DIPINTI ANTICHI FIRENZE 13 NOVEMBRE 2018
DIPINTI ANTICHI Firenze 13 NOVEMBRE 2018
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INFORMAZIONI E ABBONAMENTI CATALOGHI Silvia Franchini info@pandolfini.it
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DIPINTI ANTICHI
ESPERTI PER QUESTA VENDITA
ASTA
DIPINTI E SCULTURE ANTICHE
Firenze
CAPO DIPARTIMENTO Ludovica Trezzani ludovica.trezzani@pandolfini.it
Dipinti antichi 13 novembre 2018 ore 15.30 Lotti: 1-49
ESPOSIZIONE
ASSISTENTI Lorenzo Pandolfini Valentina Frascarolo dipintiantichi@pandolfini.it
Palazzo Ramirez Montalvo Borgo degli Albizi, 26 - Firenze Venerdì Sabato Domenica Lunedì
10 novembre 11 novembre 12 novembre 13 novembre
ore 10-13/14-19 ore 10-13/14-19 ore 10-13/14-19 ore 10-13/14-19
INFORMAZIONI E CONDITION REPORT I lotti presentati potranno essere visionati ed esaminati durante i giorni di esposizione indicati in catalogo. È
possibile
richiedere
maggiori
informazioni
sui
lotti
ai
dipartimenti competenti, pur rimanendo esclusiva responsabilità dell’acquirente accertarsi personalmente dello stato di conservazione degli oggetti. Per maggiori dettagli si vedano le condizioni generali di vendita pubblicate alla fine del presente catalogo. Si ricorda che per l’esportazione delle opere che hanno più di cinquanta anni la legge italiana prevede la richiesta di un attestato di libera circolazione. Il tempo di attesa per il rilascio di tale documentazione è di circa 40 giorni dalla presentazione dell’opera e dei relativi documenti alla Soprintendenza Belle Arti. Si ricorda che i reperti archeologici di provenienza italiana non possono essere esportati.
PANDOLFINI CASA D’ASTE Palazzo Ramirez Montalvo Borgo degli Albizi, 26 50122 Firenze Tel. +39 055 2340888-9 Fax +39 055 244343 info@pandolfini.it 7
LIVE
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DIPINTI ANTICHI FIRENZE
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DIPINTI ANTICHI FIRENZE
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DIPINTI ANTICHI Firenze 13 novembre 2018 ore 15.30
Lotti 1-49
1 Ventura Salimbeni (Siena, 1568 – 1613)
LE TRE GRAZIE CON AMORE DORMIENTE olio su tela, cm 27x35 firmato con monogramma “VS” in basso a destra sul sasso
THE THREE GRACES WITH SLEEPING CUPID oil on canvas, cm 27x35 monogrammed “VS” lower right on the stone
€ 8.000/12.000
Esemplato sul celebre gruppo scultoreo conservato nella Biblioteca Piccolomini a Siena e ripreso anche da Raffaello nel dipinto ora a Chantilly, Musée Condé, dalla collezione di Scipione Borghese, il motivo delle Grazie accompagnate da Amore in un paesaggio compare, appena variato, nel noto dipinto a Roma alla Galleria Borghese (inv. 527; olio su tela, cm 35x41,5; fig. 1) di cui la nostra inedita tela costituisce una replica variata, o forse una prima versione. Oltre che gli elementi paesistici, in entrambi i casi esemplati sui modelli di Paul Bril, le differenze riguardano i visi delle Grazie, la posizione della faretra di Eros addormentato, e soprattutto la figura di un secondo amorino Anteros (?) in alto a sinistra nella versione romana. Oltre a certificare la paternità del nostro dipinto, il monogramma apposto in basso a destra dall’artista senese consente di restituirgli definitivamente anche la versione nella Galleria Borghese alternatamente riferita a Francesco Vanni o a Rutilio Manetti, per limitarci alla sua storia critica moderna, nonostante il corretto riferimento a Ventura Salimbeni proposto nel 1959 da Giancarlo Scavizzi. La vicenda del dipinto, documentato con certezza nel palazzo Borghese a Campo Marzio solo nel 1693, è stata recentemente riscostruita da Marco Gallo, che ne ipotizza la provenienza dalla raccolta di monsignor Torquato Perotti, identificandolo con la “Pittura dove si veggono le Tre Gratie ch’è appresso monsign. Torquato Perotti. Opera di Ventura Salimbeni”, menzionata in un madrigale di Antonio Bruni pubblicato a Roma nel 1633 (M. Gallo, Per Monsignor Torquato Perotti accademico Humorista; un collezionista della cerchia di Maffeo e Francesco Barberini, in “Valori Tattili” 1, 2013, pp. 67-99). Una provenienza che in mancanza di notizie documentate potrebbe altrettanto bene valere per il nostro dipinto, comunque databile nei primi anni del secolo.
Fig. 1 Ventura Salimbeni, Le tre Grazie, Roma, Galleria Borghese Riproduzione fotografica, Fototeca Zeri, inv. 112715
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2λ Attribuito a Jan Mandijn (Haarlem 1502 – Anversa 1560)
SAN CRISTOFORO olio su tavola, cm 49x64
Attributed to Jan Mandijn (Haarlem 1502 – Anversa 1560)
SAINT CHRISTOPHER oli on panel, cm 49x64
€ 20.000/30.000 Appartenente con ogni evidenza alla scuola di Anversa del secondo quarto del Cinquecento, l’inedita tavoletta qui offerta si lega per soggetto e per stile a una serie di dipinti che, come il nostro, propongono il medesimo tema – peraltro comune all’ambiente anversese – caratterizzandolo con una serie di motivi secondari ispirati ai modelli di Hyeronimus Bosch. Tra questi, il più famoso è il San Cristoforo nelle raccolte dell’Ermitage di San Pietroburgo (inv. 4780; N. Nikulin, The Hermitage. Catalogue of Western European Panting. Netherlandish Painting. Fifteenth and Sixteenth centuries, 1989, p. 139), di simbologia più complessa anche in virtù delle importanti dimensioni, attribuito a Jan Mandijn per confronto con le Tentazioni di Sant’Antonio, sua unica opera firmata ad Haarlem, Frans Hals Museum. Punto di partenza per una ricostruzione, per quanto ipotetica, del catalogo dell’artista fiammingo sono appunto i motivi ispirati a Bosch, presenti in tutte le tavole a lui riferite. Tra queste, il San Cristoforo nel museo di La Rochelle presenta i maggiori elementi di confronto con il nostro dipinto.
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3 Bernardino Cesari (Arpino 1571-Roma 1622)
LOTTA TRA CENTAURI E LAPITI olio su rame, cm 32x43
THE BATTLE OF THE LAPHITS AND CENTAURS oli on copper, cm 32x43
€ 6.000/8.000
La composizione è nota in altre due versioni pubblicate da Herwarth Roettgen tra le opere di Bernardino Cesari nel capitolo dedicato agli allievi e seguaci del Cavalier d’Arpino (Il Cavalier Giuseppe Cesari d’Arpino. Un grande pittore nello splendore della fama e nell’incostanza della fortuna, Roma 2002, pp. 524-25, figg. 9-10). A queste se ne è aggiunta un’altra, in asta da Porro e C. nel maggio 2008, autenticata dallo stesso studioso. La provenienza inglese del nostro dipinto, documentata da un’etichetta al retro, e la sua presenza nella collezione attuale prima del 1994, data di una lettera di Mauro Lucco che lo attribuisce appunto a Bernardino, oltre al confronto con l’ immagine in catalogo, fa ritenere che il nostro dipinto sia proprio la terza versione censita da Roettgen come venduta a Londra da Sotheby’s nel 1992, ma non illustrata nella sua monografia. Tutte, a partire dall’esemplare principale a Vienna, Kunsthistorisches Museum, coincidono nella tecnica e nelle dimensioni, rendendo difficile un’identificazione assolutamente certa ma documentando la fortuna di questo soggetto, nato negli ultimi anni del Cinquecento come invenzione autonoma di Bernardino Cesari sul testo di Ovidio.
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4 Scuola senese, sec. XVI MADONNA COL BAMBINO E ANGELI olio su tavola, cm 73x50
Sienese school, 16th century MADONNA AND CHILD WITH ANGELS oil on panel, cm 73x50
€ 18.000/24.000
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5 Scuola toscana, sec. XVII RITRATTO DI UN CAVALIERE DI SANTO STEFANO olio su tela ottagonale, cm 77,5x57,5
Tuscan school, 17th century PORTRAIT OF A KNIGHT OF SANTO STEFANO oil on octagonal canvas, cm 77,5x57,5
€ 2.500/3.500
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6 Scuola napoletana, sec. XVII SCENE CON VENERE, SATIRO E CUPIDO coppia di dipinti a olio su tela, diam. 50 cm (2)
Neapolitan school, 17th century SCENES WITH VENUS, SATYR AND CUPID a pair of paintings, oil on canvas, diam. 50 cm (2)
€ 6.000/8.000 L’interpretazione del classicismo e del neo venetismo romano in chiave spiritosa e macchiettistica avvicina la coppia di dipinti offerta alla produzione di Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro (Napoli, 1609/1612 – 1675), esponente di punta, a metà Seicento, dI una pittura di destinazione profana, ricca di soggetti quali baccanali e scene mitologiche.
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7 Scuola lombarda, sec. XVIII ALLEGORIA DELLA CARITA’ olio su tela,cm 137x97
Lombard school, 18th century ALLEGORY OF THE CHARITY oil on canvas, 137x97
€ 8.000/12.000
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8 Scuola veneto-ferrarese, sec. XVI RATTO DI GANIMEDE olio su tela, cm 104X77
Venetian - Ferrarese school, 16th century THE RAPE OF GANYMEDE oil on canvas, cm 104x77
€ 15.000/20.000
Menzionato già da Omero nell’Iliade come il più bello fra i mortali, Ganimede ritorna protagonista nelle Metamorfosi di Ovidio che racconta come Giove, invaghitosi del giovane, si trasforma in aquila per rapirlo e portarlo sull’Olimpo per farne il coppiere degli dei. Il momento in cui il rapace ha sollevato da terra Ganimede, ormai rassegnato al volo, raffigurato sulla tela offerta, è stato reso celebre anche dal noto disegno realizzato da Michelangelo sul finire del 1532 per Tommaso de’ Cavalieri, oggi parte della collezione del Fogg Art Museum di Cambridge, subito eletto a modello di copie e opere a questo ispirate. L’impostazione del nostro dipinto, che vede una sorta di bipartizione tra la parte in alto in cui campeggiano i corpi dell’aquila e del ragazzo e quella in basso con il paesaggio da cui si stanno allontanando, riprende quella di alcune repliche dell’invenzione michelangiolesca, quali il bulino di Nicolas Beatrizet, o la tempera su pergamena del miniaturista Giulio Clovio (Firenze, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi). Del tutto originale e anche misterioso è invece l’intreccio tra i due protagonisti, o meglio il non intreccio, in quanto Ganimede sembra quasi abbandonato sul corpo della divinità in sembiante di aquila, in una posa che rimanda alla statuaria classica. Il contesto naturale che si apre in basso e sullo sfondo suggerisce di collocare l’opera nella tradizione veneta della prima metà del secolo.
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Donato Mascagni, poi frate Arsenio (Firenze, 1579 – Firenze, 10 marzo 1637)
GIOBBE SUL LETAMAIO olio su tela, cm 117x236
JOB ON THE DUNGHILL oil on canvas, cm 117x236
€ 40.000/60.000
Il soggetto, piuttosto raro nella storia dell’arte, raffigura un episodio dell’Antico Testamento tratto dal Libro di Giobbe. Giobbe, uomo integro e timorato di Dio, onorato di numerosa famiglia, greggi e beni, è messo alla prova e portato alla rovina. Dopo aver subito la perdita di tutte le proprietà e dei suoi stessi figli, accetta umilmente la propria sorte, senza imprecare contro il Signore. Satana lo tenta nuovamente, colpendolo con una malattia purulenta, una sorta di lebbra, dalla punta dei piedi alla cima del capo. La scena ritratta riguarda i versetti 2, 7-12. Giobbe, seduto sul letamaio (il testo biblico parla in verità di cenere), cerca di sopportare la propria condizione, mentre la moglie lo schernisce: “Rimani ancora fermo nella tua probità? Impreca a Dio e muori!”. Tre amici, raffigurati sulla sinistra, vengono frattanto a fargli visita, per compiangerlo e consolarlo. Tra questi e Giobbe seguiranno discorsi e dispute, sfoghi e domande rivolte al Creatore, fino all’intervento divino, a conclusione della prova, che reintegrerà Giobbe nella sua fortuna. Il disegno del Signore è imperscrutabile, e il dolore va accolto umilmente, al pari del bene, e con paziente sopportazione: questo il senso del testo sacro e il monito che il dipinto comunica. Giobbe incarnando un ideale di suprema pazienza, china il capo al volere divino e si conferma uomo pio e giusto. L’opera è da ricondursi su base stilistica alla mano del pittore fiorentino Donato Mascagni (c. 1570 - 1637). Formatosi presso la bottega di Jacopo Ligozzi, ove fu posto da fanciullo, collaborò alla decorazione della Tribuna degli Uffizi (1584) e agli incarichi per l’ingresso in Firenze della granduchessa Cristina di Lorena (1588-89), oltre che alla pittura dei quadroni in lavagna del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio raffiguranti l’Ambasceria di Bonifacio VIII e l’Incoronazione di Cosimo I granduca di Toscana. Al 1593 risale l’iscrizione all’iscrizione all’Accademia del Disegno, che contraddistingue l’avvio di una autonoma attività artistica. Il primo incarico di rilievo a lui affidato riguarda l’esecuzione dei dipinti per il monastero camaldolese di Volterra, commissionatigli tra il 1595 ed il 1599 dall’abate Crisostomo Ticci. Questi includono il ciclo di affreschi con storie di santi del refettorio, che ospitava anche la grande tela con le Nozze di Cana adesso ubicata nella sala del consiglio comunale; la Natività della Vergine del 1599, oggi presso la Pinacoteca di Volterra; e un Giobbe sul letamaio, datato 1595, ricordato da Filippo Baldinucci e dal Cinci come “un miracolo dell’arte”. Il dipinto, attualmente conservato presso il Palazzo dei Priori, fu eseguito per il quartiere dell’abate Ticci. La presente tela si dimostra significativamente vicina a questa importante opera, nella scelta compositiva e stilistica. I personaggi e la scena ritratti sono gli stessi, con la differenza che a Volterra la scena si allarga sulla destra a raffigurare la rovina di Giobbe, e qui due astanti. Analoga la fisionomia e l’incedere incalzante della moglie, che richiama i tipi del Ligozzi, mentre diversa è la posa del protagonista, che nel nostro dipinto stringe le braccia e i pugni nello sforzo di sostenere il dolore e di accettarlo, un gesto inconsueto che Mascagni rappresentò anche in un’altra sua opera, la celebre Storia del conte Ugolino. I caratteri dello stile sono tipici dell’artista, con il disegno un po’ geometrizzante delle vesti, la tavolozza squillante dei rossi e dei gialli, i toni del violetto. Rispetto al dipinto volterrano di analogo soggetto il nuovo quadro appare più maturo, per l’emergere di un gusto neomanierista, più sintetico e concentrato sulla rappresentazione dei protagonisti, rispetto ai modi più descrittivi dell’opera destinata all’abate Ticci. Il percorso dell’artista, del tutto originale e per certi versi “contrario ai tempi”, sarà proprio contraddistinto dalla evoluzione verso una pittura “anti-naturalistica” e protocinquecentesca, dal disegno schematizzante e dalle accese gamme cromatiche. Il dipinto è da ricondursi ad una committenza illustre, dichiarata dallo stemma effigiato al centro dell’opera. Evidente è la connotazione fortemente religiosa dell’opera, che non lascia dubbi circa l’impegno e la devozione di chi lo richiese. Profilo che contraddistinse lo stesso artista, che successivamente alle frequentazioni camaldolesi, a Volterra e a Firenze (qui affrescò nel 1600 alcune lunette presso il monastero di Santa Maria degli Angeli) maturò una vera e propria vocazione, al punto che nel 1605 pronunziò i voti presso la chiesa fiorentina della Santissima Annunziata, ritirandosi a vita eremitica come servita presso il convento di Monte Senario. Divenendo frate non abbandonò la professione, che riprese e mantenne, a gloria della sua stessa congregazione. Proprio alla Santissima Annunziata subentrò a Bernardino Poccetti attorno al 1612 nella dipintura del chiostro, e realizzò varie numerose altre opere, fino alla chiamata in Austria, dove riscosse uno straordinario successo, come pittore dei principi vescovi di Salisburgo. Qui decorò la residenza di Hellbrunn (1616-1619) e il Duomo cittadino, sviluppando una pittura in chiaro fortemente visionaria e di grande eleganza, di gusto tardo manierista. Rientrato definitivamente a Firenze attorno al 1630, vi morì nel 1637. Personalità singolare ed intrigante, per i percorsi di vita e per la duplice vocazione professionale e religiosa, Donato Mascagni è un artista di qualità, la cui indagine può ancora riservare interessanti scoperte. Lucilla Conigliello
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10 Scuola napoletana, sec. XVIII MADONNA CON BAMBINO olio su rame ovale, cm 23X17,5
Neapolitan school, 18th century VIRGIN AND CHILD oil on copper, cm 23x17,5
€ 2.500/3.500
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11 Guglielmo Courtois, il Borgognone (Saint-Hippolyte, 1628 – Roma, 1679)
ENEA E LA SIBILLA CUMANA SULLE RIVE DELLO STIGE olio su tela, cm 51,5x67
AENEAS AND THE CUMEAN SYBIL ON THE BANKS OF THE RIVER STYX oil on canvas, cm 51,5x67
€ 25.000/30.000
Provenienza Germania, collezione privata; Londra, Whitfield Fine Arts
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Attribuito oralmente a Guglielmo Courtois da Erich Schleier e poi da Simonetta Prosperi Valenti in una comunicazione scritta alla proprietà, questo inedito e raffinato dipinto propone un soggetto davvero inconsueto nella pittura seicentesca, il viaggio di Enea agli Inferi narrato da Virgilio nel sesto libro dell’Eneide (VI, v. 123 e ss.). La scena raffigura più esattamente il prologo a quel viaggio, il momento cioè in cui l’eroe troiano, guidato dalla Sibilla che gli ha rivelato il modo di accedere all’Oltretomba, attende sulle rive dello Stige la barca di Caronte che lo traghetterà, unico vivente, nel regno di Ade: lì Enea incontrerà le ombre dei defunti e, motivo primo del poema, avrà visione anticipata della propria discendenza fino alla dinastia giulio-claudia. Come disposto, egli reca in mano il ramo d’oro da offrire in dono a Proserpina, ed è questo uno degli elementi (l’altro è la figura di Cerbero sullo sfondo) che consente di identificare con sicurezza la scena raffigurata. Contrariamente a quanto descritto nel poema virgiliano, la scena è ambientata in un ameno paesaggio boscoso concluso sullo sfondo da archi rocciosi: una citazione, come indica Simonetta Prosperi, dell’affresco del I secolo rinvenuto a Roma nel 1627 in occasione dei lavori di sterro per la costruzione di palazzo Barberini, noto alla cerchia degli eruditi seicenteschi come “Ninfeo Barberini”. Distrutto non molto tempo dopo il suo ritrovamento, è documentato da incisioni eseguite nella dotta cerchia di Cassiano dal Pozzo, e da un disegno di Claude Lorrain, forse tratto da una di esse: insieme alla rarità del soggetto, quest’ultimo elemento suggerisce per il nostro dipinto una committenza colta e sofisticata, forse rintracciabile nella cerchia della famiglia Pamphilj, che appunto a Enea faceva risalire la propria ascendenza mitica, e per la quale l’artista borgognone fu attivo fin dai primi anni Cinquanta. Soggetti tratti dal poema virgiliano furono comunque raffigurati da Courtois con soluzioni compositive non troppo diverse dalla nostra se pure meno originali: ci riferiamo ai due dipinti già a Roma nella collezione di Fabrizio e Fiammetta Lemme (Venere dona le armi a Enea; Enea e Didone sorpresi dalla tempesta; cfr. S. Prosperi Valenti Rodinò, in Il Seicento e Settecento romano nella collezione Lemme. Catalogo della mostra, Roma 1998, pp. 130-31, nn. 45-46). Come i dipinti citati, anche il nostro certifica la capacità raggiunta da Guglielmo Cortese nella pittura di paesaggio, probabilmente in virtù della stretta frequentazione di Gaspar Dughet, con cui collaborò e comunque fu in contatto nei primi anni Cinquanta, ancora una volta per i Pamphilj.
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12 Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro (Napoli, 1609/1612 – 1675)
STRAGE DEGLI INNOCENTI olio su tela, cm 75x101
MASSACRE OF THE INNOCENTS oil on canvas, cm 75x101
€ 25.000/35.000
Provenienza Milano, Sotheby’s, 9 giugno 2009, n. 67; collezione privata
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Presentato con la corretta attribuzione a Micco Spadaro in occasione della vendita milanese da cui proviene, il dipinto qui offerto deve ritenersi opera giovanile dell’artista napoletano, autore molto probabilmente anche della cornice architettonica classicheggiante in cui si svolge la drammatica scena. Meno complessa delle architetture di Viviano Codazzi con cui Micco lavorò dalla fine del quarto decennio del secolo, la scena può confrontarsi a quella nella Cacciata dei mercanti dal tempio già in collezione privata a Madrid che Brigitte Daprà riferisce alla mano del solo Domenico Gargiulo (G. Sestieri – B. Daprà, Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro paesaggista e “cronista” napoletano, Milano – Roma 1994, p. 74, n. 10). Una datazione precoce nell’ambito del suo catalogo è suggerita anche dalle proporzioni robuste e compatte delle figure, simili a quelle del suo contemporaneo Carlo Coppola, sebbene molto più raffinate, e ancora lontane dal modulo allungato che a partire dagli anni Quaranta diventerà la sigla di Micco Spadaro. Eleganti e preziosi gli accordi cromatici, in linea con le scelte coeve di Bernardo Cavallino.
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13 Luca Giordano (Napoli, 1634 – 1705)
VENERE NELLA FUCINA DI VULCANO olio su tela, cm 119x175
VENUS AT THE FORGE OF VULCAN oil on canvas, cm 119x175
€ 20.000/30.000
Inedito e non replicato, il dipinto qui offerto propone un tema decisamente inconsueto nella ricchissima produzione di Luca Giordano. Trova infatti riscontro – e solo parzialmente – nel dipinto già presso Marco Voena esposto a Napoli in occasione della monografica dedicata all’artista nel 2001 (cfr. Luca Giordano 1634 – 1705. Catalogo della mostra, Napoli 2001, pp. 134-35, n. 29) e in quello, già noto, nella Galleria Nazionale di Dublino, dalla collezione Denis Mahon (O. Ferrari – G. Scavizzi, Luca Giordano, Napoli 1992, I, A 90; II, fig. 163) peraltro simile al nostro anche nelle dimensioni. Le tele citate differiscono tuttavia dalla nostra versione sotto il profilo strettamente iconografico: entrambe presentano infatti in primo piano gli amori di Venere e Marte cui fa da sfondo la fucina di Vulcano, mentre la nostra versione, in cui la dea richiede con gesto imperioso le armi per Enea, appare più aderente al testo virgiliano e costituisce, probabilmente, una più antica redazione del tema. Vicine alla nostra sotto il profilo stilistico e nel sapiente recupero di stilemi neo-veneti e rubensiani, le tele citate restano ancora di incerta datazione, sebbene comunque posteriori ai primi anni Sessanta. Interessante, a questo proposito, osservare come la nostra versione sia stata eseguita su una tela tramata a spina di pesce, generalmente in uso a Venezia, un dato che suggerirebbe di agganciare il nostro dipinto a uno dei soggiorni veneziani di Luca Giordano, e forse all’unico documentato nella primavera-estate del 1664.
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14 Domenico Riccio detto il Brusasorzi o Brusasorci (Verona, 1516 – 1567)
SAN SEBASTIANO olio su tela, cm 234x83
SAINT SEBASTIAN oil on canvas, cm 234x83
€ 50.000/70.000
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15 Bartolomeo Ligozzi (Firenze,1630-1695)
VASO CON FIORI olio su tela, cm 72X58
VASE WITH FLOWERS oil on canvas, cm 72x58
€ 7.000/10.000
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16 Scuola fiorentina, seconda metà sec. XVI RITRATTO DI UOMO CON LETTERA olio su tavola, cm 81x64,5
Florentine school, second half of 16th century PORTRAIT OF A MAN WITH A LETTER oil on panel, cm 81x64,5
€ 10.000/15.000
Ritratto a mezzo busto su fondo scuro, l’uomo con in mano una lettera, protagonista dell’importante tavola cinquecentesca qui presentata, è di una sobrietà esemplare: porta, sotto il mantello nero, un farsetto del medesimo colore, dal quale spunta il candido colletto della camicia. Questo unico vezzo del nostro effigiato, la cui identità è al momento ignota, richiama e riequilibra il medesimo nitore del foglio manoscritto dal quale sembra aver appena sollevato gli occhi per rivolgere lo sguardo verso lo spettatore. L’inedito dipinto trova una evidente collocazione nell’ambito della felice stagione che vide nascere e affermarsi a Firenze, verso la metà del Cinquecento, grazie al fondamentale apporto di Agnolo Bronzino, una nuova tipologia ritrattistica. Allievo di Bronzino e poi a lungo collaboratore di Alessandro Allori, è stato Giovanni Maria Butteri (Firenze, 1540 circa - 1606) alla cui produzione pittorica può essere accostato anche il nostro ritratto caratterizzato da analoghe forme immobili investite da una luce chiara che rivela la precisione dei contorni, di ascendenza bronzinesca. Rispetto però all’illustre maestro il Butteri presenta composizioni più semplici e ariose, seguendo l’esempio di Santi di Tito, indicato da Filippo Baldinucci come altro polo degli interessi dell’artista. La maggiore umanità e colloquialità dei personaggi effigiati da tale pittore fiorentino traspare anche dal Ritratto di uomo con lettera.
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Scuola fiorentina, sec. XVI RITRATTO FEMMINILE olio su tavola, cm 65x51
Florentine school, 16th century FEMALE PORTRAIT oil on panel, cm 65x51
€ 12.000/15.000
Colta con grande semplicità, la donna ritratta con un diafano velo che le incornicia il volto si volge verso lo spettatore, tenendo le mani morbidamente incrociate l’una sopra l’altra, all’altezza del ventre: quella sottostante trattiene un fazzoletto ripiegato, bianco e finemente ricamato in prossimità dei bordi con frange, quella sopra, con le dita leggermente piegate in modo da porre bene in evidenza i due anelli infilati all’anulare. Si tratta di dettagliate descrizioni di due pezzi di oreficeria molto diffusi tra le nobildonne fiorentine cinquecentesche, così come altrettanto tipico e altrettanto fedelmente riprodotto è il sobrio abito scuro il cui castigato scollo, movimentato dal fuoriuscire della camicia bianca, mostra il bagliore dorato della collana. L’attenzione anche nella resa dei tratti fisionomici del suo volto, leggermente pingue, e in generale della sua figura che emerge, grazie alla luce che la investe da sinistra, su un neutrale fondo scuro, inserisce questo inedito ritratto nell’ambito della tradizione ritrattistica fiorentina di metà Cinquecento.
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18 Alessandro Turchi, detto l’Orbetto (Verona, 1578 – Roma, 1649)
SANSONE E DALILA olio su tela, cm 132x158
SAMSON AND DELILAH oil on canvas, cm 132x158
€ 70.000/90.000
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Esposizioni Cinquant’anni di pittura veronese, a cura di Licisco Magagnato, Verona, Palazzo della Gran Guardia, 3 agosto – 4 novembre 1974, n. 100.
Sul telaio, etichetta della mostra “Cinquant’anni di pittura veronese”
Bibliografia R. Longhi, Presenze alla sala Regia, in “Paragone” 1959, 117, p. 38 e fig. 23; C. Donzelli – G.M. Pilo, I pittori del Seicento Veneto, Firenze 1967, p. 401; N. Barbanti Grimaldi, Il Guercino, Gian Francesco Barbieri 1591-1666, n. 109; D. Kelescian Scaglietti, Alessandro Turchi, detto l’Orbetto, in Cinquant’anni di pittura veronese, catalogo della mostra, Venezia 1974, p. 124, n. 100, fig. 121.
“Nella galleria Gherardini (…) ho trovato bellissime cose dell’Orbetto (…) Mi piace lodare il concetto di un quadro. Non si tratta che di due mezze figure: Sansone nel punto in cui si è addormentato in grembo a Dalila. Costei tende lievemente la mano sopra il capo di lui per afferrare le forbici che stan sul tavolo accanto alla lampada. L’esecuzione è di gran valore”. Così nel settembre 1786 Goethe annotava nel suo giornale a proposito della tappa veronese del viaggio in Italia che lo aveva condotto presso i discendenti di quel marchese Gherardini che, dopo la partenza per Roma dell’Orbetto, si era fatto promotore delle sue opere presso la committenza laica ed ecclesiastica della città. Sebbene lontano, Alessandro Turchi aveva ornato delle sue tele anche la galleria del suo protettore, tanto che nel 1719 Bartolomeo Dal Pozzo la descriveva come molto ricca in composizioni dell’Orbetto; tra queste, per l’appunto un “Sansone in braccio a Dalila”. Fu Roberto Longhi a citare il passo del Viaggio in Italia a proposito del nostro dipinto, da lui rintracciato in una collezione bolognese: una proposta suggestiva ma da accogliere con qualche riserva, considerata l’esistenza di altre versioni di questo soggetto e, viceversa, la mancanza di documentazione circa la provenienza originaria del dipinto qui offerto. Che si trattasse di un soggetto molto richiesto e che l’Orbetto lo avesse proposto in composizioni diverse anche per numero di figure e momento della “attione” lo si deduce innanzi tutto da citazioni inventariali tra Sei e Settecento: la più antica si riferisce alla collezione veronese di Giovanni Pietro Curtoni, dove nel 1656 sono censiti sei quadri del Turchi, tra cui per l’appunto un Sansone e Dalila le cui tracce si perdono a Venezia nel 1729, secondo quanto ricostruito da Tomaso Montanari e più recentemente da Davide Dossi. A Roma, il cardinal Flavio Chigi possedeva un quadro di uguale soggetto in tela d’imperatore, come recita l’inventario del 1692, e dunque più piccolo del nostro; anche il cardinale Pietro Millini aveva un “Sansone e Dalila con le forbici” insieme ad altri sei quadri dell’Orbetto, ma la descrizione inventariale rimanda a una scena con molte figure. In effetti, anche i cataloghi delle vendite tenute a Parigi e a Londra nella seconda metà del Settecento e nel primo Ottocento testimoniano del passaggio sul mercato europeo di due modelli diversi per questo soggetto, replicati anche su pietra di paragone oltre che su tela. Attualmente, conosciamo altre due versioni della composizione qui offerta: una copia antica nella galleria di Stoccarda e una replica di bottega venduta a Londra da Sotheby’s il 15 febbraio 1989 (n. 70). Più numerose e variate tra loro nel numero delle figure le redazioni in cui Dalila fa cenno ai Filistei di entrare nella stanza dove Sansone giace addormentato e ormai inoffensivo (cfr. Alessandro Turchi detto l’Orbetto. 1578-1649. Catalogo della mostra a cura di Daniela Scaglietti Kelescian, Milano 1989, n. 34, p. 140). Ancora mancanti all’appello sono invece le versioni su pietra, apparentemente corrispondenti a questa seconda composizione (The Getty Provenance Index). Splendido esempio di quel naturalismo temperato dall’esempio dei pittori bolognesi, cifra costante di Alessandro Turchi nel periodo della sua maturità a partire dal terzo decennio del secolo, il dipinto qui offerto si iscrive senza dubbio tra i capolavori dell’artista veronese nella riduzione dell’evento drammatico alle sole figure dei suoi protagonisti. Una formula molto adatta alle sue qualità espressive, già sperimentata dall’artista nel più antico Giuseppe e la moglie di Putifarre (Alessandro Turchi…. 1999, p. 32, fig. 36) e che troverà il suo esito più felice nel bellissimo Adone morente, forse l’opera più celebrata del Turchi. Ne è un documento prezioso anche lo splendido e ancora inedito Bacco e Arianna venduto in questa sede nel novembre 2017.
L’opera sarà inclusa nella monografia a cura di Daniela Scaglietti Kelescian in preparazione per Scripta Edizioni, Verona.
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19 Pietro Paolo Raggi (Genova, 1627/1628 – Bergamo, 1711)
REBECCA ED ELEAZARO olio su tela, cm 96x149
REBECCA AND ELIEZER oil on canvas, cm 96x149
€ 15.000/20.000
Provenienza Genova, collezione privata Bibliografia A. Orlando, Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato, Torino 2010, p. 167, fig. 59.
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L’iconografia della tela, le cui dimensioni farebbero pensare a un’opera realizzata per una committenza privata, raffigura fedelmente un episodio della Genesi in cui Eleazaro, servitore di Abramo, su incarico del suo padrone, incontra Rebecca presso un pozzo fuori dalle mura della città, al fine di ottenere dalla ragazza il consenso di sposare il figlio di Abramo, Isacco. Come già sottolineato da Anna Orlando il dipinto, di indubitabile autografia, esemplifica il rapporto diretto di Pietro Paolo Raggi con le opere di Gio. Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, rapporto anche descritto nella biografia dedicatagli da Carlo Giuseppe Ratti (C. G. Ratti, Delle vite de’ pittori, scultori ed architetti genovesi, Genova, vol. II, 1769, p. 124). La testimonianza del Ratti, collocando lo studio sulle tele del Grechetto dopo l’abbandono da parte del pittore della città di Savona per far rientro a Genova, permette di datare le prove di gusto castiglionesco di Raggi anteriormente al 1680, quando si allontana nuovamente dal capoluogo ligure (A. Orlando, Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato, Torino 2010, p. 167). Altre tele con viaggi biblici e baccanali sullo stile del Castiglione di collezione privata e assai vicine alla nostra sono state rese note da Mary Newcome in un articolo dedicato al pittore (M. Newcome, Pietro Paolo Raggi’s paintings inspired by Castiglione, in Melanges en hommage à Pierre Rosemberg, Parigi 2001, pp. 356-362), dimostrando la veridicità del resoconto dello storiografo e pittore genovese. Nel dipinto qui offerto è già ben chiaro il gusto naturalistico dei genovesi di primo Seicento adottato dal Raggi, che lo porterà successivamente ad avvicinarsi alla pittura tenebrosa di Langetti, e la sua predisposizione per composizioni teatrali popolate di numerose figure animate anche da forti contrappunti luminosi.
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20 Scuola Napoletana, sec. XVII IL PASSAGGIO DEL MAR ROSSO LA CONVERSIONE DI SAN PAOLO coppia di dipinti a olio su tela ovale, cm 61,5 x 83,5 (2)
Neapolitan school, 17th century THE CROSSING OF THE RED SEA THE CONVERSION OF SAUL a pair of paintings, oil on canvas, in oval (2)
€ 25.000/35.000
50
A mezza via tra il genere della storia biblica e della scena di battaglia, le due inedite tele qui presentate si iscrivono con ogni evidenza nella pittura napoletana del quarto decennio del secolo, non senza qualche riferimento, per quanto riguarda la Caduta di San Paolo, alla produzione coeva del romano Michelangelo Cerquozzi: di quest’ultimo si può infatti citare la tela di uguale soggetto e molto simile nella composizione a Roma nella Galleria Nazionale di Arte Antica (cfr. Laura Laureati, Michelangelo delle Battaglie, in “Paragone” 1993, 523-525, p. 57 e fig. 31). Numerosi elementi richiamano tuttavia in maniera più specifica l’opera giovanile di Salvator Rosa – a cui, non a caso, le nostre tele erano attribuite nella raccolta di provenienza – e in particolare alcune scene di battaglia dipinte nel 1637-38, appunto tra Roma e Napoli. Ci riferiamo in particolare alla notissima Battaglia siglata e datata del 1637, un tempo nella raccolta Mostyn Owen e poi in collezione privata francese, che a lungo ha costituito il punto di partenza per la ricostruzione del corpus giovanile dell’artista napoletano, e a un’altra scena di battaglia a Roma, Galleria Nazionale di Arte Antica. Da ricordare, anche le storie mosaiche dipinte da Aniello Falcone sul soffitto di una sala della villa di Gaspar Roomer a Barra, documentata dl 1642-43, in cui compare l’episodio del Passaggio del Mar Rosso.
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21 Scuola dell’Italia centrale, sec. XVIII CONVITO DI ERUDITI olio su tela, cm 96x77
Central Italian School, 18th century MEETING OF ERUDITES oil on canvas, cm 96x77
€ 5.000/7.000
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22 Nicolas Pimont (Amsterdam, 1644 – Vollenhove, 1709)
PAESAGGIO CON PESCATORI E PASTORI olio su tela, cm 81,5x99,5
LANDSCAPE WITH FISHERMEN AND SHEPHERDS oil on canvas, cm 81,5x99,5
€ 6.000/8.000
Provenienza Collezione Elisabeth Ring e William Gwinn Mather Fund, Cleveland, Ohio; Mercato antiquario, New York,2008; Collezione privata, Milano, fino al 2017. Referenze fotografiche L’Aja, R.K.D., n. 351178
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Opera tipica dell’artista neerlandese, e anzi tra i suoi capolavori, il dipinto può agevolmente confrontarsi con varie opere autografe conservate al Rijksmuseum di Amsterdam, oltre che con la tela firmata nel Musées des Beaux Arts di Bruxelles, dove le figure spettano a Jacob de Heusch, probabilmente incontrato a Roma dove Pimont è documentato dal 1686 al 1688. Verosimilmente analoga la datazione del nostro dipinto, in tutto simile a quello pubblicato da Luigi Salerno (Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, II, Roma 1979, p. 843, fig. 154.1).
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23 Luca Giordano (Napoli 1634-1705)
PRESENTAZIONE DELLA VERGINE AL TEMPIO olio su tela, cm 106,6x134,6
THE PRESENTATION OF THE VIRGIN oil on canvas, cm 106,6X134,6
€ 30.000/50.000
Provenienza Londra, Christie’s, 5 luglio 1985, n. 72; Londra, Christie’s, 26 ottobre 1990; Napoli, collezione privata. Bibliografia O. Ferrari – G. Scavizzi, Luca Giordano. Nuove ricerche e inediti, Napoli 2003, p. 82, AO 224; ill. p. 108; M. Hermoso Cuesta, Las Pinturas de Lucas Jordàn en las colecciones españolas. Ph. D. Diss., Ann Arbor (MI), 2007, III, pp. 1483-84, P 271.
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Databile negli anni del soggiorno di Luca Giordano alla corte di Madrid a partire dal 1692, il dipinto qui offerto è senza dubbio il bozzetto relativo a un’opera oggi non identificata o forse non realizzata, se non variata in corso d’esecuzione. Numerose sono del resto le tele dedicate dall’artista napoletano alla vita della Vergine, in particolare durante il periodo spagnolo. Tra queste, l’importante ciclo probabilmente eseguito nel 1696-97 per Mariana d’Austria e documentato a Vienna nella collezione dell’imperatore Carlo VI nel 1716, ora al Kunsthistorisches Museum. In quella serie di grandi dimensioni e di formato verticale, la scena della Presentazione al Tempio (a cui si riferisce un disegno al museo del Prado) è in controparte rispetto alla nostra e, come le altre, immaginata dal basso, con le figure in primo piano disposte lungo la scalinata secondo il modello della pittura veneziana. Più vicina alla nostra, sebbene in formato verticale, una tela di uguale soggetto in collezione privata a Roma (O. Ferrari – G. Scavizzi, Luca Giordano, Napoli 1992, I, A 585; II, p. 777, fig. 741) ripete in parte le nostre figure in una composizione più serrata.
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24 Bartolomeo Schedoni (Modena 1578-Parma 1615)
SACRA FAMIGLIA olio su tela, cm 112x90
THE HOLY FAMILY oil on canvas, cm 112x90
€ 70.000/90.000
Bibliografia N. Roio, Bartolomeo Schedoni e Leonello Spada: alcune opere sconosciute di due “caravaggisti” padani, in “Valori tattili” 1, 2013, pp. 52-53, fig. 5; riprodotto a colori in copertina.
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Riconosciuto a Bartolomeo Schedoni da Emilio Negro in una comunicazione privata alla proprietà, il dipinto è stato pubblicato da Nicoletta Roio insieme ad altre aggiunte al catalogo dell’artista modenese precedentemente redatto da entrambi gli studiosi (Bartolomeo Schedoni pittore e scultore 1578-1615, Modena 2002). Come indicato da Negro e Roio, la tela qui presentata è la replica autografa di una composizione nota in precedenza attraverso la versione nel museo del Louvre, di dimensioni leggermente inferiori e variata solo dalla presenza di un cartiglio a trompe l’oeil in alto a sinistra, assente nel dipinto qui offerto (cfr. N. Roio, 2013, p. 53, fig. 6).
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25 Artista toscano del sec. XVII I TRE GIOVANI EBREI GETTATI NELLA FORNACE ARDENTE olio su tela, cm 200x250
Tuscan artist, 17th century THREE YOUNG JEWS THROWN INTO THE BURNING FURNACE oil on canvas, cm 200x250
€ 15.000/20.000
Tema del dipinto è un passo tratto dal libro di Daniele (3, 1-50), relativo ai tre giovani (Anania, Azaria e Misaele) condannati alla pena del fuoco da Nabucodonosor per aver rifiutato il culto alle divinità assiro-babilonesi e miracolosamente salvati da un angelo dopo aver innalzato la loro professione di fede nel Dio di Israele. Presente nella pittura funeraria e nei sarcofagi paleocristiani, questo soggetto è invece estremamente raro nell’arte postrinascimentale. A Firenze lo dipinse Matteo Rosselli nella grande tela ora alla Galleria Palatina che si riferisce però al momento, immediatamente precedente, in cui i tre giovani sono condotti davanti al re per essere giudicati. Anche per questo motivo, probabilmente, nella raccolta di provenienza la tela qui offerta era attribuita al Rosselli: una proposta suggestiva ma difficilmente sostenibile e alla quale, in mancanza di nomi certi, preferiamo sostituire un riferimento più ampio al Seicento toscano.
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26 Pandolfo Reschi (Danzica, 1640- Firenze, 1696)
PAESAGGIO CON CORSO D’ACQUA O L’ESTATE PAESAGGIO CON BATTUTA DI CACCIA O L’AUTUNNO coppia di dipinti ad olio su tela, cm 119,4x171,1 e 120,5x170,5 (2)
LANDSCAPE WITH A WATERCOURSE OR THE ALLEGORY OF SUMMER LANDSCAPE WITH AN HUNTING TRIP OR THE ALLEGORY OF AUTUMN a pair of paitings, oil on canvas, cm 119,4x171,1 and 120,5x170,5 (2)
€ 28.000/35.000
Provenienza U.S.A., collezione privata; donati al Museum of Fine Arts di Boston; New York, Sotheby’s, 22 maggio 1992, n. 58.
Bibliografia Cy., Reschi (Resch) Pandolfo, in U. Thieme, F. Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Kunstler, Leipzig, 1907-1950, 37 voll., XXVIII, 1934, p. 181; A. R. Murphy, European Paintings in the Museum of Fine Arts Boston, Boston 1985, p. 241; Important Old Master Paintings, New York, Sotheby’s, 22 maggio 1992, n. 58; N. Barbolani di Montauto, Pandolfo Reschi, 1996, pp. 77-78, nn. 25-26, fig. 18.
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Nel primo elemento della serie, a sinistra, il paesaggio presenta un rigoglioso corso d’acqua che sgorga da una roccia frastagliata incombente su tutta la scena. È un luogo ameno di ristoro per coloro che sono convenuti a discorrere al refrigerio oltre le mura cittadine, come i quattro personaggi riuniti sul masso a ridosso della cascata più grande, o per chi assolve il quotidiano e faticoso lavoro di pascolare il gregge, come l’uomo al centro della scena che, affiancato da un cane, attende l’arrivo del bestiame. Pandolfo Reschi ha voluto conferire particolare rilievo alla presenza della grande rupe bilanciando i pieni e i vuoti della composizione tramite la raffigurazione dell’albero, alto, anche se non corposo e robusto, che incornicia la scena sulla destra. L’inventiva del pittore è evidente non solo nella rappresentazione paesaggistica ma anche in quella figurativa: ne sono esempio i quattro uomini in conversazione, ciascuno ritratto in una posa originale: uno disteso con le gambe divaricate poste in evidenza dai pantaloni arrotolati e i gomiti saldi al terreno, uno prono con le gambe incrociate e con la mano destra a reggere il volto, l’altro in piedi, appoggiato sulla gamba destra e l’ultimo seduto con le gambe scoperte e lo sguardo rivolto alla cascata d’acqua, alle spalle dei suoi amici.
Nell’elemento compagno, in una bella giornata d’autunno quattro gentiluomini, accompagnati da due servitori e da una coppia di cani, si recano fuori città per dedicare la propria giornata alla caccia. In primo piano Reschi dipinge il momento in cui la battuta è ormai terminata: i cani sono già stati richiamati all’ordine stretti al guinzaglio e i due cavalieri giungono a controllare il succulento bottino di cacciagione recuperato dai due inservienti, uno dei quali sta tornando dalla radura con una preda in mano seguito da altri due uomini che avanzano con calma, persi nei loro discorsi. A far da cornice alla scena si estende uno sterminato paesaggio, dove il verde delle foglie sta svanendo per lasciar spazio ai caldi e malinconici colori autunnali e un corso d’acqua appare appena accennato sulla sinistra. La tela, realizzata in pendant con quella che ritengo una probabile Allegoria dell’estate, recupera nel paesaggio e nelle figure allungate i modi di Salvator Rosa. La medesima tipologia di figure e la coppia di cani si ravvisa nel Ritorno dalla caccia di Reschi, un’opera conservata presso le Gallerie degli Uffizi di Firenze (inv. 1890, n. 5405). I due quadri compagni sembrerebbero raffigurare due diverse stagioni, uno l’estate, rigogliosa ed oziosa, l’altro l’autunno, che invece annuncia il ritiro in letargo della flora e della fauna e le fredde giornate invernali; un’ ipotesi, quest’ultima, che risulta avvalorata da alcuni particolari come la tipologia dell’abbigliamento o la ricerca del fresco in opposizione alla calura. Lo stesso grande masso sembra ergersi a portare refrigerio d’estate, mentre con l’avvicendarsi delle stagioni, quando il cambiamento climatico non obbliga più a rifugiarsi in luoghi di frescura, il suo dorso, da scosceso, diviene più agevole. Di origini polacche, Reschi beneficiò del mecenatismo del marchese Pier Antonio Gerini, il quale gli offrì la possibilità di trascorrere gli anni settanta del Seicento nel palazzo della nobile famiglia situato in via del Cocomero a Firenze per studiare le opere della collezione fiorentina, in particolare i dipinti di Salvator Rosa e di Jacques Courtois, detto il Borgognone. Del resto questa significativa roccia irregolare è un chiaro omaggio al pittore partenopeo che Reschi poté studiare, tra l’altro, anche durante gli anni al servizio del cardinale Francesco Maria de’Medici, nella cui villa di Lappeggi visse a lungo, partecipando alla decorazione dei suoi quartieri più significativi con dipinti di paesaggio, battaglie e animali, ma anche dedicandosi alla pittura di ‘oggetti minore’, come paraventi, orologi e specchi. Francesca Baldassari
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27 Giovanni Andrea De Ferrari (Genova, 1589 circa – 1669 circa)
REBECCA AL POZZO olio su tela, cm 188x238
REBECCA AT THE WELL oil on canvas, cm 188x238
€ 100.000/150.000
Provenienza Genova, collezione privata Bibliografia di riferimento G. V. Castelnovi, La pittura nella prima metà del Seicento: dall’Ansaldo a Orazio De Ferrari, in La pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova1971, ed. consultata Genova 1987, II, pp. 90-96; F. R. Pesenti, La pittura in Liguria. Artisti del primo Seicento, Genova 1986, pp. 307-369; A. Acordon in Genova nell’Età Barocca, catalogo della mostra di Genova a cura di E. Gavazza, G. Rotondi Terminiello, Bologna 1992, pp. 157-163.
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Inedita alla letteratura artistica e al mercato, questa grande tela rivela l’uso personalissimo della materia pittorica a cui giunge in età matura Giovanni Andrea De Ferrari, apostrofato da Roberto Longhi come “l’ignaro Velasco di Genova” per le assonanze, successivamente notate da molti, con la pittura spagnola di Velasquez e di Murillo (R. Longhi, Gentileschi padre e figlia, in “L’Arte” 1916, pp. 245-314). Giovanni Andrea aveva iniziato il suo apprendistato con Bernardo Castello per poi entrare nella bottega di Bernardo Strozzi, pittore a cui le sue prime prove note sono senza dubbio debitrici. Dopo una serie di pale d’altare e dipinti da stanza realizzati a partire dagli anni Trenta, datati e documentati, dove forte si avverte la vicinanza al collega genovese Domenico Fiasella, nella sua opera inizia a splendere soprattutto la lezione di Van Dyck, ravvisabile nella morbidezza e graduazione dei passaggi e delle penombre. Le sue figure emergono dalla sottile preparazione della tela attraverso diafane velature di colore su colore, che ne restituiscono la particolare delicatezza e una sorta di effetto vibrato dato dalla riflessione della luce sulle differenti stesure. Di grande suggestione risultano essere soprattutto gli incarnati dei volti, come è possibile notare anche nella tela qui offerta, caratterizzati anche da una particolare espressività, resa ancor più evocativa proprio grazie alla tessitura sottile della trama coloristica. Analogamente identificative dei modi dell’artista genovese sono le liquide pennellate che movimentano le vesti, quasi sempre dalle tonalità calde, quali il rosso spento dell’abito della nostra Rebecca o i bruni aranciati e i bianchi ribassati di quelli delle sue ancelle e di Eleazaro a cui sta offrendo da bere. Il soggetto, tratto dall’Antico Testamento, a cui si rifanno moltissime delle storie messe dal De Ferrari in pittura, incontrò grande fortuna in età controriformata, alla luce del significato di prefigurazione del Nuovo Testamento di cui vengono rivestiti alcuni importanti episodi veterotestamentari e, in ambito genovese, per il culto rivolto alla Vergine, proclamata ufficialmente protettrice di Genova nel 1637 e rivestita di insegne regali: Rebecca - e così Sara (moglie di Abramo) e Rachele - diventa infatti oggetto di venerazione in quanto, come Maria, prescelta dal Signore per portare in grembo importanti eredi. Le liquide e frante pennellate accostano questa importante versione della Rebecca al pozzo alle opere appartenenti all’ultima fase del pittore - quali il Giuseppe rifiuta i doni dei fratelli, di collezione privata genovese, ma ampiamente pubblicata nella letteratura di settore, o La famiglia di Giacobbe conservata presso la pinacoteca dell’ Accademia Ligustica di Genova - dove si assiste a un progressivo disfacimento della materia pittorica e a un costruire le forme grazie al raffinatissimo impasto di luce e colore oltre che alla predilezione per il formato orizzontale, maggiormente adatto alla contenuta teatralità delle sue scene sacre dove spesso è in grado di inserire brani di sapore velasqueziani.
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28 Seguace di Viviano Codazzi CAPRICCIO ARCHITETTONICO CON SCENA EVANGELICA olio su tela, cm 73X100
Follower of Viviano Codazzi ARCHITECTURAL CAPRICE WITH BIBLICAL SCENE oil on canvas, cm 73x100
€ 7.000/10.000
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29 Scuola fiorentina, sec. XVII SANTA APOLLONIA olio su tela, cm 96x74,5 Iscritto al retro della tela, non originale, “Gall.ie Fesch” e “Procaccini”
Florentine school, 17th century SAINT APOLLONIA oil on canvas, cm 96x74,5 Inscribed on the back of the canvas, relined, “Gall.ie Fesch” and “Procaccini”
€ 20.000/30.000 La Santa Apollonia, che si staglia con il suo volto eburneo e le sue vesti dai colori smaltati entro uno spazio indefinito sulla tela qui offerta, presenta richiami diretti ad alcune delle figure femminili del catalogo di Cesare Dandini (S. Bellesi, Cesare Dandini, Torino 1996). Nei raffinatissimi dipinti ascrivibili alla piena maturità del Dandini fluide pennellate arricchiscono di effetti perlacei e cangianti le stoffe e rendono gli incarnati dolcemente contrastati: tali caratteristiche congiuntamente all’affinità tipologica del volto della santa qui presentata permettono di avvicinare l’opera nell’immediato seguito del noto pittore fiorentino. Un dipinto molto simile ma di dimensioni leggermente inferiori è stato pubblicato da Francesca Baldassari con un’attribuzione a Vincenzo Dandini, allievo e fratello minore di Cesare (F. Baldassari, La Pittura del Seicento a Firenze. Indice degli artisti e delle loro opere, Milano 2009, p. 138, fig. 136).
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30 Jacopo Fabris (Venezia, 1689 – Charlottenborg, 1761)
VEDUTA IDEATA CON L’ARCO DI GIANO olio su tela, cm 73x99
VIEW WITH THE ARCH OF JANUS oil on canvas, cm 73,99
€ 15.000/20.000
Il dipinto qui offerto riunisce, quasi in un capriccio di rovine, monumenti diversi nell’area del Velabro alle pendici del Palatino. Elemento principale è l’arco quadrifronte detto di Giano, che la collegava al Foro Boario segnandone il limite; è raffigurato completo della copertura in laterizi demolita nell’Ottocento ma documentata da vedute incise o dipinte. A sinistra, il portico della chiesa di San Giorgio al Velabro, mentre resta invisibile l’arco degli Argentari, sullo stesso lato. Di invenzione è invece il lato destro della veduta, con la facciata di una chiesa che forse richiama la non lontana Santa Maria della Consolazione. La stessa zona è protagonista di una veduta dominata invece dall’arco degli Argentari, firmata per esteso da Jacopo Fabris e completata, come tutte le tele dell’artista veneziano, da “macchiette” nel gusto di Bernardo Canal e molto vicine alle nostre. Analoghe caratteristiche ritornano nella veduta del Foro Romano con il tempio di Antonino e Faustina, il tempio detto di Romolo e la torre delle Milizie, anch’essa firmata per esteso (cfr. R. Pallucchini, La pittura nel Veneto. Il Settecento, Milano 1996, II, fig. 456), probabilmente il suo capolavoro. Derivata da un’incisione di Aegidius Sadeler, altre volte ripresa da artisti nordici, la veduta citata è, come la nostra, esemplificativa dei metodi di lavoro di Jacopo Fabris, vedutista veneziano e autore di scenografie per corti nord-europee, che probabilmente non visitò mai Roma.
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31 Pietro Negri (Venezia 1628 – 1679)
GIUSEPPE SPIEGA I SOGNI IN PRIGIONE olio su tela, cm 148x117
JOSEPH EXPLAINS THE DREAMS oil on canvas, cm 148x117
€ 30.000/40.000
Immediatamente riconducibile alla maniera dei “tenebristi” veneziani che intorno alla metà del Seicento sperimentarono variamente temi e modelli di Giuseppe Ribera (a cui non a caso il nostro dipinto era riferito nella raccolta di provenienza) la tela qui offerta sembra più precisamente attribuibile a Pietro Negri, condiscepolo del “tenebrista” Antonio Zanchi nella bottega veneziana di Francesco Ruschi, e documentato con opere datate dal 1660 al 1679. È appunto un disegno iscritto con il suo nome e la data del 1660, incluso nel cosiddetto album di Camerino e ispirato al modello classico del Laocoonte, tradotto però con intenso e pittorico chiaroscuro, a offrire i più immediati confronti con la figura in primo piano nel nostro dipinto, e non solo sotto il profilo tipologico ma essenzialmente nello stile, intensamente pittorico, e nelle sigle personalissime con cui l’artista risolve i piani del viso, le sopracciglia e le labbra della figura. Lo stesso modello è stato da tempo riconosciuto all’origine della figura del protagonista nel dipinto nella Gemäldegalerie di Dresda raffigurante Nerone contempla il cadavere di Agrippina, e ancora in uno dei personaggi della tela già nella galleria Giamblanco a Torino, raffigurante Semiramide riceve la notizia dell’assedio di Babilonia (G. Fossaluzza, in “Verona Illustrata” 23, 2010, pp. 71-90, fig. 61 e tav. III) databile alla metà degli anni Sessanta.
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32 Scuola fiamminga, sec. XVII POMONA AND VERTUMNO olio su tela, cm 60x70
Flemish School, 17th century POMONA AND VERTUMNUS oil on canvas, cm 60x70
€ 6.000/8.000
Bibliografia di confronto M. Jaffe’, Rubens, Milano 1989, nn. 1331 e 1332, p. 364
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Il nostro dipinto si ispira all’originale di dimensioni ridotte (25x37) ed eseguito su tavola da Peter Paul Rubens, datato 1636 e conservato al Museo del Prado di Madrid. È conosciuta anche una versione di formato più grande (200x270) firmata da Jacob Jordaens, eseguita nel 1638 e conservata al Museo Nazionale di Arte Antica di Lisbona.
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33 Bartolomeo Biscaino (Genova 1632 – 1657)
TRIONFO DI DAVID olio su tela, cm 120x188
THE TRIUMPH OF DAVID oil on canvas, cm 120x188
€ 50.000/70.000
Provenienza Genova, Rubinacci Antichità; Genova, collezione privata Bibliografia M. Bonzi, Il Biscaino, Savona 1940, pp. 8 e 17, illustrato a p. 9; Rubinacci Antichità, Dipinti del XVII e XVIII secolo, catalogo della mostra, Genova s.d. (ma 1968), n. 7; C. Manzitti, Per Bartolomeo Biscaino, in “Paragone” 1971, 253, pp. 37-38, fig. 22; La pittura del ‘600 a Genova, a cura di P. Pagano e M. C. Galassi, Milano 1988, ill. tav. 85; F. Lamera, Miti allegorie e tematiche letterarie per la committenza privata, in E. Gavazza, F. Lamera, L, Magnani, La Pittura in Liguria. Il secondo Seicento, Genova 1990, p. 188 e fig. 231; F. Affronti, Biscaino e Castello. Due artisti a confronto, in “La Casana” s.d., p. 46; ill. a p. 45.
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Reso noto per la prima volta da Mario Bonzi nella sua pionieristica ricognizione dell’artista genovese, il dipinto qui offerto è stato in breve riconosciuto un vero e proprio caposaldo della prima attività di Bartolomeo Biscaino, intorno al 1650. Un’attività così breve, considerando la sua giovane età all’ingresso nella bottega di Valerio Castello intorno al 1649, e la morte precoce nella peste del 1657, da rendere pressoché superflue ipotesi di datazione più precise. Giustamente Bonzi richiamava i modelli di Pellegro Piola per le figure, plastiche nella loro arrotondata fisicità ma insieme stilizzate nella cifra della Maniera, che accompagnano la scena di trionfo, e riconosceva l’ascendente di Valerio Castello nei colori acidi e squillanti, anch’essi un retaggio del tardo Cinquecento tra Genova e Milano. Rispetto al maestro, Biscaino mostra stesure maggiormente studiate che restituiscono alla ritmata scansione delle figure una cadenza più pacata oltre che la più marcata consistenza plastica a cui si è appena accennato. I volti mostrano poi la tipica dolcezza che caratterizza sia il suo corpus pittorico che quello di disegni e incisioni.
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34 Bartolomeo Bimbi (Settignano,1648 – Firenze, 1729)
VASO DI FIORI olio su tela, cm 121,5x86,5
FLOWERS IN A VASE oil on canvas, cm 121,5x86,5
€ 20.000/30.000
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35 Scuola francese, sec. XVIII RITRATTO MASCHILE CON ARMATURA olio su tela, cm 81,5x64
French school, 18th century PORTRAIT OF A MAN IN ARMOR oil on canvas, cm 81,5x65
€ 5.000/7.000
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36 Andrea Locatelli (Roma, 1695 – 1741)
PAESAGGIO CON ARCHITETTURE E FIGURE olio su tela, cm174x128
LANDSCAPE WITH ARCHITECTURES AND FIGURES oil on canvas, cm 174x128
€ 10.000/15.000
Provenienza Roma, Finarte maggio 1973, asta 154, lotto 529, tav. CXIX; già Roma, galleria Gasparrini Bibliografia Andrea Busiri Vici, Andrea Locatelli e il paesaggio romano nel settecento, Roma 1897, cat. 21 e dettagli riprodotti fig. 48 p. 40, fig. 168, p. 138; G. Sestieri, Il capriccio architettonico in Italia nel XVII-XVIII secolo, Roma 2015, II, p. 289, n. 14, ill.
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37 Lorenzo de Caro (Napoli 1719-1777)
L’EDUCAZIONE DELLA VERGINE olio su rame, cm 40x30 firmato “LDCaro” in basso a destra
THE EDUCATION OF THE VIRGIN oil on copper, cm 40x30 signed “LDCaro” lower right
€ 5.000/7.000
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38 Giovanni Paolo Panini (Piacenza, 1691 – Roma, 1765)
CAPRICCIO DI ROVINE CON L’ARCO DI COSTANTINO olio su tela, cm 60,5x90
CAPRICE VIEW WITH RUINS AND THE ARCH OF CONSTANTINE oil on canvas, cm 60,5x90
€ 25.000/35.000
Provenienza Torino, Galleria Giorgio Caretto Bibliografia F. Arisi, Gian Paolo Panini e i fasti della Roma del 700, Roma 1986, p. 460, n. 462, ill.
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Il dipinto è catalogato da Ferdinando Arisi tra le opere tarde di Giovanni Paolo Panini, nel suo ultimo decennio di attività, ed è accostato specificamente ad altri “capricci” di rovine tra cui una coppia di tele firmate per esteso e datate del 1757. Anche le figurine che ne animano il primo piano ritornano, nei panneggi e nei gesti, in altre opere tarde dell’artista piacentino.
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39 Mario Nuzzi detto Mario dei Fiori (Roma 1603-1673)
VASO DI FIORI olio su tela, cm 73,5x59
FLOWERS IN A VASE oil on canvas, cm 73,5x59
â‚Ź 16.000/20.000
La disposizione del bouquet in un vaso istoriato con motivi classici richiama da vicino quella del dipinto nella raccolta Molinari Pradelli, da tempo riconosciuto tra le opere migliori e piĂš tipiche del pittore romano. Anche le specie floreali accostate con sapiente equilibrio cromatico si ritrovano nella maggior parte delle opere ricondotte al suo catalogo ormai accertato (per cui si veda G. e U. Bocchi, Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 16301750, Casalmaggiore 2005, pp. 66-142, in particolare figg. 57-60).
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40 Jacob van der Does (Amsterdam, 1623 - Sloten, 1673)
PASTORI E ANIMALI olio su tela cm 70 x 88,5
SHEPHERDS AND ANIMALS oil on canvas, cm 70x88,5
€ 6.000/8.000
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41 Attribuito a Hans Vredeman de Vries (Leeuwarden, 1527 – Amburgo, 1609)
PROSPETTIVA ARCHITETTONICA CON FIGURE olio su tela, cm 71,5x95,5
Attributed to Hans Vredeman de Vries (Leeuwarden, 1527 – Amburgo, 1609)
ARCHITECTURE PERSPECTIVE WITH FIGURES oil on canvas, cm 71x95,5
€ 8.000/12.000
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42 Lorenzo De Caro (Napoli 1719-1777)
LA SACRA FAMIGLIA olio su tela, cm 140X200 firmato L. de Caro in basso a destra
THE HOLY FAMILY oil on canvas, cm 140X200 signed “L. de Caro” lower right
€ 20.000/30.000
Inedito e apparentemente non replicato, il bel dipinto che qui presentiamo si collega alla produzione di destinazione pubblica di Lorenzo De Caro, documentata a partire dal 1740. Nelle figure di ampie proporzioni, fortemente caratterizzate nei tratti e definite da intenso chiaroscuro che modula la vivace gamma cromatica consueta all’artista, l’opera conferma la formazione di Lorenzo De Caro sui modi del tardo Solimena ma altresì quell’attenzione alle opere sacre e profane di Gaspare Traversi, quasi esattamente suo contemporaneo, individuata per la prima volta da Ferdinando Bologna in un illuminante saggio del 1962. Anche in questo senso, il nostro dipinto si distingue dalla più nota produzione di destinazione privata del De Caro, anch’essa di soggetto sacro ma prevalentemente dedicata alla raffigurazione di episodi biblici a piccole figure e in toni pastello. Anche per questo motivo il nostro dipinto costituisce un’interessante acquisizione al catalogo di un pittore che, sebbene ormai noto e sempre riconoscibile (anche perché solito firmare le sue tele per esteso) riserva ancora sorprese.
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43 Hendrik Frans van Lint (Anversa 1684 – Roma 1763)
VEDUTA DI BORGHETTO olio su tela, cm 23x35,5
VIEW OF BORGHETTO oil on canvas, cm 23x35,5
€ 8.000/12.000
Bibliografia A. Busiri Vici, Pieter, Hendrik e Giacomo Van Lint. Tre pittori di Anversa lavorano a Roma, Roma 1987, p. 111, n. 113 (riprodotto a colori).
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Il borgo e la rocca di San Leonardo, nei pressi di Civita Castellana sulla via Flaminia, fu senza dubbio uno dei soggetti preferiti di Hendrik van Lint che lo raffigurò anche nell’ambito di paesaggi di invenzione. Si riferisce a questo luogo, distrutto e abbandonato a seguito di un incendio alla fine del Settecento ma allora estremamente pittoresco, un disegno dal vero e da breve distanza conservato a Berlino, Staatliche Graphische Sammlung, dalla collezione Pacetti (inv. 6301). Ne sono note diverse versioni dipinte, alcune con la nostra stessa inquadratura, altre prese da un diverso punto di vista (A. Busiri Vici, cit., 1987, pp. 109-111, nn. 109-113). Solo una di esse è firmata, e una reca la data del 1727.
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44 Scuola genovese, sec. XVII ORFEO INCANTA GLI ANIMALI olio su tela, cm 135,5x105
Genoese school, 17th century ORPHEUS CHARMING THE ANIMALS oil on canvas, cm 135,5x105
€ 5.000/8.000
Il dipinto offerto si colloca senza ombra di dubbio nella fortunata congiuntura fiammingo – genovese che portò a un notevole successo presso la committenza aristocratica della Repubblica ligure temi più caratteristici della cultura figurativa oltremontana, quali animali, fiori e paesi, tradotti con la forza materica e di colore tipica degli artisti formatisi a Genova nella prima metà del Seicento. Orfeo che incanta gli animali è stato un soggetto assai frequentato con numerose varianti da Sinibaldo Scorza (Voltaggio, 1589 – Genova, 1631), artista senz’altro determinante per l’inizio dell’attività di Gio. Benedetto Castiglione, detto il Grechetto (Genova, 1609 – Mantova, 1664), indirizzandolo proprio verso composizioni che gli permettevano di esercitare la sua fantasia compositiva e l’abilità di mimesi coloristica in un continuo assemblaggio di elementi di repertorio collocati nella profondità dello scenario paesistico a partire dal primissimo piano. La ricchezza cromatica, nei contrasti fra i toni bruni, i blu e i rossi accesi e le caratteristiche rapide e sottili pennellate per meglio rendere le pellicce e i piumaggi degli animali delle celebri composizioni castiglionesche – gli esodi biblici, le transumanze, i baccanali – contraddistinguono anche la tela qui presentata suggerendo una datazione verso la metà del XVII secolo.
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45 Johannes Glauber (Utrecht, 1646 - Schooven, 1665)
PAESAGGIO ITALIANIZZANTE CON FIGURE IN ABITI CLASSICI olio su tela, cm 90x120
ITALIANISED LANDSCAPE WITH CLASSICAL FIGURES oil on canvas, cm 90x120
€ 6.000/8.000
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46 Johann Heinrich Schmidt (Ottweiler 1740 o 1757-Darmstadt 1821 o 1828)
SAFFO CHE SI GETTA DALLA RUPE DI LEUCADE olio su tela, cm 100x123,5 firmato e datato “H. Schmidt 1811” in basso a sinistra
SAPPHO JUMPING FROM THE LEUCADE CLIFF oil on canvas, cm 100x123,5 signed and dated “H. Schmidt 1811” lower left
€ 8.000/12.000
Sebbene la letteratura artistica riporti date diverse per quanto riguarda gli estremi biografici del pittore, tutti gli autori concordano nel ricordare la sua presenza a Roma, documentata nel 1787 e accertata dagli “Stati d’Anime” nei primi anni Novanta. Nel 1811 l’artista tedesco risulta presente a Napoli dove lavorerà fino al 1814 per la corte di Gioacchino Murat, di cui in quell’anno dipinge il ritratto, ricevendo commissioni anche per la reggia di Caserta; ne resta forse memoria in un dipinto ora a Parigi, Musée Marmottan, rievocante la conquista di Capri nel 1808. Ancora più copiosa la sua produzione per committenti privati, tra cui il principe di Fondi e Giovanni Andrea de Marinis. A questo secondo aspetto della sua attività appartiene il dipinto qui offerto. La data del 1811 e il soggetto inconsueto suggeriscono trattarsi della tela ispirata a un testo di Alessandro Verri pubblicato a Roma nel 1791 e dedicato appunto alla poetessa che, secondo quanto riporta il “Monitore delle Due Sicilie” dell’8 agosto 1811, il pittore aveva esposto al pubblico nel proprio studio, riscuotendo giudizi diversi e non sempre favorevoli. Lo stesso Schmidt intervenne infatti sulle pagine della stessa rivista (12 settembre 1811) per rispondere ai suoi detrattori, secondo quanto ricostruito da Ornella Scognamiglio (Le riviste napoletane nel decennio francese. In Percorsi di critica. Un archivio per le riviste d’arte in Italia dell’800 e 900. Atti del Colloquio, 2006. Milano, 2007, pp. 13-16). Considerato perduto da quanti si sono occupati dell’artista tedesco (vedi anche Ingrid Settel Bernardini, Johann Heinrich Schmidt, gennant Fornaro (1757-1828) in Rom und Neapel, in “Kunst in Hessen und am Mittelrhein” 2008, pp. 53-68, in particolare pp. 60-61) il dipinto riemerge oggi in maniera imprevista da una raccolta privata milanese.
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47 Cajetan Roos (Roma 1690- Vienna 1770)
PAESAGGI FLUVIALI CON PONTE, MULINO, EDIFICI MERLATI, PASTORI, ARMENTI, CAVALLI E CANI coppia di dipinti a olio su tela, cm 99x136,5
FLUVIAL LANDSCAPES WITH BRIDGE, MILL, CRINELLATED BUILDINGS, SHEPHERDS, HERDS, HORSES AND DOGS a pair of paintings, oil on canvas, cm 99x136,5
€ 5.000/7.000
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48 Scuola fiorentina, fine sec. XV NATIVITÀ tempera su tavola, cm 65x46, altezza totale cm 130
Florentine school, late 15th century THE NATIVITY tempera on panel, cm 65x46, total height cm 130
€ 50.000/70.000
La composizione qui presentata, racchiusa entro un tabernacolo ligneo, è un tipico esempio della pregiata produzione delle botteghe fiorentine quattro e cinquecentesche, come quelle di Botticelli, Jacopo del Sellaio, Domenico di Zanobi e Cosimo Rosselli. Tali scene sacre, destinate soprattutto alla devozione privata all’interno di cappelle di importanti dimore, sono contraddistinte, e così nel nostro caso, per lo schema prospettico diligentemente eseguito, uno spiccato gusto decorativo e una notevole attenzione per il dettaglio. La centina alla sommità della tavola racchiude la patetica iconografia del Vir dolorum tra due angeli in volo.
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49 Scuola veneziana, sec. XVIII REBECCA AL POZZO olio su tela, cm 113x146
Venetian school, 18th century REBECCA AT THE WEEL oil on canvas, cm 113x146
€ 8.000/12.000
Il colore di ascendenza squisitamente lagunare e la libertà di resa attraverso una pennellata dal tocco scattante inquadrano l’autore del dipinto offerto nell’ambito di quella generazione di artisti veneziani, ormai svincolati dall’accademia di un Palma o di un Peranda o dallo spinto naturalismo di Langetti, Loth e Zanchi, e in grado di approfittarne dell’esempio dei ripetuti soggiorni lagunari di Luca Giordano. Protagonista di questo aprirsi al rococò della tradizione lagunare è stato Sebastiano Ricci ai cui modi, dal tessuto cromatico imbevuto di luce e dalla pennellata a strappi, l’anonimo artista della nostra Rebecca al Pozzo si è senz’altro ispirato.
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INDICE DIPINTI ANTICHI
Artista toscano del sec. XVII
25
Scuola napoletana, sec. XVII
6
Bimbi Bartolomeo
34
Scuola napoletana, sec. XVIII
10
Biscaino Bartolomeo
33
Scuola olandese, sec. XVII
41
Cesari Bernardino
3
Scuola senese, sec. XVI
4
Codazzi Viviano (Seguace di)
28
Scuola toscana, sec. XVII
5
Courtois Guglielmo, il Borgognone
11
Scuola veneto-ferrarese, sec. XVI
8
De Caro Lorenzo
37, 42
Scuola veneziana, sec. XVIII
49
De Ferrari Giovanni Andrea
27
Schedoni Bartolomeo
24
Fabris Jacopo
30
Schmidt Johann Heinrich
46
Gargiulo Domenico, detto Micco Spadaro
12
Turchi Alessandro, detto l’Orbetto
18
Van Der Does Jacob
40
Van Lint Hendrik Frans
43
Giordano Luca
13, 23
Glauber Johannes
45
Langetti Giovanni Battista (Attribuito a)
31
Ligozzi Bartolomeo
15
Locatelli Andrea
36
Mandijn Jan (Attribuito a)
Mascagni Donato, poi frate Arsenio
2 9
Nuzzi Mario detto Mario dei Fiori
39
Panini Giovanni Paolo
38
Pimont Nicolas
22
Raggi Pietro Paolo
19
Reschi Pandolfo
26
Riccio Domenico detto il Brusasorzi o Brusasorci
14
Roos Cajetan
47
Salimbeni Ventura
1
Scuola fiamminga, sec. XVII
32
Scuola fiorentina, fine sec. XV
48
Scuola fiorentina, sec. XVI
17
Scuola fiorentina, seconda metà sec. XVI
16
Scuola fiorentina, sec. XVII
29
Scuola francese, sec. XVIII
35
Scuola genovese, sec. XVII
44
Scuola dell’Italia centrale, sec. XVIII
21
Scuola lombarda, sec. XVIII Scuola napoletana, prima metà sec. XVII
7 20
SEDI E DIPARTIMENTI FIRENZE
ARCHEOLOGIA CLASSICA E EGIZIA
MOBILI E OGGETTI D’ARTE, PORCELLANE E MAIOLICHE
CAPO DIPARTIMENTO Paolo Persano paolo.persano@pandolfini.it
CAPO DIPARTIMENTO Alberto Vianello alberto.vianello@pandolfini.it
ARGENTI ITALIANI ED ESTERI JUNIOR EXPERT Chiara Sabbadini Sodi argenti@pandolfini.it
OROLOGI DA TASCA E DA POLSO
ARTI DECORATIVE DEL SECOLO XX E DESIGN
ASSISTENTE Laura Cuccaro orologi@pandolfini.it
CAPO DIPARTIMENTO Alberto Vianello alberto.vianello@pandolfini.it
STAMPE E DISEGNI
ASSISTENTE Margherita Pini artidecorative@pandolfini.it
DIPINTI, DISEGNI E SCULTURE DEL SECOLO XIX CAPO DIPARTIMENTO Lucia Montigiani lucia.montigiani@pandolfini.it ASSISTENTE Raffaella Calamini dipinti800@pandolfini.it
DIPINTI E SCULTURE ANTICHE ESPERTO Jacopo Boni jacopo.boni@pandolfini.it
GIOIELLI
CAPO DIPARTIMENTO Cesare Bianchi cesare.bianchi@pandolfini.it JUNIOR EXPERT Chiara Sabbadini Sodi chiara.sabbadini@pandolfini.it ASSISTENTE Laura Cuccaro gioielli@pandolfini.it
108
ASSISTENTE Margherita Pini arredi@pandolfini.it
CAPO DIPARTIMENTO Cesare Bianchi orologi@pandolfini.it
ESPERTO Jacopo Boni jacopo.boni@pandolfini.it JUNIOR EXPERT Valentina Frascarolo valentina.frascarolo@pandolfini.it ASSISTENTE Lorenzo Pandolfini stampe@pandolfini.it
VINI PREGIATI E DA COLLEZIONE CAPO DIPARTIMENTO Francesco Tanzi francesco.tanzi@pandolfini.it ASSISTENTE Anna Paola Bassetti vini@pandolfini.it
MILANO ARGENTI ITALIANI ED ESTERI
LIBRI, MANOSCRITTI E AUTOGRAFI
CAPO DIPARTIMENTO Roberto Dabbene roberto.dabbene@pandolfini.it
CAPO DIPARTIMENTO Chiara Nicolini chiara.nicolini@pandolfini.it
ARTE DELL’ESTREMO ORIENTE
INTERNATIONAL FINE ART
CAPO DIPARTIMENTO Thomas Zecchini thomas.zecchini@pandolfini.it ASSISTENTE Anna Paola Bassetti arteorientale@pandolfini.it
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA RESPONSABILE ESECUTIVO Glauco Cavaciuti glauco.cavaciuti@pandolfini.it ASSISTENTE Diletta Francesca Mariasole Spinelli artecontemporanea@pandolfini.it
CAPO DIPARTIMENTO Tomaso Piva tomaso.piva@pandolfini.it ASSISTENTE Margherita Pini arredi@pandolfini.it
MONETE E MEDAGLIE CAPO DIPARTIMENTO Alessio Montagano alessio.montagano@pandolfini.it ASSISTENTI Giulia Ferrari Margherita Pini numismatica@pandolfini.it
PORCELLANE E MAIOLICHE AUTO CLASSICHE CAPO DIPARTIMENTO Marco Makaus marco.makaus@pandolfini.it
ESPERTO Giulia Anversa milano@pandolfini.it
ESPERTO Luca Gambarini luca.gambarini@pandolfini.it
OROLOGI DA TASCA E DA POLSO
ASSISTENTE Anna Paola Bassetti automobilia@pandolfini.it
CONSULENTE Fabrizio Zanini fabrizio.zanini@pandolfini.it
ROMA DIPINTI E SCULTURE ANTICHE CAPO DIPARTIMENTO Ludovica Trezzani ludovica.trezzani@pandolfini.it
GIOIELLI E OROLOGI DA TASCA E DA POLSO ESPERTO Andrea de Miglio andrea.demiglio@pandolfini.it
ASSISTENTI Valentina Frascarolo Lorenzo Pandolfini dipintiantichi@pandolfini.it 109
INDICE Sedi e referenti 5 Informazioni asta 7 Condition report 7 Pandolfini LIVE 9
DIPINTI ANTICHI LOTTI 1-49 11
Indice Dipinti Antichi 107 Sedi e dipartimenti 108-109 Condizioni generali di vendita 111 Conditions of sale 116 Come partecipare all’asta 112 Auctions 117 Corrispettivo d’asta e IVA 113 Buyer’s premium and V.A.T. 118 Acquistare da Pandolfini 114 Buying at Pandolfini 119 Diritto di seguito 114 Resale right 119 Vendere da Pandolfini 114 Selling through Pandolfini 119 Modulo offerte 120 Absentee and telephone bids 117 Modulo abbonamenti 120 Catalogue subscriptions 120 Dove siamo 121 We are here 121
Foto di copertina lotto 18 Seconda di copertina lotto 22 Pagina 2 lotto 33 Pagina 6 lotto 13 Pagina 8 lotto 24 Pagina 10 lotto 3 Terza di copertina lotto 27 110
CONDIZIONI GENERALI DI VENDITA
1. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. è incaricata a vendere gli oggetti affidati in nome e per conto dei mandanti, come da atti registrati all’Ufficio I.V.A. di Firenze. Gli effetti della vendita influiscono direttamente sul Venditore e sul Compratore, senza assunzione di altra responsabilità da parte di Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. oltre a quelle derivanti dal mandato ricevuto.
2. L’acquirente corrisponderà un corrispettivo complessivo di Iva per ciascun lotto, pari al 25% sui primi €100.000 e di 22% sulla cifra eccedente.
3. Le vendite si effettuano al maggior offerente. Non sono accettati trasferimenti a terzi dei lotti già aggiudicati. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. riterrà unicamente responsabile del pagamento l’aggiudicatario. Pertanto la partecipazione all’asta in nome e per conto di terzi dovrà essere preventivamente comunicata.
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da un’esposizione, durante la quale il
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7. Durante l’asta il Banditore ha la facoltà di riunire o separare i lotti. 8. I lotti sono aggiudicati dal Direttore della vendita; in caso di contestazioni, il lotto disputato viene rimesso all’incanto nella seduta stessa sulla base dell’ultima offerta raccolta. L’offerta effettuata in sala prevale sempre sulle commissioni d’acquisto di cui al n.6.
9.
Il pagamento totale del prezzo di aggiudicazione dei diritti d’asta potrà essere immediatamente preteso da Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l.; in ogni caso lo stesso dovrà essere effettuato entro e non oltre le ore 12.00 del giorno successivo alla vendita.
10. I lotti acquistati e pagati devono essere immediatamente
ritirati. In caso contrario spetteranno tutti i diritti di custodia a Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. che sarà esonerata da qualsiasi responsabilità in relazione alla custodia e all’eventuale deterioramento degli oggetti. Il costo settimanale di magazzinaggio ammonterà a euro 26,00.
11.
Gli acquirenti sono tenuti all’osservanza di tutte le disposizioni legislative e regolamenti in vigore relativamente agli oggetti sottoposti a notifica, con particolare riferimento alla Legge n. l 089 del l giugno 1939. L’esportazione di oggetti è regolata dalla suddetta normativa e dalle leggi doganali e tributarie in vigore. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. declina ogni responsabilità nei confronti degli acquirenti in ordine ad eventuali restrizioni all’esportazione dei lotti aggiudicati. L’aggiudicatario non potrà, in caso di esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato, pretendere da Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. o dal Venditore alcun rimborso od indennizzo.
12.
Il Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004 disciplina l’esportazione dei Beni Culturali al di fuori del territorio della Repubblica Italiana, mentre l’esportazione al di fuori della Comunità Europea è altresì assoggettata alla disciplina prevista dal Regolamento CEE n. 3911/92 del 9 dicembre 1992, come modificato dal Regolamento CEE n.2469/96 del 16 dicembre 1996 e dal Regolamento CEE n. 974/01 del 14 maggio 2001. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. non risponde del rilascio dei relativi permessi previsti né può garantirne il rilascio. La mancata concessione delle suddette autorizzazioni non possono giustificare l’annullamento dell’acquisto né il mancato pagamento. Si ricorda che i reperti archeologici di provenienza italiana non possono essere esportati.
13.
Le seguenti forme di pagamento potranno facilitare l’immediato ritiro di quanto acquistato: a) contanti fino a 2.999 euro; b) assegno circolare soggetto a preventiva verifica con l’istituto di emissione; c) assegno bancario di conto corrente previo accordo con la direzione amministrativa della Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l.; d) bonifico bancario intestato a Pandolfini Casa d’Aste MONTE DEI PASCHI DI SIENA Via Sassetti, 4 - FIRENZE IBAN IT 25 D 01030 02827 000006496795 - Swift BIC PASCITM1W40
14. Il presente regolamento viene accettato automaticamente da
quanti concorrono alla vendita all’asta. Per tutte le contestazioni è stabilita la competenza del Foro di Firenze.
15.
I lotti contrassegnati con (*) sono stati affidati da soggetti I.V.A. e pertanto assoggettati ad I.V.A. come segue: 22% sul corrispettivo netto d’asta e 22% sul prezzo di aggiudicazione.
16. I lotti contrassegnati con (λ) s’intendono corredati da attestato
di libera di circolazione o attestato di avvenuta spedizione o importazione.
17.
I lotti contrassegnati con
sono assoggettati al diritto di
seguito. 111 75
COME PARTECIPARE ALL’ASTA Le aste sono aperte al pubblico e senza alcun obbligo di acquisto. I lotti sono solitamente venduti in ordine numerico progressivo come riportati in catalogo. II ritmo di vendita è indicativamente di 90 - 100 lotti l’ora ma può variare a seconda della natura degli oggetti.
Offerte scritte e telefoniche
Pagamenti
Nel caso non sia possibile presenziare all’asta, Pandolfini CASA D’ASTE potrà concorrere per Vostro
Il pagamento dei lotti dovrà essere
conto all’acquisto dei lotti.
effettuato, in €, entro il giorno successivo
Per accedere a questo servizio, del tutto gratuito, dovrete inoltrare l’apposito modulo che troverete
alla vendita, con una delle seguenti forme:
in fondo al catalogo o presso i ns. uffici con allegato la fotocopia di un documento d’identità. I lotti saranno eventualmente acquistati al minor prezzo reso possibile dalle altre offerte in sala.
- contanti fino a 2.999 euro
In caso di offerte dello stesso importo sullo stesso lotto, avrà precedenza quella ricevuta per prima. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. offre inoltre ai propri clienti la possibilità di essere contattati
- assegno circolare non trasferibile o
telefonicamente durante l’asta per concorrere all’acquisto dei lotti proposti.
assegno bancario previo accordo
Sarà sufficiente inoltrare richiesta scritta che dovrà pervenire 12 ore prima della vendita. Detto
con la Direzione amministrativa.
servizio sarà garantito nei limiti della disposizione delle linee al momento ed in ordine di ricevimento
intestato a:
delle richieste.
Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l.
Per quanto detto si consiglia di segnalare comunque un’offerta che ci consentirà di agire per Vostro
- bonifico bancario presso:
conto esclusivamente nel caso in cui fosse impossibile contattarvi.
BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA Via Sassetti, 4 - FIRENZE IBAN IT 25 D 01030 02827 000006496795
Rilanci
intestato a Pandolfini Casa d’Aste Swift BIC PASCITM1W40
Il prezzo di partenza è solitamente inferiore alla stima indicata in catalogo ed i rilanci sono
indicativamente pari al 10% dell’ultima battuta. In ogni caso il Banditore potrà variare i rilanci nel corso dell’asta.
Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. agisce
Ritiro lotti
per conto dei venditori in virtù di un mandato con rappresentanza e
I lotti pagati nei tempi e modi sopra riportati dovranno, salvo accordi contrari, essere
pertanto non si sostituisce ai terzi
immediatamente ritirati.
nei rapporti contabili.
Su precise indicazioni scritte da parte dell’acquirente Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. potrà, a spese e
I lotti venduti da Soggetti I.V.A.
rischio dello stesso, curare i servizi d’imballaggio e trasporto.
saranno fatturati da quest’ultimi agli acquirenti.
Per altre informazioni si rimanda alle Condizioni Generali di Vendita.
La ns. fattura, pur riportando per quietanza gli importi relativi ad aggiudicazione ed I.V.A., è costituita unicamente dalla parte appositamente evidenziata.
112
ACQUISTARE DA PANDOLFINI Le stime in catalogo sono espresse in Euro (€). Dette valutazioni, puramente indicative, si basano sui prezzo medio di mercato di opere comparabili, nonché sullo stato di conservazione e sulle qualità dell’oggetto stesso. I cataloghi Pandolfini includono riferimenti alle condizioni delle opere solo nelle descrizioni di opere multiple (quali stampe, libri, vini e monete). Si prega di contattare l’esperto del dipartimento per richiedere un condition report di un lotto particolare. I lotti venduti nelle nostre aste saranno raramente, per natura, in un perfetto stato di conservazione, ma potrebbero presentare, a causa della loro natura e della loro antichità, segni di usura, danni, altre imperfezioni, restauri o riparazioni. Qualsiasi riferimento alle condizioni dell’opera nella scheda di catalogo non equivale a una completa descrizione dello stato di conservazione. I condition report sono solitamente disponibili su richiesta e completano la scheda di catalogo. Nella descrizione dei lotti, il nostro personale valuta lo stato di conservazione in conformità alla stima dell’oggetto e alla natura dell’asta in cui è inserito. Qualsiasi affermazione sulla natura fisica del lotto e sulle sue condizioni nel catalogo, nel condition report o altrove è fatta con onestà e attenzione. Tuttavia il personale di Pandolfini non ha la formazione professionale del restauratore e ne consegue che ciascuna affermazione non potrà essere esaustiva. Consigliamo sempre la visione diretta dell’opera e, nel caso di lotti di particolare valore, di avvalersi del parere di un restauratore o di un consulente di fiducia prima di effettuare un’offerta. Ogni asserzione relativa all’autore, attribuzione dell’opera, data, origine, provenienza e condizioni costituisce un’opinione e non un dato di fatto. Si precisano di seguito per le attribuzioni:
1. ANDREA DEL SARTO: a nostro parere opera dell’artista. 2. ATTRIBUITO AD ANDREA DEL SARTO: è nostra opinione che l’opera sia stata eseguita dall’artista, ma con un certo grado d’incertezza.
3. BOTTEGA DI ANDREA DEL SARTO: opera eseguita da mano sconosciuta ma nell’ambito della bottega dell’artista, realizzata o meno sotto la direzione dello stesso.
4. CERCHIA DI ANDREA DEL SARTO: a ns. parere opera eseguita da soggetto non identificato, con connotati associabili al suddetto artista. E’ possibile che si tratti di un allievo.
5. STILE DI …; SEGUACE DI …; opera di un pittore che lavora seguendo lo stile dell’artista; può trattarsi di un allievo come di altro artista contemporaneo o quasi.
8.
IN STILE …: opera eseguita nello stile indicato ma di epoca successiva.
9.
I termini firmato e/o datato e/o siglato, significano che quanto riportato è di mano dell’artista.
10.
Il termine recante firma e/o data significa che, a ns. parere, quanto sopra sembra aggiunto successivamente o da altra mano.
11. Le dimensioni dei dipinti indicano prima l’altezza e poi la base e
sono espresse in cm. Le dimensioni delle opere su carta sono invece espresse in mm.
12.
I lotti contrassegnati con (λ) s’intendono corredati da attestato di libera di circolazione o attestato di temporanea importazione artistica in Italia.
13.
dell’artista ma in epoca successiva.
Il peso degli oggetti in argento è calcolato al netto delle parti in metallo, vetro e cristallo. Per gli argenti con basi appesantite il peso non è riportato.
7.
14.
6. MANIERA DI ANDREA DEL SARTO: opera eseguita nello stile
DA ANDREA DEL SARTO: copia di un dipinto conosciuto dell’artista.
I lotti contrassegnati con seguito.
sono assoggettati al diritto di
CORRISPETTIVO D’ASTA E I.V.A. Corrispettivo d’asta
Imposta Valore Aggiunto
Lotti contrassegnati in catalogo
L’acquirente corrisponderà un corrispettivo d’asta
L’I.V.A. dovuta dall’acquirente è pari al: 22% sul
I lotti contrassegnati con (*) sono stati affidati
calcolato sul prezzo di aggiudicazione di ogni lotto
corrispettivo netto d’asta. Pertanto il prezzo finale
da soggetti I.V.A. e pertanto assoggettati ad I.V.A.
come segue:
sarà costituito dalla somma dell’aggiudicazione
come segue:
20,49% sui primi € 100.000 e 18,03% sulla cifra
e di una percentuale complessiva del 25 % sui
eccedente € 100.000.
primi €100.000 e del 22% sulla cifra eccedente.
22% sul corrispettivo netto d’asta e
A tale corrispettivo dovrà essere aggiunta l’I.V.A. del 22% oltre a quella eventualmente dovuta sull’aggiudicazione (vedere di seguito paragrafo Imposta Valore Aggiunto).
22% sul prezzo di aggiudicazione. In questo caso sul prezzo di aggiudicazione verrà calcolata una percentuale del 47% sui primi € 100.000 e del 44% sulla cifra eccedente.
113 77
ACQUISTARE DA PANDOLFINI
VENDERE DA PANDOLFINI
Diritto di seguito
Valutazioni
Il decreto Legislativo n. 118 del 13 febbraio 2006 ha introdotto il diritto
Presso gli uffici di Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. è possibile, su
degli autori di opere e di manoscritti, e dei loro eredi, ad un compenso
appuntamento, ottenere una valutazione gratuita dei Vostri oggetti.
sul prezzo di ogni vendita, successiva alla prima, dell’opera originale, il
In alternativa, potrete inviare una fotografia corredata di tutte le
c.d. “diritto di seguito”.
informazioni utili alla valutazione, in base alla quale i ns. esperti potranno fornire un valore di stima indicativo.
Detto compenso è dovuto nel caso il prezzo di vendita non sia inferiore ad € 3.000 ed è così determinato a) 4% fino a € 50.000; b) 3% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 50.000,01 ed € 200.000; c) 1% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 200.000,01 ed € 350.000; d) 0,5% per la parte del prezzo di vendita compresa tra € 350.000,01 ed € 500.000; e) 0,25% per la parte del prezzo di vendita superiore ad € 500.000.
Pandolfini Casa d’Aste è tenuta a versare il “diritto di seguito” per conto dei venditori alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE).
Mandato per la vendita Qualora decidiate di affidare gli oggetti per la vendita, il personale Pandolfini Vi assisterà in tutte le procedure. Alla consegna degli oggetti Vi verrà rilasciato un documento (mandato a vendere) contenente la lista degli oggetti, i prezzi di riserva, la commissione e gli eventuali costi per assicurazione, foto e trasporto. Dovranno essere forniti un documento d’identità ed il codice fiscale per l’annotazione sui registri di P.S. conservati presso gli uffici Pandolfini. Il mandato a vendere è con rappresentanza e pertanto Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. non si sostituisce al mandante nei rapporti con i terzi. I soggetti obbligati all’emissione di fattura riceveranno, unitamente al rendiconto, elenco dei nominativi degli acquirenti per procedere alla fatturazione.
Nel caso il lotto sia soggetto al c.d. “diritto di seguito” ai sensi dell’art. 144 della legge 633/41, l’aggiudicatario s’impegna a corrispondere,
Riserva
oltre all’aggiudicazione, alle commissioni d’asta ed alle altre spese
Il prezzo di riserva è l’importo minimo (al lordo delle commissioni) al
eventualmente gravanti, anche l’importo che spetterebbe al Venditore
quale l’oggetto affidato può essere venduto.
pagare ai sensi dell’art. 152 L. 633/41, che Pandolfini s’impegna a versare
Detto importo è strettamente riservato e sarà tutelato dal Banditore
al soggetto incaricato delle riscossione.
in sede d’asta. Qualora detto prezzo non venga raggiunto, il lotto risulterà invenduto.
Liquidazione del ricavato Trascorsi circa 35 giorni dalla data dell’asta, e comunque una volta ultimate le operazioni d’incasso, provvederemo alla liquidazione, dietro emissione di una fattura contenente in dettaglio le commissioni e le altre spese addebitate.
Commissioni Sui lotti venduti Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. applicherà una commissione del 13% (oltre ad I.V.A.) mediante detrazione dal ricavato.
114 78
OFFERTA SCRITTA ABSENTEE BID
COMMISSIONE TELEFONICA TELEPHONE BID
DIPINTI ANTICHI 13 NOVEMBRE 2018 OFFERTE ONLINE SU PANDOLFINI.COM
Cognome | Surname __________________________________________________________________________________________ Nome | Name __________________________________________________________________________________________________ Ragione Sociale | Company Name ___________________________________________________________________________
Il modulo dovrà essere inviato via fax: +39 055 244343, o via mail: info@pandolfini.it. Il nostro ufficio confermerà tutte le offerte ricevute; nel caso non vi giungesse la conferma entro il giorno successivo, vi preghiamo di reinviare il modulo. Le offerte dovranno pervenire presso Pandolfini Casa d’Aste entro 12 ore dall’inizio dell’asta. Presa visione degli oggetti posti in asta, non potendo essere presente alla vendita, incarico con la presente la direzione di Pandolfini Casa d’Aste di acquistare per mio conto e nome i lotti sottodescritti fino alla concorrenza della somma a lato precisata oltre i diritti e spese di vendita. Dichiaro di aver letto e di accettare i termini e le condizioni di vendita riportate in catalogo.
@EMAIL _________________________________________________________________________________________________________ Indirizzo | Address _____________________________________________________________________________________________ Città | City_____________________________________________________ C.A.P. | Zip Code _______________________________ Telefono Ab. | Phone __________________________________________________________________________________________ Cell. | Mobile ___________________________________________________________________________________________________ Fax _______________________________________________________________________________________________________________ Cod. Fisc o Partita IVA | VAT __________________________________________________________________________________ Banca | Bank ___________________________________________________________________________________________________
The form must be sent by fax: +39 055 244343, or by email: info@pandolfini.it Our office will confirm all the offers received; in case you shouldn’t receive confirmation of reception within the following day, please reforward the form. Offers must be sent to Pandolfini Casa d’Aste within 12 hours before the beginning of the auction.
Il modulo dovrà essere accompagnato dalla copia di un documento di identità. The form must be accompanied by a copy of an identity card.
Lotto | Lot
Descrizione | Description
Offerta scritta | Bid
Having seen the objects included in the auction and being unable to be present during the sale, with this form I entrust Pandolfini Casa d’Aste to buy the following lots on my behalf till the sum specified next to them, in addition to the buyer’s commission, is reached. I declare that I have read and agree to the sale conditions written in the catalogue.
Data | Date
Firma| Signature
115
CONDITIONS OF SALE
1. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. is entrusted with objects to be sold
9. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. may immediately request the payment
in the name and on behalf of the consignors, as stated in the deeds
of the final price, including the buyer’s premium; it is due to be paid
registered in the V.A.T. Office of Florence. The effects of this sale involve
however no later than 12 p.m. of the day following the auction.
only the Seller and the Purchaser, without any liability on the part of Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. other than that relating to the mandate received.
2. The purchaser will pay for each lot an auction fee including V.A.T., equivalent to 25% on the first €100.000 and to 22% for any exceeding
charges, and will be exempt from any liability for storage or possible damage to sold objects. The weekly storage fee will amount to €26.00.
amount.
11. Purchasers must observe all legislative measures and regulations
3. The objects will be sold to the highest bidder. The transfer of a sold lot
currently in force regarding notified objects, with reference to Law n. I
to a third party will not be accepted. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. will hold
aforementioned regulation and by the customs and taxation laws in force.
089 dated 1st June 1939. The exportation of objects is determined by the
the successful bidder solely responsible for the payment. Notification of
Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. refuses any responsibility towards purchasers
the participation at the auction in the name and on behalf of a third party
regarding exportation restrictions on the purchased lots. Should the State
is therefore required in advance.
exercise the right of pre-emption, no refund or compensation will be due
4. The estimates in the catalogue are purely indicative and are expressed in euros. The descriptions of the lots are to be considered no more than
either to the purchaser on the part of Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. or to the Seller.
an opinion and are purely indicative, and do not therefore entail any
12. The Legislative Decree dated 22nd January 2004 regulates
liability on the part of Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. Any complaints should
the exportation of objects of cultural interest outside Italy, while
be sent in writing within 10 days, and if considered valid, will entail solely the reimbursement of the amount paid without any further claim.
5. The auction will be preceded by an exhibition, during which the specialist in charge of the sale will be available for any enquiries; the object of the exhibition is to allow the prospective bidder to inspect the condition and the quality of the objects, as well as clarifying any possible errors or inaccuracies in the catalogue. All the objects are “sold as seen”.
6. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. may accept absentee and telephone
exportation outside the European Community is regulated by the EEC Regulation n. 3911/92 dated 9th December 1992, as modified by the EEC Regulation n. 2469/96 dated 16th December 1996 and by the EEC Regulation n. 974/01 dated 14th May 2001. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. shall not be considered responsible for, and cannot guarantee, the issuing of relevant permits. Should these permits not be granted, Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. cannot accept the cancellation of the purchase or the refusal to pay.
13. The following payment methods will facilitate the immediate collection of the purchased lot:
bids for the objects on sale on behalf of persons who are unable to
a) cash up to € 2.999;
attend the auction. The lots will still be purchased at the best price, in
b) bank draft subjected to previous verification at the bank which issued it;
compliance with other bids for the same lots and with the registered
c) personal cheque by previous agreement with the administrative
reserves. Though operating with extreme care, Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. cannot be held responsible for any possible mistakes in managing absentee or telephone bids. We advise the bidder to carefully check the numbers of the lots, the descriptions and the bids indicated when filling in the relevant form. We cannot accept absentee bids of an unlimited amount. The request of telephone bidding will be accepted only if submitted in writing before the sale. In case of two identical absentee bids for the same lot, priority will be given to the first one received.
7. During the auction the Auctioneer is entitled to combine or to separate the lots.
8. The lots are sold by the Auctioneer; in case of dispute, the contested lot will be re-offered in the same auction starting from the last bid received. A bid placed in the salesroom will always prevail over an absentee bid, as in n. 6. 116 80
10. Purchased and paid for lots must be collected immediately. Failing this, Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l.’s will be entitled to storage
office of Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l; d) bank transfer: MONTE DEI PASCHI DI SIENA Via Sassetti, 4 - FIRENZE IBAN IT 25 D 01030 02827 000006496795 - Swift BIC PASCITM1W40
14. Those participating in the sale will be automatically bound by these Terms and Conditions. The Court of Florence has jurisdiction over possible complaints.
15.
Lots with the symbol (*) have been entrusted by Consignors
subject to V.A.T. and are therefore subject to V.A.T. as follows: 22% payable on the hammer price and 22% on the final price.
16.
For lots with the symbol (λ), an export licence or a temporary
importation licence is available.
17. Lots with the symbol
are subjected to the “resale right”.
AUCTIONS Auctions are open to the public without any obligation to bid. The lots are usually sold in numerical order as listed in the catalogue. Approximately 90-100 lots are sold per hour, but this figure can vary depending on the nature of the objects.
Absentee bids and telephone bids
Payment
If it’s not possible for the bidder to attend the auction in person, Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. will
The payment of the lots is due, in EUR,
execute the bid on your behalf.
the day following the sale, in any of the
To have access to this free service you will need to send us a photocopy of some form of ID and the
following ways:
relevant form that you will find at the end of the catalogue or in our offices. The lots will be purchased at the best possible price depending on the other bids in the salesroom. In the event of bids of equal amount, the first one to be placed will have the priority. Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. offers its clients the possibility to be contacted by telephone during the auction to participate in the sale. You will need to send a written request within 12 hours prior to the time of the sale. This service is guaranteed depending on the lines available at the time, and according to
- cash up to € 2.999 - non-transferable bank draft or personal cheque with prior consent from the administrative office, made payable to: Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l.
the order of arrival of the requests. - bank transfer to: BANCA MONTE DEI PASCHI We therefore advise clients to place a bid that will allow us to execute it on their behalf only when it is not possible to contact them.
DI SIENA Filiale 1874 Sede di Firenze: Via Sassetti, 4 - FIRENZE IBAN: IT 25 D 01030 02827 000006496795, Swift BIC - PASCITM1W40
Bids The starting price is usually lower than the estimate stated in the catalogue, and each raising will be approximately 10% of the previous bid. The raising of the bid during the auction is, in any case at the sole discretion of the auctioneer.
Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. acts on behalf of the Consignor on the basis of a mandate, and does not substitute third parties regarding payments. For lots sold by V.A.T. payers, an invoice will be issued to the purchaser by the seller.
Collection of lots
Our invoice, though you will find reported the hammer price and
The lots paid for following the aforementioned procedures must be collected immediately, unless
the V.A.T., is only made up of the
other agreements have been taken with the auction house.
amount highlighted.
Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. may, following the precise, written indications of the Purchaser, attend to the packing and shipping of the lots at the Purchaser’s risk and expense. For any other information please see General Conditions of Sale.
117
BUYING AT PANDOLFINI The estimates in the catalogue are expressed in Euros (€). These estimates are purely indicative and are based on the mean price of comparable pieces on the market, on the condition and on the characteristics of the object itself. The catalogues of Pandolfini include information on the condition of the objects only when describing multiple lots (such as prints, books, coins and bottles of wine). Please request a condition report of the lot you are interested in from the specialist in charge. Lots sold in our auctions will rarely be in perfect condition and may show, due to their nature and age, signs of wear, damage, restoration or repair and other imperfections. Any reference to the condition of the object in the catalogue is not equivalent to a complete description of its condition. Condition reports are usually available on request and complete the catalogue entries. In the description of the lots, our staff judges the condition of the object in accordance with its estimate and the kind of auction in which it has been included. Any statement in the catalogue, in the condition report or elsewhere, regarding the physical nature of the lot and its condition, is given honestly and scrupulously. The staff of Pandolfini however does not have the professional training of a restorer: any statement therefore should not be considered exhaustive. Potential purchasers are always advised to inspect the object in person and, in the case of lots of particular value, to ask the opinion of a restorer or of a trusted consultant before placing a bid. Any statement regarding the author, the attribution of the work, dating, origin, provenance and condition is to be considered a simple opinion and not an actual fact. As concerning attributions, please note that:
1. ANDREA DEL SARTO: in our opinion a work by the artist. 2. ATTRIBUTED TO ANDREA DEL SARTO: in our opinion the work was executed by the artist, but with a degree of uncertainty.
3. ANDREA DEL SARTO’S WORKSHOP: work executed by an unknown artist in the workshop of the artist, whether or not under his direction.
4.
8. IN THE STYLE OF…: work executed in the style specified, but from a later date.
9. The terms signed and/or dated and/or initialled means that it was done by the artist himself.
10. The term bearing the signature and/or date means that, in our opinion, the writing was added at a later date or by a different hand.
ANDREA DEL SARTO’S CIRCLE: in our opinion a work executed
by an unidentifiable artist, with characteristics referable to the
11. In the measurements of the paintings, expressed in cm, height
aforementioned artist. He may be a pupil.
comes before base. The size of works on paper is instead expressed
5. STYLE OF…; FOLLOWER OF…; a work by a painter who adheres to the style of the artist: he could be a pupil or another contemporary, or almost contemporary, artist.
6.
in mm.
12.
For lots with the symbol (λ), an export licence or a temporary
importation licence is available.
MANNER OF ANDREA DEL SARTO: work executed imitating the
style of the artist, but at a later date.
13.
The weight of silver objects is a net weight, excluding metal,
glass and crystal parts. The weight of silver objects with a weighted
7. FROM ANDREA DEL SARTO: copy from a painting known to be by the artist.
base will not be indicated.
14. Lots with the symbol
are subjected to the “resale right”.
BUYER’S PREMIUM AND V.A.T.
118 82
Buyer’s premium
Value Added Tax
Lots with symbol
The purchaser will pay a buyer’s premium
The purchaser will pay 22%VAT on the buyer’s
Lots with the symbol (*) have been entrusted by
that is added to the hammer price of every lot
premium. The final price is therefore composed
Consignors subject to V.A.T. and are therefore
and calculated as follows: 20.49% on the first
of the hammer price plus a total of 25% on
subject to V.A.T. as follows:
€100.000 and 18.03% on any amount exceeding
the first €100.000 and 22% on any amount
22% on the hammer price and
€100.000. These rates do not include the 22%
exceeding €100.000.
22% on the final price.
V.A.T. in addition also to the V.A.T. that may be
In this case the percentage will be 47% on
due on the hammer price (see the following
the first €100.000 and 44% on any amount
paragraph Value Added Tax).
exceeding €100.000.
BUYING AT PANDOLFINI
SELLING THROUGH PANDOLFINI
Resale right
Evaluations
The Legislative Decree n. 118 dated 13th February 2006 introduced the
You can ask for a free evaluation of your objects by fixing an
right for authors of works of art and manuscripts, and for their heirs, to
appointment at the headquarters of Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l.
receive a remuneration from the price of any sale after the first, of the
Alternatively, you may send us a photograph of the objects and any
original work: this is the so-called “resale right”.
information which could be useful: our specialists will then express an indicative evaluation.
This payment is due for selling prices over €3.000 and is determined as follows: a) 4 % up to € 50.000;
Mandate of sale
b) 3 % for the portion of the selling price
If you should decide to entrust your objects to us, the Pandolfini staff
between € 50.000,01 and € 200.000;
will assist you through the entire process. Upon delivery of the objects
c) 1 % for the portion of the selling price
you will receive a document (mandate of sale) which includes a list
between € 200.000,01 and € 350.000;
of the objects, the reserves, our commission and possible costs for
d) 0,5 % for the portion of the selling price
insurance, photographs and shipping. We will need some form of
between € 350.000,01 and € 500.000;
ID and your date and place of birth for the registration in the P.S.
e) 0,25 % for the portion of the selling price
registers in the offices of Pandolfini. The mandate of sale is a mandate
exceeding € 500.000.
of representation: therefore Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. cannot substitute the seller in his relations with third parties. Sellers who have
Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. is liable to pay the “resale right” on the
to issue invoices will receive, with our invoice, the list of the purchasers
sellers’ behalf to the Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE).
in order to proceed with the invoicing.
Should the lot be subjected to the “resale right” in accordance with the art. 144 of the law 633/41, the purchaser will pay, in addition to the
Reserve
hammer price, to the commission and to other possible expenses, the
The reserve is the minimum amount (commission included) at which an
amount that would be due to the Seller in accordance with the art. 152
object can be sold. This sum is strictly confidential and the auctioneer
of the law 633/41, that Pandolfini will pay to the subject authorized to
will ensure it remains so it during the auction. If the reserve is not
collect it.
reached, the lot will remain unsold.
Payment You will receive payment within 35 working days from the day of the sale, provided the payment on behalf of the purchaser is complete, with the issue of a detailed invoice reporting commissions and any other charges applicable.
Commission Pandolfini CASA D’ASTE S.r.l. will apply a 13% (plus V.A.T.) commission which will be deducted from the hammer price.
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ARREDI E MOBILI ANTICHI OGGETTI D’ARTE, PORCELLANE, MAIOLICHE
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FURNITURE, WORKS OF ART, PORCELAIN AND MAIOLICA 5 Cataloghi | Catalogues
DIPINTI E SCULTURE DEL SEC. XIX 19TH CENTURY PAINTINGS AND SCULPTURES
€ 120
3 Cataloghi | Catalogues
DIPINTI E SCULTURE ANTICHE OLD MASTERS PAINTINGS AND SCULPTURES
€ 120
3 Cataloghi | Catalogues
ARTE ORIENTALE | ASIAN ART
€ 80
2 Cataloghi | Catalogues
MONETE E MEDAGLIE | COINS AND MEDAL
€ 80
2 Cataloghi | Catalogues
€ 170
ARGENTI | SILVER GIOIELLI E OROLOGI | JEWELRY AND WATCHES 5 Cataloghi | Catalogues
LIBRI E MANOSCRITTI
€ 50
BOOKS AND MANUSCRIPTS 2 Cataloghi | Catalogues
€ 80
VINI | WINES 3 Cataloghi | Catalogues
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA ARTI DECORATIVE DEL SEC. XX E DESIGN
€ 120
MODERN AND CONTEMPORARY ART 20TH CENTURY DECORATIVE ARTS AND DESIGN 3 Cataloghi | Catalogues
AUTO CLASSICHE | CLASSIC CARS 2 Cataloghi | Catalogues
TOTALE | TOTAL €
120
€ 80
PROSSIME ASTE
NOVEMBRE FIRENZE
DICEMBRE MILANO
13 NOVEMBRE 2018
3 DICEMBRE 2018
DIPINTI DEL XIX SECOLO
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
24 NOVEMBRE 2018 AUTO CLASSICHE
DICEMBRE FIRENZE
26 NOVEMBRE 2018
18 DICEMBRE 2018 ARTE ORIENTALE
ARCADE - ARGENTI, LIBRI E NUMISMATICA
27 NOVEMBRE 2018
I VETRI DI ARCHIMEDE SEGUSO. OPERE DALLA COLLEZIONE PRIVATA
28 NOVEMBRE 2018 GIOIELLI
28 NOVEMBRE 2018
OROLOGI DA POLSO E DA TASCA
29 NOVEMBRE 2018 ARCHEOLOGIA
Impaginazione: Exalta Studio - Scandicci (FI) Stampa: Conti Tipocolor - Settimello, Calenzano (FI) Fotografie: Francesco Girotto - Carbonera (TV) IndustrialFoto - Osmannoro (FI)
L’arte di assicurare l’arte
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Via Carlo Cattaneo 55 – 25121 Brescia tel. 030 2072256 – fax 030 2054269 www.capitoliumart.it info@capitoliumart.it
Via Brera 8 - 20121 Milano tel. 02 36569100 – fax 02 36569109 www.finarte.it info@finarte.it
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Corso Italia 6 – 50123 Firenze tel. 055 295089 - fax 055 295139 www.maisonbibelot.com segreteria@maisonbibelot.com
Borgo Pietro Wuhrer 125 – 25123 Brescia tel. 030 2425709 - fax 030 2475196 www.martiniarte.it info@martiniarte.it
MEETING ART CASA D’ASTE
Corso Adda 7 – 13100 Vercelli tel. 0161 2291 - fax 0161 229327-8 www.meetingart.it info@meetingart.it
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Borgo degli Albizi 26 – 50122 Firenze tel. 055 2340888-9 - fax 055 244343 www.pandolfini.com info@pandolfini.it
PORRO & C. ART CONSULTING Via Olona 2 – 20123 Milano tel. 02 72094708 - fax 02 862440 www.porroartconsulting.it info@porroartconsulting.it
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Corso Tassoni 56 – 10144 Torino tel. 011 4377770 - fax 011 4377577 www.santagostinoaste.it info@santagostinoaste.it
A.N.C.A. Associazione Nazionale delle Case d’Aste REGOLAMENTO Articolo 1 I soci si impegnano a garantire serietà, competenza e trasparenza sia a chi affida loro le opere d’arte, sia a chi le acquista. Articolo 2 Al momento dell’accettazione di opere d’arte da inserire in asta i soci si impegnano a compiere tutte le ricerche e gli studi necessari, per una corretta comprensione e valutazione di queste opere. Articolo 3 I soci si impegnano a comunicare ai mandanti con la massima chiarezza le condizioni di vendita, in particolare l’importo complessivo delle commissioni e tutte le spese a cui potrebbero andare incontro. Articolo 4 I soci si impegnano a curare con la massima precisione
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i cataloghi di vendita, corredando i lotti proposti con schede complete e, per i lotti più importanti, con riproduzioni fedeli. I soci si impegnano a pubblicare le proprie condizioni di vendita su tutti i cataloghi. Articolo 5 I soci si impegnano a comunicare ai possibili acquirenti tutte le informazioni necessarie per meglio giudicare e valutare il loro eventuale acquisto e si impegnano a fornire loro tutta l’assistenza possibile dopo l’acquisto. I soci rilasciano, a richiesta dell’acquirente, un certificato su fotografia dei lotti acquistati. I soci si impegnano affinché i dati contenuti nella fattura corrispondano esattamente a quanto indicato nel catalogo di vendita, salvo correggere gli eventuali refusi o errori del catalogo stesso. I soci si impegnano a rendere pubblici i listini delle aggiudicazioni.
Articolo 6 I soci si impegnano alla collaborazione con le istituzioni pubbliche per la conservazione del patrimonio culturale italiano e per la tutela da furti e falsificazioni. Articolo 7 I soci si impegnano ad una concorrenza leale, nel pieno rispetto delle leggi e dell’etica professionale. Ciascun socio, pur operando nel proprio interesse personale e secondo i propri metodi di lavoro si impegna a salvaguardare gli interessi generali della categoria e a difenderne l’onore e la rispettabilità. Articolo 8 La violazione di quanto stabilito dal presente regolamento comporterà per i soci l’applicazione delle sanzioni di cui all’art. 20 dello Statuto ANCA
PANDOLFINI TEMPO IL SISTEMA PIÙ SEMPLICE PER ACQUISTARE ALL’ASTA
Potrete aggiudicarvi una varietà di oggetti d’arte dal Multiplo, Serigrafie, Fotografie ai Quadri, Orologi e Gioielli. Tutte le aste sono curate dai nostri esperti.
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Partecipare è molto semplice. Vai sul calendario aste e cerca il logo.
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Sfoglia il catalogo on line come per le aste tradizionali. Per fare la tua offerta utilizza il pannello che vedi, come esempio, qui sulla destra con le seguenti funzioni: • Data e ora del Termine asta • Countdown del tempo restante al termine asta • Pulsante offerta con incremento prestabilito • Inserimento valore offerta massima.
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Verifica in tempo reale nella tua area riservata My Pandolfini lo stato completo di tutte le tue offerte attive. Se non sei ancora registrato registrati.
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Per registrarti utilizza il modulo standard della registrazione e inserisci un documento valido. Ti verrà inviata una mail di conferma.
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Verrai avvertito di variazioni di offerte attraverso mail che ti informeranno se la tua offerta è stata superata o ti sei aggiudicato il lotto.
Per informazioni tempo@pandolfini.it DIPINTI ANTICHI - 13 NOVEMBRE 2018
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Pandolfini Casa d’Aste si ripresenta all’appuntamento di auto classiche con un catalogo scelto e ricercato. Le vetture proposte sono state selezionate e provate dagli esperti per far emozionare i futuri acquirenti con auto sia di fama italiana e internazionale. Dalla Volkswagen Golf GTI degli anni ’80 alla Bristol 403, dalla Lancia Aurelia B20 alla Maserati Indy, dalla Porsche 911 S alla Mercedes Benz Sl 560, delle vere meraviglie che fanno ricordare l’essenza del passato. Saremo lieti di accogliervi nella nostra struttura di Prato per toccare con mano le auto classiche da noi esposte.
ASTA 24 NOVEMBRE 2018 AUTO CLASSICHE CAPO DIPARTIMENTO Marco Makaus marco.makaus@pandolfini.it
ESPERTO Luca Gambarini luca.gambarini@pandolfini.it
BRISTOL 403 (1953)
Telaio N°: 403-1404 - Motore: 6 clindri in linea Cilindrata: 1997 Cm3 - Potenza: 100 Cv Carrozzeria: Berlina due porte
ASTA LIVE SU PANDOLFINI.COM
Un’importante novità per la sessione autunnale di aste: la vendita dedicata ai vetri di Archimede Seguso. Dal 1932 al 1996, cento opere uniche a raccontare oltre sessant’anni di arte vetraria muranese. Ma non opere qualsiasi: vetri realizzati da Archimede Seguso, da lui selezionati e inseriti nella propria collezione privata, gelosamente custodita nella sua abitazione veneziana. Dai primi lavori giovanili, tecnicamente ineccepibili ma frutto di tecniche vetrarie già consolidate in fornace, passando per i capolavori degli anni cinquanta, continue invenzioni e sperimentazioni, fino alle opere della maturità, sintesi perfetta della sua arte.
ASTA 27 NOVEMBRE 2018 I VETRI DI ARCHIMEDE SEGUSO. OPERE DALLA COLLEZIONE PRIVATA CAPO DIPARTIMENTO Alberto Vianello alberto.vianello@pandolfini.it
ARCHIMEDE SEGUSO
(Murano 1909-1990) VASO ZIG ZAG Vetreria Archimede Seguso. Vetro corallo, bianco opaco e oro, alt. cm 18, diam. cm 18
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L’asta di gioielli di novembre presenta una nutrita collezione di pezzi firmati di importanti brand come Cartier, Chanel e Dior, affiancata da una selezione di gioielli d’epoca, pietre preziose e diamanti con la presenza di una pietra di oltre 10 carati. La Maison Bulgari sarà l’assoluta protagonista del prossimo catalogo, con la presenza di numerosi preziosi di epoche diverse. Una demi-parure, pezzo unico della collezione Alta Gioielleria, farà da biglietto da visita alla storica Maison romana per poi lasciare spazio ad un’intrigante sessione di Gioielli d’Artista.
ASTA 28 NOVEMBRE 2018 GIOIELLI CAPO DIPARTIMENTO Cesare Bianchi cesare.bianchi@pandolfini.it
ESPERTO Andrea de Miglio andrea.demiglio@pandolfini.it
BULGARI IMPORTANTE DEMI PARURE,
collana ed orecchini, in oro giallo con Peridot tormaline zaffiri e diamanti, pezzo unico della collezione Alta Gioielleria realizzato nel 2014. Corredata da disegni originali.
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Dopo il grande interesse suscitato dagli ultimi cataloghi di orologi, verrà presentata anche in questa sessione d’asta una vasta e differenziata selezione di segnatempo. Tra tutti, spicca un pezzo di incredibile rarità: un Rolex Daytona 6241 “John Player Special” in oro giallo 14 Kt, modello molto simile a quello che ha stabilito il record italiano nell’asta di novembre 2017. Sarà affiancato da diversi Rolex sportivi come Submariner, Explorer e GMT, oltre a classici di Patek Philippe e Vacheron Constantin. Curiosità dell’asta, sarà la piccola collezione di vecchi orologi militari di varie marche con numero di assegnazione.
ASTA 28 NOVEMBRE 2018 OROLOGI DA POLSO E DA TASCA CAPO DIPARTIMENTO Cesare Bianchi cesare.bianchi@pandolfini.it
ESPERTO Andrea de Miglio andrea.demiglio@pandolfini.it
OROLOGIO ROLEX IN ORO GIALLO 14 KT, REF.6241, N. ZO84229 OYSTER COSMOGRAPH, QUADRANTE PAUL NEWMAN
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