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La Tenerezza nei Drammi musicali di Richard Wagner
di Marcello De Simone*
Il presente lavoro è stato estratto dal libro di cui sono autore, edito nel 2022, dal titolo Richard Wagner oltre la musica.
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L’intento è quello di fornire elementi utili per una maggiore comprensione del profilo di Wagner, le cui composizioni intrecciano mirabilmente la musica, la letteratura, la mitologia e la filosofia. Un musicista che era nello stesso tempo poeta, librettista, filosofo, saggista, drammaturgo, direttore d’orchestra, scrittore, regista e scenografo. Inoltre, insieme alle opere che moltissimi conosciamo, ha lasciato lunghi lavori in prosa, come “Opera e dramma”, “Una comunicazione ai miei amici”, “L’opera d’arte dell’avvenire”, “Arte e rivoluzione”, “Arte e religione”, etc…; e poemi non musicati quali “La Saracena”, “Le miniere di Falun”, “Gesù di Nazareth” e “Wieland il fabbro”. Nelle su opere Richard Wagner componeva non solo la musica ma anche i versi dei drammi musicali, in essi le due dimensione, parole e musica, vivono in perfetta simbiosi, tanto che ogni suono sembra scaturire direttamente dalle parole. La sua musica, contrariamente a quanto si crede, è caratterizzata talora da una profonda tenerezza, talaltra è paragonabile a uno tzunami. Come il mare si ritira lentamente prima dell’onda gigante, al pari la musica di Wagner, rallenta sempre più finché un crescendo poderoso avvolge e sconvolge l’ascoltatore. Il compositore scrisse a tal proposito: “Ciò che la musica esprime è eterno, infinito ed ideale; essa non dice la passione, l’amore, la nostalgia di questo o quell’individuo, in questa o quella situazione, ma la passione, l’amore, la nostalgia in sé”. La sua musica è impregnata dalla poetica del “Puro Umano”.
L’opera wagneriana si presenta come un grande puzzle, in cui alcuni pezzi sono rappresentati dalla poesia, altri dalla musica, e la cui altezza poetica è paragonabile ai drammi di Shakespeare e alle opere sinfoniche di Beethoven.
L’anima letteraria e quella musicale vengono magistralmente incastrate in un ampio disegno, realizzando un’opera d’arte di inarrivabile bellezza.
Sbalorditivo Richard Wagner, il cui talento è inarrivabile se consideriamo che non ha mai frequentato il Conservatorio e che non mostrò da subito, a differenza di Mozart, interesse per la musica. Egli era un autodidatta. Solo dopo aver assistito, nel 1830, alla “Fidelio” di Beethoven decise di diventare musicista e iniziò a studiare la musica.
In questo stralcio del testo indicato in precedenza si intende delineare uno tra i tanti singolari aspetti che hanno caratterizzato la vita e le opere di Wagner: la tenerezza presente nei “Drammi Musicali”.
Richard Wagner è conosciuto dalla gran parte del pubblico quale compositore magniloquente. Nella sua musica è presente la dimensione della tenerezza, come, a esempio, ne “La cavalcata delle Walchirie” o ne “L’entrata degli Dei nel Walhalla”. Tuttavia l’aspetto che non tutti riescono a cogliere del compositore sassone sono la dolcezza e la tenerezza. C’è più dolcezza in Wagner che in tutti i compositori francesi e più tenerezza nei suoi drammi musicali che in tutto il melodramma italiano. Alcune scene delle sue opere sono esplicative. Nella prima scena di “Die
Walkure” quando si incontrano Sieglinde e Siegmund fra i due nasce un tenero sentimento d’amore, espresso dall’orchestra per tutta la durata della scena stessa, soprattutto attraverso il violoncello che racconta la dolcezza del loro sentimento. Il coniuge di Sieglinde, Hunding, si esprime dicendo a Siegmund: “per stanotte dormirai in casa mia, perché l’ospitalità è sacra, ma domani trovati un’arma perché comatteremo”. Hunding attraverso il racconto di Siegmund ha capito che questi è suo nemico, e mentre i bassi preannunciano la tragedia che avverrà (Hunding ucciderà Siegmund), un clarinetto, un corno inglese, un oboe e infine un violoncello ci diranno quanta tenerezza vive nel cuore di Siegmund, e ancor di più di quanta tenerezza è capace Wagner.
Nell’ultima scena del terzo atto di “Die Walkure”, Wotan punisce Brunnhilde per non aver rispettato un suo ordine e la fa dormire avvolta in una cortina di fuoco; solo un grande eroe potrà superare il fuoco e risvegliarla. Il tema del “Sonno” è di una dolcezza infinita, descrive la grande tenerezza di un padre per l’amata figlia che non rivedrà più.
Nella terza scena del terzo atto del “Siegfried” l’eroe è arrivato alla rocca dove Brunnhilde dorme avvolta dal fuoco. La dormiente indossa una corazza e ha, come le walchirie, il capo coperto da un elmo. Siegfried esclama: “Felice solitudine su soleggiata dolce altura!”. Poi con grande cautela cerca di liberarla dalla corazza pensando fosse un uomo. Accorgendosi che si tratta di una donna esclama: “Il cuore intimorito fa tremare le mani! In me vile che accade? È questa la paura?”. La didascalia recita: “Alla vista di lei è preso da sentimenti di tenerezza” e la bacia sulle labbra svegliandola dal lungo sonno.
Tutta la scena è accompagnata da un dolce tessuto sinfonico.
Anche il secondo atto del “Tristan und
Isolde” è un inno alla tenerezza. Tristano attirando a sé Isotta pronuncia parola di dolcezza: “Morremo entrambi, uniti insieme”. Questi e numerosi altri episodi presenti in diverse opere rivelano la profonda tenerezza del compositore sassone.
Nel terzo atto del “Parsifal” la tenerezza è richiesta da Wagner persino ai cantanti, anche se il culmine della dolcezza e della tenerezza vengono espresse nella musica, sottraendo alle parole parte della loro forza espressiva.
Volendo fare un accostamento, la tenerezza presente nei drammi musicali wagneriani è simile a quella presente nel secondo canto del Purgatorio di Dante: “Amor che ne la mente mi ragiona, cominciò elli allor sì dolcemente, che la dolcezza ancor dentro mi suona”.
Le opere citate sono parte della bibliografia di Wagner che è ricchissima, si parla di milioni di pubblicazioni nel mondo difficili da citare tutte.
Il mio lavoro sul compositore sassone è stato suscitato dal desiderio di eliminare i pregiudizi che ricadono sulla sua persona e che condizionano, se non addirittura impediscono, l’apprezzamento della sua opera.
La differenza che caratterizza l’opera di Wagner rispetto ad altri compositori risiede nelle intenzioni dell’autore: egli non mira a far divertire il pubblico, quanto a toccarne le corde più profonde dell’animo per indurlo a riflettere. La musica possiede la forza per esprimere la profondità dei sentimenti umani.
Sosteneva a tal proposito: “Se volete educare il pubblico dovete cacciargli via la vigliaccheria e la fiacchezza, costringendolo non a svagarsi in teatro, ma a sapersi concentrare”.
Bibliografia
De Simone M., Richard Wagner oltre la musica, Gutenberg Edizioni, Baronissi 2022.
*Medico e Musicologo