazione.
seguito paragrafo
In questo caso sul prezzo di aggiudicazione verrà calcolata
Imposta Valore Aggiunto).
una percentuale del 47% sui primi € 100.000 e del 44% sulla cifra eccedente.
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VENDERE DA PANDOLFINI Valutazioni
Commissioni
Presso gli uffici di Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. è possibile, su appuntamento,
Sui lotti venduti Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. applicherà una commissione del 13%
ottenere una valutazione gratuita dei Vostri oggetti.
(oltre ad I.V.A.) mediante detrazione dal ricavato.
In alternativa, potrete inviare una fotografia corredata di tutte le informazioni utili alla valutazione, in base alla quale i ns. esperti potranno fornire un valore di stima indicativo.
Diritto di seguito Il decreto Legislativo n. 118 del 13 febbraio 2006 ha introdotto il diritto degli autori di opere e di manoscritti, ed ai loro eredi, ad un compenso sul prezzo di ogni vendita,
Mandato per la vendita
successiva alla prima, dell’opera originale, il c.d. “diritto di seguito”.
Qualora decidiate di affidare gli oggetti per la vendita, il personale Pandolfini Vi assisterà in tutte le procedure.
Detto compenso è dovuto nel caso il prezzo di vendita non sia inferiore ad € 3.000
Alla consegna degli oggetti Vi verrà rilasciato un documento (mandato a vendere)
ed è così determinato
contenente la lista degli oggetti, i prezzi di riserva, la commissione e gli eventuali
a) 4% per la parte del prezzo di vendita compresa
costi per assicurazione foto e trasporto, nonché la probabile data di vendita.
tra € 3.000 ed € 50.000;
Dovranno essere forniti un documento d’identità ed il codice fiscale per
b) 3% per la parte del prezzo di vendita compresa
l’annotazione sui registri di P.S. conservati presso gli uffici Pandolfini.
tra € 50.000,01 ed € 200.000;
Il mandato a vendere è con rappresentanza e pertanto Pandolfini CASA D’ASTE
c) 1% per la parte del prezzo di vendita compresa
S.r.l. non si sostituisce al mandante nei rapporti con i
tra € 200.000,01 ed € 350.000;
terzi. I soggètti obbligati all’emissione di fattura riceveranno, unitamente al
d) 0,5% per la parte del prezzo di vendita compresa
rendiconto, elenco dei nominativi degli acquirenti per procedere alla fatturazione.
tra € 350.000,01 ed € 500.000; e) 0,25% per la parte del prezzo di vendita superiore ad € 500.000.
Riserva Il prezzo di riserva è l’importo minimo (al lordo delle commissioni) al quale l’oggetto
Pandolfini Casa d’Aste è tenuta a versare il “diritto di seguito” per conto dei venditori
affidato può essere venduto.
alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE)
Detto importo è strettamente riservato e sarà tutelato dal Banditore in sede d’asta. Qualora detto prezzo non venga raggiunto, il lotto risulterà invenduto.
Liquidazione del ricavato Trascorsi circa 30 giorni dalla data dell’asta, e comunque una volta ultimate le operazioni d’incasso, provvederemo alla liquidazione, dietro emissione di una fattura contenente in dettaglio le commissioni e le altre spese addebitate.
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Impaginazione: Studio A&C Comunicazione - Firenze
Stampa: Tipografia MC Grafiche - Firenze
L’arte di assicurare l’arte Agenzia CATANI GAGLIANI
Fotografie:
Firenze
IndustrialFoto - Osmannoro (FI)
Tel. 055.2342717
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE CASE D’ASTE BLINDARTE CASA D’ASTE
FIDESARTE ITALIA S.R.L.
PANDOLFINI CASA D’ASTE
Via Caio Duilio 4d/10 - 80125 Napoli tel. 081 2395261 - fax 081 5935042 Internet: www.blindarte.com e-mail: info@blindarte.com
Via Padre Giuliani 7 (angolo via Einaudi) 30174 Mestre VE tel. 041 950354 - fax 041 950539 Internet: www.fidesarte.com e-mail: fidesarte@interfree.it
Borgo degli Albizi 26 - 50122 Firenze tel. 055 2340888-9 - fax 055 244343 Internet: www.pandolfini.com e-mail: pandolfini@pandolfini.it
INTERNATIONAL ART SALE S.R.L.
Foro Buonaparte 68 - 20121 Milano tel. 02 89459708 - fax 02 86913367 Internet: www.poleschicasadaste.com e-mail: info@poleschicasadaste.com
ARCHAION - BOLAFFI ASTE AMBASSADOR via Cavour 17/F - 10123 Torino tel. 011 5576300 - fax 011 5620456 Internet: www.bolaffi.it e-mail: aste@bolaffi.it
Foro Buonaparte 46 - 20121 Milano tel. 02 40042385 - fax 02 36551805 Internet: www.internationalartsale.it e-mail: info@internationalartsale.it
CAMBI CASA D’ASTE
MAISON BIBELOT CASA D’ASTE
Castello Mackenzie - Mura di S. Bartolomeo 16c - 16122 Genova tel. 010 8395029- fax 010 812613 Internet: www.cambiaste.com e-mail: info@cambiaste.com
Corso Italia 6 - 50123 Firenze tel. 055 295089 - fax 055 295139 Internet: www.maisonbibelot.com e-mail: segreteria@maisonbibelot.com
CAPITOLIUM ART
MEETING ART CASA D’ASTE
Via Carlo Cattaneo 55 - 25121 Brescia tel. 030 48400 - fax 030 2054269 Internet: www.capitoliumart.it e-mail: info@capitoliumart.it
Corso Adda 11 - 13100 Vercelli tel. 0161 2291 - fax 0161 229327-8 Internet: www.meetingart.it e-mail: info@meetingart.it
EURANTICO
GALLERIA PACE
Loc. Centignano snc - 01039 Vignanello VT tel. 0761 755675 - fax 0761 755676 Internet: www.eurantico.com e-mail: info@eurantico.com
Piazza San Marco 1 - 20121 Milano tel. 02 6590147 - fax 02 6592307 Internet: www.galleriapace.com e-mail: pace@galleriapace.com
FARSETTIARTE
GALLERIA PANANTI CASA D’ASTE
Viale della Repubblica (area Museo Pecci) - 59100 Prato tel. 0574 572400 - fax 0574 574132 Internet: www.farsettiarte.it e-mail: info@farsettiarte.it
Via Maggio 15 - 50125 Firenze tel. 055 2741011 - fax 055 2741034 Internet: www.pananti.com e-mail: info@pananti.com
POLESCHI CASA D’ASTE
PORRO & C. ART CONSULTING Piazza Sant’Ambrogio 10 - 20123 Milano tel. 02 72094708 - fax 02 862440 Internet: www.porroartconsulting.it e-mail: info@porroartconsulting.it
SANT’AGOSTINO Corso Tassoni 56 - 10144 Torino tel. 011 4377770 - fax 011 4377577 Internet: www.santagostinoaste.it e-mail: info@santagostinoaste.it
STADION CASA D’ASTE Riva Tommaso Gulli 10/a - 34123 Trieste tel. 040 311319 - fax 040 311122 Internet: www.stadionaste.com e-mail: info@stadionaste.com
VON MORENBERG CASA D’ASTE Via Malpaga 11 - 38100 Trento tel. 0461 263555 - fax 0461 263532 Internet: www.vonmorenberg.com e-mail: info@vonmorenberg.com
A.N.C.A. Associazione Nazionale delle Case d’Aste REGOLAMENTO Articolo 1
e, per i lotti più importanti, con riproduzioni fedeli.
Articolo 6
I soci si impegnano a garantire serietà, competenza e trasparenza sia
I soci si impegnano a pubblicare le proprie condizioni di vendita su
I soci si impegnano alla collaborazione con le istituzioni pubbliche per
a chi affida loro le opere d’arte, sia a chi le acquista.
tutti i cataloghi.
la conservazione del patrimonio culturale italiano e per la tutela da
Articolo 2
Articolo 5
Al momento dell’accettazione di opere d’arte da inserire in asta i soci
I soci si impegnano a comunicare ai possibili acquirenti tutte
Articolo 7
si impegnano a compiere tutte le ricerche e gli studi necessari, per
le informazioni necessarie per meglio giudicare e valutare
I soci si impegnano ad una concorrenza leale, nel pieno rispetto delle
una corretta comprensione e valutazione di queste opere.
il loro eventuale acquisto e si impegnano a fornire loro tutta
leggi e dell’etica professionale.
l’assistenza possibile dopo l’acquisto.
Ciascun socio, pur operando nel proprio interesse personale e
Articolo 3
I soci rilasciano, a richiesta dell’acquirente, un certificato su
secondo i propri metodi di lavoro si impegna a salvaguardare
I soci si impegnano a comunicare ai mandanti con la massima
fotografia dei lotti acquistati.
gli interessi generali della categoria e a difenderne l’onore e la
chiarezza le condizioni di vendita, in particolare l’importo complessivo
I soci si impegnano affinché i dati contenuti nella fattura
rispettabilità.
delle commissioni e tutte le spese a cui potrebbero andare incontro.
corrispondano esattamente a quanto indicato nel catalogo
furti e falsificazioni.
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di vendita, salvo correggere gli eventuali refusi o errori del
Articolo 8
Articolo 4
catalogo stesso.
La violazione di quanto stabilito dal presente regolamento
I soci si impegnano a curare con la massima precisione
I soci si impegnano a rendere pubblici i listini delle
comporterà per i soci l’applicazione delle sanzioni di cui all’art. 20
i cataloghi di vendita, corredando i lotti proposti con schede complete
aggiudicazioni.
dello Statuto ANCA
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The form must be sent by fax: +39 055 244343, or by email: info@pandolfini.it Our office will confirm all the offers received; in case you shouldn’t receive confirmation of reception within the following day, please reforward the form.
Città | City_______________________________________________________ C.A.P. | Zip Code _______________________________ Telefono Ab. | Phone ______________________________________________________________________________________________ Cell. | Mobile _______________________________________________________________________________________________________ Fax __________________________________________________________________________________________________________________ Cod. Fisc o Partita IVA | VAT _____________________________________________________________________________________ Banca | Bank _______________________________________________________________________________________________________ Il modulo dovrà essere accompagnato dalla copia di un documento di identità. The form must be accompanied by a copy of an identity card. Lotto | Lot
Descrizione | Description
Offerta scritta | Bid
Offers must be sent to Pandolfini Casa d’Aste within 12 hours before the beginning of the auction. Having seen the objects included in the auction and being unable to be present during the sale, with this form I entrust Pandolfini Casa d’Aste to buy the following lots on my behalf till the sum specified next to them, in addition to the buyer’s commission, is reached. I declare that I have read and agree to the sale conditions written in the catalogue.
Data | Date
Firma| Signature
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Viale Gramsci, 69 • Firenze • Tel. 055 20051 www.bancadelvecchio.it 54
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